Sorgente n. 69

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PERIODICO A CURA DELL'ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO CAPOSELE FONDATO NEL 1973

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Reg.Trib. S.Angelo dei L. n.31 del 29.1.74 - Sp. in A.P. art.2 comma 20/c L.662/96 Dir. Comm. Avellino -sem.- Anno XXXI - Dicembre 2003 -

Direttore Nicola Conforti email:lasorgente@caposele.it

ATTIVITA' AMMINISTRATIVA In ricordo di Alfonso, Lorenzo, Maurizio e Donato - speciale a pag. 16

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’anno che sta per concludersi lascia una traccia profonda ed indelebile nell’animo dei Caposelesi e segna un brutto momento nella storia del nostro Paese: una immane tragedia ha ferito a morte quattro famiglie e ha sconvolto e addolorato l’intera cittadinanza. Un anno triste, una storia di dolore e di fragilità umana: quattro giovani hanno perduto la vita in un incidente d’auto alle porte di Caposele. Quattro vite spezzate in così giovane età hanno gettato nel lutto, nel dolore e nella disperazione l’intera comunità. E’ stata, dopo quella del terremoto, la

Un anno triste

più grave sciagura verificatasi nel nostro Paese, la più crudele delle disgrazie capitata a quattro nostri giovani e promettenti concittadini. Il Paese tutto, unito e solidale come non mai, si è stretto intorno ai familiari delle vittime ed ha pianto con loro la scomparsa di tante giovani vite. Alfonso Sozio, Donato Sozio, Lorenzo Viscido e Maurizio Corona resteranno sempre nel nostro cuore e nei nostri ricordi.

Nicola Conforti

UN PRIMO

L

’Amministrazione Comunale è ormai prossima alla scadenza del mandato elettorale ricevuto cinque anni or sono e può ritenersi soddisfatta per il programma fin qui realizzato. Tralasciando di fare un bilancio analitico e completo di quanto realizzato, bilancio che verrà fatto nei prossimi mesi, mi pare che, per grandi linee, si possa sottolineare quanto segue: - sono state completate le urbanizzazioni di Materdomini e Caposele (rete idrica, fognature,

Dott. Giuseppe Melillo Sindaco di Caposele

illuminazione, strade e piazze); - sono stati completati, o in via di completamento, importanti lavori di edilizia scolastica (scuola media di Materdomini, polo scolastico di Caposele, ampliamento liceo scientifico i cui lavori partiranno in questi giorni); - gli impianti sportivi (piscina, (Segue in seconda pag.)


Attualità

A Caposele, si è recentemente inaugurato un Centro Sociale Giovanile, denominato D.A.L.M. in ricordo di Donato, Alfonso, Lorenzo e Maurizio, quattro giovani tragicamente scomparsi nel maggio scorso e il cui ricordo è sempre vivo nella nostra intera comunità. Il Centro sarà un luogo di aggregazione dove tutti i giovani del paese potranno realizzare e praticare varie attività, come teatro, musica, informatica nonché incontri e dibattiti su problematiche varie. Difatti l’inaugurazione del Centro è concisa con un dibattito sulla tossicodipendenza, in quanto ormai si avvertiva forte la necessità, che questo problema coinvolgesse tutta la popolazione, in maniera tale da trovare, insieme, delle soluzioni, per dare aiuto e cercare di impedire quelle forme di disagio che, spesso, sfociano in problemi di dipendenza dalle droghe. Il dibattito ha avuto una forma inusuale ma molto efficace: questa volta sono stati i ragazzi a parlare, mentre le Istituzioni e le varie associazioni erano tra la folla ad ascoltare il messaggio dei giovani. Sono stati esposti i vari punti di vista, i problemi e il disagio nel vivere in un contesto come il nostro dove le possibilità di aggregazione sono ancora poche e dove anche la Scuola dovrebbe aprirsi di più al territorio in modo da capire con i diversi vissuti, gli eventuali disagi di cui gli studenti/ragazzi sono portatori. L’ incontro è stato reso ancora più efficace dalla testimonianza di persone che sono riuscite a vincere il problema della droga, come ad esempio Damiano Garrigos, segretario dell’ Associazione Cristiana Evangelica Betel, ma la testimonianza più incisiva è stata quella di un genitore di Caposele, il cui figlio sta facendo il percorso della Comunità; questa ultima testimonianza ha inteso rompere quel muro di silenzio che non solo non aiuta i ragazzi, ma che accentua di certo il disagio di chi si vive in totale solitudine il problema della tossicodipendenza. Nel corso della serata poi il nostro gruppo di Servizio Civile Volontario, noi del progetto “Coinvolgere per non escludere” per la prevenzione del disagio giovanile, che, insieme agli altri volontari della Pubblica Assistenza stiamo attivando anche altre iniziative sul territorio e che ci siamo particolarmente impegnati nel recupero funzionale della struttura

che ospita il Centro D.A.L.M. oltre che nell’organizzazione del dibattito sulla tossicodipendenza, abbiamo lanciato l’imput per la tempestiva realizzazione del Forum Giovanile (come previsto anche da una circolare regionale) che potrà vedere i giovani effettivamente protagonisti delle scelte che li riguardano: aggregazione, lavoro, cultura, ambiente, etc. Speriamo che il Forum del nostro Comune diventi, da subito, un’opportunità per avvicinare i giovani alle Istituzioni, in modo da lavorare sinergicamente per costruire un paese, nel quale i ragazzi potranno riappropriarsi di giusti valori di riferimento e del quale si sentiranno inoltre parte attiva: sarà questo il modo migliore per ricordare i nostri quattro amici. I ragazzi del SCV “Coinvolgere per non escludere”

UN PRIMO CONSUNTIVO (dalla prima pagina)

campi sportivi, campetto di calcetto e tennis) sono pienamente funzionanti mentre sono in cantiere progetti di ampliamento e messa in sicurezza; - approvati in Consiglio Comunale diversi strumenti urbanistici (piano di zona, piano di recupero, piano acustico) attualmente al vaglio della Regione Campania; - approvazione del primo lotto del progetto P.I.T. che prevede la costruzione a Materdomini di una importante area espositiva a servizio del turismo; - sono stati presentati diversi progetti di sistemazione idrogeologica di tutto il territorio comunale, alcuni già coperti da finanziamento regionale; - stanno per essere cantierati 106 nuovi alloggi per la eliminazione definitiva di baracche e containers; - nuovo e forte impulso si sta dando alle politiche giovanili e di sostegno alle cosiddette FASCE DEBOLI (anziani diversamente abili e disagiati), con diversi progetti in cantiere ed altri in via di approvazione. E si potrebbe continuare, ma, come già detto all’inizio, un bilancio

Corso Garibaldi

La Sorgente n. 69

sommario Corso Garibaldi con la nuova pavimentazione. Sullo sfondo la nuova impalcatura per i lavori della Chiesa Madre

LA REDAZIONE Direttore Nicola Conforti

Periodico a cura della Pro Loco Capo-

Grafica e impaginazione Salvatore Conforti Segreteria di redazione e Fotografia Donato Conforti

HANNO COLLABORATO Antonio Sena, Mario Perrotti, Don Vincenzo Malgieri, Cettina Ca-

LE LETTERE A "LA SORGENTE" POSSONO ESSERE INVIATE ANCHE VIA E-MAIL AGLI INDIRIZZI: confortinic@tiscalinet.it lasorgente@email.it

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puntuale e completo verrà fatto nei prossimi mesi ed in altra sede. Nell’avviarmi alla conclusione mi sia permessa una sola riflessione: noi amministratori in carica e quelli che verranno dopo di noi potranno realizzare tutte le cose che ho elencato e anche molte di più, ma avranno probabilmente fallito il proprio compito se non saranno riusciti a ricostruire la Comunità. Una Comunità di cittadini che, pur nella diversità di posizioni politiche, sociali ed economiche, sappia sempre mettere al primo posto le ragioni della solidarietà, della tolleranza e del rispetto reciproco quando è in gioco la crescita civile ed economica del proprio paese. E’ questo l’augurio che come Sindaco rivolgo a tutti i Cittadini, ai Partiti Politici, alle Organizzazioni Sociali e Sindacali, al Mondo Religioso e al Direttore de La Sorgente che ha voluto ospitarmi su questo giornale. Auguri di Buon Natale e Buon

IN COPERTINA

A CAPOSELE UN CENTRO SOCIALE PER IL PROTAGONISMO POSITIVO DEI GIOVANI

sale, Cesara Maria Alagia, Gerardo Ceres, Giuseppe Melillo, Gualfardo Montanari, Donato Gervasio, Vania Palmieri, Alfonso Merola, Concetta Mattia, Antonella Grasso, Vitale Cetrulo

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A Caposele un centro ..... Zeppole e savoiardi Irpinia Terra antica La Chiesa Madre... Almanacco Statti cittu.... Può la solidarietà .... La città delle acque Sguardi su cose... Acqua bene comune... Piccola cronaca Dai giornali La tragedia che ha.... Caposele tomonomastica Per un progetto di .... Giovani e società L'album de la Sorgente Foto dei ricordi


REDATTORI

Cultura

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uel giorno di luglio del 1938 Salvatore aveva cinque anni. Suo padre Pasquale, che di mestiere faceva il barbiere a domicilio, era stato assunto temporaneamente dal Podestà dell’epoca per infoltire la schiera dei dipendenti comunali in occasione dell’arrivo a Caposele, nientemeno, del Principe Umberto di Savoia, erede al trono del Regno d’Italia, che si trovava in visita alle manovre militari sul vicino altopiano di Laceno e che sarebbe stato ospitato per una notte dalla comunità religiosa dei Padri Redentoristi di Materdomini. Per il giorno successivo era in programma anche una visita alle sorgenti del Sele e all’importante acquedotto pugliese da esse alimentato. Dal momento che la visita ufficiale alle Istituzioni locali avrebbe avuto luogo nella vecchia Casa Comunale, a Pasquale nei giorni che precedevano l’evento fu dato l’incarico di fare pulizia nell’ampio stanzone adibito ad archivio. C’erano da spolverare tutti i fascicoli, documenti cartacei ed atti matrimoniali del secolo precedente; c’era da ordinarli per data e disporli in apposite nuove cartelle; ma c’era soprattutto da rimuovere dal pavimento una spessa coltre di polvere, da disinfestare l’ambiente dagli scarafaggi e da aggiustare gli scaffali che scricchiolavano sotto il peso informe e disordinato della Burocrazia. Pasquale ce la mise tutta. Per il pavimento si fece dare una mano da sua moglie Assunta (pure lei). La brava donna, munita di soda caustica, non solo fece uscire a luce le vecchie piastrelle di maiolica, ma restituì loro la brillantezza dei colori originali, tanto che, quando furono lustrati pure i vetri della finestrella, che dava sul cortile interno, un raggio di sole andò a far risaltare al centro della stanza una decorazione, mai vista prima, composta da tre gigli bianchi su fondo azzurro. Gli scaffali furono consolidati, scartavetrati, riverniciati con una passata di olio di lino, e riempiti finalmente di tutto quel composto cartaceo, chiamato Burocrazia, che sembrava aver assunto un aspetto più leggero e trasparente. Alla fine a Pasquale fecero indossare anche una divisa provvisoria e lo misero a presidiare l’archivio, il ché lo fece sentire molto orgoglioso del lavoro svolto, specialmente dopo il plauso pubblico che incassò da parte del suo Podestà, e già pregustava quello più solenne di Sua Altezza Reale, quando all’indomani avrebbe sicuramente visitato la casa comunale ed i suoi ambienti. Ma Pasquale volle andare oltre. Pensò di accogliere il Principe Umberto nel “suo” archivio

in una maniera più consona al futuro Re d’Italia. Occasione unica ed irripetibile nella vita comune di un barbiere a domicilio, prestato per l’occasione alla custodia della Burocrazia. Nella migliore tradizione caposelese (ma diffusa ovunque se si pensa ai capponi di Renzo), che è quella di presentarsi presso coloro che esercitano un certo potere (giuridico, politico, scolastico, militare, sanitario, bancario) con un’offerta composta da dolcetti alle nocciole, soppressate, fusilli e leccornie varie, Pasquale ritenne che per il Principe Umberto l’offerta doveva essere veramente speciale, perciò tenne impegnata per una giornata intera nuovamente sua moglie Assunta, fine fattrice di zeppole e vari dolciumi caposelesi. Ma Pasquale aveva anche sentito il maresciallo dei carabinieri, che parlava delle straordinarie misure di sicurezza che non avrebbero consentito a chicchessia di avvicinarsi al Predestinato di Casa Savoia; pertanto la folla, dei caposelelsi, seppur plaudente, sarebbe stata tenuta a distanza e che la casa comunale sarebbe stata presidiata, fin dalle prime ore del mattino, da un drappello speciale di dragoni che, in alta uniforme, seguivano il Principe Sabaudo in tutti i suoi spostamenti, e che inoltre, quando questi spostamenti avvenivano nelle zone dell’Italia Meridionale, alla Guardia Reale venivano affiancati anche agenti della milizia del Regime fascista; il Duce, infatti, in un epoca di forte fibrillazione internazionale non poteva permettersi di rischiare l’incolumità di un rappresentante di quella Casa Savoia, che garantiva la sua legalità “dittatoriale” . Pasquale non capiva il senso di queste eccessive precauzioni, tanto che non esitò a mettere in gioco il suo figlioletto Salvatore, che venne introdotto fin dalla sera prima nell’archivio e venne tenuto nascosto nello stanzino delle scope con un vassoio pieno di profumate e flagranti zeppole destinate a Sua Altezza Reale al suo ingresso nella casa comunale; lo scopo era quello di eludere tutte le misure di sicurezza: e le zeppole meritavano tale accurata strategia. Ma proprio quella notte lo stanzone dell’archivio fu destinato ad un’importante riunione tra i Servizi di Sicurezza del regime fascista e quelli di Casa Savoia. Salvatore ebbe paura di essere scoperto e si ritrasse nel fondo dello stanzino attiguo dietro un paravento di panno spesso, da dove riusciva, però, a sentire le voci stentoree dei militari, lo schiocco istantaneo dei tacchi, il dialet-

to, puteolano ed impastato di sonno, del maresciallo dei carabinieri, che si inframmezzava ad una specie di scioglilingua del capitano piemontese, a cui ribatteva in tronfio ciociaro il gerarca di Frosinone. Salvatore, sentendosi abbastanza al sicuro, si incuriosì e, sbirciando dal buco della chiave, si rese conto di una certa gravità della situazione nel notare le armi in mano ai militari e la serietà con cui il capitano piemontese leggeva un documento che precedentemente aveva chiamato “rivendicazione” e poi “farneticazione”. Anche se il capitano lesse con voce chiara e cadenzata, Salvatore riuscì a capirci ben poco, ma alcune parole rimasero impresse nel suo cervello e non le avrebbe dimenticate per tutta la vita: Ordigno, Questione Meridionale, Compagni Briganti, Colonna dei Gigli Bianchi, Movimento Borbonico Organizzato, Monarchia Imperialista, Gruppo Armato Garigliano, Bava Beccaris. Ma Salvatore ebbe un sussulto quando un Ufficiale di nome Martini incominciò a guardarsi intorno perché sentiva un buon odore di pasticceria (le zeppole) pervadere l’intero ambiente, nonostante il fumo stagnante di sigarette. Ma l’alba non tardò ad illuminare l’archivio. Tutti i militari ed i responsabili della sicurezza si dileguarono, secondo una studiata tattica, per andar ad occupare le postazioni prestabilite. Pronti a prevenire, prontissimi a reprimere. Quella notte c’era stato un coprifuoco mai visto su tutto il centro abitato e dintorni. Ronde di milizia in camicia nera e Guardie Reali a cavallo avevano pattugliato in lungo ed in largo dalla Portella alle Sorgenti. Quella fu una notte insonne per Pasquale, che già era in strada alle prime luci dell’alba. Prima di uscire si annodò al collo un fazzoletto azzurro dello stesso colore delle Guardie Reali. E con quella sua divisa, seppur provvisoria, da impiegato comunale, attraversò le strade ancora deserte, sentendosi protetto da una sorta di speciale salvacondotto cucitogli addosso dall’Autorità Costituita. Arrivato sulla via principale del paese, sotto ad alcuni manifesti inneggianti al Regime ed alla Casa Savoia poté scorgere, senza soffermarvisi, un “abaso vitorio” “ebiva garibaddi” “armi al popolo”. Poi sotto il primo chiarore del giorno scorse, attaccato di fresco sul fronte della fontana, un manifestoproclama, di cui, a parte la diversità di grafica e di impaginazione, notò frettolosamente l’intestazione

di Antonio Sena

A N T O N I O

ZEPPOLE e SAVOIARDI

“INSURREZIONE” ed il piè pagina “FRONTE DI LIBERAZIONE MERIDIONALE”, quest’ultima scritta sovrastava un grande simbolo colorato con la stessa effigie che aveva trovato sul pavimento maiolicato del suo archivio appena pulito. Pasquale trasalì e subito rivolse il pensiero al suo figlioletto Salvatore, abbandonato per tutta la notte nello stanzino adiacente l’archivio. Pensò che forse aveva commesso una leggerezza dalle conseguenze non ben definibili. Affrettò il suo passo. La sua divisa-salvacondotto gli fece attraversare senza problemi il cordone di sicurezza schierato intorno alla Casa Comunale. Lo stanzino dell’archivio era ancora chiuso. Con ogni precauzione possibile fece uscire suo figlio Salvatore dallo stanzino, lo rassicurò; poi si volle anche rassicurare se le zeppole c’erano tutte ed in che stato si trovavano, seppe della riunione notturna, ma non ci diede eccessiva importanza, tranne che per il supplemento di lavoro a cui dovette sottoporsi per spazzare il pavimento dalle cicche di sigarette, ricollocare le poche sedie intorno al tavolo e risistemare qualche cartella che era stata aperta e non rimessa a posto. Notò che una di essa corrispondeva ad una famiglia di notabili caposelesi, ma non approfondì più di tanto. Poi aprì la finestrella per far entrare l’aria fresca mattutina e far uscire quella ammorbante notturna. Tutto in poco tempo fu di nuovo pronto per accogliere Sua Altezza Reale. Salvatore fu messo sull’uscio dell’archivio con in mano il vassoio di zeppole. Ognuna di essa, cosparsa di zucchero e cannella, era avvolta in un candido tovagliolo di carta velina che faceva risaltare il colore ambrato di ogni singolo pezzo. Quando arrivò il Podestà

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Cultura per gli ultimi dettagli , pensò, a cose fatte, che quella profumata leccornia dopotutto era una buona idea e dispose anche che, in aggiunta, venisse offerta al Principe una brocca di acqua fresca, quale simbolo della nostra Città, sempre generosa in fatto di acque. Salvatore era in uno stato di altissima emozione. Dalla piazza si sentì un lungo applauso. Ma la scorta armata, elegantemente vestita e schierata su due ali separò inesorabilmente dal Principe la gente di Caposele. Solo uno stuolo di Padri Redentoristi fu accreditato per stare intorno all’austera figura del Principe. La folla comunque era tanta, molti reduci o balilla nella divisa militare delle adunate fasciste, tante ragazze addobbate per l’occasione come “pacchianelle”, tutti parteciparono con una grande carica festosa, degna della migliore sagra paesana. Tutti fino all’ingresso della casa comunale. Poi passi regali salirono felpati la scala, in cima alla quale il protocollo prevedeva che ci fosse ad accoglierlo il Podestà con il suo apparato politico

ed amministrativo per una sontuosa commemorazione dell’evento. Ma, deludendo le aspettative di tutti, la visita del Principe fu brevissima, giusto il tempo di apporre la sua firma sull’albo comunale. Non gli fu concesso nemmeno di esporsi sul balcone per salutare la folla acclamante. Con rammarico il Podestà, solo per sbrigare la formalità del benvenuto, fece un succinto riassunto del discorso che aveva con cura preparato. Avrebbe voluto ampiamente illustrare i trascorsi legami dei piemontesi con Caposele dove, dopo il traforo del Sempione, all’inizio del secolo arrivarono come ingegneri, minatori, operai comuni per incanalare la copiosa acqua sorgiva verso la Puglia. E avrebbe voluto appunto concludere con un’offerta, in brocca, della famosa acqua. Ma le disposizioni erano rigide e precise per gli addetti alla sicurezza che non fecero avvicinare nessuno al Principe, né gli consentirono di toccare alcunché. Ci provò anche un azzimato impiegato comunale, proponendo un brindisi con una bottiglia di vino moscato, estratto da un vitigno di origine piemontese, arrivato pur esso con i

minatori del Sempione, e fermentato naturalmente al buio della sua cantina, costruita, a suo dire, da maestranze di Racconigi. Ma non bastarono tanta piaggeria e tanto arruffianamento a mutare l’atteggiamento del Principe e della sua Guardia Personale che, senza concedere null’altro ai sudditi caposelesi, decisero di guadagnare l’uscita con passo celere. Solo Salvatore, mentre il Principe fendeva la folla di funzionari, militari e dignitari, riuscì a comparire fulmineamente davanti all’archivio e ad attirare l’attenzione del Principe presentandogli sotto il naso le zeppole profumate di zucchero e cannella. Il futuro Re d'Italia, da buon savoiardo, non abbassò lo sguardo, ma lo volse, con regale compiacimento, verso l’interno della stanza ammirandone l’ordine, il lindore ed un certo disegno sul pavimento maiolicato. Salvatore era troppo piccolo per incrociare lo sguardo del Principe, ma avvertì un brivido sentendosi sfiorare la guancia da un guanto di pelle finissima, mentre vide che l’altra mano regale aveva già fatto presa su una zeppola.

Irpinia, terra antica L’Irpinia può essere presa ad esempio di quell’immenso patrimonio turistico delle zone interne, poco conosciuto, ma che tuttavia risulta sempre più prezioso e insostituibile. Questa terra è un concentrato straordinario di testimonianze culturali, storiche, folcloriche, ambientali etc. comuni a tantissimi altri territori della nostra Italia. Questo è un viaggio ideale che chiunque può trasformare in reale, con un pò di tempo a disposizione e con la voglia di trovarsi al cospetto di piccoli gioielli, testimonianze del sacrificio e dell’intelligenza di tantissima “povera gente”; e non di grandi opere, privilegio esclusivo di pochissimi, munifici sovrani. Terra antica il cui popolo, gli Irpini (tribù sannita), si oppose a Roma per secoli (290-80 a.C.) fino a quando Silla non fondò Abellinum (odierna Atripalda) a cui si aggiunsero città quali Aquilonia, Aeclanum, Abella, Equum Tuticum, Caudium, Trivium e Compsa (delle quali notevoli sono le testimonianze arche-ologiche di edifici e manufatti, questi ultimi raccolti anche nel Museo Irpino di Avellino). Cosa dire poi delle varie dominazioni bizantine, longobarde e normanne, tutte interessate all’importanza strategica del territorio quale unico valico per la

Puglia, testimoniate dagli innumerevoli castelli e torri di Ariano, Monteverde, Zungoli, Torella dei Lombardi, Rocca S. Felice, Bisaccia, Sant’Angelo dei Lombardi, Gesualdo, Monteforte, Summonte, Montefusco (quest’ultimo trasformato in carcere politico dai Borboni che vi rinchiusero numerosi patrioti). Terra di gente bellicosa, dicevamo, ma anche terra di gente fortemente religiosa che, dal tempio della dea Mefite di romana memoria (Virgilio, Eneide, canto VII), ai santuari cattolici di Montevergine, della Madonna Nera o Mamma Schiavona per i napoletani, e di San Gerardo Maiella a Caposele. Cosa dire poi dell’ambiente se non che è ricco di acque, il più ricco del mezzogiorno, (i fiumi Sele, Ofanto, Calore nascono qui); di boschi di castagni, querce, aceri, faggi, olmi etc, di laghi (sia pur piccoli); il tutto incorniciato dalle montagne che rappresentano la particolare caratteristica di questa terra. Infine il folclore, con i Carnevali (Febbraio), i Presepi Viventi e Tradizionali (dicembre), le Feste Religiose (Carro di Mirabella e Fontanarosa); la Rassegna Internazionale delle Orchestre (luglio), e le sagre dei numerosi e straordinari prodotti tipici che vanno dai vini DOC bianchi “Fiano” e “Greco” e DOCG

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Fu allora che il capitano piemontese fece al Principe un cenno impercettibile, deciso e spietato. La zeppola, per motivi di sicurezza savoiarda, doveva restare lì dov’era. La mano del Principe si ritrasse. Gli occhi del bambino si rabbuiarono. Allora la carezza del guanto regale si fece più intensa ed il Principe si sentì in dovere di compensare quel diniego con una promessa: “Ho un figlio, di qualche anno più piccolo, ma sono sicuro che un giorno sarà lui a ritornare a Caposele, per rendere onore a queste squisitezze, che sono degne della migliore gastronomia italiana”. Quel giorno di marzo del 2003, dopo un lungo esilio, mentre sul vicino aeroporto di Capodichino atterrava il jet personale di Vittorio, figlio di Umberto, in una casa di Caposele fu messo in tavola un vassoio di zeppole profumate di zucchero e di cannella. E Salvatore si mise ad aspettare…

Antonio Sena

di Mario Perrotti

rosso “Aglianico di Taurasi”, ai torroni, alle mozzarelle, ai caciocavalli, ai taralli, alle castagne, ai funghi, ai tartufi e alle nocciole per citarne alcuni, fino all’artigianato che, spesso, è anche arte, come quella del tombolo di S. Paolina e Montefusco, della pietra di Fontanarosa, del ferro battuto di S. Andrea di Conza, delle ceramiche di Ariano Irpino e Calitri, dell’intaglio del legno di Bagnoli Irpino etc. Tutto per allietare un soggiorno particolarmente piacevole per chiunque

La piazza retrostante la Chiesa Madre


Attuali-

LA CHIESA MADRE ... TRA CRONACA E CRONOSTORIA DI UN EVENTO POCO LIETO

SAN LORENZO MARTIRE Pro memoria a cura di Don Vincenzo Malgieri 1984 - La Curia Arcivescovile affida l’incarico della progettazione della nuova Chiesa all’Ing.Vittorio Gigliotti. 25/9/85 -L'ing. Gigliotti presenta la prima bozza del progetto e ascolta i suggerirnenti dell’Arcivescovo, del Sindaco, della Giunta, dell’Arch. Scirè e del Parroco. 11/4/87 - Il progetto con il relativo plastico viene illustrato dal medesimo ingegnere ad un pubblico numeroso di cittadini, presenti il sindaco, l’arch. Scirè e i tecnici locali. 11/87 - Il progetto viene presentato al Soprintendente Arch. De Cunzo, il quale con un atteggiamento gravemente lesivo della dignità della persona del progettista lo rigetta. 9/88 - L’Arcivescovo Nuzzi inoltra il Ricorso Gerarchico al Ministro per i Beni Culturali e Ambientali. 12/88 - Il ricorso è accolto e viene data la

prima approvazione del progetto con lettera ministeriale Prot. n. 13324. 3/89 - La nota ministeriale non è ritenuta vincolante dal Soprintendente De Cunzo, perciò fa seguito da parte del Ministero una seconda Nota Prot.N.2504. 9/90 - L’ostilità preconcetta dell’Arch. De Cunzo continua e il Ministero emette l’approvazione definitiva con la Nota n. 9118. 6/91 - Finalmente il nuovo Soprintendente Elio Garzillo concede la vidimazione richiesta. Da questa data il progetto è affidato per la sua realizzazione al Provveditorato alle Opere Pubbliche di Napoli, Sez. di Avellino. Trascorrono sei lunghi anni fino al 5.12.96 quando i lavori di ricostruzione vengono appaltati alla Ditta FENODEL, che apre il cantiere il 4.6.97 impegnandosi a terminare il primo lotto entro il 3.3.98. 26.6.2000

viene firmata la rescissione del contratto da parte della Ditta Fenodel lasciando il cantiere nel più completo La facciata principale della Chiesa madre in costruzione abbandono. Luglio 2002- il Provveditorato assegna il nuovo appalto alla Ditta EDIL DISA Umberto Musco, Collaudatori Arch. di Cercola (Napoli), la quale nel mese Emilia Cirillo e Ing. Luigi Cravetti, di ottobre comincia a rimuovere alle due Ditte Fenodel nella persona di l’enorme quantità di ogni tipo di rifiuti Michele De Mita di Nusco, Edil Disa accumulati. nella persona di Antonio Di Sarno di Nel mese di novembre gli ingegneri Cercola, chiedendo loro di darci le collaudatori in corso d’opera si sono spiegazioni e le motivazioni vere e reali ricordati del loro dovere di verificare per questa conduzione scandalosa dei la normalità dei lavori già eseguiti, lavori di una opera di utilità pubblica e determinando la permanente chiusura segno imprescindibile dei grandi valori del cantiere. professati e vissuti dall’intera comunità Le prove di laboratorio del cemento, di Caposele. richieste a novembre, vengono eseguite (n.d.r.) all’inizio di marzo, ora siamo a metà di Ottobre-03 appalto ad una nuova maggio ma tutto ancora è nel vago. Ditta che si attrezza per montare una 17-5-03 Con grande delusione ed luccicante impalcatura. offesi ci si rivolge al Sig. Provveditore Ad oggi siamo ancora in fiduciosa attesa alle OO.PP. di Napoli, ai tecnici che la nuova Impresa inizi il lavoro. incaricati Dirigente Ing. Alessio Venuta, Direttore dei Lavori Ing.

DELIBERA COMUNALE

COMUNE DI CAPOSELE - DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE sull’assunzione delle determinazioni necessarie per la immediata ripresa e conclusione dei

lavori concernenti la

‘Ricostruzione della Chiesa madre San Lorenzo Martire in Caposele.

Il Sindaco prima di iniziare la discussione sul punto all’ordine del giorno ringrazia per la partecipazione all’odierna seduta consiliare sua Eccellenza l’Arcivescovo Padre Salvatore Nunnari della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi e Monsignore Vincenzo Malgieri, Parroco di Caposele. Chiarisce al consesso che quella odierna è una seduta consiliare straordinaria ed “aperta” ai sensi dell’art.41 del Regolamento di organizzazione del Consiglio Comunale. In tali tipi di adunanze il Sindaco-Presidente garantendo la piena libertà di espressione dei membri del Consiglio Comunale, consente interventi di Rappresentanti di altri enti, associazioni politiche, sociali, religiose, sindacali interessati ai temi da discutere, che siano stati invitati. Dopodiché passa a trattare l’argomento posto all’ordine del giorno, ripercorrendo tutte le vicende della Chiesa Madre di S. Lorenzo. Ricorda che oramai i lavori della Chiesa sono fermi da circa 3 anni. Ciò non è più tollerabile per due ordini di ragioni: sia perché questa struttura nelle condizioni in cui si trova è pericolosa, è un cantiere a cielo aperto, sia perché la collettività caposelese chiede a gran voce il completamento di quest’opera, sempre stata nel passato, punto di aggregazione non solo religioso della cittadinanza. Entra il Consigliere Grasso Gaetano. Interviene Monsignore Vincenzo Malgieri, il quale consegna al Sindaco un dettagliato promemoria concernente tutte le vicende che hanno interessato la ricostruzione della Chiesa Madre “San Lorenzo Martire” dall’inizio dei lavori ad oggi, da allegare al presente verbale. Interviene 1' Arcivescovo Padre Salvatore Nunnari il quale manifesta tutto il suo sdegno per questa vicenda. Si è interessato personalmente del problema ma purtroppo ciò non è stato sufficiente. Condivide l’idea del Sindaco di interessare il Prefetto di Avellino affinché indica apposita Conferenza di servizi. Interviene il consigliere Montanari il quale condivide la necessità di completare al più presto i lavori della Chiesa, punto di riferimento per la popolazione caposelese. Dichiara di aver ascoltato con interesse le parole di Padre Nunnari e di essere preoccupato se il problema è effettivamente di tipo tecnico- strutturale. Ringrazia il Sindaco per aver organizzato questa riunione, sensibile alle richieste di Don Vincenzo Malgieri. Interviene il consigliere Ceres, il quale dopo aver ricordato il suo interessamento a questa vicenda, propone una Conferenza di servizi alla quale fare partecipare tutti gli enti interessati alla costruzione della Chiesa (Provincia, Comunità Montana,..), da tenersi tra circa una settimana a Caposele ed organizzata dal Comune di Caposele. Interviene il consigliere Corona il quale condivide lo sfogo di Ceres. Si tratta, dice, di una vicenda “Kafkiana” o meglio di ordinaria disamministrazione. Quest’opera non è stata gestita dalla Curia Arcivescovile, né tanto meno dal Comune di Caposele, bensì dallo Stato o meglio dal Provveditorato alle opere pubbliche, pertanto è lo Stato che va chiamato alle sue responsabilità per il tramite del Prefetto. Quindi dichiara di condividere l’idea della Conferenza di Servizi di modo che ciascuno sia richiamato alle proprie responsabilità. Interviene Melchionna, rappresentante sindacale della CISL (edilizia), il quale ricorda che i lavori in oggetto sono bloccati per motivi tecnico- amministrativi e non per mancanza di finanziamenti. Approva l’iniziativa del Comune e della Curia. Continua dicendo che lo sblocco del cantiere e la ripresa dei lavori costituirebbe uno sbocco occupazionale per 20 persone. Interviene Ceres, il quale ritiene più opportuno che tale conferenza di Servizi si faccia a Caposele e non ad Avellino, di modo che la popolazione possa partecipare. Il Sindaco ritiene che tale Conferenza debba farsi ad Avellino in Prefettura, essendo tale intervento pubblico di competenza dello Stato. Il Sindaco dopo ampia discussione mette a votazione la seguente proposta: invitare il Prefetto di Avellino ad indire apposita Conferenza di Servizi in Avellino per l’assunzione delle determinazioni necessarie per la immediata ripresa e conclusione dei lavori concernenti la “Ricostruzione della Chiesa madre San Lorenzo Martire in Caposele.” Con voti unanimi favorevoli, su 10 presenti e votanti, espressi nei modi e forme di legge. DELIBERA di invitare il Prefetto di Avellino ad indire apposita Conferenza di Servizi per l’assunzione delle determinazioni necessarie per la immediata ripresa e conclusione dei lavori concernenti la "Ricostruzione della Chiesa madre San Lorenzo Martire in Caposele". Si ritiene necessario che a tale Conferenza di Servizi siano presenti: • Provveditore Opere Pubbliche di Napoli • Dirigente Provveditorato Opere Pubbliche sez. di Avellino ing. Alessio Venuta • Direttore dei lavori ing. Umberto Museo, Genio Civile di Avellino • Collaudatore in corso d’opera ing. Luigi Cravetti del Provveditorato delle Opere Pubbliche di Napoli • Strutturista del progetto Prof. Ing. Luigi Adriani, Via Cintia (parco San Paolo, isolato 22) Napoli • Arch. Emilia Cirillo del Genio Civile di Avellino Ditta Fenodel nella persona di Michele De Mita, Nusco • Ditta Edildisa di Cercola (Na), Via Rubinacci 10 • Comune di Caposele nella persone del Sindaco p.t • Arcivescovo padre Salvatore Nunnari, Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi • Don Vincenzo Malgieri, Parroco di Caposele. Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, stante l’urgenza di provvedere in merito, ai sensi dell’art. 134 ultimo comma del DLgs 267/2000.

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Almanacco

ALMANACCO

FATECI PERVENIRE, PRIMA DELL'USCITA DEL GIORNALE, TUTTE LE NOTIZIE, FOTO E COMMENTI SUI VOSTRI CARI CHE GRADIRESTE VEDERE IN PUBBLICAZIONE; LE NOTIZIE CHE RIPORTIAMO SONO IL SEGNO DELLA VOSTRA COLLABORAZIONE

LAUREE

I coniugi Ilaria hanno festeggiato ad agosto il loro 50° anno di matrimonio

Cinzia Donatiello, si è laureata il giorno 20 marzo 2003 in "Scienze dell'educazione" con il voto di 110 e lode, svolgendo una tesi in "Psicologia sociale" dal titolo "Adolescenti e vita universitaria: una ricerca sui processi di integrazione".

Nicola Luongo ha festeggiato, insieme a genitori e parenti, il suo Battesimo presso la Pizzeria Pulcinella

Antonio Curcio un uomo buono, stimato da tutti, ha lasciato un gran vuoto. Resterà nei nostri ricordi n. 30-11-1951 m. 15-01-2003

Mariassunta Conforti si è laureata in Architettura presso l'Università Federico II di Napoli il 23-07-2002 con 110 e lode discutendo la tesi " S. Maria di Montecalvario". In data 25/03/03, Fiorella Russomanno si è brillantemente laureata “summa cum laude” in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Napoli - Federico II, svolgendo la tesi sperimentale dal titolo “Analisi dell’ instabilità microsatellitare in nevi benigni, nevi displatici, tumori primari e corrispondenti metastasi” presso il Servizio di Immunologia dell’ I.N.T. di Napoli - Fondazione “G.Pascale”. Angelo Ceres di Michele si è brillantemente laureato in Scienze agrarie e forestali" presso l'Università della Basilicata. Angelo Ceres di Vincenzo si è laureato, con ottimi voti, in Giurisprudenza presso l'Università di Salerno.

Il Piccolo Luigi annuncia l'arrivo di Chiara Fungaroli di Vincenzo e Carmela Montanari Gerardo Sista n.03-06-1947 m. 09-09-00 in occasione dell'anniversario della morte Maria Teresa è felicissima di annunciare l'arrivo del fratellino Pietro di Alfonso Pallante e Carmela Curcio

Tommaso Aiello, festeggia il primo compleanno insieme a mamma, papà, Elenia e Giovanni

Giulia Sica si è brillantemente laureata in "Lettere". A lei ed ai suoi genitori i più sentiti auguri della nostra redazione

Luca Pecoraro di Alfredo e Gilda Conforti nato il 4-6-2002 per la gioia della sorellina Sara

Francesca Nesta , la nonnina ultra centenaria, ricordata con grande affetto. n. 06.09.1901 m. 11.10.2003

Claudio Russomanno di Eugenio e Catia Mariniello

Filippo La Manna ci lascia col ricordo del suo sorriso. La redazione lo ricorda con grande affetto. n. 30.06.1963 m. 27.02.2003

Angelo Caruso e Mariafiorenza Conforti felicemente sposi il 2 di giugno 2003. Augurissimi dalla redazione

Raffaella Amendola, 12-01-2003 di Gerardo e Maria Proietto

Auguri e congratulazioni a Gerarda Melchiorre che, tra migliaia di concorrenti, è riuscita a classificarsi al primo posto vincendo il concorso di "infermiera professionale" presso l'Ospedale "Moscati" di Avellino.

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REDATTORI

Strapaesanerie

...Statti cittu... Ca mò tu lu condu. Quannu si fa a scar’ca varlire, tutti s’nness’n’ ra miezzu.

Chi frabb’ca n’da l’acqua, perde arena, cauci e pret’.

*****

*****

Nu puniu r'oru apr’ na porta r’ fierru.

Attira cchiù na stilla r’ melu ca nu varliru r’acitu.

*****

***** La conn'la

L'organetto

Chi vai a cacà e nun caca ben’, tre bbot’ vai e tre bbot’ ven’.

Li fessa fann’ la festa e li iuriziusi s’ la gor’n’.

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*****

Chi nasci p’ lu culu, puzza r’ mmerd fino a chi mor’.

Faci cchiù miraculi na votta r’ vinu, ca na ghiesia r’ santi.

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E’ meglio nu tumm’lu n’capu, ca nu ruotulu n’gulu.

La scarpa ca nun bai a lu peru tuiu, se la fecca chi vol’.

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Chi cumanda nun sura.

La addina ca nu’ pizz’la, ha pizz’latu.

*****

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Quannu zappi e puti, ne’ cumbari ne’ n’puti; quannu hai ra vinignà tutti pronti p’ aiutà.

Sorta vienimi appriessu, ca ru sapè nun giova. *****

*****

A nu bellu murtalu, n’gi vol’ nu bellu p’saturu.

Chi spann’ e spenn’ spessu si stenn’.

*****

Poche cose, oramai, ci ricordano la nostra storia. Tra queste il campanile della Chiesa madre con le sue antiche campane. Il campanaro ufficiale che, ancora oggi, le fa rintuonare come tanti anni fa è Lisandro.

*****

Cu l’erva moscia tutti si pulizz’n lu culu.

Mamma valenda figlia scusciulenda.

***** Chi tras’ senza fa patti, ess’ senza fa cundi. *****

SE CONSERVATE QUALCHE DETTO O FATTO CARATTERISTICO DEL PASSATO DA POTER PUBBLICARE, TRASMETTETELO ALLA NOSTRA REDAZIONE. SAREMO BEN LIETI DI AGGIUNGERLI ALLA COLLEZIONE DEI DETTI DI CAPOSELE RACCOLTI SULLE PAGINE DE "LA SORGENTE" E BEN PRESTO IN UNA PUBBLICAZIONE DEDICATA ALLA NOSTRA STORIA

CASA-

di Cettina Casale

Li scann’tieddi so’ d’v’ntati segg(i) e r’ segg(i) e so’ d’v’ntate scann’tieddi. ***** Mangia picca e mangia semb’.

CETTINA

VOLTI ED OGGETTI CARATTERISTICI

*****

Chi la capu la ten’ fracita, faci f’ssarie cu lu cuofunu. ***** P’ na parte r’ baccalà te fattu n’chiav’cà. *****

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Attuali-

Può la solidarietà bruciare?

di Cesara Maria Alagia

La Pubblica Assistenza da anni è divenuta a Caposele una realtà visibile mediante le tante attività che essa svolge non solo a favore di persone svantaggiate ma anche attraverso la promozione di attività socio culturali e sanitarie su problematiche diver-sificate. Abbiamo cercato, sin dal nostro nascere, di portare a Caposele una nuova cultura, quella della solidarietà, dell’ Inclusione e della Tolleranza, di contro ad una cultura dell’Egoismo, dell’Esclusione sociale e dell’Intol-leranza, convinti che solo in questo modo si possa contribuire a costruire una comunità maggiormente pregnante di valori e quindi una società maggiormente vivibile. Da qualche tempo la nostra Associazione aveva avuto dall’ Amministrazione Comunale una nuova sede nella struttura dell’ex liceo; avevamo lavorato sodo per rendere la nostra sede accogliente e luogo di incontro e di confronto per tante persone; alla fine i nostri sforzi erano stati ricompensati dal fatto di avere una struttura dove bambini, anziani, i nostri amici diversamente abili e giovani si incontravano e realizzavano delle esperienze, degli spaccati di vita molto positivi e gratificanti e il tutto avveniva in un processo di interazione tra le diverse persone, interazione ed integrazione che realizzavano effettivo diritto di cittadinanza per tutti. Tutto questo qualche giorno fa è stato stravolto, aggredito; la nostra sede è stata oggetto di un atto assurdo, violento e immotivato; difatti con il fuoco hanno tentato, in poche ore, di vanificare anni di sforzi e di ingegno volti non solo a realizzare nuove attività inusuali per il nostro contesto, ma anche impegni finalizzati a creare opportunità e stile di vita diversi. Ebbene hanno distrutto parte della struttura, la nostra memoria, i nostri ricordi, difatti sono state bruciate, tra

l’altro, tante foto, tanti piccoli oggetti che testimoniavano momenti, incontri, esperienze; hanno poi imbrattato le pareti, le porte, i vetri, con scritte oltraggiose nei confronti anche di chi sta scrivendo, ipotizzando accuse ignobili ed infamanti volendo colpire in più modi per conseguire lo scopo che lo sconforto ci assalga e che tutto venga abbandonato. Ebbene hanno distrutto, cercato di calpestare la dignità delle persone, ma sicuramente non hanno distrutto la volontà di continuare, costantemente tutto questo, continuare ad essere presenti nella Comunità con sempre maggiore incisività realizzando ancora e sempre di più momenti di aggregazione, di crescita e di solidarietà. Va detto, però, che per poter continuare a realizzare tutto ciò abbiamo bisogno della Solidarietà dell’intera Comunità, di quella Comunità sana e propositiva che crede nei valori sopra citati e che intende dimostrare la sua Solidarietà esprimendo, anche, una maggiore condivisione dei nostri sforzi e delle nostre attività e una più numerosa presenza di persone intorno a noi. L’altro giorno, entrando nella sede della Pubblica Assistenza e vedendo quanto era stato realizzato da un ignobile e scellerato, siamo stati assaliti dallo sgomento, dalla rabbia e da un senso di sconfitta, ma è stato solo per poco, in quanto la voglia di andare avanti, di sconfiggere chi voleva e vuole sconfiggerci e vanificare così le nostre attività, ha preso il sopravvento su tutto. Difatti immediatamente ci siamo attivati per ripulire per tentare di riportare un pò di normalità in quello scenario di violenza, distruzione e di cattiveria, e i ragazzi hanno profuso tutte le loro energie anche se si è potuto fare poco in quanto i danni sono notevoli. Noi crediamo che per poter sconfiggere quanto di negativo esiste nella nostra Comunità, sia indispensabile uno sforzo comune evitando inutili barriere e

Piani di Zona Piani: uno scorcio della parte bassa dell'insediamento

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riuscendo così ad esiliare e rimuovere forme di disagio e di intolleranza, che possono sfociare anche in atti di inaudita violenza; abbiamo perciò bisogno di creare e non di cadere nella vuota critica e nella polemica fine a se stessa. Come Pubblica Assistenza, da tempo, ci stiamo sforzando di realizzare iniziative, progetti ed opportunità diverse: FACCIAMOLO INSIEME , in modo che nessuno si debba più sentire vigliaccamente autorizzato a calpestare e a distruggere quanto si cerca di costruire, anche tra tanti sforzi. Noi ci auguriamo che in questo momento, oltre a levarsi una protesta e una condanna contro quello che è stato con infamia realizzato a danno della Pubblica Assistenza, in tutti si crei la volontà concreta al confronto e la consapevolezza di dover tutti, ciascuno per il ruolo che gli compete, sforzarci per modificare il volto del nostro paese. Le persone che operano nel contesto della Pubblica Assistenza possono cambiare, nessuno di noi deve ritenersi insostituibile, ma è certo che l’Associazione dovrà continuare ad esistere, ad operare congiuntamente all’Amministrazione Comunale, alle Istituzioni, al Consorzio dei Servizi Sociali Alta Irpinia, a tutte le Associazioni presenti e a tutti voi, senza che nessuno ritenga di dover delegare altri; solo in questo modo, si riuscirà a costruire una comunità a misura di tutti, una comunità nella quale chi ci vive o chi torna per brevi periodi, trovi quel senso di

appartenenza e di vera comunità.

LA PRO LOCO CAPOSELE E’ VICINA A TUTTI I VOLONTARI DELLA PUBBLICA ASSISTENZA CAPOSELE COLPITI DA UN EVENTO DELITTUOSO DA STIGMATIZZARE CHE DI CERTO NON AIUTA IL CORRETTO E PACIFICO SVILUPPO DEL NOSTRO PAESE DEL QUALE SI DEVE SENTIRE SEMPRE PIU’ L’ESIGENZA. Con questo manifesto abbiamo voluto esternare il nostro affetto e la nostra preoccupazione, ma insieme possiamo dare una mano anche

concretamente affinchè la Pubblica Assistenza riprenda al più presto e nelle migliori condizioni tutte le sue attività.

E’ STATA AVVIATA UNA RACCOLTA FONDI PER IL RIPRISTINO DELLE STRUTTURE. PARTECIPATE NUMEROSI E DATE IL VOSTRO CONTRIBUTO !

Alla luce degli ultimi episodi avvenuti nel periodo di novembre a Caposele,viene sempre piu’ da chiedersi che cosa stia in realta’ accadendo nel nostro paese. Facendo un’analisi critica ed approfondita,degli ultimi 10 anni,si hanno dei riscontri preoccupanti. La nostra comunità ,giorno dopo giorno,anno dopo anno,ha avuto un graduale e lento logoramento. Dove sono finiti quegli splendidi anni 70 quando Caposele era un borgo fiorente,ricco di potenzialità. Che fine ha fatto quello spirito di iniziativa,di intraprendenza,e di protagonismo che ci differenziava,dagli altri centri. Negli ultimi sondaggi svolti dai ragazzi del servizio civile volontari,si sono evidenziati dati significativi. Il tasso di tossicodipendenza è cresciuto enormemente,contemporaneamente a quello dell’alcolismo,e del tabagismo. Tutto quello che è accaduto negli ultimi tempi recenti,morti,furti,atti vandalici,è segno di un malessere generale specie nei giovani. Secondo la mia opinione, la nostra comunità è”malata”,bisognosa di una diagnosi seria, e di una cura immediata ed adeguata. E’ giunto il momento di una reale presa di posizione da parte di tutti, a partire dai partiti politici, dai vari ruoli istituzionali e religiosi, dalle varie associazioni presenti sul territorio, fino e principalmente alle famiglie vero cardine della società. Solo con un impegno attivo, mirato e compatto potremo far fronte a queste serie problematiche. Altrimenti ove non fosse messo un argine a tutto ciò, non si sa, in verità, che futuro potremmo riservare ai nostri figli.


Politica

REDATTORI

di Giuseppe Palmieri

S

ono trascorsi quasi cinque anni dal mese di giugno 1999, epoca di insediamento del consiglio comunale eletto il tredici dello stesso mese. Sembra ieri; invece, fra poche settimane si tornerà a parlare di liste e fra qualche mese, si tornerà a votare. Saremo di nuovo in campagna elettorale. Di nuovo a sbandierare opuscoli, libruncoli e pseudoprogrammi elettorali. Per la verità, visto quel (poco) che l’amministrazione in carica ha attuato del suo programma, non saranno in tanti a dar credito alle promesse preelettorali. Il guaio è che la sfiducia (purtroppo) non riguarderà solo chi ha amministrato la cosa pubblica in questi cinque anni, ma anche quelli che si proporranno agli elettori e che non hanno avuto responsabilità gestionali. Ora, non è questa la sede per fare una disamina dell’attività (rectius: inattività) amministrativa della giunta in carica. Ci sarà tempo e modo per fare un resoconto dell’attività politica e amministrativa di questo quinquennio, il più approfondito

ed analitico possibile. Mi sia consentito, però, a margine di questo numero natalizio de “La Sorgente” di fare qualche breve riflessione. La prima è di molto risalente. Nel senso che è una riflessione conseguente una sensazione che ho provato immediatamente dopo la sconfitta elettorale. Avevo promesso a mio figlio (ed era l’unico impegno che mi sentii di prendere con lui, prima delle elezioni) che in caso di successo elettorale della mia lista, mi sarei attivato per realizzare un piccolo campo polivalente a Materdomini. Uno di quegli spazi dove i ragazzi possono socializzare, giocare a calcetto, tennis, basket. Un campetto a beneficio anche dei turisti ed a servizio delle scuole. E sì, perché mi piange il cuore a vedere i nostri studenti del Liceo svolgere l’ora di educazione fisica nel “parcheggio” (proprio come tanti anni fa). Ed il ricordo va ai miei tanti amici e compagni di scuola di Materdomini, costretti a convivere con ginocchia sbucciate pur di tirare un calcio al pallone. Ma allora mi chiedo e vi chiedo: cosa è stato di tutto questo tempo? Dove è stata la politica in tutti questi anni? Possibile che nessuno abbia mai avuto il tempo di pensare ad un piccolo problema come questo? In quali altre grosse faccende affaccendati si trovavano gli amministratori di questi ultimi anni? E venendo ai giorni nostri: quale fiducia i giovani possono riporre nella politica? E poi noi adulti parliamo di disaffezione dei giovani dalla politica come di un male addebitabile unicamente all’apatia dei ragazzi di oggi. Ed ancora: cosa hanno fatto di male i nostri figli per meritarsi, a distanza di tanti anni dal terremoto, un liceo scientifico ancora sistemato in strutture

assolutamente precarie e per di più dislocato altrove, rispetto a prima? Non si disse che il polo scolastico sarebbe stato pronto per settembre 2002? Non si rettificò, poi, che sarebbe stato pronto per settembre 2003? Non si è detto che a Natale i bambini lo avrebbero inaugurato? Ma a Natale di quale anno? Con quale coraggio i responsabili di tanto, nella prossima campagna elettorale, assicureranno (perché siatene certi, lo faranno!) che ormai è tutto pronto e che in men che non si dica i ragazzi saranno in una scuola degna di tale nome? Facendovi intravedere (con l’immaginazione, ovviamente), nei loro demagogici e vuoti giri di parole, addirittura le aule ben arredate, gli ampi corridoi per raggiungerle, la biblioteca, l’auditorium, la palestra. Vi faranno immaginare, per l’appunto. E forse, a qualcuno (a pochi, mi auguro) la favola piacerà nuovamente. In questi cinque anni, noi del gruppo consiliare de “I Tre Cerchi - Alleanza Democratica” abbiamo svolto una opposizione di carattere “istituzionale” e “consiliare” senza precedenti (mi sia consentito!) anche su questo problema. E di tanto renderemo conto ai nostri elettori ed a tutti i cittadini in altra sede ed in altra occasione. Quel che in questa sede mi preme, da ultimo, sottolineare è che, forse per la prima volta, un gruppo politico di opposizione termina la propria esperienza amministrativa così come l’aveva iniziato. E con tutto il proprio organico. Non v’è chi non ricordi come completarono il mandato elettorale quelli della lista del “Sole” (quattro consiglieri su dodici presero le distanze dal sindaco e dalla sua giunta) e quelli de “I tre campanili” (uno di loro fece maggioranza con l’amministrazione in

GIUSEPPE PALMIE-

IN DIRITTURA DI ARRIVO

carica e, di fatto, consentì che la stessa giungesse alla naturale scadenza). E a quale ammucchiata, tutti insieme, diedero vita di lì a qualche mese, nella passata tornata elettorale (elezioni del 1999). E cosa sia successo ai nostri giorni a questa “gloriosa” armata. Eppure ieri il consiglio comunale ed i consiglieri avevano (per legge) un altro peso politico. Oggi, purtroppo, il potere politico è squilibrato a favore di poche persone, in omaggio al principio della c.d. governabilità, e sul presupposto dell’investitura diretta da parte del corpo elettorale. E così assistiamo a governatori regionali, sindaci e presidenti di consiglio che pensano di poter fare a meno dei consiglieri e li considerano poco più di semplice cornice. Non solo il solo a pensare che occorre riportare l’equilibrio tra poteri nelle istituzioni, riflettere sul concetto di rappresentanza, creare luoghi di effettiva partecipazione politica, per ridare ai cittadini la giusta centralità. Il potere di rappresentanza come storicamente inteso nel nostro paese è in forte crisi a causa di questi mutamenti. Nessuno vuol mettere in dubbio il fondamento dell’investitura diretta del sindaco, ma nemmeno è accettabile il ruolo di comprimario assegnato al consiglio che rappresenta il luogo massimo della rappresentanza e della sovranità popolare. Per non parlare della mortificazione del ruolo delle minoranze. Certo, bisogna assicurare la governabilità e ci va bene anche l’attuale ripartizione dei seggi (assolutamente preponderante per la maggioranza). Ma diamo, però, alle minoranze un effettivo potere di controllo sull’operato della maggioranza; rendiamo maggiormente penetrabile la loro attività ispettiva ed anche propositiva; assicuriamo loro maggiore visibilità; in definitiva, restituiamo al gioco dialettico della democrazia il ruolo fondamentale della rappresentanza politica. Diversamente, la politica sarà sempre più personalizzazione ed i luoghi della democrazia e partecipazione popolare, sempre più coreografico contorno. Questo è l’augurio che sento di farmi e di farvi in questo periodo di feste, oltre a quello di un lieto e santo natale.

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REDATTORI

Attualità

SGUARDI SU COSE PIU’ O MENO COMUNI Due cose che spingono a saperne di più

GERARDO CE-

di Gerardo Ceres

Caposele come una town della provincia americana E’ stato una mattina di novembre, il diciotto per l’esattezza, che per dei tecnici della Regione Campania, in trasferta di lavoro, Caposele è parso loro una town della profonda provincia americana. Arrivati alla Sanità, e parcheggiata l’autovettura sulla stessa piazza, si sono imbattuti nella cerimonia commemorativa dei caduti di Nassirya. Infatti presso il monumento al “nostro” milite ignoto (quello esaltato dal saluto romano), alla presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose, veniva posta una corona di fiori al suono di uno struggente “silenzio”. Il sole rendeva l’atmosfera e il clima poco triste e funereo e parevano materializzarsi alcuni di quei fotogrammi di certi film americani che hanno raccontato l’infelice epopea della guerra del Vietnam, quando non passava giorno che non si svolgessero funzioni analoghe a quelle che abbiamo conosciuto nei giorni successivi alla strage che ha mietuto vittime tra i militi italiani di stanza in Iraq. Questo andava pensando un funzionario del settore urbanistico della Regione, pensieri molto probabili, specie quando scendendo per corso Europa gli è capitato di incontrare uomini e donne che tra loro parlavano un inglese d’oltre oceano. “E’ possibile che in questa cittadina parlino tutti l’inglese?” chiedeva al collega, anch’esso colto da stupore. Poi, solo dopo, venne loro spiegato negli uffici del municipio che si trattava di una pura ed inattesa coincidenza: erano solo turisti in visita nelle località più note della Campania e che per luogo di appoggio logistico, utile al pernottamento, avevano scelto uno degli alberghi di Materdomini. Solo un’istantanea in cui per caso, solo per caso, Caposele si è rappresentata in modo insolito agli occhi di due foresti. Costoro hanno poi confessato che hanno creduto che la presenza di turisti stranieri fosse una condizione abituale, come se si trattasse di Todi o San Gimignano o Anagni e così via… Ma, d’altro canto, se fosse distorto proprio il nostro personale sguardo sulla nostra terra? Di contro i due funzionari andando via si sono informati circa la possibilità di affittare delle case per poter trascorrere periodi di vacanza nel prossimo futuro.

Il palazzo sede del municipio di Caposele, che ospita, tra l'altro anche le scuole medie

Si affilano le armi della politica? Tempo pre elettorale quello che si aprirà col nuovo anno. In primavera, infatti, si voterà per il rinnovo del Consiglio Comunale e la elezione dei nuovi amministratori, a cominciare dal primo cittadino. Poco importa come si orienteranno le scelte delle forze politiche, quelle scarsamente organizzate o quelle semplicemente virtuali. Poco importa chi saranno i candidati, quali saranno gli elementi programmatici caratterizzanti. Poco importa del folklore che solitamente accompagna tali appuntamenti. Poco importa ogni cosa. Importa cogliere un aspetto che, da solo, dà l’idea di come viene vissuto l’impegno politico nella nostra società in generale e, soprattutto, nelle piccole comunità come la nostra. Chi vince tende a governare in modo acritico e chi perde si ritira per quattro anni in una sorta di letargo, dunque lontano dall’impegno e dall’esercizio di un mandato ricevuto per controllare ed opporsi. La politica, in queste condizioni, non vive più, non produce dibattito, non trasferisce nessuna idea che qualifichi un progetto rispetto ad un altro. Questo, e non altro, è quello che ci consegna l’esperienza degli ultimi quindici anni, a Caposele. Ma, dopo tutto, che fare se non assistere con occhio divertito e curioso alla vicenda elettorale ormai prossima. Riunioni più o meno segrete, trattative faticanti (per chi le conduce), schemi di liste stravolte all’ultima ora, comizi come nella migliore tradizione della commedia decurtisiana, nottate a controllare le mosse dell’avversario, sfilata e festa dei vincitori, drammi malcelati dei vinti. Insomma, il corollario minimo per appassionarsi con pochi ingredienti.

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Tutto sommato, giusto appunto, come ci si appassiona, ogni quattro anni, per un

La politica di chi assiste pubblicamente Fuori dal contesto appena descritto c’è un’eccezione sulla quale conviene soffermarsi brevemente. C’è una sfera, forse un microcosmo, entro il quale a Caposele vive un’esperienza importante di impegno sociale e volontaristico. Contrapposto al deserto della politica e alla sua incapacità di coinvolgere e far sviluppare il senso della partecipazione e dell’impegno, quello delle ragazze e dei ragazzi della Pubblica Assistenza di Caposele è un esempio ormai consolidato cui guardare con grande attenzione e rispetto. A Caposele esiste un lunghissimo elenco di luoghi associati che nascono e non riescono a durare per più di una stagione. La Pubblica Assistenza sfugge, fortunatamente, a questo destino. Sono circa dieci anni che svolge piccole azioni quotidiane di sostegno a soggetti che vivono il disagio esistenziale. Nella Pubblica Assistenza vi sono persone che altrimenti non avrebbero trovato occasioni ed opportunità di impegno. Ma cosa è o cosa è diventata la Pubblica Assistenza non occorre scoprirlo da queste pagine. E’ ormai una realtà nota e solida, forse anche il solo soggetto capace di mettersi in rete con altre realtà simili della provincia e della regione. Questa esperienza, peraltro, cos’è se non un modo di fare politica (sociale) anche se fuori dai contesti e dalle dinamiche elettorali ed istituzionali.? Che poi ci sia stato, recentemente, qualcuno che abbia deciso di provocare un incendio nella sede dell’associazione, al di là dei motivi, ci porta a dire

Ci sono curiosità che non si riesce a soddisfare diversamente e allora tra me e me mi spingo a chiedermi, senza trovare risposte, cosa ci facciano oramai tutte quelle case popolari completate ai Piani e non si proceda alla loro assegnazione a chi ne ha fatto richiesta. Mi chiedo, poi, se non si voglia aspettare la loro obsolescenza prima di riempirle di mamme, di padri e di figli e di ciò che occorre fare per evitare che il “nuovo quartiere” diventi solo un dormitorio e luogo di emarginazione sociale. A proposito di case popolari poi ci sono quelle costruite dentro il centro storico per le quali vale la stessa curiosità, ma con l’aggravante della loro inspiegabile bruttezza… Tutti lamentano l’aumento mascherato dei prezzi, l’euro che ha sostituito la mille lire, dunque la percezione di una inflazione superiore agli indici diramati periodicamente dall’Istat. Come confutare tale impressione se poi i cittadini di Caposele si sono ritrovati i bollettini per gli oneri di raccolta dei rifiuti solidi urbani incrementati del 30%? Né può reggere da sola la giustificazione che addebita ai minori trasferimenti del governo centrale la necessità degli enti locali di incrementare le entrate. Gli aumenti poi si giustificherebbero per un miglioramento del servizio (ma non è questo il caso), sempre che non si vogliano eliminare inefficienze e tagliare costi improduttivi (Dio solo sa quanti ce ne sono). Ma tante cose si potrebbero fare ma non è accettabile l’incrementare una tassa di un terzo rispetto all’anno precedente.


Attualità

ACQUA: BENE COMUNE, UNIVERSALE, INDIVIDUALE E IMPRESCRITTIBILE di Alfonso Merola

E', l'immagine emblematica storica del nostro Paese, percorso dall'acqua impetuosa

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2003 “Anno Internazionale dell’Acqua”, intendendo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di promuovere iniziative concrete per la gestione e la preservazione di una risorsa naturale strategica che ormai molti considerano una pura e semplice merce. Il dibattito, però, finora si è arenato tra gli addetti ai lavori sui temi della gestione industriale dei servizi idrici (privatizzazione, tariffe, competizione tra i vari usi, ecc.). Eppure la Conferenza di Johannesburg (2002) aveva posto l’accento su emergenze che esigevano riposte più stringenti. In sostanza a Johannesburg si è detto che nell’emisfero opposto al nostro un miliardo e duecento milioni di esseri umani non ha ancora accesso all’acqua potabile e che ben due miliardi e mezzo si approvvigionano di questo bene vitale da fonti malsane e per lo più insufficienti a soddisfare il fabbisogno; ne derivano guerre per il controllo di queste

fonti e quel che più è grave per carenza d’acqua o per acqua malsana si muore a centinaia di migliaia ogni anno. Se questa è una verità incontestabile che pesa come un macigno sulle coscienze umane, celebrare l’Anno mondiale dell’Acqua senza adoperarsi in concrete azioni umanitari suona come un insulto e una bestemmia. I movimenti no-global, e non a torto, ricordano che le paludi istituzionali coi loro convegni non hanno prodotto una sola goccia d’acqua e non ne produrranno fino a quando non saranno messi a disposizione dei paesi “assetati” flussi costanti e poliennali di risorse finanziarie. Per dirla provocatoriamente: “Le chiacchiere non danno acqua!” C’è bisogno, allora, di una mobilitazione popolare che prema su Stati, Regioni e Comuni per la costituzione di un Fondo mondiale Cooperativo dell’Acqua. L’idea di un Fondo Speciale cooperativo che si caratterizzi come una specie di

contraltare al F.M.I. è stata lanciata qualche anno fa dal professore Riccardo Petrella dell’Università Cattolica di Louvais (Belgio) ed è estremamente pratica e percorribile. - Destinare lo 0,01 del P.I.L. prodotto nei Paesi membri dell’O.C.S.E. alla realizzazione di opere idriche nelle aree a marcata penuria idrica (il centesimo della Sete). - Gravare le transazioni internazionali concernenti la compravendita di armamenti di imposizione fiscale pari ad un centesimo per ogni dollaro di armi esportate (il centesimo della Pace) - Imporre tassazioni pari ad un centesimo di euro/dollaro per ciascuna bottiglia di acqua minerale venduta, acqua che è bene ricordare, è di proprietà pubblica ma la cui gestione privatistica l’ha di fatto trasformata in merce (il centesimo del Consumo alternativo) - Includere nelle tariffe idriche la previsione di un centesimo di euro/ dollaro per ciascun metro d’acqua fornito o consumato dagli utenti, a ricordare che il mondo corre a velocità diverse (il centesimo della Solidarietà). Tradurre tutto ciò in proposta di legge equivarrebbe a segnalare all’altro emisfero che questa parte del mondo non è conquistata dalle regole dell’egoismo e dell’opulenza. Seilsemestreitalianodiguidadell’U.E. si caratterizzasse per quest’iniziativa più che per le polemiche che ama scatenare, sicuramente riceverebbe plausi, riparando in tal modo (ed in parte) alla schizofrenia

IL RESPONSO DEL DIPARTIMENTO PROVINCIALE DELL’A.R.P.A.C. CAPOSELE - Il fiume Sele non presenta allarmanti fenomeni di inquinamento; questo è il significativo ed importante esito condotto a seguito della diligente e minuziosa attività di monitoraggio espletata dal dipartimento provinciale dell’A.R.P.A.C. di Avellino il cui direttore generale è Cosimo Barbato. I risultati dei prelievi, effettuati in alcune specifiche sezioni del bacino idrico, mostrano, infatti, dei parame­tri che non rientrano, nel modo più assoluto, nei limiti di una emergenza ambientale. Nella relazione, pervenu­taci in via ufficiosa, si legge: “A seguito dell’evento inquinante verifi­catosi in data 20 agosto e rilevato in data 25 agosto scorso nel fiume Sele, evento che ha determinato la moria di fauna ittica, il Dipartimento Provinciale ARPAC di Avellino ha disposto, su richiesta inoltrata dal sindaco di Caposele, in data 1 settembre 2003, una serie di prelievi delle acque reflue e superficiali presso il depuratore del Comune di Caposele, località Genzano, nell’alveo fluviale a monte e a valle del depuratore e nello stesso in località Occhiaro e Triegno. Alla luce dei controlli effettuati è emerso che i reflui del suddetto depu­ratore, sversati nel fiume Sele, non rientrano nei limiti della tab. 3 all.5 D.Lgs 15/2/99 e s.m.e.i,

per i parame­tri ammoniaca e tensioattivi ed Escherichia Coli” “I1 decreto citato - continua la nota valutativa - disciplina la qualità dei reflui in funzione delle capacità recettive e autodepurative del corpo idrico superficiale e tutela l’esigenza di valutare gli effetti sinergici tra i diver­si scarichi a salvaguardia degli ecosi­stemi fluviali. Il carico inquinante apportato da tali reflui, di natura organica, è stato ritrovato altresì nel campione di acqua superficiale, prelevato in data 02.09.03, a valle del depuratore. Infatti si denota un supe­ramento del parametro ammoniaca totale in relazione alla tabella relativa alla qualità delle acque idonee alla vita dei pesci. A seguito di tali risulta­ti, questa Agenzia ha ritenuto oppor­tuno eseguire ulteriori prelievi in data 04.09.03, lungo il corridoio fluviale, a 500 mt. e a 2 Km a valle del depurato­re. Dalle risultanze analitiche si evi­denzia, per tutti i campioni, la presen­za di ammoniaca e tensioattivi a limite della tabella citata; e una presenza di inquinanti di natura organica nel prelievo a 2 Km. del depuratore (loca­lità Triregno). Poiché i fenomeni di diluizione e le correnti fluviali dovreb­bero attenuare l’apporto del carico inquinante, questa Agenzia ritiene che gli eventi denunciati non

diplomatica con cui si accredita nei Paesi del Terzo Mondo in questi ultimi tempi. Ovviamente c’è ben poco da attendersi da Berlusconi, Bossi e Tremonti, già impegnati ad impoverire il loro Sud. E, allora, è necessario che l’Altra Italia si faccia sentire. Giunge a proposito, l’appuntamento dei prossimi giorni a Roma, dove una sessantina di Paesi rappresentati da parlamentari nazionali e regionali, Presidenti di Provincia e Sindaci si incontreranno per proclamare l’accesso all’ACQUA, BENE COMUNE, UNIVERSALE, INDIVIDUALE E IMPRESCRIT-TIBILE. In quella occasione le voci dell’Altra Italia si impegnino pubblicamente sul progetto Putrella e diano concrete speranze al mondo della sete e della fame. In fondo, in Italia già c’è la Regione Toscana che più o meno ha già provveduto a tanto. Un’iniziativa del genere sarebbe un’opportuna risposta alle sceneggiate recenti di Bossi e Fini sul voto agli immigrati; l’immigrato che sfida il Mediterraneo in tempesta, e che si sente umanamente ferito dalle cannonate verbali di Bossi e Borghezio, spesso fugge dal proprio Paese d’origine anche per non essere condannato a morire di fame e di sete.... “L’acqua, è stato detto, è una risorsa naturale che è capace di mettere in movimento milioni di uomini; facciamo in modo che essi si muovano nella direzione giusta, verso la Pace e non verso la guerra”.

SELE: UN FIUME NON INQUINATO

siano adde­bitabili al funzionamento del depuratore. L’ARPAC, come per altro ha avuto modo di ribadire recentemente in occasione della periodica attività di monitoraggio eseguita presso il fiume. Sabato, rappresenta, anche per il fiume Sele, la necessità di intervenire sui depuratori che sversano nelle acque del fiume che su altri punti di scarico abusivo, diretto o indiretto, che vengono in esso collettati… E’ stato rilevato, nel corso del sopralluo­go effettuato dai nostri tecnici, che l’impianto risulta malfunzionante per­chè sottodimensionato, tanto da pro­vocare lo sfioro di una considerevole quantità di reflui, con la conseguente immissione degli stessi nel fiume Sele… In conclusione si ritiene che l’attuale qualità delle acque rilevata dalle analisi effettuate è idonea alla vita dei pesci salmononidi e ciprinidi, seppur in presenza di un modestissimo superamento riscontrato per il parametro ammoniaca totale. Presumibilmente, pertanto, l’evento occorso in data 20 agosto u.s. è attribuibile a una causa accidentale e/o eccezionale. L’ARPAC per la migliore tutela e salvaguardia del territorio e dell’ambiente, continuerà ad eseguire monitoraggi sia lungo il corridoio fluviale del Sele, sia

di Stefano Belfiore

sulle eventuali cause di inquinamento che potrebbero compromettere un’area ricca di risor­se paesaggistiche e naturali. A tal proposito, dichiara, come sempre, la massima disponibilità a collaborare e auspica che si attui un concreto impe­gno delle Istituzioni territoriali competenti per la soluzione delle proble­matiche.

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REDATTORI

SALVATORE CONFOR-

PICCOLA CRONACA Nella sala del Teatro San Gerardo si è tenuto, nel mese di febbraio, con grande successo di presenze, un convegno organizzato dall'Avvocato Giuseppe Palmieri sul tema "L'astensione degli avvocati dalle udienze.La sanzione, il processo". Il convegno, promosso dall'Università degli Studi di Salerno e dalla Camera Civile Irpina, ha visto, tra l'altro, la partecipazione del Dott. Rocco Carbone, Presidente del Tribunale di S. Angelo dei Lombardi; Prof. Modestino Acone, ordinario di diritto processuale civile nell'Università Federico II di Napoli; Maria Josè Vaccaro, ordinario di diritto del lavoro a Salerno; Giulio Prosperetti, ordinario di diritto del Lavoro Università di Roma.

E' sempre molto difficile, di questi tempi, e soprattutto nella nostra piccola realtà tentare la strada del commercio. Aprire un piccolo negozio è sempre un rischio. Per cui quando un nostro concittadino intraprende questa strada ha bisogno del sostegno di tutti e anche del nostro più sincero agurio.

I due sindaci in una foto ricordo all'interno della Pro Loco. Giuseppe Melillo e Federica Ceres si sono ritrovati insieme per una delle tante manifestazioni che la Pro Loco organizza durante l'anno. Potrebbe essere, questo, il giusto stimolo per l'inizio delle consegne politiche alle nuove generazioni?

Alla simpatica Filomena, quindi, che a San Gerardo, in Corso S. Alfonso ha inaugurato da qualche mese un negozio di frutta e verdura " IL MERCATINO DELLA FRUTTA" il nostro in bocca

Un Nuovo ponte pedonale in legno lamellare è stato costruito per collegare via Lungo Sele con il campo di bocce. Forse, era una spesa inutile dal momento che ne esiste uno, anche carrabile, a pochi metri di distanza. Mi viene in mente un altro passaggio pedonale per oltrepassare il fiume un po' più a monte, distrutto, senza motivo, qualche anno fa. E' stato forse "volersi sistemare la coscienza?"

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Finalmente si incominciano a smuovere le acque. Non si conosce il perche’ ma la voce dei giovani,anche se rappresenta la forza del futuro,nei piccoli centri viene sempre offuscata dalla presenza delle vecchie “glorie” che non tramontano mai. Finalmente sembra che qualcosa si incomincia a smuovere,anche se con non pochi impedimenti. Nel giorno 06/11/2003 presso la sede della pubblica assistenza in via A. Moro a Caposele (av) è avvenuto un incontro di giovani per l’istituzione del FORUM DEI GIOVANI del Comune di Caposele. Questo Forum ha la competenza(scopo) di creare un pan-dan tra le forze politiche ed i giovani, in modo da ridurre questa distanza apparentemente vicina ma praticamente molto lontana tra il mondo della politica e quello giovanile. Il Forum e’ stato costituito in una assemblea, durata non piu’ di due ore. All’interno di essa sono stati nominati i componenti del Forum ed alcune iniziative correlate da progetti eventualmente finanziabili. Esso ,Forum,come si evince dalla circolare della Regione Campani n.2 del 02/05/2002 ,deve essere composto da un 50% chiamata quota di diritto,ovvero un laureato per ogni tipologia di laurea, da un rappresentante per ogni associazione Culturale,Politica e Sportiva che sia presente sul territorio, e da un 50% di rappresentanti eletti dall’assemblea. In fine si e’ passati alla nomina del Coordinatore nella persona del Dott. Vitale Cetrulo,e del vice-Coordinatore,in qualità di secondo eletto,nella persona di Ettore Spatola referente del partito FI all’interno del forum. Il contenuto dell’assemblea infine e’ stato approvato dalla giunta Comunale il 07/11/2003. Il Forum ha come finalità la predisposizione di proposte, predefinire gli obbiettivi ed i programmi relativi alle politiche giovanili, promuovere le iniziative pubbliche e di volontariato in materia di politiche giovanili in collaborazione con l’Amministrazione Comunale,affiancare l’Amministrazione Comunale per una strategia di informazione e di comunicazione che

Finalmente, dopo anni di titubanze e problemi amministrativi, si è inaugurata la sala polifunzionale comunale che è attrezzata per qualsiasi tipo di manifestazione. Il vice sindaco avv. Giuseppe Grasso ha tagliato il nastro ed ha aperto il Paese a nuove possibilità di incontro sociale.

coinvolga istituzioni, aggregazioni,associazioni comprese nel Forum,in rapporto organico con le strutture degli Informagiovani,che sinergicamente interagiscono con l’intera attività del Forum. Era ora che in un paese “ricco”di problematiche giovanili come il nostro venisse creato un qualcosa Per cercare di intervenire attivamente su di esse. Negli ultimi anni Caposele ha avuto un grandissimo incremento di disoccupati e di tossicodipendenti,per cui bisogna che qualcuno cerchi di affrontare questa situazione. Purtroppo nei piccoli centri a volte ciò può diventare più complicato delle grandi città,perché si deve combattere con un grande nemico, “l’omertà”.

E' stato presentato ai caposelesi nel mese di aprile la Variante al Piano di Recupero di Caposele. Dopo la fase delle osservazioni che pure sono state oltre un centinaio, il piano è stato spedito alla Regione Campania per le ultime determinazioni. Speriamo che l'istruttoria dell'Ente possa essere celere e sopratutto abbia un esito positivo. Vi racconteremo nel prossimo numero l'esito delle valutazioni.


Piccola cronaca

Premio Caposele 2003

Assegnato al Tenente Gerardo Lardieri

LARDIERI Gerardo nato a Caposele (AV) il 13.04.1964, arruolato nell’Arma dei Carabinieri nell’anno 1984. A conclusione del corso Sottufficiali frequentato nel biennio 1984/1986 veniva trasferito al Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Partinico (PA). Nel settembre dell’anno 1989 veniva trasferito al Reparto Operativo del Comando Gruppo Carabinieri Palermo 2 in Monreale. Nel settembre dell’anno 1990 veniva trasferito al Comando Regione Carabinieri Calabria dove gli veniva affidato il Comando della Stazione di San Ferdinando di Rosarno (RC) in sostituzione del Brig. MARINO, ucciso in un agguato mafioso nel Comune di Bovalino. Nell’anno 1991 veniva trasferito al Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri -Sezione Anticrimine di Catanzaro- fino al Novembre 2000, anno in cui vinceva il concorso per Ufficiali frequentando a Roma, presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, promosso grado di Tenente, veniva trasferito al Raggruppamento Operativo Carabinieri - Sezione Anticrimine di Reggio Calabria - ove tuttora presta servizio quale il corso dial formazione. Nell’agosto 2001, a conclusione del predetto corsoSpeciale e Ufficiale addetto. Nel corso della sua carriera ha ottenuto svariati riconoscimenti per operazioni di servizio, in particolare: -nel gennaio 1988, ELOGIO rilasciato dall’allora Legione Carabinieri di Palermo per aver, con spiccata capacità professionale e sprezzo del pericolo, intercettato dopo movimentato inseguimento continuato anche a piedi, 4 malviventi in fuga dopo la consumazione di una rapina presso un ufficio postale. L’operazione si concludeva con l’arresto degli stessi ed il recupero dell’intera refurtiva; -nel 1995-1996-1999 rispettivamente ENCOMIO, ELOGIO,ELOGIO rilasciati dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri per aver, in zona caratterizzata da alto indice di criminalità mafiosa, dimostrando elevata professionalità e dedizione al dovere fuori dal comune, contribuito a complesse attività investigative nei confronti di temibili consorterie ‘ndranghetiste operanti in territorio nazionale ed estero che portavano altresì al sequestro di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente nonchè di armi e munizioni anche del tipo da guerra; -nel 1998, ENCOMIO rilasciato dalla Divisione Unità Speciali Carabinieri per aver, in un territorio ad alto indice di criminalità mafiosa evidenziando elevatissima professionalità ed esponendosi a grave rischio per la propria incolumità personale unitamente ad altro personale, a conclusione di un articolata attività investigativa riusciva a localizzare e quindi a catturare un pericolosissimo capo cosca ricercato da diversi anni perchè responsabile di numerosi omicidi e svariati altri reati tra cui l’associazione per delinquere; -nel 2001 ENCOMIO SOLENNE rilasciato dalla Divisione Unità Speciali Carabinieri per aver, in zona aspromontana e quindi ad altissimo indice di criminalità mafiosa evidenziando spiccata professionalità, abnegazione fuori dal comune ed elevatissimo rischio per la propria incolumità personale condotto un attività investigativa che portava all’arresto di nr. 3 ricercati, di cui uno inserito nei primi 30 catturandi dell’intero territorio nazionale, perchè responsabili di numerosi omicidi e sequestri di persona nonchè

Maria Liloia , la simpatica nonnina , ha festeggiato, insieme ai nipoti e agli amici, i suoi primi 100 anni di vita. A lei e a tutti i parenti gli auguri della redazione, che ha voluto ricordarla con alcune belle immagini dedicate alla sua vita (stra)ordinaria.

FERVONO LE INIZIATIVE POLITICHE

Dopo un lungo periodo di torpore, la vita politica caposelese riprende a dare qualche segnale di vitalità e di novità. Negli ultimi mesi sono state inaugurate le locali sezioni di Alleanza Nazionale e dei Socialisti Democratici Italiani. La Margherita, pur non avendo una locale sezione, ha, invece, organizzato un dibattito aperto a tutte le forze politiche, per discutere di ambiente, Alto-Sele e prospettive di sviluppo. Per gennaio, poi, i Democratici di Sinistra hanno in programma un’assemblea degli iscritti durante la quale saranno discusse proposte e strategie per la prossime amministrative. L’augurio per tutti è che le nuove iniziative rappresentino l’avvio di una serie di attività durature, che non si interrompano il giorno dopo la fine della prossima campagna elettorale.

MANIFESTAZIONI PER LA PACE

CHIESA MADRE

sono

ripresi i lavori della Chiesa Madre. Dopo quasi tre anni di stallo, durante i quali la Curia arcivescovile e la parrocchia di Caposele avevano protestato per i ritardi, la ditta appaltatrice ha riaperto il cantiere. Con la seconda trance del finanziamento, ammontante a circa 700 milioni delle vecchie lire, dovrà essere completata la struttura in cemento armato e si dovranno, quindi, rifinire gli interni. Entro un anno, la ditta dovrebbe effettuare la consegna dei lavori. A quel punto, alla Chiesa di S. Lorenzo mancherebbero, per l’effettiva funzionalità, soltanto l’altare ed i banchi.

Dopo gli accadimenti di Nassyria, si è assistito ad una mobilitazione generale a favore della pace. Anche nel nostro Paese, tutte le organizzazioni politiche e sociali assieme alle scuole di ogni tipo e grado, hanno manifestato per il mantenimento di questa democratica condizione. Il 29 marzo scorso una manifestazione alla quale ha partecipato tantissima gente, ha avuto come scenario Piazza XXIII nov. ed ha raccolto le testimonianze dei rappresentanti di tutte le associazioni partecipanti.

DEPURATORE IN TILT

E' allarme per i guasti al depuratore. Alanciare il pericolo è stata, quest’estate, la denuncia di un pescatore del posto, che aveva trovato nel fiume Sele una notevole quantità di trote morte. Gli esami batteriologici effettuati dalle autorità competenti hanno scongiurato il pericolo di inquinamento e di danni permanenti alla fauna ittica del fiume, ma, allo stesso tempo, hanno ravvisato un cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione situato in località S. Caterina, che nei momenti di sovraccarico non riesce a smaltire tutte le acque reflue convogliate. Chiesa madre In settembre

SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO

Partono anche a Caposele, numerosi progetti legati al Servizio Civile Nazionale Volontario: un modo per dare opportunità di lavoro e di impegno sociale alle nuove generazioni. La Pubblica Assistenza, la sezione locale del WWF e la Pro Loco hanno selezionato diversi giovani, dai 19 ai 26 anni, per portare avanti iniziative legate all’assistenza sociale, alla tutela ambientale ed alla realizzazione di progetti culturali.

I LAVORI AL POLO

Il polo scolastico è quasi ultimato. Purtroppo, per piccoli intoppi burocratici, l'ultima fase di costruzione che avrebbe dovuto interessare l'auditorium e la palestra, non è ancora partita. Speriamo che tutto possa risolversi in modo rapido e che per l'anno scolastico 2004/5 si possa inaugurare la bellissima

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Piccola cronaca

La tradizione musicale, paragonabile a quella del panettone Bauli in Veneto, vive negli anni anche a Caposele. L’esempio più chiaro sono i “Long River”. La band, composta da baldi e sani musicisti, (Benny Daniele, Nicky Russomanno, Antonello Malanga , Salvatore Conforti ed Ettore Spatola), vanta di un ottimo repertorio portavoce delle nostre conoscenze in tutta l’Irpinia. Ovviamente non sono gli unici ad essere accomunati da questa passione. Caposele offre, rispetto al resto dei paesi irpini, in proporzione al numero degli abitanti, una vasta selezione di musicisti. Sarà l’acqua a procurare questo senso di genio? O sarà l’aria montana? Fatto sta che di musicisti, in questa comunità, ce ne sono e di qualsiasi A fine agosto è stata abbattuta, in via Lungosele l'abitazione dove viveva, da oltre 20 anni la famiglia di Nesta Vittorio.Era un fabbricato costruito sul Demanio Statale e quindi abusivo, come, tra l'altro, ce ne sono tanti a Caposele e in Italia. Complimenti, è stata una efficiente dimostazione di attività contro l'abusivismo edilizio. Peccato che qualche giorno dopo il Governo ha varato una disposizione di legge per condonare gli abusi edilizi, anche in aree archeologiche e di grosso pregio architettonico.

La pizza irpina ancora sul podio.

Il giovane pizzaiolo Pallante Alfonso, da anni oramai si distingue per la sua professionalità sia nel contesto caposelese sia a livello nazionale. Diverse, infatti, sono state le gare a cui ha partecipato negli anni. Salerno, Battipaglia e Sorrento sono state le tappe a livello provinciale mentre Fiuggi è stata la sua prima tappa a livello nazionale. Negli ultimi mesi ha partecipato a diverse gare distinguendosi in modo eccellente e professionale. La prima, a livello nazionale, a Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza e la seconda, a Battipaglia, a livello provinciale. In Calabria, Alfonso, ha conseguito, con orgoglio della famiglia Pallante, il settimo posto su ben 100 partecipanti conquistando il piatto d’argento. La gara era riservata ai professionisti e il campionato prevedeva la presentazione della pizza piccante. E’ stata presentata la pizza dal nome “Pupazzelle impazzite” con scenografia delle Pupacchielle Caposelesi intrecciate ad una ad una

CORSO SPERIMENTALE PER IL CONSEGUIMENTO DEL PATENTINO PER LA GUIDA DEL CICLOMOTORE Di fronte all’aumento del livelli di incidentalità, negli ultimi anni la sicurezza stradale è diventata fenomeno di assoluto rilievo sociale; pertanto, in relazione ai “Programmi ministeriali” e alla vigente normativa, l’istituto Comprensivo di Caposele, ha programmato e svolto un intervento di sperimentazione, in materia di Educazione Stradale in orario curriculare. L’intervento è stato svolto per una sola classe, per l’anno scolastico 2002/2003 coinvolgendo 18 alunni dello classe 3^B di Caposele. Tale insegnamento ha voluto promuovere la formazione degli adolescenti in materia di educazione stradale e di comportamento civile. Il docente responsabile del progetto e coordinatore delle attività di formazione, Prof. Giacomo Salicone, ha previsto per la formazione, il coinvolgimento di unità aggiuntive da parte deI Corpo di Polizia Municipale dl Caposele per l’ausilio tecnico operativo e la

realizzazione del progetto, Sicurezza Stradale, prevedendo la presenza degli agenti di P.M. che hanno portato direttamente in classe la loro esperienza e professionalità, in particolare dal comandante Aiello Giuseppe e dai suoi collaboratori. Il corso è partito con la partecipazione alla manifestazione di educazione e sicurezza stradale. “Tutti insieme per la Sicurezza” ad Avellino; durante l’anno scolastico i ragazzi si sono

pazientemente dalla nonna di Alfonso. Nella seconda gara, svoltasi a Battipaglia, su circa 60 partecipanti è stato conseguito nuovamente il settimo posto con la pizza “Cuore Irpino”. Inoltre la commissione di gara ha espresso i complimenti e plauso anche per la scenografia, interamente costruita in pasta di pizza ispirata al Lago Laceno, provvista tanto di seggiovie e piste da sci e, visibile ancora all’interno della pizzeria. A Scalea, (concorso nazionale della pizza) Pallante si è sottoposto al giudizio di ben quattro commissioni, classificandosi al terzo posto. La sua pizza ha tutti i numeri per diventare un successo, un best seller. Il cornicione è imbottito con carciofi, parmigiano e piccante. Gli ingredienti, che arricchiscono il piatto, sono la provola affumicata, le patate lesse, funghi porcini ed una spruzzata di mozzarella. Per Alfonso Pallante un altro successo che si aggiunge al suo ricco palmares. Alfonso Pallante coltiva la sua passione fin da bambino, un amore nato nel 1980, quado i suoi genitori decisero di aprire una pizzeria.

Per Pallante, 27 anni, fare pizze non è soltanto un lavoro, ma una vera e propria arte. Da anni partecipa a campionati in tutta Italia, che lo hanno sempre visto classificarsi tra i primi dieci, ultimo quello di Battipaglia, al quale ha partecipato quest’estate con ottimi risultati.

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recati a Caserta dove si sono cimentati su biciclette e moto elettriche in un percorso di una micro-città: “Viabilandia”. Il corso si è concluso con un concorso, presentando un pensiero o un disegno riguardante la sicurezza stradale. La premiazione del concorso è avvenuta durante le manifestazioni del Ferragosto Caposelese dove sono stati messi in palio dei caschi per ciclomotore donati dalla Polizia Municipale, dal Corpo dei Carabinieri e dal C. Nuoto Ambrosiano di Caposele; I vincitori sono stati 5 dei ragazzi che hanno regolarmente frequentato il corso di Educazione Stradale estratti a sorte tra i migliori elaborati: Curcio Natascia Nesta Carina Russomanno Cristiano Scalcione Ruben Rosania Alfonso Lo chiusura del corso e la premiazione si sono svolte nella sede della Pro Loco di Caposele alla presenza del Sindaco Melillo Giuseppe, del comandante dei V.V.U.U. di Caposele Aiello Giuseppe, dal Prof. Giacomo Salicone e da una rappresentanza del Corpo del Carabinieri della Stazione di Caposele.

Il folto gruppo della famiglia Ilaria, che quest'estate ha festeggiato insieme a tutti i parenti presso il ristorante 7 Bello ed il giorno successivo con tutti gli amici al Bosco difesa, Una bellissima rimpatriata con la presenza anche del Sindaco diVicolungo e di tanti amici che si sono scatenati e divertiti con la musica travolgente de "Li cumbari folk sciò" Auguri e a ritrovarci presto il prossimo anno!

ABBONATEVI A

P ro L o c o C a p o s e l e C C P n .


di Gualfardo Montanari

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LA TRAGEDIA CHE HA SCONVOLTO IL PAESE

Uno schianto! Un grido. Una corsa nella notte, come in un gioco a rimpiattino con la morte. Poi lo schianto! La dea vestita di nero, mai sazia, ha preteso le sue vittime. Ancora una volta ha colpito. In quella notte di allegria, le risate si sono trasformate in lamenti, in singhiozzi. L’alba per i quattro giovani di Caposele non è mai spuntata. Sull’erba e sull’asfalto, brandelli di corpi, lamiere contorte, silenzi senza più speranze di voci e di vita. Sbigottimento, incredulità, angoscia hanno avvolto Caposele e l’Irpinia. La notizia della dipartita di MAURIZIO Corona, LORENZO Viscido, DONATO Sozio e ALFONSO Sozio ha colpito le orecchie ed è scesa dolorosamente fin nella parte più intima del cuore. La dea vestita di nero ha ghermito senza pietà quattro esistenze che programmavano lunga e felice la linea del futuro. Per loro non ci saranno più. stagioni, albe, emozioni, sogni. C’è stato solo un unico tragico tramonto che ha inghiottito il breve giorno spalancando la porta ad una notte infinita. Noi tutti ci siamo fermati per un attimo a rivivere le sensazioni, a ripercorrere le emozioni, a meditare. E con noi i tanti giovani che spesso percorrono le strade con l’incoscienza dell’età, senza rendersi conto che il piede pigiato sull’acceleratore dell’auto può essere l’inizio di una tragedia e la fine della spensieratezza, della felicità, del futuro. Domenica 1° giugno, nella chiesa della Sanità di Caposele, insieme alla Madonna hanno pianto quattro mamme sulla sorte dei loro quattro figli crocefissi. Quattro croci sono cadute sulle spalle di quei genitori che le trascineranno all’infinito. Il pianto silenzioso dei presenti si è trasformato in una nenia malinconica che ha accompagnato l’ultimo viaggio di Maurizio, Lorenzo, Donato e Alfonso. Dei quattro amici sempre insieme, anche nella morte. Quando è calata la sera, i ricordi tenuti fino a quel momento lontani, nascosti nelle pieghe di una veste nera, sono tornati, per accarezzare la fronte di chi non ha più lacrime. Piange Caposele, ancora legata a quelle quattro meravigliose piante sradicate, recise. I quattro giovani dormono il sonno eterno in un altro giardino. Nelle loro case, trasformate in piccoli santuari, la gente mormora l’ultima preghiera. Poi il silenzio! Ma nel silenzio, all’improvviso, uno schianto ed un grido disperato: MAMMA!.

ALFONSO LORENZO MAURIZIO DONATO

DAI QUOTIDIANI

LA TRAGEDIA Quel venerdì che doveva essere di festa I1 giorno dopo la tragedia, il giorno dopo quello che mai nessuno avrebbe immaginato accadesse. Il giorno dopo, Caposele si è risvegliata incredula, quasi, da un incubo. Invece era tutto realtà. Da venerdì 31 maggio quattro giovani non ci sono più.Il tragico schianto sull’Ofantina bis. Franco Salvatoriello era a bordo della sua Bmw 318. Con lui Alfonso Sozio, Lorenzo Viscido, Donato Sozio e Maurizio Corona erano di ritorno da Lioni dove erano andati a mangiare una pizza e a bere qualcosa. Arrivati al bivio per Materdomini, però, Salvatoriello non è riuscito a frenare ed è andato dritto. Poi ha tentato una sterzata al limite, ma non ce l’ha fatta. L’auto ha sbandato quasi per trecento metri prima di andare a concludere la sua corsa contro un guard rail dopo aver spezzato tre paletti d’acciaio. Tutti gli occupanti dell’auto, tranne Salvatoriello che è rimasto attaccato al volante sono stati sbalzati fuori dall’auto. Ad avvertire i soccorsi un uomo che abita

poco lontano da dove è accaduto l’incidente. Ma ormai non c’era più nulla da fare. Erano morti tutti. Una vera strage. I testimoni hanno detto di non aver visto mai nulla di simile. L’unico sopravvissuto è Salvatoriello che si trova ricoverato presso l’ospedale di Oliveto Citra. Le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni. Dovrebbe cavarsela. La Procura di S. Angelo dei Lombardi ha aperto un’inchiesta. Si dovranno stabilire le esatte cause dell’incidente. Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri della compagnia di Montella. Molte le ipotesi che stanno prendendo piede in queste ore. La più seguita è quella dell’alta velocità ma anche della scarsa lucidità, forse aveva bevuto un pò troppo, del conducente. Intanto Salvatoriello dovrebbe essere accusato di omicidio colposo plurimo. Lui, l’unico sopravvissuto, è ancora in stato di choc, non riesce a smettere di piangere. Ha visto la morte in faccia e i suoi quattro migliori amici sono morti. A fianco di Franco tutta la sua famiglia che sta cercando di stargli vicino per fargli

Vania Palmieri

Una grande folla in lacrime accompagna le bare per l’ultimo percorso

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Corso Europa: una folla commossa e silenziosa segue i feretri


LA TRAGEDIA CHE HA SCONVOLTO IL PAESE

DAL QUOTIDIANO

Caposele - Maurizio Corona ed iI suo sogno: fare il carabiniere e porsi al servizio della gente. In famiglia uno zio che ha dedicato la sua vita all’arma, Il sogno stava per diventare realtà. Un altro anno e Maurizio sarebbe diventato maresciallo. Avrebbe, poi, ottenuto il comando di una caserma. Una carriera prestigiosa, era quella che gli si stava aprendo. Prima dello schianto. Prima della morte improvvisa. Ieri a Caposele erano presenti per il rito funebre numerosi carabinieri della scuola allievi di Velletri, guidati dal comandante di reggimento, il colonnello Alessandro Tornabene. A lui sono stati tributati gli onori militari. Il passaggio del feretro è stato salutato dal picchetto. Dall’altare è stata declamata la preghiera del carabiniere, in onore della Virgo Fidelis. Erano, inoltre, presenti, il comandante provinciale di Avellino, il tenente colonnello Andrea RispoIi ed il tenente Sabato D’Amico, comandante della compagnia dei carabinieri di Sant’Angelo dei Lombardi. Commossi i compagni di corso di Maurizio Corona. Non hanno voluto commentare più di tanto il terribile episodio. Si sono limitati a dire: “Eravamo come fratelli l’uno per l’altro”. Poche parole, ma una vera, autentica testimonianza d’affetto.

di Dio”, dice Nunnari. Non manca però, da parte del prelato, anche un monito per i giovani. “Da questa vicenda - ha spiegato dobbiamo capire ancora di più quanto sia importante e forte il senso della vita. Questa triste vicenda, queste quattro vite distrutte siano per tutti i giovani di Caposele una motivazione a non lasciarsi andare e ad apprezzare quanto già hanno”. Dopo l’omelia dell’arcivescovo, è toccato al sindaco di Caposele, Giuseppe Melillo, tracciare un ricordo dei giovani. “In questo momento - ha detto con le lacrime agli occhi Melillo - mi sento piccolo, perché non ci sono parole, non ci sono discorsi che tengano e che possano lenire l’immenso dolore di queste quattro famiglie”. “Perdiamo, ha aggiunto Melillo, quattro onesti lavoratori, quattro giovani che erano stati compagni di giochi dei nostri figli. Spero solo che il grande sentimento di comune commozione che ha unito questa comunità possa da adesso in poi aiutare questi genitori e questi fratelli affranti per la morte dei loro cari a rendere meno dura e meno amara la loro esistenza”.

CAPOSELE Erano in tremila quel triste pomeriggio, a dare l’estremo saluto ai quattro giovani dì Caposele, Lorenzo Viscido, Donato Sozio, Maurizio Corona e Alfonso Sozio, che sono morti il 31 maggio, venerdì notte in un incidente stradale, avvenuto sull’arteria che collega l’Ofantina con la fondo Valle Sele. C’era una timido sole ad illuminare i volti di cittadini segnati dal dolore che hanno accompagnato dalla camera ardente fino alla Chiesa della Madonna della Sanità i feretri delle giovani vittime di età compresa tra i ventiquattro

e i ventotto anni. Un lungo corteo di fiori portati a mano dai giovani del posto, ha preceduto le quattro bare, portate anch’esse a spalla. Tre dagli amici di Lorenzo, Donato e Alfonso, mentre a trasferire la salma del giovane allievo Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, Maurizio Corona, sono stati i suoi colleghi di corso, che hanno presenziato insieme ai rispettivi sottufficiali ed ufficiali, all’intera cerimonia religiosa presieduta dal Vescovo della Diocesi di S. Angelo dei Lombardi, Padre Salvatore Nunnari.

DAI QUOTIDIANI

Una fase drammatica del funerale in Piazza Sanità. Presenti tutte le autorità civili e religiose e un 'immensa folla ad accompagnare i ragazzi per l'ultimo saluto

IN QUATTROMILA PER L’ADDIO AI RAGAZZI E’ durata quasi due ore la cerimonia funebre per la tragedia che ha colpito Caposele. In una piazza Sanità, che si è trasformata in una Chiesa all’aperto, padre Salvatore Nunnari, arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi, ha voluto officiare una celebrazione che è stata un susseguirsi di lacrime, accompagnate da grida di dolore. “Siamo stati feriti al cuore - ha detto Nunnari -. Quattro giovani, quattro lavoratori, quattro speranze di questa terra se ne sono andate”. Anche l’arcivescovo non può trattenere la commozione. Il pathos, l’emozione, la tragedia sono troppo grandi. “Difficile, in questi momenti andare avanti dice l’arcivescovo con voce rotta dalla commozione, ma è proprio ora che dobbiamo essere saldi, è proprio ora che la nostra fede deve essere più forte”. “Un pensiero anche per le famiglie che stanno affrontando con grande dignità l’immane tragedia dalla quale usciranno con l’aiuto

CAPOSELE: UNA FOLLA IMMENSA AI FUNERALI DEI GIOVANI MORTI NELL’INCIDENTE SULLA FONDOVALLE

DAI QUOTIDIANI

Un mare di gente, quel pomeriggio, ha voluto dare l’ultimo saluto ad Alfonso, Donato, Lorenzo e Maurizio, i quattro giovani vittime di un tragico incidente stradale avvenuto allo svincolo di Caposele della Fondovalle Sele nella notte tra venerdì e sabato, mentre stavano rientrando da una serata di divertimento trascorsa nei pub di Lioni. Il week-end più tragico nella storia di Caposele si è concluso alle 19 di domenica primo giugno in piazza Sanità, con la celebrazione del rito funebre da parte dall’arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, padre Salvatore Nunnari. La lunga veglia della gente era iniziata sabato pomeriggio, quando le quattro bare dei giovani erano giunte nella camera ardente fatta allestire nella sala dove normalmente si tengono i consigli comunali. Una sala dove è stata sistemata una bandiera a mezz’asta col nastro nero, per il lutto cittadino proclamato dal sindaco Giuseppe Melillo. Un flusso ininterrotto di gente, che non

si è fermato neanche durante la notte. I cittadini hanno sfilato davanti alle quattro bare, poste lì, una dietro all’altra, ognuna avvolta nel tricolore e ricoperta di fiori. Sopra ogni bara, la fotografia della vittima, oltre ad un segno distintivo per ciascun ragazzo. Sulla bara di Maurizio Corona, ad esempio, c’era il berretto da carabiniere, mentre su quella di Donato Sozio, oltre al Tricolore, c’era anche uno stendardo biancazzurro, per ricordare la sua fede calcistica per il Napoli. Sogni infranti, vite giovani spezzate, a cui è stato dato l’ultimo saluto ieri pomeriggio. Oltre quattromila persone, forse anche di più, hanno accompagnato i quattro giovani, dalla camera ardente, lungo tutto corso Europa, fino alla piazza antistante la chiesa Madre, troppo piccola per contenere la folla, ma soprattutto troppo piccola anche per contenere il dolore di quattro famiglie, di un’intera comunità e di tutto il circondario. C’erano, infatti, persone non solo di

Caposele, ma provenienti da tutti i comuni della zona. Molte erano anche le autorità presenti: oltre al sindaco di Caposele, hanno partecipato al funerale i primi cittadini di Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e Teora, il comandante provinciale dei carabinieri e tutti i colleghi d’arma di Maurizio Corona, che fino a venerdì aveva frequentato il corso per allievo maresciallo alla scuola dei Carabinieri di Velletri. E poi c’erano naturalmente tanti amici, tanti conoscenti, ma anche tanta gente comune, venuta a Caposele perché sentiva il bisogno di portare la sua partecipazione per una tragedia che avrebbe potuto colpire qualsiasi giovane, qualsiasi padre e madre di famiglia. Una storia amara, tragica, in cui, oltre alle quattro vittime, è stato coinvolto anche Francesco Salvatoriello, di 26 anni. Per lui, che era alla guida dell’auto, qualche lieve escorazione, ma soprattutto una ferita interiore che sarà molto difficile far rimarginare.

Il corteo funebre lungo corso Europa

“...Non sia turbato il vostro cuore; non restate con il cuore turbato nell’ora del distacco. Questa è l’ora della fede. ...Entrate ancora nelle vostre case, nelle case dei vostri genitori, come un raggio di luce. Perché da oggi c’è un letto vuoto, ma non ci sia un’assenza infinita. Siate i nostri angeli. Il Signore non vi ha rubato la vita, vi ha portati con sé”.

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Storia

TOPONOMASTICA E’ La

seconda parte della pubblicazione, ancora in preparazione, a

cura di Alfonso

Merola, sulla toponomastica di Caposele. Come nello scorso numero abbiamo ripreso alcune delle innumerevoli strade e località descritte, riservandoci di continuare a pubblicare un altro stralcio nel prossimo numero.

SELE Plinio il Vecchio N.H., III, 10. A Silaro, regio tertia et ager lucanus brutiusque incipit (divisione augustea) silio Italico punica VII 825-826 “ con quei che beon del Silaro che i rami come si narra, entro ai suoi gorghi impetra”. Selleis ® affluente di sinistra del Peneo nell’Elide, detto anche Ladon che nasce dal monte Pholoe 2) Fiume della Sycionia 3) Affluente del Rhodios in Troade 4) Sillaro borgo e fiume della Gallia cispadana poco distante da Forum Cornelii LIONE (LU LIONE) Nella politica di consolidamento del potere Roma per sottomettere popoli ribelli non consenzienti alla colonizzazione, spesso li sradicava dalle loro terre, trasferendoli altrove, a distanza notevole. Nel 185 a.C. un ramo dei liguri delle Alpi Apuane fu sparpagliato in Irpinia in minuscoli villaggi anche a monte del fiume Sele. Dice Nicola Corcia, da Liguri, si disse probabilmente Liuri, donde in processo di tempo Liuni. E Lioni non è da scartare, quindi, che l’origine di detto nome sia la medesima della vicina cittadina di Lioni. PIETRA DI S. MARIA (PRETA R’ S. MARIA) Il toponimo afferisce a sito caratterizzato dalla presenza di una rupe nei cui dintorni doveva trovarsi edicola o chiesetta campestre dedicata alla Madonna. Può anche denotare l’appartenenza dei fondi circostanti ai beni ecclesiastici o a confraternite, molto numerose ed attive in Caposele prima dell’unità d’Italia. BOSCO DI S. ILARIONE Prende il nome da una cappella dedicata a S. Ilarione, eremita orientale del IV secolo d.C. Questo santo fu molto caro ai monaci basiliani e quella che è ancora definita volgarmente cappelluzza, doveva essere appunto, una ... basiliana (come sostiene A. Grisi). Un santo il cui culto doveva essere, per così dire, molto interessato, essendo protettore contro i terremoti. La chiesa cattolica romana (d’occidente) per

contrastare quella d’oriente, dopo lo scisma,sostituì il culto di S. Ilarione con quello di S. Emidio (elevato a protettore contro i terremoti). S. Emidio è da lungo tempo onorato in Caposele, avendo nella chiesa madre, una sua ara e una sua statua. TORRICELLA Sulla cima di una collina si notano i resti di mura longobarde o normanne. Era forse un fortilizio che faceva parte della difesa complessiva di Compsa. La solita cronista conzana riporta: “una terra della quale hoggidì se ne conoscono vestigi che sta posta nella ... di Buon Inventre, ch’oggi è del signor barone, ch’andava compresa con li feudi di Caposele, che volgarmente si chiama La Torre, nella quale vi sono in atto li vestigi delle case, fontane ed altro...” RIVEZZULO: (FITO) Il toponimo ha alla base una denominazione fitonimica in rapporto alla presenza di una particolare vegetazione o coltivazione: la rapa (rava). Questo prodotto era molto consumato nella cucina contadina e costituiva una delle cosiddette verdure povere. La coltivazione di essa in “alta montagna” e in presenza di acqua sorgiva è d’altronde anche oggi effettuata. Sono particolarmente rinomati i cosiddetti “ricci di montagna” a foglia larga e tenera. PADULA DEGLI UCCELLI Nella toponomastica locale si riferisce alla parte inferiore e pianeggiante di Boninventre. Il suo toponimo è speculare o effettualmente conseguente all’antico etimo di Maliventre. Doveva, infatti, essere il punto di affioramento delle acque sotterranee di cui è ricca Boninventre e che è stata causa di notevoli dissesti idrogeologici. Padula sta per palude, ovvero luogo acquitrinoso che doveva essere un forte richiamo per gli uccelli del territorio circostante. Non è da dimenticare, poi, il fatto che questo punto immediatamente a ridosso del territorio di Temete era ed è varco delle migrazioni stagionali di uccelli. L’area risulta oggi bonificata, ancorchè in un difficile equilibrio idrogeologico. Testimonianze indirette attestano che detta zona era suffeudo dei cavalieri di Malta, che l’alienarono alla famiglia D’Amico; l’uso prevalente che

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CAPOSELE: TOPONOMASTICA II PARTE

ne era fatto, oltre che per fini agricoli, era quello di riserva venatoria. Negli anni ’50 fu quotizzata e venduta dai D’Amico alle famiglie ivi insediate come coloni e mezzadri. FONTANA DEL LAGO La fontana è così detta in quanto la sorgente che l’alimentava, riversandosi si disperdeva su un pianoro, formandovi un pantano di notevoli dimensioni. Detta sorgiva negli anni ’70 fu utilizzata per l’acquedotto Matine a servizio di parte di detta contrada. POSTELLA In genere il toponimo riflette l’appellativo di posta, inteso come luogo destinato all’alloggio di viandanti e al cambio dei loro cavalli. Con tale toponimo, però, in taluni casi molto rari, per lo più nel territorio laziale, si indicava un rustico pastorale per ovini, ricovero notturno lungo il viaggio di monticazione e di smonticazione. MATINE La denominazione riflette l’antico appellativo pugliese “matina”, riscontrabile in moltissimi documenti medioevali col significato di terreno coltivato, terreno d’altura quasi pianeggiante. La sua radice prelatina è in “mat” monte, altura (mato) ha valore storico in quanto conferma che la parte coltivata di Boninventre non era molto estesa ovvero che parte consistente di detta contrada aveva avuta destinazione agricola. GLI AGIOTOPONIMI Una categoria di nomi molto diffusa e in forte espansione un pò in tutta la penisola è l’agiotop-onomastica, ovvero quei nomi che si riferiscono a santi.Essi sono interessanti, anche perché ci aiutano a ricostruire la storia religiosa delle comunità, incluse certe devozioni o venerazioni ormai decadute. Spesso ci si trova di fronte a veri e propri nomi storpiati o ricondotti da una credenza pagana ad una attività di cristianizzazione. E’ un modo per tracciare un cammino religioso nei secoli.

Così scopri che hanno origine in qualche chiesa o cappella, ormai distrutta, a benefici ecclesiastici accesi in nome di questo o quel santo, di questa o quella confraternita, da parte di qualche donatore senza eredi, alla ricerca di guadagnarsi suffragi per la propria anima. L’abbondanza di questi toponimi ci dice che la chiesa (il clero locale) era un riferimento non trascurabile dell’economia e dell’organizzazione sociale. La sua partecipazione alla produzione agricola, d’altro canto, è dimostrata dal possesso di tanti fondi, tra l’altro sopravvissuti all’espropriazione crispina. E’ ancora viva nella memoria degli anziani il preteso pagamento di censi negli anni ’50, a confermare un ruolo decisivo nella vita economica del paese. VALLONE DI CONTRA Tra i toponimi di origine latina riferentesi alla geonomastica c’è “contra”, a designare la posizione antitetica di un luogo dirimpetto ad altro. PIANO CARDONE Il fitonimo richiama le condizioni dei terreni pianeggianti a valle di Boninventre. Il cardo, infatti, è una pianta delle zone incolte, prevalentemente destinate a pascolo. Tale doveva essere anticamente detta zona. Infatti, è acquisito storicamente che la parte abitata e quella più propriamente coltivata era nella media collina. Per un approfondimento è utile leggere la parte dedicata a Boninventre. ASSIGNAMENTO “Terra signata” era dai romani così definito in periodo (tardo repubblicano) il territorio delle colonie, espropriato e poi quotizzato e riassegnato dietro pagamento di un canone.La spiegazione, però, non sembra del tutto convincente, in quanto raramente i romani si insediavano oltre i 600metri sul livello del mare. Di certo in epoca romana, le montagne erano patrimoni dei municipia. Sembra, invece, più probabile il riferimento all’”assignement” di epoca murattiana. Gioacchino Murat, per ingraziarsi maggiorenti locali e contadini, procedette in molti comuni


Storia meridionali all’assegnazione di terreni di patrimonio comunale. ORTE Pare che questo fosse il nome con cui si denominava tutta la parte di territorio pseudo-urbano situato lungo il fiume Sele (riva destra) che per la immediata vicinanza al corpo idrico era destinata alla coltura di ortaggi. RIPE Toponimo di origine latina con riferimento geonomastico è ripe ® ripa intesa come riva. Richiama la vicinanza del corso del fiume, sua ricchezza e suo flagello. Infatti, essendo il Sele, di notevole portata all’epoca, esso strappava nei periodi di piena e di massima portata terreno lungo il suo percorso. COTE Sono così denominate alcune aree ricadenti a Boiara-Valle delle Mole, che negli anni ’50, in concomitanza con la legge Gullo furono dal comune lottizzate, quotizzate (donde l’etimo cote) ed assegnate a coltivatori diretti. L’area in questione è patrimonio comunale e anticamente faceva parte del bosco più grande di cui è residuato quello denominato Bosco Difesa. CESINE Cesine da (caesus) tagliato. Sta ad indicare una selva cedua, una terra dissodata a seguito di taglio, una sodaglia. Il termine è molto diffuso in Campania e soprattutto in Irpinia. PETAZZE E’ antroponimo derivato da petacius (forma asufissale). GAVITONI L’origine del toponimo è da individuare in una base “gava”-”gaba”, prelatina, significante “canalone, torrente, acqua sorgiva”. Il suo riferimento all’idronimia è suffragato dall’esistenza della omonima fontana, a breve distanza da un vallone a monte di Acqua delle Brecce. E’ da scartare ogni riferimento al “gavito” (vernacolare) che significa truogolo. PIETRA DI COLA E’ chiaro il riferimento al Nicola, di cui è variante per troncamento. SERRALUNGA Il termine geonomastico serra, si connette, come appellativo geografico alla situazione orografica del luogo. Si tratta di un’altura, di una serie collinare che si elevano in senso longitudinale, a mo’ di confine tra Boninventre e SERRA (CASTAGNO)

Più genericamente detta “la serra” non ha nulla a che vedere con il serrale latino, trattandosi di luogo tutt’altro che chiuso. La parola molto comune in tutta Italia, nelle zone montuose si richiama metaforicamente a serra ® “sega”, quindi, altura alberata, quale in effetti si presenta la contrada.

Tra i toponimi di varia originazione, Occhiaro è tra i più interessanti essendo il sinonimo “speculare” del termine urbano “belvedere” molto diffuso in Italia.Occhiaro deriva da “ocularium”, bella vista, belvedere. E il termine è veramente azzeccato alle potenzialità panoramiche ed ambientali del luogo.

MONTEMAGGIORE Deriva da mons-major (in dialetto muntumaiore). E’ evidente il riferimento orografico ad un’area più alta che domina colline o montagnole minori.

OPPIDO Significa città fortificata, piazzaforte per gli antichi popoli italici e ancor più per i romani. Oppido fu piazzaforte degli irpini di ferentinum e costituiva un propugnacolo difensivo verso l’Apulia e la Lucania. E in effetti lo era: a guardare il sito esso si offre alla riflessione per la difesa naturale delle alture che vanno dal montagnone di Nusco, al Calvello e ai lati il bosco di Boiara e il vallone d’Italia. E’ sito di sicuri reperti archeologici.

CATAROZZO L’etimo è in “cos-cotis” inteso come grosso macigno, come scoglio, masso. COSTE DI S. LUCIA Dal latino “costa”, costola, costa, fianco di un’altura. L’agionimico ci richiama il culto ad una santa molto venerata in paese, che addirittura vi aveva cappella a lei dedicata e la festività locale fissata il 13 maggio (anzicchè il 13 dicembre), forse a significare che aveva soppiantato la devozione a qualche precedente divinità pagana. Nella lapide al dio Silvano si parla di una festività detta “rosalia” (stranamente ricadente in maggio). E che dire, poi, delle stranezze di una santa Lucia che aveva sacello in luogo detto SANTU LIA?!? COSTA PALOMBA Dal latino “costa” - costa, costola, fianco; in ambiente montano designa le falde alquanto ripide dei monti e le loro dorsali. Lo zoonimico “palomba” fa riferimento a piccioni selvatici che nella zona hanno sempre trovato il loro habitat naturale. PASTENA Il toponimo ripete un antico appellativo del Latium, ben documentato nell’alto medioevo. Esso si riferisce a terreno divelto, scassato, lavorato per impiantarvi vigneti. Questo termine conferma l’ipotesi che quella zona era precedentemente boscata, a protezione di duomo, e, poi, solo successivamente recuperata adun uso agricolo più produttivo, ma sicuramente dannoso per l’equilibrio idro-geologico. Conviene qui rammentare che il “pastinato” in Irpinia era un vero e proprio contratto agrario consistente nella concessione di terre da parte del feudatario ai contadini affinchè la dissodassero e la migliorassero in cambio del diritto di costruirvi una casa, pagando il canone non appena essa cominciava a rendere: la casa poteva essere trasferita ai figli. OCCHIARO

VALL’ANTICO (VALLANTICO) Antico sta per oriente, quindi, fossa naturale a confine di un territorio o di una regione. Secondo antichi geografi trattasi del vallone d’Italia: il nome Italia, provenendo dal sud, non oltrepassava le sorgenti del Sele. Antioco segnava il confine d’Italia sul Tirreno a Paestum (Posidonia), precisamente alla foce del Sele (Capodifiume), mentre, all’interno, toccava le sorgenti dello stesso Sele, con le difese naturali dei monti circostanti. Il sito, a monte dell’abitato, pare sia da identificare ache con i citati Talion, Italion, Talium da parte di Diodoro (hist. 20, 26, 3). Diodoro parla di un Talion in territorio di Bovianum Hirpinum. SERRO DI CUGNO Anche in questo caso il toponimo richiama serra nel senso di sega, altura seghettata, quindi, ove la metafora si completa con ulteriori elementi di specificazione. Infatti, cugno deriva dal latino cuneus, terreno a forma di cuneo, lingua di terra che si incunea lungo l’alveo E’ decisamente da non prendere in considerazione l’etimo congius inteso come cavità in senso geomorfico, stante l’assenza di riscontro nel paesaggio. LA CUPA Il toponimo è da ricondurre al latino “cupa” - tina. E’ chiaro il valore metaforico dato al sito. Cupa è la profondità, in questo senso luogo eccessivamente ombroso e scuro. Cupa è pure la strada incassata (nella fattispecie nel vallone). L’attestazione è molto antica. Nel napoletano si riferisce alle gole montuose.

ARIALONGA Area, areola. Nel vernacolare è così definita l’aia. Il senso, quindi, è di lungo spazio aperto. CANALE Il toponimo continua il latino canalis, nel senso di condotta naturale o artificiale per l’acqua. MACCHIA DELLE CANNE Chiaro il riferimento ad una vegetazione spontanea, quasi boscaglia, di canne. Si riconferma con questo toponimo questa coltura molto importante per l’economia contadina. Vedere cannito. BOSCO Il toponimo allude in modo palese alla presenza nella zona, un tempo, di vaste selve. CALDAIE E’ sicuramente una metafora geonomastica derivata da caldaria ® caldaia, nel senso di luoghi depressi, buche, conche. In vernacolo è “calláre”. CARCARE L’etimo è nel latino calcaria - fornace da calce. CHIUSA L’etimo è evidente: esso riprende il tardo latino clusa ( ® clausa) col significato di chiuso, accesso stretto ai monti. Era il termine con cui i romani indicavano le strettoie dei monti. Sono due i siti che portano questo nome e per distinguerli essi sono specificati in chiusa inferiore e chiusa superiore (ovviamente sempre rispetto al corso del fiume Sele). CONCHE Molto comune come traslato geografico e relativo ad aspetto morfologico del terreno. In vernacolare “cunghi”. Il toponimo di derivazione latina da concha si riferisce ad avvallamento, a luogo prevalentemente basso e chiuso. PIETRA DEL SANGUE Il toponimo fa sicuramente riferimento a qualche accadimento sanguinoso (avvenuto), un fatto delittuoso, di cui non v’è più alcuna memoria e / o testimonianza orale tramandata.

(CONTINUA NEL NUMERO 70)

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Attualità

PER UN PROGETTO DI ECOLOGIA SOCIALE di Alfonso Merola

L’A.N.P.A.S. di Caposele è da qualche tempo oggetto di ripetute azioni teppistiche culminate nella notte del 28 novembre addirittura con l’incendio della sede. Unanime è stata la condanna di un atto di tale inaudita e gratuita violenza. La condanna, però, non basta se non è accompagnata da una doverosa riflessione sullo stato di malessere che attraversa la comunità caposelese. Dato per scontato che le forze dell’ordine e la Magistratura si adopereranno nei loro rispettivi ruoli e funzioni ad indagare e punire i colpevoli e che nel modo migliore possibile la Pubblica Assistenza dovrà riprendere la sua attività, se non si è smarrito del tutto il senso civico di Caposele, ciascuno di noi dovrà farsi delle domande e tentare di darsi delle risposte, evitando letture di comodo. In queste settimane è circolata qualche idiozia che additerebbe nello scontro politico la causa di certi esiti dolorosi. Siamo di fronte a parole in libertà che sembrano dei veri e propri depistaggi e che non aiutano a trovare una via d’uscita. Forse è l’assenza di una giusta tensione politica, e non il contrario, la causa di certi mali ed, in ogni caso, il tentativo di dividere, quando c’è bisogno di unire, certamente non aiuta. Le istituzioni e le forze politiche e sociali su fatti inquietanti come questi, sono chiamate a leggere il background, ad analizzare i disagi, a progettarne le risposte e a governare la complessità, senza banalizzare gli eventi e senza ingarbugliarli. Solo registrando convergenze e condivisione si è in grado di portare alla luce la verità. Caposele (e non solo Caposele) non è più da tempo un’isola felice, perché ha inesorabilmente perduto la caratteristica di comunità educante, propria delle aggregazioni “chiuse”, le quali erano in grado di stendere attorno a loro una sorta di cintura sanitaria contro eventuali contaminazioni esterne. Quel presunto status di grazia non esiste più e a niente vale richiamarlo nostalgicamente. Vero è che, come tutte le aree rurali, per un frainteso e confuso senso della modernità, questo paese ha frettolosamente accelerato i processi di omologazione alle aree urbane, senza avere a disposizione gli antitodi sociali necessari a contrastare i rischi ai quali si esponeva. Il progresso di queste zone non ha visto un avanzamento di un territorio complessivamente attrezzato, per cui le nuove generazioni sono state intercettate dal peggio che la modernità potesse offrire e a questo peggio si sono aggrappate. La colpa è dei giovani non allertati a tempo e a sufficienza sull’esigenza di maneggiare

con cura il progresso o non è piuttosto colpa dei meno giovani che, chiusi in un individualismo esasperato, hanno distrutto modelli di vita senza offrirne di nuovi? Si sente in giro anche un’altra favola: “E’ tutto colpa della rico-struzione!”. E a che cosa è dovuto il collasso sociale in tante parti del mondo che non sanno nemmeno cosa siano terremoti e cataclismi? Questa tesi, in tutta evidenza, non regge. Invero si registra da qualche decennio la caduta continua della socialità e la messa in discussione dello stato di welfare per cui la precarietà è divenuta una regola costante di vita e l’individualismo il modello dominante... Non più persone, ma solo individui con le loro forze e le loro debolezze. Si pensi a cosa può produrre l’accanimento a distruggere i luoghi classici della democrazia e a sostituirli con spazi di verticalizzazione delle decisioni; si pensi all’anemia associativa, alla banalizzazione della solidarietà, a certe politiche di emargina-zione sociale... Si pensi, infine, alla fatica della Chiesa di penetrare nella coscienza di tanti uomini che in passato si aprivano in una sorta di atto liberatorio ad essere aiutate. Uccise le persone, intese come esseri sociali (famiglia, scuola, comunità ecc.) sono restati gli individui con i loro problemi di sempre, le loro solitudini, incapaci di negoziare relazioni e comportamenti (perché è impossibile negoziare senza una controparte reale). Se si martirizza l’idea stessa di società, il risultato è la chiusura in se stessi, nei propri egoismi: misurarsi con se stessi non è facile quando i diritti, ieri mutuati dalla società, oggi ritornano ad essere bisogni primordiali. In questo caso gli individui sentono ancora il bisogno di stare insieme, ma il gruppo si forma per affinità elettive: tutti buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Questo manicheismo moderno così produce tanti santi e tanti diavoli, tanti dottor Jeckill e tanti Mr Hyde. E se a prevalere è la logica del branco, si fa fatica a far comprendere che non è vero che alle grandi violenze si può rispondere solo con piccole violenze. L’individualismo del branco giunge alla disperata conclusione che tutto ciò che non percepisce come suo o come affine ad esso, gli è estraneo e va abbattuto... E’ questa la tragica verità. Si può assuefarsi fatalisticamente a questa conclusione? Io credo proprio di no; e allora è tempo di assumere l’emergenza sociale tra le priorità ineludibili anche per paesi come Caposele e di riformulare

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compor-tamenti singoli e collettivi in una sorta di progetto di ecologia sociale finalizzato alla convivenza democratica. Non a caso parlo di ecologia sociale e non di semplice ordine pubblico che di per sé non risolve nulla. Noi non dobbiamo isolare ma raggruppare, riportare al dialogo chi è reticente, illuminare le zone al buio o all’ombra, convincerci che anche il più riottoso alla permeabilità sociale non ama il disagio e l’emarginazione. Le poche risorse di cui dispone un territorio devono essere prioritariamente investite su queste emergenze, anche esigendo che altre istituzioni, oltre i confini comunali, facciano il loro dovere. L’ente locale deve delegare le sue funzioni assistenziali a chi si impegna nel concreto, senza farsi abbacinare dalla tentazione clientelare; un Comune che si rispetti si riserva il solo ruolo di potenziare le strutture operative di vere professionalità a sostegno delle politiche emergenziali. In

conclusione, si spera che si apra un vero dibattito su eventi gravi e intollerabili che scuotono tante coscienze e che tolgono la dovuta serenità a numerosi ed operosi volontari, i quali offrono energie e tempo libero gratuitamente per supplire alle carenze della “solidarietà istituzionale”. E’ augurabile, pure, che ci siano inversioni di tendenza sempre a livello istituzionale dove, talvolta, il sostegno alle azioni sociali appare più un mezzo che un fine. Da questo punto di vista l’imminente campagna elettorale sarà un banco di prova su cui i cittadini saranno chiamati a riflettere per poi pronunciarsi, nel-l’interesse della convivenza democratica e di una genuina solidarietà in cui sono ancora in tanti a credere.

IL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO: A CAPOSELE UNA REALTA’ ATTIVA SUL TERRIORIO E PER IL NOSTRO TERRITORIO di Concetta Mattia Per quanto i recenti e terribili attentati siano stati un duro colpo inferto a tutta la Comunità non solo a noi operatori volontari della Pubblica Assistenza Caposele - e soprattutto perché adesso più che mai in questo nostro paese deve essere vero che “le idee camminano sulle gambe degli uomini”, ritengo dunque che non esista frangente migliore per meglio descrivere ed evidenziare (purtroppo non lo si è fatto spesso) quanto di buono è stato progettato e realizzato e che, di sicuro, si continuerà a realizzare. Tra le tante cose fatte, oggi mi è particolarmente gradito affermare che l’essersi attivati per presentare progetti per il Servizio Civile Volontario Nazionale, rientra a pieno titolo tra le scommesse fatte per migliorare la qualità dello sviluppo della nostra comunità e vinte dalla nostra associazione. Grazie ad una legge dello Stato, la n.64 del 2001, che ha formalmente istituito il SCV dando la possibilità di presentare progetti agli Enti ed alle associazioni operanti sul territorio, solamente nel nostro Comune dal maggio scorso ad oggi, sono stati avviati all’esperienza del Servizio Civile ben 30 ragazze e ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 26 anni impegnati in diverse attività (la norma prevede specificatamente questo limite per le ragazze ed ammette al servizio anche i ragazzi riformati alla visita di leva). L’esperienza dura 12 mesi e non può essere ripetuta in futuro, comprende un periodo di formazione funzionale alle attività progettuali e prevede inoltre un rimborso spese mensile erogato dal Ministero competente pari a 433,80 euro. Lo slogan della campagna pubblicitaria nazionale ben riassume gli obiettivi di fondo che ci si prefigge realizzando attività di SCV: aiuti gli altri, cresci, ti formi, fai un’esperienza pratica di lavoro! La Pubblica Assistenza Caposele ha promosso in particolare 2 progetti: il primo ha avuto anche l’Amministrazione Comunale come Ente co-promotore, intitolato “Coinvolgere per non escludere” riguardante attività per arginare le varie forme di disagio giovanile, ha avviato i primi 8 ragazzi del nostro comune, è iniziato lo scorso Giugno con la realizzazione delle attività di formazione e di diverse iniziative anche pubbliche, il secondo, iniziato da pochi giorni, che riguarda invece attività per la salvaguardia territoriale, intitolato “EcoGuardie per la Tutela attiva del Territorio”che ne ha avviati altri 6 al momento impegnati nella formazione. E’ bello poter contestualmente evidenziare che i ragazzi, anche se non esperti, si impegnano, e oltre che per le predefinite attività progettuali, danno una mano anche nelle altre attività dell’associazione di volontariato. Forti anche dell’approvazione ministeriale del nostro lavoro, abbiamo dunque continuato questa attività anche a diverso titolo, collaborando con altri Enti ed Associazioni che hanno a loro volta presentato validi progetti sempre destinati ai nostri ragazzi: Il WWF, Il Consorzio per i Servizi Sociali Alta Irpinia e la Pro-Loco Caposele, che la prossima settimana selezionerà altri 2 giovani idonei per un progetto sulla valorizzazione del Turismo locale. Certo, col tempo si riusciranno a fare probabilmente delle valutazioni più congrue ed argomentate, ma al momento, e visto che pochi sono ancora a livello nazionale gli Enti e le Associazioni che si sono attivate in questo settore, ho colto così l’occasione per affermare - oggi più che mai - un principio fondante delle nostre attività di volontariato, che vanno pertanto incentivate: l’esperienza umana della solidarietà al servizio della collettività, che forse non nell’immediato, ma col tempo ripaga in termini di responsabile e pacifica crescita sociale. La pazienza e la tranquillità d’animo che scaturisce dalla consapevolezza di operare per migliorare certe condizioni, basteranno a superare questo momento triste e di certo poco qualificante per la nostra comunità: superiamolo, ognuno col proprio ruolo, ma andando avanti insieme.


REDATTORI

CAPOSELE: OCCASIONI MANCATE E NUOVE OPPORTUNITA' dei casi essa è senza prospettive di ritorno per l’emigrante. Il risultato di questa nuova emigrazione, per tutti i piccoli centri, è stato ben presto quello di trovarsi di fronte a comuni abitati prevalentemente da anziani, con un futuro piuttosto incerto. A partire dall’analisi di questo problema, nel 2001, Legambiente ha diffuso un allarmante rapporto dal quale è emerso che oltre 70 dei circa 120 comuni irpini sono ad alto rischio di estinzione nei prossimi 25 anni. Tra questi comuni, fortunatamente, non figura Caposele. L’alta percentuale di giovani sul totale della popolazione (più bassa, in zona, solo rispetto a quella di Lioni), unitamente alle possibilità di sviluppo offerte del territorio (leggi, tra le righe, Materdomini) metterebbero, secondo Legambiente, Caposele al riparo dal rischio estinzione. Questo, tuttavia, non significa che oggi Caposele possa considerarsi un’isola felice rispetto a quegli altri 70 paesi (tra cui figurano anche Teora, Calabritto, e Senerchia). I fenomeni dello spopolamento, della disoccupazione e del disagio sociale, specie quello giovanile, sono problemi che riguardano da vicino il nostro comune. Negli ultimi anni, i vari governi, a tutti i livelli, nazionale, regionale, provinciale e locale hanno

provato a mettere in campo idee e progetti per cercare di creare e conciliare sviluppo e occupazione con le piccole realtà delle aree interne del Mezzogiorno. Per la maggior parte, purtroppo, queste iniziative (per esempio, il prestito d’onore, i patti territoriali, i sostegni alle famiglie ecc.) si sono rivelate inadeguate o comunque insufficienti. La prospettiva, a mio avviso, che nel medio e lungo periodo potrebbe ridare opportunità di crescita al nostro territorio è rappresentata da uno sviluppo che coinvolga energie e risorse economiche integrate tra pubblico per privato. Un’idea, già messa in pratica in questa direzione, è rappresentata dai consorzi che mettono insieme amministrazioni locali e settori del privato che operano nell’ambito del terziario (turismo, servizi sociali ecc.). Uno di questi consorzi è nato proprio in Alta Irpinia puntando sulla gestione integrata ed intercomunale di alcuni servizi al fine di creare nuove opportunità di lavoro senza eccessivi aggravi per le finanze pubbliche. L’idea di questo progetto, in sostanza, è quella di mettere insieme le forze e le potenzialità di tutti i comuni altirpini per giungere ad un unico complesso metropolitano che gestisca

GIOVANI E SOCIETA' di Donato Gervasio

Si lavora per i giovani e per la società caposelese. Dopo la nascita del forum, dopo le tante prospettive suggerite dalle forze politiche locali, sembra di voler cominciare a costruire per i giovani. Le attuali condizioni, in campo di strutture, offrono davvero poco per chi cerca di coltivare i suoi hobby oppure di esercitare le sue attività di “tempo

libero”. Le iniziative, a carattere collettivo, ci sono state. Qualcuno si è mosso per impegnare il tempo libero di questi ragazzi. Quest’estate sono stati proposti vari appuntamenti di svago. A partire dal ping-pong organizzato presso la sede della Pubblica Assistenza

per finire agli incontri di calcio allo stadio Palmenta. Manifestazioni che hanno occupato il tempo ricreazionale di molti ragazzi e non solo. Ma quel periodo era differente. Il problema sorge ora, nel freddo inverno. Si ritorna al lavoro, agli studi. Chi emigra, chi si sposta all’università. I ragazzi, in definitiva, “scompaiono”. Il paese si spoglia. Vivere in simili condizioni è angosciante, malinconico. Fortunatamente le attività sono state riproposte anche per questo inverno e sono finalizzate a rianimare questo stato di tristezza e solitudine che sorge in tutti coloro che percorrono questa realtà. I volontari dell’Anpas di Caposele stanno realizzando, fra le tante cose, una commedia, da presentare a Natale, (dal titolo “Natale in casa Cupiello”), che coinvolgerà anche altri ragazzi al di fuori dell’associazione. Sforzi ammirevoli per aiutare a

di Gualfardo Montanari

GUALFARDO MONTANA-

Dire che la creazione di opportunità di lavoro sia il problema odierno fondamentale delle realtà del Mezzogiorno italiano, e dell’Irpinia in particolare, è come scoprire l’acqua calda. Tuttavia è sempre utile sollevare questioni, porsi interrogativi al fine di individuare possibili soluzioni. Nell’ultimo decennio il fenomeno della disoccupazione e dell’inoccupazione (vale a dire di coloro i quali non hanno mai lavorato in vita loro) ha assunto dimensioni tali da far gridare all’allarme sociale, anche ai più moderati ed ottimisti. La difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro coinvolge oramai, nel Sud dell’Italia, anche quegli individui con un tasso di scolarizzazione elevata. L’Irpinia, in questo settore, detiene un triste primato essendo una delle province italiane col più alto tasso di disoccupati intellettuali: nemmeno la laurea, un tempo tanto ambita ed agognata, riesce oggi a dare prospettive certe di lavoro. Di fronte a questo scenario, oltre all’esplosione di problemi sociali di assoluta gravità (droga, alcoolismo, emarginazione e microcriminalità), è ripreso con vigore negli ultimi anni il fenomeno dell’emigrazione, ben diversa da quella di qualche decennio fa poiché, oggi, nella maggior parte

le risorse nel miglior modo possibile, in modo da ricevere finanziamenti regionali, attraendo anche capitali privati. I comuni di Lioni e di S. Angelo dei Lombardi sono stati capofila in questo progetto di cui, a pieno titolo, ne governano le redini. Caposele, purtroppo, è rimasta ai margini di questa scommessa. Occasione mancata? Certamente. Adesso però, apprendendo da quanto accaduto, sarà bene sfruttare e gestire con più oculatezza le opportunità future. Dal punto strategico, il nostro Comune non occupa un ruolo nodale nel contesto altirpino, ma è al centro della confluenza di quei comuni che si snodano lungo l’Alta Valle del Sele, l’area, in concreto, sulla quale Caposele può e deve decisamente puntare. In quest’ottica, nell’aprile scorso, era stato costituito, proprio a Materdomini, un consorzio che aggregava le amministrazioni e le associazioni operanti in quest’area intorno ad un progetto comune per favorire la crescita di attività artigianali e turistiche avendo alle spalle l’importante vetrina del Santuario di Materdomini. Un’idea questa, sulla quale Caposele è obbligato a scommettere se vuole

tener vivo il morale dell’intera società. Impegni che continuano nonostante la brutta età che, da mesi, investe quest’associazione. Quello che sta percorrendo la Pubblica Assistenza ha dell’angosciante e dell’indegno. La cronaca a cui si è assistito è crucciante, immeritevole. Gli attentati che hanno investito l’associazione di volontariato hanno sconvolto tutti. Le fiamme di quella notte hanno cremato la sensibilità dell’intera comunità. A non subire danni, fortunatamente, sono stati i lavori e i progetti. La bontà e la solidità, che unisce i volontari dell’Anpas di Caposele, è riuscita a ripristinare, in breve tempo, la struttura incendiata. Ovviamente i danni, enormi, sono ancora visibili. Ma la struttura è agibile, almeno per metà, e funzionale. Questo atto, di enorme gravità, è stato anch’esso analizzato dall’istituzione. La società è sofferente. E’ soprattutto su questo che, adesso, occorre lavorare.

- Anno XXXI- Dicembre 2003 N. 69


L'album de La Sorgente

Questa rubrica evidenzia momenti di vita caposelese durante giornate di festa e manifestazioni organizzate dalla pro loco caposele, nelle quali ci si incontra e si sorride più spesso. Lo spazio è, comunque, aperto a chiunque volesse fornirci del materiale fotografico anche di altre manifestazioni che si sono svolte durante l'anno, che rientrano in questo spirito. grazie per la vostra collaborazione.

Le piccole ballerine prima dell saggio

Il dottore Salvatore Russomanno visita i piccoli atleti prima della gara

Le piccole ballerine dopo il saggio di ballo

Atleti ultrasettantenni pronti per la partenza della gara dei Tre Campanili

L’arrivo del vincitore della corsa

Le ballerine durante il saggio

La partenza della Corsa Campestre 2003 La foto ricordo degli atleti caposelesi prima della gara

La partenza dei più piccoli

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L’arrivo di una vincitrice della sezionejunior

Tre concorrenti femminili prima della gara


Gerardo Lardieri, tenente dei Carabinieri, è stato insignito del “Premio Caposele 2003”. La foto lo ritrae nella sede della Pro Loco con il Sindaco dott. Giuseppe Melillo e con amici carabinieri

Gerardo Lardieri in una foto ricordo con la moglie ed i figli.

Gerardo Lardieri con i genitori

La sala della Pro Loco durante la manifestazione di assegnazione del “Premio Caposele” al Tenente Lardieri.

Attività ferragostane: la distribuzione dei fusilli. Momenti di relax

In attesa delle gare sportive Gerardo Sista nelle vesti di “Erode” in una rappresentazione scenica natalizia

I più piccoli in attesa della partenza

In attesa delle rappresentazioni ferragostane

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La foto dei ricordi

Una rappresentativa del calcio caposelese degli anni '50 in una foto ricordo a Laviano

proprie preoccupazioni e sapevano semplicemente nascondere, o meglio, affrontare con più ottimismo. Allora ci provò anche lei. Si disse che era solo un momento, che sarebbe passato, che dopo ci avrebbe riso su. Ma la mente viaggiava per conto proprio e il pensiero planava su terreni di dolore. Lei cercava chiarezza, trasparenza, semplicità; invece si guardava intorno e trovava ingiustizia, invidia, cattiveria, immaturità e tanta presunzione e arroganza. Inevitabilmente pensava ai

cari amici che non c’erano più, sempre, ogni giorno, ogni sera e sprofondava nel buio. Allora si aggrappava alla loro gioia di vivere, all’allegria che trasmettevano, ma soprattutto a quel sorriso stampato sul volto. Sfogliava vecchie foto e lo ritrovava sempre lì; e questo, piano piano, un po’ timido, riusciva ad affiorare e spuntare anche sul suo viso. Antonella Grasso

LA FOTO DEI RICORDI LA FOTO DEI RICORDI

D

esiderava tanto tornare bambina... spensierata, ingenua, entusiasta... di cosa si lamentava? Non lo sapeva, forse di quel mal di vita, di quell’inquietudine che l’assaliva in quei giorni. Pensava fossero stati d’animo legati all’adolescenza o a periodi negativi dovuti a qualche evento particolare; invece, tutt’ora si ritrovava a guardarsi allo specchio, a fissarsi negli occhi e a trovarvi

tristezza. Andava incontro alla giornata cupa, agitata, con le lacrime sempre pronte a tradirla. Si interrogava, si chiedeva il perché di tutto ciò, pensava alla sua vita, ai suoi affetti, al lavoro, alle sue giornate, alla ricerca di qualcosa che giustificasse quel malessere, ma le sfuggiva e continuava a brancolare nel buio... Vedeva ragazzine passare raggianti e le invidiava perché in sé trovava solo ansia e pauera: si sentiva vecchia dentro, stanca. E continuava a chiedersi di cosa. Poi pensò che anche loro forse avevano i loro pensieri, le

Una foto della Squadra ufficiale del "Caposele" negli anni '70 :da sinistra in piedi : Emidio Alagia,Salvatore Russomanno, Raffaele Alagia, Vincenzo Ceres, Salvatore Casale,Tonino Grasso, Salvatore , Giuseppe Bruno, Gelsomino Sista, Vincenzo Russomanno. Seduti da sinistra: Tommaso Maroso, Peppino Tarantino, Gerardo Casale, Pasquale Farina, Salvatore Rosania Dino Melillo

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