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Più sicurezza sul lavoro

Il col. Giuseppe Moscati e il luogotenente Leonardo Anderlini

Icarabinieri dell’Ispettorato del lavoro di Vicenza hanno denunciato 264 persone, di cui 14 per violazione delle norme penali sul lavoro e 250 per violazioni, sempre penali, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

È il bilancio dell’attività svolta nel 2022 dal nucleo comandato dal luogotenente Leonardo Anderlini che opera di concerto con il comando territoriale del colonello Giuseppe Moscati.

L’anno scorso sono stati registrati 1090 decessi sul lavoro in Italia, di cui 113 nel Veneto. Per contrastare e prevenire questi incidenti, l’attività dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro si svolge in quattro direzioni: controllo dei cantieri, lotta al caporalato, contrasto del lavoro nero, sicurezza sul lavoro.

Centoundici le ispezioni dei carabinieri ad altrettante aziende, due a settimana: i controlli hanno riguardato 27 casi in materia di lavoro e 84 la sicurezza.

Sono state 46 le sospensioni delle attività in altrettante imprese, 9 per lavoro nero e 37 per violazioni in materia di sicurezza. Sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 210 mila euro, più sanzioni penali per 373mila euro. Quindi, i carabinieri hanno inflitto multe per mezzo milione di euro.

Sono stati controllati 307 lavoratori e di questi 88 sono risultati in “nero”.

Dai controlli è risultato altissimo il numero delle aziende che assumono dipendenti come stagisti, apprendisti, a part time o con contratti intermittenti mentre hanno diritto a contratti a tempo indeterminato. E i carabinieri contestano queste violazioni e riqualificano i contratti.

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

I carabinieri hanno elevato multe per mezzo milione di euro

Notte che se ne va

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Una postilla va aggiunta e riguarda la temuta astensione che – sono pronto a scommettere – a Vicenza non sarà pesante come quel 60% che non s’è presentato alle recenti regionali. La competizione interessa e i candidati, tutti, anche i minori, stanno mettendo in campo le risorse migliori per coinvolgere e convincere. Ognuno ha la sua motivazione.

La prima considerazione è che nessuno si sente sicuro, viceversa c’è perfino un po’ di ansia in entrambi gli schieramenti. Del resto, le rendite di posizione non valgono più. L’abbiamo toccato con mano in troppi casi, l’ultimo è il voto di Verona, perché non sia vero anche questa volta.

La seconda riflessione riguarda i sondaggi. In due mesi ne sono stati diffusi due: il primo, elaborato da Winpoll, che dà i due maggiori candidati attorno al 50% e indica una sfida aperta, il secondo della Swg che parla di un sindaco approvato dal 71% dei cittadini e che può vincere perfino al primo turno con 51-52% e stravincere al secondo.

Al netto delle contestazioni metodologiche pure sollevate in entrambi i casi, evidentemente i sondaggi, elaborati a un mese di differenza, non possono essere veri entrambi. Questi risultati possono essere solo la spia di un “sentiment” ancora complesso da decifrare e in formazione.

Il terzo polo (dopo gli ultimi risultati c’è chi come Marco Travaglio contesta ancora con più veemenza che sia terzo, bensì sesto in Italia…) deve ancora delineare la sua strategia, ma la sua presa affievolisce e ha ricevuto un “no” importante alla candidatura da Luca Ancetti, peraltro corteggiatissimo non solo da loro.

A centrodestra ci sono diverse liste concorrenti nei confronti del sindaco, al di là dei nervosismi dell’area filo Donazzan e Conte di Fratelli d’Italia e dell’esplicito “no” a Rucco di “Coraggio Italia”. Anche a voler minimizzare, tre o quattro liste rischiano di rosicchiare quel margine che potrebbe essere decisivo. Variati vinse nel 2008 per 500 voti, non dimentichiamolo. Sull’altro fronte, per Possamai i problemi potrebbero nascere proprio in casa. Pur lasciando perdere la querelle un po’ fatua sul “civismo”, il candidato del centrosinistra ha sempre affermato che le amministrative sono un’elezione differente rispetto alle politiche. E ha ragione. Ma è anche vero che il suo Pd è ridotto male nella percezione degli elettori in generale, e se non si risolleva nei prossimi tre mesi rischia di essere un serbatoio, sì, ma con molte bolle d’aria.

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