Speciale i morti halloween

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Benvenuti ai nuovi lettori, ben trovati a chi già ci segue da tempo. L’esigenza di realizzare uno speciale è maturata in seguito all’adesione della nostra Amica Mimma Morana, titolare del blog “Pasticci e Pasticcini di Mimma”, al progetto di coinvolgerla e quindi di realizzare una rubrica tutta dedicata al suo blog, alle sue ricette quindi agli escursus storico-culturale al quale lei è avvezza arricchire le sue ricette. Mimma ha aderito alla mia proposta con grande slancio, anche perché ci troviamo ad avere molto in comune in termini di voglia nel trasmettere ciò che è tradizione, storia e cultura legata alla tavola e al territorio. La gioia nel cominciare ad acquisire materiale per il N3 della rivista ci ha portati alla decisione di realizzare questo numero speciale, anzi a dire il vero il merito è tutto di Mimma, lei ha notato che questo periodo dell’anno è estremamente colmo di ricorrenze che hanno grande storicità, ma anche grande tradizione, la conseguenza era logica, Mimma dice, ma se realizzassimo uno speciale dedicato alle conserve, ma soprattutto alla festività dei morti? La festività dei morti ci riporta a tempi in cui eravamo piccoli e si festeggiava il ricordo dei “nonni” e comunque chi non fosse più con noi, con doni anche se modesti, ma soprattutto con preparazioni tipiche del periodo, quindi fichi, fichidindia, mostarde, uva ecc. Quello che in questo speciale andremo a proporre non è la totalità dei manicaretti che si propongono in quest’occasione, ma certamente un assaggio …. C’è tempo per approfondire e arricchire con altri speciali questo numero “Non solo Halloween” dedicato a ricette conserve e tradizioni legati al periodo. Colgo l’occasione per dare il benvenuto a Mimma Morana, di seguito c’è una sua breve ma dettagliata presentazione.

Buona lettura

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Pasticci e Pasticcini di Mimma La pasticceria e la gastronomia in tutti i loro aspetti. Amo cucinare perchè sono convinta che la cultura e l'evoluzione dei popoli passi dal cibo e che i momenti più belli, con la famiglia o con gli amici, si trascorrano davanti a del buon cibo. Ho aperto il mio blog ad Aprile 2012. Era un sogno che inseguivo da tempo. Passavo ore a "navigare" da un blog all'altro, beandomi tra mille ricette, mille foto, i passo-passo così dettagliati.....desideravo fortemente raccontare agli altri i mie "saperi" gastronomici legati alla mia terra, alla nostra storia, alle nostre radici multietniche!!!! Lo scoglio da superare era la parte, meramente, tecnica...e lì entra in gioco il mio DOPPIO che, con tanta buona volontà, pazienza e amore, ha cominciato a "smanettare", a fare ricerche su Google e, giorno dopo giorno, ha costruito il nostro blog. Da allora fotografo tutto ciò che cucino, non solo ricette speciali per pranzi o cene importanti, ma anche il cibo quotidiano, con una speciale attenzione per la qualità degli ingredienti, il più possibile genuini, locali e di facile reperimento. Inoltre, dedico uno spazio speciale alla cucina etnica: cinese, nord africana oppure europea. Mi affascinano i cibi "degli altri" perchè, ogni piatto ha un significato, una valenza speciale, una tradizione che continua, un rito che aggrega le famiglie...come, ad esempio, "incocciare" il cous cous!!! Lo facevano le famiglie, nei giorni di festa e partecipavano tutti, perchè è un procedimento lungo che richiede perizia e distribuzione dei ruoli. La mia grandissima predilezione per i cibi etnici scaturisce anche dal fatto che Palermo è una città multietnica, per definizione!!!

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I siciliani si sono fusi con i "dominatori" Arabi, Normanni e Spagnoli, assorbendo gli usi, i costumi e , soprattutto, la cucina. Questo crogiolo di popoli ha prodotto una tradizione gastronomica ricchissima, sontuosa, inebriante di gusti e sapori che ci rende famosi in tutto il mondo!!!! La mia meta è quella di ritrovare, rielaborare e diffondere i cibi della nostra tradizione, non solo siciliana ma anche italiana e renderla accessibile a tutti. Il mio Mentore è mia madre!!!! cucina divinamente e , a differenza mia, può improvvisare qualsiasi cosa, ottenendo risultati strepitosi. Inoltre penso che il cibo sia il bisogno primordiale, primitivo dell'uomo. Dapprima inteso solo come sopravvivenza e poi, nei secoli, sempre piu' affinato e prelibato....piegato alle esigenze delle epoche, a ciò che offriva la terra, e, non ultimo, come strumento di seduzione!!!! A tavola si sono decisi i destini dei popoli, le grandi alleanze, le strategie più raffinate. Apprezzo moltissimo anche il "buon bere", inteso come vino genuino, senza aggiunta di additivi o insaporitori ma, come "nettare degli dei". Amo cucinare perchè adoro guardare gli altri che mangiano, che gioiscono per un buon piatto. E' il mio modo di dimostrare il mio amore, il mio affetto, la mia amicizia e, a quanto pare, ci riesco!!!!

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Halloween o Hallowe'en (fatta corrispondere alla vigilia della festa cattolica di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-Cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween. In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro Capodanno. In irlandese antico Samain significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e fuin, fine). A sera tutti i focolari domestici venivano spenti, e riaccesi dai druidi che passavano di casa in casa con torce avvivate presso il falò sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara. Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi. I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. Il nome "Halloween" deriva da "All Hallows Eve", che vuole dire appunto "Vigilia di Tutti i Santi", perciò "Vigilia della festa di Tutti i Santi", festa che ricorre, appunto, il 1° novembre

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La "festa dei morti" in Sicilia è una ricorrenza molto sentita, risalente al X secolo viene celebrata il 2 novembre, per commemorare i defunti. Si narra che anticamente nella notte tra l'1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Oggi questi doni vengono acquistati dai genitori e dai parenti nelle tradizionali "fiere", che si svolgono in molte parti della Sicilia. Qui vi si trovano bancarelle di giocattoli e oggetti vari da donare ai bambini. Questi ultimi vengono poi nascosti in casa e trovati dai bambini, al mattino presto, spesso in tempi passati si riciclavano quei giocattoli che venivano conservati per poi essere ripresi in queste occasioni, per le bambine le bambole avevano vestiti nuovi, mentre per i maschietti bastava una rispolverata al vecchio gioco passato dal fratello maggiore.... il tutto con una sorta di caccia al tesoro. Oltre a giocattoli di ogni sorta, esiste l'usanza di regalare scarpe nuove talvolta piene di dolcetti, come i particolari biscotti chiamati "ossa de motti", ossa di morto e la frutta secca, biscotti e cioccolatini, la frutta di martorana e i pupi di zucchero, generalmente accompagnati da 'u cannistru', un cesto ricolmo di frutta secca. In alcune parti della sicilia viene preparata la muffoletta, "cunzata" la mattina del 2 Novembre, con olio sale pepe e origano. La giornata prosegue con la visita al cimitero dove riposano i loro defunti più vicini e più cari. Oggi le tradizioni son scemate per dar posto al "nuovo" dettato dalle mode....., quindi: In questi giorni e precisamente il 31 ottobre, vigilia della festa di Tutti i Santi, si celebra la festa di Halloween. Festa popolare di tipo pagano, importata dall'America, in cui sin dal tardo pomeriggio e fino a notte fonda i ragazzini organizzano party, balli e gare, indossano maschere macabre e mostruose e vanno in giro con cestini chiedendo dolcetti ai vicini di casa che usano lasciare cibo e doni fuori, sulle porte, o cestini ricchi di prelibatezze collocate, non fuori, ma all'interno delle abitazioni. Sempre per le anime dei defunti si intagliano delle rape per introdurvi candele illuminate. La zucca, contiene dei semi, e per questo si ricollega ad un significato di abbondanza e fertilità, e viene utilizzata per allontanare le anime dei morti. Tali usanze sopravvivono in alcune località della Sicilia, dove i "morti" sono soliti uscire durante la loro festa e compiendo dei percorsi antichi donare regali ai bambini. Ad Erice, i defunti escono dalla Chiesa dei Cappuccini, o a Cianciana in provincia di Agrigento, dove escono dal Convento di S. Antonino dei Riformati. A Partinico, presso Palermo, indossano un lenzuolo e, a piedi scalzi recando una torcia accesa e recitando litanie, percorrono alcune strade cittadine. Anche nel catanese, e per la precisione ad Acireale, durante la ricorrenza dei morti si usa che girino per la città indossando un lenzuolo funebre, e rubando i doni ai venditori per poi darli ai bambini. Ciò che conta è tenere vivo il ricordo del passato, perchè solo chi conosce la propria storia apprezza ciò che

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è, dalla conoscenza scaturisce la consapevolezza e la cultura....

noi usiamo addobbare casa per ogni ricorrenza religiosa o anche piĂš semplicemente temporale, per il solo piacere di scandire le stagioni e il tempo che passa come in un'enorme clessidra, i giorni tutti uguali come chicchi di sabbia, ma poi resi diversi in un contesto temporale singolo e mai ripetitivo, cosĂŹ noi scandiamo il tempo che trascorre inesorabile, dando valenza diversa ad esso, apprezzando le tradizioni e la storia che ci hanno condotto fin qui....

Bugia realizzata interamente dai miei figli all'epoca 5 e 9 anni

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Decoro a forma di casa stregata, sempre realizzato dai miei figli

Tenda a tema per creare la giusta atmosfera...

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Una particolarissima biscottiera realizzata in carta pesta con dentro biscotti a tema.....

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... che dire di un braccio che esce da uno sportello della cucina????

http://www.lapulceeiltopo.it/forum/storia,-arte,-cultura-e-mitologia/511-halloween,-commemorazionedei-defunti

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La Cotognata Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2012/09/la-cotognata.html

L'autunno è la stagione che prediligo. La luce del sole è meno abbagliante, il cielo, a volte, si riempe di nuvole che si inseguono al soffio del vento, le foglie degli alberi diventano bruno-rossastre, la frutta e gli ortaggi riempono gli occhi di una luce arancione sfavillante. E' il tempo delle zucche gialle, i loti, i fichi d'India, le castagne e...delle mele cotogne. Un frutto antico e , troppo spesso dimenticato o sconosciuto. Cresce spontaneamente, senza bisogno di alcuna cura e, in questa stagione, regala dei bellissimi frutti che, sembrano immangiabili in quanto la polpa è asperrima, il frutto legnoso e difficile da tagliare o sbucciare ma che, se viene trattato adeguatamente, regala una magnifica marmellata o una meravigliosa conserva, detta COTOGNATA. E' un frutto antico perchè, le nostre nonne, la lavoravano per poterla conservare durante l'inverno e poterla consumare al posto della frutta fresca che scarseggiava. Per i bambini era un regalo desiderato, una coccola, un premio, una merenda da portare a scuola con un pezzetto di pane. Io, per tradizione, la faccio ogni anno per regalarla ai cari amici golosi di questa leccornia. Io ho imparato da mia madre il procedimento per trasformare questi magnifici frutti e , ancora oggi, la prepariamo insieme per i nostri cari. La buccia di queste mele è ricchissima di vitamine e sali minerali quindi, per questa preparazione le non le sbuccio.

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ecco la ricetta: - 1 kg di polpa di mela cotogna privata dei semi, del torsolo, delle parti, eventualmente, bacate -700 gr. zucchero semolato - 2 limoni - 2 bustine di vaniglia

procedimento: - lavare le mele cotogne accuratamente - tagliarle a pezzi privandole dei semi, torsolo e parti guaste - irrorarle con il succo di un limone - metterle in una pentola con un bicchiere d'acqua - lasciarle cuocere, a fuoco basso, sino a che diventano morbide - passare la polpa al setaccio oppure frullare (io nel bimby) sino ad ottenere una purea liscia - mettere la purea in una pentola con lo zucchero e il succo dell'altro limone - cuocere a fuoco bassissimo mescolando spesso - quando comincia ad attaccarsi al fondo della pentola è pronta - aggiungere la vaniglia - versare il composto in una teglia unta leggermente di olio . livellare e lasciare rapprendere per almeno 12 ore - sformare su un tagliere e tagliare a cubetti - mettere i cubetti in un vassoio e lasciare asciugare almeno due giorni all'aria, coperto con un tovagliolo leggero - quando è asciutta passare i cubetti nello zucchero semolato e ....MANGIARE!!!!

Procedimento nel Bimby: - lavare le mele cotogne accuratamente - tagliarle a pezzi privandole dei semi, torsolo e parti guaste - irrorarle con il succo di un limone - metterle in una pentola con un bicchiere d'acqua - lasciarle cuocere, a fuoco basso, sino a che diventano morbide - passare la polpa al setaccio oppure frullare (io nel bimby) sino ad ottenere una purea liscia - mettere nel boccale 1 g. di polpa frullata, 700 gr. di zucchero e il succo di mezzo limone e cuocere 30 min. vel 5 temperatura Varoma - togliere il misurino e mettere, sul foro del coperchio, una bagnasciuga nuova e ben sciacquata, per non far uscire gli schizzi durante la cottura - aggiungere la vaniglia

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- versare il composto in una teglia unta leggermente di olio . livellare e lasciare rapprendere per almeno 12 ore - sformare su un tagliere e tagliare a cubetti - mettere i cubetti in un vassoio e lasciare asciugare almeno due giorni all'aria, coperto con un tovagliolo leggero - quando è asciutta passare i cubetti nello zucchero semolato e ....MANGIARE!!!! si conserva chiusa in sacchetti da frigo , anche per un anno quindi potete cominciare con questa delizia a pensare ai regalini di Natale

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Composta di zucca rossa e mele con cannella, chiodi di garofano e pistacchi Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2013/08/composta-di-zucca-rossa-e-mele-con.html

Lo dico e lo ripeto da sempre: io dovevo nascere ad un’altra latitudine… in Svezia, in Finlandia… al Polo Nord!!! Pur essendo siciliana sino al midollo, pur amando la mia terra con tutte le cellule del mio corpo, detesto il caldo e, nella fattispecie l’ESTATE!!!!! Non mi piace questa stagione, così lunga in Sicilia, che annulla, con i suoi effetti, la stagione successiva… l’AUTUNNO!!! Come disse Tomasi di Lampedusa:-“in Sicilia l’estate dura sei mesi” ed io aggiungo:-“ forse qualche mese in più"!! Gli amici di altre regioni d'Italia si rammaricano spesso di vivere in posti freddi, brumosi e magari pensano di risolvere questa mancanza di caldo e sole andando ai Tropici.... io e il mio Doppio ci siamo stati due volte ai Tropici ma.....VE LI DO' IO I TROPICI!!!!!! VENITE IN SICILIA!!! che non ha nulla da invidiare alle mete esotiche e, anzi, raddoppia il carico con tanta arte, cultura e buon cibo!!!! Il caldo ha un effetto devastante sul mio fisico e sulla mia psiche. Mi toglie le forze, non mi permette di fare ciò che devo e ciò che voglio fare, mi obnubila i pochi neuroni che mi sono rimasti… insomma… la subisco. L’unico antidoto che riesco a mettere in atto è quello di rifugiarmi nella mia casa di campagna dove riesco, parzialmente, ad ammortizzare le temperature elevatissime di questo periodo. Lì, per fortuna, la vista dei frutti autunnali che maturano, mi dà l’illusione che questa meravigliosa stagione, che adoro, sia alle porte.

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Le mele cominciano a rosseggiare, i fichi, definiti “il cibo degli dei”, sono gravidi di frutti, l’uva delle poche viti che abbiamo, è matura e dolce, i loti sono ancora verdi…. ci vorrà più tempo per assaporarli. La frutta prodotta dagli alberi attorno la mia casa sono, rigorosamente, spontanei e quindi BIOLOGICI!!! Perciò sarebbe un peccato sprecarla ma, in quanto privi di qualsiasi sostanza chimica, cadono dall’albero e sono spesso “abitati” da simpaticissimi minuscoli bruchi. Quindi, da sempre, con mia madre, ci poniamo il problema su come utilizzare, al meglio, questi doni che la natura ci dispensa, conservando, il più a lungo possibile, il sapore e il profumo. E allora cominciamo a produrre conserve di ogni tipo da consumare in inverno o da regalare agli amici un barattolo d'estate, o per confezionare cesti pieni di ogni prelibatezza!! Quindi, appena ci siamo accorte che le nostre mele stavano cominciando a cadere rovinosamente e, trovando nel frigo un pezzo di zucca rossa, in cerca d'autore, abbiamo confezionato questa composta meravigliosa!!!! Intanto i frutti e la zucca, essendo molto sodi, hanno conservato appieno la loro consistenza, anche con la cottura e hanno anche mantenuto i colori e il profumo. Mia madre ha conferito un ultimo tocco a questi ingredienti, aggiungendo cannella e chiodi di garofano appena macinati. L'effetto visivo e di grande gusto, è stato completato dall'aggiunta di una manciata di pistacchi, rigorosamente, siciliani.

Ingredienti: 15

- 1 kg di polpa al netto (metà mele e metà zucca rossa) - 600 gr. di zucchero

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- 1 cucchiaino di cannella macinata fresca F.lli Nuccio- Palermo - 1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati freschi F.lli Nuccio - Palermo - 100 gr. di pistacchi F.lli Nuccio-Palermo - 1 limone

Procedimento: - sbucciare la frutta e tagliarla a pezzettini - spremere il limone e irrorare la frutta con il succo - mettere in pentola la frutta con il succo di limone, lo zucchero, 1 bicchiere d'acqua - lasciare cuocere, a fuoco moderato e con il coperchio, mescolando ogni tanto, per almeno mezz'ora - controllare la cottura ed eventualmente aggiungere qualche cucchiaio d'acqua e continuare sino a che la frutta sia tenera ma non spappolata e il fondo di cottura sia evaporato - togliere dal fuoco e aggiungere le spezie e i pistacchi tritati grossolanamente

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Bucce di fichi d'india con cipolla rossa e vin cotto Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2013/09/bucce-di-fichi-dindia-con-cipolla-rossa.html

Devo ammettere la mia ignoranza!!!!!! Sconoscevo il fatto che le bucce dei Fichi d'India fossero commestibili...... L'altra sera, andando a cena nel mio ristorante preferito Il Romitaggio- Castelbuono, tra i vari antipasti che il "mitico" Sig. Baggesi (il proprietario nonché cuoco del ristorante) ci ha servito, in una ciotola c'erano anche le Bucce di Fichi d'India all'agrodolce!!!!! Sono rimasta letteralmente esterrefatta e, siccome sono un'estimatrice dei piatti proposti dal proprietario, senza esitare, le ho mangiate..... DELIZIOSE!!!!! Immediatamente ho chiesto la ricetta che mi è stata, dettagliatamente, spiegata. A questo punto non rimaneva che provare!!!! Ho seguito supinamente la ricetta sostituendo soltanto l'agrodolce dell'aceto con lo zucchero e con del vin cotto. Il risultato è un ottimo contorno, fresco, saporitissimo e.... state tranquilli.... SENZA SPINE perché, in primo luogo le bucce vengono lavate bene e quindi le spine vanno via e poi, sbollen-tandole, se ne fosse rimasta

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qualcuna, si dissolverebbe nell'acqua. Quindi, passiamo alla ricetta!!!! Piatto - La Fabbrica della Ceramica- Susanna De Simone Ingredienti per 4 persone: - 8 bucce di Fichi d'India - 1 cipolla rossa di Tropea - 4 cucchiai di Vin Cotto Primitivo - 1 pizzico di peperoncino - 6 cucchiai di olio extravergine d'oliva Pietro Coricelli - sale q.b. - qualche foglia di basilico per guarnire Procedimento: - sbucciare i Fichi d'India e sciacquare, abbondantemente le bucce - togliere le estremitĂ - sbollentarle in acqua salata per 2 minuti dal bollore - scolarle bene e tagliarle a listerelle - in una casseruola soffriggere, a fuoco bassissimo, la cipolla affettata finemente con l'olio e il peperoncino - quando sarĂ appassita, aggiungere le bucce a listerelle - lasciare cuocere per un paio di minuti - condire con il vin cotto e fare riposare per 1\2 ora - servire freddo

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Pizzichintì... ovvero, come conservo i Fichi d'India !!!!!! Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2013/09/pizzichinti-ovvero-come-conservo-i.html

Spinta da una iper produzione di fichi d’India, frutto nobilissimo, pregiatissimo, ricco di mille proprietà nutritive e salutistiche ma, terribilmente deperibile, mi sono ricordata di un racconto di mia nonna Concetta. Nel secolo scorso, durante la seconda Guerra Mondiale, tanta gente soffrì la fame…. quella vera, quella senza speranza….. A quel tempo, era una pratica diffusissima, cercare di conservare, nelle cantine, nei sottoscala o nelle dispense, i frutti estivi, per poterli poi mangiare in inverno: le mele, le pere, venivano allineati su scaffali, al buio, ancora acerbi e si maturavano lentamente. Per i fichi d’india, il procedimento era diverso perché troppo deperibili… quindi si cuocevano, dopo averli sbucciati, dentro calderoni, sino al disfacimento. Poi, questa polpa veniva passata al setaccio e il succo prodotto, cotto sino a dimezzarne la quantità e addensato con farina. Dopo di ciò, veniva spalmato su vassoi o piatti e lasciato asciugare al sole per parecchi giorni. A quel punto veniva tagliato a rombi e conservato in scatole di latta o contenitori di vetro, intramezzandolo con foglie d’alloro. Così, questa buonissima conserva, veniva consumata durante l’inverno, sia come merenda per i bambini, sia come pasto per i contadini più poveri che, insieme ad un pezzo di pane, facevano pranzo con qualche pezzo di PIZZICHINTI’ e continuavano a lavorare.

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Girovagando nel web, per trovare traccia di questa preparazione tradizionale, ho letto dei post molto interessanti. In alcuni questa conserva viene definita così, come Pizzichintì, preparazione castelbuonese, dove il succo di questi frutti viene mischiato al mosto cotto, invece nel forum de“La Pulce e il Topo”, viene definita Mostarda di Fichi d'India, un prodotto della tradizione della provincia di Catania, nota per le enormi distese coltivate con queste piante. Tutte e due le versioni hanno il medesimo procedimento. Quindi, confortata dalle esperienze altrui, ho provato anch’io, sul filo dei ricordi del racconto di mia nonna. E’ risultato un prodotto fantastico, salubre, senza zucchero aggiunto, ricchissimo di gusto e di … ricordi!!!

Ingredienti: - 2 kg di fichi d’India - 100 gr. Di farina 00 Molini Rosignoli per un litro di succo - 100 gr. di mandorle e noci F.lli Nuccio - Palermo - 1 cucchiaino di cannella e chiodi di garofano macinati F.lli Nuccio- Palermo

Procedimento: - Sciacquare abbondantemente i fichi d’India per privarli della buccia - Farli a pezzi - Mettere i frutti in una pentola capiente e lasciare cuocere, a fuoco basso, sino a che si saranno spappolati - Passare al setaccio la polpa e raccogliere il succo ottenuto in una pentola piu’ piccola - Mescolare la farina con un po’ di succo messo da parte, sino ad ottenere una pastella fluida e senza grumi - Aggiungere la farina, così diluita al succo nella pentola e cuocere, mescolando, sino a che si addensa - Aggiungere le mandorle e le noci tritate grossolanamente e le spezie - Trasferire il composto in una teglia e fare rapprendere. Io ho utilizzato anche delle formine - Dopo, almeno un giorno, sformare e lasciare asciugare all’aria, meglio al sole, per almeno 5 o 6 gg. voltando il composto da tutte le parti - Dopo questo tempo, tagliare a quadrotti e conservare in scatole di latta o contenitori di vetro, intramezzando delle foglie d’alloro. 20

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Fichi sciroppati Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2014/07/fichi-sciroppati.html

Amo, moltissimo, le conserve. Mi piace l'idea di fermare il tempo, la stagione, il clima, in un barattolo e poter gustare gli stessi sapori in un'altro tempo..... Mi sono trovata a dover utilizzare una iper-produzione di fichi della mia campagna e, dopo aver confezionato una buona quantità di barattoli di marmellata e averli anche seccati al sole, ne ho preparati degli altri, sciroppandoli con una ricetta antica, passatami da un'amica di mia madre. E' stata una piacevolissima sorpresa gustarli e costituiscono un'ottima risorsa per l'inverno, sia come frutta da consumare a tavola, sia per decorare torte. Ho aggiunto allo sciroppo di acqua e zucchero un bicchierino di grappa alla nocciola della Roner per esaltare anche il gusto delle mandorle tostate e, vi assicuro, è stata l'ingrediente determinante di questa preparazione!!!! 21

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Ingredienti: - 2 kg di fichi - 750 gr. acqua - 300 gr. di zucchero - 10 chiodi di garofano F.lli Nuccio-Palermo - 100 gr. mandorle tostate F.lli Nuccio- Palermo - 50 gr. grappa alle nocciole Roner-Distillerie Procedimento: - lavare i fichi - in una pentola capiente mettere l'acqua, lo zucchero e i chiodi di garofano - portare a bollore e mettere i fichi - dal momento in cui riparte il bollore, lasciare cuocere 3 minuti - scolare i fichi, con molta delicatezza e poggiarli in un vassoio - allo sciroppo freddo e diventato scuro dopo la bollitura, aggiungere la grappa e tenere da parte - incidere i fichi, come dalla foto , e inserire, in ognuno, una mandorla tostata - mettere i fichi in barattoli di vetro, non comprimerli troppo - coprire i frutti con lo sciroppo di acqua, zucchero e grappa - chiudere bene i barattoli e sterilizzarli, a bagnomaria, per 40 minuti a 100째 - conservare in luogo fresco e al buio

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Melanzane sott'olio e Patè di Melanzane Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2012/11/melanzane-sottolio-e-pate-di-melanzane.html

Lo so, state pensando che non è più la stagione delle melanzane ma..... si trovano tutto l'anno e le possiamo utilizzare per la preparazione di regalini natalizi o per incrementare la nostra dispensa di buone cose. Io, forse l'avete già capito, sono una fanatica dei regalini "homemade" perchè, nel tempo, mi sono resa conto che i regali"mangerecci" sono sempre i più graditi. Ad ognuno di noi capita di ricevere un favore, una cortesia, un'affettuosità e di sentire l'esigenza di ricambiare.... ma con che cosa???? Con il solito oggetto, più o meno, impersonale, con un profumo, con una pianta.... ??? Tutti abbiamo le case piene di oggetti inutili, frutto di anni di regali ricevuti, per un motivo o per un altro, e che non sappiamo dove collocare. Mentre il cibo si "colloca sempre"!!!! Lo mangiamo con gusto, lo condividiamo con le persone care, lo conserviamo per un momento diverso.... Insomma, NON E' INUTILE!!! Oggi vi propongo le MELANZANE SOTT'OLIO e IL PATE' DI MELANZANE EOLIANO

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N.B.: io sterilizzo sempre le conserve sott'olio tramite bollitura a 100° per 40 minuti perchè, anche se il sapore dell'olio d'oliva, dopo la bollitura, "vira" leggermente, è l'unico modo per essere sicuri.

Ingredienti: - 6 melanzane viola - 1\2 l. olio d'oliva Azienda Agricola Villa Colonna - 1\2 l. di aceto - 1\2 l. di vino bianco - 10 chiodi di garofano - 1 cucchiaio di peperoncino tritato - 4 foglie d'alloro - 100 gr. di pomodorini di Pachino sott'olio Casa Morana - 100 gr. capperi sotto sale, dissalati - 4 cucchiai di origano - 4 spicchi d'aglio sbucciati

Procedimento unico per il patè e per il sott'olio: - sbucciare sommariamente le melanzane, tagliarle a tocchetti, cospargerle di sale e lasciare "spurgare" per 1 ora; - sciacquare ripetutamente per eliminare tutto il sale; - dividere la quantità ottenuta a metà: una parte per il patè e un'altra per il sott'olio.

Procedimento per le melanzane sott'olio:

- con il robot da cucina tritare i cubetti di melanzane a joulienne - in una pentola mettere il vino bianco, l'aceto, i chiodi di garofano, 1 cucchiaio di sale, le foglie d'alloro e portare ad ebollizione - immergere le melanzane a joulienne e lasciare cuocere, da quando riprende il bollore, per 5 minuti

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- scolarle con una schiumarola e metterle in uno scolapasta - distenderle su un canovaccio pulito e lasciare all'aria per un giorno - dopo di ciò, metterle in una ciotola capiente e condirle con olio abbondante, peperoncino macinato o intero, origano, 2 spicchi d'aglio tagliati a lamelle - mescolare bene e riempire i barattoli sistemando all'interno delle foglie d'alloro - coprire d'olio d'oliva, chiudere ermeticamente e sterilizzare a 100° per 40 minuti - lasciare raffreddare nella pentola e riporre in dispensa al buio

Procedimento per il Pate' di Melanzane: - in una pentola mettere il vino bianco, l'aceto, i chiodi di garofano, 1 cucchiaio di sale, le foglie d'alloro e portare ad ebollizione, - immergere le melanzane a cubetti e lasciare cuocere, da quando riprende il bollore, per 5 minuti, - scolare con una schiumarola e mettere i cubetti in uno scola-pasta, - distenderle su un canovaccio pulito e lasciare all'aria per un giorno, - dopo di ciò, mettere in un robot (io il Bimby) le melanzane a cubetti, olio abbondante, peperoncino macinato o intero, origano, 2 spicchi d'aglio tagliati , i pomodori secchi rinvenuti in acqua calda, i capperi dissalati e frullare, aggiungendo olio, se neces-sario, sino a che diventa un composto omogeneo, - mescolare bene e riempire i barattoli, - coprire d'olio d'oliva, chiudere ermeticamente e sterilizzare a 100° per 40 minuti, - lasciare raffreddare nella pentola e riporre in dispensa al buio.

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Sformati di riso a vapore con pesto di pistacchi e zucchine fritte Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2014/08/sformati-di-riso-vapore-con-pesto-di.html

....e si... ancora ZUCCHINE ma , stavolta fritte e con pistacchi!!!! E' la stagione delle zucchine, di ogni tipo, forma e gusto. Sono versatili ed economiche e sono presenti in tutte le regioni d'Italia, in mille ricette tutte gustose !!! Oggi vi propongo degli sformati di riso . Il riso l'ho cotto a "vapore" cioè mettendo il riso e il doppio d'acqua , a freddo, in una pentola con un cucchiaino di sale. L'ho portato a bollore, senza mescolare, e ho spento il fuoco. CosÏ si cuoce assorbendo l'acqua e senza disfarsi. L'ho condito con un buon pesto tradizionale ma arricchito con degli eccellenti PISTACCHI dell'azienda DAMIANO che commer-cializzano ottima frutta secca biologica di grande gusto e offrono un'ampia gamma di prodotti pronti da gustare, destinati a negozi, supermercati e GDO. "Le nocciole, i pistacchi di Bronte e le mandorle siciliane, da Siracusa e da Agrigento e le arachidi dall'Argentina: tutta la frutta secca Damiano proviene da coltivazioni curate secondo i principi dell'agricoltura biologica, sgusciata, pelata, tostata o fritta, salata e confezionata all'interno dello stabilimento di Torrenova. Frutta secca biologica, sgusciata e tostata, e una vasta scelta di paste, farine e

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granelle per la vendita all'ingrosso: Damiano offre all'industria alimentare e agli impacchettatori organicoriented la sicurezza di un'intera gamma di prodotti biologici, certificati, conformi a procedure che assicurano la totale trasparenza della filiera e garantiscono la qualità di nocciole, pistacchi, mandorle e arachidi e dei loro derivati." ....... A questo punto friggete una zucchina "napoletana" o, in alterna-tiva, 4 zucchine Genovesi, e componete gli sformatini ma.... leggendo il post e guardando le foto sarà tutto piu' semplice. E' una preparazione delicata e gustosa. Il riso è leggerissimo perchè non si tratta di un risotto. L'unica "trasgressione" è costituita dalle zucchine fritte ma..... sono deliziose!!!! Il tutto decorato con qualche gamberetto trifolato!!! PIATTO DA PORTATA IN PORCELLANA MPM-Style Ingredienti per il pesto con i pistacchi: - 200 gr. di foglie di basilico lavate e asciugate - 70 gr. di pistacchi sgusciati Damiano - 50 gr. olio extravergine d'oliva Villa Colonna - 1\2 cucchiaino peperoncino - 1 spicchio d'aglio - 100 gr. di formaggio grattugiato (io caciocavallo stagionato) Ingredienti per il riso a vapore: - 200 gr. di riso per risotti - 400 gr. acqua - 1 cucchiaino di sale per assemblare: - 1 zucchina "Napoletana" fritta a fettine o, in alternativa, 4 zucchine genovesi - 100 gr. di pistacchi tritati grossolanamente - 150 gr. di provola Azienda Agricola Fioriglio - 100 gr. di gamberetti sgusciati e saltati in padella con olio , prezzemolo e aglio Procedimento per il pesto: - Inserire nel boccale del Bimby tutti gli ingredienti e frullare a vel. 7- 8 per 30-40 sec. spatolando, sino ad ottenere un composto omogeneo - mettere da parte

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Procedimento per il riso a vapore: - mettere in una pentola il riso, l'acqua, il sale e mescolare - mettere il coperchio e portare a bollore - appena bolle spegnere il fuoco e non togliere il coperchio nè mescolare - dopo 10 minuti togliere il coperchio e mescolare - il riso sarà cotto e perfettamente sgranato - condire con il pesto e mescolare bene Nel frattempo: - lavare la zucchina e affettarla - metterla in una ciotola con acqua fredda e un cucchiaio di sale - lasciare per 1\2 ora - dopo questo tempo sciacquare le fettine di zucchina abbondantemente - lasciarle sgocciolare e friggerle in abbondante olio d'oliva - mettere da parte - tagliare a pezzettini la provola e metterla da parte - tritare grossolanamente il resto dei pistacchi e mettere da parte - saltare in padella i gamberetti sgusciati con olio, prezzemolo e aglio e mettere da parte Assemblaggio degli sformatini: - usare dei pirottini di silicone (io LeKuè) ma se usate quelli in alluminio li dovrete ungere e infarinare - foderare i pirottini con le fettine di zucchina fritta - riempirli alternando il riso con fettine di zucchina e pezzetti di provola - cuocerli in forno già caldo a 200° per 10 minuti - lasciare intiepidire e sformare su un piatto da portata - guarnire con pistacchi tritati e gamberetti trifolati

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LA CAPONATA DI MELANZANE , la Regina della tavola in Sicilia !!!! Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2014/09/la-caponata-di-melanzane-la-regina.html

Molti amici che che mi leggono , mi hanno chiesto come mai non ho ancora pubblicato la ricetta della caponata di melanzane, una preparazione che può essere servita sia come antipasto che come contorno. Prima pensavo che fosse banale e che che nel web ci fossero già miliardi di questi post.....poi, nella mia "carriera" di foodblogger, mi sono resa conto che, ognuno di noi abbiamo uno stile diverso, che ogni piatto può essere replicato mille volte, da mille persone diverse, ma non sarà mai uguale e che è giusto proporre la propria versione di una pietanza così famosa , in questo caso LA CAPONATA DI MELANZANE. Io credo che sia il piatto che ,maggiormente, riesca a rappresentare la Sicilia e le sue tradizioni. E' una preparazione elaborata, ricca di ingredienti, inebriante nei profumi che si fondono, araba ma anche barocca...una miscellanea di cultura, gusto e profumo , una miscellanea di popoli, storia ed etnìe...così come siamo noi siciliani!!!!!

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Piatto da portata decorato La Fabbrica della Ceramica- Susanna De Simone Ingredienti per 4 persone: - 3 melanzane viola o altro tipo - 3 coste di sedano - 50 gr. capperi salati - 4 cipolle rosse di Tropea - 150 gr. olive verdi denocciolate - 1\2 bicchiere di olio extra vergine d'oliva Villa Colonna - 4 cucchiai di salsa di pomodoro già pronta Casa Morana - olio per friggere Procedimento: - sbucciare le melanzane, tagliarle a tocchetti e metterle a spurgare in una ciotola cospargendole di sale - nel frattempo sbucciare e affettare le cipolle - mettere le cipolle in una larga padella e farle appassire con mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva, a fuoco bassissimo e mescolando - dissalare i capperi in acqua tiepida e mettere da parte - denocciolare le olive e mettere da parte - lavare i gambi di sedano, levare i filamenti e tagliare a pezzettini - sbollentare il sedano in acqua salata sino a che diventi tenero - sciacquare abbondantemente le melanzane a tocchetti - friggerle in una larga padella , mescolando - in un bicchiere versare due tazzine da caffè di aceto bianco e 3 cucchiai di zucchero, mescolare e aggiustare, di zucchero o d'aceto, secondo il proprio gusto e mettere da parte assemblaggio della caponata: - nella larga padella con le cipolle già appassite, aggiungere il sedano lessato, i capperi, la salsa pronta, le olive e l'aceto con lo zucchero, aggiustare di sale e lasciare cuocere, a fuoco bassissimo, per un paio di minuti, mescolando - aggiungere le melanzane fritte, mescolare molto delicatamente e cuocere, tutto insieme, per un minuto - trasferire la caponata in un piatto da portata e consumare fredda, meglio il giorno dopo

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I ragnetti golosi ovvero.... te lo do io halloween!!!!! Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://pasticciepasticcini-mimma.blogspot.it/2013/10/i-ragnetti-golosi-ovverote-lo-do-io.html

Ci risiamo!!! Sta arrivando la festa di Halloween e i nostri bambini, ormai "americanizzati" si apprestano a festeggiare. Ho giĂ parlato QUI' delle nostre tradizioni gastronomiche per la festa di Ognissanti. A Palermo, per fortuna, la festa d'oltre Oceano si affianca alle tradizioni delle festivitĂ dei Morti e quindi, insieme a zucche, pipistrelli e dita mozzate che trovate QUI', rimane il profumo dei nostri dolcetti tipici: tetu' e te io, biscotti regina che trovate QUI', cantucci e quant'altro. Quest'anno ho voluto preparare dei grossi muffins, a base di zucca rossa, come le ottime torte tradizionali americane, profumati di spezie e subito "aggrediti" da mostruosi ragnetti di cioccolato!!!!!! (naturalmente lo stesso impasto lo potete cuocere in uno stampo unico per dolci).

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Ingredienti per 12 tortine in stampi scannellati: - 300 gr. di zucca rossa , al netto - 300 gr. farina 00 biologica CiaoBio Store - 250 gr. zucchero - 3 uova - 120 burro fuso - 1 bustina lievito per dolci - 1\2 cucchiaino vanillina F.lli Nuccio- Palermo - 200 gr. cioccolato plastico marrone F.lli Nuccio- Palermo - 1 cucchiaino di semi di cardamomo appena macinato F.lli Nuccio- Palermo - 1 cucchiaino di cannella e chiodi di garofano appena macinati F.lli Nuccio- Palermo - 1 pizzico di sale Procedimento: - cuocere la zucca, tagliata a cubetti, nel forno per 20 minuti - frullarla (io nel Bimby 30 sec. vel. 6) - aggiungere nel boccale tutti gli altri ingredienti 1 min. vel. 7 - imburrare e cospargere di farina gli stampini - distribuire il composto e cuocere , in forno già caldo a 180° per 20 minuti - sfornare e decorare con ragnetti modellati con cioccolato plastico

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Rame di Napoli Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/ricette-dolci-e/1826-rame-di-napoli#2524

Anche questa è una ricetta anticchissima catanese della tradizione delle festività dei" morti" sembra essere collocata al periodo del Regno delle 2 Sicilie sotto l'impero Borbonico, che con l'unificazione del Regno di Napoli con il regno di Sicilia venne coniata dal re Carlo di Borbone una moneta con la lega del rame, materiale povero che dovette sostituire l'oro e e l'argento. Così il popolo, riprodusse in cucina le monete di rame, utilizzando ingredienti poveri. Nel tempo la ricetta è stata cambiata fino ad arrivare a questa.... Le rame di Napoli sono risultato di un sapiente miscela di ingredienti particolari che danno origine a questo" biscotto" che a parer mio può assolutamente essere definito...... "una torta in miniatura" ricetta siciliana tradizionale Ingredienti per il biscotto: 500 gr di farina 00 100 gr di margarina o burro 1 bustina di lievito 200 gr di zucchero

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400 gr di latte 100 gr di cacao in polvere amaro buccia di arancia grattugiata cointreau 2 cucchiai 200gr frutti canditi chiodi di garofano tritati cannella in polvere 2 cucchiai di miele Per la glassa: 100 gr di burro o margarina 300 gr di cioccolato super fondente Pistacchi sgusciati tritati,

Procedimento: Portare il burro a temperatura ambiente in modo che diventi morbido. In una terrina mettere lo zucchero, il lievito, la buccia d’arancia, il cacao ed il miele, poi aggiungere il burro ammorbidito e mescolare. A questo punto aggiungere un po’ alla volta sia il latte che la farina e continuare a mescolare finché si otterrà un impasto liscio ed omogeneo per finire aggiungere i canditi . Impastare fino ad ottenere una pasta morbida. Preriscaldare il forno a 180°. Disporre su una teglia coperta con carta forno piccole cucchiaiate dell’impasto cercando di dare la forma ovoidale ed infornare per 5/ 8 minuti. Quando le rame di napoli saranno cotte sfornarle e lasciarle raffreddare. Preparare la glassa facendo sciogliere a bagno maria il cioccolato con la margarina. Glassare la superficie dei bisotti aiutandosi a tenerli con una forchettina da dolci. Decorare subito con i pistacchi tritati finemente così si attaccheranno mentre la glassa si rapprende. Lasciare asciugare per alcune ore prima di servirle magari con un caffè o con del tè a merenda o ancora con un buon liquorino

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Zucca al vino cotto e menta Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/contorni/918-zucca-al-vino-cotto-e-menta

La zucca si presta a diverse applicazioni in cucina, questo antipasto che vi propongo ha origini antiche, legato alle tradizioni agricole, tipico piatto autunnale, si presta molto bene per accompagnare secondi piatti a base di carne bianche. Ingredienti: Zucca a fette olive nere sottolio cipollina vino cotto sale qb, peperoncino fresco, menta le dosi sono tutte in funzione al quantitativo di zucca usata. Procedimento: Tagliare a fettine la zucca, friggerla in olio EVO, nello stesso olio appassire la cippollina, versare ora la zucca precedentemente fritta e aggiungere le olive, qualche rondellina di peperoncino fresco aggiustare di sale e stemperare con del vino cotto, appena svaporato mettere la meta.

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La cotognata Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/ricette-sottovetro-conserve-salse-confetture/1001-cotognata

Nei ricordi di bambino ho le formelle poste su vassoi in una stanza poco frequentata, esse si dovevano "asciugare", quella era la motivazione che mi veniva data... quanti dolci ricordi.... Ingredienti: 1kg di mele cotogne clicca per saperne di pi첫. 1kg di zucchero 1 limone Procedimento: Sbucciare le mele cotogne tagliarle in 4 parti e togliere il torsolo, metterle a bollire in abbondante acqua, dentro la quale poniamo il limone tagliato in 4 parti, portare a cottura. Setacciare le mele cotogne con un passa verdure usando il disco medio, incorporare lo zucchero e amalgamare bene. Versare il composto ottenuto in una pentola e portare ad ebollizione rimestando continuamente, appena giunge il bollore mantenere per altri 5 minuti. Versare la cotognata in formine ancora umide e lasciare riposare, dopo 1 o 2 giorni provare a staccare la cotognata dalla formina, poggiarla su di un canovaccio, rigirare anche pi첫 volte al giorno, fino a che no abbia assunto la consistenza ideale per essere conservata. 36

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Confettura di zucca Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/ricette-sottovetro-conserve-salse-confetture/1004-confettura-di-zucca

......Poteva mancare in questo periodo la preparazione della confettura di zucca, magari per preparare in seguito qualche dolcetto per festeggiare la mitica serata? preparazione semplicissima come per le classiche confetture.... Ingredienti: 500 gr zucca 500gr zucchero zenzero grattugiato un cucchiaio di aroma di buccia d'arancia Preparazione: Sbucciare e privare dei semi la zucca, tagliarla a piccoli dadini direttamente in pentola, coprire con lo zucchero e lasciare riposare per mezza giornata. Trascorso questo tempo rimestare e mettere sul fuoco, aggiungere lo zenzero grattuggiato e l'aroma d'arancia. Lasciare cuocere a fiamma bassissima, trascorsa mezz'ora passare il composto al mixer e rimettere sul fuoco fino a che sarĂ pronta. Invasare in barattolini ben puliti e sterilizzati, chiudere il tappo e capovolgere sottosopra fino a completo raffreddamento della confettura.

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La mostarda di mosto Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/ricette-sottovetro-conserve-salse-confetture/1828-mostarda-di-vinocotto#2526

In Sicilia il vino cotto ha una sua tradizione radicatissima che ne fa un ingrediente ricorrente sia nella preparazione di diversi dolci e mostarde, sia nella cottura di piatti salati. Una bottiglia di vino cotto, magari invecchiato, è un regalo davvero prezioso che si custodisce con gelosia in dispensa e si tende a centellinare, anche perché, prepararlo diventata difficile man mano che ci si allontana dalla vita contadina. Per preparare un vino cotto perfetto si procede così: in una pentola in rame versare 1 litro di mosto e 2 cucchiai di cenere di sarmenti (i sarmenti sono i tralci delle viti che vengono sfoltite. La cenere della loro combustione è particolare ed usata per diverse preparazioni tradizionali della cultura contadina). Il mosto va mescolato con la cenere a freddo, quindi si mette sul fuoco e si porta a bollore. Una volta raggiunta l'ebollizione si abbassa la fiamma al minimo e si lascia cuocere a fuoco dolcissimo per circa 3 ore, in modo che si riduca a un terzo del volume iniziale. Si spegne, si lascia freddare, si filtra, si imbottiglia e si conserva al riparo dalla luce e dal calore per almeno qualche mese, ma più si ha la pazienza di aspettare più il vino cotto sarà buono. Addirittura in alcune famiglie si usava regalare al figlio appena nato, una bottiglia di mosto cotto, in modo

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che maturasse e quindi sarebbe stato bevuto in età adulta , magari per un occasione speciale quale il matrimonio.... Ma andiamo a preparare la mostarda di vino cotto.... Ingredienti: 1 lt di mosto; gr 120 di amido di grano; mandorle tostate intere.

Procedimento: Sciogliere l'amido in poco mosto e setacciarlo al colino per evitare il formarsi di grumi. Aggiungere il resto del mosto e mescolando in continuazione poniamo la pentola sopra il fuoco a fiamma bassa..... aspettiamo che il composto si addensi; una volta pronta, amalgamarvi le mandorle tostate intere o poco rotte nel mortaio e velocemente versare il composto ancora caldissimo in teglie rettangolari. La tradizione siciliana vuole che si utilizzino delle particolari formine in terracotta che raffigurano frutta o sagome di angeli o santi. Versata la mostarda nelle formine, o in teglie rettangolari, chi non ne ha, aspettare che si freddi completamente e si asciughi un pò. A questo punto tagliarla a quadretti, metterli su una griglia in modo che prenda aria da tutte le parti, e lasciarli al sole coperti da un velo. E' probabile che durante il processo di essiccazione della mostarda si verifichi la presenza di fuoriuscite dello zucchero che passa in superficie. Bisogna far sì che vi sia una maggiore areazione per evitare umidità. L'essiccazione completa avviene con il passare delle settimane, si noterà che la mostarda diventerà dura e il sapore sarà veramente eccezionale.

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Mosto Cotto Al link troverete tutta la ricetta ma soprattutto un passo passo fotografico dettagliatissimo per la realizzazione del piatto: http://www.lapulceeiltopo.it/forum/ricette-sottovetro-conserve-salse-confetture/1010-mosto-cotto ...è tempo di vendemmia, il "nettare degli dei" si prepara anche quest'anno, il tempo è stato generoso e ci ha donato grappoli d'uva degni di essere trasformati, con cura e delicatezza i raspi vengono separati dagli acini e poi ecco che dopo un processo di filtraggio viene fuori il mosto... esso se ben curato e conservato ci donerà vino che allieterà le nostre tavole, ma una parte di esso ci donerà conserve che saranno indispensabili in cucina..... Il MOSTO COTTO ha radici e tradizioni antichissime quindi è quasi normale che ogni famiglia abbia la propria versione;chi ha l'ingrediente segreto chi la tecnica di conservazione affinata e tramandata negli anni.... Questa è la ricetta che si tramanda nella mia famiglia, noi trattiamo il mosto in purezza, quindi misuriamo il mosto all'interno della pentola con il cucchiaio di legno, ne segniamo l'altezza e poi calcoliamo la terza parte, si perchè deve ridurre di 2/3, quando inserendo il cucchiaio di legno l'altezza del mosto è a 1/3 del quantitativo iniziale ecco che è pronto per essere imbottigliato in bottiglie di vetro scure.... Ingredienti: Mosto (non serve altro) mosto appena versato nella pentola

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Procedimento: Versare in una pentola capiente il mosto, segnare l'altezza di esso su di un cucchiaio di legno, dividere per 3, porre a fiamma bassa e avere tanta pazienza, il mosto cotto è pronto quando il livello iniziale si è ridotto dei 2/3, quindi su 3 litri iniziali noi avremo 1 litro di mosto cotto. Imbottigliare e porre in dispensa per gli utilizzi piÚ svariati .... mosto a fine cottura

mosto cotto appena imbottigliato

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I fichi d'india http://www.lapulceeiltopo.it/forum/conosciamo-gli-alimenti/39-i-fichi-d-india

Il fico d'India è il frutto di un cactus (Opuntia) Introdotto in Europa in età colombiana dagli spagnoli che lo importarono dal Messico, il fico d’India è presto diventato un elemento inscindibile nel panorama tipico del bacino del Mediterraneo, dove ha trovato le condizioni climatiche migliori per attecchire e svilupparsi. Le radici di questa pianta altro non sono che le pale (cladodi), ossia le foglie carnose e piene di spine.

Occorre non solo usare i guanti, ma fare anche molta attenzione quando si raccolgono questi meravigliosi frutti, la fatica sarà poi compensata dal gusto succulento di queste primizie. I frutti sono coperti di spine mentre la loro polpa contiene tanti semi.

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La pianta cresce in climi anche aridi e potete coltivarne una anche in giardino, basta interrare per circa due terzi un paio di pale per permetterne la riproduzione. Ottimi da mangiare crudi (una volta sbucciati ovviamente), si apprestano anche a ottime preparazioni caserecce. In Sicilia, in particolare, le “pale” di fico d’India crescono spontaneamente sui suoli sabbiosi e pianeggianti fornendo all’Isola frutti di alta qualità e pregio tanto che la nostra regione ne è, dopo il Messico, il secondo produttore mondiale. In Sicilia il ficodindia è coltivato in aree ben distinte: nella zona centro-orientale dell’Isola che fa capo al paese di San Cono, nel sud-ovest etneo nei territori di Belpasso, Militello, Paternò, Adrano e Biancavilla, nel Belice (zona sud-occidentale) dove la coltivazione di questa pianta interessa i comuni di Menfi, Montevago e soprattutto Santa Margherita Belice. Da agosto a Natale, dunque, l’Isola è un prolificare di questo esotico frutto che conta quattro diverse varietà: la gialla detta “sulfarina”, la rossa nota come “sanguigna”, la bianca denominata “muscarella” e quella dal tipico color arancio chiamata “moscateddo”.

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I pregi di questo frutto sono legati a vari motivi: intanto le pale di ficodindia non hanno bisogno di essere trattate con antiparassitari e pertanto i suoi frutti possono essere considerati naturalmente “biologici”. Ma le qualità migliori di questi frutti sono rappresentate dalle sue proprietà terapeutiche tanto che consumare fichidindia rappresenta un’ottima cura naturale per l’intero organismo. Tra le più importanti proprietà del ficodindia si segnala quella depurativa, ottima per aiutare l’espulsione dei calcoli renali, e quella coadiuvante nella cura dell’osteoporosi grazie alla quantità di ferro, calcio e fosforo contenuti in questo frutto. Il ficodindia è inoltre indicato anche quale integratore nelle diete dimagranti per il suo grande apporto di fibre, che danno un senso di sazietà, e come reidratante e rivitalizzante per chi svolge attività fisica intensa, sia sportiva che lavorativa Contrariamente poi a quello che si pensa e spesso si fa, il frutto del ficodindia può essere consumato interamente: grazie alla minore percentuale di glucosio rispetto alla polpa e ad una maggiore di cellulosa e proteine, la famosa buccia di questo frutto possiede un alto valore nutritivo. Una scoperta “recente” che assomiglia a quella dell’acqua calda se in alcuni paesi della Sicilia era pratica comune nel passato cucinare le bucce fresche e addirittura essiccarle per poi consumarle più tardi. La fioritura di questa pianta inizia in primavera ma i frutti più pregiati sono quelli tardivi che arrivano sulle nostre tavole a dicembre.

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Questi fichidindia sono i cosiddetti “bastarduna” o “scuzzulati”: in realtà non sono altro che i fichidindia nati dalla seconda fioritura, che si ottiene eliminando i primi frutti, più piccoli, e costringendo così la pianta a rifiorire. I “bastarduna”, meno numerosi, hanno però un valore di mercato più alto sia perché sono tardivi e dunque frutti invernali sia perché sono più grandi e senza semi. I fichidindia non perfettamente maturi sono chiamati invece “burduni” cioè bastardi, termine che derivando dal latino “burdo”, ossia mulo, animale appunto non puro. Questo frutto è facilmente deperibile e va consumato entro 1-2 giorni dall'acquisto. Ancora oggi, nel periodo della vendemmia, in tutta l’Isola è tradizione consumare fichidindia nella prima colazione: costume che deriva dall’antica usanza del proprietario della vigna che offriva questi frutti ai suoi vendemmiatori per impedire che mangiassero troppa uva durante il raccolto

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