Mag 62 luglioagosto 2014

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N. 62 LUGLIO/AGOSTO 2014

Supplemento al numero odierno de La Provincia - Non acquistabile separatamente - € 1,50 (La Provincia € 1,30 + Mag € 0,20)

I L

M AGA Z I N E

D E

L’ESTATE È QUI

Segreti e consigli per una vacanza senza partire di Gisella Roncoroni, Sergio Baccilieri, Anna Savini, Nicola Nenci, Ricky Monti

ALLA COMO NUOTO BRACCIATE DI VITA

VOGLIA DI TATOO A FIOR DI PELLE

NASCE ECOVILLAGE MIRAGGIO NEL VERDE

di Edoardo Ceriani

di Sara Della Torre

di Luca Meneghel







di Diego Minonzio

LA VACANZA NEL POSTO PIÙ BELLO E IL TURISMO COME OPPORTUNITÀ Uno perde tanto tempo a cercare in ogni dove e poi magari non si accorge che quello che gli serve veramente lo ha già. Quante volte ce lo siamo de o che viviamo in uno degli angoli più belli e benede i del pianeta e quante volte, invece, abbiamo fa o di tu o per fingere di non saperlo? E abbiamo continuato a pensare che il meglio non sia qui, ma in chissà quale remoto angolo dell’universo mondo capace di regalare chissà quali emozioni e tra eggiare chissà quali paesaggi naturali e interiori? È un fenomeno tipico di questi mesi estivi, per quanto martoriati dalla più lunga stagione di pioggia degli ultimi anni: cerchiamo, spendiamo e spandiamo in qualsiasi modo alla ricerca di qualcosa di unico e ci dimentichiamo di avere un tesoro sepolto nel giardino di casa. E allora, proprio per questo motivo, ci siamo de i che il Mag di luglio, l’ultimo ad arrivare in edicola prima della ripresa se embrina, avrebbe dovuto raccontare per filo e per segno ai suoi lettori tu i i percorsi, i segreti, i consigli e le magie per una splendida vacanza senza dover partire e, all’occorrenza, senza doversi dissanguare per staccare qualche giorno dalla vita di tu i i giorni. Le opzioni sono tante, naturalmente. Una giornata di divertimento in uno dei tanti lidi, relax assicurato in una spa, una gita in ba ello, sport acquatici in quantità, un finese imana diverso in un agriturismo o addiri ura in sella a una moto di grossa cilindrata, ma anche campeggio, cam-

minate, escursioni, buona tavola dai sapori antichi, senza dimenticare che anche sul nostro lago si può gustare il fascino esclusivo di un grande hotel a cinque stelle. Insomma, una risposta in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza e di sensibilità dei turisti che scelgono il lago come meta preferita. Leggendo le pagine dei nostri servizi di apertura, vedrete un lungo elenco di indirizzi e di riferimenti completi che potranno essere molto utili per organizzare al meglio le vostre vacanze lariane, ricordando però - e qui ci rivolgiamo agli operatori del se ore, ma anche a tu i i comaschi - che la vera chiave di volta per il successo del turismo in ci à e nel territorio sta tu a nella capacità di acce arlo come motore dello sviluppo e quindi come una risorsa su cui investire e non, come troppo spesso invece accade, come un fastidio da sopportare. Anche questo è un vecchio tema che accompagna la natura un po’ scontrosa di tanti nostri conci adini, ma se le crisi servono a qualche cosa è proprio nel costringerci a capire quanto sia indispensabile cambiare filosofia, cambiare prospe ive, cambiare passo per saper restare al passo con i tempi. Non c’è niente di meglio di cogliere e interpretare nel profondo le corde del proprio territorio, non c’è niente di peggio di non crederci fino in fondo. Non perdiamo anche questa occasione. Sarebbe l’ultima, e forse la più grave, di una lunga serie.

Editoriale | Mag Luglio 2014 | 7



N. 62 LUGLIO/AGOSTO 2014

I L

M AGA Z I N E

MAG Luglio/Agosto

D E

Supplemento al numero odierno de La Provincia - Non acquistabile separatamente - € 1,50 (La Provincia € 1,30 + Mag € 0,20)

2014

L’ESTATE È QUI

Segreti e consigli per una vacanza senza partire di Gisella Roncoroni, Sergio Baccilieri, Anna Savini, Nicola Nenci, Ricky MOnti

ALLA COMO NUOTO BRACCIATE DI VITA

VOGLIA DI TATOO A FIOR DI PELLE

NASCE ECOVILLAGE MIRAGGIO NEL VERDE

di Edoardo Ceriani

di Sara Della Torre

di Luca Meneghel

Foto di copertina:

Andrea Bu i

7 L’EDITORIALE di Diego Minonzio 13 DIECI BELLE NOTIZIE di Maria Castelli LE OPINIONI 21 «Occhi sul mondo» di Umberto Montin 23 «Donna di Picche» di Viviana Ballabio 23 «La borsa & la vita» di Pier Luigi Marzorati 19 «Pubbliche virtù» di Patrizio Pintus

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32 LA COMO CHE PIACE AI TURISTI A colloquio con le guide tra le bellezze di Como di Anna Savini

54 LA COMO CHE VIAGGIA Rampinini e Ronchi storiche agenzie di Sara Della Torre

37 UN LAGO DA MOTO Due società specializzate per vacanze su due ruote di Nicola Nenci

60 QUANDO I SOGNI SANNO D’ANTICO Storia e passione al cantiere Glisenti di Mario Chiode i

42 UN LAGO DA VOLARE Passione Wakeboard Protagonisti i giovani di Ricky Monti

66 A FIOR DI PELLE Moda dei tatuaggi tra arte e filosofia di Sara Della Torre

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26 L’ESTATE È QUI di Gisella Roncoroni e Sergio Baccilieri

Già nell’O ocento scri ori e artisti avevano capito che il Lario, con i suoi paesini arroccati sulle colline o a pelo d‘acqua, era un posto speciale. E allora perché fare i bagagli, fare viaggi di ore e ore in auto o girare il mondo in aereo? Per una volta si può vivere l’estate qui, sul lago più bello del mondo. Facendo i turisti a casa propria, scoprendo angoli mai visti o bellezze che, al contrario, fanno prendere aerei e auto ogni anno a decine e decine di migliaia di persone. Usando le ferie per vivere il Lario, oppure trasformare i weekend in mini vacanze. Titolo articolo | Mag Luglio 2014 | 9


72 MEGLIO PEDALARE Per sconfiggere i divieti della Ztl di Francesca Guido 78 ECOVILLAGE L’EDEN COMASCO L’avveniristico proge o di un parco botanico di Luca Meneghel

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I L M AGA Z I N E D E

DIRETTORE RESPONSABILE

Diego Minonzio

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Giuseppe Guin tel. 031.582342 - 335.7550315 fax 031.582421

86 DI SCENA IL PAESAGGIO Lake Como Film Festival di Alessio Brunialti

g.guin@laprovincia.it redmag@laprovincia.it

OPINIONI Viviana Ballabio, Umberto Montin, Pier Luigi Marzorati, Patrizio Pintus

91 91 IN CA’ FRANCA AI TEMPI DI LUCIO Un tuffo nel passato degli anni ‘80 di Francesca Guido 99

RESPONSABILE di REDAZIONE

SERVIZI Gisella Roncoroni, Sergio Baccilieri Sara Della Torre, Anna Savini, Nicola Nenci, Stefania Briccola. Edoardo Ceriani, Mario Chiodetti Ricky Monti, Francesca Guido, Alessio Brunialti, Luca Meneghel RUBRICHE

117

Maria Castelli,Carla Colmegna, Marinella Meroni, Eugenio Gandolfi, Emilio Magni, Bernardino Marinoni. Franco Brenna, Pietro Cantone Francesco Angelini, Tiziano Testori, Luca Meneghel, Alessandra Uboldi Paola Mascolo, Federico Roncoroni

Le parole che non tornano

Animali

di Emilio Magni

di Marinella Meroni

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Tu o d’un tra o

Il consiglio dello chef

TENDENZE E MODA Serena Brivio

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FOTOSERVIZI Carlo Pozzoni, Andrea Butti, Ricky Monti, Gerardo Colombo, Duglas Andreetti

di Paola Mascolo

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Eventi 109

Idee (S)fashion di Serena Brivio

Il bello della Salute di Eugenio Gandolfi di Franco Brenna di Tiziano Testori di Pietro Cantone

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Navigazioni Lariane

L’Oroscopo

di Luca Meneghel

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Scaffale

di Alessandra Uboldi

di Carla Colmegna

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di Bernardino Marinoni 10 | Mag Luglio 2014 | Sommario

DIREZIONE CREATIVA Monica Seminati IMPAGINAZIONE Barbara Grena

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L’aforisma del mese di Federico Roncoroni

Grande schermo

REALIZZAZIONE GRAFICA

Last minute di Francesco Angelini

PUBBLICITÀ Sesaab servizi - Divisione Spm Tel. 031.582211 STAMPA Litostampa - Bergamo Numero chiuso in tipografia il 2 Luglio




di Maria Castelli

Belle notizie

La sfida di Alessandra Alessandra Martinez, 54 anni, ha perso il lavoro da dipendente ed ha lanciato una sfida: diventare imprenditrice. Ha fatto leva sulla propria creatività e sulle competenze acquisite in corsi di pittura e di tessitura per realizzare stole di seta e lana pregiata, trattate e lavorate a mano secondo un’antica tecnica giapponese. “La dimora delle farfalle”, è il nome della ditta della neo imprenditrice che propone al mercato d’alta gamma creazioni artigianali dall’effetto unico, ad alto contenuto di ricerca, inventiva e coraggio. «Credo sia necessario investire su se stessi - dichiara - Ho lavorato sempre per gli altri; ora attingo alle mie risorse personali e realizzo tutto da sola, dai progetti ai colori».

Missione nel parco

Il buon cuore dei Fracassoni Cantano e suonano per passione, ma soprattutto per far del bene: sono “I fracassoni”, Maurizio Bonacina, Rosy Naso, Massimo Mauri, Emilio Verga, Paolo Mottadelli, Claudio Meroni e Gigi Anzani, chi alla voce, chi alla chitarra, chi alla tastiera o alla batteria. Oltre ai musicisti, fanno parte del gruppo Davide Marelli e Alberto Toppi (regia audio e luci) e Raffaele Terruzzi, manager e presentatore. Età tra i cinquanta e i sessant’anni, quasi tutti residenti a Mariano Comense, hanno una predilezione particolare per le manifestazioni organizzate da associazioni attive nel campo sociale e radicate sul nostro territorio. «Eravamo un gruppo di amici che si trovava ogni tanto per suonare a qualche festa dell’oratorio. E poiché non c’era l’abitudine di suonare insieme, un musicista ci affibbiò l’appellativo di Fracassoni», racconta il manager. Dodici anni fa, l’impegno per un’attività sociale e da allora i Fracassoni rappresentano la sintesi fra bella musica e buon cuore.

Gianstefano Buzzi, già consigliere comunale e regionale, figura di spicco nella storia della politica comasca, è uno dei volontari che ha ripulito il parco di via Giussani e l’ha reso più accogliente per i bambini e le famiglie. Con Generoso Roca, Pasquale Roca e la moglie Monica Cavadini, ha ramazzato tredici sacchi di rami, pigne, aghi, ricci, foglie «per migliorare un po’ di cose qui - ha detto Buzzi - e siamo pronti a lavorare di nuovo per tener pulito». Pasquale Roca s’è messo all’opera addirittura alle 6,30 del mattino e poi sono arrivati figlio e nipote a dargli una mano, finché è stato tutto lindo, con l’impegno di utilizzare anche un’idropulitrice per i giochi. «È stato bello vedere i bambini sorridere di fronte al giardino in ordine»: è la soddisfazione di Monica Cavadini.

Dieci belle notizie | Mag Luglio 2014 | 13



Belle notizie

Qualcosa di normale qualcosa di speciale Adamo Panzeri, 39 anni, insegnante di tennis, residente ad Albese con Cassano, ha trovato un portafoglio con 265 euro in contanti, carta di credito, bancomat e documenti: non ci ha pensato un attimo e l’ha consegnato alla Polizia Locale. Il portafoglio era per terra, in piazza Motta ed era stato perso da un giovane di Cassago Brianza, preoccupato soprattutto per i documenti smarriti. «Non ho fatto niente di speciale», ha detto Panzeri. Ma il comandante della Polizia Locale, Federico Ciceri, ha spiegato invece che Panzeri ha dato un bell’esempio che dovrebbe essere seguito da tutti. «Un’onestà neppure pensata - ha aggiunto - L’autore del gesto ha più volte ripetuto di aver fatto solamente qualcosa di normale. Proprio in questa normalità c’è qualcosa di speciale. È un comportamento che merita i complimenti».

Il peso del cuore Il cuore dei comaschi pesa 72 tonnellate: la colletta straordinaria di generi alimentari ha raccolto 72mila chili di prodotti in una sola giornata, destinati a 71 strutture di solidarietà convenzionate con il Banco Alimentare della Lombardia. Un quantitativo al di sopra di ogni previsione, «poiché la crisi alleggerisce le tasche anche di chi dona», sottolinea Francesco Maino, responsabile provinciale per la Colletta e descrive la mobilitazione che ha coinvolto 800 volontari attivi in 45 supermercati del territorio per promuovere la spesa solidale. I magazzini erano ormai quasi vuoti, di fronte ad un’impensabile, quanto reale, emergenza alimentare dovuta ai tempi lunghi del Fondo di aiuti europei ai poveri che rischiano la fame o la nutrizione insufficiente: per questo, è stata promossa una colletta straordinaria, nella quale è finito anche il pacchetto straordinario di biscotti donato da un consumatore che al supermercato, abitualmente, compra solo un cartone di vino.

Cri, solidarietà e rifugio Un valore aggiunto per la Croce Rossa di Como, da 150 anni sinonimo di solidarietà e di aiuto a tutti i sofferenti: è Murac, ovvero il Museo Rifugio Antiaerei. Il presidente, Matteo Fois, i suoi collaboratori e tutte le componenti Cri hanno trasformato il bunker sotterraneo che, durante le guerre, sarebbe dovuto servire per proteggere la popolazione dai bombardamenti, in un luogo di memorie e in una “vetrina” delle attività dell’associazione. All’organizzazione del museo che recupera un importante patrimonio storico, hanno contribuito la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, gli Amici di Como, il Consorzio Como Turistica e tanti volontari: è un’ulteriore testimonianza della vicinanza dei comaschi alle Croce Rossa e a ciò che rappresenta: il bene che produce bene. Dieci belle notizie | Mag Luglio 2014 | 15



Belle notizie

Il sogno di Pietro Pietro Agostinelli, 16 anni, s’è fatto regalare un’Ape Car, invece dello scooter. «Mi piace e con quello non solo posso trasportare i miei attrezzi, ma potrò anche andare in giro a vendere i miei prodotti». Pietro, infatti, è un coltivatore diretto ed un rivenditore fai - da - te e concilia l’attività con lo studio nella Scuola di ortoflorifrutticoltura di Minoprio. La sua passione consiste nella coltivazione di campi e di orti e poiché, afferma, in paese non c’è un fruttivendolo, sogna di coltivare frutta e verdura per rivenderla ai propri concittadini, casa per casa. Servizio completo, di qualità e a chilometro zero. Cura personalmente un orto da 700 metri quadrati, già moltiplicato in un anno: l’anno scorso, era di 200 metri quadrati. Non contento, si dedica anche alle piante aromatiche, su un’area di 80 metri quadrati, «bello da vedere - sottolinea il giovane studente - perché ho disposto le piante a spirale aurea».

Don Titino, la baita e tanti amici

Il maggiordomo per i lavoratori

Don Giambattista Levi, meglio noto come Don Titino, pioniere nella pastorale, nel servizio a Dio e alla gente e pioniere dello scoutismo comasco, sarà ricordato con un campo scuola scout alla Baita Elisa, nel cuore della Spina Verde. Abbandonata e messa all’asta, la baita è stata acquistata dall’associazione “Casa Scout don Titino”, presieduta da Alfredo Ronchetti: i soci si sono autotassati per partecipare all’asta e si stanno prodigando per raccogliere il resto della somma necessaria per raggiungere lo scopo. Il progetto: utilizzare la struttura per i giovani, scouts e no, tenendo alto il nome di Don Titino e i valori ai quali ha dedicato tutta la lunga vita.

Anche un “maggiordomo aziendale” a disposizione dei dipendenti di tre primarie società comasche, Castiglioni di Bregnano, Enervit di Zelbio e Saati di Appiano Gentile. Coordinati da Confindustria Como, hanno partecipato ad un bando della Regione Lombardia per migliorare la vita dei propri dipendenti e favorire la conciliazione famiglia – lavoro. In co- finanziamento, numerosi i servizi offerti: asili nido aziendali, borse di studio per i figli dei dipendenti, campi estivi, doposcuola, Centri di assistenza fiscale interni, attività sportive, sostegno ai genitori anziani e una figura che sbrighi commissioni per conto dei lavoratori, costretti a prendere permessi o ferie per recarsi negli uffici. Un maggiordomo, appunto o uomo di fiducia. Sono stati i dipendenti che attraverso un questionario hanno espresso le proprie esigenze ed hanno trovato riscontro.

Una mappa mai vista Una città più accogliente per tutti: è diventato concreto l’obiettivo del Lions Club Plinio il Giovane, presieduto da Anna Maria Peronese. Spicca in Piazza Verdi, all’angolo con il Teatro Sociale ed è una “mappa tattile”, la prima a servizio dei non vedenti, donata dai soci del Club che hanno così dimostrato generosità di cuore e sensibilità sociale. La mappa permette a chi non vede di avere informazioni su luoghi storici e caratteristici utilizzando il tocco delle dita. Fornisce indicazioni sul Teatro Sociale, la Casa del Fascio e il Duomo e potrebbe rappresentare un “prototipo” per estendere in tutta la città l’importante servizio. Dieci belle notizie | Mag Luglio 2014 | 17



di Umberto Montin

BON TON ALLA CINESE Sono tanti, tantissimi, sempre più ricchi, conoscono quasi nulla del mondo e hanno voglia di colmare questo gap secolare, anzi millenario. Ma uscire da un mondo dominato prima da una cultura esclusiva, poi da una ideologia totalizzante in cui i recinti mentali coincidevano con quelli fisici, per decine e decine di milioni di cinesi non è agevole. Anche perché l’isolamento reciproco ha fa o sì che i mondi non riuscissero a scambiarsi, senno occasionalmente, usi e costumi. Oggi però i percorsi diversi di queste due storie di mondi vicini e non dialoganti, vengono alla luce quando globalizzazione e turismo portano gli uni a mescolarsi agli altri, orientali con gli occidentali. Con il risultato che le rispe ive culture e abitudini personali finiscono per confliggere e manifestarsi in comportamenti poco consoni. Al punto tale che la Cina comunista, centralista e a enta ai segnali che manda a un mondo che la sta scoprendo, si sta preoccupando del modo incivile in cui i suoi conci adini si comportano all’estero e in particolare in Occidente. Un a eggiamento che “danneggia l’immagine del popolo cinese” ha ammesso, amaro, il vice premier Wang Yang. Per porre rimedio al quale lo Stato (e il Partito), a raverso l’amministrazione nazionale del turismo, ha deciso di compilare una guida alle buone maniere all’estero, destinata a chi varca i confini e pubblicata proprio nell’imminenza della Golden Week. Fra il 2005 e il 2013 sono stati 83 milioni i cinesi che sono andati all’estero spendendo qualcosa come 100 miliardi di dollari. Ma sovente tanta disponibilità finanziaria si è tradita in comportamenti arroganti, violenti, scorre i. E questo a Pechino non si può concepire. La guida, in 64 pagine, me e in guardia da gesti banali, come il me ersi le mani nel naso in pubblico, pulirsi i denti con le dita, ma anche da comportamenti come quello di salire sui sanitari

con le scarpe o eme ere rumori sgradevoli durante un pranzo magari finendo per bere dire amente nella ciotola. Sembrano de agli o preoccupazioni eccessive, ma le guide che accompagnino i gruppi di cinesi all’estero condividono le motivazioni che hanno portato alla nascita del manuale. Finora, come ha racconto una di queste guide, il signor Zhang, non si andava al di là di una serie di brevi raccomandazioni da parte delle agenzie. “Penso che le cose possano migliorare - ha riconosciuto Zhang con un gruppo di turisti -. Se portate all’estero il caos, ciò è l’immagine della nostra nazione, voi mostrate una Cina che soffre”. Ovvero una Cina che non va, una Cina impresentabile. E ciò non è concepibile per Pechino. Pechino che non può tollerare fa i come quello di una madre che, a inizio anno, fece urinare il proprio bambino dentro una bo iglia nel bel mezzo di un ristorante di Hong Kong. Al di là dei comportamenti marginali o estremi, tu avia la guida è a enta anche a un altro aspe o: far sì che l’a eggiamento del turista cinese impari a rispe are usi e costumi dei Paesi visitati , oltre che comprenderli. Ad esempio in Europa si fanno schioccare le dita magari per richiamare un animale, non certo per rivolgersi a una persona. O ancora, in Giappone non è educato a giocherellare con i vestiti o i capelli quando si è a tavola. Servirà la guida al bon ton per far acce are meglio il turisti e i loro comportamenti in Occidente? Probabilmente sì, anche perché nessuno, fra Europa e Stati Uniti è disposto a rinunciare ai 100 miliardi di dollari che, secondo la banca d’affari Morgan Stanley, potrebbero salire a 194 già il prossimo anno e ai molti di più che saranno portati entro il 2020 da quei 225 milioni che, entro quella data, avranno un reddito tale da consentire loro un viaggio all’estero. Magari con la app del bon ton sullo smartphone.

Una guida pratica insegna ai cinesi come comportarsi durante i viaggi in Occidente

Occhi sul mondo | Mag Luglio 2014 | 19



di Viviana Ballabio Campionessa di di Basket

SPORT E DISABILITÀ UM IMPEGNO MORALE Che lo sport e il suo mondo siano parte integrante della mia vita è cosa certa, ma che un giorno mi sarei soffermata a pensare che questo potesse essere un veicolo fondamentale e determinante per la formazione ed integrazione di una persona disabile è una sorpresa anche per me. Non sarò io a dover riconoscere allo sport il suo valore nel complessivo benessere di una persona, anche se scrivendo queste righe la memoria torna ai bellissimi anni in cui il basket ha rappresentato la scuola di vita più importante, dove la fatica, l’impegno e dedizione, il confronto e quindi il riconoscimento dei propri limiti e la ricerca di strategie per superarli, la gioia e la delusione mescolate in un susseguirsi incerto, hanno formato la mia” spina dorsale “ forte e flessibile per poter affrontare la vita nella sua imprevedibilità e quotidianità. Testimone partecipe di questa grande esperienza, oggi, mamma di un bimbo autistico, mi sono prodigata nel cercare un’opportunità sportiva da offrire a mio figlio. Purtroppo la realtà di oggi sul nostro territorio è molto limitata, ci sono delle realtà felici ma sono insufficienti a soddisfare le esigenze di una persona disabile. Lo sport, nella realtà quotidiana, viene spesso finalizzato a potenzialità riabilitative, terapeutiche , socializzanti o psicologiche che sono certamente importanti, ma è bene ricordare che lo sport deve anche essere prima di tu o un diri o per l’individuo, un diri o umano indispensabile per la conoscenza di se stessi, dei propri limiti, delle proprie emozioni,diventando così uno strumento indispensabile per la conquista di un’autonomia personale e per un miglioramento della propria autostima. Lo sport come un diri o prima che un’opportunità. Lo sport dovrebbe essere qualcosa di avvicinabile da chiunque in qualsiasi comunità piccola o grande. Così parlare di sport nell’o ica dei

diri i umani significa parlare di “Inclusione” delle persone con disabilità nella vita comunitaria a tu i i livelli, inclusione che perme erebbe a queste persone sviluppo cognitivo, emancipazione e crescita perché lo sport con il confronto, la verifica o percezione immediata della propria efficienza, l’affinamento delle capacità autoregolative, può stru urare un ambiente ricco di possibilità e stimolazioni importanti. Ovviamente sarebbe importante che la promozione di a ività motorie e sportive integrate fosse calibrata sulle capacità e i bisogni della persona disabile e supportata da personale qualificato. Tu o ciò perme erebbe a queste persone di costruire identità sociali eliminando molti pregiudizi che ancora oggi rendono la loro vita e quella delle loro famiglie più difficile di quanto lo è già. La passione di mio figlio è sempre stata l’acqua, fin da piccolo ha manifestato gioia per questo ambiente riuscendo a sentirsi libero di muoversi come meglio credeva senza vincoli e barriere, questa sua passione ci ha fa o avvicinare al nuoto e ripensandoci siamo stati fortunati a trovare persone altamente preparate che credono fortemente nell’inclusione dei nostri ragazzi, a raverso il nuoto, nel mondo dei cosidde i neurotipici, dico fortunati perché purtroppo abbiamo avuto invece altre esperienze negative, dove la possibilità di fare a ività sportiva gli è stata negata. Da pochi mesi si è avvicinato al basket (per la gioia di mamma) la mia speranza è che possa nascere una passione che lo coinvolga e possa trasformarsi in un’esperienza di crescita, ma sono ancora troppo poche le opportunità date a queste persone, è necessario che ogni comunità si a rezzi per avere luoghi dove si fanno a ività sportive inclusive. La mia speranza è che il territorio comasco con le sue società sportive, possa farsi carico di questo grande impegno morale.

Ogni comunità dovrebbe attrezzarsi per poter offrire opportunità sportive alle persone con disabilità

Donna di picche | Mag Luglio 2014 | 21


di Pier Luigi Marzorati Presidente CR Coni Lombardia

EXPO: DA EVENTO “SCOMODO” A OPPORTUNITÀ PER LO SPORT Al momento, della grande Esposizione UniGiovanni Malagò, è uno dei tanti punti di versale, che si terrà a Milano dal 1 maggio partenza, per perme ere a Milano di toral 31 novembre 2015, si conoscono unicanare a primeggiare a livello internazionale. mente le date di apertura e di chiusura, il Ripartire dallo sport, e dalla forza comuniresto sembra essere ancora un’incognita. cativa dei valori che a raverso la disciplina Negli ultimi mesi infa i, intorno a quello sportiva perme ono alla gente, e ai giovani, che doveva essere l’evento internazionale una maggiore educazione e una corre a caindicato per rilanciare l’economia lombarpacità di socializzazione in tu i gli ambienda ed italiana, si sono susseguiti una seti in cui in sono e saranno impegnati. rie di fa i che fanno guardare all’apertura Dire sport al giorno d’oggi viene comunedi Expo 2015 con poca serenità. Più che mente associato alla ricerca spasmodica, ed un’occasione di rilancio, i 7 effettuata con tutti gli strumesi che vedranno Milano al L’impegno del Coni menti possibili, del risultato centro dell’a enzione mondiae della performance; il Coni affinchè lo sport le si stanno rivelando sempre invece cerca da sempre di farpossa diventare più una risorsa di difficile gesi promotore di una visione stione. differente di sport che non una vera fonte In tutta questa confusione di speranza sia una valvola di sfogo per sembrerebbe che il passatemgli insuccessi sociali, ma benper tutti i giovani po preferito da gran parte delsì una fonte di speranza per la gente, coinvolta o meno in tu i i giovani che praticano Expo 2015, sia quello di criticare. La nobile a ività a livello agonistico e non. arte del “piangersi addosso”, nella quale In vista dell’Esposizione Universale abbiagli italiani sono indiscutibilmente campioni mo avviato un fi o dialogo con le istituziodel mondo, si sta facendo sempre più larni regionali, soffermandoci su alcuni pringo nella popolazione e, più che guardare le cipali proge i, tra i quali i più significativi reali chances di crescita racchiuse dentro sono: l’Esposizione Universale, si preferisce fa1) Centri Sportivi Federali Intelligenti sciarsi la testa prima di averla ro a. (Smart Sport Federation Centers): tra asi Da Presidente del Comitato Regionale Coni di una riqualificazione e/o ampliamento di Lombardia ritengo che sia giusto puntare alcuni centri sportivi esistenti sul territorio fortemente sullo sport come uno dei più lombardo, distribuiti su gran parte delle sicuri baluardi per affrontare l’evento in sé province lombarde. e ciò che accadrà al termine dell’EsposizioLa parola intelligente (smart) sta per effine Universale. Me ere a disposizione degli centato, energetico e funzionale, tale da riimpianti sportivi adeguati, come so olineadurre i costi gestionali e ampliare le entrate to anche dal presidente del Coni Nazionale economiche;

22 | Mag Luglio 2014 | La borsa o la vita


sportiva, e in linea con questo filone partirà 2) Giochi Mondiali della Famiglia (World invece dall’anno prossimo una collaboraFamily Games): verranno realizzate, con la zione proficua tra il Coni e i licei scientifici collaborazione di esperti del se ore degli sportivi. Inoltre da quest’anno sono state eventi sportivi e della tecnologia, delle sficostituite in seno al Comitato Regionale de di natura sportiva e multidisciplinare venti commissioni, presiedute dall’undici (riguardanti la cultura e l’educazione civivolte campione del mondo e membro di ca) che coinvolgeranno le famiglie di tu o giunta Coni Lombardia Daniele Gilardoni, il mondo. che, formate da molte eccellenze del monLa famiglia, composta da 10 elementi (gedo lombardo, hanno lo scopo di impostare nitori, nonni e figli), grazie ad una pia auna proge ualità sulle a ività future del forma software potrà sfi dare famiglie di Comitato. tu o il mondo, guadagnando un determinato punteggio in World family games Tra gli argomenti trattati dalle commissioni ci sono: base al risultato conseguito. con l’obiettivo impiantistica, marketing, Lo scopo è quello di accrescere l’unità della famiglia, puntan- di accrescere l’unità cultura, metodologia, psicologia, sport e solidarietà, do sui valori propri dell’educa- della famiglia e sport, e molte altre, zione sportiva. puntando sui valori donna aventi come obie ivo finale A livello regionale inoltre stiadell’educazione quello di fornire una linea mo dando il via ad una serie comune per impostare i perdi progetti che, sfruttando al corsi formativi per Dirigenti, Tecnici e Atmeglio le risorse a disposizione del Comileti, e per offrire un percorso di riferimento tato Regionale Coni Lombardia, evidenzida ampliare a tu e le Società sportive lomno l’importanza e la centralità dello sport. barde. Tramite la Scuola Regionale dello Sport, in Questo dunque quello che il Comitato Requanto istituzione che fornisce un servizio gionale Coni Lombardia cercherà di fare culturale, abbiamo definito una serie di licon Expo: continuare un’opera di collabonee guida per dei corsi di formazione per razione che possa perme ere di valorizzare figure professionali del mondo dello sport appieno tu e le a ività sulle quali lo sport che delineino una serie di contenuti a livellombardo lavora con sacrifi cio e dediziolo dida ico, metodologico e scientifico. Di ne già da parecchio tempo, con l’obie ivo pari passo all’a ività della Scuola, prosedi rilanciare un evento che ad oggi sta rigue l’operato del Coni per l’a uazione di schiando di cadere nel qualunquismo genepercorsi di alfabetizzazione motoria, con rale, senza più vedere le reali potenzialità lo scopo di partire in primis dall’educache è in grado di offrire a Milano e a tu a zione dei giovani, insegnandogli i principi Italia. cardine per una vera e propria educazione La borsa o la vita | Mag Luglio 2014 | 23


di Patrizio Pintus

Psicologo dello Sport

ETICA E FAIR PLAY LO SPORT È NELLE NOSTRE MANI Il tema dell’etica quale “modello di comdilaganti è più diffi cile avere una cultura portamento” che le persone seguono nelle socialmente diffusa e condivisa, ognuno ha proprie azioni è continuamente messo in la propria con i suoi valori e la sua declinadiscussione da una società che esalta mezione in comportamenti. diaticamente episodi e fa i in tu i i conIn questo quadro anche lo sport fa la sua testi di vita. I nostri modelli di riferimento parte. Il fair play, che le eralmente si riappaiono pertanto fragili e per far fronte a ferisce ai principi di lealtà e corre ezza, tale difficoltà, e contrastare gli innumeremantiene lo sguardo orientato alla sana voli comportamenti non ritenuti conformi, competizione, quell’agonismo umano che abbiamo ado ato specifi ci codici etici in nel confronto sportivo cerca la supremazia molti ambiti. di valori e il suo riconoscimento. Pierre De Grazie ai codici etici abbiamo dei principi Cubertin diceva che l’ideale olimpico si di condotta adeguati e chiari basa su “una cultura del corda seguire rispetto ad un depo umano che a sua volta si I valori del fair-play terminato contesto culturale, fonda sul fair play e sull’estehanno la prevalenza sociale o professionale. tica”. Certamente, se consideriamo anche sul risultato. Come evidenzia Willi Daume, questo fenomeno in modo Slealtà, scorrettezza lo sport non è soltanto prestaestremo dovremmo essere e pratica del doping zione fisica ma anche prestaben preoccupati. Se abbiamo zione morale e in questo il minano lo sport bisogno di declinare i nostri successo è sempre misurabile comportamenti con un paramentre il fair-play non può metro di riferimento degli atteggiamenti esserlo in quanto dovrebbe nascere sponche dovremmo tenere, la cultura forse ha taneamente. fallito e sta diventando sterile! Dovremmo raff orzare l’etica del fair play Si presuppone che gli aspetti culturali, nello sport per ribadire l’importanza dei con la condivisione sociale di valori, siavalori e la loro supremazia anche sul risulno il punto di partenza per comportamentato. La vi oria sleale è quanto di più lonti dignitosi in relazione al ruolo ricoperto tano ci possa essere dai valori dello sport (professionale, sociale, politico, ecc.). Tu o che purtroppo sono oggi “contaminati” da questo a raverso l’educazione e l’esempio dimensioni economiche e mediatiche che ne che, nel tempo, ci danno la nostra cultura possono sminuire la rilevanza. di riferimento. In una società dove l’indiviCertamente è chiara la slealtà quando c’è la dualismo e la frammentazione sociale sono scorre ezza in campo ma la slealtà più po-

24 | Mag Luglio 2014 | Pubbliche virtù


do che abbiamo una cultura di valori che tente e meno visibile è nel doping, minando si esprime ogni giorno ma non trova molto i principi fondanti dello sport. spazio nei media. Come fare cultura nello sport me endo al In questi giorni il calcio in Brasile esprime centro il fair play? Come sostenere un’etica il massimo della sua elevazione sportiva in del fair play che possa essere agita spontauna dimensione planetaria con gli italiani neamente dalle persone che amano lo sport, che stanno facendo i conti con l’eliminaziolo seguono e lo praticano? ne mondiale. L’esempio in campo e fuori – atleti, operaLuis Suarez con il suo morso esprime tu a tori e dirigenti - è centrale, anche quando l’umanità del calciatore in un evento emol’agonismo in gara, che si esprime sempre tivamente molto sentito e so o lo sguardo con una dimensione di aggressività, è moldi miliardi di occhi. to elevato rimanendo canalizzato nel conComme ere errori è inevifronto rispe ando le regole di gioco. Mettercela tutta e fare La stampa dovrebbe tabile ed è sensato che ciò sia contemplato nella nostra il massimo nell’esprimere se mettere in evidenza stesso dovrebbe essere l’aspe o gli errori dello sport società in quanto esasperarsi sulla perfezione non aiuta centrale di ogni competizione. ma anche esaltare alla diffusione di una cultuQuesto vale per i bambini quane diffondere ra sana e possibile. to per gli adulti, acce ando il risultato fi nale e facendo i conti la cultura dei valori E’ indubbio che i mondiali di calcio rimangono tra le con il valore sportivo e non con competizioni più seguite e amate dalla pola totalità della persona. Purtroppo i tifosi polazione mondiale e certamente l’esempio dovrebbero in questo avere la comprendato in queste gare ha impa i planetari non sione che gli atleti sono persone e possono trascurabili. come tu i noi comme ere degli errori. Questo sport ha nella semplicità del calciaMa cosa accade quando gli atleti non vedore la palla la sua bellezza, espressa anche no più il confronto agonistico nelle regole, nei piccoli bimbi senza spiegare loro nulla, perdono di vista il giocatore avversario e una spontanea magia! cercano la persona? L’aggressività agoniProprio dal calcio e dagli sport più diffusi stica diventa violenza. allora dovremmo abbracciare con forza una La stampa dovrebbe tanto me ere in primo cultura che si incarni nell’etica del fair play piano gli errori e i fa i negativi dello sport continuando a credere che possiamo insiequanto esaltare le evidenze di fair play e me fare cultura. buone prassi, diffondendole e so olinean-

Pubbliche virtù | Mag Luglio 2014 | 25


ESTATE SUL LAGO

di Gisella Roncoroni Schede di Sergio Baccilieri Foto Andrea Bu i e Carlo Pozzoni

Segreti e consigli per una vacanza senza dover partire. Una bella giornata di sole al lido. Una notte in un hotel a 5 stelle. Una spa fino al tramonto. Un week end in agriturismo. Una gita in battello. Un’esperienza in campeggio. Una giornata camminando nel verde della natura

G

ià nell’Ottocento scrittori e artisti avevano capito che il Lario, con i suoi paesini arroccati sulle colline o a pelo d‘acqua, è un posto speciale. Devono pensarla così anche George Clooney o Robert De

26 | Mag Luglio 2014 | L’estate è qui

Niro, solo per citare due star mondiali che, proprio qui trascorrono le loro vacanze. Il primo, sul lago, ha comprato pure non una, ma tre case, mentre il secondo da anni e anni non rinuncia a una se imana in versione extralusso

tra Como, Cernobbio e tour in barca. Ma per chi non crede a nulla se non a statistiche e classifiche, dopo il New York Times di qualche anno fa, adesso ci si è messo anche l’Huffington Post, il quotidiano on line statunitense, che ha


L’ESTATE È QUI

addiri ura piazzato il Lario al primo posto tra i laghi più belli del mondo. Il motivo? «Villa Olmo, Villa d’Este, Villa Balbianello, Cernobbio, Moltrasio, Lezzeno, Domaso. Vi hanno soggiornato leader politici come Winston Churchill

e John Fi gerald Kennedy, registi e a ori del calibro di Alfred Hitchcock e George Clooney. Decantato da Manzoni, Byron, Stendhal. Semplicemente il Lario, il lago più bello al mondo». E allora perché fare i bagagli, fare

viaggi di ore e ore in auto o girare il mondo in aereo? Per una volta si può vivere l’estate qui, sul lago più bello del mondo. Facendo i turisti a casa propria, scoprendo angoli mai visti o bellezze che, al contrario, fanno prendere

L’estate è qui | Mag Luglio 2014 | 27


ESTATE SUL LAGO aerei e auto ogni anno a decine e decine di migliaia di persone. Usando le ferie per vivere il Lario, oppure trasformare i weekend in mini vacanze. Ad esempio, si può iniziare da una bella giornata al lido (in ci à o sul lago): le ino, crema solare, ombrellone, un tuffo in piscina o nel lago. Giusto per

AGR I T U R I SMO Gera Lario Agriturismo Cascina Borgo Francone, 3392516448 Consiglio di Rumo Agriturismo Ca Del Lago 034482735 www.agriturismocadellago.com Agriturismo La Sorgente 034481859 www.agriturismolasorgente.com Sorico Agriturismo Giacomino 034484710, www.agriturismogiacomino.it Pianello del Lario Agriturismo Tre terre Località Coslia, 034486366 Cavallasca Agriturismo Lieto Colle via Val Grande 17, 031211133 Albese con Cassano Agriturismo Cascina Mirandola via ai Monti 2, 3487158424 28 | Mag Luglio 2014 | L’estate è qui

C’è chi arriva dall’altra parte del pianeta per fare le vacanze sul lago di Como

Schignano Agriturismo Al-Mamich località Marnico, 031819242 Agriturismo La zoca di strii via Santa Maria, 031819721 Argegno I due leoni via per Schignano 65, 031821113 Pellio d’Intelvi via Madonnina, 031830046 Lanzo D’Intelvi Località Rondanino 3356890693 Grandola ed Uniti La Casa di Matilde via San Rocco, 034431211 Agriturismo La Vecchia chioderia via Molini, 034430152 Faggeto Lario Alpe di Lemna località Alpe di Lemna, 3392714749 Dosso del Liro Agriturismo La Fonte di Mariella monte Carsano, 3397703968

sentirsi davvero in vacanza. Come al mare, anzi meglio del mare, secondo più di qualcuno. C’è poi l’opzione di vivere la vita da star, almeno per qualche ora: perché non concedersi una no e o una cena in un hotel a 5 stelle? O una spa fino al tramonto? Una gita in ba ello o in motoscafo con

Peglio Agriturismo Zertin via ai Monti, 3316505822 Sormano Agriturismo Binda via Pian del Tivano, 031677057 Gironico Agriturismo Lions Farm via Campo Ama, 031550190 Grandate Agrituismo Shakei via Monte Rosa, 031564310 Lurate Caccivio Agriturismo Locanda Bel Musin via Giovio 14, 031943132 Orsenigo Cascina Cassinazza via cascina Cassinazza, 031631468 Cantù Agriturismo La cascina di Mattia via Ovidio, 0317073814 Eupilio La Geretta via San Francesco, 031642953


gli occhi del turista si trasforma in un viaggio nel tempo tra le case e colorate dei paesi, ville moderne come quella dello sceicco a Torno o senza tempo come Villa Cassinella (con i suoi cipressi sempre perfe i) o Villa Balbianello, che aveva colpito al cuore un regista come George Lucas. Inutile citare Villa Carlo a a Tremezzo o Villa Melzi a Bellagio, con i loro giardini da favola. Alzi poi la mano chi è mai stato in uno dei campeggi in alto Lario: tanti olandesi ogni anno a raversano l’Europa e le Alpi per montare la tenda o affi are un bungalow sul lago.

L I DI Lido di Villa Olmo via per Cernobbio 2, lidovillaolmo.com Lido Villa Geno viale Geno, 13 Como. www.facebook.com/openlido Lido di Bellagio +39 031 951195 www.lidodibellagio.com Holmes Lido Piazza Risorgimento, 5/A, 22012 Cernobbio. www.lidohp.it Lido di Lenno Via Comoedia, 1, 22016 Lenno Como 0344 57093 www.lidodilenno.com Lido di Menaggio 034430645 via Roma 11, Lido di Moltrasio via Regina, 031290232 Lido Ossuccio 338 368 4816 www.lidodiossuccio.com Lido di Sala Comacina Via dei Pini 0344 56465 www.lidodisalacomacina.it Lido di Cadenabbia, Via Regina 8, +39034441723 www.lidodicadenabbia.com Lido di Montorfano Via Al Lago 345 972 39 55 www.lidodimontorfano.it Lido al Segrino Eupilio Via Panigatti 331 9025491 www.lidosegrino.com L’estate è qui | Mag Luglio 2014 | 29


ESTATE SUL LAGO

SE N T I E R I , P E RCOR SI E GI T E Alla scopetta dei Magistri Comacini. Andate a Laino, in val d’Intelvi e ammirate la chiesa di San Lorenzo. Proseguite nell’abitato di Scaria per osservare gli stucchi nella chiesetta di Santa Maria. E ancora a Santa Maria Assunta a Puria Valsolda. Ripercorrete le strade dei contrabbandieri. Una camminata piacevole e fattibile per tutte le gambe parte da Casasco Intelvi. Ci sono pannelli esplicativi, lungo il percorso incontrerete chiese, lavatoi, una antica carbonaia. Ecco l’itinerario: museodicasasco. altervista.org Armatevi di scarpe da trekking e salite sul Pizzo della croce. Si può partire da Cascasco, sostare alla capanna Bruno e salire fino a 1480 metri. Tempo stimato due ore. Tre in uno: alpe del Vicerè, Palanzone e rifugio Riella. Salite fino all’alpe e seguite il sentiero per 600 metri di dislivello. Si arriva alla vetta dai prati e si può passare dal rifugio Bolettone e dalla capanna Mara. Via Normale al Monte Generoso. Due ore di cammino da San Fedele, chi è stanco può fermarsi al ristorante Monte Generoso, il sentiero è facile, meglio però portarsi dell’acqua.

Partendo da Ossuccio si può salire per visitare la Madonna del Soccorso, una passeggiata piacevole tra cappelle votive. Ridiscesi merita una sosta l’antiquarium, accanto alla chiesa di Santa Maria Maddalena e il campanile romanico. La giornata per un turista non può non approfittare della vicina isola Comacina. Greenway sul lago: sono dieci chilometri che percorrono Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegrra, Tremezzo e Griante. Borghi, scorci e paesaggi indimenticabili. Il Balbianello. Oggi bene del Fai, la villa voluta nel diciottesimo secolo dal cardinal Durini è uno dei luoghi più romantici al mondo. Perdetevi nei giardini in riva al lago. Via Comoedia, Lenno. faibalbianello@fondoambiente.it. Non si può stare a Como senza ammirare Sant’Abbondio. La magnifica chiesa romanica, il monastero a fianco e il chiostro dell’Università dell’Insubria. Un complesso romanico stupendo. Via Regina Teodolinda. Basilica di San Galliano. Comprende la basilica di San Vincenzo e il battistero di san Giovanni. Risale al 1007, è uno dei monumenti romanici più affascinanti del periodo altomedioevale. È in via San Vincenzo, a Cantù.

Perché non provarci, allora? Da buoni italiani c’è spazio anche per un buon barbecue con costine e verdure alla griglia, o per restare in tema, si può mangiare qualche pesce di lago. Non c’è vacanza senza qualche passeggiata. I grandi classici sono Brunate e, da lì, fino al faro di San Maurizio op-

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C A M P EGGI Como Camping International via Cecilio 031521435 335 220508 www.camping-internazionale.it Montorfano Camping Montorfano via per Erba30, 031200305 Sormano Bar Campeggio Fuin via case sparse 23, pian del Tivano. 031667059 Eupilio Camping Class via Cascina Gera 0313338599 Lenno Campeggio La Vedo via degli artigiani 3, 034456288 Menaggio Camping Europa via de Cipressi 16, 034431187 Camping Turismo Giovanile via IV Novembre 106, 034432356 Lanzo d’Intelvi Camping Pian delle noci via Pradale, 031839100 Castiglione D’Intelvi, Camping Ai Colli Fioriti via case sparse 031 830 564 www.campeggioaicollifioriti.it/ Dongo Camping La Breva via cimitero 19, 034480017 Camping Magic Lake via vigna del lago 60, 034480282 Camping Panorama via Statale, 3298950912 Gravedona Camping Ideal via alla Poncia 17, 034480101 Sorico Campeggio Belvedere via Belvedere 2, 0344490216

pure, in Val d’Intelvi, fino al “balcone d’Italia”, con vista mozzafiato sul lago di Lugano e sulle Alpi. Ma i percorsi sono praticamente infiniti, quasi tu i con tra i in cui il panorama è da cartolina. Da Ossuccio si può salire fino alla Madonna del Soccorso con le cappelle votive

del Seicento. Spostandosi nell’erbese si può arrivare fino alla Madonna del Ghisallo, tappa obbligata per migliaia di ciclisti, ma con un fascino particolare per tu i. All’interno della chiese a si trovano infatti alcune maglie e bici da corsa dei grandi campioni del ciclismo. Solo

Campeggio La Torre via La Torre, 034484106 Campeggio La Riva via Poncione 3, 034494571 Campeggio La Grande Quiete via Boschetto 193, 034484041 Bellagio Camping Clarke via Valassina 170, 031951325 Porlezza Camping Ranocchia via al Lago 344 70385 / 61505 www.campingranocchio.com Carlazzo Camping Costa Azzurra via al lago 0344 70024 Valsolda Camping San Rocco via Leonardo da Vinci 10, 034468500 Domaso Le Vele, via Case sparse 0344 965049 www.levele.domaso.it Deserto via Case sparse, 034496288 Europa via Case sparse 034496044 www.hotelcampingeuropa.com Gardenia via Case sparse 0344 96262 www.domaso.biz Italia90 via Case sparse 3349273685 Madonnina via Garibaldi 034496074 www.campingmadonnina.com North wind via Case sparse 034497418 www.nwdomaso.com Paradiso via Case sparse 034483470 campeggioparadiso.it

qualche passo più avanti c’è una terrazza panoramica sul ramo di Lecco. Un Lario sconosciuto per tanti comaschi e pronto a diventare la meta delle vacanze made in Como per un’estate in cui ciascuno può divertirsi a cercare l’ingrediente segreto del lago più bello del mondo.

L’estate è qui | Mag Luglio 2014 | 31


ESTATE SUL LAGO

LA COMO CHE PIACE AI TURISTI di Anna Savini

«I turisti arrivano perché amano il lago, il verde, il panorama. Ogni angolo di Como racconta una pagina di storia. Ma qui, a qualcuno, sembra perfino che diano fastidio»

A

ddio giapponesi. Addio gite scolastiche. Crollo vertiginoso dei viaggi incentivo per i dipendenti delle aziende. Como fa ancora il tu o esaurito di turisti. Negli ultimi mesi non c’è stato un solo posto libero negli alberghi. Americani e tedeschi sono da sempre i clienti più affezionati e continuano ad arrivare, ma i giapponesi si sono persi per strada, insieme a studenti e colle i bianchi. «È bastato che un volo charter venisse spostato da Milano a

Roma perché Como perdesse i turisti del Sol Levante. Adesso quando arriva un gruppo festeggio. Ci mancano, i giapponesi, erano così carini e soprattu o, numerosissimi. Ora vengono tu i diro ati da Roma in giù». Roberta Caprani fa la guida turistica a Como da vent’anni, ha fondato l’associazione guide e accompagnatori turistici di Como e Provincia. «Diciamo che l’ho inventato io questo mestiere, all’epoca era una figura sconosciuta, ora siamo cinque agenzie, più quella milanese

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che lavora tantissimo. Se gli chiedono una guida per Como ce l’hanno, ma vent’anni fa chi arrivava non sapeva quasi a chi rivolgersi». In vent’anni il turismo a Como ha continuato a crescere, fino all’inizio della crisi che ha cancellato le scolaresche e i turisti italiani. «Fino al 2010 abbiamo continuato a veder aumentare gli arrivi - dice Roberta - Il crollo delle torri gemelle non ci ha minimamente scalfi to. Ogni anno dicevamo: non avremo mai un altro anno così positi-


vo. E invece la stagione dopo andava ancora meglio. E infa i il mio gruppo è cresciuto e ora ho 25 persone che lavorano con me». Avanti così fi no al 2010 quando il mercato italiano è le eralmente crollato come rimarca sempre il presidente degli albergatori di Confcommercio Como Roberto Cassani. Gli italiani sono spariti». E la Caprani conferma. «Mancano le coppie, le famiglie, ma quel che davvero precipitato dal punto di vista di noi guide sono i dipendenti che arrivavano qui grazie ai viaggi incentivo. Quando non c’era la crisi eravamo pieni di viaggi incentivo e che benefit. Le imprese regalavano viaggi spe acolari, pieni di opportunità. Poi di colpo sono fi niti i soldi ed è stato tu o azzerato». A fermare il mercato delle gite è stata invece la riforma Gelmini e così, con la scuola senza soldi, sono spariti anche gli studenti. «Ma è stato un crollo enorme, possiamo dire in percentuale che siamo crollati da mille a zero». Nonostante queste tre voragini nel sistema, la nave Como continua a imbarcare gente. Da Pasqua in poi a ogni giornata di sole, migliaia di

visitatori del sabato e della domenica si sono aggiunti agli stranieri che già affollavano la ci à. Ba elli, imbarcazioni private, funicolare, gelaterie, ristoranti, fanno il pieno. Quando la funicolare è stata chiusa per manutenzione, i turisti sono rimasti malissimo. E quando le scuole sono finite, la ci à è diventata degli stranieri. Per dirla come ha de o Cassani: «Meno male che ci sono i turisti in giro, perché se fosse per i comaschi non ci sarebbe in giro nessuno». Basta passare un po’ di tempo sulla passeggiata degli Amici di Como per rendersene conto. «I turisti arrivano perché amano il lago, il verde, il panorama - dice ancora Roberta Caprani -. Ogni angolo di Como racconta una pagina di storia ed è un bene. Io invito sempre i turisti ad alzare lo sguardo. Anche quando non sono collegati con gli auricolari, basta che guardino le facciate delle case per vedere la differenza tra uno stile e l’altro. Ma quando vado a far jogging la sera, è un disastro». Allora si vede bene il muro che impedisce la vista del lago, le buche sull’asfalto, il porfido disastrato

«Sono spariti anche gli studenti e le gite scolastiche. Si è crollati da mille a zero»

SPA Como Wellness Cento via Valleggio 16, 031308573, www.palestracento.it Sporting v.le Innocenzo XI 70, 3294694789, www.well-b.it Aerosal via Magni 7, 0314310110, www.aerosalcomo.it Salus per acqua via Piadeni 5, 031301276 www.salusperaquam.co.it Il Baco da seta via Coloniola 17, 3342442529, giodallosto@alice.it Lenno La Dolce acqua via Statale 123, 034455005, www.ladolceacqua.it Villa Guardia WetLife via Tevere 031563548 www. wetlifevillaguardia.it Porlezza Parco San Marco 0344629111, www.parco-san-marco.com Carimate, Castello piazza castelli 1, 031791770 www.castellodicarimate.com Moltrasio Spa Grand Hotel imperiale 031346690, www.imperialemoltrasio.it Lenno Albergo Lenno 034457051, www.albergolenno.com Mozzate Delle Fiere 0331832125, www.hoteldellefiere.it Erba Hotel Leonardo Da Vicini 031611556 www.hotelleonardodavinci.com

La Como che piace ai turisti | Mag Luglio 2014 | 33


ESTATE SUL LAGO

a fianco del lungolago martoriato dai lavori delle paratie. Si vede la sporcizia. Si vede l’abbandono.«Noi non ci rendiamo conto, ma abbiamo ricevuto un dono gigantesco. Queste bellezze ci sono state tramandate, non ci appartengono. Abbiamo l’obbligo morale di prendercene cura. Non possiamo lasciarle andare, solo perché i turisti arrivano lo stesso, a irati dalle nostre bellezze. La ci à sta morendo. Bisogna cambiare marcia. Non si può continuare a fregarsene come si fa con i turisti. Ci sono regioni, come la Toscana, poi dove i turisti sono davvero coccolati a 360 gradi. Qui invece, a qualcuno sembra perfino che diano fastidio. E questo è un altro sbaglio enorme. basti il lavoro che ho creato io in questi anni». Non a caso Darko Pandakovic, architetto, ha appena criticato la

città proprio per questo motivo: «Ho l’impressione che la gente al mattino sia già triste. Per forza è una città difficilissima da vivere, ogni via d’accesso è rallentata dal traffi co e quando arrivi non trovi parcheggio». Come se non bastasse ai turisti hanno spostato il meeting point da via Plinio in piazza Roma. «Vero che ci avevano preavvisato e ne avevano parlato i giornali - conclude la Caprani - ma poi non abbiamo avuto alcuna comunicazione ufficiale. L’abbiamo scoperto il giorno stesso e abbiamo dovuto avvisare noi i colleghi di Como e Milano». Per fortuna l’alta stagione dei viaggi organizzati in pullman è appena passata. Se ne riparla il prossimo anno quando, si sa già, ci saranno gli ingorghi in via Rodari.

«Ho l’impressione che la gente si alzi già triste. Questa è una città difficile da vivere»

34 | Mag Luglio 2014 | La Como che piace ai turisti

A LBE RGH I A 5 ST E LLE Cernobbio Gran Hotel Villa d’Este via Regina 40, 031-3481. Una delle più belle opere architettoniche del 500. www.villadeste.com Blevio CastaDiva Resort. Nel grazioso villaggio di 7 ville per 73 camere. 031322511 www.castadivaresort.com/it Bellagio Grand Hotel Serbelloni via Roma 1, 031 950216. Uno degli alberghi più antichi con uno dei panorami più belli del mondo. www.villaserbelloni.com. Hotel Belvedere Tra il lago e il cielo. Via Valassina, 31, 031-950410 www.belvederebellagio.com Tremezzo Grand Hotel Tremezzo. Palace in stile liberty, Via Regina,8 +39 0344 42491 www.grandhoteltremezzo.com/it




ESTATE SUL LAGO

UN LAGO DA MOTO di Nicola Nenci

Ecco “Lake Como Ride” e “Lake Como Motorbike” due società specializzate in vacanze in motocicletta Un lago da moto | Mag Luglio 2014 | 37


D

el Lago di Como si è de o molto, in questi ultimi anni. Paradiso dei vip, set ideale per i film, terra da turismo d’elite, nuova icona da sogno negli Stati Uniti. Mai, però, si era sentito dire che fosse palestra per moto turisti. Già, meta studiata, messa a punto meticolosamente sulle cartine geografiche, da chi fa le vacanze in moto. Che sceglie le nostre strade per le scorrazzate a due ruote. Non parliamo, qui, dei cosidde i smane oni. Quelli che hanno la supersportiva, la tuta a illata, il casco replica da gran premio e cercano di replicare Assen o il Mugello sulla via Regina. Quello è un argomento delicato, e annoso. L’andirivieni da Como ad Argegno, o più su sino a Domaso, è roba che si perde nella no e dei tempi. Strada pericolosa, per questo. Una strada non è mai pericolosa di per sé, dipende da chi ci circola. E la domenica d’estate, a volte pare una roule e

LIBERTÀ SU DUE RUOTE Appassionati di moto lungo le strade comasche, per assaporare e gustare le bellezze del nostro territorio.

«Una vacanza su due ruote studiata accuratamente per permettere di vivire diverse emozioni di guida» russa, con gente panza a terra, il ginocchio a sfiorare l’asfalto, e velocità da Tourist Trophy. No, qui ci occupiamo d’altro. Di chi, per una deliziosa gita su due ruote, magari all’interno di una vacanza, sceglie il perimetro del lago e le sue incantevoli località per una duetre-magari-qua ro giorni sulle nostre strade. Come facciamo a saperlo? Come si registra questa nuova moda legata al turismo sul nostro lago? Semplice: con la nascita sul nostro territorio, di club che organizzano gite turistiche o vacanze per motociclisti, in gran parte stranieri, sulle strade del Lago di Como. A Oggiono, perciò qui a due passi dalla provincia, è nata “Lake Como Ride”, una società specializzata in vacanze in motocicle a. I servizi proposti prevedono tour guidati a raverso gli incantevoli borghi affacciati sul lago e i paesaggi alpini che lo circondano, location esclusive e

38 | Mag Luglio 2014 | Un lago da moto

a ività complementari che incontrano i gusti dei clienti più esigenti. «Vogliamo offrire una esperienza unica ed emozionante», dicono al Lake Como Ride. «Proponiamo una vacanza su due ruote studiata accuratamente per perme ere di vivere in una se imana l’emozione della guida su diverse tipologie di percorsi». La stessa cosa più o meno offre la Lake Como Motorbike


ESTATE SUL LAGO

(lakecomomotorbike.it) condo a da un giornalista del se ore. In questo caso si usano delle Moto Guzzi che vengono reclutate alla concessionaria Agostini di Mandello. In particolare il Como Motorbike gestisce turisti australiani e americani, almeno sin qui. Come Tim e Toola, da Sidney, che si sono promessi eterno amore, con annesso anello di fidanzamento, durante una gita sulle nostre strade proprio organizzate da

Como Motorbike. Per loro, viaggio in ba ello da Bellagio a Mandello, Guzzi so o il sedere, giubbo i e caschi forniti dalla organizzazione, e via: con sosta a Villa Olmo, a casa Clooney, a Ossuccio per un tuffo, ad Argegno per un pranzo alla Piazze a, a Piona per un’occhiata allo scorcio da Laguna Blu eccetera. L’idea è venuta a lei, che ha regalato il viaggio a lui. Conta ando Motorbike via internet.

Un lago da moto | Mag Luglio 2014 | 39



ESTATE SUL LAGO

Qui si correva una delle gare più belle ed incredibili. Si chiamava Giro del Lario ed era come il Tourist Trophy Poteri del web. «Fantastico - hanno de o in coro - un luogo magico. E vederlo dalla moto è ancora più bello perché ti entra nel cuore. Ci torneremo». E anche Dazeroatrecento si occupa di tour turistici sulle nostre strade. Direte: ma che differenza fa il turista in macchina e quello in moto? Beh,è tu a un’altra cosa. In macchina la strada è una re a di congiunzione tra due punti, una a esa di arrivare. In moto ci si gode il paesaggio, si respirano i profumi, si annusa l’atmosfera: il viaggio fa parte della visita. E dunque, occhio alle strade scelte: un allungamento di tragi o, se confortato da poco traffico e pieghe dolci e armoniose, vale più di una strada breve. Tu e cose che chi organizza deve tenere presente. C’è di tu o: anche la strada di montagna, salendo da Nesso, o puntando verso la Vale Intelvi; la strada a bordo lago; le colline e gli altopiani a Sormano; la roccia affascianante; le curve stre e e tortuose; la Moto Guzzi come mito da visitare; il monumento dei caduti del motociclismo a Civenna come stele da omaggiare.

PAESAGGI E INCONTRI In alto: Due motociclisti si riposano sul lungolago di Laglio con vista su Villa Oleandra, residenza di George Clooney. Con un richiamo alla storia. Perché, anche se probabilmente la maggioranza di chi viene da queste parti non lo sa, qui si correva una delle gare più belle e incredibili di motociclismo. Si chiamava il Giro del Lario ed era una versione italiana non meno emozionante e affascinante del Tourist Trophy: si disputava sulle strade che costeggiano il lago. E nelle curve e negli allunghi ancora oggi ne puoi ascoltare l’inconfondibile eco. Con prudenza, mi raccomando…

Un lago da moto | Mag Luglio 2014 | 41


WAKEBOARD UN LAGO DA VOLARE

di Ricky Monti

I club dove si pratica uno degli sport acquatici che maggiormente appassiona i giovani

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ESTATE SUL LAGO

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L

o sci nautico è stato uno sport protagonista sulle sponde del nostro lago fino a essere rimpiazzato negli anni novanta dal wakeboard, come era successo sulla neve dallo sci allo snowboard. I giovani di quegli anni avevano bisogno di nuove emozioni sia sulla neve che sull’acqua e come sono nati i primi snowpark anche i club di sci nautico presenti sul lago si sono evoluti nel wakeboard, e se sapete già andare con lo snowboard sarà tu o più facile iniziare a divertirsi. Molto probabilmente il wakeboard è cresciuto nel numero dei seguaci grazie all’impegno di un comasco, Walter Gianini, il quale oltre ad aver fa o parte della Nazionale si è adoperato per farlo conoscere e sopra u o amare. Walter è il fondatore di A.s.d. WakeLine, nata proprio a Como, e organizza eventi, collabora con diversi atleti italiani e internazionali per continuare a credere in questo sport e gestisce l’unico portale web in Italia che tra a interamente il wakeboard.. Il nostro lago si divide in due sport di tavola, da Bellagio a Colico possiamo trovare sport di vento come kitesurf e windsurf, invece nei due rami di Lecco e Como dove le

VITA IN LIBERTÀ Preparativi per una giornata di sport e divertimento sul lago di Como.

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ESTATE SUL LAGO acque sono più calme troviamo il wakeboard e sci nautico in ormai se e club. Nel ramo di Como si parte da Blevio con il Centro Sci Nautico Lariano per arrivare a Lezzeno dove ci sono i due wakeboard club più noti, il Wakeclub Morgan, dove si allena il giovane pluricampione Massimiliano Piffare i e il JRC Wakeboard dove le stelle nascenti come Giorgia Gregorio, due volte campionessa del mondo, e Nicolò Caimi si allenano nel periodo estivo. Salendo dalla stessa sponda del Lago a Bellagio si trova il LiquidPark WakeClub, nella parte del ramo di Lecco a Moregallo, c’è invece la Sambuca Wakeboard School con maestro Claudio Dal Lago, atleta della Nazionale Wakeboard, e il BayaWake a Lecco. Proprio a Moregallo nel mese di Maggio per tre giorni è avvenuto il primo raduno nazionale per organizzare gli allenamenti mirati in vista degli Europei che si terranno il prossimo o obre in Portogallo. Gli atleti presenti sono suddivisi in due grosse categorie “Alto Livello” con Nicolò Caimi, i toscani Federico Bellini e Pierluigi Mazzia, da Napoli Francesco Starita e il lecchese

Claudio Dal Lago e la categoria dei più giovani “Alta Specializzazione” con le comasche Giorgia Gregorio e Alice Virag, Lorenzo Soprani e il lecchese Andrea Montes. Gli assenti sono Massimiliano Piffare i, negli Stati Uniti nella prima tappa del MasterCraft Pro Wakeboard Tour ad Acworth, in Georgia, e Chiara Virag per un infortunio. Sono presenti anche due “osservati speciali” Igor Colombo e Claudia Pagnini, figlia del pluricampione italiano Emanuele Pagnini. La grinta e la simpatia di Giorgia riesce a trasme erla dire amente sulla tavola riuscendo a sorprendere ancora una volta i tecnici, invece Nicolò è più timido ma scarica

Il Wakeclub Morgane e il Jrc Wakeboard. Qui si allenano e crescono Massimiliano Piffaretti, Giorgia Gregorio e Nicolò Caimi

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ESTATE SUL LAGO

«I ragazzi sono appassionati. Prossimi impegni della squadra saranno altri tre raduni per prepararci agli europei»

tu a la potenza sull’acqua dimonstrando di essere in gran forma per il prossimo campionato europeo. I più veraci Starita e Bellini anche se non abituati alle acque leggermente mosse del nostro lago mostrando qualche piccola difficoltà a prender velocità riconfermano la loro preparazione tecniche. Alle luci del tramonto l’ultimo atleta a uscire in barca è Claudio Dal Lago, il vero “local” tra i ragazzi, e un trick dopo l’altro conclude la sua uscita con un o imo responso da parte dei tecnici della nazionale. I ragazzi sono so o la visione dei due allenatori della Federazione FISW, Enzo Molinari, di Lezzeno, per i ragazzi “Alta specializzazione” e Pierluigi Mazzia per la categoria “Alto Livello” e del dire ore agonistico Giuseppe “Buby” Caimi. Buby è padre di Nicolò e mi confida “ il wakeboard è una grande passione che coltivo da parecchi anni, ormai diciamo che vivo il mondo dello sci nautico in generale da quasi 40 anni passione che mi è stata tramandata dai miei genitori e ho vissuto con mio fratello e mia moglie, ora con mio figlio che è atleta della squadra nazionale”. Ma Nicolò non è l’unico a poter rivivere le passioni del padre, ma anche Giorgia Gregorio con il padre Stefano, che nel 1995 aveva vinto a Viersel in Belgio il campionato del

mondo di sci nautico velocità, unico italiano ad aver vinto in questa specialità. Proprio Giorgia in una intervista aveva dichiarato che da bambina aveva provato lo sci nautico poi spinta dallo zio Piero che iniziava a far conoscere il wakeboard nel club di famiglia si era appassionata al wake. Il raduno consiste nell’analizzare la preparazione dei ragazzi, fare delle uscite singole in barca con gli allenatori e il dire ore agonistico a bordo, per poi continuare il proprio allenamento nei wakeclub di affiliazione. «Devo dire che sono molto soddisfatto perché i ragazzi stanno reagendo molto bene e stanno dando tu i il massimo - racconta Caimi a fine degli allenamenti - i prossimi impegni della squadra saranno altri tre raduni che affronteremo per prepararci in previsione dei campionati europei che si terranno in Portogallo».

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LA COMO CHE VIAGGIA di Sara Della Torre

Rampinini e Ronchi, due storiche realtà comasche Dal carro per il trasporto merci ai pullman di gran turismo. Dal turismo fai da te alle sfide del mercato estero

C

’è una Como che ha costruito la sua fortuna sulla capacità di saper guardare oltre i confini del territorio. A ività familiari che da generazioni hanno sfidato le mode, accettato profondi cambiamenti e legato la

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propria imprenditorialità sui servizi di trasporto e sui viaggi. È la “Como che viaggia”, una storia che prende avvio da antiche carrozze e carri, si evolve in un affascinante panorama, in continua trasformazione per le modifiche dei mezzi di locomozione,

delle dinamiche di sviluppo aziendale e dei costumi sociali. La “Rampinini” di Fino Mornasco e la “Viaggi Ronchi” di Como, sono tra le realtà più antiche, con radici affondate agli inizi del Novecento. Entrambe raccontano di un mondo scomparso, di selciato e


DALL’ARCHIVIO STORICO Immagini d’altri tempi tratte dall’archivio dell’agenzia Rampinini di Fino Mornasco. A destra: la prima diligenza per un viaggio con l’agenzia Ronchi di Como.

soddisfacendo anche l’esigenza di trasporto per persone diversamente abili con bus a rezzati a questo scopo e raggiungendo la quarta generazione. Dal 1906 ad oggi, la “Rampinini” di Fino Mornasco ha portato i comaschi e i prodo i lariani in tu o il mondo. Nata come agenzia di trasporto di materie prime e combustibili, come legna e carbone, dal 1945, con la fine del secondo confli o mondiale, l’azienda acquista il primo pullman per il trasporto di persone. «Dai camion con panchine, a rezzati per l’occasione, - spiega Rosarita Rampinini, terza generazione dell’a ività finese -, siamo passati al pullman da turismo per le prime gite. “stallazzi”, di vacanze sul lago di Como e tour tra le ville della Brianza. Una fotografia sbiadita, ma significativa perché abbozza i colori di un territorio vivace, intraprendente, che ha saputo accogliere la modernità e l’innovazione. Quando gli anni di a ività arrivano a superare un secolo di storia, il baule dei ricordi è zeppo di aneddoti, di insegnamenti, di esperienza. Per la “Rampinini” di Fino Mornasco, il carro da trasporto merci e le carrozze sono solo una fotografia che accanto al pullman da gran turismo e al tir di oggi, aiuta, ogni giorno, a ricordare quanta strada è stata fa a e quante mete raggiunte. Dal trasporto con carri e cavalli si è arrivati ad offrire servizi

di Logistica Integrata. Dalle semplici gite fuori porta si organizzano viaggi di ogni tipo: scolastici, gastronomici, religiosi, servizi aziendali, trasferimenti e tour in Italia ed all’estero. Il giorno che Natale Gaetano Rampinini di Gorla Maggiore si trasferisce a Fino Mornasco per gestire la locale stazione di posta con “stallazzo” e avvia i primi servizi di trasporto merci dalla Stazione di Fino Mornasco e Como San Giovanni e di passeggeri con destinazione lago di Como e Brianza, non poteva immaginare che la sua a ività avrebbe preso una grande accelerazione, diventando una azienda da cinquanta dipendenti che muove diverse decine di collaboratori esterni,

Dal trasporto con carri e cavalli, al gran turismo, fino alla logistica integrata Nessuna somiglianza con i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, ma, in quel momento storico rappresentava un evento importante. Era la prima evoluzione nell’offerta dei nostri servizi in risposta al desiderio della gente di divertirsi, conoscere, visitare. Tra le prime sperimentazioni,

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l’uscita del “gruppo dei lupi” di Lomazzo, che trascorrevano una giornata di vacanza, tu i insieme». Dal 1965, vengono avviate attività collaterali e si inizia la costruzione dei primi magazzini per il deposito e lo stoccaggio delle merci in conto terzi. Ora sono cinque, per un totale di circa 40.000 mq coperti ed è in costruzione un sesto. La prima Agenzia Viaggi apre nel 1977 e successivamente o iene l’autorizzazione a svolgere a ività di Tour Operator. «Anche noi siamo stati colpiti dalla crisi, ma la diversificazione dei nostri servizi ci ha permesso di non subire dei forti contraccolpi. Dove cala il lavoro noi riusciamo a compensiare con il se ore che ha maggiore richie-

sta - spiega Rosarita -. Continuiamo a lavorare bene con i gruppi, come quelli parrocchiali o in occasione di eventi fieristici e convegni. Si tra a di clienti e manifestazioni, che abbiamo acquisito da più di vent’anni e che si fidano di noi». «Gli accompagnamenti alle discoteche, le feste per gli addii al celibato, per esempio - spiega Erica Rampinini, tra gli ultimi ingressi familiari nell’a ività - rappresentano una novità. Lavoro richiesto, ma impegnativo, sopra u o per il rientro, non facile per i nostri autisti. Ma è un servizio che, sopra u o con le nuove regole più restri ive sul consumo di alcool, ci viene sempre più richiesto». La “Rampinini” odierna è ancora in

fase di ampliamento. «Stiamo costruendo un nuovo deposito logistico - spiega Carlo Rampinini - a Lomazzo. Inoltre abbiamo o enuto l’autorizzazione a depositi doganale e deposito Iva e Accisa, nonché l’autorizzazione alla procedura domiciliata e contiamo di raggiungere nel breve la certificazione AEO (operatore economico autorizzato)”. Dal 1932, anno di iscrizione agli “Esercenti mestieri e Ambulanti», strade e trasporti hanno cambiato pelle. «I nostri uffici hanno mantenuto le sedi storiche - conclude Rosarita - Nostro padre ci ha fa o vivere fin da bambini questa a ività e penso che ognuno di noi respiri la stessa passione e determinazione».

STORICHE AZIENDE COMASCHE Qui sotto: Nives Franca Scavino, titolare dell’agenzia viaggi Ronchi, nata in città nel 1907. Nella pagina accanto: i moderni mezzi della Rampinini e alcuni mezzi che ne hanno fatto la storia.

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STORICA AZIENDA Un gruppo di dipendenti della storica azienda di trasporti Rampinini. Dai pullman da Gran Turisimo alla logistica.

AGENZIA RONCHI «Se piove, parte l’aereo?». Sì, esistono ancora i nostalgici, quelli che amano farsi condurre per mano, che entrano in una agenzia e si fanno organizzare il viaggio fin nei minimi particolari, che rifiutano la navigazione in rete e l’acquisto dei biglie i on line. Esiste ancora chi affida i propri appuntamenti di lavoro e lascia che sia l’esperienza a stabilire alberghi, voli e treni. Ma sono pochi. Il boom della “business class”, delle vacanze organizzate in agenzia, del viaggio impostato al telefono sono ricordi sbiaditi, datati anni ‘80. «Oggi c’è la giungla - amme e Nives Franca Scavino, titolare della “Viaggi Ronchi”di Como, l’agenzia più antica in ci à, nata più di un secolo fa, nel 1907 -. La gente cerca di far da sola, ma poi trova

anche tante fregature, perché ci sono paesi, anche non troppo distanti da noi, che hanno regole e modalità diverse e non sempre fare da soli è semplice. C’è il cliente che entra in agenzia, si fa predisporre un tour e poi fa da solo. Una metodologia profondamente scorre a. Per questa ragione abbiamo deciso di non dare più nessuna informazione. Per chi chiede sostegno, diventa doverosa la prenotazione». Sembra impossibile pensare che l’agenzia, meta di tanti comaschi viaggiatori, abbia le fondamenta in una bo ega costruita sull’a ività di carrozze e cavalli pronte a trasportare lavoratori e studenti lungo la Lariana e la Regina, a costeggiare le sponde del lago. Madre di tu e le future agenzie lariane, la “Viaggi Ronchi”,

«La gente cerca di fare da sola e di organizzarsi, ma poi trova anche tante fregature»

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questi ultimi mesi che qualche cliente dopo aver navigato in rete per qualche anno, sceglie la relazione umana e torna ad affidarsi a noi. Credo che dopo l’euforia di internet, le persone prediligano ancora il conta o umano e chissà che questo possa cambiare in positivo il nostro lavoro». In agenzia c’è una coppia che programma il viaggio di nozze in California e un gruppo di 17enni, con la testa già rivolta all’isola greca. Inversione di tendenza? Forse solo bisogno di sicurezza e un po’di stanchezza della vacanza “fai da te”.

Lourdes, Padre Pio Medjougorie, il turismo religioso è in continua espansione spe atrice di due guerre mondiali, della caduta delle torri gemelle, della crisi dei matrimoni, compagna e vi ima delle piene del lago, si è ingrandita quando le aziende hanno cominciato a sfidare i mercati esteri, l’America, la Cina. «Si avvertiva una grande voglia di svilupparsi e di crescere. C’era un’energia positiva che si respirava dagli imprenditori, il desiderio di scoprire il mondo, di conoscere mete fino a quel momento mai considerate - racconta la titolare -. I cinesi venivano a fro e per entrare nelle aziende e fotografare il filo di seta. Gli imprenditori lariani sfidavano la paura di volare e si lanciavano verso mete ignote». Nella storia di ogni a ività di viaggi esiste un prima e un dopo che ha cambiato il modo di lavorare: l’ingresso in ufficio del computer che ha silenziato i telefoni e rido o la mole di lavoro. La crisi dal 2009 ha fa o la sua parte e la clientela, un po’ alla volta è diminuita. Colpa delle chiusure delle aziende, tessili e

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di mobili, in particolare dello stop ai viaggi per disegnatori e converter. «Oggi la gente è a enta ai prezzi, gli imprenditori viaggiano con tariffe economiche, le vacanze sono all’ultimo posto, i ragazzi si arrangiano da soli. Calano le mete esotiche a favore dei viaggi nelle capitali europee. In continuo aumento il turismo religioso, i pellegrinaggi, accanto ai tour enogastronomici». Nel grafico su “chi scende e chi sale”, il Kenia e la Thailandia perdono consenso, cresce la Tanzania e l’Egi o, meta sempre molto ge onata e vicina. Cala la Sardegna per i costi eccessivi dei traghe i. «Accanto a Padre Pio e Lourdes sve a Medjougorie - anticipa la Scavino -. In pochi mesi abbiamo fa o partire qua ro pullman. Il turismo religioso ha conquistato da cinque anni una fe a di mercato e continua ad aumentare». Oggi la Ronchi ha dimezzato il personale e rischia anche di abbandonare la sua sede storica. «I costi sono troppo elevati e non so per quanto tempo riuscirò a rimanere qui - amme e -, ma lasciare il luogo sarebbe davvero un peccato dopo tanti anni di lavoro e di clientela affezionata». Il futuro, però, non è così fosco se la stessa titolare, avverte un piccolo cambio di passo. «Ci accorgiamo in



BRACCIATE DI VITA di Edoardo Ceriani, foto Carlo Pozzoni e Duglas Andree i

Dentro il mondo della Como Nuoto. Dall’agonismo alla vita sociale. Oltre 500 associati, 130 tesserati nel nuoto, 180 nella pallanuoto e 50 nel sincrono per 140mila ore di allenamento a stagione. Un mondo in riva al lago fatto di agonismo, sport, prendisole e cartaioli. Alessandro Dalle Donne: un microcosmo dove si intrecciano molte storie 54 | Mag Luglio 2014 | Bracciate di vita


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l tramonto su viale Geno è una delle cose più belle che questa ci à possa regalarti. Là, a sinistra, il primo bacino con la grande piazza ei palazzi che si affacciano sul lago. A destra le ville e le colline che fanno da sfondo a uno degli scorci più belli del mondo. Il tramonto sul molo della Como Nuoto, dite quello che volete, è una delle cose che ti conciliano con l’esistenza. Ma chi è passato di lì già dal ma ino presto, senza troppa enfasi, può raccontare come ognuna delle parti del giorno abbia il suo fascino. Un fascino che rapisce, ti prende gli occhi e l’anima e non se ne va più via. Cosa significhi essere dentro una meraviglia e far parte di una grande famiglia, il club biancazzurro, è nelle parole di chi l’aria salubre la respira da tempo. «In Como Nuoto ci entri da bambino, un po’ perché ci sono stati i tuoi, un po’ perché ti ci hanno portato gli amici. Poi capita di fare sport

e allora la tua storia passa a raverso i gradi della carriera da atleta. Finché a un certo punto a questo mondo non rimani avvinghiato per tu a la vita. Chi continuando a fare il padre che accompagna i figli, chi facendo il dirigente e chi facendo il presidente». Come è successo a lui, Alessandro Dalle Donne. Da nove anni alla guida della società che ha la rana nello stemma e che per la ci à - ma non solo - è un’istituzione. Nuoto, pallanuoto e sincronizzato. Più tanta, tanta vita sociale. Come solo un circolo con la storia e la notorietà della Como Nuoto ha. Per rendersene conto, basterebbe bussare alla porta di Uberto Bazzi, socio di lungo corso, prima atleta e poi tecnico lungimirante. Si è infa i preso la briga di me ersi a cercare carte e documenti, tra la sede e i palazzi - istituzionali e privati - della Como che è stata per ricostruire le eroiche vicende di un club che vola spedito verso il centenario

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(sarà nel 2019) e che continua ad avere lo smalto di un tempo. I numeri, giusto per far capire il fenomeno. Sono cifre importanti quelle legate al movimento agonistico: 130 tesserati nel nuoto, 180 nella pallanuoto e 50 nel sincro. Trado i, significano 6 squadre di nuoto (1700 gare all’anno), 15 di pallanuoto (200 partite) e 6 di sincro (2/300 competizioni). Una massa di lavoro impressionante, con quasi un tecnico ogni squadra e almeno 140mila ore di allenamento a stagione. «E la tendenza è assolutamente in crescita - spiega Dalle Donne - se è vero come è vero che in questi nove anni addirittura ho visto numeri più che raddoppiarsi. Questa è la grande famiglia della Como Nuoto, la casa degli sport natatori. Che saranno anche facili da approcciare per l’utente (a pensarci bene, basta un costume, un accappatoio e una cuffia), ma che da un punto di vista societario hanno costi sempre più importanti di gestione. Per una sorta di lontananza ben marcata tra il percepito e la realtà che ci obbliga ogni volta ai salti mortali». Ma Dalle Donne può contare su una squadra affiatata di dodici consiglieri. E sopra u o su una massiccia dose di

sano o imismo. «Andiamo avanti - dice -. Lo spirito è positivo: c’è un problema? Lo si affronta e si cerca di risolverlo al più presto». Aiuta, e non poco, il lago. E la sua bellezza che fa da cornice a un posto fantastico. Tramonto o no che sia. La Como Nuoto è la Como Nuoto. Un’idea, prima ancora che una società. Un luogo familiare, dove coltivare amicizie e conoscenze. Ancora una volta sono i numeri a so olinearlo: 550 soci, di tu e le fasce d’età. «E di tu e le condizioni - spiega il presidente -. Toglietevi dalla testa che qui si respiri un’aria particolare, che sia un circolo d’elite. Io stesso sto cercando di approfondire la conoscenza dei soci e la partecipazione alla vita sociale è totalmente variegata. Ci sforziamo, dall’inizio, di essere il presidente e il dire ivo di tu i e mi piacerebbe che ogni singolo percepisse l’idea di far parte di un unico gruppo». Vista da fuori, la Como Nuoto sa tanto di famiglia e di rapporti amicali ben radicati. Una volta - e per tante cose anche adesso - c’era il Pisolo e Wiz, Bisio e il Poldo, Sancho e il Tano. Ovvero, non nomi, non cognomi, ma nomignoli, sempre affe uosi e mai offensivi.

La Como Nuoto, un luogo familiare dove coltivare amicizie e conoscenze

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È LO SP ORT DA V I NC E N T I Primo pubblico d’Italia a livello numerico nella serie A1 di pallanuoto, finale persa per la promozione nella massima serie femminile, alcune delle più interessanti giovani del nuoto e un movimento di sincro in grande espansione. Poggiasse sul Mar Ligure e si affacciasse il golfo di Napoli, la Como Nuoto sarebbe la società numero uno in assoluto per numeri, risultati e seguito. S’accontenta, invece, al momento di far invidia a tutte le grandi del movimento e crescere – crescere tanto – nel variegato mondo degli sport natatori. «Mi piacerebbe che poteste titolare “Cercasi sponsor disperatamente”, perché a Como lo sport si può fare e a livelli eccezionali, ma l’eccellenza costa e a noi raggiungere tutti questi grandi risultati non basta». Lo dice Alessandro Dalle Donne, presidente biancazzurro. Uno che in CN ci è entrato da bambino e ha fatto tutta la trafila, partendo dal corso di nuoto. Quest’anno ha assistito a un doppio miracolo. Il raggiungimento del settimo posto - e conseguentemente dei playoff scudetto - della prima squadra maschile di pallanuoto, che solo quattro anni fa era

in B, e la disputa della finalissima per la promozione di quella femminile, che è in A2. Entrambe le formazioni hanno centrato l’obiettivo da neopromosse. «La prima squadra per noi è il mezzo e non il fine - . Il modo migliore per arrivare ad allargare sempre più la base, partendo dalle nuove leve. Ma con un po’ di sano realismo, vi dico che siamo costretti a fare una fatica incredibile e senza sponsor l’impresa è titanica, per

un impegno spaventoso che ha dei costi esorbitanti. In più c’è il problema della piscina, che è ancora una signora struttura, ma che ha bisogno di interventi importanti e risolutivi. Forse è anche vero che le nostre discipline non son per nulla remunerative e poco attraenti per eventuali privati che volessero affiancarsi al pubblico nella risoluzione del problema, ma noi adesso più che mai abbiamo bisogno di un impianto pronto».

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Per braccia che sempre si sono aperte e non solo per farsi una nuotata. Uno spirito, dunque, che si avverte da subito sentendo Dalle Donne parlare della sua tribù. Quel che segue, ne è la conferma. Anche qui pochi cognomi, se non nulli, qualche nome e tanti soprannomi. «Mi piace descrivere la Como Nuoto - spiega il presidente come un microcosmo dove si intrecciano storie di tu i i tipi. E dividere in qua ro modi di intendere la società. Al primo posto me o gli sportivi che partono dalla parte agonistica e vivono i momenti dedicati a loro e alle loro squadre. Poi ci sono gli sportivi-ludici, ovvero quelli che approfi ano delle nostre stru ure per un mantenimento fisico e per una vita equilibrata. Quindi troviamo i prendisole e, per finire, i cartaioli che, badate bene, per questa società sono un bene prezioso». La cosa incuriosisce, e non poco. Lasciar spiegare il numero uno di viale Geno diventa pressoché naturale. «Ognuna di questa qua ro categorie ha i suoi leader - dice -. Lasciamo perdere le prime due, che vanno vie da sole, tra atleti, tecnici, dirigenti e genitori. Veniamo ai prendisole, allora. Numero uno in assoluto è l’Icio, catalizzatore sul ponte. In pratica, tu i gli anni si aspe a solo lui per iniziare con la caccia alla tintarella. Da contraltare gli fa la Conce a, signora che ha passato i 90 anni e che si è scelta l’angolo esa amente opposto. Educatissima e riservatissima, alla fine della giornata ha però seguito tu o lo spostamento del sole. Lasciatemi però concludere con la signora Luoni, ex campionessa di pa inaggio, innamorata della Como Nuoto, sempre sorridente e che non ci ha mai abbandonato». Se queste sono le premesse, chissà che bei tipini nella categoria dei cartaioli… «E qui si va in maniera trasversale in

tu e le fasce d’eta - racconta Dalle Donne -. Vi faccio due nomi: la Marina e la contessa Flavia, personaggi incredibili che arrivano anche a litigare, ovviamente in maniera sempre bonaria, consumandosi le dita e - se me lo passate -le chiappe in lunghissime partite senza mai spostarsi. Loro sono l’emblema, ma poi ci sono gli indefessi che anche negli umidi pomeriggi invernali capita di vedere giocare so o una pianta. Tante anime, insomma e un mare di storie». Microcosmo Como Nuoto. Il bello immerso nel bello. Crocevia di vissuto per intere famiglie e generazioni, figli d’arte e non, nuovi arrivi e gradite conferme. Sarà anche per via di quella calamita che è il tramonto su viale Geno, ma una volta che sei dentro è difficile uscirne. Per una di quella che potremmo chiamare “dipendenze positive”. Fanno tanto lo sport, il gruppo e la vita sociale. Oltre al lago e all’acqua, gli altri grandi fa ori aggreganti.

Il microcosmo Como Nuoto. Sport agonistico e il bello immerso nel bello

Titolo articolo | Mag Luglio 2014 | 59


di Mario Chiode i

QUANDO I SOGNI PROFUMANO DI ANTICO Storia e sfida dei fratelli Glisenti di Dongo. Dal loro cantiere nautico escono opere d’arte. «Lavoriamo sempre per l’eccellenza, ma il mercato della nautica non esiste più, dobbiamo sperare in qualche appassionato di buona volontà»

I

mestieri, quelli antichi fa i di sapienza e riflessione, sperimentazione e il giusto grano di follia, si svelano a raverso i gesti, il movimento delle mani in automatico, come se il cervello avesse ormai lanciato il messaggio e già fosse impegnato in altre faccende, percorso da stimoli nuovi. Così nell’osservare Davide e Luca Glisenti togliere le coperture a un motoscafo Riva “Super Florida” del 1959 per mostrarne la compiuta bellezza, la linea superba e le maniacali rifiniture, rivediamo gli stessi gesti dell’artiere che sfila la gualdrappa al purosangue prima della gara, con la medesima

antica perizia e la passione furibonda per un lavoro in estinzione, tenuto in piedi da ciò che si è assorbito da bambini, girando per cantieri e porticcioli. Ogni cosa era già racchiusa nei geni dei due fratelli di Dongo, figli di Franco, pioniere dell’ele ronautica tanto da impiantare un’azienda modello che serviva tu i i cantieri del lago, bastava una scintilla perché la cultura dei maestri d’ascia riaffiorasse e desse fru i, riportasse nella nostra epoca computerizzata il vento fresco della genialità artigiana, patrimonio senz’altro italiano per lo più vilipeso come le coste marine e le foreste.

60 | Mag Luglio 2014 | Quando i sogni profumano di antico

Gesti lenti, ritmati, anche soltanto nel piegare il grande telo che ricopre uno dei capolavori di Riva, tirato a lucido dalla perizia di Davide e Luca, alla fine di duemila ore di lavoro, un restauro infinito durante il quale ogni singolo pezzo del motoscafo è stato smontato, valutato, rifa o o mantenuto, per un risultato finale che vale la barca nuova, come fosse uscita una seconda volta dalla sua casa di Sarnico.


Lo racconta Pietro Ferrari, giovane designer industriale di Como, uomo di fiducia dei due fratelli e loro proge ista, mentre percorriamo l’infernale strada da Menaggio a Dongo, paese noto per l’arresto di Mussolini in piazze a Rubini e un piccolo museo dedicato alla fine della Seconda guerra mondiale. «L’Ele ronautica Glisenti lavorava in tu o il lago, prima della grande crisi che ha quasi spazzato via anche i più impor-

tanti cantieri. Davide e Luca operavano con il loro padre, ma li rodeva la passione per le barche in legno, e così ogni volta che ne avevano il tempo ascoltavano e osservavano gli ultimi maestri d’ascia, gli operai di Giacomo Colombo e Guido Abbate, nomi ormai leggendari da queste parti», spiega Ferrari. «Qualche anno fa si sono messi in mente di costruire una barca di legno,

un motoscafo dalle linee moderne ma realizzato con le tecniche antiche e la cura folle che i maestri d’ascia me evano nella finitura dei loro modelli. È nato così l’“Asso”, finora prodo o in due soli esemplari, motoscafo di 7 metri in mogano, veloce e maneggevole, che porta sei persone e può navigare anche in un mare più formato». Arrivati a Dongo, la sorpresa è che il cantiere Glisenti è “vista montagna”

Quando i sogni profumano di antico | Mag Luglio 2014 | 61


- il monte Croce a da cui si domina l’ultima parte del Lario - e non “vista lago”, con la costruzione in legno che all’esterno ricorda uno chalet e all’interno una clinica svizzera, tanto ordine e pulizia regnano sovrani, con gli a rezzi allineati come soldati, le barche su carrelli in “sala operatoria” pronte ai più difficili interventi. I fratelli Glisenti si presentano in tuta firmata, con il loro logo ben visibile, Luca indossa addiri ura la magliet-

ta con il nome “Asso” stampato, ma vanno oltre, producendo in casa addiri ura gli a rezzi, pialle e con tanto di marchio rifinite come mobili di Maggiolini. Nuovo e antico, macchinari dell’ultima generazione e testa artigiana, ma sopra u o la gran voglia di me ersi in gioco, in totale controtendenza, e proporre opere d’arte nautica in un mondo di copie in 3D, presentare di nuovo agli armatori motoscafi che hanno fa o la storia e ai

loro tempi erano sfoggiati da Onassis o re Hussein di Giordania, dallo Scià di Persia come da Sofia Loren o Anita Ekberg. Brigi e Bardot, per esempio, possedeva un Riva “Super Florida” come quello scoperto a Venezia e appena restaurato da Luca e Davide, ma oggi c’è da sperare soltanto che qualche ricco tedesco o russo abbia almeno l’intelligenza e il gusto per capire la differenza tra un Abbate “California”

«Può sembrare il mestiere più bello ma quando arriva sera la stanchezza si sente eccome» del 1956 - ora nelle mani magiche dei Glisenti - e un motoscafo in vetroresina di certo più performante ma infinitamente meno fascinoso. Sono di poche parole i due fratelli, Davide trentanovenne e Luca trentacinquenne, ma qualche crepa nel muro affiora di tanto in tanto: «il nostro può sembrare il mestiere più bello del mondo, ma la sera siamo morti di stanchezza, specie quando lavoriamo al restauro dell’interno della barca e continuamente dobbiamo entrare e uscire dallo scafo. E poi ci vorrebbe un ritorno economico almeno paragona-

62 | Mag Luglio 2014 | Titolo articolo


bile alla fatica, finora mandiamo a navigare gli altri e noi il lago lo vediamo con il binocolo», afferma il maggiore. «Il nostro è un capannone piccolo, dal 2007 abbiamo avanzato la richiesta al comune per un ampliamento di 180 metri quadrati, in modo da avere più spazio per il rimessaggio delle barche. Finora abbiamo speso solo soldi e avuto in cambio montagne di carte inutili, a dimostrazione di come la scarsa competitività delle aziende italiane dipenda dal loro strangolamento da parte della burocrazia». Intanto la di a va avanti, il Riva è finito e sarà presentato alle fiere della nautica alla ricerca di un compratore (così com’è vale 100 mila euro) e ora so o con l’Abbate “California”, tra i più bei motoscafi fabbricati dal vecchio Guido, trovato malconcio a Viareggio e smontato come si faceva da bambini con le macchinine. È un bestione di se e metri spinto da un motore BPM (Bo a Puricelli Milano) “Super Atlantic” di 5300 cc. , sei cilindri a V usato ai tempi per scafi da corsa, visto di fianco ricorda una baleno era, ma sull’acqua fila a quasi 80 chilometri l’ora. «Il motore lo abbiamo mandato a revisionare alla BPM che tu ora esiste. Se possiamo, infa i, conserviamo le parti originali, sia quelle in legno sia le ele riche, gli o oni e gli altri accessori. Così la barca acquista di valore e non ne si snatura la storia. Il Riva invece monta l’americano Chris Craft, 6 mila di cilindrata, le parti da sostitu-

FRATELLI MAESTRI D’ASCIA Davide e Luca Glisenti, una passione per il lavoro iniziato dal padre Franco, pioniere dell’elettronautica.

ire ci sono arrivate dire amente dagli States», racconta Davide. Pochissimi artigiani oggi fanno il lavoro dei Glisenti, molto più spesso non si smonta interamente la barca per restaurarla, così da lontano lo scafo sembra a posto, ma da vicino si notano le magagne. «Lavoriamo con l’occhio rivolto alla massima qualità dei materiali: il legno lo acquistiamo da anni da Bellotti a Cermenate, un tronco intero di mogano per non avere differenze nelle venature. La fiancata del Riva è uniforme, si notano le sfumature di colore del legno, ci sono sopra 23 mani di vernice trasparente epossidica, la carteggiatura è fa a con la grana 6 mila ultra fine, sono ore e ore di manodopera». I due maestri ci spiegano come il fondo dell’Abbate sia stato costruito in le-

gno di noce «una vera rarità, perché è facilmente a accabile dai tarli» con tavole lunghe fino a sei metri, e loro abbiano dovuto rifarlo interamente, assieme allo specchio di poppa e alla coperta, mantenendo il più possibile il legno originale. Al momento lo scafo sembra un gigantesco liuto aperto a metà, e l’arte nautica si apparenta alla liuteria, perché alla fine queste barche sono come grandi strumenti musicali che risuonano sull’acqua. «La metà della bravura di un artigiano sta nel riconoscere la qualità del legno quando è grezzo, e poi riuscire a mantenere la pazienza e la calma lungo tu a l’opera di restauro, che può durare anche sei mesi. Una volta nei cantieri si costruiva ogni pezzo della barca, dallo scafo agli o oni all’impianto ele rico, con fili piegati

Quando i sogni profumano di antico | Mag Luglio 2014 | 63



a 90 gradi e non intrecciati, tu i particolari che il compratore non vedeva ma che costavano ore di fatica. Il lavoro era stagionale, e d’inverno si fabbricavano gli accessori», dice sempre Davide, mentre Luca continua a lucidare l’Abbate. Spesso, purtroppo, il lavoro di restauro è screditato da artigiani poco scrupolosi, che lesinano sulla qualità dei materiali, sul legno e le mani di vernice, con risultati mediocri e la barca rovinata per sempre. Per questo i Glisenti hanno pensato di produrre un motoscafo come una volta, unendo l’esperienza di decenni alla

tecnologia a uale. «L’“Asso” è costruito con una tecnica quasi aeronautica, le parti della stru ura, i pannelli e gli accessori sono lavorati con pantografi a controllo numerico e le ordinate - le parti che costituiscono il fondo della barca, in legno massello o lamellare - allineate su una dima modulare di alluminio come si fa con gli aerei. Ma la cara eristica dei nostri scafi è la totale assenza nelle fiancate di viti e tappi, perché il fasciame in mogano è di tre strati, incollato so ovuoto con resine ipossidiche. Così si preserva da infiltrazioni d’acqua che possono accorciare la vita del legno».

L’interno dell’“Asso” mescola tecnologia a tradizione, con inserti in carbonio e l’incastellatura del fondo, anch’esso fa o di due strati, il primo avvitato e incollato e il secondo incollato sopra - che somiglia all’architettura di una cupola. «Lavoriamo sempre per l’eccellenza», affermano in coro i due fratelli, «ma il mercato della nautica non esiste più, dobbiamo sperare in qualche appassionato di buona volontà». Ma non per questo la ditta Glisenti sme e di sognare, è già al vaglio l’idea di costruire un altro motoscafo, il 100 Miglia, ispirato ai modelli anni ’50 che partecipavano all’omonima gara che da anni si tiene sul lago di Como. Il disegno è di Pietro Ferrari e la barca è un cinque metri dall’aspe o rétro di estrema eleganza, linee armoniose e allure corsaiola. «È ancora un progetto, vorremmo pubblicizzare l’idea nel Nordeuropa, dove c’è una maggiore sensibilità verso la storia e le cose fa e per durare». Davide lo dice con lo straccio in mano, che c’è ancora mezza fiancata dell’Abbate da tirar lucida.

Quando i sogni... | Mag Luglio 2014 | 65


A FIOR DI PELLE di Sara Della Torre, foto Ricky Monti

Cresce la mania per i tatuaggi. Chi si fa tatuare il nome del figlio, chi imprime una data importante, le iniziali del fidanzato, la strofa di una canzone, la frase di un filosofo, un disegno particolarmente amato. A colloquio con i noti tatuatori comaschi

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U

n tatuaggio è per sempre. Laser, a parte. Più di un diamante prezioso, il disegno pigmentato sul corpo è eterno. Non ha età e conquista proseliti, anno dopo anno. Un esercito di persone che sfidano aghi e paura per riprodursi un segno, una iniziale, una scri a, un disegno, un’immagine, un ritra o. Il tatuaggio non conosce parti del corpo off limits. Lo confessano i tatuati, un po’ meno i tatuatori: dove c’è pelle si può disegnare, quindi vale tutto. Esplode a Como la “tattoo mania”. Studi di piercing e tatuaggi si moltiplicano e non conoscono crisi. Dal 2009 al 2014, secondo i dati della Camera di Commercio, gli esercizi in provincia di Como, sono passati da 4 a 28. Il tatuaggio è un rito che piace, è contagioso e, nonostante la richiesta maggiore riguardi la fascia tra i 20 e i 30 anni, raggiunge un pubblico variegato e coinvolge persone, dai 15 ai 60 anni, senza prevalenza di sesso. Un tatuaggio è bello, è arte, è colore sul corpo: è ciò che pensa l’80% degli intervistati, convinto che la motivazione estetica sia prioritaria. Chi si fa tatuare il nome del figlio, chi imprime una data importante, le iniziali del fidanzato, la strofa di una canzone, la frase di un

filosofo, un disegno particolarmente amato. Se la decorazione pi orica corporale ha radici antichissime, è pur vero che solo negli anni ’70 e ’80 si sono diffusi i primi tatuatori. Un percorso che ha portato la tecnica espressiva dalla funzione di marchio d’identità di un gruppo a valore estetico individuale, dove ognuno cerca di esprimere se stesso, creatività, cara ere. «C’è un profondo desiderio di esprimere la propria identità, sopra u o oggi, in una società fluida, - spiega il do . Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, vicepresidente della Fondazione Minotauro di Milano e insegnante alla Facoltà di Psicologia all’Università Bicocca -. L’aumento tra gli adolescenti è il segnale di una loro volontà di affermazione, di presa di coscienza del proprio corpo, espressa con tecniche radicali e a volte violente. È caduto certamente il valore del corpo come inviolabile, sacro e intoccabile». Perché il tatuaggio è dentro la pelle, un modo per raccontare se stessi agli altri. «Sono, ovviamente, più numerosi i giovani, quelli dai 20 ai 30 anni - spiega Vi oria Dominici, titolare dello Studio Ta oo Forever Yours di via Volta a Como -. Ma in questi ultimi tempi assistiamo anche ad un aumento dei

«Soprattutto oggi c’è un profondo desiderio di esprimere la propria identità»

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TATUATORI Alcuni dei più noti tatuatori di Como fotografati all’interno dei loro studi.

giovanissimi. Arrivano i 16enni, accompagnati dai genitori. Prima di iniziare il lavoro cerchiamo di capire l’intenzione del cliente ed eventualmente di sconsigliare disegni troppo estremi. Diciamo di no alle parti intime e all’interno delle labbra. Per il resto si tatua tu o il corpo. È una forma d’arte e la maggioranza lo fa per ricordare qualcosa. Oggi vanno di moda le scri e. Qualcuno ha paura. Ma è raro chi si pente». In realtà il business si muove su due binari: da un lato la crescita della richiesta di tatuaggi, dall’altra il desiderio di cancellare e di rime ere tu o come prima. Ecco, dunque, il laser, tecnica

costosa, ma efficace che può eliminare quasi tu o il lavoro e il pentimento. «Ma c’è anche chi ci prende gusto e da un piccolo tatuaggio torna per ingrandire il disegno - afferma Ivan Losi della Ta oo Deluxe di via Milano -. Lavoro sui tatuaggi da vent’anni e a Como mi conoscono. Non ho una vetrina e il mio lavoro nasce da un passaparola. Una volta andavano disegni tribali o si sceglieva al momento. Oggi la gente viene da me con le idee chiare. Grazie ad internet è informata e più consapevole. C’è una evoluzione anche sui materiali che sono più controllati e i nostri studi seguono regole

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IO E LA PASSIONE PER I TATUAGGI (s.dell.) Una passione diventata mestiere. L’amore per il tatuaggio ha condotto Mirko Bosco di Doble Trouble a crearsi una professione. «Ormai ho esaurito lo spazio per fare ancora tatuaggi sul mio corpo. Ho iniziato al militare con una macchinetta rudimentale, poi sono diventato più esperto e ho trasformato l’arte in un lavoro. Trovo che certi disegni siano bellissimi e mi piace l’idea di averli su di me. Quando ho iniziato non era così comune. Oggi è diventata una moda a cui ci si avvicina anche con molta facilità perché sono caduti tanti tabù». Dietro i simboli del tatuaggio si nasconde il gusto per una forma d’arte segreta, sottaciuta, gestita in intimità con il proprio tatuatore. «Sono un’insegnante e ho la passione per i tatuaggi. Ho iniziato a quattordici anni, in un periodo, primi anni ’90, in cui non era così comune farsi tatuare il corpo. Chi aveva tatuaggi aveva una vita dissoluta e poco raccomandabile. Me li

il dolore, la fatica, che ogni tatuaggio comporta. Per me questo è importante: ogni simbolo è un risultato raggiunto. Di solito faccio un tatuaggio per ogni mio compleanno. Ho iniziato presto, a 16 anni. Ciò che mi dispiace è vedere che oggi ci si tatua per moda o per emulazione. Per me invece è stato un percorso personale meditato». «Ho 25 tatuaggi - spiega Sara Biondi di “NewsEventicomo” -. È per me una filosofia di vita. Prediligo farfalle, cuori e stelle. La farfalla, in particolare, è il simbolo della creatività ed è quella che esprime maggiormente la mia personalità. Tra due giorni ho in programma di aggiungere altri due simboli e poi di continuare a settembre. C’è un disegno definitivo: devo arrivare a 22 farfalle per completare la mia opera personale. Ovviamente per fare questo mi affido a due tatuatori di fiducia». «Ho la passione per i tatuaggi grandi, a cui non affido ricordi, ma attribuisco loro un signi-

sono tenuta nascosti. Nemmeno la mia famiglia sapeva di questa passione. Oggi, a 37 anni, ho il corpo molto tatuato ma, per lavoro, mi vesto con pantaloni lunghi e camicia. Per me il tatuaggio è una questione estetica. Mi piacciono e adoro lo stile giapponese». La storia di Marta è simile a quella di tante persone che da anni imprimono su se stessi un messaggio o un disegno. C’è chi arriva a tatuarsi fino al 99% del corpo, occhi compresi. «Non sono arrivato fino a questo punto, ma ho tatuaggi molto evidenti che, però, ho volutamente fatto in punti piuttosto nascosti che non mi creano problemi al lavoro e nella quotidianità - spiega Fabrizio Ossola -. La scelta di iniziare un percorso come il mio nasce da uno stretto connubio tra il piacere di avere un disegno addosso e

ficato personale. Non amo mostrarli in pubblico e me li tengo molto coperti». Anche la storia di Davide Amore, docente presso una scuola superiore e piercer, si accomuna a volti e persone, che hanno colto nel tattoo uno stile di vita. «Sono un motociclista e non posso non avere tatuaggi sul corpo. Ho cominciato a vent’anni e, accanto a questo, ho sviluppato anche la passione per i piercing. C’è chi ha la preoccupazione di sentire male. Per me è un piacere, quando faccio un tatuaggio mi rilasso a tal punto da addormentarmi. Il tatuaggio, però, - conclude Davide - va meditato. Pentito? Assolutamente no. Ho intenzione di continuare ancora parecchio. Tra l’altro i miei disegni non sono nemmeno cancellabili con il laser. Ma il pentimento non esiste».

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«È uno stretto connubio tra il piacere di avere un disegno addosso e il dolore, la fatica che il tatuaggio comporta» precise. Sto a ento perché, sopra u o i ragazzi giovani, non facciano cose estreme. Nelle grandi ci à collo e braccia vanno per la maggiore. Il collo è considerato un punto estremo perché è evidente. Sulla faccia non tatuo per principio. Prediligo uno stile tradizionale, pulito con linee semplici. Un tatuaggio che dura nel tempo». I dermatologi me ono in guardia dal pericolo di allergie, infezioni e dermatiti. «Ma oggi siamo molto controllati. Semmai il rischio si corre quando i tatuaggi vengono fa i da chi non ha uno studio professionale - spiega Lara Piscitelli, pioniera in ci à di tatuaggi e piercing, con lo studio aperto vent’anni fa in via Odescalchi, so o le sue mani sono passati calciatori famosi come Adriano, Totò Schillaci, Julio Cesar -. Il mio lavoro nasce da una passione: il primo tatuaggio fa o sulla spalla. Ho pensato di imparare il mestiere e di aprire un negozio. Sono stata la prima anche a rendere il tatuaggio più accessibile a tu i. Non volevo che fosse considerato un simbolo “ghe izzato”, solo per alcune persone. Un tatuatore è anche un po’ psicologo. A iva un conta o forte con il proprio cliente e si stabilisce una relazione profonda». «Diciamolo, però, che il tatuaggio fa male fisicamente. È un modo per me ere alla I TATUATI Sotto: Fabrizio Ossola. Nella pagina accanto: Davide Amore, Marta e Sara Biondi.

prova se stessi - afferma Marco Vite a di “Arota oo” di via Do esio 12 -. Personalmente ho sperimentato su di me un tatuaggio costruito con o o ore di lavoro. Non è stato facile. Vorrei anche suggerire di evitare di farsi tatuare il nome del fidanzato. Porta rogna». C’è anche chi da “writer” è passato al lavoro di tatuatore e si è fa o un nome. «Sono tatuatore da ora mai 10 anni - spiega Ma ia Rivolta, nome d’arte “Ueo”, con studio a Chiasso in via degli Agustoni - Prediligo lo stile orientale, style vario e dinamico per vestire il corpo. Lavoro meglio quando dal cliente ho libertà». Ogni corpo diventa così una scoperta per chi predilige il tatuaggio discreto, una sfida, invece, per chi osa un tatuaggio su mani, braccia e collo “che si vedono sempre”. Enzo Pizzigati di “SoPreciousTa oo” in via Napoleona a Como avverte: «Il problema reale è il tatuaggio fa o in casa. Sono in aumento quelli che si improvvisano e usano materiale e colori non idonei. Credo che nel nostro mondo sia cambiato l’approccio al tatuaggio. Oggi la gente non lo teme, ma lo apprezza e lo trova interessante». Un tatuaggio è sicuramente un amore a prima vista, una questione “di pelle”.

A fior di pelle | Mag Luglio 2014 | 71



MEGLIO PEDALARE di Francesca Guido, foto Carlo Pozzoni

Onlus Sociale360, una cooperativa formata da giovani per creare un’alternativa, ecologica e sostenibile, al trasporto urbano delle merci e delle persone Meglio pedalare | Mag Luglio 2014 | 73


M

ilano, Roma, Firenze, Torino e anche Como. La rivoluzione delle consegne cresce in ci à proprio in contemporanea con l’ampliamento della Ztl. Non solo Pony Express in bicicle a, da qualche tempo sono arrivati forgoncini ecologici, ciclotaxi e risciò. E tra i corrieri alternativi l’Urban Bike Courier.

74 | Mag Luglio 2014 | Meglio pedalare

L’idea è nata dalla onlus Sociale360, una cooperativa sociale formata da un gruppo di giovani che hanno pensato di creare un’alternativa ecologica e sostenibile per il trasporto urbano di merci e persone. «Siamo focalizzati nell’offerta di servizi di trasporto e city logistica per il potenziamento dell’ultimo miglio nelle ci à con Ztl - spiega Alessandro

Bartolone, amministratore e presidente di Sociale360 -. L’intenzione è quella di ridurre la congestione del traffico a motore, le emissioni di carbonio e l’inquinamento acustico nei centri urbani. Pensiamo che il sistema del trasporto sostenibile dovrebbe contribuire al benessere economico e sociale senza consumare le risorse naturali,


distruggere l’ambiente o minacciare la salute umana». Nei Paesi del Nord Europa il trasporto “verde” nei centri ci adini si è diffuso già da diversi anni, ma in Italia solo negli ultimi tempi si vedono circolare corrieri in bicicle a o su mezzi euro 5. Sono sopra u o giovani - complice anche la crisi e la sempre crescente difficoltà a trovare un’occupazione - ad aver avviato questa tipologia di servizi con un occhio al portafogli e all’ambiente. Costi non troppo elevati per i servizi che vanno dalla consegna di carichi pesanti 24 ore su 24 alla spesa a domicilio, ma anche commissioni personalizzate. «Siamo nati con il servizio di trasporto di merce pesante con mezzi leggeri

all’interno della Zona a traffico limitato - aggiunge Bartolone - come casse e di fru a e verdura, prodo i alimentari freschi ma anche pallet interi, in

«Siamo nati come servizio di trasporto della merce pesante con mezzi leggeri in zone pedonali» particolare con l’utilizzo di tricicli a pedalata assistita con motori potenziati da 250 wa ». La onlus è nata nel 2010 e in qua ro

anni la richiesta è raddoppiata, non solo per la Ztl, ma anche per una maggiore a enzione dei comaschi alle problematiche ambientali. Un trend in crescita in molte parti del mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il colosso Amazon sta studiando un sistema di consegna dei pacchi postali con dei droni. A Roma si è da poco conclusa la fase sperimentale di un proge o di consegne a emissioni zero nel quartiere Eur. A Torino, invece, a giugno è stato avviato un servizio di consegna con mezzi ecologicamente evoluti, gestito da corrieri privati ma con il sostegno dell’amministrazione. Non solo trasporto merci, gli Urban Bike Courier a Como si occupano

AGGIRANDO LA ZTL Un modo per muoversi in città senza preoccuparsi delle zone a traffico limitato.

Meglio pedalare | Mag Luglio 2014 | 75



anche di trasporto di persone, che possono essere turisti, anziani, coppie di sposi, ma anche scolaresche in occasione di iniziative particolari. Il ciclo tour è disponibile nel week end e consente ai turisti di scoprire due tipologie di itinerario: le vie di Como e quelle di Cernobbio. «Non facciamo le guide turistiche – racconta Alessandro Bartolone – semplicemente trasportiamo i turisti dove ci chiedono. Ci capita anche che anziani, disabili e donne in gravidanza ci chiedano un passaggio, anche perché il ciclo

«Non facciamo le guide turistiche, ma trasportiamo turisti e villeggianti dove vogliono» taxi a differenza di altri è a offerta libera. Da qualche tempo stiamo proponendo questa idea ecologica anche agli sposi e sembra piacere il matrimonio in risciò». Tra i comaschi, oltre ad alcuni com-

mercianti che da tempo si rivolgono a questo servizio, sono sopratu o gli anziani a richiedere l’intervento di questi eco-corrieri. «Sottoscrivendo un abbonamento ci occupiamo di consegnare la spesa a domicilio, ma anche di fare delle commissioni – conclude il responsabile di Urban Bike Courier -. Ci viene chiesto, ad esempio, di ritirare le ricette dal medico e poi di andare in farmacia a prendere le medicine prescri e. Ovviamente il tu o nel pieno rispe o della privacy della persona».

Meglio pedalare | Mag Luglio 2014 | 77


di Luca Meneghel

A Villa Guardia, nell’immensa Piana di Brugo, un progetto per la costruzione di un avveniristico parco botanico, con serre dove coltivare piante provenienti da tutto il mondo. Previsti anche musei, impianti sportivi e laboratori scientifici 78 | Mag Luglio 2014 | eCOvillage


eCOvillage ECCO L’EDEN DEL DOPO EXPO

I

mmaginate un enorme parco botanico, con tre serre alte quaranta metri per ricostruire in Lombardia i biomi tropicale, africano e mediterraneo. A poca distanza stru ure avveniristiche immerse nel verde pronte a ospitare musei e laboratori scientifici. Poi ancora un’area a rezzata per lo sport all’aria aperta, dal golf al calcio, e un hotel per accogliere turisti dall’Italia e dal Nord Europa. Non è un sogno. Parliamo di un proge o - chiamato

eCOvillage - studiato nei minimi de agli. E che potrebbe diventare realtà a pochi chilometri da Como, nella Piana di Brugo a Villa Guardia. La storia di eCOvillage parte un anno fa quando tre comaschi - il paesaggista Pierluigi Ra i, l’archite o Roberto Ghioldi e il grafico Davide Civelli - prendono un aereo e vanno in Inghilterra. La meta non è Londra, ma una delle maggiori a razioni turistiche britanniche: l’Eden Project,

eCOvillage | Mag Luglio 2014 | 79


un parco botanico da sogno immerso nel verde della Cornovaglia, a sei ore di macchina dalla capitale. «Lì non ci sono altre a razioni - ricorda Civelli, che vive e lavora a Villa Guardia - se non prati e pecore. Se vai lì, vai per vedere l’Eden Project. Ed è proprio quello che volevamo fare noi». Il parco inglese è incredibile. «Immaginate - dice Ghioldi, che ha uno studio di archite ura a Lurate Caccivio - una grande depressione nel terreno. Dove non c’era niente gli inglesi - con sovvenzioni statali provenienti dal ricavato della lo eria nazionale - hanno costruito un parco tematico che a rae un milione di visitatori all’anno. A partire dai ragazzi delle scuole, provenienti da tu o il paese. Vanno per visitare delle serre sferiche alte cinquanta metri, all’interno delle quali sono stati ricostruiti i biomi tropicale e mediterraneo». I tre tornano in Italia con un pensiero fisso: perché non realizzare qualcosa di simile anche da noi? La presenza di Ra i, in questo senso, è fondamentale. È la persona giusta al momento giusto, un professionista con anni

Un luogo per i ragazzi, per le famiglie e gli atleti, in grado di rilanciare il turismo comasco a livello internazionale di esperienza internazionale alle spalle capace di cogliere al volo la valenza del proge o e di ge arsi con entusiasmo nell’impresa. Il proge o eCOvillage cresce infa i nel suo studio comasco di via Borgovico. «A guidarci - osserva Ghioldi - è stata una riflessione: Milano sta per accogliere il mondo in occasione dell’Expo, ma cosa faremo dopo? Vogliamo dimenticare temi fondamentali come la natura, la nutrizione, la sostenibilità ambientale? Non possiamo perme ercelo. E crediamo che proprio il Comasco sia il territorio ideale per raccogliere l’eredità dell’Expo». Civelli abita a Villa Guardia. E proprio il suo paese ha le carte in regola per realizzare qualcosa di simile. «A Villa Guardia - dice - c’è la Piana di Brugo. Parliamo di 800mila metri quadrati di terreno vincolati alla realizzazione di una ci adella della cultura. Dieci anni fa qui avrebbero voluto realizzare degli studios cinematografici, ma poi non se ne è fa o niente». Buona parte di quei terreni - circa 300mila quadrati - appartengono allo stesso Ra i e ad alcuni soci.

80 | Mag Luglio 2014 | eCOvillage

I PROMOTORI Pierluigi Ratti con l’architetto Roberto Ghioldi e il grafico Davide Civelli.


«Abbiamo chiesto agli altri proprietari cosa pensassero di un proge o simile - dice Civelli - e tu i sono rimasti positivamente colpiti dall’idea». La scelta di Villa Guardia non è casuale. «Si tra a - dice Ghioldi - del posto perfe o. Siamo a pochi minuti da Como e a pochi metri dall’entrata del parco verrà realizzato un nuovo svincolo autostradale di raccordo tra la MilanoChiasso ed il sistema tangenziale di Como. Insomma, arrivare in autostrada dal Nord Europa sarebbe uno scherzo. Ci sono poi gli aeroporti milanesi e quello di Lugano. E si potrebbe pensare a un tram dedicato dire o al parco per chi arriva in treno alla stazione di Grandate». Per ora, chiariscono i professionisti, “siamo ancora in fase proge uale”. Nessun incarico, nessun mandato. «E nessun

guadagno, sia chiaro. È un proge o nostro, in cui stiamo investendo tempo e passione». Già, ma cosa c’è nel progetto? Punta di diamante di eCOvillage, come in Cornovaglia e in altri parchi simili (è il caso di Singapore), sono le serre. «Nella parte nord del parco - spiegano - vorremmo riprodurre i biomi tropicale, africano e mediterraneo. Le coperture saranno realizzate con dei cuscine i innovativi, fa i di una plastica chiamata Efte, che consentono di mantenere il clima prescelto. Parliamo di stru ure alte 40 metri e larghe 120 metri». Nella Piana di Brugo si trova anche la Grande Stufa, la centrale comunale a biomassa che garantirebbe energia pulita al parco. Tra le serre troveranno posto anche un giardino di orchidee e un farfallario. «Le sfere con i biomi - osserva Ghioldi -

eCOvillage | Mag Luglio 2014 | 81



occuperebbero il trenta per cento dello spazio disponibile. Nella parte centrale della piana ci saranno due edifici a basso impa o ambientale per ospitare musei dida ici: ci troviamo nel Comasco, vorremmo ricreare il processo di produzione della seta». Ghioldi, Civelli e Ra i hanno pensato anche alla ricerca scientifica: laboratori in cui studiare la luminescenza dei ba eri piu osto che la produzione di energia dal processo di fotosintesi delle piante. Temi di cui si sta occupando anche l’Università dell’Insubria. La maggior parte dell’area, in ogni caso, resterà all’aria aperta. «C’è spazio per installazioni di Land Art - spiega Civelli - opere d’arte realizzate nel mezzo della natura. Alcune molto divertenti, penso ad esempio al classico labirinto di siepi». Dopo aver studiato il clima e la natura, i bambini potranno divertirsi anche in un’area a rezzata sulla collina del Pionino, che domina la Piana di Brugo. La parte sud, infine, è dedicata ai servizi. Un hotel, ovviamente, e tanto sport: «È già presente un campo da golf - ricordano i proge isti - che vorremmo arricchire con tennis, basket, tiro con l’arco, calce o. Grande sarà ovviamente l’a enzione per le bicicle e, con piste dedicate». Questo il proge o. Una ci adella del verde e dello sport grande o anta e ari, servita da tremila parcheggi, accessibile con qualsiasi mezzo pubblico. Un luogo pensato per i ragazzi delle scuole, per le famiglie, per gli atleti. E in grado di rilanciare turisticamente il Comasco a livello internazionale: «Ci troviamo nell’area del Lago di Como - osserva Ghioldi - e ovviamente sarà l’occasione per promuovere il territorio. Per offrire prodo i a chilometro zero in ristoranti biologici, per far conoscere

le nostre bellezze anche a chi arriverà esclusivamente per visitare il parco». La domanda, a questo punto, è d’obbligo: quanto costerebbe realizzare un parco simile? «Chiavi in mano - risponde Civelli - intorno ai 200 milioni di euro. Può sembrare una cifra immensa, ma se pensate che recentemente un calciatore come Messi è stato valutato 400 milioni di euro capirete che non è così folle. Basti pensare solo all’indo o per il territorio, a quante persone troverebbero lavoro qui, quanti potrebbero guadagnare anche solo dalla gestione di servizi come i tremila parcheggi previsti». Se quella dell’eCOvillage fosse una fiaba, alla fine spunterebbe una cordata di imprenditori locali pronti a me ere i soldi sul pia o. «Sarebbe bellissimo - dice Ghioldi - e siamo pronti a parlare con tu i. Ma non ci facciamo troppe illusioni, visto il periodo di crisi. La verità è che ci stiamo guardando intorno a livello internazionale: niente di concreto, ancora, ma copia del proge o è già in Inghilterra sui tavoli di un grande gruppo». La sfida, però, sarà anche burocratica: «Parliamo di temi avveniristici per l’Italia. La nostra speranza è che possano crearsi sinergie tra pubblico e privato: un proge o simile non merita troppi bastoni fra le ruote». Una vetrina importante per far conoscere eCOvillage a tu o il mondo sarà Expo 2015: «Stiamo cercando dei canali per poter presentare il parco nel corso dell’esposizione milanese». Ma una volta trovati i finanziatori, dall’apertura dei cantieri quanto tempo passerà prima di poter staccare i biglie i? «Tra i qua ro e i cinque anni - rispondono - un po’ come è stato per il parco della Cornovaglia».

Un progetto avveniristico da duecento milioni di euro «Ma se pensiamo all’indotto e all’offerta di posti di lavoro, non è un progetto così folle»

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R AT T I : U N A V E T R I N A I N T E R N A Z I O N A L E P E R S C O P R I R E I L M O N D O R E S TA N D O A C A S A Mentre Roberto Ghioldi e Davide Civelli raccontavano al Mag il progetto eCOvillage, il paesaggista Pierluigi Ratti si trovava in Africa. «Ho trascorso una settimana in Camerun - dice - per parlare di questi temi. Ho incontrato dei ministri, sono interessati a realizzare lì un parco botanico. La speranza è che anche in Italia venga colta l’importanza del progetto. E che si possa realizzare un’opera di questa portata a pochi chilometri da Como». La Piana di Brugo, anche per Ratti, è il posto ideale. «Insieme ad alcuni soci sono già proprietario di parte dell’area. Dal punto di vista dei collegamenti è difficile trovare una zona meglio servita. Se pensiamo che il parco che abbiamo visitato in Cornovaglia - sperduto nella campagna e a sei ore di viaggio da Londra - attira più di un milione di visitatori all’anno, qui potremmo tranquillamente replicare: sul fronte dell’accessibilità siamo senza dubbio messi meglio». Un’area abbandonata come la Piana di Brugo potrebbe trasformarsi insomma in un polo turistico e scientifico di prim’ordine. «L’idea di fondo - dice Ratti - è consentire a tutti, anche a chi non può permettersi di girare il mondo, di conoscere da vicino l’ambiente naturale che troviamo in altre parti del pianeta. Scoprire la vegetazione tropicale o desertica, le differenze tra le nostre piante e quelle che si trovano a migliaia di chilometri di distanza». E poi c’è l’arte. Ratti pensa a un luogo aperto ad artisti contemporanei, più o meno affermati, che

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lavorano a stretto contatto con la natura. «Parliamo di Land Art. Ci sono artisti che operano direttamente sulla vegetazione, realizzando opere incredibili: in un parco botanico come quello di Villa Guardia potrebbero esporre i propri lavori e avere una vetrina internazionale». Istruzione e cultura, dunque. Ma anche scienza. «Nel Comasco - osserva - ci sono tutte le condizioni per creare sinergie con scuole e università. Nei laboratori di eCOvillage si potrebbero studiare processi innovativi, come la produzione di biodiesel dalle alghe. I temi legati alle energie sostenibili già importantissimi, ma diventeranno sempre più centrali nel corso degli anni». Ratti ricorda poi come la provincia di Como, dal punto di vista florovivaistico, sia seconda in Italia solo al comparto di Pistoia: «Ci sono scuole di primo livello, penso a quella di Vertemate con Minoprio, che potrebbero sviluppare progetti educativi in collaborazione con il parco». Ratti è molto ottimista. Anche e soprattutto alla luce dei potenziali vantaggi economici e turistici per il territorio. «Non cogliere questa opportunità sarebbe un delitto. Certo, servono finanziatori. Ma a livello internazionale non mancano banche e fondi di investimento interessati a progetti simili, che rendono molto bene. Prendete un parco di divertimenti come Gardaland: fa tre milioni di visitatori all’anno. Noi proponiamo qualcosa di completamente nuovo per l’Italia, in un luogo che tra aeroporti e autostrade richiamerà turisti da tutta Europa».



DI SCENA IL PAESAGGIO di Alessio Brunialti

La scommessa vinta dalla rassegna Lake Como Film Festival Cano: «In città un festival internazionale» 86 | Mag Luglio 2014 | Di scena il paesaggio

“G

eorge, where are you?”, George, dove sei? È la domanda che un po’ tu i, sul lago e anche a Como, si fanno da qualche tempo, da quando Mr. Clooney, uno degli a ori più pagati di Hollywood ha scelto il Lario come buen retiro tra un ciak e l’altro dei suoi film blockbuster. Inseguito dai papa-

razzi, concupito dalle fan, guardato con simpatia (ma anche, diciamolo, con un certo sospe o) dai suoi vicini di casa, il divo non ha brillato per vita sociale: viene avvistato in qualche ristorante (celebre la stroncatura di un locale nostrano a opera della fidanzata di turno), qualcuno ha la sorpresa di ritrovarselo di fianco a cavallo di una


efficace. “George dove sei?” è una delle sezioni più intriganti della seconda edizione della manifestazione in corso. Se per le teledipendenti resta il bel do or Ross di “E.R.”, se i ragazzi lo ammirano per la disinvoltura dimostrata nella serie “Ocean” (con scene girate sul lago per “Ocean’s twelve”), per gli esperti di cinema il bel Clooney è anche molto di più. È un regista rigoroso e fuori dagli schemi come dimostra il suo esordio dietro alla macchina da presa, “Confessioni di una mente pericolosa”, che ha inaugurato questa “rassegna nella rassegna”. È uno degli attori - feticcio degli estrosi fratelli Coen e, in questo caso, la scelta è caduta su una pellicola che mostra grandi scorci paesaggistici come “Fratello dove sei”. Ed è, storia recentissima, il protagonista di un lungometraggio da Oscar che ha saputo coniugare tu i i pregi di una megaproduzione hollywoodiana ai tra i del cinema d’autore: “Gravity”

George dove sei? Una domanda che si sono posti in questi mesi anche i cinefili del Lake Como Film Festival

moto fermo al semaforo, all’inizio della sua permanenza addirittura giocava a basket al campetto con i ragazzi dell’oratorio. Ma da quando l’a enzione mediatica su di lui si è ingigantita, Clooney si è defilato ancora di più, scatenando la domanda “Where’s George?”. Una domanda che si sono posti anche i cinefili del “Lake

Como Film Festival”, manifestazione giovane - è nata l’anno scorso - ma già grande per ambizioni e per risultati. Un tema vincente, il “cinema di paesaggio”, o imamente calato in una delle zone naturali più belle del mondo, a de a dei turisti, a de a degli esperti e a de a anche di Clooney che è il nostro agente di marketing territoriale più

in tu o il suo splendore spaziale (un altro paesaggio cinematografico mozzafiato) sul grande schermo dell’Arena del Sociale. È proprio questo bellissimo spazio, restituito alla ci à lo scorso anno in occasione del bicentenario del teatro, uno dei luoghi principali di un festival che, per sua natura, ama

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mostrare il cinema in più situazioni, proponendolo in differenti paesaggi, urbani e naturali. «Se è vero che il lago di Como è stato scelto da numerosissime produzioni come location per film di tu i i tipi - è il parere di Alberto Cano, che guida il gruppo che organizza la manifestazione - è altrettanto vero che la ci à e il territorio possono essere la sede per un festival di respiro internazionale che valorizzi quei film che hanno nei paesaggi una sorta di

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personaggio aggiunto». Nel 2013 poteva sembrare una scommessa, forse anche azzardata: nel 2014 si può dire a pieno titolo che quella scommessa è stata vinta. I numeri parlano da soli e a fare la forza del “Lake Como film festival” sono anche le sinergie in una ci à dove, troppo spesso, rischia di trionfare l’individualismo a discapito del bene comune. Ecco, quindi, la collaborazione con il Teatro Sociale che non si limita al

“prestito” dell’Arena, ma anche alla messa in scena di un grande spe acolo che rappresenta un ideale passaggio di consegne tra eventi, il festival “Como ci à della musica” e il film festival. Quest’anno ricorre il centenario della prima apparizione cinematografica di Charlot, il vagabondo portato sullo schermo da Chaplin nell’ormai lontano 1914 mentre, da questa parte dell’Atlantico, si avvertivano i primi terribili colpi della Grande Guerra.


I PROMOTORI DI LAKE COMO FILM FESTIVAL Silvia Introzzi, Marco Albanese, Andrea Giordano, Alberto Cano, Claudio Galluzzo, Pietro Berra, Max De Ponti, Piercarlo Tiranti, Daniele Valsecchi. “La febbre dell’oro”, uno dei grandi capolavori dell’uomo che, per primo, fu a ore, sceneggiatore, regista, produ ore, perfino compositore delle colonne sonore dei suoi film, non viene semplicemente proiettato: la partitura di Chaplin risplende dal vivo grazie all’ Ensemblle de LaVerdi di Milano dire o da Philippe Beran. Clooney e Charlot, due divi separati dall’intera storia del cinema. E le dive? Non mancano in questo festival: tra

tu e, però, va menzionata subito la diva, quella che più di ogni altra ha meritato questo appellativo in un XX Secolo che ha visto fiorire la se ima arte. Greta Garbo ha tenuto a ba esimo il festival con la sua interpretazione in “Grand Hotel”, un titolo che ha fa o tanto per il Lario: in una delle scene più intense, mentre cerca di convincere l’amato bene (un sornione John Barrymore) a fuggire con lei, la divina indica Tremezzo come mèta

della loro fuga. Proposto in lingua originale proprio al Grand Hotel di Tremezzo, quel film - quelle parole - ha suscitato un brivido lungo le schiene dei numerosi presenti, ancora più di una delle frasi più celebri della Garbo, pochi minuti dopo nello stesso film: “I want to be alone”. Forse anche George vuole semplicemente essere lasciato solo, ma l’omaggio del “Lake Como film festival” di certo non lo infastidisce. Anzi.

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1-Mogol, Fausto Leali con Carlo Cicardi. 2-Amanda Lear. 3-Le sorelle Bandiera.

IN CA’ FRANCA CON BATTISTI di Francesca Guido

Ricordi, personaggi e nostalgia della discoteca che segnò la vita comasca degli anni ’80. Da Nilla Pizzi a Little Tony, da Walter Chiari, ai Nomadi. Nel locale di Lipomo si sono esibiti i Ricchi e Poveri, Pierangelo Bertoli, Peppino di Capri, ma anche i Rockets, Anna Oxa, Miguel Bosè, fino a Vasco Rossi In Ca’ Franca con Battisti | Mag Luglio 2014 | 91


4 - Ricchi e Poveri. 5 - Peppino Di Capri. 6 - Miguel Bosè. 7 - Lucio Dalla. 8 - Antonella Ruggieri. 9 - Anna Oxa. 10 - Rockets. 11 - Tritons e Carlo Cicardi. 12 - Nomadi. 13 - Dee Dee Jackson.

L

i le Tony, Mogol, Lucio Ba isti, Vasco Rossi, ma anche i dj più famosi e star della tv. Per oltre vent’anni la discoteca Ca’ Franca è stata uno dei locali più in voga del territorio. Oggi la stru ura, recentemente rinnovata, ospita un ristorante per famiglie, ma imboccando la strada sterrata che porta al casale di Lipomo, impossibile non fare un salto nel passato. Del resto all’interno del locale c’è chi per la prima volta ha avuto l’occasione di vedere da vicino grandi musicisti e dj, chi ricorda ancora le feste dei licei con le prime co e, ma anche vere e proprie storie d’amore che durano ancora oggi. Era il 1949 quando Italo e Maria Cicardi avviarono un ristorante con “balera” frequentato dalla “Como bene”, proprio so o la loro abitazione. Fu una vacanza riminese del figlio sedicenne Carlo che segnò la storia di questo ristorante, che negli anni Se anta cambiò completamente forma e tipologia di clientela. Carlo Cicardi dai tredici ai sedici anni aveva preferito un lavoro al mercato coperto di Como, piu osto che dare una mano nel locale di famiglia, ma quasi diciasse enne decise che la vecchia balera doveva diventare un locale di riferimento per il territorio. «A sedici anni sono andato per una vacanza a Rimini - rac-

conta Carlo Cicardi, per gli amici più stre i Carluccio - e per la prima volta entrai in conta o con il mondo dei locali. Una sera andai un club della riviera e decisi che dovevo portare qualcosa di simile a Como». Poche se imane dopo arrivarono a Lipomo una serie di imprese specializzate in locali e discoteche per realizzare il casale bianco che per oltre vent’anni fu il Ca’ Franca. E in quel locale passarono in molti, da giovani emergenti a star già affermate, tra la folla di amanti della musica che non si perdevano una serata, ma anche i pomeriggi del week end. A Lipomo si concretizzò il gruppo dei Formula 3, così come si vedevano spesso Mogol, Lucio Ba isti e Li le Tony. Quest’ultimo, amante delle auto, si lamentava sempre con Cicardi perché la strada sterrata per raggiungere il locale rovinava le sue macchine. «Ba isti era sempre molto tranquillo - aggiunge Cicardi, oggi sessantenne - un cara ere moderato. Ho dei bellissimi ricordi, ma c’è un episodio che non dimenticherò mai e riguarda Mogol. Nei primi anni del locale avevo un bellissimo pianoforte nero e lui era innamorato di quello strumento. Mi aveva anche chiesto di darglielo, ma io avevo de o no. Un giorno arrivai al Ca’ Franca e scoprì che gli operai avevano portato fuori il piano e che la pioggia l’aveva

«A sedici anni andai in vacanza a Rimini. Entrai in un club e capii che dovevo portare qualcosa di simile a Como»

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completamente rovinato. Penso che Mogol non mi abbia mai perdonato». Sempre più musicisti entrano in conta o con Carluccio che oltre a portare gli artisti nel suo locale, inizia anche ad occuparsi di concerti. «Ho avuto l’occasione di incontrare tantissimi cantanti, musicisti e personaggi dello spe acolo. Ho avuto anche la soddisfazione di far cantare a Zucchero le canzoni di Gino Paoli e viceversa, ma anche di seguire l’ultimo concerto dei New Trolls al Palalido prima che si separassero». E tra alcuni degli artisti che passarono dal Ca’ Franca anche Nilla Pizzi, Walter Chiari, i Nomadi, i Ricchi e Poveri, Pierangelo Bertoli, Peppino di Capri, ma anche i Rockets, Anna Oxa, Miguel Bosè e Satoshi Tomiie, dj giapponese famoso in tu o il mondo che richiamò estimatori da tu a la penisola. Non solo come artisti, alcuni di questi ospiti hanno colpito il titolare del locale per il loro aspe o umano, nonostante una partenza storta. Tra questi senza dubbio Vasco Rossi. Erano gli inizi degli anni Novanta e Vasco doveva esibirsi a Lipomo. «Ricordo che riceve i una sua telefonata che mi diceva che non sarebbe venuto a Como - racconta Cicardi - ero arrabbiatissimo. Pensai solo per pochi secondi, poi mi precipitai con parte del mio staff in macchina e andai a Zocca. Ricordo ancora quando arrivai e lo trovai seduto in un bar a giocare a carte con alcuni anziani. Parlammo e lo convinsi ad esibirsi. Il giorno dopo era nel locale come se nulla fosse successo». Tra i musicisti che hanno fa o una bella impressione

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14 - Vasco Rossi con Carlo Cicardi. 15 - Alba Parietti e Ringo. 16 - Riccardo Cocciante.

al proprietario del locale c’è di sicuro Riccardo Cocciante: «Ricordo che fece una serata solo per qua ordici persone, ma si comportò come se stesse facendo un concerto per migliaia di spettatori. Nonostante fossimo un numero limitato si è esibito con grande professionalità e serietà». Non solo esperienze positive, Cicardi ha collezionato anche una serie di incontri poco piacevoli,come quello con i Righeira o Lele Mora, e sorprese negative. «Purtroppo non posso dire di avere un buon ricordo di Alba Parie i aggiunge - l’ho lanciata io nel mondo della televisione e lei non è mai stata riconoscente. Erano i primi anni e l’aiutai ad entrare ad Antenna 3 dove inizio la sua carriera. Ma ho conosciuto anche donne della televisione splendide come Mara Venier, lei è così come la si vede in tv, simpatica e genuina». E tra i volti noti della televisione anche un’o ima impressione di Ezio Greggio: «Davvero un bel personaggio, è stato da me per diverso tempo visto che avevo ospitato le ragazze del Drive In per 45 giorni. Ho stre o delle belle amicizie nel corso degli anni, come con Antonella Ruggero quando era con i Matia Bazar, una persona molto sensibile». Nel corso del tempo il Ca’ Franca, che negli ultimi anni si chiamò Metamorphosis, ospitò i personaggi più noti del panorama musicale e artistico, ma anche a ori di fama internazionale come i personaggi della serie americana Beverly Hills 90210 e in particolare Jennie Garth che interpretava la bionda Kelly Taylor. Non mancarano anche gli scandali come quello che finì su tu i i telegiornali e quotidiani nazionali ( e che comportò

anche una telefonata del prefe o a Cicardi) nel 1986 e che vide come protagonista Ilona Staller, in arte Cicciolina. Nell’a esa della pornostar tra i numerosi spe atori intervenuti iniziarono dei dissapori che finirono in una vera e propria rissa. Cicciolina fu costre a così ad un’esibizione velocissima, poco più di dieci minuti solo per non far precipitare ulteriormente la situazione, per poi rifugiarsi in un altro locale: il Diva di Camerlata. Ma c’è un personaggio che il fondatore del Ca’ Franca non è riuscito ad ospitare ma che avrebbe voluto vedere sul palco sopra la pista? «Sicuramente Tina Turner - conclude - avrei voluto tanto che si esibisse nel mio locale». Nel 1996, a seguito di una serie di vicissitudini, la discoteca chiude. I nostalgici per anni hanno sperato che il locale potesse riaprire tornando ai lustri del passato, per regalare anche ai più giovani le esperienze che genitori e fratelli maggiori avevano vissuto alla loro età.

«Il mio unico rimpianto è non essere riuscito ad ospitare Tina Turner»

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Foto Alexandra D’Amico

Il Posta torna a raccontare la sua storia L’eleganza nelle architetture di Terragni

Da pochi mesi in piazza Volta è tornato a raccontare la sua storia un palazzo simbolo del patrimonio archite onico ci adino. Dopo due anni di lavori, ha aperto il Posta Design Hotel, un “bed&luxury” che unisce le suggestioni del passato con il comfort moderno. Dislocato su tre piani, è stato ristrutturato con un intervento rispe oso dell’impianto originale, disegnato e costruito nel 1930 da Giuseppe Terragni, il più rilevante razionalista di tu i i tempi. Le 14 camere presentano uno stile innovativo, lineare eppure acco96 | Mag Luglio 2014


gliente. Sono collegate alla reception da una scala che preserva i dettagli studiati da Terragni, in marmo giallo d’Istria. Materiale di pregio usato anche nel resto dell’arredo, in particolare nelle sale da bagno. Il legno di rovere tra ato “a fumo” riveste tu i i pavimenti per dare calore. Criterio a cui si ispira l’intero proge o di interior decoration, cara erizzato da un’idea essenziale di modernità e di luce.

Si percepisce l’amore per il bello e per l’arte: i quadri appesi ai muri delle camere formano una sorta di galleria discontinua. Professionale l’accoglienza, affidata a personale preparato a soddisfare qualsiasi necessità. Il Posta Design Hotel vuole diventare una leisure destination per viaggiatori che amano l’eleganza “smart” da vivere in totale autonomia e libertà. Check in e check out facile anche via web, un badge perso-

nale consegnato al momento dell’ arrivo perme e al cliente di muoversi dentro e fuori dall’albergo e il Bistrot a pian terreno offre, se richiesto, la scelta giusta per gustare un caffè il primo ma ino o un’ aperitivo con vista di grande fascino. Il Bistrot, aperto tu o il giorno, dalla prima colazione al drink serale e con terrazza privata, è uno spazio-salotto aperto alla città come piacevole punto d’incontro.

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di Emilio Magni Maggni

IL BARBAROSSA ALLA CONQUISTA DI MILANO E nel “canton di ball” torna a risuonare il detto: «L’è minga riusì né toeulla, né impatalla»

Ogni tanto per “star su di giri”, mi rifugio negli scrittori e nei poeti dialettali milanesi dell’800 e del 900. Mi piace, per esempio, leggere “La storia de Milan dal princippi fin al di d’incoeu” che il poeta milanese di origini ticinesi, Camillo Cima, de o Pinzo, scrisse oltre un secolo e mezzo fa (ancora si può trovare anche se in copia anastatica). Perché è bello leggere il “Pinzo”? Per la ragione che in ogni pagina si incontrano modi di dire cara eristici del vernacolo meneghino. Però al piacere della scoperta si accompagna subito la delusione di rendersi conto che gran parte di questo patrimonio non è più in voga ed è diventato quasi incomprensibile. Per questo motivo è stata per me, assai gradita sorpresa ascoltare, qualche tempo fa nel bel mezzo del suo stupendo parlare milanese, un mio vecchio amico “tirar qua” la locuzione: “La g’ha avu un defà de pulin a me a post i rob”, per dire che una persona che ha avuto il suo “bel d’affare” per sistemare alcune cose. Ebbene questo modo di dire è anche nella storia di Camillo Cima quando racconta che, nel 1740, morto Carlo VI, Maria Teresa d’Austria “…la g’ha avu un de fa de pulin per fa varrì i so reson contra tucc…”. Cima usa altre due volte “de fa de pulin”, parlando di Carlo Prina e di Felice Cavallo i. Il significato del modo di dire è chiaro. Mette in evidenza un impegno così grande da essere addirittura inconcepibile. Cosa c’entrano, però, i “pulin”? Forse il paragone si rifà ai “piocc pulin”, i micidiali insetti che si infilavano tra le penne dei polli uccidendoli dopo breve malattia. Per combattere i “piocc pulin” occorrevano disinfestazioni che impegnavano più persone. Mia madre, che era di origini contadine, teneva molto al suo pollaio personale (mi ricordo

la delizia dei suoi capponi arrosto e delle faraone alla creta) e quindi di sicuro conosceva a perfezione la minaccia dei pidocchi dei polli e soprattutto l’impegno per debellarli. Questa però è soltanto una mia opinione che fino ad oggi non ha trovato riscontri. Il mistero rimane. Qualche settimana fa però al “canton di ball”, l’angolo della piazza, dove gli anziani si radunano per “contarla su”, con mia grande contentezza mi è capitato di ascoltare un’altra espressione diale ale che avevo trovato nella stessa “Storia de Milan”, dell’amico Pinzo, ovvero: “L’è minga riusì né a toeulla né impatalla”. Cima adopera questo indicativo modo di dire parlando del Barbarossa. Dice Cima, che nel 1152, nella sua prima discesa in Italia, l’imperatore vorrebbe subito sottomettere Milano. Quindi si avvicina alla città con la sua masnada di guerrieri distruggendo ponti, campagne, cascine, incendiando il contado. Ma “Milan se ne impipa”, ovvero se ne infischia e si difende bene. “E lu vedend de no podè toeulla né impatalla”, per questa volta decide di tornare a casa. Aggiunge subito, lo storico che poi il Barbarossa tornerà e si comporterà ferocemente con Milano. Ma intanto:“Via la ga a balla i ra ”, altro bel modo di dire di cui, almeno per questo, tu i capiscono ancora il significato: almeno si spera. “Né toeulla né impatalla”, sta a significare che non si può far nulla, ne togliere le castagne dal fuoco, risolvere il problema e nemmeno arrivare a un pari e pa a, ovvero a un accordo, quindi trovare la pace: quante parole dunque per spiegare una situazione. Al diale o milanese invece bastano qua ro parole. E tu o è chiaro come il sole.

Le parole che non tornano | Mag Luglio 2014 | 99


Cavalleria rusticana Passione per trecento

Grande successo all’Arena e nelle due repliche al teatro Sociale per la Cavalleria Rusticana. Lo spe acolo con la regia di Serena Sinigaglia, ha costituitola seconda tappa di “200.Com, un proge o per la ci à”, l’ambiziosa produzione di Teatro Sociale - Aslico, già gratificata, lo scorso anno, da successo eccezionale, oltre che dal riconoscimento internazionale Opera Awards 2014 (Categoria Accessibility), per la messinscena dei “Carmina Burana”. Per assistere all’evento data la partecipazione di 100 | Mag Luglio 2014 | Eventi

oltre trecento comaschi schierati accanto al cast di artisti professionisti dire i da José Luis Gomez Rios, un pubblico foltissimo si è radunato negli spazi da poco restaurati dell’Arena. Lo spe acolo, condo o con un’energia e un’intensità davvero notevoli, ha dimostrato come sia ancora una volta vincente un proge o non per puristi ma per chi vuole innamorarsi dell’arte e della musica, anche coagulando le forze ci adine. Belli i costumi pensati da Federica Ponissi. E si lavora già per lo spe acolo del 2015.


di Paola Mascolo

Grafologa.Membro della Société Française de Graphologie, iscritta Associazione Grafologica Italiana e Associazione Grafologi Professionisti. Perito grafologo, consulente tecnico del Tribunale di Como e rieducatrice della scrittura.

BARBARA MINGHETTI LO SLANCIO OLTRE IL CALCOLO Desiderosa di non perdere nessuna possibilità, preserva e accentra. Ricerca la novità, vuole condividerla e non si accontenta mai

Barbara Minghe i, 50 anni, laurea in filosofia, direttrice Teatro Sociale di Como Scrive e ama farlo provando il piacere di far scorrere la penna sul foglio, creando linee curve grandi che si arrotolano su di sé, in una scri ura che occupa tu o lo spazio grafico che ha a disposizione, che si espande con disinvoltura, freschezza e vivacità. Barbara Minghe i, a raverso la sua scri ura, ci racconta di una donna per cui vale sempre - e prima di tu o - uno slancio che toglie il freno al calcolo e libera la voglia di coinvolgere, ca urare, rendere partecipi gli altri di novità e bellezza. Per lei agire è un’esigenza fondamentale, è il modo a raverso cui incanalare fervore ed energia, è lo spazio a raverso cui realizzarsi e nel quale a uare le sue ambizioni ed esercitare l’amore per le cause che sposa. Sviluppa le proprie idee con un’intraprendenza so ile, non un bulldozer, Barbara non aggredisce mai, né s’impone con forza, non schiaccia, lavora, si dà da fare, ci prova. E realizza. Vive ruoli a ivi, è protagonista senza mai marcare esibizionismo, è entusiasta e sempre molto a accata alla percezione sensoriale,

al gusto, al bello, al piacere visivo, ad un approccio primordialmente istintuale, al bisogno di cambiare per rafforzare la sua gioia di vivere. Una scri ura avvolgente e coinvolgente, dalle mille spire. Barbara crea anelli, non stacca volentieri la penna dal foglio come non si stacca dai suoi proge i, enfatizzando determinazione, ma anche peccando di eccessivo coinvolgimento a scapito di un intervento spesso poco obie ivo. Ricca, desiderosa di non perdere nessuna possibilità, preserva e accentra. Ricerca la novità, vuole introdurla e condividerla con altri, ma non si accontenta mai, c’è sempre qualcosa di nuovo e di più interessante da scoprire e da mostrare al mondo. Comunicazione e savoir-faire, grande abilità nei rapporti interpersonali in cui c’è partecipazione e anche molta ragione. Un’effervescenza misurata quella di Barbara Minghe i che, proprio nel me ere insieme due aspe i un po’ contrastanti, risulta acca ivante e seducente. Emozione e una bella dose di organizzazione. Si organizza perché sa che il suo punto debole è rischiare di andare in confusione nel seguire troppi stimoli contemporaneamente. Si modera, me endo in campo l’intervento di una ragione che la guida a prudenza e riflessione, presenza di spirito e disciplina. Una scri ura molto femminile che contiene segni di un’intelligenza mascolina, di un pensiero sistematico e acuto che certe volte entra in contrasto con un’indole troppo vivace, curiosa, desiderosa di fare tu o, di portare cambiamenti continui, di innovare. Altro contrasto, altro fascino. Un impulso creativo molto marcato che comba e con un senso funzionale che cerca di governare tu o. Barbara non riesce a semplificare, la sua modalità è quella di portare del nuovo, di arricchire, certe volte per lei è difficile concentrarsi e me ere ordine, ma gli slanci vitali non sempre sono ordinati.

Tutto in un tratto| Mag Luglio 2014 | 101


Mostra di Alvaro Molteni Per i 70 anni di Villa Leoni

Si è svolta nello splendido contesto di Villa Leoni Location a Ossuccio l’inaugurazione della mostra dell’astra ista Alvaro Molteni, evento voluto dalla famiglia Galbiati, proprietaria dello storico edificio razionalista, per celebrare il se antesimo della sua costruzione. Complice la serata d’inizio estate, la magia del luogo e l’armonia dell’archite ura razionalista di Pietro Lingeri hanno messo in risalto l’essenzialità delle opere astra e di Molteni, creando un felice connubio di atmosfere, sull’incantevole sfondo dell’Isola Comacina. I numerosi partecipanti hanno potuto inoltre visitare anche gli spazi interni della Villa, che conservano alcuni arredi originali proge ati da Lingeri.

102 | Mag Luglio 2014 | Eventi


di Maurizio Casarola

I valori del Panathlon Sessant’anni di storia Quando sessanta anni fa, 27 personaggi di Como si riunirono per formare il Panathlon International cittadino, forse non se la sarebbero aspe ata che nel 2014 quello stesso sodalizio fosse ancora oggi vivo, vegeto e più pimpante che mai. Tre di quei 27 soci ci sono ancora e ricordano con piacere quella magica serata del 1954. I tre sono l’olimpionico, avvocato ed ex sindaco di Como, Antonio Spallino, il giornalista Angelo Soldani e il commendator Angelo Pelloli. Il Campione Olimpico di Melbourne 1956, era presente alla festa all’Hotel Palace, primatista di longevità fra gli italiani medagliati con l’oro. Alle festa hanno partecipato anche i club di Varese e Lugano, gemellati con Como. Momenti toccanti hanno scandito la serata. Renata Soliani, l’unica donna ad avere seduto in passato sullo scranno del comando del Panathlon comasco, non è riuscita a tra enere le lacrime al momento della consegna di un premio, ricevuto dire amente dalle mani dell’a uale presidente Patrizio Pintus. Riconoscimenti per l’ex presidente Mino Bruno e anche per il giornale La Provincia

Eventi | Mag Luglio 2014 | 103


A Villa Olmo «Ritratti di città» Cinquanta artisti in mostra

Un secolo in 62 opere dedicate alla ci à. La grande mostra del 2014 porta i visitatori in un percorso che va dal Futurismo di Boccioni e Balla fino ai giorni nostri e alla fotografia a raverso le sale di Villa Olmo. Pannelli bianchi su cui sono fissate le opere e che consentono anche un viaggio a raverso gli stucchi e gli affreschi della villa se ecentesca. «Siamo alla seconda tappa del tri ico che abbiamo proge ato - spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Como Luigi Cavadini - e offriamo ai visitatori le visioni di ci à di oltre cinquanta artisti, dai primi del Novecento a oggi. La pi ura è protagonista, con la scultura e la fotografia. Que104 | Mag Luglio 2014 | Eventi

sta non è una mostra presa come un blocco unico, ma fa a di opere scelte con cura e arrivate da più di 50 collezioni». La mostra resterà aperta il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 22, gli altri giorni dalle 15 alle 22 (da se embre 10-20), chiuso lunedì. Biglie i a 10 euro (rido i a 8 euro). Fino al 28 se embre, come una sorta di collegamento tra la rassegna del 2013 e quella di quest’anno, sarà possibile visitare in Pinacoteca “Aldo Galli: luci e astrazioni urbane” Ideale collegamento tra la rassegna del 2013 e quella di quest’anno, la mostra aperta fino al 28 se embre in Pinacoteca “Aldo Galli: luci e astrazioni urbane”.



Fotografie di Gerardo Colombo

Festa alla Cometa. Un “Grazie” a… Serata di fine anno scolastico, iniziata con un elenco di grazie. E in questi grazie sta racchiuso il senso della festa e della vita.

La festa è iniziata così... «Grazie a tu i voi. Grazie alle famiglie, ai ragazzi, ai bambini, ai volontari, agli educatori e a tanti amici. Grazie a tu i quelli che ci aiutano. Abbiamo condiviso un altro anno di avventure per la costruzione del bene comune, per dare una certezza e una speranza ai nostri bambini, alle famiglie e a tu i noi. Un grazie a tutti gli insegnanti e volontari che seguono i nostri 106 | Mag Luglio 2014 | Eventi

ragazzi nei compiti e nelle a ività pomeridiane; Maria Rosaria, Ilenia, Marianna, Valentina, Sara, Tommaso, Cristina e Chiara, Giovanna, Marilena, alla do .ssa Mariella, al prof. Mandelli, alla prof. Giorgia, alla prof. Mariella di tedesco, a Sandra, a Gigi e Giovanna . Grazie ai volontari universitari della Statale di Milano per il loro prezioso aiuto. Grazie ad Alessandra, Igino, Maria Rosa e Donatella che hanno preparato i nostri ragazzi tu i i pome-

riggi sino alla preparazione degli esami di terza media. Grazie a Maria Conce a per il laboratorio di maglia. Grazie a Maria per il laboratorio di punto croce. Grazie alla Bocciofila dei Combattenti di Como. Grazie agli istru ori di orienteering Luigi e Luciana. Grazie a Giuseppe della Bottega Del Verde per il laboratorio con i nostri ragazzi. Grazie alla casa di cura Villa Ful-


via dove i ragazzi dei Cavalieri di Cometa svolgono volontariato. Grazie ai pescatori, a Sergio e Giovanni, Giglio, Roberto. Grazie al Sig. Gerolamo società di pesca “Lanza” e al sig. Natale del laghe o di Ronago. Grazie al Sig. Cesare per il laghe o di Casnate con Bernate. Grazie a Gisella e a suo marito. Grazie ai cavalieri della buona cucina di Lecco. Grazie al Banco Alimentare. Grazie ai volontari di Siticibo. Grazie a Pietro e ai volontari del bosco.

Grazie a tutti quelli che hanno contribuito al buffet di questa sera: Bere a Vi ore, Luigi Perego di Pastai Brianza, Bianchi Alessandro Ortofrutta, Cantaluppi, Canturina, Alborghe i, Panificio Olivieri Silvani, Scuola di Cucina Internazionale Alma, Simonpietro Felice di Giordano vini, Magnolia, Miranda e Giuseppina dell’Rsu di Bolton spa. Grazie alla Contrada degli artigiani Un grazie particolare a tu a l’Associazione Amici di Cometa. Grazie a Sandro Tessuto.

Grazie a Maria per i trasporti e a Claudia Grazie al Signor Saibene che per il suo amore al bene comune ha permesso l’esistenza dello Spazio Famiglia; grazie a Tiziana, Elisabe a, Chiara e a tu i gli operatori. Grazie a tu i gli educatori e i volontari del centro estivo Ma eo, Rebecca, Samuele, Silvia, Sara, Flore, Chiara, Matteo, Libera, Ilaria, Teresa, Maiela, Paola, Xiao Zeng, George, Gaetano, Marcello. ...Poi una serata di festa.

Eventi | Mag Luglio 2014 | 107



di Serena Brivio

Stile navy Il fascino Tessuti più leggeri e hi-tech per abbinamenti e accessori mostrine dorate, i pantaloni bianchi con l’orlo arrotolato, i pull a righe e le classiche scarpe da barca. Bianco, rosso e blu siglano una stagione all’insegna della crociera, della vela, della voglia di prendere il largo verso lidi incontaminati. Se lui è un po’ pirata un po’ ufficiale gentiluomo, lei sfoggia look da esclusivo club nautico, concedendosi blazer con stemma, maglie, shorts, micro e long dress estremamente sofisticati, dalla bagnasciuga al beach party.

Coordinati, giorno e sera, gli accessori: bag, zeppe, occhiali e bijoux sempre dall’eco marinaro.

Tu o il fascino dello stile navy: uno dei temi ricorrenti del guardaroba estivo torna aggiornato nella scelta dei tessuti, più leggeri e hi-tech, negli abbinamenti e negli accessori. Ogni capo è studiato all’insegna del comfort. E di una rinata voglia d’ordine, mai come in questo momento importante. Vari tasselli compongono il nuovo mood: quel blu dei caban con bo oni doppi e martingala da capitano di lungo corso, la giacca d’ammiraglio con

Idee (s) fashion| Mag Luglio 2014 | 109


di Luca Meneghel

Como in treno L’associazione comasca che crede nella ferrovia come elemento per una mobilità sostenibile Quando si parla ferrovie il pensiero corre ai ritardi cronici, alle carrozze troppo vecchie, ai pendolari al limite della sopportazione. Eppure anche sul nostro territorio non mancano i cultori dei treni e della loro storia, associazioni che si ba ono per rendere più efficiente il trasporto su rotaia. È il caso di Como in Treno (h p://www. comointreno.it/) del Club Treni Brianza (http://www.clubtrenibrianza.it/): il primo è “un sito per ricordare a Como di non perdere il treno”, un portale dedicato al sistema ferroviario comasco e ai proge i per rendere più efficiente la rete; il secondo è uno spazio virtuale “per salvaguardare il patrimonio storico e culturale delle Ferrovie Nord Milano e delle Ferrovie dello Stato”. Como in Treno è il sito di un’associazione comasca che crede nella ferrovia come “elemento prezioso per una mobilità sostenibile e razionale”. Nel portale sono presenti molti contributi comparsi sulla rivista di archite ura Talea: articoli che consentono all’utente di inquadrare lo stato di fa o del trasporto ferroviario a Como e la sua storia (con fotografie molto suggestive), senza tralasciare aspe i curiosi quali l’evoluzione del design delle carrozze. Imperdibile, per gli appassionati del genere, è la sezione eventi: qui vengono promossi gli appuntamenti a tema ferroviario in programma sul territorio (mostre, conferenze, presentazioni di libri). Curiosa anche l’area dedicata al modellismo, con un video corso in trenta puntate per imparare a costruire un ferrovia in miniatura, dal plastico alle carrozze. Non mancano ovviamente pagine dedicate alla storia dell’azienda comasca Rivarossi, i più celebri produttori di modellini del Dopoguerra.

110 | Mag Luglio 2014 | Navigazioni lariane

Como in Treno è “gemellato” con Club Treni Brianza, altra associazione costituita da un gruppo di amici con la passione per le ferrovie. La storia è semplice: “Dopo mesi e mesi a parlare di treni, a fotografarli e a filmarli abbiamo deciso di creare qualcosa”. Un’associazione, appunto, e un sito informativo ricco di contenuti. Oltre a difendere il patrimonio storico delle Ferrovie Nord e delle Ferrovie dello Stato, anche il Club brianzolo - che ha sede ad Asso - vuole promuovere la cultura del modellismo con “mostre, convegni e la realizzazione di un plastico sociale”. Il portale offre una sezione aggiornata con gli ultimi eventi e una pagina dedicata appunto al plastico sociale, in via di realizzazione. Affascinante è poi il ricco album fotografico sui treni e le stazioni della Brianza: del resto, spiegano gli associati, “la Brianza è diventata grande anche grazie al treno”. Tra gli obie ivi principali del Club assese c’è anche il rilancio turistico del treno sul nostro territorio, a partire da una linea “mitica e bistra ata come la Como-Molteno-Lecco” e la “tanto discussa Monza-Besana-Molteno”: l’ideale, scrivono gli associati, sarebbe utilizzare questi binari in chiave turistico-ferroviaria, “magari utilizzando dei convogli storici”. Nell’a esa il sito offre una galleria fotografica delle più belle linee turistiche al mondo, a partire ovviamente dal Trenino Rosso del Bernina. Se Como in Treno non è presente sui social network, Club Treni Brianza ha aperto invece un gruppo su Facebook (https://www.facebook.com/groups/ clubtrenibrianza/) che conta più di 250 iscri i. Si tra a di una riunione virtuale di appassionati che non sme ono mai di caricare articoli e fotografie, di scambiar-

si opinioni e suggerimenti: i temi all’ordine del giorno, neanche a dirlo, restano sempre i treni e le ferrovie.

SEGNALAZIONI TRENI DI CARTA www.trenidicarta.it Gli appassionati di ferrovie troveranno in questo sito le schede di tutti i libri sui treni pubblicati in Italia dal 1824 RIVAROSSI MEMORY www.rivarossi-memory.it Tutto sulla più grande azienda produttrice di modellini ferroviari TALEA www.taleaonline.com Il sito della rivista di architettura comasca, che pubblica molti articoli a tema ferroviario

Hai un sito dedicato a Como, al Lario e al territorio circostante? Vuoi segnalare un blog ai lettori del MAG? Scrivi una mail all’indirizzo navigazionilariane@yahoo.it.



Il lago di Como e 120 anni di storia visti da un grande albergo Se si vuole conoscere Como da un punto di vista sociale, nel tempo, vale la pena di dare un’occhiata all’agile libro che racconta la storia del Metropole & Suisse e della sua famiglia, i Cassani. Il libro, che ha come so otitolo la frase esplicativa “Il lago di Como e 120 anni di storia visti da un grande albergo”, è ricco di de agli su Como, una ci à raccontata dai suoi illustri turisti che hanno soggiornato al Metropole e che al Metropole hanno lasciato le proprie impronte. Nel

volume il tempo raccontato è tanto, si parte dalla fine dell’O ocento e al le ore vengono regalate anche immagini, 70, che sono anche cartoline d’epoca. Piacevole anche per gli stranieri che magari hanno fa o tappa a Como, visto che il testo è anche in inglese. Metropole & Suisse - Il lago di Como e 120 anni di storia visti da un grande albergo” Edizione Nodo Libri 112 pag., 70 illustrazioni, 15 euro

QUELLA NOTTE SUL LAGO DI COMO Un giallo, uno della serie pubblicata da Dominioni che può essere una piacevole lettura anche per l’estate. L’autore è Marco Gatti che racconta di un uomo che appartiene a una delle categorie professionali amate dai giallisti, un giornalista. Un giornalista dalla vita complicata, spesa tra alcol e rapporti umani difficili. La vicenda è tutta comasca, ambientata sul lago, a partire da un evento dirompente che avviene sulla Regina. Una narrazione piacevole. “Quella notte sul lago di Como” Marco Gatti - Collana Giallo Dominioni, 160 pag., 13 euro

CONDANNATI AL VOLONTARIATO Si intitola “Condannati al volontariato” e sembra che i due termini siano in contraddizione tra loro, in realtà non è così perché il contenuto del testo è proprio dedicato a chi è stato condannato a scontare pene che non sono quelle in carcere, ma quelle che lo pongono a fianco di chi ha bisogno di assistenza, oppure lo destinano a occupazioni che vadano a beneficio della collettività. La trattazione è resa interessante anche dalle testimonianze delle persone che hanno scontato queste pene e delle associazioni che le hanno seguite. “Condannati al volontariato - Esperienze e dati in ambito penale nella provincia di Como” a cura di Alessandra Bellandi, Maria Grazia Gispi, Luca Morici, Martino Villani Edizioni NodoLibri, 160 pag., 15 euro

112 | Mag Luglio 2014 | Scaffale


di Carla Colmegna / c.colmegna@laprovincia.it

Villa Balbianello il gioiello del lago Una nuova pubblicazione in grande formato, in lingua italiana e inglese, in collaborazione con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) che illustra per la prima volta la più bella Villa del Lago di Como, la sua storia, le opere d’arte al suo interno tra le quali la vasta collezione di 250 stampe risalenti alla fine del Settecento e alla prima metà dell’Ottocento, il grande Museo allestito personalmente dall’esploratore e ultimo proprietario Guido Monzino nel quale sono esposti oggetti raccolti durante le sue spedizioni nei diversi continenti. Un capitolo a parte merita il giardino

creato per volere del cardinal Durini a corredo del magnifico complesso architettonico edificato sul Dosso di Lavedo, che con il particolare microclima del promontorio ha permesso la convivenza di specie botaniche differenti all’interno di un solo ambiente, creando immagini spettacolari che rendono indimenticabile questo “Paradiso sull’acqua”. Il capitolo “Lago di Como” comprende 55 tavole dei punti più caratteristici del lago, da Como a Colico a Lecco, per ricordare al visitatore quanto di importante a livello storico e paesaggistico offre il Lario.

IL BACIO DELL’ASSUNTA Può una statua sacra, della Madonna, scomparire così senza un apparente perché in un paesino del lago di Como? No, assolutamente no e a dirlo è lo scrittore comasco Giovanni Cocco che nel suo romanzo cuce una trama fitta e piena di colpi di scena recitati da personaggi ben costruiti e tutti con un posto preciso e ritmato nella narrazione. C’è tutto il mondo comasco del lago, delle microstorie di microcosmi, ma anche l’eco di personaggi molto famosi della letteratura e della musica di ogni tempo, vip che hanno scelto il Lario come fertile terreno di ispirazione. La storia è ambientata negli anni Ottanta, ma l’eco è anche quella di una realtà più lontana e di una più vicina, c’è l’oggi e il domani ma ben piantati nella storia che è passata. E tutta la narrazione viene condita da Cocco con una giusta dose di sentimento.

“Villa del Balbianello” Lago di Como Attilio Sampietro Attilio Sampietro Editore, 24.8 x 34 cm., 244 pag. tutte a colori, 88 euro.

100 ADDA DA SCOPRIRE DA LECCO AL PO Difficile scegliere tra il troppo, di storia, di ambienti naturalistici da scoprire, di personaggi e geografie da esplorare che offre l’Adda e il suo territorio. Alessio Rimoldi si stupisce quando si accinge a scrivere il libro, che in realtà è una guida ricchissima, che parla del territorio che si snoda attorno all’Adda. L’autore si stupisce perché temeva di avere troppo poco da scrivere e invece si trova con tantissimo in cui scegliere diventa difficilissimo. Il libro è organizzato a schede, cento schede, interessanti e ricche di nozioni storico-geografiche. Un manuale al quale fare riferimento per scoprire, chilometro dopo chilometro, le bellezze del territorio attorno al fiume. “100 Adda da scoprire da Lecco al Po” Alessio Rimordi Alessandro Dominioni Editore, 16,50 euro

“Il bacio dell’Assunta” Giovanni Cocco - Feltrinelli, 256 pag., 17 euro

Scaffale | Mag Luglio 2014 | 113


di Bernardino Marinoni

“Un lario da record” e tre storie sullo stesso lago Nel docufilm di Donatella Cervi, l’impresa di Danilo Bernasconi, i racconti di Giuseppe Guin e le canzoni di Simone Tomassini Forse è la privata passione per la pratica sportiva, ma la parola “record” deve piacere a Donatella Cervi, regista, e al video operatore subacqueo Lorenzo Venturini - della casa produttrice comasca Mediacreative - se per la seconda volta la pongono in un titolo. Prima “La mia seconda vita da record”, racconto dell’impresa subacquea di un disabile (il documentario è stato premiato, l’anno scorso, al Festival internazionale del cinema sportivo), adesso “Un Lario da record”. Di nuo-

le diversità dell’approccio di ciascuno. Per il campione sub è la dimensione propria e assoluta dell’acqua, il lago, cioè, visto dal suo corpo profondo - le riprese, peraltro, realizzate in full HD, sono massimamente suggestive - e scuro, ben diversamente da come appare nella prospettiva della superficie. Da terra, da riva, ha il suo cantore nello scrittore Giuseppe Guin. Sommesso cantore, conquistato alla distanza da un lago dapprima sconosciuto e infine amato svisceratamente cogliendone

nilo Bernasconi rappresenta l’approccio tecnico, allenamenti e preparazione psicologica, oltre a immersione e vittoriosa riemersione - ma incastonandoli nello spettacolo paesaggistico che ne è teatro. Dunque un atleta (ma se è per quello nel docufilm compaiono anche il primatista mondiale di apnea Gianluca Genoni, nonché il campione olimpionico Antonio Rossi: i record quasi si sprecano), un narratore che distilla microstoria locale e leggenda, una voce per la colonna musicale d’autore: tutti condividono il Lario che la regista Donatella Cervi conosce appassionatamente e di cui Lorenzo Venturini, addetto alle riprese sub, può dirsi un esploratore. “Un Lario da record”, quindi, documenta un’impresa sportiva di livello assoluto, ma

vo un docufilm, il cui fulcro è un’altra impresa sportiva, il primato di immersione, 50 ore e 7 minuti, registrato nel settembre scorso da Danilo Bernasconi nelle acque del lago di Como. Acque profonde, si sa, senza confronti in Europa,che straripano fascino. Battervi un record (che era detenuto dagli americani) significa aggiungere al Lario - non meno che a chi ne è stato artefice - un titolo ulteriore. E infatti “Un Lario da record”, che naturalmente ripercorre il compimento dell’impresa di Bernasconi, appare una rappresentazione polimorfa del contesto in cui il docufilm s’ambienta. L’intreccio di tre storie, o, meglio, l’incontro con tre personaggi che si spartiscono acque e panorama lariano da punti di vista diversi, ma convergenti pur nella radica-

il naturale mistero attraverso storie e leggende che vi si sono depositate. Dal cielo, complice l’Aeroclub di Como che così aggiunge un titolo, alla lettera, al proprio materiale audiovisivo, avvalendosi del cantautore comasco Simone Tomassini, che accompagna i voli sul lago. Una scoperta continua e infinita nello scrigno lariano, dunque, via acqua, terra, cielo. S’intende che “Un Lario da record” punta debitamente sui valori dello sport - dell’impresa di Da-

individua anche anfratti e recessi del lago tra i meno noti esaltandone l’intatto incanto, così come rispecchia piccoli paesi e grandi monumenti storici che dalle sponde rubano alle acque, nota costante, beninteso, del docufilm, una magica attrazione. Interpreti che sono personaggi, insomma, su una scena quanto mai cinematografica per un prodotto che vanta il riconoscimento della Lombardia film commission, a maggior gloria del territorio lariano.

114 | Mag Luglio 2014 | Grande schermo


di Bernardino Marinoni

Il mio nome è Angelo Novi

Successi e segreti del fotografo di scena comasco al fianco di Bernardo Bertolucci e Sergio Leone Angelo Novi (1930-1997), comasco, tra i fotografi di scena del cinema italiano si conferma alla distanza forse il più autorevole in un mestiere, la parola gli sarebbe piaciuta, che fa da controcanto a quello del regista. Il fotografo di scena infatti il regista lo inquadra, all’occasione, nel piccolo universo del set. Gli occhi del fotografo sono puntati sulla scena che si sta girando: lui deve coglierne in sintesi il senso, come hanno riconosciuto preclari cineasti. Un collaboratore appartato e silenzioso, prezioso come l’amico che talvolta il fotografo di scena diventa. Angelo Novi lo è stato di Bernardo Bertolucci, ma il sodalizio stretto con Sergio Leone ne ha fatto il fotografo per eccellenza dei western all’italiana, e l’incontro con Pier Paolo Pasolini ha lasciato, tra altre, le scabre foto, di inedita espressività, del “Vangelo secondo Matteo”. L’avventura di un fotografo, per Novi è proprio il caso di dirlo, era cominciata nella natia Lanzo d’Intelvi, dove ha voluto essere sepolto. Nella casa avita,

il padre, ingegnere, fu sindaco di Lanzo d’Intelvi, Angelo Novi, studente di architettura dopo aver frequentato il liceo a Brera, ma già distratto da un’innata passione per la fotografia, aveva installato un piccolo laboratorio. Era la premessa di un’attività professionale, quella del fotoreporter, poi abbracciata come scelta esistenziale. Nel 1956 è in Ungheria, nel 1965 in Vietnam, in pugno la Leica 35 mm, la stessa dei grandi inviati della celeberrima agenzia Magnum. Lo spostamento di Angelo Novi verso il cinema è lento, ma progressivo, e diventa assoluto quando si mette in proprio per lavorare sul set di “Il buono, il brutto, il cattivo”. Il sodalizio con Sergio Leone (poi sarebbero venuti “C’era una volta il West”, “Giù la testa”, “C’era una volta in America”) sarà secondo solo a quello con Bernardo Bertolucci, ma i suoi rapporti furono stretti e duraturi anche con Pier Paolo Pasolini e le collaborazioni, da Alberto Lattuada a Luigi Comencini, da Maurizio Nichet-

ti a Carlo Verdone, molteplici. Sui set del western all’italiana Angelo Novi non avrebbe esitato a provarsi davanti alla macchina da presa, anche più che come comparsa nel film di Sergio Leone, poi, occasionalmente o forse no a giudicare da un’immagine della “Collina degli stivali” (di Giuseppe Colizzi, 1969) in cui lo si vede, cavalletto in spalla, atteggiato a fotografo del vecchio West, un’ironica fierezza nello sguardo. Dall’archivio di Angelo Novi, sono già stati estratti cataloghi che attestano il magistero del fotografo di scena comasco ed emergono con regolarità fotografie inedite. Immagini imprescindibili per le mostre dedicate a Sergio Leone, da Torino, prossimamente, a Roma, dove gli scatti di Novi raccontano il regista senza né enfasi né sensazionalismo. Evidenti nelle foto esposte a Como, dove Carlo Pozzoni ha voluto organizzare una mostra. S’intitola, con accorta parafrasi, “Il mio nome è Angelo Novi”, lui forse avrebbe aggiunto “di Lanzo d’Intelvi”.

COSÌ EMERGE FEDERICO ANGI Il ragazzo si chiama Federico Angi, va ancora a scuola e vive nella Bassa comasca che perfino alla lettera è un po’ la scena della sua formazione tra teatro e cinema. L’ascendenza artistica, in famiglia, ha generato “29200 Puthod, l’altra verità della realtà”, il film con cui Federico Angi ha tributato un originale omaggio agli ottant’anni della nonna, la pittrice e scenografa Dolores Puthod. Il lungometraggio, che ha corredato la mostra dell’artista, allestita a Como, è stato in parte girato su un palcoscenico, a Cirimido, dove Federico Angi aveva avuto l’iniziazione filodrammatica. Perciò il film è anche un riconoscimento rivolto a una minima infrastruttura su cui è germinata la vocazione del nemmeno ventenne regista: ha cominciato a girare film a 12 anni, è stato selezionato nel 2011 e nel 2012 al Film festival under 18 di Torino, la prima volta con “Ti regalerò una rosa” ispirato alla canzone di Simone Cristicchi che ha “adottato” il video, la seconda con “Solitudine, sui passi di ‘Schindler list’”, rivisitazione del tema della Shoa, l’anno scorso è stato in concorso al Giffon film festival con il cortometraggio “Amlinio l’alluminio”. L’esperienza di numerosi corti e la sperimentazione con alcuni lungometraggi sono confluite in “29200 Puthod, l’altra verità della realtà”, dove il montaggio di testimonianze e interviste (da Carla Fracci, per dire, a Liliana Cosi) si alterna a spezzoni “Italian Cricket Club” privati e scorci di vita sia intima sia pubblica di Dolores Puthod, con il respiro culturale internazionale che la pittrice ha insufflato nel lavoro di regia di Federico Angi. Giacomo Fasola, Francesco Moscatelli, Ilario Lombardo ADD editore 190 pag., 14 euro

Grande schermo | Mag Luglio 2014 | 115



di Marinella Meroni

Le lucciole Fascino dell’estate Le credenze popolari natalizie hanno come interpreti alcuni animali:si racconta che una lucciola seguì i pastori fino alla stalla. Era così piccola che nessuno la vide. Solo Gesù si accorse di lei, la sfiorò con un dito e la fece diventare luminosa, per guidare i viaggiatori nelle notti d’estate. Le lucciole sono piccoli insetti che illuminano le notti affascinando grandi e piccini. Se ne contano circa 2.000 specie, sono coleotteri che appartengono alla famiglia delle Lampyridae. Il maschio e la femmina sono molto diversi tra loro (dimorfismo sessuale), il primo è dotato di ali forti e spesse che gli permettono di volare, mentre la femmina con ali piccole e deboli non può volare, rimanendo sull’erba o cespugli. L’emissione della loro luce rappresenta quello che per noi è il linguaggio verbale, una forma di comunicazione. Durante il corteggiamento e l’accoppiamento, che avviene a giugno e luglio tra le 10 e le 12 di sera, sia il maschio che la femmina adulti emettono una luce intermittente, sinonimo di richiamo amoroso. Nelle notti estive è possibile ammirare il luccichio dei maschi che volano nei prati alla ricerca delle compagne, che invece brillano restando sui fili di erba o tra i rami, aspettando con la loro pancina illuminata i corteggiatori per qualche ora, se non arrivano si ritirano nel loro nascondiglio, riprovandoci le notti seguenti. Questo rito si ripetere finché si accoppiano, il maschio muore subito dopo, come tanti altri insetti, mentre alle femmine viene dato il tempo, circa 2/3 giorni, per deporre 70/100 uova nel terreno, che si schiuderanno in autunno. Le larve per 2 anni avranno solo l’obbiettivo di nutrirsi e crescere, cacciando vermi e lumache, non vedono ma sono in grado di seguire la scia lasciata dalle loro prede, a cui iniettano un fluido paralizzante. Raggiunta la maturità sessuale (2 anni) le lucciole sono pronte all’ accoppiamento e alle poche settimane di vita restanti. A differenza degli adulti che emanano luce intermittente, le larve brillano di luce fissa, secondo gli scienziati è un meccanismo di difesa, un segnale che metterebbe in guardia i possibili predatori dal suo sgradevole sapore. Il prodigio della loro luminescenza è stato studiato da celebri naturalisti e scienziati come Darwin e Pasteur, ma solo da poco si scoperto il motivo del fenomeno, chiamato bioluminescenza, un sofisticato processo chimico. Le lucciole sono dotate di appositi organi sotto l’addome che assimilano ossigeno e, all’interno di speciali cellule, lo uniscono con una sostanza chiamata luciferina che produce luce fredda, senza calore e che disperse solo il 10% di energia prodotta, a differenza delle nostre lampadine che ne disperdono il 90%. Inoltre la loro luce lampeggia secondo modalità diverse per ogni specie. Sono animali a rischio di estinzione, anche in Italia, l’allarme arriva dai centri di ricerca internazionali, che assistono impotenti alla scomparsa di questi insetti romantici, le cause principali sono: l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’uso indiscriminato dei lumachicidi e concimi chimici nelle zone agricole e l’illuminazione a giorno delle aree industrializzate; per accoppiarsi e riprodursi hanno bisogno del buio. La loro presenza è considerata un ottimo indicatore di qualità ambientale. Queste piccole e meravigliose “fatine luminose” si stanno estinguendo per colpa dell’uomo. È triste, facciamo in modo che questi straordinari animaletti possano illuminare le nostri notti come piccole stelle rare capaci di farci ancora sognare!

Titolo articolo | Mag Luglio 2014 | 117



di Rocco Lettieri

IL BETTOLINO VISTA LAGO Il tipico ristorante di Brunate che predilige i prodotti a Km zero In un ambiente raccolto,con una splendida vista del lago di Como e delle montagne che lo circondano, Vi offriamo sia una cucina tipica del territorio che innovativa,ricca di paste fresche,risotti, carni alla griglia ed in umido, cacciagione, funghi porcini, pesci di lago, formaggi freschi, stagionati e di capra, salumi tipici e dolci casalinghi. Siamo Rosarita e Carlo Sala. Dai lontani anni 80 ci occupiamo di ristorazione, con professionalità e cortesia; Carlo a gestire la sala con uno staff attento ai desideri della clientela, Rosarita in cucina a preparare deliziosi piatti con ingredienti selezionati per la gioia dei nostri ospiti. Rachele, la nipotina che cresce con noi, è la mascotte del Bettolino. Da sempre siamo guidati da un’unica regola: proponiamo i piatti che piacciono a noi e con profondo rispetto delle materie prime, siano esse di provenienza animale o vegetale, dando la preferenza ai prodotti a Km. zero, biologici o certificati. Queste convinzioni ci hanno portato a fare una cucina che coincidesse con il nostro gusto; forse incontreranno anche il vostro... come da sempre la nostra affezionata clientela ci conferma. Possibilità di menù personalizzati e

per gruppi, comitive e cerimonie, con attenzione particolare alle vostre intolleranze alimentari. Il bettolino si trova vicino alla Chiesetta di S. Rita (il più piccolo Santuario d’ Europa), nel bosco a picco sul lago. Ristorante “IL BETTOLINO” Via alle Colme, 27 - Brunate info@ilbettolinobrunate.it tel. 031220427

I consigli dello chef | Mag Luglio 2014 | 119


di Pietro Cantone

“Aiuto dottore… mio figlio è allergico al gatto! Sintomi e rimedi per combattere le allergie agli animali domestici Praticamente qualsiasi animale col pelo può provocare una reazione allergica. Gli animali che stanno più a contatto con l’uomo sono anche quelli più spesso responsabili di allergia ed i gatti sono molto più allergizzanti dei cani . L’essere allergico a un animale non implica automaticamente l’esserlo per tutti gli altri tuttavia chi già presenta un’allergia ha un rischio maggiore di svilupparne un’altra. Chi è allergico al gatto è in genere allergico a tutte le relative razze (europeo, siamese, angora ecc.) ed ad altri felini (tigri, leoni ecc. ) Il pelo, la saliva e la forfora del gatto sono fortemente allergizzanti. Il pelo di gatto è il più potente allergene respiratorio così come l’uovo lo è fra gli alimenti. Perciò i sintomi possono essere intensi ed è possibile l’insorgenza di crisi asmatiche immediate nei soggetti sensibilizzati non appena questi entrino in un ambiente ove sia presente un gatto ed essendo l’ allergene molto volatile tale allergia spesso si associa a oculo-rinite. Tale allergia spesso non scatena una crisi asmatica acuta ma può determinare uno stato di infiammazione persistente dei bronchi che poi, per effetto di vari e anche diversi fattori scatenanti (virus, sforzo fisico etc.), può essere responsabile di episodi acuti di asma. I sintomi si presentano solitamente quando vi è un contatto diretto con l’animale, ma possono manifestarsi anche se si soggiorna in luoghi dove l’animale vive. Può manifestare

120 ||Mag MagLuglio Luglio 2014 ||IlTitolo bello della articolo salute

sintomi anche il bambino che non ha il gatto in casa ma che viene a contatto con compagni di scuola che lo posseggono e che trasportano i derivati epidermici sui vestiti e sui maglioni. I sintomi si manifestano generalmente dopo settimane o mesi dall’inizio dell’esposizione al contatto con l’animale (più frequenti e intensi sono i contatti più veloce è il comparire dell’allergia). Dopo l’allontanamento dell’animale responsabile i sintomi possono persistere ancora per mesi. Cosa bisogna fare in presenza di sintomi clinici significativi : • Se il gatto vive in casa va assolutamente allontanato e va fatta una pulizia a fondo della casa eliminando dall’ambiente tutto quello che può trattenere il pelo dell’animale (tappeti, moquette ecc.). Se ciò non e ‘ possibile e i sintomi sono modesti il gatto va lavato ogni settimana in abbondante acqua (almeno trenta litri) con particolare attenzione alle regioni delle orecchie. • Usare frequentemente l’aspirapolvere. Utilizzare un filtro d’aria di comprovata efficacia (HEPA). Utile l’impiego di un depuratore d’aria sia in sala da pranzo che in camera da letto. • Se l’animale non vive in casa, state attenti a non far frequentare al bambino case che ospitano quel tipo di animale. Ricordate che i possessori di animali domestici sono molto numerosi (in Italia il 30-40% delle famiglie possiede un cane e/o un gatto!).

• Attenti ai compagni di scuola che posseggono gatti. I bambini sani possessori di un gatto, se vanno a scuola con un bambino allergico al gatto, debbono indossare a scuola maglioni diversi da quelli che portano a casa. I maglioni dei compagni di scuola devono essere perfettamente lavati. Nei lavaggi a secco gli abiti si possono contaminare per contatto con gli abiti dei possessori di gatti. • Le manovre di profilassi ambientale per gli acari vanno attuate anche in caso d’allergia ai derivati epidermici di gatto; nel materasso, infatti, l’allergene del gatto può persistere per 10 anni. Tali misure sono valide solo, però, se in casa non c’è nessun gatto. • La pulitura con Allerpet, che denaturerebbe le proteine dell’epitelio di gatto, non avrebbe effetti del tutto sicuri, almeno stando a studi effettuati. • Misure analoghe nei confronti dei cani vanno prese in caso di allergia a quest’animale. • Tenere presente che anche gli animali a pelo corto e quelli che non perdono pelo provocano l’allergia giacché le sostanze allergizzanti non sono soltanto sul pelo ma anche nella forfora o nella saliva.



di Tiziano Testori

S.O.S. denti: che cosa fare in caso di trauma dentale

Una caduta, un incidente, una gomitata: sono molteplici le possibili cause di trauma dentale che possono portare alla frattura, alla mobilità, allo spostamento o all’avulsione completa del dente. Saper cosa fare in questi casi è fondamentale: un intervento tempestivo, anche nei casi più gravi, può a volte portare ad un pieno recupero. Parleremo in questa rubrica degli interventi da mettere in atto in caso di traumi a carico dei denti permanenti. Un impatto su un dente può provocare livelli diversi di danni: • Mobilità del dente • Spostamento del dente dalla sua posizione originaria • Frattura della corona del dente • Frattura della radice del dente • Avulsione del dente intero. Dopo un trauma dentale è in ogni caso opportuno sottoporsi ad una visita odontoiatrica di controllo per una corretta diagnosi, anche nel caso in cui apparentemente non siano stati riportati danni, perché l’esame clinico ed eventualmente radiografico possono

122 | Mag Luglio 2014 | Il bello della salute

evidenziare problematiche non immediatamente evidenti. Fondamentale è poi il primo intervento che deve essere messo in atto dal Paziente stesso o da chi lo assiste nel caso di fratture o di avulsione dell’elemento dentale. Se il dente è fratturato bisogna cercare di recuperare il frammento, che l’odontoiatra può molto spesso re-incollare ripristinando l’integrità dell’elemento. Quando possibile, il frammento deve essere mantenuto idratato in soluzione fisiologica. Se il dente è stato espulso intero a causa del trauma (avulsione traumatica) deve essere sciacquato delicatamente per circa 10 secondi in acqua

e reinserito nella sua sede, mantenendolo in posizione fino all’intervento dell’odontoiatra. Qualora non si riesca ad effettuare questa manovra, il dente deve essere conservato completamente immerso nel latte o nella saliva fino all’intervento di reimpianto da parte dello specialista. Quanto più precocemente avviene il reimpianto, tanto migliore è la prognosi per il mantenimento del dente. Il reimpianto non è raccomandato nel caso di denti decidui (denti da latte). Tutti i denti che hanno subito traumi dovranno essere monitorati nel tempo, dal momento che le complicanze possono insorgere anche a lunga distanza dall’impatto traumatico. Per prevenire i traumi dentali si raccomandano l’uso di paradenti e caschi quando si praticano sport o attività ad alto rischio, oltre alla generale prudenza quando esiste un rischio di impatto dentale.

Dott. Francesca Bianchi

Laureata in Odontoiatria e Protesi

Prof. Tiziano Testori Dentaria, Docente al Corso di Alta Formazione in Implantologia www.tizianotestori.eu Tiziano Testori, Docente al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Università degli Studi di Milano

Orale, IRCSS Istituto Ortopedico Galeazzi - Università degli Studi di Milano


di Eugenio Gandolfi

Academia Day Clinic Platinum e Extra Quando competenza ed esperienza si incontrano, nasce uno straordinario progetto di “medicina del benessere”

Noi di Academia Day Clinic crediamo in una visione complessiva della medicina estetica il cui obiettivo è quello di consentire ad ognuno di recuperare e proteggere la propria bellezza in modo discreto, naturale e minimamente invasivo impiegando le tecniche più moderne e mettendo in campo le competenze più sofisticate. Perché in Academia Day Clinic abbiamo fatto nostra la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la quale ha chiesto a noi medici di finalizzare il nostro intervento al raggiungimento e al mantenimento della salute intesa quale “espressione di una condizione di benessere psicologico e fisico e non come assenza di malattia”. Chi si rivolge oggi alla Medicina e alla Chirurgia Estetica ricerca, infatti, oltre alla correzione di un inestetismo dichiarato, una prescrizione utile per migliorare la qualità della vita relativa alla propria età e per mantenere negli anni una condizione fisica e mentale ottimale.

Per questo operiamo quotidianamente con premura e competenza, puntando costantemente su di un’informazione chiara, corretta e trasparente, valutando con attenzione ogni aspettativa per individuare gli interventi e i trattamenti più indicati a prova della nostra convinzione del diritto di ognuno ad essere informato, seguito e protetto. Per accelerare i risultati e contemporaneamente mantenerli costanti nel tempo, forti di un’esperienza decennale e supportati da migliaia di casi di successo, abbiamo definito una serie di trattamenti di comprovata efficacia che abbiamo chiamato ADC EXTRA SERVICES. Ma non basta, sotto il nome di ADC PLATINUM SERVICES, abbiamo voluto affiancare ai servizi e alle prestazioni medicali anche una serie di opportunità opzionali che rappresentano delle vere e proprie “coccole”. Visitate il nostro sito www.academiadayclinic.ch, cliccate “La clinica” e scoprirete una struttura dotata di supporti tecnici d’avanguardia ma anche il luogo ideale dove specialisti altamente qualificati lavorano quotidianamente al meglio per offrire prestazioni for-

Dott. Eugenio Gandolfi

specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

temente orientate all’innovazione e al vostro personale e incontestabile benessere. Come potrete evincere navigando i servizi Platinum ed Extra siamo fortemente convinti del dovere, da parte dei noi medici e di tutto lo staff, di fornire in ogni momento il massimo del servizio, della disponibilità e della professionalità. Dedicatevi alla vostra bellezza! Academia Day Clinic a Chiasso è un progetto che tutti noi vi offriamo come atto di cura e dedizione alla vera bellezza, quella che ognuno può e anzi deve aspirare a raggiungere.

Academia Day Clinic

Il luogo in cui la scienza protegge, cura e ricrea la vostra bellezza, con e senza bisturi e con risultati sempre naturali è a Chiasso, nel Quartiere Arcadia, in via Livio 20, tel: +41(0)91 682 62 62. Numero riservato alla clientela italiana, tel: 031 30 30 03. E da oggi, con il nuovo sito, anche su Internet all’indirizzo www.academiadayclinic.ch Il bello della salute | Mag Luglio 2014 | 123



di Franco Brenna

Vacanze prenotate? Sacre Zanne a posto? Piccoli consigli per partire tranquilli Mare? Montagna? Lago? Viaggio in Mongolia? Mi raccomando, partite e andate dove volete ma non sottovalutate la Salute Orale e alcuni piccoli consigli che, volentieri, vado ad enumerarvi per la Vostra e nostra – dei Dentisti di fiducia- tranquillità. Il mese di Luglio è scadenziato apposta per: 1) Un controllo dal vostro Odontoiatra per una visita atta a fugare ogni possibile imprevisto. Bastano due piccole radiografie, noi le chiamiamo Bite-Wing, che inquadrano nel loro dettaglio fino ad otto elementi dentali in un’unica immagine, attraverso le quali si possono evidenziare eventuali carie primarie o secondarie (quelle che si formano dove c’è già stata una cura) e valutare se ci sono segni preliminari di infiammazione ossea ( segnali di malattia parodontale ) o peri implanto -protesici. 2) Una visita con il/la vostra Igienista Professionale, che può essere anche il medesimo Dentista. Una bocca fresca, pulita e, perché no, “sbiancata” potrebbe essere più ammiccante e simpatica rispetto ad una piena di macchie da fumo o, peggio, tartaro e alito cattivo; aspetti che inesorabilmente minano qualsiasi tentativo di “fidanzamento” sotto i raggi del sole o della luna. 3) Far controllare tutte “le cose” provvisorie che avete in bocca siano ben franche: dagli attacchi degli apparecchi ortodontici dei vostri ragazzi ai ponti provvisori, dalle viti di copertura implantari alle otturazioni così dette provvisorie. 4) Fare verificare che non ci siano gemizi purulenti dalle gengive o lesioni intorno agli apici dei denti che possano sfociare in ascessi acuti proprio mentre azzannate la costina di Ferragosto. An-

che qui, bastano un paio di radiografie ben assestate dove il vostro Dentista sa dove i “talloni di Achille” si nascondono. 5) Assicurarsi, chiedendoli al vostro dentista, una serie di numeri utili riferiti a Colleghi o Associazioni Professionali della nostra categoria ai quali potersi affidare nei luoghi dove vi troverete in vacanza qualora- facendo i dovuti scongiuri- dovesse “scoppiare il dente”. Tenetevi in saccoccia anche quello dello stesso vostro specialista. E voi, come dovrete comportarvi, lontani dallo specchietto e pinzetta di fiducia? Semplicissimo e seguite i suggerimenti: 1) Spazzolino (nuovo e non con le setole dure), filo interdentale, scovolini da impiegarsi il primo due volte al giorno, il secondo una e gli ultimi spesso e almeno due volte al giorno se avete ponti o impianti in bocca. 2) Un collutorio, spray o liquido, possibilmente Fluorato che piaccia a voi e al vostro compagno/a. Aiuta…

3) Sempre nella borsetta da bagno una confezione di Antibiotici a largo spettro, ( per es Amoxilcillina), una confezione di Anti infiammatori/Antidolorofici, un gel o uno spray a base di Clorexdina da impiegarsi in quei siti dove si nascondono “i talloni d’ Achille”. Il tutto per sedare sul nascere, previa telefonata al dentista che sicuramente sarà spaparanzato al sole, un eventuale ascesso acuto corredato da gonfiore, dolore e magari rialzo termico. Amici, vi auguro davvero un sereno periodo di riposo sicuro che, anche chi starà a casa, potrà seguire un consiglio del Pupi Brenna, mio padre: “ Sèm nasù in tel post pù se bel del mund: ma lè pussibil che ghem semper de na n’gir quand ghem amò de vedè na mòta de roba béla di noost part?’” La fotografia che via allego, a testimonianza dell’enunciato del Pupi, è del Prof .Giulio Casati ed è stata scattata da casa sua in una sera di maggio. Detto tutto.

Il bello della salute||Mag MagLuglio Luglio 2014 | 125 Titolo articolo


di Alessandra Uboldi ARIETE 21 marzo - 20 aprile Si riaccende il rapporto con il partner che guarderete con interesse e desiderio ricostruendo ciò che ultimamente si era deteriorato ed entrerete in un clima di vero feeling. Anche Mercurio in sestile favorisce brillantezza di vedute e trovate geniali nel lavoro mentre Giove assicurerà buoni introiti e aumento dei profitti approfittando anche della collaborazione di colleghi del segno del Cancro e del Capricorno ma attenzione a Bilancia e Pesci. Certamente la vitalità è penalizzata dall’opposizione di Marte che diminuisce le vostre attività sportive non riducendovi però a pigroni senza iniziative per cui approfitterete per organizzare viaggi e gite non escludendo belle tavolate con amici.

LEONE 23 LUGLIO - 23 AGOSTO È un mese da leoni con presupposti di una brillantezza quasi unica. Sul piano di relazione diciamo che finalmente tutti gli incidenti che hanno costellato i vostri precedenti periodi verranno riscattati da questi amici pianeti che vi renderanno il mal tolto e forse qualche gratificazione in più. Marte e Urano in sintonia saranno bulldozer contro ogni ostacolo e con grinta e astuzia il gioco sarà vostro. Contate su Vergine e Sagittario che vi sono amici mentre Acquario e Bilancia devono essere considerati poco disponibili. Ritmi intensi che tutti i pianeti regalano a piene mani con energie a iosa, euforia, disponibilità, buonumore, capacità sociale abbinati a una forma fisica invidiabile.

TORO 21 APRILE - 20 MAGGIO Venere e Mercurio cercano di convincervi che tutto va bene anche se i vostri dubbi sono forti e forse hanno lontane radici. Per vostra fortuna non incidono negativamente sul lavoro dove, nonostante le vostre esigenze non siano poche, avrete una strada lastricata d’oro e risolverete i problemi che vi si presenteranno con ottimi risultati. Vi aiuteranno Gemelli e Vergine ma Cancro e Acquario non collaboreranno. Luglio non sarà un mese particolarmente vitale con il solo stimolo di un buon Mercurio ma dal 27/7 anche Marte si aggiungerà in opposizione a Saturno e ciò suggerisce di non forzare le energie che non sono in eccesso.

VERGINE 24 AGOSTO - 22 SETTEMBRE Per ora molte controversie e contrasti col partner che saggiamente sopporta conoscendovi ma che non dovete irritare oltre la misura. Utile sarebbe programmare le ferie la prima metà di luglio. Dopo il 14 tutto si appiana ma vi mancherà Giove per cui la vostra attenzione sarà verso le finanze egli investimenti che potrebbero essere problematici, Con Toro e Leone la vita sarà facile mentre incomprensioni potrete trovare con Capricorno e Gemelli. Poche le energie a disposizione ma è soprattutto la stanchezza psicologica che dovrete curare evitando sforzi eccessivi così come l’impigrire sotto l’ombrellone e dopo la metà mese riprenderete l’interesse per lo sport, lo joggins, le camminate nelle vie della città.

GEMELLI 21 MAGGIO - 21 GIUGNO Sarete trascinati in paesi di piacere e serenità. Nessun impedimento: no in campo sentimentale, no nei rapporti interpersonali, no nel lavoro né in famiglia.Sul lavoro avete tre alleati come Giove, Mercurio, Urano che fanno la strada lastricata d’oro e donano risultati di conseguenza. Lo staff che vi circonda collabora con voi specialmente Toro e Acquario ma evitate Vergine e Sagittario che sono più ostici. Mese ricco di contatti e impegni sia sportivi sia sociali con stimoli intellettivi e forze fisiche grazie a Marte ma dovrete fare attenzione a qualche lieve disturbo alle articolazioni per colpa di Saturno. CANCRO 22 GIUGNO - 22 LUGLIO In campo lavorativo dovete cercare di essere meno volubili e lunatici e ciò sarà fino a metà mese quando Mercurio donerà arguzia, lucidità e sprint rimediando al deficit pregresso e riconquistando autorevolezza e amicizie. Nei momenti di panico chiedete la collaborazione di Ariete e Bilancia ma con Toro e Scorpione le frizioni non mancheranno. Partite all’inizio mese sottotono ma la situazione poi migliora spingendoti ad attività che da tanto avevate abbandonato e riunendo amici in serate piacevoli e divertenti.

126 | Mag Luglio 2014 | Oroscopo

BILANCIA 23 SETTEMBRE - 22 OTTOBRE Vi potrebbero essere ancora strascichi di litigi e incomprensioni passeggere ma il peggio è passato. Curate parecchio il rapporto lavorativo perché Urano dissonante con Mercurio renderanno accidentato il cammino. Affronterete i rischi con determinazione ma controllatevi perché rischiate l’imprudenza. Individuate obiettivi comuni mai raggiunti prima e fidatevi di colleghi e collaboratori che ben conoscete. Energici e brillanti, esteticamente piacevoli e in forma perfetta fisicamente, pronti ad affrontare un esame spiaggia con le carte in regola. SCORPIONE 23 OTTOBRE - 22 NOVEMBRE Uno dei mesi più godibili dell’anno che scaccerà i dubbi e le incertezze invogliandovi a lasciarvi andare e ad essere più ottimisti. Evitate troppe analisi e non perdete di vista le possibilità che vi si presenteranno sia come proposte di lavoro sia come investimenti redditizi. Non mancherà la collaborazione di Capricorno e Pesci mentre con Cancro e Sagittario i rapporti saranno più discontinui. Lo sport non vi solletica fino al 27 quando Marte entrerà nel segno ma prima vi occuperete del vostro aspetto fisico, di diete, di abbigliamento e vi appagherà un periodo di cure in un ambiente rilassante.

SAGITTARIO 23 NOVEMBRE - 21 DICEMBRE Avrete una nuova disponibilità verso il partner che apprezzerete e vedrete con occhi diversi. Dissonanze sul lavoro fino al 13 con molta confusione, difficoltà nella soluzione dei problemi, piccoli impedimenti poi tutto migliorerà anche con una buona dose di fortuna mentre crescerà in voi il desiderio di migliorare le competenze e apprendere nuove conoscenze utili. Con Leone e Pesci buoni rapporti ma Gemelli e Scorpione metteranno i puntini sulle i. Buona la salute e l’energia ma all’inizio mese potreste essere molto nervosi e soffrire di insonnia. Non prendetevela con chi vi muove delle critiche ma cercate di riappacificarvi con tutti. CAPRICORNO 22 DICEMBRE - 20 GENNAIO Professionalmente il cammino sarà più leggero con ripercussioni positive sulle finanze e sull’organizzazione burocratica e legale. I tempi sono maturi ma bisogna avere ancora un po’ di pazienza e alla fine dell’estate i mutamenti si vedranno. Anche le forze seguono l’andazzo generale inibendo attività evitando incontri con amici che potrebbero aiutarvi a superare le negatività ma così reagite agli impulsi negativi e tanto vale soprassedere. Cercate comunque di non cadere nell’isolamento completo che non giova a voi e a chi vi sta vicino. ACQUARIO 21 GENNAIO - 19 FEBBRAIO Estate come meglio non si augura con fascino, lucidità, capacità logiche, soluzioni ottimali ad ogni intralcio. Non pensate troppo e godete dell’attimo fuggente. Buona disposizione a captare le problematiche sul lavoro e a risolvere velocemente questioni delicate il tutto fino al 17, mentre poi sarà meglio ponderare con più misura le mosse migliori controllando le spese ed evitando passi falsi con questioni di legge o di finanza. Partenza con sprint e così via per metà mese dove potrete anche arrischiare attività sportive all’eccesso come l’arrampicata sulla roccia o l’immersioni subacquee. PESCI 20 FEBBRAIO - 20 MARZO Spesso le vostre esigenze superano le possibilità di chi vi sta vicino e voi scambiate questo con dubbi sulla realtà dell’amore. Vi saranno dispute tra colleghi dovute a problemi accantonati e mai risolti alle quali darà un contributo positivo l’entrata in trigono di Mercurio che vi donerà lucidità e capacità analitiche. Dotati di resistenza allo stress, evitate però luoghi troppo affollati perché non avete voglia di confrontarvi ed essere a stretto contatto con troppe persone. Se le vostre vacanze saranno la seconda metà del mese potete scegliere luoghi affollati e rumorosi perché Marte vi renderà piacevole la compagnia.




di Federico Roncoroni

I sette peccati capitali (superbia) Il superbo è, etimologicamente, ‘colui che sta sopra agli altri’ o, meglio, ‘crede di stare sopra agli altri’ e come tale si esibisce: guarda tutti dall’alto in basso, con un sussiego che sconfina nel disprezzo ed è talmente infatuato di se stesso che si comporta come se avesse davanti uno specchio in cui ammirarsi. Chi è affetto dal male della superbia è fondamentalmente uno stupido: un poveraccio che non è riuscito ad accettarsi per quello che è e si riduce ad attribuirsi da sé i meriti che non ha. Il brutto è che il superbo finisce per essere davvero quello che crede di essere e diventa pericoloso perché vorrebbe che la sua superiorità fosse riconosciuta da tutti ed è capace di ogni cosa per conseguire il suo scopo. Più che un peccato capitale, oggi, la superbia è da considerarsi un disturbo della personalità. La Chiesa cattolica lo condanna ancora come atto che disconosce «l’uguaglianza di tutti in Uno». In realtà il superbo merita solo uno psicologo o uno psichiatra o, nei casi estremi, due calci in culo.

Il superbo è come un gallo che pensa che il sole sorga per sentirlo cantare. George Eliot La superbia è figlia dell’ignoranza e della stupidità e sorella carnale dell’invidia ed ha quattro figlie: la presunzione, l’avidità, l’arroganza e la prepotenza. Filippo Linati I cimiteri sono pieni di imbecilli che, nella loro infinita superbia, si ritenevano insostituibili. Georges Clemenceau Peggio della superbia c’è solo la simulazione dell’umiltà e della modestia. Sant’Agostino

Il superbo sta sopra gli altri come gli umani escrementi galleggiano sulle superfici delle acque dei mari, dei laghi e dei fiumi. Massimo Tagliaferri La superbia crede che il suo fumo sia più splendente del fuoco altrui. Antony Prince Il superbo ama soltanto se stesso e coloro dai quali si sente ammirato e glorificato. Giordano Bruno La superbia non si cura: si compatisce e si disprezza. Fabrizio Morganti

Ciò che ci rende odiosa e insopportabile la superbia altrui è principalmente il fatto che offende la nostra. Jacques-Bénigne Bossuet

Afosrimi | Mag Luglio 2014 | 129


di Francesco Angelini

Lucini Sceriffo di Nottingham Ma lo ha voluto lui Due errori dietro la decisione del sindaco di aumentare le tasse comunali: l’attacco a Renzi e la scelta di non nominare un assessore alle Finanze

Per carità, il sindaco di Como, Mario Lucini, ha le sue ragioni per aumentare le tasse comunali. Non lo fa certo per il gusto cinico, e molto masochistico, di spennare il suoi concittadini, bensì per la necessità di garantire ai comaschi i servizi pubblici essenziali. Ma dietro la scelta, contestata in maniera pesante dalla stessa maggioranza, si intravedono almeno due pecche. La prima è l’attacco del primo cittadino a Matteo Renzi che non dà ossigeno ai Comuni, preferendo sostenere i cittadini con gli ottanta euro. Anche questa potrebbe essere una spiegazione fondata. Ma dal punto di vista della comunicazione è un autogol degno del mitico Niccolai, il difensore del Cagliari degli anni ’70 entrato nella storia per le spettacolari reti segnate al suo portiere. Perché nell’immaginario collettivo dei comaschi, il presidente del Consiglio resterà comunque il benafattore che ha elargito gli 80 euro, e il sindaco il rapace che li porta via. Anche a coloro che non li hanno ricevuti. L’altro lato debole nella decisione del sindaco risiede nel fatto che Lucini non ha voluto nominare un nuovo assessore alle Finanze, dopo le dimissioni di Giulia Pusterla, e ha mantenuto per sé la delega. Anche qui si tratta di immagine più che di sostanza. Ma l’immagine, oggi, in politica è tutto. E quello che emerge, agli occhi dei comaschi contribuenti ed elettori, è quantomeno che il primo cittadino, nelle vesti di assessore alla partita, non è stato in grado di evitare la stangata sull’Irpef comunale. Un altro al suo posto avrebbe dovuto fare la stessa scelta poiché non vi sono alternative? Forse, ma non è detto. Anzi, magari qualche alternativa è stata proposta anche al sindaco, senza che sia stata presa in considerazione. Certo, il volersi assumere in prima persona responsabilità pesanti e impopolari è lodevole. Ma non vi è le certezza che sia solo per questa ragione che Lucini non ha voluto scegliere un altro assessore. Insomma, il sindaco sembra avere fatto di tutto per cucirsi addosso questo abito da sceriffo di Nottingham. Il problema per i comaschi è che non è alle viste alcun Robin Hood.

130 | Mag Luglio 2014 | Last minute




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