La Pulce nell'Orecchio - numero 34 by la pulce nell'orecchio

MARZO 2013 | ANNO XII | NUMERO TRENTAQUATTRO

PERIODICO DI INFORMAZIONE, CULTURA E COSTUME

Per il finto funerale “prestito” dal cimitero La protesta Amiu con bara e fiori “veri”

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Demachi: il musicista che stupì pure Mozart Il violinista alessandrino apprezzato dalle Corti europee e dal giovane Amadeus.

SCOMPARSI

Profughi: dove sono?

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% CB-NO/ ALESSANDRIA n° 33 anno 2013

Alessandria La città dei teatri perduti

I nostri in Parlamento Chi sono i sei alessandrini eletti al Senato e alla Camera? Li terremo d’occhio.

La ricetta della Pulce

Papa della Fraschetta?

Le origini sono astigiane, ma Bergoglio è il nome di un antico quartiere della nostra città.

Finita l’emergenza, sono stati “sfrattati” dall’ostello.

(B)Orgoglio alessandrino

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I socialisti tornano più vivi che mai. Ma siamo sicuri che se ne fossero andati?

GIOCHI E PASSATEMPI

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POLITICA

Renato Balduzzi

Daniele Borioli

Cristina Bargero

Fabio Lavagno

E’ il Ministro della Salute dal 16 novembre 2011. Nato a Voghera il 12 febbraio 1955, coniugato con tre figli, residente ad Alessandria. Professore di diritto, È autore di oltre 110 pubblicazioni. È stato consigliere giuridico dei Ministri della difesa (1989-1992), della sanità (1996-2000) edelle politiche per la famiglia (20062008).

Nato ad Alessandria l’8 Maggio del 1957. E’ dipendente della Provincia. Frequenta l’università di Torino ma dalla sua bio ufficiale non si capisce se si laurea. Per l’Isral studia la storia contemporanea. Milita nel Pci e in tutte le declinazioni, fino al PD. Politico di lungo corso, è stato vicepresidente della Provincia e assessore regionale ai trasporti. Primo alle Primarie.

Nata a Casale Monferrato, ha 37 anni ed è ricercatrice presso l’Ires Piemonte, dove si occupa di politiche pubbliche e, in particolare, a quelle dello sviluppo economico del territorio nonché della finanza locale. Tra le fondatrici del PD in provincia di Alessandria, il suo impegno è quello di mettere a disposizione del territorio una forza fresca e competente.

Nato a Casale il 2 marzo 1977, laureato a Venezia in lingue orientali, approfondimento alla Sorbona di Parigi. Nel 2004 è consigliere comunale, poi Assessore all’istruzione e politiche giovanili. Dal 2010 è coordinatore regionale Sel. Dice di essersi unito a quanti non rinunciarono all’idea che in Italia vi fosse una forza ancorata a sinistra e pronta alle sfide di governo.

Fatevi onore, onorevoli. Vi osserveremo Federico Fornaro

Manuela Repetti

Quattro uomini, due donne. Sono i nostri parlamentari a Roma Hanno giurato, si sono accomodati sugli scranni ed hanno già partecipato attivamente alle votazioni per eleggere i presidenti delle due Camere. Sei politici dalla provincia di Alessandria sono ora a Roma a rappresentare il territo-

rio e non solo. A parte il ministro in carica Renato Balduzzi (Lista Monti) e la senatrice del PdL Repetti, gli altri rappresentanti sono alla prima esperienza in Transatlantico, non certo alla politica attiva. Impariamo a conoscerli. LA PULCE NELL’ORECCHIO

Vice Segretario regionale del Piemonte, dirigente d’azienda, 47 anni, Laureato in Scienze Politiche all’Università di Torino. Già coordinatore della regionale dei DS e responsabile della comunicazione, è stato Segretario DS di Alessandria. Consigliere provinciale e Sindaco di Castelletto d’Orba (Al) dal 2004. Capogruppo PD in Provincia. Saggista, svolge anche attività giornalistica collaborando con “Le Ragioni del Socialismo” e “Mondoperaio”.

Nata il 17 dicembre 1966 (46 anni), laureata in lingue, imprenditrice. Coordinatrice provinciale PdL, è legata all’ex ministro Sandro Bondi. La sua biografia è piuttosto scarna. A differenza degli altri parlamentari alessandrini non twitta, non ha un sito, né un profilo biografico su Wikipedia. Onorevole vecchio stampo, a dispetto dell’età.

Periodico registrato al Tribunale di Alessandria al n°631 del Registro. Stampa il 13 novembre 2009. Iscrizione al ROC: 19969

Direttore Responsabile Giordano Panaro Condirettore Paolo Allegrina Redazione Marco Baccari, Valentina Frezzato, Aldo Monta Hanno collaborato: Piero Archenti, Fabio Buffa, Franca Ferraro, Valentina Ferraro, Damiano Gasparetto, Emanuela Vignale Foto Lino Carter, Giovanna Maugeri, Vittoria Torriani Largo Bistolfi, 3 15121 Alessandria info@lapulceonline.it www.lapulceonline.it Tel e fax 0131.481374

CANOTTIERI

Editore Na.Va.Le Soc. Cooperativa di servizi p.iva 02233310065 Fondatore Cav. Bruno Ferraro Largo Bistolfi, 3 15121 Alessandria Tel e fax 0131.481374 Pubblicità Tel e fax: 0131.481374 info@lapulceonline.it Prezzo al modulo (50x53,75 mm): 24,00 € Grafica e impaginazione Mavi Design Vox Comunicazione Stampa SARNUB srl Industrie tipografiche Cavaglià (BI) La Pulce nell’Orecchio è stampata su carta riciclabile. Rispetta l’ambiente, non gettare il giornale per terra.

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POLITICA

L’aria di primavera risveglia i sensi e fa rinascere la natura. Germogliano le piante, sbocciano i fiori. Da vent’anni i garofani non crescono più ad Alessandria, non c’è la terra buona. O solo il clima giusto perché mettano radici. Tant’è che il garofano rosso da un po’ di tempo è stato sostituito con la rosa del medesimo colore. A settembre gli ultimi rami non secchi dei fiori che prima di Tangentopoli crescevano rigogliosi e numerosi in riva al Tanaro hanno organizzato l’incontro pubblico: “20 anni senza i socialisti, che disastro! Che fare?“. Perché se il partito del garofano ha perso i petali, è anche vero che i socialisti alessandrini, di destra e di sinistra, sono sempre sulla breccia, cascasse il mondo. O fallisse un comune. Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Pier Angelo Taverna, il’ex presidente Amiu, Pier Carlo Bocchio, Priano senior e junior, Giampiero Borsi. E poi Felice Borgoglio che si sta riaffacciando sulla scena politica locale, tentando di ispirare i nuovi movimenti di centrosinistra e, ovviamente, socialista orgoglioso. Lo stesso attuale sindaco di Alessandria Rita Rossa è cresciuta con i garofani in casa. Fino agli anni ’90 i Socialisti raccoglieva-

no il 30% dei voti ad Alessandria, quando altrove era tutto un fuggi fuggi. Il Nuovo PSI (area Stefania Craxi, centrodestra) aveva pure appoggiato il candidato Piercarlo Fabbio alle urne. A dare una mano all’orgoglio socialista ci aveva pensato la ISPO del Prof. Mannheimer, nel maggio 2011, ha condotto un sondaggio d’opinione a livello nazionale, dal titolo “Il mercato potenziale del PSI”, titolo bruttino che porta alla mente l’azione della compravendita, ma tant’è, secondo il poll di Mannheimer il partito, seppur fortemente ridimensionato potrebbe “conquistare” il popolo degli indecisi e di quelli che sono propensi a disertare le urne. L’età degli elettori? Tra 25 e i 35 anni, ovvero tra quelli che erano ancora troppo giovani per ricordare Tangentopoli e Bettino Craxi, ed abbastanza eruditi da conoscere invece l’ideologia pura. L’area di “attenzione” verso il PSI oscilla intorno all’11%. Ma oggi son tornati pronti per buttarsi nella mischia. Si ispirano al presidente partigiano Sandro Pertini, ma guardano al futuro, di Alessandria e dell’Italia, lanciando con orgoglio una nuova campagna politica per “reclutare e trasmettere valori e ideali che oggi non van-

Ora anche ad Alessandria

no più di moda”. Si parte dal capoluogo dissestato, pieno di ex amici del garofano. L’Assemblea degli iscritti al Partito Socialista Italiano della Federazione di Alessandria ha eletto il nuovo gruppo dirigenziale. Nel consiglio direttivo fanno parte Felice Borgoglio e signora, Ezio Sestini, il comandante della polizia provinciale Giovanni na Lombardi , Valeria Rattazzo, il medico Luparia, Angelo MartiDomenico Merconi, Gina Pierro, Elisa Con l’elezione gliano, l’ex leghista Perazzini, Alessandel nuovo Paolo Lodici. dro Porta, Roberto segretario E poi Stefania AmeProcchio, Andrea il Psi ci riprova lotti, Angelo BarScagliola, Massimo e torna in pista zizza, Domenico Serra, Filippo SparaBorgoglio, Armando cino, Gianni TagliafiBoveri, Gianluca Bruno, co e Domenico Tedesco. Antonio Burgarello, AlesIl Direttivo ha eletto come sandro Buzzi, Emiliano Campelli, Segretario del comitato cittadiDomenico Capocchiano, Marcello no, Gianluca Bruno, 40 anni, di Capone, Alessio Castelli, Carolina storia socialista il cui obbiettivo è Coppa, Luigi Cornelio, Pasquale quello di cercare di “coinvolgere il Fata, Gianpaolo Gho, Mauro Girarmaggior numero di uomini e donne dengo, Giancarlo Grosso, Fabrizio ma soprattutto di giovani che abGuazzotti, Carlo Lombardi, Tiziabiano voglia di cambiare i destini di

POLITICA

(B)Orgoglio socialista: nostalgia per il garofano?

questo paese. C’è un forte bisogno e voglia che una certa politica ritorni al centro del dibattito, i partiti, e non movimenti nati così per caso, per essere contro qualcosa o contro qualcuno, devono tornare i veri e leali protagonisti”. Il Segretario del comitato cittadino, sarà supportato da una una squadra di compagni (Amelotti, Buzzi, Capone, Coppa, Guazzotti, Lombardi, Martini, Mercogliano, Pierro, Rattazzo, Tedesco) che collaborerà direttamente con la segreteria, in vista anche delle prossime iniziative pubbliche che vedrà il Partito Socialista protagonista.

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AMARCORD

Teatro Marini, esterno Cinema Splendor, arena estiva

Alessandria, città dei teatri perd Piero Archenti

Chi vive in Alessandria oggi, non può minimamente immaginare la varietà di proposte teatrali e cinematografiche disponibili fin dall’inizio del ‘900 anche se dovremmo andare a ritroso nel tempo, addirittura fino al 1729, quando il Marchese Filippo Guasco, padre di Lodovico, vi aprì il primo teatro cittadino – per l’appunto, il piccolo Teatro dei Guasco – che fece del Palazzo Guasco il centro della vita mondana dell’aristocrazia alessandrina. Il teatro fu chiuso nel 1766, per l’opposizione del clero e della borghesia. Tornando a tempi più recenti, in questa breve carrellata di immagini che proponiamo, e facendo uso di una buona dose di “amarcord” oltre a ricorrere ad amici come Ugo Boccassi, Tony Frisina e Davide Mazza, da sempre attenti raccoglitori delle vecchie memorie di un tempo che fu, vorrei proporre ai lettori de “La Pulce”, una Alessandria che non vorremmo dimenticata ma rivitalizzata, mal-

Eravamo circondati da cinema e palchi, ma con gli anni li abbiamo visti crollare, bruciare e chiudere (quasi) tutti. E ora che anche del Teatro Comunale c’è solo il ricordo, cosa ne sarà della cultura “dal vivo”? Frisina), situato in piazza Vittorio Veneto, dove ora esiste il palazzo della SIP. Inaugurato nel 1903 per due volte cambiò proprietà assumendo, nel 1907, il nome di “Teatro Verdi”, e successivamente, nel 1920, in concomitanza con l’inaugurazione dell’antistante Piazza del Popolo, dove il movimento operaio teneva le sue manifestazioni, assunse appunto il nome di “Teatro del Popolo”. Nel novembre dello stesso anno diresse la sua orchestra il maestro Arturo Toscanini. Due anni dopo, nel 1922, gli squadristi fascisti lo diedero alle fiamme e la strutgrado le pesanti tura fu trasformata successivicissitudini vamente in Liceo MusicaIl primo teatro di questo le. Il destino, e la guerra, cittadino fu p r i m o volle però che anch’esso scorcio di venisse bombardato duall’interno di secolo. rante la guerra. Palazzo Guasco, Chi scriSollecitando momenti il centro della ve vanta più recenti, chi si trova vita aristocratica un’età che, invece a transitare sotto tutt’al più, i portici del Municipio, ed può ricordaalza lo sguardo al di sopra dere la Alessandria gli ingressi del nuovo bar riaperto dell’immediato dopoguerra, anche di recente, potrà ancora leggere, se i racconti raccolti nell’ambito sbiadita dal tempo, l’insegna “TEfamigliare riescono, in qualche ATRO” sull’ingresso del vecchio caso, a ricostruire, grazie a scarse foyer del Teatro Municipale, immagini fotografiche, momensopravvissuto all’incendio che lo ti di vita distrusse nel corvissuta fin so di una incurdall’inizio sione aerea, nel del seco1944 (la rara foto lo appena che ne illustra concluso. l’interno fa parte E’ il caso della collezione del TeaMazza). tro Finzi Poco distante l’in(foto colgresso del vecTeatro Municipale lezione chio Cinema

Teatro Alessandrino che si affacciava sull’odierna Piazza della Libertà, abbattuto per realizzare l’attuale Banca del Lavoro e quindi rilocalizzato in via Verdi . Nei giardini invece avevamo il Kursaal “Virginia Marini”, in puro stile Liberty, attivo fino

al 1965 (personalmente ricordo che mia mamma mi “trascinò” alla proiezione del film, a colori, dell’incoronazione della Regina Elisabetta II, avvenuta nel 1953), quando l’Amministrazione alessandrina decise la sua demolizione facendo sorgere, nel 1978, l’attuale

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E il Comunale che fine farà?

duti

“Il Comitato Ridatecilteatro si è espresso più volte in questi due anni e mezzo e ha cercato con le sue limitate forze, con i suoi strumenti informativi e con le sue azioni concrete di dare la sua disponibilità operativa a sostegno del TRA affinché non capitasse quello che, temiamo, stia capitando. E per questo vogliamo ancora una volta chiedere alla Giunta la cronologia delle azioni intraprese e quelle ancora da intraprendere al fine di rendere puliti e bonificati i locali del teatro prima che la struttura dell’edificio si deteriori ulteriormente per il passare del tempo e per la mancata e adeguata manutenzione. Noi non eravamo d’accordo con la passata giunta Fabbio nel dare alla stessa ditta che ha prodotto l’inquinamento da amianto, l’incarico della pulizia/bonifica e siamo rimasti non d’accordo con l’attuale Giunta rispetto al mantenimento della stessa linea; ci pareva, infatti, utile ed importante operare in un segno di discontinuità reale circa la attribuzione delle responsabilità e alle azioni da intraprendere anche in campo civilistico. Questi chiari ritardi nella bonifica

Teatro Comunale di Alessandria. Il vecchio Kursaal Marini, all’interno del suo ampio giardino, disponeva anche di un ampio gazebo, parzialmente danneggiato dai bombardamenti, dove si svolge-

Chi si ricorda il Kursaal “Virginia Marini”? Un teatro in stile Liberty vano, prima della guerra, eleganti serate danzanti. La parte lasciata libera dal grande gazebo era invece occupata dall’arena estiva per la proiezione all’aperto durante il periodo estivo.

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Cinema Moderno

Comitato Ridatecilteatro a cosa e a chi vanno imputati? Alla mancanza di fondi causa il dissesto? Anche la superficialità dimostrata nei confronti del comune di Valenza circa la sua decisione di “abbandonare la nave” ci è parsa sorprendente per l’assenza di una posizione della maggioranza del Comune di Alessandria! Ancora una volta chiediamo alla Giunta in carica di fare chiarezza sulla situazione attuale: il TRA è in liquidazione? Al Comune di Valenza si permette una “fuga” così serena e semplice? A che punto è la bonifica? Quali sono i tempi per completarla? Chi sono i responsabili del controllo delle attività sia in termini di tempo sia in termini di qualità? Le parole trasparenza ed informazione sono ormai così abusate e “violentate” da quasi non avere più il loro originale significato, per questo noi chiediamo risposte a domande fatte in modo esplicito e forse un po’ brutale. La Giunta in carico dovrebbe tentare di dotarsi finalmente di un programma amministrativo ed organizzarsi per competenze assessorili chiare, che contemplino anche operatività e responsabilità”.

Cinema Splendor Ora purtroppo, a causa di uno mercato del centro città. Nel pesciagurato e maldestro intervenriodo invernale era costantemente to, anche il nuovo Teatro affollato dai numerosi miliComunale è completatari in libera uscita dalle mente fuori uso. affollate caserme del Anche la storia Tornando sui nostri centro e della periferecente ci ha passi e andando in ria (Valfrè, Cittadelfatto vivere via Dante, pressapola, Scuola di Polizia, co dove attualmente Autocentro...). chiusure sorge il palazzo d’anI locali più impor“eccellenti” golo con la farmacia di tanti invece, a parte piazza Genova, esisteva l’Alessandrino, di cui il vecchio Cinema Dante, abbiamo già detto, troviadagli alessandrini soprannomimo il Cinema Galleria, sotto nato “u giasòn”, per via del fatto l’omonima Galleria, e il Cinema che l’impianto di riscaldamento Moderno, entrambi chiusi di remanifestava qualche problema, cente. ma si trattava del locale più a buon Ma anche i locali cinematografici di seconda e terza visione proliferarono fino alla fine degli anni ‘50, per poi lentamente retrocedere di posizione con l’avvento della televisione. Ma fu un lungo periodo di transizione che non tolse drasticamente il desiderio di recarsi al cinema e infatti, per molti anni ancora mantennero saldamente le loro posizioni i locali di periferia come il “Vittoria” di piazza Ceriana (ora Cristalli), al Cristo, o il “Ferrovieri”. Qust’ultimo aveva la possibilità di ruotare di 360 gradi il proiettore cinematografico passando con estrema rapidità dalla sala al chiuso all’arena estiva. La possibilità di passare dal locale al chiuso all’arena estiva era piuttosto comune e non faceva eccezione neppure la sala parrocchiale dell’attuale Teatro San Francesco, nell’omonima via. Infatti, dove oggi insiste il giardino del convento, anche li si proiettavano quei film strappalacrime tanto amati dal pubblico femminile dell’epoca. Le arene estive erano numerose e di molte di loro, si è persa ogni traccia che non sia rimasta impres-

sa nella mente di chi le ha frequentate. Parliamo dell’arena estiva del Circolo Mino, in via Buonarroti; dello Splendor, che poteva essere coperto in caso di maltempo, situato dove ora esiste il circolo Bocciofilo Alessandrino di Spalto Borgoglio; l’Aurora (nella foto della fine anni ‘50, l’ingresso, attualmente murato, e lo “staff” di

gestione), di via Pacinotti, in Pista; la sala parrocchiale di piazza Santa Maria di Castello di cui non ricordo il nome. Insomma, quello proposto è un breve riassunto di quello che Alessandria rappresentò per lo spettacolo teatrale e cinematografico, anche se ora i tempi sono cambiati ma non è ancora chiaro se in meglio o in peggio!

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CHI COSA DOVE QUANDO PERCHÉ

CHI

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CHI COSA DOVE QUANDO PERCHÉ a cura di Vittoria Torriani

COSA

“Un Papa della Fraschetta”. Qualcuno ha esagerato nel commentare con entusiasmo L’ex centrocampita Egidio Notarila nuova nomina del cardinastefano, classe 1966, è il nuovo mister le di Buonos Aires Jorge Madell’Alessandria Calcio. In riva al Tanaro rio Bergoglio a nuovo ci ritorna da tecnico, dopo aver giocato pontefice, successocon la maglia grigia tra il 1996 e il 1998 re del dimissionario (serie C1) giocando molto e seBenedetto XVI. Già, perché il cognome piemontese – i suoi avi sono di Portacomaro Stazione, nell’astigiano – ha una straordinaria assonanza con “Borgoglio”, cognome tipico alessandrino. Persino uno spalto (via dove una volta correvano le antiche mura della città) ha quel nome, segno che la città gnando un paio di gol. di Alessandria ha a che fare Appesi gli scarpini al chiodo per sopragcon Borgoglio fino dall’antigiunti limiti di età, dal 2005 è diventato chità. allenatore. Legnano, Novara, Spal, CarÈ proprio Bergoglio è pi, ed ora Alessandria. Sostituisce l’esol’antico nome di un vilnerato Cusatis dopo la figuraccia in laggio che sorgeva nella casa. La nuova dirigenza, che pensa Bergoglio è il pianura mandrogna, in grande, vuole dare entusiasmo e cognome del carattere ad una compagine un po’ Papa e l’antico smarrita, nonostante un campionome di un nato decoroso. Il contratto di Notaristefano scadrà quartiere a fine stagione 2014.

primo nucleo di insediamento urbano che poi diede vita alla città medievale che si oppose all’imperatore Federico Barbarossa. Alcuni feudi attorno

a Marengo si erano coalizzati per dar vita alla Civitas Nova, la città nuova di Alessandria, chiamata così in onore del papa Alessandro III che appoggiava la “resistenza” ai ghibellini del Monferrato. Da Solero a Castellazzo Bormida (che non si chiamava così), giunsero aiuti a formare una nuova città tra il Tanaro e la Bormida. La storia dell’as-

sedio di Alessandria e della leggenda di Gagliaudo e della sua mucca lasciata scappare con la pancia piena per far credere di avere scorte per molto tempo è cosa più nota e successiva al 1168, quando venne posata la prima pietra della nostra città. Poi gli alessandrini ebbero un vero papa tutto loro, San Pio V Ghislieri di Bosco Marengo, unico piemontese ad essere eletto vicario di Cristo. Papa Francesco è sì astigiano, ma all’epoca Portacomaro e Asti erano sotto l’amministrazione mandrogna. Burocraticamente i bisnonni dell’attuale Papa erano quindi della provincia di Alessandria.

DOVE

PERCHÉ La corona di fiori è stata presa direttamente di fronte al cimitero comunale (speriamo che il morto, o almeno i di lui famigliari fossero d’accordo), e la vera cassa per defunto non l’avranno presa poi così lontano. L’azienda igiene urbana di Alessandria è praticamente in default, non c’è speranza di salvarla. Qualunque solu-

A pochi chilometri dall’uscita dell’autostrada A21 Alessandria Est, il castello di Piovera si impone come un edificio estremamente scenografico e imponente. Circondato da un vasto parco con annessa tenuta agricola è tuttora difeso da una cinta muraria e da un fossato risalenti al XIV sec. Su antecedenti accampamenti (romano e carolingio) e sulle rovine di un convento, nasce come fortezza con i Visconti di Milano. Passa successivamente

ai Mandelli, ai Gallarati, agli spagnoli Omodei agli Sforza ed ai Savoia che insignirono del feudo di Piovera Francesco Maria Balbi, ultimo feudatario. Nel XIX sec. venne trasformato in dimora signorile dall’attuale aspetto romantico, senza però intaccare l’originale struttura a “U”. Il castello porta ancora tracce di intonaco nero, forse a lutto per

la morte di Napoleone Bonaparte. D a g l i anni Sessanta appartiene al Conte Niccolò Calvi di Bergolo che lo aprì al pubblico divenendo un pioniere e un esempio tra i proprietari di dimora storica privata. Info: 0131 698128, castelpiovera@tiscali.it, www.castellipiemontesi.it.

QUANDO

zione comporterebbe un taglio delle spese, dei servizi e dei dipendenti. L’idea non piace ai lavoratori che, in attesa dello sciopero generale per venerdì prossimo, hanno deciso di protestare una volta al giorno. Ieri è stata la volta del corteo funebre, con tanto di preghiera al cappezzale della defunta Amiu, buonanima. Una protesta estrema, considerata da qualche passante di dubbio gusto, efficace dal punto di vista mediatico. Ma il problema resta e la vita di molte famiglie è appesa ad un filo.

Uscire di casa per un appuntamento speciale, che coinvolge il cuore e la mente. “Invadere” per una volta le città e sentirsi parte di una collettività che si riconosce nella cultura del nostro Paese . Vivere l’esperienza di tante storie diverse che raccontano un’unica grande storia, la nostra, attraverso capolavori dell’arte, ambienti meravigliosi e luoghi apparentemente familiari eppure sorprendenti. E “riconoscersi tra sconosciuti” grazie a questi sentimenti comuni, stati d’animo che ci fanno sentire più vicini gli uni agli altri. È ciò che succede durante la XXI Giornata FAI di Primavera, in programma sabato 23

e domenica 24 marzo. Una grande mobilitazione popolare che è diventata negli anni irrinunciabile per centinaia di migliaia di italiani e che ha coinvolto finora 6.800.000 persone. Quest’anno il FAI aprirà 700 luoghi in tutta Italia, spesso inaccessibili e per l’occasione eccezionalmente a disposizio-

ne del pubblico, con visite a contributo libero: chiese, palazzi, aree archeologiche, ville, borghi, giardini; persino caserme, centrali idroelettriche e un osservatorio astronomico. Per scoprire quali luoghi è possibile visitare in provincia di Alessandria (uno è la Cittadella) basta andare su www. giornatafai.it.

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GIOVANI E WEB

TUTTI LEGGONO

Foto Carlo Strozzi

Sabrina Di Leonardo, 23 anni, fisico ed altezza da top model, per colpa di Anna Valle non è andata in finale. Ma prima di raccontare questa storia facciamo un passo indietro. La giovane alessandrina studia lingue, russo in particolare, e spera di andare all’estero (“qui in Italia le

possibilità sono poche”). Ma la competizione intanto si dedica alla sua setra ragazze sia conda passione, sfruttando direttamente l’avvenenza e la giovane età: proporzionale “Finché posso faccio concorsi alla notorietà di bellezza, sfilate, shooting dello stesso (“il di moda”. Già, perché sei conclima a Miss Itasiderata da concorso fino ai lia era teso, la 25-26 anni, dopodiché vieni rivalità era altisrottamata. Comunque la pensima e giravano siate, per Sabrina c’è ancora molqualche annetto in cui te voci, pettemettersi in gioco: golezzi per “Mi piace la comGiovanissima screditare le petizione”, confiavversarie”) a e già nelle da. E dire che di Sabrina piafinali di Miss passerelle imporce buttarsi Italia e Miss tanti ne ha fatte: nella mischia Padania da Miss Italia fino per farsi notaa Salsomaggiore, a re ed apprezzaMiss Padania, Modelre. Intanto quando la per l’Arte abbinata al pitpuò fa la hostess nelle tore Federico Ferrari o Miss grandi fiere come al Motor Centauri ad Alessandria, con Show di Bologna o al Macef l’agenzia Florida Style. di Milano. Sebbene nei beauty contest Nel tempo libero è spesso a

Foto Chiara Galliano

Foto Carlo Strozzi

Sabrina Di Leonardo

Biella dal fidanzato pallavolista (serie B), legge romanzi e si tiene ovviamente in forma. Il suo sogno è vivere e lavorare all’estero. Curiosi di sapere quale finale ha perso per colpa dell’ex miss Italia Anna Valle? Ma quella del programma tv “Transformat” condotto da Enrico Papi: Sabrina non ha riconosciuto la faccia modificata della Valle, e così addio moto messa in palio per il vincitore.

Simone Fire-Jack Il cubista “nerd” si racconta: diviso tra laboratori e discoteche lavoro da quando ho 14 anni e ho svolto tutti i tipi di lavori immaginabili, il magazziniere, il meccanico, i cameriere e il barman. Proprio dietro ad un bancone mi è stato proposto, quasi per gioco, di iniziare a ballare su un cubo. Fu questione di qualche mese ed iniziai a lavorare in alcune delle serate di maggiore successo in Lombardia, Liguria e Bologna.

“Sono nato e cresciuto nella bella Genova, nel 2009 mi sono trasferito a Milano per studiare Biotecnologie Mediche. Oggi ho 22 anni, mi sono laureato a pieni voti e continuo a studiare Medicina Molecolare con specializzazione in oncologia. Sin da ragazzino ho imparato a stringere i denti: studio e

Tra i tantissimi colleghi con i quali ho avuto il piacere di lavorare, io sono senza dubbio il più nerd. Io sono quello che esce di corsa dal laboratorio di ricerca,

sale su un treno e raggiunge il locale target, sono quello che nelle pause apre il libro e prepara l’esame del lunedì dopo, sono quello pallido che avrebbe bisogno di un paio di lampade e quello che non si prende mai troppo sul serio, ma che si scatena una volta sul palco (sono l’unico cubista a fare giochi con il fuoco). La discoteca è un divertimento, la mia vita vera sarà in laboratorio”.

Mandateci le vostre foto con una copia de La Pulce! Le più originali potranno ricevere la t-shirt con la nostra mascotte: la pulce che salta. info@lapulceonline.it

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IL BORSINO DELLA PULCE

Come gli eventi dell'ultimo mese h 31/01/2013

10/02/2013

+10

31/01/2013 Alessandria valeva

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Aspal, profondo rosso

Corso antitruffe Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza tra la gente. Dalla Questura ai circoli di anziani e le parrocchie, per mettere in guardia gli anziani sulle truffe dei falsi tecnici che visitano le abitazioni. I carabinieri, invece, si fanno trovare in comune, nei paesi dove non c’è la stazione dell’Arma. Così la gente può porre domande, segnalare e avere risposte “comode”. La GdF ha scelto di andare nelle scuole e di raccontare ai giovani

delle superiori che fanno e cosa combattono. Tre modi per avvicinarsi alla gente, soprattutto in questo momento storico in cui la gente non ha più punti di riferimento e non credere molto nelle istituzioni.

+10 -5

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sciano i dipendenti con contratto indeterminato in mezzo ad una strada – magari per la stessa ragione delle partecipate a capitale pubblico: incapacità dei manager – ma non hanno la stessa “fortuna” di poter forzare la mano e paralizzare un comune intero.

La7 a Urbano Cairo

Alessandria dei record (anche positivi) Alessandria, terra di recordman. In attesa della bella stagione per vedere – se accadrà – 700 persone ballare a tempo con l’hula hop chiamati a raccolta dal recordman Stefano Venneri, ci sono altri che aspirano ad entrare nel libro dei Guinness. Il gruppo gospel di Valenza Joy Singer Choir, che volerà a Londra per far parte del coro più grande

-25

Ancora nulla di fatto sulla vicenda Aspal. Gli esuberi restano e le proteste non accennano a diminuire. Ogni giorno ci sono aggiornamenti, riunioni, scioperi, ma le posizioni restano nette: da una parte il Comune non vuole retrocedere sul piano di riassetto che prevede un bel po’ di esuberi. Dall’altra i lavoratori che pare, non abbiano accettato un part time per tutti per lavorare un po’ per ciascuno. Tutte le municipalizzate non se la passano bene, ma va peggio alle tante ditte private che chiudono e la-

del mondo. “1300 Voices Guinness World Record” è il tentativo di infrangere l’attuale record con 1.300 voci che, insieme ed in pieno assetto “da concerto”, dovranno eseguire due brani gospel, cantando per almeno cinque minuti accompagnati da una live band. Venneri risponderà con altri record, c’è da giurarci.

L’editore nativo di Masio, Urbano Cairo sulle orme di Silvio Berlusconi. Anche se a diventare come lui il patron del Torino non ci tiene proprio. Cairo ha acquistato La7, televisione di proprietà della Telecom, forte dell’accordo economico

già in essere (raccoglieva già la pubblicità con la Cairo Communcation). Ha scherzato dicendo di aver preso una bella “patata bollente”

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Balduzzi in fuga Il motivo per cui abbia scelto di scappare non è dato saperlo. Forse non aveva la risposta pronta da dare, forse era davvero di fretta. Sta di fatto che la fuga del ministro Renato Balduzzi da un albergo in pieno centro ad Alessandria inseguito da una Iena (tutto

trasmesso su Italia 1) non è stata una bella figura per il responsabile della nostra salute. Vabbé che le incursioni delle Iene non sono molto ortodosse e che puntano al fattore sorpresa, ma infilarsi nell’auto blu in fretta e furia è parso a molti la risposta più elo-

quente che avrebbe potuto dare sul mancato uso delle ricette elettroniche.

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IL BORSINO DELLA PULCE

hanno variato il valore della città 20/02/2013

28/02/2013

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28/02/2013 Alessandria vale

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(e vive, ovviamente) alle Hawaii, le isole polinesiane degli Stati Uniti. Ha scoperto che un particolare vaccino sta reagendo bene ai test di laboratorio per facilitare le cure contro il cancro.

Ostacoli d’argento

Pietro Bertino 38 anni, lavora all’Università delle Hawaii. La moglie novarese ha messo su un’agenzia di viaggio specializzata per l’Italia. Due cervelli in fuga.

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Da Spinetta alle Hawaii per la ricetta anticancro

Un ricerca che potrebbe rivoluzionare la lotta al cancro – ed in particolare al mesotelioma – porta la firma di un alessandrino espatriato per amore della scienza. Pietro Bertino lavora

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Dagli Europei indoor di Göteborg di atletica leggera, dai 60 con barriere, arrivano due fantastiche medaglie: l’argento di Paolo Dal Molin Il ragazzo nato a Yaoundè 25 anni fa da padre camerunese e mamma bellunese, arrivato in Italia nel 1997, cresciuto a Occimiano. Ma ora abita a Saarbruchen, in Germania, realizza un capolavoro. Vola in batteria (7”59, perso-

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nale eguagliato, alzandosi dieci metri prima del traguardo), si migliora in semifinale (7”58) ed esplode in finale. Una piccola soddisfazione per l’atleta che si allenava al campo scuola.

Il “Palle” non si tocca La prescrizione è dietro l’angolo, anzi, è quasi sicura. Fabrizio Palenzona, il super presidente tortonese è riaffiorato dalle carte di un’inchiesta del 2003 su presunte tangenti per favorire Giampiero Fiorani nella scalata Bpi ad Antonveneta. ”Balla” una bella sommetta, 800 mila euro, un’accusa di ricettazione. L’indagine su fatti del 2003 è partita nel 2006, passata dal Tribunale di Milano ad Alessandria, via Lodi, dove è arrivato per competenza territoriale. Le indagini si sono però solo concluse da poco, e l’iter processuale è in corso dopo dieci anni di attività della giustizia. Palenzona ov-

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viamente fa sapere di non avere mai preso soldi del genere, per nessun motivo. Durante le indagini, però, sembra che ben undici conti correnti in Svizzera, Montecarlo e Bahamas (tutti paradisi fiscali) intestati a lui, alla moglie – presidentessa di una fondazione ospedaliera onlus di Alessandria – alla madre e al fratello siano stati posti all’attenzione dei magistrati. Ma il tempo darà probabilmente ragione al “Palle”.

Babbo Natale per i piccoli malati Teodoro Lechner è un noto benefattore dell’Ospedale Infantile. Per i suoi 80 anni ha deciso di fare un regalo agli altri, invece che per se stesso. Un regalo da 7mila euro ed ha comprato due barelle pneumatiche per il trasporto dei piccoli malati. Il dr.Fernando Pesce, direttore del Dipartimento Pediatrico lo ha voluto ringraziare di persona: “Grazie a questa donazio-

ne, il nostro personale potrà agire in tutta sicurezza nella movimentazione dei pazienti all’interno della struttura ospedaliera”. Nicola Giorgione, Direttore Generale dell’azienda Ospedaliera dichiara: “Questi esempi di solidarietà sono il miglior riconoscimento che i cittadini esprimono a coloro che li aiutano nel momento del bisogno e delle cure. Ringrazio il signor Lechner a nome di tutti gli operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliera”.

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Criminali in aumento Non si sa se essere contenti per i numerosi arresti delle ultime settimane o scoprire, proprio perché presi, che sono in aumento i topi d’appartamento e i ladruncoli che tentano di entrare in casa in cerca di soldi contanti (il più delle volte). Senza contare i taccheggiatori che quotidianamente si

aggirano nei centri commerciali e all’outlet. Non sempre il metodo di schermare le borse con la carta stagnola funziona, così sovente tornano a casa (dopo una notte in cella di sicurezza) a mani vuote.

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SOCIETÀ

“Liberi tutti” L’emergenza continua fuori dall’ostello Con un foglio di viaggio, qualche soldo e tanti dubbi: ecco dove sono andati i profughi scappati dalla guerra civile libica

Marco Baccari

autorità alessandrine, sono ben 19 Si è concluso definitivamente lo i profughi che sono andati in cerca scorso 28 febbraio il progetto di fortuna altrove. Chi in Germa“Emergenza Nord Africa” gestito nia, chi in Francia, chi a Roma, chi dalla cooperativa “Serenity 2000” a Napoli, chi a Milano e chi e dalla casa di riposo Borè tornato in Sicilia per salino di Alessandria. ritornare sui suoi passi Un progetto che ha visto- per circa 2 All’ostello Santa e (ri)tentare il tutto per tutto in Libia. anni- 24 profuMaria di Castello Insomma, un “lighi provenienberi tutti” che può ti da Nigeria, non ci sono più, soddisfare solo in Costa d’Avoma non tutti parte i diretti interio, Ghana, hanno lasciato la ressati e gli addetti Sudan e Bancittà ai lavori e che, in una gladesh ricevere visione più ampia, vede accoglienza presso ancora una volta questo l’ostello Santa Maria Paese- l’Italia- tra i più inospidi Castello e che nel corso tali d’Europa; enti coinvolti, opedei mesi non è stato certo privo di ratori e mediatori, associazioni “intoppi”, soprattutto dal punto fanno quello che possono, ma che di vista burocratico. Ora che i terdire del calvario burocratico che mini dell’assistenza sono scaduti, tra ritardi, dinieghi, impedimenti i ragazzi hanno lasciato l’ostello e vari, hanno dovuto attraversare nella maggior parte dei casi anche i ragazzi? I documenti necessari Alessandria: usufruendo della ciper potersi muovere in Italia e in fra messa loro a disposizione (500 Europa sono arrivati, ma troppo euro), biglietto aereo o ferroviario tardi, per il rotto della cuffia. E e del Titolo di Viaggio concesso quindi le decisioni (con la data del loro (in extremis) da parte delle

Freddure alessandrine Fabu

Del resto, come hanno più volte dichiarato i ragazzi, la prima cosa da fare era “riuscire ad andarsene da Alessandria, città priva di risorse, sbocchi e speranza”. (Anche se 5 di loro sono rimasti

Qualcuno è stato ospitato da amici, altri vivono nella canonica di un parroco del Cristo

28 febbraio che incombeva su tutto e tutti) si sono dovute prendere in fretta, con due dozzine di persone costrette a decidere il proprio futuro nel giro di poche ore. Le giornate più roventi sono state, non a caso, quelle tra il 20 e il 28 febbraio, con un intensificarsi delle operazioni di assistenza proprio tra il 27 e il 28: si sono fatti salti mortali per organizzare le

partenze e sgomberare gradualmente l’ostello. E a parte qualche gesto isolato dovuto alla tensione, contro ogni previsione e viste le rivolte dei mesi scorsi non si sono verificati disordini. L’intensa mediazione degli operatori e la professionalità delle forze dell’ordine hanno fatto sì che il tutto si svolgesse con relativa serenità e collaborazione da parte di tutti.

“in zona” grazie ad amici, conoscenti e all’intervento di strutture d’accoglienza situate ad Alessandria e provincia). Che dire. Un’esperienza a dir poco “intensa” per tutti coloro che ne sono stati coinvolti, a partire naturalmente dai profughi stessi, ora nuovamente in cerca di fortuna presso altri lidi o alle prese con corsi di formazione professionale che, si spera, possano aprire loro nuovi scenari.

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CUCINA

Le Ricette della Pulce Damiano Gasparetto Vi è mai capitato di avanzare degli ingredienti e non sapere che fare? Il cuoco de La Pulce, Damiano, ci insegna a non buttar via niente, creando due piatti con una spesa unica!

Cotechino in galera

Pasta: 1 cotechino di 1 kg fresco, non precotto 1 fettona di fesa di manzo in grado di avvolgere completamente il cotechino. Intera, senza lacerazioni e spessa circa 1 cm 1 carota di 200 g circa 1 costa di sedano 2 cipolle bianche o gialle (300 g) 1 bicchiere di vino rosso 100 g di prosciutto crudo Brodo di carne olio Sale

Tritate con la mezzaluna sedano, carota e cipolle e tenete da parte il battuto. Mettete a bagno nell’acqua fredda il cotechino per un paio d’ore. Dopo asciugatelo e bucherellate tutta la sua superficie con un ago. Deponetelo in un tegame basso pieno di acqua fredda e portate a ebollizione a fuoco medio-basso. Quando l’acqua bolle, abbassate ancora la fiamma e fate sobbollire dolcemente per un’ora. Toglietelo dall’acqua, lasciatelo raffreddare completamente e poi spellatelo con delicatezza, senza romperlo. Sul piano di lavoro, stendete la fetta di manzo, foderatela con fette sottili di prosciutto crudo e avvolgeteci il cotechino. Legate con spago da cucina. Fate rosolare da tutte le parti il cotechino

usando olio di oliva e dentro a un tegame basso. Toglietelo dal tegame e fate appassire nel fondo di cottura il trito di verdure che avete riservato. Quando accenna a imbiondirsi, unite il cotechino, alzate la fiamma e aggiungete un bicchiere di vino rosso. Quando sarà evaporato, aggiungete tanto brodo quanto è necessario a sommergere la metà dell’involtone. Appena il bollore riprende, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per un’ora e mezza girandolo un paio di volte. Aggiustate di sale e aggiungete brodo solo se è necessario e tenendo presente che l’intingolo deve mantenersi denso. Tagliate a fette spesse e servite ben caldo col sugo di cottura e con lenticchie lessate.

Con gli stessi ingredienti

di questo è appunto il “cotechino in galera”, dove appunto il cotechino, elemento di una cucina povera atto a raccogliere gli scarti viene arricchito con manzo e prosciutto.

Naturalmente può non piacere a tutti o risultare troppo complicato, ma niente paura; tritate finemente le verdure, fatele rosolare, aggiungete ora la fesa tagliata a straccetti, sfumate con il vino e lasciate cuocere

lentamente con il brodo per ottenere un sughetto per la pasta delizioso ed un po’ originale. Spinaci e cotechino si sposano invece perfettamente come secondo, mentre il prosciutto crudo è un ottimo antipasto.

Damgas86@gmail.com

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Ciao a tutti e ben ritrovati, questa volta vorrei parlarvi di un secondo piatto emiliano molto ricco e sostanzioso che, come vedremo scomponendo la ricetta ben si presta anche come piatto unico. L’ emilia si sa è una terra ricca e lo è sempre stata, un tempo era terra di grandi famiglie signorili. Questo fece si che ben presto questi luoghi divennero meta di grandi cuochi, che con le loro conoscenze arricchirono sempre più la cucina locale. Classico esempio

Ingredienti per 6 persone:

Preparazione

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CULTURA

Il violinista alessandrino che stupì persino Mozart

Fabio Buffa

Torino, torna sulle rive del Tanaro e diventa primo violino presso la cappella musicale del Duomo di Alessandria. Sul frontespizio dei sei Trii dell’Opera 5 del 1771 viene indicata la mansione del Demachi: “maestro di concerto e primo violino della Catedrale d’Alessandria”. Il compositore aveva regolare contratto di lavoro e la sua paga era 200 lire del conio di Milano. La sua attività nella Cattedrale mandrogna proseguì fino al 1772; cinque anni prima di quella data compose un motivo musicista e compositore, vissuto a contralto e strumenti che lo fece nel ‘700. Chi ha cercato i suoi nataconoscere su un vasto territorio. li ha dovuto effettuare un compito Nel 1765 Demachi si era spostato a certosino: gli archivi anagrafici e Casale Monferrato, alle dipendenbattesimali presenti nella nostra ze dei conti Sannazzaro, città infatti non lo contemun’antica famiglia che plavano come “Giuseppe ebbe notevole potere Demachi”. Si scoprì Demarchi, politico tra Pavia e invece che un’ antica i paesi monferrini. parrocchia cittadina musicista e I Sannazzaro chiepresentava tra gli compositore sero composizioni atti il nome di “Giuconosciuto i tutta musicali al nostro seppe De Mays”, l’Europa del ‘700 artista in un perionato il 7 giugno 1726 do che va dal 1768 al nella Città della Pa1773, anni in cui l’alesglia. Successivamente il sandrino tenne buoni rapsuo cognome fu italianizzato porti con Federico di Sannazzaro. in Demachi. Insomma una curioL’esperienza casalese fu un vero e sità anagrafica che rappresenta il proprio trampolino di lancio per un punto di partenza di un artista in personaggio che veniva descritto grado di entrare nei meandri delcome riservato, ma pieno di verve la nobiltà europea con le proprie musicale e dallo spiccato intuito, doti e il proprio spiccato talento, doti che gli permisero di trasferirsi pur essendo uno spirito anarchico a Ginevra lavorando come primo e ramingo. Demachi studia musica violinista della prima orchestra nella nostra città, poi inizia a lavoprofessionista della città svizzera, rare a Torino, attorno ai quattordiovvero la “Societè de Musique”. ci anni, come violinista della CapErano gli anni in cui il primo viopella di Corte del Duca di Savoia. lino, ovvero il violino concertante, Qui il suo Maestro fu Giovanni Batda principale diventa un elemento tista Emanuele Somis, appartenete a sé, che si contrappone all’orchead un’ aristocratica famiglia di Tostra. E Demachi fu tra i primi a parino, che “sfornò” personalità imlesare questa “rivoluzione”. portanti in campo artistico. Somis Nel 1778 Giuseppe Demachi diiniziò la carriera di musico come venta maestro di cappella a Kiraiutante di camera del Principe di chheimbolanden nella regione Carignano, poi diventò capo dei tedesca della Renania presso la violini soprani dell’Orchestra del principessa Carolina Nassau-WeilRe di Sicilia e primo violino dell’Orburg, appartenente ad una casata chestra del Teatro Regio. Con Soaristocratica che governò il dumis il nostro Giuseppe Demachi cato di Nassau, entità territoriale divenne abile e lodato esecutore esistente in Germania dal 1344 al e illustre compositore. Nel 1763, 1816. La locuzione “maestro di capforte dell’esperienza accumulata a Tra i tanti artisti di fama e di successo nati ad Alessandria, una personalità di rilievo è certamente quella di Giuseppe Demachi,

L’incontro di una vita Amadeus Mozart voleva collaborare con Demachi, ma alla fine non se ne fece nulla pella”, che caratterizzò buona parte della carriera del Demachi, indica la persona responsabile della musica di una cappella ecclesiastica, con ruoli anche diversificati. Infatti il maestro di cappella era incaricato, tra l’altro, all’educazione musicale dei giovani musicisti e avviati alla pratica del canto. In Germania avvenne l’incontro che rappresentò il picco più elevato della carriera di Demachi: all’età di cinquant’anni le sue musiche vengono ascoltate dall’allora ventiduenne Wolfgang Amadeus Mozart, reduce dall’amara esperienza parigina, in cui perse la madre. Un Mozart ancora abbattuto per il decesso della cara, viene ospitato in terra teutonica dal barone Friedrich Melchior, dove entra in contatto con il lavoro del Demachi. Il famoso compositore austriaco venne impressionato dalla musica dell’alessandrino al punto che volle collaborare con lui, ma il progetto svanì per la partenza forzata di Mozart per Salisburgo. Demachi intanto continua la propria carriera di compositore, sia di brani dall’elevata qualità artistica che di musiche popolari. Già prima dell’incontro con Mozart, si era recato a Parigi dove scrisse sei sonate per violino e basso continuo, poi realizzò quattro sinfonie concertanti, dieci concerti per violino e diverse ouverture orchestrali. Il basso continuo, specialità del Demachi, aveva una forte connotazione barocca, ovvero legata a quel progetto che molti musicisti, tra cui Vivaldi, portarono a compimento nella seconda metà del secolo XVII, intersecando in modo innovativo qualità, gusto ed estetica, modellando una concezione artistica i cui risultati oggi ritroviamo nel classicismo musicale. Con la vena barocca la musica composta dal Deamchi risulta asimmetria, quasi contraddittoria, ma stupefacente e pronta a meravigliare. Le opere che lo fecero diventare

famoso, soprattutto negli ambienti più ricercati, furono una serie di sei quartetti per archi, che adottarono la dicitura di “Quartetto overo concertino per Violino Principale, due violini di accompagnamento e violoncello”. Demachi inoltre compose oltre cinquanta trio sonata e sinfonia in fa maggiore, tra cui l’opera “Le campane di Roma” e un “mottetto”, ovvero una composizione vocale soprattutto riferita a testi sacri, depositata nella Cattedrale di Santiago di Compostela. Si trovano suoi manoscritti a testimoniare sue opere anche per la

comunità tedesca di Mecklenburgische Schweiz, per la biblioteca vescovile di Ratisbona, in Baviera ed è presente pure un documento musicale del Demachi nella Library of Congress di Washington ed un altro nell’Università della California. Gli ultimi concerti Giuseppe Demachi li tenne a Londra, ciò a sottolineare la sua propensione ad essere spirito randagio ed assai lontano da quello che ora potremmo chiamare il “jet set” di quell’epoca. E fu proprio a Londra che il nostro compositore morì, presumibilmente all’età di 65 anni, ovvero nel 1791.

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GIOCA CON NOI!

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PASSATEMPO

CRUCIPUZZLE MANDROGNO

TROVA LE DIFFERENZE 1 ACOS ARFEA BALDUZZI BARRERA BARGERO BASILE BORGO BORIOLI

CAMAGNA CAMPI CARREGA

La foto 2 ha 7 differenze rispetto alla foto 1. Trovale!

FORNARO LAVAGNO MALASPINA

REPETTI RICALDONE SCAZZOLA SORIA

Cercate le parole contenute nello schema (in orizzontale, verticale, da destra a sinistra e da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto). Le lettere rimanenti formeranno la “chiave”.

CHIAVE (3, 8): Patrono di Tortona

Le soluzioni del Crucipuzzle saranno pubblicate nel prossimo numero. Per Trova le differenze... Gira pagina!

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14 - RUSTICI E TERRENI LAVORO 20 - LAVORO CERCASI

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TUTTI GLI ANNUNCI SONO PUBBLICATI SOTTO L’ESCLUSIVA RESPONSABILITA’ DELL’INSERZIONISTA E SONO INSERITI A TITOLO GRATUITO.

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30 - ABBIGLIAMENTO 31 - TECNOLOGIA 32 - ANTIQUARIATO E COLLEZIONISMO 33 - ARREDAMENTO 34 - ANIMALI 35 - VARIE