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Narrazione modello 2 24 settembre 2010 Incontro con i docenti coordinato dal Professor Giuseppe Tacconi * Consegna di narrazione: Quando hai visto lʼopaco cadere dagli occhi dei tuoi studenti

Ci vuole legno di quercia (inglese) Davvero unʼottima annata! Anno 2008­2009: due quinte ginnasio morbide, rotonde, vellutate, una seconda liceo d ʼorigine controllata ed allappante, la terza robusta e matura, pronta per il travaso e l ʼossigenazione universitaria. Ma quella 1C! Era andata in aceto! Una classe che assaporavo dallʼanno precedente, quando era ancora composta di soli 17 studenti: corretti, ligi, e pieni di desiderio di sperimentare, il sogno di qualsiasi insegnante! Agli originari 17 si erano aggiunti 5 nuovi elementi e lʼunione aveva generato un nuovo sapore, una diversa personalità. A questo si aggiunse il loro ingresso al liceo ed il conseguente cambio di gran parte dei docenti: il loro disorientamento era palpabile. Il mio orario prevedeva che le ore in 1C seguissero la lezione di storia e filosofia. L ʼesimio collega eccelleva nella modalità frontale e detestava cordialmente abitudini quali porre domande, scostare la sedia o creare movimenti dʼaria inconsulti girando le pagine del libro. Le sue ore rendevano le mie un vero inferno. Al mio ingresso i ragazzi erano stanchi e le mie lezioni oscillavano tra lʼapatia totale e l ʼassimilazione alla

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ricreazione. In particolare il momento dedicato alla letteratura era il più detestato, nonostante lʼapproccio dellʼanno precedente avesse fatto ben sperare. Parlai con le colleghe di inglese che mi consigliarono di abbandonare completamente il mio approccio diacronico e di esasperare la tematicità. Non ho mai amato i programmi che dimenticano il fluire degli eventi per saltellare di secolo in secolo, ma fui convinta dallʼesperienza delle colleghe e decisi di proporre le favole in lingua inglese attraverso i secoli. Analizzammo vari testi, dalle favole in poesia di Chaucer, a quelle brevi di Twain, dal romanzo di Orwell, ai fumetti di Spiegelman. Tra una favola e lʼaltra era giunto carnevale con la sua pausa di co­gestione. Avevo assegnato alla 1C il compito di scrivere una favola ciascuno, che non fosse più lunga di una pagina ed usando la modalità che era loro più congeniale. Avevano un mese di tempo ed avrebbero potuto sfruttare la settimana di cogestione. Ligi al dovere rientrarono a scuola con una favola ciascuno (chi in prosa, alcuni in poesia, persino un fumetto), una morale ciascuno ed unʼinterrogazione ciascuno sul loro operato. Raccolsi tutto e rilegai artigianalmente il lavoro. Arrivai in classe col mio volume tra le mani, fiera del nostro percorso tematico e con gli occhi scintillanti. Allʼarrivo della loro opera prima lʼentusiasmo fu pari a zero. “Prof! Ci dà voto per le favole?” Ripresi il percorso tradizionale confidando nellʼamore per il teatro di gran parte della classe, portai le scene più vibranti di Macbeth da accostare ai dipinti di Fuseli, la morte di Romeo e Giulietta da confrontare con la rivisitazione di Di Caprio, ma la classe era completamente inerte e i loro occhi offuscati da cataratte di noia. Quello che maggiormente mi irritava era lʼimpossibilità di uno sfogo. Non potevo riprenderli se i voti erano buoni, non avevo diritto a lamentarmi con i colleghi: la classe andava bene. Mi chiedevo se davvero ciò che mi aspettavo era così pretenzioso. Forse unʼinsegnante deve accontentarsi di passare ciò che sa. Dovrei accontentarmi che sappiano i paradigmi, che possano dare indicazioni su come raggiungere la stazione, che non facciano errori di consecutio temporum! Perché allora attendevo di vedere passione nei loro occhi? Di vedere la stessa fame che avevo visto negli occhi di mio figlio all ʼora della favola serale? Desideravo 22 paia di occhi pronti a divorarmi ancor prima di aprire il libro, occhi pronti a volare verso posti nuovi ed emozioni diverse da quelle quotidiane. Come far provare loro questa magia? Come far vibrare la giusta corda?

Metà maggio. Basta rimuginare! Maledizione, un anno perso! Mi arrendo! In fondo è quasi finita! Dove ho messo il calendario scolastico? Quante lezioni mancano alla fine? Aspetta, il 2 giugno è giovedì. Bene, una lezione in meno in 1C. E per giovedì prossimo? Uffa, ancora letteratura! Aspetta.... potrei riciclare la lezione fatta in 5C. È vero, era pensata per il ginnasio, ma Lord Tennyson lo ritroveranno in 3 liceo, può sempre essere utile. E poi, non ho più voglia di inventarmi nulla! E se cambio ancora il programma mi tocca riscriverlo tutto! Odio la burocrazia.... il programma preventivo, il programma consuntivo, le 40 ore i 55 minuti, le 33 ore,

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se facevo la ragioniera la partita doppia sarebbe stata più semplice! Mannaggia, ma la lavatrice ha finito? E adesso che cʼè? ʻsì Cesare, arrivo, lo so, volevi farmi vedere il lavoro di tecnologia. Ma sei sicuro che quella proiezione sia corretta? Sì, sì, va bene, se lʼha detto il tuo prof...ʼ Ma quando arriva lʼestate? Va bene, prendiamo sta lezione, e domani si va a braccio!

­ Good morning! Are you ready? Letʼs go to the Lab! Today... literature. ­ Mrs. Ronza.... I didnʼt take my literature book with me. ­ Lara, you didinʼt BRING youʼre literature book with you... Why? We have been studying literature on thursday since September, and itʼs May now! Ok, donʼt worry, we do not need the book today! ­ Now, sit down... Stefano, I said SIT ­ DOWN! Why are you always roaming around while youʼre classmates are sitting down? ­ Ce lʼha sempre con me prof! ­ In English Stefano! In English! And no! I havenʼt got it in for you... ­ ...ce lʼha con me.... to have got it in for someone... open your copybooks and write it down.... have got ­ it ­ in ­ for ­ someone... avercela con qualcuno.... ­ Stefano, you know that you are the apple of my eye! And if you do not know the meaning of the expression ʻthe apple of my eye ʼ ask Stefano ­ Sì sì, the apple of my eye! Intanto mi avete bocciato. ­ ... Today we are about to approach lord Alfred Tennyson and one of his minor poems, The Lady of Shalott. The source is a poem by Mallory ... but ... this is not important. You are not asked to study the author. I would like to analyze the poem with you. When you do not know the meaning of words, we will touch them on the screen and we will see what happens (...quella bronchite è stata davvero provvidenziale, ogni volta che vedo questo lavoro mi piace... tutte le parole agganciate ad unʼimmagine, se non memorizzano così... , va beh ma tanto qui sono talmente secchioni! a loro non serve... tiriamo alla fine dell ʼanno). Here we have 4 stanzas, we are going to analyze the first one today and then we will try to foresee what will happen to our Lady of Shalott. At the end of four lessons we will have read all the stanzas and we will analyze some paintings by the Prerafelite Brotherhood to find differences and similarities with the poem and to learn how to describe a landscape. Each of you will choose one painting, the painting she or he prefers... Let ʼs start.... On either side the river lie Long fields of barley and of rye, (santa pace, Luca sta pensando allʼorgano della chiesa e di Shalott non gli importa nulla!) ­ Mrs. Ronza? ­ Yes, Luca ­ What page is Lord Tennyson? ­ You mean... What page can you find more details about Lord Tennyson?

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­ Yes. ­ Are you interested in this poet? ­ Mmmmm, But... do you... do you.... ci interroga? ­ No Luca, I have previously told the class that you are not asked to study Lord Alfred. ­ No. ma io dicevo Tennyson ­ Non vi interrogo! ­ Ok. ­ (io li strangolo uno ad uno! Ma guardali! ora che ho detto che non li interrogo guardano tutti fuori! e quelle due cosʼhanno da ridere? che giornata! me ne andrei fuori pure io. dovrebbe mancare poco. che ora è? mancano 15 minuti e poi suona! ... ... Ma cosa aveva detto Attila sulla mia lezione? In effetti aveva ragione! L ʼimmagine che ho scelto non ci azzecca per niente!) ­ What do you think about the river? ­ River? ­ Yes, I chose a picture to illustrate the first stanza.... Can you see? ... Luca, what do you think of the picture I chose. Is it the right one? (ed ecco lʼorganista che mi osserva da sopra gli occhiali.... sta pensando che se solo si azzarda a dire qualcosa ci saranno ripercussioni sui voti) ­ The right one? Yesss, maybe, I think so... ­ Luca! Iʼll give you a good mark if you can give an evaluation of my choice, in English of course, but you need to give me evidence of why my picture is a good or a bad choice. ­ Rrealllyy??... Davvero? ­ Yes! Really davvero! La diga si aprì! Luca aveva una cascata di motivazioni più che valide per criticare quella scelta, e... poteva darmi la sua opinione anche sulle altre immagini? Poteva portarmene di più adatte? Ma io le avrei usate? La classe iniziò a fermentare. Potevano decidere loro che dipinti usare? Quelli non erano un gran che... Gli ultimi 15 giorni di scuola in 1C volarono. Il voto non importava più, volevano fare loro, creare loro, valutare loro il mio operato. Luca mi portò una folta serie di immagini con cui sostituire le mie e mi spiegò dettagliatamente perché le sue erano più appropriate, Sara trovò dei manga sul tema con cui sostituire i miei amati pre­raffaelliti (prof! lei è antica!), Marica mi riferì che su Facebook Stefano aveva modificato il suo status... ʻI am half sick of shadows, said The Lord of Shalottʼ, ma sì... e passi anche la licenza poetica! 1C: una classe diversa, fragrante, fruttata e dal perlage fine!

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