DOSSIER TERREMOTO 1980

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Scuola Elementare Caposele Classi: quinta A, Quinta B

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anno scolastico 1997/98 Classi III A- IIIB Scuola Media a.s. 2000/2001

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Due o tre volte almeno in un secolo la terra fortemente trema. Lontano dalla superficie grandi, profonde zolle alla deriva, le fiamme infinite, le rocce caldissime, l’attrito. Il cuore del terremoto è qui sull’Appennino. Franco Arminio

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CON CON IL IL PATROCINIO PATROCINIO DI DI :: Consiglio di circolo di Calabritto

Comune di Caposele Pro Loco Caposele

ISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

Drammatica esperienza di paura e dolore, di solidarietà e speranza Grafica : www.immagi.net


Presentazione

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niziativa lodevole questa degli alunni delle classi quinte delle scuole elementari di Caposele in quanto suscita interesse e curiosità; infatti, sollecitati a ricercare notizie e valori della terra in cui sono nati e vissuti, essi hanno saputo scoprire un pezzo di storia della vita del loro paese. Il lavoro, pertanto, si arricchisce di considerevole importanza, atteso che, compito primario della Scuola è quello di stimolare i giovani a conoscere la realtà che li circonda perchè in essa e con essa possano orientarsi e formarsi. E a questo fine, il lavoro utilizza quanto la memoria sa riportare in vita, riscoprire avvenimenti, circostanze, eventi, fatti, inusitati e straordinari, talora lieti, il più delle volte tristi e penosi. Plauso e gratitudine, perciò, meritano sia gli insegnanti del modulo che hanno promosso e sostenuto l’iniziativa, sia gli alunni che con impegno e serietà hanno saputo dar vita a questo studio di indagine e di ricerca. Certo, la produzione di testi resi più significativi dalle immagini di una terra sconvolta, la riscoperta dei luoghi, usi e consuetudini ormai dimenticati o non più giustamente apprezzati, il rivivere esperienze di autentica solidarietà, acquistano, attraverso i piccoli ricercatori, valore di indubbia utilità,in quanto istruiscono, educano e, nel contempo, stimolano a più significativi traguardi. E’ su questa linea, infatti, che deve procedere ormai la scuola, la quale, se è deputata a creare e produrre cultura, non deve mai perdere di vista il fine della educazione della persona nella sua più completa e autonoma formazione. Se è vero che la ricerca apre nuovi settori e nuove piste nella conoscenza, è anche vero che, oggi, vi è la necessità di offrire nuove indicazioni e prospettive diverse ai bisogni dell’uomo. E, come in altri settori, anche in quello dell’educazione e


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ConfortiStudio

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formazione, il cambiamento si realizza quando si ripudia ogni strumentale conservazione sia nelle forme intellettuali che in quelle operative. E’ vero che oggi nella scuola mancano le condizioni perchè questo cambiamento possa realizzarsi pienamente; ma è necessario battersi perchè gli ostacoli siano eliminati. Infatti, quanto più la scuola sa realizzare il suo compito, quanto più diviene luogo significativo dove le capacità individuali e di gruppo vengono esaltate, dove si dà vita ad un processo continuo di crescita,dove l’impegno quotidiano dell’insegnare e dell’apprendere viene costantemente gratificato, tanto più e meglio potrà corrispondere ai bisogni formativi di una società complessa, governare il cambiamento ed offrire contenuti di sostanza e qualità al sistema formativo di base.

IL DIRETTORE DIDATTICO Carlo Di Lauro


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Sommario Cronaca di un terremoto

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La notizia sconvolge l’Italia

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Arrivano i volontari

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Storia di Fortunata

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Visita delle autorità

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Ecco i Tedeschi armati

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La situazione a Caposele

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Caposele da secoli terra sismica

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Vivere nel dopo-terremoto

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Volontari : terremotati per scelta

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Quel Natale 1980

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Si rimuovono le macerie...

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Ora si pensa alla ricostruzione

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Due o tre volte almeno in un secolo la terra fortemente trema. Lontano dalla superficie grandi, profonde zolle alla deriva, le fiamme infinite, le rocce caldissime, l’attrito. Il cuore del terremoto è qui sull’appennino.

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Cos’ è un terremoto

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Il sismografo / Come misurare il terremoto

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la previsione dei terremoti

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Cosa fare se arriva un terremoto

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Bibliografia

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Prefazione Anno 1980 : Terremoto!

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Anno scolastico 1997/98: alunni della Scuola Elementare di Caposele ne ricostruiscono in un “album di famiglia” l o spessore tragico ed il potenziale pedagogico, proponendo un “dossier terremoto” di ottima fattura e pervaso da una irresistibile carica vitale.

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Anno 2000: a venti anni dal tragico evento ed a tre dalla pubblicazione riscopriamo l’opuscoletto, insieme agli alunni ed ai docenti di allora, assaliti da contraddittorie sensazioni: il piacere istintivo di rileggere storie ed aneddoti ed il sottile dolore che si rinnova. Lo vogliamo riproporre convinti di riconoscere un chiaro merito agli autori, alunni e docenti: essi con l’opera di ricerca, raccolta, ricognizione, racconto, ricordo, hanno tentato di dare vigore, con semplicità ed efficacia, nella memoria della comunità, alla funzione educativa che gli eventi e la storia dovrebbero svolgere. Vi si raccontano l’indescrivibile tragedia di urla strazianti e di macerie, storie toccanti, i morti, le vite spezzate all’improvviso, le paure, le angosce, la disperazione e la sconfitta. Vi si descrivono, però, in una cornice di devastazioni e di lacrime, anche i lampi di piacere intorno ad un caldo fuoco, la gioia enorme di un riabbraccio, la voglia di restare, l’orgoglio testardo di ricominciare, la speranza. Una rinnovata, rigenerata, purtroppo provvisoria, trama di una vita comunitaria, di familiarità estesa, di appartenenza convinta, di sincera vicinanza, di incondizionata mutualità. Vi si esaltano, infine, quello straordinario incontro di persone di cultura, di sentimenti diversi, di varie provenienze spinte da un moto R SIE DOS

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di solidarietà mai riscontrati in precedenza. Una imprevedibile, impensabile, spontanea condivisione di umani e civili valori, trasfigurata per un momento in un comune ed unificante sentire nazionale. Noi non sappiamo quanto e cosa quella tragedia abbia insegnato alla nostra gente; certamente avvertiamo il bisogno di tenere viva la riflessione e la memoria del passato nell’intento di consegnare alla storia futura generazioni più consapevoli, più preparate, più avvertite e più solidali, anche se la temperie culturale nella quale la missione educativa si colloca rende l’impresa ardua e dall’esito incerto. La cosa più vergognosa che potrebbe capitare in una democrazia è che le tragedie si trasformino in affari e fortune elettorali. Ci sforziamo di scongiurare questo pericolo.

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Il Dirigente Scolatico Dr. Silvano Granese


Cronaca di un teremoto Caposele, 23 novembre 1980

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Dopo ra decisamente un’impresa distinguere, al solo chiarore della luna, le figure frettolose che sbandate vagavano alla ricerca di questo o quel parente e che, nel momento in cui si ritrovavano, si avvinghiavano in segno di gioia e di soddisfazione, come se quello fosse un incontro festoso.

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pianti e clamori.

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La Sera ra stata una giornata parti colarmente calda, tutt’altro che autunnale. La piazza era ancora affollata dalla gente riversatasi a passeggiare. All’improvviso tutto sembrò fermarsi ; l’aria diventò pesante ; si levò un vento caldo e polveroso e si avvertì un senso di leggerezza. Poi un boato, quello cupo e assordante di un treno in galleria.

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Ore 19, 35 a terra si mise a tremare, a roteare, a sussultare, a ondeggiare. Si sentivano, in lontananza, i rumori più disparati: grida, lamenti, scrosci. Era il TERREMOTO ! Distruzione dovunque. La gente si precipitò lontano da case squarciate e da muri pericolanti. La terra continuava a tremare e, ad ogni sussulto,

La notte i organizzarono i primi soc corsi, si componevano i morti alla meglio e si dava assistenza ai bambini e agli anziani, intirizziti da brividi di paura, più che dall’umidità che saliva dal fiume ingrossato, benché non fosse piovuto. Un fiume fangoso e limaccioso che strideva con quell’aria calda e calma.

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COLPITA ScuolaL’IRPINIA Elementare Caposele Classi: quinta A, quinta B

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1) Castagno Luciano 1) Biondi Serena 2) Castagno Maria Teresa 2) Caruso Fabrizio 3) Ceres Giuseppe 3) Ciccone Teresa 4) Ciccone Nino 4) Ciccone Francesco 5) Ciccone Roselia 5) Corona Luciano 6) Cuozzo Serafina 6) Damiano Anita 7) D’Alessio Valentina 7) Di Vincenzo Adriano 8) Del Guercio Teodolinda 8) Esposito Alessandra 10) Farina Emidio 9) Feniello Rocco Gerardo 11) Freda Annalisa 10) Iannuzzi Gerardo 12) Grasso Gerardo 11) Luongo Carmen 13) Iannuzzi Carmen 12) Malanga Graziella 14) Iannuzzi Giuseppina 13) Malanga Marialaura 15) Mazzariello Davide 14) Martino Giuseppe 16) Melillo Mariana 15) Mazziotta Antonio 17) Merola Salvatore 16) Merola Mariantonietta COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO 18) Monteverde Carmela 17) Palmieri Giovanna 19) Monteverde Chiara 18) Rosania Caterina 20) Monteverde Gelsomino 19) Rosania Rossella 21) Rosamilia Nicolina 20) Russomanno Gerardo 22) Rosania Gianfranco 21) Vitale Gaetano 23) Rosania Raffaele 24) Russomanno Raffaelina 25) Scamorza Serafino LE INSEGNANTI: LUCIA RUSSOMANNO , INES SENA , ERNESTINA MELILLO


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L’alba assò la notte. La radio già dava notizie del disastro in Irpinia e Lucania: elencava i Comuni, parlava di una chiesa lucana che aveva seppellito una comunità, di un palazzo popolare a Napoli e poi di Lioni, Sant’Angelo, Laviano, Conza, già elette a capitali-simbolo di un terremoto. Parlava di migliaia di morti e di tantissimi feriti.

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Alfonso Merola

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to degli scampati. Don Vincenzo 3, tutt’altro che stanco di una notte trascorsa tra case in rovina alla ricerca di voci flebili o invocanti, era già all’opera a dare coraggio tra il suo popolo che stava piombando nella disperazione. Le ispezioni ufficiali delle Autorità del luogo incominciarono a dare le prime direttive di organizzazione di una vita collettiva che sarebbe durata per qualche tempo. Le divisioni e i rancori di un tempo sembravano spariti; in tutti o quasi si rafforzava l’idea che solo uniti si sarebbe superata ogni difficoltà.

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Prima assistenza on Amerigo 1, coadiuvato da alcuni giovani improvvisatisi infermieri e, più in là, il dottore Melillo 2 visitavano alla svelta i feriti a loro sottoposti, per assicurare una cura immediata e poi affidarli a qualche volenteroso che li trasportasse al più vicino ospedale.

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La mattina l sole non sorse quella matti na: dalla notte si passò ad un giorno plumbeo.Il cielo era giallastro come il fiume limaccioso. Una fastidiosa pioggerella impastava la polvere sul vol-

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1) Don Amerigo: Del Tufo Amerigo, medico condotto. 2) Dottore Melillo: Melillo Giuseppe, ufficiale sanitario. 3) Don Vincenzo : Don Vincenzo Malgieri, parroco di Caposele. R SIE DOS

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“La notizia sconvolge l’Italia”

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“Così il pennino ha registrato il terremoto”

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“Ha vibrato fuori scala e il tracciato si è interrotto” IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ...la scossaCOMMENTOIL fu terribile, ci sbatteva a destra e a sinistra, IL“NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO mentre tutto intorno ci cadevano le cose addosso... IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Nonno di Graziella, quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Napoli, Salerno, Avellino, Potenza: le province più povere sono le più disastrate

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“Scatta la macchina della solidarietà”

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Il giorno successivo mangiammo delle uova che avevamo IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO potuto prendere in un pollaio; poi per fortuna arrivarono i COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO soccorsi, con cibo, coperte e tende. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Mamma diNOSTROCOMMENTO Gaetano, quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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Le prime concitate ore per organizzare i soccorsi

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Arrivano i volontari, Vigili del Fuoco, cibo e vestiario... Ma c’è una grande confusione

IL“Capii NOSTRO NOSTRO subitoCOMMENTOIL che era il terremoto. QuandoCOMMENTOIL si fermò, con le NOSTRO mie mani COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO i vetriCOMMENTOIL della porta e correndo sulle COMMENTOIL macerie arrivai inNOSTRO piazzetta ILruppi NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL - Massimo, Annamaria, figli miei dove siete?NOSTROCOMMENTO - gridai disperata. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Ma grande fu il NOSTRO sollievo quando li vidi venirmi incontro. COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO Comare di COMMENTOIL Mariantonietta quinta A

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Si scava sotto le macerie

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La forza, il coraggio, la caparbietà dei volontari e militari

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO ...finita la scossa, tutti siamo corsi a scavare sotto le macerie COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO nostraCOMMENTOIL casa: abbiamo trovato la nonna, ILdella NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL ma per lei non c’era NOSTRO nessuna COMMENTOIL speranza. NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Nonna di Serafina, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO ILUna NOSTRO NOSTROil COMMENTOIL NOSTRO donnaCOMMENTOIL si disperava,piangendo figlio sotto le macerie: COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Figlio cuore di mamma! NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL- NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Grande fu la gioia, quando vide il figlio uscire vivo da sotto ILleNOSTRO COMMENTOIL rovine della sua casa. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO MammaCOMMENTOIL di Salvatore, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO R SIE DOS

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Storia di Fortunata

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Ella ci ha raccontato la sua incredibile storia con molta emozione, suscitando commozione e gioia. Nacque sabato, 22 novembre, anno 1980, nell’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi. Appena nata venne messa in una culla termica, mentre la mamma fu ricoverata nel reparto maternità. Domenica sera, il giorno dopo, alle ore19,35 la terra tremò. Crollava tutto e la mamma cercò di mettersi in salvo precipitandosi giù per le scale. Vide feriti, sentì urla, passò la notte sotto le stelle. La mattina dopo piangeva, davanti alle macerie, la sua figlioletta, morta prima ancora di poterla stringerla al seno. Così tornò tristemente a casa. Invece, mercoledì 26 no-

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ortunata è una bella ragazza di diciassette anni.

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vembre, Luciano Tontini, vigile del fuoco, accorso da Cesena in aiuto alle popolazioni terremotate, passò vicino a quelle macerie e sentì un flebile lamento. Cominciò a scavare, sebbene tutti gli ripetessero che era inutile: i bambini erano tutti morti.Caparbiamente continuò a scavare per ben sei ore, fino a che trovò una culletta termica rovesciata dove una neonata, quasi in fin di vita, si lamentava ormai allo stremo. Da quel giorno, il vigile del


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fuoco non seppe più nulla di quella bambina. La cercò, ma tutto fu inutile. Intanto la mamma, dopo una settimana dal ritorno, sentì una notizia per radio che diceva di una neonata, trovata tra le macerie, di cui non si conoscevano i genitori, ma che aveva ancora vicino al polso il cartellino con il cognome della madre. Subito si accese la speranza e il papà si recò immediatamente ad Ariano, l’ospedale da Fortunata oggi cui proveniva l’appello. Quando ritornò, fra lacrime tunata la copertina in cui fu di commozione e di gioia, an- avvolta dopo il miracoloso salnunziò che la loro figlioletta vataggio. era viva. Poterono stringerla fra le braccia solo dopo un mese, a causa degli accertamenti legali.Chiamarono la loro bambina Fortunata. Solo dopo dodici anni, Fortunata ha potuto conoscere e ringraziare il suo salvatore, durante una trasmissione televisiva, nel corso della quale, Luciano Tontini ha regalato a ForR SIE DOS

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Visita delle autorità “Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò... La disperazione dei sopravvissuti vivrà nel mio animo”.

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ZAMBERLETTI : “ Porteremo altrove vecchi e malati”

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Giovanni Paolo II

Sandro Pertini vicino al dolore dei terremotati

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“ Avrei voluto vedere e confortare tutti, ma non mi è possibile, purtroppo! Ho il cuore pieno di amarezza! “

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Sandro Pertini - Presidente della Repubblica-

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MA LA RISPOSTA E’ : “ Non dobbiamo andar via. Non possiamo lasciarci tutto questo alle spalle. Ci offrono la possibilità di andarcene... sento una stretta allo stomaco al solo pensarci. Qui ci sono i nostri morti. Sai quanti ce ne sono ancora là sotto? Non possiamo lasciarli e ricostruire la nostra vita altrove. No, questo è il nostro posto, in questa terra senza pace dove gli uomini, sotto la rude apparenza e le rozze vesti, nascondono animi forti e coltiva-

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Giuseppe Zamberletti, Commissario Straordinario per il terremoto, in visita a Caposele

no sentimenti d’oro. Non possiamo non dire “ Non posso”. da “Quei tremendi novanta secondi” di Ada Giordano Contino


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In arrivo soldati, tende e roulottes... Ma anche pioggia, neve, freddo.

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “... nella vecchia 127 siCOMMENTOIL mangiava, là siNOSTROCOMMENTO dormiva, là ci COMMENTOIL NOSTRO IL riparavamo NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO dalla pioggia.NOSTRO Scese la prima neve, per fortuna COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ci diedero la tenda e poi un box di ferro”. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Comare di Mariantonietta, quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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Ecco i tedeschi armati... MATERDOMINISembra un territorio occupato. Tra Teora, Caposele e Calabritto, si incontrano

decine

di

camion

militari tedeschi. Le staffette, in motocicletta, degli ufficiali nelle camionette

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Volk-wagen,schizzano via in tutte

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le direzioni. Nella valle del Sele

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si respira aria di grandi manovre.

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Sono arrivati in treno a Caserta, tra domenica e lunedì per aiutare “gli amici italiani”. Il campo base è sistemato su un montanozzo

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che di San Gerardo Maiella.Le ruspe hanno spianato la collina. Durante i

notte lavori

di

sono

proseguiti

sbancamento

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la

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domina Materdomini e il Santuario

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un nuovo villaggio

per

ottocento

ottanta

sono

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persone.Altre

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montaggio delle tende. E’ sorto

dislocate a Cala-

britto per organizzare l’ospedale

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da campo.

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da “ Il Mattino”

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IL“Eravamo NOSTROda COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL zia, quando arrivò alle nostre orecchie unNOSTRO forte COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO rumore cupo, simile ad un boato. Ci affacciammo e vedemmo IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO molti camion militari, pieni di Tedeschi, NOSTROCOMMENTO alle curve di Ponte COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL ILSele. NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO EranoCOMMENTOIL molti, quasi quanti la seconda guerra mondiale, COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO fecero un campo enorme. Il giorno successivo iniziarono ad IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO aiutare i terremotati”. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO PapàCOMMENTOIL di Salvatore, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO

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... di buona Volontà

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Una fase del “ recupero” nelle macerie

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL“Nella NOSTRO nostraCOMMENTOIL zona, il Macchione, NOSTRO arrivarono COMMENTOIL i soldati Tedeschi NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO e ci portarono tende, cibo e vestiti. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO NonnoCOMMENTOIL di Davide, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO “... più tardi arrivarono i Tedeschi che costruirono le baracche ILdi NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO legno e distribuivano cibo e vestiti. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO soldati tedeschi si accamparono in località Petazze”.NOSTRO ILINOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL ComareNOSTROCOMMENTO di Anita,quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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La situazione a Caposele

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aposele è un paesino in provincia di Avellino, che sorge presso le sorgenti del Sele . Conta circa 4000 abitanti. Il sisma ha provocato la morte di 62 persone e molti danni al patrimonio edilizio.

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Siamo Siamo soli soli sulle sulle macerie macerie dominatori dominatori del del ricordo ricordo senza senza lacrime: lacrime: non non abbiamo abbiamo tempo tempo per per piangere; piangere; forse forse non non sapremo sapremo più più piangere... piangere...

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DOPO DOPO

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Vincenzo Vincenzo Malanga Malanga

Uno scorcio di Corso Garibaldi

ILIlNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO danno maggiore per i sopravvissuti al terribile evento non è COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO il fattoCOMMENTOIL di perdere la casa o gli oggetti, quanto il dolore ILstato NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO provato per le vittime, perchè ognuno di NOSTROCOMMENTO noi era legato ad esse COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL ILdaNOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO profondoCOMMENTOIL affetto. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Mamma di Rocco, quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Vivere nel dopo-terremoto

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...una tenda

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L’abitazione è una baracca

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “...bisticciavamo quasi tutte le sere a causa degli attrezzi appesi COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO alle pareti della baracca in cui eravamo accampati. IL- Levate NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO quegli attrezzi, che NOSTRO possono cadere sulle creatureCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO diceva mia madre. Una vecchia di novant’anni, che era la ILproprietaria, NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO rispondeva: - Lì sono e lìCOMMENTOIL devono restare. NOSTRO Lei non aveva paura di morire!” COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Mamma di Linda, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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IL“Intanto NOSTRO COMMENTOIL NOSTROsiCOMMENTOIL NOSTRO nelle tende e nelle roulottes passavano le giornate COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO preparando coseNOSTRO da mangiare e procurandosi qualcosa per ILvestirsi. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO La sera ci riunivamo in qualche baracca più grande e si ILpassavano NOSTROleCOMMENTOIL lunghe sere invernali NOSTRO a raccontare COMMENTOIL fatti, ma NOSTRO il discorso cadeva NOSTRO sempre suCOMMENTOIL quella terribileNOSTROCOMMENTO sera del terremoto”. COMMENTOIL Zio di Francesco, quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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....una roulotte

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Si cucina nel paiolo, sotto tettoie di lamiera

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “Una signora delNOSTRO nostro gruppo, invece di NOSTROCOMMENTO portare i viveri donati COMMENTOIL COMMENTOIL nella baraccaCOMMENTOIL in cui mangiavamo tutti insieme, se li portava nella IL NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO sua roulotte, qualcuno vedendola la chiamava “gatta mariola”. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO “Avevo conservato un pacco NOSTRO di biscottiCOMMENTOIL Plasmon che miNOSTRO avevano IL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL regalato per la vostra NOSTRO sorellina COMMENTOIL Antonietta,NOSTROCOMMENTO che ancora beveva solo IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO il latte. IL Quando NOSTRO fu ilCOMMENTOIL momento di mangiarli, NOSTRO non COMMENTOIL riuscii più a trovarli NOSTRO in COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO nessun posto della tenda. Una bambina che faceva parte del nostro IL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO gruppo non aveva resistito allaNOSTRO tentazione e così li aveva mangiati. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Una vecchietta la rimproverò: IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO - Mannaggia a te, non t’abbuffi mai!” COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROMamma COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO di Chiara e Carmela, quintaB IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL “NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL Qui a Buoninventre, dopoNOSTRO venti giorni, arrivarono leNOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO cosìNOSTRO dormivamo lì, ma di giorno cucinavamoNOSTRO e IL roulottes NOSTROe COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL facevamo il fuoco in un garage. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL Così NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO passò l’inverno.” COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Papà di Roselia, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Gli uffici sono nei box

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Or la nebbia stanca si distende sulla terra e la neve imbianca le alte cime della “sierra” Solitario fiore, vuoi tu dirmi le tue pene? Muto è il tuo dolore, ben lo so: l’inverno viene... Anonimo

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CAPOSELESul tavolaccio che fa da scrivania al Sindaco, c’è una fila di fogli di carta timbrati e datati.Alle spalle gracchia qualcosa: è una centralina telefonica, che funziona a scatti, ma è già qualcosa. Il Sindaco 1 di Caposele termina di elencare i punti da discutere: ...distribuzione del materiale in arrivo, le famiglie in grado di ospitare qualcuno, il terreno dove far mettere le tendopoli, la formazione di una squadra volontaria di Vigili Urbani per evitare soprusi di qualunque genere... “Il

Mattino

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da

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1) Sindaco A. Corona

I ragazzi, però non rinunciano al loro gioco preferito: tirarsi palle di neve

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL “...la biancheriaNOSTRO si andavaCOMMENTOIL a lavare vicinoNOSTROCOMMENTO ai pozzi o al fiume e IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO si stendeva sulleNOSTRO siepi”. COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO COMMENTOIL IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Mamma COMMENTOIL di Carmen, quinta NOSTRO B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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Volontari : terremotati per scelta

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Fra baracche, tende e roulottes si gioca, si canta, ci si innamora ... ..e ci si sposa.

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “Il periodo più tranquillo per noi giovani,NOSTROCOMMENTO fu quando arrivarono COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL i gruppi di volontari di Don NOSTRO Guanella eCOMMENTOIL di SANT’EGIDIO, che IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL facevano animazione. NOSTRO Molti COMMENTOIL giovani di Caposele, NOSTROCOMMENTO come me, fecero IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL amicizia e, ancora oggi, ne conservano un bel ricordo”. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL Mamma diNOSTROCOMMENTO Emidio, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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IL“Un NOSTRO NOSTRO in COMMENTOIL NOSTRO giorno COMMENTOIL arrivò da noi, accampati una vecchia masseria, COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO giovane con alcuni pacchiNOSTRO sotto il braccio: era un volontario, ILunNOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO giunto da lontano per aiutare noi terremotati. ILLoNOSTRO COMMENTOIL accogliemmo con gioia COMMENTOIL e loNOSTRO facemmo COMMENTOIL sedere alla nostraNOSTRO tavola. COMMENTOIL NOSTRO NOSTROCOMMENTO chiesi che cosa lo aveva spinto a venire in nostro aiuto; egli ILGliNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO ILrispose NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO che veniva dal Friuli e che durante il terremoto del 1976, COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO aveva visto accorrere tanta gente nel suo paese e così voleva fare ILaltrettanto NOSTROper COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO noi. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Vedendo che non era ben coperto, mio zio gli offrì un giaccone di IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO pelle per alleviargli il peso del freddo invernale...”. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Papà di Giovanna, quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Quel Natale 1980...

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condividevano i nostri disagi quotidiani...E poi, vennero il panettone, lo spumante e i giocattoli per tutti i bambini : bambole, cavallucci, costruzioni, macchinine, palloni, spesso accompagnati da letterine di auguri scritte dai bambini d’ogni parte d’Italia. Festeggiammo così il Natale, uniti nella gioia del momento, ma, soprattutto animati dalla certezza che la luce del presepe avrebbe illuminato le menti e il cuore di tutti. Il messaggio di speranza che i nostri genitori hanno vissuto in quella notte di Natale, li ha aiutati a superare le difficoltà incontrate nell’emergenza e nei difficili anni della ricostruzione. Lo stesso messaggio è il no-

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inalmente arrivò la Notte Santa : il nostro parroco celebrò la messa di mezzanotte all’aperto, accanto a quel semplice presepe che rappresentava meglio di qualsiasi altra cosa la condizione che stavamo vivendo. Le stelle che brillavano nel cielo ci proiettavano nella notte di Betlemme, facendocela rivivere come ce la racconta il Vangelo. Mai ci siamo sentiti così dentro al messaggio che ci viene dalla capanna di Gesù. Capimmo che il Natale non è soltanto una festa di luci, di colori e di regali. E’ molto di più. Di fronte all’immagine del Bambinello, aprimmo il nostro cuore alla speranza. Infatti, la nascita di Gesù significò per noi speranza di rinascita del nostro piccolo mondo fatto di affetti, di amicizia, di case, di strade e di lavoro. Ci sentivamo più forti per affrontare il futuro, incoraggiati e sostenuti anche dalla solidarietà di tanti volontari che

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stro augurio ai terremotati dell’Umbria e delle Marche, che in questo momento si trovano nelle medesime difficoltà.

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Un Presepe

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Dal Testo “ Quel Natale 1980” Gli alunni delle classi 5A e 5B Scuola elementare di Caposele

M. Riccò

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Un presepe senz’angeli a volo... con solo... con solo... un vagito di bimbo... ...un presepe, un presepe da nulla: un Bimbo sconsolato, un asinello a lato che lo scalda col fiato...

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ILQuell’anno NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO nella chiesa della Sanità, non si poteva entrare, OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILperche NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL era inagibile, così fuNOSTRO fatto un piccolo presepio NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILall’aperto. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Mamma diCOMMENTOIL Valentina, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO IL “Il NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO giorno COMMENTOIL piùNOSTRO felice fu quello di Natale perchè la famiglia si OMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL riunì, NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO si fece una semplice cena e si recitò una preghiera per COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO morti”. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL iNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL Mamma diNOSTROCOMMENTO Carmen, quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Panettone, spumante e giocattoli per tutti i bambini

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IL“...quello NOSTROfu COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL un Natale diverso: le strade erano buie eNOSTRO alberi OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ce n’erano, c’era aria diCOMMENTOIL tristezza, ma i ragazzi ILaddobbati NOSTRO non COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO non persero il NOSTRO loro buonumore e si riunirono con i volontari ILper NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO festeggiare insieme ilCOMMENTOIL Natale e il Capodanno”. COMMENTOIL NOSTRO NOSTROCOMMENTO PapàCOMMENTOIL di Carmen, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO

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IL“...mentre NOSTRO COMMENTOIL NOSTROche COMMENTOIL NOSTRO stavamo nella roulotte, era nel cantiere, poco OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO dalCOMMENTOIL box dove si celebravano funzioni religiose, una ILlontano NOSTRO NOSTROleCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO sera sentimmoNOSTRO cantare COMMENTOIL “Tu scendi dalle stelle” ; così ci ILaccorgemmo NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO che stava per arrivare Natale. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO NonnaCOMMENTOIL di Caterina,quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO

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IL“...si NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL festeggiò il SANTO NATALE,però, non fu come NOSTRO gli anni OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Le vetrine non furono addobbate, l’albero fu senza luci. ILpassati. NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO La Santa MessaNOSTRO fu celebrata all’aperto. Pregavano con noi molti IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO volontari. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Zio diCOMMENTOIL Rossella, quintaNOSTRO A

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO “La notte di COMMENTOIL Natale c’era un cielo pieno di stelle e a noi sembrava IL NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO di stare proprio a Betlemme vicino alla grotta di Gesù”. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Papà di Luciano, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTROnotte, COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO “...quella ascoltando la Messa, COMMENTOIL ci sentivamo tutti molto OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO commossi, sentivamo, però, anche molto confortati perchè la IL NOSTROciCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO nascita di Gesù NOSTRO ci faceva sperare che un giorno avremmo avuto IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO un alloggio migliore. COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Papà di Luciano, quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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La funzione di Natale nella Chiesa-baracca

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO “...Anche se il Natale si festeggiò in piena emergenza, i bambini IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO ebbero ugualmente la gioiaCOMMENTOIL di stringere un giocattolo fra le mani”. COMMENTOIL NOSTRO NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Mamma di Rossella, quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “...a quel tempo, noi avevamo Vincenzo eNOSTROCOMMENTO Antonietta. Anche se OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL ILfuNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO un Natale molto triste, loro ebbero come regalo un bel pupazzo COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO peluche, con il quale giocarono per molto tempo... NOSTRO ILdiNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL Mamma NOSTROCOMMENTO di Annalisa, quintaB IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO ... e poi furono distribuiti giocattoli: bambole, cavallucci, OMMENTOIL NOSTRO tantissimi COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILmacchinine, NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO costruzioni, palloni, spesso COMMENTOIL accompagnati daNOSTRO letterine COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO auguri scritte dai bambiniNOSTRO di ogni parte d’Italia. NOSTRO ILdiNOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL PapàNOSTROCOMMENTO di Emidio, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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La stagion di Carnevale tutto il mondo fa cambiar. Chi sta bene e chi sta male Carneval fa rallegrar. C. Goldoni

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7 Gennaio 1981: si ritorna fra i banchi, ma la scuola è una baracca

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A mascherarsi non si rinuncia

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “... le scuole medie furonoNOSTRO trasferite COMMENTOIL momentaneamente a OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Materdomini, perchè lì era più facile montare il NOSTRO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO prefabbricato. Viaggiare fu una bella esperienza!” IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Papa’ diNOSTROCOMMENTO Raffaella, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL“... NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO dopo la COMMENTOIL Befana tornammo tra i banchi, OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILe,NOSTRO anche se COMMENTOIL la scuola era fatta NOSTRO da prefabbricati, COMMENTOIL noi bambini NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO molto contenti di rivederci e rivedere i nostri maestri... ILfummo NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Zia diNOSTROCOMMENTO Fabrizio, quinta A COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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Si rimuovono le macerie, si demoliscono muri e case pericolanti, si urbanizzano le aree per sistemare i prefabbricati.

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I primi prefabbricati

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La ruspa a“lavoro” tra le macerie

Si inaugura la nuova scuola in Piazza Sanità

con il nuovo anno scolastico entrammo nella nuova NOSTRO scuola, IL“... NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO dei prefabbricati norvegesi. Ci sembrò molto bella,NOSTRO per lo ILquella NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO spazio intorno alNOSTRO quale si COMMENTOIL affacciavano le aule... IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Papà di Raffaella, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS TERREMOTO

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Le “dacie” dei Piani

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Quelli montati dai tedeschi ai piani

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Nascono nuovi villaggi

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “In primavera,NOSTRO nel mese COMMENTOIL di aprile , la CROCE ROSSA COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILTEDESCA NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO portò i prefabbricati, i primi furono montati a COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO “. ILBuoninventre NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO PapàCOMMENTOIL di Roselia, quinta B IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “...appena entrati nel prefabbricato, cominciammo a curiosare COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILnei NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO pochi locali e, nelle camere da letto,COMMENTOIL ci buttammo sopra i COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO materassi per provare come si stava su un letto vero”. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO Zio COMMENTOIL di Nino, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO R SIE DOS

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Ora si pensa alla ricostruzione e ... alla ristrutturazione di edifici antichi

Alcune immagini della ricostruzione

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La ristrutturazione di palazzo Cozzarelli

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IL NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL “... non èCOMMENTOIL stato facile ricostruire, molte persone hannoNOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO dovuto fare ricorsi e andare dall’avvocato per far valere i IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO propri diritti.. IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO Papa’ di Maria Teresa, quinta B COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO “Con la ricostruzione c’è stato molto lavoro, tutti sono stati COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO ILoccupati NOSTROe hanno COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO guadagnato bene... COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO Papà COMMENTOIL di Gerardo I.,quinta A IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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Modello plastico della nuova Chiesa Madre di S. Lorenzo - il progetto di ricostruzione

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ggi, fra polemiche, scontri, denunce tra persone o gruppi, Caposele è stato ricostruito quasi completamente. Può vantare una piscina coperta, donata dal Comune di Milano, e uno stadio comunale. Sono in via di ricostruzione la Chiesa Madre e il Polo Scolastico.

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La piscina comunale in località Piani

Il nuovo campo sportivo in località Palmenta R SIE DOS

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Scuola Elementare Caposele

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Classi: quinta A, quinta B anno scolastico 1997/98

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L’IRPINIA COLPITA

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COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO

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Cos’é un terremoto

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Le onde sismiche che partono dall’ipocentro possono investire una zona più o meno vasta della superficie terrestre. In generale, quest’area è più grande per i terremoti profondi che non per quelli superficiali. Tuttavia i danni maggiori sono di solito prodotti dai terremoti superficiali, proprio perchè l’ipocentro è vicino alla superficie. Il punto della superficie terrestre situato nella verticale che passa per l’ipocentro si chiama EPICENTRO. Di solito, lo scuotimento del suolo raggiunge la massima violenza intorno a questo punto.

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n TERREMOTO o SISMA è un movimento improvviso del terreno. Ogni anno nel mondo avvengono almeno un milione di terremoti; tuttavia la grande maggioranza di essi consiste di scosse debolissime, che sono rivelate soltanto da appositi strumenti installati negli OSSERVATORI SISMOLOGICI. Circa 3000 terremoti all’anno sono abbastanza intensi da essere avvertiti dalle persone e una ventina di questi provocano vittime e gravi danni. Le oscillazioni del suolo che avvengono durante il terremoto sono chiamate ONDE SISMICHE e sono generate da bruschi movimenti di rocce sotterranee. Il punto situato nel sottosuolo, nel quale hanno luogo tali movimenti, prende il nome di IPOCENTRO. L’ipocentro può essere situato in profondità che variano da pochi chilometri a oltre 700 chilometri.

Uno schema esemplificativo R SIE DOS

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Il sismografo

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I sismografi moderni, però, sono apparecchiature molto più complesse di quelle che abbiamo disegnato; tuttavia il loro funzionamento si basa sempre sul principio del pendolo.

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er studiare le oscillazioni del suolo, che avvengono durante i terremoti, si usano i SISMOGRAFI. Il sismografo è un pendolo metallico collegato ad una penna. La penna può scrivere su un nastro di plastica che scorre lentamente; quando c’è un terremoto il pendolo oscilla e la penna traccia delle linee ondulate. Dalla forma e dall’ampiezza delle linee si può dedurre l’intensità del terremoto.

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Come misurare l’intensità di un terremoto

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er misurare l’intensità di un terremoto si usa la SCALA MERCALLI, introdotta nel 1902 dal sismologo italiano GIUSEPPE MERCALLI e in seguito perfezionata. Essa consiste di 12 GRADI, ciascuno dei quali è caratterizzato da determinati effetti: per esempio, un terremoto di I grado è così debole da non essere avver-

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tito dalle persone, ma soltanto dai sismografi; un terremoto di II grado fa dondolare i lampadari e gli altri oggetti sospesi, di esso si accorgono quasi solo le persone che si trovano ai piani più alti delle case.


Come misurare la grandezza di un terremoto

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a GRANDEZZA o MAGNITUDO di un

Scala Richter

Scala Mercalli

terrem o to viene m isura-

ta

nella

SCALA

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Q uesta scala, introdotta dai e

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sism o logi americani C H A R L E S

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T E M B E R G n e l 1939 e successivamente modificata, è suddirisponde a un dato valore del-

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l’energia che viene liberata dal

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visa in gradi; ciascun grado cor-

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terrem o to. L’energia che si svi-

luppa nei terrem o ti più violenti

È SEMPRE EMERGENZA

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è enorm e .

QUANDO IMPAREREMO A

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PREVENIRE?

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La previsione dei terremoti

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L’Italia è un paese di terremoti, si ha un terremoto grave ogni 7 anni circa

serie di SEGNI PREMONITORI che possono avvisare che qualcosa si sta muovendo nel sottosuolo, ad esempio, la crosta terrestre comincia a subire lievi deformazioni che, in molti casi, sono state segnalate da apparecchi di misurazione di livelli e di altezze. E’, inoltre, accertato che alcune specie animali in occasione dei terremoti si comportano in maniera insolita. Il terremoto non si può prevedere, ma possiamo difenderci cercando di contenere i danni, come il crollo di abitazioni, ma, soprattutto, le vittime. La scienza può fare molto

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terremoti sono molto disastrosi perchè colpiscono improvvisamente e le forze che li generano sono tali che l’uomo non potrà mai impedirli. E, invece, possibile contenere i loro effetti distruttivi attraverso una attenta opera di previsione e prevenzione. Attualmente la PREVISIONE dei terremoti si basa su ANALISI STATISTICHE e su OSSERVAZIONI SPERIMENTALI. Non si può stabilire con precisione dove e quando avverrà un terremoto, ma si può affermare che esistono zone dove è più probabile che esso si verifichi. IL TERREMOTO RITORNA A COLPIRE SEMPRE LE STESSE AREE. Pertanto la sua ricorrenza in aree sismiche rende STATISTICAMENTE PROBABILE che esso si ripeta in quelle aree entro un certo numero di anni. Le osservazioni sperimentali sono da identificare in una

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utilizzando le carte di pericolosità sismica. Essa può: - fornire informazioni su come costruire le nuove case e come consolidare le vecchie costruzioni; - indicare le zone dove si potranno verificare statisticamente maggiori danni per rinforzare le costruzioni esistenti, e individuare nuove aree edificabili.

TERRA

TREMA

DA

OTTO

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Catania 15.000 Basilicata Abruzzo 30.000 Abruzzo e Basilicata 12.000 Lucera Nicastro 10.000 Catanzaro 1.139 Sicilia 57.000 4.000 Foggia 30.000 Calabria Molise 5.573 Lagonegro 12 Reggio Calabria 628 Vulture 172 Cosenza S.Giov. Rotondo Calabria 96 Calabria 2.500 167 Ferruzzano Reggio e Messina 120.000 Avezzano 33.000 Valle Belice 780

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Ancona nel 1269: 8° grado della scala Mercalli. Dieci anni dopo fu colpita Camerino, con una intensità ancora maggiore (10°grado). La terra poi ha tremato ancora nel 1690 ad Ancona, nel 1741 a Fabriano, nel 1860 a Serravalle e Chienti e nel 1898 a Visso. Ed ecco, in sintesi, nella tabella, i terremoti più violenti di questo secolo.

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SECOLI

1169 1273 1349 1456 1627 1638 1659 1693 1731 1783 1809 1836 1841 1851 1854 1875 1894 1905 1907 1908 1915 1968

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QUI

TERREMOTI NEL SUD

Data

Luogo

Vittime

Grado

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L’Italia è da sempre uno dei Paesi più colpiti dai terremoti. Secondo gli studiosi soltanto Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Sardegna sono regioni sicure. Il resto del territorio è in varia misura soggetto a rischi sismici. Nell’Appennino umbro Marchigiano, dove si è verificato l’ultimo cataclisma che ha sconvolto Assisi e i paesi limitrofi, la terra trema da otto secoli. Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica hanno scoperto che in questa zona si sono avvertite scosse sin dal XIII secolo. Il più antico terremoto registrato nelle Marche è quello che distrusse

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RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TE E AGLI ALTRI. COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTO

A SCUOLA

Cosa NON devi fare

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Cosa devi fare

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Riparati sotto il banco, cerca di proteggerti la testa con le mani o con la cartella.

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Non uscire dall’aula.

Non ripararti sotto a mobili, a oggetti pesanti e a finestre o vetrate.

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Se sei fuori dall’aula, riparati negli angoli o vicino a muri portanti.

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Se ti trovi nel corridoio rientra nell’aula più vicina.

Non restare nel corridoio o nel vano delle scale.

DOPO LA SCOSSA

Resta calmo e ubbidisci agli ordini che ti vengono dati R SIE DOS TERREMOTO

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Non scendere le scale non usare l’ascensore


RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TE E AGLI ALTRI.

COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTO A CASA

Cosa NON devi fare

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Non ripararti vicino a mobili, a oggetti pesanti, sotto finestre o vetrate.

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Riparati sotto grandi tavoli o letti, proteggiti la testa con le mani o con un cuscino.

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Cosa devi fare

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Riparati negli angoli, vicino ai muri portanti, sotto gli architravi, sotto i vani delle porte.

Non scendere le scale,non usare l’ascensore.

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DOPO LA SCOSSA

Non accendere fornelli, stufe, candele, accendini. Non telefonare.

Stai calmo, accertati se ci sono feriti,quando esci vai verso il punto di raccolta.

Non uscire subito, accertati prima della situazione.

A

Chiudi i rubinetti di gas e acqua, togli la corrente.

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RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TE E AGLI ALTRI.

COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTO ALL’APERTO

Cosa NON devi fare

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Cosa devi fare

Non ripararti vicino a costruzioni o sotto balconi.

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Non avvicinarti ad alberi, lampioni, fili della corrente elettrica..

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Cerca riparo sotto un architrave o anche sotto una panchina..

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Cerca uno spazio aperto .

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Se sei in automobile, resta in auto.

Se sei in automobile, non fermarti sotto i ponti o vicino a terreni scoscesi o franosi.

DOPO LA SCOSSA

Non avvicinarti a costruzioni o muri pericolanti.

Non andare verso la spiaggia.

Non avvicinarti ad animali. Vai verso il punto di raccolta R SIE DOS TERREMOTO

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CON IL PATROCINIO DI: Consiglio di circolo di Calabritto Comune di Caposele ISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

Pro Pro Loco Loco Caposele Caposele


BIBLIOGRAFIA

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I

- Caposele 1980-90 Storia urbanistica e sociale di un paese terremotato AA.VV. - La Sorgente periodico a cura della Pro Loco Caposele - La Gazzetta dell’Irpinia - Quei tremendi 90 secondi - La Scuola - Ada Contino - I giorni del terremoto - ed. BS Documenti - Una città di sorgente di Nicola Conforti, Alfonso Merola . Caposele Sellino Editore -Quei giorni delle macerie della paura e della rabbia - IL MATTINO - Corso di Scienze - C. Gori Giorgi - Zanichelli - Famiglia Cristiana

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C

Archivio “La Sorgente” - Pro Loco Caposele Il Mattino Conforti Studio - Caposele Archivio Del Guercio - Caposele foto / testimonianze degli alunni

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Le illustrazioni fotografiche sono tratte da:

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I disegni sono stati realizzati dagli alunni

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Il progetto grafico è di Salvatore Conforti per “Immaginet” - www.immagi.net La stampa è della “ Valsele tipografica” Materdomini - Giugno 1998 Ristampa: novembre 2000 Un particolare ringraziamento a: - Giocattoli Malanga - Cartolibreria Ceres


Due o tre volte almeno in un secolo la terra fortemente trema. Lontano dalla superficie grandi, profonde zolle alla deriva, le fiamme infinite, le rocce caldissime, l’attrito. Il cuore del terremoto è qui sull’Appennino. Franco Arminio

Scuola Elementare Caposele Classi: quinta A, Quinta B

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TERREMOTO

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anno scolastico 1997/98 Classi III A- IIIB Scuola Media a.s. 2000/2001

CON CON IL IL PATROCINIO PATROCINIO DI DI :: Consiglio di circolo di Calabritto

Comune di Caposele Pro Loco Caposele

ISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

Drammatica esperienza di paura e dolore, di solidarietà e speranza Grafica : www.immagi.net


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