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Il dovere di informare e il piacere di scoprire: il grande lavoro dell'Ulss 3
Una grande azienda sanitarial'Ulss 3 Serenissima serve una popolazione di oltre 600mila persone - offre moltissimi servizi in ambiti vasti e differenti: dall'intervento chirurgico di altissima complessità alla promozione dei corretti stili di vita, dalla fornitura di sussidi per le persone allettate ai colloqui consultoriali per le famiglie, dagli sportelli amministrativi ai servizi veterinari, per citarne solo alcuni. È molto importante, per il bene degli utenti, che si faccia tutto quanto possibile per mettere questi strumenti, insieme ad altre opportunità offerte dal servizio sanitario, a disposizione della cittadinanza, rendendoli noti: tutti i cittadini - anche i nuovi cittadini - hanno il diritto di sapere e di conoscere le proposte di prevenzione, di cura e di assistenza di cui possono usufruire. L'Ulss 3 Serenissima si è data l'obiettivo di intensificare, per quanto è possibile, il proprio impegno nella comunicazione, perché ciò che si fa sia noto e fruibile agli utenti. Ci proponiamo di farlo anche attraverso questa pubblicazione, nel formato di una piccola rivi-
SaluteSerenissima
è una pubblicazione
dell'Ulss 3 Serenissima.
Testata in attesa di deposito di registrazione.
L’Ulss 3 Serenissima, ente della Regione del Veneto, provvede all’attuazione del principio costituzionalmente garantito di tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, realizzando le finalità del Servizio sanitario nazionale.
L’ambito territoriale di competenza comprende i 23 Comuni di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavarzere, Chioggia, Cona, Dolo, Fiesso d'Artico, Fossò, Marcon, Martellago, Mira, Mirano, Noale, Pianiga, Quarto d'Altino, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinea, Stra, Venezia, Vigonovo.
L'idea di una rivista, perché ciò che fa l'azienda sanitaria veneziana sia noto e fruibile agli utenti
sta, che viene distribuita capillarmente in tutti i luoghi della sanità, della cura e dell'assistenza del territorio dell'Ulss 3. Quella che state sfogliando è un'edizione che consideriamo sperimentale, un numero 0: contiamo di testare l'efficacia di questo mezzo di comunicazione anche e soprattutto con l'aiuto dei cittadini che avranno il desiderio di sfogliarlo, e magari di segnalarci il loro apprezzamento e i loro suggerimenti. Disegnamo insieme il modo in cui questa rivista, Salute Serenissima, può diventare sempre più utile, accompagnandoci nell'anno nuovo in cui stiamo entrando. Buona lettura e... scriveteci all'indirizzo saluteserenissima@aulss3.veneto.it.
L’Ulss 3 Serenissima eroga i servizi in un’area di 1.406,09 kmq, con una popolazione residente di 612.714 abitanti. Guida l’Ulss 3 Serenissima il direttore generale, Edgardo Contato, coadiuvato dal direttore amministrativo, Luigi Antoniol, dal direttore sanitario, Giovanni Carretta e dal direttore dei Servizi sociosanitari, Massimo Zuin.
SEDE
Testi a cura dell'Ufficio Stampa dell'Ulss 3 Serenissima
>saluteserenissima@aulss3.veneto.it< >www.aulss3.veneto.it<
Chiuso in redazione il 9 dicenmbre 2024
Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Supporto grafico ed editoriale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 >redazione@givemotions.it<
Ulss 3 Serenissima via Via Don Tosatto 147 - Mestre (VE) Contatti: www.aulss3.veneto.it
direzione.generale@aulss3.veneto.it
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Ambulatorio aorta, l’ospedale di Mestre
prevede l’arrivo del killer silenzioso
Al’ospedale di Mestre esiste un posto che anticipa la patologia aortica e si prende cura di intere famiglie con questa predisposizione. A un anno dalla sua nascita, di famiglie a rischio ne ha trovate, contattate e trattate 20. Si chiama Ambulatorio aorta e previene l’arrivo del killer silenzioso. Si trova all’interno del reparto di Cardiochirurgia dell’Angelo. Alla sua porta bussano pazienti di ogni età e da ogni parte del Veneto: è unico nel suo genere, e uno dei pochissimi, simili, a esistere nel Nordest.
Questo ambulatorio del cuore ha già seguito, all’interno dell’offerta assistenziale regionale, 211 persone, tra chi si è presentato già con una diagnosi, chi con dei sospetti del medico curante e chi è stato invece chiamato dall’équipe dell’aorta grazie alle indagini sul congiunto seguito per la stessa patologia, o su quello deceduto per sindrome aortica non nota e riscontrata a seguito di autopsia.
L’Ambulatorio aorta previene queste patologie mortali perché è in grado di trattarle prima che uccidano. Il merito va al monitoraggio continuo e a lungo
termine, alla presa in carico multidisciplinare del paziente, e, in molti casi - 40 fino ad ora -, anche dei suoi familiari. Per una ventina di loro, ai quali è stata riscontrata così una patologia acuta dell’aorta, è stato possibile anticipare l’operazione salvavita in modalità programmata, e non intervenendo d’urgenza. L’équipe dei cardiochirurghi si occupa in questo modo anche di operare preventivamente i pazienti a rischio, ovvero quando ancora non presentano alcun sintomo, ma l’indagine diagnostica risulta invece inequivocabile.
non al suo culmine - spiega il primario di Cardiochirurgia Domenico Mangino-. Le diagnosi, infatti, sono spesso fortuite, a seguito di indagini effettuate per altre ragioni, quelle che noi specialisti chiamiamo incidentalomi. Con questo ambulatorio, invece, la ricerca è attiva e preventiva”.
Anticipa la patologia e rintraccia intere famiglie con questa predisposizione: a un anno dalla nascita, 211 i pazienti in carico, 20 le famiglie
“Si può parlare di un vero e proprio centro di prevenzione della patologia aortica, capace, con la diagnosi precoce, di scongiurare eventi cardiaci improvvisi e dall’esito spesso letale, come la dissecazione aortica. È chiamata killer silenzioso proprio perché si tratta di una patologia che, nella maggior parte dei casi, non presenta alcun sintomo se
“Il 30% dei pazienti con patologia aortica hanno familiari a rischio di sviluppare la stessa malattia - dice il cardiochirurgo responsabile dell’Ambulatorio aorta, Paolo Magagna -. Per questo per noi è importante anche indagare sul paziente colpito: questo approccio è essenziale per una medicina preventiva e personalizzata, perché migliora la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il nostro ambulatorio ci permette così di identificare tempestivamente le patologie dell’aorta (dissecazione, aneurisma, ematoma intramurale, rottura traumatica e ulcera penetrante) e di gestirle con un ap-
Polo radiologico attivo anche al sabato
Dal mese di novembre del 2024, la direzione dell’Ulss 3 Serenissima ha inteso potenziare l’attività del Polo radiologico del Lido, che ora è attivo anche durante tutta la mattinata del sabato.
La radiologia del Lido, realizzata con un importante intervento nel 2015, permette alla popolazione del Lido di Venezia di non doversi spostare per i propri accertamenti: collocata al primo piano della sede distrettuale del Padiglione Rossi, mette a disposizione degli operatori e degli utenti una serie di strumentazioni che permettono un ventaglio ampio di esami, dalla mammografia agli esami radiologici agli arti.
Il Polo, diretto dal Primario di Radiologia di Venezia, Paolo Sartori, si pone ovviamente al servizio della popolazione del Lido di Venezia, ma si inserisce nel sistema complessivo dell’offerta radiologica dell’Ulss 3: quindi l’agenda del polo radiologico verrà gestita dal Centro unico prenotazioni, e i servizi, ora estesi alla mattina del sabato, potranno essere utilizzati anche dagli utenti di Venezia e delle altre articolazioni territoriali.
proccio programmato e un percorso di cura personalizzato di altissimo livello, evitando il più possibile interventi in emergenza”.
All’Ambulatorio aorta si accede con un’impegnativa che indichi la necessità di una visita cardiochirurgica all’interno di questo ambulatorio. Con questa, l’utente può chiamare il Cup o contattare la segreteria di Cardiochirurgia (al numero 041 965 6333, dalle ore 10 alle 12, o alla mail ambulatorio. aorta@aulss3.veneto.it).
Nel corso della visita il cardiochirurgo valuta il paziente, che verrà richiamato direttamente dall’ambulatorio per tutti gli eventuali esami, visite e interventi successivi. Quando necessario scendono in campo anche il genetista, il radiologo, il cardiologo e il chirurgo vascolare. Nel caso venga anche individuata la variante genetica che indica la familiarità della patologia, l’indagine si estende automaticamente a tutti i familiari di prima generazione del paziente, che vengono chiamati direttamente dall’ambulatorio per essere a loro volta presi in carico.
TUMORE AL PANCREAS
Prima volta all’Angelo: intervento di Whipple con il Robot da Vinci
Passi avanti nella chirurgia a Mestre, dove per la prima volta nelle scorse settimane l’intervento di Whipple è stato eseguito con il robot Da Vinci. "Per la prima volta, nel territorio veneziano – spiega il direttore della Chirurgia generale, Umberto Montin – questa procedura oncologica, tra le più complesse della chirurgia addominale, è stata eseguita con tecnica mininvasiva”.
“La duodenocefalopancreasectomia, denominata anche intervento di Whipple dal nome del chirurgo americano che l’ha avviato –spiega il primario Montin– è un intervento chirurgico complesso: la si pratica, in caso di tumore addominale, per asportare la testa del pancreas, il duodeno, la colecisti, l’ultimo tratto della via biliare del fegato e in molti casi alcuni centimetri dello stomaco; occorre poi procedere alla ricostruzione dei collegamenti tra gli organi che restano in sede. Ebbene: la duodenocefalopancreasectomia viene eseguita comunemente secondo
le metodologie tradizionali, in anestesia generale, operando ‘a cielo aperto’, cioè accedendo all’area e agli organi interessata attraverso il taglio dell’addome; nel caso in questione, invece, per le sue caratteristiche specifiche, si è optato per un approccio differente utilizzando il Robot operatorio Da Vinci”. Oltre ad interventi sul pancreas, si eseguono regolarmente all’Angelo con il Da Vinci interventi di chirurgia mininvasiva sul fegato, sullo stomaco, sul colon e sul retto. La strumentazione è ampiamente utilizzata, oltre che dalla Chirurgia generale, dall’Urologia, dall’Ostetricia dell’ospedale dell’Angelo e dall’Otorinolaringoiatria, ma anche dalle équipe specialistiche degli ospedali di Mirano-Dolo e Venezia, che operano a Mestre con la piattaforma robotica Da Vinci a loro disposizione. Nei primi cinque mesi del 2024 sono stati eseguiti con il robot Da Vinci 191 interventi, cioè il 62% in più rispetto allo stesso periodo del 2023, quando ne furono realizzati 118.
“Chiusa la parentesi dell'epidemia da SarsCov2 l'azienda sanitaria ha investito molte risorse per portare il numero di interventi di chirurgia robotica in linea con gli standard regionali, dando spazio alle diverse discipline chirurgiche. Interventi come questo testimoniano anche la crescita in professionalità ed esperienza di tutte le équipe specialistiche che collaborano con i chirurghi in occasione di questi interventi, come la Radiologia, la Gastroenterologia, l’Anestesia e rianimazione”.
Giovanni Carretta, direttore sanitario dell'Ulss 3
Ospedale di Venezia, il volo notturno della risonanza da 41 tonnellate
Nessun veneziano si è dovuto spostare in Terraferma per gli esami: la strumentazione mobile garantisce tutte le 200 prestazioni settimanali nel periodo di passaggio dalla vecchia alla nuova risonanza
Un risonanza magnetica mobile, del peso di 41 tonnellate, ha sorvolato il muro perimetrale dell’ospedale Civile di Venezia sotto la pioggia battente. Da quella notte di ottobre, messa in funzione dentro il perimetro dell’ospedale, ha garantito ai Veneziani tutti gli esami necessari nel periodo di sostituzione della risonanza fissa della Radiologia, nel padiglione Gaggia.
Caricato su una chiatta a Marghera, ai bordi della laguna, è arrivato via acqua passando davanti al bacino di San Marco fino alle Fondamenta Nuove. Poi il macchinario è stato sollevato da un’autogru di 500 tonnellate, anche questa giunta via acqua con lo stesso suggestivo tragitto, e infine alloggiata a sua volta sull’acqua, sopra a un pontone modulare di 405 metri quadri. Così sollevata, la risonanza mobile, che non poteva passare neppure per l’ampio Varco merci, è atterrata dentro alle cinta dell’Ospedale grazie a una delicata manovra durata
circa un’ora; dopodiché è stata lentamente trasferita nella collocazione in cui rimarrà e opererà fino a fine anno.
La sofisticata risonanza mobile, alloggiata all’interno di un Tir e munita di ambulatorio, è stata presa in affitto dal’Ulss 3 Serenissima da Fora Healthcare Provider. Funziona come macchina sostitutiva in questo periodo, tra la dismissione, dopo dieci anni di attività, della vecchia risonanza fissa dell’ospedale e l’arrivo e il collaudo della nuova, già previsto per i primi giorni del 2025. La scelta del noleggio della risonanza mobile, quindi, è stata fatta per assicurare l’erogazione quotidiana degli esami necessari ai pazienti veneziani, senza obbligarli a trasferte in Terraferma: si è potuta garantire così, ogni giorno, la trentina di esami di questa tipologia necessari alla cittadinanza della città d’acqua; la scelta del sollevamento invece, che ha regalato all’ospedale un’operazione senza precedenti, ha evitato di abbattere una porzione del muro di cinta per permettere l’introduzione del camion. La manovra è avvenuta di notte per non arrecare alcun disagio a ospedale, pazienti e residenti veneziani. “Il trasferimento della risonanza mobile fino all’ospedale Civile di Venezia si è svolto in condizioni non facili - sottolinea il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo Contato -. E però è valsa la pena di organizzare questa traversata difficile, perché sta evitando a centinaia di ve-
neziani di dover compiere a loro volta un viaggio verso Mestre, per sottoporsi ad una risonanza magnetica all’ospedale dell’Angelo. La sanità pubblica dimostra anche attraverso queste imprese di fare ogni sforzo per portare, o mantenere, il più possibile vicini alla popolazione le strumentazioni e i servizi, in attesa, non dimentichiamolo, di un ulteriore dono all’ospedale e alla città, costituito dalla nuova risonanza magnetica fissa che sta per arrivare”. “Questa operazione complessa - conclude il direttore Contato - ci permette di mantenere l’ospedale di Venezia a quei livelli di eccellenza che merita, anche per quanto riguarda le strumentazioni: grazie quindi a tutti coloro che hanno contribuito, dalla radiologia, ai servizi tecnici, alla ditta Bielo che ha garantito i trasporti e agli enti che hanno facilitato l’organizzazione del trasporto”.
Cantieri aperti e 27 nuove grandi macchine
"Lo spettacolare volo della risonanza mobile all’Ospedale Civile è un po’ il simbolo di un momento che può essere definito storico per il sistema delle Radiologie dell’Azienda sanitaria veneziana" dice il dg dell'ulss3 Edgardo Contato. Si sta completando infatti una vasta riorganizzazione delle Radiologie di tutti gli Ospedali dell’Ulss 3 Serenissima, quelli di Venezia, di Mestre, di Mirano, di Dolo e di Chioggia.
Il PNRR ha portando in dono alle Radiologie 27 nuove grandi macchine, per un investimento complessivo di quasi 15 milioni di euro; i tecnici dell’Azienda sanitaria hanno lavorato per mettere in funzione queste grandi strumentazioni radiologiche, fondamentali per gli esami diagnostici, entro la fine dell’anno. Intanto in tutti gli ospedali sono in corso i lavori necessari per consolidare e adattare i locali che vengono dedicati a queste strumentazioni, e in alcuni Ospedali, a Dolo in particolare,
Le grandi strumentazioni
rinnovate in tutti
gli ospedali, entro il 2024, con un investimento di quasi 15 milioni di euro
questi cantieri stanno costruendo una radiologia completamente nuova. Ancora: dal 1° ottobre è attivo il Ris unico aziendale, cioè il sistema informatico radiologico che permette di elaborare i dati su un’unica piattaforma comune a tutti i presidi ospedalieri e territoriali. “Non credo che in questo vasto territorio - commenta il direttore generale, Edgardo Contato - abbia mai visto una ventata di rinnovamento e di vitalità, in ambito radiologico, come quella che stiamo attraversando. Inoltre questo è un tempo propizio quanto alle risorse umane e all’attività delle équipe: nominando nell’agosto scorso i nuovi primari dell’ospedale dell’Angelo e dell’ospedale di di Mirano, la direzione dell’Ulss 3 Serenissima ha ricostituito una squadra completa di direttori. E i risultati positivi e di efficientamento sono evidenti dai report dell’attività svolta”. Gli ospedali della rete e le altre strutture dell’Ulss 3 Serenissima hanno erogato infatti, nel 2023, 508 mila presta-
zioni, a cui vanno aggiunte le circa 145 mila delle strutture private accreditate, così che il servizio sanitario pubblico è giunto ad offrire 652.670 prestazioni di radiologia. L’attività è in continua crescita: il confronto tra i primi otto mesi del 2023 e i primi otto mesi del 2024 fa registrare un +8,4%. Il che significa circa 2100 prestazioni medie giornaliere durante la settimana, con l’attività che prosegue anche nel fine settimana, con ulteriori 1200 prestazioni giornaliere al sabato e alla domenica. "Lusinghieri gli esiti del monitoraggio sui tempi di attesa: viene infatti ampiamente centrato l’obiettivo aziendale di erogare entro i tempi della prescrizione almeno l’80% delle prestazioni: le Radiologie dell’Ulss 3 Serenissima centrano l’89,0% nelle prestazioni da erogare a dieci giorni, l’86,6% in quelle a trenta giorni, e addirittura il 96,8% per le prestazioni a 90 giorni", chiude Contato.
A Dolo la prima Neuropsichiatria infantile della provincia di Venezia
MIRANO
Costata oltre 700 mila euro, è completamente realizzata a misura di ragazzo, così come l’équipe medica e l’approccio clinico: può gestire in sicurezza le più gravi crisi psicomotorie
Pareti morbide, specchi plastici infrangibili, sedie e tavoli ignifughi ancorati a terra, rubinetti dotati di timer per evitare allagamenti, finestre antisfondamento, maniglie adatte a prevenire fenomeni di autolesionismo, mobilio dagli angoli arrotondati, nessun accesso a prese elettriche e gas medicali, parapetti anticaduta e anti scalata. Per la prima volta in provincia di Venezia un reparto ospedaliero è completamente studiato e realizzato a misura di adolescente, così come la sua équipe medica e il suo approccio clinico.
Sorto quest’estate al quinto piano del monoblocco sud dell’ospedale di Dolo, il reparto iperspecializzato di Neuropsichiatria infantile è frutto di un investimento di 725 mila euro, di cui 593 mila finanziati dalla Regione e 132 dall’Ulss 3 Serenissima.
Realizzato in soli sei mesi, accoglie un totale di sei posti letto, quattro stanze di degenza, una “camera morbida” per l’attività motoria, un locale soggiorno e pranzo, un locale colloqui, una cucina tisaneria per i ragazzi e un’ampia terrazza attrezzata e in piena sicurezza. Tutti spazi funzionali e di supporto progettati sulla base delle esigenze di pazienti e operatori (compresa la loro sicurezza attiva e passiva), definiti nel dettaglio a seguito di numerosi incontri con i responsabili sanitari.
La squadra operativa è composta da quattro neuropsichiatri infantili alta-
mente specializzati e con grande esperienza sul territorio, un assistente sociale, uno psicologo, un educatore, due tecnici della riabilitazione psichiatrica, sette infermieri, sei operatori socio sanitari. “I nostri specialisti in neuropsichiatria infantile hanno ruoli definiti e specifici, capaci di modalità relazionali accoglienti, empatiche, a misura dei ragazzi e delle loro famiglie - dice la direttrice del nuovo reparto Ambra Cappellari -. L’équipe ha anche il compito di formarsi e aggiornarsi in modo rigoroso e continuativo per le tematiche attuali che riguardano i ragazzi. E poiché si tratta di una squadra nuova, ciascun operatore sarà invitato a portare il proprio contributo specifico”. “L’adolescenza è un’età particolare - ricorda la primaria - in cui possono insorgere problematiche di natura comportamentali, affettive, relazionali e psichiche , non di rado con manifestazioni molto intense, che a volte arrivano a sfociare nell’autolesionismo. Proprio per le sue dotazioni strutturali e organizzative, il nuovo reparto si propone come puntuale risposta assistenziale ai bambini e ai ragazzi con disagio neuropsichiatrico. È infatti importante che questi pazienti adolescenti possano essere accolti e assistiti in un’area dedicata, e non contigua con gli ambienti della Pediatria che ospitano bambini con patologie di altro tipo, o con gli spazi della Psichiatria in cui sono accolti pazienti con problematiche simili, ma di età adulta”.
Cardiologia interventistica: Mirano eccellenza quotidiana
“Sono trascorsi quasi sessant’anni dal primo trapianto di cuore, e quasi cinquanta dalla prima angioplastica coronarica. Da allora sono stati fatti molti passi in avanti nella cardiologia interventistica, e questa evoluzione straordinaria, che ha aumentato l’aspettativa di vita dei pazienti e ha ridotto del 90% i rischi durante gli interventi, si può toccare con mano, quotidianamente, anche nella cardiologia del nostro ospedale”: lo ha sottolineato il suo direttore, Salvatore Saccà, in occasione del recente congresso di cardiologia interventistica svoltosi a Mirano.
La Cardiologia interventistica dell'ospedale miranese, ha evidenziato, interviene anche in tutto l’albero vascolare, cioè sull’aorta, sulle arterie inferiori, sulla carotide. Il servizio è attivo ventiquattro ore al giorno per l’infarto del miocardio; si effettuano più di 3 mila ricoveri e ben 17 mila prestazioni ambulatoriali all’anno. Si eseguono ogni anno circa 2.500 interventi di emodinamica con tempi di degenza particolarmente bassi (4-5 giorni) rispetto alla media regionale, in totale sicurezza e appropriatezza. “A Mirano – spiega ancora Saccà – abbiamo anche un laboratorio di elettrofisiologia dove si tengono interventi di elettrostimolazione e di ablazione della fibrillazione atriale. In un anno si effettuano circa 400 interventi di questo tipo”.
Chioggia, oltre un milione e mezzo per l'angiografo e altre grandi strumentazioni
Operativo all’ospedale di Chioggia il nuovo angiografo a disposizione dell’attività della Cardiologia
La strumentazione, del valore di più di 600mila euro, è solo una delle grandi strumentazioni di cui si sta dotando l’ospedale di Chioggia: altre importanti attrezzature diagnostiche vengono infatti messe in funzione in questi mesi, con un investimento complessivo che assomma a più di un milione e mezzo di euro. "Si conferma l’attenzione che il Servizio sanitario regionale dedica a tutti gli ospedali della rete, non solo ai centri principali: siamo impegnati a far sì che questa rete - ha commentato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, inaugurando la strumentazione - sia sempre più efficiente e sempre più al servizio della cittadinanza, attraverso quanto sapranno fare, utilizzando queste grandi macchine, gli specialisti e gli operatori sanitari che sono l’asse portante della sanità”.
L’angiografo è un'apparecchiatura radiologica complessa ad elevata tecnologia che consente di visualizzare in uno schermo le arterie dei diversi distretti delle diverse parti dell’organismo: le coronarie, le carotidi, e molte altre. “Il nuovo angiografo della Cardiologia di Chioggia – ha spiegato il primario, Roberto Valle - è collocato in una sala operatoria dedicata ed è gestito da personale altamente
specializzato sia medico che infermieristico. Si tratta di una strumentazione di livello massimo e di ultima generazione. Fornisce immagini di definizione molto superiore ai precedenti, su schermi di qualità molto superiore”. Mentre si facilita il lavoro del cardiologo che deve valutare l’esame, quindi, contemporaneamente permette la miglior condivisione dell’esame stesso con i collaboratori sanitari, che sono esposti – si tratta pur sempre di un esame radiologico – ad una minore dose di radiazioni.
Il Vescovo di Chioggia, monsignor Giampaolo Dianin, ha voluto impartire la sua benedizione al nuovo angiografo e, contemporaneamente, a tutti gli operatori dell’ospedale e ai pazienti che nell’ospedale sono assistiti.
Idealmente, lo sguardo è rivolto anche alle altre quattro grandi strumentazioni che in queste settimane sono entrate nella dotazione dell’ospedale di Chioggia: oltre all’angiografo, un mammografico
del valore di circa 215mila euro, e tre radiologici fissi, del valore di 280mila euro ciascuno.
Nell’Emodinamica di Chioggia, punto di riferimento per la popolazione dei Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona, anche per la popolazione di Comuni viciniori, nei territori dell’Ulss Polesana e della Euganea, sono effettuate mediamente circa 450 procedure angiografiche all’anno, di cui circa 400 coronarografie. Il reparto opera in collaborazione con la Cardiochirurgia di Mestre, con consulenze sia in loco che per via telematica, tramite l’invio delle immagini all’ospedale dell’Angelo per un totale di circa 70-80 pazienti all’anno.
La Cardiologia dell’ospedale di Chioggia soddisfa quindi tutte le procedure invasive realizzabili in un’Emodinamica spoke. E sulla base della strutturazione e delle strumentazioni conseguite, sarà possibile anche un’ulteriore implementazione della radiologia interventistica.
Da nord a sud medici e infermieri a Venezia nella Foresteria diffusa dell’Ulss 3
Venezia accoglie: "Per medici e infermieri ora è tutto un po’ più facile. Compiendo una piccola rivoluzione rispetto al passato, all’inizio del 2024 l’azienda sanitaria veneziana ha deciso di mettere a disposizione alcuni appartamenti di proprietà, collocati nella città storica, per accogliere medici ed infermieri impegnati nei suoi servizi sanitari a Venezia e nell’Estuario”. Ad annunciarlo è il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato. Ad oggi sono sei gli appartamenti che, destinati dall’azienda sanitaria a questa funzione, restaurati, riattivate le utenze, riarredati, ospitano già operatori della sanità: vi alloggiano attualmente dieci persone, tra infermieri e medici dell’ospedale cittadino e dei servizi sanitari della città d’acqua - e anche un medico di famiglia - provenienti da diverse regioni d’Italia.
“L’Ulss 3 Serenissima dà in questo modo - spiega il dg Contato - un’ulteriore concreta risposta alle difficoltà di chi, tra i nostri operatori, lavora nella città lagunare: dopo i posti-auto alla Stazione Marittima, dopo il servizio di collegamento diretto e agevolato tra la Terraferma e l’ospedale Civile, dopo il bonus di fine anno per gli infermieri dello stesso ospedale, abbiamo ora potenziato il nostro servizio di Foresteria per i dipendenti: alle 30 stanze che già ospitavano il nostro personale, abbiamo aggiunto sei appartamenti distribuiti nella città storica, che oggi sono tutti
I sanitari hanno trovato alloggio grazie alla rete di appartamenti che l’azienda sanitaria ha messo a disposizione a canone agevolato, come sostegno alla residenzialità
attivi a pieno regime. Abbiamo potuto farlo grazie all’intermediazione dell’ente che già gestisce, appunto, la Foresteria dell’ospedale Civile, e che ora si è incaricato di gestire anche gli appartamenti: anche questi, come le camere della Foresteria, prevedono un affitto a canone calmierato e a termine, come accompagnamento all’individuazione di una propria soluzione definitiva per la residenza”. Nei sei appartamenti messi a disposizione hanno trovato un alloggio fin qui dieci operatori sanitari che svolgono funzioni differenti, tutti provenienti da fuori Venezia: si tratta infatti di medici specialisti impegnati all’ospedale Civile e nelle sedi territoriali, di infermieri dell’ospedale, a cui si è aggiunto un medico di famiglia, secondo il programma di agevolazioni già annunciato nell’estate 2023 con lo slogan “Dottore, la città più bella del mondo ti aspetta”.
I primi a stabilirsi in un immobile della “foresteria diffusa” dell’Azienda sanitaria, collocato nel sestiere di Dorsoduro, sono stati Andrea, psichiatra del Santi Giovanni e Paolo, e la compagna Anna Maria, psichiatra dei servizi territoriali a Palazzo Boldù, entrambi provenienti da Napoli. Un secondo appartamento, a Cannaregio, ospita un medico di famiglia proveniente da Modena, che ha ricevuto l’incarico proprio per l’area di Cannaregio. Un terzo, a Dorsoduro, è
stato messo a disposizione di Antonella, operatrice sociosanitaria che studia per diventare infermiera, e di Miriana, infermiera all’ospedale Civile, che provengono entrambe dalla Puglia; un quarto, sempre a Dorsoduro, è stato occupato da un medico della Medicina dell’ospedale Civile, proveniente dall’Abruzzo, e da un medico dell’Audiologia dello stesso nosocomio, che viene dalla Sicilia. In un altro appartamento risiedono due infermiere dell’ospedale Civile, neoassunte a tempo indeterminato, provenienti dalla Campania. Il sesto è stato messo a disposizione di una dottoressa del Pronto soccorso dell’ospedale di Venezia: residente nell’interland veneziano, lavora già da una dozzina d’anni al Civile, ma il viaggio con i mezzi pubblici le risultava sempre più faticoso, e ora per un anno avrà la possibilità di abitare a Venezia e di continuare il suo servizio di medico esperto al Pronto soccorso del Civile.
“Di questi sei appartamenti - ha spiegato Luca Del Ninno, che guida la Direzione amministrativa degli ospedali - l’Ulss 3 Serenissima ne mantiene la proprietà, e li affida all’ente gestore della Foresteria dell’ospedale Civile; questo a sua volta li affitta con contratto temporaneo, proprio come assegna le camere della Foresteria del Civile, concordando con l’azienda sanitaria le priorità per l’assegnazione. La soluzione individuata permette all’azienda sanitaria di non assumere il ruolo di gestore degli appartamenti.”
L’Ulss 3 Serenissima è pronta a destinare, svolti i necessari lavori di restauro e di ripristino, altri immobili a questa funzione di foresteria diffusa.
L'OPINIONE DEI DIPENDENTI
"Grazie alla linea d'acqua per chi lavora all'ospedale
“Scrivo la presente in prima persona e come portavoce di un gruppo di dipendenti dell’ospedale dei Santi Giovanni e Paolo, per parteciparvi la grande soddisfazione e un sentito ringraziamento per il progetto relativo al trasporto convenzionato diretto da San Giuliano alle Fondamente Nove e all’Ospedale di Venezia”: si apre così la lettera inviata alla direzione dell’azienda sanitaria e firmata da una trentina di operatori sanitari dell’ospedale di Venezia.
“Lavorando a ritmo pieno – scrivono – siamo rimasti soddisfatti della grande dimostrazione di rispetto per il nostro tempo; il trasporto diretto ci consente di godere del maggior tempo dovuto ai nostri cari, e ci permette di arrivare a lavoro sereni e non reduci da viaggi paragonabili a
Civile"
veri e propri esodi, sepolti dai bagagli dei turisti e appesi alle traverse dei mezzi per l’assenza di posti a sedere, persino dopo turni estenuanti”. Il servizio di collegamento organizzato con Alilaguna è un’altra delle proposte realizzate e messe in campo dalla direzione dell’Ulss 3 Serenissima per favorire il personale che lavora a Venezia, e sconta tutte le difficoltà collegate alla particolarità della città insulare.
“I mezzi sono puliti, ordinati, efficienti, dotati di molti posti a sedere comodi e curati. I marinai che ci accompagnano sono disponibili, prudenti ed educati”, sottolineano i firmatari. E chiudono dicendo che le adesioni al servizio da parte dei dipendenti non potrà che aumentare in futuro.
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Trasporti sanitari non urgenti, nuovi accordi con le Croci
Dg Contato: “Protocolli innovativi che valorizzano il Terzo Settore”
Trasporti sanitari: c’è una rete di associazioni che affianca l’Ulss 3 Serenissima, e ha stretto con l’azienda sanitaria un patto nuovo per i prossimi cinque anni. Nella sede dell’Ulss 3, nelle scorse settimane, è stata posta la firma congiunta sulle quattro nuove convenzioni che regolamenteranno il contributo, in trasporti, mezzi e operatori, offerto da Croce Verde Mestre, da Croce Verde Marcon, da Croce Verde Adria e dall’associazione dei volontari denominata Gruppo Emergenza Burano. La collaborazione tra queste Associazioni e l’Ulss 3 Serenissima è storica, ma la firma delle quattro nuove convenzioni è
un passaggio fondamentale, perché regolamenta il loro rapporto con l’azienda sanitaria e il loro lavoro per i trasporti sanitari non urgenti: “Si riconosce oggi con queste nuove convenzioni - ha sottolineato il direttore generale, Edgardo Contato - che siete non solo associazioni di volontariato meritevoli, ma anche partner affidabili del Servizio sanitario, in grado di coniugare l’entusiasmo degli operatori volontari con un’affidabilità operativa e con una capacità organizzativa che garantiscono la piena efficienza dei servizi che l’azienda sanitaria vi affida”.
Al tavolo, hanno apposto la loro firma sulla nuova convenzione Maurizio Ceriello per la Croce Verde di Mestre, che nel 2023 ha effettuato 8.889 trasporti auto e 6.151 trasporto in idroambulanza; Luigi Allocca per la Croce Verde di Marcon (5.606 trasporti auto nel 2023); Andrea Roccato per la Croce Verde di Adria
Le corse di Croce rossa diventano giornaliere: il nuovo accordo tra ente benefico e Ulss 3
Sette giorni su sette e dodici ore al giorno: dal mese di settembre, le corse di Croce rossa in supporto del Suem118 sono diventate giornaliere, sia per le emergenze che per i soccorsi secondari. Croce rossa Venezia e Ulss 3 Serenissima hanno infatti stipulato una convenzione che aumenta la sinergia, in città e in tutta la terraferma veneziana, tra le due istitu-
zioni. Croce rossa affianca le altre associazioni già impegnate accanto all’Ulss 3, e si potenziano così anche i trasporti a domicilio dei pazienti dopo le dimissioni da reparti, dai pronto soccorso, dai punti di primo intervento e per le visite in ospedale, ma anche i trasferimenti, ad esempio, dal Ppi del Lido all’ospedale e, viceversa, dal Civile alle isole.
(3.322 trasporti auto nel 2023); Marco Gustavo Ludeña per il Gruppo Emergenza Burano (867 trasporti su barca effettuati dall’isola nel 2023).
Sono stati in totale quasi 25mila, quindi, i viaggi effettuati nello scorso anno dalle quattro associazioni che ora hanno sottoscritto una nuova convenzione. La direzione dell’Ulss 3 Serenissima sottolinea l’importanza del rinnovo della collaborazione per altri cinque anni, ed evidenzia che i nuovi testi sottoscritti sono stati redatti con il metodo della co-progettazione e della co-organizzazione, proprio a partire dall’esperienza e dall’autorevolezza delle quattro associazioni. Seguendo le normative regionali per la valorizzazione del Terzo settore, quindi, le nuove modalità di collaborazione nascono dal confronto sui problemi rilevati, a cui si sono date risposte delineate al tavolo della concertazione: “Sottoscriviamo quindi protocolli migliorativi - ha sottolineato Paolo Rosi, direttore del Suem118 dell’Ulss 3 Serenissima - che faciliteranno l’interazione tra il nostro Suem118, che si occupa dei trasporti in emergenza-urgenza, e le associazioni convenzionate, a cui con le convenzioni siglate oggi sono affidati i trasporti non urgenti verso gli ospedali, le dimissioni, i trasferimenti da una struttura sanitaria all’altra. Credo che si possa dire che la modalità con cui abbiamo costruito queste nuove convenzioni è innovativa ed esemplare, proprio perché fondata sul confronto diretto sulle problematiche verificate in passato”.
Case della Comunità, Ats, nuove strumentazioni
Zuin: “Così cambia la sanità territoriale”
“
In una società che cambia in modo così repentino anche i bisogni delle persone in ambito sanitario mutano altrettanto velocemente e necessitano di risposte adeguate da parte degli enti preposti. La popolazione poi invecchia sempre di più con tutto quello che ne consegue e i giovani si trovano ad affrontare nuove problematiche di tipo psicologico o ad essere vittime di dipendenze”: a sostenerlo è Massimo Zuin, direttore dei Servizi sociosanitari dell'Ulss 3 Serenissima, che spiega come, facendo tesoro anche dell'esperienza Covid, l’azienda sanitaria veneziana cerca di venire incontro alle esigenze degli utenti met-
tendo in campo strumenti nuovi e più adeguati.
“L'Ulss 3 Serenissima ha messo sul tavolo – sottolinea - oltre 300 milioni di euro, in parte dal Pnrr per 41 milioni e in parte da fondi regionali per abbattere liste d'attesa, assumere nuovo personale e realizzare nuove strutture per una sanità davvero di prossimità”. Direttore Zuin, dove sta andando la sanità territoriale veneziana e cosa sta facendo per essere più vicina ai cittadini?
La sanità è interessata da un notevole cambiamento in questo periodo grazie soprattutto alle Case della comunità e agli Ambiti territoriali sociali tra i Co-
muni, un passaggio epocale. Saranno 12 nella nostra Ulss, alcune da costruire ex novo, altre in strutture già esistenti come al Lido e a Favaro. Verrà ridisegnata l'offerta di servizi, che vedrà nelle Case della Comunità una risposta più vicina a quei cittadini che non abbiano necessità di rivolgersi all'ospedale per bisogni di tipo acuto. Saranno presenti specialisti, medici di base e diagnostica. L'obiettivo è di lasciare gli ospedali per le emergenze, e d'altro canto avere una struttura a cui il cittadino possa rivolgersi per le proprie necessità. Abbiamo la prima di queste Case della comunità, a Noale, nell'ex ospedale: non ha ancora tutti i servizi attivi, ma è già operativa.
Poi ci sono i nuovi ats, gli Ambiti territoriali sociali…
Verranno ridisegnati i servizi sociali come sono stati concepiti fino ad oggi. La nostra Ulss ha tre ambiti territoriali, Venezia con Quarto d'Altino e Marcon, Miranese-Riviera e Chioggia. Entro l'anno prossimo dovranno costituirsi in Aziende consortili destinatarie di contributi e risorse per la gestione dei servizi sociali. I Comuni si stanno interrogando su come organizzarsi.
L’annoso problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie incide anche nell’ambito territoriale?
La sfida è anche questa, grazie a questi investimenti, mai fatti prima dal dopoguerra ad oggi. Siamo in attesa di un accordo con i medici di medicina ge-
nerale affinché possano prestare alcune ore del proprio servizio all'interno di esse. Su questo punto vorrei tranquillizzare i cittadini, non perderanno il proprio medico di base. Anzi, questi saranno ancora più vicini alle loro esigenze. Ci sarà anche un rinnovo della strumentazione sanitaria…
Stiamo acquistando materiali e strumenti per oltre 14 milioni di euro ma abbiamo anche inaugurato da poco la nuova Cot, la Centrale operativa territoriale, con sede a Mestre, alla Cipressina, che era già in funzione durante la pandemia per fornire informazioni ai cittadini, e che ora avrà un ruolo sempre più centrale.
Come sono cambiati i bisogni dei cittadini negli ultimi anni?
Le persone che vivono un disagio spesso sono colpite da più patologie, dalle dipendenze, ai problemi psichiatrici fino all'emergenza abitativa. Problematiche sempre più concatenate. Noi stiamo intervenendo ad esempio sulla ludopatia con la formazione per i gestori delle case da gioco. C'è un bisogno di diagnostica sempre più pressante anche per i disturbi comportamentali dei giovani mentre per le persone sole a Venezia abbiamo lanciato l'infermiere di famiglia per le cure domiciliari
Cosa si aspetta per il 2025?
Mi aspetto di lavorare sempre più in rete tra azienda sanitaria, Comuni e tutte le realtà del territorio. Sarà un anno di passaggio, per arrivare al 2026 in cui tutte le opere del PNRR dovranno essere concluse.
Linguaggio dei segni: al servizio di interpretariato si accede con un link
Nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima e nelle sue sedi gli interpreti professionisti della lingua dei segni sono a disposizione, in collegamento video, delle persone non udenti: “Abbiamo realizzato un nuovo servizio per le persone con disabilità uditive in collaborazione con Veasyt, spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia - sottolinea il direttore dei Servizi sociosanitari Massimo Zuin -. Questo servizio permette di utilizzare in modo immediato il video interpretariato: le persone che intendono utilizzarlo possono accedere in tempo reale, semplicemente scansionando i QRcode presenti nelle locandine distribuite presso le strutture sanitarie, nelle sedi distrettuali, nei Consultori, negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”.
Collegandosi quindi al link, o scansionando il QRcode con il proprio smartphone o tablet, gli utenti verranno immediatamente collegati con un interprete Lis tramite una videochiamata, disponibile sia in modalità app che su piattaforma web.
Il servizio è pensato per essere attivato anche dagli operatori sanitari, garantendo che il paziente possa avvalersi del supporto interpretativo già in fase di accoglienza e durante la visita.
Il nuovo servizio è un’evoluzione del progetto E-inclusion: Vedo-Sento-Ascolto-Capisco, promosso dalla Regione Veneto, che mira a promuovere l’inclusione e la partecipazione attiva dei cittadini con deficit uditivo, migliorando la qualità delle interazioni con il sistema sanitario.
L’adozione del servizio di video interpretariato è particolarmente utile nei contesti di front-office, come le reception, i Centri unici di prenotazione (Cup) e le unità operative che richiedono un’interazione diretta e immediata con i cittadini.
Link al sito: Portale ULSS 3 Qui si parla la lingua dei segni
AZIENDA ULSS 3 SERENISSIMA:
SOSTENIBILITÀ E SALUTE PER UN FUTURO MIGLIORE
Nel cuore di Venezia, città simbolo di bellezza e fragilità, l’Azienda ULSS 3 Serenissima compie un passo decisivo verso la sostenibilità con la pubblicazione del suo primo Bilancio non finanziario. IMQ eAmbiente, società veneziana di ingegneria e consulenza, esperta in materia di ambiente, energia e sostenibilità, ha avuto il privilegio di accompagnare l’Azienda ULSS 3 in questo ambizioso percorso fino al traguardo. É stato dato valore ai principi di trasparenza, responsabilità e innovazione, elementi fondamentali nella costruzione di un futuro più sostenibile. Questo lavoro non è stato solo un esercizio di analisi, ma una vera opportunità per dare voce all’impegno dell’Azienda ULSS 3 nel coniugare cura delle persone e tutela dell’ambiente.
Un progetto pilota per una città unica
Partendo dall’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo di Venezia, il Bilancio di Sostenibilità analizza e valorizza gli impatti economici, sociali e ambientali di una struttura ospedaliera inserita in un contesto tanto affascinante quanto delicato. Venezia, crocevia di culture e sfide globali, diventa così teatro di un’iniziativa pionieristica che unisce la cura delle persone alla tutela del pianeta.
Centrale il valore delle persone
Con oltre 7.700 dipendenti, l’Azienda ULSS 3 Serenissima punta al benessere dei lavoratori e dei pazienti. Formazione continua, sicurezza sul lavoro e accesso equo ai servizi sono solo alcuni dei pilastri su cui si fonda l’azione
dell’azienda. Il progetto testimonia l’attenzione all’empowerment del personale e alla centralità dell’utente, per garantire una sanità di qualità, inclusiva e sostenibile.
Sostenibilità ambientale: un impegno concreto
L’Ospedale SS. Giovanni e Paolo, nel suo storico intreccio tra cultura e sanità, adotta pratiche innovative per ridurre l’impatto ambientale: dall’efficienza energetica alla gestione responsabile dei rifiuti, fino alla riduzione delle emissioni. Inoltre, l’azienda punta su soluzioni avanzate, come l’installazione di impianti fotovoltaici e l’uso di tecnologie a basso impatto.
Un futuro sostenibile è possibile
L’adesione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite sottolinea l’impegno dell’Azienda ULSS 3 nel generare valore pubblico. Con azioni mirate, l’Azienda ULSS 3 Serenissima contribuisce a promuovere salute, equità e innovazione, dimostrando come sia possibile integrare sviluppo e sostenibilità in ogni aspetto dell’assistenza sanitaria.
Contatti e informazioni
Scopri di più sul Bilancio di Sostenibilità dell’Azienda ULSS 3 Serenissima e sui suoi obiettivi su www.aulss3.veneto.it Per scoprire di più sui servizi di IMQ eAmbiente scrivi a contattaci@imqeambiente.com o chiama al +39 041 5093820.
Via delle Industrie, 5, Venezi www.imqeambiente.com
CASE DELLA COMUNITÀ
Entro il 2026, 12 nell'Ulss 3 con 300 milioni di investimenti
"Con uno stanziamento totale di circa 300 milioni di euro si sta realizzando nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima un vero e proprio Piano Marshall per la sanità. Si realizzano proprio in questi mesi, con i fondi del PNRR, le Case della Comunità, le strutture, cioè, destinate a sostituire i Distretti sanitari e a diventare veri e propri poli di riferimento per la sanità territoriale" sostiene la direzione dell'Ulss 3.
Nel territorio di competenza dell’Azienda sanitaria veneziana le Case della comunità previste sono 12. Alcune nascono dalla parziale riorganizzazione di strutture già esistenti e funzionanti; per 9 di queste 12 sono previsti investimenti rilevanti e cantieri complessi. L’obiettivo è completare tutte le strutture entro il 2026. Nell’area urbana della Terraferma veneziana, sono già partiti i lavori per l’adeguamento della sede in via Cappuccina, che serve il centro di Mestre: la sede distrettuale attuale viene rinnovata, e la palazzina exCED, adiacente e in disuso da decenni, è già
stata demolita in vista di una ricostruzione totale, per potenziare così l’operatività della sede. Per la realizzazione della Casa della comunità di Mestre sono stati investiti 7,2 milioni di euro. Un altro cantiere atteso è quello per la costruzione della casa di comunità di Marghera, in piazzale Sant’Antonio: sono stanziati circa 11 milioni e mezzo di euro, sarà eretta al posto dell’ex asilo Sacro Cuore, e sarà costituita da un edificio su tre piani per una superficie di 3.104 metri quadri. Anche a Marcon, con un investimento di 2,9 milioni di euro, sorgerà una nuova Casa della comunità nell’area individuata presso via dello Sport. A Favaro Veneto è programmato un riadattamento dell’attuale sede del distretto, costruita un decennio fa, con un investimento di 90mila euro.
La Casa della comunità di Venezia sorgerà presso l’ospedale Santi Giovanni e Paolo, dove sono previsti investimenti, anche con fondi extra Pnrr, per un totale di oltre 62 milioni di euro, che riguarderanno tra l’altro anche il Pronto soccor-
so e la Terapia intensiva. L’altra Casa di comunità dell’area insulare sarà al Lido, dove sarà realizzata all’interno del Padiglione Rossi.
Per quanto riguarda l’area di Mirano-Dolo, le case di comunità saranno realizzate a Martellago tramite un ampliamento dell’attuale distretto di via Trento (2,1 milioni), a Dolo (3 milioni) nell’area dell’ospedale, e a Mira (3,5 milioni) con una nuova costruzione tra via Cesare Battisti e via Nazionale, dove i lavori sono già stati consegnati alle imprese. L’Azienda sanitaria inoltre ha completato gli interventi per la Casa della comunità di Noale, all’interno del distretto ospedaliero, dove si realizza anche l’Ospedale di comunità (4,6 milioni).
Due altre Case della comunità, infine, vengono costruite a Chioggia (3,1 milioni) – e qui si costruisce anche il nuovo Ospedale di Comunità (2,8 milioni) – e a Cavarzere (2,5 milioni) dove si prevede una nuova costruzione di due piani.
Da Venezia, città fragile, il Bilancio di Sostenibilità dell'ospedale Civile
Svolgere il proprio compito, cioè assistere e curare le persone, cercando di contribuire, allo stesso tempo, alla sostenibilità dei servizi garantiti alla cittadinanza: l’azienda sanitaria veneziana imbocca la strada dell’attenzione verso questo tema, e stende il suo primo Bilancio di Sostenibilità.
“L’Ulss 3 è consapevole che quanto facciamo per il benessere sociosanitario della comunità che accede ai servizi sanitari – spiega il direttore amministrativo Luigi Antoniol contemporaneamente ha ricadute, oltre che sulla dimensione sociale, anche su quella economica e quella ambientale”.
Quanto consumiamo? Quanto inquiniamo? Quanto riusciamo a riciclare? Quali buone abbiamopratiche messo in campo e quali no?
“Sono domande che ci poniamo, ben consapevoli che l’attività ospedaliera e in generale l’intera attività assistenziale è un’attività ad alto consumo di energia e di materiali. Abbiamo deciso quindi realizzare una fotografia completa e autentica dell’impegno aziendale su questi temi, monitorando e accompagnando un processo, verso la transizione ecologica e verso una sempre maggiore sensibilità”. “Identificare e valorizzare gli impatti di sostenibilità generati e subìti – spiega il direttore Antoniol – ci consentirà di orientarci con maggiore consapevolezza nella definizione delle nostre priorità strategiche, per migliorare la performance aziendale anche in questo ambito”
E come primo passo formale in questa
direzione, l’Ulss 3 Serenissima ha deciso di redigere, affiancata da Imq eAmbiente, il suo primo Bilancio di Sostenibilità, concentrandosi sulla rendicontazione degli impatti sociali, ambientali ed economici dell’attività dell’ospedale di Venezia, il Santi Giovanni e Paolo.
“È facile spiegare il perché di questo primo passo – conclude il direttore Antoniol – che si compie nella città d’acqua. Venezia, realtà urbana unica per la sua bellezza, lo è anche per la sua fragilità e per come è vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici: è quindi essenziale che tutti gli operatori che sono in relazione con Venezia pensino e operino prestando attenzione alle azioni che compiono, e ne misurino la sostenibilità”.
CORRETTI STILI DI VITA
Un Diario gratuito e saggio agli alunni delle elementari
Un diario pieno di buone idee, e distribuito gratuitamente agli alunni delle elementari, sul territorio della Città metropolitana, coinvolgendo circa 16mila bambini e bambine. Anche quest’anno scolastico l’Ulss 3 Serenissima ha voluto consegnare a ragazzi delle scuole del territorio un piccolo scrigno di consigli di salute: i suoi esperti della prevenzione hanno curato le pagine dedicate ai corretti comportamenti quanto all’alimentazione, al movimento, al rapporto con le cose che fanno bene e quelle che fanno male.
Il Diario è, anche nelle pagine rimanenti, un manuale di buona vita. “E siamo fieri di questo dono fatto a tutti i ragazzi – sottolinea il Direttore Generale Edgardo Contato – perché siamo certi che sia bello, che i bam-
bini abbiano lo stesso diario, e che le famiglie siano sgravate almeno di questa spesa”.
L’edizione 2024-2025 del Diario scolastico Tutti i colori del Veneto è dedicata alla figura di Marco Polo: omaggia così la figura del viaggiatore veneziano autore de Il Milione, e allo stesso tempo, oltre a dare consigli di prevenzione, racconta il territorio, le istituzioni, le realtà produttive, l’arte e i musei ai giovanissimi studenti delle scuole elementari dell’Ulss 3 Serenissima.
Nato da un’idea di Editoriale La Voce, il Diario è stato realizzato con il sostegno della Regione Veneto e dell’Ufficio scolastico regionale, e di molti altri partner sensibili verso i ragazzi e le tematiche culturali e ambientali.
Ospedale dell’Angelo, da uno a tre cappellani
"Basta aggressioni ai medici, noi a disposizione anche degli psicologi che curano questi traumi"
La cappellania dell’ospedale di Mestre si fa in tre. Tre preti più sette volontari tra suore, diaconi e accoliti si dividono tra gli oltre trenta reparti di degenza del più importante presidio ospedaliero della provincia di Venezia, l’hub dell’Angelo. A coordinare questa nuova squadra spirituale a servizio di pazienti e operatori sanitari è don Valentino Cagnin: “Sarà una cooperazione tra scienze umane e patrimonio spirituale cristiano. Ci teniamo a dare nuova centralità e vitalità alla Messa domenicale nella cappella dell’Ospedale, ora che siamo usciti dall’emergenza pandemica, a porre ancor più attenzione all’Eucaristia quotidiana e a coltivare il rapporto con medici e personale sanitario: vorrei anche aprire un dialogo con la squadra di psicologi che in questo grande ospedale segue gli operatori della salute nel delicato periodo storico che sta vi-
Si rafforza la squadra a servizio di pazienti e sanitari: don Cagnin, don Deppieri e don Prinsen più altri sette tra suore, diaconi e accoliti
vendo la loro professione”, commenta la collaborazione tra azienda sanitaria veneziana e Patriarcato di Venezia. A condividere con lui la responsabilità della cappellania ci sono anche don Mauro Deppieri e don Augusto Prinsen, sempre attivi per la reperibilità notturna. A loro, poi, si aggiungono tre diaconi, due suore e due accoliti. “Stiamo già pensando di coinvolgere altre persone - spiegano -, di formare altri nuovi volontari per svolgere insieme questo servizio, per affrontare insieme la complessità che si pone davanti a noi, che è allo stesso tempo sfida e opportunità”.
“Questo nuovo incarico è prezioso e allo stesso tempo spiritualmente molto impegnativo - continua Cagnin, che raccoglie il testimone dall’uscente don Francesco Barbiero -. Da una parte c’è la gioia del portare amore, consolazione e speranza in uno dei luoghi che contengono più sofferenza; dall’al-
tra parte c’è la complessità di agire in punta di piedi in un contesto che non può, per definizione, essere predisposto e organizzato come una parrocchia e che è espressione di una società multietnica e multireligiosa. Questo richiede ancor più gratuità da parte nostra nel dare il nostro pieno contributo. In questo contesto si incontrano infatti anche molte persone non credenti o appartenenti ad altre religioni, l’approccio quindi deve essere delicato, di amicizia: un dialogo che può essere aperto, solo in un secondo momento e se si è predisposti, anche alla preghiera o ai sacramenti”.
Per il nuovo responsabile della cappellania dell’Angelo è fondamentale anche il rapporto con il personale, sempre più frequentemente oggetto di aggressioni da parte di alcuni utenti: “Comprendo quanto gli operatori della sanità siano in questo periodo storico soggetti a un carico lavorativo, fisico, emotivo e psicologico senza precedenti. E a questo si aggiunge anche la violenza di alcuni, quando andrebbe invece espressa riconoscenza e gratitudine”.
Il Centro per la tua Salute e il tuo Benessere
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I n q u a d r a i l
Q R C O D E e
V i s i t a i l
N o s t r o S i t o
CHIOGGIA
Nuovo Corso di laurea in Infermieristica, 40 studenti saranno infermieri
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L’avvio del nuovo Corso di laurea in infermieristica, presso il Padiglione Aspo, è certamente un traguardo significativo per il territorio di Chioggia: segna non solo l’espansione dell’offerta formativa in ambito sanitario regionale, ma anche un importante potenziamento delle opportunità di formazione professionale offerte alla comunità locale”. Lo ha sottolineato Manuela Lanzarin, Assessore regionale alla Sanità, inaugurando formalmente a Chioggia il percorso universitario. Il nuovo Corso di Laurea si inserisce nell’offerta formativa universitaria dell’Ulss 3 Serenissima, che si fonda su
un’esperienza più che decennale: “È dal 2010 che la nostra Azienda sanitaria – ha sottolineato il direttore generale Edgardo Contato – ospita il Corso di laurea in infermieristica dell’Università di Padova, nelle sedi di Mestre e di Mirano. Negli anni, si è registrato un notevole aumento dell’interesse verso questo percorso formativo, con un incremento dei posti disponibili: si è passati dai 70 posti disponibili nel 2014 ai circa 250 offerti per l’anno accademico che si apre, grazie anche all’attivazione di questo nuovo percorso a Chioggia, che è stato avviato nei locali messi a disposizione dall’Autorità portuale”.
“Decisiva, per il raggiungimento di questo obiettivo – ha sottolineato Contato – è stata la sinergia tra Regione Veneto, Università di Padova, Autorità portuale e Comune di Chioggia. Abbiamo dato una nuova casa all’alta formazione qui a Chioggia, e questa nuova casa è il Padiglione Aspo, edificio dell’Autorità portuale”.
Al nuovo canale di Chioggia si sono iscritti 40 studenti, a fronte di 50 posti offerti. L’obiettivo della quota 250 è stato raggiunto e superato, poiché i 40 studenti del corso a Chioggia si sommano ai ben 213 iscritti al primo anno - 13 in più dei 200 previsti - nelle sedi di Mestre e Mirano. Ai 253 iscritti al primo anno, si aggiungono 162 studenti del secondo anno e 110 del terzo anno: il totale degli iscritti sale così a 525 studenti impegnati nel percorso di formazione.
Nella giornata dell’inaugurazione, l’augurio di buon lavoro è giunto da Fulvio Lino Di Blasio, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, dal Sindaco della città, Mauro Armelao, e da Vincenzo Baldo, direttore del Corso di laurea, della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Università di Padova.
Il Corso di laurea inaugurato oggi rappresenta un’opportunità per la popolazione locale, e sarà in grado di formare professionisti infermieristici che svolgeranno un ruolo cruciale nell’assistenza e nella cura della comunità. Anche per questo, nel giorno dell’avvio dell’anno accademico, il Vescovo di Chioggia Giampaolo Dianin ha inteso impartire la sua benedizione, augurando agli organizzatori, ai docenti e agli studenti un’esperienza che sia allo stesso tempo di arricchimento e di servizio.
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Veterinaria, spazi pet-friendly e più efficienza nella nuova sede
Una sede unica per i servizi del Dipartimento funzionale di Sanità veterinaria e Sicurezza alimentare ha trovato collocazione, su due interi piani, nell’edificio presso l’ingresso vecchio dell’ospedale di Dolo. Servirà al meglio tutto il territorio di Dolo concentrando l’attività di questo settore in un’unica sede in cui le specifiche singole strutture dipartimentali lavorano fianco a fianco, e possono svolgere al meglio le attività trasversali o comuni. E lo fanno in una struttura recuperata e riorganizzata con un intervento la cui spesa è stata coperta al 38,6% con gli introiti ricavati dagli esiti delle attività di controllo ufficiale effettuate. Al piano terra della nuova sede ha trovato collocazione, oltre ad una sala per l’attesa, il Servizio di igiene degli allevamenti e igiene zootecnica (Svet-c); al secondo Il Servizio di sanità animale (Svet-a), il Servizio igiene degli alimenti di origine animale (Svet-b) e il Servizio
igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian), oltre alla sala riunioni comune. L’accorpamento delle varie Unità operative nella nuova sede comporta l'azzeramento delle spese di locazione della precedente sede di Mirano, che viene restituita, e produce risparmi ulteriori: “Servizi raggruppati in un unico edificio – sottolinea il direttore del Dipartimento di prevenzione Vittorio Selle – comportano minori costi per l’azienda sanitaria grazie, anche, alla minor movimentazione di mezzi e persone. Migliora inoltre l’ambiente di lavoro, che ora si svolge in uffici moderni e confortevoli, e si ottiene una maggiore efficacia nella condivisione delle problematiche comuni ai diversi servizi”.
Le realizzazione della nuova sede ha ricadute significative soprattutto per l’utenza: “Riceviamo qui – sottolineano i direttori dei servizi veterinari Piero Vio e Carmine Guadagno – operatori commerciali e privati cittadini anche ac-
compagnati da animali da compagnia, e possiamo garantire loro una semplificazione della burocraticazia attraverso la gestione accentrata di istruttorie che richiedono interventi di operatori di diversi servizi, e grazie alla presenza in unico edificio delle diverse segreterie e dello sportello per il pagamento del ticket. Un più facile accesso anche per i diversamente abili e per gli animali da compagnia, e ciò grazie anche alla comodità di parcheggio”.
L’utenza che accede con animale da compagnia trarrà beneficio dalla presenza dell’ambulatorio veterinario immediatamente disponibile in caso di necessità, e anche dell’area verde antistante l’entrata di accesso, con presenza di ciotola d’acqua fresca, crocchette e qualche giochino, che completa l’ambiente pet-friendly permettendo, oltre alla possibilità di far fare i bisogni, anche lo sgambamento degli animali con funzione anti-stress.
SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE
Omphalotus olearius, Inosperma adaequatum e Tricholoma pardinum: se negli ultimi dodici mesi i micologi dell’Ulss 3 Serenissima non li avessero individuati a poche ore dai primi sintomi di intossicazione, questi funghi avrebbero avvelenato rispettivamente una signora veneziana, un bimbo miranese di un anno e mezzo e un’intera famiglia dolese. Ora, grazie anche ai medici che li hanno curati negli ospedali di Venezia e Mirano, stanno tutti bene. E hanno compreso quanto è importante il lavoro dell’Ispettorato micologico, uno strumento del Sian - il Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione -, che opera all’interno del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria veneziana. Oltre ai casi in cui è intervenuto a seguito di intossicazione, nell’ultimo anno l’Ispettorato micologico ha svolto perizie su almeno 1.260 chili di funghi nei mercati ortofrutticoli veneziani; ha multato un commerciante per il commercio di funghi con un nome scientifico errato; ha rilasciato certificati per la vendita di funghi a 9 rivenditori e ne ha consegnati altri 30 ai cittadini per i funghi correttamente raccolti. “Quest’ultimo è un servizio che non tutti conoscono, ma che è ad accesso diretto, gratuito per la cittadinanza e garantito dal Servizio sanitario regionale. Accogliamo i cesti di funghi raccolti da qualsiasi privato cittadino e ne valutiamo sia la specie, garantendone o meno la commestibilità, che lo stato di freschezza” dice il micologo Fabio Fontolan. E anche in queste occasioni i micologi dell’Ulss 3 sono pronti a sfatare le leggende
Micologi, nel 2024 salvi dall’avvelenamento un bimbo, una donna e un’intera famiglia
metropolitane sulla raccolta spontanea di funghi. I funghi colorati sono velenosi e gli altri buoni? Falso: “Non dobbiamo diffidare solo dal famoso fungo rosso con i pallini bianchi che nei vecchi sussidiari rappresentava i funghi velenosi - dice Fontolan -. Ce ne sono molti di pericolosi, di diverse forme e colori”. I funghi che nascono in pianura sono quasi tutti buoni? Falso: “Ci sono decine di specie velenose locali a volte difficili da individuare”. Se il fungo è velenoso è capace di scurire l’aglio o l’argento? Falso: “I metodi per definire la tossicità di un fungo sono scientifici. L’unico strumento è conoscere le specie”. I chiodini e i porcini sono sempre e in qualsiasi quantità commestibili? Falso anche questo, “perché se non cucinati correttamente o conservati male portano anche questi a intossicazione. Ma anche le abbuffate di funghi commestibili, ben cucinati e ben conservati non vanno bene: tutti i funghi sono difficilmente digeribili se assunti in grandi quantità e possono creare intossicazioni”. Regole che, dopo il loro malore da avvelenamento, i cinque adulti veneziani hanno memorizzato bene.
Oltre ai casi di intossicazione, il servizio dell’Ulss 3 ha svolto perizie su 1.260 chili di funghi nei mercati ortofrutticoli, rilasciato certificati per la vendita a 9 rivenditori e consegnati altri 30 ai cittadini per i funghi correttamente raccolti
La prima, un’abitante del centro storico, quindici giorni fa aveva raccolto nel suo
giardino quelli che aveva scambiato per comuni finferli. Altro non erano invece che funghi pericolosi della specie Omphalotus olearius. “Si tratta del primo caso di intossicazione nel nostro territorio causata da questo fungo, poiché anche se è responsabile del 5% delle intossicazioni in Italia, questa specie è presente soprattutto al sud, crescendo principalmente sugli ulivi”, spiegano i micologi. Raggiunto il Pronto soccorso del Civile, i sanitari hanno subito sospettato che fosse un avvelenamento da funghi. “Ci hanno chiamato e mi sono recato all’ospedale con microscopio e reagenti - spiega la prassi da seguire in questi casi il dottor Fontolan -. Se il paziente può parlare, gli si chiede dove sono stati raccolti i funghi e se può descriverli, anche con l’aiuto di un atlante dei funghi che mettiamo a sua disposizione. In questo caso mi è stato descritto un fungo rossastro trovato su un albero e abbiamo intuito subito di cosa si poteva trattare. Poi procediamo con la verifica degli scarti dei funghi, passati al microscopio e fatti interagire con i diversi reagenti. Possono essere avanzi del pasto, della pulitura dei funghi, ma si può anche tornare ad analizzare il luogo di raccolta. Viene poi informato il Cav - Cen-
tro anti veleni - di Milano, che suggerisce antidoto o terapia a seconda della specie individuata”.
Nel secondo caso, avvenuto alcune settimane fa, un bimbo di un anno e mezzo ha raccolto e addentato un fungo in un parco. La madre l’ha subito portato al pronto soccorso di Mirano, assieme al fungo. I micologi hanno riconosciuto l’Inosperma adaequatum, una specie velenosa che richiede la somministrazione di un antidoto. “Per fortuna l’ingestione del fungo tossico, in quel caso, è stata minima. E il bimbo, tenuto in osservazione, non ha mai presentato sintomi importanti” spiegano i micologi. Ricordano anche quando quasi un anno fa un’intera famiglia dolese, quattro persone adulte in totale, si è rivolta sempre all’ospedale di Mirano per sintomi da intossicazione. “Avevano tutti ingerito funghi di una specie tossica che si chiama Tricholoma pardinum. Tre di loro sono stati ricoverati. Ma anche per loro la storia ha avuto un lieto fine”.
“Oltre il 50% di queste intossicazioni è causato anche dal consumo errato dei funghi, come quantità eccessive, poca cottura o alterazioni di specie fungine considerate innocue, ad esempio i porcini o i chiodinispiega la primaria del Sian Annamaria Del Sole - . Ed è significativo come per la maggior parte delle intossicazioni i disturbi siano dovuti all’ingestione di funghi spontanei raccolti e non controllati da un micologo”. Per questo, per fugare ogni dubbio sulla commestibilità di ciò che si raccoglie, ci si può rivolgere, muniti di funghi da far verificare, ai professionisti dell’Ispettorato micologico in piazzale San Lorenzo Giustiniani a Mestre, nella sede del Dipartimento di prevenzione, dalle ore 8 alle ore 9 di lunedì, mercoledì e giovedì. Oppure, su appuntamento da fissare allo 041 5572136, a Chioggia, Borgo San Giovanni, al 1183/C, Palazzina B, piano terra.
Il servizio ha poi allestito 10 mostre di funghi, assieme alle associazioni micologiche del territorio, con tanto di spazi informativi per la cittadinanza sul consumo di funghi in sicurezza: all’interno gli esperti delle associazioni micologiche intervengono per il riconoscimento delle specie fungine, mentre i professionisti dell’Ispettorato micologico partecipano per parlare di commestibilità e intossicazioni.
Il decalogo dell’Ispettorato micologico per la raccolta, l’acquisto e il consumo dei funghi
Quando raccogli
Prima di partire consulta le previsioni del tempo. Usa solo contenitori rigidi ed aerati. Indossa pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe. Usa del repellente per zecche. Raccogli solo funghi che conosci. Raccogli funghi interi (importante per la determinazione). Non raccogliere funghi in avanzato stato di maturazione, alterati o con cattivi odori. Non lasciare i funghi in contenitori chiusi o nel bagagliaio dell’auto esposta al sole. I funghi «rosicchiati» da animali o insetti non sono indice di commestibilità. Non raccogliere funghi ai margini della strada. Rispetta il bosco: non distruggere i funghi che non conosci e non vuoi raccogliere. Ricorda che la raccolta è consentita solo in possesso di permesso rilasciato dai vari Comuni nei giorni definiti.
Quando acquisti
Acquista funghi solamente nei negozi autorizzati. Ricorda che in Italia è vietata la vendita di funghi in forma ambulante. Controlla sempre che sia presente sulla cassetta l’etichetta di avvenuta perizia micologica da parte di un ispettore micologo.
Quando cucini
I funghi devono essere subito preparati o almeno sbollentati. Anche i funghi più pregiati sono difficili da digerire, pertanto evita grandi abbuffate ed evita di mangiarli crudi: la maggior parte dei funghi deve essere consumata solo dopo prolungata cottura. Evita di regalare funghi ad amici e conoscenti. Se avverti disturbi dopo l’ingestione, recati immediatamente al Pronto soccorso e porta con te eventuali avanzi o scarti.
SMART CALL
Cup, il centralinista virtuale fissa duemila visite al giorno
Sperimentazione unica nel suo genere: abbatte le attese al telefono, alleggerisce gli operatori e garantisce nuovi posti liberati da chi, prima, non si presentava all’appuntamento
Prime settimane di lavoro per il primo centralinista virtuale del CUP dell’azienda sanitaria veneziana. Sta chiamando ogni giorno duemila pazienti, tra coloro che sono in attesa di conoscere luogo, data e ora della visita specialistica o dell’esame diagnostico, garantendo a ognuno le tempistiche indicate nella priorità dell’impegnativa. Gli utenti rispondono alla chiamata di questo operatore digitale e, con un clic, possono decidere di accettare l’appuntamento, oppure di rifiutarlo, liberandolo e rimettendolo quindi a disposizione per un altro paziente. Cosa non scontata, considerando che oggi, a fronte di quasi 200 mila prestazioni specialistiche offerte ogni mese dall’Ulss 3, circa mille sono gli appuntamenti ai quali gli utenti, invece, non si presentano, e non avvertono per tempo.
Per la prima volta al Cup veneziano sta lavorando, allora, un operatore digitale. Si chiama Smartcall ed è dedicato alla gestione di tutti i pazienti che nelle ore e nei giorni precedenti hanno già chiamato l’azienda sanitaria e sono in attesa di un appuntamento. I primi tre mesi, da ottobre alla fine dell’anno, sono sperimentali e mira-
no a diversi obiettivi: garantire nuove prestazioni - liberate da chi, prima (e senza disdirle), non si presentava all’appuntamento -; aiutare i cittadini a orientarsi nelle nuove tempistiche di disdetta degli appuntamenti introdotte recentemente a livello regionale (chiamandoli direttamente); alleggerire gli operatori Cup in carne e ossa, che si dedicheranno alle nuove richieste di prestazioni; e abbattere le attese dell’utenza al telefono. In merito, su circa seimila chiamate giornaliere fatte dagli utenti per prenotare altrettante prestazioni mediche, circa 800 telefonate vengono abbandonate prima di attendere che l’addetto Cup si liberi. Gli utenti richiamano così successivamente numerose volte, senza attendere in linea, rischiando di sovraccaricare ancora di più i centralini.
E’ fondamentale che gli utenti prendano familiarità con il centralinista virtuale: le sue chiamate possono arrivare da lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 20.00; Smartcall, questo il suo nome, compare sul display dell’utente chiamato con lo 041 26 33 000; se non riceve una risposta immediata, fa un totale di tre tentativi di chiamata in tre diverse fasce orarie, e se il paziente rifiuta l’appuntamento o non risponde anche alla terza chiamata, la prenotazione viene annullata il giorno successivo e assegnata ad altro utente nelle 48 ore a seguire. Se il paziente vuole invece riprogrammare il luogo o il giorno, dovrà contattare il Cup classico.
“Non spariscono i messaggi di avviso dell’appuntamento, né le mail di conferma con giorno, ora e luogo della prestazione. Lo SmartCall - rassicura Annalisa Baldan, Cup manager
dell’Ulss 3 e ideatrice dell’iniziativa - è un servizio che si aggiunge e si integra alla gamma dell’offerta già in essere. Questo operatore virtuale andrà ad aggiungersi ai servizi già attivi, con una serie di vantaggi, oltre a semplificare e automatizzare gli avvisi degli appuntamenti. L’intenzione dell’azienda è quella di fornire anche in questo modo un servizio sanitario sempre più veloce e sempre più efficiente”.
San Lazzaro rinasce: il restauro della chiesa guidato da un Comitato di 7 donne
La Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, storico gioiello di Venezia e parte del complesso dell’Ospedale Civile, si avvia verso una nuova fase di restauri per recuperare la sua bellezza originaria e valorizzarne il ruolo liturgico e culturale. A guidare questa ambiziosa missione è Gabriella Chiellino, presidente del Comitato “Rinasce San Lazzaro dei Mendicanti”, affiancata da un gruppo di sei donne con ruoli di spicco nella vita cittadina.
“San Lazzaro non deve essere solo la chiesa dei funerali,” afferma Chiellino, imprenditrice e anima del progetto. “Vogliamo farla rinascere, renderla un luogo di bellezza e di vita, aperto a battesimi, matrimoni, concerti e alle scuole.”
Il Comitato, nato un anno fa con l’obiettivo di raccogliere un milione di euro, ha già ottenuto risultati concreti: sette imprese hanno firmato lettere d’intenti per un totale di 250mila euro, in attesa della formalizzazione dell’Art Bonus. Contestualmente, è stata lanciata una campagna di raccolta fondi dedicata ai clienti dei supermercati: acquistando le buste speciali “Insalata nell’orto”, con l’immagine della chiesa, una percentuale della spesa sarà devoluta al restauro, con l’obiettivo
di raccogliere altri 30mila euro nei prossimi mesi.
La chiesa, progettata da Scamozzi e arricchita dai capolavori di Tintoretto, Veronese e Guercino, è un simbolo della tradizione musicale della Serenissima. Qui, infatti, le giovani cantanti educate al canto si esibivano per il pubblico dell’epoca. Tuttavia, negli ultimi anni, il degrado ne ha compromesso la bellezza e il suo organo storico, famoso per la straordinaria acustica, necessita di un attento restauro.
Grazie al lavoro instancabile del Comitato e alla guida di Gabriella Chiellino, la chiesa è stata inserita nell’Art Bonus e, a breve, potrebbe passare sotto la gestione di una Fondazione dell’Ulss 3, che ne curerà la parte monumentale. Questo passaggio faciliterà la concretizzazione dei finanziamenti promessi e aprirà nuove opportunità per riportare San Lazzaro al centro della vita culturale di Venezia.
“Rinasce San Lazzaro dei Mendicanti” non è solo un progetto di restauro, ma una visione: trasformare un luogo segnato dal tempo in uno spazio di spiritualità, musica e cultura per la comunità e i visitatori. La rinascita di San Lazzaro è appena cominciata, e la città intera è invitata a partecipare.