Il Vicenza_Nov24

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Il rischio c’è, anche se non ci pensiamo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nell’affollata galleria di immagini su alluvioni e disastri naturali di vario genere, alla quale contribuisce in buona parte anche il nostro Veneto, hanno trovato posto le terribili istantanee e sequenze rimbalzate quasi in tempo reale da Valencia. L’onda di acqua e fango che travolge una città intera e che non lascia scampo a centinaia di persone ci annichilisce e ci spaventa, non solo per le drammatiche conseguenze ma anche perché solleva in noi una domanda: “Ma questo, potrebbe accadere anche da noi?”. A rispondere ci penseranno gli esperti e gli addetti ai lavori, pur consapevoli che gli effetti dei cambiamenti climatici, al di là delle contrapposte posizioni, tendono sempre ad alzare l’asticella della nostra percezione di ciò che viene definito “straordinario”. Negli ultimi anni, questo è un dato di fatto, gli eventi estremi si sono moltiplicati, la quantità d’acqua che cade dal cielo è via via cresciuta e i tempi si sono accorciati, i chicchi di grandine si sono fatti sempre più grossi e distruttivi, i periodi di siccità più lunghi e ravvicinati. Prima della Spagna c’è stata l’Emilia Romagna, con i vasti e ripetuti allagamenti, e anche nel nostro Veneto facciamo spesso i conti con la fragilità dei nostri centri urbani, dei nostri territori sempre più cementificati, della rete di scolo che non regge.

segue a pag 3

VICENZA È UNA CITTÀ

CHE CRESCE E INVESTE IN GIOVANI E FORMAZIONE

Rimesso a nuovo lo studentato e inaugurati nuovi corsi universitari d’eccellenza

Servizio a pag. 4

Il dibattito

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Vicenza

Vicenza

Nuove opportunità

LE SFIDE DEL VENETO, GLI ASSESSORI RISPONDONO

Federico Caner e Cristiano Corazzari ospiti a Radio Veneto24 fanno il punto su turismo, agricoltura, edilizia residenziale

Servizio a pag. 19

AUTONOMIA, ANCORA SCONTRO TRA LE FORZE IN CAMPO

Sette anni dopo il referendum in Veneto prosegue il cammino per definire le competenze in capo alle Regioni

Servizio a pag. 15

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LDifendere l’identità veneta per guardare al futuro

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

’identità del Veneto non è solo la celebrazione di un passato straordinario: è la spinta propulsiva per il nostro futuro culturale ed economico. Pensate ai Colli Euganei appena riconosciuti dall’UNESCO: un patrimonio che non rappresenta solo una bellezza naturale, ma una promessa di crescita sostenibile e innovativa, capace di attrarre turismo e investimenti. segue a pag 3

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EsplorandoVI, il nuovo plastico della città per vivere un’esperienza multisensoriale

Un nuovo plastico che riproduce la città di Vicenza è da qualche settimana a disposizione in Basilica Palladiana. Si tratta di uno strumento realizzato in stampa 3D, pensato principalmente per l’utenza non vedente e ipovedente, per le persone sordocieche con particolare attenzione alle diverse abilità visive ma potrà essere utilizzato da ogni tipo di pubblico.

Consente di comprendere ed esplorare la morfologia della città: con il tocco della mano è possibile attivare audioguide esplicative in corrispondenza dei principali punti di interesse culturale.

Il plastico è stato sviluppato da Shape 3D Veneto con il supporto della sezione provinciale di Vicenza dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con la collaborazione tecnica di Andrea Santini.

È finanziato dal bando comunale “Comunque Capitale - Bando Produttori Culturali 2023” , rientra nei progetti “Musei per tutti” e “Vicenza inclusion” del Comune di Vicenza e nel progetto per promuovere il turismo accessibile della Regione del Veneto con l’Ulss8 Berica.

Per utilizzare il plastico si seleziona la lingua (inglese o italiano) toccando i sensori situati nel pannello frontale, apposite indicazioni in Braille permettono qui di individuare la selezione da effettuare.

Seguendo con le dita il cordino predisposto vicino al suddetto pannello per indicare il percorso principale nel centro storico, si possono intercettare i punti di interesse. Sulla sinistra, fuori dall’area centrale, si trova un secondo cordino che crea un percorso periferico di raccordo tra Monte Berico e Villa La Rotonda, situati a Sud-Est rispetto al centro.

In Basilica Palladiana, un percorso accessibile per persone con disabilità visive.

Difendere l’identità veneta per guardare al futuro

E non dimentichiamo le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Venezia, le Dolomiti, o le opere palladiane di Vicenza. Questi luoghi fanno del Veneto una regione da record per siti UNESCO, una terra unica che combina natura, cultura e architettura. La nostra forza è un’identità vibrante, che unisce tradizione e modernità, dalle produzioni artigianali che sono emblema del “saper fare” italiano, fino alla nostra capacità di fare impresa, da sempre motore economico del Paese. Il turismo nel Veneto, con un trend di crescita costante, si intreccia con la nostra tradizione enogastronomica e artigianale, offrendo un’esperienza unica che valorizza il territorio. Oggi più che mai, è fondamentale proteggere e valorizzare questa identità, anche attraverso strumenti come l’autonomia differenziata. Questa non è una riforma solo per il Veneto, ma un nuovo modo di gestire le risorse in modo più efficace, rispondendo meglio ai bisogni locali e promuovendo il potenziale di ogni regione. In un contesto globale incerto, l’autonomia è una chiave per moltiplicare le opportunità, garantendo che le eccellenze venete siano sostenute e che le nostre tradizioni siano un trampolino di lancio per l’innovazione. Siamo pronti a guardare avanti, con i piedi ben radicati nella nostra storia e lo sguardo deciso verso un futuro in continua evoluzione.

Il rischio c’è, anche se non ci pensiamo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

L’evento “eccezionale” ormai è un fenomeno sempre più ricorrente, con il quale fare i conti. Certo, i drammi del passato ci hanno spinto a reagire e a mettere in campo opere e iniziative per rendere più sicuro il nostro territorio. Dalle alluvioni del 2010 qualcosa è cambiato, in meglio, ma che questo possa bastare è una pia illusione. Il rischio c’è, anche se non vorremmo pensarci. Ma ce ne rendiamo conto ormai quasi ad ogni perturbazione. Accanto alle grandi opere come i bacini di laminazione, necessarie per raccogliere subito l’acqua in eccesso, gli esperti ricordano che va garantita anche una manutenzione costante e capillare, per tenere viva la nostra rete di scolo e tenere all’asciutto zone residenziali e industriali. A questo servono i Consorzi di Bonifica, realtà poco conosciute al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori e del mondo agricolo. A metà dicembre tutti i proprietari di terreni e abitazioni della nostra regione saranno chiamati al voto per il rinnovo dei consorzi. Cinque anni fa ci andarono in pochi, invece sono in ballo temi e decisioni che riguardano molti.

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Redazione:
Luca Zaia Governatore Regione Veneto continua

Nuove opportunità. Spazi per gli studenti e corsi d’eccellenza

Fondi ministeriali per riaprire lo studentato San Silvestro

Per lo storico studentato di San Silvestro, chiuso da oltre 12 anni, a seguito del sisma avvenuto all’epoca in Emilia-Romagna, forse è la volta buona. L’adozione del decreto del Ministero dell’università e della ricerca, che smobilita 187 milioni di euro per la fase 2 del Piano triennale dedicato alle residenze universitarie, porterà infatti a Vicenza quasi 2 milioni e mezzo di euro, con i quali si potrà finalmente dare il via ai lavori di ristrutturazione. Questo quanto meno è l’auspicio espresso da tutti gli esponenti politici vicentini, fatte salve le diverse e ovvie sfumature politiche, a seconda che il commento provenga dal centro destra o centro sinistra. Tutti d’accordo sul fatto che questo sia un ulteriore passo verso una Vicenza sempre più universitaria e che in questo modo si vada a “riempire” uno dei tanti buchi neri presenti in città e nell’immediata periferia: «Uno spazio che torna a vivere e riqualifica il quartiere di San Silvestro, offrendo una prima risposta al caro-alloggi per studenti e famiglie», commenta il consigliere comunale del Partito Democratico, Stefano Dal Pra Caputo. «Una tappa fondamentale per rafforzare la vocazione universitaria del territorio, ma anche un’occasione di riqualificazione urbana, che riporta decoro e nuova energia in una zona da tempo abbandonata». Gli

fa eco il deputato vicentino di Fratelli d’Italia, Silvio Giovine.

Detto ciò, ora ci si dovrà concentrare sull’avvio dei lavori: «Siamo pronti a collaborare con tutte le istituzioni coinvolte per garantire che i lavori procedano senza intoppi e nei tempi previsti – sottolinea Dal Pra Caputo -, offrendo agli studenti un ambiente adeguato alle loro esigenze e contribuendo al rilancio del nostro territorio».

Un risultato che secondo Giovine si inserisce in una strategia più ampia: «L’intero Veneto beneficerà di oltre 40 milioni di euro destinati alla creazione di nuove residenze universitarie – precisa Giovine -, e questo testimonia l’attenzione che il governo Meloni riserva alla residenzialità studentesca e al diritto allo studio».

Più cauta, sotto questo aspetto, la consigliera regionale del Pd Veneto, Chiara Luisetto: «Per evitare l’ennesimo fuoco di paglia delle promesse mancate – afferma -, è fondamentale un pressing finale. Farò opera di monitoraggio su questo finanziamento per chiudere questa annosa situazione e ripartire di slancio. Questa struttura avrebbe già potuto essere operativa: oltre alle risorse di Esu e a quelle che ancora il Ministero non sbloccava, già lo scorso anno avevo sollecitato la Regione con un emendamento al bilancio per chiedere uno

generazione

stanziamento di 700 mila euro e procedere urgentemente all’avvio dei lavori per il ripristino di 24 alloggi con 58 posti letto, di fondamen-

tale importanza in questo momento di emergenza abitativa che coinvolge in maniera pesante l’utenza universitaria».

Anche durante un’assemblea pubblica di qualche mese fa nei quartieri di San Silvestro, Sant’Andrea e Santa Chiara, era emerso il tema dello studentato: i residenti avevano infatti sottolineato l’importanza di restituire vitalità all’area attraverso questo progetto, che rappresenta un passo significativo per migliorare la vivibilitàe la sicurezza del quartiere.

A San Biagio inaugurato il quarto polo universitario: quello di Design dello Iuav di Venezia

“Università di Vicenza”, un titolo che la città ha perso dai tempi del Medio Evo, quando dopo un tentativo poco fruttuoso le fu preferita Padova. Che Vicenza, tuttavia, sia ormai una città universitaria a tutti gli effetti non è più in discussione da tempo. A dimostrarlo sono anche i 5 mila studenti che frequentano i vari corsi nei poli universitari di viale Santa Margherita, San Nicola e contra’ Barche.

Da poche settimane, a questi, si aggiunge quello di San Biagio, dove, nell’edificio ex Aci, di proprietà del Comune, ha trovato sede il polo universitario di Design dell’Università Iuav di Venezia, la terza Università che fissa le radici in territorio vicentino, dopo quelle di Padova e Verona.

«Con un’operazione di rigenerazione urbana, abbiamo inaugurato la nuova

sede dello Iuav - evidenzia il sindaco. Giacomo Possamai -. Operazione resa possibile grazie all’intervento della precedente amministrazione con il sindaco Francesco Rucco e conclusa con la nostra, che ha stanziato risorse per concludere il cantiere. Tutto questo è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra consapevoli che la vocazione della città del presente e del futuro sia quello di sede universitaria».

È fuori di dubbio che l’inaugurazione dei nuovi locali, dopo che per un anno il corso di laurea dello Iuav era stato ospitato nella sede di viale Margherita, rappresenti per Vicenza e provincia, un’ulteriore occasione di crescita.

«Questo è un luogo speciale - ha concluso il sindaco - perché dal rinnovamento dell’edificio ex Aci, prende il via

un percorso di rigenerazione dell’intero quartiere: nell’ex carcere di San Biagio, adiacente alla sede, da decenni in stato di abbandono, nei prossimi mesi apriremo un parco urbano e successivamente una pista ciclabile verso il fiume che scorre a pochi passi». Alla cerimonia d’inaugurazione, oltre al sindaco, sono intervenuti il presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza Adamo Dalla Fontana, il Magnifico Rettore di Iuav professor Benno Albrecht e il direttore generale della Fondazione Cariverona Filippo Manfredi. Erano presenti, inoltre, Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, Giorgio Xoccato, presidente della Camera di Commercio, assessori e consiglieri comunali, i rappresentanti di varie istituzioni e gli studenti.(m.d.v.)

Mauro Della Valle

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L’indagine.

Le speranze e le paure dei giovani dell’Istituto Rezzara

Giovani e futuro tra paura e speranza: è stato questo il tema centrale del 56° convegno promosso dall’Istituto socioculturale Rezzara di Vicenza, che si è svolto nella seconda settimana di novembre al Centro Congressi di Confartigianato. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, la Provincia, Confartigianato Vicenza e il Centro Studi Cisl, aveva lo scopo di indagare le preoccupazioni che condizionano i giovani, in questo caso gli studenti delle classi quarte e quinte degli istituti superiori vicentini, nella progettazione del proprio futuro.

Come a dire, analizzare il presente per costruire il futuro, tenendo conto del parere di chi, quel futuro, lo dovrà vivere e riempire. Per questo motivo è stato elaborato un questionario che nelle scorse settimane è stato sottoposto ad oltre 1.500 ragazzi di 23 di-

versi istituti.

Una fotografia che indaga aspettative ed esigenze dei più giovani, che sono state poi al centro del dibattito nel corso del convegno. Autori del questionario i due ricercatori Stefano Dal Prà Caputo e Francesco Peron, che hanno illustrato alla folta platea l’esito delle domande poste ai ragazzi qui di seguito sintetizzate.

Questionario Giovani e Futuro

Alla domanda “Quale lavoro vorresti fare da grande?” il 24% ha risposto “non so”, mentre il 23% ha risposto l’imprenditore. Seguono il medico, l’insegnante, l’avvocato, l’ingegnere.

Il 52,8% vorrebbe un lavoro autonomo/in proprio. In alternativa piacciono le multinazionali e le grandi aziende, mentre la pubblica amministrazione si ferma al quarto posto.

Il 60% ha dichiarato di voler

lavorare dopo la laurea (magistrale o triennale), mentre il 17% dopo il diploma.

Cinque giovani su 10 (55,2%) indicano la soddisfazione lavorativa come primo parametro di importanza nel lavoro. I soldi sono al secondo posto con il 23,8% e la carriera lavorativa al terzo con il 10,3%.

La maggiore preoccupazione riguardo al futuro lavorativo è di essere sottopagato per il 64% dei giovani. Alla domanda, a cui si potevano dare 3 risposte, uno su due ha risposto la precarietà del lavoro. Il 20% teme di dover subire ricatti o vessazioni.

Otto giovani su 10 hanno dichiarato di voler avere un figlio in futuro.

In conclusione, il 72,1% dei giovani ritiene utile o molto utile un servizio di ascolto/ confronto con uno psicologo.

«L’Istituto Nicolò Rezzara -ha detto il presidente del Rezzara, Vincenzo Riboni- ha

voluto con questa ricerca e questo convegno, proseguire la riflessione iniziata lo scorso anno sul futuro delle nuove generazioni. Dalle ricerche si evidenzia come la paura del futuro influisca profondamente sulle scelte di vita dei giovani, individuando in questo filone uno degli irrisolti quesiti culturali che sottostanno alla difficoltà di guardare con serenità al domani sul fronte del lavoro, dell’im-

pegno, della partecipazione».

«Giusto parlare dei giovani come del nostro futuro, perché lo sono - ha aggiunto il presidente della Provincia Andrea Nardin- ma ricordiamoci che sono anche il nostro presente, ed è ai giovani che dobbiamo guardare nelle nostre scelte politiche. Questa indagine darà di certo spunti interessanti per chi è chiamato ad amministrare i territori». (m.d.v.)

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Un aiuto concreto. Decine di cittadini troveranno ospitalità al centro gestito da Caritas

Casa San Martino, aumenta ancora il numero di vicentini accolti

Il consueto appello della Caritas Diocesana Vicentina per la raccolta delle coperte da consegnare alle persone senza dimora in vista dell’emergenza freddo quest’anno non ci sarà. Il direttore di Caritas, don Enrico Pajarin ha infatti rassicurato che le scorte fatte durante gli scorsi anni basteranno a coprire anche il prossimo inverno, per chi non vorrà o non potrà accedere al ricovero notturno di Casa San Martino. Le coperte verranno distribuite sia presso il ricovero, sia tramite l’unità di strada della Caritas.

Tuttavia un appello don Pajarin lo ha voluto lanciare e riguarda la ricerca di volontari per Casa San Martino, che ospita persone senza fissa dimora. «Non stiamo parlando di clochard o di chi, per diversi motivi, ha scelto di vivere e dormire in strada – hanno spiegato don Pajarin e Lorenzo Facco, responsabile dell’area grave marginalità di Caritas –. L’ospitalità vale anche per loro, ma per la maggior parte dei nostri ospiti si tratta quasi sempre di una scelta dovuta a difficoltà impreviste, come la perdita del lavoro, il divorzio o la separazione dalla propria famiglia, a volte delle due cose messe insieme».

Le persone ospitate da inizio anno sono state 21 0, contro le 194 dello stesso periodo del 2023 (circa +18%) e sono in aumento i vicentini, maschi e femmine, accolti da inizio anno ad oggi. Si è infatti passati dai

28 maschi dello stesso periodo dello scorso anno a 39 e a 5 donne rispetto a nessuna; gli stranieri sono in diminuzione: da 165 a 154, mentre le donne sono state complessivamente 17 contro una nel 2023.

Per quel che riguarda le vicentine, si tratta soprattutto di persone trovate in strada e con fragilità psichiche, mentre per le straniere si tratta di rientri in Italia dopo una permanenza in altri Paesi. Il profilo medio degli uomini vicentini è invece quello di un cinquantenne che ha perso il lavoro e la casa e che si ritrova quindi a dormire per strada o in auto. I pernottamenti totali sono dunque saliti a 12.331 (contro i 10.841 del 2023), con una media di circa 41 persone ospitate per notte (la capienza massima è di 50 posti).

Trattandosi di un dormitorio frequentato in prevalenza da uomini, le donne, dopo la prima accoglienza di emergenza, vengono indirizzate verso servizi a loro dedicati. L’età media delle persone ospitate è di circa 40 anni e il periodo di permanenza varia dai tre ai quattro mesi. Infatti, anche grazie ai

“Servizi-segno” di Caritas e alla rete di collaborazione tra istituzioni, enti e terzo settore, molti degli ospiti in meno tempo rispetto al passato, riescono a trovare opportunità di occupazione e un minimo di autonomia.

«È da alcuni anni che assistiamo ad un aumento del numero di accoglienze – conclude don Pajarin –. Ciò è sicuramente legato all’aumento delle fragilità presenti nel territorio a causa del continuo innalzamento del costo della vita e a causa dell’instabilità internazionale e della povertà che spingono moltissime persone a lasciare i loro Paesi per raggiungere l’Italia».

Per tenere aperto e vigilato il ricovero notturno serve una turnazione piuttosto elevata di volontari. Di qui l’appello di Caritas a chiunque voglia dare una mano. «I volontari – ha detto don Pajarin sono l’anima di tutte le azioni di accoglienza, sostegno ed accompagnamento delle persone che ci chiedono aiuto e reinserimento sociale. Nello specifico, per prestare servizio in Casa San Martino e Casa Santa Lucia (struttura diurna che offre mensa, segretariato sociale, docce e lavanderia), da settembre a giugno sono attivi i corsi di formazione base per nuovi volontari (info: Segreteria Caritas: tel. 0444304986 – dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 oppure via mail: volontariato@caritas.vicenza.it). (m.d.v.)

Alla Borghesi la nuova sede dell’ITS Academy Meccatronico Veneto

Un altro tassello, o “buco nero”, come vengono definite le aree degradate della città, ha trovato una per ora parziale soluzione. Legata anche questa, come quella del polo universitario di San Biagio (di cui si parla in questa stessa pagina), all’arrivo di un polo di alta formazione in area meccatronica. Si tratta della nuova sede centrale dell’ITS Academy Meccatronico Veneto, all’interno dell’ex caserma Borghesi in Borgo Casale, a pochi passi dallo Stadio e dall’Università di

viale Margherita. «Il recupero di quest’area – ha detto in occasione della posa della prima pietra il sindaco Giacomo Possamai - è un altro passo importantissimo per la rigenerazione urbana della città. Un luogo dove convergeranno centinaia di studenti e che torna a riprendere vita, simbolo di una città che vuole rimettersi in marcia, che ha voglia di correre e di crescere. Che chiude i suoi buchi neri e che li fa ritornare luoghi pieni di vita». Il recupero di quest’area

parte da lontano: Il Comune e l’amministrazione provinciale, proprietaria del compendio immobiliare, hanno infatti sottoscritto nel 2019 un protocollo d’intesa propedeutico alla sua valorizzazione. L’immobile, già destinato dalla pianificazione comunale al potenziamento dell’offerta scolastica, aveva infatti bisogno di una puntuale disciplina normativa che consentisse l’inserimento di più funzioni collegate all’istruzione, tra cui alcuni spazi per l’Università di Vicenza.

Al via la modalità invernale di accoglienza per chi non ha dove dormire: un fenomeno crescente che Caritas continua ad affrontare con attenzione e generosità

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Apindustria e Caritas. Insieme per offrire opportunità di inserimento

Un progetto sociale per dare lavoro ai Rifugiati in difficoltà

Sono già al lavoro nelle aziende che hanno aderito al progetto i 10 partecipanti alla seconda edizione del corso di formazione organizzato da Apindustria Confimi Vicenza, in collaborazione con Associazione Diakonia onlus, ente gestore dei servizi della Caritas Diocesana Vicentina.

Si tratta di un’iniziativa che ha coinvolto 8 persone con lo status di richiedenti asilo o di titolari di protezionale speciale e internazionale, mentre i restanti 2 sono cittadini in Italia già da diversi anni, nell’ottica di favorirne il reinserimento lavorativo. La fase formativa, dedicata alle tecniche di saldatura, ha avuto una durata di 136 ore e si è svolta all’Istituto San Gaetano di Vicenza, che ha messo a disposizione il personale docente e le attrezzature di officina. Ora, come detto, è iniziato un tirocinio di 3 mesi presso alcune imprese del territorio, individuate tramite Apindustria.

L’iniziativa fa seguito ad un primo corso già organizzato nei mesi scorsi, nell’ambito del medesimo progetto, dedicato alle lavorazioni meccaniche e alle attività di assemblaggio, a seguito del quale 7 partecipanti su 10 al termine del tirocinio hanno poi trovato lavoro all’interno delle aziende vicentine.

«Trattandosi di un percorso più specialistico rispetto al precedente – ha detto il presidente di Apindustria, Mariano Rigotto -, ci aspettiamo risultati ancor più confortanti. In tal senso, fa ben sperare il riscontro che abbiamo avuto dagli imprenditori. Un ringraziamento va anche alla Prefettura di Vicenza per il contributo informativo sulle norme relative all’ingresso e l’accoglienza dei migranti. Le aziende stanno affrontando uno scenario di mercato difficile – ha concluso Rigotto -, ma l’inserimento lavorativo di queste figure, rimane un’opportunità per le nostre imprese, soprattutto alla luce del calo demografico che sta già impattando sul mercato del lavoro e che si farà sentire

ancor più in futuro».

L’investimento complessivo, considerando anche il primo corso, è di circa 60 mila euro, finanziati da Apindustria, Camera di Commercio e Banca delle Terre Venete. «Questa iniziativa – ha sottolineato il direttore di Caritas, don Enrico Pajarin – non solo dà dignità a persone che altrimenti rischierebbero di rimanere ai margini della società, ma dimostra l’importanza di fare rete tra mondo imprenditoriale, terzo settore e formazione».

Il progetto “C.A.S.A: l’autonomia attraverso il sostegno abitativo

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Sono quasi 100 le persone che nell’arco di 10 mesi sono state accolte nelle strutture di social housing di Caritas diocesana vicentina nell’ambito del progetto “C.A.S.A. – Cammini di Autonomia attraverso il Sostegno Abitativo”, promosso dall’Associazione Diakonia onlus (ente gestore dei servizi-segno di Caritas Diocesana Vicentina) con il sostegno del Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo. Complessivamente sono 76 uomini e 18 donne, 82 adulti e 12 minori (sono infatti stati accolti anche 8 nuclei familiari). Per quel che riguarda la provenienza, 19 sono italiani, 49 dall’Africa, 15 dall’Asia, 3 dall’America Latina, 7 da paesi europei extra UE e uno da un paese UE. Sono invece 18 o volontari Caritas coinvolti nel progetto.

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«Si tratta di un’iniziativa a favore di persone che si sono trovate in una temporanea condizione di difficoltà abitativa e/o socioeconomica – spiega Carla Cabitza, referente del servizio-segno ‘Social housing’ di Caritas Diocesana Vicentina e operatrice dell’Associazione Diakonia onlus –. I beneficiari, individuati attraverso i diversi servizi-segno e sempre in stretta collaborazione e sinergia con i servizi pubblici dei Comuni e delle Ulss o con altri enti del terzo settore, sono stati accompagnati in un percorso di autonomia, partendo da un’accoglienza temporanea nelle tre strutture di social housing (Casa Beato Claudio Granzotto a Vicenza, Casa San Giorgio a Quinto Vicentino e Casa Madre della Misericordia a Scaldaferro di Pozzoleone), in attesa di poter trovare una migliore e autonoma soluzione abitativa».

«I risultati del progetto dimostrano quanto il tema della casa sia grande attualità – commenta don Enrico Pajarin, direttore di Caritas Diocesana Vicentina –. Basta veramente poco per rischiare di trovarsi senza un tetto: la perdita del lavoro, una separazione conflittuale, una malattia… C.A.S.A. ha voluto dare risposte concrete a chi si è trovato in queste condizioni, evitando che cadessero nella marginalità estrema, il che ha permesso loro di progettare con una maggiore serenità il loro futuro nell’autonomia».

Ambiente e sicurezza: continuano le polemiche tra maggioranza e opposizione

«La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta. Non possiamo permettere che Vicenza resti sotto scacco di fenomeni criminali mentre la Questura vede ridursi drasticamente il proprio personale. È fondamentale aprire un tavolo di confronto con tutte le istituzioni coinvolte per trovare una soluzione concreta e tempestiva a questa emergenza». Le parole di Simona Siotto, ex assessore alla cultura nella Giunta guidata da Francesco Rucco, ricalcano gli avvertimenti sul tema lanciati più volte da un altro ex assessore, in questo caso alla sicurezza, Nicolò Naclerio. A preoccupare non sono solo gli organici della Polizia locale e i mezzi a loro disposizione (vedi la polemica estiva sull’uso del

taser), ma anche la situazione della Questura, diventata insostenibile, anche a detta delle forze di maggioranza, con in testa il sindaco Possamai.

«Con l’approvazione al trasferimento di 15 agenti e ulteriori richieste in arrivo, Vicenza si trova in una condizione di grave carenza di personale – ha sottolineato Siotto –, in pratica sottorganico di 36 unità, con numeri destinati a peggiorare. Occorre intervenire con urgenza e a tal fine incontrerò sindaco, prefetto e questore, per un aggiornamento sulla situazione attuale e per discutere delle possibili soluzioni».

Altro tema portante, sul quale è intervenuto direttamente l’ex sindaco Francesco Rucco, è quello dell’ambiente e più speci-

ficamente dell’ecosistema urbano 2024, sondato da una specifica inchiesta di Legambiente e Ambiente Italia, basata su una serie di indicatori che riguardano la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti, la mobilità sostenibile, il consumo di suolo, le risorse idriche e l’uso di energie rinnovabili.

«L’indagine – evidenzia Rucco - segnala criticità importanti per Vicenza, che evidenziano problemi nella gestione della mobilità pubblica e sostenibile, nell’efficienza della raccolta differenziata e nella qualità dell’aria, con elevati livelli di inquinanti e mostrano un ulteriore peggioramento della posizione di Vicenza. Nella classifica di Legambiente e Ambiente Italia, Vicenza è scesa dal 49° posto nel 2023 al 51° nel 2024,

evidenziando una preoccupante tendenza negativa, che prosegue il declino dal 37° posto occupato nel 2022.

Dati che non possono essere ignorati – conclude Rucco -, altrimenti, il rischio è quello di veder ulteriormente deteriorare la nostra qualità di vita, con

conseguenze gravi per la salute pubblica e per l’attrattività della città».

Sul risultato negativo evidenziato dall’indagine, è intervenuta anche la consigliera regionale vicentina

Silvia Maino: «In Veneto le città che fanno meglio di Vicenza ci sono, eccome –ha detto-. Per capire come investire sul verde, mi permetto di consigliare al Comune di Vicenza di guardare sul territorio e a casi studio positivi come quello di Roberto Longo, il manager in pensione che con la sua associazione nata col ‘Guerrilla gardening’ in pochi anni ha piantato 1 .000 alberi. Un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale e al quale va tutto il mio plauso».

Aumentano le multe per chi abbandona i rifiuti, installate 6 nuove telecamere

«Vicenza è una città con quattro ecocentri e 600 isole ecologiche, per cui non c’è nessuna giustificazione per chi abbandona i rifiuti fuori dai cassonetti o per chi non fa la raccolta differenziata». Con questa premessa il sindaco Giacomo Possamai ha annunciato l’aumento delle sanzioni e relative pene pecuniarie nei confronti di chi abbandona i rifiuti nel territorio comunale. Una linea dura che si è tradotta con una delibera contro i trasgressori che non si attengono alle corrette modalità di conferimento dei rifiuti: una decisione, maturata a causa della recrudescenza di un fenomeno di degrado urbano.

«L’abbandono dei rifiuti – ha detto Possamai -, crea disagio e sporcizia nei nostri quartieri e non è accettabile. Abbiamo deciso quindi di mettere

in campo un’azione su due fronti. Da una parte un’attività di comunicazione in più lingue con Agsm Aim Ambiente, per spiegare come fare la raccolta differenziata. Dall’altra il pugno di ferro con un aumento importante delle sanzioni e dei controlli in borghese della polizia locale vicino alle isole ecologiche e l’implementazione di sei nuove telecamere con l’intelligenza artificiale, che rilevano automaticamente chi conferisce i rifiuti fuori dai cassonetti».

Le nuove pene pecuniarie sono le seguenti: per chi effettuerà uno smaltimento con una non corretta separazione di rifiuti riciclabili, ci sarà ora un aumento della sanzione da 225 a 250 euro. Per chi depositerà o abbandonerà all’esterno degli appositi contenitori i rifiuti prodotti, ci sarà aumento da 300 a 400 euro. Per chi de-

positerà i rifiuti in orari e luoghi diversi da quelli stabiliti, l’aumento sarà da 50 a 100 euro. Chi invece getterà, spanderà, lascerà cadere o deporrà qualsiasi rifiuto solido o liquido sul suolo pubblico, o introdurrà rifiuti nelle caditoie o pozzetti stradali, o se gli immetterà negli scarichi fognari, vedrà un aumento da 50 a 100 euro. Smaltire la frazione residua non riciclabile del rifiuto, inserendola all’interno di un sacchetto aperto o comunque non ben chiuso, avrà poi un aumento da 50 a 1 00 euro. Chi introdurrà negli appositi contenitori per i rifiuti urbani del materiale ingombrante, rifiuti accesi, o rifiuti riciclabili, vedrà una sanzione aumentata da 50 a 300 euro. Stesso aumento, da 50 a 100 euro, per qualsiasi comportamento che possa dare origine a disordini di tipo igienico ambientale.

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Mauro Della Valle

Anagrafe. Una guida esperta per districarsi nella burocrazia

Un team di esperti a disposizione dei cittadini per la Carta d’identità elettronica

Il Comune di Vicenza offre un servizio di supporto per attivare la Carta d’identità elettronica, con esperti disponibili in vari punti “Digitale Facile” della città.

Il Comune l’ha definito “nuovo servizio di facilitazione digitale”. Di fatto, un team di esperti sarà a disposizione dei cittadini che intendono attivare la Carta d’identità elettronica (Cie). Il servizio è già attivo, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, all’anagrafe decentrata nell’ex circoscrizione 3 di Villa Tacchi e da novembre anche a Palazzo degli Uffici. Il team di esperti è composto da tre facilitatori di “Sherpa”, spinoff dell’Università degli Studi di Padova, incaricata dal Comune di Vicenza per l’erogazione del servizio.

La Carta d’identità elettronica, oltre a garantire il riconoscimento personale in modo più sicuro, consente di accedere a servizi digitali della pubblica amministrazione e di sottoscrivere digi-

talmente documenti elettronici.

I Punti “Digitale Facile” sono situati in diverse località del Comune di Vicenza e nei comuni limitrofi. Questi centri offrono non solo assistenza per l’attivazione della Cie, ma anche una vasta gamma di servizi legati alla trasformazione digitale, come la formazione su servizi online della pubblica amministrazione.

Per maggiori informazioni sui Punti “Digitale Facile” è possibile visitare il sito del Comune di Vicenza (https://www. comune.vicenza.it/Novita/ Avvisi/Centri-di-facilitazione-digitale-per-ricevere-assistenza-e-formazione-gratuite), i Punti Digitale Facile o seguire i canali social dell’Innovation Lab Vicenza (Instagram @innovationlabvicenza; Facebook: @ InnovationLab Vicenza).

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Una bella idea. Cuccioli in corsia per accelerare la guarigione

In Pediatria del San Bortolo un cane fa visita alla sua piccola padroncina

Per la prima volta un cane ha fatto visita alla sua piccola padrona ricoverata in Pediatria all’ospedale San Bortolo. L’incontro è stato possibile nell’ambito del progetto pilota di “Pet Visiting” avviato dall’Ulss 8 Berica con la collaborazione di AdA, Associazione amici degli animali, che

di vista affettivo molto più vicino, in questo specifico caso, alla propria padroncina.

Gli animali possono offrire un notevole supporto emotivo ai loro proprietari, in particolare nel caso dei pazienti pediatrici, ed è essenziale che questo legame non venga interrotto du-

rendo una risposta migliore alle terapie. Il tutto naturalmente garantendo il più rigoroso rispetto delle normative igienico-sanitarie. Questo progetto pilota intende creare un percorso regolamentato e chiaro per consentire ai bambini degenti da più di cinque giorni, presso la Pediatria

prevede la possibilità, per i piccoli pazienti ricoverati, di ricevere la visita del proprio cane.

La differenza tra la “normale” attività di sostegno psicologico ai piccoli pazienti grazie ad animali appositamente addestrati, sta nel fatto che, in questo caso, l’animale è di proprietà e dunque dal punto

rante il periodo di degenza, poiché comporta numerosi benefici anche sul piano clinico.

Ecco allora – hanno spiegato i medici -, che la Pet Visiting può far parte a tutti gli effetti del percorso di cura, migliorando l’umore dei bambini ricoverati, riducendo i loro livelli di ansia e di stress e dunque favo-

Avviata, per la prima volta in Italia

dell’ospedale San Bortolo, di ricevere la visita del proprio cane, se di età superiore ai 6 mesi e con regolare iscrizione all’Anagrafe canina regionale, munito di microchip e certificazione e valutazione del veterinario di fiducia che attesta lo stato di buona salute e le regolari vaccinazioni dell’animale.

in una ricicleria comunale, la raccolta degli scarponi da sci usati

Alla Ricicleria ovest di Vicenza è stato attivato il servizio di raccolta differenziata degli scarponi da sci alpino per il loro riuso e riciclo. Si tratta del primo servizio di questo tipo avviato in Italia in un centro di raccolta comunale, frutto dell’adesione al progetto “Recycle your boots” di Comune di Vicenza, Agsm Aim Valore ambiente e Insieme cooperativa sociale, gestore per conto di Aim ambiente della Ricicleria ovest.

Gli scarponi non riutiliz-

zabili e non riciclabili saranno consegnati ad impianti che si occupano di gestire lo scarto avviandoli a smaltimento o termovalorizzazione. Questo nuovo servizio, avviato in estate alla Ricicleria ovest, ha permesso di recuperare 65 paia di scarponi, di cui 25 destinati al riutilizzo, mentre gli altri sono in attesa di essere valutati per il riciclo. Il progetto “Recycle Your Boots” è stato avviato dal gruppo italiano leader mondiale nella produzione di at-

trezzatura sportiva Tecnica Group e finora ha raccolto e dato nuova vita a oltre 28 mila paia di scarponi usati in tre anni, consegnati gratuitamente dagli utenti in negozi di attrezzatura sportiva, noleggi in montagna o comprensori sciistici, di 1 3 diversi Paesi Europei. Ora il progetto fa un ulteriore salto di qualità dando avvio al primo punto di raccolta pubblico, dove gli scarponi usati di tutte le marche potranno essere conferiti dai vicentini nell’apposito contenitore.

Pet Visiting: progetto pilota permette visite dei cani ai piccoli pazienti di Pediatria al San Bortolo per un sostegno emotivo durante la degenza.

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Emozioni. Un cartellone ricco di eventi tra prosa e musical

Aperta la stagione del Teatro Comunale

L a nuova stagione artistica 2024-25 del Teatro Comunale di Vicenza, si è aperta ai primi di novembre e si chiuderà dopo quasi sette mesi di programmazione a fine maggio.

Tra le novità assolute sono i concerti live di musica rock ed elettronica, novità del cartellone con quattro serate di grandi live.

Nessuna novità, solo grandi certezze per la sempre attesissima stagione di danza, con artisti e compagnie nazionali e internazionali di rilievo, che si apre il 21 novembre con una prima nazionale Frida.

La prosa presenta una pluralità di linguaggi di scena e contenuti che vanno dalla commedia brillante a quella più amara; dalla rivisitazione dei grandi classici, alla tragedia shakespeariana, al teatro di Eduardo De Filippo e tanto altro ancora.

Al Ridotto, spazio più contenuto e più adatto a narrazioni, sono previsti monologhi, riletture di ispirazione letteraria, per arrivare al teatro civile e di protesta.

Un mix di generi, dunque, che vanno dalla narrazione alla tradizione, senza dimenticare l’intrattenimento, con produzioni innovative e contemporanee, accanto a titoli più legati alla tradizione.

La concertistica presenta il suo format consolidato: protagonisti grandi solisti, ensemble blasonati e formazioni cameristiche, con un programma musicale che abbraccia capolavori di 40 autori che vanno dall’epoca rinascimentale ai giorni nostri.

Anche la stagione di musica sinfonica conferma la sua programmazione “classica”, che alterna la OTO-Orchestra del Teatro Olimpico guidata dal suo direttore principale, il maestro Alexander Lonquich ad altri prestigiosi direttori ospiti.

Il circo contemporaneo assume un ruolo sempre più significativo nella programmazione del Comunale, tra i primi teatri italiani ad inserirlo stabilmente in stagione.

Gli spettacoli fuori abbonamento sono appuntamenti particolarmente attesi: i

generi sono quelli “a grande richiesta”: family show, musical, cabaret, danze della tradizione, gospel, operetta naturalmente con musica dal vivo e one man show, 16 titoli e oltre 20 date.

Da segnalare: “Shrek. Il Musical” e “Grisù. Un drago senza paura!” e quattro i musical in edizioni speciali: “Cabaret. The musical”, nella nuovissima fantasmagorica interpretazione di Arturo Brachetti; “Aggiungi un posto a tavola” nell’edizione che ne celebra il 50°; “Saranno famosi. Fame il musical”, per concludere con “Cats”, uno dei musical maggiormente rappresentato, con 18

anni di repliche a Broadway e del West End di Londra.

Tre gli spettacoli di cabaret: i sempre attuali Ale e Franz con “Natale e Franz Show”, Pierpaolo Spollon, e l’ormai “classico” Pojana, protagonista lo straordinario

“Da Bellini a Palladio: visite guidate”

Andrea Pennacchi. Immancabile il concerto di gospel durante le feste con “Gospel in Vicenza 2025” e il balletto natalizio per eccellenza, “Lo Schiaccianoci”, presentato dal Balletto Nazionale Armeno.(m.d.v.)

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Si chiude in bellezza, è proprio il caso di dire, il 2024 per i vicentini e i turisti amanti dell’arte. Una nuova proposta culturale, infatti, si aggiunge a quelle già presenti che invitano alla scoperta delle bellezze artistiche e architettoniche della città. “Da Bellini a Palladio, il Rinascimento vicentino” è il titolo di una nuova visita guidata in programma ogni domenica mattina, nei mesi di novembre e dicembre e durante alcune giornate di festa natalizie, per la precisione quelle del 26 e 31 dicembre. Residenti e turisti avranno l’opportunità di andare alla scoperta della Chiesa di Santa Corona e delle Gallerie di Palazzo Thiene. L’iniziativa, cofinanziata da Comune di Vicenza e Camera di commercio di Vicenza, è organizzata dal Consorzio Vicenza è e dalle Guide turistiche abilitate e va ad aggiungersi al tradizionale tour del sabato pomeriggio “Scopri Vicenza”. Santa Corona, con il suo interno gotico, con presbiterio realizzato da Lorenzo da Bologna nella seconda metà del XV secolo, ospita numerose e importanti opere pittoriche e scultoree. Tra queste, il capolavoro di Giovanni Bellini “Il Battesimo di Cristo”, collocato sull’altare Garzadori, opera attribuita a Rocco da Vicenza e l’”Adorazione dei Magi” di Paolo Veronese Palazzo Thiene, originale esempio di architettura rinascimentale, fu ideato da Giulio Romano e realizzato da Andrea Palladio, ospita la parte più significativa delle raccolte d’arte della ex Banca Popolare di Vicenza. Si tratta di dipinti realizzati tra il XVI e il XIX secolo, principalmente di autori veneti, tra cui Bellini, Veronese, Montagna, Maganza, Fasolo, Fogolino, i Bassano e scultori come Vittoria, Carpioni e Marinali. E poi le ceramiche della manifattura Antonibon e le collezioni dei piatti popolari veneti dell’Ottocento, la raccolta di stampe dei Remondini e le sculture di Arturo Martini. Un nuovo spazio permanente è interamente dedicato alle opere dello scultore vicentino Nereo Quagliato. Il costo della visita è di 10 euro a persona, comprensivo del biglietto di ingresso per entrambi i siti. Ingresso gratuito fino ai 12 anni. Partenza alle 10 dall’ufficio iat- Informazioni e accoglienza turistica di piazza Matteotti 12. Durata della visita: due ore. Prenotazione consigliata: 0444320854, iat@comune. vicenza.it, www.vicenzae.org

Vicenza

Michele Nicolin: “Il nostro obiettivo è formare uomini, oltre che calciatori”

S

ono circa 300 i ragazzi del vivaio del L.R. Vicenza, divisi tra attività agonistica, attività di base e scuola calcio. Michele Nicolin, responsabile del settore giovanile, ha tracciato le linee guida del modo di lavorare della società del Menti. Il 55enne è giunto alla sua settima stagione in biancorosso ed è un punto di riferimento per il Lane. Ha raccontato il suo impegno e la sua passione per questo ruolo. “Sono vicentino, e ho un passato sia da calciatore che da allenatore nel settore giovanile. Qui mi sento a casa,” afferma Nicolin, che sta agendo nella direzione di un progetto che va oltre il calcio, con l’obiettivo di formare non solo futuri atleti, ma anche uomini con valori solidi. La sua visione per il settore giovanile del Vicenza sposa, dunque, in primis, la formazione dell’individuo: “Vogliamo aiutare tutti i giovani che indossano la maglia biancorossa nel loro percorso di crescita, consapevoli che non tutti diventeranno calciatori professionisti, ma che potranno diventare ottime persone. Puntiamo a formare prima l’uomo, con

valori come educazione, disciplina e rispetto, e poi il giocatore, che beneficerà dei princìpi acquisiti durante il percorso”. Nella selezione dei talenti, Nicolin e il suo team adottano una strategia mirata. “Il nostro obiettivo principale è quello di portare avanti i ragazzi in un percorso a lungo termine, senza stravolgere le rose da una stagione all’altra. Per noi è importante scegliere giocatori che abbiano delle qualità tecniche. Manteniamo, però, uno sguardo prioritario sulla componente umana, la voglia di sacrificarsi e di lavorare sodo”. Anche nella scelta degli allenatori e dello staff, Nicolin mantiene alti

standard etici e professionali: “Se vogliamo formare uomini e calciatori, non possiamo sbagliare il profilo umano dei collaboratori. Per i nostri allenatori, le competenze calcistiche devono andare di pari passo con le qualità morali”. Il dialogo tra il settore giovanile e la prima squadra del Vicenza è costante e costruttivo, come sottolinea Nicolin: “Con la prima squadra c’è un confronto eccezionale. Non parliamo solo di tecnica, ma ci rapportiamo tra persone vere che lavorano per il bene della società”. Guardando al futuro, il responsabile del vivaio biancorosso ha obiettivi ambiziosi. “Vogliamo continuare a essere un modello di settore giovanile a livello nazionale, migliorando giorno dopo giorno curando ogni dettaglio. Non ci poniamo obiettivi specifici di risultati, anche se in questi anni abbiamo raggiunto tre finali Scudetto, vincendone una, e la final four di Serie A. Il nostro obiettivo rimane quello di aiutare ogni giovane a esprimersi al meglio delle sue potenzialità indossando la maglia biancorossa”. Stefano Parpajola

Natasha Spinello: “Vicenza è la città giusta”

Natasha Spinello, palleggiatrice e capitana della Volksbank Vicenza Volley, sta affrontando il suo secondo anno nella città del Palladio. L’ex Assitec Volleyball Sant’Elia ha intrapreso la stagione con tanta voglia e con un entusiasmo rinnovato. “Trovarmi in una città in cui non manca nulla è stato uno dei motivi per cui ho deciso di restare. Vicenza mi piace molto, se avesse anche il mare potrei considerarla come il posto in cui passare la vita,” racconta Spinello, soddisfatta per aver trovato un ambiente ideale per esprimere il suo gioco e per guidare la squadra. Spinello, parlando di futuro, mantiene un approccio concentrato sul presente: “non mi sbilancio sugli obiettivi sta-

gionali. Sono molto scaramantica e credo sia importante vivere ogni settimana puntando a fare il massimo. Dobbiamo crescere personalmente e come gruppo; i risultati saranno una conseguenza di questa attitudine”. Riguardo al suo team, la capitana non ha dubbi sulla forza del gruppo: “Siamo poche ma buone. Stiamo lavorando tanto e siamo già cresciute molto rispetto a inizio anno. Il segreto? Ci divertiamo e giochiamo in un clima di serenità. Ognuna sostiene l’altra e nessuna viene lasciata indietro”. Essere capitana per Spinello significa sostenere il gruppo e valorizzare ogni compagna: “Porto avanti la voce di tutte e cerco di dare ordine e stabilità quando serve.

Spero che passi il messaggio che tengo ad ogni ragazza della squadra”. Guardando al futuro, Spinello punta a migliorarsi, ma con il sorriso stampato in faccia. “Mi auguro di crescere e divertirmi in campo. Questo è il segreto per esprimere il massimo del proprio potenziale”. (s.p)

Il responsabile del vivaio L.R. Vicenza, Michele Nicolin, guida 300 giovani puntando alla loro crescita umana e sportiva, oltre il semplice calcio.

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#Regione

Il dibattito. L’anniversario tra celebrazioni e vivaci polemiche

Autonomia, a sette anni dal referendum lo scontro politico è più acceso che mai

Per Zaia e i partiti di centrodestra era doveroso celebrare il settimo anniversario del referendum sull’autonomia regionale e fare il punto sulla realizzazione di un progetto a lungo inseguito. Per l’opposizione invece è stato l’ennesimo evento propagandistico a spese dei cittadini, che nulla ha portato di concreto. Insomma il tema continua ad infiammare lo scontro politico e ad accendere gli animi, dentro e fuori il Consiglio Regionale.

Sette anni fa oltre due milioni di cittadini si sono espressi a favore di una maggiore autonomia regionale, un vero plebiscito che ha dato il via a un percorso politico e legislativo culminato nella legge approvata il 26 giugno scorso. Venezia ha ospitato la celebrazione dell’anniversario , alla Suola Grande di San Giovanni Evangelista. Anche in questa occasione il presidente Zaia, ha sottolineato come il referendum del 2017 sia stato un momento storico per il Veneto, un punto di partenza per un percorso

che ha trovato compimento nella recente legge sull’autonomia differenziata. “Oggi discutiamo di autonomia grazie all’ardore dei veneti- ha detto Zaia - che hanno sostenuto il referendum. È tempo di guardare avanti. Non possiamo tornare indietro. E per quanto riguarda il federalismo fiscale, finalmente sta prendendo slancio. Altre regioni, come Emilia-Romagna e Toscana, sono pronte a unirsi a questa richiesta. L’autonomia non è solo un aspetto giuridico o amministrativo. È un’opportunità per coinvolgere tutti i cittadini, non solo i veneti. Dobbiamo superare le leggende metropolitane, come quella della secessione dei ‘ricchi’, che nascono dalla non conoscenza. La spesa pubblica veneta è tra le più basse in Italia. Questo ci rende virtuosi nella gestione delle risorse. Dobbiamo fare in modo che altre regioni si uniscano a noi in questo percorso”. Quanto al tavolo nazionale già attivo, Zaia ha precisato: “Abbiamo già avviato discus-

sioni sulle prime nove materie di questa legge quadro. Il recente incontro di Bari ha messo in evidenza non solo le questioni legate all’autonomia, ma anche i problemi generali delle regioni.

A fare da sponda il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “I pochi che, miopemente, si ergono contro l’autonomia, si scordano che è la nostra Costituzione a prevedere questo diritto. Una battaglia contro l’autonomia, pertanto, non è solo una battaglia contro il progresso, ma contro la Costituzione stessa. sarò sempre in prima linea per combattere le falsità e la propaganda contro l’autonomia, e per far rispettare il volere democratico di milioni di veneti”. Alberto Villanova, capo dell’intergruppo Lega, ha accusato il Partito Democratico di voler fare da guastafeste, criticando la loro opposizione a un evento che, invece, celebra la fine di uno stato centralista e dirigista. Sonora la stroncatura di Andrea Martella, segretario

veneto del Pd: “Questa pseudo festa è l’ennesima cortina fumogena per distrarre l’opinione pubblica dall’affanno della sua azione di governo e dal fatto che lo stesso Zaia sa che questa autonomia non la vogliono nemmeno i suoi alleati. Noi non siamo contro l’autonomia e abbiamo avanzato in tutte le sedi le nostre proposte ma ribadiamo la nostra contrarietà a quella differenziata proposta dal governo”.

Anche Vanessa Camani, capogruppo del Pd, ha ha accusato la maggioranza di aver trasformato un’occasione di approfondimento in una ker-

messe celebrativa della legge Calderoli, con l’aggravante dell’uso di fondi pubblici. Elena Ostanel, di VCV, ha lamentato l’assenza di un contraddittorio, suggerendo che l’evento avrebbe potuto essere finanziato con fondi di partito. Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione, ha definito l’iniziativa come pura propaganda. Intanto la Lega tira dritto non sembra intenzionata a fermarsi, come dimostra il sondaggio lanciato dal presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, sulla percezione del Veneto dal punto di vista linguistico. (n.s.)

Faccia a faccia Camani - Venturini in diretta sull’autonomia a Radio Veneto24

Confronto infuocato in diretta su Radio Veneto24 tra Elisa Venturini, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e Vanessa Camani, Capogruppo PD: materia del contendere, manco a dirlo, l’autonomia.

Camani è partita subito all’attacco: “Eravamo molto curiosi di sentire quale sarebbe stato l’indirizzo che il presidente della Regione voleva dare a questo percorso verso l’autonomia differenziata. In realtà non ha detto assolutamente nulla, non ha detto quali saranno le funzioni su cui si vorranno concentrare perché ha da una prima lettura sembra che vogliano tutto e soprattutto non ha detto come questi scampoli di funzioni dentro sole nove materie potranno essere utili al Vene-

to.”

“A livello regionale come Forza Italia – ha replicato Elisa Venturini - abbiamo presentato la proposta di legge che poi ha portato all’indizione del referendum per l’autonomia e siamo talmente convinti che nel nostro simbolo, in Veneto, compare la scritta autonomia. Ci rendiamo conto della difficoltà nel far condividere questo percorso a livello nazionale, perché Forza Italia è un partito nazionale e all’interno sono presenti varie anime territoriali. È chiaro che noi dobbiamo cercare di fare capire anche alle altre componenti del partito che provengono da altre parti d’Italia qual è la necessità e quali sono le ricadute positive che ci possono essere per l’autonomia con

l’autonomia non solo per il territorio veneto, ma anche a livello nazionale”. “Lo abbiamo ripetutamente sottolineato – ha rintuzzato Camani - che la sinistra non è contraria all’autonomia differenziata è contraria all’autonomia differenziata versione Zaia – Calderoli. Peraltro la legge approvata smonta un grande cavallo di battaglia della destra: non resteranno in Veneto gli otto o i nove decimi delle tasse pagate in Veneto; continueranno ad andare a Roma. Quindi se fossi in Elisa Venturini, della quale apprezzo la coerenza, non rivendicherei troppo quel referendum.”

“Per quello che riguarda la possibili-

tà di trattenere in Veneto - ha rilanciato la capogruppo di FI - la maggior parte delle tasse pagate qui, io credo l’importante sia partire, poi ci arriveremo. Il nostro Presidente sta facendo di tutto per permettere al percorso dell’autonomia di andare avanti. È chiaro che è un lavoro complesso e impegnativo: non si può pensare che si schiacci un pulsante e si realizzi l’autonomia.”

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Duello radiofonico Marcato - Montanariello: le posizioni restano più lontane che mai

L’autonomia e in particolare l’applicazione della legge messa a punto nei mesi scorsi si conferma una materia a dir poco esplosiva, che suscita reazioni a catena, contrastati e inconciliabili. A quanto pare è difficile trovare una sintesi e le posizioni fra gli schieramenti politici restano più lontane che mai. A confermarlo il confronto in diretta radiofonica fra l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato e il vice capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello. Ai microfoni di Radio Veneto24 è andato in onda un vero e proprio duello, tra stoccate e affondi, con vivaci e serrati botta e risposta e reciproci scambi di vedute sulle rispettive convinzioni politiche. Al conduttore Roberto Guidetti l’impegnativo compito di moderare il confronto.

una cosa funziona, se non ci sono soldi non funziona. Risulta implicito che per mano dello stesso governo che promuove l’autonomia vengono a mancare proprio le risorse per metterla in pratica. Assistiamo invece a scelte sempre più centralizzate, legate alla vocazione del controllo romano, e intanto in Veneto aumenta la tassazione”.

l’autonomia differenziata. Capisco che è difficile, pur ricorrendo ad iperboli fantasiose, giustificare cambi così repentini. Ricordo poi che proprio il Pd ha proposto, udite udite, di ripristinare le province così come erano state cancellate dal governo Renzi con Delrio ministro. Ha proposto anche di dare meno poteri ai presidenti delle regioni, dettaglio che ovviamente sarebbe una fucilata mortale all’autonomia. Infine chiede di rivedere il Titolo Quinto della Costituzione, che era stato modificato dal Pd quando era al governo. Dove sta la coerenza in tutto questo? Dove sta l’attenzione verso il territorio? Con questa linea contraddittoria il Pd in Veneto resterà sempre in seconda linea”.

Ad aprire il dibattito l’analisi di Montanariello sulle ricadute

dell’autonomia voluta a furor di popolo dal centrodestra: “In questi giorni stiamo discutendo un provvedimento dove la legge Calderoli non prevede nessuna risorsa aggiuntiva per la nostra regione, quindi non c’è spazio per tutta la narrazione dei mesi scorsi. Lo stesso ministro Giorgetti ha ribadito che nella manovra di bilancio non ci sono soldi per i Lep, i livelli essenziali di prestazione. Stiamo discutendo di un pannicello caldo che probabilmente serve ad alimentare la propaganda. Se ci sono soldi

Non ci sta Roberto Marcato che replica: “Questo pannicello caldo lo ha fortemente voluto il suo partito, con Bonaccini impegnato a chiedere

alcuni lunghi e frizzanti minuti di reciproche stoccate, neanche tanto in punta di fioretto. In chiusura l’assessore Marcato: “Se parliamo di fallimento di autonomia io guarderei ad altre regioni. In Veneto abbiamo il Pil più alto d’Italia, il tasso di occupazione più altro d’Italia e abbiamo la spesa pro capite di spesa pubblica più bassa d’Italia. Io ho posto delle questioni reali, le risposte che ho avuto sono un “bignami” dei comizi del Pd”.

Montanariello invece chiude sottolineando che «in Veneto abbiamo la spesa pubblica più bassa come regione perché i cittadini pagano la sanità due volte. La prima è con la fiscalità generale delle tasse che tutti versiamo, la seconda con la gestione della sanità veneta che, già in piena autonomia, ci porta a non trovare le prestazioni quando andiamo in ospedale e a dover pagare una seconda volta rivolgendoci al privato”. (a cura di Nicola Stievano) Autonomia.

“Stai sul pezzo, Marcato”, replica Montanariello, e l’assessore ribatte: “E tu studia, invece che parlare di alieni e unicorni! Io porto delle questioni concrete”. E così via per

Smart city: Treviso, Vicenza e Padova si distinguono

Il Veneto si conferma una regione aperta allo sviluppo tecnologico e all’innovazione, ottenendo ottimi risultati nella classifica dei comuni più smart. Questi sono alcuni dei dati emersi dal City Vision Score 2024, la classifica delle città intelligenti d’Italia, presentata a Padova durante gli Stati Generali delle Città Intelligenti. Tra oltre 7mila comuni, Arquà Petrarca (PD) e Soverzene (BL) si posizionano rispettivamente al settimo e ottavo posto. Anche due grandi città venete si distinguono tra i capoluoghi: Treviso è seconda soltanto a Milano, mentre Padova occupa la sesta posizione tra i territori più avanzati d’Italia. “Padova torna ad essere capitale delle Smart city – commenta l’assessora alla smart city Margherita Cera - ha accolto Sindaci e Amministratori da tutta Italia per un confronto sulle buone pratiche, le soluzioni e le esperienze di trasformazione intelligente dei territori. Due giorni fitti di appuntamenti e tavoli di lavoro: come attrarre talenti nella

PA, come rendere le città inclusive, come l’intelligenza artificiale sta accelerando il processo di transizione digitale dei Comuni grandi e piccoli”.

La classifica del City Vision Score 2024 attraverso la misurazione del livello di smartness dei Comuni Italiani aggrega e sintetizza 30 indicatori elementari in riferimento a sei dimensioni del concetto di smart city, misurando l’economia, la mobilità, l’ambiente, l’abitabilità, le persone ed infine la governance dei territori sotto la lente smart. Dai risultati della classifica, sono molti i comuni veneti in vetta, a dimostrazione dell’impegno della Regione nella valorizzazione del tessuto urbano e del loro sviluppo, con uno sguardo rivolto al futuro delle città intelligenti: considerando i primi 50 posti infatti, oltre ai comuni virtuosi nei primi 10 si aggiungono Zenson di Piave (TV, 18° posizione), Treviso (21°), Codognè (TV, 28°), Vicenza (30°), Silea (TV, 36°) e infine Padova (38°).

“Un risultato che premia il la-

voro svolto in questi anni su più fronti, compreso l’elevato grado di digitalizzazione dei nostri under-14, reso possibile dall’essere stato uno dei pochi comuni in Italia ad aver portato la fibra in tutte le scuole durante la pandemia”, afferma il vicesindaco di Treviso Alessandro Manera, che sottolinea come le buone pratiche messe a terra in questi anni nel capoluogo “possono essere aumentate e migliorate se, invece che ragionare solo in termini di singola città, si inizia a lavorare di concerto con un’area più vasta e diffusa che, nel caso di Treviso, comprende i ventuno comuni della Grande Treviso”. (s.b. e s.s.)

“Semplicemente desiderare”, quinta edizione del premio di narrativa de “Il Circolo Veneto”

C’è tempo fino al 9 febbraio prossimo per partecipare alla quinta edizione del Premio di Narrativa Racconto Breve 2025, organizzato da “Il Circolo Veneto”, il cui tema sarà “Semplicemente Desiderare” nella sua più libera interpretazione.

“L’etimologia di desiderare è “de-sidera”, lontano dalle stelle - spiega il presidente Cesare Campa.Desiderio, la materia più oscura dell’umano, sfuggente, non catalogabile, colorato di mille mutevoli tonalità. Pensare al “desiderio” come parola, e dunque esperienza, per aprire un varco ai nostri pensieri sul futuro. Ma anche, forse, una delle pietre su cui poggiare per costruire il proprio futuro ”

Anche questa edizione del concorso sarà suddiviso in due sezioni: una aperta agli over 25, l’altra, invece, sarà dedicata ai ragazzi tra i 14 e i 25 anni. L’iscrizione, per quest’ultimi è gratuita. Come per l’edizione precedente, sarà edita un’antologia che conterrà i 15 racconti più meritevoli di ambedue le categorie, selezionati dal gruppo di lettura. Figureranno nel volume anche i nomi dei docenti, degli istituti scolastici e tutti coloro che hanno partecipato. I vincitori verranno premiati a Mestre, nel maggio 2025. Bando e regolamento sul sito www. ilcircoloveneto.eu.

Margherita Cera

Turismo e agricoltura. Intervista a Federico Caner

“Avanti con il piano strategico del turismo”

F

ederico Caner, assessore regionale al turismo e all’agricoltura in Veneto, fa il punto anzitutto sul piano strategico regionale per il turismo 2025-2027 e sul workshop internazionale Buy Veneto.

Cosa ci dobbiamo attendere?

Ricordiamo che la nostra è la prima regione d’Italia per quanto riguarda i flussi turistici ma anche per i prodotti turistici che ha oltre alle destinazioni perché in Veneto abbiamo tutto: mare, montagna, colline, lago di Garda, città d’arte. Abbiamo toccato i 72 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato. Abbiamo appena chiuso il Buy Veneto, destinato ai buyer internazionali, che è andato molto bene. Per gestire tutte queste presenze ci siamo dotati di un piano strategico sul turismo. In realtà è il terzo piano strategico ed è veramente innovativo. Nasce dal basso, perché concordato con le categorie e gli operatori economici. Mette al centro, l’uomo, il turista e anche il cittadino. Perché ricordiamo che quando parliamo di turismo non parliamo solo di ricettività partiamo di enogastronomia, arte, mobilità e perfino di sanità. Pensiamo ai turisti che cercano servizi di cura nella nostra regione. Negli anni i fondi per la promozione turistica della regione Veneto sono sostanzialmente scomparsi, eppure le cose vanno bene. Come mai?

Stiamo utilizzando molto i fondi europei, non abbiamo più fondi diretti regionali per fare la promozione e la comunicazione, che comunque dobbiamo tornare ad avere perché è fondamentale. Abbiamo però imparato a utilizzare molto i fondi europei grazie ai quali finanziamo i cosiddetti club di prodotto, cioè aziende che si mettono insieme, creano un prodotto nuovo e partecipano a questi bandi europei gestiti dalla regione Vene-

to. Possono ricevere a fondo perduto anche il 70%. Quindi io lancio anche una provocazione ai giovani, se avete idee innovative nell’ambito turistico mettetevi assieme e chiedete questi finanziamenti perché c’è la possibilità di avere di avere un aiuto importante.

Passando all’agricoltura e al tema del cambiamento climatico: cosa state facendo per questo settore?

L’agricoltura è fondamentale, è un altro dei pilastri della Regione Veneto con 8 miliardi di Pil, legato alle produzioni tipiche venete che diventano un volano anche per il turismo. Ricordiamoci che questa è una regione che ha 403 prodotti agricoli tradizionali riconosciuti dal Ministero oltre 90 prodotti certificati tra Dop, Igp e Doc. Il tema è che oggi non è facile fare agricoltura: il cambiamento climatico ci sta mettendo in difficoltà ma grazie alla ricerca e all’innovazione tecnologica stiamo spingendo molto per dare la possibilità di poter fare agricoltura ad esempio attraverso la gestione della risorsa acqua, dai momenti in cui ne abbiamo toppa a quelli in cui scarseggia. Altro aspetto è quello delle fitopatie sul territorio, sul quale stiamo lavorando intensamente.

(a cura di Nicola Stievano)

deleghe

“Fondi straordinari per gli alloggi Ater”

Sono numerose le deleghe assegnate all’assessore regionale Cristiano Corazzari: territorio, cultura, sicurezza, flussi migratori, caccia e pesca ma anche veneti nel mondo, parchi, edilizia residenziale pubblica. Assessore, in Veneto ci sono 41 mila alloggi pubblici ma quasi 6 mila sono sfitti per mancanza di manutenzione e ci sono novemila famiglie in attesa di assegnazione. Costa state facendo per questa emergenza? E’ un’esigenza sempre più sentita. C’è una tensione abitativa sempre più forte e anche categorie che prima non avevano bisogno dell’edilizia residenziale pubblica oggi ne fanno richiesta. Per prima cosa abbiamo dato sostegno con dei fondi straordinari per oltre 130 milioni di euro per ristrutturare gli appartamenti da mettere a disposizione delle famiglie. Anche con il prossimo bilancio sosterremo gli Ater con delle misure specifiche. Certo è che poi come regione abbiamo voluto dare la precedenza ai residenti di lungo corso in Veneto per riuscire a individuare famiglie che poi nella nostra regione volessero instaurare il proprio progetto di vita. Purtroppo la Corte Costituzionale come sapete ha bocciato il requisito dei dieci anni di residenza nella nostra regione per l’assegnazione delle case popolari. Dal nostro punto di vista è un grave problema un grave danno per chi invece vive e storicamente in Veneto.

Cosa vi aspettate dall’autonomia anche in termini di fondi di capacità di spesa a proposito delle diverse deleghe che state trattando con il governo centrale?

La Costituzione prevede l’autonomia differenziata che è una reale assunzione di responsabilità: ogni regione potrà migliorare i servizi, impegnare meglio le tasse. Il percorso avviato con il referendum oggi è

osteggiato da chi non vuole questo cambiamento. Noi abbiamo già avviato le trattative e puntiamo a portare a casa delle funzioni e delle materie che siano di reale utilità per migliorare i servizi ai cittadini e utilizzare le risorse sul territorio per la società. Assessore lei ha anche la delega dei veneti del mondo, che non sono pochi, cosa ne pensano della loro regione d’origine?

I veneti hanno un forte attaccamento con la loro comunità di origine. Abbiamo un Veneto fuori dal Veneto nel mondo più di sei milioni di cittadini di origine veneta che sono in tutti i continenti, a partire dal Brasile e dall’America del Sud, che conservano le loro tradizioni e le loro radici, anche il dialetto, la vera lingua veneta che alle volte è andata perduta nella nostra regione, viene ancora parlato in questa comunità. Io penso che per noi siano degli ambasciatori straordinari e che rappresentino i valori sani della nostra comunità, quelli del lavoro quelli della solidarietà. Non è caso che abbiano tutti o quasi tutti fatto fortuna.

Che dire dello sport di casa nostra? Quest’anno il Veneto è regione europea dello sport e abbiamo fatto un grande investimento nell’impiantistica sportiva.

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L’approfondimento. Non va confusa con l’affidamento in prova ai servizi sociali

Messa alla prova: come funziona l’alternativa alla condanna penale

L’istituto della messa alla prova non va confuso con l’affidamento in prova ai servizi sociali che riguarda il condannato con sentenza definitiva a pena eventualmente anche residua (avendone scontata parte in carcere o agli arresti domiciliari) non superiore a quattro anni, che può essere concesso dal Tribunale di Sorveglianza.

La messa alla prova invece si ferma “sulle soglie” del processo, viene chiesta al Giudice dell’udienza preliminare o nei reati a citazione diretta alla prima udienza e, non richiede l’ammissione di responsabilità: in caso positivo comporta l’estinzione del processo penale. Consiglio spesso di ricorrere a tale alternativa, quanto meno per evitare l’alea del processo; essa è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 67/2014 inserendo nel codice penale gli articoli 168 bis, ter e quater e nel codice di procedura penale gli art.464 bis e 657 bis. Successivamente con decreto legislativo n.150/2022 si sono ampliati i casi di possibile messa alla prova, che, peraltro,

può essere concessa una sola volta.

Possono usufruirne anche i recidivi (cioè coloro che hanno avuto altre condanne penali) sono esclusi solo coloro che sono stati dichiarati delinquenti o contravventori abituali o professionali o delinquenti per tendenza; è prevista per tutti i reati con pena detentiva massima di quattro anni e per altri specifici reati (chi volesse leggere il lungo elenco completo, veda tramite Google l’articolo 550 secondo comma codice procedura penale) con pena detentiva massima non superiore a sei anni. Non è condizione indispensabile per la messa alla prova l’intervenuto risarcimento del danno perché l’art.168 bis prevede tale risarcimento “ove possibile”.

L’imputato formula la richiesta prima all’U.E.P.E.(Ufficio esecuzione esterna penale ) poi al Giudice. L’U.E.P.E. elabora un programma di lavoro di pubblica utilità che deve avere durata minima di dieci giorni, anche non continuativi e non può superare le otto ore giornaliere. Le mansio-

ni cui gli imputati possono essere adibiti sono definite dall’art. 2 del D.M. 88/2015:

1. sociali e sociosanitarie (assistenza: tossicodipendenti, anziani, alcolisti diversamente abili, stranieri, malati, minori);

2. protezione civile (soccorso alle popolazioni anche in caso di calamità);

3. patrimonio ambientale (prevenzioni incendi, salvaguardia patrimonio boschivo e forestale, protezione flora e fauna);

4. patrimonio culturale e archivistico (custodia biblioteche e musei);

5. immobili e servizi pubblici(manutenzione);

6. specifiche competenze e professionalità dell’imputato.

Il Giudice esamina il programma, può apportarvi modifiche e, se lo approva, sospende la prescrizione, ne ordina l’esecuzione e fissa una successiva udienza per esaminare la relazione dell’U.EP.E. sull’effettuazione del programma: se l’esito è positivo, pronuncia sentenza d’estinzione del reato e l’imputato resta incensurato.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Le auto più vendute in Veneto nel 2024: diesel e modelli pratici dominano il mercato

Golf e Panda in cima alla classifica, mentre il mercato dell’usato cresce dell’11,8%.

Bassa ancora la domanda di auto elettriche.

Nel 2024 le auto più vendute in Veneto seguono tendenze simili a quelle nazionali, con una forte preferenza per modelli pratici e accessibili.

In Veneto, il 50,5% delle richieste riguarda auto diesel, seguite dalle benzina (34,3%) e dalle ibride (10,4%). Le auto elettriche rappresentano solo l’1,4% delle richieste totali. Ecco un riepilogo delle auto più richieste nella nostra regione:

Nuove auto più vendute in Veneto nel 2024

1. Volkswagen Golf - Questa vettura si è confermata la più richiesta in Veneto, evidenziando la sua popolarità tra i consumatori.

2. Fiat Panda - Anche se non è al primo posto, mantiene una posizione forte nelle vendite.

3. Dacia Sandero - Un altro modello molto apprezzato, noto per il suo buon rapporto qualità-prezzo.

4. Jeep Avenger - Ha guadagnato terreno come SUV compatto molto richiesto.

5. Toyota Yaris Cross - Questo modello ibrido ha visto un aumento di richieste, riflettendo l’interesse per veicoli ecologici.

6. Fiat 500 - Iconica e richiesta tra i giovani acquirenti.

7. Renault Clio - Continuamente presente nelle preferenze degli automobilisti.

8. Peugeot 208 - Un altro modello che si distingue nel segmento delle city car.

9. Ford Puma - SUV che ha trovato una buona accoglienza nel mercato.

10. Toyota Yaris - Riconosciuta per la sua efficienza e affidabilità.

Crescita del mercato usato

Il mercato delle auto usate ha registrato una crescita significativa nel primo semestre del 2024, con un aumento dell’11,8% nei passaggi di proprietà.

Nel 2024 infatti il mercato delle auto usate in Veneto ha mostrato una crescita significativa, con un aumento del

+11,8% nei passaggi di proprietà rispetto all’anno precedente. Il 50,5% delle richieste riguarda vetture usate diesel, seguite dalle benzina (34,3%) e dalle ibride (10,4%), mentre le auto elettriche rappresentano solo l’1,4% delle richieste totali del mercato dell’usato. I prezzi medi delle auto usate vendute in Veneto nel primo semestre 2024 sono stati di circa 24.470 euro, con un leggero calo rispetto al 2023 (-1,7%).

Auto usate più comprate in Veneto nel 2024

1. Volkswagen Golf - Rimane la più richiesta nel mercato dell’usato.

2. Fiat 500 - Molto popolare tra gli acquirenti, rappresenta il 3,7% dei veicoli controllati.

3. Mercedes-Benz Classe A - Un’altra scelta di alta gamma tra le auto usate.

4. Alfa Romeo Giulietta - Continua a essere una preferenza tra i veneti.

5. Alfa Romeo Stelvio - Apprezzata per il suo design e prestazioni.

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Novità nel mercato 1. Il ritorno di SWM grazie all’accordo esclusivo con Campello SpA

SWM debutta sul mercato italiano con i nuovi SUV, tra tradizione ed innovazione

SWM, rinomata casa motociclistica, è stata fondata nei primi anni ’70 a Palazzolo Milanese da due valorosi piloti uniti dalla passione per il fuoristrada. Inizialmente il nome SWM derivava dai cognomi Sironi e Vergani, con sede a Vimercate di Milano (SVVM). Successivamente, il marchio si affermò come Speedy Working Motors (SWM), conferendogli un respiro più internazionale.

Fin dal suo esordio, SWM ha conquistato rapidamente il favore di appassionati e professionisti, raggiungendo l’apice del successo nel 1979, quando vinse il titolo di miglior moto dell’anno. A coronare ulteriormente i suoi traguardi, nel 1981 SWM si aggiudicò la vittoria nel Campionato del Mondo, divenendo la prima casa motociclistica italiana a realizzare un’impresa del genere.

Nel 2014, SWM è entrata a far parte di Shineray Group, un gigante industriale con una rete completa di ricerca, sviluppo, produzione, vendita e assistenza per diverse tipologie di veicoli, comprese moto, SUV, MPV, minibus, mini-camion ed EV, con stabilimenti situati in Cina, Vietnam e Italia. Alla fine del 2023, Shineray Group ha stipulato un accordo esclusivo con Campello Motors per l’importazione e la distribuzione in Italia dei veicoli commerciali elettrici X30L. Questo sodalizio si è recentemente ampliato includendo anche i SUV SWM, che Campello SpA, rappresentante del marchio per il mercato italiano, ha lanciato a partire da settembre 2024. Il debutto della gamma in Italia prevede l’introduzione dei modelli a propulsione termica G01, G03F e G05, capaci di soddisfare le variegate esigenze di mobilità dei clienti.

Il modello di punta, il SUV G01, posizionato nel segmento D, si distingue per le sue dimensioni generose (4610 x 1855 x 1725 mm) e un design che coniuga robustezza ed eleganza. Questo veicolo, dotato di un motore a benzina, è disponibile sia con cambio manuale che automatico. La G01 è proposto al pubblico al prezzo di € 23.990,00, chiavi in mano e nelle colorazioni bianco, nero, antracite, blu e rosso. Offre un allestimento di serie di alta gamma, che include sedili in pelle, tettuccio panoramico e cerchi in lega da 18 pollici. Il sistema di infotainment, dotato di uno schermo tattile da 10 pollici, garantisce una connettività interattiva grazie alla compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto.

La G01 è disponibile anche in una versione sportiva, G01F, un D-SUV con dimensioni di 4670 x 1855 x 1740 mm (LxWxH), offerto esclusivamente con cambio automatico e motore a benzina. Contraddistinto da linee esterne più decise, questo modello esprime uno stile sportivo e dinamico, particolarmente evidente nel design posteriore arricchito dalla doppia uscita degli scarichi. G01F è ora accessibile a partire da € 26.990,00 chiavi in mano.

Grazie al mandato esclusivo di Campello SpA, la gamma dei SUV SWM ha esordito ufficialmente sul mercato italiano il 2 ottobre scorso. Tutti i veicoli sono coperti da una garanzia di cinque anni o 100.000 km, e sono ora disponibili presso le concessionarie autorizzate.

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Novità del mercato 2. Il brand guarda al futuro combinando elementi classici con tecnologie avanzate

Nuova Lancia Ypsilon: tradizione italiana e innovazione sostenibile per una city car iconica

Lancia celebra 117 anni con la Nuova Ypsilon: design classico, tecnologia avanzata e versioni elettrica e mild hybrid per un futuro sostenibile e innovativo.

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Lancia, sinonimo di eleganza e innovazione italiana, è un marchio iconico con oltre 117 anni di storia, amato dagli appassionati per modelli leggendari come la Flaminia, la Delta e la Stratos. Oggi, il brand guarda con ambizione al futuro, fondendo tradizione e modernità e abbracciando valori di sostenibilità e responsabilità sociale.

La Nuova Ypsilon incarna perfettamente questa visione, combinando elementi stilistici classici, come la calandra “a calice”, con tecnologie avanzate. Dettagli di design come i fari posteriori a LED, ispirati alla Stratos, e la scritta Lancia incisa con caratteri storici omaggiano il passato ma rivisitati con un tocco contemporaneo. Gli interni, dal design sofisticato, offrono una sensazione di comfort che richiama l’ambiente di casa, grazie a materiali sostenibili e a una cura nei dettagli tipica di Lancia.

La Nuova Ypsilon si distingue anche per il piacere di guida: la piattaforma CMP multi-energia su cui è costruita garantisce stabilità e dinamismo, con una carreggiata allargata

per migliorare la manovrabilità e rendere l’auto perfetta sia in città sia su strade più complesse. Il team di progettazione ha messo a punto un sistema tecnologico best-in-class, pensato per facilitare l’esperienza dell’utente. L’interfaccia S.A.L.A. (Sound Air Light Augmentation) consente di controllare facilmente le funzioni di audio, climatizzazione e illuminazione, adattando l’ambiente interno alle esigenze del conducente e dei passeggeri con un semplice tocco. La gamma della Ypsilon include una versione full electric, la prima 100% elettrica del marchio, con un motore da 156 CV, una batteria da 51 kWh e un’autonomia fino a 403 km in ciclo combinato WLTP, che supera i 500 km in città. È possibile ricaricarla rapidamente in soli 24 minuti (dal 20% all’80%), rendendola ideale per l’uso quotidiano. La versione mild hybrid, pensata per chi cerca efficienza e riduzione delle emissioni, dispone di un motore 1.2L 100 CV con tecnologia 48V, capace di una velocità massima di 190 km/h e consumi ridotti (103-104 g/km CO₂), offrendo inoltre una modalità di guida elettrica per il 25% del tempo. Con cambio automatico e sistemi come e-Parking ed e-Start, questa versione unisce praticità e prestazioni.

La Nuova Ypsilon è disponibile a partire da 24.900€ per la versione ibrida, che scendono a 20.900€ con incentivi per la rottamazione, mentre la versione elettrica parte da 22.900€ con rottamazione inclusa. Lancia segna così l’inizio di una nuova era, restando fedele alla sua tradizione ma proiettandosi verso un futuro sostenibile e innovativo.

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“Movember” lo IOV si tinge di blu per la prevenzione dei tumori maschili

Novembre è il mese di “Movember”, la campagna internazionale che invita gli uomini a sensibilizzarsi sulla prevenzione del tumore alla prostata e delle altre neoplasie urogenitali maschili. Per questo, l’Istituto Oncologico Veneto (IOV-IRCCS) sostituisce il rosa con il blu, promuovendo una maggiore consapevolezza su queste patologie.

Il termine “Movember” nasce dall’unione di “Moustache”, cioè “baffi” in inglese, e “November”, ovvero il mese dedicato a questa iniziativa mondiale. Ogni anno, “la campagna dei baffi” richiama l’attenzione dei maschi su un tema cruciale: la diagnosi precoce del tumore alla prostata, che rappresenta il 19,8% di tutti i tumori maschili in Italia, con 41.100 nuovi casi stimati nel 2023, di cui oltre 3.000 solo in Veneto. Sebbene meno frequenti, il cancro ai testicoli e al pene completano il quadro delle neoplasie maschili. La prevenzione e la ricerca hanno permesso di migliorare notevolmente le prospettive di vita: oltre il 92% dei pazienti con tumore prostatico vive ancora a 5 e 10 anni dalla diagnosi. Lo IOV-IRCCS, che sostiene questa campagna dal 2014, invita gli uomini a far crescere i baffi per tutto il mese,

come gesto simbolico a supporto della ricerca e delle cure per le neoplasie maschili. “Come per l’ottobre rosa –sottolinea la dottoressa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dello IOV-IRCCS – anche novembre dedicato alla prevenzione del tumore alla prostata è un’iniziativa efficace se si rinnova ogni anno e coinvolge numerosi enti, associazioni e istituzioni. Più preveniamo, migliori sono i risultati terapeutici e più efficiente diventa il Sistema sanitario. Grazie alla ricerca scientifica, ora possiamo intervenire con tecniche robotiche mini-invasive, permettendo ai pazienti un rapido ritorno alla vita normale. Prevenire, però, deve essere un impegno condiviso da tutti. Medici e pazienti devono collaborare in questa missione, perché non c’è via più sicura della prevenzione”.

Anche il mondo dello sport è in prima linea. Durante Movember, le squadre Patavium Rugby e Petrarca Rugby di Padova si uniscono alla campagna attraverso un video promozionale, dimostrando sostegno alla cura e alla ricerca sui tumori maschili. Così, novembre si colora di blu e mette i baffi per ricordare a tutti gli uomini l’importanza della prevenzione.

In aumento i casi di intossicazione alimentare: interventi provvidenziali dei micologi ULSS 3 Serenissima

Alla luce del recente aumento di intossicazioni alimentari in Italia, si rendono sempre più importanti la tempestività e la competenza negli interventi sanitari di emergenza. Di recente una donna è morta per intossicazione da botulino dopo avere mangiato una zuppa “pronta”, ma sono moltissimi ed in continuo aumento i casi di intossicazioni in ristoranti oppure in casa. Continuano inoltre le intossicazioni micologiche, spesso legate all’inesperienza di chi ama raccogliere funghi.

L’ULSS 3 Serenissima ha riportato tre interventi provvidenziali svolti nell’ultimo anno dai propri micologi, grazie ai quali una donna, un bambino e un’intera famiglia sono stati salvati da gravi avvelenamenti causati da funghi tossici.

I tre episodi hanno coinvolto una signora, avvelenata dall’Omphalotus olearius; un bambino di appena un anno e mezzo che aveva ingerito un Inosperma adaequatum; e una famiglia intossicata dal Tricholoma pardinum. Tutti sono stati curati tempestivamente grazie all’intervento degli specialisti degli ospedali di Venezia e Mirano, che hanno evitato conseguenze gravi.

L’Ispettorato micologico non si è occupato solo di emergenze: ha esaminato oltre una tonnellata di funghi destinati ai mercati ortofrutticoli veneziani, verificandone la sicurezza per il consumo. Durante i controlli, un commerciante è stato multato per l’uso scorretto di un nome scientifico. Inoltre, il servizio ha rilasciato nove certificati di idoneità per la vendita di funghi e autorizzato trenta cittadini che avevano raccolto correttamente esemplari selvatici.

Questo lavoro di prevenzione è essenziale per evitare rischi legati al consumo di funghi raccolti in natura, promuovendo la sicurezza e la consapevolezza tra i cittadini.

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Prevenzione. Una guida per aiutare i cittadini a ridurre le emissioni

Vademecum anti-smog: azioni quotidiane per respirare tutti un’aria migliore

In un contesto nazionale che registra sempre più casi di intossicazioni e problemi ambientali, il Comune di Padova, con il supporto dell’Ulss 6 e dell’Arpav, ha lanciato un vademecum per aiutare i cittadini a ridurre l’inquinamento atmosferico, particolarmente critico in inverno quando le polveri sottili si accumulano nei bassi strati dell’atmosfera.

L’inquinamento atmosferico è legato a numerosi rischi per la salute: l’esposizione prolungata alle polveri sottili (PM10 e PM2,5) può aggravare malattie respiratorie, come asma e bronchite cronica, e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e tumori. Alcuni studi indicano che l’inquinamento può influire negativamente anche sullo sviluppo cognitivo nei bambini e incrementare i casi di infiammazioni polmonari, rendendo le persone più vulnerabili alle infezioni respiratorie.

Il vademecum suggerisce gesti semplici: abbassare di un grado il riscaldamento, spegnerlo mezz’ora prima o evitare di utilizzare l’auto quando non strettamente necessario. Questi comportamenti, pur non gravando sui singoli, possono ridurre l’inquinamento a livello collettivo. Inoltre, viene fatta una distinzione tra smog e emissioni climalteranti: piantare alberi riduce la CO2, ma non incide direttamente sullo smog, che richiede invece interventi per ridurre le emissioni. Il documento promuove pratiche semplici per limitare l’esposizione agli inquinanti e diminuire le emissioni. Sarà distribuito nei luoghi pubblici, come l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, le circoscrizioni e gli uffici comunali. L’obiettivo, ha spiegato Andrea Ragona, assessore all’ambiente di Padova, è aumentare la consapevolezza e favorire azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria. “Le domeniche ecologiche”, ha spiegato Ragona, “non riducono lo smog da sole, ma contribuiscono a creare una coscienza collettiva e a mantenere alta l’attenzione sul tema.” Valerio Valeriano del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss6 ha evidenziato come le emissioni inquinanti abbiano effetti diretti sulla salute, contribuendo a patologie respiratorie e cardiovascolari. “Cambiare le abitudini è difficile, ma ogni nostro

gesto può migliorare la situazione per tutti”, ha concluso Valeriano. Arpav, che monitora i livelli di smog e pubblica bollettini settimanali, ha sottolineato l’importanza della consapevolezza individuale. “Migliorare la qualità dell’aria è possibile anche grazie all’impegno di ciascuno”, ha dichiarato Luca Zagolin, tecnico Arpav. La stagione invernale, ha aggiunto, è particolarmente critica: anche piccoli gesti quotidiani aiutano a non peggiorare la situazione durante i periodi di accumulo.

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Crisi demografica: cresce il numero degli anziani, ma i geriatri sono insufficienti

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Al Congresso regionale a Venezia esperti lanciano l’allerta sulla carenza di specialisti e la crescente necessità di assistenza per la popolazione fragile In Italia, le culle si svuotano mentre la popolazione anziana continua a crescere. Questo fenomeno non solo colpisce il Paese nel suo insieme, ma anche regioni come il Veneto, dove la carenza di geriatri è particolarmente preoccupante. A lanciare l’allerta sono gli esperti della sezione triveneta della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), che si sono riuniti a Venezia per il Congresso regionale, dedicato alle sfide future e ai nuovi modelli di assistenza per gli anziani. Nel Veneto, la popolazione over 65 è di 1 milione e 200 mila. Di questi, quasi il 40% presenta più di due malattie croniche e il 16% è non-autosufficiente. La richiesta di assistenza è in costante aumento, ma le cure disponibili non sono adeguate. “Nonostante l’approvazione da parte della Giunta Regionale veneta di fondi superiori a 61 milioni di euro per migliorare l’assistenza agli anziani vulnerabili, il numero di geriatri è estremamente insufficiente. Solo 200 specialisti in Veneto e 50 in Trentino-Alto Adige devono far fronte alle crescenti richieste da parte di 1,5 milioni di over 65”, spiega Alessandra Coin, presidente della sezione Triveneto della Sigg. I modelli assistenziali tradizionali si sono dimostrati inadeguati alle esigenze degli anziani, specialmente quelli più fragili. “Questo porta a frequenti accessi al pronto soccorso e ricoveri prolungati, talvolta inappropriati, poiché i pazienti, pur essendo stati curati, rimangono in ospedale per mancanza di un luogo dove andare”, aggiunge Coin. Le strutture di assistenza e l’assistenza domiciliare, infatti, non sono sufficienti a supportare il ritorno a casa degli anziani, complicando ulteriormente la situazione. famiglie. (d.b.)

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