Giuseppe Capogrossi. E i cieli d'autunno sopra Roma

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E i cieli d’autunno sopra Roma Paolo Marabotto


Prepariamoci una tazza di tè! Avete mai visto come si comporta la miscela di tè tritato quando viene girata nella tazza con il cucchiaino? Prima i pezzettini di tè girano veloci, larghi nel verso del cucchiaino; poi, poco alla volta, il cerchio si stringe, perdono velocità e si depositano, in maniera uniforme, sul fondo della tazza. I pezzettini sono tutti uguali ma, a seconda di come si muovono, si agitano o si depositano sul fondo della tazza, creano figure sempre diverse. Pezzettini di tè uguali, indistinguibili l’uno dall’altro a seconda di come si posizionano tra di loro, vicini o lontani, orizzontali o verticali, compongono, nella tazza, figure sempre diverse che non ci stanchiamo mai di osservare.

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La miscela di tè si comporta,

Io non so se Giuseppe Capogrossi amasse guardare

nello spazio limitato della tazza,

a Roma il cielo d’autunno ma credo che nessuno

come gli stormi degli uccelli

come lui abbia realizzato tanti quadri,

migratori

cieli

diversissimi l’uno dall’altro, ripetendo in

d’autunno. Gli stormi sono

tutti i possibili modi e versi un unico

composti da uccelli tutti uguali

segno: Capogrossi ha lavorato su questo segno per

che, disponendosi in volo ora

22 anni! Lo ha dipinto piccolo, grande, rovesciato,

vicini ora distanti, compongono

sovrapposto in rilievo, colorato, al positivo, in

nei

nostri

nel cielo figure ogni volta diverse. Come fanno dunque tanti pezzettini di tè uguali e tanti uccelli uguali a comporre figure sempre diverse? La risposta è semplice e tu già la conosci: è perché elementi uguali formano figure diverse quando cambia la relazione tra di loro. La relazione è la maniera con cui due o più cose stanno insieme. Pensiamo al gioco dello Shanghai. I bastoncini sono tutti uguali ma, ogni volta che li getti per iniziare a giocare, si dispongono in maniera differente. Per capire meglio scegline solo 6, di colore uguale e lasciali cadere più volte.

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negativo e così via. Giuseppe Capogrossi nel suo studio (1963), Fondazione Archivio Capogrossi, Roma.


leggi, osserva, ritaglia, incolla, disegna… Cosa signific a ?

i segreti dei grandi artisti! Come dipingeva ?

usava i d o ip t e h C il g rande maestro?

1900-1972

Euro 6,50

Destinato a diventare avvocato, scelse di fare il pittore. Iniziò dipingendo la figura umana e la natura con colori bellissimi poi, nel 1949, tra i tanti segni che aveva, ne scelse uno, il più segreto, e cominciò a rovesciarlo, sovrapporlo, centuplicarlo, ingrandirlo, centrifugarlo, bucarlo e colorarlo mille volte, nei disegni, nei collages, nei quadri grandi e piccoli che ci ha lasciato. Il suo è un alfabeto misterioso dove “i segni non sono necessariamente l’immagine di qualcosa che si è visto, ma possono esprimere qualcosa che è dentro di noi”.


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