La Sorgente n. 78

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PERIODICO A CURA DELL'ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO CAPOSELE FONDATO NEL 1973

Nicola Conforti

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Reg.Trib. S.Angelo dei L. n.31 del 29.1.74 - Sp. in A.P. art.2 comma 20/c L.662/96 Dir. Comm. Avellino -sem.- Anno XXXVII - Agosto 2009 - Direttore

email:confortinic@tiscali.it

http://www.youtube.com/periodicolasorgente

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“Caposele, una città di Sorgente” è un film-documentario, edito da “La Sorgente”. Sono pagine di storia, di folclore, di poesia. Le immagini scorrono sul filo del ricordo nostalgico di una sorgente sepolta, accecata, imprigionata, ma sempre viva nel ricordo dei caposelesi. Il film sarà proiettato, in anteprima, la sera di sabato 8 agosto nel Centro Storico del Castello dopo l'esecuzione dell'inno "Il Leon del Sele". Tra le novità più significativa di quest’anno annoveriamo l’adesione di oltre 70 giovani alla Pro Loco Caposele. La Sorgente esce rinforzata e potenziata da questo nuovo apporto di linfa giovanile. Le premesse ci sono tutte per poter sperare in un domani denso di iniziative e di soddisfazioni. N.C.

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l nostro giornale con questo numero registra trentasette anni di vita: un percorso a tappe attraverso i momenti più significativi della storia del nostro piccolo Paese. Non intendiamo accendere candeline, come pure sarebbe giusto fare per augurare un buon compleanno o per celebrare un successo. Vogliamo invece tentare con i nostri lettori vecchi e nuovi, una riflessione per informarli sui fili conduttori di un palinsesto fatto di storia, ricordi, ricerche, cronaca, informazione, che nell’arco di quasi quarant’anni ha offerto uno sguardo complessivo sulle varie problematiche locali sufficientemente ampio e portando la nostra pubblicazione dal giornaletto iniziale, nato per caso e per gioco, alla

attuale rivista di buon livello. Il palinsesto si arricchisce di nuove iniziative culturali di cui diamo in anteprima notizia: “La Storia di Caposele”: finalmente il nostro Paese avrà un libro di Storia, non quella fatta per sentito dire ma quella basata su documenti storici. Se ne occuperà Mario Sista, uno studioso di grande cultura, grande appassionato di storia locale. La Sorgente gli offre tutta la collaborazione necessaria oltre che l’appoggio morale e materiale. “Il Leon del Sele”: La Sorgente ha rispolverato e rielaborato l’Inno di Caposele scritto e musicato oltre 70 anni fa dal nostro concittadino d’America il barone Gerardo Cetrulo. Un Coro tutto caposelese diretto da Carmela Malanga, lo eseguirà la sera di sabato 8 Agosto nel Centro Storico del Castello.

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editoriale

ALL' INTERNO

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FOTO ARCHIVIO CONFORTI

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Lettere in redazione

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aro Direttore, grazie per l’avvenuta pubblicazione del mio articolo nell’ultimo numero de “La Sorgente”. Sono soddisfatto per la felice collocazione tipografica dell’articolo, accanto ad altri dello stesso argomento. Complimenti per la vostra capacità giornalistica nella composizione del Giornale. L’ultimo numero, che ho letto con interesse, è davvero interessante per dovizia di notizie e fotografie che evidenziano in modo appropriato tanti aspetti della vita caposelese. Per il prossimo numero mi riprometto di farvi pervenire un mio articolo di varia cultura ma collegato alla vita caposelese ed alle aspettative dei Lettori del Periodico. Salutatemi gli amici della “vecchia guardia” caposelese (i dottori Pasquale e Raffaele Russomanno che ho visto nella foto della premiazione ed i miei colleghi Salvatore e Vito Russomanno figli del mio caro amico scomparso, Angelo. A voi tutti i miei affettuosi saluti Dott. Luigi Palmieri

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indirizzate le vostre lettere, articoli e foto a:

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confortinic@tiscali.it

Lettere in redazione Militari d'Italia .... Passeggiata a Caposele La Proloco e la sua nuova Piccola Cronaca Quella strana voglia di centro La pagina dei ricordi Alfonso Merola Risorse idriche Elezioni Provinciali Caposele nella prima metà Quagliariello La natura ha dato una mano AIPO La crisi della politica La storia della Pro Loco La scuola La Sorgente ricorda Ricordo Poeti di casa nostra Campioni provinciali Statti cittu.... Dall'Ammniistrazione comunale Storia e immagini Paese Mio Ritratto Almanacco Ultima

IL SEGRETARIO PROVINCIALE SULPM Saverio Caporale

LA SORGENTE n. 78

www.youtube.com/periodicolasorgente

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gregio Direttore, la scrivente O.S. Vi informa per ogni notizia sulla stampa locale della notizia dell'alto riconoscimento avvenuto per un poliziotto locale che da tempo opera nella Vs. terra, con alto senso del dovere e con profondo attaccamento alle proprie mansioni e funzioni nell'interesse della comunita' locale di Caposele. Vi chiediemo di inoltrare agli occhi della comunita' locale quanto riconosciuto a Cuozzo Pietro dalla Ns. Segreteria Generale, quale giusto riconoscimento ai valori di quest'uomo che per il suo impegno e' stato apprezzato dall' intera struttura sindacale con tale attestazione.. La menzione d'onore attribuitagli e per aver fatto trarre in arresto malviventi che stavano eseguendo nella stessa comunita' di Caposele atti lesivi del patromonio e dei beni appartenenti a cittadini di del Paese, facendo scattare gli arresti e evitando il danno ai proprietari delle abitazioni. Noi abbiamo ritenuto elogiare e attestare i meriti di un poliziotto locale che nell'adempiere il proprio dovere ha messo a repentaglio la propria incolumita' per difendere quella degli altri.

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arissimo Direttore Innanzi tutto, devo ringraziarti per la grande stima che hai, con noi paesani, che viviamo all'Estero. Essendo, io, un tuo coetaneo, tu comprendi bene i sentimenti, l'attaccamento alla terra natía, Caposele. Il caro Giornale "La Sorgente", con la sua presenza, pur essendoci molta distanza, nella sua pubblicazione, mitiga la mia ansietà, con i suoi racconti del luogo, articoli di bravissimi scrittori, eventi festivi di tante sagre, foto antiche di stradette, di personaggi antichi e moderni, di una chiacchierata nel balsamico dialetto nostrano! Il tempo se ne va, le battaglie nostalgiche si fanno sempre più ardenti, tutto, inesorabilmente, scompare. Approfittando dello spazio del caro Giornale, faccio una chiamata mondiale, per quegli amici di scuola, di giochi,di lavoro, dei quattro passi dal centro, lungo la via Roma, fino alla Sanità, che in ogni angolo c'era un parente, un amico, un anziano a contarci una storiella paesana, di quelle feste estive con tanti semplici, ma cari intrattenimenti,di tant'anni fa, dove siete, cosa fate, fatevi sentire, sarebbe fantastico, per tutti, perchè, oggi è facile comunicarsi. Fare una gita in montagna, ammirare il panorama della nostra grande valle, dei piccoli borghi, sentire l'aroma dell'ambiente! Nel caso qualcuno voglia scambiare delle idee, un appuntamento alla terra natìa, io, sottoscrivo il mio nome e i miei indirizzi: UMBERTO GERARDO MALANGA - Rua Pintassilgo, 185 - bloco 1, ap. 134 Moema - CEP e-mail: ugmmaterdomini@ bol.com.br - graficaalpes@uol.com.br Ne sarei talmente grato, se qualcuno risponde all'adunata! Caro Nicola, ti ringrazio tanto, per la gentile cortesia, puoi considerarmi un tuo amico! Tanti "saudosos" (nostalgici) saluti a tutti. Umberto Malanga

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Giuseppe Ceres

Mirabella Eclano, 12/01/09

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aro Nicola, sono stato ieri in Caposele ove ho incontrato Enzo Di Masi, che mi ha consegnato copia di un Suo scritto da pubblicare nel prossimo numero della Sorgente. La circostanza coincide con il centenario della nascita di Papà ed a distanza di quasi cinquanta anni dalla Sua improvvisa scomparsa. Pertanto, un così incisivo ricordo assume più significativo valore, soprattutto in tempi in cui tutto sembra rapidamente vanificarsi nel nulla. Conosco la ricchezza del Tuo archivio fotografico. Tuttavia, in relazione al contenuto di quanto scritto, ritengo opportuno inviarTi qualche frammento fotografico da me rinvenuto. A Te la scelta. I n p a r t i c o l a r e , m i s o ff e r m o sull’istantanea, nel magistrale scatto di Tuo zio Antonio, che ritrae un momento conviviale del quale sono stato occasionale e marginale testimone. Si festeggiava la nuova Sede della Scuola di Avviamento (ora Palazzo Municipale) e fu organizzato nella Sala Professori un convivio, preparato dalle stesse componenti scolastiche: il vino era quello del campo-didattico (in bottiglie con eleganti etichette, rappresentative del campanile della Sanità -, che venivano distribuite alle varie Scuole d’Irpinia). Era invitata l’Amministrazione Comunale, in un periodo immediatamente post-elettorale. Come sempre, persistevano i dissapori della recente campagna: ed ecco l’iniziativa del disgelo. L’Avv. Luigi Cozzarelli, di minoranza, accetta la sfida, lanciata da Papà, ed osa toccare il naso al neo-Sindaco Avv. Michele Farina. Finalmente, il sorriso compiaciuto di tutti i commensali! Quanto veramente vorrei che queste magie possano ripetersi! Ti abbraccio, Ezio Caprio

aro Direttore Nicola, la e-mail precedente e' stato spedita incompleta per errore. Ti stavo dicendo che anche io ti devo le mie scuse per il ritardo circa il COMMENTO a ' LA SORGENTE '.No 77, dicembre 2008 ESSA ai miei occhi s'e' presentata molto più interessante e soddifacente dei numeri precedenti, per la maniera di come e' stata ristrutturata e per il notevole numero di novità, con il gran numero di belle fotografie così bellamente esposte e di molti scritti di notevole interesse culturale e socioeconomico. Tra le righe io vi leggo anche del grande amorevole impegno che tu, caro amico Nicola, nutri profusamente per questo gioiello caposelese: LA SORGENTE. Grazie, Nicola, per la bella e grande soddisfazione che tu hai voluto riservare a tutti i caposelesi nel mondo e a me personalmente. LA SORGENTE mi fa compagnia ogni giorno. E' sempre pazientemente qua sul tavolo accanto a me; in attesa che la sfogli delicatamente come una creatura a cui si vuol tanto bene. Si, ho rivisto e, di tanto in tanto rivedo, le belle fotografie degl'incantevoli posti del nostro bel paese per 'You Tube'. No posso fare a meno di congratularmi sentitamente con te, Nicola, anche e soprattutto per l'introduzione dei nuovi mezzi tecnologici della telecomunicazione mondiale che, oltre ad arricchire " La Pro Loco di Caposele " costituiscono specialmente per noi caposelesi nel mondo, un accorciare delle distanze che ci separano e ci fanno sentire piu' forte e piu' vero il calore dei caposelesi rimasti, beati voi, in terra nativa. Mia nipote Anna, Salerno, in una recente lettera mi ha suggerito di abbonarmi a ' FACEBOOK ' o qualcos'altro per poterci parlare e nel tempo stesso vederci, Tu mi parli di abbonamento a SKYPE. Mi equipaggero'. Saluti e Ciao.

Dal Brasile

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Da Salerno

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Dall’Australia

Anno XXXVII - Agosto 2009

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Cultura

REDATTORI

MILITARI D' ITALIA, LORO MALGRADO

di Gerardo Ceres

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Vi ho trovato documenti e fotografie che raccontano le vicende della famiglia: dai matrimoni, ai battesimi, alle prime comunioni, ma anche di alcuni funerali. E qui c’è da fare una prima parentesi, però importante. Se a Caposele non ci fosse stato un fotografo del tutto particolare, la nostra storia sarebbe molto più povera. Esso è stato Antonio Conforti, che è stato il narratore preziosissimo, quindi non solo fotografo, di gran parte del secolo scorso. I suoi scatti e i suoi ritratti (soprattutto) ci aiutano a ricordare volti e personaggi, quindi storie personali, che poi sono quelle che fanno la storia collettiva. Dunque, la Storia.

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Si diceva della cassa di ciliegio. Gran parte delle foto che vi ho trovato sono firmate, appunto, da Antonio Conforti, i cui eredi, d’altro canto, posseggono un ricchissimo archivio di negativi, con i quali si potrebbe davvero ricostruire interi pezzi di storia di Caposele. Ma poi sono riuscito a riannodare i fili due vicende che hanno avuto a che fare con le due guerre mondiali e che appena, confusamente, ricordavo.

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La prima ha a che fare con mio nonno paterno. Alfonso ‘r fuluppieddu, insieme a suo fratello maggiore, Pepp ‘r fuluppieddu, furono chiamati al fronte austriaco nella primavera del 1916. Il primo diciannovenne, il secondo ventitreenne. Combatterono la guerra di trincea. Patirono le sofferenze, il freddo e la fame in quei interminabili tre anni di conflitto. Furono più volte feriti, Alfonso in modo meno grave del fratello. Quest’ultimo tornò, alla fine della guerra, con circa quindici tra pallottole e schegge in corpo, e senza più un occhio. (Chiudo per un momento gli occhi e me li vedo come quei ragazzi meridionali rappresentati nel film di Mario Monicelli “La grande guerra”, incapaci di comprendere gli ordini dei superiori settentrionali, più

Mio nonno ne sarebbe stato fiero. Di certo lo fu mio padre, a cui tempo dopo raccontai l’episodio.

Mio nonno attese, insieme a tutti i ragazzi sopravvissuti del ’15-18, esattamente cinquant’anni perché gli fosse riconosciuta una qualche onorificenza da parte dello Stato. Che arrivò nel 1969, qualche mese prima che lui morisse. Fu insignito della croce di guerra e di una medaglia d’oro e di una pergamena quale “Cavaliere di Vittorio Veneto”. Che sono state dalla sua morte, preziosamente, custodite nella cassa di ciliegio.

La seconda vicenda ricostruita ha a che fare con lo sfortunatissimo marito di ze’ Minuccia, sorella primogenita di mia madre. Salvatore Auriemma, questo il suo nome, in occasione della seconda guerra mondiale fu arruolato nella Real Marina Sabauda. Prima di partire, lui, uomo di terra destinato a solcare mari sconosciuti, amoreggiava già con ze’ Minuccia. Ma, tra le tante vigliaccherie della guerra, v’è pure quella di sopraffare gli amori, anzi i giovani e freschi amori. Per circa due anni Salvatore fu impegnato con i suoi commilitoni in prossimità delle coste greche e quelle del nord d’Africa. La base operativa era Taranto: troppo distante da Caposele per poter sfruttare al meglio le scarsissime licenze che gli venivano riconosciute. Allora, non restavano che le lettere e l’invio di qualche fotografia per dar vigore alla linfa del suo amore con ze’ Minuccia. L’Italia cominciò a capitolare su diversi fronti, non ultimi quello greco e quello africano. Di conseguenza anche la Marina dovette ripiegare verso le coste italiane a rischio di invasione degli americani. Era l’inizio dell’estate del 1943. Gli americani stano sbarcando in Sicilia e, di lì a poco, il Gran Consiglio del 25 luglio avrebbe sfiduciato Benito Mussolini. Tutto andava perdendosi.

Salvatore Auriemma e Minuccia Sozio

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Tuttavia la sua nave “Roma”, che era l’ammiraglia della Marina italiana, fu costretta a riparare nel porto di Napoli per dei lavori urgenti. Stranamente, visto l’evolversi delle vicende belliche, a Salvatore fu concessa una licenza di qualche giorno. Non ci pensò due volte. Con mezzi di fortuna raggiunse Caposele, dalla sua Minuccia e, ovviamente, dai suoi genitori e dal fratello Antonio e dalla sorella Puppinella. Non si hanno e non si ricordano particolari sulla decisione di dar luogo, in quei pochi giorni di licenza, alle nozze di Salvatore Auriemma e di Minuccia Sozio. Certo è che il giorno della festa della Madonna della Sanità i due si unirono in matrimonio, che dovette essere molto parco, senza vestiti per l’occasione (non ci fu tempo e non era tempo), con un rinfresco sotto il pergolato dei nonni paterni, a venti metri dalle sorgenti.

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Avevo pochi anni quando mio nonno Alfonso morì. Ma qualche immagine dei suoi racconti mi deve essere rimasta ancorata nella memoria e mi tornò utile in un’occasione non facile della mia esperienza sindacale. Un giorno, infatti, mi trovai alla Cementeria di Pederobbe, nel nord della provincia di Treviso, per un’assemblea sul contratto nazionale di lavoro. Ci fu una contestazione violentissima contro “quelli di roma”, tutta giocata sulla territorialità (separatismo in ogni cosa che li distinguesse da Roma) della contrattazione: si sosteneva che, siccome la loro azienda andava benissimo, gli aumenti definiti a livello nazionale erano ritenuti del tutto insufficienti. Ma gli interventi erano di una violenza verbale per me sconosciuta. Poi parlavano in veneto, rendendo a me incomprensibili le loro ragioni. Il collega trevisano che mi accompagnò, mi consigliò di fare una replica morbida e un po’ paracula. In verità feci esattamente il contrario, volutamente e coscienziosamente. Esposte le ragioni di merito, in tema di “roma ladrona” feci ricorso con veemenza al Piave colorato dal sangue di quei ragazzi, per lo più meridionali, che su queste rive difesero l’integrità della nazione contro gli austriaci invasori, ricorrendo ai riferimenti della lotta secolare della Serenissima contro gli asburgici. Altro che separatismo! Che allora era la parola d’ordine della Lega bossiana.

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E’ capitato tempo fa di averne personale contezza, mettendo mano a quella cassa di legno di ciliegio, scura e pesante, che nella casa dei nonni materni è stata, da sempre, dedicata all’archivio delle memorie familiari.

Tre anni nelle trincee, il capovolgimento ritenuto irreparabile della battaglia di Caporetto, con il Piave che mormorava e trascinava corpi e sangue di giovani militi, poi la lenta riscossa fino alla vittoria definitiva, che ancora oggi celebriamo il 4 Novembre.

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l novecento. Un secolo fa. Un secolo controverso: ricco di numerose scoperte ed innovazioni scientifiche, ma anche di immani tragedie umane. Che per Caposele ha voluto dire anche flussi costanti di emigrazioni, prima verso le Americhe e l’Australia, poi negli anni sessanta verso il nostro settentrione. Il novecento è stato, perciò, tante cose. E seguendo questo filone è possibile far emergere piccole storie individuali, dentro contesti collettivi più ampi.

E poi venne il colpo di teatro finale: “su queste rive c’è stato mio nonno, per quasi tre anni, a difendere i vostri padri e le vostre terre, a vedere i suoi compagni d’armi cadere e morire. Lui non era di Roma, peggio, era un campano. Io ne sono fiero. E ora sapete che faccio? Me ne torno a Roma. E l’ultimo di voi si ricordi di spegnere la luce…” . Me ne andai baldanzoso e con un sorriso serafico. Il collega si disse preoccupato per gli effetti che avrebbe potuto provocare la mia alzata di ingegno. Solo per cronaca, aggiungo che dopo qualche mese ancora nessuno si era cancellato dal mio sindacato.

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precisamente piemontesi, che si facevano scrivere le lettere alla famiglia da qualche commilitone più scolarizzato).

Verso la metà di agosto, Salvatore Auriemma, insieme ai suoi compagni, era ignaro di quanto stesse accadendo.

Dopo appena tre giorni Salvatore dovette far ritorno a Napoli e imbarcarsi nuovamente. Ancora qualche giorno di attesa e la “Roma” salpò verso il Tirreno settentrionale, dove si temeva uno sbarco americano per chiudere la capitale in una morsa. Lo sbarco invece avvenne, in quei confusissimi giorni, sulle coste salernitane. Nelle stesse ore in Sicilia i rappresentanti del nuovo governo Badoglio firmavano l’armistizio con le truppe angloamericane. Era l’8 settembre del 1943. Il giorno dopo, il 9 settembre, l’ammiraglia “Roma” si inabissò nel Mar Tirreno, al largo di Livorno. Ancora non sono certi gli autori. Tra gli storici è prevalente la tesi che siano stati dei sottomarini tedeschi a colpire la più importante nave da guerra italiana che, da solo ventiquattr’ore, da alleati erano divenuti nemici, peggio, traditori. Con l’affondamento della Roma affonda anche la storia d’amore di Salvatore e Minuccia. Amore giovane che non ebbe il tempo di generare prole. Minuccia, come capitò a tante giovani mogli, non si risposò. Consumò la sua vita nella vedovanza. Fino al 1975, anno della sua morte, ogni anno partecipava, appunto il 9 settembre, alle manifestazioni dell’Associazione nazionale marinari d’Italia, ovunque esse si svolgessero. In tal modo preservò il ricordo di Salvatore, suo giovane sposo. Come anche lo preservò custodendo gelosamente, nella cassa di ciliegio, foto varie di lui in divisa, sempre sorridente, e quelle del loro matrimonio. Foto che negli anni avrà fatto scorrere centinaia di volte tra le mani, ogni volta che apriva quella cassa di ciliegio, che, come un altare, faceva bella mostra nella sua stanza di vedova di guerra.

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UNA PASSEGGIATA PER LE STRADE DI CAPOSELE:

Durante le nostre escursioni fotografiche tra le strade del paese ci capita di imbatterci in luoghi molto conosciuti, ma spesso, non uguali a quelli fotografati qualche tempo prima. Questa dinamicità intrinseca del paesaggio vorremmo che fosse colta anche dai nostri lettori, per cui ci è sembrato interessante pubblicare, "da più punti di vista", gli scatti fotografici che, nel tempo, testimoniano le trasformazioni del nostro Paese.

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CAPOSELE

Fede e Natura

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Centro storico di Caposele

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Scorcio della Chiesa San Lorenzo

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Statua di San Gerardo sul piazzale antistante la nuova Basilica

Prospetto laterale Chiesa San Lorenzo

Uno scorcio del cimitero

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Croce di Sant'Angelo

YOU TUBE

CERCATE I VIDEO DELLA SORGENTE ANCHE SU YOU-TUBE !

Gruppo di case viste dal piazzale Sanità

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Anno XXXVII - Agosto 2009

Particolare del Collegio Redentorista e del Campanile

N.78

Vi piacerebbe vedere i filmati, scoprire come continua un fotogramma, seguire tutta l’azione relativa all’immagine che di solito guardate sul giornale? Da questo numero in poi sarà possibile! Alla nostra “classica ma sempre affascinante” carta stampata, si aggiunge, integrandosi alla perfezione, un supporto multimediale che vi guiderà verso un altro modo per leggere le notizie locali. Su alcune foto stampate troverete un “bollino play” con un riferimento numerico al fianco che vi farà capire che a quella foto è collegato anche un video che potrete andare a visionare on-line. Per facilitare la ricerca, sul giornale troverete anche un indice, in coda, degli indirizzi web di tutti i video collegati alle foto. Buona visione! http://www.youtube.com/periodicolasorgente


La pagina del Presidente

REDATTORI

nuova rotta

di Raffaele Russomanno

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scorso col nome di“Caposele in corto”.

Questo evento vuol essere un appuntamento per tutti gli amanti del cinema, in particolare del mondo del cortometraggio, linguaggio artistico che va consolidandosi sempre più come

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l' “Ammuìna Music Fest”, festival delle musiche alternative, per offrire ai giovani non solo caposelesi, ma anche e soprattutto dell’ Irpinia un momento di partecipazione e di sano divertimento, in un contesto di alto valore paesaggistico, racchiuso tra le pendici del monte Paflagone ed il Santuario di Materdonimi. Pur essendo Caposele, da sempre, un paese amante della musica, come testimoniano la presenza di decine di band giovanili, questa energia creativa non ha mai trovato un alveo istituzionalizzato di espressione e di condivisione artistica, ed ecco allora la creazione di questo nuovo music fest. Il nome stesso dell'evento nasce pensando all’imperativo del “Fare ammunìna”, contenuto nell’Editto di Franceschiello, che voleva in fondo significare che l'agitarsi dovesse servire per attirare le attenzioni dei superiori, quelle stesse che oggi le nuove generazioni reclamano nei confronti delle istituzioni. Concepito con l’intento di guardare al futuro senza perdere di vista le radici della propria terra, Ammuìna Music Fest sarà l’occasione per dare espressione non solo alle energie sociali, ma anche a quelle produttive locali. L’evento che si svolgerà il 7 agosto, sarà infatti occasione per l’allestimento di stand enogastronomici, lasciando ampio spazio alle risorse produttive di eccellenza come il nostro olio extravergine di oliva, i vini docg, gli amaretti, i quali daranno la possibilità di dimostrare che creazione artistica e produzione enogastronomica costituiscono un eccellente connubio

da cui partire per creare un evento di qualità riproponibile negli anni. Altro appuntamento che i nostri giovani hanno voluto riproporre è la rassegna di film brevi contemporanei, nata l'anno

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eventi, quanta sana incoscienza c'è nei loro progetti, ma sicuramente, come la storia ci insegna, solo da lungimiranti e innovative idee possono nascere nuovi e grandi eventi dando nello stesso tempo nuovo slancio a quelli esistenti. Dobbiamo alla loro caparbietà se questo ferragosto vedrà nascere

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eduto sul balcone della nave che sta portandomi in giro per il Mediterraneo ammiro compiaciuto l'enorme vastità d'acqua che mi circonda e la nave che, silenziosa, solca il mare lasciando dietro di se una scia: flutti bianchi che sono li a voler indicare a chi guarda la traccia del suo passaggio. La cosa che maggiormente mi affascina è la sicurezza con cui la nave si muove, eppure davanti ad essa non è indicato alcun percorso, alcuna via. È con quest'animo che penso alla nostra Pro Loco come ad una nave che ha solcato mari a volte tranquilli a volte tempestosi, ma lasciando comunque dietro di sé una profonda scia, quasi a volerci ricordare quanto cammino è stato percorso. Oggi la vedo come una nave che sa quale rotta seguire per raggiungere porti nuovi. Sicuramente è una nuova rotta tracciata a più mani, alcune indubbiamente non più giovani ed altre invece molto giovani. Chi scrive non si sente assolutamente un vecchio lupo di mare, tutt'altro, non lo è mai stato, ma sinceramente ora ha la consapevolezza di non essere più un navigatore solitario dal momento che molti giovani sono saliti a bordo lasciando presagire una navigazione più spedita ed allegra. E la nave è salpata, è salpata per una prima meta a noi ben cara, l'organizzazione del ferragosto Caposelese. Le riunioni per organizzarlo sono state intense e partecipate ma trascorse in un allegro vociare, fra mille proponimenti ed altrettanti cambi di umori, passando dalla sicurezza di un'ottima riuscita alla temporanea paura di non poterne coprire i costi, e per me è stato meraviglioso scoprire come l'ottimismo dei giovani alla fine abbia prevalso su ogni perplessità. Finalmente due mondi tra loro diversi si sono incontrati e conosciuti, ed è stato piacevole ed estremamente costruttivo vedere con quanto impegno i nostri giovani hanno programmato gli

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la pro loco e la sua

arte autonoma motivo per cui la Pro loco ritiene di dover prestare la dovuta attenzione con una serata di proiezioni, incontri e confronti con giovani registi. Ma la rassegna vuole anche dedicare uno spazio ai giovani film-makers non professionisti, selezionando filmati amatoriali che offrano, pur con un ristretto bagaglio tecnico, un punto di vista originale verso tematiche differenti, dal mondo dei giovani al mondo delle tradizioni locali. Questo è solo una parte del programma che i nostri giovani, con la loro fantasia e la loro creatività hanno voluto proporci, a noi il compito di affiancarli in questo nuovo viaggio che si prospetta avvincente per le tante sfide che ci attendono e che sicuramente sapremo vincere, ora che una sana follia ha pervaso tutti noi.

La zona delle cantine

La fontana di Santa Lucia rimessa a nuovo

Una visione panoramica della Chiesa e del Polo scolastico

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LA PICCO RONACA C di Salvatore Conforti

Il giornale stava per andare in macchina quando ci sono pervenuti due articoli di Rosa Albano e Iolanda Ciccone. Siamo spiacenti di non poter pubblicare per intero i detti articoli. Ci limitiamo a farne una sintesi ripromettendoci di esporre per intero i testi e le fotografie inviateci nel prossimo numero de La Sorgente”

Emergenza Abruzzo: Progetto missionario italiano onlus

Sono Rosa Albano ed ancora una volta come responsabile del P.M. onlus sono felicedi far conoscereai nostri amici Caposelesi l’evolversi del nostro lavoro. L’anno 2009 è stato ricco di esperienze e nuove emozioni che stanno registrando in ognuno dei soci la consapevolezza

che “essere uniti per un unico scopo” fa raggiungere traguardi e consolida un’appagata soddisfazione nel poter dire “Ci sono anch’io”. Ringraziamo quanti si son fatti carico di sostenere i nostri progetti ed in particolare quanti in questo momento stanno ancora sostenendo a Caposele la presenza effettiva della piccola “Kavola”. Il boato per per la peculiarità e l’accoglienza dei Caposelesi ha fatto il giro del mondo. L’acquisto per la 1^ parte del “Villaggio della speranza” per ospitare bimbi poveri e bisognosi è diventata una realtà.Il 4 aprile 2009 grazie a tanti “Amici benefattori”. Anche l’adozione a distanza per i bimbi che saranno ospiti nel nostro villaggio sta avendo un ottimo successo. Se desideri ulteriori informazioni potrai averle contattandoci al n. 333.74.12.741 Tra le associazioni di volontariato giunte da tutta Italia per aiutare le comunità abruzzesi colpite dal sisma e per supportare la Protezione Civile Nazionale, l’ANPAS Campania, sta costantemente - dallo scorso aprile - mandando contingenti di volontari con diverse specializzazioni richieste a seconda delle esigenze. Questo è un gruppo di volontari della Pubblica Assistenza di Caposele che hanno già fatto l’esperienza prestando servizio presso i campi gestiti dall’ANPAS Nazionale in località “Acquasanta” (campo da rugby) e presso Piazza d’Armi. A loro e a tutti coloro che a vario titolo stanno contribuendo alla rinascita delle zone colpite da questa immane disgrazia, va il nostro sentito ringraziamento.

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All’indomani del terremoto che ha colpito l’Abruzzo, l’Amministrazione Comunale ha pubblicato questo appello per testimoniare la vicinanza e la solidarietà della nostra comunità, memore della sua passata esperienza, verso le affrante genti abruzzesi, un primo messaggio di speranza ma anche un momento di naturale e sempre utile riflessione collettiva.

Un momento fondante dei lavori di rifacimento del ponte Tredogge, uno dei più importanti snodi di collegamento tra Caposele e Materdomini, che oggi è restituito alla nostra comunità in una veste sicuramente migliore e meno pericolosa che comprende oltre a spazi di manovra più ampi, anche corsie pedonali e una pista ciclabile .

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Francesca Feleppa, campionessa dell’anno 2007-2008. Finalista assoluta della manifestazione nazionale di nuoto “Aspettando Roma 2009” Sesta classificata su 27 (Stile libero)

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Il comandante della Polizia Municipale di Caposele Giuseppe Aiello durante una delle sue lezioni con i ragazzi della scuola media inferiore dell’Istituto “De Sanctis”sul importante argomento "Legalità"

Don Vincenzo Malgieri durante una fase della Processione del "Corpus Domini" 2009. Al suo fianco un nuovo valido collaboratore Luigi Gigliano, che nel mese di giugno si è stato ordinato Diacono

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Anno XXXVII - Agosto 2009

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Il comune di Caposele ha avuto approvato e finanziato dalla Regione Campania, un progetto denominato “Caposele, tutti insieme in sicurezza” che ha realizzato diverse iniziative socioculturali rivolte a diversi target della popolazione tra le quali un corso di formazione di base per Guardie Ambientali Volontarie e un corso particolarmente partecipato per imparare l’arte dell’intreccio del vimini per la realizzazione di manufatti, con tecniche oggi quasi dimenticate che sono state riscoperte con entusiasmo

dai partecipanti di tutte le età che hanno prodotto una discreta serie di oggetti della tradizione locale grazie alla supervisione attenta e costante delle esperte che hanno insegnato, la sig.ra Gelsomina Merino e la sig.ra Antonietta Rosania. Una parte dei partecipanti al corso impegnati nella selezione e taglio dei fili di vimini con il dettaglio della fase iniziale della lavorazione adatta a realizzare una “canestra” il miglior vassoio per far riposare “matasse, fusilli, cavatielli, gravaiuoli” e altre prelibatezze locali.


Piccola cronaca

Coro Diocesano “San Lorenzo

INSTANCABILI CAMPIONI

iscritta al campionato provinciale avellinese. Misteri delle regole. Un motivo in più comunque per prenderci noi la coppa e non lasciarla andare in posti che nemmeno gli apparterrebbero. Sulla solita tribuna Montevergine del Partenio questa volta ci sono centinaia di caposelesi. Una tribuna molto più gremita rispetto all’anno scorso. Ed il colore che la riempie è uno solo: il giallo, il colore sociale di quest’anno dell’Olimpia. Striscioni, palloncini, le solite magliette indossate di consuetudine da tanti tifosi ad ogni partita. E’ una marea gialla. E da essa incitati, i ragazzi caposelesi spazzano via,

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tranne pochissime eccezioni. Un gruppo di ragazzi impeccabili insomma. Una storia straordinaria, che merita, al di là di tutto, di essere raccontata e lasciata agli archivi. Sotto la guida “paterna” dell’inossidabile presidente Generoso Notaro, con lo straordinario e meticoloso lavoro di mister Roberto Notaro, l’Olimpia Caposele approda, dopo un cammino straordinario, accompagnato costantemente da un tifo commuovente di ragazzi di ogni età, al Partenio di Avellino. E’ la finale. Di nuovo, come l’anno scorso. Quest’anno di fronte c’è il Cicciano, “selezione” napoletana stranamente

di Donato Gervasio

dopo i 90 minuti di gara, il Cicciano, con un secco 2-0. E’ il nuovo trionfo, è la nuova esplosione della gioia, della festa, del delirio, dell’orgoglio caposelese. E’ la storia che si ripete, un verissimo e tangibilissimo deja-vu. Lo sport che ricolloca sopra a tutti un comune di cui molti nemmeno ricordano l’esatta collocazione geografica. Una storia bellissima per Caposele. Un Caposele di cui ci sentiamo, ancora una volta, così teneramente e vivamente fieri ed orgogliosi.

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l prato diventa giallo all’improvviso. Anche il verde dell’erba sembra voler adeguarsi alla festa. Caposele è di nuovo campione provinciale. Come un anno fa. Cambiano soltanto i colori. Dal rosa-nero dell’anno scorso al giallo di quest’anno, appunto. Tutto il resto è esattamente identico. E’ la straordinaria favola dell’Olimpia Caposele. Una favola di qualche decina di ragazzi poco meno che maggiorenni, poco più che adolescenti, che da un anno in qua stanno tenendo orgogliosamente alto il nome di questo piccolo, piccolissimo, ma grande, grandissimo paese. L’Olimpia Caposele, il 20 giugno scorso, trionfa di nuovo. Questa volta la troupe alla guida dell’anche lui giovane, ma così straordinariamente già vecchio di vittorie e successi, mister Roberto Notaro, si è proclamata campione nella categoria “Allievi”. Una favola fatta di passione, di tifo, di emozioni. Caposele dunque, un anno dopo la prima, storica vittoria in assoluto in ambito calcistico, nella categoria “Giovanissimi”, con la stessa squadra, con lo stesso coraggio, la stessa passione, e la straordinaria partecipazione di tifo di tanti compaesani, si riconferma e ritorna esattamente lì dove l’anno scorso l’avevamo così incredibilmente lasciata. La provincia torna dunque di nuovo ai nostri piedi. Sarà capitato a pochi, e siamo sicuri capiterà a pochi altri, che un paese con una così bassa “offerta” dal punto di vista di giovani, riesca a vincere, addirittura per due anni di fila, un campionato provinciale con atleti dello stesso paese. Basti pensare che, moltissime delle squadre affrontate durante il campionato, che tra l’altro appartenevano a comuni almeno due volte più grandi del nostro, erano delle vere e proprie selezioni di giovani di più paesi. Caposele invece, oltre ad aver espresso soltanto atleti locali, ha vinto addirittura per due anni consecutivi con la stessa squadra,

Interno Chiesa San Lorenzo

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Volontari per l’Abruzzo

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La Pro Loco e "La Sorgente" con la collaborazione del Coro Diocesano "San Lorenzo" di Caposele stanno mettendo in atto due eventi molto importanti e di grande particolarità. Il primo riguarda la registrazione di qualità dell'inno di Caposele "Leon del Sele" il quale riscoperto e orchestrato con arrangiamenti moderni, sarà portato a conoscenza di tutta la cittadinanza nei giorni del ferragosto; Il secondo che avrà valenza interprovinciale, riguarda la realizzazione del "FESTIVAL DELLE CORALI DIOCESANE" che si terrà all'interno della Chiesa Madre nel mese di ottobre / novembre e che potrà essere un richiamo turisticoreligioso fuori stagione . Delle due manifestazioni vi trasmetteremo un servizio più approfondito nel prossimo numero.

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Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile ha promosso, anche per l’estate 2009, in collaborazione con le associazioni di volontariato, nell’ambito della campagna di mitigazione del rischio incendi, la realizzazione della seconda annualità dei “Campi Scuola” del progetto denominato “Anch’io sono la Protezione Civile”. La Pubblica Assistenza Caposele ha avuto approvato e finanziato un Campo Scuola nel periodo dal 20.07 al 26.07.2009 destinato a giovani di età compresa tra i 13 ed i 18 anni che saranno impegnati in diverse attività finalizzate a diffondere la cultura della Protezione Civile che favorisca l’emergere di una coscienza civica sulla tutela e la salvaguardia del patrimonio forestale, che riesca anche a mobilitare la società civile attorno al progetto, con il coinvolgimento degli Enti ed Istituzioni, con l’obiettivo più ampio del promuovere l’adozione di comportamenti consapevoli utili alla prevenzione dei rischi e alla mitigazione dei danni prodotti sulla collettività e sull’ambiente.

Olimpia Caposele -categoria allievi – Campioni provinciali 2009

Olimpia Caposele – categoria giovanissimi –

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Attualità

QUELLA STRANA VOGLIA DI CENTRO

VINCENZO CASALE

di Antonio Ruglio

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laboratorio perfetto, è lo specchio fedele di quello che si sta verificando sul piano nazionale. Il Partito democratico che fatica ad acquistare visibilità e non riesce, nonostante gli sforzi, a mettere in campo iniziative concrete e una miriade di piccoli partiti che lottano per la sopravvivenza senza che se ne percepisca l’esistenza. Non è che per caso in questa folle e generalizzata corsa verso il centro il PD stia cercando di assomigliare sempre più alla vecchia democrazia cristiana? Perchè è nato il PD, per unire le due diverse anime della margherita e dei DS in una sintesi di principi e valori condivisi capace di portare al governo del Paese o piuttosto per sancire l’annessione di una delle due parti a esclusivo vantaggio dell’altra?. In un tempo in cui tutto ciò che è di sinistra è considerato negativo, identificato come il male assoluto e come unica causa di tutti i mali del mondo che fine ha fatto l’anima di sinistra del Partito democratico? C’è ancora spazio, mi domando, per una sferzata d’ orgoglio e per riportare la bussola del partito sulla rotta iniziale? Sinceramente non lo so se c’è ancora il tempo, per la sinistra del PD è però giunto il momento di battere un colpo e di batterlo forte.

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Certo non gli si può non riconoscere un forte attivismo, la grinta di chi sa di poter contare su una maggioranza solida dentro e fuori il parlamento, la determinazione nel manifestare le proprie idee su tutti i temi della politica nazionale e internazionale. Sul merito dell’operato del suo governo ciascuno può dire la sua e le valutazioni possono essere molto diverse. Tra i meriti del suo governo certo non può essere ascritto l’aver abbassato le tasse sulla busta paga dei lavoratori, non averlo fatto rappresenta forse la vera occasionemancata per dare un segnale forte di giustizia sociale, di rilancio dell’economia e della volontà di creare un ponte tra maggioranza e opposizione destinato a durare nel tempo. Il paladino dell’ottimismo, il teorizzatore del pensare positivo dunque c’è ma viene da domandarsi se possa bastare la sua abilità e il suo carisma a determinare il corso della politica o se non ci sia bisogno di qualcos’altro che renda tutto più facile. Secondo me, al di là del carisma personale, l’ampio consenso di cui gode è inversamente proporzionale alla inadeguatezza e alla debolezza dell’opposizione ancora incapace di toccare le coscienze e far giungere a tutti la propria voce nel tentativo di costruire un’ alternativa di governo credibile. Caposele , nel suo piccolo, è un

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una situazione di benessere solo fittizio. Quello che sembra prevalere oggi è l’idea che proprio le difficoltà della crisi suggeriscano di vivere la giornata alla grande, di prendere il meglio che può dare senza guardare al futuro , nell’assoluta mancanza di una prospettiva e di un traguardo da raggiungere. Inutile dire che questo modo di pensare è molto pericoloso perché se è vero com’è vero che l’Italia sopravvive ai colpi della crisi grazie alla propensione al risparmio delle famiglie una concezione del genere ci butterebbe nel baratro in brevissimo tempo. Un altro segnale altrettanto pericoloso nella stessa direzione ci viene dato dalle vacanze. Basterebbe infatti andare a vedere le prenotazioni e i viaggi già programmati per capire che in fondo al divertimento non si rinuncia anche a costo di accendere un mutuo per poterlo pagare. Ciascuno in casa propria fa quello che crede ma l’aria che si respira oggi in Italia è questa , vivere la vita con ottimismo al domani qualcuno penserà. Tutto ciò non accade e non può accadere senza l’intervento della politica, serve unn teorizzatore , uno di quelli autorevoli capaci di imporre un indirizzo ben definito. In questo senso Silvio Berlusconi è stato pressoché perfetto.

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ella crisi che ormai ci attanaglia da parecchi mesi sappiamo molte cose perché molto se n’è parlato, salvo poi a confonderci le idee di fronte alle tesi perlomeno bizzarre di chi sostiene che la crisi non c’è contrapposte a quelle che parlano di una catastrofe senza precedenti. Come sempre, il termometro della situazione viene offerto dal grado di sofferenza delle famiglie visto e considerato che proprio la famiglia è oggi considerata l’unico punto di riferimento e l’unico vero ammortizzatore sociale. In proposito, mi piacerebbe molto sapere che cosa ne pensano i caposelesi e qual è attualmente lo stato di salute dei nuclei familiari, se per esempio di fronte alle difficoltà il grado di coesione degli stessi sia aumentato in nome del vecchio principio che dice che l’ unione fa la forza. Sarebbe il caso che qualcuno facesse questo tipo di studio perché è solo così che un intervento serio può essere fatto a favore dei cittadini. Che la crisi ci sia, checché se ne dica, è comunque un dato di fatto basta leggere le statistiche che parlano di decine di piccole aziende che ogni giorno chiudono per debiti o mancanza di liquidità. Non mancano però segnali solo apparentemente contraddittori di segno diametralmente opposto che sono la spia di un nuovo modo di concepire la vita e che fanno pensare a

UN GRANDE TALENTO

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Vincenzo ha cominciato a giocare a tennis a 7 anni, un po’ per diletto, un po’ spinto dall’interesse per uno sport che il suo papà ha praticato ed amato da giovane e che “da buona tradizione” ha trasmesso al figlio; oggi è tesserato al “TC S. Caterina “ di Avellino dove si allena con i maestri Leone e Nazzaro ma nella sua favola c’è l’impegno sapiente dell’istruttore Mascolini Pio di Grotaminarda che ha dedicato al piccolo “sognatore” tempo ed esperienza facendogli raggiungere, in pochi anni, risultati sorprendenti ed inattesi. Questa stagione tennistica, vissuta intensamente e con determinazione, ha visto Vincenzo alzare al cielo la sua prima coppa da n° 1 nel Torneo Nazionale “TROFEO TOPOLINO cat. Under 10 maschile”, tenutosi a Salerno, sbaragliando i concorrenti di pari età provenienti da tutta Italia. Non solo, il piccolo tennista di Caposele

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ha contribuito a far aggiudicare un meritato secondo posto alla squadra dell’ Avellino, per la prima volta nella storia, nella finale nella Coppa delle Province della Campania 2009, disputata contro un agguerrito Napoli.

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n grande talento e un grande sogno nel cassetto: diventare un tennista grintoso e determinato come il suo idolo Nadal, il numero 1 del tennis mondiale. Vincenzo Casale, 10 anni da poco compiuti, un concentrato di determinazione forza d’animo e amore per il tennis.

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Numerose sono state le sue partecipazioni a tornei nazionali e internazionali che lo hanno visto raggiungere sempre ottimi traguardi permettendogli di trionfare nei primi posti dei tabelloni e di conquistare stabilmente i gradini più alti del Ranking Regionale maschile under 10.

Il piccolo campione con il papà N.78

Vincenzo Casale vince la sua prima coppa Vincenzo Casale in azione

La squadra dei tennisti di Avellino - seconda classificata nella Coppa delle province della Campania 2009


La pagina dei ricordi

REDATTORI

EDMONDO CAPRIO

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Il Preside Edmondo Caprio ispeziona il Campo Didattico in Località Piani

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L’amore per i nostri cari defunti è il solo fiore che cresca e sbocci senza l’aiuto delle stagioni: Dio ha inserito un’arte segreta nelle forze della natura, in modo da consentire all’uomo di modellarsi su di Lui.

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L’avv, Cozzarelli scherzosamente tocca il naso all’avv. Michele Farina neo-sindaco. Presenti Edmondo Caprio e Gerardino Freda.

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evo ammettere che allorché con l’ing. Nicola Conforti, ben noto direttore e responsabile del periodico caposelese “LA SORGENTE”, stabilimmo di pubblicare le eccezionali doti personali e morali che caratterizzarono la vita di Edmondo Caprio, nostro illustre concittadino, ne fui immensamente felice. Anzi, mi meravigliai con me stesso di non averlo fatto prima, quando incominciai a parlare, dandone concretezza e risalto, dei personaggi e degli avvenimenti storici del nostro paese, per evitare il vuoto della memoria collettiva... Edmondo CAPRIO - per chi non ha avuto l’onore e il piacere di conoscerlo di persona - e mi riferisco in particolare alle giovani generazioni di Caposele, fu un illustre e benemerito docente di istituto professionale ad indirizzo agrario, da Lui stesso avviato, indirizzato e fatto affermare in qualità di Preside. Egli deve essere ricordato soprattutto per la Sua eccezionale cultura umanistica e tecnica, che si avvicinava molto a quella del suo illustre genitore, all’intelligenza fuori misura di suo fratello Francesco meglio noto come segretario comunale e poi Sindaco del nostro paese - per la sua signorilità, onestà e bontà d’animo, per la sua coerenza nell’improntare la vita alle regole più assolute della legalità. Il suo “credo” fu la rettitudine costante nel rispettare le proprie opinioni, in tutti i sensi, anche sul piano politico, in cui non espresse mai pubblicamente i propri sentimenti, volendo rispettare le opinioni degli altri. Edmondo Caprio, figlio del geom. Rocco e di Giuseppina Urciuoli, nato a Caposele (AV.) il 15 aprile 1909, sposato felicemente con Teresa Ilaria e per questo anche mio parente acquisito - fu un brillantissimo e coraggioso Ufficiale di Fanteria, combattente dell’intera Seconda Guerra Mondiale, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare e di altri numerosi riconoscimenti. Al termine dell’ultimo conflitto, dopo avere espletato, con

fu bella, dolce, gradevole e soave, interamente rivolta al bene della collettività in cui era inserito e così come scrive Fëdor Michajlovič Dostoevskij, in una delle sue opere immortali, ”Ogni piccola erba, ogni scarabeo, la formica, l’ape dorata, tutte le creature conoscono in modo stupefacente la loro vita, testimoniano del mistero di Dio, e di continuo lo adempiono nelle loro azioni”, alla stessa stregua è da considerare il suo cammino.

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EDMONDO CAPRIO

grande merito, funzioni delicatissime sul fronte dell’Egeo come addetto al S.M.I. (Servizio Militare Informativo) alle dipendenze di un generale dei Carabinieri, si congedò col grado di Capitano, riprendendo la Sua attività nel campo civile, come iniziatore e Preside dell’Istituto caposelese di Agraria. Padre di tre figli (Ezio, Giuseppe e Franco) affermati professionisti nel campo dell’avvocatura e della medicina, condusse una vita, fino al momento della morte avvenuta, purtroppo, prematuramente in data 15 dicembre 1962, con costante dedizione alla professione e alla Famiglia. La società italiana, subito dopo gli anni cinquanta e sessanta, aveva compiuto un vero e proprio “giro di boa”, si era spezzettata e frazionata e decine di professionisti si erano affacciati alla ribalta, anche nel nostro piccolo paese, dove però il progresso giungeva col ritardo dovuto all’atavica tradizione meridionale. Eppure Edmondo Caprio in quei momenti tanto importanti e difficili seppe essere protagonista, inserendosi, come abbiamo visto, in qualità di Preside, tra gli attori delle nostre tradizioni e cultura. Di Edmondo Caprio posso concludere, dicendo che la Sua vita

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di Vincenzo Di Masi

Foto ricirdo del Preside Caprio con colleghi e studenti nel corso di una visita al Campo Didattico

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Attualità

Alfonso Merola

UNA VITA DEDICATA ALLA SCUOLA

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Alfonso tra i suoi allievi l’ultimo giorno di scuola

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libero che da oggi in poi ti è dato di vivere; sicura che potrà, ora più che mai, contare sulla tua già lodevole disponibilità nel portare avanti il gravoso compito di offrire ai caposelesi pagine ricche di pennellate sulla propria identità. Fieri di essere, come appunto dici tu, cittadini di “una città di sorgente”. Auguri, dunque e, più che buon riposo, buon lavoro!

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la Comunità Montana Alto e Medio Sele e consigliere di amministrazione prima all’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese e poi all’ATO Calore Irpino. Nonostante questi lodevoli impegni, Alfonso non ha mai dimenticato che prima di tutto era un docente, e difatti è sempre riuscito a conciliare la sua attività politica con la scuola, mostrando così che l’insegnamento, prima che un lavoro, è una vocazione che pulsa nel sangue. Dotato altresì di una grande cultura umanistica, ha scritto diversi saggi letterari e di politica, diverse poesie in dialetto caposelese e racconti che lui ama chiamare “acquerelli caposelesi”. È anche autore di ricerche storiche sui cognomi e sui nomi delle strade di Caposele. Sul nostro paese, poi, in collaborazione con Nicola Conforti, ha scritto il libro “Caposele, una città di sorgente”, che tuttora rimane l’unica storia attualmente edita di Caposele. Conscia di tanto impegno profuso nella tua vita lavorativa e della tua preparazione culturale, la Redazione, caro Alfonso, gioisce dunque per il tuo meritato riposo, guardando però con particolare avidità al tuo tempo

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1992, poi, consegue la specializzazione all’insegnamento della lingua inglese, e per tre anni consecutivi insegna da specialista nelle classi di Caposele e di Materdomini. Successivamente, collabora in qualità di esperto ai corsi di aggiornamento riservati agli insegnanti di scuola elementare del Circolo didattico di Calabritto, relativi alla formazione dei docenti di lingua inglese. Questo, dunque, per sommi capi, il curriculum di Alfonso Merola come insegnante. Curriculum che tace, però, tutto l’impegno che il Nostro ha profuso nel porre in atto la sua attività di docenza; tutta la sua passione, lunga ben trentotto anni, di voler comunicare alle generazioni di bambini caposelesi l’amore e l’importanza della formazione, l’attaccamento ai valori, il tenero e mai assopito affetto verso la propria terra. La carriera di Alfonso come docente acquisterebbe la sua vera identità più profonda solo se fosse in qualche modo possibile mettere su carta la voce ed i volti delle centinaia e centinaia di bambini che hanno potuto averlo come maestro. La sua costante ricerca metodologica, il suo approccio didattico con gli alunni e la valorizzazione dei contenuti culturali inerenti la tradizione locale, hanno reso Alfonso Merola sempre apprezzato sia dagli alunni che dalle famiglie di questi. Alfonso Merola, inoltre, è stato scelto dalla comunità caposelese anche per importanti mandati istituzionali. Sindaco di Caposele in un periodo difficile e delicato quale quello relativo alla ricostruzione del nostro paese, distrutto dall’immane catastrofe del terremoto del 1980, in questa veste ha cercato sempre di curare gli interessi del bene comune, meritando la fiducia dei caposelesi i quali lo hanno rieletto una seconda volta come guida della comunità civile. Oltre a questo onorevole impegno istituzionale egli è stato anche vice presidente presso

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gni persona che va in pensione meriterebbe di essere ricordata sulle pagine di questo giornale: questa tappa, infatti, è il degno coronamento di una vita fatta di sacrifici, di sudori, insomma, di duro lavoro. Apprendere che una persona va in pensione suscita istintivamente in ognuno di noi un sentimento di gratitudine e di ammirazione per quanto quella persona ha detto e fatto. Spesso si pensa alla pensione come ad una messa a riposo, ad uno stop di attività. Essa, di contro, è un trampolino di lancio per altri impegni che il maggior tempo libero permette di realizzare; è un consistente carnet di giorni da vivere in pienezza. Questa meta è stata raggiunta anche dal nostro amico e concittadino Alfonso Merola. Conosciamo la sua modestia e la sua particolare ritrosia ad essere ‘celebrato’, per cui ci limiteremo ad offrire ai lettori de “La Sorgente”, per punti salienti, il suo ben più corposo percorso umano e professionale. Ti chiediamo perdono perciò, caro Alfonso, se abbiamo deciso di onorarti così, svelando agli altri qualcosa della tua vita: ci muove nel far questo non solo una tenera amicizia, ma anche il desiderio di tanti caposelesi che si uniscono al nostro plauso per questa tua meta raggiunta. Conseguito nel 1969 il diploma magistrale presso l’Istituto “Confalonieri” di Campagna (SA), Alfonso Merola partecipa, lo stesso anno, al concorso per titoli ed esami relativo all’insegnamento, superandolo brillantemente. Nel 1970 viene perciò dichiarato vincitore di cattedra ed il 1° ottobre 1971 assume servizio di ruolo soprannumerario a Buoninventre II; l’anno successivo a Bairano ed infine a Pasano II. Superato il biennio di prova, nel 1974 assume servizio a Caposele capoluogo, alternando brevi periodi di insegnamento a Materdomini. Nel 1975 sperimenta, in collaborazione col gruppo didattico di “Vittoria Arslan”, l’insegnamento della lingua inglese nella scuola elementare. Nell’anno

La Redazione VALORI

Una vita di lavoro spesa con decoro, sempre in cerca di un tesoro. Quel bambino non è oggetto, da te manipolato a far si che fosse soggetto. Carico di umanità con senso di formazione della dignità e solidarietà, hai plasmato un'era della società. Il tuo essere provvisto di cultura, nel tempo perdura. Non ladciare questi tesori, resta qui a distribuire i tuoi valori.

di Gerardo Porreca

Rinuccia Sena e Sisina Farina, due vecchie colleghe di Alfonso

Alfonso festeggiato dalla Sorella Filomena e dalla nipote

Alfonso in una foto ricordo con i suoi colleghi insegnanti


Attualità

REDATTORI

RISORSE IDRICHE E TURISMO, IPOTESI DI SVILUPPO

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“La Sapienza” di Roma, al quale il Comune di Caposele, qualche anno addietro, ha chiesto un parere legale in ordine all’ attuale “situazione giuridica a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa del ciclo integrato delle acque e alla connessa costituzione dei c.d. A.T.O. (Ambiti Territoriale Ottimali) modificativi del quadro normativo previgente”. Varie sono le motivazioni che l’avv. Scoca porta a sostegno della suo parere, ma interessante più delle altre risulta essere quella che prevede la possibilità per il Comune di promuovere accordi di programma con la Regione Puglia senza passare attraverso il filtro della Regione Campania, stante la riforma del Titolo V della Costituzione avvenuta con l’approvazione della Legge costituzionale n°3/01, che ha collocato il Comune, e non la Regione o la Provincia, al primo posto nell’ordine degli enti tra i quali si distribuiscono i poteri. Non sarà, comunque, facile per il Comune vedersi riconosciuto questo diritto. La strada sarà sicuramente densa di difficoltà, ma il gioco, come comunemente si dice, vale la candela. L’altra questione, altrettanto di vitale importanza per la crescita economica della nostra cittadina, è rappresentata dalle potenzialità turistiche del nostro territorio. Ma sono anni che se ne parla senza sortire risultati concreti. Non starò qui a dilungarmi sugli argomenti che sono stati esaminati ed illustrati in lungo ed in largo in tantissime circostanze. Voglio semplicemente esporre un problema che al turismo si lega in maniera indissolubile. I cittadini di Caposele, in particolare gli operatori della ristorazione e quelli del commercio, sembra che facciano come gli albergatori di Ischia che per anni hanno scaricato a mare i propri liquami senza pensare che così facendo oltre ad inquinare l’ambiente determinavano un incommensurabile danno economico alla propria attività. Eppure è un fatto elementare che in un paese, che intende basare il proprio sviluppo economico sul turismo, tutti i cittadini che ne fanno parte e, in particolare gli esercenti di attività commerciali, alberghiere ed artigianali, siano compiutamente consapevoli che un ambiente pulito, oltre ad essere indice di civiltà, è anche condizione essenziale per incrementare il flusso turistico e, di

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discusse e confrontate con altre, nella consapevolezza che le strategie possono essere differenti, ma gli obiettivi, ovvero i traguardi, non possono che essere comuni. E veniamo al cuore della questione. La nostra Amministrazione Comunale sta intessendo con l’Acquedotto Pugliese una fitta serie di contatti per definire una nuova convenzione che dovrebbe contenere condizioni più favorevoli per il nostro Paese. Va da sé che, al di là dell’appartenenza politica, abbiamo tutti il dovere di sostenere il Sindaco e la Giunta Municipale in questa transazione che sembra non si presenti facile per la decisa resistenza che l’AQP oppone alle più che legittime richieste del Comune. Ma la definizione del rapporto tra Caposele e l’Acquedotto Pugliese va ben oltre la stipula di una convenzione, anche se per noi vantaggiosa. Mi riferisco alla possibilità, per qualcuno remota, per me sufficientemente concreta, che al Comune possa essere riconosciuta una percentuale, sia pure minima, sulle entrate che l’AQP realizza per la vendita delle acque ai propri utenti. La somma che in tal modo il Comune si vedrebbe assicurata potrebbe garantire da sola, tramite accorte politiche tendenti allo sviluppo, crescita economica e progresso civile. Non si tratta di sogni ad occhi aperti. A sostenere questa tesi è anche un luminare del diritto, l’avv. Franco Scoca, docente di diritto amministrativo presso l’Università

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L’ingresso della nuova Basilica di san Gerardo

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conseguenza, il proprio reddito. Un paese sporco viene disertato dai turisti. È questa una verità lapalissiana, che dovrebbe essere comprensibile anche ai meno accorti. Nondimeno, se volgiamo lo sguardo verso i cassonetti di conferimento della spazzatura assistiamo spesso allo spettacolo poco edificante di rifiuti posti per terra anche se i cassonetti di conferimento sono vuoti. Eppure la normativa in materia è piuttosto severa. Il D.L. 172/08 prevede, ad esempio, che “chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, e' punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi; se l'abbandono, lo sversamento, il deposito o l'immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro”. Basta poco, tuttavia, per evitare queste pesanti sanzioni. In tal senso, è sufficiente che tutti, Amministrazione e Cittadini, siano coscienti dell’importanza del problema. Faccio solo un esempio di come si potrebbe ridurre l’entità del disagio nelle more che, in tempi piuttosto brevi, il Comune elimini i cassonetti dalle strade ed organizzi la raccolta differenziata “porta a porta”. La plastica, la carta ed il vetro vengono smaltiti dal Consorzio rifiuti ogni giovedì. E poiché la plastica, il vetro e la carta non emanano cattivi odori e non deperiscono nello spazio di qualche giorno, Il Comune può stabilire che gli stessi siano conferiti nei cassonetti solo il mercoledì, cioè il giorno antecedente al prelievo da parte del Consorzio. È segno di inciviltà e di scarso amore per il proprio paese anche l’atto di buttare cartacce per terra e di non servirsi dei cestini che pur vi sono lungo via Roma e corso Europa. Sono pochi a dir la verità. Ne andrebbero installati altri e non soltanto lungo l’arteria principale del paese, perché gli stessi rappresenterebbero un tacito invito alla gente di utilizzarli e costituirebbero, come tale, un fatto educativo. Il loro costo sarebbe, tutto sommato, di modesta entità. Se poi qualche reprobo impenitente dovesse persistere in comportamenti incivili, è bene che lo stesso venga sanzionato secondo le norme vigenti. Si tratta, come si vede, di piccole ma utili iniziative. Basta solo un minimo di buona volontà.

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ualche mese fa, un amico di un paese a noi vicino, in una discussione sulle potenzialità economiche delle nostre comunità cittadine, mi faceva osservare che dopo quelle di Lioni, la quale occupa un posto geografico baricentrico dell’economia dell’Alta Irpinia, quelle di Caposele sono tra le più elevate per la presenza delle Sorgenti del Sele e del Santuario di S. Gerardo Maiella. Solo quest’ultimo è stato finora parzialmente valorizzato per fini economici. Le Sorgenti ed il Santuario, continuava il mio interlocutore, non hanno mai costituito concreti fattori di sviluppo economico per la Comunità caposelese e per quelle circostanti. Addebitava tale mancanza a noi Caposelesi che, secondo lui, non siamo stati in grado di utilizzare appieno le nostre risorse. Concludeva dicendo che l’adozione di opportune politiche di valorizzazione delle medesime ci consentirebbe di essere tra le località più progredite dell’Alta Irpinia e dell’Alto Sele con un conseguente tasso di occupazione tra i più alti dell’intera provincia. Pur facendogli notare che stava scoprendo l’acqua calda, perché si trattava di questioni che abbiamo ampiamente dibattuto in seminari, convegni, campagne elettorali e consigli comunali, non potei evitare, tuttavia, di manifestare il mio imbarazzo nel dover riconoscere la veridicità della sua analisi. Infatti, fin qui siamo stati tutti bravi nel formulare proposte e suggerire soluzioni, ma nel concreto non siamo stati capaci di far seguire i fatti alla parole. I motivi sono tanti, non ultimo lo spirito individualistico del Caposelese molto più interessato alla soddisfazione della piccola esigenza particolare che alla prospettiva di sviluppo generale. Cosa fare per invertire questa tendenza? Varie sono le soluzioni. Fra tutte riveste particolare importanza l’assunzione da parte dei partiti politici, delle organizzazioni sociali e degli amministratori, sia di maggioranza sia minoranza, della necessità di programmare azioni ed interventi che privilegino l’interesse comune e di non rincorrere la singola persona al fine di ottenerne il voto con promesse che spesso risultano essere in contrasto con l’interesse generale. Un esempio è costituito dalla clientelare vicenda del “villaggio ambrosiano”, le dacie per intenderci, ove l’interesse generale della collettività, rappresentato da un complesso di costruzioni da destinare ai turisti e, quindi, alla crescita economica, è stato sacrificato sull’altare del più becero favoritismo. Posso continuare con altri significativi esempi, ma penso che non sia il caso, perché l’obiettivo che mi prefiggo, con queste brevi note, non è di evidenziare errori e mancanze, ma piuttosto di indicare quelle che per me potrebbero essere le linee di sviluppo di Caposele, le quali possono anche non essere condivise, ma andrebbero, comunque,

di Michele Ceres

Il Campanile della Sanità

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Attualità

Le elezioni provinciali del 2009

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- Pietro Cetrulo - Lista: "La Destra" – Voti riportati a Caposele 136 - Geremia Rosania - Lista: "Alleanza di Centro-Pionati" - Voti riportati a Caposele 266 - Franco Malanga - Lista: "Italia dei Valori" – Voti riportati a Caposele 151 - Salvatore Casillo – Lista: "CristianoSociali" – Voti riportati a Caposele 23

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- Ettore Spatola – Lista: "Merito e Libertà" -Voti riportati a Caposele 416 - Gelsomino Grasso – Lista: "Democratici per l’Irpinia" – Voti riportati a Caposele 279

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Le nostre peculiarità, i nostri punti di forza che ci consentono di essere un centro economicamente e culturalmente ancora vivo in una provincia depressa, vale a dire il turismo religioso ed il liceo scientifico, hanno bisogno del continuo sostegno delle istituzioni. Altri cinque anni senza una politica diretta verso queste priorità – vedi ad esempio il disinteresse verso la strada che collega Caposele al suo cimitero – rischiano di essere deleteri per la nostra comunità. Sarebbe auspicabile, quindi, che per le prossime consultazioni provinciali gli schieramenti politici nostrani mettano da parte le dispute locali e trovino un accordo verso un obiettivo comune: il bene di Caposele.

I Consiglieri Provinciali eletti in passato - Anno 1970 Ing. Nicola Conforti – Lista P.C.I – Voti riportati a Caposele 1219 - Anno 1980 Prof. Pino Spatola Lista: D.C. (Subentra a due Consiglieri deceduti) Voti n. 980 - Anno 1985 Ing. Luigi Casale – Lista: P.S.I – Voti riportati a Caposele n. 850 - Anno 1990 Geom. Rocco Mattia – Lista P.C.I. Voti riportati a Caposele n. 1125

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I CANDIDATI DI OGGI GLI ELETTI DI IERI iportiamo l’elenco nominativo dei candidati di Caposele al consiglio Provinciale di Avellino nella campagna elettorale del 2009:

Tutto ciò, per queste provinciali, almeno a Caposele, non c’è stato. Già durante la fase di preparazione delle candidature osservavamo che i nostri amici di Lioni non proponevano alcun nome che potesse infastidire il loro consigliere uscente. Finanche lo schieramento a questi avverso, pur forte dell’attuale sindaco, pareva restio a candidare un lionese per il partito democratico. Al contrario, dalle nostre parti, ancora prima della presentazione delle liste, si era sicuri della candidatura di diversi caposelesi nei partiti più disparati. Ecco perchè richiamavo la Cronaca di una morte annunciata di Marquez. Il risultato finale è stato che, pur avendone Caposele i numeri, nessun concittadino è stato eletto nel consiglio provinciale di Avellino. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la Provincia è un ente con competenze minime, che le decisioni più importanti che ci riguardano vengono prese dalla Regione e dal governo nazionale, che politici autorevoli – almeno a parole – si sono pronunciati per l’inutilità di questo organismo. Tuttavia, finché la Provincia esiste e conserva le proprie competenze in materia di scuola, strade e turismo, Caposele non può permettersi il lusso di non avere un rappresentante nel suo consiglio.

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Ciò, tuttavia, non significa che la gara elettorale possa ridursi ad un concorso per misurare il proprio indice di gradimento. La competizione è tale se offre ai suoi concorrenti almeno una possibilità di vittoria. La possibilità di conquistare il seggio appassiona i propri sostenitori, attutisce in molti casi le divisioni locali e fa ottenere consensi anche in ambienti tradizionalmente avversi. Non c’è dubbio, infatti, che per poter ambire ad un seggio provinciale occorra avere un forte sostegno della propria comunità, e per sostegno intendo non solo l’atto di dare il voto, ma anche una condivisione di intenti, passione e lavoro. Questo è avvenuto in passato con i nostri eletti e così sarà sempre. Non a caso, infatti, costoro provenivano da una lunga militanza all’interno delle proprie sezioni di partito, avevano partecipato da vicino alla amministrazione della cosa pubblica, e si proponevano forti di un vasto consenso di base. La candidatura agli organismi sovracomunali, nella maggioranza dei casi, era il naturale epilogo di un proficuo cursus honorum locale. E vi era effettivamente la sensazione diffusa che il proprio concittadino ce la potesse fare, fattore che eccitava gli animi e facilitava non poco il raggiungimento dell’obiettivo.

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uando ho appreso i risultati delle elezioni provinciali di quest’anno, mi è venuto subito in mente un libro di G.G. Marquez letto in gioventù, “Cronaca di una morte annunciata”. Naturalmente lo spunto non mi era dato dalla storia d’amore narrata nel romanzo, ma solo dal suo titolo, che riassume alla perfezione ogni commento al voto. Per chi non fosse informato, è utile ricordare che, a correre per un seggio al consiglio provinciale, quest’anno si sono candidati ben cinque caposelesi di origine ed uno di adozione. Sei stimati concittadini che, con tutta la buona volontà, non potevano pretendere un risultato diverso da quello ampiamente previsto. Ovvero la scontata spartizione delle preferenze tra tutti e la conseguente impossibilità, per ciascuno, di raggiungere il traguardo auspicato. Sia chiaro che ognuno dei validi candidati ha ottenuto un risultato onorevole. Il voto è un attestato di stima che il cittadino offre al candidato e non è affatto semplice ottenerlo oltre la cerchia dei propri familiari ed affini. Pertanto anche un risultato di poche decine di preferenze è segno di grande fiducia nei confronti del votato, che dovrebbe ricavarne la giusta soddisfazione.

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di Alfonso Sturchio

Nell’anno 1985, anno in cui fu eletto l’ing. Luigi Casale si presentarono con esito negativo : Prof. Michele Ceres, Prof. Vincenzo Malanga e Sig. Donato Merola. Nell’anno 1990, anno in cui fu eletto il geom. Rocco Mattia si presentarono con esito negativo l’ing. Gerardo Luongo e l’avv. Antonio Corona.

Ing. Nicola Conforti

Prof. Pino Spatola

Geom. Rocco Mattia

Ing. Luigi Casale

Salvatore Casillo

CRISTIANO-SOCIALI

LISTA DE SIMONE

Approfitto dell'ospitalità concessa dalla redazione de "La Sorgente" per esprimere i miei piùsentiti ringraziamenti agli elettori amici di Caposele per il grande consenso attribuitomi. Stefano Farina consigliere provinciale di minoranza P.D.

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CAPOSELE NELLA PRIMA METÀ DEL SECOLO SCORSO

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sullo stesso lato. Particolarmente simpatico era poi tra questi Matteo Mattia, sito in via Pallante, il quale, dopo aver fatto nu ndìcculu (si, insomma un pezzettino di legno per chiudere le imposte) affermò: "Arte, perché non parli?”. Matteo divenne poi barista. Farinèlla invece stava prima nella baracca delle Lavanghe, poi in vicolo Santa Lucia, salendo sulla destra a circa venti metri da via Roma. Infine, Ptrùcciu r Minzion, aveva la sua falegnameria in via Roma. Sempre nell’ambito del discorso relativo alla falegnameria rientra anche la figura dei casciunàri, i quali si interessavano della fabbricazione dei granai in legno (li casciùni appunto) per la conservazione del grano. Casciunàri erano: Giuànnu r Ciuòlu che abitava e lavorava in via Santorelli, di fronte al forno di Juccia, e Laurienzu r Casciunàru, in via Bovio. FURNÀRI Quattro erano le fornaie a Caposele; la preparazione del pane a Caposele è stata sempre una prerogativa tutta femminile. I forni storici erano quelli di Falùccia r lu castiéddu, in via Castello, del quale già ho abbondantemente parlato in un mio precedente articolo; di Juccia la furnàra all’imbocco di via Santorelli salendo sulla destra; di Pippinella r Tirisèlla in via Bovio e, infine, di Ze’ Mina (la mamma di Ze’ Peppa, quest’ultima scomparsa da pochi anni) situato alla Croce di Sant’Angelo. MULUNÀRI Grazie alla notevole disponibilità di energia idrica, da sempre Caposele ha registrato una forte presenza di mulini, gualchiere, oleifici e di altri edifici ospitanti macchine mosse dalla forza motrice delle acque. Per quanto riguarda i mulini, Caposele nel periodo considerato ne contava ancora cinque, quasi tutti però animati ormai dalla corrente elettrica e non più dall'acqua. Salendo lungo il fiume il viandante che dal Ponte entrava nel paese poteva ammirare il mulino di Zi Lauriénzu r Patiérnu, un casotto a ridosso del fiume per raggiungere il quale si scendeva giù per una strada da sotto al Ponte, sulla riva destra del Sele. Più su c'era il mulino di Mattia, ubicato in prossimità dell’attuale mulino di Elvira, e del quale a quanto pare esiste ancora il canale per l’acqua. Salendo per via San Gerardo, Gilardiéllu aveva il suo mulino dove ora è il garage di Casillo all'angolo di via Peschiera, conosciuta cinquanta anni fa coll'epiteto di via degli Assessori. A Capodifiume infine, e precisamente dove oggi c'è il capannone per materiali edili di Nesta, c'era il mulino di Ulìndu

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via Ogliaro, ma poi optò per la professione di barista che svolse nel locale dov'è oggi il bar Roma il quale, negli anni Sessanta, era conosciuto con il nome di Cremlino, in quanto spontaneamente lì si adunavano gli aderenti all’allora Partito Comunista. Infine, erano scarpàri anche Lauriènzu Pallante e Romèu r Casciunàru: il primo si trovava in via Roma, il secondo aveva la sua bottega in via Pallante. SARTI E PANNAZZÀRI Undici erano coloro che per professione avevano a che fare con i tessuti: mi riferisco ai sarti e a coloro che i tessuti li vendevano. Partendo dalla parte bassa del paese, alla Purtèdda c’era Giràrdu Farina alias Jangònu, situato appunto in Corso Garibaldi di fronte alla fontana. Più su, in via Castello e precisamente nella strèttla r lu Castiéddu, accanto alla chiesa madre, nel primo vano entrando ra lu Chianu c’era Nicola Vetromile. Mmiézzu a lu Chianu invece c’era Viciènzu r Roccu Ilaria. Lasciando invece questa piazzetta e salendo in via Santorelli (la via dov’era la vecchia caserma) c’era Giràrdu Petrucci. Poco oltre Piazza Di Masi, suppergiù dov'è attualmente il negozio di Mariolino, c'era Tubìa r Savèriu, col suo negozio di vestiti, al quale poi subentrò sua figlia Finùccia, chiamata appunto r Tubìa. Tirucciu r la Carifana vendeva, invece, i suoi tessuti in piazza Tedesco nel suo negozio raggiungibile salendo in fondo alla piazza, appena iniziava la salita del Casale. Scialapòpolo invece aveva il suo di negozio in Corso Europa di fronte alla casa dell’Ing. Nicola Conforti. Salvatòru Ceres esercitava, invece, in piazza XXIII Novembre, lì dove fino a pochi mesi fa c’era l’alimentari di Auriemma. Nella parte del paese andando verso la Sanità c'erano infine tre sarti: Gaitànu lu simpàticu, sito alla Preta r la ténta, e Roccu e Fònzu r la Pustèra, dove attualmente c'è il Maff, cioè a fine corso Europa. FALIGNÀMI E CASCIUNÀRI Anche la falegnameria era molto sviluppata a Caposele, cosa comprensibile, questa, in un’epoca in cui i mobili già pronti non esistevano. Sèggie, panche, càsce, tavulini, buffètte, scanntiéddi e quanto altro ancora serviva per la casa doveva essere per forza fabbricato in loco da loro. I falegnami erano sei, così distribuiti: Lì Roccu vicino all’arco di Sant'Elia in prossimità di piazza Dante, che poi allora si chiamava piazza della verdura; Ruccùcciu r'Art'mìsia, nel primo tratto di strada tra lu Chianu e piazza Dante, lì dove anche prima del terremoto c’era ancora la scala esterna alla sommità della quale cinquanta anni fa sorgeva la sua falegnameria; Robèrtu r la Luna invece si trovava immediatamente prima della Croce di Sant’Angelo, andando verso la Sanità

r'Amatuccètta. Il quarto ed ultimo mulino era quello di Falùcciu lu Mulunàru a Materdomini, situato in via Santuario scendendo sulla destra, poco prima dell’attuale chalet. FRUTTAIUÒLI, CHIANGHIÉRI E PUTIÀRI I venditori di frutta, verdura, alimentari, carne ed altro erano ben quattordici: una realtà alquanto animata era, dunque, quella di Caposele sotto questo punto di vista. Tutti si può dire omogeneamente distribuiti per il paese. Comunque, partendo dalla parte bassa di Caposele, salendo per la Purtedda ammòndu la prima putèja che si incontrava era quella di T'rsùccia la vèrua in corso Garibaldi. Tra piazza di Masi e piazza XXIII Novembre c’erano rispettivamente: Lorènzu Pizza in piazza Di Masi, esattamente dove ora sono i medici Russomanno. Lorènzu vendeva generi vari. Il suo negozio prima di essere tale era stato un bar. Salendo per la strada principale del paese si incontrava sulla destra la barracca r Crapariellu, sita esattamente dov'è l'attuale Comune e nella quale si vendevano principalmente frutta e verdura, poi, successivamente, anche alimenti; nell’intermedia piazza Dante erano invece ubicati i negozi di Gesummìnu r mast'Alìggi, il quale vendeva elettrodomestici e bombole, e di Girardìna r Garòf'nu con i suoi dolci, i confetti e pure il baccalà in inverno. Il suo alimentari era situato in piazza Dante dov'è l'attuale cartoleria di Colatrella. Nel vicino vicolo Sant’Elia c’era invece Dianìsia. Proseguendo per via Roma si incontrava l’angusta bottega r la Pirniciola che offriva ai clienti le sue verdure. Tale negozietto si trovava all’inizio di vicolo Santa Lucia, salendo sulla sinistra, e faceva ad angolo con via Roma sulla quale si affacciava, del resto, la sua entrata. Esso era scherzosamente conosciuto con il nome de “la Rinascente” per le sue minute dimensioni; salendo ancora per vicolo Santa Lucia in via Bovio, all’altezza della piazzetta dedicata alla santa, c’era il negozio di generi alimentari di S'ppùccia. Le due macellerie di Caposele erano anch’esse ubicate su via Roma. La prima era gestita da Austìnu r Innariéllu, il quale conduceva anche un negozio di generi alimentari. Una curiosità: la macelleria si trovava esattamente dove oggi cla macelleria di Sergio: uno dei pochi, dunque, esercizi caposelesi a non aver mai mutato di posto. Sempre per restare in tema, la seconda macelleria era invece quella di Falùcciu r Silvio sempre in via Roma. Ho detto che Austìnu aveva anche un alimentari, quest’ultimo si trovava in via Imbriani. Anche il suo parente, Tatòru r Innariéllu gestiva un negozio di alimentari e diversi sito in via Roma, nel locale subito dopo l’attuale bar di Giulio. Completavano questa nutrita carrellata di commercianti Vicienzu r’Annarella in piazza Francesco Tedesco, salendo sul lato sinistro della piazza prima r lu purtònu r lu Scigliàtu; Ròn Savìnu Russomanno, in via Caprio appena salendo sulla destra, e Ulìndu Capriu chiamato mastu Brìshcu, il quale originariamente era un barbiere, e solo successivamente divenne gestore di un emporio dove si trovava un po’ di tutto.

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erte volte mi fermo a guardare Caposele dalla località Piani. Il mio paese è sempre lì, allo stesso posto, accovacciato ai piedi del Paflagone, da secoli. Eppure tale fissità è ingannevole, in quanto essa non consegna alla storia sempre lo stesso volto: Caposele cambia continuamente nel corso dei decenni, degli anni. E cambia perché cambiano le persone che hanno la fortuna di viverci. In questo articolo vorrei proporre all’attenzione dei caposelesi quella che era la Caposele di cinquanta, sessanta anni fa. Cercherò, insieme al lettore, di fare una passeggiata per le strade del paese alla scoperta di quelle realtà che, dal punto di vita sociale e lavorativo, animavano la vita locale: parlo delle diverse attività artigianali. La bottega di questa o quella persona, le immagini, i rumori, gli odori che si sentivano passando magari davanti al fabbro o al barbiere sono rimasti nel cuore e nella memoria di tante persone che ancora ricordano, magari con un po’ di nostalgia, ciò che era Caposele al tempo della loro gioventù. Mi si scuserà se qualche volta, per dare una indicazione precisa della ubicazione delle attività e delle persone oggetto della trattazione, farò riferimento a persone, ad attività o ad abitazioni attualmente esistenti in paese. Come pure chiedo venia per l’uso degli stuortinòmi di famiglia, convinto che essi, lungi dall’essere un qualcosa di offensivo per chi ha la fortuna di averne uno siano, al contrario, un elemento di identificazione formidabile, se è vero che ancora oggi spesso riusciamo a capire di chi si parla in un discorso solo con un preciso riferimento al soprannome. Non chiedo invece assolutamente scusa per l'uso che farò qui e là del dialetto, convinto come sono che esso sicuramente darà maggior gusto alle cose narrate. Per facilitare la lettura di questo viaggio alla riscoperta di una Caposele che fu, indicherò di volta in volta le attività sulle quali verrà focalizzata l'attenzione. Buon viaggio SCARPÀRI Abbiamo parlato di passeggiata per le strade del paese, e per camminare c'è bisogno delle scarpe: è normale perciò che la prima categoria di artigiani che prenderò in considerazione sarà quella dei calzolai. Ad essi era demandata la cura dei piedi dei caposelesi: le loro abili mani creavano cianfrùni, scàrp cu r cintrédd, scarpìni, zuòcchili e tanto altro ancora. A Caposele i calzolai erano ben otto. Ma partiamo con ordine circa la loro collocazione nel paese: Rocchinu Farina aveva la sua bottega ubicata a lu Chiazzìnu r lu guàrdiu, poco più sotto di piazza Di Masi. Più avanti, in un angolo meridionale di piazza Dante, c'era invece Pèppu chiamato, proprio per il suo mestiere, lu scarpàru. Giràrdu Farina, invece, si trovava giù per la discesa che attualmente mena al polo scolastico. Nella parte bassa della zona Purtèdda era situata la bottega artigianale di Pashcàlu Manente, precisamente dopo la seconda curva a gomito. Anche via Bozio aveva il suo scarpàru nella persona di Cìcciu lu scarpàru appunto, che aveva il suo locale a metà via, di fronte a dove attualmente ci sono la fontanina e l’atrio che immette in uno dei culti evangelici di Caposele. Falùcciu Faleccu si trovava, invece, in

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c’erano, infatti, r cintrèdd tonn che erano quelle più signorili, e quelle a rròi bòtt che erano quelle più grossolane). I fabbri erano tre: mastu Pashcàlu domiciliato in via Imbriani a scendere, dove c’era la vecchia farmacia; Falùcciu r Sciampàgna in corso Europa, sul lato sinistro a salire, quasi al termine; Girardu r Cacacrìtu che lavorava col sunnominato Falùcciu. Erano invece furgiari, per un totale di sette persone, salendo dal Ponte: Eugeniu e Girardu r Manganese al Ponte; Trimàndu alla Purtédda, in un locale adiacente alla cappella dell’Angelo; Frannicòla, che lavorava nello stesso locale di Trimàndu; Viciènzu Spinelli, sempre alla Purtèdda; Saverio Spinelli a lu Chiazzìnu r lu guardiu, accanto a Rocchìnu Farina; Lauriénzu r màstu suònnu in via Palladino di fonte all’ex culto evangelico. SACRASTÀNI Un'altra figura, importantissima nel Settecento e nell'Ottocento, tanto è vero che percepiva uno stipendio dalla chiesa, era quello del sacrestano. A lui spettava il compito della nettezza della chiesa, del servizio all’altare durante le funzioni, della custodia dei vasi sacri e delle vesti liturgiche. Circa settanta anni fa questo compito era ricoperto da Francìscu lu sagrastànu, il quale era allo stesso tempo lampionaio, sacrestano della chiesa madre, bidello unico delle scuole elementari ubicate dietro la chiesa e, infine, incaricato di dare la corda all’orologio sempre della chiesa madre. A lui subentrò in questo ufficio il figlio Innàru, il quale, a differenza del padre, fu solo sacrestano. Dopo Innàru lu sacrastànu fu la volta di Girardu Muscìddu, ultimo sacrestano della vecchia generazione, nel senso che fu l’ultimo dei sacristi ad indossare ogni giorno la cotta e a servire la messa all’altare, rispondendo in un latino imparato a memoria alle preghiere del sacerdote. BARISTI, STAGNÍNI, TINTÚRI, FOTOGRIFI, MIÉRICI, FARMACISTI E OREFICI A causa dell'esiguità delle persone occupate in queste specifiche attività, ho voluto ricordarle tutte in questo paragrafo. Ma procediamo per ordine. Il più antico bar di Caposele era situato a lu Chiazzìnu r lu Guardiu, poco sotto piazza Di Masi: stiamo parlando dell’ex Bar Romualdo, attivo fino a prima del terremoto. Sessanta anni fa esso era gestito da ze' Catarina r Varvarùlu.

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il cui padre era stato a sua volta anch'egli barbiere. Tonino riceveva i suoi clienti in un locale di proprietà dei Caprio sito appunto in piazza Di Masi, vicino alla fontanina. Tonino non era bravo soltanto a maneggiar rasoi, ma suonava bene anche la chitarra: elemento importante in un paese in cui non c'era sera, si può dire, in cui non si ballasse in qualche casa. A Tonino successe poi, sempre nello stesso posto, Pilipésciu, e a questi, successivamente, subentrò Cìcciu lu barbiere, che poi se ne andò in Canada. Vicino al locale di Pilipésciu, scendendo per via Imbriani, dove attualmente c’è un alimentari, c’era la barbarìa di Funziniéllu r Casciunàru. Chiudeva la costellazione dei barbieri Vicienzu F'léppa, il cui salone era ubicato di fronte all’attuale Mister Bar. TRPPTÀRI La forza impetuosa delle acque non muoveva soltanto, qui a Caposele, le macine dei mulini, ma anche quelle dei frantoi. Niente di strano, allora, se molti erano in antico anche gli oleifici nel nostro paese. Ovviamente, come già detto per i mulini, nel periodo considerato la forza dell'acqua era già stata sostituita da quella dell'elettricità. Ciononostante, sessanta anni fa ancora si potevano contare sei frantoi. Questi i nomi dei sei tr'pptàri del nostro paese: Zi Lauriénzu r Paternu al Ponte; Funzìcchiu, il cui oleificio era ed è tuttora in via Pallante alias zona Prèta r la ténta; Antoniu Mattia, in via San Gerardo; lu Scigliàtu, in piazza Francesco Tedesco, appunto dov’era lu purtònu detto r lu Scigliàtu; Ulindu r’Amatuccetta che, ricordiamolo, era pure mugnaio e, per finire, Francìscu r Fuluppiéddu a Materdomini, dov'è l'attuale albergo Paflagone. FABBRI E FURGIÀRI Vi era una certa differenza tra lu fabbru e lu furgiàru. Il fabbro era più specializzato in lavori in ferro di un certo spessore: cancelli, ringhiere ed altro, tant'è che era impropriamente chiamato meccanico (come i geometri fino a poco tempo fa venivano chiamati dai più ingegneri, tanto per capirci). Lu furgiaru, invece faceva lavori molto più umili. Compito di questi, infatti, era ad esempio fabbricare i ferri per gli zoccoli dei cavalli e dei muli, oppure fabbricare r cintrèdd, una sorta di chiodi che venivano applicati alle suola delle calzature (a tal riguardo, r cintrèdd non erano tutte uguali;

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SCARPLLÍNI E STUCCATÚRI Antica e rinomata era, qui a Caposele, anche l'arte della pietra. Non mancavano, infatti, gli scalpellini che ascendevano a cinque. La loro attività non si limitava soltanto alla preparazione delle p'trèll per le strade e le piazze; a volte, infatti, veri e propri capolavori uscivano dal loro paziente lavoro. Portali sontuosi e poveri impreziosivano con la loro ricercata o umile e semplice bellezza le case dei caposelesi. Non solo, pietre angolari, basamenti, vàs'li e tanto altro ancora usciva dai fieri o dai delicati colpi del loro scalpello. Ma chi erano e dove abitavano questi specialisti della pietra? Paschcàlu r Gilardètta, scalpellino solo per un certo periodo della sua vita, in quanto poi diventò marmista, abitava a lu Pontu, come pure Paschcàlu r Pasqualònu. Lu Sandandriànu, invece, abitava alla Purtèdda. Questi a Caposele era conosciuto come lu Santandriànu appunto, mentre a Sant’Andrea era conosciuto come lu Capussulèsu. Una particolare menzione meritano anche Vicienzu e Girardu r Carlucciéddu, fratelli, autori cinquanta anni fa dell’ottima e bella pavimentazione di piazza Di Masi. Oltre agli scalpellini, Caposele vantava anche la presenza di esperti nella stuccatura e nella decorazione: questi erano Salvatore ed Angelo Conforti, che abitavano sopra al forno di Juccia in via Santorelli. Essi si imponevano all'attenzione anche dei paesi vicini per le loro apprezzate capacità artistiche: ancora oggi la nostra Chiesa della Sanità testimonia in loco la loro bravura e la loro maestria. VARL'LÀRI La presenza dei barilai a Caposele è attestata già dalla prima metà del XVII secolo. Un'attività, questa, mai interrottasi nel corso dei secoli e tuttora fiorente. Comunque, sessant’anni fa erano barilai Vicienzu e Lisandru r Salamònu e Gesummìnu e Antoniu r Salamònu, tutti domiciliati in via Bovio. MURATÚRI Nutrito anche il numero dei muratori e dei manovali che, qui a Caposele, lavoravano nel settore dell'edilizia. Ricorderò soprattutto il nome dei "mastri", cioè di coloro che erano esperti nella costruzione di manufatti in muratura che richiedevano una certa perizia ed abilità, in quanto realizzati con pietre e calce. Otto erano quelli impiegati in questo settore: Lisandrìnu e Gaitànu r Suffrìggiu, che abitavano in corso Garibaldi; mastu Toru, domiciliato in via San Gerardo presso l’attuale scuola guida; Girardu r Carlucciéddu in via Castello; mastu Runatu r Peppu in via Bovio; mastu Peppu r Suffrìggiu in corso Europa, la cui casa era più o meno nei pressi della casa dell’ex sindaco di Caposele Donato D’Auria; mastu Tirùcciu, in corso Europa; Runatu Curciu in piazza Francesco Tedesco, il quale successivamente se ne andò in America; Antoniu r mastu Toru, figlio appunto del già citato mastu Toru, che attualmente vive in Venezuela. BARBIERI In genere ogni paese aveva il suo barbiere in piazza. Ora, la storica piazza principale del paese, piazza Francesco Tedesco, non registrava nessuna barbarìa, perché molto fuori mano. I barbieri, a Caposele, infatti, erano quasi tutti localizzati mmiézzu a lu Chianu. Iniziamo dal più antico barbiere che la memoria ricordi: Tonino Scutese,

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Cartoline di Caposele anni '40/'50

Oggi al suo posto c'è un negozio di mobili. Per quanto riguarda, invece, gli stagnini, Màstu Sàbb'tu in corso Garibaldi provvedeva all’applicazione del sottile strato di metallo sulle caccavèll r ràma rossa usate per cucinare. Ultimo rappresentante, poi, di una secolare e storica attività artigiana di Caposele, relativa alla tintura dei panni, era Giuannìnu r simpàticu, che non poteva non tener bottega in quella zona di Caposele il cui nome tuttora testimonia la trascorsa esistenza di quest’arte: la Prèta r la ténta appunto. L’arte della fotografia aveva invece tre suoi esponenti: Aitànu lu ritrattista e Antoniu e Amerigu Conforti, questi ultimi dimoranti nella loro casa sita sopra il già citato forno di Juccia in via Santorelli. Esiguo era, altresì, il numero dei medici: due. Ron Dunato Nisivoccia abitava nel palazzo r la Rosa, dove oggi c'è il Wake up; Ron Pashcàlu Cozzarelli, che riceveva nel palazzo di famiglia in piazza Francesco Tedesco. Due anche le farmacie di Caposele: quella di Ron Raffaele Russomanno e la farmacia De Rogatis. Circa invece le oreficerie, sessant’anni fa Ronn’Armandùcciu Caprio, ricordato anche per il bastone con l’impugnatura di argento col quale passeggiava, aveva la sua oreficeria in piazza Francesco Tedesco, salendo sul lato sinistro della piazza, al primo portone sul quale campeggiava la scritta “oreficeria” appunto. Girardìnu Freda, invece, aveva l’oreficeria, nella quale vendeva ed aggiustava orologi, attigua al bar Romualdo. Nello stesso tempo si occupava anche dell’esazione delle tasse comunali. Per concludere, Caposele contava, alla luce di quanto detto, su un esercito di 106 artigiani, commercianti e professionisti, così distribuiti: 8 scarpari, 12 sarti, 6 falegnami, 2 casciunari, 4 fornaie, 5 mulini, 14 putiàri, 5 scalpellini, 2 stuccatori, 4 barilai, 8 muratori, 5 barbieri, 6 addetti ai frantoi, 3 fabbri, 7 furgiàri, 3 sacrestani, 12 vari. Tutto si poteva dire fuorché che la nostra realtà fosse poco vivace. Tempi belli di una volta… Mario Sista


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A 20 anni dalla scomparsa Francesco Quagliariello: un grande protagonista della storia politica della Provincia di Avellino

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piano politico, ma non gli hanno mai negato l’amicizia, gli hanno sempre confermato profondo rispetto. La sua esperienza, a livello di Consigliere Regionale, insieme con l’avversario/ amico Avv. Lorenzo De Vitto, ha inciso molto sulla vita politico – sociale di Sant’Angelo dei Lombardi e dell’Alta Irpinia. Quagliariello e De Vitto, Consiglieri Regionali entrambi, avversari in paese ma, uniti su tutto ciò che potesse risultare utile alla nostra provincia ed a Sant’Angelo dei Lombardi in particolare. Francesco Quagliariello, Consigliere Regionale, presentò 43 proposte di legge e di queste, 22 vennero trasformate in leggi della Regione Campania. Contribuì, con l’allora Presidente, Nicola Mancino, alla stesura dello Statuto della Regione Campania, concorse anche all’elaborazione ed alla stesura della legge sulle Comunità Montane; egli credeva molto nel decentramento organizzativo e amministrativo, nonché nelle autonomie locali. Egli condivise il progetto della sinistra DC dell’industrializzazione dell’Alta Irpinia e della diversificazione ed integrazione dei componenti del reddito delle famiglie. Spesso, in proposito, veniva accomunato all’emergente classe dirigente democristiana legata all’idea e al progetto demitiano. Si batté molto e concorse per la realizzazione degli Ospedali di Sant’Angelo dei Lombardi e Bisaccia, auspicando, sin d’allora, una diversa organizzazione sanitaria. Ancora oggi gli anziani ricordano i periodi difficili dei suoi primi anni di impegno politico, quando, essere prima del PCI era fortemente pregiudizievole per il lavoro e finanche per i propri familiari, quando, solo con qualche amico, organizzava campagne elettorali per l’intera provincia quando, i suoi comizi a Sant’Angelo dei Lombardi venivano boicottati in tutti i modi, a volte trasferiti in piazze deserte fino a che agli stessi intervenivano sempre più gente, in modo particolare tantissimi contadini che lo amavano. Altre volte, per riuscire a ottenere un minimo di pubblico, era costretto a parlare alle 6:30 del mattino, come quando a Conza della Campania, tenne un comizio dopo i famosi riti del Venerdì Santo. Altri ancora lo ricordano quando ogni lunedì, in occasione del mercato, settimanale teneva pubblici

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quella Regionale. Francesco Quagliariello aveva già verificato il grande consenso di cui egli godeva, tra i contadini, i lavoratori e il mondo della sinistra popolare dell’Alta Irpinia che, andava al di là dei voti strettamente di partito quando, candidato al Senato, nel Maggio 1968¸ottenne un grande successo personale, mai eguagliato da altri candidati di sinistra, oltre ventimila voti; tanto che, durante la notte dello spoglio, il Prefetto Cataldo, si congratulò personalmente con lui, annunciandogli l’elezione al Senato. Purtroppo, il perverso meccanismo del Collegio Unico Regionale, per una manciata di voti, gli negò l’elezione a Senatore della Repubblica. Francesco Quagliariello era poco incline al rispetto del centralismo democratico all’epoca regnante nel PCI, era, si potrebbe dire, un comunista atipico per l’epoca. Il partito, invece, per questa sua particolare peculiarità e per disegni strategici diversi non voleva né candidarlo e né farlo eleggere nelle elezioni Regionali del ’70. Ma, come si diceva, tutta l’Alta Irpinia comunista di allora e le sezioni del PCI si ribellarono alle indicazioni ricevute e gli regalarono un grande successo e grandi gratificazioni. Da un lato il cambio di classe dirigente provinciale del PCI e dall’altro questa elezione, favorirono un vero e proprio ostracismo rispetto al popolare esponente politico dell’Alta Irpinia. Francesco Quagliariello venne gradualmente emarginato, insieme ai tanti militanti vicini a Giorgio Amendola, poi diventati di area “migliorista” con Giorgio Napolitano. Francesco Quagliariello era di carattere deciso, passionale, cordiale, ma anche umile, era da tutti amato e i momenti di scontro politico, a volte anche duri, venivano facilmente superati dai più. Aveva un tratto umano unico, eccezionale! Francesco Quagliariello portava nel cuore gli umili, amava il mondo dei contadini che aveva difeso durante le famose lotte per l’occupazione della terra e l’affrancamento del tardo latifondismo ancora regnante negli anni ‘50. Amava tanto il suo paese, Sant’Angelo dei Lombardi e tutta la sua Irpinia. Tanti politici, anche autorevoli e di altri partiti si confrontavano con lui sul

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elle scorse settimane è caduto il 20° anniversario della scomparsa dell’Avv. Francesco Quagliariello. La ricorrenza, per quello che ci è dato di sapere, non ha avuto nessuna manifestazione rievocativa ufficiale da parte di quanti, Enti, Istituzioni, Ordini Forensi (Regione, Provincia e Comune, ecc.) che lo hanno visto componente e protagonista delle Assemblee Elettive in qualità di Consigliere Regionale, Provinciale, Comunale, ecc.. . Il ricordo, la commozione ha pervaso, invece, la sua famiglia, la moglie e i suoi figli, e quanti, pure nella diversità di opinione, hanno sempre ammirato la passione umana, politica e civile di “Ciccillo”. L’Avv. Francesco Quagliariello è stato per diversi decenni, dal dopoguerra in poi, un grande protagonista della vita politica a Sant’Angelo dei Lombardi, in Alta Irpinia e in tutta la nostra provincia. Era un penalista molto apprezzato nel mondo forense; patrocinante anche in Cassazione, godeva della stima di molti autorevoli Magistrati e di grandi Avvocati, come il Maestro Avv. Prof. Alfredo De Marsico, di cui ne divenne particolarmente amico e frequentatore assiduo. Fondò, a Sant’Angelo dei Lombardi ed in Alta Irpinia, il PCI; egli era molto vicino alla posizione di Giorgio Amendola e dell’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, entrambi in più occasioni ospiti a Sant’Angelo dei Lombardi. Per oltre trent’ anni fu Consigliere Comunale di Sant’Angelo dei Lombardi e per più legislature venne eletto Consigliere Provinciale, quando nel consesso provinciale c’erano ancora figure come Mancino, Nicoletti, De Mita, ecc.. . Nel 1970 venne eletto Consigliere Regionale della Campania, fu un risultato clamoroso, in quanto il Partito Comunista puntava sull’elezione di Nino Grasso. Il popolo dei comunisti, della provincia di Avellino e dell’Alta Irpinia in modo particolare, al contrario, con grande entusiasmo e consensi, lo volle suo rappresentante al Consiglio Regionale. Nel 1970 Francesco Quagliariello venne eletto: Consigliere Comunale a Sant’Angelo dei Lombardi ed in altri centri altirpini, ottenne l’elezione a Consigliere Provinciale, unitamente a

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di Tony Lucido

comizi ed informava e sensibilizzava la gente su problemi locali, regionali e nazionali. Ha organizzato per decenni originali Feste dell’Unità, per promuovere dibattiti, sollecitare la politica, alle stesse intervenivano oltre che, i Dirigenti Nazionali del PCI, come Longo, Amendola, Napolitano ecc.., anche i giovani di ispirazione cattolica come quelli de “Il Dialogo” poi, emarginato dal suo partito, che, nominò Commissario per la Provincia di Avellino il giovane Bassolino, fu costretto, nella fase finale della sua esistenza, ad utilizzare altri strumenti e mezzi (partiti, organizzazioni ecc.) per poter continuare a fare politica e concorrere a dare risposte ai problemi della gente. A questi dispiaceri seguirono problemi di salute, di amarezze e delusioni che, unitamente al grave dolore per i danni e i morti del sisma dell’80, lo portarono alla morte. Comunque, il disagio e lo smarrimento sociale, psicologico, etico e politico del dopo sisma, lo portarono a scrivere una lettera/ manifesto pubblico all’amico Don Bruno Mariani, splendida figura di sacerdote, scomparso la sera del 23/11/1980, denunciando la grave crisi di valori, della politica e dell’etica, con in recondito scopo di sollecitare le comunità locali e le forze politiche e sociali a volare alto. Molti oggi, soprattutto a Sant’Angelo dei Lombardi, invocano, spesso solo a parole, “una rinnovata santangiolesità” ed un rinnovato senso di appartenenza, Francesco Quagliariello invece, lo ha dimostrato nei fatti quando ha potuto; infatti, ci preme qui ricordare un semplice gesto da cui traspare il senso della solidarietà, della condivisione e dell’appartenenza. Infatti, in occasione della elezione a Consigliere Regionale, giugno 1970, sin dalle prime ore dello spoglio, veniva fuori la certezza della sua elezione, mentre per l’avversario-

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Ricordi

L’avv. Fernando Cozzarelli e l’avv. Francesco Quagliariello

“famose” veline, bisogna ricordare, insieme ad altre, figure come quelle di Quagliariello. Il messaggio e la testimonianza di Quagliariello, oggi più che mai, è attuale ed è da prendere come esempio. Ancora oggi, nel cuore di tanti, compresi gli avversari, a distanza di 20 anni dalla sua scomparsa, c’è il ricordo affettuoso e malinconico per l’amico indimenticato “Ciccillo Quagliariello”.

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sulla denigrazione e delegittimazione dell’avversario che, sulle idee nuove, sulle proposte, sui progetti e sull’impegno quotidiano. Figure come quelle di Francesco Quagliariello andrebbero ricordate ed additate ai giovani per la testimonianza offerta, per l’attaccamento e radicato senso di appartenenza alla propria terra. Per evitare che le giovani generazioni possono credere che la politica sia riservata agli arrampicatori ed affaristi, a gestori di potere o a caste di privilegiati e di consulenti, oppure alle ormai

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Lombardi. Infatti, la solidarietà, la condivisione, il forte e radicato senso di appartenenza, nonché la necessità ed il bisogno di favorire più ampie unità possibili per vincere e superare le difficoltà, la capacità di intercettare e di rappresentare i bisogni collettivi di un paese e di un intero territorio, l’intelligenza di guidare con umiltà nuovi processi e nuove dinamiche politiche e proporre soluzioni condivise e possibili alle difficoltà altirpine, non sono più di casa a Sant’Angelo dei Lombardi. La rappresentanza di un territorio non è mai solo data da una imposizione, da una autorità o da una norma, oppure da una storia più o meno antica, ma dalla capacità di interpretarne i suoi bisogni, di intercettare soluzioni praticabili, di guidare i nuovi processi politici ed economici. Purtroppo, per anni, la classe politica locale, ha immaginato di costruire il successo individuale più

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deceduto ed egli doveva fare i conti con il crescente potere demitiano che, aveva messo in campo, con manovra a tenaglia, in contemporanea in lista, Nicola Mancino ed Ortensio Zecchino; i suoi elettori, i suoi fans volevano già festeggiare, volevano strombazzare per il paese con le macchine, volevano gioire per il successo ottenuto, ma egli fermò tutti e disse: “ Qui, a Sant’Angelo dei Lombardi ed in Irpinia o si festeggia in due o non festeggia nessuno”. Il giorno dopo, a spoglio completato, acquisita anche la notizia della elezione di Lorenzo De Vitto al Consiglio Regionale, dal famoso “Palazzo del popolo” egli, con tutti i suoi, un po’ sbigottiti, si mosse ed andò incontro al collega avversario Lorenzo De Vitto. Fu un tripudio di emozione e una lezione di solidarietà ed appartenenza. Una lezione, che secondo me, a distanza di anni, rischia di non appartenere più al quotidiano vivere sociale e politico di Sant’Angelo dei

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LA NATURA HA DATO UNA MANO AL NOSTRO FIUME!! di Raffaella Gonnella

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questo spettacolo? La risposta è molto semplice: i copiosi eventi meteorici di quest’inverno hanno favorito un aumento significativo delle portate delle sorgenti della Sanità, fino a superare i 5000 l/s, cosa eccezionale visto che ormai da molti anni tale portata è pari a circa 3000 - 3500 l/s. Tutti questi 5000 l/s, probabilmente, non possono essere immessi nella galleria Pavoncelli, per ovvie ragioni di capacità, e, quindi, l’Acquedotto Pugliese si trova costretto a scaricare nel nostro fiume ciò che non può essere addotto in Puglia. Pertanto, il Sele, eccezionalmente e con nostra somma gioia, si trova ad essere un semplice canale di scarico. Questo probabilmente non sarebbe successo se fosse già entrata in funzione la galleria Pavoncelli Bis, la quale per ragioni piuttosto ambigue ha un diametro tale da consentire il passaggio di una portata fino a circa 9000 l/s. L’abbondanza delle acque sorgive delle nostre zone, in questo periodo, si può osservare anche percorrendo la strada da Materdomini a Caposele. Infatti, il canale a pelo libero, situato a mezza costa lungo il costone della montagna che sversa con una cascata in un impluvio che raggiunge il tratto iniziale del fiume Sele, è anch’esso ricco di acqua. In tale manufatto arriva l’acqua del gruppo sorgentizio di Cassano Irpino tramite la cosiddetta galleria di Valico, canale a pelo libero che adduce dette sorgenti di Cassano in prossimità del termine della Galleria Rosalba per essere in parte incanalate nella

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uest’inverno, spesso, ci siamo ritrovati a lamentarci sulla quantità eccessiva di pioggia che stava cadendo sul nostro territorio. Giustamente, visto che la stagione invernale 2008/2009 si colloca ai primi posti nella classifica degli inverni più piovosi degli ultimi 200 anni. Ma come spesso accade, ciò che infastidisce ha, prima o poi, un suo risvolto positivo. Noi Caposelesi lo stiamo notando in questi giorni e ormai da alcune settimana. È da queste considerazioni che scaturisce il titolo dell’articolo!!! Infatti, grazie all’andamento pluviometrico di questi mesi, abbiamo visto rinascere il nostro fiume. Possiamo gioire per le numerose cascate copiose di acqua, ma, in particolare, stiamo vedendo scorrere, con continuità, acqua abbondante nel canale che sottopassa via Roma in prossimità della piazza Sanità, che costituisce verosimilmente la naturale sezione iniziale del Fiume Sele. Proprio lungo questo percorso, prima del novecento, cioè prima dei lavori di captazione delle sorgenti della Sanità, le acque spumeggianti, scendendo verso valle, venivano utilizzate, quale forza motrice, da numerosi molini, gualchiere e frantoi. Questo spettacolo, di cui ormai solo i nostri nonni ne hanno memoria, ci viene di solito offerto solo in caso di manutenzione delle opere dell’acquedotto e per tempi brevi. La domanda nasce spontanea, perché allora in questi giorni possiamo godere di

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Galleria Pavoncelli. Anche queste acque contribuiscono ad aumentare la portata del fiume rendendo piacevole osservare il suo andare verso valle tra numerose cascate. Purtroppo, tale abbondanza di risorsa idrica non durerà a lungo. La portata raccolta nel bacino idrografico si esaurirà a breve e tutto tornerà come prima: sia nel canale a valle della sorgente della Sanità, che dalla cascata delle acque di Cassano, ritornerà a defluire una esigua quantità di acqua, entrambe paragonabili a rigagnoli. Ovviamente, però, quanto visto in questi giorni ci ha fatto capire che queste portate dovrebbero defluire normalmente nel Sele per garantire la vita dell’ecosistema fiume. Già la convenzione del 1905, con la quale Caposele ha riconosciuto la demanialità delle acque della sorgente della Sanità e ha ceduto tutti i diritti vantati su di esse, imponeva il rilascio di una definita portata nel fiume Sele. In particolare, stabiliva che quando la quantità d'acqua erogata dalle sorgenti superava i 4000 l/s, dovevano essere lasciati a disposizione dell'abitato 500 l/s; e 200 l/s quando la quantità d'acqua erogata scendeva al di sotto dei 4000 l/s. Inoltre, l’Acquedotto Pugliese, in un documento sottoscritto con il WWF nel 1993, si impegnava a far defluire nel fiume

Sele 200 l/s per la vita del fiume a monte, cosa che effettivamente si è verificata per un lasso di tempo molto breve. Questo, per essere precisi, lo imponeva già la legge 183 del 1989 che detta le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, ora disciplinato dal decreto legislativo “Norme in materia ambientale” n. 152 del 2006. In particolare, il suddetto decreto recita che “Nei bacini idrografici caratterizzati da consistenti prelievi o da trasferimenti, sia a valle che oltre la linea di displuvio, le derivazioni sono regolate in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati.”. In pratica, dispone di garantire che nei fiumi defluisca un quantitativo d’acqua, detto deflusso minimo vitale, necessario a non danneggiare i loro ecosistemi. Purtroppo, nonostante tutto sia stato scritto e disciplinato, noi dobbiamo aspettare e pregare che la natura ci dia una mano per vedere scorrere acqua della sorgente della Sanità nel fiume Sele. Quindi, per concludere, la natura ci ha fatto capire e vedere ciò che deve essere, ora è l’uomo che deve trarne insegnamento ed operare perché ciò sia la regola e non l’eccezione, se si ha a cuore la vita e l’ecosistema del Sele.


Attualità

ASSOCIAZIONE A.I.P.O.

CONVEGNO SULL'OLIO

Olio extravergine di oliva IRPINIA ALTO SELE

L'ANNOSA QUESTIONE DELLA D.O.P. PER L'OLIO DELL'ALTO SELE di Gelsomino Grasso

Gelsomino Grasso organizzatore del convegno

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modifica sono idonei alla produzione di olio con le caratteristiche e livello qualitativo previsti dal presente disciplinare di produzione. Infatti, la piattaforma varietale rispetta in pieno quella della DOP esistente e quindi per questo si otterrà un olio daile stesse caratteristiche tecniche di quello che oggi viene prodotto nell'areale DOP. Non vi sono motivi ostativi a tale proposta di allargamento e finanche il fatto di trovarsi in due Provincie differenti (Avellino e Vari assaggi preparati dalle nostre massaie Salerno) non costituisce affatto un motivo di rifiuto della richiesta. del Disciplinare di Produzione della PRESUPPOSTO FONDAMENTALE DOP Colline Salernitane che consiste Tate modifica deve vedere un'unità di esclusivamente nell'allargamento dell'area intenti fondamentale tra il Consorzio di di produzione senza dover apportare delle Tutela della DOPesistente, le associazioni altre modifiche agli altri articoli. Tale di produttori che operano nei comuni che modifica non cambierebbe nella sostanza avanzano la richiesta, le amministrazioni il Disciplinare della DOP esistente e non locati e quelle provinciali coinvolte nella comporterebbe delle variazioni del prodotto proposta. L'unità di intenti permetterà di finale, OLIO, poiché le caratteristiche dei risolvere la questione in tempi ragionevoli. territori olivati dei tre comuni oggetto della

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varietà predominante la Ravece. Nel 2004 è stata proposta la DOP "Terre del Clanis" che abbraccia la zona del Valle Lauro Baianese ed ha come varietà predominante la Nostrale di Lauro. VENIAMO AL PRESENTE Quindi delle zone olivicole della provincia di Avellino a forte vocazione è rimasta fuori la zona dell'Alto Sele poiché distante a livello di territorio dalle altre due proposte e soprattutto perché si tratta di un'area molto piccola che da sola non ha i numeri per poter provare a presentare una propria richiesta di riconoscimento DOP. Adesso che fare? Le soluzioni possibili purtroppo non sono molte, forse ognuno ha una sua soluzione differente. Venendo al concreto bisogna andare incontro agli interessi ed alle aspettative dei produttori della zona che vivono di agricoltura e soprattutto di olivicoltura. Per questo a livello tempistico, a livello tecnico ed a livello estremamente pratico la soluzione migliore è rappresentata dall'inserimento dei comuni di Caposele, Calabritto e Senerchia all'interno della zona di produzione della DOP "Colline Salernitane". Si tratta di richiedere alia Commissione Europea una modifica dell'articolo 3

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l riconoscimento della DOP per l'Olio della provincia di Avellino ha avuto un percorso molto tortuoso, accidentato, spesso avversato, boicottato ma soprattutto strumentalizzato. Le conseguenze di questi anni di battaglie intestine la hanno pagate esclusivamente gli olivicoltori, unici soggetti che avrebbero potuto esprimere un parere, ma mai ascoltati. La storia inizia nel 1998 con la prima proposta di DOP per l'olio della provincia di Avellino che prevedeva quattro sottozone, compreso la sottozona MATERDOMINI che comprendeva gli interi territori di Caposele, Calabritto e Senerchia. Questa proposta non è mai stata sostenuta da nessuno se non dal mondo della ricerca scientifica e dell'università. Dopo anni di futili discussioni si è arrivati ad una soluzione definitiva. L'orientamento legislativo comunitario è variato e quindi una DOP con tale struttura (sottiozone) non è più approvabile a Bruxelles. Allora a questo punto bisognava costruire una richiesta attorno ad un territorio molto omogeneo e ad una varietà prevalente. Così nel 2003 è stata proposta la DOP "Irpinia: Colline dell'Ufita" che abbraccia la valle dell'Ufita e del Calore ed ha come

PUBBLICA ASSISTENZA CAPOSELE

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di microcriminalità e nelle scuole vi è un aumento crescente di ragazzi che presentano forme di disagio rapportabili a più cause. Nella nostra comunità, è aumentato il numero delle donne che lavorano, pertanto, i bambini e i ragazzi sono sempre più lasciati soli ( sottoposti così all’invadenza di una cultura televisiva ed informatica dove manca il dovuto filtro dell’adulto) ed in taluni casi, la strada, diventa l’unica alternativa per l’uso del tempo libero. La Pubblica Assistenza di Caposele ha realizzato un progetto denominato “GIOEDUCANDO” che prevede la realizzazione di un Centro di Educazione attiva per bambini e ragazzi compresi nella fascia d’età 6/14 anni che avrà la durata di 18 mesi; tale centro consentirà un positivo utilizzo del tempo libero finalizzato anche al potenziamento dei rapporti interpersonali, il tutto attraverso attività diversificate quali: Attività ludico-ricreative;Laboratorio teatrale;Laboratorio artigianale di manipolazione;Laboratorio grafico-pittorico;Laboratorio di animazione alla lettura;Laboratorio di informatica;Laboratorio di alfabetizzazione culturale;Laboratorio di riscoperta delle antiche tradizioni;Attività di cineforum;Escursioni sul territorio;Visite guidate (Teatro Gesualdo di Avellino e laboratorio di ceramica di Calitri). Il centro sarà ubicato presso la Pubblica Assistenza di Caposele e le attività si svolgeranno tre volte a settimana per tre ore al giorno in orario pomeridiano. Per

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olitamente il mio compito è quello di evidenziare problematiche presenti nella nostra comunità e mi rendo conto come tale ruolo non sempre, possa risultare “gradito” in quanto “La Sorgente” è un giornale che viene letto non solo a Caposele ma che raggiunge tante persone che vivono in posti lontani e presso tali persone è fortemente radicato il ricordo di Caposele come di un’oasi “privilegiata” immune da problematiche, che purtroppo interessano anche la nostra Comunità. Infatti anche da noi vi sono situazioni di disagio che vanno opportunamente prevenute o rimosse per far sì che la nostra Comunità possa tornare ad essere il luogo delle tradizioni forti, di forti valori e di forte solidarietà. Per fare tutto ciò è necessario, però, che non si chiudano gli occhi, ed il ruolo della nostra Associazione è proprio quello di essere “antenna e termometro” dei bisogni e dei problemi presenti, per poi, come dicevo prima, cercare di superare tutto ciò. Nel nostro contesto è presente una popolazione tra i 6 e i 14 anni di 580 unità circa, pari al 16 % circa dell’intera popolazione; si riscontra, da qualche tempo, una presenza, in crescita esponenziale di disagio adolescenziale e giovanile, infatti vi è un aumento dell’uso/abuso di sostanze psicotrope e di alcool, e l’età di inizio all’uso di queste sostanze si è molto abbassata interessando anche adolescenti; vi è un aumento di episodi

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dalla parte dei ragazzi

di Cesara Maria Alagia

le attività progettuali saranno previste le seguenti figure: 1 Sociologo, 1 Esperto Animatore, 4 animatori. Presso la Pubblica Assistenza di Caposele sono già funzionanti un Centro per Anziani e un Centro Socio-Educativo; quindi l’aspetto innovativo del progetto sarà l’interazione che si realizzerà tra anziani e ragazzi e tra ragazzi e diversamente abili in un percorso di “recupero della nostra memoria vissuta” ed in un percorso di conoscenza ed accettazione della diversità, attraverso momenti laboratoriali comuni. Inoltre il progetto intende, attraverso momenti formativi comuni tra volontari e genitori, offrire un supporto alla genitorialità e, nel contempo, realizzare fra i genitori, attività di promozione del volontariato. I volontari preposti alla realizzazione del Centro, adeguatamente formati, dovranno accompagnare e supportare i ragazzi nelle diverse attività, senza mai imporre le loro

Laboratorio artigianale di manipolazione

scelte, ma facendo in modo che gli stessi ragazzi possano diventare protagonisti attivi del loro fare, aumentando così processi di autostima e di auto-responsabilizzazione. Vi saranno forme di collaborazione con i Servizi Sociali di Base (Consorzio Servizi Sociali “Alta Irpinia” Ambito A/2) al fine di creare una rete di interventi nei confronti dei ragazzi con problemi di disagio diversificato. Per quanto riguarda l’Istituto Comprensivo vi sarà una forma di collaborazione che consisterà nella segnalazione, da parte della scuola, di ragazzi con problemi di demotivazione allo studio e con conseguente scarso profitto ed inseriti in famiglie con disagio socioeconomico al fine di inserirli nelle attività del centro, dove saranno supportati anche a livello scolastico. Questo Centro di Educazione Attiva sarà una grossa opportunità, pertanto mi rivolgo a quanti credono in questi percorsi, affinché vengano ad aumentare il numero dei volontari presenti nella Pubblica Assistenza, vengano ad offrire le loro competenze, per far sì che sinergicamente si possa contribuire a migliorare la qualità della via dei ragazzi, offrendo opportunità valide ed alternative ed evitando così, forme di disagio, di esclusione o peggio di scelte devianti, il tutto anche a supporto del ruolo genitoriale, perché spesso i genitori si sentono soli ed incapaci ad affrontare le tante problematiche dei propri adolescenziali.

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Attualità

La crisi della politica a Caposele e non solo

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di Gerardo Monteverde

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decidere secondo la propria opinione dopo aver sentito almeno tutte le campane, va fatto. Così come ,sono convinto, che il venticello della calunnia lascia sempre tracce sono altrettanto convinto che col tempo esso cambierà direzione colpendo chi l’ha sospinto. E’ ovvio che chi entra in politica proprio per quel senso di altruismo che lo deve pervadere deve mirare agli interessi generali anche a discapito di quelli personali.Ci accorgiamo ,invece, che , oggi , molti uomini fanno politica senza altruismo , guidati solo dal senso degli interessi dei propri affari e/o dei propri amici. Col voto ragionato e d’opinione questa gente dovrebbe , invece, restare a casa. In questo senso vanno viste la vicenda del parco fluviale e la proposta del PUC , esempi lampanti di cattiva politica da parte dei nostri amministratori. Politica e critica La critica è il lievito della politica .Anche quella più becera e cattiva è sempre uno stimolo al pensiero ed all’azione dell’uomo politico.E’da preferire al silenzio.Gli stimoli provocano dubbi , riflessioni più approfondite e quindi aiutano a considerare una problematica come si suol dire a 360 gradi. Per accettare la critica e godere dei suoi flussi benefici bisogna sempre essere sgombri da condizionamenti di qualsiasi natura, bisogna essere impegnati solo nella ricerca della soluzione migliore alla luce degli interessi generali o quanto meno della maggior parte degli amministrati.Quindi la critica è necessaria alla politica e il politico deve essere pronto al confronto con chiunque per esserne eventuale oggetto.Un buon politico deve formarsi anche al superamento dei sentimenti personali che possono a volte condizionarlo nell’ascolto di aspre critiche.Per una buona riuscita bisogna essere consapevoli che la critica la si fa ad un avversario politico che non deve diventare mai un nemico politico, in caso contrario la critica si snatura in denuncia con l’unico scopo di provocare del male. La Politica e l’ esercizio del potere. Esercitare il potere , in qualsiasi ambiente, soprattutto quando non sono presenti validi organi di controllo e di bilanciamento può alterare l’equilibrio di una persona.Cosa del tutto sicura quando ci si trova di fronte una persona con un’estrema considerazione di se stesso e pertanto privo di qualsiasi dubbio. Monta la presunzione dell’essere indispensabile per la realtà che si governa e si avoca a sé il potere su qualsiasi problematica senza il contributo di altri, considerati del tutto superflui.Si sconfina facilmente nella partigianeria , non assicurando così diritti e doveri uguali per tutti. Ciò chiaramente crea situazioni particolarissime e non sostenibili per lungo tempo, del resto è sempre valido in ogni realtà il detto “ognuno è necessario, ma nessuno è indispensabile”. Queste chiaramente sono le condizioni per evitare qualsiasi confronto fra le parti politiche, in altre parole , sono la negazione della politica. E la mancanza di discussione e partecipazione sui temi generali dell’azione di governo non solo crea danni immediati alla democrazia ,ma , a lungo, disabitua i cittadini alla partecipazione alla vita pubblica, il che non è mai foriero di buone cose. Per l’esercizio corretto del potere occorrono uomini che nel corso della loro vita privata e politica abbiano maturato equilibrio e sapienza nei confronti e delle vicende umane e di quelle politiche, in altre parole, che abbiano acquisito

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la possibilità di cambiare direzione anche se convinti con valide riflessioni e senza seguire interessi personali . Ben altri sono ,invece, i comportamenti di buona parte gli attuali politici avvezzi a cambiare casacca , secondo i personali interessi economici e la crescente sete di potere. Più evidente risulta così l’allontanamento del popolo dalla politica e sempre più labile diventa la fiducia nelle istituzioni. Come nasce la passione politica Nell’analisi dei fatti così esposti si possono trovare le tracce del perché nasce la passione politica negli uomini. La società , come tutte le cose di questo mondo, è un continuo divenire , è una realtà che cambia con la variazione delle condizioni del contorno , intese come l’insieme dei parametri che la influenzano . Fra esse vale la pena di segnalare la tendenza pericolosa dell’uomo che volendo dominare sugli altri uomini attraverso il potere economico o culturale, genera disuguaglianze sociali e sfruttamento. L’ uomo altruista capisce che , in quanto essere umano ,deve spendere se non tutta , almeno una parte della sua esistenza, per creare le necessarie condizioni sociali ed economiche affinché il punto di equilibrio di questo sistema rimanga nella zona che assicuri libertà, giustizia sociale ed eguaglianza di opportunità in qualsiasi campo a tutti i cittadini. I giovani devono interessarsi alla politica e vederla come una delle più alte manifestazioni di altruismo.Senza un loro apporto , capace e disinteressato, quel punto di equilibrio può deragliare in zone pericolose, rendendo vano il sacrificio di tanti altruisti ,che in passato, hanno dato perfino la vita per assicurare gli alti valori sopra richiamati e che oggi sembrano cosa assodata e immodificabile. Ma non è così.. . Politica ragionata e politica viscerale In queste ultime tornate elettorali si è palesata una devianza politica che è stata sempre presente nelle votazioni , con la diversità che da fenomeno fisiologico è passata ad una patologica: il predominio fra gli elettori del voto di richiesta su quello d’opinione; diretta conseguenza del distacco dai cittadini e dalla discussione politica che dovrebbe produrre progetti per il futuro. Spero che ben presto, a partire dalla nostra piccola realtà ,si esca fuori da questa situazione , altrimenti continueremo a far vincere uomini che hanno l’ambizione di governare ma sono senza idee e di conseguenza senza progetti. L’amministrazione attuale , anche a distanza di decine di mesi , non ha ancora fatto capire verso quali obiettivi sta portando la nostra comunità.. Senza obiettivi non si va da nessuna parte, si resta fermi al palo. Politica tra interessi generali e personali Il tema è molto intrigante e di facile manipolazione, è l’arma che politici di bassa lega utilizzano per attaccare l’avversario di turno.Del resto questi signori sono certi ,viste i risultati di esperienze passate, che il venticello della calunnia, una volta passato, lascia sempre qualche traccia o perché i cittadini non hanno la possibilità di accedere ai documenti o perché non hanno il tempo di informarsi o perché, a volte, piace credere , per gelosia o quant’altro, a quanto ascoltato per crearsi il mostro di turno da combattere col proprio voto. Sarebbe bello che ogni cittadino avesse la voglia e la facoltà di accedere alle fonti documentative per formarsi una propria opinione.So che a tanto non si arriverà mai, ma un invito ad essere cauti e a

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dedicare allo stare insieme era considerato come un dovere non derogabile. Oggi questo senso di gruppo, specie per la maggiore parte dei giovani, si risolve nell’ idolatrare la propria squadra di calcio o altri sport del cuore .Si parla di cose non essenziali e si dà sfogo alle frustrazioni di una vita molte volte subita e non pienamente e serenamente vissuta. In un passato , non lontano, la politica presentava modelli di vita e di sviluppo alternativi per cui si radicalizzava la lotta e gli ideali di riferimento dei diversi modelli venivano sentiti propri a tal punto di spendere un’intera vita di lotta e , a volte, anche di sofferenza. Si era in presenza di una società molto più piegata sul soddisfacimento dei fabbisogni elementari per la propria sopravvivenza , una società con un’ alta sensibilità di miglioramento . In effetti si avevano grandi cambiamenti di stili di vita , arrecati da un ricchezza sempre più diffusa.Oggi con una società molto più complessa e molto più ricca tecnologicamente i cambiamenti avvengono molto più lentamente e con un’economia globale si fa fatica a mantenere lo status sociale raggiunto.Tutto questo appesantisce e indirizza le forze dell’uomo ad uno sforzo egoistico di sopravvivenza per cui non ci si cura di chi lasciamo indietro e non comprendiamo che solo partecipando attivamente alle scelte politiche e propugnando decisioni giuste ed eque possiamo salvare noi e gli altri . In politica -si è soliti affermare- mai dire mai, perché non si tratta materia definita bensì ci si interessa di situazioni che cambiano continuamente e il più delle volte, inoltre, bisogna accettare la soluzione possibile in determinate circostanze anche se non è proprio quella desiderata. In passato, malgrado questo ,difficilmente i politici venivano accusati di incoerenza tra quanto detto e quanto fatto o di non rendere testimonianza personale di quello in cui credevano. Oggi in un mondo che cambia vertiginosamente i suoi riferimenti etici e culturali, la classe politica è additata dagli elettori per l’incoerenza delle idee e dei comportamenti nella conduzione della cosa pubblica e nella realizzazione dei programmi. La gente il più delle volte resta sola col laconico pensiero “ tanto fanno sempre come vogliono ”, “ tutti uguali ”, “ uno vale l’altro ”, essendo venuti a mancare i veri politici sostenitori delle grandi idee.. Prima del crollo del muro di Berlino si assisteva ad una certa staticità del voto , dovuto soprattutto alla guerra fredda fra il blocco filoamericano e filo russo. In tale contesto si alimentava il sentimento di non cambiare partito per non essere additato ed isolato da tutti come traditore , e in un certo senso, si ingabbiavano i propri iscritti col loro voto; davvero pochissime erano le voci, che con motivazioni serie e dopo periodi di forte turbamento, abbandonavano il proprio partito. Oggi , anche se la maggiore cultura e una più puntuale informazione hanno liberato gli elettori da quella gabbia , persistono ancora , ingiustamente, alcuni pregiudizi. Gli elettori legati ancora alle idee e ai colori dei vecchi partiti e dei loro illustri dirigenti fanno fatica a riconoscere normale

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eduto alla scrivania penso al tema da trattare per il periodico “ la Sorgente“ ; l’idea che più sembra sollecitarmi è quella di continuare a scrivere sulla problematica del ristoro dell’acqua anche perché , il 27 maggio di questo anno è corso il settantennale della rivolta dei Caposelesi contro la captazione dell’acqua ,destinata ai nostri usi civici dall’accordo siglato nel 1905. Avvenimento passato in sordina e ricordato con un manifesto soltanto dal candidato al consiglio provinciale Ettore Spatola, che in caso di elezione, avrebbe portato l’intera problematica all’attenzione del consesso provinciale. Purtroppo la miriade di candidature e la scelta dei Caposelesi di dare voti un po’ a tutti ha concretamente fatto perdere una possibile rappresentanza ,motivata e capace, al territorio e tematiche di assoluto valore , quale quella del ristoro dell’acqua e non solo, per il nostro paese sembrano destinate a rimanere nel dimenticatoio della politica, viste anche le difficoltà finora incontrate nell’ invogliare e appassionare su ciò i Caposelesi e la superficialità con cui gli attuali rappresentanti di governo locale trattano la questione. Non potremmo altrimenti spiegarci come, inopinatamente, essi abbiano potuto respingere in Consiglio Comunale la proposta di legge ,ad iniziativa popolare,per il riconoscimento del ristoro della risorsa. Spero ardentemente che futuri fatti smentiscano la mia analisi anche perché l’interessamento mio e dei miei amici del circolo “Arcobaleno- Nuovi orizzonti” continuerà con l’impegno di sempre. Sul tavolo disordinato della mia scrivania e su tante carte campeggia intanto la dichiarazione resa ultimamente dal capo dello Stato Napolitano e riportata dal “Corriere della Sera ” In Italia è malata la politica e non la democrazia “. La considerazione , più che giusta, mi colpisce tanto più perché da tempo mi interrogo sull’assenza della politica a Caposele in generale e sulla cattiva politica messa in campo dagli attuali rappresentanti di maggioranza del governo locale. Tutto questo mi offre lo spunto per continuare a scrivere il tema a cui cercare di dare il mio modesto contributo pur convinto di argomentare su cose di cui non ho una grande preparazione teorica, in quanto mi definisco un non professionista della politica. E’ certo , però, che senza una buona classe politica il nostro paese resterà al palo non sapendo individuare ed affrontare le sfide future per uno sviluppo equilibrato del territorio. Motivazioni della crisi politica . I sensori della crisi politica sono molteplici e di un’evidente chiarezza di cui si discute poco seriamente ; di tanto in tanto qualcuno esalta il valore di uno di essi per un proprio tornaconto elettorale.La scomparsa della funzione delle sedi di partito di una volta ha privato i cittadini della possibilità di riunirsi per confrontarsi e partecipare attivamente alle dinamiche della propria forza politica .Un tempo dal confronto, che a volte diventava anche scontro ,usciva sempre una soluzione o una proposta che era la sintesi di tanti modi di vedere e intendere le cose; e per questo essa veniva sentita propria ; di conseguenza si avvertiva l’esigenza di aggiornarsi e di partecipare attivamente a tutto quanto necessario per farla andare in porto. Purtroppo poiché la politica non ha saputo dare a tutto questo una sapiente alternativa è rimasto uno spazio vuoto che , complice anche lo stile di vita cambiato, è stato riempito con l’esercizio della delega. I cittadini si informano per lo più in maniera approssimativa alla vigilia del voto , fanno la loro scelta , votano e a chiusura delle urne ritengono chiuso il loro compito.Tutto è demandato agli eletti che perdono il contatto con la realtà degli elettori fino alla successiva consultazione elettorale. In passato il senso di appartenenza ad una comunità o ad una classe sociale era molto sentito e tale legame suscitava quei sentimenti e quell’ attaccamento che hanno consentito a tante lotte di perseguire dei miglioramenti sociali. Il tempo da


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e della propria esperienza formativa. In altre parole con le proprie azioni il politico indica agli amministrati il suo modo di concepire le cose.Tale azione esplicita il ruolo educativo che , fra l’altro, la politica deve avere . Senza proprie convinzioni interiori si è alla mercè di qualsiasi modo di fare e di pensare, non si è in grado né di stabilire degli obiettivi né di raggiungerli con le attese create. Bisogna essere buoni cittadini prima di essere buoni politici. La passione politica e i giovani: coinvolgimento necessario per il futuro del paese. La mancanza di giovani coinvolti in politica è oggi una dura realtà a Caposele e non solo. E’ un danno grave che non può essere tollerato più a lungo. Caposele ha bisogno dell’entusiasmo proprio dei giovani da sempre portatori di nuove idee e di nuovi modelli di interpretazione della realtà del nostro paese. I motivi di tale lontananza sono molteplici e vanno analizzati sotto numerosi aspetti, per cui non mi cimento. Ma un appello ,comunque, mi sento di fare , a quei giovani che non si sentono portati a fare politica perché impressionati in negativo dall’esempio di come buona parte dei politici, oggi , agisce senza alcuna coerenza e con una sfrenata disinvoltura , senza valori da proporre, rincorrendo la promozione della propria immagine a qualsiasi costo credendo a torto che bisogna avere le loro qualità per poter fare politica: giovani , per amore del nostro paese e per le sue sorti, spendete un po’ del vostro tempo dedicandovi alla res pubblica , coscienti di poter dare il vostro contributo in

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azioni e progetti che possano sviluppare e promuovere il bene di tutti o almeno di una buona parte di essi. Sufficienza della politica del fare ? Necessità dell’essere anche in politica. Il tema è certamente controverso per cui è difficile trovare un unanime consenso. Proverò a chiarire la mia opinione lasciando agli elettori la possibilità di farla oggetto di ulteriore discussione. Per me, per la mia formazione culturale e personale, l’uomo è al centro di ogni cosa e dalle sue qualità o dalle sue mancanze dipendono le azioni che promuove. In passato il fatto di rifiutare , secondo i canoni della mia morale ,il voto a candidati non moralmente a posto , ma militanti in un partito che portava avanti un ideale da me condiviso provocava la reazione di qualche amico che mi dava del “qualunquista” per offendermi. Non ho mai cambiato opinione al riguardo e con il passare del tempo ho visto tanti casi che hanno rafforzato la mia convinzione; se è vero che le idee camminano sulle gambe degli uomini allora bisogna scegliere gambe forti , decise a procedere nella direzione indicata con passo deciso e con azione che non deroghi dai propri principi morali dichiarati e vissuti. Buoni propositi affidati a persone non moralmente sane, con un’alta probabilità, possono deviare il cammino indicato e portare i cittadini dove mai si sarebbero voluti trovare. La storia a riguardo è maestra. La politica è l’arte del possibile e come tale deve dare risposte concrete ai problemi sociali ma nel fare questo non può esimersi anche dall’espletare un criterio di lavoro e di scelta ,dettati dalla propria sensibilità umana

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capacità di riflessione, di giudizio, di sapienza e di decisione , scaturiti dal confronto delle problematiche che la vita pone ogni giorno a noi come singoli e alla società di cui facciamo parte.Ricordo a me e a tutti che la Politica (con la P maiuscola ) è servizio. Pensiero démodé , non credo; siamo ancora in tanti , fortunatamente , a crederci. Ma gli amministratori condividono?. Chissa!. Rapporto tra i politici e i cittadini Fondamentale è il canale che si crea tra eletti ed elettori.In passato le sedi dei partiti erano i luoghi intermediari e propositori delle istanze collettive emergenti nella propria realtà, richieste a difesa di interessi di una parte e mai del singolo cittadino. E tali istanze entravano nei programmi delle forze politiche e su questi si chiedeva il consenso. Oggi si è in presenza di uno sfrenato individualismo; nelle consultazioni elettorali il loro voto diventa merce di scambio concretizzata di solito in richiesta di posti di lavoro e favoritismi particolari. Chi deve essere eletto , fortunatamente non tutti, cede a questi ricatti trovandosi , poi, una volta eletto, a non poter dispiegare la propria azione politica secondo le proprie convinzioni; si logora con un continuo cedere su cose non condivise e magari a discapito dell’interesse generale; oppure i politici che non mantengono le promesse sono condannati a perdere credibilità. E’ un fenomeno che si sta amplificando a dismisura in questi ultimi tempi.Perciò i vizi della nostra politica vengono anche alimentati dagli elettori che non capiscono che il proprio interesse è contemplato nell’interesse generale. Costume deprecabile questo per cui e gli elettori devono ritrovarsi nel proporre ai politici

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Attualità

prima persona , e con le vostre convinzioni che sono sicuramente diverse e che come tali possono creare un cambiamento nel panorama politico caposelese . Se continuerà la vostra assenza , credo, che non avremo un futuro molto felice e dal punto di vista amministrativo e di quello dello sviluppo ; la colpa ricadrà anche su di voi. Siate consapevoli , dunque, del ruolo importante che avete nella storia del nostro paese,e non solo. Ing. Gerardo Monteverde

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potenzialità che bisogna sostenere. Ha una popolazione adulta attiva è laboriosa ed un numero elevato di diplomati e laureati, a dimostrazione della tenacia nel perseguire i propri obiettivi e l’intelligenza di saperli portare a termine con successo. Bravi, presi individualmente, meno nella veduta d’insieme delle cose che abbiamo in comune: la natura che ci circonda, l’acqua, il Santuario. Ognuna di queste cose è essenziale per lo sviluppo di Caposele . Curiamo l’ambiente che è la nostra casa comune e attira per la sua bellezza. L’acqua, che è un bene indispensabile, non si nega a nessuno ma nemmeno può essere considerata solo un limite per le persone e per il territorio dove essa sgorga. Nel nostro secolo, dedicato proprio all’acqua, si impone una legge più equa che tenga conto delle esigenze del luogo da cui l’acqua proviene. L’acqua porta vita e sviluppo dove arriva, e allora, non si capisce perché non vi sia un minimo ristoro per coloro che, in maniera solidale, la donano. Il Santuario richiama migliaia e migliaia di persone e ciò ha consentito al nostro paese di essere considerato, con la legge regionale n.5 bis del 04/02/2008, un

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hi vive lontano dal proprio paese pensa alla bellezza dei luoghi e sogna di ritornare. Rivive i bei momenti del tempo felice della giovane età e la lontananza arricchisce questi ricordi di un fascino struggente. La gente, spontanea e cordiale, si inserisce perfettamente in questo quadro che la mente nostalgicamente dipinge. Quando il sogno del ritorno si realizza, si scoprono tanti problemi che affliggono gente e luoghi e che si pensava riguardassero il mondo esterno. I paesi vivono anni difficili. In qualche decennio la popolazione è drasticamente diminuita ed i giovani abbandonano i loro luoghi di nascita perché non trovano lavoro e sono costretti a cercarlo altrove. Chissà perché il lavoro si trova sempre fuori! Si dice che le istituzioni devono essere più vicine alla gente ma intanto i posti di lavoro restano lontani. Anche l’agricoltura sopravvive grazie alla buona volontà di pochi e alle associazioni di categoria, l’artigianato è quasi scomparso, il commercio langue. Il quadro che ne deriva non è consolante ma Caposele ha delle

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CAPOSELE: PAESE CHE VORREI PIU’SOLIDALE comune equiparato a quarantamila abitanti con tutti i benefici che ne possono derivare. Ai problemi si cerca una soluzione, alle potenzialità uno sviluppo sicuro. La soluzione dei problemi e lo sviluppo delle potenzialità si affidano alle istituzioni e agli uomini che le rappresentano. In un sistema democratico il potere di guidare i giusti cambiamenti non può essere affidato nelle mani di un solo uomo o favorire il bene privato a discapito della comunità. E’ la comunità intera che deve crescere socialmente, culturalmente, ed economicamente. La società civile contribuisce, da parte sua, a costruire il proprio futuro con scelte oculate fatte al momento del voto in cui, le forze in campo, si propongono agli elettori con i loro programmi. Si sceglie così, obiettivamente, in base alle proposte ritenute migliori e non in base all’immagine che i vari candidati, a torto o a ragione, hanno saputo dare di sé. Chi vince darà conto cosi del proprio operato e, in caso di promesse non mantenute, rischia di perdere ogni credibilità nella tornata elettorale successiva. L’alternanza diventa un vera salvaguardia della democrazia in quanto non rafforza il malgoverno e obbliga i

vincitori a mantenere fede a quanto dichiarato in campagna elettorale. Chi vota per partito preso o per tessera non sceglie in base al ragionamento ma in base alle proprie emozioni che cozzano spesso con gli interessi generali. L’invito che rivolgo a tutti è di essere più solidali nel ricercare la soluzione dei problemi che affliggono il paese e nel cercare di ottenere lo sviluppo delle potenzialità del luogo. Così si lavora per migliorare il presente ed il futuro dell’intera popolazione e si lascia un segno indelebile nel tempo. Prof. Rodolfo Cozzarelli

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Di tutto quello che abbiamo fatto, nulla resterà; viviamo in un paese di contemporanei dove non vi sono né antenati né posteri, perché senza memoria. ( Ugo Oietti )

di Nicola Conforti

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aposele vive gli ultimi giorni di spensierata e monotona vacanza ferragostana. A Napoli, in una situazione di atavica miseria e di grande arretratezza, in condizioni igieniche disastrose, scoppia il colera. La notizia rimbalza in un lampo sulle prime pagine di tutti i giornali. A Caposele si vivono giorni di panico: gli studenti non rientrano a Napoli : i villeggianti, in vacanza a Caposele, sono costretti a prolungare, forzatamente, il loro soggiorno malgrado gli impegni di lavoro e di studio. In una delle consuete passeggiate serali, unico passatempo disponibile all’epoca, alla scoperta dei suoni e dei colori della notte, tra un aneddoto ed un detto paesano raccontato o inventato per trascorrere qualche ora di svago, nasce l’idea di organizzare l’Associazione Turistica Pro Loco Caposele. Con Fernando Cozzarelli, uno dei tanti obbligato al prolungamento della vacanza, mettiamo a punto l’iniziativa. Detto fatto: parte l’invito per una riunione organizzativa da tenersi nel salone della Scuola Materna. Partecipano molte persone. Alcuni dei presenti, intervenuti forse con il solo scopo di ostacolare i lavori, contestano vivacemente. Motivazione: non avevano ricevuto l’invito da parte degli organizzatori. Dopo i dovuti chiarimenti, iniziano i lavori. La relazione introduttiva viene tenuta dal sottoscritto: l’intero intervento, dal

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La fontana del Vignola in Piazza XXIII Novembre (già piazza D’Auria) realizzata il 1974 distrutta il 2006

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interesse come: a) il verde a Materdomini; b) la sistemazione del Bosco Difesa; c) il problema delle attrezzature ricettive a Caposele, ed ogni altra iniziativa che sia capace di richiamare e di soddisfare la domanda turistica in tutte le molteplici articolazioni di cui essa si compone. Dopo un acceso e costruttivo dibattito, viene formulata la proposta di iscrizione alla costituenda associazione con una quota concordata in lire Cinquemila. Scoppia una nuova polemica da parte degli stessi contestatori di prima che pretendono sia fissata una quota “popolare” non superiore alle mille lire. Quest’ultima proposta, respinta a larghissima maggioranza, determina l’allontanamento spontaneo dall’aula dei “contestatori”. Gli stessi, dopo alcuni giorni, indicono una riunione presso il Cinema Sele (attuale sala polifunzionale) per la costituzione di una seconda Pro Loco. Ma il tentativo fallisce miseramente, come miseramente fallisce tutto ciò che nasce “contro “. E a questi fallimenti ne seguirono altri, tutti con le stesse finalità. Avremo modo di parlarne in seguito. L’atto costitutivo della Pro Loco Caposele redatto dal notaio Adolfo Cannavale e registrato a S.Angelo dei Lombardi il 17 settembre 1973, riporta in allegato lo statuto sociale firmato dai soci fondatori: Nicola Conforti, Americo Del Tufo, Michele Ceres, Donato D’Auria e Fernando Cozzarelli. La prima assemblea generale dei soci ha luogo nella sede della Scuola Materna in data 21 settembre 1973. Ritengo utile ed importante riportare l’elenco dei primi 55 iscritti, soci fondatori a tutti gli effetti, che hanno dato vita ad un sodalizio che ancora oggi, a distanza di 36 anni, vive una vita tranquilla ed operosa. Scorrendo l’elenco riportato di seguito un senso di sgomento e di malinconia mi assale nel constatare tante assenze importanti, tante persone non più in mezzo a noi. Segue l’elenco in ordine di iscrizione:

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Note storiche generali In Italia governa il Centro – sinistra: Presidente del Consiglio Mariano Rumor - A Caposele amministra una giunta civica denominata “Stretta di mano”: Il Sindaco è Francesco Caprio.

titolo “Atto di nascita della Pro Loco Caposele” è riportato sul primo numero de “La Sorgente” uscito qualche mese dopo. Mi limito a riportare alcuni stralci, i più significativi, anche perché ancora attuali. “La Pro Loco è un’Associazione che riunisce intorno a sé tutti coloro che hanno interesse allo sviluppo turistico della località. La Pro loco si occupa in particolare di tutte quelle iniziative che servono a facilitare ed a incrementare il flusso turistico, studiando il miglioramento dei sevizi e promuovendo festeggiamenti, gare, sagre, convegni e spettacoli. Esistono certamente a Caposele attrattive turistiche che bisogna opportunamente valorizzare, esistono zone di notevole adattabilità all’espansione di una concreta attività turistica estiva, ed esiste la capacità e la volontà di utilizzare il territorio in funzione del turismo. Il Comune di Caposele è incluso nel comprensorio turistico del Terminio e dei Monti Picentini ed è uno dei quattro comuni della Provincia di Avellino insieme ai Comuni di Bagnoli Irpino, Ariano Irpino e Mercogliano, ufficialmente considerato di particolare interesse turistico. Inoltre Caposele occupa geograficamente una posizione di equidistanza tra due località già affermate turisticamente come Laceno e Contursi Terme. Ciò naturalmente faciliterà il compito di convogliamento del traffico turistico nella nostra zona sempre che sapremo offrire qualcosa di genuino e di originale e sapremo adeguatamente organizzare ed attrezzare il nostro Paese. Ma vediamo ora concretamente su quali attrattive possiamo far leva per iniziare un’azione promozionale in questo senso. A parer mio, tre sono i poli che dovremo adeguatamente sfruttare: 1. Materdomini, che già da molti anni richiama migliaia di pellegrini e devoti

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non solo per motivi religiosi ma anche per la eccezionale bellezza della collina e per lo stupendo panorama che offre. 2. Le sorgenti del Sele, naturalmente per quel poco che rimane, e l’acquedotto per l’importanza che riveste in campo mondiale come opera idraulica; 3. Il Bosco Difesa che è una nuova realtà, tutta da scoprire”. La relazione offre inoltre notevoli spunti per la discussione proponendo alcuni temi di particolare

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(prima parte)

Nel lontano 1973 fui tra i fondatori dell’Associazione Turistica Pro Loco Caposele. Da allora sono stato ininterrottamente presente nel consiglio di amministrazione o come presidente o come consigliere. Come tale ritengo di essere legittimato a tracciare, sia pure per grosse linee, la storia di questo glorioso sodalizio … per non dimenticare. Nicola Conforti

Melillo Giuseppe Curcio Giuseppe + Melchiorre Giuseppe Alagia Emidio Russomanno Gerardo Caprio Alfonso Biondi Vincenzo + Caprio Francesco + Del Tufo Amerigo + Russomanno Pasquale Di Masi Gelsomino Casillo Girolamo Caprio Manfredi Ceres Michele Caprio Ezio Nesta Mario Russomanno Salvatore di Ang. Montanari Pasquale Sozio Salvatore + Majorana Gennaro Ceres Vincenzo Pallante Pietro + Aiello Giovanni Curcio Salvatore Russomanno Vincenzo + Malgieri Vincenzo Caprio Salvatore + Mazzariello Donato Cozzarelli Franco Daniele Angelo + Sozio Arturo Vetromile Emidio Mattia Matteo + Spatola Pino + Conforti Amerigo + Cibellis Gerardo Russomanno Nicola + Farina Angelo Testa Nicola

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La storia

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Pro Loco Caposele

Caprio Rocco Caprio Giuseppe Farina Domenico Conforti Nicola D’Auria Donato Sturchio Angelo Casillo Gennaro Sica Gerardo Russomanno Salvatore di Aless. Zarra Carmine Conforti Donato + Cozzarelli Ferdinando + Cetrulo Gerardo Manzillo Giuseppe Testa Salvatore + Conforti Fiorenzo

Il primo consiglio di amministrazione registra le seguenti cariche sociali: Avv. Ferdinando Cozzarelli Presidente Ing. Nicola Conforti Vice Presidente Rev. Don Vincenzo Malgieri – cons. Ins. Michele Ceres – cons. Geom. Salvatore Caprio delegato del Sindaco Sig. Matteo Mattia – cons. Sig. Gerardo Russomanno – cons. Il Consiglio dell’Ente Provinciale per il Turismo presieduto dall’avv. Ernesto Amatucci, con atto n. 31 del 8.11-1973 all’unanimità delibera di approvare la costituzione dell’Associazione Turistica Pro Loco Caposele e di ratificare la nomina del Consiglio di Amministrazione. Il programma di attività, predisposto dal primo Consiglio di Amministrazione prevede una serie di iniziative molte delle quali saranno felicemente portate a termine nel corso dell’anno successivo. Il programma prevede tra l’altro:


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Anno 1974 -

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La Pro Loco avverte un piccolo scossone: a seguito di una delusione elettorale alcuni soci, tra cui Michele Ceres, escono dalla Pro Loco e dal giornale. Ci dispiace molto per quest’ultimo: Vi rientrerà, con grande soddisfazione di tutti, dopo circa trenta anni. Di altri se ne sono perse definitivamente le tracce. Tutto sommato, non è stata una grossa perdita. Ciononostante l’Associazione va regolarmente avanti come pure “La Sorgente”. L’Associazione raggiunge le 158 iscrizioni: una punta molto alta a dimostrazione del notevole gradimento dimostrato da parte della popolazione attiva e operosa. Continua il successo delle mille iniziative sempre nuove e sempre interessanti: è l’anno di Peppino Bruno, detto Graziella, che vince alla grande la corsa campestre del 15 agosto e che stabilisce un record sul percorso destinato a durare molti anni. La corsa dei ciucci, la corsa nei sacchi, il palio della cuccagna, il tiro alla fune dalle piattaforme galleggianti e tanti altri giochi rendono l’estate caposelese interessante, divertente e spensierata. Sono lontani ormai i tempi dell’apatia, della noia e dell’assenza più assoluta di turisti e di nostri concittadini, vacanzieri altrove, e quasi dimentichi del loro paese di origine. Nasce, tra l’entusiamo generale, “Radio Caposele” inizialmente in un’aula della scuola elementare, successivamente, ospitata da Angelo Petrucci, nell’agenzia “Max in Tour”, poi in un locale di Donato D’Auria in Piazza Dante e dopo altre dispendiose peregrinazioni, (in un prefabbricato prima ed in un locale del Comune poi) a venti anni suonati chiude i battenti.

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dall’ing. Nicola Conforti. La Pro Loco, subisce un brutto colpo: viene meno la persona che più di tutti ha sostenuto moralmente e materialmente l’Associazione. La “Sorgente”, listata a lutto, esce in edizione straordinaria Si chiude un ciclo importante; vengono meno come vedremo in seguito, oltre che l’incoraggiamento ed il sostegno morale, i contributi del comune.

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Gli anni 76-78 vedono la conferma di tutte le iniziative di successo con l’aggiunta di altre non meno interessanti: programmi di tutto rispetto che abbracciano la cultura, l’arte, il folklore, la musica e lo sport. Voglio ricordare in particolare le estemporanee di pittura con la partecipazione dei pittori più affermati della Regione ed i concorsi di fotografia su temi che riguardano gli aspetti tipici e paesistici di Caposele, le mostre di artigianato locale, il teatro all’aperto, il piccolo Conservatorio di musica di pianoforte e chitarra, il ripopolamento del tratto interno del fiume Sele. Tantissimi nostri concittadini residenti in Italia o all’estero, sensibili al richiamo de “La Sorgente” e delle tante iniziative estive, riprendono contatto con il loro paese di origine e nel periodo di ferragosto affollano le vie del centro. Tra gli ospiti d’onore che in questi anni visitano il nostro Paese, registriamo una presenza di grande prestigio: il campione olimpionico Sante Marsili che, con la modestia tipica dei “grandi” dà a noi tutti un saggio di nuoto nel laghetto artificiale. Ospite sempre molto gradito è il cantante napoletano Amedeo Pariante: le sue frequenti visite a Caposele riempiono piacevolmente le serate ferragostane. Il 1978 è l’anno in cui una equipe di appassionati di storia locale guidata dal sottoscritto e composta da Nicola Conforti junior, Donato Conforti e Vincenzo Malanga mette a punto le scene del film “ Un Anno a Caposele”. Un film destinato a diventare patrimonio storico del nostro Paese e come tale fiore all’occhiello della Pro Loco. Sarà ripetutamente proiettato all’aperto nel 1979 e, maggiormente, dopo il terremoto del 1980 suscitando sempre grandi emozioni.

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Note storiche generali Elezioni Amministrative. A Caposele vince nuovamente la lista della “Sretta di Mano”. Francesco Caprio è eletto per la terza volta Sindaco. In Italia grande avanzata del Partito Comunista. In arretramento la Democrazia Cristiana.

Anni 76-78

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Anno 1975

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E’ un anno pieno di entusiasmanti iniziative alcune delle quali, molto contestate, come avremo modo di spiegare, avranno una durata, nostro malgrado, limitata nel tempo. Il nuovo clima di armonia e di collaborazione apporta notevoli vantaggi al nostro piccolo Comune: fervono una serie di iniziative amministrative tendenti alla realizzazione di varie opere pubbliche. Il risultato più significativo viene raggiunto con l’istituzione del Liceo scientifico. Una delle prime realizzazioni promosse dalla Pro Loco è la costruzione del laghetto artificiale nei pressi del campo sportivo. Vi si svolgono manifestazioni di vario genere: gare di nuoto, gare di pesca, partite di pallanuoto, e divertentissimi giochi sull’acqua. A laghetto svuotato, si svolgono partite di pallacanestro, dimostrazioni di arte marziale, pattinaggio e altro. Il notevole successo di questa iniziativa è dimostrato, in un filmato sui giochi di Ferragosto, dalla grande partecipazione di folla assiepata ai bordi del laghetto. Purtroppo quest’opera, frutto di impegno e di sacrificio di tante persone di buona volontà, verrà “barbaramente” distrutta nel gennaio del 1981 dall’amministrazione Corona insediata da appena qualche mese. Bisognava cancellare in qualche modo i fastidiosi segni di un passato glorioso.

Restano i filmati; e tanto ci basta. Nell’anno 1974 si verificano altri eventi ed altre iniziative molto prestigiose: Il primo Rallye Automobilistico su un percorso di 84 chilometri e Gimkana automobilistica finale sul campo sportivo. Gara molto prestigiosa che mette a dura prova le capacità organizzative dei nuovi dirigenti. La prima mostra di Pittura Estemporanea richiama pittori da tutta la Regione. La prima Festa dell’Emigrante con la presenza di artisti di fama . Festa contestata dai soliti ignoti. Altro importante traguardo: la costruzione in Piazza D’Auria (ora XXIII Novembre) dell’artistica fontana zampillante. Anche quest’opera verrà distrutta nel 2006 dall’Amministrazione Melillo e sostituita con una discutibile piramide con appiccicata, in maniera poco rispettosa e poco decorosa, la lapide dei morti del terremoto. Anche questo segno del passato bisognava cancellare,

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- Sagra di prodotti locali - Costruzione di un invaso (piccolo laghetto) per lo svolgimento di giochi vari - Fontana zampillante artistica in piazza XXIII Novembre (già p.zza D’Auria) - Vincolo di pesca per il ripopolamento del tratto di fiume dalle Sorgenti al Ponte - Realizzazione del giornale periodico”La Sorgente” - Gara di Pittura estemporanea - Intervento presso l’EEAAP per la eliminazione del muro di cinta delle Sorgenti - Festa dell’Emigrante - Veglione di Capodanno Il 23 dicembre 1973, a soli tre mesi dalla nascita dell’Associazione si realizza il primo importante traguardo: esce il primo numero de “La Sorgente”. Non è molto, ma siamo certi che questo traguardo è il primo gradino per i successi di domani. La sua fondazione nasce sotto i migliori auspici: sarà destinata a vivere a lungo. Molti pronosticano per la Pro Loco un vita molto breve, data la eterogeneità della composizione del gruppo dirigente e le finalità “poco credibili” che l’Associazione si ripromette di raggiungere. Ma a dimostrazione che La Pro Loco e “La Sorgente” sono nate non “contro” qualcuno o qualcosa, ma a vantaggio delle cose belle e buone del nostro Paese, parlano i risultati raggiunti, la resistenza a tutte le “intemperie”, (politicamente parlando) la longevità e la grande vitalità dimostrata in tanti anni di attività. Inizia così un “meraviglioso e affascinante viaggio” che ci porterà molto lontano. E’il caso di dire: “Il tempo è galantuomo”. Ristabilisce la verità e ripaga dei sacrifici e degli sforzi sostenuti.

Anno 1980

Note storiche generali In Italia Governa il Centro-Sinistra con a capo Cossiga e poi Forlani. Un’ondata di attentati terroristici e tragedie senza precedenti affligge l’Italia. A Caposele le nuove elezioni assegnano la vittoria alla lista della “Sveglia” . Il nuovo Sindaco è l’avv. Antonio Corona Il 20 novembre un tragico avvenimento sconvolge il nostro Paese procurando circa 70 morti. Il terremoto semina lutti e dolore in tutte le famigli di Caposele. Nicola Conforti (continua sul prossimo numero)

Anno 1979

Note storiche generali Il 20 gennaio del 1979, all’età di 74 anni, muore il sindaco Francesco Caprio. Gli succede, per poco più di un anno, l’avv. Fernando Cozzarelli, La presidenza della Pro Loco viene assunta

Nicola Conforti e Sante Marsili sul bordo del laghetto

8 Il laghetto artificiale realizzato nel 1974 e distrutto nel 1981

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Scuola

RENDICONTAZIONE PUBBLICA DELL’AZIONE EDUCATIVODIDATTICA DELLA SCUOLA di CAPOSELE

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1. Rapporti con le famiglie Sia per la scuola dell’Infanzia, sia per la Primaria che per la Secondaria di primo grado, si sono svolte tutte le iniziative indicate dal POF e previste dal Piano delle attività predisposto all’inizio dell’anno scolastico. Le famiglie hanno mostrato un generale interesse per le iniziative proposte dalle scuole, alle quali hanno partecipato attivamente. PROPOSTA: per il futuro si auspica di approfondire il confronto e la collaborazione ai fini della condivisione di un progetto educativo comune. Per intensificare il rapporto scuola-famiglia e costituire un organo di gestione formato dai genitori, si propone che i genitori eletti come rappresentanti nei consigli di classe e interclasse e intersezione possano costituirsi come Comitato dei Genitori. Il dirigente scolastico è chiamato a

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Anno XXXVII - Agosto 2009

2. R apporti scolastiche

con altre istituzioni

L’istituto comprensivo ha mantenuto i consueti rapporti con le scuole secondarie di secondo grado presenti sul territorio per curare meglio il percorso scolastico e l’orientamento dei nostri alunni nei momenti di passaggio da un ordine scolastico all’altro. Particolarmente significativo si è dimostrata la collaborazione con l’Istituto Superiore “Vanvitelli” di Lioni nella realizzazione di un modulo di “SCUOLE APERTE”. PROPOSTA: bisogna rafforzare la continuità verticale con le Istituzioni scolastiche di secondo grado attraverso una progettazione (progetti e UdA) che venga iniziata già nei primi giorni dell’anno scolastico. Anche il rapporto con la scuola dell’infanzia gestita dalle suore deve essere potenziato e coordinato.

Particolare attenzione è stata prestata al rafforzamento della collaborazione in rete, confermando la partecipazione alle rete “Media irpinia” per l’acquisto delle lavagne interattive, ma anche per la collaborazione nella realizzazione di altre attività (“Concorso Pitagora”, “Marcia della Pace”, “Criteri di valutazione degli alunni e certificazione delle competenze”). PROPOSTA: bisogna intensificare i rapporti di collaborazione con gli istituti comprensivi di Calabritto, Teora, Conza e Lioni per poter progettare un “POF-T” (Piano dell’offerta formativa TERRITORIALE).

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Il Dirigente scolastico Prof. Salvatore Di Napoli

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ciascuno con specifiche deleghe, coordinati dal dirigente che, pur delegando funzioni e compiti, resta l’unico responsabile dei risultati che la scuola consegue in termini di efficacia e di efficienza. Nell’assegnazione dei docenti alle classi e alle attività si è tenuto conto delle competenze personali, delle esperienze pregresse, della disponibilità di ciascun docente, della continuità degli interventi formativi. Sono state individuate dal Collegio dei docenti le funzioni strumentali alla realizzazione del Piano dell’offerta formativa, che sono state assegnate ai docenti competenti e motivati, affiancati da nuclei di supporto composti da docenti di scuola dell’infanzia, di suola primaria e secondaria. Sono stati designati i docenti coordinatori di Plesso e dei Consigli di interclasse, classe e intersezione; i docenti referenti per particolari tematiche e attività, i docenti tutor dei colleghi neo immessi in ruolo, il docente-funzione strumentale responsabile della qualità della scuola. Il personale amministrativo è stato assegnato ai vari compiti secondo le modalità definite dalla Contrattazione integrativa di Istituto. I collaboratori scolastici sono stati assegnati ai reparti secondo i criteri fissati nella Contrattazione integrativa di istituto, che ha regolamentato anche le modalità di assegnazione di incarichi specifici e di attività a carico del Fondo dell’istituzione scolastica. P R O P O S TA : b i s o g n a s n e l l i r e l’organigramma della scuola e la struttura organizzativa per liberare più risorse alla progettazione e alle attività che sono mirate al recupero sociale e culturale degli alunni.

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3. Rapporti con il territorio e con le istituzioni. Il nostro Istituto ha confermato un rapporto articolato con il territorio facilitato da una tradizione ormai consolidata dal riferimento omogeneo costituito dall’unico ambito comunale e dal canale di comunicazione con le diverse associazioni operanti sul territorio e dall’amministrazione comunale. I rapporti con l’Amministrazione comunale sono stati caratterizzati dalla condivisione degli obiettivi e dalla disponibilità al confronto e alla collaborazione per la realizzazione degli obiettivi stessi. Soddisfacente la qualità dei servizi comunali fondamentali messi a disposizione dal comune: trasporti, mensa, servizi di vigilanza ed assistenza. PROPOSTA: per il futuro, anche per rispondere alle problematiche che saranno poste dal consolidarsi del modello orario e dell’organizzazione dell’organico scolastico, è necessario prevedere l’intensificazione del trasporto degli alunni da Materdomini a Caposele. Inoltre, diminuendo le spese per la gestione dell’edificio scolastico di Materdomini, bisogna prevedere interventi di miglioramento del Polo scolastico di Caposele, anche con l’ampliamento della sede per la scuola dell’Infanzia.

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La vita della scuola nell’anno scolastico 2008-2009 è stata occasione anche di alcune iniziative che hanno interessato direttamente le famiglie e l’attività del Consiglio d’Istituto. In particolare si ricordano le manifestazioni del “Periodo Natalizio” e di “Fine anno scolastico” e la manifestazione della “Giornata contro il fumo” che hanno visto un’alta partecipazione nell’organizzazione e nella promozione da parte dei genitori. PROPOSTA: bisogna maggiormente curare l’informazione alle famiglie anche attraverso il sito della scuola.

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Questo “Documento di verifica”, redatto dal DS a fine anno scolastico, si delinea come una sintesi di quanto già esaminato e valutato in diverse riunioni nelle quali sono state prese in esame le attività svolte, si sono delineati gli sviluppi futuri, si sono adottati i nuovi assetti organizzativi e progettuali che vanno a definire gradualmente il nuovo Piano dell’Offerta Formativa. Possiamo subito dire che insegnanti ed operatori si sono impegnati per rispondere al meglio alle esigenze degli alunni e alle attese dei genitori, svolgendo il proprio compito con professionalità, mostrando costante attenzione verso le problematiche prospettate dalle famiglie e dal territorio e disponibilità a collaborare con loro. La realizzazione e la verifica puntuale del POF è stata seguita e sostenuta dai docenti incaricati di svolgere le funzioni strumentali, dai responsabili di plesso, dai responsabili di progetti e attività, dai componenti delle commissioni di lavoro e da tutti i docenti e personale ATA. Gli alunni, da quanto testimoniato da genitori e docenti, hanno vissuto positivamente l’esperienza scolastica, sentendosi bene accolti e registrando risultati globalmente soddisfacenti.

favorire l’attività dei comitati dei genitori i quali hanno una funzione promozionale della partecipazione dei genitori, di collegamento tra i rappresentanti dei genitori di classi diverse e di raccordo fra questi e gli eletti nel Consiglio di Istituto. Nulla vieta al Comitato di assumere autonome iniziative come l’organizzazione di attività informative e formative rivolte alle famiglie e di farsi portavoce dei genitori che segnalino problemi riguardanti la scuola e gli studenti; proposte valutate ed adottate dagli altri organi di istituto. Il Comitato dei Genitori può essere aperto alla partecipazione di tutti i genitori, ma hanno diritto di voto solo i rappresentanti di classe, interclasse e intersezione.

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a scuola deve porsi come comunità educativa aperta al sociale, che sa collaborare concretamente con le altre istituzioni del territorio e che si preoccupa di stringere un’efficace patto educativo con le famiglie. In questa logica si pone la rendicontazione di fine anno scolastico: serve a dare valore e visibilità sociale al lavoro svolto, ma anche a progettare il lavoro futuro. La comunicazione, rivolta a tutti i soggetti portatori di interessi nei confronti della scuola, indispensabile al soggetto pubblico per l’esercizio della sua attività, è finalizzata essenzialmente ad incidere sui comportamenti sociali e a creare le condizioni per un effettivo godimento dei diritti, sulla base della fiducia reciproca, della collaborazione e di una maggiore partecipazione civica.

Particolarmente preziosa per la ricchezza e qualità dell’offerta, si è confermata la collaborazione con l’Associazione culturale di Caposele per la magnifica esperienza con la scrittrice Dacia Maraini. Non meno significativa si sono dimostrate le collaborazioni con la Pubblica Assistenza, con la Pro-Loco e con le varie associazioni sportive e ricreative, che hanno permesso la realizzazione di alcuni progetti di ampliamento dell’offerta formativa.

4. D i r e z i o n e e c o o r d i n a m e n t o dell’attività organizzativa. La funzione di direzione e coordinamento dell’attività organizzativa si è svolta nella convinzione che la scuola, per essere efficace, deve disporre sia di una struttura capace di socializzare l’esperienza dei singoli, sia, in particolare, di una componente direzionale imperniata non solo sul dirigente ma anche su ruoli intermedi chiamati a coordinare le funzioni dei vari momenti della vita collettiva. Storicamente il leader è il responsabile del successo dell’organizzazione. Oggi, la complessità della scuola autonoma accredita l’idea che il solo leader è insufficiente per l’efficace funzionamento dell’organizzazione ed è necessario considerare la leadership come una funzione svolta da un gruppo di persone che lavorano insieme. L’attività organizzativa, dunque, ha impegnato un gran numero di docenti,

5. Direzione

e coordinamento

dell’attività amministrativa

L’attività amministrativa è stata coordinata dal direttore s.g.a. sulla base delle direttive impartite dal dirigente a inizio anno scolastico e si è svolta regolarmente, nel rispetto delle procedure concordate e delle scadenze previste per i vari adempimenti. E’ stato sottoscritto il Contratto integrativo di istituto per la gestione del Fondo dell’Istituzione scolastica ed è stato successivamente adeguato alla sequenza contrattuale. Il Programma annuale 2009 ed il Conto consuntivo 2008 hanno avuto parere favorevole dai Revisori dei conti e sono stati approvati dal Consiglio di Circolo nei termini previsti dalla normativa. Purtroppo l’anno prossimo verrà a mancare nell’organizzazione scolastica la DSGA Manente Carla perché collocata in pensione. L’insostituibile signora Carla, colonna della struttura organizzativa e gestionale dell’istituto comprensivo di Caposele, ha saputo gestire con professionalità e solerzia il delicato settore della segreteria, cuore della vita


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Nel rapporto insegnamentoapprendimento si è cercati di dare sempre più spazio alla didattica laboratoriale, fatta di attività pratiche, di lavori di gruppi collaborativi e cooperativi, con un ruolo del docente sempre meno centrale e di “trasmettitore”. PROPOSTA: si richiede una maggiore sinergia fra le “équipes pedagogiche” (sia nell’infanzia, che nella primaria e

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9. Formazione in servizio. E’ stata svolta l’attività di formazione in servizio prevista dal Piano annuale di formazione. Il personale addetto al Servizio di prevenzione e protezione dai rischi ha seguito il Corso di formazione previsto dalla normativa. In particolare si è svolto con una partecipazione significativa di docenti i corsi di formazioni per le figure sensibili (primo intervento e squadra antincendio). L’insegnante RLS ha partecipato all’attività di formazione sui problemi della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il personale docente neo immesso in ruolo ha seguito, inoltre, il corso di formazione organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e gestito dall’Indire. PROPOSTA: organizzare corsi di formazione interni su varie tematiche (Vedi risultato questionario sui “bisogni formativi” somministrato ai docenti)

11. Valutazione degli alunni. Per la valutazione degli alunni si è passati all’utilizzo dei voti in decimi, è stato confermato il modello del registro personale dei docenti della scuola primaria, è stato modificato, rispetto allo scorso anno, il modello di scheda di valutazione e il modello di certificazione delle competenze. Le attività di valutazione, con cadenza quadrimestrale, sono state mirate a valutare gli apprendimenti, in termini di conoscenze, abilità e competenze ed il comportamento degli alunni. Nella nostra scuola la valutazione non è intesa come momento sanzionatorio, ma ha una valenza promozionale in quanto fornisce all’équipe pedagogica elementi di riflessione critica per la riprogettazione e l’analisi dei processi formativi. Gli alunni hanno frequentato regolarmente le lezioni ed hanno raggiunto gli obiettivi fissati dalle programmazioni annuali. PROPOSTA: approfondire il significato della valutazione come momento fondamentale nel processo insegnamentoapprendimento, stabilire e concordare i criteri di valutazione degli alunni per potere a fine anno valutare serenamente, utilizzare con efficacia ed equità gli strumenti di valutazione (test, compiti, verifiche, osservazioni sistematiche, documenti di valutazione, registri, momenti e azioni della valutazione) per una valutazione autentica.

1 0 . Vi s i t e

manifestazioni.

guidate,

eventi,

Nel corso dell’anno tutte le classi e sezioni hanno partecipato a visite guidate e ad escursioni sul territorio; diverse classi/ sezioni hanno assistito a spettacoli teatrali e cinematografici. Queste attività hanno contribuito ad ampliare le conoscenze e gli orizzonti culturali degli alunni. Tutta la scuola, con manifestazioni e mostre alle quali hanno partecipato le famiglie con grande coinvolgimento, ha celebrato la Festa di Natale, la Giornata della Pace, la Gionata della lotta al fumo, la Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il Giorno della memoria. Al termine dell’anno scolastico, tutte le classi della scuola primaria e secondaria e le sezioni di scuola dell’infanzia hanno presentato alle famiglie i lavori svolti nel corso dell’anno nell’ambito dei progetti opzionali e di quelli di arricchimento dell’offerta formativa. PROPOSTA: per non distrarre gli alunni dall’attività didattica curricolare, bisogna ridimensionare il Piano dei Viaggi d’istruzione e delle visite guidate e coordinare meglio le manifestazioni che si svolgono nel corso dell’anno scolastico.

giudizio positivo per quanto realizzato. Tale giudizio si può ricavare anche dai risultati dell’indagine condotta nei confronti degli alunni nell’ultimo periodo del corrente anno scolastico. La maggioranza degli studenti si sono dichiarati in generale abbastanza o completamene soddisfatti del servizio scolastico di cui hanno usufruito nelle scuole dell’Istituto Comprensivo Statale di Caposele. Il prossimo anno vedremo come la “vedono” i loro genitori e . . . anche il personale scolastico.

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Nell’ambito della sua attività la Commissione “continuità e orientamento” ha elaborato e realizzato diverse iniziative per il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola Primaria e da questa alla scuola Secondaria. La Commissione “handicap e disagio” ha lavorato sulle problematiche del disagio elaborando una griglia per la rilevazione del disagio e un questionario sul “bullismo a scuola”. Per quanto riguarda l’integrazione degli alunni stranieri anche quest’anno sono stati attuate attività, iniziative e realizzati progetti per favorire l’inserimento e l’integrazione degli alunni immigrati. PROPOSTA: cercare di analizzare meglio i casi di disagio, identificare e certificare gli eventuali alunni con DSA e cercare di coinvolgere maggiormente le famiglie per la gestione e risoluzione dei problemi evidenziati.

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accoglienza

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7. Progettazione didattica e innovazione. La progettazione didattica delle classi è stata realizzata come previsto dall’elaborazione maturata negli anni precedenti e tenendo conto delle indicazioni del MIUR pervenute nel corso dell’anno. In particolare sono state mantenute e rimodellate le nuove progettazioni didattiche (piani di studi personalizzati, unità di apprendimento interdisciplinari e disciplinari), la cui attuazione è stata monitorata e condivisa nelle riunioni dei gruppi docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse e di classe. In orario pomeridiano sono stati attivati laboratori, sia extracurricolari (per la primaria) che di attività facoltativa/ opzionale (per la secondaria di primo grado) che hanno fatto registrare un ottimo livello di consenso da parte delle famiglie ed hanno contribuito al miglioramento delle capacità cognitive, relazionali, comunicative e comportamentali degli alunni, con ricadute positive anche sugli apprendimenti curricolari e con l’acquisizione di specifiche competenze. I laboratori per le classi della scuola primaria sono stati gestiti dal personale docente della scuola, che ha prestato ore aggiuntive di insegnamento con compenso a carico del FIS. È stato organizzato un servizio di assistenza per gli alunni che hanno consumato una colazione nei locali scolastici, evitando alle famiglie i disagi del rientro pomeridiano.

8. Azioni

orientamento.

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6. Organi collegiali. L’attività degli organi collegiali si è svolta regolarmente nel rispetto del Piano delle attività approvato dal collegio. Fattivo e propositivo si è rivelato l’intervento dei membri del Consiglio d’Istituto e significativo e professionale l’apporto dato dai docenti in seno al Collegio. L’articolazione delle attività è stata arricchita nel corso dell’anno dalla costituzione di gruppi di lavoro che hanno operato in sinergia con le funzioni strumentali e con lo staff del dirigente scolastico su argomenti specifici come la costituzione del “Curricolo d’Istituto”, l’”Autovalutazione d’istituto” e le problematiche inerenti la “Sicurezza e la Privacy”. PROPOSTA: fornire una maggiore collaborazione e cooperazione fra i vari organi istituzionali e migliorare l’informazione presso i docenti delle attività del Consiglio d’Istituto e del Collegio dei Docenti.

secondaria) per una progettazione, meno disciplinare, basata su compiti unitari e competenze e “interdisciplinarità”.

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dell’istituzione scolastica. PROPOSTA: nella speranza che il posto “strategico” della DSGA venga rimpiazzato da un direttore alla stessa altezza professionale e morale, si richiede ai collaboratori scolastici di vivere con più impegno e partecipazione la vita della scuola e di far valere di più il loro ruolo importante in seno all’organizzazione scolastica.

Conclusione Le occasioni di riflessione, di analisi che si sono presentate nelle periodiche riunioni collegiali delle varie commissioni e/o gruppi di lavoro, dei consigli di intersezione, interclasse e classe e del Consiglio d’istituto e del Collegio dei docenti hanno costituito un monitoraggio continuo delle attività e dei progetti previsti dal Programma annuale. In tali sedi si è riscontrato un sostanziale

SINTESI degli OBIETTIVI:

1 ) A M P L I A R E L E CONOSCENZE, LE ABILITA’ e LE COMPETENZE DEGLI ALUNNI PER IL SUCCESSO FORMATIVO; 2) COSTRUIRE UN CURRICOLO V E RT I C A L E D ’ I S T I T U TO BASATO SULLE COMPETENZE CHIAVE E INTERDISCIPLINARI; 3) VALORIZZARE LA CONTINUITA’ EDUCATIVAE DIDATTICAVERTICALE FRA I VARI ORDINI DI SCUOLA; 4) VALORIZZARE LA CONTINUITA’ E D U C AT I VA E D I D AT T I C A ORIZZONTALE FRA LA SCUOLA, IL TERRITORIO E LE ALTRE AGENZIE EDUCATIVE (POF-TERRITORIALE); 5) POTENZIARE I RAPPORTI S C U O L A - FA M I G L I A C O N U N SOLIDO E CONDIVISO PATTO DI CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVO; 6) MIGLIORARE LA Q U A L I T A’ D E L L A S C U O L A AT T R AV E R S O U N A E F F I C A C E AUTOANALISI D’ISTITUTO. Caposele, 30 giugno 2009 Il Dirigente scolastico Prof. Salvatore A. Di Napoli

Il vincitore del concorso "CREA LA MASCOTTE PER IL PARCO DEI MONTI PICENTINI" è Antonello Caruso che viene accompagnato dal dirigente scolastico, dal vicepreside Michele D'Ambrosio e dalla professoressa di arte Onidia Ceriello al ritiro del primo premio. Campagna 19-12-2008

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de La sorgente

Foto degli anni 50. Da sinistra: Filippo Alagia, Raffaele Di Masi, Rocchino Malanga, Michele Patrone, Mimino Farina, Gerardo Ceres (Pellicano), Enrico Corona. Accovacciati: Manlio Di Masi, Mincuccio Patrone e Nicola Conforti

Una gita in Costiera Amalfitana con Camion “gran Turismo” Una foto degli anni 50

Una foto degli anni 50 – in piazza Dante a ridosso di casa Pallante

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Eduardo Alagia tra Cenzino Malanga e Angelo Farina Accovacciati:Pietro Russomanno, Nicola Conforti e Achille Pizza

29 Giugno 1973 – Partita di calcio: Vecchie glorie – Giovani 2-0 Da sinistra: Rocco Russomanno, Antonio Corona, Lorenzo Ceres, Bruno Fortunato, Alfonso Rosania, Vincenzo Malanga, Nicola Conforti, Angelo Farina, Amerigo Del Tufo, Lorenzino Cozzarelli (Arbitro), Gerardo Russomanno, Antonio Sena, Raffaele Alagia, Gerardo Cirillo, Pinuccio Corona, Vincenzo Baldi, Salvatore Freda, Gerardo Sibilia, Raffaele Nesta (Sansone), Del Guercio Balduino, Salvatore Casale.

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Complesso musicale di altri tempi

Salvatore Conforti, Francesco Caprio e Giuseppe Di Masi

Foto degli anni '40

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Da sinistra: Emidio Alagia, Lorenzo Caprio, Nicola Conforti e Lorenzo Caruso

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Una serenata in onore di Eduardo prima della partenza per le Americhe

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Foto ricordo di un gruppo di soci della Pro Loco con il campione olimpionico Sante Marsili

Foto ricordo degli anni 50 a conclusione di un cantiere scuola

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Attualità

GIOVANI, TURISMO E PRO LOCO GIOVANI di Ernesto Donatiello

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questo processo inserendosi nel sistema Proloco, ma ora è tempo di dare una svolta al futuro di questa comunità se vogliamo avere tutti un futuro. Perché noi giovani semplicemente

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tre segmenti di mercato: turismo religioso, naturalistico e congressuale. Bisogna però lavorare in modo diverso per ogni segmento valutando le peculiarità di ogni singolo turista per soddisfarlo sotto vari punti di vista e creando economia per la comunità. E’ chiaro che tutto ciò diventa di difficile applicazione senza risorse di carattere economico, fattore che è spesso elemento di freno di qualsiasi nuova iniziativa. In quest’ottica diventa importante per la Proloco giovani essere il nuovo punto di riferimento per la comunità caposelese e il turismo in genere, deve fare da pungono affinché si risponda a bandi provinciali, regionali e europei nell’ambito turistico a fine di moltiplicare le risorse economiche a disposizione. Si deve ricominciare a lavorare nell’ambito del circuito Unpli (Unione Nazionale delle Proloco Italiane) anche per reperire risorse umane grazie al servizio civile che tale circuito propone e mette in atto annualmente. Se si fa parte di un circuito perché non lo si utilizza? L’importante è avere le idee e le capacità progettuali, perché se i progetti sono validi, non c’è parte politica che tenga, essi devono essere finanziati. Negli ultimi anni questi elementi sono davvero mancati alla nostra comunità. Di queste problematiche bisognerebbe iniziare a parlare con i giovani, con l’obiettivo di superare gli individualismi proponendosi sul mercato come una collettività e non come una somma di più operatori della filiera turistica, che agli occhi del turista appare sempre più divisa e non comunicante. I giovani a Caposele hanno iniziato

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partire dalla stagionalità fino a arrivare alla forte elasticità della domanda. Per affrontare e superare tali problematiche, tipiche anche del turismo Caposelese e di Materdomini, c’è assoluto bisogno di una serie di novità nell’ambito delle iniziative turistiche e di progettualità pluriennale da porre in atto per Caposele. Il ruolo del giovane in quest’ottica è centrale e fondamentale. Considerando i principi della Carta Europea della Partecipazione dei Giovani e le caratteristiche del turismo, infatti, è obbligatorio dar fiducia alla popolazione giovanile. Solo il giovane infatti ha una prospettiva diversa, ha la capacità di avere una visione futuristica della realtà tale da rendere possibile la stesura di una programmazione di lungo periodo con obiettivi perfettamente definiti. Sappiamo tutti che il turismo a Caposele, ma soprattutto a Materdomini, è un elemento trainante dell’economia, ma i veri cambiamenti possono arrivare solo dai giovani in Proloco e non. Se non vogliamo vedere il nostro turismo morire, dato che siamo una fase di maturazione del nostro prodotto turistico e la successiva fase è il declino, c’è bisogno di rilanciare il prodotto stesso. Penso che le parole chiavi siano quindi programmazione, quanto meno triennale, ma soprattutto interazione tra gli attori. Lo sviluppo turistico passa necessariamente dalla definizione di un obiettivo comune da raggiungere in un determinato arco di tempo, dall’analisi e dall’individuazione delle risorse disponibili per arrivare alla definizione dell’azione collettiva da intraprendere. Questo processo deve coinvolgere i giovani, le istituzioni, la Proloco, il Forum dei Giovani, ma soprattutto i privati, nella creazione di quello che in materia viene definito SLOT (Sistema Locale di Offerta Turistica), che ingloba tutti gli stakeholder del settore turistico per portarli a remare in un’unica direzione al fine di promuovere e quindi offrire “la località e i suoi servizi turistici” sotto un’unica immagine, quella di Caposele e di San Gerardo, apportando benefici all’intera comunità. Analizzare il turismo esistente è il primo passo; spesso sento parlare di interazione tra turismo religioso e turismo naturalistico, cosa che credo sia solo forzatamente esprimibile dato che sono due forme di turismo assolutamente differenti che hanno esigenze e capacità di spesa assolutamente diverse. Conseguentemente necessitano di due programmazioni diverse dove la domanda e quindi i servizi da offrire cambiano. Credo sia molto più facile legare l’attuale turismo religioso a quello congressuale. L’obiettivo primario da raggiungere è rendere Caposele un paese attraente tutto l’anno puntando a

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ue mondi a confronto che si uniscono per portare una ventata di novità nel territorio di Caposele: i giovani e il mondo del turismo. Argomenti assai complessi che uniti possono rivelarsi un grande successo, ma anche un completo fallimento. Ma chi sono i giovani, e cos’è il turismo? Possiamo parlare di questi argomenti senza saperne il significato? Troppo spesso, infatti, sentiamo parlare di mondo giovanile e di turismo in maniera superficiale senza andare a fondo riconoscendogli la giusta importanza. La Carta Europea della Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale, unico documento ufficiale che disciplina la “gioventù” in Italia, non essendoci al momento nessuna legge regionale o nazionale che disciplina le politiche giovanili, riconosce il giovane come individuo centrale della vita comunitaria e regionale, ma soprattutto individua tutti gli strumenti per la partecipazione dei giovani alla vita locale. Il turismo invece è definito dal WTO (World Tourism Organization) come “ l’attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per un periodo di tempo che va da almeno due giorni (minimo un pernottamento) ad un anno, per svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerativa all’interno dell’ambiente visitato”, ma soprattutto individua il turista come “chi soggiorna per un periodo superiore alle 24 ore, o almeno per una notte, al di fuori della propria abituale residenza”, altrimenti si parla di escursionismo. Sono due argomenti che possono convivere e combinarsi? I giovani hanno la possibilità di essere protagonisti attivi in questo settore? Tutto ciò necessita di molte riflessioni. In primo luogo ritengo che il mondo giovanile attuale sia fortemente influenzato da fattori esterni che ne limitano l’azione e la creatività. I giovani sono spesso solo nominati, ma troppo spesso non coinvolti, o coinvolti molto limitatamente e con poca possibilità di proporre le loro idee e opinioni. Ciò determina un completo allontanamento degli stessi da qualsiasi forma di partecipazione inducendoli ad una forte apatia e rassegnazione. Il giovane Caposelese però è anche fortemente votato alla critica e spesso non agisce, è capace di sottolineare le falle del sistema senza esporsi in prima persona per risolvere le questioni. Ma ci sono anche ragazzi che vogliono fare e non ne hanno la possibilità. Il mondo del turismo invece è un settore molto complesso che ha bisogno dell’apertura mentale dei giovani per sopperire alle problematiche tipiche che lo stesso ha sotto diversi punti di vista, a

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Il tabellone sperimentale installato all'ingresso del Paese

rivendichiamo spazio, il nostro spazio, perché questo nostro spazio negatoci oggi porta alla normale conseguenza della negazione del nostro futuro qui alle foci del Sele, perché questi giovani a settembre vorrebbero ripartire e non partire!

PROGETTO BLUE POINT CAPOSELE

Una straordinaria inziativa legata al turismo è in fase avanzata di studio. Si tratta di un nuovissimo ed efficace sistema di informazione turistica che l'assessorato al turismo del Comune di Caposele sta mettendo in atto. L'iniziativa ha a che fare con la trasmissione dei dati informativi e turistici tramite piattaforma "bluetooth" e quindi con grandi vantaggi sia in termini di risparmio e sia di

efficacia propagandistica. Ne parleremo più diffusamente nel prossimo numero e dopo i primi risultati ottenuti dalla sperimentazione sul campo.


Caro Giornale “La Sorgente”, quanto mi allegri, però...!?

Si scìnni abbàddi, picca chiù sotta r la surgènta ca stai carciràta tu puoi v’rè na casa shcasciàta ra la currènda, tàndu l’ha rotta!

NÒTT R SÀNDU LAURIÉNZU

Chiù nun s’avvèrt quera frshchézza c’arricriàva e càs e cantìn: li vini nuostri, ra inda r tin v’niénn fini, quanda allrèzza!

Ròppu nu juòrnu r sòlu cala tranquilla la nòtt sulu nu grèddu si sènd stàngu inda l’aria candà.

Ngèra a la Puglia na seta fort, e r culèra na grossa murìa, e l’acqua nostra, sola putìa purtà la vita e accir la mort.

Cùmm lu cielu si scùra e lu paièsu s’acquèta tremula na prima stella lènda si métt a brillà;

“L’acqua è d tutti, e s’àdda rà! P’cchè rà a bbév a chi nunn tèn è na missiona, è nu gran bbèn ca Capussèla sulu pò fà”.

prima na scìa, pò n’àta, pò n’àta ancora… r fuòcu a pocu a pocu lu cièlu tùttu si vér nzurcà.

Nun sò cuntrariu a ca juòrnu e nott l’acqua ca nasci ra la Sanità vai a li Puglisi, anna cambà! Nun sò cuntrariu, ma nun m’è fott!

No, nun si sàp p’cchè sulu stanòtt r stéll sèmbr’n tànda fajèdd pàccie inda l’oscurità.

Sulu t’nìmu, ognùnu ru ssàp nu pratu vèrdu ca mai ha vistu pìsta ngè sta luntànu, è guardatu a vista tràs nun pònn nemmènu r cràp.

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Nun dicu a bbùi: “Turnàtingi tòtta l’acqua che è nostra”, ì nun nzò scemu e senza coru; sulu, ca temu ca cu stu passu ngi jàmu p sòtta.

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Vulèss sulu, cc sarà mai? sènd chiù fort l’antica vòci, v’rè la trotta ca ròci ròci nata cundènda p l’acqua assài.

Vulèss ancora ca a na guardàta sotta lu pontu, lu coru si shcànda tandu p l’acqua; ca mò si spanda r s’affaccià e b’rè na lappàta. Ah, Capussèla, lu jumu è lu tùju, ru bbuò capisci? Nunn’è sbàgliatu asìggi tantu p quantu tu è ratu, mett ogni cosa a lu postu ch’è sùju. Tu lotta e spera, fai tuttu quantu quéru ca puoi p’cchè è nobile e giustu chier ru tuju: t’ l’ànna rà! Sandu Lauriénzu ti pozza aiutà. Mario Sista

CIAO!

Mi ricòrdu, quann’era uagliungiéddu, jurnàt bèll e càll e aria fina, fiùri, prufùmi, acqua cristallina, lu Selu frìddu e chiaru e lu t’niéddu chìnu r panni ra lavà e l’nzòl, e mamma mia p terra ngrunucchiàta ca nzapunàva rròbba ca, sciacquata s’ n’ stìa ròpp a assugà a lu sol.

Fràtimi e ìu, nfùssi e sp’nz’ràti, curriémmu allegri appriéssu a pisci e ran ca sùbbutu fuiénn ind’a r tan, ra l’all’rézza nostra spaindàti. Li sal’cùni ch’èr’n chiandàti priessu a lu jumu stav’n a guardà, accù li chiuppi auti, arr’criàti li zùmbi belli r la nostra età.

Mario Sista

H IV IO

Ngi sò a la Puglia, gruossi e capienti palazzi àuti cù marmi priggiàti cu port bèll, muri stucchiati e a Capussèla lu riéstu r niéndi.

Làcr’m chiangi la nòtt e nun si sa lu mutìvu, muta è la terra, ogni cosa sembra lu cièlu fissà.

A LU JÚMU

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Cussì ngi rìssuru e nui cretìni li rèmmu l’acqua cu tuttu lu còru. Lòru la vénn’n mò a pesu r’oru e a nui dui cauci cu tre carrìni!

TE

Chiù nun si vér, e sò cient’anni fùi cuntenda viérsu lu mar l’acqua f’stòsa. Lu jùmu appar assùttu e mìsuru, ah quanta rànni!

G EN

Mùpu è lu Selu, l’acqua è sparùta cc fìn ha fattu? E tu ru ssài? tutti mi rìcihn ca s n vai viérsu a la Puglia, totta gnuttùta.

Il Giornale, sempre, ha avuto ed ha, una funzione sociale importante, nella vita del cittadino, sia semestrale, bimestrale, mensile, settimanale, diário e, adesso, anche, via Internet. Ti aggiorna, ti rammenta, t’insegna, ti avverte, ti allegra tanto ma, a volte, ti rattrista. Ricevo, con orgoglio, il Giornale “La Sorgente”, editato dalla Pro Loco Caposele e diretto dal competente Ing. Nicola Conforti e il suo magnifico staff, con un design grafico avanzato, moderno. Mi trasporto agli anni primi, leggendo i grandi servizi giornalistici, elaborati da persone colte, preparate. Avvenimenti culturali, sportivi, folclorici, storici, critiche costruttive, paesaggi spettacolari, mostrando graziose stradette, piazzette d’un tempo, che tanto mi dicono, mitici luoghi che rammentano il passato. Le poesie struggenti del “saudoso” (1) Vincenzo Malanga, un appassionato incontestabile di Caposele. Le balsamiche espressioni nel dialetto locale, a volte un pò “grasse”, ma furbe, interessanti, storiche. Tra le fotografie delle sagre, eventi, osservo persone, che un dì, come me, avevano una chioma bionda. Oggi, il loro sembiante è cambiato, sono più sereni, allegri, partecipativi, però... N.D.R. seguono delle note critiche già riportate in altro numero Umberto Malanga

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Chiù nun si sènd sotta la via ddà addò na vota curria velòci nu jùmu gruòssu, la bella vòci ca l’acqua fréshca e chiara t’nìa.

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CHIÚ NUN SI SÈND

Mario Sista

La Vita C’è un tramonto a oscurarla c’è un domani a schiarirla. La vita è fatta di sogni e speranza con le sue brutture e le sue bellezze. La vita fugge come un’ombra. Come un fiore di breve durata la vita si concede e finisce

Andrea Del Regno

Sele Non c’è più donna A schiumare le tue acque Con il suo bucato sporco Tempi e modi moderni Per il benessere umano E il degresso ambientale Non più prede e predatori Soffocano le tue acque Rifiuti galleggianti Nell’attesa di una piena Per trascinarli via Caro fiume Com’è lontana la Paflagonia Quando le tue acque

Erano tante Per la gioia di chi le usava Nascoste E deviate le tue acque Defluiscono a valle Una piccola parte Poi raccogli in te il Minuto E tutti gli altri affluenti Li conduci fino al mare Il tuo eterno padre.

Ciao, Caposele, mirabile Terra! Tu ci insegni ad amare. È un anno che mi manchi, e a me, sembra ieri. Lieti pensieri, mi conducono a Te. Ti rivedo, in ogni Tuo particolare! Ciao, Parenti, Compaesani, nel rivedervi, assai m’allegro. Son vecchi, cari richiami d’infanzia. Ahimè, ogni volta che faccio presenza, c’è, sempre, una nostalgica assenza! Ciao, fiume Sele, indimenticabile amico, autentico cittadino del Luogo. Lo scroscìo delle tue acque, ancor mi culla! Ciao, Rovo, adorabile spino con dolci more, sorridi, nei miei sogni pungenti, nella mia spinosa e ardua vita! Recinti, in te, tanta biodiversità, oasi ecologica ineguagliabile! Ciao, Cardo, austero, gagliardo, artisticamente, genetico di tosco; abbondi nel vasto territorio osco! Ciao, Ciliegio pomposo, splendido in fiore, e in frutto, meglio ancora. Pianta superba, un effusivo abbraccio, al tuo lecito e libidinoso tronco! Propagasi un intenso aroma che, tenuo, m’invade, allora, io memoro qualcosa..., ma sì, è di quell’affascinante Rosa! Forte emozione, degli anni primi. Rosa, a te, un ciao speciale! Ciao, campi, valli, monti, conservo, di voi, ricordi giocondi, amore sublime, sentimenti profondi, seppur da lontano! Ciao..!

Michele Merola

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Roberto Notaro allenatore

nelle lontane e tortuose trasferte. Grazie a loro ai nostri giocatori non è mai pesato il fatto di giocare trasferta. A tutti gli altri, da chi ci ha visti giocare una sola volta, a quanti lo hanno fatto sempre va un forte e sincero abbraccio, perché vedere tanto affetto intorno a quanto abbiamo costruito, ci ha dato più soddisfazione anche della stessa vittoria. Per concludere pubblichiamo l’albo d’oro degli ultimi anni dei campionati Provinciali “Allievi” e “Giovanissimi” e i nomi dei venti campioni provinciali. Roberto Notaro

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…Caposele e Cicciano stanno facendo il loro ingresso sul terreno di gioco, ma la partita in realtà è cominciata molto tempo prima, agli inizi del mese di ottobre quando ci siamo rivisti di nuovo sul campo per prepararci al campionato Provinciale “Allievi”, nel quale sapevamo di dover affrontare ragazzi più grandi di noi (agli allievi partecipavano i nati dal 1992, mentre il nostro gruppo era formato da ’93 e ’94); questo ci avrebbe permesso di maturare ulteriormente, puntando soprattutto a migliorare il gioco e ad arrivare a quella fase della specializzazione del ruolo che la categoria richiede. Al gruppo campione provinciale si aggiunsero pochi ’92 ed iniziammo a prepararci per il campionato. Non voglio parlare di tutte le 22 partite che hanno preceduto questo pomeriggio di giugno, ma ci tengo a ricordare almeno alcune tappe fondamentali del cammino, flash e immagini per la memoria di quanti hanno vissuto con noi questo viaggio. Cominciamo dalla prima giornata, dalla vittoria con rimonta sul campo del Lacedonia per 1-3 su un campo ghiacciato, seguita dal 9 a 0 rifilato al San Nicola Baronia. Poi, i due risultati che ci hanno fatto cominciare a sentire più forti: il 3 a 0 interno con Lioni nel quale subimmo l’infortunio di uno dei nostri perni, seguito dal pareggio strappato negli ultimi minuti sul campo del Calitri, in quei giorni capoclassifica con noi. Poi il 2-1 interno…. contro l’Ariano Valle Ufita ancora imbattuto, seguito dalla doppia vittoria contro le squadre foggiane, Anzano e Appenninica, prima di andare a vincere fuori casa contro l’altra squadra di Ariano in un freddo pungente, per poi battere per 8 a 1 la Flumerese in casa. Nel girone di ritorno la musica non è cambiata: tutte vittorie ed un solo pareggio contro il Lioni che ci inseguiva, nell’unica gara che non ci vide brillanti come al solito; ricordo che per diversi motivi quel pari rischiò di lasciare degli strascichi, ma subito sapemmo confrontarci per tornare più forti di prima. A partire da quel momento vedevo il nostro gioco migliorare sempre più e continuavano ad arrivare vittorie, tra le quali voglio menzionare lo 0 a 1 di Ariano Irpino nella nebbia e in un clima di forte tensione, che ci lanciò verso la vittoria del raggruppamento che ottenemmo con tre giornate di anticipo. Questo ci regalava la prima gioia alla quale tenevo molto, poiché, ritengo, che sia sempre la cosa meno facile quella di vincere un torneo a girone, mantenendo la concentrazione alta per tanti mesi. Ma a quel punto nessun aveva più voglia di fermarsi ed ecco arrivare i successi della fase play-off commentati in apertura. Però un campionato, il campionato di questi ragazzi non è stato giocato solo nelle gare ufficiali, ma nei tanti allenamenti, quasi 100, che ci hanno fatto crescere. Ci siamo allenati sullo stupendo tappeto del Palmenta, ma soprattutto sul campo “Liloia” di Caposele, sotto la pioggia, il vento, la grandine, tra le pozzanghere, lungo le strade del paese, addirittura all’interno degli spogliatoi! Questi ragazzi, c’erano sempre a lavorare per migliorarsi, per migliorarci. A seguito di uno dei tre pareggi della squadra

durante il campionato, ricordo che un dirigente avversario ci aveva insultato sostenendo che vincevamo per fortuna; non gli risposi perché non meritava risposta, ma si sbagliava di grosso. Noi abbiamo vinto per un solo motivo: grazie al lavoro, che alla fine paga sempre. Mentre alle prime gocce di pioggia, probabilmente i nostri avversari saltavano gli allenamenti, noi eravamo sul campo a correre ancora con maggiore convinzione! Per questo ci scuseranno tutte le mamme che ne hanno riempite di lavatrici per causa nostra durante l’anno … ma credo ne sia valsa la pena: un grosso grazie a loro anche per questo. Poi, poi ecco la finale, il timore iniziale, la paura di deludere quello stupendo pubblico vestito di giallo; poi la calma, le contromosse, la tenuta fisica, la mentalità e la voglia di vincere di questi straordinari … di questi venti straordinari ragazzi. Uno a zero, due a zero. Partita finita, in vetta all’irpinia ci siamo ancora noi: CAPOSELE. Per quanto riguardo i miei giocatori a fine articolo troverete tutti i loro nomi, intanto preferisco non citarne nessuno perché, e non è retorica, chi è stato per la maggior parte del campionato in panchina non ha avuto meno peso in questo successo di chi giocava, continuando a sostenere chi andava in campo, aspettando il proprio momento. Abbiamo vinto tutti, giocatori, allenatore dirigenti. Ha vinto il Presidente Generoso, mio padre, che ha curato ancora una volta la parte burocratica alla perfezione e che grazie alla sua lotteria ci ha permesso di mettere insieme i fondi per affrontare con grande organizzazione questo campionato, senza dimenticare che ci è sempre stato al fianco anche sul campo, sapendomi spesso consigliare durante le gare grazie alla sua competenza tecnica. Ha vinto Donato Sista, che ancora una volta ha aiutato i ragazzi di Caposele più di quanto abbiano da sempre fatto molti politici, facendo lui sì politica concreta, preparando il campo nelle gare casalinghe e seguendo con affetto la squadra anche fuori casa. Hanno vinto i nostri sponsor: Massimo Chiaravallo (Biscotti San Gerardo) che oltre a contribuire economicamente ha seguito la squadra dall’inizio alla fine, tanto da divenire per i ragazzi O’Presidente. Hanno vinto i fratelli Rosania, Tonino e Geremia (Q8) che per tutto l’anno ci hanno fornito gratuitamente le bombole del gas per le docce a Palmenta. Hanno vinto tutti gli altri sponsor che hanno contribuito economicamente, ma anche seguendoci costantemente: Gerardo e Luciano Malanga (7 BELLO), Davide Liloia (MODA TENDER), Antonio e Pasquale Cifrodelli (AUTOCARROZZERIA CIFRODELLI), Antonio D’Elia (PITTURE E COLORI), Gerardo, Gianfranco, Adriano (AUTOCARROZZERIA FORD DI VINCENZO), Giuseppe Proietto (CHAPLIN), Salvatore Russomanno (FANDANGO), Russomanno Eugenio, Fulvio Borriello(PULCINELLA), Gerardo, Gaetano (VIAGGI VITALE), Maurizio Zarra. Ha vinto insieme a noi l’amico Tommaso Cibellis che anche quest’anno ha rivestito alla perfezione la carica istituzionale di assessore allo sport (a proposito grazie anche a Rocco e Donato che hanno tenuto il manto erboso in condizioni splendide) rappresentando l’amministrazione, ma che soprattutto è stato sempre vicino alla squadra con grande affetto. Hanno vinto, soprattutto, i nostri tifosi capaci di realizzare delle cornici da brividi sugli spalti di Caposele, seguendoci numerosi anche

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fosse già un risultato sensazionale e valutando in "scarse" le possibilità di vittoria, quest'anno, forti di questi risultati incredibili, tutti i tifosi si sono convinti che non si potesse che vincere. Il Partenio invaso da più di trecento caposelesi stava a testimoniare di un popolo pronto a far festa…

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nche quest’anno voglio commentare questo trionfo attraverso le immagini e le parole tratte da caposeleonline, con i commenti di mio fratello jerryholland. Per quanto riguarda il prologo queste righe dicono tutto, poi è giusto che parli io, per ringraziare, per far conoscere i protagonisti di questa nuova grande vittoria… C'è una data da aggiungere al calendario festivo caposelese del mese di giugno, una data che segue il falò di quartiere di Sant'Antonio del 13, e la scampagnata alla roccia di San Vito del 15: penultimo sabato del mese "Trionfo al Partenio!". Per il secondo anno consecutivo gli invincibili giovanotti dell'Olimpia Caposele hanno vinto il campionato provinciale di categoria. E' cambiata la categoria, dai Giovanissimi (15 anni max) si è passati agli Allievi (17 anni massimo), ma il risultato finale è stato identico: CAMPIONI! Potrei scrivere tante cose su questa squadra meravigliosa che ha riempito di orgoglio un intero paese ma in questo momento mi viene in mente solo una frase che Roberto Benigni pronunciò alla notte degli oscar del '99. Il nostro comico, quando fu chiamato sul palco a ritirare l'oscar come migliore attore, dopo esserci stato pochi minuti prima per ritirare quello per il miglior film straniero, disse candidamente : "ma che avete combinato? Prima ho già usato tutto l'inglese che conoscevo!". Provo la stessa sensazione, come posso commentare questa vittoria dopo aver usato tutti gli aggettivi possibili per l'insperato successo dello scorso anno? Come posso commentare, l'anno successivo, la riedizione di un evento che, temevo, fosse irripetibile? E' arduo compito ma ci devo quantomeno provare. Forse potrei partire da un immagine, da un istantanea animata, da un mix di maglie gialle, prato verde e suono di fisarmonica. Mancano pochi minuti alle diciotto del venti giugno. I giocatori ed i tifosi si abbracciano festanti sul prato del Partenio e dagli spalti il suono di una fisarmonica intona ritmi allegri. Gli addetti dello stadio, gente evidentemente sensibile a questo tipo di gioia, decidono che si può fare festa ed aprono i cancelli, i caposelesi non possono aspettare un secondo di più per abbracciare quella che è, senza dubbio, la più vincente squadra della storia del paese. Al centro del campo i giocatori abbracciano amici e parenti. Chi ride, chi piange. All'uscita del tunnel degli spogliatoi le due squadre che devono disputare la finalissima successiva, quella del campionato "Giovanissimi", attendono, divertite, che la folla liberi il terreno di gioco. Si, è questa l'immagine che noi sportivi caposelesi ci porteremo nel cuore, è questa l'istantanea del trionfo, la festa in campo e sugli spalti, la sintesi della simbiosi tra il paese e questi fantastici ragazzi, l'abbraccio finale che ha dato senso a tutto. I nostri ragazzi sono campioni provinciali ancora una volta, hanno vinto senza mai perdere in 23 partite, senza subire nessun gol nelle 5 gare ad eliminazione diretta, dopo aver vinto il girone eliminatorio con 11 punti di vantaggio sulla seconda classificata. Considerando questa stagione sportiva un continuum con quella dello scorso anno, arriviamo a 34 gare consecutive senza sconfitte. I numeri non dicono mai tutto ma, certo, aiutano a capire! Il cammino per la finalissima era stato una marcia trionfale con il girone eliminatorio vinto con 11 punti di distacco sulla più immediata inseguitrice, 50 punti su 54, nessuna sconfitta e due pareggi esterni con le rivali più accreditate alla vigilia, Calitri e Lioni. Nella fase a eliminazione diretta i nostri sono riusciti a fare addirittura di meglio, pareggiando il primo quarto di finale 0-0 ad Avellino contro la MAS e vincendo poi le altre tre partite (4-0 alla MAS AVELLINO in casa ed un doppio 1-0 all'Eclanese in semifinale). E così, mentre lo scorso anno eravamo arrivati in finale con la convinzione che

ancora una volta

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20 giugno 2009

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Sport

- PORTIERI: Russomanno Marcello, Lenza Lorenzo - DIFENSORI: Ceres Francesco ’94, Colatrella Giuseppe, Giuliano Giuseppe, Malanga Alfredo, Mariniello Lorenzo, Merola Vito, Russomanno Mattia - CENTROCAMPISTI: Ceres Francesco ’93, Ciccone Piero, Liloia Donato, Monteverde Rocco, Nisivoccia Leo, Patrone Rocco, Proietto Gerardo - ATTACCANTI: Caruso Angelo, Panariello Lorenzo, Russomanno Rocco, Russomanno Salvatore - ALLENATORE: Notaro Roberto - PRESIDENTE: Notaro Generoso - ORGANIGRAMMA; Sista Donato, Chiaravallo Massimo, Cetrulo Massimo, Ciccone Pasquale, Caruso Giuseppe

ALBO D’ORO (ultimi 8 anni) GIOVANISSIMI 2008/2009- Intermontoro 2007/2008- OLIMPIA CAPOSELE 2006/2007 - Altirpinia 2005/2006 - G. Carotenuto 2004/2005- A.F. Lioni 2003/2004- A.C. Solofra 2002/2003- F.C. Hermes Mercogliano 2001/2002- Falchi San Tommaso

ALLIEVI

2008/2009- OLIMPIA CAPOSELE 2007/2008 - F.C. Hermes Mercogliano 2006/2007 - U.S. Serino 1928 2005/2006 - Teoreo Montoro 2004/2005- Mugnano del Cardinale 2003/2004- A.C. Solofra 2002/2003- F.C.Hermes Mercogliano 2001/2002- Baiano


REDATTORI

di Cettina Casale

A chi parla arretu Lu culu r’sponn

La cera si struje E la prigissiona nun cammina

TE ***** Tuttu po’ ess’ For’ l’ommunu prienu *****

*****

La meglia parola è quera can un n’zi rici

Ogni acqua leva la set’

*****

*****

Jastema senza colpa Addu esci dda si corca

La pignata cu la senga Camba cchiù assai

*****

*****

Cani e figlie r’ puttan’ Port’ nun n’ chiur’n

Nu muorsu for’ ora Rai forza e culor’ *****

***** Chi ten’ cummirità e nun s’n’ serv’ Nun trova cunf’ssor’ ca l’assolv

Quannu lu m’lonu esci russu Ognunu n’ vol’ na fedda *****

******

***** Cummannà è meglio r’ o’ fott’

La cunfirenza È patrona r’ la mala crianza ***** P’ avè pietà r’ l’ati, r’ carn’ mije s’ r’ mange’n’ li cani *****

***** Ratti ra fa, cà la jurnata è nu muorsu

Avè pazienza e pigliàrlu ‘ngulu è una cosa.

*****

Maria Del Guercio alle prese con le matasse

Minguccio con alle spalle il caratteristico pagliaru'

*****

Chi ten’ nu mal’ Miett’lu m’bonda a nu palu

*****

Addu amici e addu pariendi Nin accattà e nun venn’ niendi

*****

Ru ‘ssupierchiu romb’ lu cupierchiu

*****

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Nun ‘ndi cresci figli r’ lati, nun dici li fatti tui a miglier’ta, nun ‘ndi fa cumbari li sbirri

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Ci vol’ mett’ lu pèru ‘ngimma a tott’ r’ pret’ Nun arriva mai

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La buscìa nun ten’ peru A chièr’ca a chièr’ca r’venta carusu

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addu’ n’gè nu Sandu assai miraculusu chi chiama gend’ ra tott’ bann’ r’ lu munnu. Nun’ m’ber’, però, uagliuni chi ioc’n’ a lu ruòciulu ind’a la pastocchia ne’ guagliott’ chi ioc’n’ a f’rrietti o fann’ la sittimana zumbann’ n’gimm’a n’anga sola, ne’ giuvinotti chi fann’ a mazza e pezz’ru. R’ nott’ nun send’ s’r’nat’ R’ quitarr’ e mandulini o r’ riganetti A r’ femm’n bell’ Ra li loru nnammurati Nun send’ russignuoli candà Ind’a r’ cost’ E attuornu a lu cambanaru R’ la Sanità. Nun m’ber’ mangu ciucci cchiù, mangu muli chi tir’n’ r’ carrett’, e mangu l’acqua grossa ver’ chi s’hannu n’ghiusa… Ma stu paiesu, cumm’ cangia cangia r’man’ semb’ lu cchiò bellu r’ lu munnu: lu tieni ind’a li p’nsieri, addov’ vai vai t’attira cumm’a na calamita, e appena tuorni ti vatt’ lu coru ind’a lu piettu e f’nisci r’ suspirà.

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Chi ven’ a Capussel’ L’acqua ver’ Angora ca’ fui Ind’ a lu iumu Ma nun droppu: è acqua ianga cu la sch’uma quannu vatt’ ‘ngimm’ a r’ pret’ e r’ trott’ chi zomb’n e fuiun’. Ver’ lu castieddu Ca stai carenn’ Chi era r’ lu principu R’ lu paiesu Tantu tiembu fa E li parzunali Li purtav’n ru granu E rat’ cos’ r’ for’ Chi mò è senza cultivà. Ver’ mundagn’ cicirin’ tuornu tuornu Ver’ la Sanità Addov’ n’gè la ghiesia E lu quadru r’ la Maronna Chi n’gapu ten’ Na crona r’oru. Ma ver’ puru Nu paiesu cangiatu; cas’ nov’, palazzi r’ scola e machin’ passà r’ tutti tipi, chiazz’e bij neur’ cumm’ a li carvuni addov’, quannu n’gè lu solu, r’ scarp’ si m’bizz’c’n’ n’gimm’a la catramma; ver’ po’ Matriddommini cu na’ ghiesia nova e nata vecchia

detti

di Vincenzo Malanga

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Chi ven' a Capussel'

Cuscienza e soldi hanna passà p’ una manu

***** Cu monach’, prieviti e cani È stà semb’ cu’ na mazza mmanu

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Dall'Amministrazione Comunale

Il primo anno di amministrazione della lista "Caposele nel cuore"

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Il Sindaco Pasquale Farina

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La nuova Amministrazione Comunale di Caposele, con impegno e dedizione, ha superato lo scoglio del primo anno. Dopo una prima fase di naturale adattamento a meccanismi nuovi e, in alcuni casi, anche contorti, l’azione dei primi 365 giorni di buon governo della lista del “Cuore” si può riassumere nell’elenco di seguito riportato che non è sicuramente esaustivo ma può dare la dimostrazione pratica di un lavoro continuo ed immediato messo in campo dai nuovi amministratori:

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1) Arricchimento arredo urbano mediante panchine, fioriere, piccoli interventi di sistemazione nel centro urbano; 2) Politica di contenimento degli sprechi: - Rinuncia all’indennità di carica del Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali di Maggioranza; - Riorganizzazione dei servizi comunali di energia elettrica e telefonici su tutto il territorio; - Diffusione con copertura totale del segnale wireless adsl e relativa dotazione dello stesso a tutte le strutture comunali; - Sistemazione parco macchine; - Nuova organizzazione informatica degli uffici comunali; 3) Immissione nel condotte idriche del centro urbano di Caposele delle acque della sorgente della Sanità; 4) Attivazione del Piano traffico (Caposele centro); 5) Lavori di ristrutturazione e completamento “Nuova” Piscina comunale; 6) Nuovo affidamento della gestione Piscina comunale; 7) Adozione proposta di PUC; 8) Attivazione del punto Vaccinale; 9) Approvazione progetto per l’energia rinnovabile eolica; 10) Attivazione della Porta del Parco; 11) Attività di tutela ambientale: - Ripristino efficienza vasca di stoccaggio zona Petrito, - Bonifica di diverse aree ricadenti nel territorio comunale (area adiacente allo svincolo Caposele della Fondo Valle Sele, ponte Minuto, bosco Difesa e area ex scuola Norvegese); - Campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti; 12) Consultazioni con l’Acquedotto Pugliese S.p.A.per aggiornamento convenzioni; 13) Completamento lavori del Parco Fluviale; 14) Completamento lavori del Museo delle Acque; 15) Avvio e conclusione lavori del Ponte Tredogge; 16) Lavori parcheggio zone Lavanghe (in fase di ultimazione); 17) Completamento lavori Alloggi popolari località Coste e pubblicazione bando per la loro assegnazione; 18) Avvio lavori Alloggi popolari località Piani; 19) Realizzazione strada di collegamento Materdomini – Castelnuovo; 20) Avvio procedura del nuovo progetto parcheggio urbano multipiano; 21) Approvazione Piano videosorveglianza; 22) Avvio progetti su fondi europei per: - Sistemazione area bosco Difesa; - Sistemazione località Canale e zone limitrofe; - Nuovo centro di comunicazione musicale e multimediale ex scuola Pianello; - Progetto di adeguamento e sistemazione località Chianche; - Progetto di adeguamento e sistemazione località Buoniventre; - Predisposizione progetti preliminari strade comunali rurali; 23) Puliziastrade rurali Buoniventre; 24) Completamentolavori di risanamento a valle SS 165.

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riteniamo che le entrate comunali sono frutto del lavoro dei nostri cittadini. Sarà, poi, irrilevante, ma abbiamo chiuso l'epoca degli strumenti urbanistici ricchi di varianti, e il PUC varato si presenta nella sua concretezza e nel suo realismo come atto utile a stimolare lo sviluppo e non il libro delle fantasie in cui si intrufolano di tanto in tanto i più furbi. E non ci sono i presupposti, come dice l'Arcobaleno, per costringere i nostri concittadini ad emigrare e ad organizzare la propria vita lontano da Caposele. Negli anni passati e con le precedenti amministrazioni per questa piaga non sono state mai cercate soluzioni o quantomeno creato le condizioni per alleviarla, se ne ricordano ora e vogliono addebitare le colpe a chi amministra solo da un anno. Né si può imputare all'Amministrazione Farina di non aver realizzato "grandi opere pubbliche". Intanto abbiamo sbloccato ciò che altri avevano ingarbugliato e se non è stato cantierato altro, in tutta evidenza, la colpa non è di chi eredita il deserto, ma di chi in anni passati non ha prodotto e non ha inviato progetti ai vari enti. E il deserto è stato trovato sul fronte del turismo, sui PIP destinati agli artigiani che se aggiunto a certi macchinosi rapporti con l'EAAP (che dovevano partorire grandi risultati) e a quel pasticcio creato coi crediti dei prefabbricati, offre l'immagine vera dell'allegra gestione che ci ha preceduto. Di certo l'Amministrazione in carica sta lavorando molto per recuperare ritardi di altri e per attuare il suo programma, ma nella condizione inedita di chi si deve confrontare anche con la recessione economica dell'Italia, a causa della quale, molte fonti di finanziamento pubblico, quando non prosciugate; risultano ridimensionate. Ciò nonostante noi lavoriamo gratis e senza interessi e garantiamo l'impegno che avevamo promesso in una campagna elettorale che, in ogni caso, Caposele ha vissuto come una grande svolta.

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o ringrazio "La Sorgente" per l'ospitalità offerta all'Amministrazione Comunale da me presieduta di pubblicare il bilancio del primo anno di attività. Ringrazio ancora di più che io lo possa accompagnare con alcune considerazioni in risposta a qualche manifesto affisso e a qualche depliant circolato tempo fa, tendenti ad accreditare un'immagine falsata della maggioranza consiliare. Esordiamo, allora, col precisare che, quanto scritto sul manifesto e sul depliant dimostra ancora una volta che a parole si può dire di tutto e il contrario di tutto, ma per fortuna sono i fatti quelli che contano, e i fatti sono elencati nel resoconto del primo anno di amministrazione della lista "Caposele nel cuore"; e dicono ancora che mentre la precedente amministrazione aveva privato i cittadini di Caposele di servizi importanti (Macello Comunale, Punto Vaccinale, etc...), noi, compito non facile dopo che un servizio si è perso, con pazienza, caparbietà e lavoro siamo già riusciti a ripristinare, il Punto Vaccinale, per la gioia di molte famiglie che non devono percorrere più alcuni chilometri per adempiere a un obbligo che la legge impone. Continuiamo col dire che dopo 15 anni di opaca amministrazione in cui sono stati protagonisti sempre gli stessi personaggi, e, durante i quali si è sollevato solo fumo per confondere le tracce e per offuscare la vista dei più, liberare Caposele dalle nebbie è di per sé già un risultato. Vorrei dire agli "amici" di Cittadinanza Attiva che noi saremmo pure dei "modesti esecutori di una democrazia arrangiata" ma quantomeno si è ritornati alla democrazia dopo anni in cui la politica è stata per davvero un paravento di compromessi, di furberie ed altro. Né io ritengo un'offesa l'accusa lanciata di "ordinaria amministrazione" dal momento che in passato nemmeno ordinaria amministrazione si faceva: prova ne è che il complesso del patrimonio da tutelare, iniziava ad essere intaccato nella sua consistenza, a causa delle ben note esposizioni debitorie del Comune. E noi ci stiamo impegnando e sforzando di raddrizzare il timone di una barca che ormai era diretta verso gli scogli del dissesto economico: tutti sanno che i dissesti economici sono pagati dai cittadini (e non da chi li ha provocati) e noi stiamo cercando di evitare tale eventualità, e ci stiamo riuscendo. E lo stiamo facendo senza gravare sulle tasche dei cittadini, in presenza di minori entrate da parte dello Stato, rinunciando all'indennità spettante agli amministratori e cancellando le spese inutili e talvolta stravaganti che in genere erano il frutto di una politica distratta, di una gestione non rispettosa delle casse comunali, del tipo "non sono soldi miei, quindi non mi interessa come si spendono". Noi abbiamo invertito questo modo di pensare perché

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L'inaugurazione della NUOVA piscina comunale

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Dall'Amministrazione Comunale

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i cittadini attori principali

Ass.re Vito Malanga

siano pienamente consapevoli dello sforzo compiuto per risolvere i numerosi intoppi che si sono succeduti nel corso del tempo. Dicevo che si è parlato con molta foga e superficialità di questo progetto, ma non si è mai adeguatamente, evidenziato che questa amministrazione ha sempre cercato di ridurre al minimo i disagi per la popolazione: disagi dovuti soprattutto a fatti di natura diversa dalla mera esecuzione dei lavori. Il principale ostacolo incontrato, ancor più delle brutte condizioni climatiche di alcuni periodi, è stato la contrapposizione insensata di un tecnico locale, che mancando completamente di buon senso, ha pensato bene di non collaborare con l’ impresa appaltatrice dei lavori e con l’ufficio tecnico per l’avanzamento degli stessi. E’doveroso però ricordare che entrambi i progetti redatti da costui e posti a base di gara sono stati oggetto di rilievi da parte delle imprese ; tant’è che l’opera oggi realizzata, con il parere favorevole del citato professionista, è una diversa soluzione progettuale, ovvero la proposta migliorativa presentata dalla ditta “Spitaletta Serafino” appaltatrice dei lavori. Non è piacevole affermare certe cose, o colpevolizzare qualcuno, ma quanto fatto rilevare è la prova tangibile di quale sia la versione reale degli accadimenti che hanno portato alla realizzazione di un’opera molto importante per il nostro comune. Evidentemente c’è qualche ingegnere che ama molto fare politica , insegnare etica e aspetti tecnici,

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impossibile cioè quella di lavorare e guadagnare divertendosi. Spero che lo spirito di allora sia da esempio per i ragazzi di oggi. Di fronte alla insensibilità e all’egoismo di alcune persone non si può rimanere inerti. Tutti coloro che si sentono responsabili e che vivono con una forte motivazione personale il degrado qualitativo delle risorse naturali possono rendersi utili contrastando in modo energico queste cattive abitudini. Anche il Procuratore della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi dott. Antonio Guerriero, invitato a Caposele da questa amministrazione in occasione di un convegno di carattere ambientale, lanciò un appello dichiarando che “i cittadini devono essere gli attori principali per la corretta gestione e tutela del territorio e dell’ambiente”. Proprio conoscendo tali problematiche l’Amministrazione Comunale sta cercando di salvaguardare maggiormente questa importante risorsa. È proprio di qualche giorno fa la ratifica di un accordo con un’associazione di volontariato per la vigilanza ambientale. Da sempre sono stato un sostenitore della figura del tutore ambientale perché chi opera in questo campo volontariamente darà sempre il massimo impegno e soprattutto svolgerà tale funzione con passione. Chiunque di Caposele si senta vicino a questi problemi oggi potrà dare concretamente il suo aiuto.

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quindi maggiormente sensibili. Tali aree sono state in buona parte bonificate ma l’ignoranza, l’orgoglio di essere disturbati in un gesto così facile da compiersi ha urtato la sensibilità di qualcuno, tanto che alcune di queste tabelle sono state divelte ed al loro posto ancora l’inciviltà delle persone tradotta in frigoriferi, cucine, pneumatici accantonati lì come sempre. Eppure l’abbandono dei rifiuti è sanzionato penalmente tanto è vero questo che mentre si bonificava la zona Ponte Minuto sono emerse alcune prove che hanno fatto scattare le indagini nei confronti di alcune persone che dovranno difendersi dinanzi ad un giudice penale. Tra le altre zone deve essere menzionato il vallone situato nei pressi della “Castagneta”. Qui sono stati rimossi circa 20 quintali di rifiuti speciali accumulati nel corso degli anni e diventati pericolosi non solo per le sorgenti del Sele ma anche per l’incolumità di noi caposelesi perché, con le forti piogge di quest’inverno, avevano quasi ostruito il deflusso delle acque eregendosi a diga. Infine un cenno al Bosco Difesa da anni abbandonato, trascurato, deperito e oggi finalmente lo si sta recuperando grazie anche all’ottimo lavoro degli operatori idraulicoforestali della Comunità Montana. Questa area pic-nic di notevole pregio è stata poco sfruttata negli ultimi anni; cercheremo di farla rivivere come agli inizi degli anni ’90 quando un gruppo di ragazzi riuscì in un’impresa difficile ma non

un pò meno ama pensare alla realizzazione delle opere che gli vengono assegnate. A dimostrazione di quanto affermato, basta ricordare i grandi ritardi del polo scolastico di Caposele : il polo venne aperto ed è divenuto utilizzabile dalla collettività solo dopo le dimissioni dei collaudatori (ed è inutile fare riferimenti a chi faceva parte di questi professionisti). Per quanto riguarda il ponte , voglio invece segnalare la professionalità di tante persone che hanno dato piena dimostrazione del rispetto dei ruoli e della condivisione delle scelte dei soggetti preposti a farle, in quanto espressione della volontà popolare. Infatti, si è dovuto attendere la revoca dell’incarico di questo tecnico che tanto ha scritto e fatto senza coinvolgere il codirettore dei lavori, per poter addivenire alla conclusione dei lavori e al collaudo del’opera. Penso anche che, senza questa decisione, peraltro condivisa da tutta la Giunta comunale, si sarebbe sprecato il lavoro svolto dall’ufficio tecnico comunale, dal progettista dell’opera, da chi ha redatto il piano traffico di Caposele, dal comandante dei vigili e dallo stesso co-direttore dei lavori ai quali va il ringraziamento dell’Amm.ne comunale. Ora però il ponte è aperto e il collaudo

di Angelo Ceres è stato eseguito, e ciò conta più di ogni altra cosa. Per questo motivo c’è piena soddisfazione da parte dell’intera maggioranza, per aver raggiunto il completamento dell’opera in tempi strettissimi: il ponte è stato chiuso completamente solo dal 15 gennaio al 20 febbraio 2009, dopo di che è stato fruibile a senso unico. Come vedete, chi vi scrive non è una persona abituata a lasciare i lavori a metà e cerca di portare a termine ogni iniziativa, con la dovuta considerazione dei fondi a disposizione, che sono sempre meno, ma sempre con la professionalità e la dedizione che, a quanto pare, non tutti hanno. Questa amministrazione non vende fumo e non fa chiacchiere, ma fatti, e realizza opere compiute e fruibili da parte dell’intera collettività. Non mi dilungo ad elencare le opere e gli interventi eseguiti in un anno da questa maggioranza perché penserà il Sindaco ad illustrare ciò, ma voglio consigliare ai nostri detrattori di vivere in modo diverso i prossimi quattro anni, di avere maggior serenità e soprattutto di non usare questi mezzi per attaccare una maggioranza che dimostra semplicemente impegno e attaccamento al paese.

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....BENVENUTI A CAPOSELE !

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del territorio e dell’ambiente

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IL PONTE TREDOGGE

arlare del Ponte Tredogge negli ultimi tempi a Caposele era diventata una moda diffusa, talvolta spropositata, ma di sicuro non sempre veritiera. Molte persone si sono permesse di dire e scrivere presunte verità e soprattutto pesanti accuse del tutto prive di fondamento. La popolazione di Caposele, che certamente non ha bisogno di polemiche inutili, assurde, false e tendenziose, ha dovuto assistere per troppi mesi ad articoli sui giornali, a vignette e volantini da scuola elementare, a campagne di voto online e soprattutto alla pubblicazione di foto relative ad un’opera mai appaltata (giusto per dovere di cronaca, erano riferite non al progetto posto a base di gara ma ad un progetto per il quale non vi è mai stata la copertura finanziaria). Tutto ciò era spinto da una manovra sostenuta da un gruppo di persone molto vicine a qualche tecnico locale, ma che fondava le sue basi su due aspetti di fondo: screditare l’amministrazione comunale, magari a vantaggio dell’interesse di qualcuno, e divulgare accuse e denigrazioni totalmente gratuite. Ma con quale obiettivo? Tuttavia, nonostante le mille polemiche e vicissitudini, l’unica realtà che vale la pena ricordare, essendo l’unico aspetto a totale vantaggio della collettività, è che il ponte Tredogge è stato interamente riaperto all’uso della cittadinanza. Tutto ciò deve risuonare forte nelle persone affinché tutti

per la corretta gestione e tutela

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periodi di crisi possono esser propizi, nel settore privato, per compiere dei buoni investimenti e contribuire così al rilancio o, quanto meno, a porre un freno alla recessione economica. Anche i governi delle varie nazioni, in periodi di stagnazione economica, propongono spesso, come valido antidoto alla crisi, l’incremento della spesa pubblica, principalmente attraverso la realizzazione di opere pubbliche. Generalmente chi investe è, essenzialmente, il cittadino singolo o associato in società di lucro (con notevole potenzialità economicofinanziaria); i soggetti deputati, invece, a fare spesa pubblica, sono gli organi centrali e periferici dello Stato, tra i quali gli Enti territoriali che, sono costantemente, negli ultimi anni, in difficoltà finanziaria. In questa condizione si trova anche il Comune di Caposele che, senza l’aiuto di risorse esterne, non può permettersi la realizzazione di costose infrastrutture. Gli sforzi effettuati dall’Ammini-strazione Comunale nel rinunciare alle indennità (Sindaco, Assessori, Consiglieri), nel razionalizzare le spese e nell’evitare sprechi, in un momento in cui le risorse provenienti dallo Stato vanno sempre più a diminuire contro le esigenze dei cittadini che vanno ad accrescere, il non aver aumentato la pressione fiscale (se non quella imposta dal governo) è già da considerarsi un risultato lusinghiero. Inoltre le risorse finanziarie previste dai POR 2007-2013, una delle principali fonti di approvvigionamento dei Comuni, fino ad oggi non sono state, per buona parte, utilizzate. Questo a causa di una presunta “distrazione” da

parte del legislatore che ha posto a carico degli Enti territoriali dei pesi fiscali (prima assenti) bloccando di fatto la possibilità di accesso verso queste forme di aiuti. Finanziamenti che consentirebbero di agire con interventi di valorizzazione delle aree rurali, del patrimonio culturale e di quello naturaleambientale. E proprio in quest’ultimo settore ho cercato di dare un’impostazione del tutto innovativa. Il primo obiettivo è stato coinvolgere gli alunni dell’istituto comprensivo organizzando delle giornate di educazione ambientale. Perché è sui ragazzi che bisogna puntare per garantire e garantir loro un futuro migliore; lo scopo è quello di far comprendere come il rispetto e la salvaguardia della natura si traducano nel miglioramento della qualità della vita. La prevenzione-informazione è proseguita, poi, nell’ambito della gestione dei rifiuti realizzando un convegno che ha visto la partecipazione delle imprese (commerciali ed artigianali). In tale contesto l’Assessorato alle Politiche Ambientali ha promosso la campagna di sensibilizzazione ambientale denominata “Fai la cosa giusta” distribuendo, presso alcuni commercianti ed artigiani, delle buste per la spesa totalmente biodegradabili (materiale plastico derivante dai cereali) invitando gli utenti all’utilizzo di questi sacchetti e di altri materiali totalmente decomponibili. Sempre per la tutela del territorio sono state posizionate delle tabelle (realizzate grazie all’impegno degli operatori idraulicoforestali della Comunità Montana), contenenti le prescrizioni per il corretto smaltimento dei rifiuti nelle zone usate come delle discariche e

Una fase dell'inaugurazione del Ponte Tredogge: il taglio del nastro.

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Politca

LA POLITICA COME ESPRESSIONE DELLA CULTURA di Giuseppe Malanga E DELLE ABITUDINI DELLE PERSONE

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un sostegno anche se non condiviso, amicizie che scoppiano, rapporti personali che si incrinano ed equilibri che saltano per diversità di opinioni o di modi di interpretare le vicende, minacce e offese pesanti che si ricevono per il solo fatto di essere avversario politico, o parente o sostenitore di una parte politica avversa, interessi privati che rientrano nella bagarre come se fossero prevalenti su quelli della collettività. Non ci si può legare ad un ponte o una strada che vengono realizzati in un modo o in un altro, non si può reagire sempre con invidia al successo di altri, non si può condannare a prescindere l’atteggiamento di qualcuno solo perché è un avversario politico. Capisco che quando ci si mette in gioco, si rinuncia a un po’ di privacy e si porge il fianco ad attacchi anche personali, ma ritengo che nel nostro comune si sia esagerato e ho sentito in molte persone una grande delusione per queste vicende spiacevoli. Negli anni in cui l’aggregazione e la condivisione sono il motore del successo, a Caposele si è preferita la rottura. Le aziende private, le nazioni in difficoltà, le grandi banche, i piccoli artigiani e persino gli stati della comunità europea hanno identificato nella cooperazione e nell’unione delle forze, l’unico modo per guardare al futuro. Oggi i piccoli hanno sempre più difficoltà a sopravvivere perché il contesto è diverso. Oggi le sfide si affrontano con coesione, con unità di intenti. E’ finita l’epoca dell’interesse del singolo sopra quello della collettività. Cosi come il Partito Democratico deve capire che con tutte le spaccature che ha al suo interno non va da nessuna parte, anche noi caposelesi, dobbiamo accettare che l’unico modo per non bruciare quei grandi punti di forza che ci hanno sempre contraddistinto, è la condivisione di un obiettivo comune: l’interesse della collettività. Non credo che sia molto difficile farlo anche nel nostro comune, ma la cosa deve partire dai cittadini, dalla cultura e dalle abitudini delle persone, solo in questo modo è possibile sfruttare al meglio le risorse umane e materiali che il nostro territorio offre, potendo guardare al futuro con ottimismo. Questo augurio spero che non sia pura utopia, o parole spese senza senso da qualcuno che ama ancora credere in certe cose, ma un ricco spunto di riflessione per tutti noi. Ecco, con questo voglio dire che solo noi cittadini possiamo, modificando la nostra cultura e il nostro agire quotidiano, impegnarci per ottenere un netto miglioramento della nostra condizione, attraverso un significativo cambiamento nel modo di fare politica. In questo, credo che noi giovani, anche se emigrati o se studenti fuori sede, possiamo dare un contributo significativo perché possiamo pensare che il futuro da costruire ci riguarda direttamente.

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o Franceschini, più dei voli di stato che di cosa volesse realmente dire eleggere un parlamentare europeo. Non è su queste basi, pertanto, che si può costruire la speranza per un futuro migliore, come invece augurava John McCain nel suo discorso alla nazione. Le numerose polemiche che accompagnano il post campagna elettorale, i veleni e gli strascichi di rancore sono un segno tangibile di arretratezza, di mancanza di valori politici. Ancor più grave è l’atteggiamento dei governi nei primi 100 giorni, quando l’obiettivo primario è spesso quello di distruggere gran parte delle cose fatte dai governi precedenti per il semplice gusto di dimostrare che era tutto sbagliato. E con questo non voglio dire che un governo non debba modificare scelte dei governi precedenti, ma semplicemente che non deve essere questo il “must” su cui costruire le propria attività. Un altro chiaro esempio di come sia possibile avere una forte inversione di tendenza e migliorare il modo di vivere di un paese grazie ad un modo nuovo di fare politica, lo abbiamo potuto constatare in una cultura per certi aspetti molto simile alla nostra: la Spagna. Solo 10 anni fa si trovava in una situazione di declino economico, politico e sociale, mentre ora si ritrova a ricoprire, con merito, una posizione di rilievo nella comunità europea e una condizione sociale di certo migliore rispetto al passato. Noi italiani possiamo sperare in un’inversione di tendenza nel breve o medio termine? Difficile, se non cambiamo modo di fare e di gestire la cosa pubblica. Peraltro dobbiamo riguardarci anche dal cadere ancora più in basso, sia da un punto di vista economico che politico e sociale, con l’esplosione di questioni, già ora molto delicate: sicurezza, immigrazione, potere d’acquisto ai minimi in Europa, tassazione ai massimi livelli mondiali, crisi dell’intero sistema e allontanamento dei cittadini dal mondo politico. In tutto questo, noi cittadini caposelesi non ci siamo certo distinti per atteggiamenti di natura diversa. Anzi, abbiamo enfatizzato e peggiorato situazioni e modi di fare che hanno da sempre contraddistinto la vita politica del nostro paese. Che in periodo elettorale ci fossero animi caldi non è mai stata una sorpresa, che si esasperassero situazioni talvolta persino paradossali poteva anche essere accettato (se limitate ad un singolo momento), che ci fossero sfottò o piccoli gossip poteva ancora passare, se contenuti e con i dovuti limiti di decenza, che si mettesse un po’ da parte la pacatezza delle persone poteva pure andar bene. Ma che si perdessero di vista tutti i presupposti su cui molti hanno da sempre costruito una certa posizione sociale o che ci si possa dimenticare dei rapporti e degli equilibri di una comunità, mi sembra davvero troppo. E’ giustissimo che si provi a far prevalere le proprie convinzioni e le proprie idee, nel rispetto della legalità e della collettività. Ma non si può ancora assistere a parenti che litigano perché si pretende che ci sia

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amato comune. Con le ultime elezioni, gli Stati Uniti hanno dato un forte segnale di reazione e di voglia di cambiare, trovando proprio in un modo diverso di fare politica la spinta per superare il difficile momento che stavano vivendo (lacune nel sistema economico, rapporti internazionali sempre più bellicosi, difficoltà sociali, ecc). La vittoria di Obama, che ha già ottenuto evidenti risultati dopo pochi mesi al governo, ha dato fiducia e credibilità, nonostante la crisi economica mondiale, ad un sistema che si stava sgretolando come un castello di sabbia. Emblematico però è stato il discorso del candidato John McCain, a sconfitta avvenuta. Quando ho ascoltato il video mi sembravano tutte parole strane e pensavo di non averne colto il senso per colpa della lingua, ma dopo averlo riascoltato ne ho dovuto apprezzare i toni e vorrei riportare alcuni passi: …Il popolo americano ha parlato e ha parlato chiaramente. Poco fa, ho avuto l'onore di chiamare il senatore Barack Obama per congratularmi con lui per essere stato eletto come nuovo presidente del paese che entrambi amiamo. …Io e il senatore Obama abbiamo avuto divergenze, ma sono tempi difficili per il nostro paese, e io questa notte mi impegno con lui a fare tutto quanto sarà in mio potere per aiutarlo a guidarci attraverso le tante sfide che dobbiamo affrontare. …Esorto tutti gli americani che mi hanno sostenuto a offrire al nostro presidente la nostra disponibilità e i nostri sforzi più convinti per trovare dei modi per marciare uniti, per lasciare ai nostri figli e nipoti un paese più forte e migliore di quello che noi abbiamo ricevuto. A prescindere dalle nostre divergenze, siamo tutti americani. E questa è la cosa che conta di più. … auguro buon viaggio all'uomo che è stato il mio avversario e che sarà il mio presidente. Non mi sembra di ricordare di aver mai sentito parole come queste in Italia, e ancor meno a Caposele. Dopo le elezioni ho sempre sentito parlare gli avversari e sconfitti di: “questo hanno voluto e questo si tengono”, “se uno come quello governa il paese/comune, che speranze abbiamo”, solo per rimanere nel limite della decenza. Mentre gli Stati uniti hanno ritrovato la speranza verso un futuro migliore, noi ci ritroviamo ancora ad assistere a campagne elettorali (ne sono un ultimo esempio le scorse elezioni europee) prive di programmi e contenuti, ma ricche di accuse e gossip spesso squallidi. Non mi permetto assolutamente di giudicare le motivazioni o la moralità delle persone accusate, ma di certo non è su queste basi che un cittadino deve essere chiamato ad eleggere il proprio rappresentante in un comune o persino nel parlamento europeo. L’assenza di contenuti non fa altro che alimentare le polemiche perché si rivolge il dibattito su altre questioni, talvolta solo folkloristiche, ma spesso indecenti. Nella scorsa bagarre elettorale si è parlato per esempio più di Noemi che di Berlusconi

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li accadimenti polit ici, sia a livello locale che nazionale e internazionale, suscitano sempre un grande interesse nelle persone, ma raramente se ne comprende il grande impatto che hanno sulla vita di ciascuno di noi. Il mondo politico è fortemente influenzato dal potere e dal denaro e, sempre più spesso ha dimenticato il suo obiettivo principale che è il benessere della collettività. Ritengo che in Italia, negli ultimi 10 anni, abbiamo avuto una profonda crisi del mondo politico ad ogni livello e un netto peggioramento del modo di gestire la res publica. Credo che questa sia una diretta conseguenza delle scelte fatte da noi cittadini, visto che gli atteggiamenti delle persone in ambito politico non sono altro che il frutto della cultura e del contesto in cui si vive. Ma se siamo qui non possiamo dare colpe a terzi, semplicemente dobbiamo capire dove si è sbagliato e provare a cambiare tendenza, partendo proprio dalla politica, che purtroppo ci mostra sempre più frequentemente episodi sgradevoli e diatribe prive di contenuti, ma raramente ci porta interessanti spunti di riflessione. E’ vero che c’è da considerare l’esasperazione di alcuni comportamenti nel corso della bagarre elettorale o di alcuni particolari momenti di una legislatura e ciò è di per se già discutibile, ma certamente più accettabile rispetto alle assurdità di cui sentiamo parlare ogni giorno e che ormai non sono più solo sporadiche eccezioni: l’assenza di valori, la ricerca forsennata del compromesso, l’attaccamento morboso alla poltrona, la sete di potere, l’utilizzo della cosa pubblica per questioni personali, l’abuso d’ufficio. Il problema non è l’essere di destra o di sinistra, il simpatizzare per Berlusconi o Veltroni, il vedere la cosa a livello comunale, regionale o nazionale. Il problema è diffuso e ormai si concede solo poche eccezioni. Faccio una rapida carrellata di episodi spiacevoli che hanno influenzato la nostra recente vita politica: voli di stato utilizzati impropriamente, squillo di alto borgo coinvolte nei palazzi del potere e in grado di mettere in discussione un intero governo, parlamentari (55% dalle ultime informazioni) coinvolti in processi o semplicemente indagati per reati anche gravi (associazione mafiosa, corruzione, ecc), televisioni e conduttori scomodi messi a tacere, ministri costretti a dimettersi perché sotto accusa proprio in Campania (concorso in concussione, associazione a delinquere, ecc), e si potrebbe continuare all’infinito. Io non sono mai stato un grande estimatore della cultura americana e anglosassone, pur avendone spesso decantato i punti di forza in termini di libertà, patriottismo, democrazia e sviluppo. Ma voglio sottolineare un aspetto che mi ha colpito piacevolmente per il popolo americano e che, allo stesso tempo, ha accresciuto la delusione per ciò che ho dovuto constatare in Italia e nel nostro


Ricerche storiche

di Ulderico Porciello parlare il suo trisavolo Cacciaguida rapportando la sua epoca corrotta con quella del trisavolo parca ed onesta. Il passato certamente ha offerto insegnamenti validi per la conduzione di una vita migliore. Ho cercato di dimostrare che in ogni epoca storica, di cui si conoscono vicende, date e personaggi, ma anche in epoche preistoriche, in cui il tempo non si misura a migliaia o a centinaia di migliaia di anni, ma a milioni di anni, l’uomo ha lottato per vivere e sopravvivere secondo la legge di Darwin e lotta e lotterà ancora nei secoli futuri. La conoscenza della preistoria, costruita dai paleontologi, servendosi di ossa di animali ed umane, di graffiti e di pitture rinvenute nelle grotte può avvolgere di un alone di mistero le vicende belle e tristi dell’età contemporanea. Qualcuno potrebbe asserire: Questa è una pagina ricavata dai libri di Storia. Purtroppo non è così. Lo storico si addentra in periodi di tre o quattromila anni, dandoci, però, notizie superficiali ed approssimative della preistoria. Bisogna ricorrere al paleontologo che, specie nel Novecento, è riuscito con una certa attendibilità, a cercare di conoscere milioni di anni della preistoria, dividendo il periodo in epoche, soffermandosi sulle varie glaciazioni, sui mutamenti climatici, sulle modifiche della flora e della fauna ed in ultimo sull’evoluzione umana. Lavoro difficile, ma con i sofisticati strumenti di ricerca di cui dispongono, possono darci delle notizie attendibili e veritieri. Io mi sono servito delle loro ricerche ed avrei potuto arricchire l’articolo di molte altre notizie, ma mi sarei dilungato molto. Sarà per un’altra volta, sempre se l’articolo piacerà.

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e servendosi di materiale altamente infiammabile come il fungo secco. Il fuoco servì innanzitutto per riscaldarsi dal rigido clima dei ghiacciai, ma anche per arrostire il cibo ed indurire le punte delle lance. Proprio in questo periodo s’incomincerà a creare una divisione sessuale del lavoro: l’uomo si dedicava alla caccia, mentre la donna si dedicava alla raccolta di vegetali e alla crescita della prole. La famiglia, poi, rispecchiava delle regole ben precise: divieto dell’incesto tra genitori e figli e tra fratelli e sorelle. Il matrimonio era monogamico piuttosto che poligamico, perché più donne significava più figli e, quindi, più bocche da sfamare e ciò non era possibile in un periodo in cui il cibo scarseggiava. Man mano l’uomo si servì di utensili sempre più elaborati come lance, coltelli di selce, raschiatori, bulini. Il tipo umano che abbiamo in questo periodo è il neandertaliano che è piuttosto basso, ha una corporatura massiccia, l’assenza quasi totale del mento, il cranio basso ed allungato. Era diffuso un po’ dappertutto in Europa: da La Chapelle-aux Saints in Francia a Ku Roba in Crimea. Seppellivano i cadaveri e risultò il primo uomo preistorico che seppelliva i morti. Tutto ciò, forse, perché credevano in un mondo dell’oltretomba. A circa 50.000 anni a.C. sparirono gli uomini del Neanderthal che vennero sostituiti dalla stirpe dei Cro-Magnon. Probabilmente gli uomini del CroMagnon proveniente dal Medio Oriente annientarono gli uomini del Neanderthal causando la loro estinzione. Questa fu l’epoca dell’uomo Sapiens che si servì della lama di selce. Comparvero i raschiatoi per la lavorazione della pelle ed i bulini per la lavorazione

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In Africa si riscontravano periodi di intense precipitazioni con periodi di completa siccità. Durante le precipitazioni il deserto del Sahara si copriva di vegetazione. Anche la specie umana era costretta ad adattarsi all’ambiente o ad emigrare o a soccombere. In realtà l’uomo pleistocenico, il cosiddetto cavernicolo, fu un animale tra gli altri e cercò come tutti gli animali di adattarsi all’ambiente. Era il più piccolo degli animali e dovette compiere enormi sforzi per sopravvivere. Due o tre milioni di anni fa costruiva dei rudimentali strumenti di pietra. Proprio in questo periodo non ben databile si verificherà il passaggio dall’ominide all’uomo,che assumerà la posizione eretta, incomincerà ad usare le mani: si avrà lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso. All’uso della pietra e del bastone non lavorato si sostituiranno bastoni lavorati e le pietre scheggiate. Non sappiamo quando l’uomo iniziò ad usare il fuoco: il più antico focolare è quello della grotta dell’Escale (Francia). Si servivano di ciottoli di fiume, delle schegge di selce e di palle di pietre, ma anche di bastoni lavorati per estrarre tuberi e radici dal terreno, di lance per colpire gli animali. Ciò risale a circa 1.750.000 anni fa. Nel paleolitico inferiore l’uomo si trasformerà in un cacciatore capace di affrontare, armato di lunghe lance di legno, grossi animali come l’elefante africano, rinoceronti, ippopotami, cinghiali e cavalli, imparò ad usare le trappole e partecipò a gruppi alla caccia. Probabilmente comparve anche il fuoco, circa un milione di anni fa. Inizialmente il fuoco fu prodotto da fenomeni naturali e solo molto tempo dopo fu prodotto dall’uomo, strofinando tra loro due pietre focaie

ultima parte

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Ötzi, la mummia del Similaun

dell’osso e del corno. Incominciarono anche ad apparire dipinti policromo di animali,come bisonti e renne,come fu rinvenuto nei dipinti di Altamira in Spagna. Si ebbero delle vere organizzazioni sociali, specialmente i Pavloviani, dediti alla caccia del mammut, un animale dalle grandi dimensioni che poteva essere catturato solo con la cooperazione di un gruppo di cacciatori. Le intelaiature delle loro capanne erano ricavate dalle ossa e dalle zanne di questi animali, come nel villaggio di Kostenki in Russia. I cacciatori si dedicavano alla caccia grossa: mammut, renne e cavalli furono le loro prede preferite ed il cibo incominciò ad abbondare e lo conservavano o affumicandolo o ponendolo sotto il ghiaccio. L’uomo incominciò anche ad adornarsi con collane e cinture. Anche il culto dei morti apparve più curato: i cadaveri venivano coperti di ocra rossa ed accanto vi ponevano utensili e riserve di cibo. E’ il periodo delle grandi pitture parietali, che si svilupparono dalla Spagna alla Francia (grotta di Pincevent), alla Russia come le “venere”, piccole statuette in avorio rinvenute a Dolni-Vestonice in Moravia. In Africa il Sahara era ricoperto da vegetazione e costellato da laghi e fiumi. Comunque questo fu il periodo in cui l’uomo si diffuse su tutti i continenti. Ciò fu dovuto principalmente all’inseguimento della selvaggina, specie nelle località dove abbondava di più. Dopo altre emigrazioni si affermarono popolazioni organizzate civilmente che si stanziarono lungo le rive dei grandi fiumi, come il Nilo, il Tigri e l’Eufrate e con esse entriamo nel mondo della storia. Questo mondo meraviglioso di notizie e di conoscenze costituisce il toccasana per coprire e dimenticare i malumori della vita. Spesso in famiglia si dice: il nonno diceva e giù una massima. Il Verga nei “Malavoglia” eleva il nonno Ndoni a profeta di massime che nobilitavano la vita. Dante Alighieri fa

Fra' Salvatore da Caposele

RICERCHE STORICHE

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Salvatore Grasso nacque a Caposele il 16 luglio l788 da agiata famiglia. Fin da bambino si distinse nella pietà cristiana e fu sernpre dolce ed amabile in casa con tutti. La sua vocazione notata dalla famiglia fu subito invogliata e messsa sotto la protezione d el Padre celeste. Da quel momentola sua vita fu solo un continuo perfezionamento di virtù e di carità. Fu scolaro volenteroso ed intelligente di filosofia e di teologia nei conventi di Roma e Velletri. Conoscitore delle opere di Mons. Agostino Gervasio rimase per oltre quarant'anni e fino alla morte nel convento di S. Maria degli Angeli in Torchiati di Montoro quivi coldusse vita penitente e mortificata e fu sempre vigile a combattere l'errore e a condurre i traviati a sincero pentimento. Dopo essersi elevato grazie alle sue non comuni doti e con la sua vita illibatissima e di santo, ammalatosi già vecchio, sentì prossima la sua fine e ne predisse il giorno. La mattina del suo ultimo giorno pur grave e sfinito, volle indossare l'abito monastico e ricevere la comunione e non appena l'ebbe ricevuta si addormentò in Dio in concetto di Santità il 29 febbraio 1868. Due anni dopo la morte nel fare la esumazione fu, trovato il suo corpo conservato intatto e senza rigidità cadaverica, ma flessibile in ogni suo arto. Il suo corpo viene ancora oggi venerato nel Convento di S. Maria degli Angeli di Montoro Superiore. Prof. Vito Donniacuo

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Le foto riportate in questa rubrica rappresentano

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una sorta di mappa tematica che abbraccia il presente ed il passato, l’effimero ed il permanente, il serio ed il faceto, il costume e le tendenze. E’ una raccolta appesa al filo della memoria, tesa verso un futuro di continua riflessione.

Grazia e Vincenzo Cibellis Gerardo Mariniello e Luca Russomanno

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Francesa e Donata Spatola

MariaLorenza Malanga

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Ing. Giuseppe Ceres e arch. Salvatore Marsico con il piccolo Vincenzo

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Rosita, Antonella, Maria e Rocco

Antonella Perna

Lorenzo Russomanno, Gerardo Ciccone Rocco Caruso e Guido Nesta

Marcella e Clelia

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Erica e Giusy

Anna Biondi Nicolò Chirico

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Gerarda Guarino e Giuseppe Malanga

Claudio e Eugenio Russomanno

Angelo Sturchio di Armando

12 Il gruppo degli amministratori con i tecnici ed alcuni cittadini presenti all'inaugurazione del Ponte Tredogge - (mercoledi 15 luglio ore 12,00)

Silvio Salicone e Vincenzo Casale

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L'Album de La Sorgente

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Angelo Sturchio di Alfonso

Miriam Sturchio

Gerardo Mariniello e Carmela

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Gerarda Rosania e Floriana Colatrella

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Rosalba Malanga e la nipotina Angela

Giusy Meo

Gerarda Melchiorre e Agnese Malanga

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Roky e Lisandro

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Tania Russomanno

Adamo Oxlei e il suo Pony

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Chiarina e le altre alle prese con i vimini

Lorenzo Corona e Gerardo Monteverde

Rocco Nesta e il suo bimbo Juri Gelsomino

Gerardo Fabio, Giuseppe Ceres, Nicola Liloia, Gerardo Nesta e Felice Caruso Anno XXXVII- Agosto 2009 N. 78

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La Scuola in Mostra

“ PAESE MIO ”

I bambini della scuola dell'Infanzia di Materdomini

Bisogna sentirsi sempre concreti, capaci, positivi e sinceri! Questo è l’augurio che il docente rivolge a tutti gli alunni della classe V B. Con molto affetto. Giuseppe Rosania

SCUOLA DELL'INFANZIA MATERDOMINI Progetto: "ANDAR PER SENSI IN CERCA DI SENS....AZIONI: L'ACQUA" AMPLIAMENTO OFFERTA FORMATIVA anno scolastico 2008/09

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importante per eliminare le diseguaglianze d’origine e garantire pari opportunità a tutti. Nessuna scorciatoia può essere consentita: “Applicazione, impegno, merito e studio devono essere le chiavi per una crescita individuale e collettiva sia di una piccola Comunità come la nostra, sia di un grande paese come l’Italia, che sembra confondersi e smarrirsi nell’effimero e nella frase … “tutto va bene”.

ISTITUTO COMPRENSIVO FRANCESCO DE SANCTIS CAPOSELE

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insegnanti: Di Masi Gelsomina Antonietta Rosania Gerardina

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Il Prof. Luigi Placanica in una performance di accompagnamento musicale di fine anno scolastico

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n due anni scolastici abbiamo realizzato molti elaborati culturali che abbiamo esposti in una Mostra per presentarli ai genitori, agli alunni delle altre classi e alla cittadinanza del nostro Paese, alla fine di maggio. Ciò che è stato osservato da molti visitatori ha rappresentato per noi un momento di studio e di lettura di altri testi, di elaborazione dei pensieri, di digitalizzazione dei lavori e di abbellimento degli stessi con varie tecniche grafico – pittoriche. Abbiamo prodotto ben nove Giornalini, ma per farvi capire l’entità della Mostra vi enumeriamo alcuni dati: abbiamo esposto 84 cartelloni, 33 oggetti di decopage, 173 letture, 72 poesie di poeti adulti studiate, 98 poesie inventate dagli alunni della Classe V B, 300 fogli di lavoro da dove traspare la trasformazione e l’apprendimento di questi ragazzi. Colpiscono le loro poesie, belle e semplici: le parole vengono utilizzate come macigni per esprimere i loro sentimenti, le loro aspettative, il loro desiderio di un mondo migliore come solo i ragazzi sanno fare. L’impegno sociale è raccontato attraverso i lavori: 4 Novembre “Novantesimo Anniversario della Prima Guerra Mondiale”, Un Natale diverso, Il Giorno della Memoria, 8 Marzo “La Festa della Donna”, Pasqua, Il Giornalino delle Poesie Inedite, Il 25 Aprile: “La Festa della Liberazione”, ma una citazione speciale meritano “I Giochi di una volta – dalla trottola alla play station” e i “ Sapori di Caposele ” per aver vinto il 1° e il 3° Premio del Concorso Provinciale Paese Mio nella sezione letteraria. Con il primo abbiamo rivolto delle domande ai nonni, ai genitori e a noi stessi per capire come si svolgevano i giochi di una volta in confronto a quelli di oggi. Ne è scaturito che i giochi di una volta, individuali e collettivi, sviluppavano la creatività e la fantasia e facilitavano la socialità, mentre quelli di oggi isolano i ragazzi, che sono attratti sempre di più da strumenti elettronici che ne accrescono le conoscenze. Con il secondo abbiamo costruito un Abbecedario delle Ricette Tradizionali del nostro Paese, ricercando le origini dei piatti tipici nel tempo e coinvolgendo anche i nonni e i genitori nella trascrizione delle specialità che sanno preparare nelle più importanti ricorrenze del nostro Paese. Gli alunni della V B hanno svolto tutto questo con molta partecipazione e volontà, a loro e ai loro genitori va il ringraziamento del docente, che con questa Mostra ha idealmente costruito un aspetto di Scuola che molti vorrebbero per i propri figli, una Scuola … maestra di vita, ricca di valori etici molto alti. Il potenziale di crescita di un paese o più in generale di una nazione dipende dalle conoscenze e dalle competenze dei suoi abitanti. Su queste si fondano l’utilizzo di tecnologie in continua evoluzione, la ricerca di livelli qualitativi della vita, l’innovazione dei prodotti tipici. La Scuola deve servire anche a questo e non la si può fare a costi zero. Essa è

Le maestre della scuola dell'infanzia di Caposele

Il maestro Giuseppe Rosania posa con i suoi alunni per una foto ricordo all'interno della sala mostre del Polo scolastico La sfilata degli alunni durante la manifestazione contro il fumo

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Le foto inserite in questa rubrica riflettono, con i loro tratti particolari, il carattere, la psicologia e finanche la cultura di un popolo. Continueremo ad occuparci di personaggi tipici sperando che la rubrica sia di gradimento dei

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nostri lettori.

Rocchino Mattia

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Giovanni Castagno

La piĂš piccola del gruppo "La Quadriglia"

Lorenzo Castagno

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Lorenzo Gervasio

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Vituccio Caruso

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Grazia Curcio

Idiuccio Vetromile e Giovanni Caprio

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Peppino e Faluccio Grasso

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La piccola Zanca in abiti tradizionali

Antonio Cifrodelli

Carmela Sozio

Antonio Calluso

Filomena Merino

SanitĂ Maria Cetrulo

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Almanacco

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Serena Corona

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Gelsomino Cibellis e Cadia Recce Sposi 10-05-2009

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Fuschetto Salvatore laureato in Ing. informatica il 24 febbraio 2009 presso l'università degli studi di Salerno.

Rosa Castagno di Lorenzo e Elisabetta Pallante

AUGURI

Tonino Rosania e Fiomena Liloia, 20 anni di matrimonio

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Dopo aver conseguito nell'anno 2005 la prima laurea triennale in "Mediazione linguistica"presso l'Università di Siena con la votazione di 110 e Lode, il 6 luglio 2009, Fabio Alessandra ha conseguito la seconda laurea specialistica in "Relazioni internazionali" presso l'Università "La Sapienza" di Roma - facoltà di Scienze Politiche - con la votazione di 110 discutendo la tesi: "L'evoluzione del principio della sovrana uguaglianza degli Stati nelle organizzazioni internazionali"

Il 3 febbraio 2009 Salvatore Casale si è laureato in Scienze Psicologiche del Lavoro presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi “Carlo Bo” di Urbino, discutendo la tesi “Leadership e Team Management”. Relatore prof. Stefano Raia. Al neolaureato gli auguri di tutta la redazione.

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In data 12/02/2009 Carmela Cuozzo si è laureata in “Banca, Assicurazione e Mercati Finanziari” presso l’Università “La Sapienza” di Roma discutendo la tesi in Economia e Gestione del Risparmio dal titolo “I Fondi Etici: il caso Valori Responsabili Obbligazionario Misto” e pervenendo ad una votazione di 108/110.

di Antimo Pirozzi

Fuschetto Angela laureta in Ing. civile per l'ambiente e il territorio il 23 febbraio 2009 presso l'università degli studi di Salerno.

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Lo scorso 23 Febbraio 2009 Maria Filomena Cuozzo si è laureata in Economia Aziendale presso l’Università “Parthenope” di Napoli. Ha discusso un’interessante tesi in materia di Organizzazione Aziendale dal titolo “Le metodologie di gruppo di selezione del personale”. La sua famiglia le augura sempre maggiori successi.

Roberta Meo in data 13 luglio 2009 ha conseguito la laurea in Scienze del Servizio Sociale presso l'Università degli studi Suor Orsola Benincasa.

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Lucio Nesta e Sara Sperotto Sposi 11.07.09

Rocco Guarino e Carmela Malanga 25 anni di matrimonio

Emidio Alagia ha compiuto 85 anni

In data 26 marzo 2009 Teresa Mazzariello ha conseguito la Laurea specialistica in Economia presso l’Università degli Studi di Salerno, curriculum in Analisi dei Mercati Finanziari con tesi “La governance delle banche minori. Alcune evidenze empiriche” pervenendo ad una votazione di 110/110 e lode N.78

Iscritto alla Pro Loco fin dal 1973, ha sempre partecipato attivamente a tutte le manifestazioni dell’Associazione. Ha sempre fatto parte del direttivo ricoprendo anche la carica di Presidente. Dirige con passione il Circolo Sociale dimostrando grande attaccamento e costituendo un punto di riferimento per i tanti Caposelesi che rientrano dall’Estero o dall’Italia nei periodi estivi o festivi. Il giorno 11 giugno scorso Emidio ha compiuto 85 anni. Gli amici della Pro Loco, felici per il suo giovanile

entusiasmo, si congratulano con lui e gli augurano molti anni ancora, in buona salute e con la stessa grande voglia di contribuire alla crescita sociale e civile dell’Associazione e del Paese.


Almanacco

Michele Feleppa N. 10.03.1934 M.06.01.2009

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Padre Carmine Coppola redentorista n.22.11.27 Sant'Antonio Abate NA m. 30.08.08 Pagani SA Missionario redentorista, ha trasmesso con giovialità il messaggio evangelico attraverso l'insegnamento, la predicazione e la guida come Superiore di molte comunità. Fu Superiore del Santuario di Materdomini per nove anni di seguito nei difficili anni del dopoterremoto. Sopravvive in noi che lo abbiamo amato un ricordo indelebile di un grande amore alla Madonna e di un intenso ministero sacerdotale.

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Angelo Scioscia n.08.10.1919 - m.22.11.2008

Gerardo Caruso 3.3.1930 - 30.05.0

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Concetta Amendola - 26.06.23 - 20.03.2009

Nicola Russomanno N. 1.09.1930 - M. 15.10.2008

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Leonardo D'Elia 11.01.20 - 26.02.09

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Peccatiello Carmelinda 10.07.1927 - 21.01.2009

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Rosa Pallante 4.03.1918 - 21.12.2008

Giuseppe Competiello deceduto nell'anno 2006 Rosina del Vecchio 09.06.20 - 04.02.09

Padre Sbino Rossignoli 18.08.23 - 21.12.08 Vincenzo Russomanno n.11-11-1923 m. 31-05-2009

In ricordo di Giovanni Lariccia

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oniamo riparo, oggi, ad un’involontaria omissione di un anno fa, quando Giovanni Lariccia, insegnante elementare di lunga data, si spense all’età di 81 anni. Raffaele Iannuzzi Giovanni Lariccia è stato un caposelese n. 19-12-1920 m. 03-07-2009 di adozione, essendo nato e cresciuto ad Amatrice in Abruzzo, terra sobria di cui andava orgoglioso, quando ne parlava con rispetto filiale. Non di meno si inserì nella nostra comunità senza particolare difficoltà, partecipando alla vita politica locale con entusiasmo; ricoprì, infatti, la carica di segretario di sezione della La redazione, nel D.C., in anni di duro scontro, ma anche ricordare con affetto i di lealtà, con il forte P.C.I. di Caposele. coniugi Competiello, Giovanni ha amato Caposele come lo esprime ai figli emigrati poteva amare chi ha voluto mettere qui in Canada, legati da radici non per costrizione. sempre alla Pro Loco Di Giovanni ricorderemo il suo ed alla Sorgente, il più devoto attaccamento alla famiglia, la profondo cordoglio. riservatezza e il rigore del suo lavoro

di maestro, al quale attribuiva una funzione insostituibile nell’educazione. Si accalorava quando qualcuno attaccava la scuola e gli insegnanti. Maestro d’altri tempi, si dirà, di cui, però si deve aggiungere, si sente tanta nostalgia oggi. Egli, forse, rivive nelle figlie che hanno seguito le sue orme di docente. E’ facile immaginarselo ancora tra noi, non visto, con accanto il suo Michele, che ha amato di più seguendo quell’antico segreto noto ai maestri: dare di più a chi più ha bisogno. Alfonso Merola

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COLLEGATI AL CANALE DE "LA SORGENTE"

1) LA MINI QUADRIGLIA di CAPOSELE 2) LA CHIESA MADRE DI SAN LORENZO CAPOSELE 3) UN ANNO A CAPOSELE: I GIOCHI DI UNA VOLTA 4) LA VORAZIONE DEI VIMINI CAPOSELE 5) ALFONSO MEROLA - ADDIO ALLA SCUOLA 6) L'ACQUA ABBONDANTE NEL FIUME SELE 7) LA FONTANA DI PIAZZA DAURIA CAPOSELE 8) LAGHETTO ARTIFICIALE CAPOSELE 9) ROBERTO NOTARO RACCONTA LA VITTORIA 10) LA PREPARAZIONE DELLE MATASSE 11) INAUGURAZIONE DELLA PISCINA COMUNALE 12) INAUGURAZIONE DEL PONTE TREDOGGE CAPOSELE 13) TUTTI INSIEME IN SICUREZZA: INTEGRAZIONE RAZZIALE 14) LA SCUOLA - PERFORMANCE DI FINE ANNO CAPOSELE

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YOU TUBE

http://www.youtube.com/periodicolasorgente

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San Gerardo - Il Nuovo Teatro all'aperto

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FOTO ARCHIVIO CONFORTI

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Il laghetto artificiale di Caposele - foto del 1979

La squadra degli Impiegati comunali in una foto ricordo del 1992 - Da sinistra in piedi: Donato Nisivoccia, Gerardo Melillo, Salvatore Russomanno, Segretaria, Generoso Notaro, Antimo Pirozzi, Ferdinando Mattia, Mario Nesta, Gerardo Luongo, Pietro Pallante, Giuseppe Aiello, Rocco Rutigliano; - Seduti da sinistra: Michele Zanca, Carmine Merola, Amato Patrone, Pietro Viscido, Pietro Cuozzo, Gerardo Fabio, Andrea Meo, Raffaele Spatola.

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