La Pulce nell'Orecchio - febbraio 2011

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C O M U N I C A Z I O N E

do dei Media 3M Benvenuto nel mon unicare e interagire della tua voglia di com Il mondo 2.0 al servizio

Comunicare nel terzo millennio vuol dire disporre di più competenze rispetto a quelle che servivano nel passato: giornali e internet, tv, radio e social networks, siti web e immagini si contendono il primato della comunicaizione ma, soprattutto, dividono le persone in fasce

sempre più diverse le une dalle altre. Per questo è fondamentale avere a disposizione, per ogni settore della comunicazione, le giuste competenze. Vox Comunicazione nasce proprio da questa esigenza ed a questa esigenza cerca di fornire le migliori risposte.

w w w . v o x c o m u n i c a z i o n e . i t

Lumache da compagnia? Sì, ma solo se giganti

Periodico di informazione, cultura e costume

GIORN GRATU ALE ITO Giurna a bafë l la

Febbraio 2011 - Anno X - Numero Undici

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% CB-NO/ ALESSANDRIA n° 11 anno 2011

Nuove imprese e nuove idee: Alessandria ci prova

Valle più che edificata Hanno cosrtuito troppo. E si vede. La nuova variante al PRG, inoltre, prevede altre aree edificabili. Parola ai se cittadini che affermano: “Non rovinate più il nostro paese”

Una nuova Barbellotta

Fenomeno Tarantino

Per incontrare le “donnine” non conviene più spingersi fino a Serravalle. La ex SS 10 ne è invasa e la strada, dopo ti le 22, diventa pericolosa a causa dei clienti e dei distratti

Una delle più famose famiglie del liscio racconta i segreti del mondo delle sale da ballo, tra novità, clienti e un business enorme

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Così ti conquisto in chat

Grazie agli incentivi, son ben ottante le nuove imprese nate in provincia. Le più coraggiose sono le donne A pag. 2-3 3

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Satira

Il morso della Pulce diventa sempre più “cattivo”

Un alessandrino racconta il suo modo di adescare le lesbiche e convincerle a spogliarsi. Politically incorrect!

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Cartomanti:

una veggente e uno scienziato spiegano il fenomeno

Xxxx.

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VAFFANBAGNO

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L’unica rubrica che recensisce i bagni pubblici

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GIOCHI E PASSATEMPI


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ATTUALITA’

80 nuove imprese, molte sono "rosa " Simone Annaratone

Bar, ristoranti e negozi, ma non mancano gli artigiani Non ci siamo ancora lasciati alle spalle i pesanti strascichi della crisi economica. Tuttavia, da qualche tempo, è iniziata ad emergere una vivace voglia di reagire e di superare le difficoltà. Il mondo dell’imprenditoria alessandrina non si è dato per vinto ed è stato anche aiutato da iniziative e contributi messi a disposizione dalla Regione. Il frutto principale di questa campagna di sostegno è la nascita di numerosi “sportelli per la creazione d’impresa”: si tratta di appositi uffici che offrono gratuitamente un servizio di orientamento, consulenza e assistenza all’imprenditoria. Grazie a questi sportelli, chi ha in mente un progetto ma non sa come concretizzarlo, può trovare le informazioni di cui ha bisogno, ottenere delle risposte ai vari interrogativi e consolidare così la sua idea di partenza. Gli aspiranti impresari vengono fin da subito assistiti da un tutor, che ne valuta le attitudini, le competenze, le capacità, le motivazioni e le esperienze pregresse, in modo da ottenere una prima analisi sulla fattibilità del progetto. Il passo successivo è la stesura del “business plan”. A com-

pletamento del percorso, vengono messi a disposizione dell’utente diversi corsi di formazione per analizzare alcune tematiche centrali del mondo imprenditoriale (gestione aziendale, adempimenti amministrativi e fiscali). Una volta terminata questa fase preliminare, la Provincia, attraverso un’apposita Commissione, valuta il “business plan” e, se il progetto soddisfa i vari requisiti di fattibilità, avviene la convalida ufficiale. L’Ente aiuta il neo imprenditore per i primi tre anni, i più duri, con consulenze e servizi mirati. Quanti sono gli alessandrini che hanno deciso di aprire un’attività imprenditoriale con questo aiuto? Dall’aprile 2009 ad oggi, in tutta la nostra Provincia, sono stati compilati 105 “business plan” e 80 nuove imprese hanno fatto la loro comparsa nei settori più svariati. Alessandro Fontana, operatore dello sportello centrale, si è detto soddisfatto: “Attualmente siamo a conoscenza di una sola

impresa che ha cessato l’attività”. Nella maggior parte dei casi, chi ha inaugurato una nuova impresa, si è presentato allo sportello già con le idee chiare: “Cerchiamo di dare una mano soprattutto a coloro che sanno quello che vogliono. Ci sono molti che si presentano qui con le idee confuse e alla fine di loro non si sa poi più nulla”. Ma l’imprenditore mandrogno non è molto originale. La gente, insomma, preferisce muoversi sul sicuro, puntando sui settori più tradizionali e comuni, senza sbilanciarsi troppo verso progetti azzardati. Esempi? Bar e i ristoranti, negozi (abbigliamento, enoteche, informatica, edicole, sport, bigiotteria). Non mancano poi le attività artigiane (fabbri, oreficerie, sarti, elettricisti, parrucchieri, estetisti) che si affiancano ad imprese edili, tabaccherie, agenzie di viaggio, asili nido e designer orafi. Tra gli imprenditori più “coraggiosi” ci sono alcuni che hanno aperto negozi per la rigenerazione di batterie, altri che si occupano di ristrutturare le barche, altri ancora che si sono lanciati nell’avvio di una scuola di lingue. Senza dimenticare i consulenti per le energie rinnovabili, gli organizzatori di eventi e di matrimoni e coloro che hanno dato vita a servizi postali privati. Insomma, agli ales-

sandrini l’inventiva non manca di certo. Sono davvero tante le idee premiate e, per molti progetti, i bilanci sono ampiamente in positivo. “Delle 80 nuove imprese, circa 40 si trovano in Alessandria. Alcune hanno aperto in pieno centro storico, nonostante gli affitti siano altissimi” ha commentato Fontana. È sorprendente notare che tra coloro che si sono rivolti agli sportelli, i disoccupati siano in maggioranza (50%), seguiti dai lavoratori dipendenti (30%), da quelli in mobilità, a progetto e dai liberi professionisti. L’età media si aggira sui 40 anni, mentre il livello di istruzione più comune è il diploma della scuola superiore, anche se non si possono trascurare i laureati (20%) e coloro con una licenza elementare o media (18%). Con grande stupore, sono le donne ad essere le più attive: grazie al loro 63%, dimostrano una dinamicità e un’adattabilità maggiore dei loro colleghi uomini. Per il futuro, Fontana è fiducioso: “Speriamo che questo servizio continui, perché offre un’assistenza completa e soprattutto gratuita. Insomma, è un vero aiuto”. Incoraggiare la nascita e lo sviluppo di idee imprenditoriali, in un momento di relativa crisi come quello che stiamo vivendo, rappresenta un ottimo punto di partenza per invertire il trend negativo e guardare verso nuovi orizzonti. Continuando a viaggiare in questa direzione, l’uscita dal tunnel della crisi si fa sempre più vicina, anche se non deve mai mancare l’attenzione verso improvvisi ostacoli o deviazioni repentine.

Imprenditoria femminile Dalla ristorazione alla sartoria, passando per l’abbigliamento, la vendita di articoli musicali, il centro estetico, l’organizzazione di eventi, il design e l’arredo degli interni. Sono le idee imprenditoriali “in rosa” che hanno avuto il contributo comunale negli ultimi sei mesi. Si tratta di ditte individuali, ma anche SRL, SNC e SAS, medio-piccole. Tutte sono in piena attività e in Comune non hanno notizie di fallimenti o chiusure. Manuela Ulandi, Assessore alle Pari Opportunità: “Non solo incentivare le imprese femminili in fase di avviamento, ma anche garantire in questo campo una parità effettiva tra uomini e donne”. Molto spesso, infatti, l’imprenditoria femminile è uno degli anelli più deboli e fragili del mondo lavorativo. Le alessandrine, che hanno deciso di lanciarsi in una nuova attività commerciale, hanno reagito positivamente all’iniziativa, come testimoniato dalla chiusura anticipata del bando. I signori imprenditori sono avvisati: qui le donne fanno sul serio e la concorrenza sarà sempre più agguerrita.

LA PULCE NELL’ORECCHIO

Anche nei centri per l’impiego della provincia è in diminuzione l’offerta di lavoro. “Facciamo fatica a tenere i nostri dipendenti”, è il commento principale nelle aziende. Aumentano i disoccupati, aumenta la cassa integrazione. Aumenta la selezione del personale: più flessibilità ed esperienza. L’operaio generico non interessa più a nessuno. Nella tabella sottostante le figure professionali “in” e “out” degli ultimi sei mesi.

Periodico registrato al Tribunale di Alessandria al n°631 del Registro Stampa il 13 novembre 2009

Direttore Responsabile Giordano Panaro Condirettore Paolo Allegrina

ACQUI TERME

CASALE MONFERRATO

TORTONA

P Profi li più ricercati EEducatore professionale Oss Infermiere professionale Commesso vendita Ausiliario vendita Impiegato amministr./ add. contabilità ordinaria Fisioterapista Impiegata add. sportelli assicurativi

Profili più ricercati Impiegate contabili Autista patente c Profili meno ricercati Operai addetti all’assemblaggio, Operai addetti all’imballaggio Commesse

P Profi li più ricercati IImpiegati (contabili, amministrativi, assicurativi, commerciali) Meccanici/metalmeccanici (periti, ingegneri, disegnatori) Operai generici Commessi di alimentari Aiuto cuochi Camerieri Baristi Elettricisti Magazzinieri Autisti

P Profi li meno ricercati SSettore dell’edilizia (manovale edile, muratore, carpentiere) Metalmeccanica (tornitore, fresatore, tecnico macchine controllo numerico ...).

ALESSANDRIA P Profi li più ricercati Operai specializzati (elettricisti. idraulici, edili, O pulizie, manutentori, saldatori) Area amministrativo contabile (add. alla contabilità, impiegati amministrativi, add. alla segreteria generale, reception) Area vendita (commessi, ausiliari, telemarketing) Area Logistica - Trasporti (add. al magazzino, autisti varie patenti) Area ristorazione (cuochi, camerieri, baristi, lavapiatti, pizzaioli, banconisti) P Profi li meno ricercati Area estetica- parrucchieri A Area socio assistenziale - sanitaria (O.S.S assistenti alla poltrona) Area assicurativa - servizi (assicuratori, consulenti assicurativi)

NOVI LIGURE Profili più ricercati Operatori socio sanitari (oss), Manutentori Elettricisti (incremento dovuto all’installazione degli impianti fotovoltaici) Profili meno ricercati Commesse Cassiere Manovali Muratori

P Profi li meno ricercati Muratori/manovali edili M Geometri Escavatoristi Braccianti agricoli Infermieri Estetisti Commessi di abbigliamento Tecnici informatici

OVADA

VALENZA

Profili più ricercati Figure consulenti commerciali/promotori finanziari/venditori Pulizie generiche

P Profi li più ricercati Pulitrici/rodiatrici/ceriste; P Incastonatori di pietre preziose Incastonatori di pietre preziose al microscopio Orafi Impiegata gestione ordini ( settore orafo) Selezionatore di pietre Parrucchiera

Profili meno ricercati Lavori impiegatizi generici Addetti contabilità Commessi Addetti alle vendite Operai generici

Redazione Marco Baccari, Fabio Buffa, Valentina Frezzato, Aldo Monta Vittoria Torriani, Marco Vernazza Hanno collaborato: Simone Annaratone, Piero Archenti, Franca Ferraro, Valentina Ferraro, Massimo Giusio, Marcello Milanese, Rino Sauta, Marco Savini, Emanuela Vignale Foto Lino Carter, Vittoria Torriani piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria info@lapulcenellorecchio.it www.lapulceonline.it Tel e fax 0131.481374 Editore Na.Va.Le Soc. Cooperativa di servizi p.iva 02233310065 Fondatore Cav. Bruno Ferraro piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria Tel e fax 0131.481374 Pubblicità Tel e fax: 0131.481374 pulce@lapulcenellorecchio.it Prezzo al modulo (50x53,75 mm): 30,00 € Grafica e impaginazione VOX Comunicazione info@voxcomunicazione.it Stampa SARNUB srl Industrie tipografiche Cavaglià (BI) La Pulce nell’Orecchio è stampata su carta riciclabile. Rispetta l’ambiente, non gettare il giornale per terra.


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ATTUALITA’

Siamo un popolo di inventori Simone Annaratone Nonostante i numerosi tracolli finanziari che hanno segnato profondamente l’economia globale e locale negli ultimi anni, il settore delle invenzioni non ha subito nessuna frenata e, tanto meno, nessun calo. Anzi, il numero dei depositi è in continuo e costante aumento. Come spiegare, allora, quest’apparente contraddizione? Per Giancarlo Carrara, responsabile dell’Ufficio Brevetti provinciale, “al giorno d’oggi si vogliono avere delle certezze in un mondo sempre più globalizzato”. Il bisogno, la necessità e la tranquillità di essere tutelati: ecco cosa spinge sempre più persone con idee e progetti innovativi ad effettuare un deposito. Tuttavia, coloro che si recano presso gli appositi uffici, molto spesso hanno le idee poco chiare e vogliono ottenere informazioni e precisazioni. Nel 2010 sono stati depositati ad Alessandria 294 marchi (280 nel 2009). Sono risultati ottimi e confortanti, soprattutto perchè segnalano un incremento effettivo e concreto che fa ben sperare per i tempi futuri. “Dal 1 gennaio 2011 abbiamo già registrato una quindicina di nuovi marchi”

ha affermato Carrara, che ci ha spiegato come il trend sia positivo anche negli altri settori di deposito. Oltre al marchio d’impresa, infatti, esiste il brevetto d’invenzione, il modello d’utilità e il modello ornamentale. Il primo consiste nella tutela di un’idea autonoma e a sé stante: è un qualcosa di nuovo che prima non c’era. I brevetti d’invenzione in Provincia sono passati dai 6 del 2009 ai 10 del 2010. Sono numeri di tutto rispetto per una piccola realtà come la nostra. Il modello di utilità è invece una miglioria a una cosa che c’è già. Anche qui, negli ultimi due anni, c’è stato un significativo aumento: nel 2009 sono stati depositati 29 di questi modelli, mentre nel 2010 siamo arrivati a 37. Il modello ornamentale, costituisce invece una tutela dell’immagine e del disegno. Può essere singolo, riferito ad un solo oggetto, oppure multiplo, riferito a più oggetti coordinati tra loro. I modelli ornamentali si sono mantenuti costanti negli ultimi due anni (14 nel 2009 e nel 2010). La pratica, tra domande in Camera di Commercio e conferma ministeriale, di solito viene evasa nel giro di un anno. Giancarlo Carrara ha sottolineato “La forte inten-

Aumentano i brevetti depositati: 14 in più del 2009

berto Ghezzi, alessandrino che vive sità con cui Alessandria sta percepene lavora a Bra (Cn). Ghezzi in poche do il bisogno di una tutela commerparole, assiste gli inventori fornendo ciale ed industriale. Ci sono diverse un supporto dalla nascita dell’idea persone e aziende delle Province confino al deposito. “Ho buoni rapfinanti che si rivolgono a noi”. Chi è porti con la Camera di Commercio l’inventore tipo alessandrino? E’ imdi Alessandria e molto spesso mi prenditore tra i 40 e i 50 anni, a capo di trovo in zona”, ha affermato Ghezun’azienda. I giovani sono casi isolati. zi. “Quando una pratica è pronta, E le idee bizzarre non mancano. C’è chi effettuo il deposito nella Camera ha progettato un particolare pannello di Commercio più vicina a dove termoradiante, oppure chi ha messo mi trovo in quel momento. Non a punto dei procedimenti per la preimporta se il mio cliente è di un’alparazione degli estratti aromatici dei tra Provincia: la tutela è nazionale”. tartufi. Per non parlare delle nuove Uno dei clienti alessandrini di Ghezzi è leghe metalliche per l’oreficeria, o dei Roberto Arnone, titolare dell’Artexpo, dispositivi che servono a recuperare azienda di Vignale Monferrato che da il calore dalle caldaie o a stabilizzare i vent’anni realizza, per il settore della materiali granulari delle opere di isolagioielleria e dell’orologeria, prodotti mento. E’ stato brevettato un rasaerba adatti a contenere ed esporre i vari idraulico, o un apposito trattamento oggetti. Nel 2010, Arnone ha per le piante, o un dispositivo per i ideato un sistema d’illumifurgoni portavalori capace nazione per le vetrine delle di rendere inutilizzabili gioiellerie. Ci ha spiegato le banconote in caso Tante idee che “questo sistema ruodi furto. Si possono tante permette di coldepositare persino bizzarre, pire le varie facce del delle ricette: “Temcon un occhio diamante dando così po fa un signore è alle energie vita all’oggetto espovenuto qui e, per rinnovabili sto”. Di solito è l’oggetto fare un regalo alla che ruota sul piano espomoglie, ha deposisitivo. Il primo prototipo tato una sua ricetta del prodotto è stato messo a particolare”. Per aiutare punto nella primavera del 2010 e, l’inventore nell’iter burocratico ad oggi, lo standard raggiunto è molesiste un professionista: “il consulente to buono. “Il nostro obiettivo è quello di brevetti”. Uno di questi è l’Ing. Ro-

di industrializzarlo per renderlo facilmente applicabile in qualsiasi tipo di vetrina senza l’esigenza di personale qualificato, come una sorta di kit di montaggio”. Il 26 agosto 2010 è avvenuta la conferma ufficiale e il prodotto è stato depositato tra i modelli di utilità. Alessandria appare, nel mondo dei brevetti, come una realtà all’avanguardia, ben propensa all’innovazione e alla creatività. Dare peso ed incentivare la nascita di idee, può essere la carta vincente per diventare competitivi ad alti livelli. In un mondo dove i talenti e i progetti geniali sono sempre più ricercati, non possiamo farci scappare i nostri piccoli grandi inventori.


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La ex statale 10 è la nuova Barbellotta? Giordano Panaro

Pericolo “clienti” che intasano il traffico mentre si fermano cenni la Barbellotta è stato il punto di riferimento per una certa cosa, la sola, a volte, che spingeva ad andare tra Novi e Serravalle. Poi ci fu l’Outlet e i mega centri commerciali. La fisionomia del territorio ha incominciato a cambiare. I nuovi padroni della città del risparmio hanno dato una nuova immagine al territorio e una barcata di soldi, posti di lavoro, opportunità, fama. Non si sa se su pressione degli amministratori locali o degli stessi immobiliaristi i controlli sulle prostitute e trans si sono via via intensificati. Le irrego-

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ATTUALITA’

In principio fu la Barbellotta, frazione di Novi Ligure conosciuta per la statale del piacere, la strada del vizio, come si leggeva nelle cronache fino a qualche anno fa. Lungo le banchine, gli spiazzi e le prime rotonde si poteva assistere ad una lunga teoria di donnine più o meno coperte – quasi sempre meno – in attesa che le auto si fermassero per la contrattazione. La zona era diventata tristemente famosa praticamente solo per questo motivo, tanto da attirare interessati da oltre regione. Scavallavano gli Appennini dalla Riviera per qualche minuto di piacere, prima o dopo la serata in discoteca, o semplicemente per trovare un posto lontano da occhi indiscreti di mogli, fidanzate, conoscenti. Le lamentele dei residenti e di tutti i novesi erano continue, ma il “mercato” era talmente florido che il via vai di maschietti era inarrestabile. Nonostante i fatti di cronaca, anche efferati – Donato Bilancia si appartava nelle stradine di campagna della zona – e le retate periodiche delle forze dell’ordine per de-

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lari venivano schedate e portate in caserma, quelle recidive finivano in Questura per il foglio di via. Bastava il lampeggiante blu a far scappare i possibili clienti o anche solamente le auto di giovani che non avevano niente di meglio da fare che farsi il “tour” come in parco safari. Qualche anno fa le lucciole sono sparite. Via dalla Barbellotta per sempre. E dove sono andate? Ad Alessandria. Nonostante le ordinanze del Sindaco e le multe elevate ad adescatrici e clienti, al calar del sole, la prostituzione in strada è più florida che mai. Soprattutto verso Spinetta Marengo. Nigeriane, romene, albanesi. Ogni sera se ne vedono di tutti i tipi, lì, intirizzite dal freddo che cercano di scaldarsi fumando, in attesa del cliente. Le prime si vedono già sullo stradone all’incrocio con via Pellico. Nella penombra fanno cenno con una gamba (le mani sono ben infilate nei giubbotti) alle auto ferme ai semafori e a chi passa e rallenta. Poco prima del platano di Napoleone, ad ogni area di servizio, sono distribuite sotto le pensiline. Anche loro fumano e parlano al cellulare. Più si va verso la frazione alessandrina e più aumentano di numero, piazzandosi nei posti illuminati. Che su quella strada, dopo le pompe di benzina, sono le rotonde e gli incroci. E così le troviamo ai bordi del primo e del secondo rondò, poi appena dopo il semaforo di fronte al cimitero di Spinetta, sull’altro bivio e addirittura ai piedi del cavalcaferrovia,

in mezzo ala strada che si dirama, zona decisamente pericolosa sia per la ragazza sia per le auto che si fermano. Ogni sera, festivi e feriali, troviamo qualche lucciola (o trans). Pioggia, nebbia o neve: nessun tipo di intemperie dà loro tregua. Sempre in strada. Il Comandante della Polizia Municipale, Pier Giuseppe Rossi, minimizza: “Ultimamente le presenze sono calate ed il fenomeno si è attenuato tantissimo”, precisa, ricordando gli ultimi due sudamericani (un peruviano ed un argentino) fermati senza documenti (e senza permesso di soggiorno) durante i controlli infrasettimanali. Multa e serata trascorsa al Comando per gli accertamenti. Ma le “colleghe” sono sempre tante. Rossi non crede alle “lamentele esagerate” di chi segnala problemi alla circolazione dovuti alle auto che si fermano in curva, rallentano o ripartono. “Debellare la prostituzione su strada è impossibile, anche se il fenomeno è sotto controllo”. Quando si è di fronte a ragazze comunitarie, però, è più complicato. Per allontanarle bisogna fare richiesta in Prefettura e in Questura, altrimenti, dopo aver pagato la contravvenzione, la ritrovi in strada. Stesso posto stessa ora.

Testimonianze dalla Tunisia in guerra Mouna Ben Amira, alessandrina d’adozione, racconta il suo drammatico rientro a casa

“Ho avuto molta paura, sentivo gli spari da molto vicino. C’erano auto distrutte, negozi bruciati. Gli elicotteri volavano molto basso e i militari in strada controllavano tutti di continuo. C’è ancora il coprifuoco alla sera, ma durante la rivolta non si poteva uscire di casa già alle cinque del pomeriggio”. Mouna Ben Amira, tunisina che vive da nove anni ad Alessandria, ci racconta la rivoluzione del suo paese che ha portato alla cacciata del presidente Ben Ali, da 23 anni in carica fino alla rivolta di metà gennaio. Le foto sono state scattate da Mouna (che lavora al centro Pacto come estetista) durante una vacanza già programmata. Arrivata il 10 gennaio, si è trovata nel bel mezzo dei tumulti popolari, ed ha temuto per la sua vita e per quella dei suoi fratelli che vivono a Tunisi. “Sapevo che agli inizi dell’anno era morto il ragazzo disoccupato che si era dato fuoco”, racconta, “ma non pensavo finisse così. Il mio Paese è sempre stato tranquillo, anche se governato da un presidente poco democratico che ha creato molta disoccupazione e alzato i prezzi dei generi alimentari”. Mouna ha assistito ai saccheggi dei supermercati di proprietà di Ben Ali e ha vissuto la guerra civile. Ha ancora negli occhi i rottami, le fiamme e nelle orecchie il rumore assordante dei mezzi militari sempre in movimento. E’ rimasta bloccata oltre i giorni previsti poiché i porti e gli aeroporti erano stati chiusi e militarizzati. Poi il rientro in nave. “Mi dispiace per i morti, ma ora la Tunisia può sperare nella libertà”.


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POLITICA

Ragazzi, siamo nella cacca Vittoria Torriani Non fino agli occhi, ma sicuramente ad altezza suola. Uno dei problemi più grossi – e puzzolenti – sollevato dalla Commissione ambiente del Comune relativo alla città è sicuramente quello (ingombrante) degli escrementi che costellano, letteralmente, strade e marciapiedi. A poco sono servite le misure prese dall’Amministrazione che ha sistemato ben 80 bidoni appositi e distribuito ventimila sacchetti. “Non siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti” afferma scoraggiato Serafino Vanni Lai. Lo segue nei concetti l’altro assessore, Ugo Robutti: “Stiamo cercando di modificare i comportamenti

Attenzione alla "valanga grigia "

attraverso le sanzioni che, dopo il recente decreto, sono diventate molto più pesanti, ma nulla è cambiato”. Lai conferma il presentimento che i sacchetti distribuiti siano stati utilizzati per altro e che pochissimi li abbiano effettivamente adottati per lo scopo a cui erano stati preposti. La salvaguardia del’ambiente parte dalla cacca: anche se a qualcuno scapperà un sorriso, il problema è davvero di quelli da non sottovalutare. Nonostante le multe e la vigilanza, i maleducati del marciapiede non calano. Anzi. Ci sono vie intere (ad esempio via Alessandro Benzi, ex via Sappa, e la sua conti-

nuazione che sbocca in via Migliara) che sembrano quasi prese di mira da cani e padroni, tanto da diventare, in alcuni giorni, quasi impercorribili, un po’ per la puzza (specie quando c’è il sole) un po’ per gli ostacoli diseminati come mine antiuomo e a prova di equilibrista. “La nostra speranza sono i giovani – continua Robutti – che possono ancora essere educati e sui quali possiamo provare un’azione culturale di attaccamento al territorio”. Le strade sono di tutti, non si possono trasformare in toilette private, per sporcaccioni a quattro zampe (che, però, stavolta non hanno colpa).

« Ma guardi, per me non c’è una ra... se ci, se ci... se c’era la pena di morte, da darla a quelli che vanno in giro a fare fare... lasciamo... cioè... per non usare le robe volgari... a fare i bisognini per terra... che uno esce che ha lavorato tutto il giorno... che è in giro a far ballare i piedi... e si trova lì e si trova il regalino del signor tal dei tali del lante della rovere del...del savoia che gà il cagnulin e io ciacchete che entro negli escrementi.. scusate perché le cose van dette... negli escrementi! » (“Fossi figo”, Elio e le storie tese – dall’album Cicciput, 2003)

Tre giorni di montagna per l’assessore in snowboard tra convegni, sole, mangiate e piste innevate

Forza Pavanello! Dal 3 al 5 febbraio tutti gli alessandrini faranno il tifo per lui, l’assessore-sciatore che parteciperà al nono Campionato Italiano di Sci organizzato dal sistema di Protezione Civile nazionale. Le gare si svolgeranno nel comprensorio sciistico del Monte Cimone, in provincia di Modena. Per l’occasione il Comune ha scelto l’assessore alla Protezione Civile, appunto, Evaldo Pavanello, pronto a scendere in pista con lo snowboard, precisamente, per tenere alto l’onore della Città di Alessandria. Lo ha deciso per decreto comunale il sindaco, ritenendo importante la partecipazione di Pavanello alla gara sulla neve, dal momento che parteciperanno le “autorità locali e nazionali”. Come mancare ad un appuntamento del genere? Visto l’impegno istituzionale sarà il Comune a liquidare la somma per la sua presenza in montagna. Ma l’Assessore – che tutti gli anni partecipa volentieri a questo tipo di incontri - non si illude e calma ogni entusiasmo di vederlo sul podio: “Gareggiano i Trentini che nascono con gli sci ai piedi e poi in altre associazioni ci sono ex professionisti della discesa”. Pavanello dice di partecipare soprattutto “per altro”: “Nei tre giorni si organizzano convegni, si incontra il responsabile nazionale della Protezione Civile e nei momenti conviviali si stringono amicizie con altri gruppi, utili per aiutarsi a vicenda nei momenti di crisi”. Altri alessandrini parteciperanno al campionato: oltre a due volontari e un addetto comunale, scieranno sul Monte Cimone membri di altre associazioni del circuito della Protezione Civile.

Orario Estivo (dal 1/5 al 31/10)

Orario Invernale (dal 1/11 al 30/04)

Sabato, Domenica e Lunedì > Orario Continuato dalle ore 10,00 alle ore 20,00 Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì > Dalle ore 15,00 alle ore 20,00

Sabato e Domenica > Orario Continuato dalle ore 11,00 alle ore 20,00

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ATTUALITA’

Ma i cartomanti sono... tarocchi? Una veggente e uno scienziato ci spiegano il fenomeno Alessandria - per quanto se ne dica- non smette mai di stupire: chi l’avrebbe mai detto che fosse piena di cartomanti, sensitivi, indovini, divinatori e fattucchiere? Sebbene sia difficile stabilire il numero esatto di coloro che si dichiarano tali (in molti esercitano nell’ombra, attraverso reti di conoscenze e passaparola non “ufficiali”), un dato è certo: non sono affatto pochi gli “indovini”che offrono consulti, né tanto meno coloro che vi ricorrono per saperne di più sul proprio futuro. Basta dare un’occhiata in Internet. Decine di annunci per Alessandria, di persone che si dichiarano pronte a leggervi il destino, il palmo della mano, i tarocchi. Cialtroni? Può darsi- anzi, è quasi certo che in molti lo siano- ma non è questo il punto. Ci siamo messi sulle tracce di alcuni di loro, per capire come funziona l’arte della veggenza, quali esigenze la muovono e soprattutto chi la pratica. Scoprendone davvero delle belle. A partire dalle diverse “correnti” qui reperibili: fioccano sì cartomanti, esperti di tarocchi, chiaroveggenti e simili, ma anche numerologi, pranoterapisti, lettori di pendoli e conchiglie, uomini e donne che si dichiarano oracoli, maghi ed esperti dell’occulto. Un sottobosco dove se ne trovano di tutti i colori, dove le diverse “discipline” si intersecano in uno scopo comune: quello di tratteggiare il futuro dell’ utente e svelargli come si svilupperà il corso degli eventi nei mesi a venire. A pagamento, si capisce. Le sedute innanzitutto hanno una durata media di circa un’ora e il tempo, anche per chi possiede il sesto senso, è denaro. Le tariffe vanno dall’offerta libera (francamente molto rara), passando per i 10, 25 euro, fino a toccare i 50. Inoltre sono diverse le

tecniche di seduta, in quanto c’è chi lavora esclusivamente al telefono, chi di persona sotto appuntamento, chi nel proprio studio, chi a domicilio. Ad Alessandria sembra andare per la maggiore la seduta presso l’abitazione della cartomante stessa. Perciò abbiamo alzato la cornetta e fissato un appuntamento a casa di una lettrice di tarocchi sulla scena da molti anni, con tanto di insegna luminosa sulla facciata di casa. La signora- che per motivi di privacy ha optato per l’anonimato (anche se si pubblicizza apertamente con foto e numero di cellulare) - verrà soprannominata Maria. Maria lavora nel proprio appartamento nel centro storico di Alessandria. E’ una signora sui quarant’anni, la cui sensibilità, l’empatia totale- dice- le è stata tramandata dai bisnonni, dai nonni, dalla madre. Nel suo caso, la chiaroveggenza è dunque una dote ereditaria. Il suo “potere” consiste prettamente nel delineare il futuro prossimo del cliente, rendendolo edotto- a seconda delle richieste- su come andranno le cose al lavoro, nella sfera sentimentale, finanziaria e salutare. “Ogni carta ha un significato preciso”, spiega Maria con straordinaria naturalezza. “In base a ciò che mi viene domandato posso “vedere” esattamente cosa accadrà. E credo di vederci bene in quanto nessuno, mai, è tornato per dirmi che avevo sbagliato, predetto eventi errati. Vede, qui è molto semplice: se indovini ti fai una reputazione seria e i clienti ritornano; se sbagli perdi immediatamente di credibilità e nel giro di pochissimo tempo ti ritrovi senza clientela”.

Già, anche perché, racconta Maria, il futuro “visibile”attraverso i tarocchi copre un arco di tempo che va dai 2 ai 3 mesi al massimo, e ciò fa sì che il cliente non dimentichi le previsioni. (E’ però importante sottolineare che altre cartomanti affermano che è possibile leggere fino ai 2 anni a venire). Fatto sta che il destino che viene predetto è facilmente riscontrabile sulla propria pelle: basta aspettare e vedere. Ma c’è anche chi è scettico a riguardo. In una materia così vasta e “poco scientifica” i pareri di esperti si sprecano, e c’è chi afferma che quelli che si definiscono veggenti, cartomanti e così via siano in realtà solo ottimi osservatori, bravi contemplatori del comportamento e della psiche umana, gente che sa “leggere” una persona semplicemente osservandone i dettagli psico-fisici. E’ il caso di Enrico Scalas, docente di Fisica presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Avanzate dell’Università del Piemonte Orientale di Alessandria. “Con una buona pratica, è infatti possibile capire le condizioni psico-fisiche dell’interlocutore,”, spiega Scalas, “si può, osservando mani, espressioni del volto, comportamenti, vestiario, intuire ciò che la persona che si ha davanti vuole sentirsi dire. Bastano un po’ di pratica, buone capacità di osservazione e una certa sensibilità nel comprendere le esigenze del prossimo. Non vi è nulla di sovrannaturale in tutto ciò”.

In provincia lavorano circa 80 maghi

Ma come è possibile che si riesca a “vedere” il passato di uno sconosciuto? “Anche qui è questione di osservazione”, continua Scalas.” Un individuo allenato capisce, almeno a grandi linee, se hai problemi di salute o economici, se sei una persona serena o infelice, nervosa o spensierata, se nella tua espressione degli occhi vi sono racchiusi dolore, gioia, euforia, tormento, tranquillità. Osservando queste caratteristiche è possibile tracciare un ritratto approssimativo del passato personale dell’interlocutore, e quindi stupirlo fornendo informazioni generiche”. Una truffa, quindi? “No, tutt’altro”, risponde il docente di Fisica. “La maggior parte dei cartomanti è in buona fede, cerca solo di sfruttare al meglio quelle doti innate- che bene o male abbiamo tutti- di carpire le informazioni riguardanti un’altra persona”. Predestinati o cialtroni, empatici o osservatori, in buona o in mala fede, secondo l’Osservatorio Nazionale Antiplagio sarebbero circa 1200 i

‘maghi’, i fattucchieri, i cartomanti e i medium presenti ufficialmente in Piemonte, 80 nella sola provincia di Alessandria. A livello regionale, il business dell’occulto frutterebbe la bellezza di circa 45 milioni di euro e le persone use a chiedere consulti soprannaturali sarebbero oltre 85.000. Un giro d’affari enorme che vede la nostra regione posizionata al quinto posto nella classifica nazionale sul ricorso abituale alla magia e all’occulto ( In testa troneggia non la superstiziosa Campania bensì la laboriosa e pragmatica Lombardia).

“ Per predire il passato e il futuro basta buona osservazione”

Il più famoso cartomante di Alessandria rimane lui, il Mago Guido Bergamin. Su internet lo si trova sotto la voce astrologia, cartochiromanzia e occultismo. È lui il maestro che ha insegnato alla nostra “Maria” l’arte della divinazione con le conchiglie, pratica evidentemente utilizzata da pochi eletti. Ma, curiosamente, anche tra le “agenzie matrimoniali”. Evidentemente le sue magie servono a tal punto a far tornare\arrivare l’amore che è meglio di un incontro al buio. Chi ha più di trentacinque anni non può non averlo mai sentito, se non altro per le beghe giudiziarie degli anni ‘90. Un decennio prima era conosciuto come il mago dei politici e delle persone famose: onorevoli e addirittura sindaci dell’epoca si rivolgevano a lui per un “giro di carte” o per conoscere il futuro: “Mia figlia passerà l’esame all’Università?”. Lo facevano per vera convinzione, moda o divertimento?

Bergamin il mago dei vip Chi lo sa. Intanto Guido Bergamin è ancora sulla breccia (è quasi settantenne) nel suo storico studio-appartamento in centro città. Risponde personalmente al telefono con la cadenza flemmatica veneta di chi ne ha passate di tutti i colori e sta bene attento a chi si presenta sotto casa. Ogni tanto rispunta su qualche giornale con i consigli degli astri, usando una foto preistorica di quando era giovane, bello e un po’ più magro. Tra le sue ultime “uscite” pubbliche ricordiamo, un paio d’anni fa, la previsione di un periodo nero per Alessandria, a causa di un simbolo portasfortuna in piazza Garibaldi. A Natale avevano appeso al contrario la stella in cima all’albero. La punta principale era rivolta verso il basso. “Fatela girare subito”, aveva ammonito, “porta male”. Che abbia avuto ragione e quella stella a cinque punte sottosopra sia veramente la causa di tutte le sventure alessandrine?


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Il fenomeno Tarantino Un’intera famiglia che da anni vive il mondo del liscio. Matteo Tarantino, figlio d’arte da diverse generazioni, è “nel giro” da quando ha 19 anni. È la persona giusta per raccontare questo mondo in completa evoluzione

Marco Baccari Un tempo veniva chiamato “ballo liscio” ed era essenzialmente una danza di coppia che spopolava nelle balere dell’Emilia Romagna e nelle feste di paese: a suon di mazurca, polka e valzer, simpatici ottuagenari avvinazzati vi dedicavano le serate estive, le ore di svago, i grandi eventi delle loro piccole comunità rurali. Il cosiddetto “Liscio” (così battezzato a causa delle movenze dei ballerini, appunto usi a scivolare, a strisciare i piedi) era più che altro sinonimo di folklore, un “genere” musicale pittoresco e relegato alle sole festicciole di campagna coi lumini appesi agli alberi e le salamelle eternamente in cottura. Ora, pare, le cose non vanno più così. Nel giro di poche decine d’anni, questa musica per orchestre sgangherate d’altri tempi si è trasformata in un vero e proprio fenomeno “pop”, con un seguito impressionante di giovani, un’organizzazione chirurgica negli spettacoli, tournèes estenuanti, coreografie da musical di Broadway e, non ultimo, introiti da capogiro. Insomma, il buon vecchio “ballo liscio” ha cambiato pelle ed ha agganciato i gusti dei tempi moderni, ha individuato le nuove tendenze melodiche e se ne è appropriato lasciando tutti a bocca aperta grazie anche allo strepitoso giro d’affari che, ormai irrimediabilmente, implica. Ma andiamo con ordine. Matteo Tarantino, nato ad Alessandria poco più di trent’anni fa, è figlio d’arte e si è avvicinato a questa corrente musicale grazie al padre Paolo, noto a tutti in provincia- ma

del terzo millennio si scatena, danza sfrontato come in discoteca, suda e si dimena, e non è necessariamente accompagnato da un partner. “Oggi la musica da ballo è ben diversa da quella di un tempo”, racconta Tarantino, “a partire dal repertorio che eseguono le orchestre: non più solo mazurche e valzer, ma soprattutto musica leggera, pop melodico,

Parla anche dell’ immenso business che ruota intorno alla musica da ballo

si potrebbe dire nel nord Italia- grazie alla sua leggendaria orchestra di musica da ballo. Appunto: musica da ballo. E’ così che è stato ribattezzato quello che tutti, dozzinalmente, abbiamo per anni chiamato “ballo liscio”. Matteo Tarantino spiega che ormai non ci sarebbe più alcun motivo di chiamare “liscio” questo tipo di musica, proprio perché oggi chi lo balla non si limita certo a strisciare i piedi per terra... Bensì il ballerino

latino-americano, grandi successi della canzone italiana. E’ forse questo che ha fatto sì che anche il pubblico della musica da ballo ‘ ringiovanisse’. Ora in pista ci sono molti, moltissimi giovani, ragazzi che ballano e cantano tutta la notte, che partecipano in ogni modo possibile, come nei grandi concerti”. E se lo dice Matteo Tarantino c’è da fidarsi. Lui che, come già detto, è figlio d’arte da diverse generazioni e che è “nel giro” da quando ha 19 anni, è la persona giusta per raccontare questo mondo in completa evoluzione. La sua gavetta è iniziata infatti nella seconda metà degli anni ‘90, quando si esibiva come tastierista nelle diverse orchestre dell’alessandrino, inizialmente solo nei fine settimana. Concerti un po’ ovunque, a qualsiasi cachè, dove capitava e dove veniva reclutato. Finché non è avvenuta la svolta: nel 2004, per una pura coincidenza, viene contattato dall’allora numero 1 del “liscio”(dopo il mitico Raoul Casadei) Franco Bagutti, per sostituire temporaneamente un cantante costretto a letto dall’influenza. Dopo una serie di concerti scocca la scintilla e Bagutti lo assume a tempo indeterminato tra le sue file, come cantante. Tarantino vi militerà per ben 5 anni, 5 anni fitti di spettacoli e tour, maratone musicali e serate da tutto esaurito in giro per l’Italia. Poi l’ora di volare da solo, e l’idea- trasformatasi presto in realtà- di fondare un’orchestra tutta sua. Un gioco da ragazzi: a poche ore dall’annuncio, con sua stessa sorpresa, Matteo Tarantino viene letteralmente sepolto di chiamate da parte di musicisti disposti ad unirsi al suo nuovo progetto. Selezionati i 9 elementi, Matteo è pronto a decollare, a partire dalle registrazioni in studio: incide

“Bianco, Rosso e Verde”, brano dedicato ai caduti di Nassirya ed ecco il primo botto, con 80.000 copie vendute (ora si stima una vendita del medesimo ‘singolo’ di circa 180.000 copie, con tanto di premio “Microfono d’Oro 2010). Poi, a partire dal 2008, registra “Sangue Amaro”, “Marinaio” ed altre hit che in una specie di sottosuolo del business musicale gli assicurano ulteriore successo e rendite. Tant’è che gli impegni diventano davvero numerosi, i contratti con locali e discoteche si moltiplicano di settimana in settimana, fino ad arrivare ad avere scritturate circa 22 serate al mese. “E’ certamente un mestiere faticoso”, ammette Matteo. “Spesso si arriva a fine mese fisicamente molto provati, soprattutto d’estate, quando di tempo per riposarsi proprio non ce n’è. Con questi ritmi è dura rendere bene ogni sera, e anche se noi diamo il massimo ogni volta che saliamo sul palco, è indubbio che ad un certo punto la stanchezza si fa davvero sentire”. “Perciò ogni tanto sarete costretti a ricorrere al playback...” lo incalziamo. “Mai”, risponde lui educatamente. “Praticamente mai. Ricorriamo alle basi o alle voci registrate solo in casi eccezionali, il meno possibile, quando per esempio qualcuno è malato, febbricitante”. Già, perché anche l’ascoltatore più distratto si sarà imbattuto almeno una volta- magari in occasione della sagra del sedano- in un’orchestra floscia floscia con la parti vocali registrate e il cantante che si cimenta in un labiale ostentato e clamoroso. “E’ purtroppo un fenomeno tipico di questo settore. Chi fa molte serate...e magari non è più nel fiore degli anni, tende molto spesso a rifugiarsi nel playback per risparmiare energie e conservarsi per le date più importanti”, fa notare con una punta di rammarico Tarantino. “Noi non ricorriamo a tutto questo, ma capisco chi lo fa. Le orchestre ben avviate devono reggere tutta la serata, per giorni e giorni consecutivi”. L”Orchestra di Matteo Tarantino”, visto il successo, ha dovuto col tempo perfezionarsi e rendersi sempre più accattivante. Sarà il pubblico sempre più giovane, saranno le sale da ballo gremite di irriducibili ‘seguaci’, fatto sta che ora la troupe è fornita di un impianto luci praticamente da stadio, con tanto di illuminazioni “americane” da 12 metri, un servizio audio mastodontico, impalcature e macchinari coreografici, sistemi computerizzati per il sound-check e, naturalmente, come da tradizione- questo sì- le divise. Brillantinate, colorate, cangianti, rigorosamente identiche per ognuno dei 10 membri dell’orchestra. “Nulla va lasciato al caso”, spiega. “Da-

gli abiti di scena ai volumi degli strumenti, dall’ordine dei brani da eseguire al tipo di interazione col pubblico. Inoltre anche i gestori delle sale e delle discoteche esigono un vero e proprio show. E noi puntualmente li accontentiamo”. E la cosa sembra fruttare bene: quando la conversazione si sposta sui guadagni, sull’immenso business che ruota intorno alla musica da ballo è facile intuire quanto sia necessario fornire uno spettacolo degno di tale nome. Le orchestre- se buone, se professionali- guadagnano fior di quattrini. I cachè sono stellari, gli introiti da vip: un’orchestra mediocre, non del tutto affermata, può guadagnare in una sera fino a 1.300. Il bello viene quando un’orchestra è conosciuta e stimata, come quella di Matteo. In questo caso nei week end o nei giorni festivi, l’incasso netto parte dai 2300-2500 euro a serata, fino a raggiungere i 5000. Per non parlare poi di importanti eventi estivi o del capodanno, dove si arrivano ad intascare fino a 10.000 euro in una sera, con 5 o 6 ore di lavoro. Certo, la cifra va spartita tra i componenti dell’orchestra, ma se contate che costoro hanno ingaggi per circa 20 serate al mese- festive e non- capirete che ci vuol poco a diventare dei Re Mida e trasformare in oro tutto ciò che si tocca, tutto ciò che si canta. Quello appena trascorso è stato per l’orchestra di Matteo Tarantino un

anno da incorniciare, di primati e di appaganti fatiche: un’estate fitta fitta di concerti, i record di pubblico a Ferrara (6000 spettatori paganti) e Udine (8500 persone), l’apparizione su scala nazionale su Canale Italia con uno share, quella sera, che ha tenuto il fiato sul collo ad un colosso di ascolti come Mediaset. Sono dati ufficiali, gli scettici non gliene vogliano. Del resto, uno dei fattori più stupefacenti riguardanti questo genere di musica sta proprio nell’enorme massa di pubblico che ne usufruisce, seppur senza clamore, da anni ed anni. Una specie di tradizione, un costume musicale nato nelle balere e sbarcato nelle più prestigiose discoteche, seguito in origine da poche coppiette di pensionati e giunto poi alle orecchie dei più giovani, diffusosi come sottofondo per banchetti di paese e infine trasformatosi in business discografico e concertistico a livello nazionale. Ne è la prova l’orchestra di Matteo Tarantino, alessandrinissima, con 3 dischi all’attivo (“La mia voce”-40.000 copie vendute, “Canto per Voi Vol.1 e il già citato “Bianco, Rosso e Verde- 180.000 copie vendute). Il prossimo miracolo dei ‘nostri’ verrà pubblicato nel mese di febbraio di quest’anno e sarà diviso in due parti: una di brani inediti, una di cover.

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C'era una volta la Ricordi di una Shangri-La alessandrina La bella Valle rovinata dall’edificazione selvaggia. Da qualche tempo il Comitato Noi di Valle si sta battendo per preservarla Pidren, l’anvud del magnon d’ij’Ort

valle che non c'è più “Case costruite sulle frane e rimaste invendute”

Pidren

C’era una volta...Penso proprio che ormai si possa iniziare in questo modo l’illustrazione del sobborgo di Valle San Bartolomeo. Infatti, c’era una volta un ridente paese di mille abitanti (ora sono circa il doppio ma i servizi sono rimasti gli stessi) che sorgeva ai piedi della collina che lo cingeva in un abbraccio ideale. Così come era possibile ammirare il verde dei dolci pendii che regalavano, a chi aveva la fortuna di risiedervi, lo spettacolo impareggiabile della fioritura in primavera

fino a quello altrettanto grandioso dell’autunno, con le mille sfumature di colori che annunciavano il lento addormentarsi della natura in attesa del risveglio che sarebbe avvenuto invariabilmente la primavera successiva rinnovando un ciclo immutabile. Un ciclo naturale che pareva non dovesse avere mai fine ma, come tutte le cose belle che il buon Dio ha avuto la compiacenza di farci dono, ecco spuntare anche in Valle San Bartolomeo il cancro che già in passato ha cancellato gli angoli più belli della Penisola; “l’edificazione selvaggia”. Una tempo, neppure poi così lontano, si andava in Valle per godere della bellezza che offriva quello spicchio di natura che per gli alessandrini rappresentava la “Sangrilà” alessandrina, ossia, quel luogo immaginario e fantastico descritto nel romanzo di James Hilton, “Orizzonte perduto”, dove il tempo si era fermato e vi regnavano indisturbate pace e tranquillità. Ci si recava in Valle per villeggiare o magari anche soltanto per una scampagnata, per un picnic o per far correre i bambini sui prati o,

perché nò... per provocato dal semplice La Vigilia di infrattarsi fra le dilavamento del terreno Natale una fresche frasche composto da materiale frana ha reso con la bella (o il poco consistente, spesbello) di turno. so sabbioso. inagibile una Ora, non più. Da quì il timore che strada La Sangrilà che parte della collina ceda conoscevo e avevo e trascini a valle baracca e frequentato in giovenburattini. “Il problema è mio tù, ma anche più avanti con e nessuno ci deve mettere il naso” gli anni, ora sta per sparire (per lo è stato il commento tranciante che più è già sparita!) definitivamente, ci è stato rivolto dal proprietario del in buona parte occultata dal cementerreno. to, e andare in Valle significa ormai Difficile dunque per il cronista tenpercorrere le strade della collina tare analisi più precise, stante la difficoltà di approcciarsi con i proprietari dei terreni (o delle case) che minacciano querele o denunce nel caso, appunto, vengano anche soltanto scattate foto delle parti franate o alle strade trasformate in rii, i quali, evidentemente, hanno ignorato (vuoi vedere che i rii non sanno leggere?) l’indagine idrogeologica del 2008 dal momento che nel mese di giugno di quest’anno le strade e la piazzetta sono state invase dalle acque che scendevano copiose dalla collina. completamente edificate su ambo E’ chiaro che il timore è quello di i lati, magari utilizzando una mivedersi sottrarre la possibilità di ceriade di strade private relizzate per dere (a prezzi non certo popolari) i consentire l’accesso alle costruzioterreni o le case ancora disponibili. ni realizzate a mezza costa o sulla Il diavolo però, spesso fa le pentosommità della collina. le ma dimentica i coperchi, e, come Dalla piazzetta del sobborgo lo spesso avviene a chi vuole speculasguardo spazia (si fa per dire) su re senza curarsi delle conseguenze, una miriade di costruzioni spiace questa volta a causa della crisi in cicate sui fianchi e sul colmo della corso, sono numerose le villette collina. tutt’ora invendute. In qualche caso, addirittura si sono Resta comunque lo sfregio già fin dovuti realizzare muri di contenitroppo evidente provocato su quello mento nella speranza di evitare un che una volta era, con Valmadonna, futuro (e quanto mai probabile) il più bel sobborgo di Alessandria. scivolamento sulle costruzioni sottostanti. I progetti in corso prevedono altre e Durante il Consiglio più invasive costruzioni, anzi, sono in fase di realizzazione numerosi comunale del 25 gennaio altri complessi residenziali (uno di è stato approvato un questi sarà di circa 15.000 mq) per emendamento che realizzare i quali sono in corso, almodifica leggermente meno in parte, veri e proprii sbanla terza Variante al camenti della collina accentuando ancor di più il rischio di movimenti Piano regolatore: è stato franosi. predisposto uno studio Ad esempio, come quello verifiapprofondito sullo stato catosi la vigilia del Natale appena della collina. Il tempo trascorso, circa lo smottamento previsto per avere i risultati del terreno, ampio una ventina di metri, sulla strada sottostante, è di 90 giorni.

Massimo Dellepiane è nato in Valle San Bartolomeo nel ‘59 e i suoi ricordi di gioventù risalgono appunto a quell’epoca, mi confida indicandomi l’asilo e la

scuola elementare che lui stesso ha frequentato. “Una zona prettamente agricola questa di Valle - spiega Dellepiane - ed è un periodo, quello degli anni ‘60, che ho vissuto bene. Si stava passando appunto dal sistema arcaico a quello più intensivo della meccanizzazione agricola. Ho fatto in tempo a vedere battere il grano sull’aia e legare a mano le fascine del grano. Adesso sono cose che si possono ancora vedere ma soltanto come rievocazioni storiche così come si fanno le sfilate di auto d’epoca, come il raduno delle FIAT

Topolino o dei trattori d’epoca. Ecco di quel periodo ho ancora un bel ricordo e per questi motivi mi sento un po’ condizionato dai cambiamenti che ci sono stati”. Cambiamenti radicali visti da uno che a 14 anni anni è andato con la famiglia a vivere in Alessandria per poi tornarvi con sua moglie (di Valle anche lei) nel ‘97. Ora hanno due figli, un maschio di 13 ed una femmina di 15 anni i quali hanno, come tutti a Valle, il problema dell’autobus (una corsa alle 7,20 ed un’altra alle 13,20. Il resto è affidato a Eccobus. Un servizio troppo scarso per un paese di 2000 residenti) così come il centro sportivo (inesistente). Risultato; con l’auto devono sopperire alle loro necessità quotidiane. “Malgrado ciò, in Valle San Bartolomeo - continua Dellepiane - si sta abbastanza bene, abbiamo ancora un po’ di verde, anche se ne abbiamo sempre meno, un po’ di collina, ma se giri per il paese ti accorgi che è tutto cementificato. Trovare un


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Un cittadino di Valle San Bartolomeo racconta un paesaggio che non c’è più: “Ora al posto dei prati ci sono case in costruzione”. Sono troppe le aree edificate e quelle edificabili

Inquinamento Solvay: due”testimoni” raccontano “ Fino agli anni novanta c’era poca sensibilità al problema” L.P. e M.M.

sentiero sterrato è impresa da scoiattoli. Sono andato sul posto a scattare alcune foto ma ho capito che davo fastidio perché quì nessuno ha interesse a dire

“È tutto cementificato. Trovare un sentiero sterrato è impresa da scoiattoli” che c’è stata la frana. Tanto più che, in quel caso particolare, era la vigilia di Natale e, comprensibilmente, non si volevano creare allarmismi fra i clienti dell’agriturismo”. Ormai fra i residenti di Valle si parla apertamente di speculazione edilizia e Dellepiane mi fa notare che costruire una casa a Solero costa tanto quanto una in Valle San Bartolomeo, ma è chiaro che costruirla nel comune di Alessandria fa lievitare il prezzo finale. Basta fare un rapido giro della collina e si può vedere il risultato. Ci sono costruzioni a perdita

d’occhio su per la collina e molte non hanno ancora trovato l’acquirente. Dellepiane quando, quindici anni fa, cercava casa, la trovò ma con molta fatica perché erano poche e carissime. “Adesso se vuoi la casetta a schiera la trovi subito, così come la villa d’epoca”. Sono molti i cartelli “vendesi” o “affittasi”, segno evidente della difficoltà del mercato immobiliare. Troppe le concessioni edilizie e la colpa di tutto ciò non è solo dell’attuale Amministrazione ma, come evidenzia Dellepiane, anche l’ Amministrazione precedente ha fatto la sua parte. E’ difficile ora dire chi ha dato la concessione edilizia per quel gruppo di villette spiaccicate sul cocuzzolo della collina, resta da comprendere chi avrà il coraggio di andarvi ad abitare, stante il fatto che si è dovuto costruire un muro di contenimento in cemento armato per evitare che il tutto frani a valle. Insomma, si è costruito molto e in maniera a dir poco discutibile, per cui Dellepiane si limita a ripetere “abbiamo già dato, ora basta!” E’ vero però, che la ciliegina su quella torta sgangherata, rappresentata dalla speculazione edilizia di Valle deve ancora essere posta. Ma lo sarà quanto prima con la costruzione di un mega complesso residenziale su via Falamera dove, su 15 mila metri quadri di collina verranno realizzate villette a schiera ma anche alcuni palazzi di tre piani. Complessivamente si apriranno i cantieri su oltre 12 mila metri cubi... ma questa è un’altra storia.

Dice di avere qualche asso nella manica da calare al momento del processo. Lino Balza, storico sindacalista del polo chimico spinettese di Medicina Democratica attende con ansia la nuova udienza del processo per evidenziare responsabilità dolose di dirigenti e alti funzionari succedutisi dal ‘95 in avanti. Per chi è passato prima eventuali reati sono caduti in prescrizione. 38 persone sotto accusa: italiani, francesi e belga. I giudici devono capire chi era a conoscenza delle discariche sotterranee di materie tossiche e chi, sapendo, non ha fatto nulla, nascosto prove o omesso la vigilanza. La solvay si smarca: “ereditati problemi di produzioni degli anni ‘70”. Cosa succedeva in quegli anni? Ce lo racconta un ingegnere alessandrino in pensione dal ‘76 al 2005 al lavoro alla Montedison-Montefluos-Ausimont-Solvay. Sebbene l’ingegnere confermi che in 30 anni la sensibilità verso la tutela dell’ambiente sia cresciuta moltissimo, ricorda alcuni episodi della fine Anni ‘70 che fanno capire da quanti anni l’area fosse minacciata: “Quando sono entrato usavano ancora i canarini per capire se c’erano fughe tossiche. Qualche anno dopo c’è stato uno sversamento di decine di metri cubi di acido solforico nel Bormida, tra l’indif-

ferenza generale”. La situazione è progressivamente migliorata e dal ‘95, ci dice l’Ing., non si badava a spese per investire sulla sicurezza dei macchinari. “Prima non si dava importanza”. Ma per l’inquinamento creato fino ad allora, sembra di capire, era tutto un gioco a nascondino. Per capire la pericolosità delle sostanze lavorate a Spinetta basti pensare che “Durante la prima guerra del Golfo il polo chimico era un potenziale obbiettivo, proprio perché una minima quantità di acido fluoridrico liberato nell’ambiente può creare disastri. In Canada per una cisterna di HF fessurata è stata evacuata Montreal”. Nel corso degli anni chiunque si lamentasse per danni a coltivazioni o cose veniva risarcito senza tanto clamore. Ma su quello che è stato rilasciato nell’aria c’è sempre stato un “alone di mistero”. Paura per la salute? “Personalmente no, ma tanti lavoratori avevano timori”. E poi: “Gli enti di controllo sono sempre stati tolleranti. Non si chiudeva un intero reparto con la minaccia di lasciare a casa gli operai, ma si concordava un intervento di manutenzione che poteva durare anche mesi”. L’inquinamento, insomma, veniva ridotto a poco a poco. “Nessuno vuole uccidere la gallina dalle uova

d’oro che migliora del 150% da un anno all’altro”. Un altro Mister X incontrato alle riunioni del Comitato Salute ci dice: “Nel territorio circostante il polo chimico c’è interrata una quantità di 500.000 (cinquecentomila) metri cubi (tanto quanto il duomo di Milano, guglie comprese) di 98 veleni: sostanze tossiche, cancerogene e mutogene. Mezza bustina da caffè di cromo può uccidere una persona”. E fino a 20 anni fa si producevano vernici a base di cromo e manganese, in vasconi a cielo aperto. Solvay negli anni ‘70 dava il cosiddetto “contributo grondaie” a Spinetta perché l’inquinamento le bucava ogni anno, perché le reti dei pollai si polverizzavano. Le calze di nylon si scioglievano, la camicie stese andavano in autocombustione così come gli alberi: i tigli all’entrata di spinetta sono stati piantati lo stesso anno di quelli in Alessandria nei viali. Ma quelli vicino al polo chimico sono rimasti piccoli. Gli spinettesi non credevano certo di poter essere uccisi da qualcuno cosi benevolo da pagare i danni alle loro cose”. Da sfatare le piogge fuori stagione a causa dell’inquinamento: “La centrale va a metano e riversa gran quantità di vapore acqueo che condensa”, dice l’Ingegnere in pensione. Vedremo come andrà a finire.

Tutta un’altra musica “Arpe, salterii, viole, antichi strumenti ad arco. Questi sono gli strumenti musicali che siamo abituati a vedere, imbracciati da angeli musicanti, negli affreschi e negli arazzi di Medioevo e Rinascimento. Questi stessi strumenti, con i loro caratteristici intarsi, scolpiture e decorazioni intagliate e dipinte, prendono vita in un piccolo laboratoriodi Casale Monferrato. A realizzarli arigianalmente, da alcuni anni, è una costruttrice casalese, Paola Brancato, musicista e ricercatrice che il diploma in contrabbasso, conseguito presso il conservatorio di Alessandria, ha iniziato un percorso di studi

Strumenti antichi che riprendono vita

di specializzazione in musica antica, approfondendo contestualmente anche le conoscenze organologiche sotto la guida di studiosi di fama nazionale. Da qui, la scelta di dedicarsi alla ricostruzione su basi storiche ed iconografiche, anche con l’uso di tecniche, trattamenti e vernici tipiche dell’antica ebanisteria. Gli strumenti ricostruiti vengono usati in concerto dalla stessa Brancato o prestati a colleghi che come lei si dedicano all’esecuzione del repertorio antico, e sono stati presentati più volte nel corso di conferenze e lezioni concerto in varie regioni italiane.”

Vengono usati anche per i concerti


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NATURA

Una lumaca (gigante) per amica Basta cani e gatti. Basta anche con i criceti. E non date più da mangiare ai piccioni, perché il vostro nuovo animale preferito sarà un’ Achatina fulica. A Quargnento un’associazione alleva lumaconi “da compagnia”

L’uomo ha sempre sentito il bisogno di avere un contatto con la natura, nonostante le innovazioni tecnologiche che ci spingono ad allontanarci da essa, il richiamo resta sempre vivo nel nostro inconscio. Nelle grandi città,

Europa dopo la passione per gli acquari sta dilagando già da qualche tempo la terrariofilia. Questa nuova forma di allevamento è giunta anche in Italia, sia per motivi pratici, che economici. Molti degli animali allevati in terrario, siano essi sauri, rettili, insetti, gasteropodi, anfibi, ecc. sono innocui, silenziosi, non

dove è sempre più difficile poter allevare cani, gatti, e altri animali che richiedono molte attenzioni e tempo, e che rientrino nei limiti di sopportazione dei vicini di casa, si sta sviluppando la nuova usanza di allevare animali in terrario. In

portano allergie, vivono a lungo, sono decorativi e, per alcune specie, possiamo dire che si affezionano. Se una persona vive in poco spazio e ha voglia di avere un animaletto vivo per compagnia, può facilmente gestire, traendo soddisfazione a

Rino Sauta

livello psico-emotivo (specialmente nei bambini), un piccolo mondo di vetro, plastica o altro materiale, al cui interno vive un essere vivente. Le soddisfazioni maggiori si hanno quando si ricrea un biotopo naturale quanto più vicino possibile alle esigenze dell’animaletto che si sceglierà in base alle proprie possibilità. Infatti, non bisogna mai dimenticare che qualsiasi aspetto abbia il nostro nuovo amico è sempre un essere vivente e come tale deve essere rispettato. Uno degli animali più semplici da allevare in questo caso è l’Achatina Fulica, in altre parole la lumaca gigante africana. E’ un gasteropode tropicale che vive dieci anni circa, con temperature che vanno dai 18°C ai 29°C (se dovessero scappare dal terrario, alle nostre latitudini, d’inverno, morirebbero), mangiano di tutto, dalle verdure ai croccantini per gatti, ogni tanto un osso di seppia o un guscio d’uovo gli serve come fonte di calcio per

Snelliamo la burocrazia

sviluppare il guscio, una ciotola con l’acqua e basta. Loro li divorano e trasformano in humus che poi distribuisco nell’orto. All’interno del terrario metterete terriccio, muschio, tronchi, cortecce, pietre decorative, ecc. La loro crescita e il loro lento girovagare (senza lasciare bava) per il terrario, sarà uno spettacolo che vi farà capire come la natura sia meravigliosa sotto tutti i suoi aspetti, anche quelli meno conformisti.

“Ne abbiamo una sessantina, vivono dieci anni e si affezionano molto” Se siete interessati ad allevare un’Achatina in modo corretto e avete bisogno di consigli di esperti, contattateci: tartamondo.onlus@live.it

Hobby: allevare chiocciole

La Commissione edilizia non serve: aboliamola. Lo chiede

Messaggio pubblicitario

il capogruppo Pdl-FI, Fabrizio Priano, con una mozione al Consiglio Comunale di Alessandria. L’esponente comunale motiva così’ la sua richiesta: “La Commissione edilizia è uno degli organismi non obbligatori che il Consiglio Comunale, ogni anno, al 30 giugno, decide se mantenere o abolire. Chiedo che il Consiglio Comunale opti per la seconda soluzione perché le competenze di tale organo sono le stesse, svolte in maniera efficace, dagli Uffici comunali. La Commissione, riunendosi una volta al mese, allunga, di fatto, i tempi di rilascio delle autorizzazioni e, in considerazione dell’esigenza di snellimento della burocrazia e velocizzazione delle pratiche, ritengo che gli Uffici comunali siano in grado di svolgere i propri compiti senza necessità dell’attuale sistema borbonico di duplice controllo. Avevo già condotto questa battaglia nel 2000 ma, allora, evidentemente, i tempi non erano ancora maturi mentre ritengo che quelli attuali siano pronti ad accogliere la mia proposta”. Già altri consiglieri di maggioranza hanno espresso parere favorevole all’idea ti snellire i passaggi burocratici e semplificare l’amministrazione locale. Fabrizio Priano Capogruppo PdL-FI in Consiglio Comunale

Paolo Bianchi, politico PD, si è dato all’elicicoltura Per ora è un hobby, un passatempo che impegna al massimo un’ora al giorno. Poi chissà. Alla passione politica, Paolo Bianchi, ha affiancato quella per l’elicicoltura. Che in parole povere vuol dire allevamento di lumache. Bianchi ora è nella segreteria provinciale del Partito Democratico. Si occupa di “organizzazione e comunicazione”. Formatosi alla scuola della CGIL e delle Cooperative, negli ultimi anni, sotto la giunta comunale Scagni, è stato presidente della società SVIAL, nata ad hoc per la cartolarizzazione e la vendita di beni immobili di Alessandria. Sul sito internet del PD si presenta così: “In famiglia ricordano che avevo quattro anni quando dissi: “non è giusto!”. Con gli ettari di terreni coltivabili di famiglia tra Cascina Grossa e San Giuliano, dopo aver piantato nocciole, ha scoperto il mondo, redditizio, delle lumache. In provincia le aziende agricole che allevano gasteropodi terrestri ad uso esclusivo di farle finire nel piatto con un po’ di prezzemolo si contano sulle dita di una mano. E, fatte le dovute ricerche di mercato, ha

deciso di mettere in piedi un allevamento in piena regola. Per la realizzazione degli impianti (l’investimento iniziale è stato di 35 mila euro) e per l’acquisto delle prime chiocciole Bianchi è stato aiutato dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco (Cn) che gli ha fornito assistenza e “materia prima”. Ovvero la Elix Aspersa, la chiocciola comune dal guscio striato tendente al marroncino che troviamo nei nostri prati, al mattino sulle foglie bagnate di rugiada o appena dopo la pioggia. Nell’allevamento – iniziato a marzo dell’anno scorso - girano circa 30 mila chiocciole tra cavoli, insalate e girasoli. Gli spazi sono delimitati da fili elettrificati a bassissimo voltaggio (“altrimenti... scappano”) e nel giro di un anno dovrebbero già decuplicare, fino a 400 mila animaletti, pronti per essere venduti vivi nelle tipiche retine. La raccolta si fa a mano e, sebbene non siano campionesse di velocità, prendere a terra migliaia di chiocciole non dev’essere sicuramente una passeggiata.



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Come gli eventi dell'ultimo anno h GENNAIO

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Il 2010 si apre con il “caso Grassano”. Il presidente del Consiglio Comunale, sotto pressione per l’indagine e un mese di arresti domiciliari, si è dimesso da tutto. Dalla Lega Nord che lo aveva scaricato e dalla sua carica politica, lasciando la poltrona a Gianfranco Cuttica di Revigliasco. È anche il mese delle polemiche per l’aumento delle rette delle mense scolastiche comunali e della ristrutturazione della Curva Nord, settore storico dello stadio Moccagatta dove i tifosissimi dei Grigi seguono le partite. I primi sondaggi sul gradimento del sindaco sono soddisfacenti (per lui), ma la crisi del commercio si fa sentire: sono tanti i negozi del centro storico che cambiano gestione o addirittu-

FEBBRAIO

Muore uno dei presentatori più noti della provincia: Paolo Caselli, conosciuto come Paolo Paoli, si è spento all’età di 72 anni. Conosciuto per aver inventato e condotto il concorso di bellezza itinerante “Un Volto per il Turismo”. Inconfondibile il suo stile di conduzione. Tra i temi “caldi” del mese si ricorda lo sciopero dei giocatori dell’Alessandria Calcio, causa difficoltà economica del patron Gianni Bianchi. Polemiche per le proposte di intitolare vie o piazze di Alessandria a Giorgio Almirante, leader storico del Movimento Sociale, e

MARZO

Incominciano a vedersi in centro città le prime rastrelliere delle biciclette comunali. Alessandria ci riprova con il “bike sharing”, i velocipedi (quasi) gratuiti per cercare di sensibilizzare i mandrogni sulla mobilità pulita. Anni fa il C Comune ci aveva g già provato con scarsi ri risultati: le bici, poco utiliz lizzate, erano state prese di mira dai vandali. Gli studenti alessandrini non brillano a scuola: sei su dieci hanno i cosiddetti “debiti formativi” di metà

APRILE

La fiera di San Giorgio si divide in sette. Non più la storica centenaria fiera campionaria, ma appuntamenti tematici, tutti in Cittadella. Ma la location deve essere ancora messa a punto. La Fortezza cade a pezzi, ci sono problemi di sicurezza e il pubblico, per difficoltà logistiche ad arrivare nei paraggi (senza ponte sul Tanaro e senza parcheggi comodi)

“Rivoluzione” elettorale in Piemonte e a Valenza. Svolta storica nella città dell’oro: alle amministrative vince il centrodestra di Sergio Cassano, candidato outsider ma che ha raccolto i voti degli imprenditori insofferenti. In Regione passa, tra le polemiche, il leghista Roberto Cota. Gli unici alessandrini eletti tti t sono ti sono Ugo Cavallera e Riccardo Molinari.

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ra abbassano per sempre le serrande, lasciando sfitti molti locali in zone che fino a qualche anno fa erano definite le vie dello shopping. Le manovre comunali per cercare di arginare lo spopolamento del centro causato anche dall’aumento degli affitti - non sembra sufficiente. Manca un piano organico promesso e i nuovi centri commerciali aperti in periferia non aiutano.

a Bettino Craxi, socialista in esilio durante Tangentopoli. In commissione toponomastica si è anche sfiorata la rissa per le divergenze di vedute. Morti sul lavoro: i primi dell’anno si registrano proprio in provincia di Alessandria. Due operai muoiono soffocati all’interno di una cisterna di GPL a Sale, in cui si erano introadotti i respirae-tori di protezione. Inaugurate le “isole ecologiche”. Alessandria cerca di migliorare la raccolta differenziata con i cassonetti a scomparsa

anno. Tra le materie più ostiche matematica e lingue straniere. Molti anche le insufficienze in condotta, come deciso dalle nuove disposizioni ministeriali: più severità e disciplina tra i banchi. Ad Alessandria sale il malumore dei fornitori comunali che non sono stati ancora pagati per beni e servizi forniti all’amministrazione pubblica. In alcuni casi ci

sarebbero fatture non sa saldate dell’anno prima. P l Palazzo Rosso “cade” anche sui derivati ed accumula problemi fiscali.

MAGGIO

Lavori in cors o ad Alessandria: Piazza Matteotti, più conosciuta come Piazza Genova cambia look. gli zampilli coperti di muschio vengono sostituiti con getti d’acqua più puliti ed ordinati. Ma qualche “purista” storce il naso. Continuano invece i lavori alla rotonda di fronte al Liceo Scientifico. Su Facebook apre addirittura una pagina di chi chiede la sua riaper tura in tempi brevi, visto il caos viabile che si è creato.

stenta ad arrivare. Flop di “floreale”, una delle tante fiere di piante e fiori che Alessandria si è ostinata a fare. Poche e poco originali le bancarelle, meno ancora i visitatori. La pioggia, però, non ha aiutato. Si parla ad Alessandria del nuovo stadio Moccagatta, più moderno e funzionale, all’inglese, con negozi e luoghi di ritrovo annessi. Dovrebbe sorgere nella zona nord della città, sempre se si trovano una ventina di milioni di euro per la sua costruzione. I tifosi più integralisti non sono d’accordo e chiedono la ristrutturazione del quasi centenario “Mocca” che se dismesso, potrebbe in parte lasciare spazio a costruzioni di tipo residenziale.

GIUGNO

Con una iniziativa “privata” dell’amministrazione comunale a metà campionato l’Alessandria Calcio cambia proprietari. Va a Giorgio Veltroni da Arezzo, imprenditore edile con il pallino del calcio. Ancora sport con il torneo internazionale di tennis al centro sportivo “Barberis”, organizzato tra molte difficoltà (budget ridotti) e non molto interesse oltre la provincia, nonostante i pretendenti arrivino anche da lontano. Periodo “grigio” anche per il bilancio comunale. Riapre finalmente la rotonda di fronte al Liceo Scientifico, in Spalto Borgoglio sempre in tema di trasporti, Arenaways, la compagnia ferroviaria con sede ad Alessandria, ha inaugurato il servizio “treno con auto al seguito” dall’Olanda verso la stazione di piazza Curiel. Ma i turisti non si fermano in città:

ripart o n o subito verso le mete delle vacanze già prenotate. Sono tempi di crisi: l’Istat fotografa la situazione decisamente sconfortante. Sempre più giovani faticano a trovare un lavoro stabile. Il bilancio del Comune fa acqua da tutte le parti (non solo per le nuove fontanelle). il deficit è calcolato in 5 milioni.


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hanno variato il valore della città LUGLIO

AGOSTO

Mese fiacco di iniziative. Da ricordare l’apertura della nuova

Muoiono Dino Crocco, amato presentatore e musicista locale, noto per le trasmissioni televisive e i suoi reportage durante l’alluvione del 1994, e Guido Botta, pittore delle Langhe. Il Sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio è colpito da un piccolo infarto che lo lascia fuori dalle scene politiche ed amministrative per qualche settimana. Dopo la prima comprensibile paura, Fabbio è ritornato progressivamente in salute. Lo stress sarebbe la principale causa del malore. Se nei mesi freddi ad Alessandria ci si lamenta per lo smog, in pieno agosto le associazioni ambientaliste lanciano l’allarme ozono: la nostra città ha il triste primato da avere valori

rotonda, sempre in spalto Borgoglio, di fronte al Palazzetto dello sport. Polemiche dei residenti per il taglio di una schiera di alberi e per il costo decisamente elevato: 550 mila euro (fontana compresa) per un rondò la cui utilità è stata messa in dubbio da molti. I consiglieri di circoscrizione, dopo alcune iniziative sporadiche, non riceveranno più il gettone di presenza per partecipare alle sedute delle assemblee rionali. Un piccolo, ma significativo, risparmio per la collettività.

alti, “bucando” ogni statistica. Per chi è rimasto a casa a Ferragosto una buona notizia: musei aperti per trascorrere un pomeriggio di cultura e... al fresco.

SETTEMBRE

Termina la risistemazione di Corso Roma, la via dello shopping e delle “vasche” in centro. I lavori avevano inte ressato anche piazzetta della L e g a . Sempre a settembre, l’aggressione di un teppista al portiere del Gubbio riporta tristemente Alessandria sulle cronache nazionali. I tifosi non c’entrano, è stato solo un gesto isolato. Le zanzare erano sicura-mente in prima fila, ma a parte gli insetti fastidiosi,i, agli spettacoli in Cittadella non s’è vista molta gente. La cultura non paga, figuriamoci poi quando si esibiscono cantanti semi sconosciuti... Buona notizia per gli automobilisti di mezza provincia: dopo quasi un anno di disagi ed imprecazioni al volante per le code chilo-

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

Inizia il calvario del Teatro Comunale di Alessandria. Scoppia il problema amianto, con strascichi polemici non ancora conclusi. La stagione degli spettacoli viene dirottata a Valenza e il cartellone subisce ridimensionamenti. I vertici del TRA prima minimizzano, poi sono costretti a correre ai ripari e promettere una riapertura “in tempi brevi”. Che non è ancora avvenuta. Gli impianti fotovoltaici in tutto il territorio provinciale, grazie agli incentivi ventennali, aumentano a vista d’occhio. Sia quelli a terra, contestati perché si sostituiscono alle coltivazioni, sia quelli a im-

Tempo di switch off e passaggio al digitale terrestre, la nuova frontiera della televisione. Più canali, più programmi. Ma i disagi non mancano: in molte parti del territorio la sintonia è pessima e anche in Città non si prendono i canali Rai più seguiti. Mentre i mandrogni sono alle prese con i decoder, l’Amag acquista migliaia di rose e piante da sistemare nelle aiuole comunali. Il costo totale dell’operazione (500 mila euro) di vegetazione e messa a dimora ha attirato critiche da ogni parte, visti i tempi di crisi e ristrettezze. Polemica anche sulla provenienza (Moldavia) dei fiori. Ma erano i più conve-

Si aprono i casting per la fiction “Violetta” che ha girato alcune scene in Cittadella. Presi solo giovani under 40 per interpretare studenti e rivoltosi. Si parla di spettacolo (in modo diverso) anche per i verbali della Fondazione Te a t r o A l e s sandrino, venuti fuori magicamente sulle pagine di alcuni giornali, riguardanti l’ormaiu tristememnte famoso caso amianto. Grazie alla loro lettura, le verità è venuta finalmente, ma non completamente, a galla: i verbali documentano che il CdA stesso è stato in realtà una specie di riunione di famiglia, un mini-vertice a luci soffuse al quale hanno

patto ridotto. La Fo Fondazione Cassa di Risparmio ha deciso di “coprire” la ex discarica di Castelceriolo con pannelli fotovoltaici. Per creare energia pulita da un luogo... maleodorante. Chiude la Space Cannon storica industria di Fubine specializzata nelle illuminazioni. I nuovi proprietari austriaci hanno deciso di

fermare la produzione e spostarla altrove, lasciando a casa una cinquantina di lavoratori. La Space Cannon aveva illuminato le Torri Gemelle e i palazzi più importanti del mondo.

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nienti. Addio alla sede alessandrina del Politecnico di Torino. Restano gli iscritti che devono terminare gli studi ma per quest’anno non sono state prese nuove iscrizioni. Il declino del Poli era stato preannunciato da tempo. Parentesi artistica per le vie del centro storico di Alessandria grazie all’estroso W Wi illy lly lly coreografo-artista Willy Dorner e le sue installazioni umane.

metriche, riapre il cavalcaferrovia di Spinetta Marengo. Intanto il capoluogo bandisce i tir. Niente sosta notturna sul territorio comunale.

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partecipato solo ed esclusivamente Elvira Mancuso e Lorenzo Repetto. Nessun altro. E che l’azienda a cui è stata poi affidata la bonifica non è stata scelta sulla base di una regolare gara d’appalto. I verbali rivelano inoltre l’errore fatale della Switch commesso durante i lavori di pulizia: l’impianto di aerazione al quale si stava lavorando venne acceso, innalzando nell’aria - per giorni e giorni - le polveri d’amianto, precisamente dal 24 settembre al 2 ottobre. Un altro edificio importante, e questa volta storico, ha trovato il suo indirizzo d’uso: secondo il piano regolatore la Valfrè sarà destinata per un terzo a dicentare area verde, una palazzina sarà sede di uffici comunali (come la Protezione Civile) e un terzo verrà regalato all’Università.

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SPORT

Non solo calcio. Alessandria, come del resto tutta l’Italia, è ricca di sport minori che - udite, udite - portano anche a casa ottimi risultati e sfornano giovani campioni.

Con un jump Alessandria va sul podio Due allenamenti settimanali di due ore e mezza, più uno di tre ore: il tempo che le ragazze dedicano a questo sport è veramente tanto. E la palestra è solo una. Ma i risultati ci sono, eccome

Simone Annaratone In pochi lo sanno, ma Alessandria, nel campo della ginnastica sportiva, è una realtà affermata e vincente, non solo a livello regionale ma anche nazionale. Nel 2010 in città è nata una nuova squadra, l’Asd PGS Vela Jump, che riunisce in un unico gruppo le atlete della ginnastica artistica e ritmica, oltre ad includere alcuni bambini piccoli che praticano il minibasket. Il team, compresi gli allenatori e i dirigenti, ha un organico di circa 200 unità e si appresta ad intraprendere il suo primo anno di completa autonomia. La società, infatti, nasce come costola della celebre PGS Vela Alessandria, una polisportiva di alto livello competitiva anche nella pallavolo e nel basket. Il numero crescente ed importante di ginnaste all’interno della squadra ha funzionato da incentivo per una separazione dalle altre discipline. La PGS Vela Jump si propone come un gruppo giovane, promettente e ben organizzato, che ha al suo in-

zioni individuali, ci sono quelle di coppia e di squadra. Queste ultime, a loro volta, si distinguono a secon-

da dell’età delle ginnaste: esistono, infatti, squadre giovanili (fino ai 12 anni) e squadre open (dai 12 in su). Giada Attisani, vicepresidente e allenatrice ha sottolineato che tra gli

Artistica e ritmica insieme, senza litigare terno molte campionesse regionali di artistica e ritmica. Le prossime gare in calendario fanno tutte parte del Campionato Nazionale PGS (Polisportive Giovanili Salesiane), composto da una prima fase a livello regionale e da una successiva di livello nazionale, alla quale si accede in base al numero di atlete in ciascuna categoria e comunque con criteri che variano spesso di anno in anno, a seconda dei regolamenti. Nelle gare, ogni esibizione viene valutata da alcuni giudici che prendono in considerazione diversi aspetti specifici. Si sommano poi i vari punteggi e viene stilata una classifica generale. Nella ginnastica ritmica, oltre alle classiche esibi-

obiettivi futuri del sodalizio “non ci sono solo i risultati e le competizioni, ma il lavoro sul gruppo e sui

prima del normale orario d’inizio delle attività” ha affermato la Vicepresidente. I rapporti tra gli allenatori sono ottimi: non solo colleghi ma anche grandi amici al di fuori della palestra. “C’è tantissimo affiatamento e una solida fiducia tra noi allenatori; grazie a questo si ha maggiore sicurezza e responsabilità”. Ci è stato più volte ribadito che la PGS Vela Jump non è una società a scopo di lucro: essa vive grazie ai contributi degli sponsor e a modesti rimborsi spese. Giada Attisani è molto chiara: “Nessuno di noi si può mantenerefacendo l’allenatore. Tutti hanno un primo lavoro: è la profonda passione per la ginnastica che ci fa andare avanti”. Oltre alle varie gare del Campionato Naziovalori costituisce una parte imprenale PGS, la squadra prende parte e scindibile”. Dunque, l’impegno coorganizza diversi saggi ed esibiziostante e il divertimento formano un ni. Recentemente il team ha partesolido binomio all’interno della PGS cipato alla fiera Expo Shopping di Vela Jump, che vuole incentivare lo Valenza: è stata un’ottima sport e dare la possibilità a tutti occasione per mettere in di praticarlo, senza distinstinpiedi uno spettacolo e per zioni o discriminazioni. ni. far conoscere meglio In un’unica palestra il nome di questa vile ginnaste dell’artiImpegno vace realtà sportiva. stica e della ritmica e costante Anche ad alti livelli, si allenano con deinfatti, il mondo deldivertimento terminazione e cola ginnastica è poco stanza. La differenza pubblicizzato ed ha tra le due discipline è una visibilità mediatica piuttosto netta; mentre re abbastanza ridotta. Il binell’artistica si utilizzano lancio economico della PGS Vela soprattutto il volteggio, il corpo Jump per ora si mantiene in pareglibero, le parallele asimmetriche e la trave di equilibrio, nella ritmica la coordinazione è data dalla musica e le ginnaste si servono di piccoli attrezzi, in particolare di fune, cerchio, clavette, palle e nastro. “Per le piccole non c’è una grossa distinzione tra i due rami, mentre più l’atleta cresce più si specializza nel settore che meglio le si adatta” ci ha spiegato l’Attisani. Ciascuna ginnasta si colloca in una precisa categoria, stabilita da una certa fascia d’età. In media, per buona parte delle ginnaste, il periodo della massima forma è compreso tra gli 11 e i 16 anni, anche se ci sono numerose eccezioni. Dugio e la prospettiva è quella di arrante gli allenamenti della rivare con serenità a fine anno. La PGS Vela Jump, il lavoro, palestra, in cui le giovani ginnaste i carichi e gli esercizi sono si allenano, appartiene all’Ispettodifferenziati per i diverria Salesiana, con la quale è stato si gruppi, a seconda della stabilito un concordato e annualfascia d’età e del livello di mente viene pagata una quota. Le forma. Circa 7/8 allenatori bambine e le ragazze, però, sono sono quasi sempre presenveramente tante. Questo fa sì che a ti e sono spesso coadiuvati volte ci sia un po’ di affollamento e da alcune delle ginnaste confusione durante gli allenamenti. più grandi che hanno ter“Vi è una sola palestra per motivi minato i corsi per aiutoeconomici ma anche di tempo: seallenatori. “Tra le nostre guire due gruppi in due posti diverragazze c’è grande entusiasmo, passi diventerebbe troppo complicato”. sione per questo sport e complicità: Nonostante tutto, c’è grande soddispesso molte vengono addirittura

sfazione per i risultati delle ginnaste, che in questo periodo stanno curando la preparazione alla fase regionale. Due allenamenti settimanali di due ore e mezza, più uno di tre ore: il tempo che le ragazze dedicano a questo sport è veramente tanto. L’impegno, la costanza, la concentrazione e la coordinazione diventano essenziali. Non solo è necessaria la forma fisica, ma è cruciale anche quella mentale. La PGS Vela Jump non è una semplice squadra sportiva: è una grande famiglia che fa dell’accoglienza uno dei suoi ideali principali. Suor Angelina, animatrice all’interno della PGS, ha messo in luce “l’eccezionale capacità di collaborazione che coinvolge tutti: le ginnaste, i loro genitori, gli allenatori”. Disponibilità e spirito di gruppo fanno sì che l’intero team sia sempre unito e solidale. Il particolare stile della PGS lo si percepisce anche dal modo in cui vengono concepiti i preparatori atletici: “Non sono semplici allenatori ma alleducatori, che uniscono la formazione del fisico con quella della personalità” ha commentato Suor Angelina. Anche Riccardo Cassulo, il Presidente della società ginnica, ha parlato dello sport “come mezzo di crescita e socializzazione: un linguaggio privilegiato per costruire delle persone migliori”. Quello della PGS Vela Jump, insomma, è puro volontaria-

to. Tuttavia ognuno cerca di impegnarsi con la massima serietà, come se si trattasse di un lavoro vero e proprio. Ciò che gli “alleducatori” si propongono di insegnare alle ragazze, non è solo un sapere propriamente tecnico ma soprattutto umano. Per Cassulo “oltre allo svago, c’è anche il rispetto nei confronti di tutti, compagni di squadra e avversari. Per noi vince solo chi si diverte”. E’ così che lo sport, inteso come autentico spirito decubertiano, diventa una parte sana, fondamentale ed imprescindibile della vita.


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UFFICIO RECLAMI per segnalazioni: info@lapulceonline.it

Repetto Motorsport Scuderia alessandrina che crede nel potere dei sogni

SOS: la chiesetta cade a pezzi. Madonna, aiutaci tu Non è bastato parlarne sul numero di novembre, né che qualcuno affiggesse l’articolo sul portone dell’edificio sacro. Per la chiesetta della Beata Vergine Assunta di via Guasco ci vuole un miracolo. Chiusa da tempo, cade letteralmente a pezzi.

Ultimamente l’intonaco della parte inferiore è venuto via, lasciando intravedere i mattoni pieni. Aspettiamo che crolli, oppure qualcuno ha intenzione, almeno, di limitare i danni, prima che qualcuno si faccia male? Grazie.

Sette ore di sala d’attesa al Pronto Soccorso Da mezzanotte a mattina inoltrata. Sette ore di attesa al Pronto Soccorso di Alessandria. È l’incredibile disavventura raccontataci da un lettore che aveva accompagnato la moglie per una visita in piena notte, quindi ben oltre l’orario del proprio medico di famiglia. L’infermiera di turno ha va-

Simone Annaratone Tra i cento equipaggi della 79' edizione del leggendario Rally di Montecarlo, ben quattro sono del team alessandrino Repetto Motorsport. Per questa sorprendente squadra, la cui sede si trova a San Giuliano Vecchio, si tratta di un altro importante traguardo raggiunto. Fondata nel 2002 da Ezio Repetto, dal fratello Gianluigi e da un ristretto gruppo di amici, la scuderia ha ottenuto nel corso degli anni numerose vittorie, piazzamenti sul podio e riconoscimenti non solo sul territorio italiano ma anche in ambito internazionale. La fiducia sulle potenzialità e sullo sviluppo tecnologico della casa automobilistica Honda hanno fatto sì che iniziasse fin da subito una stretta collaborazione tra le due realtà. Grazie a questo feeling particolare ed inedito, la scuderia alessandrina ha lavorato assiduamente alla progettazione di nuovi modelli per le auto da competizione, tra le quali spicca la Honda Civic Type R GR.A. che, nonostante sia stata ideata nel 2003, ancora oggi è competitiva e riesce a tenere testa alle altre auto di ultima generazione. La convocazione di quattro equipaggi al Rally di Montecarlo 2011 è l'emblema del momento d'oro che sta vivendo questa scuderia, che da anni porta in giro per l'Italia e per l'Europa il nome di Alessandria. Gli organizzatori monegaschi, tra le oltre trecento richieste d'iscrizione, non hanno minimamente esitato ad inserire, nella lista partenti, i piloti di Ezio Repetto. Gli uomini dell'Automobile Club di Monaco hanno tenuto in considerazione i risultati eccezionali che il team alessandrino ha conquistato nei recenti appuntamenti in calendario. Tra gli ultimi successi, spicca il trionfo di Sandro Sottile all'edizione 2010 del prestigioso Rally di Sanremo. Grazie ad una guida da autentico fuoriclasse, Sottile ha dominato l'intera competizione, lasciandosi alle spalle piloti di alto calibro e numerose scuderie blasonate. Con prestazioni di questo tipo, è difficile non pensare in grande per i tempi futuri. Non a caso, lo slogan storico della Honda è proprio “The Power of Dreams”, ovvero il potere dei sogni. Grazie all'impegno, all'alto livello tecnico e a una costante ricerca dell'innovazione e dello sviluppo, il team Repetto Motorsport pone lo slogan della casa automobilistica giapponese come punto di riferimento ideale, a testimonianza di un'accesa volontà di guardare avanti e migliorare continuamente.

Collaborano con la Honda per la progettazione di auto da competizione

lutato la situazione: codice bianco, ovvero non urgente. Ma mai si sarebbero immaginati di dover aspettare tutta la notte prima di poter parlare con un medico e cercare rimedio al male della signora. Sette ore seduti nella sala d’aspetto, in piena notte. Tutte queste ore potranno dipendere anche dal batti-

becco iniziale avuto proprio con la responsabile del Pronto Soccorso al momento di registrare l’arrivo? Non vogliamo neppure pensarlo, ma sta di fatto che dopo la discussione in sala d’attesa – raccontata dalla coppia – le possibilità di poter passare in tempi rapidi si sono progressivamente ridotte.

Rimborso record... di lentezza Da agosto uno sfortunato alessandrino attende che l’Asl gli rimborsi 15 euro. Sono i soldi spesi per una visita ambulatoriale in Puglia, mentre si trovava in vacanza con la moglie. Per la prestazione medica ha pagato senza problemi, ricevendo regolare ricevuta e l’assicurazione che l’azienda

sanitaria di riferimento (quella della provincia di Alessandria con sede a Casale Monferrato) avrebbe provveduto al rimborso. Sono trascorsi oltre cinque mesi e di quella piccola cifra neppure l’ombra. Il pensionato, recatosi più volte agli sportelli di riferimento, ha ricevuto una serie di risposte

evasive del tipo “attendiamo il trasferimento dei fondi” (15 euro? Non potete anticiparli?), oppure, “stanno arrivando” (come, in treno?). Con tutti i viaggi fatti da casa all’Asl, probabilmente il povero lettore avrà già speso i 15 euro in benzina del motorino.

Rifiuti sotto la telecamera. Nessuno vede e provvede Piazzetta Bini, angolo via delle Orfanelle. Da qualche tempo vengono lasciati contro il muro rifiuti ingombranti di ogni genere: mobili vecchi, televisori, sacchi pieni di rifiuti. La discarica in piena città è proprio sotto l’occhio elettronico di una delle cento telecamere installate pochi anni fa per motivi di sicurezza. Ma evidentemente nessun

Occhio al buco Da questa estate è possibile ammirare in piazzetta Bini una insolita installazione “artistica” vicino alla scuola IAL. Si tratta di arte postmoderna, roba da intenditori, che i più non capiscono e, anzi, la criticano. Il titolo: “Transenna con buco”. Il Comune deve avere pensato che è talmente bella e che fosse un peccato toglierla che il buco non è ancora

stato tappato e la transenna tutta sgangherata è rimasta al suo posto, a simboleggiare il tempo che scorre. Tutta attorno l’artista sconosciuto ha voluto “impacchettarla” con nastro bianco e rosso, ora scolorito dalle intemperie e dal sole. Effetto scenico voluto? Bah, per i normali mandrogni resta il buco ancora da chiudere dopo sei mesi...

agente o addetto del Comune che sia, neppure per caso, ha notato quell’angolo di Alessandria pieno di immondizia, altrimenti avrebbero già provveduto a portare via tutto. E nessuno, nonostante le riprese, pensiamo che abbia identificato il trasgressore, dal momento che il cumulo di spazzatura aumenta.


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GIOVANI E WEB

Quando il burlesque diventa uno stile di vita Fenomeno del momento, spopola in locali, discoteche, night club e persino al cinema Danza, spettacolo, musica, sensualità ed ironia. Il Burlesque è questo ed altro. La forma d’arte che mischia spogliarello a danze dal gusto retrò in stile Belle

cità alla serata. Ruffy Lu, torinese di 23 anni, è mezza tedesca e mezza russa. Balla da quando era piccolissima ma da quando la sua strada artistica si è incrociata con quella di un’icona del burlesque, la sua vita è cambiata. Una folgorazione. Ai più il nome di Empress Stah non dice nulla. “E’ una grande artista internazionale di origine inglese che ho avuto la fortuna di conoscere durante uno spettacolo a Torino. Da quell’incontro di un paio d’anni fa (ha iniziato a dedicarsi a shotting fotografici e performance Pin Up e Burlesque all’età di

17 anni) ne è nata una passioneprofessione”. Gli spettacoli di Ruffy Lu in giro per l’Italia si susseguono e anche il pubblico della nostra provincia incomincia ad apprezzarla. A tal punto da avere un vero e proprio gruppetto di estimatori, un fan club che la segue ad ogni spettacolo: “Mi regalano fiori e a fine show mi fanno i complimenti o mi ricordano di spettacoli più riusciti. Alle volte mi chiedono di vestirmi in un certo modo o di interpretare personaggi già visti”. Quelli più amati dagli aficionados sono “il domatore” e quando usa le ali dorate, come se fosse una dea egizia. Nel suo armadio possiamo trovare corpetti, ventagli, ombrelli, cappelli e... copricapezzoli, quelli con cui rimane a fine serata. Ruffy Lu si fa mai vedere completamente in topless, è una caratteristica del burlesque. “Bisogna essere molto ironici, sapersi prendere anche un po’ in giro e non avere vergogna dei propri difetti, ma usarli come segni caratteristici. Ma non devi appari-

re mai ridicola”. Ha festeggiato il Capodanno in un locale di Casale Monferrato. Aveva sul petto il numero “2011”, dipinto da un artista del body-painting. Oltre ad essere una “burlesque performer” Ruffy Lu è una modella a tutto tondo. Pin

“Le piume e i copricapezzoli non devono mai mancare”

Epoque è una moda sdoganata dalla più famosa artista del genere: Dita Von Teese, che sul palco del Festival di San Remo ha fatto cadere un tabù, esibendosi seminuda tra una canzonetta e l’altra. Il burlesque è sempre più richiesto come spettacolo nei locali che vogliono dare un tocco di viva-

A Capodanno si è esibita a Casale Monferrato

up, “tela umana”, ballerina. “l’importante è apparire mai volgare”, precisa.

Corso di Burlesque ad Alessandria Chi volesse cimentarsi nella seducente arte del burlesque – per fare una sorpresa al fidanzato, conquistare un uomo, risvegliare gli ardori di coppia o solamente per divertimento – non deve andare fino a Milano in cerca di una scuola apposita che insegni a spogliarsi. Ci ha pensato una veterana della danza: Cristina Casolati che ad Alessandria ha già fatto ballare l’hip-hop, il can-can, il moonwalk e messo in scena musical di successo. Sull’onda della “moda” e dell’entusiasmo per il musical “Burlesque” con Christina Aguilera e Cher, la coreografa alessan-

drina propone un vero e proprio corso di danza e burlesque capace di esaltare, assicura la ballerina, femminilità e glamour, caratteristiche presenti in ogni donna. Provare per credere. Per informazioni: 0131/232952.

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Filippo Castellan

TUTTI LEGGONO

Solare, determinato e leale. Fuori dall’ufficio si “trasforma” e riesce a coinvolgere proprio tutti. Fa palestra da molti anni (e si vede) e ama farsi fotografare, anche al limite dell’osè Eccomi, io sono Filippo… un indomabile ragazzo di Padova, nato nel 1985. Abito a Cittadella con mamma e sorella, un paesino in cui tutto è lecito e nulla è scontato. Il modo più veloce per descrivermi in tre aggettivi? Solare determinato e leale. Posso essere l’amico perfetto ma anche il nemico più terribile, a seconda di chi ho di fronte. Non mi manca mai il sorriso, anche nei momenti più difficili e riesco a trasmettere questa felicità anche a chi mi sta attorno. Nella vita di tutti i giorni faccio l’im-

molti anni per mantenermi in forma, ma la mia vera passione...il mio vizo... è il combattimento. Pratico arti marziali da 8 anni (krav maga e kung fu) senza delle quali non riesco a stare. Un combattente nel corpo e nella mente: non smetto mai di lottare finché ho forza da sprecare. Mi alleno 8 ore a settimana, in tanti penserete che sia un folle, ma un detto dice che la distanza che separa il genio dalla follia si misura solo col successo. Questo è quello che posso dirvi di

piegato in una ditta del mio paese,. Le 8 ore quotidiane in ufficio nascondono il mio lato estroverso che sfogo tutti i week-end grazie alla Cool-Made. I miei hobby? Faccio palestra da

me in poche righe. Se volete conoscermi meglio lo potrete fare seguendo la Cool-Made ;) Cercatemi su Facebook come “Fil Castellan”. Vi aspetto!

BAND ALESSANDRINE

Green Like July www.myspace.com/greenlikejuly Marco Baccari Bene, poveri noi che pensavamo di essere a conoscenza di tutte le pietre preziose della musica nostrana. Ci imbattiamo in un gruppo che aspira a qualcosa di più che istigare la mandria a ballare, a “pogare”; già, perché con i Green Like July si assurge immediatamente ad un livello di consapevolezza musicale superiore, ci si inoltra in un’altra ionosfera, si va al succo della questione: la musica come godimento, immaginazione, bellezza. Nati nel 2003, i Green Like July (Andrea Poggio - chitarra acustica e voce, Nicola Crivelli - basso e cori, Paolo Merlini - batteria) producono da subito diversi mini-disk autoprodotti e, dopo essersi esibiti un po’ dappertutto, nel 2005 non danno alle stampe il primo lavoro, “May This Winter Freeze My Heart”, registrato presso la

Candy Apple Records, etichetta indie milanese. Nell’anno seguente avviene uno scisma temporaneo, in quanto Andrea e Nicola si trasferiscono a Glasgow, Scozia, dove entrano in contatto con la scena musicale locale capitanata dai leggendari Arab Strap. Suonano, compongono, si esibiscono, finché - col rimpatrio - non assumono in pianta stabile Paolo, il batterista. E la frittata è fatta. Poco dopo infatti tornano in studio per registrare l’album che vedrà la luce il prossimo 11 febbraio 2011: l’ottimo “Four-Legged Fortune”, un raffinato simposio post-folk, limpido come il cielo, che rilegge in chiave ventunesimo secolo le lezioni di Dylan, Neil Young, The Band, dei Grateful Dead del dopo-psichedelia di “American Beauty”. Eppure, che ci crediate o no, l’al-

tra gamba dei Green Like July è ben salda nel nostro tempo, nella contemporaneità acustica dei Decemberists, degli Eels, Micah P. Hinson, talvolta Beirut, Bright Eyes o di un Devendra Banhart, di un Berth Jansch. Ballate fresche e dirette, pulite, con un mordente melodico ineccepibile, le 9 gemme di “Four-Legged Fortune” accompagnano l’ascoltare per un “coast to coast” imprevedibile fino alla baia di San Francisco, passando per testi tutt’altro che scontati e sonorità che racchiudono una serenità equilibrata, genuina, rara in questi tempi di musica inutilmente aggressiva. Basta semplicemente prestare ascolto a brani come “Flying Scud”, apertura azzeccatissima sulle orme di una “Like a Rolling Stone” classe 2011, oppure ai tocchi dandy di “Was

it Worth After”, alla spensierata, quasi corale “Hardly Thelma” e, per chiudere in bellezza, a “Saint John’s Cross”, dipinta con pregevoli mordi e fuggi di chitarra acustica e organo hammond. Dettaglio non trascurabile, non è un caso che “Four-Legged Fortune” sia stato registrato in Nebraska, Stati Uniti, presso i prestigiosi ARC Studios di Omaha, città piena zeppa di storia della musica come un’enciclopedia. Il risultato è dunque un disco privo d’ogni campanilismo, d’ogni facile piagnisteo di provincia, il prodotto meno alessandrino che possiate immaginare. Con un occhio rivolto oltreoceano e l’altro verso l’Inghilterra degli ultimi quarant’anni, questo disco può permettersi - senza accecarsi - di guardare in alto.

Mandateci le vostre foto con una copia de La Pulce! Le più originali potranno ricevere la t-shirt con la nostra mascotte: la pulce che salta. info@lapulceonline.it


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SESSO

In Rete si può cambiar sesso e farlo virtuale È facile diventare donna in chat e fare sesso virtuale con una lesbica. Leggete per credere... contenere riferimenti all’identità sessuale del soggetto, né alla sua presunta avvenenza”. Per intenderci: niente tigrotta_lsb, supergnocca83, bellissima_micky, sexymicia, nudaperte (trattasi quasi sicuramente di finte lesbiche); via libera invece a nick come Figliadelleonde, BlackChocolate, AzzurraPerCaso, Mari_ro, jennyT_mi, Ninetta24, FrancyPo. 3) Una volta ammessi nella chat si procede all’aggancio, cioè contattare il maggior numero di ragazze finchè non troviamo quella disposta a parlare con noi. Secondo Luisella: “Ci sono due scuole di pensiero a riguardo: una prevede di trascorrere qualche minuto in pubblica (la parte della chat visibile a tutti) giusto per farsi conoscere un po’ e sesso. dare credibilità al personaggio. Ma Venuti a conoscenza del curioso se il nick è stato scelto bene si può fenomeno da un insospettabile inpassare direttamente a contattare le formatore (che per ovvi motivi chiapersone in privato. E’ un po’ come meremo usando il suo nickname tentare di abbordare in discoteca: ci Luisella_r82) abbiamo deciso di si può mettere in mostra in mezzo approfondire con lui l’argomento. alla pista, oppure dirigersi direttaLuisella fa un premessa fondamenmente verso le ragazze che ci intetale: “Il praticante è mosso da due ressano”. necessità: rendersi creSi parte madibile come lesbica, e gari con un Ogni 10 ragazze allo stesso tempo riubanale “ciao, contattate almeno mi chiamo scire a discernere tra lesbiche vere e finte donx, e sono di una risponde e si ne come lui”. L’intera y” ma si può fa vedere procedura si compone variare e prodi 5 passi. vare una pre1) Il primo step è la scelta del “tersentazione ad effetto, stando attenti reno di caccia”. Quello ideale è una a evitare, almeno in questa fase, le chat frequentata da lesbiche. Sono allusioni sessuali e gli argomenti presenti stanze a tematiche omotroppo intimi. In linea di massima, sessuali sia nelle chat dei portali ogni 10 ragazze contattate almeno generalisti (Libero, Virgilio...) sia una risponde. in quelle dei siti dedicati al mondo 4) Eccoci alla fase che potremmo femminile (miss777). Queste ultime definire conquista della fiducia. E’ sono preferibili, secondo Luisella, quella più delicata dell’intera facpoiché meno frequentate da false cenda: bisogna fugare i possibili donne. dubbi della preda sulla nostra vera 2) Scelto il terreno, parte l’operazioidentità e al contempo farla interesne finta-identità, necessaria per posare a noi il più possibile. Di solito si tersi creare un profilo e quindi esseparla di argomenti neutri come lare ammessi nella chat. Bisogna dare voro, città di provenienza, famiglia libero sfogo alla fantasia: il modulo e si cerca di stringere lentamente il di iscrizione richiede almeno nome, cerchio portando la conversazione a cognome, età, un account e-mail (al un livello più personale. La verifica quale vengono talvolta spedite la finale sull’efficacia della strategia conferma dell’avvenuta iscrizione e che abbiamo adottato consiste nella la password) e ovviamente un nickreazione della ragazza alla nostra riname. L’uso della foto è opzionale. chiesta di avere il suo contatto MSN “La creazione del nickname merita o Facebook. Se accetta, il gioco è fatuna particolare attenzione”, spiega to: si fida di noi e ci ha aperto un caLuisella. “Può essere di tue tipi: ponale di comunicazione privilegiato etico-creativo oppure semi-anagrache permette lo scambio di foto e vifico. La regola aurea è che non deve deo. Si passa quindi alla fase finale. Marco Savini

Un nome non ce l’ha ancora, per lo meno qui in Italia, ma siamo sicuri che in America, patria di Internet e di tutte le sue declinazioni, sanno già come chiamarla. Stiamo parlando dell’usanza, diffusa tra i frequentatori maschili della rete, di adottare un’identità femminile fittizia per entrare in contatto con ragazze lesbiche con cui praticare poi cyber-

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vengono da tutta Italia” ci racconta Luisella. “Ho praticato cybersesso con lesbiche di Milano, cosi come con ragazze di Matera. L’unica differenza – credo destinata a scomparire col tempo – è che ovviamente le donne delle piccole città e del sud vivono con più complessi, a causa di ragioni socioculturali, la loro inclinazione e quindi è più difficile, con loro, passare alla fase cinque dell’approccio”. Età e professione: “Dobbiamo fare una netta distinzione. Il primo gruppo è rappresentato dalle lesbiche vere e proprie. Donne che vanno in chat rigorosamente lesbo, con età compresa tra i 25 e i 45 anni, autonome economicamente, di cultura medio alta, spesso single in cerca dell’anima Si finge lesbica e chatta 5) E’ su MSN (più raramente FB) gemella. Sono omosessuali con le ragazze, in cerca che si consuma il cybersesso vero dichiarate che chattano per di cyber sex. Consigli e proprio. Si cerca di spostare la stringere relazioni tra di conversazione su argomenti di “politicamente scorretti” loro, non necessariamente natura sessuale, eccitandosi a vidi natura sessuale. L’altro per chi vuole provare cenda. Se lei ha accettato di arriè il gruppo delle ragazze vare fin qui, difficilmente si tirerà che possiamo incontrare indietro. In alcuni casi il tutto vienelle stanze lesbo delle chat genene reso più piccante dalla webcam. raliste: di solito bisessuali, oppure “Ovviamente noi possiamo vedere etero, in cerca di una mezz’ora di loro ma non possiamo mostrarci”, evasione e trasgressione; sono quaprecisa la finta lesbica. “Se vogliasi sempre giovani o giovanissime, mo vedere dobbiamo essere pronti a volte anche minorenni (e in quea motivare l’impossibilità di usare la sto caso bisogna evitarle per ovvi nostra webcam. La scusa ‘è rotta’ è motivi etici e legali)”. E sul piano stra-abusata e poco efficace; consiestetico c’è una netta differenza: le glio piuttosto di dire che ne siamo lesbiche vere sono – anche se non sprovvisti (anche se col costante sempre – mascoline (o butch, per diffondersi dei laptop con webcam usare il loro gergo), le etero e le biintegrata, sta diventando sempre sex sono assai più avvenenti, almemeno plausibile); meglio ancora, no agli occhi di un maschio. “Ma trovare nuovi escamotage (sono cosa avviene esattamente durante il struccata e mi vergogno, c’è mia cyber-sesso? “Beh, come dicevamo madre che potrebbe entrare da un prima lo scopo è quello di indurre momento all’altro ecc..)”. Insomma, la partner a praticare autoerotismo la fantasia di solito premia e tanto possibilità unica che solo la rete può di fronte a noi, magari nuda. Impiù bravi saremo a fornire spiegaoffrire e che ci permette di mettere presa ardua se è vero che per dieci zioni plausibili, tanto più disposta in pratica, seppur virtualmente, la lesbiche che accettano di farsi vesarà la “preda” a usare la webcam più classica fantasia sessuale madere in webcam solo un paio osano in modo unidirezionale senza insoschile: poter assistere a due tanto. Alcune, quando il discorso si spettirsi. Il traguardo più amdonne che amoreggiano ed fa particolarmente bollente, spenbito è proprio lì: vedere edere eventualmente partecipagono la webcam e (almeno cosi dila ragazza durante il re. In questo caso addicono) si masturbano senza essere cybersesso senza esrittura stando “dentro viste. Altre cominciano a toccarsi Lo scambio sere scoperti. la mente” di una delle ma rimangono vestite e inquadrano Potrebbero sorgere coinvolte. Gli aspetti soltanto il viso. Pare strano ma per di identità domande a tutto legali e morali della queste ragazze, sotto molti aspetti sul web è questo “imbroglio”. faccenda dove li metcosì disinibite, l’ultimo tabù rimane Innanzitutto: pertiamo? ancora l’esibizione del proprio cortrasgressivo ché? Qual è il motivo “Non sono un avvocapo nudo”. Ma dopo questo momenche giustifica questo to to”, dice Luisella, “ma leto di forte intimità condivisa che lavorio di meningi? Per Pergalmente non ci dovrebbero succede? “Dipende dalla ragazza. ché tutta questa fatica nel traessere problemi. Se non si usano Alcune evidentemente hanno appasformarsi in una finta lesbica e non foto di altre donne per arricchire gato il loro momentaneo desiderio cercare invece di abbordare ragazze il proprio profilo (pessima abitudi trasgressione e semplicemente etero servendosi della propria reale dine: è reato di furto di identità!) scompaiono: cancellano il tuo nickidentità? Luisella ha una risposta nessuna legge vieta comportamenti name, o lo conservano ma nei giorni pronta: “Perché le etero sono molto mendaci e ingannevoli se non sono seguenti rifiutano di parlare con te finalizzati alla truffa o ad altri reati. se le cerchi su Msn. Con altre il gioPer la morale è un inganno, è vero, chino si ripete due o tre volte, dopo ma in fondo è proprio sull’inganno le quali si dichiarano non più dispoche il cybersesso si fonda; la quota ste a essere viste senza poter vedere. di dubbio sulla persona dall’altra Con pochissime, di solito omosesparte dello schermo dona a questa suali dichiarate, si instaura invece attività quel brivido particolare che, una sorta di relazione virtuale, ansotto sotto, non dispiace ai suoi estiche di lunga durata: ci si contatta matori”. ogni tanto, a volte si pratica cybersesso, altre volte si parla sempliceATTENZIONE: gli argomenti mente del più e del meno; insomma raccontati di seguito potrebal pari di un rapporto reale, più si va bero urtare la sensibilità dei avanti più la componente sessuale lettori troppo giovani o troppo lascia il posto a quella affettiva: si vecchi, dei bacchettoni, e dei tende cioè a diventare amiche.” cattolici particolarmente osservanti. Ci viene in mente un’ultima curiosità: “Mai successo che qualcuna meno propense al cybersesso imEh si, perché Luisella ci ha detto di queste cyber amiche ad un certo mediato (non sono affatto refratmolto ma non tutto. Che ragazze punto voglia conoscerti di persotarie, ma hanno bisogno di tempi dobbiamo aspettarci? E che tipo di na?”. Luisella sorride “Qualcuna in decisamente più lunghi). Ma non relazione possiamo sviluppare? E effetti lo chiede, ma per fortuna tutsolo. Credo che l’idea di poter amoancora: ma ‘sto benedetto cyberseste le mie partners vivono piuttosto reggiare con una donna celandosi so in cosa consiste? lontane da Alessandria. Insomma, sotto un’identità femminile sia una “Le ragazze abbordate in rete proho l’alibi della distanza”.


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MODA

VAFFANBAGNO

Ma cosa ti sei messo?! Tutto quello che avete sempre pensato dei personaggi alessandrini e non avete mai osato dire “Chanel, hai un disperato bisogno di Chanel!”

reparatevi ad essere invasi da un’ondata di verde perché questo mese parliamo di “moda leghista”. Da anni la Lega Nord usa questo colore (orrendo e fuori moda) come simbolo del proprio movimento politico, trasformandolo in un vero e proprio codice di abbigliamento, un tratto distintivo dei suoi membri ed esponenti politici che, come possiamo vedere anche in queste foto, sfoggiano immancabilmente fazzoletti, cravatte, maglie, felpe verdi e “griffate” dal sole delle Alpi. Guai a chi “va in scena” senza niente di color verde Padania. E che sia visibile (gli slip vanno bene ma non valgono). Se volete farvi un’idea della mole di oggetti targati Lega Nord, visitate la ricchissima e ampia sezione gadget del sito www.leganord.org. Davanti ai vostri occhi esterrefatti si aprirà un intero universo fatto di lenzuola, asciugamani, guanti da forno, orologi,

Vaffanbagno è la rubrica che fa per voi: ogni mese verranno giudicate alcune toilette visitate (e fotografate) da La Pulce. Aspettiamo anche le vostre recensioni! Poche righe di descrizione, corredate da una o due foto, e alcuni giudizi. Facile come ...tirare l’acqua! info@lapulcenellorecchio.it

Santa Ulandi, protrettrice del pr buon gusto e delb lo stile, aiuta i nostri politici a n vestirsi con classe ve dignità. Amen! ed

di Miranda i d Priestly, i l “perfida” direttrice della rivista di moda Runway

P

Avete mai pensato di scegliere il locale, il negozio o il bar in cui andare in base alla pulizia dei servizi?

ciondoli, bracciali, apribottiglia e persino un abitino per cane! Povera bestia, fasciata in un completo di un colore assolutamente out. Vorremmo far notare che il verde è in assoluto uno dei colori più difficili da indossare ma forse sarebbe del tutto inutile discutere di abbigliamento con gli ideatori del “celodurismo” che alle nostre obiezioni fashion potrebbero rispondere con un

“elegante” dito medio... Per riprenderci da quest’immersione nel cattivo gusto padano, meglio rifarsi gli occhi con Giorgio Abonante. Il consigliere comunale del PD riesce infatti ad avere un look sempre curato, raf-

Papayama via Gramsci, Alessandria Gennaio 2011 Coloratissimo bagno, ma un po’ nascosto. In mezzo ad uno stretto corridoio eccolo, è lui: sembra di entrare in una cabina da spiaggia, non di essere in centro città Carta igienica: sì Sapone lavamani: sì Salviette: sì Asciugamani: sì Pulizia: buona Valore aggiunto? Doppio lavandino Non va: Un po’ buio l’antibagno

Roxi 4/5 via Milazzo, Alessandria Gennaio 2011

finato e sobrio. Oltre ad essere (sì ce ne siamo accorti eccome) uno degli uomini più affascinanti del panorama politico alessandrino, Abo ha anche la tipica aria intellettuale che farebbe svenire un’intera platea di un noioso comizio politico. Fascino accentuato dal ciuffo ribelle, dalle sciarpine (sempre coordinate) e dalla voce dal tono profondo.Giorgio, il bello di Palazzo Rosso, purtroppo è già felicemente accasato (beata lei!), ma nulla ci vieta di collegarci sul sito del Comune durante il Consiglio comunale (segnatevi le date) e godercelo in diretta mentre dice la sua. Qualsiasi cosa sia.

Questo piccolo piccolo bagnetto, ricavato in uno spazio ancora più piccolo. Per entrare bisogna quasi far spostare alcuni clienti. Carta igienica: sì Sapone lavamani: sì Salviette: sì Asciugamani: no Pulizia: buona Valore aggiunto? La pulizia Non va: Troppo grigio, troppo piccolo. È un voglio ma non posso

Moscardo via Volturno, Alessandria Gennaio 2011 La prima parola da dire è: triste. A differenza del resto del locale, il bagno è deludente. Nessun coniglio ad attenderci, solo qualche ragnatela e un lavandino da Medioevo. Carta igienica: sì Sapone lavamani: sì Salviette: sì Asciugamani: no Pulizia: (in)discreta Valore aggiunto? La finestra Non va: il lavandino a pedale è odioso

Buono stato Per commenti scrivete a: m.priestly@lapulcenellorecchio.it

Medio stato

Cattivo stato


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IL MORSO DELLA PULCE Prendetevela pure... ma sul ridere!

Freddure alessandrine

Ognuno si merita di avere un portavoce Gennaro Valotto

Fabu

L’Udc di Alessandria denuncia la grave situazione dei dipendenti di Amiu e Atm, l’angosciante vicenda del teatro comunale e la disarmante condizione delle strade. Per il resto tutto bene.

Bruno Vespa: “se Berlusconi vuole continuare a governare deve mettere le palle sul tavolo e faccia le riforme!!!”. Fare le riforme con le palle sul tavolo potrebbe creare danni alla prostata.

Nel 2011 sulle politiche sociali potrebbe essere adottato il “quoziente famigliare”. Chi ha collezionato tante famiglie, come Liz Taylor, parteciperà ad una ricca lotteria.

Novi Ligure: si gettano da un palazzo col paracadute. Per sfuggire alla riunione di condominio ormai le si pensano tutte.

Dopo la vendita della casa di riposo Basile, il Comune di Alessandria prevede una seconda iniziativa per aiutare gli anziani. ...Ci sfugge la prima … Varato il riordino del sistema sanitario regionale. “L’offerta ospedaliera avverrà attraverso un sistema di rete”. Verrai ricoverato solo dopo aver vinto un torneo ai rigori. La Cgil dice di Marchionne: “è autoritario e antidemocratico”. Marchionne risponde: “grazie!!! Troppo buoni. Faccio solo il mio dovere”. Va in tilt l’antenna sul Giarolo. In molte località per diversi giorni è sparito il segnale digitale. Tra nove mesi in provincia si conta di superare quota 500 mila. Il Pd alessandrino si interroga sulle possibili nuove strategie di opposizione. A se stesso.

Oreste Rossi a Strasburgo: “ho trovato più burocrazia che a Roma”. Effettivamente là le macchinette del caffè sono più complicate da usare. Ad Alessandria nei cassonetti della plastica c’è il 40% di rifiuti estranei. Non è colpa dei cittadini se le bistecche assomigliano sempre più alla plastica. Continua la rassegna di cabaret “RidiAlessandria”. La prossima tappa sarà in Consiglio Comunale. Alessandria – Tre anni fa il Comune riasfaltò il cavalcavia del Cristo per il motoraduno dei centauri. Ora lascia le buche sulle strade per la Parigi-Dakar? Nicole Kidman: “amo l’Italia ma nessuno mi chiama a lavorare”. C’è giusto un posto da mulettista alla Guala. Due ricercatori hanno scoperto come saldare le fratture ossee con la plastica. Ossa e plastica … insieme??!! Che fine ha fatto la differenziata??!!

Apprendo che Maurizio Grassano è nel grupo dei ‘responsabili’. Mentre mi chiedo a che grado di giudizio si sia arrivati, scopro che il gruppo in questione è quello che sostiene Berlusconi e il suo governo. E’, insomma, una specie di viagra politico per un uomo di 74 anni che, probabilmente, necessita di viagra d’altro tipo viste le ripetute prestazioni che ci vengono descritte in questi convulsi giorni di frenetici dibattiti da buco della serratura. Mentre la pubblicità della Ford ci spiega che questo è il periodo per farsi una Escort, apprendiamo che a Palazzo c’è chi ha

“Voglio un portavoce anche per protestare con i vigilini” preso alla lettera la proposta così come ha interpretato alla lettera la solita banale frase secondo cui l’Italia sta andando a puttane. Offriamo un ulteriore contributo all’elenco dei luoghi comuni aggiungendo che una volta si giocava col Cubo di Rubik mentre ora ci si diletta col culo di Ruby. Segno dei tempi che cambiano, eventualmente. Distratto dalle notizie provenienti da Roma, quasi quasi mi sfuggivano quelle di casa nostra. Le più suggestive riguardano una polemica sollevata da Fabbio che ha plaudito ad Alemanno capace di azzerare la propria giunta, con la differenza che lui qui non ha azzerato nessuno. Anzi, ha lasciato tutti gli zero al loro posto, malgrado Locci, dal suo giovane pulpito,

Fabbio cambia mestiere e si dà alla “ficsion” Aldo Monta Spenti i riflettori alla Cittadella sulla fiction “”Violetta”, rimane l’amaro in bocca per tutti gli alessandrini che hanno fatto la fila ai casting – seppur solo per una fugace comparsata – e non sono stati scelti dalla produzione, che ha arruolato tutti i maschi giovani. Gli over 30 dovranno vedersi lo sceneggiato direttamente in tv. Ma c’è un aspirante attore che non ha proprio digerito l’esclusione dalle riprese, uno sicuro di essere scelto dal regista in persona: il Sindaco Piercarlo Fabbio. E non importa che la produzione stesse cercando giovani alti dai capelli biondi naturali. Per avere un ruolo nel film era disposto a tutto. Macché. Fab-

Su You Tube impazza (si fa per dire) il video del Sindaco bio è stato scartato. Troppo poco austro-ungarico. Il primo cittadino non si è perso d’animo: “Non mi volete nella fiction risorgimentale? E allora me ne faccio una tutta mia!”, avrebbe confidato ai suoi fedelissimi, chiusi nelle segrete stanze di Palazzo Rosso per consolarlo. E così fu. Fedele a se stesso, Fabbio ha preso carta e penna (stilografica, l’immancabile compagna di mille

ordinanze – diventata un “must to have” tra i fabbiani più duri. Ma la Bic è sempre la più comoda! ) ed ha scritto un dialogo impossibile tra il Sindaco di Alessandria, lui medesimo, e il senatore Teresio Borsalino. Un viaggio onirico tra presente e passato in cui il primo cittadino spiega l’Alessandria di oggi all’illustre defunto di un secolo fa. Viste le ristrettezze economiche in cui versa Palazzo Rosso, Fabbio ha deciso di tagliare il budget e di conseguenza il cast. Per la verità il Sindaco avrebbe chiesto prima i fondi al Ministero per l’alta valenza culturale dell’opera, poi ha bussato alle porte dell’Amag, sponsor ufficiale di tutto quello che succede in città. Ma se da Roma hanno nicchiato accampando scuse (“al

L’indispensabile iniziativa del sindaco che assolda una persona che parli al posto suo abbia sostenuto la necessità di svecchiare l’esecutivo. Un amico attento osservatore, esperto in battute di piccolo cabotaggio, mi ha detto che in una precedente commissione comunale svoltasi alla ‘Basile’, alcuni rappresentanti del Comune hanno deciso di non rientrare, preferendo fermarsi alla casa di riposo (dove, in futuro, si svolgeranno alcune riunioni di giunta). La notizia che, per fortuna, non mi è sfuggita è quella realtiva al sondaggio che premia il sindaco Fabbio. Si rassegnino i suoi oppositori: gli alessandrini lo amano. Il solito amico mi ha detto che siamo noti per essere di bocca buona. O che, almeno, apprezzandolo, trovano un modo per alzare uno scudo, spaventati dall’arrivo dell’onda rossa (nel senso di Rita). Fabbio ha deciso sobriamente di fare sapere alla gente che la gente stessa lo adora. E così chi entra in Alessandria si trova i suoi manifesti minimalisti che danno il benvenuto a suon di grazie. La tentazione di prendere pennello e vernice e scriverci sotto “prego” è abbastanza forte, ma risparmierò il colore per realizzare i murales auspicati da Vittoria Poggio, che ha ben capito quali sono le priorità alessandrine. Mi chiedo se l’idea dei manifesti giganti sia stata di Fabbio o piuttosto del suo nuovo portavoce, quell’indispensabile figura assunta tramite regolare concorso. Pare che i bookmakers inglesi abbiano ben presto chiu-

vaglio ci sono prima il docu-film sui colibrì e la pellicola storica sull’inventore della cerniera lampo”), al quartier generale della municipalizzata hanno richiesto che sulle pareti di casa Borsalino campeggiasse sempre il logo Alegas, come dietro ai calciatori quando si fanno intervistare a fine partita. Dopo estenuanti trattative Fabbio ha rinunciato. E così, imprecando per il monopolio comunista della cultura, Fabbio si è buttato di fronte a una telecamera, ha chiamato un attore (Ferruccio Reposi) per interpretare il sen Borsalino (Il Piercarlo, dopo aver letto l’ultimo sondaggio che lo incoronava miglior sindaco di Alessandria dal 1168 ad oggi, era stato tentato di fare entrambi i ruoli: “Ho pure la colonna sonora, l’inno della città scritto da me”). Nella prima scena Fabbio ha deciso di comportarsi come un

so le scommesse. Comunque, il sindaco, non pago di un ufficio stampa che risulta super accessoriato, ha un portavoce, un Bonaiuti tutto suo, una persona stipendiata per farsi dire le cose da Fabbio e riportarle al mondo intero, come se Fabbio non lo potesse fare da solo. Previsione: se il sindaco dirà cose furbe sarà merito suo; se dirà sciocchezze sarà colpa del portavoce. Ho pensato che tutti dovremmo avere un portavoce. Uno che dice le cose per noi, anche nelle cose apparentemente più banali. Sei in macchina, un automobilista ti taglia la strada? Mandi il tuo portavoce a insultarlo. In banca, il funzionario ti sta dicendo che le spese di commissione sono aumentate? Mandi il tuo portavoce a minacciarlo di trasferire il conto da un’altra parte. Devi ordinare al ristorante? Mandi il tuo portavoce a colloquio col cameriere. Hai un esame all’università? Mandi tuo portavoce, sperando che abbia studiato (più di te, almeno). E’ Natale e ti devi confessare? Mandi dal prete il tuo portavoce. Intanto, se è un bravo portavoce, conosce a sufficienza le tue malefatte. E, naturalmente, penserà lui a saldare il conto col Padr’Eterno a suon di preghiere pro assoluzione. Amen. Ps: ultimissima. E’ giunta voce che al vincitore dell’auto, primo premio della lotteria organizzata dai commercianti alessandrini, sarà consegnato ANCHE un posto parcheggio.

normale, umile, comune cittadino: addormentarsi a pagina 3 mentre legge “Il Cimitero di Praga”, ultimo mattone di Umberto Eco. Invece di sognare le donne della sua giunta vestite da sirene che cercano di ammaliare Fabbio-Ulisse sussurrando “Sai, quanto bella sei per noi, o Alessandria tra i fiumi, la nebbia sal così tu ti vesti a festa” al premier mandrogno appare Teresio Borsalino che gli chiede conto della città d’oggi. E qui Fabbio mette a frutto tutti quegli anni trascorsi all’Actor Studios di Litta Parodi. Si cala nella parte sorseggiando acqua calda, inframezzando dialetto locale e frasi a effetto per tenere il pubblico inchiodato al video, in un’incessante botta e risposta da lasciare senza fiato. Memorabile. Poi lo squillo del Blackberry lo riporta alla realtà, ed esce di scena calandosi un Borsalino sulla pelata. Applausi! L’unica cosa vera di questo articolo è il video, caricato su You Tube... (titolo: Alessandria, il cappello... e admòn?). Da Oscar!


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Belpietro docet? A proposito di deontologia professionale...

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Dare retta a Tizio e scrivere delle azioni illegali di Caio o starsene buoni in attesa di (più seri) riscontri?

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Pidren, l’anvud del magnon d’ij’Ort Secondo Maurizio Belpietro i giornalisti dovrebbero pubblicare tutte le notizie che vengono raccolte perché solo in questo modo si onora l’impegno assunto di fronte ai lettori. E questo vale anche nel caso in cui non si abbiano le prove di quanto si pubblica ma soltanto la “parola” di colui (o colei) che fa la soffiata. Basta avere l’accortezza di accertarne identità e professione. Un assunto che, se adottato come sostiene Belpietro, da tutti i giornalisti, metterebbe alla gogna migliaia di persone. Infatti, qual é quel giornalista che non ha raccolto dichiarazioni scottanti dall’amico, da un semplice conoscente, o dai mille millantatori che scrivono al giornale? Il sottoscritto è regolarmente iscritto all’Albo dei giornalisti per cui, seguendo quelle direttive, dovrei pubblicare tutto quello che confidenzialmente mi ha detto Tizio a proposito di Caio. L’Ordine E tutto ciò anche non se Tizio lo conosco appena (ma sono al perdona. corrente delle sue E le querele generalità e profesneppure sione) e non mi fornisce le prove che Caio, noto personaggio politico, effettivamente, ha commesso quella tale scorrettezza che potrebbe essere, che sò, una mazzetta, o un incontro clan-

destino (ma chi se ne frega al giorno d’oggi dell’incontro clandestino quando abbiamo un Premier più noto, anche a livello internazionale, per le sue vantate capacità amatoriali che per le sue doti politiche).

Personalmente, denunce di questo tipo, deontologicamente (secondo Belpietro), ne dovrei fare a bizzeffe dal momento che nei confronti di qualche amministratore se ne sentono di cotte e di crude. Ad esempio, secondo Belpietro, mettiamo il caso che, in una località (sempre a caso)

È l’”essere o non essere” dei giornalisti. A volte si sa più di quanto si possa scrivere. E allora, che fare?

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Le definizioni in grassetto sono a “tema” sulla provincia di Alessandria

ORIZZONTALI dell’alto Monferrato, un certo sindaco, mettiamo una data a caso, nell’autunno di una decina d’anni fa, sempre secondo voci raccolte da Tizio (persona di cui sono a conoscenza delle generalità e della professione), ne avrebbe combinate più che Bertoldo in Francia. Ebbene, secondo Belpietro, in quel caso io dovrei pubblicare sul giornale (ammesso che il direttore responsabile non mi faccia ricoverare in una casa di cura), così come mi avrebbe confidato Tizio, che quel sindaco azzeccagarbugli avrebbe dato fuoco addirittura al Municipio pur di cancellare le prove di imbarazzanti intrallazzi! Ma anche ammesso che ciò sia vero, e non lo credo affatto, in mancanza di prove certe il citato ex Sindaco di certo mi trascinerebbe in tribunale per farmi fare un c..o con i fiocchi e controfiocchi anche perché, ne sono certo, nel momento in cui vengo querelato Tizio si defilerà negando di aver mai dichiarato quanto io (fesso!) ho pubblicato. Ecco, in quel caso, chi dovrei ringraziare? Belpietro o la mia dabbenaggine, dal momento che mi sono lasciato convincere a comportarmi in modo tanto stupido? Senz’altro la mia dabbenaggine. Per cui non scriverò mai particolari di cui non posso (purtroppo) dimostrare la veridicità e Belpietro, con il suo giornale, vada pure a farsi friggere!

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1) La Superba con la Lanterna, 3) La Porta della “breccia”, 7) Grosseto per l’ACI, 8) Sentimento... poetico, 12) La compagna del brigatista Curcio, uccisa nel ‘75 sulle colline acquesi, 14) Città con il Museo dei Campionissimi, 16) Nota casa di gioiellieri valenzani, 17) Una famosa fattoria di Alessandria, 19) Pappagallo variopinto, 20) I confini... dell’Italia, 21) Punto cardinale, 23) Dio egizio del Sole, 24) Legge inglese, 25)

Ne è Presidente Paolo Filippi, 26) Poco musicale... come una campana, 28) Cantava L’Angelo Azzurro (iniz.), 29) Esercito Italiano, 30) Risultati degli esami, 32)I ragazzi della via di Molnar, 33) Antonella, valletta della TV.

tà della Provenza, 6) Usa la rete... ma non col computer, 9) Il partito di Malagrino e Miraglia, 10) Il suo primo cittadino è Andrea Oddone, 11) Possono essere alternate o baciate, 12) Calzature da spiaggia, 13) Stato africano con capitale Conakry, 15) Il genere musicale di Pavarotti, 17) Unità di misura astronomica, 18) Frazione di Alessandria, 22) personaggio della Bibbia, 24) Chiude la credenza, 27) Sgradito al censore, 31) Articolo maschile.

VERTICALI 1) Faceva coppia con Ric, 2) Malvezzi, segretario dell’Ass. “Alessandria 2018” (iniziali), 4) Il nome di Man, giornalista italiano, 5) Cit-

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SCUOLE Cercate le parole contenute nello schema (in orizzontale, verticale, da destra a sinistra e da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto ). Le lettere rimanenti formeranno la “chiave”.

CHIAVE (7): Un “primo” tipico mandrogno Le soluzioni del Cruciverba e del Crucipuzzle saranno pubblicate nel prossimo numero.


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FEBBRAIO 2011

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34 ANIMALI

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ANTIQUARIATO

32 COLLEZIONISMO

Pensione per piccoli animali (no cani, gatti) offresi tutto l’anno, in provincia di Alessandria, si garantisce serietà e professionalità. Tel. 3382992519.

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Tel. NB. In conformità alla legge 675/96 autorizzo il trattamento dei miei dati personali (Questi dati non verranno pubblicati nell’annuncio)

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12 - CASE VACANZA VENDITA/AFFITTO 13 - ATTIVITA’ COMMERCIALI Compilare, in stampatello leggibile, in tutte le sue parti. Si ricorda di inserire nel testo dell’annuncio il recapito valido che si vuole pubblicare. In mancanza di tale dato l’annuncio non verrà preso in considerazione.

LA PUBBLICAZIONE DELL’ANNUNCIO E’ SUBORDINATA ALL’ACCETTAZIONE DELLA DIREZIONE.

14 - RUSTICI E TERRENI LAVORO 20 - LAVORO CERCASI 21 - LAVORO OFFRESI

LA PULCE NELL’ORECCHIO NON E’ RESPONSABILE DELLA QUALITA’, VERIDICITA’, PROVENIENZA E PUNTUALITA’ DELLE INSERZIONI E NEPPURE PER LE CONSEGUENZE DIRETTE E INDIRETTE CHE POSSONO DERIVARE DALLA NON CORRISPONDENZA DEI DATI RISPETTO ALLA REALTA’.

22 - LEZIONI PRIVATE

TUTTI GLI ANNUNCI SONO PUBBLICATI SOTTO L’ESCLUSIVA RESPONSABILITA’ DELL’INSERZIONISTA E SONO INSERITI A TITOLO GRATUITO.

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I LETTORI SONO INVITATI AD ACCERTARSI DELLA PROVENIENZA DEL BENE CHE SI INTENDE ACQUISTARE ONDE EVITARE DI INCORRERE NEL REATO DI “INCAUTO ACQUISTO”. SI PREGA DI SEGNALARE (CON LE MEDESIME MODALITA’ ) GLI ANNUNCI CHE NON HANNO PIU’ BISOGNO DI ESSERE PUBBLICATI.

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30 - ABBIGLIAMENTO 31 - TECNOLOGIA 32 - ANTIQUARIATO E COLLEZIONISMO 33 - ARREDAMENTO 34 - ANIMALI 35 - VARIE


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Potremmo dirvi tante parole ma preferiamo i GRAZIE dei nostri clienti…. Sono stata contattata da JD Group direttamente dal presidente, il Dr. Scandella, grazie all’intermediazione di un amico. Questo fatto mi aveva da subito positivamente colpita, dato l’intervento diretto del presidente, dimostrazione istantanea dell’attenzione e della cura di JD Group verso i propri clienti. Sono bastati pochi minuti di conversazione per accorgermi della qualità dei servizi di JD Group e della loro utilità, nella mia situazione in primis. Il primo step di rapporto è cominciato con

l’analisi del mio conto corrente, per l’individuazione di politiche di anatocismo, per poi continuare con altri validissimi interventi, come la sistemazione della mia situazione presso la banca e un impensabile abbassamento dei tassi d’interesse dal 13% ad addirittura il 3%.... incredibile dicevo anch’io, ma VERO!!! L’analisi ha evidenziato la presenza di anatocismo e JD Group quindi è prontamente intervenuta per trovare, in stretta collaborazione con la banca la soluzione più rapida e

migliore alla mia situazione. Tale soluzione è stata il totale recupero della cifra toltami dall’istituto di credito e il pagamento a loro carico di tutte le spese subite… in una sola parola: IL MASSIMO!!! Adesso devo ammettere che grazie a JD Group il mio rapporto con la banca è finalmente sereno e soprattutto trasparente, fattore che non posso davvero spiegare quanto sia importante per me e la mia azienda. JD Group fa ciò che promette… basta questo. Fiammetta Rocchetto MEGAR (VR)


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