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Aliani, dalla “putàna” in tv alla Sacher
Più che una pasticceria è un’istituzione a Vicenza. Niente di più giusto che sia stata insignita del titolo di “bottega storica” in municipio, riconoscimento riservato alle attività aperte da almeno quarant’anni. La pasticceria Aliani, al civico 163 di corso Fogazzaro, lo è da ben 77. Eugenio Aliani, l’uomo da cui l’avventura ha inizio, prima della Seconda guerra mondiale lavorava alla Zambon, azienda farmaceutica in cui produceva pastiglie officinali. Nel 1945 apre la sua attività con la produzione di caramelle e più tardi amplia il listino con pasticcini, focacce, panettoni, uova di Pasqua. Il figlio Giovanni, oggi settantaseienne, rileva l’attività nel ‘72, nello stesso anno in cui nasce la figlia Michela. Giovanni Aliani trasforma la bottega in una pasticceria di pregio, realizzando prodotti di alta gamma da materie prime di qualità, sempre alla ricerca di rielaborazioni da accostare alla tradizione.
Oggi alla guida dell’attività c’è la figlia, Michela, che come suo padre prima di lei ha rilevato l’attività di famiglia e sforna ogni giorno dolci artigianali, che rappresentano la tradizione dolciaria veneta e vicentina.
Come ci si sente alla guida di una così longeva attività?
“Anzitutto se ne va fieri. Poi, qualche volta, mi stupisco al pensiero.”
Perché?
Da ragazza non prevedevo di lavorare nell’attività di famiglia. Volevo diventare una designer. E per un periodo lo sono stata, ma l’ambiente era talmente competitivo da sfociare spesso nella scorrettezza. All’ennesimo sgarbo ho deposto la matita e ho impugnato la frusta. Da cucina. Qual è il core business della pasticceria Aliani?
“Per lo più colazioni, ne serviamo circa un centinaio al giorno. Inoltre, andiamo forti con gli zaletti, biscotti con burro, uvetta e farina di mais tipici della tradizione vicentina, e col cioccolato. Ma lo serviamo solo d’inverno per garantirne la qualità.”
Lei di cosa si occupa in prima persona?
“Oltre alla conduzione, sono la specialista del cioccolato. Alla produzione ordinaria aggiungo, sotto Natale alberi e palline di Natale di cioccolata mentre a Pasqua è il turno delle uova”.
E del resto chi si occupa?
“Posso contare sull’appoggio di mamma e papà e, da qualche tempo, anche di due giovani e volenterosi collaboratori.”
Quali sono i dolci più graditi?
Molti. Abbiamo diversi prodotti di nostra esclusiva produzione: una sacher con crema gianduia e confettura di fragole, la pastina alle mele fatta con la ricetta originale di mamma Elisa e una confettura di Zucca. Ma l’elenco è lungo.”
Considerato il periodo, come vanno gli affari?
“Bene, pur con tutte le difficoltà. Potrà sembrare strano, ma la zona a traffico limitata a orari ci ha molto aiutati con la visibilità. Ora anche da questa parte del centro c’è più giro.
Coi tempi che corrono, però,
Michela gestisce l’attività fondata nel 1945 dal nonno Eugenio. La aiuta il papà Giovanni che aveva rilevato il laboratorio quando è nata. Il suo nome è sinonimo di un’istituzione a Vicenza. È diventata “bottega storica” le preoccupazioni ci sono.”
Come sono i clienti d’oggi?
“Generalmente fidelizzati, ed è un bene perché sappiamo quasi sempre cosa aspettarci. Abbiamo anche alcuni clienti che vengono da lontano per i nostri dolci tipici. Poi ci sono gli imprevisti, e vabbè si improvvisa.”
Che tipo di imprevisti?
“Ragazzini, e intendo tredicenni, che mi chiedono gli spritz e che si dichiarno diciottenni (senza documento) o signori che di primo mattino chiedono un Campari. Non servo nulla, in entrambi i casi. Un imprevisto che invece ci ha fatto sorridere è stato quando, nel 2021, abbiamo partecipato alla trasmissione Linea Verde. Volevamo preparate la nostra “putana” ma la produzione non voleva che si sentisse in televisione. Per tutta la puntata abbiamo dovuto fare giri di parole per non pronunciarne il nome. È stato molto divertente”.
Roberto Meneghini
Il libro. Giuseppe Pupillo ha dedicato un lavoro di oltre 400 pagine alla figura del grande avvocato e giurista Ettore Gallo