laPiazza di Venezia e Mestre - Settembre 2023

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Migranti: l’Europa tace,

le nostre città accolgono

Quest’anno, probabilmente, in Italia avremo accolto più di 200 mila migranti. In Veneto abbiamo già superato quota 9 mila, dall’inizio dell’anno. L’accoglienza, questa la parola giusta, è un impegno quotidiano. Complesso, pieno di insidie, dove lo sforzo è comune: del Governo, delle Regioni, delle Prefetture. Ma anche e soprattutto della catena finale di questa lunga filiera: i Sindaci, le associazioni e i cittadini. Le problematiche sono quotidiane e pragmatiche. Abbiamo già vissuto nel recente passato tanti episodi “limite”, dove l’accoglienza è stata scambiata da alcuni come semplice “parcheggio” provocando enormi problemi di sicurezza e integrazione. L’accoglienza deve essere “sartoriale”, caso per caso, perché possa avere successo e non si trasformi in una resa indiscriminata. In tutto questo l’Europa guarda da lontano, da Bruxelles, in silenzio. Dove sono le forze di Protezione Civile dell’UE? Dove sono le navi europee? Dov’è il meccanismo di redistribuzione e, se necessario, di rimpatrio di Bruxelles? Domande che cadono nel vuoto. Lasciandoci soli - Governo italiano, Regioni e Sindaci - e cercare di fermare un’incredibile pressione. Attendo, con poca fiducia, risposte.

La riflessione del Presidente Zaia e il dibattito proseguono nelle pagine regionali di questa edizione.

VENEZIA È SALVA.

L’UNESCO DECIDE DI NON INSERIRLA

NELLA LISTA DEI PATRIMONI IN PERICOLO

Grande la soddisfazione a tutti i livelli. Il sindaco

Brugnaro: “Riconosciuti gli sforzi di questi mesi”

Servizio a pag. 6

I SINDACI DISPONIBILI AL CONFRONTO SULL’ACCOGLIENZA

DIFFUSA, NO AI MAXI ASSEMBRAMENTI

FORZA ITALIA IN VENETO È SEMPRE

PIÙ FORTE, ADESIONI COERENTI

CON UN PARTITO IN CRESCITA

ECONOMIA, CON I 22 NUOVI INGRESSI

SONO 139 I DISTRETTI DEL COMMERCIO IN VENETO Migranti

Teniamo fede anche noi alla tradizione di parlare di scuola, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. Del resto continua ad essere l’unica occasione dell’anno in cui si guarda un po’ meno distrattamente al mondo dell’istruzione, con tutte le sue pecche e le sue eccellenze, tra luci e ombre. In seguito, a parte gli addetti ai lavori, tendiamo a dimenticarcene, soprattutto se in casa non ci sono bambini e giovani. Eppure la scuola riguarda tutti. segue a pag 5

Imprese & Imprenditori SETTEMBRE 2023 Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 189 di Venezia
e Mestre
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Scuola, si può fare di più Nicola
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Al via il Salone dell’Alto Artigianato

Scuola, si può fare di più

Apre i battenti giovedì 28 settembre il primo Salone dell’Alto Artigianato Italiano. Fino a domenica 1 ottobre, l’Arsenale di Venezia, testimone di un’epoca in cui l’arte e la maestria delle maestranze veneziane riuscirono a portare ai massimi livelli l’arte della costruzione navale e della produzione bellica, si trasforma in una vera e propria vetrina dell’eccellenza artigiana italiana.

In mostra tessuti pregiati e lavori in ceramica e marmo, gioielleria, vetro soffiato e mobili di design che da sempre sono sinonimo di made in Italy. Non mancheranno nemmeno i maestri del merletto di Burano e Pellestrina, l’alta sartoria dei costumi tradizionali del Carnevale di Venezia e tanto altro.

Le Tese e Le Nappe ospiteranno l’esposizione di una vasta gamma di merci in grado di spaziare dalla tradizione al contemporaneo, dando vita a un’esposizione plurisensoriale e creativa, un vero e proprio spaccato della ricchezza culturale e artistica del paese. Insomma, un luogo di ispirazione e scoperta per gli appassionati dell’artigianato italiano.

“Venezia, con il Salone dell’Alto Artigianato Italiano, celebra l’eccellenza italiana e la maestria di tantissimi italiani che attraverso le loro mani e le loro creazioni danno lustro all’Italia e al Made in Italy nel mondo – commenta il sindaco Luigi Brugnaro – . La città spalanca così le sue braccia ed è pronta ad accogliere non solo gli espositori ma anche tutti i visitatori che vorranno venire a dare, con la loro sola presenza, sostegno a questo Salone che vuole difendere ed esaltare l’eccellente lavoro dei nostri artigiani”.

Il biglietto intero ha un costo di 15 euro e si può acquistare sul sito saloneartigianato.venezia.it ; sono previste riduzioni per bambini, famiglie e non solo.

di Venezia e Mestre

Dal 28 settembre all’1 ottobre l’Arsenale diventa una vetrina dell’artigianato

La scuola ci riguarda e ci deve stare a cuore, come raccomandava don Milani attraverso il motto “I Care” che campeggia sul muro della sua povera aula di Barbiana. E’ l’esatto contrario del fascista “me ne frego”, un atteggiamento che ancora serpeggia - anche se non lo vogliamo ammettere - e ci induce a non rivolgere la dovuta attenzione alla scuola, che pure coinvolge un considerevole numero di persone, oltre agli stessi studenti. “Bisogna uscire, anche mentalmente, dalle categorie dell’ovvio e dello scontato, - raccomandava lo scorso anno il presidente della Repubblica Mattarella - dalla gestione senza respiro o burocratica. Abbiamo bisogno di recuperare entusiasmo, fantasia, coraggio, creatività, capacità di iniziativa. Investire nella scuola significa quindi costruire un domani più solido, per tutti. E quando parlo di investimenti non mi riferisco soltanto alle risorse finanziarie, che pure sono, ovviamente, assolutamente necessarie. Servono idee, proposte, riflessioni, innovazioni”. In questi ultimi anni, infatti, ci sono maggiori risorse economiche per le scuole, in particolare per gli edifici. Sappiamo bene quali sono le condizioni strutturali e quanto siano necessari gli interventi di adeguamento anche sul fronte della sicurezza e dell’efficienza energetica. Ma quello che si fa per la scuola, anche con le risorse del Pnrr che poi lasceremo come debito in eredità ai nostri figli, non può limitarsi al cappotto o alle nuove finestre. Proprio con i fondi europei si sta attuando infatti una riforma del sistema scolastico che punta a nuovi “ambienti di apprendimento” in cui la tecnologia la fa da padrona, a nuove figure di docenti, fino ad un nuovo sistema di valutazione della capacità didattica degli insegnanti. Ma poi c’è la realtà di tutti i giorni, dal precariato dei docenti alla mancata continuità di insegnamento in alcune classi, dalla penuria di insegnanti di sostegno ai costi in crescita per le famiglie, sia su fronte del libri che dei trasporti. Ecco allora che si può e si deve fare di più, giorno per giorno.

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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

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Questa edizione raggiunge i quartieri di Venezia e Mestre per un numero complessivo di 80.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Chiuso in redazione il 15 settembre 2023

Chiuso in redazione il 14 settembre 2023

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Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it < Redazione >redazione@givemotions.it <

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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Salvaguardia e turismo. Decisione presa all’unanimità dal World Heritage Committee a Riad

Venezia è salva: esclusa la città dalla black list dei siti Unesco

Sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.

Brugnaro: “Riconosciuti gli sforzi fatti contro l’over-tourism”

Venezia non entra nella ‘black list’ Unesco dei siti Patrimonio dell’umanità a rischio. Lo ha deciso all’unanimità il World Heritage Committee riunitosi a Riad, in Arabia Saudita.

Sospiro di sollievo in città. Per primo a commentare la decisione è il sindaco Luigi Brugnao: “È la dimostrazione di come siano stati riconosciuti da tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo, ad ogni livello istituzionale, per la salvaguardia di Venezia e che la proposta di inserimento in danger list era molto politica e poco tecnica. Con il Governo abbiamo fatto sistema, per valorizza-

re tutte le azioni, tradotte in atti amministrativi e investimenti economici, per il futuro di Venezia. La recente introduzione del contributo di accesso è una delle norme, non certo l’unica, messe in campo per proteggere la città dall’over-tourism, che a Venezia stiamo applicando e mettiamo a disposizione di altri siti”.

“Voglio ricordare che i primi ad amare Venezia sono i Veneziani, di mare e di terra, che credono nel futuro della nostra città, che dopo l’acqua granda del 2019 e la pandemia si sta riprendendo. Con umiltà, coraggio ed orgoglio” conclude il primo cittadino di Venezia,

ringraziando “la delegazione guidata dal direttore generale Morris Ceron, assieme al vicesindaco Andrea Tomaello e all’assessore all’ambiente Massimiliano De Martin, a supporto dell’Ambasciatore italiano. Un grande lavoro di squadra per la nostra città”.

Gli fa eco il presidente del

Veneto Luca Zaia: “Venezia è salva e continuerà ad essere Patrimonio dell’Umanità. Un grande risultato raggiunto quello raggiunto a Riad, grazie alla tenacia del Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, e di tutto il Governo, che ringrazio per il lavoro e gli sforzi profusi per evitate che la città

Con gli autobus a idrogeno via alla svolta green della mobilità

AVenezia sono arrivati i primi quattro autobus a idrogeno che inaugurano la svolta green della nuova flotta Avm/Actv impegnata nell’ambito urbano e suburbano di terraferma. I nuovi autobus, prodotti da Solaris, sono costruiti sul modello dei trenta mezzi full electric introdotti a Lido e Pellestrina nel 2019, dove vengono utilizzati nella prima rete automobilistica urbana interamente alimentata da infrastruttura elettrica di ricarica in linea. Il rifornimento idrogeno sarà assicurato dalla stazione Eni di via Orlanda, la prima in Italia aperta da giugno 2022 al pubblico.

Particolare attenzione è stata dedicata al confort di guida e alla sicurezza per i conducenti e per i passeggeri: gli autobus sono infatti silenziosi, sul modello dei “cugini” elettrici, dotati di telecamere di sicurezza, sistema di avviso angolo cieco e sistema di rilevamento degli utenti della strada vulnerabi-

li e avviso di presenza, oltre a software di monitoraggio della flotta (Gps). L’allestimento interno prevede, come da standard costruttivo di tutti i nuovi autobus acquistati dall’azienda, l’installazione di sistema di vocalizzazione interno ed esterno e monitor Lcd per i sistemi di info-mobilità, prese Usb, pedana manuale per l’accesso della clientela disabile in carrozzina, conta passeggeri e illuminazione Led.

Due dei quattro mezzi, in allestimento urbano, sono finanziati dal Comune di Venezia nell’ambito del programma React-Eu per un valore complessivo di 1.253.000 euro. Gli altri due, in allestimento suburbano, sono finanziati in parte dal Ministero dei Trasporti nell’ambito dei fondi complementari al Pnrr per un valore di circa 1.129.500 euro, erogati per tramite della Regione Veneto, a cui si aggiunge una quota di autofinanziamento in capo ad Avm

per 125.500 euro. All’interno del medesimo finanziamento sono stati riconosciuti contributi anche per l’acquisto di un sistema carrellabile di ricarica idrogeno e nove autobus 18 metri suburbani alimentati a Cng.

“Credo fortemente nell’idrogeno quale fonte energetica del futuro – spiega il sindaco Luigi Brugnaro – Siamo tra i primi in Italia ad aver investito con coraggio su questa tecnologia, dialogando con Eni per l’apertura della stazione di rifornimento in Via Orlanda, ed ora con questo forte intervento pubblico che vedrà l’arrivo in città di 90 autobus idrogeno. Un esempio del fare le cose con coraggio e in tempi rapidi. Un segno tangibile e concreto della volontà di presentare Venezia come la Capitale Mondiale della Sostenibilità”.

“La circolazione di mezzi nuovi elettrici o a idrogeno per le strade del nostro territorio è un messaggio inequivocabile di

come questa amministrazione sia impegnata per innalzare il livello di sicurezza e di qualità della vita dei cittadini” commenta l’assessore alla Mobilità Renato Boraso.

“I quattro nuovi mezzi idrogeno – dichiara il presidente di Avm Paolo Pettinelli – saranno utilizzati in linea anche come verifica di funzionamento in vista dell’introduzione tra il 2024 e il 2026 dei 90 autobus idrogeno finanziati dal Pnrr per un investimento prossimo ai 58 milioni di euro”.

lagunare venisse inserita nella black list. Quello dell’Unesco è un riconoscimento che non è mai stato messo in discussione, nella nostra mente e nel nostro cuore. Venezia è Patrimonio dell’Umanità, lo è da sempre, e tutti insieme cercheremo di preservare e salvaguardare il futuro della Serenissima”. Soddisfazione anche da Roma, con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che scrive: “Negli ultimi mesi il Comune ha adottato provvedimenti coraggiosi per gestire il turismo e garantire la tutela dello straordinario patrimonio culturale della città. Il Ministero della Cultura è al suo fianco e proseguiremo insieme il complesso percorso di salvaguardia e valorizzazione di un simbolo dell’Italia che è patrimonio dell’umanità”.

“Entro fine 2024, saranno anche messi in esercizio, con fondi Pnrr, ulteriori 33 autobus elettrici – annuncia il presidente di Actv Luca Scalabrin – che andranno a comporre e definire la nuova flotta Avm/Actv a zero emissioni. “Stiamo programmando il futuro del gruppo lungo le direttrici dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale tramite un processo di progressiva transizione energetica e digitale” conclude il direttore generale del Gruppo Avm Giovanni Seno .

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Attualità

Contributo d’accesso. Approvato con una delibera del consiglio comunale il Regolamento

5 euro per visitare Venezia: così la città combatte il turismo mordi e fuggi

Il sindaco: “Dobbiamo cercare di trovare qualche sistema per proteggere la città dal turismo di massa che in certi giorni dell’anno rende la città poco vivibile. Faremo una prova con grande umiltà, cercheremo di non danneggiare nessuno”

Èufficiale: dal prossimo anno sarà necessario pagare un contributo d’accesso per visitare Venezia.

L’obiettivo è quello di disincentivare il turismo giornaliero in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della Città. Dopo l’approvazione del Consiglio comunale del “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città antica del Comune di Venezia e alle altre Isole minori della Laguna”, infatti, un’ulteriore delibera di Giunta ha definito, oltre alle giornate interessate dal contributo, specifici dettagli e declinazioni, come ad esempio l’esenzione per tutte le isole

minori della Laguna, le fasce orarie di validità del contributo e il valore dello stesso, che inizialmente sarà posto a 5 euro. In quella delibera, la Giunta ha definito anche le modalità di prenotazione obbligatoria per alcune categorie di esenzione, in modalità smart e telematica. Ad esempio, tutti i residenti in Veneto non pagheranno alcun contributo, ma avranno l’obbligo di prenotarsi sul portale apposito.

“Dobbiamo cercare di trovare qualche sistema per proteggere la città dal turismo di massa che in certi giorni dell’anno rende la città poco vivibile – ha spiegato il sindaco Brugnaro -. Faremo una prova con grande

umiltà, cercheremo di non danneggiare nessuno, inizialmente saranno solo una ventina/trentina giorni, che potremmo definire a “bollino nero”. È un invito ai turisti giornalieri di non venire in quelle giornate, ma qualora decidessero di farlo, di prenotarsi e, se non esenti, di pagare il contributo di accesso. Questa norma è una delle varie azioni messe in campo per contrastare l’over-tourism, come il blocco a nuovi alberghi, ristoranti e bar nella città antica, la pianificazione degli spazi pubblici, la norma per la regolazione del commercio di pregio e, a breve, un nuovo regolamento per le affittanze turistiche”.

“È un primo passo sperimentale, per questo manterremo un confronto costante con tutte le categorie economiche e sociali per monitorare assieme gli effetti a breve e medio termine - prosegue l’assessore al Bilancio Michele Zuin - un provvedimento previsto

prima del Covid e che ora trova applicazione. Venezia resta accessibile, aperta, ma i visitatori, specie quelli giornalieri, sia nazionali che internazionali, devono condividere la necessità che serve una programmazione per gestire al meglio l’equilibrio tra residenzialità e turismo”.

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Mostra del Cinema, al Lidonumeri da record... anche senza americani

L’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si chiude con un Leone d’Oro annunciato, tanti bei film, molto glamour e qualche polemica. Insomma, tutti gli ingredienti per un festival perfettamente riuscito. Cominciamo dai film che, se si parla di un festival cinematografico, dovrebbero essere la cosa più importante. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto meritatamente il Leone d’oro: pubblica e critica concordi nel ritenerlo una spanna sopra tutti i film in concorso. Un concorso che ha parlato molto italiano, con addirittura sei film italiani. Un po’ troppi? Forse, però va detto che “Io Capitano” di Matteo Garrone (vincitore del Leone d’Argento e del Premio Marcello Mastroianni) è uno di quei film destinati a durare. Un film splendido e struggente, capace di affrontare un tema delicatissimo come quello dei flussi migratori senza ideologie, lezioncine o paternalismi. E l’ovazione di un quarto d’ora tributata dal pubblico a Garrone e al cast del film è la prova provata che siamo di fronte a grande Cinema. Da sottolineare come anche Agnieszka Holland, con il suo “The Green Border”, abbia fatto una scelta simile a quella di Garrone: ha lasciato da parte l’ideologia per raccontare una storia (corale nel suo caso), spostando l’attenzione su altre latitudini. Se, infatti, “Io Capitano” racconta il viaggio che affronta chi dal Senegal cerca di arrivare in Europa, “The Green Border” invece ci mostra il dramma di chi è costretto a vivere nei boschi tra Bielorussia e Polonia. Anche nel caso di Holland al termine della proiezione la Sala Grande è esplosa in un boato. Tra i film italiani in concorso interessanti anche

“Enea” di Pietro Castellitto, “Comandante” di Edoardo De Angelis e “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo. Ma veniamo alle polemiche. Iniziamo con i pochissimi

attori americani sul red carpet a causa dello sciopero di sceneggiatori e attori a stelle strisce contro i grandi studios. Va detto che al pubblico la cosa sembra non aver pesato dato che la Mostra 2023 ha registrato numeri record: più biglietti venduti (+14% rispetto al 2022), più accessi in sala (+17% rispetto al 2022) e più accrediti (+9% rispetto al 2022).

Pierfrancesco Favino, invece, ha aperto un fronte polemico con le produzioni USA colpevoli di utilizzare sempre e solo attori stranieri per raccontare storie italiane. Il riferimento è ovviamente a “Ferrari” di Michael Mann, film peraltro molto deludente. Le parole di Favino, che in realtà ha allargato il discorso parlando di appropriazione culturale dato che noi italiani lasciamo che la nostra storia e la nostra cultura vengano raccontate sempre e solo attraverso il filtro USA, hanno scatenato reazioni di ogni tipo. C’è chi ha accusato Favino di essere troppo nazionalista, chi gli ha risposto che il problema è dell’Italia che non riesce a creare un suo star system, chi ha invece ribadito la polemica sostenendolo.

Altra polemica, questa volta scatenata dal rapper Gue Pequeno, è stata quella relativa al red carpet. A sentire il musicista milanese il red carpet del Lido è stato invaso tra troppi “vip per caso”: YouTuber, TikToker, personaggi

tv, protagonisti di reality… tutta gente che con il cinema non ha nulla a che fare. La polemica ha lasciato un po’ il tempo che ha trovato dato che alla fin fine il red carpet, a Venezia come a Cannes, è da sempre il luogo in cui si celebra la fiera delle vanità.

Con buona pace di Gue Pequeno.

C’è stato anche tanto Veneto a questa Mostra del Cinema, con una serie di iniziative importanti. È stata presentato il nuovo CDA della Veneto Film Commission, ma anche la prima mondiale della versione cinematografica di Casanova Operapop, il musical di Red Canzian tratto da “Giacomo Casanova - La ballata dei cuori infranti” dello scrittore Matteo Strukul. Segnaliamo anche la nuova docu-serie Sky, realizzata dalla casa di produzione Padova Stories di Alessandro Pittoni, che racconta la storia di Enrico Vandelli, lo storico avvocato di Felice Maniero. Ora non ci resta che aspettare Venezia81, con la certezza che la Biennale avrà un nuovo Presidente (i bene informati parlano di Pierangelo Buttafuoco) e la Biennale Cinema un nuovo direttore (sempre gli stessi bene informati parlano di Luca Barbareschi). Stiamo a vedere cosa succederà, noi saremo di nuovo sul red carpet per raccontarvi il festival cinematografico più antico e più bello del mondo.

L’80esima edizione ha regalato grandi film, tanto glamour, polemiche e numeri eccezionali

www.lapiazzaweb.it Eventi
L’evento. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto il rinomato Leone d’oro

Mestre. Il consigliere Pd Emanuele Rosteghin fa il punto sul grande progetto al via

“La riqualificazione della stazione diventi la grande occasione”

“Un progetto ambizioso, ma con una serie di nodi che permetteranno alla struttura di divenire il volano per il rilancio della città”

“Adistanza di 4 anni dalla approvazione della delibera del Consiglio Comunale, in questi giorni è stato annunciato l’avvio del progetto della nuova Stazione di Mestre, un progetto decisamente ambizioso, ma che propone una serie di nodi che dovranno essere affrontati per permettere che possa divenire davvero il volano per il rilancio di Mestre”. Così il consigliere comunale del Partito Democratico, Emanuele Rosteghin prova a tratteggiare, proprio a partire dalla stazione ferroviaria, il futuro di Mestre.

“La stazione è collocata in uno dei luoghi più vivaci del Comune, ma è innegabile che proprio quella porzione di territorio presenti alcune significative contraddizioni:

è una delle poche zone del comune (sia lato Mestre che Marghera) dove la popolazione non diminuisce, ma dove, contemporaneamente, i cittadini vivono le significative difficoltà legate alla mancanza di sicurezza e alle complessità che l’integrazione sociale porta con sé. Questo progetto dovrà essere necessariamente un tassello essenziale e un pungolo ulteriore per affrontare il tema della sicurezza attraverso un approccio integrato, da una parte la repressione e dall’altra il decoro, la qualità abitativa, la coesione sociale, il rilancio economico. L’accordo sulla nuova Stazione prevede, tra le altre cose, la realizzazione di due torri con altezza massima di 100 metri dove, piano terra a parte, sono previste aree commerciali, direzionali e ricettive per una volumetria di 28.000 mq. Ma davvero servono ancora? Oggi ha senso proporre nuovamente ulteriori alberghi oppure è necessario immaginare uno sviluppo diverso? Pensiamo davvero, anche alla luce dei richiami dell’UNESCO, che sia ancora sostenibile ipotizzare un turismo senza

limiti?”

“Altro elemento strategico, passato inevitabilmente sotto traccia, è che nell’ambito dell’accordo rientra anche lo sviluppo della C2RS 66, un’area lungo via Trento, che prevede 21.500 mq di nuova residenza e 6.000 mq di edilizia per esigenze del Comune. Anche per quest’area siamo di fronte ad un bivio fra area non

utilizzata e quindi abbandonata o area il cui sviluppo rientri nell’ambito più generale della rigenerazione urbana di Mestre. È evidente che il progetto della Stazione non può che inserirsi in una visione di città più ampia e di cui tener conto. Inoltre nell’accordo è prevista la consegna al Comune di un’area verde lungo via Trento, e oggi interdetta, finalizzata all’ampliamento del parco Piraghetto. Rispetto a questa ipotesi è necessario sapere se ci saranno costi di bonifica e, soprattutto, se si riuscirà a riqualificare le strutture già esistenti, per dare finalmente sede alle molte associazioni del territorio.”

“Infine, quale ruolo trasportistico avrà la Stazione di Mestre? Quali le connessioni della Stazione di Mestre, di quella all’Aeroporto e la Stazione di Venezia con il sistema di Alta velocità ? Anche questa questione necessita una discussione chiara, per la quale serve ribadire con fermezza che per la terraferma la Stazione principale non può che rimanere l’attuale Stazione di Mestre. Ancora rispetto al sistema Ferroviario è necessario completare con urgenza le stazioni di “prossimità” di Gazzera e via Olimpia e darne immediata funzionalità, inoltre è ineludibile riprendere la discussione per la realizzazione della stazione di Marocco, peraltro prevista nel PUMS (piano urbano della mobilità sostenibile) che potrebbe intercettare i flussi che attualmente intasano il Terraglio.”

“Il futuro di Mestre – conclude Rosteghin - si gioca molto sulle scelte che la politica sarà in grado di fare e i processi che sarà capace di governare per la trasformazione di aree strategiche collegate fra loro e sulle quali serve una visione di insieme che immagina un’asse di congiunzione che parte da via Trento, passa per la Stazione di Mestre (con via Ulloa), via Ca Marcello, Ex area Italgas; ma soprattutto servirà evitare gli errori del passato, quando lo sviluppo di Mestre ha rincorso la frenesia del momento economico a discapito della

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Rendering del progetto della nuova stazione di Mestre

Il personaggio. Monica Poli, operaia, consigliera di Municipalità e membro dei “Cittadini non distratti”

“Attenzione pickpocket!” e il turista si salva dal borseggio

“Ci è venuta l’idea di usare i social, soprattutto quelli frequentati dai giovani ed è stato un successo insperato che ci ha anche permesso di creare una rete di collaborazione con i turisti”

Una volta era il grido “Attenti ae calze” quello che si sentiva più spesso urlare ai turisti per evitare che si scontrassero contro i numerosi carretti che percorrevano le calli del centro storico. Ma da alcuni mesi a sostituirlo sempre più di frequente è un altro avviso, sicuramente indice di un pericolo maggiore per gli incauti turisti. “Attenzione, pickpocket”. E il turista fino a un minuto prima con il naso in su ad ammirare san Marco o distratto dalle foto sul ponte di Rialto si salva dal tentativo di furto della borsetta.

A lanciare la moda – con una diffusione on line già altissima e interviste anche con la stampa estera - è stata Monica Poli, operaia, consigliera di Municipalità della Lega e fondamentale membro del gruppo dei “Cittadini non distratti”, i volontari che da più di vent’anni lottano contro i borseggiatori. Monica è diventata famosa per i video pubblicati proprio dal gruppo sui loro profili TikTok e Instagram e il grido spesso fuori campo “attenzione pickpoket” è diventato virale fino ad essere usato addirittura in una telenovela brasiliana e in un festival di musica elettronica in Olanda.

L’idea è nata dallo sconforto, come spiega la stessa Monica:

“Ci siamo resi conto che il fenomeno dei borseggi era tornato con forza nelle calli veneziane, e uscire sui giornali e le televisioni locali serviva a ben poco se volevamo informare i turisti stranieri. Perciò ci è venuta l’idea di usare i social, soprattutto quelli frequentati dai giovani ed è stato un successo insperato che ci ha anche permesso di creare una rete di collaborazione con i turisti che ora ci segnalano loro i borseggiatori e le borseggiatrici, fin da quando sono in treno, perché hanno cominciato a capire come si vestono, come si muovono e chi sono”.

Il gruppo è oramai composto da una cinquantina di volontari oltre alle “sentinelle” che collaborano e che sono sparse in tutta la città in particolare nei negozi, ma Monica con la fama raggiunta ha anche dovuto affrontare dei pericoli personali. Alla veterana dei “Cittadini non distratti”, infatti, questa estate è stato strappato via dalle mani lo smartphone, il suo strumento di denuncia con cui da mesi inseguiva per il centro storico decine di borseggiatori intenti a scippare i turisti.

“Non mi fermo certo per questo. Ho cercato di rintracciare il mio telefonino inutilmente finché l’ho bloccato. Ho denunciato il fatto ai carabi-

nieri di San Zaccaria che stanno facendo le loro indagini. Nel frattempo, ho comprato un nuovo smartphone per tornare subito operativa Da Roma però serve una risposta più urgente. Da parte dei Cittadini non distratti rinnovo la richiesta già comunicata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di modificare la riforma Cartabia, per non lasciare impuniti i responsabili”. (m.t.)

Addio a don Armando Trevisol, “il prete degli ultimi”

Una perdita enorme per la cultura cittadina, al di là anche dei discorsi legati alla fede o meno. Tutta Venezia piange la figura unica di don Armando Trevisiol, il “prete degli ultimi”. Definizione che però non amava, così come non gli piaceva quella di “manager della carità”, forse troppo burocratica seppure giusta. “Sono semplicemente un prete. E’ questo quello che volevo fare e che ho sempre fatto” preferiva ripetere quando doveva parlare della sua vita e delle sue opere, ma Venezia di sicuro lo ricorderà non come un semplice pastore di anime. Don Armando è mancato a 94 anni, sempre con lo sguardo rivolto verso i più deboli, prima gli anziani, poi i poveri e gli abbandonati nonostante il ricovero all’ospedale dell’Angelo di Mestre per l’aggravarsi delle

sue condizioni. “La sua eredità – il primo pensiero di suor Teresa Del Buffa, l’assistente di sempre che gli è stata vicina fino all’ultimo – sta nelle opere che ha fatto in quasi settant’anni e che resteranno per sempre”. Come, ad esempio, le case per gli anziani, fiore all’occhiello per l’assistenza sul territorio, che attualmente contano 510 alloggi e la prima bottega solidale poi diventata ipermercato solidale dove vengono distribuiti generi alimentari, vestiti, mobili a centinaia di bisognosi. La città di Venezia – dice il sindaco Luigi Brugnaro – troverà d’intesa con la comunità ecclesiale, momenti e occasioni di approfondimento del suo agire, Ci resterà il suo esempio di aver donato molto più di quello che ha ricevuto”. “Il nome di don Armando – il ricordo

del patriarca Francesco Moraglia – è legato a quello del suo maestro monsignor Vecchi, dal quale prese esempio traducendo con caratteristiche proprie il suo ministero in una laboriosità pastorale che resterà come ricordo sia nella Chiesa che nella comunità civile mestrina”. I Centri Don Vecchi, la sua opera maggiore, costruiti a partire da zero, grazie alle azioni, ai “Bond paradiso”, ai finanziamenti, sono sette ma presto diventeranno nove. Cinque sono dedicati ad ospitare anziani autosufficienti e due a disabili, separati, vecchi preti, operai, impiegati, medici e infermieri di altre città che lavorano a Mestre e ai parenti di pazienti in cura a Mestre che possono alloggiare ai Don Vecchi mentre si trovano in una condizione particolare di difficoltà. (m.t.)

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Volti&Storie
Monica Poli

Social housing. Due bandi destinati a contrastare l’emergenza abitativa

Nuovi alloggi in arrivo: si amplia l’offerta comunale

“L’amministrazione intende incrementare l’offerta pubblica abitativa, per intercettare quella fascia di domanda rappresentata da coloro che posseggono un reddito troppo basso per accedere al mercato libero”

Nuovi alloggi in arrivo per intervenire concretamente sull’emergenza abitativa a Venezia. Sono stati pubblicati sul sito del Comune due bandi destinati al social housing per una ottantina di appartamenti comunali. Si tratta per la precisione di 48 appartamenti tra Venezia centro storico e Giudecca e 25 in terraferma tra Mestre e Marghera, destinati alle famiglie con un Isee compreso tra 6 mila e 25 mila euro. Le domande potranno essere presentate entro il prossimo 9 ottobre tramite la pagina https://www.comune. venezia. it/politichedellaresidenza. La domanda si potrà dunque inoltrare solo attraverso il portale e non è prevista la procedura di presentazione di ricorsi.

“Con questa azione – spiega il bando – l’amministrazione comunale intende incrementare ed estendere l’offerta pubblica abitativa, in particolare quella di “social housing”, per intercettare quella fascia di domanda rappresentata da coloro che posseggono un reddito troppo basso per accedere al mercato libero e, nello stesso tempo, superiore a quello mediamente previsto per beneficiare dell’Erp”.

Gli appartamenti del centro storico veneziano, divisi tra Cannaregio, Castello e Dorsoduro saranno assegnati con preferenza a giovani famiglie.

“Ho verificato la conclusione dei cantieri – ha spiegato l’assessore Simone Venturini –, dopo un’importante attività di

ristrutturazione. Si tratta di un risultato significativo, reso possibile dall’introduzione dello strumento del “Pronto Riatto” e del relativo finanziamento. In questo caso sono stati investiti più di un milione e seicentomila euro. Siamo quindi davanti a una nuova progettualità che consente al Comune e a Insula di intervenire con maggiore rapidità nel ritiro degli alloggi vuoti, nella loro sistemazione e nell’immediata assegnazione degli stessi. Quello che vogliamo è dare una forte risposta al

Taglio del nastro per la “Residenza Spalti”

ceto medio della nostra città che altrimenti non avrebbe alcuna possibilità di ricevere altro tipo di sostegno abitativo”.

Sono intanto 338 gli appartamenti assegnati in regime di social housing in cinque anni alle famiglie con Isee medio o medio-basso. Il comune ha inoltre aperto un ufficio apposito del Settore Casa in piazzale Roma, Santa Croce 482 per l’accesso diretto per qualsiasi informazione o supporto.

Festa all’interno del Centro servizi “Antica Scuola dei Battuti”, a Mestre dove è stato inaugurato il nuovo edificio ristrutturato “Residenza Spalti”, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e degli assessori comunali alle Politiche educative, Laura Besio e alla Coesione sociale Simone Venturini. La nuova ristrutturata ala del complesso, realizzata in quattro anni, con una spesa di circa 4 milioni di euro, dispone di un’area complessiva di 600 metri quadrati. A piano terra potranno essere ospitati una decina di anziani affetti dal morbo di Alzheimer, mentre gli altri tre piani accoglieranno un’altra novantina di degenti. L’edificio, realizzato con i più moderni criteri di risparmio energetico, è classificato come NZEB, ovvero autosufficiente per quanto riguarda i consumi di energia, avendo a disposizione fonti rinnovabili di calore.

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Un momento del sopralluogo dell’assessore Simone Venturini
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Investimenti. Annunciati i progetti edilizi da Ca’ Foscari, anche grazie a fondi ministeriali

Nuovi lavori alle sedi di Treviso e Mestre

Èstato un agosto tutt’altro che vacanziero per Ca’ Foscari. Oltre alla preparazione di tutto il necessario per l’accoglienza delle matricole, è stato un mese proficuo anche per quanto riguarda la realizzazione di nuovi spazi e sedi, accompagnati da utili finanziamenti ministeriali. A partire dalla città di Venezia, infatti, con l’inizio del 2024 cominceranno i lavori di ammodernamento di Palazzo San Tomà, al Campus scientifico di Mestre invece si procederà con la costruzione di un nuovo edificio polifunzionale e infine a Treviso è da poco stato siglato l’accordo per la realizzazione di un nuovo Campus universitario.

L’edificio polifunzionale a Mestre, ancora da costruire, andrà a implementare il Campus Scientifico di via Torino arricchendolo di nuove funzionalità e nuovi spazi. Composto da due piani, l’edificio prevede uno spazio ad uso mensa per circa 170 posti, una palestra, spazi per la preparazione dei pasti, la dispensa e, al piano superiore, tre aule studio per circa 210 posti, tre uffici e servizi igienici. Per la sua realizzazione l’investimento stimato è di oltre sei milioni di euro, di cui oltre 2,3 milioni finanziati dal Ministero. Il progetto è molto atteso anche dagli studenti, vista l’utilità evidente dei servizi messi a disposizione, e andrà a comporre il panorama di un campus in costante sviluppo, che vedrà a breve l’inaugurazione di una nuova residenza universitaria gestita dall’ESU Venezia.

Per quanto riguarda invece Palazzo San Tomà e gli interventi in isola, l’edificio in questione è già proprietà dell’Ateneo e l’intervento prevede una sua rifunzionalizzazione e un ammodernamento degli spazi interni con opere strutturali finalizzate al miglioramento sismico dell’edificio e opere edili e impiantistiche. L’investimento complessivo stimato è di oltre tre milioni di euro, di cui oltre 1,2 milioni finanziati dal Ministero. A lavori ultimati l’edificio ospiterà nuovi uffici amministrativi e servizi.

Nel mese di agosto il Comune di Treviso, Università Ca’ Foscari Venezia e Appiani Turazza, dopo lunga attesa, hanno firmato il

contratto per realizzare la nuova sede universitaria dell’Ateneo veneziano a Treviso che coinvolgerà alcuni padiglioni di proprietà dell’Ipab Appiani Turazza. I lavori di adeguamento degli stessi verranno eseguiti entro il 2024.

Il progetto complessivo, che prevede la messa a disposizione in varie fasi di più di 8.000 metri quadrati del complesso del Turazza, consentirà di iniziare a trasferire le attività del Campus di Treviso a partire dal 2025. I nuovi spazi, situati a 10 minuti a piedi dalla stazione dei treni, prevedono la realizzazione di 29 aule, 3 laboratori di informatica e linguistici, spazi dedicati alle studentesse e agli studenti e alle attività di collaborazione con il territorio, oltre che uffici e studi.

La Rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, esprime soddisfazione: “Grazie a questo accordo si rafforza la presenza di Ca’ Foscari a Treviso e crescono i servizi alle studentesse e agli studenti; la nuova sede sarà una vera e propria cittadella universitaria, attrezzata per accogliere gli oltre 1500 iscritti ai corsi. La nostra offerta didattica a Treviso si basa sulla forte interazione con il territorio e il suo tessuto imprenditoriale, al servizio di un’area produttiva tra le più importanti del Paese, con una forte proiezione internazionale. Continueremo pertanto a investire su esperienze didattiche innovative e sul campo, che si affiancano alle tradizionali lezioni in aula”.

La squadra veneziana vince la sfida remiera internazionale delle università

L’edizione 2023 della Sfida remiera internazionale delle università è stata vinta dalla squadra del CUS Venezia, composta da studentesse e studenti di entrambi gli atenei cittadini, Ca’ Foscari e Iuav.

Al secondo posto, Copenaghen; seguono Padova, l’università di Vienna e quella di Lubiana. La Rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, ha ringraziato “tutti gli equipaggi e le università che hanno accettato il nostro invito per dare vita anche quest’anno a questa splendida sfida”.

L’equipaggio, composto da Pietro Bonaventura, Pietro Colombo, Sara De Battisti, Stefano Falcone, Davide Menegazzo, Massimo Nensi, Letizia Nuscis, Anita Serena, Matilde Stangher-

lin, Vittoria Stangherlin, e la timoniera Anna Mao, si è imposto in quello che è uno degli appuntamenti nell’ambito della Regata storica, in una manche secca di 750 metri tra il Ponte di Rialto e Ca’ Foscari, a bordo di galeoni storici. La competizione, giunta alla sua XIX edizione, quest’anno è stata attraversata da una protesta in aperta polemica con l’amministrazione e in particolare con il sindaco Brugnaro, che ha bollato il tutto come “provocazione inutile”. A sostegno della protesta, invece, si è dichiarata la segretaria del Partito Democratico, Monica Sambo, che ha chiesto al comune di schierarsi dalla parte dei cittadini per combattere il moto ondoso che sta devastando la laguna, dando finalmente corso al progetto Onda zero.

Oltre alla preparazione di tutto il necessario per l’accoglienza delle matricole, è stato un mese proficuo anche per quanto riguarda la realizzazione di nuovi spazi

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Eventi. Per l’occasione il 21 ottobre La Fenice riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe

Verdi

Grandi festeggiamenti per i 110 anni del Teatro Toniolo di Mestre

Il concerto de La Fenice sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro cittadino nel lontano 1912, quando sono iniziati i lavori per costruire il teatro

Il Teatro Toniolo spegne 110 candeline: l’apertura risale infatti al 30 agosto 1913, dopo un anno di lavori sotto la guida dell’architetto Giorgio Francesconi e su progetto dei fratelli Domenico, Marco e Giovanni Toniolo, imprenditori edili veneziani.

Per celebrare la nascita e la storia del teatro, il Comune di Venezia ha messo in piedi una serie di iniziative.

In particolare, il 30 agosto è stato svelato l’annullo filatelico che Poste Italiane ha dedicato alla ricorrenza, su una cartolina rievocativa creata per l’occasione che riproduce a sua volta una cartolina del 1916, proveniente dall’Archivio di Carlo Montanaro, con i saluti da Mestre sullo sfondo di un Toniolo con la duplice caratterizzazione di teatro e di cinema.

Il cuore dei festeggiamenti

però si preannuncia per sabato 21 ottobre: per l’occasione il centro di Mestre compie un tuffo nel passato immergendosi nelle atmosfere dei primi del Novecento, tra cui la giornata di apertura del 1913, che verrà vissuta in tutto e per tutto anche sul palco grazie al Teatro La Fenice, che riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe Verdi con una selezione di brani dall’opera a 110 anni dall’apertura del Teatro Toniolo, e con le scenografie realizzate in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra gli interpreti, Armando Gabba (Rigoletto), Giulio Pelligra (il duca di Mantova) e Lucrezia Drei (Gilda). Il direttore è Marco Paladin, Orchestra del Teatro La Fenice.

“Mestre è stata all’esordio della carriera del grande musicista che conosceva il territorio e la nostra

città. Sarà quindi un onore per i nostri musicisti portare sul palcoscenico mestrino ancora una volta la sua musica” ha commentato il sovrintendente del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina. Il concerto sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro di Mestre al lontano 1912: tra le 16.30 e le 18.30 Piazza Ferretto sarà infatti animata dalle rievocazioni di scene di vita dell’epoca, un mercato dei mestieri antichi e tradizionali, oltre che dall’intrattenimento per grandi e piccini con il Teatro dei Burattini, cantastorie, gruppi di

musiche e danze popolari, comici di strada, acrobati, e la Fanfara del Regio Esercito. Gli artisti si esibiranno a rotazione spostandosi in diversi posti all’interno dell’area scenica, in modo da dar vita a una sorta di flash mob dinamico.

“Un anniversario per raccontare la storia di questo Teatro, sempre con una visione contemporanea, rivolta in particolare ai giovani, che cerchiamo di coinvolgere nelle iniziative che continuiamo a programmare. Come, ad esempio, le iniziative del Teatro La Fenice nelle scuole e l’ac-

cordo “Venezia Città Campus” firmato con le università e le istituzioni culturali per permettere a chi studia a Venezia di coltivare le proprie passioni e di poter intraprendere percorsi lavorativi – ha commentato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – Essere attrattivi è la vera scommessa, siamo una grande Città Metropolitana, Stato da Mar e Stato da Tera ed è da momenti come questi che dobbiamo rileggere la nostra storia, ripartire dalle nostre radici per costruire insieme e in modo trasversale il futuro.”

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Gemini basket Mestre. La squadra è parzialmente rinnovata rispetto allo scorso anno

Novità e tanto entusiasmo in vista del nuovo campionato

Entusiasmo e voglia di lavorare hanno caratterizzato il raduno della Gemini basket Mestre che, agli ordini del confermato coach Cesare Ciocca, a metà agosto ha cominciato a lavorare al Palavega di Trivignano, impianto dove il team mestrino continuerà ad allenarsi nel corso della prossima stagione.

Per quanto riguarda le partite casalinghe del campionato di serie B invece si disputeranno il sabato sera al Palasport Taliercio, sede storica a cui la squadra ha fatto ritorno proprio nel corso degli scorsi playoff.

La Gemini arriva a questo nuovo campionato con una squadra parzialmente rinnovata rispetto a quella che ha sfiorato il salto in A2 l’anno scorso. Sotto canestro i principali movimenti dove sono partiti Bortolin e Di Meco per fare spazio a Lenti – Livorno sponda Pielle – e Ivan Morgillo (Petrarca Padova); novità anche fra le guardie dove Bugatti (Brianza Basket) e Perin (San Vendemiano) subentreranno a Conti e Rossi.

Afferma il coach Ciocca: “Sulla carta ci sono squadre che valgono più di noi, ma poi come sempre sarà il campo a

parlare. Noi come lo scorso anno faremo del lavoro e della determinazione il nostro marchio di fabbrica. Sono convinto che questo gruppo potrà dire la sua all’interno di un campionato che si preannuncia molto complicato, ma nel quale Mestre farà di tutto per arrivare il più in alto possibile”. Per il direttore generale Samuele Marton, la squadra “è di fatto una neopromossa perché dopo la rivoluzione dei campionati dello scorso anno praticamente è una categoria più in alto”. “Mestre ha sempre voglia di crescere, lo ha fatto in questi anni e continuerà a farlo ma ora dobbiamo pensare a consolidare il nostro gruppo senza precluderci alcun traguardo ma anche con-

sapevoli che ci sarà molto da combattere e che potrebbero arrivare anche dei momenti difficili” aggiunge.

Infine il main sponsor Giorgio Querci titolare di Gemini: “Arriviamo da una stagione entusiasmante che ci ha riportato al Taliercio, la nostra voglia però è quella di crescere ancora per questo chiedo ai mestrini di fare loro questa squadra venendo a tifare i ragazzi. Abbiamo la possibilità di rivivere le grandi emozioni sportive che il Basket Mestre ci ha regalato negli anni ’80, chi c’era deve tornare al Taliercio, per i più giovani è una grande occasione per vivere e sentire propria questa squadra che ha tutti i presupposti per emozionarci ancora”.

Tante novità per il Venezia che punta sempre più in alto

Ci sono state tante novità prima dell’inizio del campionato di serie B che il Venezia ha inaugurato al meglio con una vittoria per 3-0 al Penzo contro il Como il 20 agosto. A raccontarle al nostro mensile è il presidente del Venezia Duncan Niederauer. “È stata una pausa estiva intensa per il Venezia FC. Abbiamo inaugurato Ca’ Venezia, il nostro centro sportivo ed headquarter all’avanguardia. A giugno inoltre la nostra squadra femminile ha vinto la Coppa Italia di categoria, un grande risultato e il primo trofeo mai vinto da una squadra femminile del Venezia FC. Abbiamo infine avviato un rapporto a lungo

termine con Falcade, dove la prima squadra ha svolto un proficuo ritiro a luglio”.

“Il progetto dello stadio di terraferma – ha aggiunto il presidente – ha guadagnato abbrivio e, grazie alla guida del sindaco Brugnaro, il piano per la costruzione di un nuovo stadio in cui potremmo giocare le nostre partite già nel 2026 sembra essere sulla buona strada”.

“La squadra dell’anno scorso è stata costruita per tornare in serie A e non abbiamo badato a spese per raggiungere questo obiettivo. Non ci siamo riusciti e abbiamo fatto una serie di cambiamenti durante la stagione. Gli arrivi di An-

tonelli, Vanoli e di alcuni nuovi giocatori hanno cambiato in meglio la nostra stagione e il nostro club. Siamo orgogliosi del lavoro di Filippo Antonelli, Paolo Vanoli, Cristian Molinaro e Gianleonardo Neglia e crediamo che possano fornire leadership, impegno e continuità. La nostra volontà è avere in rosa giocatori che vogliono fortemente essere qui e che si impegnano nel progetto. Abbiamo investito molto per creare un ambiente in cui i nostri giocatori possano avere successo e ci aspettiamo che siano partner del nostro progetto” ha concluso il presidente del Venezia Duncan Niederauer. (c.a.)

“Sulla carta ci sono squadre che valgono più di noi, ma poi come sempre sarà il campo a parlare. Noi come lo scorso anno faremo del lavoro e della determinazione il nostro marchio di fabbrica” afferma il coach Cesare Ciocca

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#Regione

Veneto sta facendo la sua parte ma l’Europa è distante e assente”

Con l’arrivo dell’autunno non si parlerà più di emergenza migranti, almeno non nei termini usati in queste ultime settimane. La questione, però, resta più aperta che mai e gli sbarchi, dopo la fisiologica flessione invernale, riprenderanno la prossima primavera e di nuovo si tornerà ad usare il termine emergenza. Sotto pressione, ancora una volta, i sindaci e i prefetti, alle prese con la gestione degli arrivi e le tensioni che inevitabilmente si creano. L’accoglienza diffusa è indicata come la via maestra ma le difficoltà non mancano. Nei mesi scorsi il presidente del Veneto Luca Zaia aveva proposto una cabina di regia con gli enti locali per sperimentare forme di accoglienza diffusa. A caldo, complici le numerose tensioni, questa proposta non fu raccolta. Guardando però al futuro dei prossimi mesi una strategia condivisa è ormai irrinunciabile anche se di difficile realizzazio-

ne. Zaia intanto tende la mano ai sindaci. “Sono i sindaci che hanno conoscenza dei propri territori - mette in chiaro - e sanno quale è il livello di ospitalità che possono garantire o hanno garantito. Non dimentichiamo che il Veneto ha dato ospitalità e un progetto di vita a oltre 550 mila migranti, che si sono insediati e integrati e rappresentano il 12 per cento popolazione regionale”. Zaia continua sottolineando che “i sindaci stanno facendo la loro parte ma non possiamo continuare a chiamarli all’appello, pensando che si possa ospitare all’infinto. Al di là della sostenibilità, serve dignità nell’ospitalità.

Ma c’è anche una comunità che sta cambiano pian piano fisionomia e che avrà bisogno di modificare i propri modelli educativi, di servizi dell’educazione. Di questo nessuno parla”. Intanto resta sul piatto la necessità di dare una risposta di fronte all’emergenza.

“Con questi numeri la situazione

è insostenibile e l’Europa è latitante, - aggiunge il presidente del Veneto - è il convitato di pietra. Ma a voi sembra normale che l’Europa percepisca Lampedusa come il confine italiano, quando è lo stesso migrante che arriva a Lampedusa a pensare di essere in Europa. Ma l’Europa non c’è. Andate a chiedere in Ue che fine

ha fatto la redistribuzione dei migranti che sbarcano e arrivano in Italia. Praticamente siamo a zero. Molto spesso, infine, stiamo dando assistenza per lo più a migranti economici, si pensi solo che solo l’8 per cento dei migranti arrivati avrà il riconoscimento dello status di rifugiato. Questo dà la dimensione dello sforzo che

dedichiamo anche ai migranti economici, quando invece dovremo dedicarci ad ospitare chi veramente scappa dalla morte. L’Europa - conclude il governatore - deve prendere la situazione in mano, e lo dice un europeista convinto, e non lasciare sola l’Italia che non può diventare il ventre molle del Mediterraneo”.

Mario Conte: “Noi sindaci in prima linea, costretti a fare i salti mortali”

“Si chiede di risolvere un problema alla radice partendo dalle foglie”. Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, sulla questione migranti sgombra il tavolo da ogni equivoco: “I sindaci sono l’elemento più basso della filiera, ma il problema deve essere risolto a monte”. Fa appello agli enti superiori, Europa in primis, affinché si mettano una mano sulla coscienza ed evitino uno scaricabarile che, via via, arriva fino ai comuni, “con i sindaci costretti a fare i salti mortali senza strumenti, senza spazi, senza risorse, passando per quelli che non sono in grado di gestire e soprattutto dovendo dare spiegazioni alle comunità”. Secondo Conte infatti, se un’emergenza viene gestita bene, viene anche capita: “Perché le comunità reagiscono bene a fronte di organizzazione e scelte condivise e spiegate, ma se ci sono casualità, imposizioni e cattiva gestione allora reagiscono male. Il Covid ce l’ha insegnato”. Una linea di pensiero che in questi giorni viene analizzata in occasione

degli Stati Generali dei Comuni del Veneto, in programma a Verona, dove tra i tanti temi sul piatto c’è anche quello dell’emergenza umanitaria dei migranti. “Noi sindaci siamo disponibili a fare la nostra parte, ma non possiamo risolvere da soli i problemi della migrazione dall’Africa, fermo restando che oggi stiamo gestendo Africa, Afghanistan, Ucraina e comunità locali, perché le emergenze sociali in essere sono tantissi-

me”, precisa il primo cittadino di Treviso, sottolineando la fase particolarmente difficile che i comuni si trovano a vivere, dai costi elevati agli sfratti. “In questo momento storico tutto è molto più complicato e non si tratta di una questione di volontà. Parlo

con sindaci che politicamente dovrebbero essere molto più accoglienti, più aperti e disponibili, ma – racconta Conte – rispondono che non hanno né risorse, né spazi e temono, proprio per la fase particolare che stiamo attraversando, di non trovare nemmeno la sensibilità da parte della loro comunità”.Nella sua Treviso, alla ex caserma Serena, dal 2015 è attivo uno dei centri di accoglienza più grandi della regione. Passato da 600 a 180 presenze quando Matteo Salvini era ministro dell’interno, l’hub trevigiano in questi anni non è mai stato svuotato. Ora il riempimento è ricominciato. “Si va a fasi alterne, ma del resto o l’Europa decide di investire seriamente sui Paesi di partenza per cercarse di costruire un futuro a queste persone nei loro territori, oppure è necessario pensare a qualcosa di diverso”. Un gesto simbolico, un avvicinamento fra un’emergenza e un’esigenza, è in fase di realizzazione proprio in questi giorni. “Stiamo censendo le esperienze professionali

dei migranti che accogliamo alla Serena per provare ad avvicinare parte economica e sociale. Presenteremo l’elenco – spiega il sindaco di Treviso – alle aziende, agli artigiani, agli industriali. Poi però rimane il tema della casa, perché è davvero una questione tanto articolata”.

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Migranti. Zaia, “raggiunti i livelli massimi di ospitalità”, alla ricerca di una strategia oltre l’emergenza
“Il
Luca Zaia
Agli Stati Generali dei Comuni veneti di Anci un appello per l’emergenza umanitaria

Sergio Giordani (Padova): “Orgoglioso della nostra risposta”

“Sono assolutamente convinto che la scelta di collaborare a Ferragosto con la Prefettura sia stata giusta; la rivendico, e ha protetto la città, l’unica cosa che a me interessa. Spero sia chiaro a tutti che, in quei giorni, con tutti i “no” che venivano opposti all’accoglienza diffusa, se non avessi aperto io le porte a una soluzione temporanea, per senso di responsabilità e collaborazione Istituzionale, oggi a Padova con probabilità ora avremmo un hub”. “Sono orgoglioso, come sempre, della nostra straordinaria Padova e della sua gente. Dalle cittadine e i cittadini dei quartieri interessati, alle parrocchie, alle associazioni, alle scuole, alla Croce Rossa tutte e tutti hanno compreso la scelta temporanea ed emergenziale e hanno aiutato come potevano. Mi ha commosso sapere che dei bambini hanno fatto trovare delle lettere per i profughi. Questa è Padova, al netto delle grandi e piccole strumentalizzazioni”. “Ribadisco con schiettezza e serenità quello che ho sempre detto: sono contrario a maxi hub. Una scelta sbagliata e miope che rappresenterebbe un grave fallimento del sistema di gestione nazionale, un problema per la comunità, una soluzione non dignitosa per chi viene ospitato, con le ovvie conseguenze sul territorio. Farò tutto quello che posso fare per evitare imposizioni in questo senso nei prossimi tempi. A Padova come a Roma, lavoriamo perché si prenda atto che un’estate come questa sempre sull’orlo dell’emergenza non ci deve più essere. Usiamo il tempo che abbiamo davanti per trovare soluzioni virtuose frutto di buon senso, pragmatismo e cooperazione, soluzioni che, per essere buone, non possono che prevedere di sistemare queste persone in piccoli nuclei diffusi”.

(Vicenza):

“Come amministratori, siamo oggi chiamati a lasciare da parte valutazioni di mera utilità elettorale a breve termine e, invece, a concentrarci su soluzioni che siano effettivamente efficaci e utili per le nostre comunità. Dobbiamo anticipare i flussi migratori, lavorando a stretto contatto con le organizzazioni internazionali e nazionali, per sviluppare piani d’azione condivisi, chiari e ben definiti. Insieme a tanti altri sindaci del nostro Veneto e del paese, in questi mesi abbiamo insistito su un principio di base: dobbiamo distribuire equamente le persone all’interno di tutto il nostro territorio. Se tutti fanno la loro parte, proporzionalmente, questa è una sfida che possiamo vincere. L’accoglienza diffusa è un approccio che evita la concentrazione di migranti in un unico luogo, soluzione che si è già rivelata completamente errata. Ogni quartiere può contribuire in modo unico all’accoglienza, offrendo opportunità culturali, sociali e di lavoro. Questo è l’approccio che può contribuire a ridurre le tensioni e promuovere la coesione sociale. Dobbiamo investire in servizi che promuovano l’integrazione linguistica, culturale e sociale dei migranti. Una persona che arriva nei nostri territori deve trovare un’abitazione dignitosa, ma deve anche avere modo, rapidamente, di conoscere la nostra lingua e le nostre tradizioni per potersi integrare. Su queste basi sono estremamente disponibile a lavorare nei prossimi mesi con Governo, presidente Zaia e i miei colleghi sindaci, nella speranza di arrivare alla prossima estate senza trovarsi, un’altra volta, punto a capo, ma capaci di affrontare la questione con uno sguardo lungo e vincente nella gestione dei flussi migratori.”

“Il legislatore non assegna ai Sindaci ruoli specifici nella gestione dei migranti, ma non possiamo non fare la nostra parte anche perché ci sono due aspetti decisamente dirimenti. Il primo è rappresentato dalle ricadute sui territori: la regia nazionale ha il bisogno e il dovere di confrontarsi; il secondo è legato al tipo di risposta e ai servizi da garantire. Purtroppo temo che, come è già stato in passato e come avviene su certi temi delicati, che diventano elettorali, le polemiche prendano il sopravvento sul dialogo. Io non mi stancherò mai di ripeterlo: il fenomeno migratorio va gestito con criterio nella distribuzione dell’accoglienza che, ricordo, è in capo alle Prefettura, ma serve un supporto delle amministrazioni. Questo ovviamente risolverà parte della questione, ma non basterà perché le prefetture hanno bisogno anche del dialogo con il privato sociale, con le realtà che con competenza e professionalità possono seguire questi fenomeni. Altrimenti tutto viene esasperato. Oggi il Comune sostiene 62 rifugiati, tra cui donne e minori, con l’accoglienza diffusa. Al momento invece non abbiamo spazi a portata di mano da gestire, già pronti, come Cas. Credo, semmai, che uno degli ambiti su cui si potrebbe investire di più sia quello di dialogare con associazioni di categoria come quelle dell’agricoltura, o Confcommercio: hanno l’accesso ai flussi, controllati, per quanto riguarda ambiti lavorativi. Le aziende hanno bisogno di lavoratori. Io confermo la mia disponibilità a lavorare in questo senso con tutti quelli che comprendono che non è con i grandi Hub che si può fare il bene del nostro Paese e di queste persone costrette alla fuga dai loro territori di origine”.

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Il dibattito. Gli interventi dei sindaci di Padova, Vicenza e Verona
“Accoglienza diffusa, siamo pronti al confronto”
Giacomo Possamai
“Anticipare i tempi, ciascuno faccia la sua parte”
Damiano Tommasi (Verona): “Collaborare con le prefetture e il privato sociale”

L’intervista. L’analisi del coordinatore Flavio Tosi, dai

“Forza Italia in Veneto è sempre più forte, adesioni coerenti con un partito in crescita”

Si parla molto in questo momento dei cambi di partito che stanno interessando alcuni gruppi, soprattutto la Lega. Chiediamo a Flavio Tosi, coordinatore veneto, com’è la situazione di Forza Italia?

“Oggi Forza Italia a livello nazionale, anche perché abbiamo un leader credibile, capace e competente come Antonio Tajani, riesce a dare l’affidabilità che gli elettori cercano. Una volta c’era più ricerca di demagogia, più populismo nelle scelte, ma oggi prevale il pragmatismo e la concretezza che Forza Italia riesce a offrire. Anche a livello veneto oggi siamo considerati un partito in crescita, con una base che si allarga e con persone credibili e capaci di amministrare. Insomma, stiamo recuperando il terreno che una volta in Veneto avevamo perso”. Ci sono nomi in questi cambi che stanno facendo scalpore. Può confermarne qualcuno?

“Finchè non si fanno annunci ufficiali, per rispetto degli interessati, non confer-

mo nulla. È vero però che di settimana in settimana comunicheremo nuove adesioni a tutti i livelli, comunale, provinciale e regionale”. Quindi è vero che c’è un certo fermento?

“Assolutamente sì. Oggi Forza Italia è un partito forte, i sondaggi ci danno come secondo partito a livello nazionale. Non siamo più il terzo partito. Questo porta ovviamente a nuove adesioni: Forza Italia, contrariamente a quanto dicevano i

corvi di sventura, è in crescita”. La scomparsa di Silvio Berlusconi ha aperto necessariamente una nuova fase nel partito e ci si presenta a due appuntamenti importanti prossimamente: le elezioni europee del 2024 e le elezioni regionali nel 2025. Come sta lavorando Forza Italia per consolidare la crescita del partito?

“D opo la scomparsa del nostro grande presidente molti prefiguravano sciagure. Il nome

di Berlusconi e quello di Forza Italia sono stati un binomio inscindibile, ma i nostri elettori votavano e votano il partito per i valori al suo interno. Finora siamo stati un partito con poche sedi, pochi iscritti, poche riunioni: ora stiamo riorganizzando Forza Italia affinché diventi più presente sul territorio, anche in vista delle europee e delle amministrative. L’anno prossimo si vota in più di metà dei Comuni del Veneto e dell’Italia: è fondamentale avere un partito vero, organizzato e presente”. Tema regionali. Se Zaia non potesse ricandidarsi, si è fatto il nome Flavio Tosi. È uno scenario possibile?

“A ndrebbe prima compreso se ci sarà un altro mandato per Luca Zaia. In questo scenario, ovviamente sarebbe lui il naturale candidato. A oggi tuttavia, se si dovesse fare una scommessa, è molto poco probabile che ci possa essere un ulteriore mandato. In questo caso dunque nel 2025 si andrà a votare in nove regioni e a quel punto

Tajani, Meloni e Salvini si confronteranno e faranno le loro proposte in base anche al risultato delle prossime europee. In questo contesto la Lega è già molto rappresentata, dunque è normale che Fratelli d’Italia e Forza Italia avanzeranno una loro proposta”.

L e figure politiche di cui nelle prossime settimane verrà confermato il passaggio di partito rischiano di minare i rapporti degli alleati di centrodestra?

“A ssolutamente no. Quello che conta è che resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Per molto tempo Forza Italia ha visto propri iscritti andare in altri partiti di centrodestra, dunque il fenomeno opposto resta comunque fisiologico. Nessuno degli alleati si pone il problema: quello che conta è che si resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Anzi, in verità stiamo assistendo a migrazioni anche da altri partiti come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico”.

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nuovi ingressi agli impegni elettorali
Falvio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia.

Economia. L’assessore regionale Roberto Marcato illustra le recenti attività

Ventidue nuovi distretti del commercio

Attenzione allo sviluppo del commercio locale per ridare vita ai centri urbani, tutela dell’ambiente attraverso interventi di bonifica dei “siti orfani” e promozione delle eccellenze che danno lustro all’artigianato veneto. Sono questi alcuni dei fronti, tra gli altri, sui quali Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, energia e Legge Speciale per Venezia si sta muovendo in queste settimane mettendo a disposizione risorse e iniziative a sostegno del tessuto produttivo veneto, a tutti i livelli. Riguardo al commercio prosegue infatti l’impegno della Regione nel favorire la nascita e l’attività di nuovi distretti del commercio, sia urbani che territoriali, diventati uno strumento fondamentale per rilanciare e ravvivare la rete di negozi e attività di centri grandi e piccoli.

Agli inizi del mese Marcato ha annunciato infatti l’approvazione da parte della giunta della delibera che iscrive nell’apposito elenco regionale 22 nuovi distretti del commercio (13 distretti urbani e 9 ter-

ritoriali) con il coinvolgimento di 39 Comuni. Sale così a 139 il totale dei distretti regionali (95 urbani e 44 territoriali) con il coinvolgimento di 248 amministrazioni comunali.

“Il modello dei distretti del commercio - commenta l’assessore - si sta dimostrando sempre più vincente rispetto all’obiettivo di rivitalizzare i centri urbani del Veneto. Lo dimostra anche quest’anno il numero di richieste ricevute, ma soprattutto la qualità dei

progetti presentati. Abbiamo continuato a lavorare molto in questi anni con i Comuni, attraverso l’ANCI, e con le associazioni di categoria per arrivare a far sì che i distretti diventassero strumenti efficaci e davvero i risultati ci danno ragione.

I distretti del commercio oggi in Veneto sono strumenti già collaudati e apprezzati dagli imprenditori, che, grazie alla stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, stanno diventando vero e proprio volano per il rilancio commerciale del nostro tessuto urbano e delle attività che lo rendono vivo”.

Non viene meno poi l’attenzione all’ambiente e alla laguna di Venezia con il via libera ai nuovi interventi dei “siti orfani” contaminati con l’obiettivo di completare la riqualificazione entro i primi tre mesi del 2026. I “siti orfani” sono aree contaminate il cui ripristino risulta essere, per diverse motivazioni, a carico della pubblica amministrazione, principalmente ai Comuni. In questi casi responsabile

dell’inquinamento non è stato individuato o non risulta individuabile oppure, se identificato, non provvede agli adempimenti previsti dalla normativa in materia di bonifiche di siti contaminati, né vi provvede altro soggetto eventualmente interessato, come ad esempio il proprietario privato dell’area. Ora la Regione finanzierà con 31,3 milioni del Pnrr dieci interventi. Di questi sei sono ricadenti nel territorio del Bacino scolante nella Laguna di Venezia, situati nei comuni di Spinea, Cavallino Treporti, San Martino di Lupari (PD) e Venezia (tre interventi) per un importo pari a 19 milioni di euro; quattro invece nel restante territorio regionale e riguardano i Comuni di Adria, Portogruaro, Isola Rizza e Sarego, per un importo di 12 milioni di euro.

“Prosegue senza sosta il lavoro di tutela dell’ambiente e la nostra preziosa laguna a supporto delle amministrazioni comunali - spiega Marcato -. Si tratta di cifre importanti che confermano il nostro impegno per porre rimedio al

grave problema dei siti orfani. Negli ultimi anni, a partire dalle risorse legate alla Legge Speciale per Venezia, abbiamo messo in campo un numero crescente di finanziamenti per garantire la restituzione alle rispettive comunità di aree che sono state inquinate da gente senza scrupoli. In questo caso grazie al Pnrr, mettiamo a disposizione ulteriori risorse, di cui una parte importante nel territorio del Bacino Scolante nella Laguna di Venezia.

L’assessore inoltre ha presentato l’edizione 2023 di “The Venice Glass Week”, il festival internazionale dedicato all’arte vetraria che ha coinvolto oltre duecento realtà partecipanti in 250 eventi tra Venezia, Murano e Mestre.

“La Regione ha, da sempre, voluto essere vicina a questi maestri artigiani. - conclude - E lo facciamo anche con la The Venice Glass week per raccontare al mondo quale unicità straordinaria sia il vetro di Murano. Qui celebriamo la capacità di reazione e resistenza di questi maestri artigiani, artisti straordinari”.

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Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico

La pubblicazione. In Veneto sono 3.700 i prodotti della filiera corta

“Sapori del Territorio”, un viaggio alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche locali

Raccontare la bellezza e la bontà che nascono sui territori, valorizzando i prodotti e i produttori che, da sempre, sono i veri custodi delle tradizioni enogastronomiche locali: è per questo che Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha dato vita nel 2015 a “Sapori del Territorio”, il brand che negli oltre 500 punti vendita delle cinque regioni in cui l’azienda è presente, raccoglie oggi più di 8.800 referenze a scaffale provenienti da oltre 1.000 produttori locali. Nel solo Veneto sono 3.700 i prodotti presenti nei punti vendita che arrivano da 700 produttori della regione. Un progetto con il quale Aspiag Service rafforza il legame profondo con i territori, promuovendo le filiere corte, raccontando i migliori prodotti della tradizione italiana regionale, i loro artigiani produttori e i luoghi dove nascono. “Sapori del Territorio”, infatti, non parla solo di prodotti ma della storia delle persone che li realizzano, strettamente connessa ai territori di provenienza, un racconto che Aspiag Service Despar ha scelto di valorizzare con attività e iniziative di comunicazione che hanno lo scopo di rendere riconoscibili i pro-

dotti di eccellenza attraverso un marchio dedicato che contraddistingue le referenze regionali all’interno del punto vendita, mettendo in risalto le caratteristiche e le peculiarità del prodotto e, soprattutto, delle aziende produttrici locali. A questo scopo Aspiag Service Despar promuove anche degustazioni ed eventi per far conoscere a fondo le caratteristiche delle produzioni a chilometro zero fungendo da cassa di risonanza per quei piccoli artigiani del buon cibo che meritano di essere conosciuti da quante più persone possibili.

“Sapori del Territorio” è inoltre una te-

stimonianza concreta della strategia di sviluppo sostenibile di Aspiag Service Despar che ha proprio tra le sue linee guida l’importanza di valorizzare il territorio e le migliori produzioni locali, generando evidenti benefici positivi in ambito economico, sociale e ambientale, con l’obiettivo di accompagnare le imprese locali verso nuove vie di sviluppo, di crescere in modo etico rispettando l’ambiente e di valorizzare gli aspetti della cultura di un territorio che passano anche attraverso un elemento profondamente identitario come i prodotti della tradizione.

IL PUNTO

di Annamaria Buso

Un rapporto sempre più stretto con i produttori locali: quando la GDO accorcia la distanza tra produttore e cliente

1.Quando è iniziata la storia di Lattebusche e come è cambiata nel tempo la Cooperativa?

Lattebusche è una cooperativa che ha sede a Busche, in provincia di Belluno, zona ricca di pascoli ai confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO. Nata nel 1954 per iniziativa di 36 Soci fondatori, la Latteria Sociale Cooperativa della Vallata Feltrina, oggi Lattebusche, è passata in quasi 70 anni di storia da piccola azienda locale a importante realtà del settore lattiero caseario. Ha sempre mantenuto i valori e i pilastri su cui è stata fondata a partire dall’impegno di puntare sulla filiera produttiva locale utilizzando il latte dei propri Soci produttori. Una delle ragioni del successo di Lattebusche è la continua innovazione, assieme all’orientamento alla soddisfazione del Cliente e alla Qualità delle produzio-

ni. La gamma di prodotti è ampia e profonda: 4 formaggi DOP, come Piave, Grana Padano, Asiago e Montasio, formaggi tipici, latte, latticini e formaggi biologici, latte Alta Qualità e gelati a base di latte fresco.

2.Come è nata la collaborazione con Aspiag Service Despar e che cosa significa per voi essere parte del brand Sapori del Territorio in termini di valorizzazione dei produttori e delle filiere locali?

La collaborazione con Aspiag è nata molti anni fa ed è cresciuta nel tempo, sia in termini di presenza che di visibilità per i nostri prodotti nei loro punti vendita; una crescita graduale ma sempre in forte consolidamento. Da sempre ci accomunano i medesimi valori e filosofie aziendali, quali il rispetto e la valorizzazione del territorio e del suo tessuto socioeconomico. Sono proprio i prodotti

tipici di qualità, valorizzati in Aspiag con il brand “Sapori del Territorio”, il file rouge che lega Lattebusche a questo importante Gruppo e che ci permettono di tutelare la nostra Terra e i nostri Soci, “custodi” del nostro bellissimo territorio montano, notoriamente fragile e difficile da vivere.

3.Centrali nella strategia di sviluppo di Lattebusche sono la sostenibilità e il rapporto con il territorio, come li mettete concretamente in

pratica nella vostra attività?

Lattebusche è un’azienda che ha sempre cercato di crescere in armonia con il territorio, la fonte della propria eccellente materia prima, il latte fresco, che dona caratteristiche organolettiche distintive e talvolta uniche alle proprie produzioni. Fondamentale è anche l’impegno di Lattebusche nel garantire le condizioni per cui i propri Soci allevatori possano rimanere in montagna, mantenendo un presidio fondamentale per la cura dell’ambiente naturale. Al centro del progetto di Lattebusche c’è il consumatore. Per questo motivo l’azienda, oltre a continui e rigorosi controlli lungo tutta la filiera (oltre 500.000 all’anno), ha destinato importanti investimenti per l’aggiornamento tecnologico degli impianti produttivi, garantendo così elevati standard qualitativi e igienico sanitari.

Unire localismo e sostenibilità per generare valore condiviso, supportando un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile del tessuto produttivo locale, stringendo legami sempre più forti con i produttori del territorio: sono questi i presupposti su cui si fonda l’impegno di Aspiag Service Despar per valorizzare, attraverso la propria rete distributiva, i prodotti tipici realizzati grazie alla passione e alla competenza di tante imprese che hanno le loro radici nelle cinque regioni in cui siamo presenti. Un rapporto tra Aspiag Service Despar e i produttori locali che nasce dalla comune volontà di valorizzare le produzioni di eccellenza e che si fonda sulla consapevolezza degli aspetti positivi che una filiera corta presenta sia per i produttori che per il cliente finale in termini di sviluppo delle economie e delle realtà locali, di minor impatto ambientale, di maggiore trasparenza e tracciabilità e non ultimo della maggiore focalizzazione sulla qualità dei prodotti. Un legame con i produttori del territorio che ha anche lo scopo di facilitare la crescita del valore del sistema produttivo agroalimentare locale attraverso il potenziamento e l’innovazione di canali promozionali e di commercializzazione che possano favorire la nascita di sinergie e collaborazioni tra le diverse realtà. In questo quadro si inserisce la partecipazione di Aspiag Service Despar a manifestazioni ed eventi sul territorio quali “Made in Malga” e “Formaggio in Villa” che rappresentano occasioni per rafforzare la relazione con i produttori, ribadendo il ruolo di Aspiag Service Despar come promotore delle filiere locali all’interno del mercato della grande distribuzione.

www.lapiazzaweb.it 26 Regione
Responsabile progetto Sapori del Territorio Aspiag Service Despar Tre domande a Antonello Santi, Direttore Vendite e Trade Marketing di Lattebusche

All news. Informazione locale ogni 20 minuti. Dalle 7 di mattina tutti i giorni, tutto il giorno

Radio Veneto24 è davvero la radio che mancava

Grande entusiasmo intorno all’iniziativa editoriale che offre informazione locale no stop, in onda già su app, streaming, smart device

Data di nascita: lunedì 4 settembre 2023. Segni particolari: unica nel suo genere. È questa la carta di identità di Radio Veneto24, la prima radio all news in Veneto che ha ufficialmente iniziato le trasmissioni con il primo lunedì di settembre. Un successo travolgente per i primi giorni di messa in onda: innumerevoli i feedback positivi degli ascoltatori che hanno iniziato a seguire i notiziari e le rubriche quotidiane attraverso la app (per Ios e Android), i dispositivi smart, lo streaming nel sito. Radio Veneto24 ha dimostrato di essere davvero la radio che mancava, catalizzando l’attenzione dei veneti che hanno scritto, commentato, chiesto maggiori informazioni su questa iniziativa editoriale fortemente voluta da Give Emotions, editore anche dei mensili La Piazza e

della testata web quotidiana Lapiazzaweb.it.

I NOTIZIARI.

Radio Veneto24 propone informazione locale ogni 20 minuti. Dalle 7 di mattina tutti i giorni, tutto il giorno, la redazione si occupa di informare senza stop gli ascoltatori. Politica, cronaca, attualità, economia, ma anche informazione di servizio, cultura, sanità sono i temi che trovano spazio nei notiziari in continuo aggiornamento. Un flusso ininterrotto di notizie che sono scritte e lette dai due redattori: Marta Zatta e Mirco Cavallin, coordinati dal direttore Giorgia Gay. Sul campo, ogni giorno a raccontare le storie del territorio, ci sono i corrispondenti locali: Sara Busato da Padova, Marika Andreoli da Venezia, Elena dal Forno da Treviso, Antonio Di Lorenzo da Vicenza, Alessia Soriolo da Verona, Giovanni Monforte dal Veneto Orientale. A completare il team, lo speaker Matteo Zini, Calogero Gambino in produzione.

LE RUBRICHE

QUOTIDIANE.

Il palinsesto di Radio Veneto24 propone rubriche quotidiane a cura di opinionisti esperti in diversi settori: Riccardo Sandre per l’economia, Stefano Edel per lo sport, Micaela Faggiani per “Protagonisti a Nordest” e “Mondo Donna”, che vi abbiamo presentato nel precedente numero del nostro

Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto.

con la rubrica quotidiana “Alda Frequenza, Politica e dintorni”. Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto. Grande l’attenzione di Radio Veneto24 per lo sport, grazie a una redazione dedicata che si occupa di informare sulle discipline più seguite ma anche sugli sport minori. A cura di Stefano Edel è l’appunta-

serie A, B e C. Appuntamenti settimanali sono poi dedicati alla pallavolo (serie A e B) con Giovannni Monforte e al Rugby veneto di serie A e B con Cristiano Aggio, che si occupa anche di raccontare il calcio veneto “minore”. Al basket dà voce Mirco Cavallin, a cui è affidato anche il riepilogo degli appuntamenti del weekend sportivo, ogni sabato. Infine, spazio alle altre discipline sportive nella rubrica settimanale a cura di Monforte. Tra i contenuti quotidiani, trova anche spazio un appuntamento con il notiziario della giunta regionale del Veneto a cura dell’Agenzia Veneto Notizie.

ti e spettacoli”, mentre altre sono di imminente attivazione: Salute e Agricoltura. Insomma, il palinsesto già ricco è destinato a crescere ancora con l’unico obiettivo di informare, sotto ogni punto di vista.

COME ASCOLTARCI.

A casa, a lavoro, in mobilità: Radio Veneto24 è sempre accessibile. Al momento è possibile ascoltare i contenuti attraverso la app scaricabile negli store, con gli smart device attivabili attraverso il comando vocale “Alexa, fammi ascoltare Radio Veneto24”, in streaming dal sito www.veneto24.it. Imminente la diffusione anche nel si-

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Alda Vanzan
Regione

“Sindrome da rientro”, i segreti per ripartire alla grande

Lavoro, alimentazione, attività fisica: ricominciare nel segno del benessere

Si torna alla routine quotidiana

Settembre è un mese in genere difficile: ricomincia la routine quotidiana e, dopo le vacanze, è faticoso ritornare a mantenere i ritmi sostenuti della vita di tutti i giorni. La ripresa può essere impegnativa, a volte anche causa di stress – il lavoro, il traffico, le corseeppure qualche piccolo accorgimento per combattere la “sindrome da rientro” e ripartire ritrovando energia e motivazione può essere utile. Il rientro al lavoro e l’organizzazione delle giornate produttive, fra impegni scadenze e appuntamenti, sono passaggi che vanno affrontati gradualmente, per consentire a mente e fisico di riabituarsi alla routine pre-vacanza. Può essere una buona abitudine fare una programmazione compilando delle “to do lists”, “planning” con gli obiettivi da raggiungere nell’arco della giornata. Affinché si possa adempiere a tutti i compiti, è bene partire con pochi obiettivi e cercare di portarli a termine nel modo migliore possibile. E’ utile pensare al mese di settembre come un tempo per “carburare”, incrementando gradualmente la lista delle cose da fare, fino ad arrivare allo standard cui si è abituati. All’interno dei planning vanno inserite anche le attività lavorative. E’ stata dura riprendere a lavorare dopo un periodo di svago e ancora risulta faticoso mantenere i ritmi e gli orari di quando si è a pieno regime; il trucco è vivere questa fase con più serenità possibile, limitando l’ansia e cercando Prosegue alla pag. seguente

SETTEMBRE 2023 on-line: /category/salute/

Tornare a scuola senza avere nostalgia delle vacanze

Si torna alla routine quotidiana

Segue dalla pag. precedente

Ricominciare non è facile per nessuno e, come gli adulti devono riprendere a settembre la loro routine così anche i bambini e i ragazzi devono fare i conti con il tanto temuto inizio della scuola, dopo tre mesi di relax! Le vacanze sono già un ricordo lontano e la campanella di scuola ha già decretato il nuovo inizio ma ancora si fa fatica a trovare il ritmo giusto e la giusta concentrazione: bisogna svegliarsi presto, fare i compiti, studiare…. Ma ci sono anche gli aspetti positivi che rendono piacevole il ritorno a scuola: si ritrovano gli amici, ricominciano le gite, si può stare in compagnia e riprendono le uscite. Se da una parte, però, rivedere i compagni di classe può aiutare ad affrontare meglio la scuola, dall’altra, nonostante i libri delle vacanze estive, non si è più abituati alla routine scolastica fatta di compiti, verifiche, interrogazioni, lezioni… All’inizio può sembrare pesante, ma si può iniziare con il cambiare le abitudini: ad esempio, si potrebbe andare a dormire prima, in modo tale da fare meno fatica a svegliarsi la mattina più attivi per seguire attentamente le lezioni e fare i compiti. Bisogna, poi, sempre iniziare con calma e procedere gradualmente: i primi giorni è possibile ambientarsi facendo lezioni più brevi e meno intense, con un carico più limitato

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di compiti, in modo equilibrato senza eccessi faticosi che possono scoraggiare in partenza. Lo studio, poi, non deve occupare tutto lo spazio nella giornata dei ragazzi che devono poter coltivare le loro passioni.

È bene, dunque, insegnare sia ai più grandi sia ai più piccoli a pianificare la giornata: andare a scuola, fare i compiti dandosi degli orari e delle scadenze, per poi finire all’orario prestabilito e ricompensarsi con un’uscita con gli amici, la pratica di un hobby o di un’attività sportiva.

Lo sport, peraltro, è fondamentale per i ragazzi: aiuta a mantenerli attivi, a sfogarsi e a sviluppare la loro vita sociale.

Per muoversi di più, inoltre, i ragazzi, potrebbero andare e tornare da scuola a piedi o in bici!

Accompagnare l’attività scolastica ad una dieta sana ed equilibrata è fondamentale: mangiare bene migliora lo sviluppo fisico e cognitivo dei ragazzi, aiutandoli a mantenere la concentrazione in classe, durante il pomeriggio mentre studiano e fanno i compiti e anche nelle attività sportive.

Ci può essere l’ansia soprattutto per chi inizia un nuovo percorso e non conosce nessuno e cambia insegnanti; in questo caso, anche se un po’ di paura ci può stare, è bene contenerla e vivere il passaggio con curiosità ed entusiasmo verso nuovi obiettivi di crescita.

di svolgere al meglio le incombenze lavorative, la cui mole all’inizio è bene sia contenuta per poi incrementare con progetti più impegnativi in un secondo momento. Dopo le vacanze, inoltre, è bene tornare ad una sana alimentazione, dopo le concessioni e gli abusi estivi. Questo non significa sottoporsi ad un regime alimentare punitivo e restrittivo, ma semplicemente corretto e bilanciato: una persona che segue uno stile di vita sano tutto l’anno non compromette il lavoro svolto per qualche giorno di relax! Le vacanze, al contrario, possono essere produttive anche da questo punto di vista perché aiutano a ricaricare il corpo e la mente abbassando i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress che è causa, ad esempio, di gonfiore e ritenzione idrica. Non produce risultato ridurre drasticamente le calorie: il corpo e la mente non daranno gli stimoli giusti per le attività della ripresa già di per sé faticosa e impegnativa; al contrario si può optare per una dieta bilanciata nei suoi macronutrienti e con i dovuti sfizi che una volta a settimana sono più che meritati. Non va trascurata l’idratazione che aiuta ad eliminare il gonfiore, a drenare i liquidi in eccesso, ma anche a mantenere il tono muscolare. Si riparte anche con l’attività fisica che scarica le tensioni e fa stare bene. Anche in questo caso il segreto è la gradualità con cui si torna a praticare l’esercizio fisico, per ritrovare lentamente durata ed intensità negli allenamenti, stabilendo degli obiettivi raggiungibili e per questo gratificanti nei risultati non solo sul piano fisico ma anche psicologico. Le sedute di allenamento vanno programmate con cura e nel rispetto dei propri limiti. Riprendere piano piano tutte le attività, iniziando a mangiare sano e facendo movimento, il tutto gradualmente senza imporsi di riuscire a raggiungere immediatamente i livelli precedenti alle vacanze rappresenta dunque un buon inizio. Calma e pazienza, insomma, sono le parole chiave. Può sembrare stressante pensare alla routine quotidiana e questo è il motivo per cui è bene dedicare del tempo al relax ma anche continuare a praticare attività all’aria aperta, proseguendo anche se in modo più limitato ciò che più di frequente si fa nel periodo estivo: uscite, passeggiate, viaggi, senza rinchiudersi drasticamente in spazi chiusi. Fra le attività da praticare all’aria aperta potrebbe essere una buona idea quella di fare un po’ di meditazione; bastano anche pochi minuti al giorno! La meditazione aiuta ad abbassare i livelli di cortisolo e migliora lo stato di salute. Aiuta, insomma, ad affrontare le giornate, soprattutto quelle stressanti, in modo lucido e controllato. Aiuta, inoltre, a migliorare la respirazione e a bruciare gli accumuli di adipe migliorando il metabolismo. Bisognerebbe, poi, per far fronte a giornate piene ed impegnative, dedicare il giusto tempo al sonno: almeno 8 ore a notte gli adulti, 10-12 ore i più piccini. La mattina si è più ricchi di energie, con ricadute positive anche sull’attività cerebrale. Infine, è bene ritagliarsi qualche momento da dedicare a qualcosa che sia appagante e che faccia stare bene: una giornata di shopping per ricompensarsi, una serata fuori con gli amici, un pomeriggio al parco…; insomma ogni tanto è anche giusto dedicarsi una piccola coccola, prendersi del tempo da regalare a se stessi e alle passioni per compensare gli sforzi che si fanno durante l’anno e di cui si capisce la mole proprio al rientro dalle vacanze, quando diventa difficile la ripresa. Per ricominciare e per portare avanti una routine che durerà gran parte dell’anno è bene, dunque, avere equilibrio e consapevolezza, gli eccessi al contrario non aiutano!

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Giovani e Salute

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