La Sorgente n. 76

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Reg.Trib. S.Angelo dei L. n.31 del 29.1.74 - Sp. in A.P. art.2 comma 20/c L.662/96 Dir. Comm. Avellino -sem.- Anno XXXVI - AGOSTO 2008 - Direttore

Nicola Conforti

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email:confortinic@tiscali.it

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PERIODICO A CURA DELL'ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO CAPOSELE FONDATO NEL 1973

EDITORIALE

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n questo numero La Sorgente registra una serie di importanti avvenimenti destinati ad essere ricordati nel tempo: primo fra tutti, l’inaugurazione della Chiesa Madre che, finalmente ricostruita, sarà riaperta al culto nei prossimi giorni. All’inaugurazione che avverrà il giorno 9 agosto interverranno oltre al Vescovo, numerose altre importanti personalità del mondo civile e religioso. Don Vincenzo può dire di aver vinto definitivamente la sua battaglia. Bisogna dargliene atto. Ha resistito contro tutte le avversità. E sono state tante e di non poco conto: dai problemi creati dalla Soprintendenza a quelli ancora più gravi

dovuti ad imprese di poco scrupolo, a quelli, infine, di carattere economico per finanziamenti che stentavano ad arrivare. La nuova Chiesa, interessante sotto l’aspetto architettonico oltre che strutturale, progettata dall’ing. Vittorio Gigliotti con calcoli statici del prof. Luigi Adriani, Ordinario di Scienza delle Costruzioni dell’Università di Napoli, costituisce per la sua importanza, un punto di richiamo non solo religioso ma anche turistico. Rivedere la Chiesa di San Lorenzo, ricostruita sia pure “dov’era e non com’era” ci appare oggi come un miracolo.

L’Altare, il Crocefisso, l’Ambone, tutte opere di grosso pregio artistico, completano un’opera di indiscusso valore storico. Degli altri avvenimenti, daremo conto nelle pagine interne. Si tratta di argomenti molto significativi che hanno coinvolto la partecipazione dell’intera popolazione caposelese a partire dalla vittoria elettorale della lista “Caposele nel cuore”, dai successi del Centro Nuoto Caposele che ha primeggiato in campo nazionale per finire alle squadre di calcio locale che hanno raggiunto risultati ragguardevoli in tutta l’Irpinia.

Il dott. Pasquale Farina è stato eletto Sindaco di Caposele nell’ultima competizione elettorale del maggio scorso. Fanno parte della nuova giunta Alfonsina Rosania, Salvatore Conforti, Vito Malanga, Alfonso Pallante, Angelo Ceres e Giannino Ciccone. Ai nuovi amministratori la redazione formula i migliori auguri di buon lavoro.


Lettere in redazione

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Anno XXXVI - Agosto 2008

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Caro Nicola, A titolo, di personale orgoglio e senza falsa modestia ti posso consigliare di cogliere l’occasione delle ormai imminenti Olimpiadi per riproporre quella “storica” foto della mia partecipazione alle Olimpiadi di Roma, che tu a suo tempo già pubblicasti sulla rivista : sarebbe per me un ulteriore motivo di orgoglio di sportivo e di caposelese. Sono molto lieto, per essere riuscito ad inviarti queste righe che,mi auguro,siano state da te gradite! Con affetto

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coordinata e coinvolgente tutti i cittadini indistintamente dalle fazioni politiche, porterebbe certamente risultati maggiori. Invio pertanto i migliori auguri di buon lavoro a chiunque tocchi di cavalcare le onde in prospettiva, significando che non è mio intento (e neppure potrei) entrare nel contesto politico, bensì solo di dare un seppur minuscolo apporto di esclusiva natura pratica ed incitare questa nuova generazione a fare meglio che può. Silvano Scamorza Medicina, 18 gennaio 2007

Rocco Freda Pordenone,5 Luglio 2008

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Caro Direttore, Ing. Nicola Conforti Io sono Malanga Celina, cugina di Umberto Malanga e di tanti altri di Caposele e Materdomini. Vivo e sono nata a Sâo Paulo, Brasile. Le scrivo per ringraziare la bellezza delle pagine che leggo ogni 6 mesi. Le fotografie mi rapportano ad un sogno perduto, della mia infanzia con la nonna (Vicencella Mazzola Malanga),. La ringrazio di aver pensato alla pagina dell’emigrante. Siamo tanti, in tanti paesi... Con dei ricordi così profondi legati a Caposele. La nonna mi ha passato questa sensazione di amore per la terra lontana, fino a oggi mi sento straniera qui in Brasile, quando penso alla nostra terra. Mi scusi, se scrivo troppo: è perché sono professoressa e traduttrice di lingue; sono abituata a redigere tutti i giorni. A proposito, congratulazione a tutti, in speciale, al signor Antonio Ruglio per il coltissimo articolo E il viaggio continua: “La parola, il libro, lo scrittore, tre strumenti di uno stesso percorso ideale, tre elementi di uno stesso itinerario.” L’unica cosa che non mi piace è che passa troppo tempo senza notizie della famiglia, sopratutto perchè, quando arrivano le notizie di Natale, loro sono già qui con me. Quest’anno, mi hanno portato delle edizioni antiche dove c’erano informazioni che mi interessavano. Non si può fare trimestrale, almeno? Perchè possiamo sentirci più prossimi nelle attività stagionali. Anche se più piccolo? Se posso aiutare in qualche modo, me lo dica, per piacere. Cordialmente, Celina Branco Malanga e-mail: ninabranco@hotmail.com

IN COPERTINA

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Caro Direttore, come vedi le tue tirate di orecchi talvolta sortiscono effetti! Scherzi a parte, faccio risentire la mia voce in primo luogo per manifestare la sorpresa (in vero gradita) che ha destato in me la pubblicazione della mia precedente sul penultimo numero e confesso: “ero prima convinto che il richiamo fosse orientato più ad una raccolta di fondi che ad un vero sentimento sociale verso i Caposelesi lontani”, poi perché mi è appena giunto l’ultimo numero dove, visto da lontano come dalla mia posizione da molti anni, ho potuto rilevare con sorpresa che Caposele “brulica di idee innovative” promosse da giovani a me praticamente sconosciuti, i quali manifestano estrema padronanza taluni dal punto di vista culturale ed altri dal punto di vista tecnico, rappresentando questi giovani la piattaforma per una “nuova svolta epocale”. Si, parlo proprio di svolta epocale! Infatti se rispolveriamo la storia di molte civiltà, rileviamo che gli autori delle svolte nelle varie epoche certo non erano consapevoli - e tantomeno avevano in programma - di mettere in atto azioni tali da restare segnate per millenni nella storia, bensì assumevano atteggiamenti atti a far fronte alle quotidiane esigenze, che poi si sono tradotti in veri e propri atti storici. E’ indubbio, quindi, che Caposele di atti storici che hanno segnato una “sentita svolta epocale in negativo” (a parte il terremoto ed altri eventi naturali che certo non dipesero dall’azione dei cittadini) ne ricorda uno in particolare, ossia la cessione delle acque delle sorgenti del Sele. Intorno a questo argomento ho visto negli ultimi tempi il risorgere dell’interesse per anni rimasto sopito quasi come in letargo ed in attesa che giungesse una nuova primavera, primavera che pare si stia ora affacciando vuoi perché nuovi ordinamenti legislativi sono entrati in atto, vuoi perché è forse anche cambiato lo spirito con cui la nuova generazione affronta uno degli argomenti che più hanno segnato la storia di Caposele: “e come si può non sentire l’impulso di dare una spinta a chi si appresta ad affrontare una ripida risalita che coinvolge tutti, compreso i nativi seppur lontani?!” Questo è proprio uno dei passaggi che potrebbe segnare la “nuova svolta epocale” di cui prima dicevo, passaggio che se ben impostato e ben gestito questa volta potrebbe lasciare tracce nella storia ben diverse da quelle precedenti. In questo numero vi è il condensato del vecchio e del nuovo, visto che da una parte si riferisce della meritoria azione di Don Pasquale Ilaria all’epoca in cui l’acqua fu ceduta -che in verità appare più come il Don Chisciotte della situazione, visto che fu uno dei pochi sia ad agire in maniera incisiva che “principalmente” a

pagarne lo scotto-, mentre d’altra parte si rileva il comune intento per una forte rivalsa rispetto ai torti subiti sin da allora a partire e fino ad oggi protratti. Qui però, se mi è consentito, esprimerei una mia idea che intendo già quale contributo se tale può essere: “mi pare si stia cadendo nello stesso errore in cui i nostri avi incapparono -sebbene allora giustificati in quanto privi di strumenti e in gran parte privi della necessaria cultura per contrapporsi al potere dittatoriale dell’epoca- che li vide agire non sufficientemente compatti rispetto alle file serrate del nemico”. Infatti rilevo una certa similitudine tra la lettera manoscritta che Don Pasquale Ilaria indirizzava al Podestà in data 16 dicembre 1938 –riportata a pag. 11 sull’articolo di Michele Ceres e per il cui stile ho vera ammirazione- e quella del presidente (nonché amico d’infanzia) del circolo di AN Pietro Cetrulo indirizzata a più autorità politiche, beninteso, similitudine non nello stile ma nel contesto. Essendo però a quell’epoca Don Pasquale verosimilmente uno dei pochi uomini “di penna” schierato dalla parte dei cittadini, è scontato che anche a proporre atti scritti fosse lui uno dei pochi se non addirittura il solo, apparendo così agli occhi dei gerarchi lontani l’azione di contestazione assai limitata. Rilevo altresì che anche per il dott. Pasquale Farina (altrettanto stimato amico che qui scopro abbia assunto carica politica in fazione opposta) l’obbiettivo principale è la rivalsa rispetto ai soprusi subiti dai cittadini di Caposele da parte del “colosso”, perseguendo quindi lo stesso fine per vie e metodi diversi. In proposito mi sovviene un aneddoto che da bambino spesso sentivo dai miei genitori, i quali raccontavano di Zi Fonzu e Zi Vicienzu r’lu scigliatu, due avi per parte di mia madre e fratelli in eterno contrasto, ma che ogni qualvolta uno dei due veniva aggredito da terzi interveniva l’altro sbaragliandoli, sostenendo che solo lui aveva facoltà di picchiare suo fratello. Quindi perché non assumere lo stesso atteggiamento e contrastare uniti il nemico comune, rimandando a tempi successivi le scazzottate fraterne? Lo so che sarebbe più che un compromesso storico di difficile realizzazione, ma se si considera che un fiume in piena su unico letto travolge tutto, mentre lo stesso fiume disperso in mille rivoli forma solo un pantano e se si tiene conto che il vero desiderio dei cittadini è quello di avere degli amministratori efficienti nel risultato, tenuto infine conto che l’obiettivo, se raggiunto, rappresenterebbe il riscatto anche delle generazioni precedenti ed assumerebbe di conseguenza una importanza storica la cui valenza supera qualsiasi altro interesse, anche questo passo non è poi così difficile da realizzare, sentendomi sin d’ora di scommettere che un’azione congiunta,

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VISTO DA LONTANO

La Facciata della Chiesa Madre

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Rocco Freda il tedoforo di Caposele

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n. 76

Lettere in redazione Ricordando uno speciale.. Passeggiata a Caposele E vino è Piccola Cronaca La pagina dell'emigrante Una vita per la scuola Il nuovo PD Lettera postuma Cervelli in fuga Idea illuminante Caposele 1932 I campioni di Caposele Per una visita alle sorgenti Il vero cambiamento Lettera al sindaco Lanuova frontiera Risultati elezioni Caposele nel cuore Intervista al Sindaco Elezioni dal mio punto di vista La sorgente ricorda Amore in azione Cultura: A. Farina Centro nuoto Caposele Statti cittu... Vita amministrativa Benvenuti in paradiso Olimpia Caposele Storia ed immagini San Lorenzo Il ritratto La sorgente Ricorda


REDATTORI

Cultura

RICORDANDO UNO SPECIALE FIGLIO DELPOPOLO di Gerardo Ceres

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decorso della malattia. Cosa che avvenne nel giro di qualche settimana. Era una sera di metà agosto, quando sul marciapiede del forno elettrico, in via Roma, vedendo gente piangere, seppi della notizia della sua morte. In tanti lo piansero, in quei giorni. In tanti, ancora oggi, facendo visita al cimitero si fermano sulla sua semplice tomba a contemplare quella foto che lo ritrae con quel sorriso intelligente e sereno, sotto quei folti baffi. Ricordare Amato a dieci anni dalla sua scomparsa mi pare importante, perché egli è stato l’esempio di come si possa vivere nel mondo, con la sola voglia di affrontare la vita e lanciandola “oltre gli ostacoli”. Un caposelese che amava la sua terra, amava i suoi riti e le sue tradizioni; un caposelese che si considerava “figlio del popolo” (forse nell’accezione gramsciana) e, dunque, pronto ad assumerne tutti i connotati che derivano da questa condizione, che non è solo economica ma ideale e che attiene, soprattutto, a fattori che sconfinano nell’antropologia culturale di in popolo. Di questo segno sono, infatti, alcuni aneddoti che hanno avuto, a Caposele, come protagonista Amato Mattia. Ce ne sono diversi e di esilaranti, come quelli maturati durante le frequentazioni, insieme ad alcuni altri suoi amici, con il professore Don Girolamo Corona: ma questa è tutta un’altra storia e avremo, forse, modo di ritornarci.

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vivere totalizzante l’impegno politico. In quel vorticoso e furioso (ancora il Sele, che lambiva la sua casa paterna) tempo gli si presentò un’opportunità di grande prestigio: guidare la segreteria particolare del primo sindaco di sinistra di Roma, di Carlo Giulio Argan e poi di quello successivo, Luigi Petroselli. Infatti qualche anno dopo, tornando in Campidoglio insieme a lui, con fierezza ci mostrò la finestra che affacciava sui Fori Imperiali dalla quale sfumacchiava nelle giornate di lavoro le sue sigarette senza filtro. Poi venne il terremoto che rase al suolo gran parte della sua Irpinia, senza risparmiare il suo stesso paese natale. Il Partito (che detto così forma un’idea imperiosa e fredda ed impersonale) volle che Amato corresse a dare il suo contributo alla Federazione Irpina di Via del Balzo, dove gli toccò di ricoprire la responsabilità di “uomo dell’organizzazione” (la mano operativa, quasi militare). Era a tutti chiaro che il carico di esperienza e di acume che Amato portava con sé avrebbe fatto la differenza, al punto che i maggiorenti locali cominciarono in taluni casi ad amarlo e in altri casi a temerlo. Con il suo arrivo, ricordo bene, Caposele ritornò ad essere crocevia ed incrocio di frequentazioni politiche abbastanza costanti. Tra le tante ricordo ancora l’assiduità di Michele D’Ambrosio, deputato in quegli anni del dopo sisma. In una di queste occasioni mi trovai con loro ad andare a Calabritto con la vecchia “due cavalli” di Amato. Passando davanti al cimitero di Caposele, Amato ebbe ad alzare la mano in segno di deferente, per quanto laico, saluto ai morti. D’Ambrosio, da buon figlio del

materialismo storico, ebbe ad irridere il gesto di Amato, il quale tenne a motivarlo come continuazione di una tradizione popolare e come tale lui la perpetuava. Sul punto fu di una fermezza disarmante. Trascorsi gli anni in Irpinia (sbattendosi tra Avellino e Caposele) fece ritorno a Roma con incarichi di responsabilità presso il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Quando assunse la Direzione Generale (Direttore Walter Veltroni) produsse un’innovazione che ha condizionato da allora tutta la carta stampata italiana. Si inventò la distribuzione col giornale di intere collane di libri e di film, rilanciando così quel giornale che aveva conosciuto una grave crisi di vendite e, dunque, finanziaria. L’esperienza maturata in quella fase della sua vita professionale (sempre vissuta nella sfera degli interessi di un Partito che andava trasformandosi) lo convinse a lanciarsi verso una nuova sfida. Fondò una casa editoriale “Rosabella” e, attraverso questa, acquisire il controllo societario di un prestigioso giornale sportivo torinese “Tuttosport”, affidandone la Direzione a David Pastorin. Durante questi sforzi ascendenti, accadde ciò che tutti consideriamo imponderabile: il corpo che subisce l’attacco vile di un tumore. Ne parlammo in uno dei suoi rari ritorni a Caposele. Si disse convinto di essere più forte e tenace del male. E per la verità ci fu un momento in cui anche i suoi fratelli si dicevano fiduciosi. Ma, purtroppo, non fu così. Il ricorso ad una clinica oncologica texana fu il segno evidente dell’irreparabilità del

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l tempo scorre, sempre inesorabile. E più ne trascorre, quanto più fatichiamo a fissare i ricordi. Ce ne sono, però, alcuni che restano indelebili. In questa sfera collochiamo figure, vicende, storie che hanno lasciato il segno nella nostra personale percezione umana. Tra qualche settimana cadrà il decimo anniversario della scomparsa di Amato Mattia. E il ricordo corre a quelle giornate successive alla notizia della sua morte in una clinica di Houston, in Texas, dove aveva cercato di fronteggiare l’ultima battaglia contro il tumore che lo aveva fatto prigioniero. La lunga attesa per i funerali, vista la trafila burocratica che accompagna il trasporto delle salme da una nazione all’altra. La camera ardente nella storica sede del quotidiano “L’Unità” che lo aveva visto Direttore Generale prima ed Amministratore Delegato poi. I funerali solenni, in Campidoglio, nella sala della Lupa, con l’orazione funebre di Walter Veltroni, a quell’epoca Vice Presidente del Consiglio dei Ministri. E poi la salma che giunge a Caposele, per i funerali civili, in quella Piazza Dante che lo aveva visto brillante oratore di ben due accese, colorate e festose campagne elettorali (1985 e 1990). L’acquazzone d’agosto che si abbatte sulla bara e sugli astanti durante la commemorazione funebre di Donato Mazzariello, di colui – cioè - che Amato aveva sempre visto e considerato come il modello puro del militante comunista, di una razza particolare che solo le aree interne del sud potevano vantare. Dieci anni, dunque, e vale la pena davvero ricordare una figura come quella di Amato Mattia. Perché Amato nella sua vita è stato e ha fatto tante cose. Ha vissuto più della metà della sua vita lontano da Caposele, ma ha sempre portato intatte con sé le caratteristiche genetiche (sulle quali abbiamo avuto modo di dissertare in qualche altra circostanza) di questo popolo antico, modellato e plasmato dallo scorrere, una volta furioso, delle acque fredde del Sele. Il primo ricordo che ho di lui, io imberbe ed infante, è di un ragazzo magro vestito con l’abito talare che tornava periodicamente a Caposele, insieme ad altri, dal Seminario Diocesano di Sant’Andrea di Conza dove studiava “per farsi prete”. Cosa che, peraltro, come vedremo, non solo non avvenne, ma fu il prodromo di un “altro modo di farsi prete”, di abbracciare “un’altra fede”, quella del comunismo, seppure nella versione occidentale ed italiana. Cominciò ad errare come militante politico dividendosi tra Bologna, Venezia, Roma e il Partito (il Pci di Enrico Berlinguer) era sempre al centro del suo

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UNA PASSEGGIATA PER LE STRADE DI CAPOSELE: Durante le nostre escursioni fotografiche ci capita di imbatterci in luoghi molto conosciuti, ma spesso, non uguali a quelli fotografati qualche tempo prima. Questa dinamicità intrinseca del paesaggio vorremmo che fosse colta anche dai nostri lettori, per cui ci è sembrato interessante pubblicare, da più punti di vista i luoghi del nostro Paese. e' una rubrica visuale che viene molto apprezzata dai lettori.

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Scala di accesso alla zona Duomo e al Ristorante American

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Fontana e monumento ai caduti di piazza XXIIInovembre

Via Bovio

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Corso Sant'Alfonso

Piazzino, Largo Imbriani

Un angolo storico della zona Castello

Offerti da MAFF in C.so Europa

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Una delle belle fontane della nostra montagna


La pagina del Presidente

E vino è

REDATTORI

di Raffaele Russomanno

CONCORSO VINO DI GROTTA “ROSSO CAPOSELE 2007”

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Amendola Andrea / Castagno Giovanni Castrignano Giuseppe /Ceres Giuseppe (Finalista) Cetrulo Antonio (Finalista) Chiaravallo Antonio / Curcio Rocco Del Guercio Gerardo / Del Guercio Gaetano (Finalista) D’elia Gerardo (Finalista) Farese Giuseppe / Farese Francesco Freda Gerardo / FredaVincenzo Merola Giovanni / Nesta Mario NestaSalvatore/ Proietto Filippo/ Rosamilia Raffaele Rosania Italo / Russomanno Salvatore 59 Russomanno Salvatore 79 (Finalista) Russomanno Raffaele / Sista Angelo Maria Sturchio Raffaele/ ViscidoPietro (Finalista)

ROSSO CAPOSELE 2007 GRADUATORIA

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In occasione del Ferragosto Caposelese 2008 si svolgerà la seconda edizione del Concorso enologico “Vino di Grotta Rosso Caposele 2007”, edizione che avrà il suo culmine la serata dell’8 agosto dove saranno selezionati e premiati i due migliori vini caposelesi, uno con voto di una commissione tecnica ed uno con voto popolare. L’edizione di quest’anno è partita martedì 4 giugno quando, presso i locali della Pro Loco Caposele, si è avuta la presentazione sia del CONCORSO VINO DI GROTTA “ROSSO CAPOSELE 2007” e che del progetto CANTINE APERTE. Per questo evento tutti i viticoltori ed i produttori di vino sono stati invitati a partecipare ed i produttori che desideravano prendere parte al concorso enologico hanno consegnato un campione del proprio rosso, produzione 2007, in bottiglia da 0,75 l, e conseguentemente partecipato alla preselezione, preselezione che è avvenuta il 10 giugno sempre presso i locali della nostra Pro Loco dove una prima giuria di sommeliers ed alcuni ristoratori locali hanno selezionato i sei degli otto vini che parteciperanno alla finale dell’otto agosto, insieme ai due vini vincitori della passata edizione ed in particolare la Cantina “7 Bello” di Francesco Malanga e la Cantina “Forno San Giovanni” di Ceres Giuseppe. Dire che la soddisfazione per noi organizzatori sia stata tanta è dire poco, visto i ben ventotto vini che sono stati sottoposti ad assaggio. Ben ventisei produttori caposelesi hanno deciso di misurarsi per il miglior rosso 2007. A tutti loro va caloroso ringraziamento ed in particolare un grazie a:

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utto ha avuto inizio una calda sera d’agosto quando, parlando di vino e di vigneti, ha preso corpo l’idea di un concorso enologico tra produttori caposelesi. Lo stesso nome del concorso è figlio di quella calda serata agostana, “Vino di Grotta, Rosso Caposele”, forse perché tutti anelavamo al fresco che si gode nelle nostre cantine. Come tutte le cose nate per caso tra due o più persone che imparano a conoscersi attraverso la realizzazione di un progetto che li vede coinvolti, sarà per la comune passione per il vino o per la profonda convinzione che lo sviluppo della nostra terra debba passare attraverso la cooperazione, che oggi si realizza la seconda edizione del concorso enologico, il quale si svolge in concomitanza della serata della sagra dei Fusilli e delle Matasse che la Pro Loco organizza, con cadenza annuale, da oltre trent’anni. Scrivere di vino e riuscire a stimolare l’interesse dei lettori non è cosa facile, soprattutto se l’obiettivo è quello di portare informazione, cultura e spirito critico in un mondo dove lo scopo principale di questo millenario frutto della terra dovrebbe essere quello di essere il “compagno liquido dei nostri momenti migliori”, ma anche un potente mezzo per veicolare la conoscenza dei nostri territori. In estate, del resto, il vino è molto spesso vissuto come valore aggiunto alla vacanza, elemento di socializzazione, da gustare fresco in tutta tranquillità. Ecco allora che un concorso enologico può essere uno strumento per far conoscere il nostro territorio ed al contempo offrire la possibilità a chi ha scelto di produrre di poter usufruire di una vetrina dove presentare il proprio prodotto. L’Italia è il paese con la più antica tradizione enologica al mondo. Basti pensare che uno dei nomi attribuiti dai Greci alla nostra Penisola era appunto “Enotria”. Le attuali denominazioni di origine del vino sono, non solo una certificazione di qualità legata al rispetto di specifici disciplinari di produzione, ma anche una testimonianza di tradizione. Una tradizione, quella legata al vino nelle nostre campagne, che è fra gli ingredienti più curiosi e stimolanti dell’agriturismo, fino a distinguerne quella vera e propria specializzazione

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Il gruppo degli assaggiatori magistralmente guidati da Angelino Cetrulo

l’acqua, capace di esprimersi in modi tanto diversi, con gusti, profumi e colori molteplici in relazione ai terreni, alle varietà di vite ed al clima. Il Turismo del vino è anche il turismo delle emozioni, della storia, della letteratura, del ruolo di protagonista che, nei diversi luoghi e periodi, ha sempre avuto il vino nell’accompagnare la festa, l’emozione, la gioia e il dramma. Oggi sempre più volentieri i turisti amano esplorare i dintorni del luogo prescelto per le loro vacanze, visitare le cantine, gustare il vino locale per poi acquistarlo, quindi tornare a casa con un ricordo tangibile del luogo che li ha ospitati. Insieme ai nostri produttori di vino dobbiamo imparare ad accogliere i tanti turisti che vogliano aggiungere alla loro vacanza una degustazione dell’ottimo nettare di Bacco caposelese. Ecco dunque che lo sforzo che dobbiamo tutti compiere sta nell’organizzare una serie di eventi che abbiano come protagonista il nostro vino. Bisogna attingere a piene mani alla storia del nostro territorio. Riscoprire e valorizzare le nostre cantine, uniche nella loro bellezza, incastonate ai piedi del monte Paflagone e sulle Sorgenti del fiume Sele. Dovremo ripercorrere le strade che il nostro vino ha percorso dopo l’Unità d’Italia, le sue contaminazioni, quando i Piemontesi lo utilizzavano per tagliare i loro vini a più bassa gradazione. Il nostro principale obiettivo per i prossimi anni dovrà essere quello di sviluppare intorno ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività che permettano una migliore qualità della vita sul territorio, per i consumatori e gli abitanti. La grande sfida che ci attende sarà quella di trasformare in destinazione turistica, organizzata per servizi e capacità di accoglienza, una parte, sempre maggiore, del nostro territorio rurale.

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che appunto è l’enoturismo o turismo del vino, al quale le strade del vino disegnano alcune direttrici privilegiate. Turismo del vino significa entrare, anche attraverso i percorsi delle strade del vino, nell’affascinante mondo della bevanda “seconda” soltanto all’acqua, ma, diversamente dal-

PROSPETTIVA GENERALE DEL “ROSSO 2007” DI CAPOSELE Quella del 2007 è stata un’annata di altissimo livello per quanto riguarda

la qualità del vino caposelese. Il motivo è dovuto principalmente alle condizioni climatiche favorevoli verificatesi durante la maturazione delle uve, mentre la resa del raccolto/produzione ha deluso le aspettative a causa delle piogge che ci sono state durante il periodo di fioritura danneggiando i vigneti. Ad un’analisi generale del rosso di Caposele

2007, colpisce la ricca concentrazione di colore; all’olfatto risaltano sentori di frutta giovane e di uva appena schiacciata. II gusto rispecchia appieno il carattere dei caposelesi: caparbio e allo stesso tempo avvolgente per quel che riguarda l’alcolicità, testardo e austero per la freschezza e la tannicità con una chiusura sfumata di dolcezza. Orientandosi verso nuovi orizzonti, auguro con cuore, a tutti gli addetti ai lavori, un prospero raccolto per il 2008.

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Angelo Cetrulo

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REDATTORI

PICCOLA PICCOLA CRONACA CRONACA

NON È MAI TROPPO TARDI PER RICONOSCERE LA GRANDEZZA DI UN GESTO

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TE Gennaro Feleppa

proprio riportate; ma abbiamo sempre cercato di recuperare e diffondere il più possibile tutto quello che riguarda il nostro paese e i suoi abitanti chiedendo il contributo di tutti, e continueremo a farlo, per il diletto e la voglia di conoscenza di tutti. La notizia che daremo riferisce dunque di un gesto encomiabile da conoscere e da tenere a mente per continuare a credere in un futuro migliore e, anche se un po’ in ritardo, vi raccontiamo con orgoglio questa vicenda.

Il protagonista del gesto è il nostro compaesano Gennaro Feleppa, sottufficiale dei Carabinieri del gruppo Radiomobile di Sant’Angelo dei Lombardi che, in una giornata primaverile dello scorso 2004 insieme ad un collega, ha salvato la vita di un ragazzo che in preda ad una forte crisi depressiva, voleva togliersi la vita gettandosi nei crateri soporiferi delle Mefite, zona presso il comune di Rocca S.Felice. Feleppa e il suo collega, con grande slancio altruistico e noncuranti del pericolo, hanno tratto in salvo e rianimato il ragazzo riportando anche alcuni problemi di salute fortunatamente risolti positivamente con un ricovero all’Ospedale “Criscuoli”. L’impresa, il coraggio e il senso del dovere dimostrato sono poi stati riconosciuti, e i due carabinieri sono stati insigniti, dall’allora Ministro dell’Interno Pisanu, della medaglia di bronzo al valore civile. Il giusto epilogo per un tale gesto.

Al dovere di cronaca, aggiungiamo pubblicamente i nostri apprezzamenti e la profonda stima al nostro concittadino e amico Gennaro Feleppa, augurandoci che gesti come il suo contribuiscano ad accrescere il senso civico di ogni persona.

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A volte accade, per i più svariati motivi ma sempre senza cattiveria - almeno per quanto ci riguarda - di non dare il giusto risalto ad alcune notizie; a volte ancora le notizie non arrivano in redazione e non vengono

Foto di gruppo del "Centro infanzia" di Caposele

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Il Gran Cancelliere del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, in data 10/06/1992 con decreto n. 7626, conferiva al sottufficiale Russomanno la “Croce con spade dell’Ordine al merito Melitense”. Ci complimentiamo con il nostro illustre concittadino per la brillante carriera e per le numerose onorificenze conquistate e gli auguriamo, quale giusta ricompensa per il lavoro svolto, un lungo periodo di meritato riposo.

Claudio Russomanno in divisa

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Con decreto del Capo del Servizio IV datato primo agosto 2007, viene disposto il collocamento a riposo dell’ispettore superiore scelto RUSSOMANNO Claudio, per sopraggiunti limiti di età, a decorrere dal 12 marzo 2008. A decorrere dal giorno successivo alla cessazione dal servizio l’ispettore superiore scelto RUSSOMANNO Claudio, consegue, a titolo onorifico, la qualifica di commissario forestale del ruolo direttivo speciale del Corpo forestale dello Stato.

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SALVATORE CONSALVATORE CONFORTI C

di Salvatore Conforti

Le scuole di Caposele in visita all'Osservatorio delle bio diversità di Nusco. Gli accompagnatori sono : Angelo Ceres, Lucia Russomanno, Rosa Casale, e Carmela Malanga

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La Redazione


Piccola cronaca

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nell’Arma un soggetto attivo e non solo controllore o sanzionatore ma un concreto supporto per lo sviluppo della collettività caposelese. Parimenti, non possiamo dimenticare l’attività della nostra Polizia Municipale, un altro valido supporto per tutta Caposele, costantemente presente e integrato anche sul fronte della formazione e sensibilizzazione della cittadinanza su temi strategici come la sicurezza stradale e la prevenzione dei diversi tipi di rischio. Grazie a tutti, confidiamo nella vostra disponibilità e professionalità e speriamo in tempi sempre migliori per tutti. La Redazione

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Il Vigile urbano Pietro Cuozzo distaccato al Comune di Senerchia. Nella foto con l'ass.re Michele Di Muro e il Sindaco Adriano Mazzone

La Pubblica Assistenza di Caposele, in raccordo con l’associazione “Verso la Vita”, ha organizzato il 24/05/2008 un convegno sulla Tossicodipendenza, perché consapevole che il problema non è diminuito forse è solo un po’ più sommerso e si rischia che il tutto possa poi sfociare nell’ennesima tragedia. Quindi vi è la necessità che ciascuno di noi, ognuno per il ruolo che ricopre, cerchi di fare qualcosa, questo qualcosa può essere concretizzato nell’immediato con la realizzazione di un “CENTRO DI ASCOLTO”. Per fare ciò è necessario unire le nostre energie.

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Gerardo Ciccone del Corpo Forestale; Il carabiniere Alberto; il Comandante della Stazione di Caposele M.llo Martino e il vigile Pietro Cuozzo durante un momento di pausa a Materdomini

UN DOVEROSO RINGRAZIAMENTO Cogliamo l’occasione, in questo numero de “La Sorgente” particolarmente pieno di riferimenti alle attività delle Forze dell’Ordine, per ringraziare quanti, spesso in silenzio ma con costanza e dedizione oltre che con uno spiccato senso del dovere, portano avanti la loro preziosa missione nei diversi settori di competenza. Forse non lo si fa spesso, ma in questa sede vogliamo ricordare ed evidenziare l’azione costante dei nostri Carabinieri, coordinati dal Maresciallo Martino, un’azione fondamentale per l’equilibrio della nostra comunità, svolta in un continuo rapporto con tutte le parti sociali che riconoscono

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La Pubblica Assistenza di Caposele, insieme alla Pubblica Assistenza di Grottaminarda, ha organizzato un progetto denominato “INSIEMEPER” che ha previsto la realizzazione di un percorso teatrale, con una rappresentazione finale denominata “NAPOL’E’ MILLE CULURI”. L’innovatività del progetto è consistita anche in una sfida, quella di unire giovani di due associazioni e farli interagire. La sfida è riuscita e oggi i giovani delle due associazioni hanno costituito un gruppo affiatato e proiettato verso nuove iniziative e nuovi palcoscenici.

Lello Gaudiosi, artista naturalista, spesso, attraverso le sue opere,ci fa giungere un chiaro messaggio della sua grande dedizione al tema dell'ambiente e nella fattispecie al tema del fiume Sele. I suoi lavori, ci parlano del nostro habitat e ci spronano ad essere più attivi nella direzione della salvaguardia del nostro patrimonio più prezioso. Il nostro ringraziamento va a lui e alla sua arte attraverso la quale ci consente di affrontare, con più serenità e con più forza, gli argomenti scottanti del rapporto con l'A.Q.P. e di un bene che dovremmo cominciare ad intendere come molto prezioso per il nostro presente e soprattutto per il nostro futuro. L'artista, ha realizzato all'interno del "Museo scuola delle acque" (ex casa Huston) alcuni affreschi che rappresentano il nostro territorio di oggi e quello di 100 anni fa. Fra non molto il museo sarà aperto aivisitatori e a chi vorrà usufruire delle sue opere.

Il 26 gennaio scorso la "Sinfonic Band "Città di Caposele"è sbarcata a Roma. La banda diretta dal Maestro Francesco Sabia ha tenuto un concerto presso il Santuario del Divino Amore insieme al coro capitolino delMaestro Gianfagna. Un organico eccellente, esecuzioni impeccabili, armonia da orchestra hanno reso possibile esecuzioni di brani noti e meno noti di una tradizione bandistica classica. Chiunque volesse apprezzare l'intero concerto può collegarsi alsito internet della Banda dal quale sarà possibile individuare altre notizie utili ed altri concerti in giro per il nostro territorio. www.bandadicaposele.it

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“La pagina dell’ E migrante” è nuovamente dedicataal Brasile ed in particolare agli scritti di Umberto Malanga.

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La Pagina dell'Emigrante

Sono spunti semplici, spontanei, appassionati che denotano il grande attaccamento di questo nostro concittadino alle origini. Li pubblichiamo “senza nulla aggiungere e nulla togliere” per mostrarne la genuinità e la SEMPLICITà e per evidenziare quanto sia ancora vivo e sentito il ricordo del paese natio dopo tantissimi anni di permanenza all’estero.

INVIATECI I VOSTRI SCRITTI ,I RICORDI, LE EMOZIONI LE NOSTALGIE CHE DA CONTINUATE A VIVERE , SAREMO FELICI DI PUBBLICARLE IN QUESTA RUBRICA DEDICATA A CHI E' LONTANO, SOLO FISICAMENTE, DA CAPOSELE.

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REDATTORI

La pagina dei ricordi

RICORDO DI DINO ORLANDO

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avevano messo accanto per aiutarlo nelle brevi passeggiate in città, mai si abbandonò a se stesso, ma continuò imperterrito ad accettare la sua condizione di uomo menomato. Forte altresì della grande fede cristiana che profondamente lo animava, tenne sempre alto lo spirito e l’anima, convinto giustamente che l’intelligenza spirituale, così come soleva dire, “è ciò che vivifica la persona umana, che tiene in vita il corpo, anche quando questo è mutilato”. Laureato in lettere e filosofia e studioso di discipline umanistiche, riteneva che la coscienza, intesa come struttura elementare esistente in ogni uomo, rappresenta l’elemento che presiede alle scelte di maggiore rilievo, in quanto offre i criteri di orientamento nel distinguere il bene dal male e nel valutare i comandi della legge e gli ordini della autorità. La sua casa di Livorno era stata da lui organizzata in guisa tale da poter seguire, seppur cieco, senza impegnare nessuno della sua famiglia, quasi tutti i più importanti avvenimenti della vita politica e sociale italiana e internazionale.Il suo studio appariva infatti come un centro operativo di comando, che solamente lui sapeva far funzionare. Concludo dicendo che il problema dell’educazione, fino al punto di morte è sempre stato uno dei suoi impegni fondamentali. Infatti soleva dire che “ l’educazione comprende un’infinità di concetti di valore universale, che hanno sempre qualcosa di nuovo, a causa dei fattori personali e ambientali, i quali sempre mutano, e degli uomini sempre vari e multiformi che incessantemente si succedono. L’età dell’educazione, quindi, non ha né principio né fine, ed è un dovere dal quale ci si sottrae soltanto con la morte.” Caro cognato Dino, impareggiabile uomo e cittadino di questa tanto confusa Italia, Tu certamente per chi ti conobbe, vivrai in eterno, tra le braccia di Dio!

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professionale e di cittadino-educatore, ancora qualcosa che gli appartiene, ciò perché altrimenti qualsiasi riferimento al suo passato sarebbe monco e non si farebbe giustizia alla storia di una vita di un uomo veramente eccezionale. Educato con il fondamentale principio dell’amor di Patria e dell’onore personale, la sua esistenza terrena era diretta essenzialmente alla perfezione ed educazione dello spirito, nell’unità armonica dell’individuo. Dino Orlando – io lo so benissimo, perché ho tratto da Lui stimolo e forza per migliorare il mio carattere e la mia personalità - nacque dall’unione dell’ing. Gaspare Orlando, siciliano di nascita, imparentato con illustri cittadini e famiglie della Trinacria, e da una nostra compaesana, Rosina Trillo, figlia dell’ing. Gerardo Trillo e della nobildonna Elvira Carillo di origine francese, che diedero i natali anche ai ben noti: ing. Leopoldo Trillo (Poldino), ing. Salvatore Trillo (Totò), dott. Angelo Trillo, medico - provinciale ad Imperia e ing. Carlo Trillo, famoso professionista capo dell’Ufficio Tecnico provinciale di Salerno, morto tragicamente a seguito di incidente stradale, marito di Vivina Caprio, che tutti o quasi tutti hanno conosciuta, perché appartenente alla famiglia del geom. Rocco Caprio, tra le più altolocate di Caposele. Tra i congiunti prossimi di Dino, molti ricorderanno certamente la sorella Vivina, professoressa e moglie del dott. Lino di Martino, persona di nobile famiglia Sarda e l’ing. Mario Orlando, morto a Salerno, a seguito di male incurabile. Ho volutamente riportare queste notizie afferenti i natali di Dino, nella convinzione che soprattutto le giovani generazioni del nostro amato paese non lo ricorderanno e quindi vorranno legittimamente sapere quali sono i legami che lo tengono avvinto ai nostri luoghi.

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Rivolgendomi, in particolare, proprio a loro, ai giovanissimi, che vivono, crescono e affrontano la vita stando a Caposele, voglio riportare, in sintesi, tutto quanto Dino, ha cercato di infondere, innanzi tutto nei suoi quattro figli ( Gaspare, medico a Livorno; Giuseppe, ing. chimico presso centro petrolifero in estremo Oriente, Giovanni ing. in Gran Bretagna e Rosella professoressa in Livorno) e poi nei numerosissimi studenti, che durante il suo girovagare, in Salerno e provincia ed infine in Livorno - dove ha concluso la sua esistenza ed ora definitivamente riposa - ha con grande vigore, spirito di sacrificio ed abnegazione indirizzato al buon uso della volontà e dell’intelligenza, allo scopo di concorrere alla formazione di uomini all’altezza della funzione di cittadini liberi ed onesti. Voglio, infine, terminare queste brevi note su Gerardo Orlando, che in vita si è sempre inorgoglito della sua appartenenza di Caposelese acquisito, riportando qui di seguito quello che era solito evocare del suo maestro insigne prof. Pende, che diceva:“L’uomo nella sua interezza è una sintesi magnifica, un’associazione perfetta nelle sue espressioni più nobili, di tutte le possibilità, di tutti gli antagonismi in lui insiti. Armonia perfetta e completa si può solamente avere quando l’uomo, pur sfinito nel corpo, cura soprattutto lo spirito”. Forse poche persone di Caposele ne sono a conoscenza. Gerardo Orlando, che io definisco uno degli uomini più coraggiosi che abbia mai conosciuto e ammirato; il caro Dino, che ricordo con tanta nostalgia e che io, generale dei Carabinieri mi onoro di avere avuto mio parente acquisito ed esempio di vita, anche quando mi trovavo ancora in servizio, era affetto da cecità assoluta da circa 20 anni. Eppure si recava a scuola, al proprio ufficio di Preside, negli ultimi due mesi, prima del suo collocamento in pensione, sollecitato unicamente dal profondo senso del dovere, accompagnato dal suo cane guida e, successivamente, dopo la morte del prezioso animale-compagno, da giovani volenterosi, autorizzati al servizio militare civile, che gli venivano assegnati di volta in volta dall’ Associazione Nazionale Ciechi. Per ultimo, quando le sue condizioni psico - fisiche peggiorarono, ed egli già avanti negli anni, non poteva essere aiutato dalla badante che i familiari gli

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i e` spento serenamente nelle braccia della moglie il 31 marzo 2008 il preside Gerardo Orlando. Laureato in lettere e filosofia all`Universita` di Napoli, dopo aver svolto con successo per oltre 10 anni il ruolo di preside incaricato in varie scuole della Campania, e` arrivato a Livorno nel 1971 ed e` stato per piu` di 20 anni alla guida di uno degli istituti tecnici piu’ importanti ed antichi della nostra citta`, l`Istituto Tecnico di Istruzione Superiore Amerigo Vespucci. Uomo di grande cultura e pieno di iniziative, seppe dare un impulso nuovo a questo istituto facendosi prima promotore con i suoi collaboratori della nuova sperimentazione IGEA, formando poi un corso di ragioneria a indirizzo giuridico economico aziendale ed infine istituendo un corso di specializzazione per corrispondenti esteri con il commercio estero. Dotato di notevole intuizione, individuo` nella sperimentazione di nuove metodologie didattiche quella possibilita` di innovazione che non era cosi diffusa a quel tempo ma che piuttosto suscitava perplessità`. Il Vespucci divenne una scuola pilota in Italia ed un modello di incoraggiamento anche per altre istituzioni scolastiche. Le sue iniziative, molteplici e di grande valore, si basavano essenzialmente su punti di contatto che seppe creare con il territorio, avendo intuito in cio’ un punto chiave nello sviluppo e nel futuro dell`istituzione scolastica, cioe` che la scuola doveva esser radicata nel territorio per continuare a svolgere la sua funzione di ruolo centrale formatore ed educativo nella societa`. Negli ultimi anni della sua vita professionale si dedico’ per oltre 10 anni alla direzione dell’Istituto Tecnico Santa Maria Maddalena dove riverso’ tutta l’esperienza acquisita nella sua carrier a scolastica. Prof. Gerardo ORLANDO Del caro Gerardo Orlando, mio cognato, da tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo - intendo riferirmi innanzitutto alla moglie, ai quattro figli, ai numerosi nipoti, ai parenti ed ai molti amici di ogni parte d’Italia - ricordato col diminutivo di “ Dino”, oltre a quanto sopra riportato dai quotidiani di Livorno “ Il Tirreno” e “La Nazione”, sento di dover aggiungere, in particolare sotto il profilo della multiforme e spiccata personalità umana, culturale,

di Vincenzo Di Masi

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UNA VITA PER LA SCUOLA

Pontecagnano (Salerno), 27 giugno 2008. Gen. dei Carabinieri Vincenzo Di Masi

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Politica

IL NUOVO PARTITO DEMOCRATICO

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INTERVISTA AL COORDINATORE Avv. Giuseppe Palmieri

a cura della Redazione

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Non nego di aver provato durante il congresso e quindi dopo la proclamazione una certa emozione. E questo per due ordini di motivi. Innanzitutto, perché come tu hai rimarcato essere il primo coordinatore del circolo di Caposele in termini statistici attribuisce alla carica una certa rilevanza. Poi, perché questa elezione mi riporta indietro nel tempo. Ero un giovane laureato quando nel lontano 1982 venni eletto (a sorpresa e contro la volontà della maggioranza uscente del partito) segretario della democrazia cristiana. Questa, pertanto, è la seconda volta che guido un partito a livello locale. Quali sensazioni? Ho la consapevolezza (e con me tutti gli iscritti) di una grossa responsabilità perché dipende anche da noi dare risposte alle tante domande che vengono dalla nostra comunità. D’altra parte, ciò che mi ha convinto ad accettare la sfida è la consapevolezza della necessità dell’impegno concreto di tutti (e quindi anche mio) per ridare credibilità al nostro Paese ed alla nostra Provincia. Ed è in questa direzione che ispirerò la mia azione. Non sarei onesto fino in fondo, poi, se non ammettessi che a farmi determinare a tanto sono stati gli amici che da sempre mi spingono ad impegnarmi attivamente ed in prima persona nella vita politica del paese.

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i risulta che è stato eletto all’unanimità sia dal coordinamento che dall’assemblea. Un bel risultato per un circolo dove la presenza degli ex diessini è molto nutrita.

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osa si propone di fare il partito democratico a Caposele?

Dal congresso è venuta fuori una idea di partito ben precisa, ma la sua fisionomia, in campo locale, la dovrà assumere giorno dopo giorno ed in forza delle proposte che verranno da tutti gli iscritti. Subito dopo eletto, ho promes-

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Vedi, a me non piace parlare in termini di ex. Ora esistono solo i democratici. Per quanto possibile, cercherò di bandire questo termine ed altri del tipo: amici (per i democristiani) o compagni (per i socialisti e diessini). Certo, è importante essere stato eletto all’unanimità. Ma il risultato è frutto di un lavoro di molto risalente nel tempo. Senza peccare di presunzione, credo di essere stato il primo (tra i popolari) a credere nell’alleanza di centro sinistra a Caposele. Sono stato tra i sostenitori più convinti (ed anche consigliere comunale al suo fianco per due consiliature) della candidatura a sindaco di un diessino a Caposele. La simbiosi tra i due gruppi dirigenti ed il corpo elettorale è stata costruita nel tempo. D’altra parte, anche l’elezione a sindaco del mio amico

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in modo troppo frettoloso (a distanza di appena quindici giorni dalle elezioni) le responsabilità degli uffici e dei servizi ai funzionari comunali per attribuirle ai componenti l’esecutivo. Una decisione che si pone in controtendenza rispetto alla linea politica da noi tenuta in passato. Comunque, lo giustifico perché all’inizio si opera in un clima che per molti versi risente ancora dei fumi della campagna elettorale. Quanto ai consigli, gli dico solo di non ascoltarli. E se proprio necessario, di chiederli a tutti, e non a uno solo. Bisogna ascoltarli tutti e decidere sempre da solo ed in coscienza e onestà. Da questo punto di vista (dell’onestà) credo che nessuno possa disconoscergliela. Quanto alle scelte, diceva saggiamente un vecchio maestro della politica: le scelte si fanno in solitudine! Anche perché poi si è da soli a doverne dar conto. Soprattutto in caso di insuccesso. Ed allora, l’invito che mi sento di formulare al neosindaco è di accelerare i tempi di soluzione dei problemi più impellenti, lasciando perdere (nel senso di non dar loro priorità) quelli che interessano poche decine di persone. Il piano urbanistico è una priorità. E’ forse il caso che se ne parli. Anche per verificare se le scelte a suo tempo consegnate al progettista sono in linea con quelle conseguenti i mutati orientamenti politici (le linee guida erano quelle della giunta Melillo-Monteverde, poi uscita sconfitta alle recenti elezioni amministrative) e con le mutate esigenze del paese. La sistemazione di via Santuario a Materdomini è un’altra priorità. L’avvio di una seria discussione per la progettazione di una nuova strada che colleghi lo svincolo della superstrada a Caposele centro è un’altra priorità. La progettazione di un grande parcheggio nelle adiacenze dello svincolo di Materdomini è qualcosa che se mai si avvia, mai sarà realizzato. Ed allora, buon lavoro.

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vv. Palmieri, lei è il primo coordinatore del circolo del partito democratico di Caposele; quali sensazioni, quali impressioni?

Farina è figlia di quella coalizione di centro sinistra costruita faticosamente negli anni novanta e tenacemente tenuta in vita successivamente, anche col mio contributo. Non dimentichiamo che all’atto dello scioglimento del consiglio comunale ero capogruppo della minoranza consiliare che ha dato alla nuova compagine il vicesindaco e l’appoggio incondizionato di tutti gli ex consiglieri.

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uali prospettive ha il partito in campo provinciale?

Credo che a seguito della strutturazione (giusto per non abusare del termine radicamento) sul territorio, il partito potrà rafforzare i suoi consensi in ambito provinciale, già dalle prossime scadenze elettorali dell’anno prossimo: le elezioni europee e quelle provinciali. Certo, l’unità di intenti che si è palesata con la presentazione di una lista unica per l’elezione dell’assemblea provinciale deve essere effettiva e sostanziale. Dio non voglia che dietro una unità di facciata si nascondano vecchie logiche correntizie. L’elezione di Franco Vittoria alla segreteria provinciale all’unanimità (per il vero c’è stata un’unica astensione, quella del presidente della provincia Alberta De Simone) fa ben sperare. Nel discorso di investitura ha parlato di un partito delle persone e non delle tessere. Un partito che guarda con attenzione alle cento irpinie, ovvero alle specificità di ogni ambito territoriale. Un partito non prevedibile e non scontato che potrà andare anche in controtendenza per far valere gli elementi di novità che la società richiede.

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so di essere il coordinatore di tutto il partito e di voler sentire tutti gli iscritti prima di adottare ogni decisione; anche quella apparentemente più banale. Detto questo, il partito, anche nel corso delle tante riunioni che hanno preceduto la fase congressuale, ha scelto di svolgere un ruolo propulsivo in ambito locale. Non tragga in inganno la circostanza che l’amministrazione in carica, in gran parte, è figlia della componente politica e dell’area di riferimento del partito democratico. Una cosa è l’amministrazione e la gestione della cosa pubblica, altra cosa è il partito politico. Noi non faremo mancare mai il nostro sostegno ed il nostro contributo di idee per la soluzione dei problemi della nostra comunità. Saremo anche cassa di risonanza per (gli auspicabili) successi dell’amministrazione comunale. Ma saremo ugualmente severi censori delle scelte che contraddicono la nostra storia e la politica che l’area di riferimento del novello partito ha adottato negli anni passati.

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er concludere, Avv. Palmieri, come si sta comportando il suo amico Farina, neosindaco di Caposele? E quali consigli sente di dargli. Beh, è troppo presto per dire. Certo, mi hanno sorpreso alcune sue decisioni iniziali che contraddicono la sua storia politica. Per tutte, la scelta di revocare


REDATTORI

Lettera postuma a Pinuccio Spatola

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vietato per un candidato DC, più voti di quanti ne prendesti era quasi impossibile prenderne. Ed infatti, risultasti il primo dei non eletti, ma ben presto fosti chiamato alla carica di consigliere provinciale. Poi venne il terremoto. Una sera, di fronte allo scenario surreale e spettrale delle macerie, promettemmo di intensificare la nostra attività politica per contribuire positivamente alla ricostruzione del nostro paese. Seguirono incontri e colloqui con autorità appartenenti a tutti i livelli istituzionali per sollecitare la realizzazione di interventi tendenti a promuovere lo sviluppo della martoriata Caposele. Se in vita, oggi saresti stato un gigante in un contesto dominato dalla mediocrità e dal nanismo politico. Traguardi prestigiosi ti stavano, infatti, aspettando, che ti avrebbero consentito di privilegiare in modo significativo la nostra Comunità a cui eri tanto affezionato, ma la morte, inaspettata, ti colse in quella triste alba del 30 maggio 1984. Con affetto Michele

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concerto dei paesi più ricchi del mondo, nonostante le disparità geopolitiche con cui tale progresso fu realizzato. Conseguito il diploma, la ricerca del posto di lavoro non durò a lungo per entrambi ed iniziò, per te un po’ prima, il percorso politico, nell’ambito della Democrazia Cristiana. Alle elezioni amministrative del 1964 fosti candidato con la lista capeggiata da Gerardino Malanga in contrapposizione all’altra guidata Ciccio Caprio, che era destinato a reggere le sorti del Comune per un quindicennio, cioè fino alla sua morte. Perdemmo le elezioni, ma l’esperienza che maturasti ti servì per dare un senso e un obiettivo alla tua attività politica. l senso era costituito dalla vicinanza ai problemi della gente; l’obiettivo era rappresentato dalla possibilità di dare un carattere politico all’amministrazione comunale, che si era sempre mantenuto nei limiti di un civismo la cui efficacia non oltrepassava i limiti territoriali del Comune. Per perseguire queste finalità le istituzioni e le sedi politiche della provincia erano quasi diventati la tua nuova casa. Memorabili furono anche le battaglie che conducemmo all’interno della sezione della DC per scalzare una granitica maggioranza che si riconosceva nelle posizioni dell’on. Fiorentino Sullo. Ci riuscimmo nel congresso del 1967. Fosti, quindi, segretario di sezione per un anno, poi io presi il tuo posto, perché tu fosti nominato segretario di zona. Non è questa la sede opportuna per una ricostruzione storica delle vicende politiche che ci videro coinvolti in prima persona. Tuttavia, non posso non ricordare le tue candidature al Consiglio Provinciale: la prima finita non bene nel 1974, la seconda nel 1980 la quale, anche se non seguita dall’elezione immediata al parlamentino provinciale, costituì un grande successo poiché, in un collegio

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società è, oggi, dominata da un materialismo ed un relativismo pervasivi, che sono sicuro avresti combattuto con la passione che ha caratterizzato la tua breve esistenza e che ti animava anche da ragazzo. Eravamo ragazzi quando nel 1953 con tuo fratello Giannino e Salvatore Caprio fummo messi in collegio a Campagna per frequentare la scuola media e, quindi, per continuare negli studi fino al conseguimento di un titolo di studio superiore. Provenivamo tutti dalla stessa quinta elementare. Una classe costituita da poco più di venti 20 alunni, dei quali in circa dieci sostenemmo gli esami di ammissione alla scuola media, grazie all’ottimo maestro Donato D’Auria al quale debbo molto. Si trattava di una rivoluzione sociale vera e propria. Per la prima volta un gruppo nutrito di ragazzi, figli di artigiani e di piccoli commercianti, veniva in massa avviato agli studi. Del periodo in cui siamo stati in collegio a Campagna ricordo che, sebbene talvolta entravamo in competizione per motivi futili, propri dell’età, sempre dimostravi di essere un vero amico non solo verso di me, ma verso tutti. Oggi, del gruppo dei quattro sono rimasto solo: anche Giannino e Salvatore non ci sono più. Ma probabilmente questo già lo sai, forse tutti e tre state assieme e talvolta volgete lo sguardo su di noi ancora in vita. Dopo Campagna ci siamo divisi per un anno o due, ma presto ci siamo ritrovati a frequentare la stessa scuola a Napoli. E, a Napoli abbiamo vissuto un periodo ricco di esperienze, maturate nell’ambito di un progresso economico che era tanto manifesto che quasi lo si poteva toccare concretamente con le mani. Erano gli anni del boom economico che proiettarono l’Italia nel

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aro Pinuccio, sono ormai ventiquattro anni che non ci sei più. Molto è cambiato in quest’arco di tempo, ma non sempre le cose sono mutate per il meglio. Certo vi è stato un generale progresso tecnologico che ha permesso alla gente di utilizzare strumenti utili nella vita di ogni giorno, impensabili quando ancora eri in vita. Tramite, per esempio, un minuscolo telefono tascabile, che noi chiamiamo cellulare, siamo in grado di comunicare con altri in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo; tramite quello strumento che ancora giovani chiamavano calcolatore oppure cervello elettronico e che oggi viene detto più semplicemente computer, da tavolo o portatile, siamo in grado di fare operazioni di scrittura, calcolo, grafica, etc. inimmaginabili ancora negli anni Ottanta, quando ci hai lasciato. Sono sicuro che sapere queste cose ti farà piacere, ma sono anche certo che sarà angosciante per te sapere che in questi 24 anni, dal punto di vista politico e sociale, le condizioni generali non sono migliorate granché. Anzi! La Democrazia Cristiana, in cui con tanto orgoglio mostravi di militare, il Partito Socialista e tanti altri partiti ormai non esistono più da circa 15 anni, spazzati via da un’ondata di processi giudiziari per corruzione e concussione. Non esiste più nemmeno il vecchio Partito Comunista, messo in crisi, a sua volta, dal crollo del comunismo in campo internazionale, anche se suoi importanti rappresentanti occupano alte cariche istituzionali, sebbene siano stati espressione di idee politiche condannate dalla storia. Lo scenario politico è, oggi, dominato da nuove formazioni partitiche che, quantunque nuove, hanno molto da invidiare ai partiti del tuo tempo. La

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di Michele Ceres

La convenzione del1970 con L'aquedotto Pugliese

Un' immagine storica dei primi anni del '900

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Attualità

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fuga. E questo fattore, come dicevo all’inizio, allargherà i suoi effetti come una pietruzza lanciata in uno stagno. Può una comunità come la nostra rinunciare al contributo delle sue menti migliori? Forse sì, ma con grande sacrificio. Il confronto continuo tra le diverse competenze e professionalità – che costituisce il naturale humus da cui trae origine lo sviluppo – sarà destinato ad attenuarsi. Il mancato ritorno di giovani dalle menti brillanti, che avrebbero potuto portare nella nostra comunità i frutti degli studi e delle esperienze maturate nelle varie città in cui hanno studiato, non gioverà certo al dibattito politico e culturale. Mi consola tuttavia pensare che non tutti decideranno di perseguire le proprie ambizioni fuori dai nostri confini e che qualcuno, a conti fatti, decida di investire le proprie competenze a Caposele. L’Italia – e la stessa Irpinia – è piena di laureati nei campi più disparati che hanno sfruttato il proprio bagaglio di conoscenze dedicandosi a tutt’altro rispetto agli studi fatti. Dotti professori hanno impiantato ottimi vitigni producendo vini sopraffini e bravi economisti e psicologi hanno trasformato le imprese artigiane di famiglia in aziende con ottimi profitti. Chissà che, alla lunga, questo rallentamento dell’economia non rappresenti un’opportunità per il nostro paese. Ringrazio Ernesto Donatiello per i dati che mi ha fornito.

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lavorato cinque anni a Monaco di Baviera prima di trasferirsi in Belgio, dove ora vive. Quindi, se da un lato bisogna rallegrarsi perchè i nostri giovani stanno compiendo le loro scelte in base alle proprie reali passioni ed inclinazioni ed in base alle leggi di mercato – piuttosto che per un granitico attaccamento al proprio paese – dall’altro lato dobbiamo rassegnarci all’idea che le nostre menti migliori inseguiranno le prospettive di ricchezza lontano da Caposele. A meno di grandi stravolgimenti, infatti, mi pare di poter dire che la nostra regione non possa offrire un’occupazione per tutte le figure professionali che si stanno creando. Potrei azzardare a dire anche che, forse a causa di una sua storia politica del tutto anomala in irpinia, Caposele non goda di particolari favori presso enti ed aziende pubbliche della provincia. I primi anni che frequentavo i diversi tribunali ed uffici della zona, mi meravigliavo nell’osservare come fosse piuttosto raro vedere impiegati nelle varie strutture dell’avellinese un funzionario venuto dal nostro paese. Abbiamo finanche il paradosso di organismi che avevano tutti i presupposti per essere collocati a Caposele – mi riferisco ad alcuni uffici dell’Acquedotto Pugliese – e che invece, situati altrove, per anni non hanno visto la presenza dei nostri concittadini. Anche il nostro microcosmo, quindi, avrà la sua percentuale di cervelli in

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Le professioni liberali, evidentemente, non tirano più. Se negli anni ottanta poteva sembrare conveniente esercitare nel proprio paese professioni quali quella dell’ingegnere civile, dell’avvocato, dell’architetto o del ragioniere commercialista, oggi il mercato spinge i nostri liceali, dopo la maturità, verso altri percorsi di studio. Le facoltà universitarie scelte spaziano nell’intero universo dello scibile umano – dalle scienze della comunicazione all’ingegneria aereospaziale – e dimostrano un eclettismo intellettuale sconosciuto alla Caposele di qualche anno fa. L’idea di costruire ancora case, di battersi nelle aule dei tribunali o di tenere la contabilità per le poche imprese locali non affascina più i nostri giovani, che hanno fiutato il pericolo dell’inattività e si sono lanciati laddove il mercato li spinge. Questo naturalmente porterà della conseguenze nella nostra comunità facili da prevedere. E’ evidente che il nostro microcosmo non potrà accogliere i neo laureati di queste facoltà dai nomi spesso difficili da ricordare. Il futuro ingegnere delle telecomunicazioni ed il futuro laureato in relazioni internazionali hanno già messo in conto di preparare il trolley, prenotare on line il ticket per un aereo low cost, e fare carriera in una multinazionale del nord Italia o dell’Unione Europea. Il solo ingegnere aereospaziale con cui ho avuto rapporti all’università, ha

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isulta sorprendente come, anche in un piccolo centro come Caposele, lo stato dell’economia influenzi le scelte più importanti della vita e – come una pietra buttata in uno stagno – allarghi i suoi effetti su ogni aspetto della società. Esaurita la grassa dei finanziamenti pubblici post-terremoto, l’economia caposelese sta ritornando a viaggiare alla velocità propria di un paese di quattromila abitanti, collocato nell’entroterra di una provincia meridionale. La miracolosa presenza del Santuario di San Gerardo, naturalmente, costituisce un importante supporto ai redditi locali e ci consente di posizionarci su livelli più alti rispetto ad altri paesi simili al nostro. Tuttavia, il pur considerevole flusso turistico, non può offrire un’occupazione adeguata ai diversi profili professionali ed alle differenti qualifiche dei giovani caposelesi che si affacciano sul mondo del lavoro. Questo, insieme all’esaurimento dei fondi per la ricostruzione cui accennavo all’inizio, che avevano creato una significativa vivacità economica in tutti i settori, ha consapevolmente determinato le scelte di studio dei nostri diplomati. Una recente ricerca ha evidenziato come gli universitari caposelesi tra i venti ed i trenta anni stiano orientando le loro preferenze verso studi che li porteranno necessariamente a spostarsi verso terre economicamente più felici.

di Alfonso Sturchio

Continua a nutrire la sua passione nel campo della ricerca il

Dott. Nicola Cirillo

che ha conseguito il 13/12/07 presso la II° Università degli studi di Napoli il dottorato di ricerca in Tecnologie Biomediche applicate alle scienze odontostomatologiche, con un ricco curriculum triennale di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, capitoli di testo e di un testo a diffusione internazionale. Riportiamo di seguito la copertina del primo numero del giornale di "Stomatological Investigation" pubblicato a cura dell'Accademia Italiana di Stomatologia Sperimentale con all'interno un Editoriale a firma di Nicola Cirillo e Alessandro Lanza.


Attualità

L’IDEA ILLUMINANTE DEL COMUNE DI TORRACA di Gualfardo Montanari

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tirato l’attenzione di tanti investitori, soprattutto stranieri – spesso purtroppo più lungimiranti di noi italiani sul terreno dell’innovazione industriale- e, a breve, l’azienda comunale sarà rilevata – come giusto che sia – da soggetti privati che hanno titoli ed esperienza per lanciarla e svilupparla. A Torraca rimarranno tanti soldi in cassa e, soprattutto, molte opportunità di lavoro, specie per i giovani. L’esperienza di Torraca è replicabile a Caposele? Difficile da dire. Ci vorrebbero studi e competenze giuste per dirlo. Di sicuro, però, l’idea di pensare che il Comune possa farsi azienda per la promozione dello sviluppo sostenibile nel campo delle risorse energetiche – e non solo – è una strada che anche Caposele può percorrere. Il caso di Torraca è la dimostrazione che le idee valide, supportate dalla giusta convinzione, alla fine trovano le risorse per essere sospinte.

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di Torraca ha istituito un consorzio universitario denominato ”Cilento e Vallo di Diano” e ha promosso la sperimentazione di un impianto di pubblica illuminazione con la tecnologia a LED, a bassissimo impatto ambientale. Risultato: con una spesa di 280mila euro che saranno rimborsati nei prossimi 6 anni grazie ai finanziamenti di leggi regionali e nazionali, il Comune di Torraca ha abbattuto del 70% i costi della bolletta dell’illuminazione pubblica e del 50% i costi di manutenzione degli impianti. Mica male! Ma non è finita qui. Visti i risultati raggiunti, il Comune di Torraca l’anno scorso ha creato una società interamente pubblica, la “Torraca Sviluppo”, che avvierà una fabbrica per la produzione in serie di pannelli fotovoltaici e degli altri materiali necessari ai sistemi di illuminazione a Led. Il fatturato previsto è di 30 milioni di euro l’anno. Il progetto ha già at-

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Tutto questo – almeno così ci dice la comunità scientifica-economica – è causato dall’effetto serra e dalla rapidità con cui stiamo consumando da due secoli a questa parte i combustibili fossili. Caposele, ovviamente, può fare molto poco per incidere sulle cause di questi scenari. Siamo troppo piccoli rispetto alla grandezza e alla complessità di queste questioni. Quello che, tuttavia, si può fare, è cercare il più possibile di mitigare gli effetti di certi costi energetici, trasformando il problema in un’opportunità. Magari, si potrebbero seguire la pratica e l’esperienza di altre comunità, che hanno già intrapreso questa strada. È il caso, ad esempio, del comune di Torraca, 1200 abitanti, in provincia di Salerno, nel Cilento interno, dove si sta sperimentando un modello originalissimo di ricerca e innovazione finalizzato al risparmio energetico. Alcuni anni fa, con la Seconda Università degli studi di Napoli, il Comune

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’energia è la grande questione che si dovrà affrontare, a livello globale, nei prossimi anni. Mentre nel mondo la domanda di energia cresce a ritmi esponenziali, diventa sempre più costoso produrla. Il prezzo che paghiamo è ogni giorno più pesante sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista ambientale. Il costo energetico ormai è diventato percepibile anche per noi, abitanti di una comunità che solitamente – qualche volta fortunatamente – riesce ad ammortizzare meglio i cambiamenti, spesso repentini, della vita contemporanea. Le nostre bollette – soprattutto quelle per l’energia elettrica - diventano sempre più care, la benzina per le automobili costa sempre di più e anche il clima, che dalle nostre parti era fresco e temperato, oggi ci riserva situazioni molto più imprevedibili - estati torride, nevicate fuori stagione, inverni secchi - con sempre maggiore frequenza.

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opportunità e che essi ricoprono un ruolo specifico e rilevante a livello relazionale e sociale. Rispetto a ciò anche il sistema di Welfare è in fase di forte trasformazione, difatti siamo sempre più su un modello di Welfare Mix di tipo comunitario e solidaristico, così come affermato dalla legge quadro di riforma dell’assistenza sociale (L. 328/2000). Oggi, difatti, i servizi rivolti agli anziani, (nell’ottica di migliorare la qualità di vita) non riguardano esclusivamente il settore socio-sanitario, ma investono anche il settore del tempo libero, difatti vi è una rivisitazione in senso ricreativo e culturale dei “Centri Anziani” così come si moltiplicano l’Università della Terza Età. Si riscopre, quindi, il ruolo dell’anziano come attore sociale, come persona capace di avere interessi e tessere validi processi relazionali e comunicativi, il tutto arricchito dal possesso di quel grande patrimonio di valori e tradizioni, di cui l’anziano è portatore. Rispetto ai “Centri per Anziani” a Caposele vi è un circolo autogestito “La Nostra Memoria Vissuta” frequentato da oltre 35 persone ed esso rappresenta un luogo di estrema vivacità, ricreativa e relazionale, dove, ci si incontra non solo per ricordare e rivisitare “spaccati” della propria vita passata, ma anche per proiettarsi con estremo dinamismo in situazioni

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e indagini demografiche indicano che nel 2040 le persone con più di 60 anni rappresenteranno il 41% dell’intera popolazione e che 1 italiano su 10 sarà ultraottantenne; l’invecchiamento della popolazione è da leggersi all’interno di un contesto molto più ampio di fenomeni socio-demografici, quali i decrescenti tassi di natalità e di mortalità (con crescente aspettativa media di vita); ovviamente ci si chiede cosa comporterà questo crescente aumento di anziani …? Lo stereotipo tradizionale considera l’anziano come persona malata, dipendente, emarginata, con una sua identità sociale debole a causa della perdita del suo ruolo sociale; Conseguenzialmente a tutto ciò l’attenzione sul pianeta anziani è generalmente focalizzata sui costi e sui rischi del fenomeno: aumento dei bisogni, dei servizi e quindi aumento della spesa pubblica. Sicuramente è un dato innegabile che un consistente numero di anziani vive in condizioni di povertà, di solitudine e di non autosufficienza e bisognerebbe incidere su questi problemi con politiche e scelte mirate. D’altra parte, bisogna, però, considerare che oggi la realtà degli anziani appare caratterizzata da una eterogeneità di situazioni e percorsi non riconducibili ad uno stereotipo prestabilito. Difatti c’è una realtà di anziani che si presenta eccezionalmente vitale, con notevoli risorse ed

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PIANETA ANZIANI: L’ALTRA GIOVINEZZA

presenti: attività psicomotorie, manipolative e di drammatizzazione; incontri con altri gruppi; partecipazione a feste, riunioni conviviali, gite, etc. In questo modo l’anziano riesce a compensare la mancanza del ruolo sociale ricoperto nel corso della sua vita, con la scoperta di nuovi ruoli, riesce ad elaborare progetti per il futuro e mantenere cosi, un’attività creativa fonte di autonomia e di Benessere. La sfida maggiore che dobbiamo porci è la riduzione del divario esistente tra aspettativa di vita totale e aspettativa di vita attiva, nell’ottica questa, di un aumento del Benessere psico-fisico dell’anziano. Per realizzare ciò dobbiamo, noi come Pubblica Assistenza Caposele e le Istituzioni (Amministrazione Comunale, Consorzio dei Servizi Sociali):

• promuovere con sempre maggiore efficacia le risorse umane di cui gli anziani sono portatori, all’interno delle nostre comunità; • attivare reti di solidarietà che abbiano gli anziani come soggetti protagonisti e non solo oggetto di soli interventi assistenziali e riparatori; • far sperimentare agli anziani percorsi significativi in modo da contrastare la mancanza di ruolo e relazione che possono determinare una pericolosa “NON AUTO SUFFICIENZA SOCIALE”. Solo in questo modo la vecchiaia diventerà un’età intensa della vita, quell’altra giovinezza vissuta come opportunità e non come disagio e privazione.

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Cesara Alagia

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Storia

Caposele 1932:

quanto guadagnavano i nostri nonni

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10 lire a giornata, un operaio specializzato poteva arrivare a 400-450 lire al mese. La busta paga di un impiegato conteneva intorno alle 500 lire, i professori guadagnavano dalle 600 alle 800 lire. Una canzone di quegli anni diceva: «Se potessi avere mille lire al mese…». Mille lire erano lo stipendio di un dirigente. Né si può dire che nel 1932 con una lira si potevano acquistare molte più cose di quanto non si possa fare oggi con un euro e mezzo. In città il pane comune costava una lira e mezza al chilo, il riso 2 lire, la carne 7-9 lire. Il latte si vendeva a una lira al litro, l’olio a 6 lire. Per un chilo di pasta occorrevano quasi 3 lire. Il caffé, poi, era un bene voluttuario: 3 lire l’etto. Anche lo zucchero era carissimo: 6 lire al chilo. Solo il baccalà, che allora era considerato un cibo per poveri, si vendeva a buon mercato (2 lire e mezza al chilo). Nei piccoli paesi un po’ ci si arrangiava: il pane lo si preparava in casa, la pasta si faceva a mano o con la “macchinetta”, per condimento si usava il lardo di maiale. Ma c’erano delle cose che bisognava comperare per forza. Per un paio di scarpe (allora le scarpe le faceva il ciabattino, su misura) occorrevano dalle 20 alle 40 lire, a seconda della qualità. Per un vestito da uomo si spendevano dalle 50 lire in su di manifattura, più il valore della stoffa. Le calze da donna costavano uno sproprosito: non meno di 10 lire al paio quelle del tipo più comune. In compenso il giornale si vendeva a soli 30 centesimi, ma aveva appena 4 pagine. Giusto nel 1932 la FIAT cominciò a produrre in serie la mitica Balilla, che fu messa in vendita al prezzo di 10.800 lire. La benzina costava 2 lire e 60 centesimi.

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MINISTERO DELLE FINANZE Direzione generale delle Imposte dirette IMPOSTA SUI REDDITI DI RICCHEZZA MOBILE ELENCO DEI CONTRIBUENTI POSSESSORI DI REDDITI DELLE CATEGORIE B e C Provincia di Avellino anno 1932

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icordate quello che successe un paio di mesi fa, quando su Internet apparvero le dichiarazioni dei redditi del 2005? Si scatenò immediatamente una bufera di proteste, denunce, richieste di risarcimento, e nel giro di qualche ora il sito fu oscurato. Così, se proprio volete togliervi la curiosità di sapere quanto dice di guadagnare il vostro dentista, il vostro meccanico o il titolare di quel tale negozio, dovete compiere le operazioni seguenti: rassegnarvi a perdere una mattinata, recarvi al comune, mettere una firma (con la quale implicitamente attestate che appartenete alla categoria di quelli che non si fanno i fatti loro) e finalmente potrete – forse – dare un’occhiata ai famosi tabulati. Se invece volete sapere quanto dichiaravano al fisco i professionisti, i commercianti e gli artigiani caposelesi alla metà del ventennio fascista, non avete che leggere questo articolo. Vi troverete i redditi dei lavoratori autonomi del comune di Caposele relativi all’anno 1932. I dati provengono da un documento ufficiale: l’ “Elenco dei Contribuenti” redatto dal Ministero delle Finanze di allora e stampato a cura del Poligrafico dello Stato. Alcune note preliminari aiuteranno a capire meglio il valore delle cifre. L’elenco, come abbiamo detto, riguarda solo i redditi da lavoro autonomo, sui quali si pagava un’imposta detta “di ricchezza mobile” (l’aliquota era dell’8%). La “ricchezza mobile” era solo una delle imposte in vigore a quell’epoca. Le altre erano la “fondiaria”, che gravava sui terreni e sui fabbricati, e la “complementare”, proporzionata al tenore di vita della famiglia. Nell’elenco l’imponibile è indicato in cifra tonda. In effetti il sistema di accertamento allora in uso mirava a quantificare non il reddito effettivo ma quello presunto, sulla base di alcuni parametri fissati per ciascuna categoria: il tipo di attività, il numero dei dipendenti, la clientela, la posizione del negozio e simili. L’accertamento valeva per quattro anni. Il valore nominale di una lira del 1932 corrispondeva all’incirca a un euro e mezzo di oggi. Dunque i guadagni dei lavoratori autonomi, a parte poche eccezioni, sembra fossero piuttosto bassi. Non stavano meglio i lavoratori dipendenti. La paga di un operaio comune era di

di Angelo Colantuono

Ex Piazza Plebiscito, ora piazza Di Masi

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Attualità

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di Tommaso Cibellis

I CAMPIONI DI CAPOSELE

la tribuna Montevergine. Praticamente il suo successo e quello dei suoi ragazzini non fa altro che enfatizzare ancora di più il ruolo sociale che dovrebbe svolgere a qualsiasi livello una società di calcio e cioè quello di trasmettere quelli che sono i veri valori di questo sport, il quale, nonostante molteplici difficoltà, riesce ancora ad emozionare proprio tutti. Si prospetta quindi una nuova annata che sicuramente vedrà protagonista la Caposele calcistica, con Notaro e compagni alle prese con il difficile compito di educare e avvicinare al calcio i più giovani e l’F.C. Caposele che darà l’assalto al campionato di seconda categoria. A tutte queste persone sento profondamente il dovere di dire grazie perché in qualità di giovane calciatore e di giovane consigliere comunale, hanno fatto vivere a tutta Caposele una bella emozione che difficilmente dimenticheremo, e a loro voglio ancora una volta sottolineare la mia disponibilità per continuare a fare bene perché in fin dei conti i presupposti ci sono tutti. Grazie tante e buona estate.

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divertimento. Ma come il mister ci ha insegnato, il calcio è soprattutto un’arte e in quanto tale va coltivata con la massima dedizione e con il giusto spirito di sacrificio, per questo il successo appena ottenuto va a coronare tutto quello che di buono si è costruito nei duri allenamenti sotto la pioggia invernale. Mi preme ricordare anche tutte quelle mamme e quei padri di famiglia insieme a tutta la nostra tifoseria organizzata che quasi ogni domenica hanno fatto sentire la loro presenza ed il loro affetto attorno alla squadra. Non molto diverso è il discorso che riguarda Roberto Notaro che con i Giovanissimi della Polisportiva Olimpia (guidata dagli intramontabili Donato Sista e Generoso supportati da Angelo Caruso) è risultato il primo nella storia di Caposele a vincere meritatamente il campionato provinciale. Invito tutti i lettori a chiedere del 21 giugno: lo stadio Partenio di Avellino praticamente divenuto una contrada caposelese con il folklore e l’entusiasmo che animavano

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Spesso infatti anche nei paesi limitrofi ci si interroga su quale sia l’appellativo giusto per il mondo giovanile, risorsa o problema??? Ebbene esperienze come quella vissuta dai nostri fa pendere per la prima ipotesi. La situazione giovanile odierna è molto difficile (soprattutto in Irpinia), ma pensate ai tanti ragazzi che il calcio riesce a tenere lontano dai bar e dalle devianze!!! Senza dubbio affrontare un campionato di calcio non rappresenta la panacea nell’immaginario collettivo ma sicuramente dà una grossa mano quando si parla di intrattenimento e forme di svago a livello sociale. Stare al fianco di giovani ragazzi che prima di tutto lavorano o studiano per poi ritrovarsi agli allenamenti serali per tenere alto il nome di Caposele è una cosa che riempie di orgoglio… È a livello sociale dunque che va inteso lo sforzo di un gruppo di giovani atleti dalle alte doti umane che hanno sempre visto il perseguimento della vera essenza del calcio che è il puro

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conclusione di questa stagione calcistica, l’F.C. Caposele si è laureata campione di terza categoria nel girone F. Senza dubbio si è trattata di una vittoria costruita nei minimi dettagli; i veri artefici di questo successo sono stati innanzitutto i giovani atleti che, supportati dalla saggia guida tecnica di mister Raffaele Sista, si sono resi protagonisti di una stagione da record. Non va però trascurato l’impegno costante e preciso della società sportiva di cui segue l’organigramma: Presidente Rocco Cibellis, Vicepresidente Alessandro Russomanno, Cassiere Massimo Cetrulo, Segretario Donatello Cirillo, Consiglieri Salvatore Corona e Donato Ceres. A loro va dunque il merito di avere tenuto unito un gruppo di giovani caposelesi desiderosi di mettersi in mostra nella competizione calcistica. Il successo ottenuto offre sicuramente uno spunto di riflessione sulla valenza e l’importanza che una società di calcio assume nelle piccole realtà come quella caposelese.

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Per risparmiare pochi centesimi... ...VENNERO A MORIRE A CAPOSELE

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ra il 16 settembre del 1943, tempi duri per l’Italia, ancora più duri per l’Irpinia, dolorosi per i lionesi. Bisognava fare i conti con una guerra ancora presente nelle nostre contrade. Con la miseria che obbligava bambini ed adulti a saltare spesso pranzo e cena. Con un bilancio che non quadrava mai. Con la ricerca affannata di un etto di pane da accompagnare con della verdura bollita, racimolata faticosamente nei prati. Con la carenza di denaro che si ostinava a disertare borsellini, portafogli e tasche. Ma l’arte di arrangiarsi sopperiva a questa e quest’altra necessità. Antonio Sibilia e Pasquale lorlano, dopo una serata trascorsa a “studiare” sul come risparmiare qualche centesimo, decisero che l’indomani si sarebbero recati al mulino di Caposele

per macinare una certa quantità di grano. Perché Caposele e non Lioni. Perché al mulino del paese limitrofo si risparmiava qualche spicciolo “A àcina, a àcina, si ieng’ la màcina”. Mai proverbio fu più idoneo in quel lontano tempo di guerra. E l’indomani, prima dell’alba, i due col sacco di grano sulle spalle, un pezzo di pane ben stretto in un tovagliolo, qualche soldo in tasca, si avviarono verso quella che sarebbe stata la loro ultima strada. E nell’antico mulino si poteva trascorrere qualche ora insieme agli amici, Si parlava di tante cose. Come la guerra, la carestia, la famiglia. Si consumava la magra colazione lentamente, bevendo un sorso di acqua cristallina in sostituzione del vino. Raro e prezioso per quei tempi duri. Tutto sotto gli occhi del mugnaio che partecipava alle discussioni e cer-

di Vania Palmieri cava di rendere meno pesante l’attesa con battute spiritose e consigli.Proprio su quella strada senza ritorno Antonio e Pasquale furono vittime di una mitragliata aerea che inaspettatamente falciò pensieri, speranze e vita. Antonio e Pasquale caddero insieme al loro carico e restarono con gli occhi spalancati per la sorpresa e il dolore sulla terra arrossata dal sangue dei suoi figli. E il cerchio si chiuse. Restarono come sempre i ricordi di chi ancora oggi racconta. Di chi ha vissuto i tragici momenti di una storia recente. Di chi accanto ad una lapide cerca di immaginare il volto di un padre mai conosciuto, assente nella sua vita, ma presente nell’immaginario e nel cuore. Di chi, guardando in televisione gli scenari di guerra in quasi tutto il pianeta,

continua a chiedersi il perché di tanto sangue versato in nome di un dio che si chiama denaro, potere, cattiveria, odio, ambizione. E, forse inconsciamente, tra un sospiro e l’altro, pensa ad un granello di pace. Un chicco in un paese, un altro nel cuore di un potente, un altro ancora nel sorriso di un bambino, di una donna violata, di un vecchio disilluso. Nelle mani di chi semina morte. Tanti chicchi per far tornare azzurro e limpido il cielo. Per far spuntare i fiori della serenità. Per rendere attuale l’antico proverbio “A àcina, a àcina, si ieng’ la màcina”. Per riempire il sacco della PACE. Sacco che potrà aprirsi e riempire il pianeta di amore e solidarietà. Antonio e Pasquale, come tantissimi altri, sconosciuti piccoli eroi, racconteranno all’infinito il loro struggente sacrificio.

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Dall’Archivio Storico de “La Sorgente”

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installate al piede della vasca di calma, consente lo scarico totale attraverso un secondo ramo del canale di scarico: i due rami confluiscono in un’unica galleria che restituisce al fiume Sele le acque scaricate. L’opra di misura, nella quale sfocia la prima galleria, è costituita da uno stramazzo Bazin preceduto da una lunga vasca di calma: un idrometrografo registra le portate che oscillano tra 3.500 e 5.000 litri al secondo, con un minimo che si verifica generalmente in gennaio ed un massimo in giugno. Dall’edificio di misura, dopo l’attraversamento sul ponte canale del torrente Tredogge, prende inizio la galleria dell’Appennino. E’ opportuno dare qualche accenno al delicato ed ancora attuale problema della frana di Caposele, vasto movimento in atto che interessa purtroppo anche la zona delle Sorgenti. La formazione impermeabile che fascia al piede il Paflagone e sulla quale si manifestano le sorgenti, è costituita essenzialmente da materiale flyscioide, caotico impasto di argille alluvionali depositate nelle ere geologiche e di materiali detritici rotolati giù dalle vette più alte; questa formazione quindi tende per sua natura a slittare sul pendio roccioso del monte sul quale si depositò restando in un equilibrio certamente non

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acque che la natura aveva destinate al Tirreno. Con l’allacciamento delle sorgenti del Calore, la portata convogliata verso le Puglie si arricchisce di oltre 2.000 litri/sec.Altri studi si vanno conducendo per la captazione delle acque del destra Sele. Le sorgenti di Caposele sono state classificate come sorgenti di trabocco: le acque meteoriche provenienti da un bacino idrogeologico di oltre 10.000 ettari, infiltrandosi attraverso i mille canalicoli del calcare fessurato costituente il massiccio stesso cintato al piede da una fascia di argilla impermeabile,traboccano poi, per troppo pieno, sulla linea di contatto tra il calacare mesozoico e l’argilla del terziario, manifestandosi come polle sorgive tutte racchiuse nel breve bacino della Sanità. Per una provvidenziale disposizione le sorgenti risultavano già naturalmente allacciate e sbarrate in un ristretto bacino di raccolta dal quale traboccavano per una breve soglia, incanalandosi nell’alveo del fiume Sele. Per la captazione di queste sorgenti fu costruito un canale collettore a cui fanno capo una dozzina di cunicoli drenanti che si attestano nella roccia della scaturigine, mentre lo sbarramento naturale veniva rinsaldato e completato con la costruzione di una diga in muratura che raggiunge una profondità di circa 10 metri sotto il piano di copertura del bacino di raccolta. Il canale collettore convoglia le acque in una vasca di calma e di carico dalla quale si inizia il canale principale con una prima galleria che ha una lunghezza di 350 metri e sfocia nell’edificio di misura; una paratoia cilindrica consente di mettere all’asciutto la vasca di carico, mentre le acque vengono scaricate attraverso un sifone Gregotti ed imboccano uno dei due rami del canale di scarico; una coppia di paratie piane,

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PER UNA VISITA ALLE SORGENTI DEL SELE

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Temperature 9,8° Acido nitrico/litro 0,00022 Caratteri organolettici buoni Acido nitroso zero Reazione neutra Sostanze organiche in Oss. 0,00008 Durezza totale 14 Calce (per litro) piccola quantità Magnesio tracce Ammoniaca zero Cloro 0,0022 Acido solforico/litro piccola quantità

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NOTIZIE UTILI

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Caposele è un caratteristico paesello di montagna, popolato da circa 3700 abitanti, già noto nei secoli scorsi per le limpide e copiose sorgenti della Sanità dalle quali prendeva origine il fiume Sele; oggi il Paese è meta di turisti e tecnici desiderosi di conoscere i luoghi e le opere da cui inizia uno dei maggiori acquedotti del mondo. Il bellissimo campanile della chiesa della Sanità, innalzato da ignoto architetto, in purissime linee romaniche sembra, dall’alto di Materdomini, far da sentinella alle sorgenti ed insieme da stendardo. L’Acquedotto Pugliese, alimentato dalle limpide e fresche sorgenti di Caposele, si sviluppa su di un’arteria principale lunga 244 Km; il canale principale per oltre 100 Km corre nelle visceri degli Appennini arditamente traforati da un versante all’altro dell’Italia e supera, impavido, fiumi torrenti e valli, ora galoppando sulle ampie e snelle arcate di cento ponti canale. Da quest’arteria principale, come dal tronco di un grande albero, partono centinaia di rami che recano la linfa vitale a quattro milioni di abitanti diffusi in 7 città e quattrocento paesi; 4.000 Km di condotte distese nelle Puglie, nella Lucania, nella Campania e con propaggini fino agli Abruzzi, costituiscono la rete di distribuzione del colossale acquedotto; tre importanti centrali idroelettriche sfruttando altrettanti grandi salti motore lungo il canale e le diramazioni, 50 impianti di sollevamento conferiscono all’acqua l’energia per raggiungere gli abitati piu’ alti; 250 serbatoi assovono il compito di compenso e di riserva per i centri serviti; 2000 Km di linee telefoniche collegano tra loro e con la sede centrale di Bari i reparti, gli altri uffici periferici, gli impianti, i serbatoi, gli scarichi, le camere di discesa e le ottanta cantoniere distribuite lungo il canale e le diramazioni principali; oltre cento strade di servizio consentono di raggiungere rapidamente anche gli impianti dislocati nei posti più impervi e le cantoniere isolate nel fondo di valli lontane.A Santa Maria di Leuca, sull’estremo lembo del Salento, al termine del grande acquedotto, una cascata sversa nello Ionio le ultime di quelle

Batteriologicamente l’acqua del Sele è pura e lo dimostrano le seguenti caratteristiche:

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Pubblichiamo una ricerca condotta alcuni anni fa, dalla redazione dalla Sorgente per fare chiarezza sulla storia dell’acquedotto più grande del mondo e per rendere più agevole la visita alle Sorgenti del Sele. Alcuni dei dati riportati non sono del tutto aggiornati, atteso il notevole tempo trascorso dalla relativa ricerca, ma abbiamo preferito riportare l’indagine in originale e senza correzioni.

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stabile: la rottura di questo equilibrio con lo slittamento del masso caotico tamponante il calcare della scaturigine, determinerebbe l’abbassamento della quota di sgorgo delle sorgenti con le catastrofiche conseguenze facilmente immaginabili. La instabilità del masso di terra a valle delle sorgenti era aggravata da una perdita della vecchia diga di sbarramento che, impregnando d’acqua il masso stesso, ne favoriva lo slittamento con la lubrificazione delle superfici di scorrimento. E’ stato eseguito un complesso di opere per il completo risanamento di questa situazione: consolidamento della vecchia diga con iniezioni di cemento, costruzione di una nuova diga più estesa e più profonda a valle della prima, impermeabilizzazione con iniezioni di cemento e bentonite del masso di terreno tra i due diaframmi.


SPAZIO AUTOGESTITO DA "L'ARCOBALENO"

Il Vero

Cambiamento

Caposele vive momenti di difficoltà ma anche di scelte e decisioni importanti. Ci auguriamo che queste difficoltà vengano risolte insieme e che allo stesso tempo queste scelte e decisioni non vengano prese nel chiuso di una stanza da pochi eletti. Solo cosi il Dr. Farina, dopo la battaglia elettorale, sarà il sindaco di tutti e convincerà anche chi non lo ha votato.

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fedeltà assoluta che invece favorisce solo l’immobilismo politico. L’elettore ha bisogno, invece, di una politica attiva, partecipe e propositiva. Gli stessi principi generali valgono nel nostro piccolo comune dove da poco si è insediato il nuovo Sindaco Dr. Pasquale Farina. A lui rivolgiamo gli auguri di una buona amministrazione fondata sulla legalità e la partecipazione attiva e diretta alla cosa pubblica .

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responsabilità di guida che le compete e persegue fini di giustizia e progresso. Cittadini ed istituzioni, riscoprendo il loro vero ruolo, costruiranno insieme un futuro migliore. La buona politica ritroverà la fiducia della gente e con essa ritornerà la voglia di esprimere le proprie preferenze, in base ai programmi e alla loro attuazione e non in base ad un criterio di appartenenza intesa come

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utti promettono il cambiamento e trovano facilmente credito perché, in fondo, il cambiamento lo vogliamo tutti. Ma esso non si realizza per il semplice fatto di prometterlo o di desiderarlo. Il vero cambiamento comincia dentro di noi quando prendiamo coscienza dei nostri diritti e dei nostri doveri e, superando il nostro egoismo, riconosciamo alla stessa stregua entrambi. Allo stesso modo, il vero cambiamento, si verifica in politica quando essa prende coscienza della grande

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di Rodolfo Cozzarelli

RICHIESTA DEL RISTORO ECONOMICO PER LA RISORSA ACQUA nocivi di cui è causa e sul sovrasfruttamento selvaggio delle sue risorse . Oggi, come non mai, ci rendiamo conto che abbiamo squilibrato il sistema “Terra” e che siamo molto vicini al punto di non ritorno, sorpassato il quale avremo sconvolgimenti ambientali che renderanno l’ esistenza della vita umana più difficile se non addirittura impossibile. Tale quadro, oltre a sovvertire la gerarchia di alcune certezze, ha di fatto determinato la nascita dell’ “ambientalismo” non solo come scienza ma anche come coscienza di un problema che tanto incide sulla esistenza e la qualità di vita dell’uomo. E così sono nate nuove esigenze , nuove aspettative materiali e non che l’uomo tende a soddisfare. Oggi l’acqua , non più considerata una risorsa scontata , né tanto meno inesauribile , viene coniugata con l’interesse generale di salvaguardia , di conservazione a beneficio di tutti e di preservazione ai fini di tutela ambientale. In altre parole la sensibilità ambientale è parte integrante della forma mentis dell’uomo del duemila ; si è consapevoli di dover perseguire uno sviluppo sostenibile che regoli i principi per un equo contemperarsi degli interessi economici degli utilizzatori con gli interessi della tutela del bene. Per ogni opera di un certo interesse bisogna quindi effettuare uno studio di impatto ambientale e non si concepisce più lo sfruttamento di una risorsa a solo danno delle popolazioni locali. C’è coscienza che bisogna evidentemente trovare un equilibrio che in passato è sempre stato negato : da una parte i costi ambientali , dall’altra i benefici.

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Tutto questo è entrato a far parte non solo della nostra cultura individuale , ma anche della cultura giuridica e legislativa. Frutto di questa nuova mentalità è la direttiva europea , la n. 60 del 2000 , che poi è la direttiva quadro sui temi dell’acqua. In essa, nella legge Galli e nella legge quadro è stato tramutato , a livello legislativo , il recepimento della nuova sensibilità sul bene acqua. La stessa Convenzione delle Alpi e il Manifesto della Regione europea del Tirolo riconoscono con tale documento il valore paesaggistico –naturalistico e immateriale del bene acqua. In altre parole , si riconosce che , in casi di grossi prelievi d’acqua , il territorio interessato subisce forti danni ambientali per un diverso impatto visivo , per mutamenti faunistici , variazioni idrogeologiche e per variazioni di clima .Viene affermato , come in effetti è , che lo scenario di un paesaggio è anche una risorsa naturale che può essere vista come fonte di ricreazione , di orientamento , d’ispirazione artistica , benessere umano in generale. Finalmente - possiamo dire - che è nata una cultura che riconosce l’acqua non solo come valore economico , ma qualcosa di più ; essa è anche un bene immateriale. Quanto scritto finora , per noi Caposelesi, non costituisce novità in assoluto . Dall’inizio del novecento , dopo la deviazione sotterranea verso la Puglia delle acque delle sorgenti Sanità, portiamo non in forma scritta ma intriso nel nostro cuore e nella nostra mente il senso di torto subito a cui nessuno ha voluto mai dare ascolto. Nella pecularietà del nostro caso possiamo aggiungere anche altre limitazioni e danni arrecati al nostro territorio:

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o affrontato varie volte questo tema anche in campagna elettorale , ma temo di non aver toccato o saputo individuare la corda giusta per trovare il coinvolgimento e l’interesse dei Caposelesi: allora parliamone ancora una volta. Il quadro normativo in materia di risorse idriche , in questi ultimi dieci anni , è stato un working in progress sia per l’entrata in vigore di provvedimenti estremamente innovativi in materia sia per la costante esigenza di recepimento dei principi dettati dalle direttive europee. Questa piccola rivoluzione culturale ha cambiato profondamente il concetto insito nella natura del bene acqua , sicchè come per ogni cambiamento radicale, bisogna parlarne spesso per scrostare vecchie convinzioni e certezze acquisite negli anni. Nel tempo in cui l’azione antropica dell’uomo sulla natura non era inquinante , l’acqua era vista come un bene di pubblico interesse teso a soddisfare solo l’ esigenza fisica della sete e nel caso delle nostre acque , a dissetare il popolo della Puglia. Così , per il soddisfo di tale esigenza primaria non sono stati mai considerati quegli ulteriori aspetti che negli ultimi anni sono venuti prepotentemente alla cronaca e sono stati di portata tale da modificare anche la coscienza degli uomini di fronte a queste nuove sensibilità di approccio alla tematica. L’uomo dei nostri giorni ha un’alta sensibilità nei riguardi di una natura sempre più violentata , che da Madre si sta trasformando in Matrigna; ha preso cognizione , anche grazie alle conquiste scientifiche, che per le questioni ambientali bisogna ragionare in termini globali sugli effetti

di Gerardo Monteverde annullamento di produzione energetica che azionava più di trenta opifici (mulini , gualchiere , trappeti etc) ; mancanza della risorsa per lo sviluppo di un’ agricoltura intensiva ed irrigua ; limitazioni e vincoli geologici-urbanistici che hanno imbalsamato lo sviluppo edilizio ed industriale di Caposele ; mancato sviluppo turistico intorno al magnifico spettacolo delle acque sgorganti dalle fessure nella roccia calcarea del monte Paflagone. Tutti questi danni socio-economici non sono mai stati presi in considerazione dalla regione Puglia e dai Pugliesi che per una forma di egoismo , una volta risolto il loro problema , hanno dimenticato non solo i Caposelesi ma anche il territorio del prelievo , il tanto benessere fisico che quest’ultimo ha loro portato e lo sviluppo economico che ad essi è stato consentito. A testimonianza di ciò basta ricordare la lunga azione giudiziaria portata avanti negli anni settanta per vedere riconosciute le clausole inserite nell’accordo per l’ ulteriore prelievo del 1939 e il carcere costato ad alcuni Caposelesi per difendere gli interessi del paese ; il fatto che l’ E.A.A.P. in contrasto con quanto pattuito , si incanalò le acque senza prima versare al Comune la somma di L. 1.500.000 e che dopo trenta anni , non voleva riconoscere la rivalutazione della cifra pattuita con i relativi interessi. Come dimenticare il fatto che dopo il terremoto del 23/11/1980 , mentre altre Regioni e numerosi privati portarono aiuto al nostro paese distrutto con materiali e personale qualificato , l’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese si distinse nella triste calamità che colpì Caposele per la fornitura di un camion di farina ?.

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Speciale elezioni

SPAZIO AUTOGESTITO DA "L'ARCOBALENO"

PARTITO DEMOCRATICO sez. CAPOSELE POPOLO DELLE LIBERTA’

COMPONENTI EX FORUM CIVICO CAPOSELE

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Sig. Sindaco, questa non vuole essere una critica all’operato di un’amministrazione che di fatto non si è ancora avviata, ma dai pochi atti amministrativi prodotti di certo si può dire che nessun elemento di novità sta caratterizzando la tua gestione. Voglio solo ricordare, la delibera n° 1 di G. C. del 29/04/08 (individuazione responsabili) con la quale la responsabilità gestionale è stata trasferita in toto agli assessori, in netta contrapposizione con quanto sostenuto nel programma della lista del ‘cuore’ (la valorizzazione e l’efficacia della macchina amministrativa), attraverso “…ottimizzazioni delle attuali funzioni e responsabilità all’interno dei vari uffici. La tua delibera n°1 di fatto, declassa dalle responsabilità i dipendenti, parificandoli, appiattendoli e demotivandoli completamente dalle proprie funzioni. Eppure questo tema è stato ampiamente discusso ed affrontato nella fase di preparazione delle liste elettorali da tutte le forze politiche, che si sono dichiarate favorevoli a tenere separata la politica dalla gestione, fino ad ufficializzare tale posizione con un “manifesto di intenti”. Ti ricordo che il nostro comune è stato considerato con una Delibera Regionale

zona a rilevanza turistica (al di là dei numeri che costituiscono i suoi dati demografici) e una comunità che deve proporsi di progettare in modo nuovo il proprio futuro non può permettersi di fare passi indietro. Ancora più grave è la decisione di non inviare più le delibere ai capigruppo consiliari, costringendo di fatto quello di minoranza ad elemosinare i vari atti amministrativi per poter compiutamente svolgere il suo indispensabile ruolo istituzionale. Su questo non c’è nessuna norma che regga ! Il principio della trasparenza che ha qualificato la proposta programmatica della lista del ‘cuore’ è stato sintetizzato nella frase:”per noi non ci potrà mai essere la tanto richiamata partecipazione dei cittadini se non si sottopongono tutte le scelte e gli atti a trasparenza amministrativa”. Invece, con la tua disposizione del 26 maggio scorso, non solo stai dimostrando che quei pochi impegni che ha assunto con i cittadini erano le solite promesse elettorali ma, con un vero e proprio sopruso politico, hai addirittura oscurato il sito web del comune di Caposele, l’unico strumento rimasto a garantire la trasparenza e la partecipazione. Probabilmente tu, quando la politica lavorava per migliorare la

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partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa con strumenti come il regolamento per l’accesso agli atti, eri interessato a ben altre cose. Il Regolamento n. 13 del 3/5/07 è stato approvato con votazione unanime e con apprezzamenti da parte della minoranza, che ha proposto ed ottenuto di ampliare la trasparenza con la pubblicazione sul sito web del comune (oltre che delle delibere) anche delle determine e/o degli altri atti a rilevanza generale ed esterna. I cittadini debbono ritenere che quando assieme al candidato Monteverde hai richiesto al commissario (che vi ha provveduto) di dare attuazione alla delibera di c.c. n°13/2007 li prendevi in giro se adesso, invece, non vuoi far conoscere il tuo operato. Adesso tiri dal cilindro la scusa della deliberazione del garante dell’aprile del 2007 senza renderti conto che questa è precedente al regolamento che hai sospeso, alla tua richiesta al commissario (settembre 2007) sottoscritta con Monteverde e all’attuazione commissariale del regolamento da te oscurato. Con la tua disposizione sindacale vuoi far credere che il commissario prefettizio abbia commesso un clamoroso abuso, il che è veramente difficile da sostenere. La faziosa interpretazione della delibera del garante per la protezione

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CITTADINANZATTIVA sez. CAPOSELE

Neanche i consiglieri regionali del nostro territorio, ancora una volta e per l’ennesima occasione, hanno saputo o voluto difendere i nostri interessi, pur in presenza della normativa sopravvenuta con le direttive europee. Se dovesse continuare questo atteggiamento passivo credo che bisogna iniziare ad organizzarci per lottare e perseguire, se necessario, le vie giudiziarie. Il mio invito è rivolto a tutti voi. Prendiamo coscienza del problema e attiviamoci per la sua soluzione . Il problema è di tutti ; i benefici che ne deriveranno riguarderanno non solo tutti noi ma anche le future generazioni. Al momento è in corso solo la definizione dell’Accordo di Programma sulla gestione delle risorse idriche tra la Regione Campania, Puglia ed i Ministerri competenti. Stiamo molto attenti alle nuove proposte di convenzione che l’AQP ci sottoporrà in questi giorni e alle rinunce e agli obblighi che il Comune è invitato a sottoscrivere. Gerardo Monteverde

Lettera al Sindaco del Comune di Caposele

CONSIGLIERI COMUNALI

dovremo far valere i nostri diritti anche presso questo Ente. Poco importa che Esso deve ancora regolarizzare i prelievi che effettua in Molise e nel Lazio, che lo faccia e rispetti le leggi vigenti. In verità quanto si tratta dei suoi introiti la Regione si attiva con diligenza . Nel caso delle acque sorgive per l’imbottigliamento , ad esempio , la finanziaria regionale anno 2008 art. 58 impone ai titolari esercenti la concessione per l’imbottigliamento di acque minerali e di sorgente il pagamento di euro 0.05 per ogni metro cubo di acqua minerale e di sorgente imbottigliata in vetro e il pagamento di euro 0.02 per ogni metro cubo di acqua minerale e di sorgente non imbottigliata in vetro. Inoltre gli stessi esercenti dovranno contribuire agli oneri diretti e indiretti sostenuti dai Comuni in conseguenza delle opere e attività di estrazione, adduzione, imbottigliamento e trasporto delle acque minerali emunte nel loro territorio. Alla luce di tutto ciò è ancora maggiore il torto che la Regione Campania fa al nostro paese: due pesi, due misure.

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,ora sanciti anche a livello legislativo, e pretendere tanto per le opere ambientali per la salvaguardia delle sorgenti quanto per la risorsa acqua o per le mancate opportunità il dovuto ristoro economico da parte dell’ AQP e dalla Regione Puglia. Le somme introitate dal Comune , non basteranno certo a ricompensare le nostre genti dei tanti limiti e privazioni summenzionati ma potranno, comunque , dare l’opportunità di progettare , sostenere e realizzare uno sviluppo ecocompatibile del proprio territorio. Tutti insieme dobbiamo essere consapevoli che nessuno ci ha mai regalato niente e nessuno lo farà in futuro, tutti insieme dobbiamo intraprendere una lotta politica e di opinione per pretendere quello che aspettiamo da troppo tempo .Purtroppo con rammarico, registriamo che la Regione Campania al posto di stare al nostro fianco , di stare a fianco del più debole, a fianco di chi vede negarsi dei diritti, per ragioni di “bottega” continua ad ignorare la problematica. Vuol dire che , una volta presa coscienza,

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E che dire della furbizia dell’Ente quando , nel voler tacitare con l’eventuale costruzione di una centrale idroelettrica (cosa proposta in passato e ancora oggi) , ritorna a tentare la nostra buona fede con l’offerta di pagare l’energia elettrica per gli usi pubblici del nostro Comune? Chiaramente le spese della costruzione deve essere sostenuta dallo Stato e la gestione con i relativi guadagni devono essere appannaggio dell’Ente Acquedotto Pugliese. Dov’è il trucco ?. Quanto si vuole concedere al Comune di Caposele è già garantito e previsto dall’art. n. 52 R.D. n. 1775 del lontano 11/12/1933 che cosi recita “Quantità di energia a uso esclusivo dei servizi pubblici pari ad un massimo del 10% di quella ricavata dalla portata minima consegnata alla centrale. Ulteriore beneficio….omissis ” Ente e popolo di Puglia coniugano ed hanno sempre coniugato la solidarietà a senso univoco , a favore dei loro interessi naturalmente .E questo non può essere più tollerato .Questo deve terminare !.E ora di finirla con i palliativi e gli specchietti per le allodole!. I Caposelesi , dal canto loro , devono prendere coscienza dei loro diritti naturali

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dei dati personali che hai dato con la tua arbitraria disposizione è del tutto errata, altrimenti non si spiegherebbe come mai sui vari siti web di altri comuni e su quello della nostra provincia (www.provincia.avellino.it) vengono regolarmente pubblicati tutti gli atti ed addirittura gli elenchi degli abusi edilizi, con l’indicazione del tipo di abuso e dei nomi degli autori. I cittadini sono autorizzati a pensare che con l’oscuramento del sito web del comune di Caposele hai voluto manifestare arroganza nei confronti di tutto il consiglio comunale per tenere nascosti gli atti che assumi, che, invece per loro natura, debbono essere resi pubblici per essere validi. Oppure dovranno ritenere che tu, con grave leggerezza, non ti sia nemmeno accorto di quello che hai fatto ed abbia agito in modo semplicistico ed ‘ispirato’, senza nemmeno renderti conto della enormità, soprattutto politica, della gravissima azione commessa. In nome di quanti hanno contribuito alla realizzazione, approvazione e attuazione della delibera n°13 e soprattutto in nome della trasparenza e della partecipazione, ti chiedo, pertanto, di voler immediatamente ripristinare le pubblicazioni sul sito web, come voluto da tutte le forze politiche e sociali di Caposele. Caposele, 16 giugno 2008 Donato Merola


Cultura

La nuova frontiera si chiama CULTURA

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Attraverso la creazione di veri e propri pacchetti turistici da far circolare in rete grazie ad internet sarà possibile vedere nelle nostre strade turisti consapevoli di aver scelto una vacanza rilassante in un contesto ambientale sano ed incontaminato. Ma l’Associazione non può perdere di vista quella che è la sua ragion d’essere

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e che rappresenta la vera molla che ci ha fatto partire. Avvicinare i giovani, i nostri ragazzi, alla lettura, farli riavvicinare al senso profondo delle parole, consentire loro di crescere attraverso la riscoperta di un mezzo di comunicazione universale. In questo senso abbiamo pensato, qualora la collaborazione con gli Enti istituzionali della nostra provincia riesca a concretizzarsi, a veri e propri corsi di scrittura creativa di primissimo livello con la possibilità di finalizzare il lavoro dei ragazzi in modo concreto e tangibile. Poc’anzi abbiamo fatto cenno alla prospettiva di legare personaggi della cultura e dello spettacolo alle nostre realtà locali per dare continuità e gambe solide al nostro desiderio di progettare il futuro. Ebbene, a legittimarci in questa nostra aspirazione e a confortarci nel convincimento di aver fatto la scelta giusta giunge la notizia che nella prima metà del prossimo mese di ottobre Dacia Maraini sarà nuovamente a Caposele per presentare il suo ultimo libro “Il Treno dell’Ultima Notte”. Inutile sottolineare la nostra emozione e la nostra soddisfazione.

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Dopo Dacia Maraini è stata la volta di Paola Gassman, lo scorso 30 di aprile, e l’emozione è stata forte allo stesso modo perchè eravamo consapevoli di entrare in un mondo, quello del teatro, affascinante e misterioso al tempo stesso ma pur sempre riconoscibile per il suo essere riservato a pochi. Pur sapendolo, non ce ne siamo preoccupati anche perchè un’Associazione culturale seria non può porsi alcun limite e deve andare a scandagliare anche laddove sarebbe rischioso spingersi. L’abbiamo fatto, siamo andati avanti e non possiamo che esserne soddisfatti. Abbiamo scoperto un personaggio, Paola Gassman appunto, che al di fuori del solito cliché che la vuole altera e diffidente per il solo fatto di essere attrice di teatro nonchè figlia del mattatore il grande Vittorio Gassman, si è dimostrata persona generosa,disponibile e sensibile, conquistando tutti nessuno escluso. Questo a conferma di quanto bugiardi possano essere i luoghi comuni. Con il passare dei mesi ci stiamo sempre più convincendo che tutto è possibile e che anche personaggi di questo calibro possono trovare molto stimolante una permanenza ancorché breve nelle nostre zone arrivando al punto di condividerne le abitudini finanche le speranze. In quest’ottica, riteniamo fondamentale il coinvolgimento della gente. Per questo, la nostra Associazione ha voluto aprirsi all’esterno seguendo una duplice direttrice. Favorire le adesioni individuali e coinvolgere sponsor privati che siano capaci e disponibili a cogliere l’originalità della proposta. Le adesioni sono già arrivate e al gruppo storico si sono unite molte persone motivate e partecipi. Nel prossimo mese di agosto è prevista un’Assemblea dei potenziali soci per dare un assetto organizzativo definitivo all’Associazione. Per quanto riguarda invece, le sponsorizzazioni siamo fortemente impegnati nello spiegare ai titolari di imprese turistiche e di attività produttive in genere l’importanza di questo tipo di investimento con la possibilità, attraverso la collaborazione con Enti istituzionali e Associazioni, di produrre ricchezza e migliorare la qualità della vita.

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e c’è un motivo, tra i tanti, per il quale è utile e importante investire in cultura esso è sicuramente legato al concetto di sviluppo, di crescita, di ricchezza. Il riferimento non è solo alla crescita formativa e alla maturazione delle coscienze individuale e collettiva ma anche allo sviluppo e alla produzione di ricchezza in senso stretto. Fino a qualche anno fa pochi credevano che la cultura potesse diventare un fenomeno di massa senza perdere il suo carattere elitario e ancor meno erano quelli disposti a credere che i due aspetti, apparentemente antitetici, potessero tranquillamente coesistere. La smentita, clamorosa, è arrivata puntuale e inesorabile. Molte realtà, anche piccole, hanno capito che per rilanciarsi non sarebbe stato sufficiente una mera operazione di lifting senza una sostanziale riscoperta della propria storia e della propria identità. Ciascuna comunità, tra quelle che ci hanno provato seriamente, ha avuto il coraggio di mettersi davanti allo specchio e domandarsi – Chi siamo e dove andiamo. Ma non solo. Ha fatto mente locale e dopo aver individuato la propria vocazione ha pensato di investire su di essa ingenti risorse con risultati più che soddisfacenti. E’ così che si programma e si scommette sul proprio futuro. Quando abbiamo immaginato la nostra Associazione, “Sorgenti di Sapere”, abbiamo provato a ragionare in questi termini. Nel nostro piccolo abbiamo deciso di provarci. Abbiamo chiesto aiuto alla nostra risorsa più forte e autentica, i ragazzi, ricevendone un sostegno convinto ed immediato. Grazie a loro Dacia Maraini ha potuto conoscere un piccolo pezzo di mondo per lei completamente nuovo e Caposele ha potuto confrontarsi con una delle figure più prestigiose del panorama culturale internazionale. Da quell’incontro tutti noi abbiamo deciso di partire per un viaggio avventuroso ma ricco di prospettive. Abbiamo immaginato che una presenza del genere potesse essere la prima di una lunga serie e che proprio queste presenze potessero fungere da volano per un progetto ben più ampio e articolato. Cioè legarle al nostro territorio, renderle partecipi della nostra storia, della nostra identità e con il loro aiuto pensare a una vera e propria rinascita.

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di Antonio Ruglio

Paola Gassman

Il merito va a chi ha creduto fin dall’inizio alla possibile realizzazione di un sogno. In qualità di portavoce dell’Associazione “Sorgenti di Sapere” rivolgo a tutti i cittadini di Caposele l’invito a condividerlo insieme a noi e a lavorare, impegnarsi, ciascuno a seconda delle proprie possibilità, perché possa mettere radici solide e perché la cultura possa rappresentare, anche per noi fonte di ricchezza e strumento di riscatto sociale.

Il gruppo dei fondatori dell'Associazione "Sorgente di Sapere" con Paola Gassman

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CHIESA MADRE :

DALLE MACERIE..ALLA RICOSTRUZIONE

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Il nuovo crofifisso in una fase del montaggio

La facciata

La copertura della nuova Chiesa Madre

ELEZIONI COMUNALI 2008

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23.11.80 ilteremoto distrugge, quasi completamente, la Chiesa Madre

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SABATO 9 AGOSTO INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CHIESA

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risultati sezione per sezione

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ELEZIONI COMUNALI 2008

GRUPPO di Maggioranza:

GRUPPO di Minoranza: Capogruppo: Gerardo Monteverde Consiglieri: Ettore Spatola; Pietro Cetrulo; Vincenzo Zanca; Lorenzo Melillo

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Consiglieri: Salvatore Russomanno; Raffaella Gonnella; Donatello Cirillo; Tommaso Cibellis; Gerardo Freda

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Sindaco: Pasquale Farina Vice Sindaco: Alfonsina Rosania Capogruppo Maggioranza /Ass.re al Patrimonio/ Cultura, Istruzione : Salvatore Conforti Ass.re Urbanistica, Lavori Pubblici:Vito Malanga Ass.re Bilancio: Angelo Ceres Ass.re Personale: AlfonsoPallante Ass.re Politiche sociali: Giannino Ciccone

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LA LISTA "CAPOSELE NELCUORE" STRAVINCE SULLA COMPAGINE DENOMINATA "NUOVI ORIZZONTI, L'ARCOBALENO". IL DR.PASQUALE FARINA GUIDA UNA NUOVA SQUADRA COMPATTA E MOTIVATA CHE AVRA' PER I PROSSIMI 5 ANNI UN COMPITO GRAVOSO MA STIMOLANTE E CHE AFFRONTERA', NEL MIGLIORE DEI MODI, TUTTE LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA VITA DI CAPOSELE.

Alcune immagini di grANDE entusiasmo per la presentazione dellA listA

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Avete parlato di amministrazione di discontinuità, ma qualche elemento di continuità lo avete in giunta…

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Io credo che sia giunto il tempo che l'A.Q.P, a fronte di un sacrificio della popolazione sul fronte del risparmio idrico, che resta comunque una battaglia di civiltà, deve garantire rendite aggiuntive e la realizzazione della Centrale Idroelettrica (il chè da sola ci assicurerebbe già un risparmio di 150.000 Euro). A parte, poi, tutta una serie di sostegni allo sviluppo su cui l'A.Q.P. non può nicchiare (risanamento idrogeologico, forestazione, turismo ecc.) Avviata la risoluzione del problema delle entrate, è il capitoloo dello sviluppo quello su cui vogliamo concentrarci. Qui chiediamo coerenza a Comunità Montana, Provincia, Regione ed anche allo Stato, se necessario, affinchè nessuno si sottragga agli impegni in un Comune che, ripeto, ha una sua peculiarità. Caposele è un comune turistico, equiparato ad un centro di con popola-

E’ un programma ambizioso signor Sindaco

Lo è, come dissi in campagna elettorale,io non mi sono candidato per governare l’ordinario, per questo baste un buon ragioniere, io mi sono candidato per rilanciare Caposele , a prescindere dagli schieramenti. Ci riuscirò? Non lo so. Ce la metteremo tutta, a partire dal Piano Urbanistico Comunale che sia di sviluppo e nel quale si riconoscano tutti. E’ su queste basi che vogliamo lavorare in concordia ed uniti. Buon lavoro, allora, signor Sindaco Grazie e arrivederci a presto.

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Intanto la discontinuità riguarda i programmi, i comportamenti e gli atteggiamentie nei prossimi mesi avremo modo di dimostrarli. Per quanto concerne l’assessore Malanga egli ha ben chiarito durante la campagna elettorale la sua posizione e non ha bisogno di difensori di ufficio. Vito Malanga per la sua esperienza è chiamato a gestire il programma di “Caposala nel cuore” e non “la coda” dell’Amministrazione da cui proveniva. D’altronde, quell’Amministrazione si è spenta con la morte del dott. Melillo e di questo era convinto lo stesso candidato a Sindaco avversario.Nelle amministrazioni si va avanti, d’altra parte, non per procura, ma per fiducia reciproca.

In che senso?

zione pari a 40.000 abitanti; è comune sede delle sorgenti più importanti del bacino Mediterraneo, è sede di Santuario non di secondo piano nel Mezzogiorno, è sede di Liceo Scientifico socio pedagogico, e mi fermo qui. Su tutto questo noi chiediamo coerenza: non si possono inventare itinerari e programmi che lambiscono anche i deserti e far finta che qui non ci sia nulla. Su tutto questo e su altro ancora io intendo in autunno sollecitare ed invitare le varie Istituzioni di riferimento, nella speranza che ciascuno assuma impegni e responsabilità. Tutti ciò lo vogliamo fare coinvolgendo le forze politiche locali, tutte, e le minoranze stesse in modo che ciascuno faccia la sua parte.

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Tutte le amministrazioni hanno le loro spine e riguardano le eredità, talvolta, pesanti che sono costrette a gestire. Noi abbiamo, finora, evitato di chiedere i conti a chicchessia, ritenendo che un’amministrazione di discontinuità deve guardare avanti, se non vuole muoversi come un gambero. Ciò non toglie che se storture ci sono, esse vanno rimosse, non nell’interesse di un singolo, ma della collettivitào di pezzi di questa,Noi non siamo un’accolita di grandi elettori che vogliono “ far pesare” pacchetti di voti elettorali. Noi siamo persone alle quali i Caposelesi hanno espresso fiducia e questo vale tanto.

ciò non basterà, però, in considerazione del fatto che pefr quanto piccolo possa essere Caposele, la sua tipicità “turistica” non consente contenimenti di spesa scriteriati. E’ perciò, necessario, immaginare l’incremento di entrate sia sul fronte dell’evasione e dell’elusione fiscale, sia attivando entrate aggiuntive in tutti i settori che posono garantire politiche dii questo genere.U esempio, per tutti, la revisione delle convenzioni con l’Acquedotto Pugliese.

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Si dice che la sua Amministrazione come le rose, ha le sue spine…

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Veniamo alle linee programmatiche

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Il Comune di Caposele, e questo non è una novità, versa in condizioni economiche ai limiti del deficit strutturale e questo impone u ripensamento generale della spesa corrente. Gli annunci di Tremonti, poi, sui tagli alle spese degli Enti Localitendono ad allarmarci ulteriormente, perché costringono i comuni ad inasprire la fiscalità locale. Operazione alla quale non intendiamo pervenire, se non dopo aver contenuto al massimo le uscit, razionalizzandole al massimo e chiedendo sacrifici al personale.Tutto

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Il Sindaco Farina contornato da amministratori e simpatizzanti; al centro Donato Mazzariello

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INTERVISTA AL SINDACO DI CAPOSELE


LE ELEZIONI

DAL MIO PUNTO DI VISTA

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Il Menù della festa del “CUORE”

PRIMI

Rigatoni all’Amatriciana Lasagne Penne all’arrabbiata Riccioli alla Testa Pasta e fagioli con le cotiche Patan’ sfruculat’ Spaghetti aglio e olio

SECONDI

Trippa al sugo Salsicce arrostite Peperoni fritti Funghetti in umido Frittata con asparagi Frittata con cipolle Frittata con patate Frittata con peperoni Frittata con carote Frittata con salsicce Frittata con vetalve

SFIZI

Pizze di ricotta rustiche Bruschette Babà rustico Pizze con alici Pizze col pomodoro Prosciutto Mortadella Sopressata Capicollo Pancetta Pecorino fresco Torta del CUORE 40 Kg Torta di Raffaele Taralli Freselline Pasta frolla Sciù Torta babà Crostata con ricotta e pere Sangue dolce Marmellata Torte varie

DOLCI

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Anche i candidati, di loro, non hanno brillato in fantasia, salvo il mio amico di Materdomini che sfiorava il cielo con

Ora, scarpe rotte, eppur si deve andare. Bilancio in affanno, parco fluviale, occupazione di aree demaniali, turismo, acquedotto pugliese, piano di insediamento produttivo, efficienza della macchina amministrativa, decoro urbano, parcheggi, economia agricola e tipicità locali… I miei risultati, molto minimali e banali, li ho raggiunti. Io volevo solo che si spostassero i bidoni dei rifiuti dalla curva della sanità, che si tagliassero gli alberi di mimose dalla stessa curva e che la domenica si liberasse piazza ventitrè novembre dalle macchine, restituendola ai cittadini (l’agorà, santo iddio). Detto, fatto. Ma non sono così cinico e sprovveduto. Tanto v’è da fare e voglio che si faccia quanto più sta nelle umane possibilità. Per questo non mi resta che formulare un vero augurio a tutti gli amministratori. Che è, in fondo, come fare gli auguri anche a noi stessi.

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le dita in segno di vittoria ad ogni piè sospinto. Mi ha detto, poi, che ci credeva davvero nella vittoria, “mai sai la gente, tradisce”… Sotto il profilo della comunicazione, anzi delle tecniche di comunicazione, “Caposele nel cuore” ha vinto su tutti i fronti: le news erogate con gli sms, il candidato a Sindaco che si è preparato ogni volta il contenuto del comizio, scegliendo il tono proprio che gli voleva dare, la grafica del simbolo che dava il senso di una pulsione, di una passione. Al contrario, la lista “Nuovi orizzonti” ha fatto scelte davvero maldestre. Perché preferire simboli marittimi (non bastava l’esperienza del Gabbiano, anno 1990?) quando la geografia pone Caposele almeno 50 chilometri dal litoraneo tirrenico? Perché cambiare il simbolo dell’Arcobaleno (vincitore di ben due elezioni), atteso che la giustificazione data, cioè di non creare confusione con l’altra lista presente alle elezioni nazionali, è risultata inverosimile e non credibile. E, ancora non me ne si vorrà - l’ultimo comizio del candidato di “Nuovi orizzonti” dovrebbe essere analizzato nei testi di comunicazione politica come l’esempio esattamente opposto ad una efficace operazione di marketing politico. Perché il comizio è questo. Dal comizio non ci si aspetta che si entri nel dettaglio di come realizzare un progetto tecnico. Da un comizio ci si deve attendere l’evocazione di una prospettiva, di un disegno, la delineazione di un senso di marcia. Da un comizio ci si attende che infonda passione, tensione. Non voglio caricare di significato un elemento che, forse, per altri ha un’importanza solo relativa. Tengo solo a ricordare a qualche mio amico, elettore dei “Nuovi orizzonti”, ciò che ebbi ad affermare la sera degli ultimi comizi: “se dovessimo giudicare da tutto ciò, solo da tutto ciò, la vittoria non può che essere di “Caposele nel cuore”. Così è stato, dicevamo. Sono seguite giornate di festeggiamenti e di gioia, culminate con una serata (quasi un mese dopo) all’insegna della festa popolare, con musica su più piazze e la distribuzione di ogni tipo di prelibatezze culinarie, molto apprezzate dai tantissimi ospiti provenienti da ogni parte della provincia irpina e dall’alta valle del sele. Ma il governo di una comunità, anche piccola, non sempre è una festa di gala. Iniziano poi i percorsi irti di rovi e, sempre auspicando che pulsi forte il cuore, occorre che vi sia razionalità nelle azioni quotidiane, che la mente e la ragione prevalgano, anche sulla passione. Questa – si direbbe - è la politica, bellezza.

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e telefonate che giungevano da Buoninventre segnavano un tracciato da cardiopalma, capace di far tremare anche le coronarie più robuste. Poi si intrecciavano le comunicazioni con gli altri tre seggi, quello di Materdomini e i due di Caposele. La tendenza non è mai stata in discussione. I più accorti e i più esperti già prima della chiusura dello spoglio di Materdomini avevano sentenziato la vittoria di “Caposele nel cuore”, mentre i più improvvisati nelle cose della politica locale non si davano pace, in un senso e nell’altro. Così ben presto cominciava il trombettìo dei clacson delle macchine che scorrevano lente e imbandierate, mentre leggera una pioggerellina cominciava a lavare il porfido delle vie cittadine. Come sempre accade in questi casi, alla gioia dei vincitori faceva da contrappeso la disperata e silenziosa fuga degli sconfitti. Da lì a poco sarebbe giunto dinnanzi alla sede del comitato elettorale il neo Sindaco, Pasquale Farina, così da certificare la vittoria piena della lista che solo un anno prima era stata esclusa dalla competizione elettorale per vizi di forma. Ma vogliamo dirlo con chiarezza? Diciamolo. Tra la tornata elettorale di quest’anno e quella dello scorso anno, “il palmares” non possiamo che assegnarlo alla seconda. Proprio perché insolita e anomala, ci aveva riservato chicche più gustose, fors’anche un’aneddotica che potrà essere ricordata negli annali. Quella del 2008 è stata, invero, una campagna elettorale troppo tradizionale, per certi versi anche scontata nei riti: la cifra e la tempistica dei comizi, il marcamento ad uomo, casa per casa, angolo per angolo, contrada per contrada. In una competizione siffatta lo stesso amico mio dei “mulini a vento” non ne ha tratto giovamento, infatti non possiamo registrare eventi che lo hanno avuto protagonista eccelso. Forse anch’egli subdorava la sconfitta imminente… Per quel che conta è gustoso rammentare più gli umori che si facevano condizionare dal volume delle presenze nelle diverse piazze in occasione dei rispettivi comizi, dal numero delle persone che stazionavano davanti alle sedi elettorali delle due liste, delle voci sulle promesse di assunzioni nei luoghi più disparati del mondo del lavoro… insomma il corollario tipico delle balle che più balle non se ne può.

di Gerardo Ceres

Vino consumato qli 9,00 LA LISTA "CAPOSELE NELCUORE" RINGRAZIA TUTTI COLORO CHE SI SONO ADOPERATI PER LA FESTA ED HANNO CONTRIBUITO,IN TANTI MODI, ALLARIUSCITA DELLA STESSA

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Una foto degli anni '60

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La vecchia redazione de " La Sorgente" anno 1990 da sinistra : Peppino Grasso, Rocco Mattia, Antimo Pirozzi, Pietro Spatola, Salvatore Ilaria, Gerardo Ceres, Donato Conforti, Nicola Conforti, Donato Merola,e Pasquale Cozzarelli

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Foto degli anni '70: da sinistra Ernesto Ricciardi, Lorenzo Caprio, Gennarino Casillo, Nicola Vetromile, Salvatore Del Tufo, Amato Mattia, Amerigo del Tufo e Francesco Caprio

Giovani universitari: Rocco Malanga, MimĂŹ Farina, Enrico Corona e Salvatore Casillo in una foto ricordo all'ingresso dell'UniversitĂ .

L'on.le D'amato in visita a Caposele.La foto lo ritrae con con il prof. Michele Ceres e l'avv. Tonuccio Corona

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Un gruppo di Pacchiane

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Amato e Ferdinando Mattia

Una squadra "invincibile" da sinistra: Rocco Freda, Franco Forte, Enzo Coppola, Vincenzo Malanga, Amerigo Del Tufo, Carafa, Iacobelli, Fernando Cozzarelli, Vincenzo Di Masi, Manlio Di Masi, Angelo Farina

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Il calcio a Caposele è stato sempre all'avanguardia. Un altro torneo con qualche aggiunta in squadra; da sinistra: Raffelino Petrucci, Angelo Farina, Ferdinando Cozzarelli, Vincenzo Di Masi, Franco Forte, Iacobelli, Carafa, Manlio Di Masi, Nicola Conforti

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Nellina Corona, Maria Auriemma, Annamaria Sena e Italia Caprio

Lezioni di pianoforte nella sede dellaPro Loco. Insegnante Prof. BasilioMuto del Conservatorio di Avellino

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Una foto degli anni '30

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Nicola Vetromile, Gaetano Russomanno e Giuseppe Russomanno

Rocco Baldi e Claudio Russomanno - foto del 1964

Le famiglie Mattia e Patrone in una foto ricordo

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MISSIONE EVANGELICA

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Missione: Amore in azione Saranno riconoscenti

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Una fase della Missione

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la malattia, lo stupro, l’insicurezza sul lavoro. Non puoi startene su un divano ad ascoltare il T.G. e continuare le tue giornate allo stesso modo. Potresti unirti come socio al P.M.I. Onlus e collaborare come amico o benefattore affinchè i tanti progetti possano contare anche sul tuo sostegno. Le attività del P.M.I. sono molteplici; potresti essere informato attraverso il giornalino interno “KAIROS” se invii il tuo indirizzo. Il progetto SRI LANKA ha preso ampio spazio nel nostro cuore. Questa nazione dove tutto è così precario, si contano migliaia di morti a motivo di una guerra civile che il mondo ignora ma è reale per chi guarda credendo che qualcosa si può fare se si riesce a mettere da parte un po’ di egoismo e darsi agli altri. Dovremmo sforzarci di migliorare il mondo in cui viviamo cominciando da noi stessi, facendo attenzione ai nostri gesti quotidiani e recuperando l’interesse verso le piccole cose, quelle che ci sembrano insignificanti. Dovremmo riscoprire la passione che accomuna coloro che lottano, senza se e senza ma, per una causa giusta semplicemente perché è tale. Avere di che coprirsi e di che nutrirsi è ciò che, in un mondo che vive di superfluo, viene negato a chi per motivi sconosciuti o no, gli appartiene. Far emergere la propria identità, istruire i popoli, offrire il giusto sostentamento con equità a chi è nel bisogno non è una scoperta del P.M.I. Onlus ma è una legge naturale della quale non puoi sottrarti visto che la storia recente, a ricordo di mente, ancora ti risuona. Anche tu fosti affannato, fosti forestiero, forse ancora oggi i tuoi vivono il disagio della lontananza per averti regalato una esistenza dignitosa. Ora sei grande, hai superato la maggiore età, sei un individuo in grado di intendere e di volere. Quali saranno le tue scelte? Contattaci. Ti abbraccio

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uesta frase a caratteri cubitali appare sulla cartolina che i soci de P.M.I. (Progetto Missionario Italiano) Onlus hanno distribuito in varie occasioni invitando chiunque ne fosse in possesso a destinare il 5 per mille della dichiarazione redditi scrivendo il codice fiscale 95101770659 e firma. Le varie iniziative del progetto Missionario Italiano Onlus hanno lo scopo di finanziare l’investimento del progetto “Villaggio della Speranza” in Sri Lanka. I soci di qualsiasi età, estrazione sociale, cultura e religione si prodigano per raggiungere il maggior numero di persone possibile, in un atteggiamento gioioso ed amorevole, per poter realizzare qualcosa di concreto verso chi è nel bisogno. Essere riconoscenti è un atteggiamento dell’animo di chi in realtà è conscio di essere al limite delle proprie possibilità. E’ un quadro che si presenta davanti ai nostri occhi tutte le volte che rivolgiamo lo sguardo verso chi è meno fortunato di noi. Le parole che accompagnano i nostri inviti e incitano le persone a fare qualcosa sono semplici ed esplicite: dove domina l’odio porta l’amore, dove vive la guerra costruisci la pace, dove vive la tristezza libera la gioia. E ricordati che i rimpianti non sono quelli per un successo non ottenuto, per un guadagno mancato, ma per l’amore che potevi dare e che non hai dato. Perciò fai qualcosa. E perché proprio tu oggi stai leggendo questa frase? Certamente anche tu potresti fare qualcosa! Un uomo un giorno rivolse una domanda ad un saggio maestro e disse:”Chi è il mio prossimo?” La risposta fu con un racconto illustrativo e non fu difficile trarne le conclusioni. C’è un prossimo che forse ha un nome ma non un volto! Potrebbe essere uno straniero bianco o nero! Uno vicino a te che vive dignitosamente la sua solitudine o la sua sofferenza! Ma tu non puoi continuare a vivere nell’indifferenza in un mondo che tutti i giorni, per svariati motivi, piange i suoi morti! La fame, la sete, la guerra,

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di Rosa Albano

Rosa Albano

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Don Alfonso Farina è stato, in vita, un

grande sostenitore e collaboratore de “La Sorgente”. Si è occupato di ricerche storiche ed in particolare ha approfondito la conoscenza di tanti personaggi del nostro Paese. In questo numero vogliamo ricordarlo riportando alcune sue poesie e l’introduzione al volumetto" levie del Regno" che le contiene.

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ono liriche composte tra il 1942 e il 1947: Scritte tra gli articoli di vario genere, che il Farina è venuto pubblicando su vari periodici. La scelta è stata severa, accurata. Le più pulite, le più garbate tra le sue poesie, hanno trovato posto in questa raccolta.

ritornano gli antichi metri; siamo di fronte alle tradizionali strofe. Ma l’andamento del metro e del verso è ricco di modernità. Si desidererebbe, tuttavia, forse talora, un maggior lavoro di lima. Ma il verso c’è, e sonante, armonioso. Ed il contenuto, la concezione è tale sostanza che lascia perdonare le lievi mende della forma.

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"Le vie del Regno" PREFAZIONE

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Felice Cuomo, vi sono evidentemente in tale sua opera, anzi in tutta la sua opera. Molto egli deve al Cuomo, specialmente per la forma, specificamente nell’architettura del verso breve. Molto egli deve alla lettura dei minori secentisti, in quella che è la dolcezza e la garbatezza di talune concise sue liriche. Si direbbe, a volte, leggendo, di trovarsi di fronte ad un poeta che ha peccato (come scriverebbe Carducci) di Heine. Ma il Farina non conosce plagio. A parte le fonti, il Farina ha interrogato specialmente il suo cuore, e l’altrui cuore, anche. Con sincerità. E per il lettore deve bastare, onde potersi compiacere con l’autore. Castellabate, 24-11-1947 Carmine Balzamo

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Mons. Alfonso Farina

Non si discute sul concetto informatore del volume: esso è concluso nel titolo: «Le vie del Regno». La civiltà cristiana, la carità cristiana, l’Amore Divino è sufficiente per il Farina per la soluzione di tutti i problemi umani, da quello politico a quello sociale, come chiaro traspare. Egli ha fatto un’opera che si fa leggere e che si può apprezzare, tra il marasma in cui si dibatte la Poesia del nostro Paese. Pertanto il lettore può e deve essergli grato. A me, che sto seguendo, da vari anni, con cuore fraterno di amico, lo sviluppo del Farina, non resta che bene augurargli il successo di critica che egli merita. Non si fa parola nemmeno delle fonti del Farina: risentimenti del suo maestro,

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Liriche religiose le si deve dire: d’una religiosità, di un’umana religiosità, viva, palpitante, sentita. Ci si trova dinanzi, quasi sempre, ad una poesia vera, tanto diversa da quella dei nostri ermetici, sfasati contemporanei. Anche dal punto di vista formale:

Cultura

A FRATE GERARDO

A CAPOSELE

Nel vago ciel d’Irpinia, agile svetti disse l’ardente bimbo quella sera, del Sele i pochi rivi, al mar diretti, carezzano i tuoi piè nel bassopiano.

Frate Gerardo, intemerato giglio, ardente face di purezza e amore, con viva fede ti rivolgo il ciglio, con santo impulso ti presento il cuore.

Come una dolce, oriental visione, baleni all’occhio. Con malioso accento, ripidamente vien dal Paflagone il chiaro fiume, gran nastro d’argento.

Lucente faro, i pellegrini aspetti che vengano da presso e da lontano, cogli occhi mesti, col dolor nei petti, col corpo stanco e il rosso cuore in mano.

Scorre nel mondo ancor sangue vermiglio, turpe scempio si fa d’ogni pudore: di fango e di vendette nel groviglio, suoni il tuo forte accento ammonitore.

L’Ellade e Roma, un dì, su queste zone sostaro, ed il ricordo mai s’è spento. Poi di Cristo la santa religione di sue gesta scolpì l’alto portènto.

Richiama, o Santo, e vinti e vincitori al giusto, alle pacifiche conquiste, spegni l’ire infeconde ed i livori.

Patrie virtù splendéano ai vaghi ostelli, ove sortìa la culla e chiuse i dì, multiforme d’ingegno, il Santorelli.

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Un’ara qui, nei secoli passati, sorse a Maria, la mattutina stella: del divo Alfonso i figli avventurati

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A MATER DOMINI

eredità raccolsero sì bella, e di zelo apostolico infiammati, le glorie vi sognaron del Maiella.

O materna mia terra, se vanì la nobiltà fastosa dei castelli, l’orma sorvive ancor del tuo Ligny.

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Come del Sele mio vanno non viste, l’acque per dissetar, celesti ardori portino i doni tuoi all’alme triste.

Eliseo Damiano: un concittadino che fa onore a Caposele

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’ sempre una gran soddisfazione poter riempire le pagine del nostro giornale con notizie positive... Lo scorso 29.05.2008 nel salone di rappresentanza della Prefettura, alla presenza del Prefetto, dott. Ennio Blasco è stata celebrata un’importante cerimonia per la consegna delle onorificenze dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana” a cittadini dei comuni della provincia di Avellino. Insieme ad altri 26 “irpini illustri”, per il Comune di Caposele, è stato insignito del titolo di UFFICIALE della Repubblica, con decreto del Presidente della Repubblica, il nostro concittadino, il Luogotenente dott. Eliseo Damiano, che aggiunge questo ulteriore traguardo all’onorificenza di CAVALIERE

della Repubblica già ricevuta qualche anno fa. Il suo lavoro in seno all’Arma dei Carabinieri lo ha reso, da sempre, presente e socialmente impegnato in termini di riferimento positivo, di esempio costruttivo, di merito, di attaccamento e costante attenzione ai problemi del proprio territorio e del proprio paese, un impegno il suo, sempre a disposizione della nostra comunità che speriamo possa essere d’esempio in modo particolare per le giovani generazioni. A lui e a tutta la sua famiglia, vanno i nostri più sinceri e sentiti complimenti oltre all’augurio di un futuro sempre pieno di maggiori successi che contribuiscano a dare lustro al nostro paese. Anno XXXVI- Agosto 2008 N. 76

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Sport

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CENTRO NUOTO CAPOSELE

IL CENTRO NUOTO CAPOSELE CAMPIONE NAZIONALE Un grazie a Giacomo Salicone allenatore del centro

nazionale e di Maria Di Masi anch’essa campionessa nazionale. Al prof. Salicone auguriamo mille altri successi con la speranza che in un prossimo futuro lo stesso allenatore possa traghettare il centro nuoto Caposele verso traguardi internazionali.

Carmela Cuozzo campionessa nazionale

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Graduatoria Mt 4x1100 3° Cat. Maschile 1. Pacelli - Raimondo - Brundu - Luzi Centro Nuoto Caposele 2. Belligno – Amendola – Romano – Coccaro Coop. Soc.Nova L’Aquilone 3. Rossetto – Menaldo – Bottazzo – Poggi SNP Padova

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opo una serie interminabile di successi in campo Regionale e Nazionale, il prof. Giacomo Salicone, da oltre 20 anni allenatore del Centro Nuoto Caposele, ha conquistato quest’anno il massimo dei risultati possibili: “Il primo posto nella graduatoria Nazionale del nuoto pinnato”. Infatti nei campionati italiani estivi di categoria nuoto pinnato svoltisi a Bari il 28 e 29 giugno u.s. il Centro Nuoto Caposele si è classificato al primo posto nella staffetta 4x100 pinne categoria maschile ed al secondo posto nella staffetta mt 4x100 pinne categoria Jun maschile. Una medaglia d’oro ed una d’argento che fanno onore a Caposele ed all’Irpinia intera. Un’affermazione di grande prestigio se solo si considera che sono state battute squadre di grande spessore nazionale provenienti da Bologna, Torino , Padova, Roma e da tante altre grandi città. Nella graduatoria nazionale del “Medagliere”, come si evince dalla tabella allegata, il Centro Nuoto Caposele occupa una posizione di grande rilievo specie se raffontata alla posizione di altre grandi squadre, tutte di caratura nazionale. Tanti i successi conseguiti dallo stesso centro negli anni scorsi: basti ricordare le straordinarie affermazioni di Carmela Cuozzo, più volte campionessa

Graduatoria Mt 3x100 Cat Jun Maschile 1. Marini – Santambrogio – Stasi – Bellini Nord Padania Sub Varedo (Mi) 2. Pepe – Malanga – Ventre – Fischetti Centro Nuoto Caposele 3. Mirabella – Carrieri – Mustata – Anzuini Newline Amendola Roma

Maria Di Masi campionessa nazionale

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REDATTORI

A la jonda

di A.Merola

“Rati sulu n’ucchiata a r’ cas’ vost’ Ra Capriumi finu abbaddi a la Costa! E roppu lest’ lest’e mogge-mogge Venitavenn’ totte a la T’’rroggia.

Cch’ bbella lepp’la a pr’rr’cà lu Vangelu! Iddu strafucava melu e lati lu felu Chi si sposa la Ghiesa, adda t’nè crianza, Nunn’à ddà p’nzà a ru grassu e a la panza

Azzucculati ammondu, a p’ li Chiani: Chi è sturt’catu si ress’ manu a li sani. Quann’ siti a la curva r’ Santurielli Salutati r’ mon’che e li fratielli.

Nisciunu l’à urdinatu preutu p’ casticu R’rienti e r’ parienti adda esse nemicu Li luochi à la Ghiesa nisciunu rà strumendati P’enghie r’ gorge r’frati ziti o n’zurati.

Roppu a pieri cucchi e panz’ abbuttate M’pieri a p’ lu lazzarettu vi m’nati: Chi ten’ seta, na vepp’ta a ru M’nutu E trescass’ indu ra addunn’ è assutu.

L’argientu e l’oru r’ tutti li Santi Nun s’adda spatrià a n’puti sgargianti Certu li Santi nunn’ sann’ cch’ cch’ s’ n’ fa’ Ma chi r’à datu a la ghiesa, lu vole v’rè str’lluci ddà

Ogn’an’ma si pigliass’ r’ quatt’osse E cittu cittu zumpass’ ind’ à la fossa” Riss’ lu Patraternu a tutti quanti A brutti e rannati e a bbuoni e santi.

Mancu li maggi camulati, ngià lassatu: P’ quatt’ sordi r’à v’nnuti e mpaccuttati E p’accuità la genda e p’ mi fa fessu A’ mistu indu a lu pr’sebbiu quiri r’ gessu

“Iati a lu iazzu mpanza a la Ionda! Nunn’è cchiù tiempu r’ fa la ronda!” Alluccau lu uardianu r’ li muorti A li pierilieggi e a li anghistuorti.

LU MAZZ’CATURU (il battigrano)

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Pascà, p’cchè mi guardi e mi tarmienti Si zi preutu lu viri a miezzu a li f’tiendi? Certi prieuti s’ re ruma San Franciscu E creru ca lu Paravisu lu ver’nu accù lu sciscu!

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IurIziUSU Definizione: Saputello, chi ostenta la propria erudizione o fa sfoggio di una cultura che non possiede. Es.: “Ma nun è possibile, quissu adda fà semp lu iurzi’usu annanti a l’ati”. Trad.: “Pur essendo ancora un ragazzo si dà arie da persona adulta ed esperta”.Pertanto il termine può essere utilizzato anche con un’accezione positiva,con il significato di giudizioso.

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PUNTATA

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DA "SELACAPO.NET" VOCABOLARIO CAPOSELESE

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Ma l’arta soia era la cr’renza: Ngasava la manu a cumpiacenza, T’accattavi nu chilu r’ maccaruni Tutti pirciati ra viermi e fruugliuni.

di V. DiMasi

Quannu la spiga è fatta e tutti si fann’ ‘attuornu ‘ngimma a l’aria pe’ fà ru’ granu, ri fronte a tre o quatt’ file, ogni gruppo contro a l’atu, vatt’n’ mo’ l’unu mo’ l’atu cu’ lu mazz’caturu e fann’ r’ botte cumm’ si fosser’ fucilate. E’ la forza r’ Dio Creato che r’ fà stà sott’ a lu solu ‘nfucato e fa verè chi vatte cu’ chiù forza r’ l’atu, pe’ fà la paglia e sotto r’ essa ru’ granu, pe’ la gioia r’ chi già sent’ ru’ panu.

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Da questo numero siamo lieti di poter ospitare una ricerca approfondita e condotta seriamente da alcuni nostri concittadini sul DIALETTO caposelese. La comunità virtuale di "SELACAPO.NET" ha messo in moto un meccanismo di collaborazione e di efficace integrazione costante sull'analisi dei termini del nostro dialetto. Tale lavoro sarà, nel tempo e a puntate pubblicato anche sulle nostre pagine. Un ringraziamento sincero per la concessione a Vittorio e Raffaele che con il loro impegno fanno viaggiare, ad alta velocità, Caposele anche in rete

Chiaccunu Definizione: muco. Es “piglia nu pocu quiru fazzulettu ca ti stai assenn lu Chiaccunu p lu nasu!!!” traduzione “prendi quel fazzoletto che ti gocciola il naso”

di A.Merola

Passamu mo a Pascalina la putiara. Accattava a curmu e v’nnìa a vara, Maniava li pisi e li v’lanzuni, E mbarcava farr’tielli n’zemu a piscuni.

Roppu nu mesu, quannu ivi a pà’à N’ truvavi cinga-sei ra scangillà: Scangillava e signava ndà la libbretta Facìa e sfacìa cumma na zannetta.

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Lu viri ddà lu preutu r’ santu Laurienzu; Li piacienn crapietti, aini, uogliu e ngienzu: Facìa schamà mon’che, parzunali e sacrastani E r’ trattava juornu e nott’ cumm cani.

La Putiara (la negoziante)

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di A.Merola

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Lu preutu (Il Prete)

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di Cettina Casale

Quannu a V’ntunora s’ntìa lu nduonu, Cumm’a lu lampu nzerta lu truonu, Si mp’zzecava n’facci a lu confessiunilu E vumm’cava p’ccati a filu a filu.

Roppu ca s’avìa sciuppatu n’assuluziona. Sanda e virginella, si facìa la cumm’niona. Ssà genda tantu timurata r’ Ddiu Fa bbresca lò, ma no a l’uotu miu

Si p’ lu Paravisu, abbastasse na conf’ssiona Addù m’ttesse tutta la genda bbona C’ha patutu p’quere facci r’ mpigna C‘hannu spurpatu tutti cumm’a na tigna.

Lu Paravisu nun po’esse lu iazzu p’ tutti: Qua tenene liettu quiri ca so stati distrutti Ai voglia r’ fa nuvene, rusari e giaculatorie, Vatascia quant’anni c’hanna stà a lu Pr’atoriu E a lu Pr’atoriu lu tiempu lu contu iu, P’questu so Patraternu e p’ questo sò Ddiu. La v’lanza r’stu patronu tene pisi gravi: La paglia pesa p’ paglia e li travi p’ travi. P’tte lu munnu è niuru e tristu Nun’ ti vai bbuonu mancu Gesù Christu! Sbuttà Pascalu tuttu m’prissiunatu: “Megliu si n’derra nisciunu fosse natu!”

V’ndagliettu Definizione: Schiaffo, usato anche nella forma più rude “V’ndagliu” (ed è chiaro il riferimento al movimento ‘apertura/chiusura’ del ventaglio), o al plurale per indicarne una serie “V’ndaglietti”. Es: “...allend’la sinò mo abbol’nu rui v’daglietti”. Trad: “...smettila altrimenti ti prendo a schiaffi”. Suonni Definizione: letteralmente plurale di ‘Suonnu’ (sonno) sta ad indicare però le ‘Tempie’. Es: “...ch’mal r’capa... me pigliatu probbiu n’dà li suonni...” Trad: “...che mal di testa, mi ha preso proprio alle tempie...”

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Vita Amministrativa

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collettività per discuterne e condividerne con tutti le previsioni e accogliere ogni utile suggerimento sullo strumento urbanistico.

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Il P.U.C. rappresenta la svolta per lo sviluppo socio-economico del nostro paese-

Il rilancio di Mater domini e Caposele, la rivalutazione di alcune zone come “Bosco difesa” e la fraz. Buoninventre, il consentire ai cittadini di poter realizzare tutte quelle opere che erano state inserite nella variante al P. di R. e non approvate, il miglioramento della viabilità daranno al nostro paese la crescita che merita.

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L’Amministrazione comunale della lista “Caposele nel Cuore” si è insediata dopo le consultazioni elettorali del 13 e 14 aprile u.s. Il Sindaco ha conferito le deleghe e gli incarichi con propri provvedimenti negli ultimi giorni del mese di aprile e pertanto tutti noi amministratori abbiamo iniziato le attività di competenza ai principi del mese di maggio. Non vi nascondo che ,nonostante una certa esperienza , non è stato facile iniziare nuovamente l’attività amministrativa e riorganizzare gli uffici e i servizi in modo più o meno adeguato alle esigenze della collettività.

Dopo un primo momento di stasi e prevedendo un iniziale e naturale appiattimento dell’attività degli uffici , posso affermare che oggi l’attività dell’area tecnica stà ritornando alla normalità. Tante sono le cose iniziate e tante sono quelle già eseguite a cominciare dalla riparazione di alcuni tratti di strada che versavano in condizioni pericolose, alla sistemazione di cunette, tombini, griglie e avvallamenti su buona parte delle stesse. Sono stati ripresi i lavori e gli atti fermi di alcune opere pubbliche come il risanamento a valle della ss. 165 , come il ponte tredogge , raggiungendo con l’AQP un importante accordo (l’apertura del percorso alternativo fino alle ore 24,00)- i lavori, alla data odierna sono in corso - , è stato completato l’intervento al museo delle acque, è stato dato decoro all’ingresso a al viale di Materdomini, si stanno esaminando e liquidando gli stati finali dei lavori , è iniziata l’attività di verifica degli atti di cessione da eseguire.

Sono in corso una serie di iniziative come la rivisitazione dell’accordo con l’AQP che dovrebbero dare a Caposele quelle opportunità fino a oggi indicate solo sulla carta ( la sistemazione di piazza “Sanita” è finalmente giunta al capolinea avendo avuto assicurazioni dal Direttore Generale che l’opera è pronta per partire – probabilmente sarà trasferito il finanziamento al Comune per una gestione diretta degli interventi); Si sta lavorando alla definizione della problematica del “Parco Fluviale” sollecitata dalla Regione Campania con una nota nella quale si invita l’Ente a trovare una eventuale composizione bonaria, (E’ giusto evidenziare che l’Ente alla data odierna ha in corso una serie di vertenze con alcuni concittadini i cui costi non sono di poco conto se si tiene presente che le casse dell’Ente non versano in condizioni floride.) Potrei dilungarmi su tanti altri temi ma la cosa che maggiormente è motivo di orgoglio per chi vi parla ma anche per l’intera coalizione è l’aver mantenuto fede alle promesse circa il P.U.C. La Bozza di PUC è agli atti del Comune Nei prossimo giorni sarà data la necessaria e opportuna divulgazione e saranno organizzati incontri con la minoranza, le forze politiche e l’intera

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Vito Malanga Assessore all’Urbanistica e LL.PP. illustra l’attività svolta nel proprio settore In questi primi 100 giorni di amministrazione

E' ARRIVATA L'ADSL A CAPOSELE

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scorso il nostro paese, è possibile, acquistando ed installando un semplice kit (antenna + router) collegarsi con una velocità pari ad 1megabite (e vi assicuro che è una velocità più che accettabile) alla rete. Questa opportunità che sta cominciandosi a diffondere nelle case dei caposelesi, ha il grandissimo vantaggio di poter evitare, completamente la linea telefonica tradizionale per la quale, a conti fatti, si paga regolarmente e a nche senza consumi, una quota fissa. Finalmente, quindi, come tutto il resto d'Italia, è possibile connettersi alla rete e visionare pagine anche molto complicate, scaricarsi drivers e materiale vario, ricevere e mandare posta elettronica con allegati pesanti, evitando tempi di attesa, fino ad oggi lunghissimi e spesso inutili. Da questo momento, anche Caposele può dire che entra realmente in rete con fotografie, video, blog, forum e quant'altro il web mette a disposizione di chi ha un collegamento veloce. Bisogna fare, però un accenno ad una polemica nata in campagna elettorale e proseguita,sempre a scopi

Il Kit da montare all'esterno dell'abitazione

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' Arrivata, finalmente, l'ADSL a Caposele. E' stata una lunga attesa che ha procurato,tra rassegnazione e innumerevoli proteste verso i gestori della linea tradizionale telefonica, la possibilità di saltare l'ostacolo e di raggiungere, in largo anticipo, quello che poi sarà il collegamento alle rete del futuro. Si chiama WIRELESS e Caposele, grazie allo sforzo di alcuni giovani lungimiranti, l' ha diffusa su quasi tutto il proprio territorio. Col segnale di INTERNET VELOCE, che infatti, copre dal mese di aprile

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di Salvatore Conforti

politici, anche in questi giorni, e che vede protagonisti alcuni cittadini che, ignorano i vantaggi su accennati, a favore di una battaglia contro la Telecom o altri gestori, che non hanno ,con interventi di aggiornamento, messo in opera il nuovo sistema di collegamento alla rete. Io penso che tale operazione di ammodernamento di un collegamento obsoleto che procede a rilento e che servirà a cablare il nostro paese (appalto Ericson per l'installazione di nuovi cavi di collegamento) non sia proprio necessaria. Questo perchè,e vorrei ribadirlo, il futuro del collegamento ad internet non passa più attraverso il vecchio, farraginoso ed inefficace metodo dei cavi telefonici sotterranei, ma attraverso l'etere, con il WI FI, come succede per tutti gli attuali metodi di comunicazione (telefonini, tv, radio,) e rispetto ai quali il rischio di inquinamento elettromagnetico è veramente irrisorio. Tanto è vero che, per queste nuove frequenze dalle quali passeranno fra qualche anno i dati informatici sono già

state oggetto di bandi di gara nazionali per le assegnazioni. E allora, il mio invito è quello di lanciarsi subito verso questa nuova dimensione che ci ha visti protagonisti e precursori avendo la fortuna di aver incontrato, per caso, persone attente, capaci e competenti nel settore che ci hanno indicato la nuova strada del web. E' chiaro che se la Telecom o chi per essa, dovesse concederci di avere anche il sudato privilegio di una connessione moderna ADSL via cavo, ben venga ! In questo modo qualcuno che lotta a favore del "sistema cavi" avrà la possibilità di attuare un raffronto sui vantaggi e svantaggi dell' uno o dell'altro sistema e soprattuto avremo, in una sana concorrenza una doppia possibilità di utilizzare internet negli standards che già da anni sono a disposizione della maggior parte del territorio italiano. Per ulteriori dettagli e modalità di utilizzo del sistema wireless gli esercenti commerciali del settore informatico di Caposele sono a disposizione di tutti i cittadini per una dimostrazione anche pratica.


Politica

Vita Amministrativa

Angelo Ceres Assessore al Bilancio e alle Politiche ambientali

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Cari concittadini, il problema dei rifiuti, come tutti ben sapete, è diventato, ormai, in Campania, il problema dei problemi. La sua risoluzione costituisce un fatto di fondamentale importanza per tutta la popolazione dell’ambito regionale, in quanto la stessa è chiamata ad essere responsabile ed osservante delle regole riguardanti lo smaltimento dei rifiuti. Avere un Paese pulito é motivo di orgoglio per tutti i cittadini e significa anche promuovere il turismo, che interessa in maniera considerevole l’economia del nostro Comune. Questi obiettivi possono essere facilmente raggiunti se tutti procediamo alla raccolta differenziata dei rifiuti la quale secondo la vigente normativa, entro il 31 dicembre 2008 dovrà raggiungere la percentuale del 25% del totale dei rifiuti prodotti. Nell’ipotesi in cui tale valore non si raggiunga, il Comune e, di conseguenza, l’intera cittadinanza, già dal 1° gennaio 2009, dovrà sopportare la maggiorazione dei costi di smaltimento in ragione del 25% per ogni tonnellata di rifiuti conferiti in discarica. È interesse comune intensificare gli sforzi per la differenziazione dei rifiuti. È importante che i rifiuti ingombranti siano portati all’isola ecologica in località “Petrito”

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La nostra comunicazione intende sensibilizzare l’intera popolazione ad assumere coscienza della gravità del problema, anche al fine di evitare l’irrogazione di odiosi interventi sanzionatori da parte della Polizia Municipale, la quale, comunque, procederà in tal senso di fronte a casi di manifesta inosservanza delle norme in materia. L’Assessore alle politiche ambientali dr. Angelo Ceres

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l’assessorato alle politiche ambientali ha reso ai cittadini è stato quello di far svolgere presso la sede del Comune di Caposele gli esami per l’abilitazione al rilascio dei tesserini (esami sostenuti in due sessioni) per la raccolta e la commercializzazione dei funghi. Normalmente questi esami si sarebbero dovuti sostenere presso la sede della Comunità Montana Terminio-Cervialto in Montella. Di notevole importanza, ai fini della sensibilizzazione della gente al rispetto dell’ambiente, è stato il seminario-convegno, che è stato organizzato presso l’aula polifunzionale in occasione della prima seduta di esami. A questo convegno hanno partecipato esperti in materia e il Procuratore della Repubblica di S.Angelo dei Lombardi, il quale ha sottolineato che i primi difensori del territorio, della natura e dell’ambiente dobbiamo essere proprio noi cittadini. Procedendo nell’opera di sensibilizzazione verso le problematiche ambientali, questo Assessorato ha proceduto anche all’istallazione di tabelle segnaletiche in punti critici oggetto di abbandono di rifiuti ingombranti ed inquinanti. Nonostante la presenza dell’isola ecologica in località Petrito, alcuni cittadini, poco attenti ed incurante dei danni che producono si ostinano ad abbandonare rifiuti ingombranti ed anche pericolosi in montagna, in mezzo ai boschi. Così facendo questi cattivi cittadini deturpano l’ambiente, inquinano le falde acquifere e creano pericolo per il centro abitato. Il pascolo è un’ altra questione molto spinosa che, sebbene interessi da molti anni il nostro territorio, non è stata finora risolta. Anche verso questo problema l’Assessorato alle politiche ambientali ha

Caposele, 11 giugno 2008

rivolto la sua attenzione, cercando di far rispettare le regole esistenti. In tal senso, ad alcuni allevatori non sono state concesse le necessarie autorizzazioni all’esercizio dell’attività ed è stato disposto il pattugliamento del territorio montano da parte della Polizia Municipale con l’ausilio del Corpo Forestale dello Stato. Sempre in merito alle iniziative avviate in materia di rispetto dell’ambiente, bisogna aggiungere anche quella che ha previsto il coinvolgimento dei ragazzi per renderli consapevoli di una maggiore sensibilizzazione verso la natura. A tal fine, nell’ambito dell’educazione ambientale, a fine maggio le locali scuole hanno visitato l’Osservatorio della Biodiversità in Nusco, che si occupa del monitoraggio diretto alla conservazione della flora e della fauna presenti sul territorio. In questa struttura i ragazzi hanno potuto visitare alcune specie di piante endogene in via

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nche se sono trascorsi soltanto pochi mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione, posso definire questa mia limitata esperienza: interessante, impegnativa ed appassionante. È ancora troppo presto per fare il punto sull’attuazione del programma proposto agli elettori nel corso della campagna elettorale, ma alcuni importanti obiettivi già sono stati raggiunti per quanto riguarda le deleghe di mia competenza. La prima questione che ho voluto e dovuto risolvere, la quale si protraeva irrisolta dal 2005, ha riguardato lo smaltimento dei rifiuti speciali che erano localizzati in contrada Fornaci nei pressi dello svincolo della strada a scorrimento veloce. Tali rifiuti, che la legge definisce speciali, si erano prodotti a seguito dell’incendio di alcuni capannoni e dei beni in esso contenuti. La loro rimozione, il trasporto e lo smaltimento dovevano essere effettuati da apposita ditta specializzata e a tal fine autorizzata. La curatela fallimentare della ditta M. G., non potendo far fronte alle spese di rimozione, ha invitato più volte il Comune di Caposele, in persona del sindaco pro-tempore, a farsi carico dei costi di smaltimento, così come previsto dalla normativa di riferimento, per un importo stimato in € 27.385,97 per poi recuperare tali somme mediante insinuazione al passivo fallimentare. Non avendo il Comune di Caposele voluto anticipare tali somme per poi recuperarle (e se recuperarle), lo stato dei luoghi era rimasto in condizioni tali da costituire un potenziale rischio per la salute dei cittadini. Questo stato di cose è rimasto tale (dal 2005) fino all’insediamento della nuova Amministrazione, quando in qualità di assessore in materia ho instaurato un costante e proficuo rapporto con la curatela fallimentare. Il risultato è stato la rimozione dei rifiuti speciali in questione ed il costo che il Comune ha dovuto sopportare, a fronte dei 27.385,97 euro preventivati, è stato pari a ZERO. Anche l’area su cui dopo il terremoto furono allocate le scuole elementari nei pressi di piazza Sanità è stata bonificata con costi irrisori dai rifiuti speciali derivanti dall’incendio che tempo addietro aveva interessato i “prefabbricati norvegesi”. In questo breve periodo di amministrazione un altro servizio che

Lettera aperta

La pesante eredità lasciataci dalle amministrazioni passate inevitabilmente condiziona il nostro lavoro e rende più difficile il conseguimento degli obiettivi del nostro programma.

Il Sindaco dr. Pasquale Farina

d’estinzione ed una notevole varietà di animali imbalsamati provenienti dai monti irpini. A tutto questo, è doveroso, altresì, che si aggiunga il costante impegno di tutta l’Amministrazione per il contenimento della spesa in termini di sprechi attraverso una razionale gestione della cosa pubblica. La pesante eredità lasciataci dalle amministrazioni passate inevitabilmente condiziona il nostro lavoro e rende più difficile il conseguimento degli obiettivi del nostro programma. Concludo questo scritto ricordando che, per migliorare le condizioni in cui versa il nostro Comune, il territorio e l’ambiente, occorre, necessariamente, oltre ad una buona politica amministrativa, anche e principalmente la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza con l’assunzione di comportamenti virtuosi. Ogni singola persona, come membro della stessa comunità, deve amare e far rispettare un territorio che tanto ci ha dato e tanto ci dà in termini di risorse naturali. Ma spesso accade che alcuni, per il loro senso civico poco sviluppato, danneggino con il loro comportamento arrogante ed egoista tutti noi attraverso lo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali, quando sarebbe più utile per tutti preservarle per continuare a goderne nel futuro. Occorre, per questi motivi, essere custodi gelosi del nostro patrimonio naturale.

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BENVENUTI IN PARADISO

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Siamo ormai agli sgoccioli del tempo regolamentare. L’arbitro fischia e allunga un braccio verso l’alto. Quattro dita della mano aperte. Sono 4 i minuti di recupero. C’è una punizione fischiata in nostro favore al limite della nostra area. Nessuno più ci crede. La palla viene lanciata in profondità. “L’hanno buttata”, commentiamo in molti dagli spalti. Ormai si aspetta agonizzanti la fine. La palla arriva al limite dell’area. Una finezza, un controllo, un passaggio al centro dell’aria. Tutto così freddamente veloce e incredibile, tutto così adesso nitidamente impresso nella memoria. La porta inviolata ed inviolabile crolla come un grattacielo sotto la furia di quel pallone che è un caterpillar, calciato verso di esso da poca distanza. E’ gol, è parità, è un cuore che ritorna a battere. Ci sono i supplementari. Noiosi. Poi i calci di rigori. Batticuore, emozione, brividi. Gioia.

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quelle del tuo paese. E adesso sono lì. Adesso sono davanti alla provincia intera a tenere alto l’orgoglio e la faccia di tutti noi. Come succede spesso, in occasioni di questo tipo. In panchina, in piedi, c’è Roberto Notaro, mister tutto cuore a cui vanno doverosamente i complimenti per aver traghettato questi ragazzi in posti inaspettati e mai esplorati. E c’è Generoso Notaro, che ci aveva provato per tanti anni, e che adesso ci è riuscito un po’ più da spettatore delle gesta di suo figlio Roberto che da allenatore. Una bella storia da raccontare anche questa. La partita incomincia, ed il tempo di gioco inizia a scorrere inesorabile. Decisioni arbitrali discutibili e tanta emozione che ci incute la circostanza ci portano all’intervallo sotto di un gol. La ripresa è una musica completamente diversa. Caposele c’è, ed è ben visibile. Sia dentro che fuori dal campo. Tifo inarrestabile fuori, grinta e determinazione dentro. I minuti passano però, ed il risultato non si sblocca.

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La squadra vincitrice del Torneo

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di Donato Gervasio

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Vi ricordate di Marco Civoli e del suo famoso urlo di gioia ai Mondiali di Germania? “Il cielo è azzurro sopra Berlino!”, strillò in telecronaca dopo che Fabio Grosso calciò impeccabilmente un rigore, l’ultimo, che ci regalò un Mondiale da sogno. Il cielo si è tinto di azzurro anche molti chilometri prima di Berlino. E un po’ si è strillato così anche da quelle parti. A dire il vero lì si tinse più di rosanero che di azzurro, quel cielo terso ed estivo, cambiando per una volta anche un po’ i colori alla natura, che, per quella volta, non si mostrò nemmeno poi più di tanto ostile all’eccezione. Era un sabato pomeriggio inerte, quel 21 giugno scorso, ed il sole, in quel di Avellino, era il dominatore assoluto. Cocente da costringerti inevitabilmente ad almeno uno spicchio d’ombra. Eravamo in pieno periodo calcistico, con gli Europei in corso e la nostra Nazionale che avrebbe giocato l’indomani contro la Spagna. Periodo di grandi sogni e grandi speranze insomma. Quel pomeriggio l’essere sulle tribune dello stadio Partenio di Avellino era già abbastanza gratificante. Ma era abbassando gli occhi al terreno di gioco che ti saliva in gola l’orgoglio più bello e importante. L’orgoglio per cui eravamo giunti in centinaia da Caposele ed ora ce ne stavamo seduti a sognare, insieme, sui sediolini impolverati della tribuna Montevergine. Finale provinciale del campionato “Giovanissimi”. Due sole squadre rimaste a contendersi il primato: l’Eclanese di Mirabella Eclano e… l’Olimpia Caposele! Era un pensiero che fatto nello stadio Partenio riecheggiava un po’ contro il cemento delle gradinate dello stadio vuoto. “Caposele ad un solo passo dal tetto dell’intera Irpinia!…”. Caposele con i suoi 3mila abitanti. Caposele e la sua piccola realtà. Caposele e tutti quelli che ancora nemmeno ne hanno mai sentito parlare. Una partita di calcio per riemergere. Una partita di calcio che va oltre la semplice partita di calcio. Una partita che è una gara di sport, quello sport che è sempre più specchio di civiltà e cultura. Dunque è questo il momento con cui poter affermare il valore di un popolo. Il nostro. Le squadre stanno facendo il loro ingresso in campo. Divise giallo-blu per i ragazzi di Mirabella Eclano, completo rosa-nero per i nostri piccoli grandi eroi. A calpestare l’erbetta del Partenio ci sono quei ragazzini che vedi cento volte in un giorno per le tue strade,

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Caposele vince il suo primo campionato provinciale a livello assoluto battendo ai rigori l’Eclanese. E’ una festa totale sulla tribuna Montevergine. Lo sport ci catapulta come d’incanto in cima all’intera provincia. Primi, vincitori, campioni. Senza essere né più ricchi, né più potenti degli altri. Senza avere né i politici, né null’altro a proteggerci. Senza niente e nessuno siamo i primi della classe. Primi grazie allo sport che sa sempre ben affermare il valore di un popolo, la sua natura, la sua cultura e le sue abitudini. Finalmente occupiamo un posto che meritiamo assolutamente. C’è qualcuno che piange di gioia in tribuna. Forse oggi l’abbiamo combinata davvero grossa.

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n augurio da parte di tutta la redazione è doveroso trasmetterlo a Roberto Notaro, ai collaboratori e a tutta lacompagine che è riuscita in una bellissima ed entusiasmante impresa calcistica. Naturalmente, oltre al ringraziamento di rito, bisogna dare atto a Roberto, ma anche a tutta la famiglia Notaro della loro costanza,caparbietà e professionalità nel portare avanti, con grande sacrificio, un discorso legato al calcio locale. Da sempre il"Mr. Notaro Padre" ha accompagnato grandi e piccoli, per anni, sui campi sportivi dell'Irpinia per svariati campionati dilettantistici. Tutto questo vale oggi, una grandevittoria che non si attua solo sul campo, ma è un soprattutto un bellissimo messaggio di sport, di disciplina, di sacrificio diretto a tante generazioni che hanno giocato sotto la loro conduzione. Grazie Notaro!


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GLIA-MO-QUESTA-VITTO-RIA!!!” è diventato “I CAMPIONI DELL’IPRINIA SIAMO NOI!”. Gli eroici giovani campioni sono corsi sotto la tribuna a fare festa con i tifosi, la sofferenza di una gara che sembrava non finire mai è diventata gioia irrefrenabile. Non si è capito più niente. E’ comparso pure un riganetto sugli spalti! Tutto talmente bello da non sembrare vero. Dopo la consegna della coppa i nostri sono rimasti sul prato a fare festa con i tifosi e probabilmente sarebbero rimasti li tutta la notte se i custodi glielo avessero concesso. Poi tutti sul pullman per il ritorno festante in paese dove c’era una folla in tripudio ad attendere i giovani campioni. Ed ancora cori cantati a squarciagola, sfilata a piedi con la coppa per le strade del paese. Una gioia infinita. Hanno vinto tutti, abbiamo vinto tutti. Ma hanno vinto soprattutto i nostri ragazzi, eroici. Ed ha vinto il loro tecnico Roberto, alla seconda esperienza da allenatore e già campione dell’Irpinia. Ha avuto il merito di forgiare una squadra vera, fatta di tecnica, tattica e attributi. Ed ha vinto il presidente Generoso che da cinquant’anni è nel mondo del calcio e con la sua Olimpia ha fatto giocare a pallone varie centinaia di caposelesi. Non è un caso che ci fossero tanti giovani sugli spalti. La stragrande maggioranza di loro ha almeno un aneddoto da raccontare sulla propria partecipazione a qualche gara dell’Olimpia. Girgia ha fatto giocare tutti e continuerà a farlo e questa soddisfazione è anche, finalmente, un premio alla carriera. Ed ha vinto tutto lo staff dirigenziale dell’Olimpia che ha messo i ragazzi in condizione di giocare a pallone senza pensare a nient’altro. Ed hanno vinto gli straordinari tifosi che si sono attaccatti a questa meravigliosa squadra.

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cercato di difendere, rimaneggiatissimi, il vantaggio a Cimitile contro i Future Boys. Erano sotto 2-0 a cinque dalla fine ma ci hanno creduto ed hanno ribaltato il risultato andando addirittura sul 2-3! Roba che era già una vittoria. Ieri tutto sembrava perduto. Tutto sembrava avviarsi verso un “grazie lo stesso, siete stati comunque stupendi” con i tifosi pronti a tributare l’applauso consolatorio destinato a chi perde non meritandolo. Ma i nostri ragazzi non sono gente che si arrende. Si erano trovato in svantaggio nel primo tempo a causa di un rigore inventato di sana pianta. Avevano giocato pure maluccio a dire il vero. Ma nella ripresa è entrata in campo un’altra squadra, la squadra che avevamo ammirato nelle precedenti partite, la squadra che il mister Roberto ha forgiato per crederci sempre, fino all’ultimo. Hanno preso l’Eclanese e l’hanno chiusa nella sua metà campo, hanno conquistato palloni su palloni per andare all’assalto della porta avversaria ma niente, la palla non voleva sapere di entrare. Erano ormai passati tre minuti da quando l’arbitro ne aveva concessi quattro da recuperare quando Salvatore Russomanno ha ricevuto palla nella sue metà campo, ha alzata la testa ed ha lanciato la corsa di Gerardo Nisivoccia con un fatato colpo d’esterno a scavalcare la difesa. Nisivoccia si è prodigato in una progressione impressionante sulla fascia sinistra, e, poggiando su un ginocchio che definire malconcio è un eufemismo, ha lasciato tutti dietro ed è entrato in area. Giuseppe Caruso, entrato da poco, ha fatto quello che dovrebbe fare sempre un centravanti , ha capito un’ora prima degli avversari cosa stava per succedere. Si è smarcato a centro area ed ha aspettato l’assist che è arrivato nel momento giusto. Tocco di sinistra a centro di Nisivoccia, tocco di piatto destro di Caruso e palla nel sacco. 1-1 a quaranta secondi da fischio finale! Gli spalti, che erano ormai un appendice della Palmenta, sono esplosi, i ragazzi si sono abbracciati e tutto è sembrato avere finalmente senso! Nei supplementari i nostri hanno continuato ad avere il pallino del gioco ma senza riuscire a trovare la zampata vincente. Poi i rigori hanno fatto giustizia. “NOI-VO-

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L’Olimpia Caposele si laurea campione provinciale della categoria Giovanissimi al termine di una gara emozionante conclusa ai calci di rigore. Esodo dei tifosi che invadono la tribuna del Partenio e grande soddisfazione in paese. NOI-VO-GLIA-MO-QUESTA-VITTO-RIA!!! L’urlo da guerra del tifo organizzato caposelese è riecheggiato tra le mura del Partenio per tutto il pomeriggio fino a trasformarsi, dopo due ore di battaglia agonistica e 18 calci di rigore, in un esplosione di gioia irrefrenabile. Una squadra di giovani caposelesi era là, sul terreno di uno stadio che anni prima era stato calpestato da Falcao, Zico, Platini, Rummenigge, Maradona, Gullit, a festeggiare la vittoria di un campionato provinciale, un sogno talmente grande che pareva azzardato soltanto farci un timido pensiero. È difficile tramutare in parole tutta l’emozione che è passata attraverso i miei occhi ieri pomeriggio, troppo fresca è la vittoria per poterla analizzare freddamente, troppo valore ha questo successo per farne cogliere appieno l’importanza a chi leggerà queste poche righe. Bisogna innanzitutto togliersi il cappello davanti a questi meravigliosi ragazzi, i “giovani leoni dell’Olimpia” come li avevo battezzati felicemente qualche mese addietro. Coraggiosi ed indomiti come i leoni (almeno come la visione letteraria che si ha dei leoni perché quelli veri in realtà sono animali pigrissimi!), mai un segno di cedimento e piena convinzione nei propri, straordinari, mezzi. Hanno vinto il girone eliminatorio con una facilità irridente, 14 vittorie su 16 gare e due sole sconfitte venute dopo che il divario con le inseguitrici era già incolmabile. Poi è venuta la seconda fase, quella ad eliminazione diretta, quella in cui vince chi, oltre alla tecnica, ha pure carattere e voglia di primeggiare. Sono venute quattro vittorie ed un pareggio, 5 partite epiche. Nei quarti un 1-0 difeso con i denti a Lacedonia ed un sofferto 1-1 alla Palmenta. Le semifinali,poi, sono partite con l’apoteosi della iella: infortunio di Panariello e Nisivoccia nei primi minuti. Ma i nostri ragazzi non sono gente che si arrende. Hanno stretto i denti e vinto 1-0 in casa e

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ncora non riesco a esprimere pienamente l’emozione e la gioia per questo grande traguardo che abbiamo raggiunto; preferisco ricordare il nostro titolo di CAMPIONI PROVINCIALI attraverso un articolo tratto da Caposeleonline e firmato Jerry Holland che ho trovato molto appassionante. Prima, però, sono doverosi dei ringraziamenti. GRAZIE ai nostri tifosi che ci hanno sostenuto non solo nella finale del Partenio, ma per tutto l’arco della stagione; mi piace ricordare, in particolare, la semifinale di Cimitile (nei pressi di Nola), dove i nostri sostenitori hanno trasformato un campo alla vigilia ostile in una seconda Palmenta! Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma siete stati veramente in tanti: faccio un nome per tutti, Vincenzo Iannuzzi. GRAZIE ai nostri sponsor: RISTORANTE 7 BELLO, AUTOCARROZZERIA CIFRODELLI, PITTURE E COLORI ANTONIO D’ELIA, CHAPLIN PUB, BAR FANDANGO, FORD DI VINCENZO, Q8 ROSANIA, TABACCHERIA EUGENIO, MODA TENDER, VIAGGI VITALE, ARTE FERRO SELE. GRAZIE all’amministrazione comunale, al Sindaco e in particolare all’amico Tommaso Cibellis, consigliere delegato allo sport, che in questo periodo ha vestito non solo i panni dell’amministratore, ma anche del tifoso. Un ringraziamento anche ai dipendenti comunali che hanno gestito l’area sportiva nei mesi del commissariamento e particolarmente a Gerardo Melillo che si è reso sin dal primo momento disponibile alla nostra causa. Ora per questi giovani e per l’Olimpia Caposele si apre l’opportunità di partecipare al Campionato Regionale, vetrina molto importante per i ragazzi e per il paese, ma altrettanto impegnativa. Un’ultima cosa che mi preme sottolineare, a ulteriore dimostrazione del valore di questo gruppo, è il quarto posto ottenuto(su circa quaranta squadre) nella coppa disciplina, che si va a sommare al secondo posto dello scorso anno. Ora, però, è il momento della festa. Prima di lasciarvi alle emozioni della finale ecco l’organigramma della società e i nomi dei 21 campioni provinciali. A.P.OLIMPIA CAPOSELE: Presidente Notaro Generoso, Vice Presidente Russomanno Giuseppe e Cifrodelli Antonio, Segretario Caruso Angelo, Consiglieri Sista Donato, Russomanno Eugenio, Ciccone Pasquale. LA ROSA: Aiello Gerardo, Caruso Giuseppe, Ceres Francesco ’93, Ceres Francesco ’94, Ceres Roberto, Ciccone Piero, Colatrella Giuseppe, Ilaria Jaime, Lenza Lorenzo, Liloia Donato, Mariniello Lorenzo, Merola Vito, Monteverde Rocco, Nisivoccia Gerardo, Panariello Lorenzo, Patrone Rocco, Rosania Italo, Russomanno Marcello, Russomanno Mattia, Russomanno Salvatore, Viscido Nicola.

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OLIMPIA CAPOSELE CAMPIONE PROVINCIALE

Roberto Notaro

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Le foto riportate in questa rubrica rappresentano

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una sorta di mappa tematica che abbraccia il presente ed il passato, l’effimero ed il permanente, il serio ed il faceto, il costume e le tendenze. E’ una raccolta appesa al filo della memoria, tesa verso un futuro di continua riflessione.

Salvatore Russomanno, le figlie e Giovanna Spatola

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L'avv. Palmieri, l'avv. Chiaravallo, Il Sindaco Pasquale Farina e il Dr. Donato Merola

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Miriam Sturchio di Alfonso e Tania Russomanno 10.04.08

Gerardo Monteverde e Lorenzo Malanga

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L'ing. Gerardo Luongo e signora

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Giuseppe, Lorenzo e Donato

Maurizio Zarra e Gerardo (iuventino)

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Cettina Cibellis

Giovanni Aiello

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D'Elia Graziella, Maria Monteverde e Giovanna Sozio

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Franco Ilaria al lavoro nel laboratorio

Gerardino Di Pasquale e Ludovica

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Gruppo di Prima comunione con Suor Maddalena, Don Vincenzo e le catecumene

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Rosalba Cetrulo


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L'album de La Sorgente

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Alfonsina Rosania nel pieno delle funzioni di Vice Sindaco

Aurora Cetrulo

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Maria Martino, Rosa Grasso e Rosanna Martino

Franca, Pasquale Monteverde e Alessandro

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Elodia Guerrera

Nicole Guerrera

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Lellina, Angelina, Gerardina e Grazia

Niccolò Chirico Lorenzo Gervasioe la figlia Carmen

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Giada Russomanno

Nicola e Mina Nesta

Mena Curcio

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Luciano eLorenzo Ferrara con la madreGerardina

Mimmo Grasso e una segretaria della CIA

Vincenzo, Pino e Donato

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CHIESA MADRE, LUOGO DELLA MEMORIA TERZA PARTE

IL “TESORO” DI S. LORENZO

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da chi ne sentì tanti anni fa parlare dagli anziani nati verso la fine dell’Ottocento. Sparita come tutte le altre cose. Terminano questo elenco i manufatti in tessuto ad uso della chiesa, quali tovaglie e sottotovaglie d’altare, asciugamani e paliotti. I paliotti erano dei pannelli ricoperti di stoffa pregiata variamente decorata. Essi nelle solennità venivano posti a coprire la parte inferiore dell’altare maggiore, per dare allo stesso una certa magnificenza e decoro: «Tovaglie per uso d’Altari: Per l’altare di S. Lorenzo, del SS.mo Sagramento, della SS.ma Concezzione e di S. Maria de Suffragii n° 12. Sottotovaglie n° 14. Tovaglie per uso delle mani: in Sagristia n°4. Palliotti n° 3; cioè, uno di drappo, con oro, e guarnigione anco di tema d’oro, con due Imprese della Sig.ra Principessa Filomarino di Caposele, da che fu donato per sua devozione. Un’altro di lama d’argento, di colore celeste fraschiato, con due Imprese del Sig. Principe di Caposele, che lo donò per devozione. Un’altro di Damasco cremisi, con fascia da sopra fraschiata d’argento, con piccioli galloni, anco d’argento». Come si legge, dei tre paliotti esistenti a Caposele, due erano stati donati dai Principi di Caposele; infatti, riportavano ricamati gli stemmi nobiliari (le ‘imprese’) dei signori feudali del nostro paese. Paliotti, calici, vesti ricamate in oro e argento, suppellettili varie: un piccolo, ma significativo tesoro, dunque, quello di San Lorenzo, che i nostri antenati potevano contemplare nello splendore delle celebrazioni liturgiche che solennizzavano i giorni santi della Chiesa. Di tutto questo tesoro cosa è giunto fino a noi? Sono bastati due secoli e tutto è stato distrutto, alienato e, purtroppo, anche rubato. Lo scintillio dei fili d’oro e di tanta argenteria ora balena soltanto nel racconto che le pagine consunte dei documenti antichi ci tramandano e che, oltre a trasmettercene la bellezza, ci raccontano indirettamente anche lo scempio commesso sia dalle vicende storiche che dagli uomini ad un tale patrimonio di fede e di identità culturale.

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manipolo. Un’altra, anco di damasco usata, stola, e manipolo. Un’altra di portanova, con guarnigione di seta. Un’altra di boccajale, con guarnigione di seta. Color nero: Una pianeta di damasco, con guarnigione d’argento. Quattro altre di boccajale usate, guarnite di seta, stole, e manipoli. Un’altra pianeta della stessa maniera. Due tunicelle di damasco nuovo, guarnite d’argento. Un piviale di damasco, con guarnigione d’argento. Veli: Bianchi n° 3. Rossi n° 2. Neri n° 4. Violacei n° 3». Da quanto elencato si evince che a Caposele esistevano ben trentadue pianete di diverso colore, con altrettante stole e manipoli; dieci tunicelle con rispettive stole e manipoli e sei piviali. Totale: centotrentadue paramenti sacri. Un numero veramente rispettabile per un paese piccolo come il nostro. Oltre ai paramenti esistevano anche i cosiddetti vasi sacri, consistenti in calici e patene (i piattini su cui si pone l’ostia grande del sacerdote durante la messa), nonché altre suppellettili quali croce processionale, lampada, ostensorio per l’esposizione eucaristica, libri liturgici vari ed altro ancora; tutto secondo quanto si legge nel prosieguo dell’elenco: «Calici: Due d’argento con patene. Tre con coppa, e sottocoppa d’argento, con patene, e piedi di ramecepro indorato.Tre con coppa d’argento, sottocoppa e piedi di ramecepro indorato. Libri liturgici: Messali n° 5. Messaletti de’ Morti n° 4. Un Rituale. Un Martirologio. Una Lampada grande d’argento all’uso moderno. Una Pace d’argento. Un’Ingenziero d’argento. Un secchietto d’argento, con l’aspersorio. Una Croce d’argento colli cappetelli di ramecepro indorata. Un’ostensorio per l’esposizione del Venerabile tutto d’argento. Una Diadema d’argento p. la statua di S. Lorenzo di mezzo busto. Due borse, una bianca, ed un’altra violata per uso dei sacramentali. Un’orologio, per uso della Sagristia». Quindi ben sedici vasi sacri, tra calici e patene, di metallo diverso. A questi bisogna aggiungere altre sette suppellettili (croce, aspersorio, ostensorio ecc.) tutte d’argento. Merita una menzione particolare la corona che San Lorenzo possedeva, la cui flebile memoria ancora è tramandata

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quelli di colore viola per i tempi dell’attesa (Avvento e Quaresima), infine quelli di colore nero per i funerali (oggi questo colore non esiste più). La loro preziosità era dovuta al particolare tipo di stoffa che veniva usata, per lo più seta e damasco, decorato con fili d’oro e d’argento. I veli venivano usati per coprire il tabernacolo. Riporto l’elenco relativo ai paramenti sacri esistenti in Caposele nell’anno 1736: «Color bianco:Pianete nuove n° 3 di damasco, con guarnigione, e gallone d’oro, stole e manipoli della stessa maniera guarnite. Un’altra pianeta di damasco, con guarnigione d’oro mediocremente usata, con guarnigione d’oro, stola e manipolo. Un’altra anco di damasco usata, con guarnigione d’oro, stola e manipolo. Un’altra usata di lama d’argento, con gallone d’oro, stola, e manipolo. Un’altra usata di mezzo damasco, con guarnigione di seta, stola e manipolo. Due altre pianete usate di boccajale con guarnigione di seta, stola e manipolo. Due tunicelle di damasco usate, con guarnigione di seta, con stola di boccajale, e manipolo. Due tunicelle nuove di drappo moderno frascheggiato, con guarnigione d’oro, stola e manipolo. Due piviali di damasco usato, con frangie di seta. Color cremisi: Tre pianete nuove di damasco cremisi, con guarnigione d’oro, stole, e manipoli. Un’altra, anche di damasco usata, con guarnigione d’oro, stola, e manipolo. Due altre di damasco usato, con guarnigione di seta, stole e manipoli. Un’altra di boccajale, con guarnigione di seta, stola, e manipolo. Un piviale di damasco, con piccola guarniggione d’oro, e fascia di drappo frascheggiato. Un’altro piviale di velluto antico con fascia di color giallo. Due tunicelle di damasco fraschiate, molto usate. Color violaceo: Due pianete di damasco, con guarnigione di seta, usate, stole, e manipoli. Quattro di boccajale, con guarnigione di seta. Un piviale di raso usato, ed antico. Due tunicelle di damasco, con guarnigione d’argento, e frangia di seta, stole, e manipoli. Color verde: Una pianeta di damasco con guarnigione di seta, stola, e

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ontinuando il discorso sulla chiesa madre di Caposele, vale la pena soffermarsi su quanto di pregevole essa custodiva. Infatti, a renderla ancora più rilevante rispetto alle chiese parrocchiali dei paesi vicini non erano soltanto le opere d’arte del Ricciardi e le reliquie dei Santi, ma anche un discreto numero di sacre suppellettili che nel corso dei secoli i Caposelesi avevano donato al Santo Patrono. In essa, infatti, si conservava un vero e proprio piccolo “tesoro” di San Lorenzo, consistente in paramenti liturgici, vasi sacri, tovaglie d’altare e paliotti. Analizzerò ogni tipo di suppellettile citata, per farne comprendere sia il valore che l’uso cui era destinata. I paramenti sono ancora oggi le vesti liturgiche che il sacerdote e il diacono indossano per la celebrazione della messa e degli altri sacramenti. Per i sacerdoti esse sono la casula (specie di manto di diverso colore liturgico che avvolge interamente la persona), la stola (sorta di sciarpa che ricade sul petto) ed il piviale (mantello riccamente decorato in uso per le benedizioni e le processioni, e che può essere usato anche dal diacono). Bisogna però precisare che nell’elenco antico che mi accingo a riportare, la voce casula non compare; difatti prima del Vaticano II essa era sostituita dalla pianeta (una versione più essenziale della casula, corta sia in lunghezza che in ampiezza) cui si affiancavano la stola ed il manipolo (questo anticamente era un fazzoletto che poi, nel corso dei secoli, si trasformò in una striscia di stoffa decorata che il sacerdote portava appesa al braccio. Oggi non esiste più). Per i diaconi invece tali vesti sono la dalmatica (una sorta di camice decorato che giunge fino alle ginocchia ed è senza maniche), la tunicella (dalmatica più leggera) e la stola ad armacollo (stola simile a quella sacerdotale, le due estremità dalla spalla destra si congiungono al fianco sinistro). Le vesti liturgiche sia diaconali che presbiterali erano di diverso colore (come oggi). I paramenti di colore bianco venivano usati per le feste e le solennità, quelli di colore rosso cremisi per le feste dei martiri, per il Venerdì santo e per la Pentecoste, quelli di colore verde per il cosiddetto ‘tempo ordinario’ (a simboleggiare la speranza cristiana),

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di Mario Sista


Le foto inserite in questa rubrica riflettono, con i loro tratti particolari, il carattere, la psicologia e finanche la cultura di un popolo. Continueremo ad occuparci di personaggi tipici sperando che la rubrica sia di gradimento dei

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nostri lettori.

Pasquale Cifrodelli Tommaso Cibellis

Raffaele Monteverde

Nicola Nesta

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Gerardo Merola

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Antonio Castagno

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Grazia e Cettina

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Vincenzo Russomanno e Galdi Filomena

Grazia Curcio

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IV

MimĂŹ Farina

Francesco Di Vincenzo

Gerardo Sica

Salvatore Curcio

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Angelina Rosania e Concita Meo

Gerardo D'Elia

Gerardo Vitale

Gennaro Majorana

Marino Belvedere

Anno XXXVI- Agosto 2008 N. 76

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Cibellis Maria e Tommaso – Nozze d’oro

La foto in basso ritrae i due coniugi appena sposati; i figli e i nipoti hanno voluto festeggiarli in grande stile e regalare loro un momento indimenticabile.

TE

In data 24/09/07 Tania Dal Bò si è laureata in Scienza delle cCmunicazioni presso l’Università degli studi di Salerno, discutendo la tesi in Grammatica Italiana dal titolo “la bellezza della pubblicità: Un’analisi del lessico dei cosmetici” con votazione 102/110.

In data 28/05/08 Raffaele Rosamilia ha conseguito la laurea specialistica in “Comunicazione d’Impresa e Pubblica (Laurea di 2° livello) discutendo la tesi in “Informatio design” dal titolo:”I vantaggi della comunicazione tra gli oggetti” elaborata presso il Laboratorio di Marketing e Comunicazione visiva presso l’Università degli studi di Salerno e pervenendo ad una votazione di 106/110 con giudizio di validità di pubblicazione

Lo scorso 16.05.2008 presso l’Università degli Studi di Perugia - Facoltà di Farmacia, Gaetana Casale si è laureata in Controllo di Qualità nel settore Industriale, Farmaceutico e Alimentare discutendo una tesi molto apprezzata dal titolo: Metodologia SIX SIGMA nel controllo di qualità

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ri ONE u g u ZI A

Wanda e Pasquale Russomanno – Nozze d’oro

ED R la dal

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LA

In data 22 Aprile 2008 Fiorella Merino si è laureata in “Scienze del Servizio Sociale” presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa discutendo la tesi “La comunicazione: valore e strumento della Professione di Assistente Sociale” e pervenendo alla votazione di 110 e lode.

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In data 17/03/08 Giovanna Maroso si è laureata in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Salerno discutendo la tesi in sociologia economica dal titolo “La crisi del cattolicesimo in Italia e pervenendo ad una votazione di 107/110. Relatore prof. Antonio Carlo.

di Antimo Pirozzi

EN

Almanacco

AR

C

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In data 27 marzo 2008 Salvatore Conforti si è laureato in Scienze Biologiche ad indirizzo Biologia Molecolare presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli. Relatore Prof.ssa Marina Piscopo. La foto lo ritrae con il papà Fiorenzo il giorno della laurea.

In data 15/07/08 Ernesto Donatiello ha conseguito la laurea specialistica in Progettazione dei Sistemi Turistici presso l’Università Federico II di Napoli, con una tesi in Relazioni Pubblico Privato e Finanza di Progetto dal titolo “Le Partnership Pubblico Privato nel settore dei beni culturali” pervenendo ad una votazione di 110/110 e lode con menzione accademica.

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Anno XXXVI - Agosto 2008

In data 11/04/08 Maria Rosaria Merola siè laureata in “Storia dell’arte medioevale” presso l’ Istituto Univeritario Suor Orsola Benincasa con votazione 105/110 discutendo la tesi “La Cattedrale di Conza della Campania in epoca medioevale”

Corona Maia di Luca e Antonella 14-05-08

In data 26/marzo 2008 Elisa Malanga di Gaetano si è laureata in “Scienza della Comunicazione” presso l’Università di Salerno con tesi in Grammatica Italiana e comunicazione pubblica dal titolo “parole comuni, parola al comune, il caso del comune di Caposele nella comunicazione al cittadino”. In data 29/05/07 Roberto Notaro si è laureato in “ Lingue e letterature straniere” presso L’Istituto Universitario Orientale di Napoli discutendo la tesi: “L’intellettuale arabo del terzo millennio fra tradizione e globalizzazione”. N.76

Edoardo Grasso di Armando e Lola 27-09-07 La casa dei coniugi Angelomaria Sista e Marialuisa Cozzi è stata allietata dall'arrivo di un bel bimbo di nome Vito 3-07.08

Il compleanno di Gerardina festeggiato, con tutto il cuore, dagli amici che le hanno fatto dono di uno splendido mazzo di fiori; AUGURI


FATECI PERVENIRE, PRIMA DELL'USCITA DEL GIORNALE, TUTTE LE NOTIZIE, FOTO E RICORDI SUI VOSTRI CARI CHE GRADIRESTE VEDERE IN PUBBLICAZIONE. LE NOTIZIE CHE RIPORTIAMO SU QUESTE PAGINE, SONO IL SEGNO DELLA VOSTRA COLLABORAZIONE

Almanacco

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Gerardo Cetrulo m. 15 -07-2008

EN

Teresa Tarantino n.23-04-08 m. 03.07 08

Michele Zanca n. 22.22.40 m.29.01.08

G

Freda Giuseppe n.14.04.28 m.01.04.08

Giovanni Lariccia n.6.02.27 m. 21.06.08

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Nicola Viscido n.21-07-27 m. 17.02.08

Carmine Giorgio - n.07-10-30 m. 15-01-2008

Grazia Sturchio n.20.08.17 m.23.03.08

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Marianna Malanga n.02.12.21 m.02.06.08

Tantissimi Auguri ad Alfonso Gonnella che compie 60 anni anche dalla nostra redazione

Donna Maria Corona ha compiuto - 100 anni. Grandi festeggiamenti in famiglia. La redazione formula i migliori auguri

AUGURI

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Quattro generazioni con radici caposelesi Da sinistra: Assunta Cetrulo, Rosa Paolercia, Sonia e Lucia Castagno

eventi straordinari

AUGURI

EVENTI STRAORDINARI eventi straordinari eventi straordinari

Era giusto farti una bella sorpresa! A TE che hai un cuore grande, come Mamma e PapĂ , che mi ami come loro, senza limiti e condizioni. ATE che mi accompagni ogni mattina a scuola e che mi riempi delle tue attenzioni A TE NONNO, AUGURISSIMI PER I TUOI 60 ANNI. Federica

Anno XXXVI- Agosto 2008 N. 76

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Foto Archivio Conforti

Ultima

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Una foto di gruppo davanti ad uno dei presidi storici delle ultime elezioni comunali: il forno elettrico. Un grande entusiasmo accompagna tutti i fans della lista di "Caposele nel Cuore"

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Uno sguardo lungo via Roma in fiore

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La piazzetta retrostante la Chiesa di San Lorenzo

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E' quasi pronto il blocco dei 10 alloggi delle case popolari in via San Gerardo

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Uno scorcio del vicolo per il castello

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Anno XXXVI - Agosto 2008

N.76

sono disponibili

Dagli anni '70 fino alla tragedia del terremoto dell'80. Una serie di immagini introvabili ed irripetibili con luoghi, volti e avvenimenti ed emozioni di anni ormai trascorsi.

3 DVD

- un cofanetto con straordinari, in edizione limitata, dedicati a Caposele e alla sua storia ed inoltre

- i volumi 3째e 4째 de La sorgente

in offerta speciale

Il cofaneto contiene: DVD 1) "CAPOSELE ANNI '70" - documentari girati nel 1974, 1976, 1977 DVD 2) " UN ANNO A CAPOSELE" - il lungometraggio storico di Caposele prima del terremoto con le pi첫 belle immagini e scene di vita caposelese; DVD 3) "RICORDI E PENSIERI" - le immagini della tragedia che ha sconvolto nei luoghi e nelle coscienze il Paese con riprese dei momenti immediatamente successivi al 23 novembre 1980


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