PERIODICO A CURA DELL'ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO CAPOSELE FONDATO NEL 1973
AGOSTO 2014 -
http://issuu.com/lasorgente
facebook La Sorgente Caposele
Direttore Nicola Conforti
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Reg.Trib. S.Angelo dei L. n.31 del 29.1.74 - Sp. in A.P. art.2 comma 20/c L.662/96 Dir. Comm. Avellino -sem.- Anno XLII -
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LA NUOVA PIAZZA SANITA'
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EDITORIALE
“Nulla Dies sine linea” è la frase che Plinio il vecchio riferiva ad un celebre pittore che non lasciava passare un giorno senza una pennellata, con il significato della necessità dell’esercizio quotidiano per raggiungere i risultati prefissati. Mi sono ispirato a questo “principio” fin dal lontano 1973, anno di fondazione de La Sorgente. In oltre 40 anni di impegno costante, continuativo e senza interruzioni, la Sorgente ha raggiunto un livello di tutto rispetto, sia per la qualità dei servizi forniti e sia per il livello tecnologico
della stampa. Questo risultato è stato raggiunto con meticolosità, con passione, ma con tanta fatica: ogni pagina richiama un ricordo, suscita un’emozione, esprime una soddisfazione. Ogni foto, ogni evento passato, ogni racconto, rappresenta una ricerca prodotta giorno dopo giorno, instancabilmente. Tanti giovani e meno giovani hanno reso possibile la realizzazione di questo “miracolo” dell’editoria: 56 pagine dedicate quasi esclusivamente a Caposele, senza alcun contributo da
parte di enti o associazioni e senza l’apporto economico della pubblicità. Questa lunga premessa ha l’unico scopo di incitare i giovani ad adottare lo stesso “principio” che, in sostanza significa impegno paziente, certosino, minuzioso e costante. E’ la chiave di volta per la soluzione di tutti i problemi. E’ l’ augurio che faccio a me stesso ed a questa gloriosa testata, che ho avuto l’onore di portare avanti per quasi mezzo secolo. L’augurio perché una luce, accesa tanti anni fa, possa continuare a brillare per molti e molti anni ancora.
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Lettere in redazione
di Francesco Ceres
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1. Foto panoramica – Editoriale di Nicola Conforti 2. Lettere – Dieci anni di Forum dei giovani 3. Il Corso delle Cose – 4. Eventi … e non solo 5.Forza e coraggio, un po’ di stabilità non mancherebbe 6. P.C. Impiegati in pensione – Spazio utile a valle del polo 7.Centro fieristico – Corso di potatura – Guardie ambientali e altro 8.Un Cantico antico ed una borsa di studio La difficile via delle buone scelte – 9. Non dimenticare Caposele – 10.Un evento istituzionale: dalla presentazione del n. 87 12.Un turismo sostenibile Il comune di Caposele alla BIT di Milano 13. Bilancio Attività Amministrativa – 14.Vitale Viaggi: il sogno caposelese Angelo Vitale, un talento caposelese – 15. Inaugurazione Piazza Sanità – 16. Addù vai accussì cuntendu? A pochi giorni dai miei 18 anni – 17. Paese mio, ti amo ancora – 18. Storia di una foto 19. Il passato, monito per l’avvenire 20. Quando c’era Berlinguer 21. La costruzione abusiva della chiesa della Sanità 22. Alla ricerca della “Convenzione” perduta 23. Dalla crisi economica alla crisi politica Parità di genere: una opportunità non un obbligo 24. Il PD incontra l’Amministrazione 25. La Sorgente ricorda 26. Redazionale n.175 27. La giornata del libro - Intervento del Sindaco 28. Scuola: alla ricerca della dignità perduta Ecomuseo. Il futuro della memoria 29. Statti cittu … 30. Cambiamento… si può fare – 31. L'albero di Natale: 33 metri di speranza 32. Gente di Caposele:IMario Sista (romano) 33.Gente di Caposele: prof. Nicola Cirillo Il gemellaggio Caposele - Priverno 34.Dall’Irpinia alla Valle del Sele In attesa della Festa – 35. Bilancio di una bella festa 36. Oltre la musica c’è dell’altro 37. Forum Materdomini e Turismo – 38. Vicende verificatesi a Materdomini 70 anni fa39. La nostra 28^stagione sportiva – 40. Storie di emigrazione – La cartiera papierfabrik 42. Lavoro per la vita – La Tredogge – di Giuseppe Casale 43. Ciò che il fuoco non ha bruciato 44. Voglia di mettersi in evidenza Caposele: attacco all’oro blu 45. Agricoltura, Turismo e Ambiente 46. L’abbandono delle aree interne47. Il nostro fiume: un approccio scientifico – Ampas Caposele, le attività 48. 2014 La Costituzione infranta 49. Il Barone del popolo Dall'Istituto comprensivo di Caposele 50. Storia e immagini 51. Caposele particolarmente 52. Una riflessione ad alta voce 53. Giorni lieti 54. Commemorazioni: Amato Patrone – Raffaele Grasso – Filippo Alagia 55. Gorni tristi: i nostri morti 56. Luoghi da visitare
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e amico Giuseppe Caruso, il Forum di Caposele è emerso a livello provinciale con l'assegnazione di vari progetti che, con i finanziamenti ricevuti, ci hanno permesso di svolgere al meglio le attività in programma. Ci ritroviamo ad affrontare questo nuovo ciclo con tanti nuovi amici e sotto il coordinamento di Vincenzo Iannuzzi, oramai veterano del Forum. Proviamo a partire in quarta poiché la stagione estiva è da sempre il nostro periodo piú florido. Oltre agli appuntamenti consolidati già citati prima, l'intenzione per quest'anno è di organizzare una giornata di festeggiamenti per il decimo compleanno. Per fare questo, peró, speriamo nell'aiuto economico da parte del Comune, di cui noi, e lo voglio ricordare a chi se ne fosse dimenticato, facciamo parte cosí come previsto dalla Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale. A nome del Forum dei Giovani di Caposele, vi invito a partecipare, ad intervenire, a contribuire con idee e proposte a tutte le attività in programma per questi mesi, che sono in continuo aggiornamento. Vi aspettiamo, dunque, alla nostra festa per spegnere tutti insieme le dieci candeline e accendere, ancora di piú, la nostra voglia di fare.
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osa c'è di piú attrattivo, per un giovane, del divertimento? Io direi un "divertimento alternativo", che miri a raggiungere obiettivi importanti, il cui scopo finale è l'aggregazione sociale. Questo fa il Forum dei Giovani di Caposele da ben dieci anni. Era infatti il lontano 2004, quando anche a Caposele si decise di costituire un organo che avvicinasse i giovani alle istituzioni, promuovendo il dialogo e il confronto tra essi. Dell' inizio di questa esperienza, io e gli altri amici del direttivo ricordiamo ben poco, vista la nostra età all'epoca, ma qualcosa di quegli anni è rimasta. Mi riferisco a quelle attività che, come una consuetudine, ci ritroviamo a riproporre ogni anno: "CineForum", "Caccia al tesoro", "campagna Telethon". Ma anche altro è stato fatto in questo primo decennio, e vorrei citare la partecipazione alla prima Scuola di Cittadinanza provinciale e l'organizzazione delle tante rappresentazioni teatrali. In questi dieci anni di vita del Forum ho apprezzato la dinamicità con cui tanti ragazzi, nonostante le grandi difficoltà che costantemente una comunità giovanile trova sul proprio percorso, hanno pensato e poi portato avanti le loro iniziative, fatte di sacrificio ma certo, anche di passione. Nello scorso maggio, il Consiglio Comunale ha modificato il nostro Statuto, portandoci alle elezioni per il rinnovamento delle varie cariche che compongono il Forum. Ricordo con piacere questi ultimi due anni in cui, grazie al lavoro del coordinatore
SOMMARIO
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DIECIANNI DI FORUM DEI GIOVANI
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Alla Direzione del giornale “La Sorgente” Egregio e caro Direttore, il 27 marzo scorso hai compiuto silenziosamente 80 anni. Casualmente ne sono venuto a conoscenza perché in tale data venni a consegnarti del materiale per il giornale e notai il clima di festa che circondava la tua casa. Nel ripensare l’avvenimento, ho ripercorso i tanti anni da che mi onoro della tua amicizia affettuosa. Nel 1972 mi trovavo in servizio ai seggi elettorali a Battipaglia quando lessi il tuo nome quale candidato alla Camera dei Deputati e divenni da allora tuo simpatizzante politico. Fui tra i primi iscritti alla costituenda Pro Loco Caposele, malgrado abitassi a S.Angelo dei Lombardi. Nel corso di oltre 40 anni di attività si sono avvicendati una infinità di avvenimenti in cui sei stato sempre il “trainer” di tutte le manifestazioni. Della tua carriera di docente ricordo tanti episodi, alcuni sono raccontati come aneddoti come quello che recita che tu da insegnante non sapevi bocciare, tanto amavi i tuoi allievi. Chi ti ha conosciuto ha avuto modo di apprezzare la tua saggezza, la tua elevata professionalità, la tua modestia. Solo con la tua tenacia si poteva far vivere un giornale come “La Sorgente” per tanti anni. So bene quali e quanti sacrifici si sopportano per portare a compimento ogni numero di giornale: fino ad oggi ne sono usciti 87e non ti sei mai arreso di fronte a difficoltà di ogni tipo. So che, per reticenza, a malincuore forse, pubblicherai questo mio scritto, ma ti prego vivamente di farlo. Non intendo con questo farti un elogio di maniera, ma soltanto esternarti tanta amicizia e tanto affetto e riconoscimento per le tante cose che hai realizzato e non solo nella professione di ingegnere, ormai Senatore dell’Ordine, di cui ricordo lavori molto prestigiosi come la Prefettura di Avellino e le tantissime case rimaste in piedi dopo il terremoto. Altri si occuperanno di scrivere una tua biografia completa; a me preme farti giungere un augurio speciale e particolare: che tu possa continuare per molti anni ancora a trasmettere alle nuove generazioni la storia vissuta, scritta e fotografata di Caposele e principalmente il tuo amore per il Paese. Auguri di cuore. Antimo Pirozzi
Caro amico lettore, La crisi economica che ha investito l’Italia e d il mondo intero, non poteva non toccare anche la nostra piccola attività editoriale. La forte lievitazione dei costi di stampa e di spedizione ha messo in seria difficoltà il normale proseguimento del nostro lavoro. Per mantenere lo “standard” di qualità raggiunto con gli ultimi numeri del giornale, è necessario un contributo straordinario da parte di tutti i veri amici di Caposele e de “La Sorgente”. Confidiamo nel tuo appoggio e siamo certi che non ci farai mancare il tuo incoraggiamento. Con tale auspicio porgiamo a te e alla tua famiglia i più cordiali saluti Caposele,3 agosto 2014
Il Direttore Ing. Nicola Conforti
Per inviare un contributo a La Sorgente intestare a:
La seleteca on line che comprende decine di pubblicazioni dedicate a Caposele
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Associazione Turistica Pro Loco Caposele C/C Causale: contributo a La Sorgente comunicazioni a: confortinic@gmail.com
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Continuiamo con questa serie di racconti brevi. Storie ed aneddoti su personaggi che hanno arricchito l’immaginario di Caposele nel corso dei decenni passati.
Cultura
IL CORSO DELLE COSE – parte settima
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campi da calcio, disseminati in ogni dove del mondo, sono cresciute figure che –in qualche modo- sono divenute mitiche: capaci di toccare il pallone coi piedi, come il poeta riesce a maneggiare le parole. A Caposele si è per lungo tempo favoleggiato su chi fosse il mito di tutti i tempi. Da piccolo sentivo pronunciare il nome di Manliuccio Di Masi, che io ho conosciuto più il là negli anni quando tornava a Caposele come agente di commercio di una nota, in quel tempo, marca di caffè. Ma credo che ognuno abbia segnato nella propria memoria il proprio personale idolo. Io non voglio andare lontano o perdermi in ricerche particolari. Per me il miglior giocatore di calcio che Caposele, lungo la sua storia calcistica, ha potuto ammirare sul suo disastroso campo, il “Liloia”, è stato Peppino Bruno (Peppino di Graziella). Peppino è stato un talento nella pratica sportiva, non ha caso è stato anche un grande podista, vincendo più volte la tostissima ed infernale “Corsa dei tre campanili”. Ma nel gioco del calcio egli è stato un fenomeno eccezionale. Infatti, al pari di Maradona e, oggi, di Lionel Messi, piccolo di statura, sapeva dialogare con il pallone come nessun altro. E’ stato capace di mutare verso alla partita, che fosse amichevole o ufficiale, con qualche sua fantasiosa invenzione. Ma se oggi dovessi collocare una sua immagine nella teca del calcio caposelese, sceglierei quella in cui, per stupire noi giovincelli della Sanità, ci istruiva a palleggiare con un’arancia. E, mi verrebbe da aggiungere, che palleggio! Non solo Maradona regalava al mondo una simile immagine. Peppino Bruno la regalava al nostro mondo, piccolo, antico, ma che vedeva nel calcio il solo gioco possibile. E noi guardavamo a lui come qualcuno da cui prendere esempio ma che sapevamo ineguagliabile. Perché ineguagliabile sarà, per lungo tempo ancora, il talento di Peppino Bruno, cioè Peppino di Graziella.
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Quella sera la sede della Pro loco di Caposele era piena zeppa di persone, come riusciva ad esserlo solo nelle grandi occasioni. E quella sera lo era. In tv si trasmetteva la partita di calcio Italia – Ungheria. La partita invero appariva noiosa e leziosa, tanto da provocare dei mugugni persino tra i tifosi più irriducibili. Ma com’è, come non è, nel calcio è sempre pronto il guizzo geniale, l’episodio inatteso. Ce l’offrì un centrocampista magiaro che, liberandosi dalla ragnatela azzurra, calciò un diagonale raso terra che superò il portiere italiano, credo Walter Zenga, e gonfiò la nostra rete. La platea prolochiana rimase pietrificata. Solo uno scricchiolio ruppe l’unanime, negativo stupore. Dal centro della sala si elevò dalla sedia, sulla quale era stato fino a quel momento compostamente seduto, la figura di Antonio Sena che, agitando le braccia a mo’ d’uccello, cominciò, per ossessa provocazione, a gridare: “Goal, goal, goal, Un-ghe-ria, Unghe-ria, goal…”. Nessuno ebbe modo di reprimere o contestare quello scatto di Antonio Sena. Riassunse la comune opinione solo Batore Rosania: “Antò, vafanculu, si semp’ tu…”. E poi una sonora risata collettiva. Sono certo che se stasera fosse stato con noi in una situazione analoga, egli avrebbe fatto lo stesso: “Goal, goal, goal, Uru-guay, Uruguay, goal…”. E non Batore, ma qualcun altro gli avrebbe detto: “Antò, vafanculu, si semp’ tu”.
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(Goal, goal, goal)
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a coppa del mondo di calcio che si è svolta questa estate in Brasile, ancorchè disastrosa per la nazionale italiana, ha fatto riaffiorare piccoli episodi minori, che arricchiscono la letteratura aneddotistica sui personaggi di Caposele, la cui memoria, a modo nostro, da qualche tempo ci piace cristallizzare in questa rubrica.
Facciamo un passo indietro. Sul finire del 1973 nella sede della neonata Pro Loco, per il gusto della visione collettiva, ma anche perché non tutti ancora possedevano in casa un televisore, pubblico delle grande occasioni. La sala era davvero stracolma, come si direbbe in gergo sportivo, in ogni ordine di posto e anche oltre. L’occasione era data dalla visione della partita amichevole di calcio tra l’Inghilterra e la nazionale azzurra. Nel tempio del calcio, cioè lo stadio di Wembley, si sarebbero incontrate le squadre storiche del football. L’Italia mai fino a quella data aveva vinto in casa degli inglesi. La serata –non poteva essere diversamente- era fredda e sullo stadio di Londra scendeva una pioggia sottile ma fastidiosissima. La partita nel suo complesso ne risentì. Ovvio che gli inglesi fecero la partita, mentre gli azzurri non provarono pudore a chiudersi a catenaccio in difesa. Nulla di altro da segnalare, dal punto di vista del gioco. Ma si diceva della sala stracolma della Pro Loco, che era stata fondata appena un mese prima. In queste occasioni saltavano tutti i giochi. Nessuna preferenza di scelta dei posti per i soci e neppure per i primi dirigenti del sodalizio. C’era talmente tanta gente che i più giovani stavano addirittura seduti per terra, appena sotto l’apparecchio televisivo. La prima fila raccoglieva i tifosi storicamente più accaniti. Tra questi, al centro, stava seduto Pietro Farina, “lu mupettu”. Pietro, che di mestiere faceva l’imbianchino, nonostante il limite d’essere sordo-muto, aveva un grande capacità relazionale che coltivava facendosi capire con un suo particolare linguaggio dei segni: gesti con le mani, espressioni facciali, sgranature degli occhi. Faceva di tutto, capendo gli altri, per farsi capire anche lui. Ma mai era riuscito a profferire una sola parola, se non suoni indistinti e non distinguibili. Dicevamo della partita. Noiosa al limite dell’abbandono, tanto più che ci si avviava anche alla fine. Ma nel
calcio, come in tutte le discipline sportive, mai dire mai. Infatti all’86’, dopo una respinta da parte della difesa azzurra di un attacco arrembante degli inglesi, scatta il contropiede italiano. Si libera bene la difesa poggiando su Fabio Capello, il quale a centrocampo controlla e appoggia verso Giorgio Chinaglia. Il centravanti scatta bene, allarga leggermente per evitare l’intervento di Mc Farland, lo dribbla e calcia forte trasversalmente. Shilton, il portiere inglese, si oppone come può, a mani aperte, e il pallone rimbalza al limite dell’area del portiere, dove Capello, che ha seguito l’azione, lo aggancia e lo mette in rete con un tocco lieve. Reazioni smodate scattano nella sala, tuttavia comprensibili per la portata storica di quel gol. Il clamore, che avrebbe provocato la bofonchiosa reazione di Matteo del bar a fianco (“ma c’ cazz m’anna alluccà sti sciemi”), si spense appena l’arbitro fece riavviare il gioco dal cerchio del centro campo. Quando tutti si sedettero di nuovo per gustare gli ultimi tesissimi minuti, Pietro Farina si alzò, si girò verso tutta la sala e, con tono perentorio e chiaro, più volte esclamò: “Ca-pe-llo, Ca-pello, Ca-pe-llo …”. Non ci fu il tempo affinché lo stupore della sala venisse pienamente elaborato, che l’arbitro fischiò la fine dell’incontro. Non suoni irriverente, ma il medico condotto del paese, Amerigo Del Tufo, alla fine, in strada, in uno dei capannelli che si suole formare in tali circostanze, ebbe a sostenere che Capello bisognava proclamarlo santo: “perché quello che, dopo tanti anni di implorazioni, non è riuscito a San Gerardo Majella, nel caso di Pietro, è riuscito a Fabio Capello”.
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(Ca-pe-llo)
di Gerardo
(Palleggiare con l’arancia)
In tempi di calcio moderno, fatto di schemi molto rigidi e moduli spesso matematici, fanno apparire lontane certe immagini che affollano i nostri ricordi giovanili. In tutti gli sconfinati
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eventi e... ...non solo
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La piazza della Sanità di sera
Gli organizzatori della festa brindano al successo della manifestazione
Il taglio del nastro
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Una gran folla ha assistito alla inaugurazione della piazza
Folla di curiosi ammirano i particolari della piazza
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IL "VII FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO" – L' IRPINIA e CAPOSELE IN VENETO
Ospite in rappresentanza della Campania è stata l’IRPINIA grazie alla partecipazione di IRPINIA TURISMO invitata a rappresentare la provincia di Avellino. Gli straordinari prodotti dell’Irpinia tra i quali i nostri P.A.T. (prodotti agroalimentari tradizionali) come gli Amaretti, le Matasse e il Muff’letto sono stati protagonisti anche in questa kermesse dedicata al gusto e alla autenticità. In un momento molto difficile per la Campania, l’Irpinia reagisce proponendo la genuinità e la qualità dei propri prodotti attraverso la partecipazione a fiere e a mostre del settore alimentare. E' stata, inoltre l’occasione anche per proporre la bellezza dei luoghi e le iniziative al fine di attirare flussi turistici nelle nostre aree.
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La pagina del Presidente
FORZA E CORAGGIO….E UN PO’ DI STABILITA’ NON GUASTEREBBE!
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Mattia
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oltre la vita associativa: "La Sorgente" innanzitutto, con elementi aggiuntivi sempre nuovi, come l’ultima evoluzione che presentiamo in occasione di questo 88° numero, la "Seletèca", riferimento informatico per approfondire ricerca e cultura locale, ma anche la diffusione di materiale promozionale (eventi, social ecc.) le feste stagionali, la presentazione di progetti che coinvolgessero diverse realtà locali e comprensoriali per la gestione e la valorizzazione territoriale, le altre iniziative puntuali. La Proloco Caposele, senza manie di grandezza e in piena disponibilità verso tutti coloro che sposeranno questa causa, continuerà ad operare, come e quando potrà, coi suoi limiti ma anche con le sue tante competenze, capacità, lo slancio e la sua naturale propensione alla valorizzazione del territorio e del paese. Ritengo e riteniamo che avere a disposizione, da mostrare, ma anche da vivere e condividere, spazi, storie, tradizioni, produzioni, strutture e luoghi, sia elemento positivo e da incentivare e non solo con l’obiettivo di favorire il turismo locale - che rimane comunque una opzione reale e una potenzialità da sfruttare al meglio - ma con l’idea costante di migliorare la qualità della vita nelle nostre realtà, un’idea per la quale credo che ognuno possa e debba spendersi senza il timore di avere sprecato il suo tempo. Insisto, la vera rivoluzione oggi è fare squadra, essere solidali, partecipare, confrontarsi e riuscire a mediare costantemente per la migliore soluzione per tutti senza offendere o svilire il contributo di nessuno! E allora: forza, coraggio e, certo, un po’ di stabilità non guasterebbe! Buona estate Irpina a tutti !
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di Concetta
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anche da fruitori locali di queste possibilità, che pertanto aiutano a curarle e le difendono perché avranno inteso profondamente che sono davvero patrimonio di tutti. Un nuovo risultato che segnalo con piacere è l’inizio del progetto “Meno è Meglio” realizzato grazie a diversi partners in tutta la provincia e ad un bando di Fondazione con il Sud dedicato alla buone pratiche in materia di educazione promozione ambientale i cui obiettivi generali sono: 1. Avviare processi virtuosi di riduzione della produzione di rifiuti, sensibilizzando le nuove generazioni di cittadini verso comportamenti che puntino alla valorizzazione del “rifiuto” e al rispetto delle ricchezze ambientali del territorio interessato; 2. Ridurre i quantitativi di rifiuti indifferenziati nei Comuni partecipanti al progetto, grazie alla diffusione di buone pratiche di differenziazione e di sistemi di premialità; 3. Valorizzare le risorse naturali, con particolare attenzione alle risorse idriche, patrimonio naturale del territorio interessato, facilitando nel contempo buone pratiche di riduzione degli imballaggi. Il percorso vedrà, a Caposele, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e i ragazzi della Pubblica Assistenza (ma anche di quanti altri vorranno partecipare) l’attivazione del Centro per il riuso dove si farà attività di recupero, riparazione e risistemazione di vari beni e oggetti come vestiti, mobili, elettrodomestici e materiale elettronico, evitando di mandarli a discarica e mettendoli a disposizione delle famiglie più bisognose, delle associazioni e della comunità del territorio. Ancora però, come pure dicevo qualche tempo fa, non si è abbandonata del tutto la tendenza a dare più importanza a chi pianta la bandierina che non alla bandierina stessa, a chi fa la cosa e non a cosa, a come o a per chi la fa…e questo, ripeto, è controproducente e deleterio. Riconoscere e sostenere la bontà di un’iniziativa o, di contro, evidenziarne i limiti ma preventivamente (e non solo dopo il fallimento, per trarne non si sa quale compiacimento) sarà il livello etico da raggiungere….proviamoci almeno! Per quanto ci riguarda, stiamo continuatamente cercando di adoperare tutti gli strumenti a nostra disposizione
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In generale posso testimoniare che il mini-tour ha continuato, anche dopo l’immissione del contributo d’ingresso, a riscuotere consensi e grande successo, tanto che si è rilevato un forte incremento delle visite rispetto al 2012. Infatti le presenze registrate da maggio 2013 a marzo 2014 sono state circa 3000, a fronte di oltre 120 visite guidate (in genere prenotate per tutto il mini tour). I gruppi organizzati, provenienti principalmente dalle regioni limitrofe (Puglia in primis, ma anche Campania, Calabria e altre zone con pacchetti turistici integrati a cui hanno associato anche la nostra offerta) sono stati composti spesso minimo da 50 unità mentre i gruppi scolastici spesse volte sono stati anche più numerosi. Ricordo per correttezza e completezza, che il servizio, si basa su visite guidate da soggetti formati a tale scopo, che su base volontaria prestano la loro opera e su prenotazione (obbligatoria, per il momento) accompagnano i visitatori. E’ tutt’ora in corso il terzo corso di formazione che cercherà di garantire un turn-over migliore per il servizio. Colgo nuovamente e con piacere l’occasione per ringraziare i ragazzi che ci stanno supportando con reale abnegazione e passione anche in questo percorso, gli operatori di Materdomini che con pazienza, valutandolo positivamente, stanno integrando nei loro servizi anche questa proposta, e gli operatori locali di AQP, che nei confronti di questo servizio (e dei ragazzi in particolare) stanno sperimentando un senso di vera e propria cura! Grazie davvero. Bisogna però che tutti sostengano questa attività, ognuno per quanto di sua competenza ma, soprattutto, non solo nelle fasi di start-up, quando l’entusiasmo è tanto e magari ci sono più risorse, ma nel tempo, per farle radicare utilmente, istituzioni ma anche cittadini informati, che, ad esempio, possono supportare questo sistema ancora (per sua natura) non ordinatissimo, con la corretta informazione riguardo alle possibilità e modalità di visita, diventando tutti, moltiplicatori di buona accoglienza e promozione di tutte le possibilità offerte al visitatore che viene nel nostro comune, ma
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el mio scorso articolo, che riprendo per una forma di tradizione che si sta consolidando, scrivevo dei tempi e dei modi nuovi che dovremmo implementare come Comunità per non perdere la sfida del miglioramento della qualità della nostra vita a Caposele, obiettivo da condividere responsabilmente e al quale concorrere, ognuno per sua competenza, e che non certo può o vuole essere perseguito solo dalle associazioni come la nostra, anche se questa sfida è parte integrante della nostra mission. Scrivevo, affrontando il discorso genericamente, che “alle decisioni e alle azioni utili si arriverà, ci si dovrà arrivare solo insieme, in modo solidale”. E ne sono ancora profondamente convinta, ma certo non posso dire, oggi, che non ci serva almeno un pò d’incoraggiamento. Voglio ancora metterla così, non per una forma malsana di buonismo di maniera, ma per una (altrettanto malsana?) profonda convinzione rispetto al riscatto sociale che si concretizza solo “dal basso” da chi per primo avverte certe necessità, quotidianamente. Spero di tradurre correttamente il mio pensiero, intendendo questo incoraggiamento, come collettivo, di comunità. Non è solo un “appello energetico” il mio ma l’esigenza di scrivere per esternare e fissare quello che ultimamente, e sempre in più occasioni si sta dibattendo anche nella nostra o attraverso la nostra associazione, cosa che ritengo utile non solo al dibattito, che pure è necessario, ma a tutto il percorso socioculturale da affrontare. E allora, visto che il “quanto di competenza” della Proloco Caposele è fatto fondamentalmente di iniziative diverse, di progetti realizzati anche a scopo divulgativo, di collaborazioni ma anche di tentativi, di prove tecniche, di lanci che, si può obiettare, non sempre danno il risultato sperato ma, altrettanto onestamente, di dovrà ammettere che sono sempre fatti con le migliori intenzioni, vorrei aggiornare i lettori sulle nostre attività recenti, sempre nella speranza e con l’intento, dichiaratissimo, di avvicinare e integrare altre opinioni, supporto, idee e proposte da rilanciare e mettere a disposizione della nostra collettività, sempre rivendicando il nostro ruolo sociale che, anche se non sempre si riesce ad assolvere esclusivamente (ci stiamo lavorando, non dipende solo da noi!) sappiamo non doverbbe essere di tipo sostitutivo rispetto ad operatori, enti od esercenti ma sempre più promozionale, di coordinamento e valorizzazione della realtà locale. Innanzitutto il nostro contributo alla gestione del SIMU Caposele, sistema museale che lo scorso aprile ha compiuto il suo primo anno di attività sperimentale e che ha, pur con alcuni suoi, speriamo solo temporanei, limiti (burocratici, logistici) superato con discreti risultati le aspettative iniziali.
Una scolaresca in visita al "Mini tour" caposelese Anno XLII - Agosto 2014 N. 88
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di Concetta Mattia e Salvatore Conforti
Dopo la presentazione...la vita del giornale continua con la delicata fase della spedizione.Stampa dal database, incollaggio, imbustaggio e via alle poste centrali di Avellino. Da lunedì successivo alla presentazione "la sorgente" parte per le case degli abbonati... Un ringraziamento a tutti i collaboratori e a chi permette lo svolgimento anche di questo lavoro.
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All’inizio di quest’anno, la sede della Proloco è stata spostata, per motivazioni squisitamente logistiche e pratiche. La nuova sede è stata trovata nelle vicinanze di quella “storica” sempre su via Roma ma al n.29 E’ stata inaugurata l’8 gennaio, con una cerimonia pubblica alla presenza del direttivo, dei soci, del sindaco e di Don Vincenzo Malgieri. Non si tratta certo di un nuovo inizio ma di proseguire, anche cercando modi nuovi, l’attività di promozione e valorizzazione locale che è la mission delle Proloco.
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In un anticipo di primavera, i fiori arricchiscono i luoghi di Caposele. La palazzina aqp delle Sorgenti che ospiterà, speriamo al più presto, il museo dedicato alla nostra storia e alla Pavoncelli (1e 2).
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Approvato il progetto esecutivo per migliorare l’istituto comprensivo di Caposele. Il progetto riguarda gli interventi di risparmio energetico, finalizzato ad aumentare l'attrattività degli istituti scolastici e alla promozione delle attività sportive, artistiche e ricreative. Il progetto presentato dall’Amministrazione comunale nel 2012, è stato ammesso da poco, a finanziamento ed il provvedimento di ratifica da parte del Ministero dell’Istruzione, l’università e la ricerca (MIUR), permetterà alla cittadinanza di avere un POLO SCOLASTICO più efficiente, funzionale e moderno.
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Un grande spazio multifunzionale a valle del polo scolastico è stato completato a dicembre 2013. Un ottimo lavoro che potrebe essere utilizzato non solo per le utenze scolastiche, ma anche per chi ha difficoltà di parcheggiare la propria auto nella zona est di Caposele. Una parte dell'area potrebbe essere anche utilizzata eventualmente a scopi didattici/ sportivi.
Nella sala polifunzionale del Comune di Caposele si è svolta il 5 gennaio la manifestazione in onore dei dipendenti che, negli ultimi anni, hanno raggiunto l'età pensionistica. Con una targa ricordo il Sindaco Farina insieme all'A.C. ha potuto suggellare un momento importante per chi, da anni, ha donato al Comune e al nostro Paese impegno e dedizione. Tra questi ricordiamo il sig. Sista Donato, il sig. Salvatore Peccatiello, il geom. Antonio Ceres e l'ing. Fabrizio Di Sacco. Sono stati ricordati, con la consegna ai rispettivi familiari di ulteriori pergamene e targhe, anche due dipendenti comunali scomparsi prematuramente: il sig. Angelo Petrucci e il geom. Celestino Cifrodelli. Una manifestazione importante e a tratti commovente a dimostrazione, soprattutto della vicinanza delle istituzioni e della cittadinanza tutta, al lavoro e all' impegno dei premiati.
A conclusione del corso di potatura organizzato dall'"Aipo"(associazione irpina produttori olivicoli) uno speciale bouffet con prodotti PAT e naturalmente l' Olio extravergine di oliva "Irpinia" Tipologia Ravece Con Mimino Grasso consigliere di amministrazione
Il giovanissimo Gessi Casale ancora protagonista e vincitore di tornei importanti del tennis giovanile nazionali. ...Sempre in gamba!
Centinaia di studenti ogni mese, in visita ai musei e alle sorgenti
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Anno XLII - Agosto 2014 N.88
Turisti in viaggio per il "MINI TOUR" Piazza Sanità ospita ed accoglie il "nuovo Turismo"
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Piccola cronaca Le centraline di monitoraggio ambientale installate in 3 punti del nostro territorio controllano costantemente suoni, fumi ed inquinamento in genere. I lavori della Pavoncelli, per i quali sono state impiantate le centraline, hanno un grado di sicurezza elevato.
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Antonella Grasso - Salvo Casale Gerardo Centanni - Alessandra Cuozzo - LorenzoLenza e Salvatore Russomanno, in servizio civile presso la P.A. Caposele
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Il Centro fieristico a Materdomini, è in fase di conclusione. Finalmente e dopo grandi difficoltà, anche il secondo finanziamento che l'A.C. Farina ha ottenuto per il completamento, può avviarsi allo stato finale dei lavori di costruzione. Sarà l'occasione per poter discutere della funzione e del ruolo che un'opera del genere può restituire alla comunità e al turismo.
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Nel periodio in cui piazza Sanità è stata interessata dai lavori di rifacimento, abbiamo ripercorso a piedi molto volentieri strade storiche libere da auto parcheggiate. Sarà questa la soluzione per riscoprire luoghi ed emozioni della nostra infanzia? ....#vogliamoilparcheggiomultipiano
Raffelino Galdi alle prese col restauro delle pietre della Chiesetta
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La "SELETECA" de "LA SORGENTE" con tutte le sue pubblicazioni, è on line su: http//issuu.com/lasorgente. Oltre 160 inserimenti dedicati a Caposele e agli autori caposelesi. Un catalogo snello e dinamico dal quale leggere, approndire, ricercare tutte le notizie di storia e di cronaca di Caposele. Buona lettura.
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La chiesetta dedicata alla Madonna della Sanità è stata restaurata ed è pronta per essere inaugurata. Nel mese di agosto ed in occasione della giornata dedicata alla madonna, il Parroco Don Vincenzo Malgieri aprirà le porte del piccolo Tempio ai Caposelesi e visitatori che potranno ammirare il lavoro effettuato. Il ringraziamento va alla Curia e al Comune di Caposele che hanno potuto, utilizzando anche fondi Europei, recuperare la Chiesa che è tanto cara ai caposelesi.Dopo anni di abbandono e di esposizione alle intemperie, il lavoro di sistemazione esterna ed interna ha restituito alla piazza, appena pavimentata, un tocco di classe e di storia che arricchisce il colpo d'occhio straordinario per chi attraversa questo luogo turistico.
Un augurio sincero di buon lavoro al neo Presidente del circolo "L'Arcobaleno" ing. Raffaele Monteverde.
Don Vincenzo e Luca Di masi
E’ nata a Caposele una sezione dell’A.N.T.A. (Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente) curata da Pietro Cetrulo, consigliere comunale. Ha già realizzato un progetto che ha visto la formazione di guardie ambientali, e si è occupata della gestione autonoma dell’incubatoio delle trote autoctone, sistemato all’interno del museo dell’acqua del Comune di Caposele, grazie al quale, si è potuto mostrare a molti studenti e visitatori il processo di crescita delle trote - dalle uova agli avannotti - fino a vedere le specie "Fario" del nostro fiume Sele all’interno degli acquari predisposti per la mostra didattica. L’iniziativa curata dall’ANTA è stata patrocinata dalla Provincia di Avellino e dal Comune di Caposele. Speriamo che iniziative come questa, unite alle tante altre che pure organizzano le altre associazioni già attive nel e per il nostro territorio, possano aiutare ad aumentare la sensibilità e il rispetto verso questo nostro comune patrimonio, in modo da proteggerlo e valorizzarlo, ognuno col suo ruolo e per quanto di sua competenza, e magari insieme!
Un locale del Museo dell'acqua allestito per ospitare temporaneamente la sala didattica. Anno XLII - Agosto 2014 N. 88
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Attualità
Un cantico antico e una Borsa di Studio Con un po’ di Caposele a Marrakech
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potuto immaginare che S. Francesco, conosciutissimo in Marocco, potesse suscitare unanime condivisione, risultando quanto mai pertinente all’oggetto del convegno. In fondo, anche l’attuale Convenzione tra Comune di Caposele ed Acquedotto Pugliese si inserisce nel medesimo contesto “francescano”. E ciò con buona pace di tutte le dotte argomentazioni pro e contro! Fiumi di parole, tanto simili al fiume d’acqua del Sele recentemente sprigionata per poche ore, come documentato nella foto, che pure trasmetto.
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Ci si augura, vivamente che un tanto significativo gesto possa essere imitato, da tutti gli Avvocati che avranno l’onore e l’onere di rappresentare e tutelare in seguito gli interessi della nostra Comunità, alimentando così una istituenda borsa di studio annuale, da dedicare ai giovani studenti caposelesi.
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Trasmetto una foto eseguita nel marzo 2007 in Marocco durante un convegno internazionale dall’emblematico titolo: “Droit à l’eau; droit de l’eau” (Diritto all’acqua e Diritto dell’acqua). In un mio occasionale e improvvisato intervento (dovuto all’imprevista assenza di un relatore italiano) ho fatto proprio riferimento alla lapide marmorea collocata nella roccia antistante l’antico anfiteatro delle Sorgenti del Sele, ripetendone i versi ivi scolpiti. Non avrei mai
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Zingarelli della lingua italiana. “Laudato sii, mio Signore, per Sora Acqua la quale è molto utile, umile preziosa e casta!”. 1) utile: significa: “che procura vantaggi” (naturalmente, a chi dà e a chi riceve); 2) umile: “che è pienamente consapevole dei propri limiti e non si inorgoglisce per le proprie qualità, né tanto meno ricerca la fama, la gloria, la ricchezza”; 3) p r e z i o s a : “ c h e s i f a desiderare” (ma ricordiamoci che anche le belle donne a volte, se esagerano, restano zitelle!); 4) casta: “sobria”. Così è. Il resto vien da sé! La vicenda, infine, della borsa di studio ai giovani del Liceo, con i proventi dell’onorario dovuto all’Avv. Franco Scoca, fa riflettere circa lo stile di una nobile figura di un Maestro del diritto, che proviene da una tradizione irpina che ha altamente onorato l’Avvocatura e la rappesentanza politica del nostro territorio.
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alla lettura dell’ultimo numero della Sorgente mi hanno vivamente colpito due notizie che, diversamente, rappresentano due eventi altamente significativi intorno alle Sorgenti del Sele 1) i l r e s t a u r o d e l l a l a p i d e marmorea riproducente i versi dedicati alla “Sorella acqua” nel cantico delle creature di S. Francesco; 2) la borsa di Studio ai giovani del Liceo di Caposele con i proventi dell’onorario dovuto all’Avv. Franco Scoca. Mi sia consentito, semplicemente, evidenziarli e commentarli. Intanto, a distanza di quasi mille anni, il Cantico delle Creature non rappresenta soltanto l’inizio della Poesia nella lingua volgare della Letteratura Italiana, ma è ancora oggi una chiave di lettura incomparabilmente valida, anche per una autentica interpretazione del valore e del significato dell’acqua. Analizziamolo per un momento, parola per parola, con l’ausilio dell’autorevole vocabolario di Nicola
di Ezio Caprio
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La difficile ma necessaria via delle buone scelte
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guerra in casa nostra. Purtroppo le diffuse ingiustizie sociali e politiche esistono ed alimentano in molte parti del mondo le guerre ed il terrorismo che apre sempre nuovi fronti di scontro in Medio Oriente, in Asia e in Africa. Il trascorrere del tempo non cambia questa terribile realtà perché, piuttosto che cercare la pace attraverso il dialogo, si persegue con ferocia la lotta che allarga e scava sempre nuovi e profondi solchi di odio che trascinano lo scontro armato all’infinito. Le cosiddette nazioni civili non possono assistere inerti a questo sfacelo o addirittura armare i contendenti ma agevolare la soluzione dei conflitti con la mediazione e con tutto il loro peso politico. A loro è affidato il compito di operare scelte opportune indirizzate alla crescita morale e sociale
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’umanità ha incontrato sempre grandi difficoltà nel suo percorso di vita, soprattutto per sua colpa. Governi illiberali, guerre continue e sopraffazioni hanno accompagnato le vicende umane ed hanno reso l’esistenza impossibile a tantissimi individui. Ogni secolo è stato costellato da lutti e distruzioni e quando qualche barlume di speranza è apparso all’orizzonte esso è durato lo spazio di un mattino poiché l’intolleranza ed il sopruso hanno ripreso presto il sopravvento. L’Europa unendosi, dopo due guerre mondiali costate sessanta milioni di morti, ha raggiunto lo scopo di garantire la pace ai popoli che la compongono a dimostrazione che le giuste scelte pagano. Raggiunto l’obiettivo della pace, i cittadini europei attendono un nuovo balzo in avanti dell’economia che produca l’aumento e la stabilità dell’occupazione che ora manca. Non è cosa semplice ma non lo era nemmeno il conseguimento del rifiuto della
dell’uomo e di guidare il mutamento ed il passaggio dalla ricerca del solo profitto alla cultura del bene comune e della pace. L’impegno del cambiamento deve coinvolgere anche l’opinione pubblica perché la formazione di una concezione di vita giusta e pacifica, fatta propria dai popoli, è efficacissima e si dimostra più potente dei cannoni. La strada da compiere per arrivare ad ottenere una mentalità aperta al rispetto e ai diritti altrui non è né breve né agevole ma, una volta formatasi, compensa la lunghezza
di Rodolfo C
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e la difficoltà dell’impresa e crea le basi di un mondo migliore.
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Attualità
CAPOSELE
… Non dimenticare Caposele
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è stato fatto in merito, ma c’è troppo affetto intorno a questo Sele perché non si pensi di esaltarne ulteriormente le bellezze e la peculiarità di attrazione, sia come habitat, sia come meta turistica. Facciamo dell’Acquedotto e della sua presenza ingombrante un vanto e sfruttiamo la sua unicità. Il viaggio termina, la voce narrante tace; sulla base musicale che sfuma rimane unico protagonista il mormorio del fiume, lieve, riposante, evocativo.
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qualche modo la restituzione, uno sfogo di sentimenti espressi con parole di profondo affetto verso questo fiume nascosto, non cosa ma persona, le cui sorgenti “chiuse tra lamine” non vedono più la luce del Sole, ma viaggiano imbrigliate verso altri lidi. Solo una piccola parte di quell’acqua fresca e cristallina è lasciata andare alla su a naturale “corsa di vita” verso il mare, animando così il paesaggio con il suo protagonismo e facendo ricordare che Caposele è terra di fiume. Certamente il dono dell’acqua, questo atto di grande generosità, andrebbe più conosciuto a tutti i livelli e soprattutto più riconosciuto dai maggiori beneficiari di tanto bene, al di là di ogni considerazione materialistica, come sempre soggetta a valutazioni personali e quindi opinabili. E certamente sarebbe bello, giusto, gratificante leggere nelle pagine che illustrano le grandi opere dell’uomo “Acquedotto Caposelese” in omaggio alla sua indiscussa origine. Tuttavia, sarebbe mai possibile immaginare oggi la non esistenza di questa colossale opera? O che un bene così indispensabile, vitale, non sia condiviso con chi ne ha veramente bisogno? Caposele ha ancora il suo fiume, se pur “ferito” nel portamento, ma non nell’orgoglio e nella consapevolezza del suo mandato altamente umanitario. Ne sono testimoni le splendide sequenze del film. Valorizziamo maggiormente quello che è ancora un grande patrimonio, rispettiamolo, proteggiamolo, incrementiamo la sua fruibilità con progetti mirati. Molto
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Caposele paese di fede, con la processione di S. Gerardo che dal Santuario di Materdomini scende ed è portato in religioso trionfo per le vie, il culto della Madonna della Sanità, la devozione a S. Lorenzo nella nuova imponente Chiesa Madre, la suggestione della cappella di S. Vito. Caposele paese di tradizioni gastronomiche e di ospitalità: soppressate, matasse, fusilli e tante altre golosità offerte da alberghi, ristoranti, trattorie, negozi e bancarelle, caratteristici piatti sfiziosi che trovano grande apprezzamento nel classico, attesissimo Ferragosto, festeggiato dai caposelesi e da tanti turisti. Caposele e la sua veste architettonica: quella storica e quella attuale. Ciò che di significativo è rimasto dell’antico tessuto urbano, che viene con curiosità cercato dai turisti: un patrimonio da tutelare ed esaltare maggiormente con iniziative adeguate e ciò che è stato ricostruito, senz’altro più razionale e comodo, ma come tutte le cose rifatte, quasi sempre perdente rispetto alle immagini del passato. Ma soprattutto “Caposele città di sorgente”. Qui il film si esprime con ampio respiro, inquadrature che ricordano pregevoli tele di impressionisti e si alternano a nostalgiche foto d’epoca in bianco e nero. Le immagini a volte galleggiano, a volte si adagiano su una colonna sonora che si sposa armoniosamente, con brani musicali scelti tra modernità e classicità. Cascate, riflessi luminosi, trasparenze, crepacci. La cinepresa scruta tra la vegetazione, cerca l’acqua tra i tronchi ed i sassi, la rincorre attraverso fitte cortine di rami, voli di farfalle, macchie coloratissime di fiori, in realtà semplici, che sullo schermo acquistano un grande fascino. In forte contrasto con la leggerezza delle immagini, la voce narrante diventa la voce di Caposele che esprime il profondo rimpianto di quando il fiume scorreva impetuoso, abbondante, libero ed era “tutto” del paese, fonte di vita quotidiana e motore di attività operose ormai scomparse. Grande imputato è l’Acquedotto Pugliese, la cui colossale opera di captazione e trasporto delle sorgenti, ha in parte sottratto il prezioso tesoro a chi aveva diritto di goderlo, ma che ha fatto diventare Caposele, fin dal lontano 1906, forse anche contro la sua volontà, un paese tra i più generosi al mondo per la sua offerta a terre all’epoca assetate. Nel film si parla di un bene legittimamente posseduto di cui desiderare in
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“........ma soprattutto non dimenticare Caposele” è la frase di chiusura di un bel film-documento che ancora una volta Nicola Conforti, regista e soggettista, ha voluto offrire al suo paese. Credo che pochi paesi siano oggetto di così grande affetto come Caposele e l’accorato appello finale è significativo. Come significativi sono stati il successo ed il gradimento manifestati dal pubblico al termine della proiezione avvenuta sulla terrazza alle spalle della Chiesa Madre in una sera di Agosto. Ciò che emerge dall’opera è amore, profondo attaccamento, un tributo di riconoscenza nei confronti di questo sito ameno che l’autore del film sente e vuole trasmettere a tutti: Caposele si deve amare comunque e dovunque, perché é il proprio paese, la culla delle proprie radici e tradizioni. Peraltro, è stato anche graziato da Madre Natura che benevolmente l’ha dotato di un tesoro immenso: l’acqua. Ed è lei la grande protagonista di questo film, girato dalle mani esperte di Nicola Conforti junior e Carmela Caruso. Inizia così una sorta di viaggio intorno al fiume Sele, la sua dimensione storica, paesaggistica, funzionale; un viaggio colorato, emozionante, a volte nostalgico, dolente, che fa riflettere. Il pensiero torna al primo documentario “Un anno a Caposele” del 1979, anch’esso molto bello ed apprezzato, il cui filo conduttore era il trascorrere delle stagioni illustrato con immagini suggestive, commentate da Donato Conforti, voce indimenticabile, a cui è dedicata questa pellicola. Caposele com’era: un’onda di ricordi che ciascuno si conserva nel cuore. In mezzo l’immane tragedia del sisma che ha inciso in modo doloroso su tutto e su tutti. Caposele oggi, narrato in questo film da Andrea De Nisco, con una selezione di testi belli ed efficaci di ottimi autori già apprezzati attraverso le pagine del periodico “La Sorgente”, punteggiati dalle toccanti poesie di Vincenzo Malanga, che più di tutti ha saputo interpretare la sua terra descrivendone sentimenti ed impressioni con parole di amore filiale. Anche in questa nuova opera grande spazio è dato alla vita del paese, alla sua fisionomia dopo la ricostruzione, ai ritmi, alle tradizioni, alla gente.
di Luisida Caprio
CAPOSELE CHANNEL Su "you tube" è stato aperto all'indirizzo: http://youtu.be/HzeVVniIRPg, un canale dedicato a Caposele e ai video più belli e significativi che raccontano la nostra terra e le sue peculiarità. E' un modo di arricchire, attraverso il sistema dei video più utilizzato al mondo, la conoscenza turistica del nostro Paese... altra piccola tessera di un mosaico che tenta di far viaggiare il nome di Caposele al di fuori dei confini. Un esperimento che ad oggi ha realizzato circa 140.000 visualizzazioni...Non male. Condividete con noi!
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Cultura
Un evento istituzionale
(dalla presentazione del n. 87 de “La Sorgente”)
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di produrre effetti positivi solo se partecipata, mossa da una squadra unita nel perseguire un obiettivo comune. Concetta Mattia segue anche la rubrica di piccola cronaca del giornale insieme a Salvatore Conforti, rubrica nella quale si può dare una scorsa agli accadimenti più importanti che si sono succeduti durante l’anno a Caposele. Per restare in tema del Natale, vi segnalo l’accensione avvenuta il 13 dicembre in piazza Sanità di uno degli alberi di Natale più alti d’Europa, riscoperto da un gruppo di giovani locali come simbolo di speranza al fine di portare unità nel paese che da tanto, troppo tempo sembra perduta. Ma da sempre “la Sorgente” mette a disposizione tanto spazio a chi con la propria testimonianza rievoca gli eventi culturali realizzati durante l’anno a Caposele. Nell’87° numero Concita Meo ricorda la manifestazione del Jazz all’ombra del campanile, che si è svolta nello scenario naturale, alle pendici del monte Paflagone. C’è l’articolo, inoltre, che ricorda la giornata mondiale del libro e del diritto di autore che si è svolta presso l’istituto comprensivo di Caposele. Antonio Ruglio, invece, già preannuncia l’arrivo dello scrittore Pino Aprile, che sarà nuovamente ospite nel nostro paese, per presentare il suo ultimo libro “Il Sud Puzza”, dove continua la sua denuncia cercando di fare chiarezza sulle cause che hanno prodotto gli effetti di un sud martoriato. A proposito di cultura, possiamo osservare le foto scattate nell’aula polifunzionale in occasione della presentazione del libro di Bassolino “ Le Dolomiti di Napoli” organizzata dalla nuova dirigenza del Pd in occasione dell’anniversario del terremoto. Non manca la testimonianza di Giuseppe Caruso sulle numerose iniziative portate avanti dal Forum del Giovani che si appresta a festeggiare un decennio di vita. Ma quando si parla di eventi culturali, la “Sorgente” non può non citare il più importante in assoluto di questo 2013, che ha dato notevole impulso al flusso turistico a Caposele: l’esposizione della Tavola Lucana presso il museo delle macchine di Leonardo in piazza Sanità. Un successo enorme, raccontato con un tocco di ironia da Nicola Barbatelli nel suo articolo. Il quale confessa di essersi recato personalmente a Caposele con l’unico scopo di dissuadere gli animi degli amministratori, ma soprattutto quello del simpatico assessore Conforti, da una così “bizzarra iniziativa”. Ebbene racconta che – appena giunto sui luoghi naturali che ospitano le sorgenti del Sele - si lascia immediatamente stordire dalla meraviglia di quello scenario - che definisce prepotentemente leonardesco - avvertendo una sensazione di serenità
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la rubrica “Il corso delle cose” di Gerardo Ceres, che da bravo narratore si ingegna con grande originalità, in un’attenta e scrupolosa descrizione di aneddoti del passato, facendo ben cogliere al lettore l’ironia della situazione,e lo fa, senza mai una caduta di stile che sfocia in una rappresentazione insolente ed offensiva del personaggio rievocato. Presentare questa sera il nuovo numero de “La Sorgente” mi emoziona particolarmente perchè coincide con l’inizio delle festività Natalizie. L’aria che si respira è diversa, piena di pii sentimenti e buoni propositi perché si sa che con l’arrivo del Natale oltre a riscoprire l’unione degli uomini, rinascono anche i valori di pace, di altruismo e di carità, valori che nell’immaginario di tanti prendono forma nei vari trafiletti dell’attuale numero. C’è Concita Meo, membro attivo di varie associazioni locali, la quale auspica che prima o poi tutti quanti nel mondo possano vivere degnamente la propria esistenza. E di esigenza di pace tra i cittadini e di amore verso il proprio paese riferisce anche Giuseppe Rosania, che si appella al buon senso dei caposelesi per mettere fine alle ostilità, principalmente a quelle praticate tramite i ricorsi alla magistratura. Tema ripreso anche dal sindaco Pasquale Farina, che, come da consuetudine rivolge a tutta la popolazione il suo augurio di un Buon Natale e di un sereno anno nuovo, dopo aver palesato di avvertire ancora il clima feroce di una campagna elettorale spietata, che oramai dovrebbe aver lasciato il tempo che trova. Pertanto esorta i suoi avversari politici a spezzare la catena di atroci denunce prendendo esempio dall’azione di remissione di querela formalizzata dal sindaco e dai consiglieri comunali. A volte il perdono è un atto di coraggio più forte della guerra!
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di Tania RussomannO
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di coloro che lavorano per il bene comune del paese. Purtroppo, di recente a Caposele sembra che questa sinergia sia venuta meno, per questo, il direttore lancia un appello ai caposelesi, invitando tutti a non scoraggiarsi, ma ad andare avanti perché viviamo in un paese straordinario. Caro direttore, alla luce di questo auspicio e dell’amore viscerale che manifesti nei confronti del giornale, al pari di un padre di famiglia che anno dopo anno, con fierezza, vede il proprio figlio crescere, ti ringrazio di cuore per avermi voluta qui questa sera e per avermi in passato coinvolta nell’attività della “Sorgente”. Spero che il mio impegno personale, insieme a quello dei tanti giovani, possa contribuire a realizzare l’armonia tra le persone che – come tu affermi - a Caposele manca da un po’ di tempo. Nell’esprimere tale considerazione, penso di interpretare il pensiero di tanti. E’ questo il pensiero anche di Francesco Ceres, che – nel suo articolo – si assume pubblicamente l’impegno di una collaborazione all’interno della redazione, guardando al futuro del periodico con la prospettiva di creare una sezione di giovani caposelesi perché – come giustamente scrive – “è dalle piccole cose che si comincia”. “La Sorgente” fonte scritta della storia passata e viva voce del presente suscita in tanti parecchia curiosità e crea – tutte le volte, in occasione della sua uscita, molte aspettative. Questa sera anche sui vostri volti si legge la curiosità e l’impazienza di sfogliarne le pagine, ma vi assicuro che altrettanto sentita è l’attesa dell’uscita del nuovo numero per chi vive all’estero. Per chi, tramite il giornale – più di facebook o di qualsiasi altro social network - riesce a mantenere vivo il legame con il proprio paese, luogo in cui, oltre all’infanzia, ha lasciato affetti e ricordi. Ne è esempio la lettera scritta alla redazione da Rocchino Freda, il quale vorrebbe riprendere la sua conquistata fiaccola e correre non uno solo, ma tutti i milletrecento chilometri che lo separano, verso Caposele! Perchè il suo unico cruccio – rivela - è quello di non poter condividere con la sua gente quei sentimenti che da sempre lo hanno tenuto radicato alla sua terra. Una terra –senza dubbio– ricca di storia e di uomini, di personaggi noti alla realtà locale, divenuti protagonisti di episodi famosi, riportati alla memoria di oggi attraverso
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uonasera e benvenuti a tutti, che numerosi siete intervenuti per partecipare a quello che, oramai, per molti caposelesi, è diventato un vero e proprio evento istituzionale: la presentazione del nuovo numero de “La Sorgente”, per la precisione del numero 87. Un giornale periodico locale che va in stampa da ben 40 anni (io ancora non ero nata quando nel 73 uscì il primo numero!) Prima di addentrarmi negli argomenti trattati, rivolgo un saluto cordiale al sindaco e al preside dell’istituto comprensivo di Caposele, sempre presenti in prima fila a celebrare l’uscita del nuovo numero. Concedetemi, inoltre, di esprimere un affettuoso ringraziamento al direttore della rivista, l’ingegnere Nicola Conforti, dal quale ho ricevuto l’invito a presentare il numero 87 de”La Sorgente”. Devo ammettere che quando, circa un mese fa, l’ingegnere mi chiese di relazionare sull’uscita del nuovo numero, d’istinto volevo declinare l’invito perché, nonostante mi sentissi immensamente onorata della proposta, ero nello stesso tempo – e non nascondo di esserlo anche in questo momento – molto spaventata di deluderlo, non riuscendo a svolgere il compito in modo egregio, così come hanno fatto coloro che mi hanno preceduta in questi anni. Da ultimo l’amica Paola Majorana, che in estate presentò il numero precedente, l’86 appunto, la cui presentazione potrete rileggere con attenzione a pag. 9. Tuttavia, non ho saputo dire di no al direttore cedendo di fronte ai suoi modi cordiali e gentili che non ammettono rifiuti. Ancora di più, confesso che mi hanno convinto la passione e l’enfasi che il direttore riesce ad infondere quando parla di come ogni giorno con impegno e dedizione ammirabili di una vita intera – è alla ricerca di nuovi collaboratori e idee per far vivere nel tempo il giornale. Il suo è un lavoro faticoso e costante negli anni, e di ciò ne abbiamo tutti consapevolezza, ma il successo del giornale, come lui stesso sostiene nell’editoriale di questo numero, è rappresentato dall’unione delle forze. Per riuscire a portare avanti quelle attività che richiedono grandi sforzi – dice - è necessario unire le forze per essere più forti. I grandi obiettivi si raggiungono solo se sappiamo essere uniti e collaborativi, oltre che concordi, ma laddove vengono meno questi elementi non si fa altro che annullare gli sforzi
L a S o rg e n t e p e r i o d i c o a c u r a dell’associazione turistica della Pro Loco riserva come da tradizione una pagina al suo Presidente. E Concetta Mattia, alla vigilia di questo Natale augura alla comunità intera buone e serene festività, ma soltanto dopo essersi concessa una riflessione generale mediante la quale evidenzia una frammentazione di idee e di intenti nell’ambito della società locale, soprattutto quella dei giovani, i quali molto spesso si adagiano in facili e sterili critiche mediatiche, senza assumersi di fatto la responsabilità di apportare proposte e soluzioni alle problematiche. Ben venga la rivoluzione – continua – tuttavia una rivoluzione è capace
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continua da pag. 10
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la pagina dedicata ai caposelesi illustri dove viene menzionato Daniele Petrucci, biologo di fama mondiale. Mentre le facciate finali de “La Sorgente” sono quelle destinate ai cari ed affettuosi ricordi di chi è scomparso, di chi, come Elena, si faceva riservare sempre una copia della rivista alla quale era affezionata probabilmente perché gli ricordava il suo Antonio, che con il suo stile tutto originale amava narrare scene di vita vissuta. Con commozione leggo il ricordo della dolcissima Daniela Magliano, di Antimo Pirozzi. E senza voler sminuire il lavoro compiuto da chi ha tratteggiato le qualità di Daniela, mi sento semplicemente di aggiungere che Elena e Daniela per me erano molto di più di quello che si possa scrivere oggi, erano un esempio di vita, di forza e di coraggio, due amiche leali e sincere, che ho avuto la fortuna di tenere vicine durante un periodo della mia esistenza molto importante e che ora, per un destino crudele ho perduto per sempre. Purtroppo è sempre difficile scrivere il necrologio di persone scomparse, principalmente di coloro che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria dei sopravvissuti, ma Alfonso Merola dimostra di essere un maestro di professione e di linguaggio ed infatti, in maniera ineccepibile – ad un anno dalla sua scomparsa – celebra la figura del segretario Gennaro Majorana, attraverso una breve biografia, che rammenta a tutti il prestigio di un pubblico funzionario che non fuggì di fronte alla tragedia del terremoto e soprattutto non sfuggì alle sue responsabilità di uomo delle istituzioni. Un segretario comunale d’altri tempi e di altra responsabilità, dice di lui, Luigi Palmieri, un uomo che considerava Caposele il suo vero paese, pur non essendoci nato, come lui stesso commentò nel ricevere il premio di caposelese dell’anno. Anche Luigi Fungaroli ricorda il suo nonno Pasquale Montanari rivivendo gli ultimi istanti trascorsi con lui, durante i quali gli ha rivolto l’ultimo tenero saluto. Come ben vedrete sono veramente tanti gli articoli e le notizie che riempiono le pagine del numero 87 de “La Sorgente”, un numero fitto fitto di trafiletti, comunicati, annunci ed immagini. Non me ne vogliate se in questa sede ho mancato di soffermarmi su alcuni scritti e di citarne i loro autori, tuttavia vi giuro di averli letti tutti con estremo interesse ed attenzione. Io ho dovuto farlo con anticipo ed in breve tempo, ma auguro a tutti voi di rilassarvi – durante queste festività – su una poltrona magari davanti al camino e di immergervi nella lettura di questo ennesimo speciale numero de “La Sorgente”. Grazie a tutti, e buone feste!
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Ancora, Michele Ceres in maniera molto critica e schietta prende atto del risveglio dell’’Irpinia da una lunga sonnolenza che ha intorpidito i propri diritti, di cui è stata defraudata per troppo tempo. Denunciando - nel contempo – l’assenza delle istituzioni allorquando era necessario doveroso intervenire, ad esempio nelle trattative di metà secolo scorso tra i comuni e l’AQP. La “Sorgente” è anche giornale di promozione del turismo e lo fa divulgando foto molto suggestive del paesaggio di Caposele, ma anche pubblicando notizie ed informazioni e piacevoli letture, come quella di Milena Soriano che racconta una giornata eccezionale trascorsa a visitare i posti incantati, che fanno da cornice al percorso del parco fluviale di Caposele e quelli che sono frutto dell’opera dell’uomo: l’acquedotto ed il museo delle macchine di Leonardo. Nuove idee e proposte concrete per accrescere il flusso di turisti a Caposele si possono leggere tra le righe scritte da Gerarda Nisivoccia. Tuttavia Caposele oltre a vantare numerose bellezze naturali, va anche fiero del proprio passato, degli antichi mestieri, delle sue tradizioni culturali, e “La Sorgente” è alla ricerca di una continua riscoperta dei sapori antichi, con la rubrica di Cettina Casale, che si cimenta nella raccolta dei detti e proverbi caposelesi, custodi di antica saggezza di una vita vissuta. Originale ed interessante si presenta il lavoro di Alfonso Sturchio, che intende – così come spiega sul giornale e sulla pagina di Radio Lontra - studiare un’importante componente della cultura caposelese: il dialetto. Si propone quindi, insieme ad un comitato di esperti caposelesi, di realizzarne il primo vocabolario Caposelese - Italiano, al fine di conservare nel tempo un idioma destinato, se non a scomparire del tutto, a trasformarsi. I tempi mutano, e con essi anche le tradizioni ed i mestieri fino, talvolta a sparire del tutto nelle piccole realtà, così come è accaduto a Caposele nel dicembre del 2011, quando si è chiuso l’ultimo mulino del paese, quello gestito da Elvira Cione. Sulla chiusura dell’attività ci informa Mario Sista iI quale, riassume un po’ tutta la storia dei mulini che anticamente erano situati lungo il fiume Sele, macchinari che rappresentavano una grande componente dell’economia locale perché traevano la propria energia dall’acqua. “La sorgente” attenta alla vita sociale che si svolge in paese riserva dello spazio anche a chi – come Roberto Notaro – ci parla di sport e secondo la sua modesta esperienza di calciatore ed allenatore si sente di dare dei suggerimenti che, se messi in pratica, potrebbero migliorare l’utilizzo e la gestione delle strutture sportive di Caposele. Ma ritroviamo anche l’articolo di Giuseppe Casale che da sfogo alla sua fantasia immaginando il momento in cui Dio decise di creare Caposele. E per chi ha la curiosità di sapere se a Caposele si è formato un personaggio famoso può leggere
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politico con le persone, gli altri gruppi politici e le associazioni. Risposta che arriva fresca e repentina a pag. 35 dove viene riportato in breve il discorso tenuto dal neosegretario del PD, Armando Sturchio. In occasione del congresso locale Armando Sturchio spiega di aver accettato l’invito di alcuni amici a guidare il partito con lo scopo di mettere a disposizione le sue capacità di ascolto delle persone. La sezione del circolo democratico – prosegue – deve tornare ad essere una palestra di ragionamento, di formazione per i tanti giovani che per la prima volta si affacciano al mondo della politica. Perché esso è il solo luogo legittimato in cui si devono accendere le idee, le soluzioni tramite il confronto, allontanando facili scorciatoie, come quelle di ricorrere alla Procura della Repubblica. Il Pd, leale sostenitore dell’amministrazione Farina alle scorse elezioni, manterrà – afferma, rassicurando i suoi elettori – ruoli distinti, perché solo così potrà assolvere il compito di promuovere le istanze che giungono dalle esigenze dei cittadini. Inoltre le linee programmatiche del nuovo Pd vengono presentate in maniera chiara ed esaustiva da Giovanni Curcio che segnala l’esigenza di un partito democratico inclusivo e non esclusivo. Nel trafiletto successivo Giuseppe Grasso ricalca l’idea di concepire un PD locale che sia da stimolo per l’attuale amministrazione, invitandola al confronto. Mentre di seguito Gelsomino Grasso racconta la sua esperienza che si è oramai conclusa da segretario del circolo, con qualche nota di rammarico e di soddisfazione. Ed – a proposito di cerchi che si chiudono e di esperienze che giungono a termine Giuseppe Palmieri confessa di non sentire più suo il giornale, dove per incanto è venuto meno lo spirito critico dei giornalisti che non dovrebbero mai piegarsi di fronte a niente o nessuno, dovendo dar conto unicamente alla propria coscienza. Pertanto decide con questo suo ultimo articolo di sospendere la collaborazione con il giornale. “La Sorgente”, quindi, sempre disponibile a pubblicare riflessioni personali di ogni tipo, è aperta anche a chi vuol far sentire la propria voce per denunciare problematiche politicosociali, e lo fa Raffaele Russomanno che invita tutti, in particolare l’amministrazione, a costituire un tavolo istituzionale per dialogare sui grandi temi attuali, come quello molto preoccupante della raccolta dei rifiuti. E di rifiuti ne parla anche Gelsomina Corona che auspica un maggiore senso di civiltà da parte degli amministratori e dei cittadini per l’organizzazione di una raccolta differenziata porta a porta.
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ispirata dal vivacissimo destreggiamento delle acque che impetuose cadono da un ponte all’altro fino a battersi sulla roccia. La stessa sensazione, che forse dovette ispirare Leonardo negli studi sul moto e sul dinamismo dell’acqua. In quel momento capisce che Caposele è il luogo ideale per accogliere la mostra della Tavola Lucana. Mai farsi ingannare dalle apparenze, ammette Barbatelli! Da sempre “La Sorgente” è soprattutto informazione è attualità e tra le pagine di questo numero non potevano mancare i fatti importanti di cronaca locale. A darne la notizia ci pensano l’assessore Salvatore Conforti che ci aggiorna sui lavori della Pavoncelli bis, che proseguono tra disagi e contestazioni, e della talpa che comincia a muoversi nella roccia. Opera che – per l’assessore Conforti – rappresenterà progresso e futuro per le nuove generazioni. Mentre l’assessore Vito Malanga presenta un resoconto delle attività realizzate e in itinere della Pubblica Amministrazione, soffermandosi sulle opere pubbliche principali di piazza Sanità e del parcheggio multipiano di via San Gerardo, spina nel fianco – a suo dire - per alcuni cittadini. Nello scorrere le pagine di questo numero – come tutti potranno leggere – oltre alle testimonianze degli avvenimenti recenti, riaffiorano pure reminiscenze di accadimenti passati, come il terremoto che, sebbene lontano negli anni, è indelebile nei ricordi di chi lo ha vissuto. Sensazioni forti riportate sulle pagine del giornale da Dora Garofalo attraverso lo sguardo di una vecchia fotografia e da Don Vincenzo Malgieri nelle vesti di parroco del paese che il 23 novembre dell’80 vide distrutta la propria chiesa. Michele Ceres, invece, riporta su “La Sorgente” l’appendice del suo libro: “La notte del Risorgimento” cause e sviluppo del brigantaggio postunitari, nel quale descrive in maniera molto accurata principalmente la nascita del fenomeno nell’ambito dell’Irpinia. E lo fa attraverso le storie e le imprese dei briganti locali, tra i più noti ricorda Cicco Cianci. Uno sguardo al passato lo volge anche Rodolfo Cozzarelli che evidenzia come la storia a volte sia utile per impedire che uomini ricadano negli errori già commessi. A rendere molto interessante la lettura del giornale - a mio avviso – insieme all’attualità, è la sezione politica, spazio che da sempre la redazione concede ai vari schieramenti locali- Tanto agli amministratori del Comune, quanto ai consiglieri di minoranza che – in pari misura – possono usufruirne. Nel numero attuale, noto che sono molti giovani a conquistarsi lo spazio. In primis troviamo l’articolo di Gelsomina Monteverde che parla di una generazione perduta, che nell’odierno clima di incertezza e di crisi globale non riesce a vedere una chiara direzione del proprio futuro. Invita, perciò, tutti i ragazzi del posto ad osare, a reagire e a non confidare esclusivamente nelle promesse altrui. Segue l’articolo di Giuseppe Malanga, che analizza la crisi dei partiti politici, partendo da più ampie considerazioni di livello nazionale fino a giungere a fare un’analisi locale dei partiti, in particolare si rivolge al circolo del pd, che oltre ad operare a fianco dell’amministrazione, dovrebbe essere fonte di correzione delle scelte sbagliate, e interrogandosi se di fatto il nuovo direttivo sarà in grado di aprirsi al dialogo
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Turismo Caposele possiede delle risorse uniche, risorse che devono essere utilizzate nel rispetto del bene comune e capaci di garantire un’attività continuativa nel tempo, associando soddisfazione del turista e mantenimento del patrimonio naturale e culturale.
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abbiamo noi. Il turismo sostenibile, dunque, rappresenta una strada e un’opportunità di crescita. Può essere un momento di sviluppo per le economie locali come l’artigianato e l’agricoltura, che un tempo erano decisamente più redditizie. Può essere un passo verso il miglioramento dei paesaggi e dei territori, verso il recupero di luoghi antichi che altrimenti rischierebbero l’abbandono, verso la valorizzazione di tradizioni antiche e preziose, che racchiudono millenni di storia e cultura. Caposele possiede delle risorse uniche, risorse che devono essere utilizzate nel rispetto del bene comune e capaci di garantire un’attività continuativa nel tempo, associando soddisfazione del turista e mantenimento del patrimonio naturale e culturale. È lecito affermare che il turismo sostenibile è alla base della sopravvivenza dell’attività turistica stessa e che è l’unico modo, forse, per preservare gli ambienti (naturali e non) permettendone la godibilità ai viaggiatori futuri e, allo stesso tempo, agli operatori futuri.
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crescita sostenibile e che sia rispettosa dell’ambiente. Perché è importante implementare un turismo sostenibile a Caposele? La risposta è chiara: “perché il nostro turismo non si è ancora sporcato di forte inquinamento, distruzione del patrimonio naturalistico ed impatti negativi sull’ambiente”. Spesso capita di incontrare dei visitatori che provengono dal traffico delle città, dal grigio dei palazzi, dal rumore delle metropoli. E altrettanto spesso capita di sentire i loro commenti, le loro impressioni, vedere i loro volti. Chi vive in un piccolo paese come il nostro e non ha mai vissuto in città, non può né capire né immaginare come si possa sentire una persona che vive e lavora nel caos più assoluto ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Ascoltare i loro commenti positivi, sentirsi dire che Caposele (senza mai escludere dal discorso Materdomini) è un’oasi di verde e di pace, non fa altro che confermare che uno dei nostri punti di forza è proprio questo. Saperlo sfruttare non è difficile, basti pensare ai paesi limitrofi che non hanno la stessa “fortuna” che
Il piano turistico fase "definitiva" è statorealizzato nel mese di aprile e disponibile presso il Comune. Il progetto esecutivo e la presentazione dello stesso si prevede possa avvenire a dicembre 2014.
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a che cos’è il turismo sostenibile? Molti non ne hanno mai sentito parlare, alcuni solo qualche volta, altri invece ne sentono parlare ormai quotidianamente. Il concetto però esiste da più di vent’anni e negli ultimi tempi è al centro di numerosissime discussioni, tanto che ha raggiunto un’importante rilevanza nelle scelte in quest’ambito. Vorrei risparmiare la definizione, che tra l’altro rappresenta anche la prima, però è importante per capire ciò di cui si parlava già ventisei anni fa e che ancora oggi è argomento di grossi dibattiti: “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da manifestarsi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.” (Organizzazione Mondiale del Turismo – OMT , 1988) Il discorso è soltanto uno e cioè che le attività turistiche devono prevedere uno sviluppo equilibrato ed armonioso delle attività economiche, attraverso una
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UN TURISMO SOSTENIBILE…
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TURISMO E': accoglienza; toponomastica; arredo urbano; decoro urbano; organizzazione dei servizi; tabellonistica; informazione e comunicazione; wifi; civiltà e rispetto.....
Il Comune di Caposele alla BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo) dal 13 al 15 febbraio 2014
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razie alla collaborazione con Irpinia Turismo e alla convinzione politica che il Turismo possa essere “carro trainante” di una parte dell’economia del nostro Paese. Il Comune di Caposele partecipa nuovamente alla BIT (borsa Internazionale sul Turismo) a rappresentare insieme ad altre realtà dell’Irpinia la Regione Campania. L’accreditamento di Irpinia Turismo, nostro partner turistico e promozionale con il quale abbiamo implementato una rete di occasioni già da anni, è una possibilità notevole che l’Irpinia ha di mostrare agli
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addetti ai lavori e ai visitatori della Fiera, l’altra faccia della Campania… “Caposele- Irpina ..l’altra Campania”, è infatti il tema portante della brochure promozionale che è stata distribuita all’interno del padiglione, a evidenziare che esistono ancora territori, come i nostri, intatti e straordinari da poter visitare e gustare secondo esigenze che toccano temi dell’Ambiente, della Cultura e della Fede. Caposele si candida con le sue attrazioni, infatti, ad essere un polo importante di interesse e sul quale L’irpinia e la Regione Campania devono spendere energie ed in rete, dimostrare che il nostro
“verde” e il nostro “blu” saranno presto gli attrattori esclusivi e assoluti di un turismo che si alimenta attraverso il buon gusto, la purezza dell’aria e dell’acqua, la genuinità dei luoghi e delle peculiarità del cibo. Approfondimenti su: http://issuu.com/bitmilano/docs/ brochure_bit_2014_ita/0 http://issuu.com/lasorgente/docs/ brochure_caposele_2014
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Amministrazione Comunale, un anno dopo il nuovo insediamento di Vito M
Comune di Caposele- AV "SISTEMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE AREA SORGENTI - PARCO - ED AREE LIMITROFE.
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nostro solo ed unico interesse è il benessere della nostra collettività, al di la di qualsiasi interesse soggettivo o gioco di potere. Non mi resta che salutarvi e invitarvi al prossimo numero dove mi auguro di poter relazionare su altri interventi completati e su un quadro più generale delle attività messe in campo dall’Amministrazione guidata da Pasquale Farina.
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AREA LL.PP . PATRIMON
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Riqualificazione area pubblica area sorgenti - capannone ex wwf - già parco urbano.
Intervento di miglioramento area Ingresso zona museale fino a proprietà A.Q.P. con recupero della fontana del Vignola
Intervento di miglioramento area Lavatoi parte scoperta e parte livello scarico fiume Sele
Caposele 15 giugno 2014
U.T.C. Ufficio Tecnico Comunale
Le linee generali della riqualificazione dell'area delle Sorgenti
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Miglioramento parco fluviale «Tredogge» e collegamento con Parco della Madonnina interventi diretti e collaterali .
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indetta la gara di appalto e affidati i lavori. Grazie ad una proficua e stretta collaborazione con Salvatore Conforti sono state messe in atto una serie di altre iniziative, che ci auguriamo possano essere altrettanto ben apprezzate dalla collettività, e mi riferisco alla realizzazione di un parco giochi a Caposele nella zona sottostante Piazza Sanità, al completamento del parco fluviale, alla messa in opera, nella zona antistante il museo delle acque, della fontana del Vignola, ad un piano per Materdomini che prevede la realizzazione di un arredo da rivedere e completare, alla sistemazione dell’area antistante il liceo scientifico, alla realizzazione di una fontana al centro della Piazza del Santuario. Abbiamo anche messo in previsione un finanziamento per la sistemazione del muro di contenimento della strada sotto il viale alberato di Materdomini, dopo aver consultato la comunità religiosa della frazione, e prevedendo sia la sistemazione del muro, sia la possibile realizzazione di uno sbalzo sul parcheggio sottostante. Tutto quanto evidenziato è corredato dall’allocazione delle necessarie somme nel bilancio comunale recentemente approvato. Nel campo del commercio è iniziato un percorso di rivisitazione delle attuali previsioni per migliorare la vivibilità commerciale del paese ma principalmente per garantire ai commercianti locali una maggiore tutela dalla selvaggia e non controllata invasione di attività esterne e similari. E’ mio preciso intendimento, e insieme a me del Sindaco Pasquale Farina, salvaguardare al massimo l’economia locale anche eventualmente ricorrendo a scelte diverse da quelle sempre effettuate in passato. Voglio ricordare, se ce ne fosse ancora bisogno, che questa Amministrazione, pur nelle difficoltà di un numero esiguo di componenti e nelle avversità politiche di chi presume di avere le soluzioni in tasca, è una lista civica fatta di persone che stanno cercando di fare il massimo per il proprio paese, pur con qualche sbaglio o scelta non condivisa da alcuni. Siamo stati chiamati a governare il paese per volontà e democratica scelta dei cittadini che hanno creduto in noi e non in altri e che con il larghissimo consenso elettorale riconosciutoci, hanno voluto manifestare fortemente (e in certi casi confermare) che abbiamo tutte le carte in regola per amministrare il paese nel migliore dei modi. Cercheremo di opporci con ogni mezzo a chi vorrà minare o mettere in discussione tale larghissima volontà popolare, per semplici giochi o ambizioni politiche che non siano svolti nella correttezza e nella normale dialettica politica. Vogliamo aprirci ulteriormente al dialogo, impegnandoci a fare sempre di più, ma invitiamo tutti a fare lo stesso, perchè il
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febbraio 2014
Assessore Vito Malanga Assessore Salvatore Con forti
Il Piano materdomini, nel quale sono riportate, con dovizia di particolari e con un cronoprogramma lavori, tutte le iniziative che l'A.C. intende realizzare nella nostra frazione proncipale.
L'allargamento dell'ingresso al PIP
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d un anno dall’insediamento dell’amministrazione Farina, al secondo mandato, voglio riportarvi le principali iniziative intraprese e l’attività in generale svolta del settore di cui mi occupo e cioè i LL.PP. Vi avevo già anticipato nel precedente numero, durante lo scorso periodo natalizio, di alcune iniziative messe in campo e di una programmazione a medio e lungo termine. Pertanto, con grande soddisfazione, vi elenco quelle che sono state le principali opere portate a compimento nel corso del 2014 o che sono di imminente realizzazione. L’opera che reputo più importante, sia per il valore intrinseco che per il significato che essa ha all’interno del nostro Comune, sicuramente è rappresentata dal completamento dei lavori di Piazza Sanità, aperta alla collettività con i suoi giochi d’acqua e con le sue bellezze nel rispetto dei luoghi e con un gioco di luci e di colore bellissimi da vivere e da vedere. Chi in questi mesi ha visitato la piazza ne è rimasto favorevolmente colpito e ne ha ammirato la semplicità e la bellezza. Abbiamo potuto cogliere solo apprezzamenti e favorevoli commenti da tutti, seppur con qualche piccolo e fisiologico disappunto, che accettiamo in modo costruttivo, relativo a piccoli dettagli; ad esempio, a dire di qualcuno, i beverini potevano essere scelti diversamente, ricorrendo a strutture più antichizzate rispetto a quelle moderne installate. Ma in generale possiamo essere soddisfatti dai tantissimi giudizi positivi e complimenti ricevuti anche da persone di altri paesi e siamo orgogliosi di aver potuto ridare all’ingresso di Caposele una visione e un aspetto di una certa imponenza architettonica. Tra l’altro stiamo vedendo con piacere che la stessa piazza è molto sfruttata per passeggiate e momenti di relax. Un’altra opera completata e data in uso alla collettività è l’allargamento della strada Petazze (ingresso autofficina Ford) per circa 1,50 mt in più di carreggiata stradale rispetto a quella preesistente, avendo così garantito maggiore tranquillità e riducendo al minimo il pericolo esistente in quella zona. Sono state completate le procedure di gara dei primi due lotti del rifacimento delle reti idriche in C.da Pasano e sono stati affidati i lavori alle ditte aggiudicatarie. Allo stato sono in corso le procedure di legge propedeutiche alla sottoscrizione del contratto di appalto. Dopo una lunga interruzione, purtroppo non influenzabile e risolvibile da questo Comune, sono ripresi finalmente i lavori al centro fieristico e procedono celermente. Già oggi è visibile quello che sarà l’intervento finito con la struttura completata e messa a disposizione della collettività. A questo si aggiunga che è stato completato il progetto per la realizzazione del parcheggio in loc.tà S. Michele e a breve sarà
PROGETTO GENERALE
L’assessore ai LL.PP. Vito Malanga espone un bilancio delle attività svolte nel campo dei LL.PP.
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Attualità
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G EN requisito oramai fondamentale nei bandi di gara delle scuole. Come nella migliore tradizione italiana, dal 2008 nel board dell’impresa c’è anche il figlio Gaetano, che ha preso il nome del fondatore. Da allora altre nuove idee hanno pervaso l’azienda che ha ulteriormente incrementato il suo parco mezzi e scalato la classifica nel settore del noleggio bus con conducente. Basti pensare che da tre anni Vitale è il principale e più fidato referente delle agenzie specializzate in concerti in Italia ed all’estero e fornisce i più ampi servizi. Oltre ai numerosi autisti assunti in organico, vengono spesso reclutati giovani di Caposele con funzioni di accompagnatore, che uniscono il piacere del concerto all’esperienza di lavoro. L’energia giovanile e la capacità imprenditoriale di Gaetano hanno poi fatto fare un nuovo passo in avanti all’azienda. Da quest’anno, infatti, l’impresa gestisce con un partner straniero la linea Lecce – Casablanca, una corsa settimanale che ufficializza lo sbarco dei pullman Vitale su un altro continente.
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AR Angelo Vitale all'interno del suo nuovo negozio "FIXU" in Corso Europa, dedicato alla tecnologia.
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“servizio balneare” che iniziò in quegli anni: la linea era Sant’Andrea di Conza, Castelnuovo, Laviano, Caposele e poi, superate le curve che portavano a Contursi, si puntava dritti verso Paestum. Lido Cinzia e Lido delle Sirene sono state le prime spiagge che molti caposelesi hanno visto nella loro vita ed il termine di paragone per tutte le loro vacanze future. Come dimenticare, poi, l’appuntamento domenicale a piazza Sanità, quando l’Avellino giocava in serie A ed i tifosi caposelesi arrivavano con l’autobus di Vitale allo stadio Partenio. All’inizio degli anni ottanta il figlio Gerardo assume il comando dell’impresa ed acquista subito il primo pullman Gran Turismo, un Fiat 370 che vantava sedili reclinabili, aria condizionata e TV Radio al suo interno. Un vero lusso per l’epoca. Era il pullman utilizzato dalla squadra del Napoli per le sue trasferte e gli portò fortuna perché inaugurò i primi viaggi attraverso l’Europa. Noi liceali dell’epoca ancora lo ricordiamo per due bellissime gite a Parigi e Vienna con Gerardo alla guida. Il suo spirito di iniziativa lo fa guardare sempre avanti e negli anni successivi incrementa la flotta con l’acquisto di altri pullman Gran Turismo e rilevando altre aziende della provincia, con i loro mezzi e le loro licenze. L’impresa comincia ad assumere un profilo internazionale nel 1998, quando viene acquistato un nuovissimo Irizar Scania Granturismo da 54 posti, considerato il top dei pullman per tutti i suoi comfort, ivi compreso un bagno all’interno. Il passaparola e la buona reputazione cominciano a diffondere il marchio Vitale nelle agenzie di viaggio ed i pullman con il suo logo si vedono sempre più di frequente sulle autostrade di tutta l’Europa con a bordo passeggeri italiani e stranieri. Ma quando sei sul mercato non puoi mai fermarti e la capacità di innovazione è sempre stato un segno distintivo della famiglia Vitale. Da qualche anno fa parte della flotta un nuovissimo Irizar Scania che, unico nella provincia e tra i pochi in Campania, dispone anche della pedana per la salita di carrozzelle per disabili,
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apita sempre più di frequente, a chi percorre le strade e le autostrade italiane, di incrociare dei moderni pullman Gran Turismo che hanno impressa sulla fiancata la scritta “Vitale”. A noi caposelesi quel marchio richiama giornate spensierate, gite scolastiche, pellegrinaggi e spiagge assolate nei lidi di Paestum. Perché la storica Vitale Viaggi quest’anno spegne le sue prime 40 candeline. Quaranta anni di onorata attività nel noleggio bus con autista che hanno consentito a centinaia di caposelesi di trascorrere alcuni dei giorni più felici e memorabili della propria vita, quelli delle gite oltre confine e dei viaggi in compagnia dei propri amici. Tutto è cominciato nel 1974, quando il fondatore Gaetano Vitale comprò il primo Fiat 314, un autobus da 33 posti progettato per le linee extraurbane e per le strade strette di montagna. Con l’acquisto di quel mezzo si svilupparono i primi viaggi di piacere dei caposelesi e degli abitanti dei comuni limitrofi. Il santuario di Montevergine e di San Michele Arcangelo in Puglia, attraverso strade impolverate, erano le prime mete da scoprire negli anni settanta. Anche le scuole ne approfittarono per organizzare saltuariamente le loro “gite di istruzione”. Ma quell’autobus, quando sul parabrezza veniva montata l’insegna della “Vedetta di Caposele”, fu soprattutto il mezzo con il quale andava in trasferta la nostra banda musicale. Attraverso una scaletta montata sulla parte posteriore si potevano caricare i bagagli sul suo tetto ed affrontare i lunghi viaggi. Caricato di strumenti e vettovaglie, oltre che dei suoi 25 “musicanti”, il 314 toccava tutti i paesi della Campania e della Basilicata, spingendosi fino in Puglia e Calabria. La tournée della Vedetta di Caposele, che contava oltre cento esibizioni all’anno, partiva sul 314 nel mese di luglio e terminava alla fine di agosto quando la banda faceva rientro a casa. Nel 1978 e nel 1980 furono acquistati i primi due autobus da 50 posti, dei Fiat 309 che incrementarono la diffusione dei pellegrinaggi e delle gite scolastiche. Ma tutti li ricorderanno soprattutto per il
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Vitale Viaggi il sogno caposelese
Oggi un Top Class Mercedes 350 è il fiore all’occhiello della cospicua flotta dei Gran Turismo, ma lo spirito della Vitale Viaggi non è diverso da quello di quarant’anni fa, quando un Fiat 314 costituiva l’intero parco mezzi. L’esperienza del viaggio con autisti professionisti è sempre accompagnata dall’umanità degli esordi. In compagnia di Gerardo o della moglie Lucia, che è l’altra colonna portante negli uffici di via Piani, non si parla dei successi odierni, ma dei tanti viaggi fatti con i caposelesi. Di quella gita con la Proloco a Gubbio negli anni novanta, o di quella volta che tre pullman di caposelesi sbarcarono al porto di Napoli ed invasero le strade di Capri con il frigo portatile tra le mani. O di quando sul traghetto Messina – Villa San Giovanni tirarono fuori dal suo pullman un riganetto e sul ponte improvvisarono un batticulo. Per questo, quando incrociamo un pullman col marchio Vitale durante un nostro viaggio, possiamo pensare che c’è un felice pezzo di Caposele in giro per il mondo.
Abbiamo più volte detto dei talenti che Caposele non si fa mancare: giovani creativi, ingegnosi, pieni di idee che trovano applicazioni concrete. Oggi ci pregiamo di concentrare l’attenzione su un nostro amico. Egli è Angelo Vitale. Angelo è tante cose: musicista, commerciante con la sua etichetta FiXu e programmatore di software e applicazioni per Smart-phone. Grazie a questa ultima capacità, Angelo Vitale è riuscito (immaginiamo con non pochi sforzi) a realizzare un lavoro arduo. Ha realizzato un’applicazione, la prima nel suo genere: un booking per i viaggi in bus. Da un paio di giorni, attraverso il portale web, App (IPhone ed Android) e mobile, sarà possibile consultare tutte le linee bus italiane e non, comodamente e con estrema semplicità, grazie ad un algoritmo di ricerca innovativo, flessibile e veloce. Già questo la dice lunga sull’immane lavoro svolto e la sua grande funzione di servizio per chi vorrà utilizzarla. Hanno collaborato in tanti alla realizzazione di questa applicazione, segno dell’importanza del lavoro collettivo. Ringraziamo Angelo per quello che sta facendo e, soprattutto, per quello che certamente vorrà e saprà fare ancora in futuro. Per adesso ci godiamo la possibilità di viaggiare in bus, avendo tra le mani uno strumento che ci facilita il viaggio, le sue connessioni e coincidenze. Visita il sito web o scarica la tua app direttamente da qui: http://www.lineebus.it
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Attualità
PIAZZA SANITA’ – INAUGURAZIONE (13 aprile 2014)
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Nicola per la ditta Procaccini, come amministrazione vogliamo consegnare una targhetta di riconoscimento. Un ringraziamento all’Acquedotto Pugliese per la collaborazione che ci ha offerto, e agli operai della Comunità Montana per la loro opera prestata. Ed infine un ringraziamento a tutti quei cittadini che hanno dato suggerimenti. Ma principalmente ci scusiamo con la popolazione tutta, che con pazienza ha sopportato, senza protestare, i non pochi disagi causati dalla realizzazione dell’opera. Tante scuse…. Prima della benedizione della piazza da parte di Don Vincenzo, del taglio del nastro, dello spumante per buon augurio, consentitemi di menzionarvi una frase… C’è un tempo per riflettere, c’è un tempo per confrontarsi, c’è un tempo anche per polemizzare, ma alla fine arriva il tempo della concretezza e delle realizzazioni …., e oggi è il tempo del fare e del costruire…. Oggi è il nostro tempo. Auguro a tutti di poter godere delle bellezze di questa PIAZZA. BUONA DOMENICA DELLE PALME E BUONA PASQUAA TUTTI da parte di tutta l’amministrazione comunale ….. ancora grazie a tutti e auguri…….!
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Cirillo, l’assessore Alfonso Pallante, l’assessore Salvatore Conforti, l’assessore Vito Malanga e l’assessore Salvatore Russomanno. Come oggi, devo ringraziare l’assessore Malanga che ha seguito tutte le procedure burocratiche indispensabili per realizzare l’opera, l’assessore Conforti sempre presente sul cantiere, il consigliere Russomanno, il vicesindaco Cifrodelli, e il consigliere Cetrulo che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Durante i lavori la preoccupazione di molti era che anche per questa piazza, così come è successo altrove, si dovesse procedere a più rifacimenti per raggiungere un buon risultato. Così non è stato, i dubbi sono stati concretamente fugati, al primo tentativo a detta di tutti è stata realizzata una piazza bellissima. Di questo allora dobbiamo ringraziare il progettista l’architetto Carluccio Michele, la direttrice dei lavori l’architetto Cetrulo Grazia Maria, la direttrice artistica l’architetto Mattia Concetta, il R.U.P. l’ing. Gerardo Luongo, e chi ha supportato e sopportato tutte le nostre numerose richieste: la ditta appaltatrice che di fatto ha realizzato i lavori, cioè la ditta Procaccini e in particolare Nicola che per la durata dei lavori praticamente si è trasferito a Caposele.
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Madonna della Sanità fa bella mostra di se. Piazza Sanità, essa stessa monumento da visitare, che insieme: - alla visita alle sorgenti, - al museo delle macchine di Leonardo, - al museo delle acque (arricchito dall’acquario e dall’incubatorio delle trote), - insieme al museo etnografico, - al parco fluviale, - al parco Saure, - alla zona cantine, - alla chiesa della Madonna della Sanità e al tempio artistico di S. Lorenzo, - insieme al museo della Pavoncelli di prossimo allestimento nella Palazzina dell’AQP, fanno di Caposele un polo di attrazione turistica, e i primi frutti già si sono visti e si stanno vedendo. Quindi oggi è con sincero orgoglio e con sentito compiacimento che siamo qui per inaugurare piazza Sanità, per consegnarla ai cittadini, e per i dovuti, doverosi e legittimi ringraziamenti. A tal proposito devo ricordare a tutti noi, che la Nuova Piazza Sanità è figlia della convenzione stipulata con l’Acquedotto Pugliese e pertanto devo ringraziare innanzitutto gli assessori e i consiglieri che approvarono in consiglio comunale quella convenzione. Cioè il consigliere Gerardo Freda, il consigliere Rocco Guarino, l’assessore Angelo Ceres, il consigliere e assessore alla Comunità Montana Donatello
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Dal discorso del Sindaco nel giorno dell'Inaugurazione della nuova Piazza Sanità
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arissimi cittadini, oggi siamo qui per inaugurare PIAZZA SANITA’, quella che vedremo noi, per il resto della nostra vita, quindi per ancora 100 anni, quella che consegneremo ai nostri figli. Abbiamo trasformato quello che era uno slargo asfaltato, in un bellissimo e vero ampliamento urbano, cioè non più spazio a se stante ma parte integrante ed arricchimento del paese…… Così, in una poesia di Patrizia Cavalli: “ In fondo questo è una piazza, uno spazio da vivere, uno spazio di città, pubblico spazio, ossia pubblica aria…” E piazza Sanità si candida a pieno titolo ad essere la piazza più bella e più importante di Caposele : - Con i suoi bellissimi giochi d’acqua, i quali si colorano di sera, giochi d’acqua della fontana centrale a scomparsa, che nei momenti di necessità consente di sfruttare tutto lo spazio a disposizione della piazza, - Con la sua rigogliosa cascata che prende origine da un’altra bellissima fontana situata nella piazzetta sovrastante, lateralmente alla chiesa della Madonna della Sanità, - Con il suo monumento ai caduti dal quale partono le scale per raggiungere appunto la piazzetta sovrastante. - Con la sua chiesa, appunto la chiesa della Madonna della Sanità, chiesa elemento indispensabile in ogni piazza che si rispetti. Piazza Sanità un monumento all’acqua, un bel biglietto da visita a quella che viene definita “città di sorgente”: Caposele. Chiesa della Madonna della Sanità: in questo scenario non potevamo non pensare di ristrutturarla; impegnandoci abbiamo trovato un finanziamento, dell’altro 50% della somma necessaria se ne è fatto carico la curia ed ecco che anche la chiesa della
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Storie
"Addù vai accussí cuntento?" "A lu mar’!" "Raddù vieni accussí strutto?" "Ra lu mar’!"
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’adolescenza oltre che essere un periodo di profondo cambiamento fisico è il periodo in cui ci formiamo caratterialmente, infatti essa consiste in un succedersi di insicurezze, inquietudini, ribellioni associate ad incomunicabilità, incomprensioni, soprattutto per ciò che concerne l’ambito familiare. La contraddizione che si manifesta in questi e tanti altri frangenti, rappresenta l’aspetto più evidente di quest’età, una fase di transizione, quindi che è a metà strada fra il mondo dell’infanzia e quello della maturità. La famiglia, il nucleo originariamente posto al centro della nostra esistenza, rappresenta un evidente contrasto con quella che è la realtà quotidiana; di conseguenza il rapporto con la famiglia si fa più ostile e conflittuale: ci si trova di colpo a desiderare sempre più l’indipendenza ma, allo stesso tempo, si è incapaci di ottenerla. Sembra che tutta questa fase abbia una fine il giorno nel
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maccheroni, polpette e polpettoni, "ventresc'a", "soppressate" e provoloni, peperoni verdi fritti, melanzane a funghetti, “pizzelle di fiorilli”, erano finiti nelle bocche voraci…ed al termine del festoso pasto, quel che restava era sparito così com’era comparso…lasciando posto al senso di festa e appagamento. Alla lieve brezza marina, qualche ardito aveva passeggiato lungo la riva, qualcuno aveva sonnecchiato sotto l’ombrellone, e mentre i bimbi frignavano per ritornare in acqua, le comari avevano intessito l’aria di risate e ciarle… Nel primo pomeriggio erano iniziati i rituali del ritorno. Scrollati dall’ultimo granello di sabbia e riposti ombrelloni, salvagenti e giocattoli, serrate borse e sacche di tela, in lenta processione, le famiglie stanche e contente si erano dirette verso la fermata del postale. Allo stridio dei freni quelli addormentati si erano destati stralunati e confusi nella piazza deserta. Qualcuno era già in piedi accanto alla portiera, altri reggevano in collo bambini sonnacchiosi. L’autista aveva allineato i bagagli sulla strada. Qualcuno sbadigliava, qualche bimbo piangeva, e la piccola folla si era dispersa a passo incerto verso le proprie case. Tutti si erano già dati appuntamento per la domenica ventura…
A pochi giorni dai miei
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in moto ansimante, ed era sparito oltre la curva lasciando dietro di sé un leggero turbinio di polvere e foglie e canti dispersi in lontananza... Sulla spiaggia dalle sacche di stoffa erano comparsi ombrelloni, teloni variopinti, secchielli, creme e unguenti. Qualcuno aveva gonfiato nere camere d’aria, lucide e viscide, altri, più fortunati, salvagenti di spessa tela cerata colorata. I ragazzi, con costumi fatti in casa di maglia di lana o di stoffa di cotone variopinto, si erano rincorsi schiamazzanti sulla riva. Dei bambini avevano costruito castelli di sabbia, altri spirali di piste per le biglie di vetro. Qualche papà aveva agganciato teli attorno agli ombrelloni per il cambio dei costumi, altri avevano improvvisato un campetto di bocce. Ma le donne erano state spettacolari! Dopo aver fatto il bagno, o la sabbiatura calda e rinfrancante, allo scoccare dell’ora del pranzo, si erano trasformate tutte in "Mary Poppins" e dalle sporte spalancate erano comparsi oggetti inimmaginabili e vettovaglie prelibate. Piatti, bicchieri, tovaglioli, “boccacci“ ricolmi, e fiaschi di vino avevano fatto bella mostra di sé su tavolini improvvisati e traballanti. Come per magia erano apparse teglie avvolte in panni di lana, con manicaretti ancora caldi e profumati. Frittate di
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quasi l’imbrunire. Nella piazza ancora infuocata, il postale vomita il suo carico di passeggeri stanchi ed accaldati. Seduti sulle panchine di pietra solo alcuni vecchi temerari. I visi solcati da rughe profonde osservano le piccole carovane di persone che, con passo lento e strascicato, si disperdono in ogni direzione. Nell’aria saluti e convenevoli si mischiano a richiami e scalpiccii. I vecchi sorridono sornioni: i tempi cambiano, ed i paesani non si accontentano più dei confini delle loro terre. Ai primi caldi corrono verso le città di mare! Una volta il duro lavoro nei campi non lasciava spazio ai viaggi, ma c’era il Sele, generoso e presente con i suoi gorghi. Delizia nei mesi caldi, provvista di cibo nei mesi bui. Continua sorgente di vita, con le sue acque fresche, ribollenti e dissetanti. Perché, dunque, la gente si sottoponeva a quella tortura? Nelle prime ore della mattina, dai vicoli del paese, file di persone festanti, cariche di "sporte" e masserizie, si erano srotolate verso la piazza ancora deserta. Con le sue bocche spalancate, ferma accanto al marciapiede, la corriera aveva inghiottito tutti traballando, con il portellone dei bagagli strapieno e l’autista arrampicato sul suo tetto nell’atto di sistemare gli ultimi pacchi e pacchetti. Poi, accolto da battimani e risate, il veicolo si era messo
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di Milena Soriano
nostro18 compleanno. Viviamo l’adolescenza come uno studente universitario vive i suoi anni di studio: stress, ansia, soddisfazioni..tutto per arrivare alla laurea. Si, perché per noi adolescenti i 18 anni sono paragonabili alla laurea. Anche noi affrontiamo anni e anni di stress, dovuti ai litigi in famiglia, ansie dovute al messaggio del nostro primo amore che tarda ad arrivare, soddisfazioni nel vedere anni d’amicizia continuare, e si per noi compiere 18 anni è come laurearsi! 18 anni significa avere più libertà, indipendenza..la patente! 18 anni è una tappa fondamentale, è il primo spiraglio di luce verso la vita adulta, appunto la vita adulta, perché 18 anni significa soprattutto maturità. La maturità di affrontare i problemi, gli ostacoli che incontreremo nella vita, la maturità di scegliere, perché si sa che gli artefici del nostro destino siamo noi, e il
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nostro destino si forma in base alle scelte che ogni giorno compiamo. Le scelte che devono renderci più forti e devono farci da scudo di fronte ad una vita che non sarà sempre generosa con noi, ed è proprio quando questa sarà meno generosa con noi, noi dobbiamo essere generosi con lei sorridendogli sempre e mostrando quanta voglia di vivere abbiamo a 18 anni e quanta ne avremo sempre, anche a 30,40, 50, 60.. anni perché non c’è più bel regalo di essa. Dobbiamo imparare a rispettarci e amarci sempre, dobbiamo amarci a 18 anni anche se con qualche brufolo, chilo.. in più, dobbiamo farlo perché noi non siamo una gioventù bruciata, anzi siamo pieni di contenuti e siamo anche quelli che oltre che andare a ballare il Sabato sera si alzano la mattina per andare ad aiutare i nonni, siamo quelli che cantano fino all’ultima parola in un concerto e fanno di quello una carica per affrontare un anno di scuola
di Gelso
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portando a casa ottimi risultati, siamo quelli che crediamo negli ideali di ugualianza e libertà e lo gridiamo fino a perdere la voce in qualsiasi manifestazione, siamo quelli che… crediamo! “Quando hai solo 18 anni quante cose che non sai.. quando hai solo 18 anni forse invece sai già tutto e non dovresti crescere mai! “....
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Storia
“MORALMENTE FERITO, M’ANGOSCIAI IN QUELLA TENEBRE E ODIOSA ORA E, IRRIGUARDOSAMENTE, TI LASCIAI. PAESE MIO, CREDIMI, IO T’AMO ANCORA!”
Umberto Gerardo Malanga ugmmaterdomini@bol.com.br
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Nonostante la sua età, vive febbrile: stà sempre collegato, via internet, con il suo mondo. Scrive tanto, non si sofferma mai: sono dense affettività alla sua Terra Natale. Molti esagerano di dire che noi non facciamo più niente. Sicuro che facciamo, abbiamo infiniti pensamenti ed altri che al momento non ricordiamo, però detestiamo domande che siano di aggravo, sforzare la nostra mente. Sappiamo che il non far niente è incredibilmente noioso, antecipa la “partenza”. L’Odontoiatra, oggi, immune di inquetudini, suggerisce:“Umberto, faça tudo aquilo que mais te apaixone. Você, como eu, já cumprimos nossa missão. Finalmente, a idade nos liberta!” - “Umberto, fai tutto quel che più ti appassiona. Tu, come io, abbiamo già adempito la nostra missione. Finalmente, l’età ci rende liberi!” - Ed io, obbedisco! Condivido questa filosofia di vita con i tanti coetanei del mio paesetto, che apprezzano una storia ben contata, una vita spensierata, ma se domandi qualcosa che possa costringerle la loro mente, niente da fare. Dicono che stanca e chi vuol vivere nella stanchezza lo fa, loro no. Ed hanno ragione. Quivi, voglio temperarmi di gioia che diffonde questa fantastica gioventù, che tanto fa per riconciliarsi con l’esistenza e, allo squillo delle campane del Santuario, riprendere, con entusiasmo, le fatiche quotidiane. Niente contestazioni politiche, religiose, le quali nulla aggregano, ma un dialogo fraterno, ascoltarli in assoluto. Pretendo fare un stage di perfezionamento, con la massima prudenza e che non rechi loro alcun travaglio. Penso che in sei mesi di tirocinio dà per imparare l’essenziale, oppure devo allungare la data di formazione? Magari lo potessi, rimanderei la laurea a sine die! Aimè, non posso, ho responsabilità altrove.
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foto UGM / 2008
Materdomini visto dalla Madonna della Neve (Calabritto)
MATERDOMINI di CAPOSELE
1966. Nella pacata Rua dos Miosótis, quì, a San Paolo, Brasile, città che per me è ancora estranea, gli alberi d’Ypê Giallo (tabebuia chrysotricha), son fioriti più volte. Elettrodomestici, pneumatici, recipienti plastici e..., fluttuano sul melmoso rio Tietê. Ruspe scavando, rumorosi frantoi impastano cemento sulla riva, presso grosse caçambas (cassoni) che infinite cianfrusaglie traboccano. È un sabato di svago. Deluso d’un amore mancato, osservando l’aggressività di avvoltoi, la mente mi stimola di far presto ritorno alla mia Italia, ma motivi di somma responsabilità sociale mi contengono e, speranzoso di un futuro migliore: il Paese è un vero continente, ha potenzialità! Operários accomodati in giganteschi baracconi e di notte, scarse lampade illuminano il cantiere. Vecchi edifici invasi illegalmente dai senza tetto di volti strani, in un linguaggiar babelico. Veicoli scatenati, sirene stridenti, sbirri a pattugliare, perchè siamo in un periodo di dittatura militare. Fra lunghi e rischiosi vicoli, lucciole, tossicomani, saltimbanchi e..., vagano; rifiuti marciti ammucchiati; noiosi schiamazzi di randagi musi aguzzi. Rientro alla mia dimora. Solingo abito e, spiritualmente debilitato, caduco in un sonno profondo e sogno, nel tormentoso riposo come d’un esiliato che, risoluto, spicco un volo lontano: a Caput Silaris, Caposele. Di là ammiro quella mitica ascesa e, risalendo al mio splendido Colle, Materdomini, sento, tra il fruscìo del fiume Sele e il soffio d’un ameno scirocco che spira, un chiacchierio di voci a me familiari, sotto gli alberi dei platani, in corso Sant’Alfonso, oggi top della Borgata, onde io nacqui al chiaror d’un modesto lume, ma prospero di salute, di dolcezze e di carezze. Quivi m’alloggio e quiete la mia mente rimane, in un inimmaginabile oblìo. “Solo il sogno è bello. La realtà senza di esso non è che dolore e pianto.”
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Tutto ciò commento col Dr. Elvio, il Dentista di famiglia, un Oriundo, amico di lunga data, molto avveduto. È già in pensione, e lui mi dice che ha lavorato tantissimo nella sua vita. Oggi ha rallentato il suo ritmo, come io, e raciocina: “Colui che non ha mai sperimentato di non far niente, non conosce le difficoltà. Siamo viziati in fare tante cose, e quando c’incontriamo in tali circostanze, specialmente in una certa età della vita, seppur essendo cose inutili e faticose, continuiamo a farle, senza saperlo, e quel ch’è più triste, ci prendono in giro!” L’Amico mi racconta la saga di suo padre, che nella metà del secolo venti approdò in San Paolo. Proveniva da un paesino Irpino, di cui tanto ne sublima il nome. Dedicato nel creare e educare i suoi tre figli, con l’aiuto imprescindibile della cara e solerte Mamma. Affettuoso, esprime con docili parole, tanti sentimenti del suo Borgo. Rileggeva l’estinto Fanfulla, giornale della Comunità Italiana, assiste la Rai, per sentirsi sempre più vicino alla nostra cara Italia.
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Villaggio natale, MATERDOMINI di Caposele, avida di visitare i parenti e gli innumeri amici, che col passar del tempo scarseggiano in un ritmo preoccupante, per cui, chi resiste si torna sempre più prezioso. Io, nato contadino, ansioso di rivivere quei luoghi dove, fino ad una certa età, coltivavo la terra, raccoglievo fiori, frutta e fra i pungenti rovi, more, asparagi, vibravo con il ciclo delle stagioni. Ho una gran voglia di questionarmi, riconsiderare i miei passi, farmi perdonare, avere un dialogo amoroso con tutta questa diversità, in silenzio. Sarà una felicità talmente intensa da superare qualsiasi parola. Ricordare quando nella mietitura, destri falciatori a raccogliere il grano, cantando allegri stornelli e donne a spigolare; le sagre del ferragosto, il raduno di tanta gente, alla vendemmia, le feste natalizie..! La nostalgia è incredibile, è così poderosa da trasformare tempi tristi in momenti meravigliosi. Gli anni passano e a ogni contatto una triste nuova: “Sai chi è partito questa settimana? Un tuo collega, Gerardo, con il quale aspiravate il mestiere di muratore, ch’eravate discepoli del severo, destro mastro “zi Totonno”; Pasquale, quel tuo amico quando negli anni quaranta avevate cura del gregge, nella contrada Chianga e, ancora, Gelsomino, tuo compagno di banco, di quella memore Scuola. Notizie ricevute tempestivamente! Ai miei genitori, parenti e amici che quì riposano, devotamente, rendo loro il mio omaggio. Più eloquente che una penna di un grande scrittore, più poderosa di una spada d’un samurai, la potente arma che l’uomo possiede è il sorriso. Allegremente, noi, all’uscita della scuola, per strade a spargere ingenui sorrisi di quà e di là. Eravamo discreti. Già adulti, spiavamo alcuni filosofi giocare un tresette interminabile e sorseggiando, sfarzosi, una birretta, un chinotto..; anziani mistificando una briscola e consumando tre quarti di vino e una gassosa. Ben in fondo al locale una porta indiscreta, dove un robusto vigilante controllava l’entrata: lì si giocava al poker, gioco d’elite, annaffiato a whisky. Unico svago di allora, nelle taverne e, bizarramente, nel momento in cui l’oste presentava il conto, tutti gli davano un sorriso sdegnoso e ognuno esitava di mettere la mano in tasca. Costui, sorridente, non dava importanza al loro atteggiamento e l’attendimento continuava con la medesima eccellenza. L’ultima volta che m’incontrai con uno dei gestori, ricordando quei momenti, risultò in forti risate. Adesso, anche costoro
son partiti e per me meno testimonianze e partecipanti del mio tempo e della mia storia personale... e come si dice che quando un amico muore anche noi moriamo un poco. È come se la vita non fosse più intera. Uno ad uno spariscono i filosofi dal sorriso vasto, franco e fra poco, forse, spariranno per sempre, anche, le loro vicissitudini. In costoro m’appare il mio vero paesetto, perchè è singolare, mi emoziona! Per queste e tante altre ragioni, sono cosciente sempre di più che il mio futuro è oggi. Voglio compiere una estensa agenda nel mio paesello: rivisitare le Sorgenti, rivedere l’artistico portale della vecchia Scuola, attraversare quei memori vicoli, ascoltare le savie storie di anziani e tirarne profitto della loro saggezza, perchè solamente adesso riconosco l’incommensurabile valore.Vivo a più di cinquant’anni in una metropoli, un ambiente molto ristretto, rumoroso. Ho bisogno di comunicarmi, specialmente con gli autentici del luogo, coloro che frequentano la campagna e usano pure l’internet. Costoro vivono e vivranno, per sempre, nella mia memoria.
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Ossessivamente, la mia mente mi conduce al caro
La stupenda cascata dell’Oasi della Madonnina
“DISTANTE DAL MIO AMATO FIUME, LONTANO DAL CARO PAESE, SONO UN NIENTE, AMICI MIEI!”
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di Luigi Fu
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onirico, della questione meridionale e del ruolo incisivo della donna nel Meridione. È stata rappresentata anche la Napoli della "leggenda dell'amore" e del " 'o munaciello" tratte da "Leggende napoletane" di Matilde Serao. Infine, la Napoli di Eduardo De Filippo, con la commedia "Gennareniello" che ho avuto l'opportunità di interpretare e di cogliere come nulla possa scalfire i veri legami familiari. Mentre riemergono, come tesori da un relitto sottomarino, le svariate sensazioni legate a questa esperienza teatrale a scuola, un'onda minacciosa si infrange sugli scogli stridendo con la melodia delicata della suoneria del mio cellulare. È Clelia. Rispondo. " Luì! Come vanno le vacanze?!? Proprio adesso stavo osservando le foto dello spettacolo teatrale che abbiamo fatto e ho voluto chiamarti!" dice con quel modo di parlare entusiasta che ha da quando è bambina. "Come si
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prima, ma sarai un po' il personaggio che sei appena stato, con le proprie debolezze e punti di forza. Non capisco, però, perché proprio nella scuola, "agenzia educativa per eccellenza" ci possano essere atteggiamenti di non comprensione rispetto alla valenza pedagogica e culturale che il teatro riveste. Seguire questo progetto teatrale, oltre ai tanti aspetti positivi già citati, per me è stato molto altro ancora. Mi ha fatto incontrare e riscoprire gente, a mio avviso, straordinaria come il professore Carmine Pirozzi che, insieme alla professoressa Cinzia Malanga, ha curato il corso. Sì, il professore Pirozzi, ambasciatore di tutti quegli intrighi emotivi, di storia e di valori che il teatro da secoli insegna. Lui, in un momento difficile della mia vita, quando tutte le cose belle e addirittura il sole sembrava essere soltanto una nuvola un po' più luminosa, mi ha aiutato a continuare. Si è presentato personalmente a casa mia volendo instaurare un rapporto alla pari. Ed è stato, come sempre accade con lui, parlare di ciò che ci inquieta e ci esalta. Mi ha detto:" Ti aspetto, così come il gruppo teatrale!". Ho capito che c'era un gruppo, "una famiglia" che aspettava Luigi e il suo Gennareniello. Questo mi ha fatto riflettere sul senso di appartenenza a un gruppo, ad una macchina perfetta di attori, scenografi, tecnici audio e video, costumisti e truccatori. È da prendere da esempio quello che ha fatto il professore Pirozzi per tutti coloro che aspirano ad essere insegnanti efficaci. Lo spettacolo allestito quest'anno (un ringraziamento va ai "Liberi Commedianti" per averci seguito durante questo percorso) ha avuto come titolo "Questioni Epocali". La nostra affascinante Napoli è stata il tema portante dello spettacolo. La Napoli di Giovanna II Durazzo D'Angiò, di Maria Carolina D'Austria, di Matilde Serao e la Napoli contemporanea nella figura di una giovane assessore alle pari opportunità del comune di Napoli. Esse discuteranno, in un contesto
può pensare la stessa cosa nel medesimo momento?!?" penso sbalordito, convinto sempre di più che questo corso teatrale ci abbia completamente conquistati! Telepatia o semplice coincidenza della vita? Parlando, ricordiamo quello che è stato frequentare e vivere questa esperienza teatrale. Durante questo anno scolastico tanti sono stati gli ostacoli ma, osservando ancora una volta la foto del mio caro gruppo teatrale, immediatamente tutto svanisce di fronte a questi visi giovani e felici, ancora eccitati per i tanti applausi conclusi da poco. Questa foto è il teatro, con la sua immensa bellezza, con i sacrifici compiuti, l'ansia estenuante e una volta conclusa la storia del tuo personaggio, la voglia di riappropriarsene. Eh sì, questo è il teatro: una foto che nessuno mai potrà strappare e che vivrà nell'infinito mare dei ricordi...
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osservando il mare che si comprende come il tempo passi e, inevitabilmente si sentono, mentre la brezza ti accarezza il viso, tutte le emozioni provate durante un anno scolastico. Ed ecco che subentra il ricordo... Una foto ritrae un bellissimo gruppo di giovani, o forse meglio, di personaggi. Possiamo intravedere donne che hanno fatto la storia come una lugubre Giovanna D'Angiò, l'austera e ironica Maria Carolina D'Austria, una signorina vestita a fiori, Matilde Serao, una giovane assessore, due brutte zitelle, una donna che porta avanti con estrema forza una famiglia, dei "munacielli" e ancora tanti sorrisi, stupendi sorrisi... È il gruppo teatrale del progetto "Il teatro per crescere" del liceo di Caposele. È l'esperienza, a mio avviso, (e ragiono con la testa tralasciando per un attimo il cuore) più bella e importante che una scuola potesse offrire. Ricordo quando la professoressa Cinzia Malanga, con la voglia e l'entusiasmo di un bambino che ti invita a costruire un castello di sabbia, mi disse:" Luì, dobbiamo parlare! Ho in mente un'idea che penso ti piacerà!". "Che ne dici di un progetto teatrale a scuola? Sei il primo a saperlo!" disse con il suo tipico sorriso. Oltre a sentirmi compiaciuto per essere stato il primo a sapere di questo progetto, tra la contentezza e uno strano senso di aver raggiunto un obiettivo da tanto mirato (portare il teatro al liceo) ho pensato di essere fortunato: una passione giungeva a scuola realizzando una vera "scuola del fare". Da quel giorno, da quella idea, è nato il progetto teatrale. Ma perché è importante un corso teatrale? Il teatro è uno strumento pedagogico trasversale a tutte le discipline curriculari. Esso, incentrandosi su temi storici, civili e sociali è in grado di far comprendere a noi giovani il presente analizzandolo con spirito critico. L'attività teatrale, inoltre, è scoperta e accettazione di sè e del proprio corpo, insegna ad ascoltare e a vincere la timidezza rafforzando l'autostima. Personalmente non riesco a trovare qualcosa di più affascinante di quando, una volta saliti sul palco, si diventa quello che non si è. Per questo, una volta chiuso il sipario, non ritornerai mai più come eri
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STORIA DI UNA FOTO CHE NESSUNO POTRÀ MAI STRAPPARE..
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Politica
Il passato, monito per l'avvenire es
di Michele Cer
Un paese sempre più ricco di energie, di intelligenze, di coraggio, di rispetto reciproco, di giustizia e di solidarietà.
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Relativamente alla strada, la Cassa per il Mezzogiorno, mercé l’intervento dell’allora Ministro Salverino De Vito su pressioni dello scrivente, al tempo vice sindaco del nostro Comune, aveva deliberato un finanziamento di circa due miliardi per il suo ammodernamento. Ma, per farla breve e senza attribuire colpe in particolare, sia per l’una sia per l’altra struttura le contrapposizioni degli anni Ottanta determinarono, di fatto, la loro mancata realizzazione. Se ho voluto ricordare alcuni episodi di un passato, a volte lontano, altre volte meno distante, non l’ho fatto per ergermi a censore e moralizzatore dei tempi attuali, non l’ho fatto per spirito di parte e né per rinverdire antiche polemiche, ma solo per dire agli odierni “protagonisti” della politica locale che, pur nella fermezza dei propri valori e delle proprie convinzioni, il confronto tra opinioni diverse sempre consegue esiti positivi. Gli esempi del passato, positivi o negativi che siano, sono un potente monito, che ci spinge a privilegiare il dialogo e la collaborazione. Una crisi preoccupante, oggi, blocca ogni iniziativa, anche se finalizzata al pubblico bene. Eppure, la comunanza degli obiettivi dovrebbe essere, per tutti, uno strumento di fortificazione del senso di appartenenza alla medesima Comunità. Se tanto è vero, facciamo in modo, allora, di non dover piangere, in un prossimo futuro, “sul latte versato”. Dall’alto della mia non più giovane età mi sia consentito di concludere, rivolgendo a tutti l’invito a cooperare, pur nella legittima diversità delle opinioni, per l’avvenire di un Paese sempre più ricco di energie, di intelligenze, di coraggio, di rispetto reciproco, di giustizia e di solidarietà.
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pubbliche per la nostra Comunità non furono realizzate. Mi riferisco, in modo particolare, allo stanziamento di centocinque milioni lire degli anni Sessanta per l’edilizia popolare e a quello del 1971 di novanta milioni di lire per la costruzione della scuola media, finanziamenti che non furono utilizzati perché l’Amministrazione Comunale del tempo, priva dell’appoggio della minoranza consiliare e dei partiti di opposizione, non fu in grado, da sola, di reperire le aree su cui le due strutture avrebbero dovuto essere costruite. Se realizzate e quindi esistenti, ma questa è storia di dopo, sarebbero state inserite tra quelle strutture pubbliche distrutte o danneggiate dal terremoto e, dunque, destinatarie di appositi finanziamenti. Non voglio, di proposito parlare della grande occasione del dopoterremoto, che pur tra i tanti lutti e i tanti danni, poteva costituire la base per una Caposele diversa, più bella e più vivibile. Mi riferisco a due casi in particolare, di cui ancora oggi ne lamentiamo la mancata esecuzione: la caserma dei Carabinieri e l’ammodernamento, attraverso adeguati lavori di ampliamento, della strada di collegamento Piazza Sanità - zona Caselle, della cui importanza vitale per l’economia del paese non penso che vi possa essere qualcuno che possa dubitarne. Ma le solite deleterie divisioni tra “buoni e cattivi” portarono alla perdita delle due opportunità. In merito alla caserma, Caposele era inserita in un progetto pilota del Ministero dell’Interno. Unitamente ad altri quattro comuni della provincia, tra cui Teora, era stata scelta destinataria di un tale intervento. Il Comune avrebbe dovuto semplicemente mettere a disposizione il suolo. La costruzione l’avrebbe realizzata direttamente il Ministero.
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amministrative, che sono state lo specchio di una crisi morale prima che politica, una crisi, altresì, di stanchezza, di assenza, di egotismo e di totale mancanza di senso di responsabilità. Se si ritiene che i riferimenti al passato possano giovare al presente, conviene, allora, trarre da essi un utile insegnamento. Un antico adagio recita: “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”, ossia una volta si può anche sbagliare, ma ripetere due volte lo stesso errore è un’azione da perfetti cretini patentati. Se non sempre è prevalso il senso di responsabilità, perché perpetuare l’errore anche oggi, quando non pochi sono i casi di concrete realizzazioni nate dal confronto e dalla collaborazione? Fu grazie alla collaborazione tra minoranza democristiana e maggioranza stretta di mano se negli anni compresi tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta non poche opere pubbliche furono finanziate e realizzate: strada rurale Minuto-Montemaggiore, strada rurale “Pomes” e acquedotto “Santa Cecilia” in contrada Boninventre, acquedotto rurale Ionda-Ponte Minuto, scuole rurali nelle contrade San Vito, Serra Castagno, Piano Cardone e Cresta del Gallo. Ma, la classica ciliegia sulla torta fu rappresentata dall’istituzione del Liceo Scientifico e dalla conclusione della trattativa tra il Comune e l’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, che pose termine al contenzioso che durava sin dal 1939, quando il popolo di Caposele insorse per il furto dell’acqua che la transazione Stato-Comune del 1905 aveva lasciato a disposizione dei Caposelesi per la soddisfazione delle loro esigenze. Fu, viceversa, grazie alla sterile contrapposizione tra le parti e alla divisione tra “buoni e cattivi” se significative opere
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i solito si pensa al passato come a un’età mitica, a un tempo in cui tutto era più facile, quando più percepibile da parte di tutti era il senso di appartenenza a una “comunità”, quando più viva era la sensazione di condividere con gli altri una riconosciuta interdipendenza, offrendo o facendo per altri ciò che ci si aspettava da loro. Ma, davvero era così? In verità proprio così non era. Ma, la pochezza della condizione presente ci spinge, spesso, a ricercare in tempi lontani un esempio da contrapporre, specie in politica, al grigiore del nostro tempo. D'altro canto, l’idealizzazione è pur sempre un’espressione del desiderio di offrire risposte risolutive ai bisogni presenti, che restano insoddisfatti in ciascuno di noi. Eppure sempre più spesso si sentono citare episodi trascorsi come appartenenti a un’età felice. Per evitare facili illusioni e pericoli di un’eccessiva idealizzazione, sarà bene, allora, tentare una ricostruzione razionale di eventi passati, sgombra, nei limiti del possibile, di pregiudizi di parte. Ciò che trenta, quaranta, cinquant’anni fa di diverso rispetto ad oggi era la disponibilità, ai nostri giorni inesistente, a confrontarsi dialetticamente con l’avversario. E questa disponibilità, non sempre, ma spesso, quando vi erano importanti questioni da trattare, interessanti l’interesse collettivo della “comunità”, portava alla collaborazione tra maggioranza e minoranza consiliare e al dialogo tra partiti storicamente avversi per la ricerca di soluzioni condivise. Poi si tornava, comunque, a contrapporsi in uno scontro duro, ma che difficilmente raggiungeva le asprezze e i toni di quello odierno. Un esempio poco edificante ci è stato dato dal linguaggio truculento usato nella campagna elettorale per le ultime elezioni
IL SALUTO DEL VICESINDACO Donato Cifrodelli
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senza mai dimenticare che innanzitutto sono un cittadino della nostra Caposele e che le mie scelte amministrative sono condivisibili se mettono in pratica quello che i cittadini nella correttezza desiderano e che con il loro consenso mi hanno delegato a realizzare per loro. Evidenzio che si è operato nel pieno di una diffusa crisi economica e sociale e, forse proprio questa condizione è stata determinante per far si che al primo posto della mia azione io abbia posto la ricerca di soluzioni e azioni che determinassero maggiori benefici per le fasce deboli e, considerato che mi occupo anche di commercio ed attività produttive, opportunità di lavoro. Ho sempre ricercato soluzioni che potessero legare indissolubilmente Materdomini e Caposele convinto che il turismo religioso connesso agli attrattori di sempre quali gastronomia di eccellenza e acque, potessero rappresentare un volano di sviluppo per le attività commerciali e artigianali di due luoghi, compensandosi e
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ari Lettori, al termine di questo primo anno di mandato, ho ritenuto doveroso, approfittando dell’ospitalità del periodico la Sorgente, rivolgervi un saluto e trasmettere qualche considerazione da offrire ai miei concittadini. Vi confermo che ho sentito il peso dell’impegno, consapevole che la mia presenza in una compagine amministrativa al secondo mandato poteva e doveva rappresentare seppur nella continuità del percorso amministrativo, un sano e stimolante elemento di discontinuità. Dandosi subito con una presenza assidua in comune e intensificando collaborazioni e confronto con i dipendenti, (il personale rientra tra le mie competenze) , sono diventato padrone delle dinamiche amministrative senza mai dimenticare che elemento indispensabile per ottenere buoni risultati è perseguire obbiettivi che abbiano ricadute collettive e non limitate a singoli. Ho svolto e svolgo il ruolo di Vice Sindaco con orgoglio e determinazione
non danneggiandosi reciprocamente. Convinto che la coesione in una compagine amministrativa è elemento indispensabile ho tuttavia, quando necessario, fatto valere le mie idee se si è trattato di compiere scelte non corrispondenti al gradimento dei cittadini, ma sempre con garbo e rispetto della dignità altrui. Utile è stato il confronto con la sezione locale del mio partito il PD, nella convizione che il contributo dei partiti è positivo se lo si riceve come un valore aggiunto, dannoso se lo si subisce come una zavorra. La partecipazione è elemento indispensabile per migliorare la qualità delle scelte; tanti luoghi di confronto sono garanzia di democrazia e libertà. Solo agendo alla luce del sole e senza credere che operare per la collettività possa determinare una condizione di potere personale ,si possono tutelare i bisogni di tutti senza dimenticare l’importanza di elementi quali giustizia, equità, imparzialità. Ho preferito esprimere considerazioni di carattere generale e volutamente non
di Donato Cifrodelli mi sono addentrato nel tentativo di fare un primo bilancio poiché lo ritengo prematuro e inopportuno in questa mia prima fase di impegno pubblico. Certamente lo farò a metà mandato nella speranza che quanto realizzato sia gradito, ma soprattutto con la consapevolezza che un pò del futuro di Caposele dipende da ognuno di noi e che sentire la responsabilità delle proprie azioni è indice di maturità e di sana modestia. Vi abbraccio tutti con affetto in modo particolare i Caposelesi ,che per scelta di vita, amano il nostro paese da lontano.
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Cultura
“QUANDO C’ERA BERLINGUER”
nio Rugli
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oggi, il nostro tempo. Non avrete difficoltà a capire che potrebbe essere quello il manifesto di una sinistra moderna capace di incidere e di influenzare le scelte di tutto il mondo. Il fatto che sia scomparso così prematuramente ha determinato il corso della Storia e se l’attentato non vi fosse stato ci ritroveremmo oggi in una condizione sicuramente migliore. Credo sia giunto il momento di giocare a carte scoperte e di non avere paura di confessare i propri sogni. Immagino un Partito Democratico che metta al bando gli opportunismi , che non sostituisca il nuovo carrierismo a quello vecchio, non voglio un partito calderone dove tutti possono entrare sulla base di un mero calcolo di convenienza: è da questa parte che tira il vento ed è il posto migliore per poter realizzare i propri interessi personali. Immagino in definitiva un Partito che abbia un progetto, un sogno da realizzare, che abbia un’anima capace di contagiare le migliori coscienze del nostro Paese.
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e gli errori. E’ uno strumento utilissimo per ripercorrere la storia e ritrovare pagine che non si possono non conoscere se vogliamo capire. Mi permetto di richiamare la vostra attenzione su uno dei primi frammenti del film quando appare Marcello Mastroianni. A fare da contorno c’è una Piazza San Giovanni vuota, spazzata dal vento, solcata da infiniti pezzi di carta come quelli che si ritrovano dopo una manifestazione, un concerto, un evento. Mastroianni esprime un concetto che può essere riassunto in questi termini. Cercate di ricordare tutto della vita perché quello che dimenticherete andrà disperso nel vento. Riflettete su questo, fatelo, facciamolo insieme, è in gioco il nostro futuro. Il libro invece è una raccolta fedele e attenta dei discorsi che Robert Kennedy tenne pubblicamente nel periodo della sua ascesa politica fino alla morte prematura nell’attentato di Dallas. E’ passato mezzo secolo da quei giorni ma le sue idee sono di una attualità sconvolgente, leggendolo troverete idee, proposte, speranze perfettamente adattabili al tempo di
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la storia d’Italia e si voglia tacere a tutti i costi il ruolo determinante di quella cultura nella crescita civile e democratica del nostro Paese. Il problema è capire quale sinistra si vuole costruire se con il contributo di tutti o di solo una parte del suo popolo. Capisco che Matteo Renzi è troppo giovane, quella storia non l’ha vissuta ma è proprio tutto sbagliato di quel tempo al punto da doversene tenere cautelativamente lontani?. Faccio alcune domande ai giovani di Caposele, siano essi del PD del Movimento 5 Stelle o di qualunque altro schieramento: Pensate davvero che si possa fare politica o che si possa tentare di decifrarla senza avere la memoria storica di quello che è stato e senza sforzarsi di capire come si è arrivati a questo punto? Chi sente il bisogno di richiamare l’attenzione anche su quello che è stato per trarne i giusti insegnamenti è da considerarsi un rottame o un malato di nostalgia? Credete davvero che passato e presente in un processo di reale crescita civile e democratica siano per forza di cose incompatibili?. Ancora una considerazione rivolta questa volta solo agli iscritti del Partito Democratico quindi anche a me stesso orgogliosamente partecipe delle sue sorti, Vogliamo o no mantenere vivo il ricordo delle lotte e delle battaglie fatte dalla Sezione di Caposele nei tempi passati quando ancora il Partito si chiamava PCI, poi PDS, DS fino ai giorni nostri?. Se non facciamo questo non riusciremo a capire come mai tanta gente ci abbia dedicato così tanto tempo e risorse in nome del confronto e del dialogo. Com’è evidente, gli spunti di riflessione ci sono e credo proprio che dovremo farla sul serio per il bene di tutti. Ai giovani voglio suggerire due strumenti che possono agevolare questo compito. Il Primo. “Quando c’era Berlinguer” il film-documentario di WalterVeltroni e il libro dello stesso autore intitolato “Il Sogno spezzato. Le idee di Robert Kennedy. Il giorno dopo l’uscita nelle sale ho avuto il privilegio di vedere il film al cinema Eliseo di via Torino a Milano e ne ho potuto apprezzare non il carattere celebrativo ma quello autentico che passa attraverso la voce e le testimonianze di chi l’ha conosciuto, dei familiari, di chi ci ha lavorato insieme non tacendo le sconfitte
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li appuntamenti elettorali, di qualunque natura essi siano, offrono sempre spunti di discussione e di dibattito. Nelle pagine de “La Sorgente” troverete sicuramente autorevoli approfondimenti sul risultato elettorale a Caposele che com’è noto risente sempre di valutazioni di natura locale che poco hanno a che fare in questo caso con la costruzione europea. Lascio pertanto agli altri il compito di offrire una lettura puntuale del voto preferisco piuttosto rivolgermi ai giovani di Caposele con i quali mi piacerebbe interloquire direttamente visto e considerato che molti di loro si stanno avvicinando alla politica dimostrando di volerci essere anche in futuro. Mi piace partire da alcuni fatti cui abbiamo assistito nel corso dell’ultima campagna elettorale che possono esserci molto utili per una riflessione comune. A un certo punto, negli ultimi giorni a ridosso del voto nel corso di un comizio in piazza Beppe Grillo ha parlato, seppur brevemente, di Enrico Berlinguer dichiarando il Movimento 5 Stelle unico continuatore e unico interprete della cosiddetta questione morale fonte di grandi speranze qualche decennio fa. Stesso richiamo l’ha fatto Casaleggio ma a mò di battuta e di slogan. Subito dopo è arrivata la replica di Matteo Renzi Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico che ha diffidato a gran voce il concorrente dallo scomodare personaggi di questo calibro per accostamenti inopportuni e indegni. Prima considerazione. E’ nel diritto di Beppe Grillo citare Enrico Berlinguer nel corso di un comizio ma quando lo fa ha anche il dovere di dedicargli lo spazio che merita, fare un’analisi seppur breve del suo operato e non ridurre il tutto a uno slogan confezionato solo per avere qualche voto in più. Seconda considerazione. Come mai Matteo Renzi non ha sentito il bisogno di citarlo lui Berlinguer visto e considerato che il PD si definisce un Partito di sinistra?. Può piacere o non piacere ma Berlinguer fa parte di quella storia, lo si può contestare per gli errori fatti e le sconfitte ma non si può cancellarlo, non si può rimuoverne la memoria a meno che non si voglia costruire qualcos’altro. In questo caso, bisognerebbe almeno dichiararlo pubblicamente. Sentirsi di sinistra e definirsi tale non dev’essere motivo d’imbarazzo o di vergogna a meno che non si conosca o non si voglia conoscere
di Anto
30 anni fa scompare Enrico Berlinguer. Lo ricordiamo attraverso una pubblicazione presente nella nostra "Seleteca", che testimonia la sua presenza nella valle del Sele e a Caposele subito dopo la tragedia del terremoto del 1980. Berlinguer rese omaggio alle vittime del terremoto, in particolare soffermandosi nelle vicinanze delle macerie della sede del PCI di Caposele in piazza Dante, dove alcuni iscritti al partito persero la vita a causa del crollo.
Le foto sono di Vito Falcone
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Storia
LA COSTRUZIONE ‘ABUSIVA’ DELLA CAPPELLA DELLA SANITÀ A CAPOSELE
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di Mario S
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sussurra un’Ave e ritorna alla sua casipola. Ma quel lumicino splende tutta la notte, e non si smorza anche quando attraverso gli embrici della tettoia fischia aquilone, e quando a ciel rotto cade la pioggia ». I contadini, di ritorno dalle campagne, passando dinanzi all’immagine di Maria posavano i loro carichi o i loro strumenti di lavoro e, toltisi il cappello, riverivano l’immagine recitando delle preghiere per poi far ritorno alle proprie case. La chiesa fu ricostruita, si può dire nelle sue forme attuali (quella che vediamo al giorno d’oggi è una copia della preesistente, tra l’altro spostata nell’attuale luogo a causa della costruzione dell’Acquedotto Pugliese) in seguito all’epidemia di colera del 1837 che a Caposele, pur mietendo diverse vittime, ebbe corso breve, a differenza degli altri paesi della Valle che furono martoriati per diversi mesi. La catastrofe sembrava davvero vicina, non è un caso che ancora oggi la canzoncina della Sanità che si canta durante la processione di Agosto in alcune strofe abbia richiami al flagello: «Turbo feral di morte / gira sull’emisfero / e il nostro Regno intero / grida, o Maria, pietà», con chiarissimo riferimento, appunto, a quei giorni in cui sull’intero Regno di Napoli davvero sembrava essere calato uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Di qui l’invocazioneritornello accorata: «Ascolta, o Vergine pia / il Popol tuo che geme, / nostra salvezza e speme / Madre di Sanità». Il colera a Caposele durò, nella sua fase massima, nemmeno un mese, indi per cui il popolo silarino, che si era rivolto a Maria in quei giorni di panico, volle così ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo ricostruendo la cappella, che fu terminata nel 1854. A ricordo di queste pagine memorabili della storia caposelese fu posta una lapide marmorea che ancora oggi ricorda, al visitatore che entra nella chiesetta, il perché di una cappella così bella e grande e, soprattutto, il perché di un amore così forte della gente di Caposele per questa tenera immagine di Maria.
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creare la dote (costituita da ventiquattro ducati) a tutte quelle ragazze povere che altrimenti non avrebbero potuto sposarsi. A tal riguardo, bisognava, ‘in pubblico Parlamento’, eleggere due uomini onesti del paese che raccogliessero le offerte e che si premurassero di farne doti da ventiquattro ducati ciascuna. Questi due, poi, avrebbero dovuto rendere conto del loro operato ad altri due “razionali”, ovvero amministratori dei conti della chiesetta, anch’essi da eleggere tra i cittadini di Caposele. Purtroppo non ci sono giunti né la supplica dell’Università di Caposele, né il decreto finale (che dovette essere di sicuro affermativo), né i conti delle offerte che in quegli anni furono raccolte, né tantomeno l’elenco delle ragazze aiutate, grazie a queste offerte, a sposarsi. La chiesetta della Sanità citata nel documento non deve assolutamente essere immaginata come quella che oggi si presenta ai nostri occhi. Essa era, infatti, situata sotto la montagna, più o meno lì dove si erge, solitario, il suo orfano campanile ottocentesco. La cappella settecentesca costruita con tanta devozione dai caposelesi, purtroppo andò, per motivi sconosciuti, distrutta, e tale rimase per moltissimi anni. Nel terzo decennio dell’Ottocento già risultava non più esistente e di essa si serbava solo una parte del pavimento e la nicchia con l’immagine della Madonna, entrambi riparati sotto una tettoia. Molto probabilmente il motivo della distruzione fu dovuta alle continue frane che caratterizzavano la zona delle sorgenti. Agli inizi dell’Ottocento quella zona, prima della captazione delle acque del Sele, era attraversata da un sentiero costeggiato da casette. Una interessante descrizione di come fosse l’edicola della Sanità in quegli anni ce l’ha lasciata Nicola Santorelli: l’immagine della Madonna si trovava in una nicchia ricavata nella parete esterna di una di queste casette. Davanti a questa nicchia era stata costruita una grande tettoia ad arco acuto, sostenuta da travi lunghe e ben lavorate. Il Santorelli riporta che tale tettoia «fu alzata di sopra a questo muro in rimembranza di una chiesetta che qui si ergea» (la chiesetta settecentesca, appunto). La tettoia copriva un pavimento di forma quadrata «che era parte di quello dell’antica cappella». Le travi che reggevano la tettoia erano a forma di colonnette, per cui più che di una cappella, si era in presenza di una edicola priva di mura «davanti e di lato». Il muro su cui era scavata la nicchia aveva una fenditura che, però, giunta all’altezza dell’immagine, aveva deviato, lasciando la Madonna intatta. A destra e a sinistra della nicchia c’erano, visibili, diversi ex voto «in testimonianza delle grazie che i divoti implorarono» e, appesa alla trave maestra della tettoia «una rozza carrucola che sostiene una lampada a vetri, ed ogni sera, un contadino che quivi presso abita, disnodando la cordellina che tenìa ferma ad un chiodo, la rifornisce di olio, l’accende,
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legislativi, di dare un riparo più bello alla immagine della Madre di Dio, fino ad allora esposta alle intemperie. Così facendo, costruirono una cappella che oggi definiremmo ‘abusiva’. L’immagine della Madonna della Sanità andava riscuotendo un culto sempre crescente non solo a Caposele, ma anche nella valle silerina, non a caso nel documento essa è riferita come ‘miracolosa’ (si ricorda a tal uopo che fino agli anni Sessanta/Settanta del Novecento il giorno festivo della Sanità vedeva accorrere anche modesti flussi di pellegrinaggio dalla Valle del Sele). La situazione di ‘abusivismo’ della cappella non poteva e non doveva protrarsi oltre, anche perché avrebbe comportato di sicuro sanzioni pecuniarie e disciplinari a danno delle esigue casse comunali e degli amministratori del Comune. Una tale mancanza doveva, perciò, necessariamente essere sanata: da qui la presentazione della supplica da parte dell’Università di Caposele alla Regia Camera della Sommaria. La Regia Camera, redatta la sua “consulenza” (analizzata la faccenda, n.d.r.) la sottopose al giudizio del Re, che fu positivo. Il documento riportato altro non è che la comunicazione alla Regia Camera dell’esito dell’iter burocratico: Ferdinando IV dava finalmente il suo assenso alla sanatoria legale (in parole odierne: al condono edilizio), purché si osservassero alcune cose di cui si dirà di seguito. Forse il desiderio di costruire una chiesetta per l’immagine di fra Paolo era nata dal fatto che nel 1743, in seguito ad una epidemia di peste nel Regno che si diffuse partendo da Messina, a lei i Caposelesi si erano rivolti per essere salvati dal morbo: da qui anche il titolo di ‘Madonna della sanità’, ovvero della salute, in riferimento anche alla ‘sanità’, ovvero alla salubrità delle acque che da numerose bocche sgorgavano ai suoi piedi. Non è un caso che nel 1783 D. Donato Bozio, Primicerio di Caposele, diede alle stampe a Napoli una ‘Novena della Vergine SS. della Sanità, che si venera in Caposele’ presso l’editore Giuseppe Porcelli. E tale opuscolo, in onore di una sconosciuta effige su un muro di un altrettanto anonimo paese del Regno, era già alla seconda edizione! Tornando al documento in oggetto, era compito della Reale Camera della Sommaria ricevere e dirimere le istanze, provenienti da tutti i Comuni del Regno, che avessero a che fare col fisco: essa era una specie di antesignana dell’attuale Corte dei Conti. Ad essa, quindi, spettò ricevere l’assenso del Re alla richiesta di Caposele e farlo comunicare al Comune. Tale assenso, però, fu concesso dal Sovrano a due condizioni: la prima era che tutta la questione dovesse passare di nuovo per l’organo statale deputato a trattare simili argomenti, ovvero la Reale Camera della Sommaria, e seguire l’iter normativo previsto; la seconda era che le numerose offerte in denaro che venivano date alla Madonna, dovevano essere usate per
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alle carte secolari dell’Archivio di Stato di Napoli è emerso da poco un altro piccolo prezioso tassello appartenente al variegato mosaico della storia di Caposele: un breve dispaccio che riguarda il nostro paese, emesso a Napoli il 2 Aprile 1797 dal Ministero per gli Affari ecclesiastici dell’allora Regno di Napoli e che getta ulteriore luce sulla costruzione di un luogo caro alla popolazione di Caposele: la chiesa della Madonna della Sanità. Ne riporto il testo integralmente: «Alla Regia Camera, ho fatto presente al Re la consulenza di cotesta Regia Camera sulla supplica dell’Università di Capossele, che ha implorato la sanatoria per la mancanza del preventivo del permesso, che per ignoranza trascurò d’implorare per l’edificazione di una nuova Chiesa dedicata alla Madonna della Sanità: ed essendosi Sua Maestà uniformata, si è degnata di accordare alla supplicante Università la implorata sanatoria, con haversene però ottenener l’assenso da Cotesta Regia Camera nelle forme solite e regolari. E siccome si è rilevato che le oblazioni, che da’ fedeli si fanno alla sudetta miracolosa Imagine, non sieno di piccolo rilievo, vuole perciò Sua Maestà che la sudetta Regia Camera per mezzo del Governatore locale sentir faccia agli Amministratori dell’Università, che eliggano in pubblico parlamento due probi cittadini possidenti, i quali debbano introitare tali oblazioni, con farne annualmente tanti maritaggi a povere donzelle, quanti ne copriranno alla ragione di ducati venti per ognuno, e darne conto a’ Razionali da eliggersi parimenti in pubblico parlamento. 22 Aprile 1797». Il testo, presumibilmente del Ministro per gli Affari ecclesiastici, è un dispaccio diretto alla Regia Camera della Sommaria. In esso si comunica che l’analisi fatta dalla stessa Camera, tempo prima, e relativa alla supplica presentata dal Comune di Caposele per sanare una situazione di illegalità relativa ad una chiesetta da poco costruita in paese, era andata a buon fine, per cui si poteva procedere ad informare il Governatore del Principe del paese che poteva comunicare al Sindaco ed agli Eletti locali quanto deciso. Detta così la faccenda sembra complicata, ma non lo è. In sostanza i Caposelesi avevano edificato, prima del 1797, presso le sorgenti del Sele, una modesta cappella che fosse di maggior decoro alla immagine mariana che fra Paolo aveva dipinto 87 anni prima su un muro prospiciente le sorgenti stesse. Tale costruzione, però, secondo le leggi del Regno, doveva ottenere il permesso da Napoli, cosa che Caposele non aveva chiesto. Infatti, la costruzione di chiese e cappelle per tutto il territorio dello Stato doveva necessariamente avere l’assenso regio. I Caposelesi, invece, si erano ‘dimenticati’ di ottemperare ad una simile disposizione legislativa mettendosi subito ai lavori, preoccupati, più che dei cavilli
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Attualità
Alla RICERCA della
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"Convenzione" perduta!
di Salvatore
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da tempo che rincorrevo l' immagine sulla sinistra e finalmente qualche mattina fa, le condizioni di luce, ma soprattutto il
restyling della nuova piazza, mi hanno permesso di attuare una sostituzione tra le cartoline di caposele che conservo della solita icona che ci ha accompagnati da svariati anni.
a pochi mesi dalla'inaugurazione di piazza sanità una sola considerazione, ed è lo spunto per approfondire l'argomento, basata sul
(1997) potevamo già godere di questo luogo e di altri privilegi che oggi Caposele molto in alto rispetto alle altre realtà che ci circondano.
rammarico di un tempo inutilmente trascorso da quando portano indiscutibilmente
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L’analisi seguente viene condotta facendo riferimento a dati certi che scaturiscono sia da quantificazioni finanziarie (lavori pagati, bollette, manutenzioni etc…) che da una proiezione fittizia, ma molto realistica di procedure e servizi che sarebbero dovuti essere messi in essere a vantaggio della comunità e non sono stati mai presi in considerazione. Ogni passaggio evidenziato a) RETE IDRICA: …” L’E.A.A.P. effettuerà gratuitamente di volta in volta gli interventi di manutenzione sulle canalizzazioni stradali” + la sorveglianza dei lavori “.... Ogni anno si spendono per manutenzione… circa 80.000 € (valore medio) La direzione lavori sulle manutenzioni è quantificabile in (tecnico specialistico + aiuto= 250,00 euro ad intervento ; considerando 30 interventi annui = 105.000 € risparmiati)
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- Premesso : Che l’E.A.A.P. ha disconosciuto i suoi - obblighi sottoscritti per inadempienza del Comune di Caposele sulla questione fondamentale della stipula e cioè sulla mancata installazione dei contatori per l’acqua che dovevano essere montati per le zone extraurbane entro l’anno 1997. L'installazione dei contatori dell'acqua non avrebbe inficiato l’accordo e soprattutto, se fossero stati installati in quel tempo, oggi avremmo avuto un grosso risparmio idrico e nessun problema sulla bolletta da pagare all’A.Q.P. (Infatti i contatori dell’acqua potevano essere installati, mantenendo sotto controllo i consumi e non facendo pagare ai Caposelesi l’acqua
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dal 1997 ad oggi mancato introito 50.000 €
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Che sono stati incaricati anche alcuni - professionisti locali, in vari momenti storici per lo studio della problematica e per approfondire le inadempienze sui due fronti; ma pare che ciò non abbia dato buoni frutti; tant'è.....
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nche se minimi , i vantaggi che potevano derivare dalla stipula della convenzione del 3 febbraio 1997 non sono stati mai quantificati e soprattutto mai analizzati in termini di “mancata utilità” per i Caposelesi. Si tenta, in questa sede di mettere in evidenza che tutto ciò poteva essere migliorato partendo dalla convenzione del 1970 e utilizzando il momento propizio della rivisitazione della stessa. Sviluppando un ragionamento e facendo dei conti molto sommari, ma anche sottodimensionati rispetto ad altro tipo di investimento che si poteva realizzare, se fosse andato a buon fine l’accordo del 1997, i Caposelesi avrebbero potuto beneficiare di qualche “piccolo”, ma importante vantaggio, che di seguito andiamo ad analizzare. Chiedo scusa per i tecnicismi, necessari all'individuazione delle cifre finali di riferimento, ma vi chiedo uno sforzo di volontà per seguire il ragionamento. In "corsivo" viene riportato il testo della convenzione del 1997.
- Che dopo il rifacimento integrale della rete avvenuta qualche anno dopo con fondi della legge 219, l’A.Q.P. ha declinato ogni incarico di super visione della rete rifiutandosi, per l’impossibilità di intervenire con il proprio know how sulla Direzione Lavori relativamente alla installazione della rete idrica e fognaria del Comune (la motivazione pare che sia stata la richiesta del Comune all’indirizzo dell’A.Q.P.di non interferenza nei lavori);
c) CONSOLIDAMENTO E MONITORAGGIO: d) …predisposizione attraverso propri servizi e consulenti di un progetto generale di monitoraggio il cui costo è a proprio carico….” Costo del progetto generale 50.000 € circa -
e) FRUIZIONE E VALORIZZAZIONE DELLE SORGENTI DEL SELE: ..."L’E.A.A.P. si impegna a migliorare e valorizzare la visibilità delle opere di presa con la realizzazione di opportuni lavori"…… Costo dei lavori a carico dell’EAAP (erano pensate delle opere molto costose di abbattimento di alcuni muri delle sorgenti. Dai lavori determinati dal computo per un minimo di intervento e per la realizzazione di vetrata esterna)...
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ANALISI E VALUTAZIONE DEL MANCATO INTROITO PER IL COMUNE DI CAPOSELE PER LA INEFFICACIA DELLA CONVENZIONE STIPULATA NEL 1997
consumata utilizzando una soglia alta di acqua gratuita pro/capite. Questo avrebbe consentito un controllo sui consumi e un sicuro risparmio sull'utilizzo dell'acqua che noi oggi sprechiamo in modo esagerato!)
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Comincia così, il nostro piccolo viaggio, scaturito dal rammarico per un momento storico della vita del Paese, che forse, scoprendolo a distanza di tanti anni, avrebbe potuto cambiare radicalmente le sorti di Caposele. In che modo? Andiamo con ordine e ritroviamo una logica per raccontare la nostra "inchiesta" su un ipotetico mancato beneficio per Caposele a causa di una "Convenzione perduta".... .....quella del 1997.
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Da allora potevamo giàgodere di una nuova piazza! abbiamo fatto scorrere troppa acqua sotto i ponti, senza trarne alcun vantaggio. Già allora avremmo potuto parlare di turismo e di programmi territoriali. Già allora i Caposelesi avrebbero potuto beneficiare di sgravi fiscali e di bonus sulla mensa, trasporti ed IMU. Già allora un dialogo con l' AQP e la regione Puglia avrebbe potuto regalarci tante soddisfazioni anche in termini economici e di sviluppo. Già allora attraverso una "buona politica" si sarebbero potuti appianare tanti dissensi e inutili e logoranti attriti all'interno della nostra Comunità. Già allora... gli spruzzi d'acqua dal centro della piazza, avrebbero potuto donarci tanti sorrisi!
dal 1997 ad oggi ,mancato introito 105.000 euro + 80.000x 14 = € 2.500.000 circa b) RETE FOGNARIA ..."L’E.A.A.P. si impegna a fornire al comune di Caposele gratuitamente la consulenza dei propri servizi tecnici, nonché la progettazione degli eventuali lavori di adeguamento a farsi”... Consulenza per servizi tecnici 2.000 euro a consulenza x 14 (anni) 28.000 € circa. Progettazione per lavori di adeguamento della rete (aliquota di progettazione pagata per l’urbanizzazione) circa 30.000 € Dal 1997 ad oggi mancato introito 58.000 €
dal 1997 ad oggi mancato introito 150.000 € circa. f) SISTEMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE DELLE SORGENTI 1) “…il ridisegno e la sistemazione della piazza Sanità” Costo realizzazione 1.000.000 € (di oggi)- comprensivo di progettazione e direzione lavori. Questa somma se utilizzata nel 1997 avrebbe fruttato molto di più considerando il costo dei materiali e delle competenze tecniche riferite al progetto di realizzazione, di molto inferiori al trend attuale…. Si stima che la stessa cifra in lire aggiornata ad oggi….potrebbe essere circa 2.500.000 €, dalla quale si poteva ricavare molto altro che il solo progetto di pavimentazione ed impiantistica della piazza…. 2) ...."La sistemazione dell’area ex lavatoio e primo tratto del corso del Sele"... Tali lavori sono stati realizzati, in parte con l’urbanizzazione del 2000 e quindi con fondi del Comune che potevano essere dirottati in altre operazioni : - costo intervento da contabilità finale lavori 35.000 euro circa dal 1997 ad oggi mancato introito 35.000 € 3) …"sistemazione a parco della zona Saure”… Il parco non è stato realizzato, ma chiuso attraverso muri in c.a. e recinzione in ferro. Costo per mancata realizzazione (danno sociale) da valutare
4) ...."valorizzazione della palazzina"... Per valorizzazione non penso si intendesse collocarci la caserma dei Carabinieri. Potenzialmente questo è un danno sociale (poteva essere realizzato un museo, un luogo pubblico, una scuola, un centro sociale, etc...) e i soldi che il Ministero spende per il fitto della palazzina, invece di confluire nelle casse del Comune per una struttura comunale messa a disposizione (ex liceo) sono andati per anni all’A.Q.P. (MANCATO UTILE). 25.000 x 12 anni (da quando è stata utilizzata la sede) dal 1997 ad oggi mancato introito 300.000 euro 5) "..Sistemazione degli scavi effettuati in zona Dio martino".... Spesa complessiva € 50.000 circa ..."Il progetto di tutta l’area in questione dovrà costituire oggetto di appalto-concorso da bandire entro il 30-06-1997 a cura e spese dell’ENTE EAAP.".. In questo caso si valuta il costo della realizzazione del progetto in 50.000 € dal 1997 ad oggi mancato introito 50.000 € 6) incremento di aggiornamento alla somma (dal 1970) che l’AQP versa nelle casse del comune) … Il tentativo si sarebbe potuto fare anche con la "misera" somma di 300.000 euro (aggiornamento del compenso annuo dal 1970). -ogni anno - tot. 300.000 x 14. dal 1997 ad oggi mancato introito € 4.200.000 Tutta questa analisi, che è in molti casi anche sottodimensionata, porta al mancato utile per il comune di Caposele di una somma che poteva essere investita in opere pubbliche o altro per circa 14 anni (altro danno per mancato investimento). Evitando i calcoli complicati ma reali del mancato introito per danni sociali e di investimento, la somma calcolata sommariamente, ma con il beneficio della sottovalutazione per aggiornamenti dovuti al tempo trascorso, si attesta oltre i 10 .000.000 di euro che il comune non ha potuto introitare per una convenzione (1997) che, forse, avrebbe potuto percorrere un’altra strada, molto più utile per tutta la comunità. Tutto questo, che è sicuramente molto teorico, è utile a farci capire però, che la storia ci ha insegnato molto poco, soprattutto quando si tratta di "vantaggi per la comunità". Probabilmente scatta nei Caposelesi una sorta di meccanismo di "autodistruzione" e tutto quello che potrebbe portarci ad un utile, viene azzerato per la nostra estrema capacità di non confrontarci o di dialogare, evitando, purtroppo, regolarmente, e in modo storico e ciclico, di puntare esclusivamente all'unico obiettivo non politico: Caposele e il suo sviluppo.
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Attualità
DALLA CRISI ECONOMICA ALLA CRISI POLITICA
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di Giusep
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potere, ha come massima aspirazione quella di divenire il consigliori del principe di turno, anche se, come nel caso di Cesare Borgia, si tratta di un lestofante capace di ogni nefandezza, pluriomicida e stragista. Ed ecco, anche se a livello molto diversificato da quelli in cui manifestava l’opera di Macchiavelli, a Caposele la crisi maggiore è quella della mancanza di critica, qualche tentativo c’è stato, ma si sa, “i profeti disarmati finiscono sempre male”. Forse la cura sta proprio in questo, nell’ abbandonare l’ambizione personale, il desiderio di potere, il quale, secondo il pensiero politico di Platone,“dev’essere detenuto da chi non lo desidera per perseguire un fine giusto” e ritrovare un confronto POLITICO tra i vari protagonisti avviando un processo unitario per lo sviluppo del nostro territorio e soprattutto ritornare ad UN PIANO DI CRITICITA’ che può far solo migliorare l’avvenire di Caposele facendolo diventare il nuovo traino dell’ Irpinia!
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Ecco che, dalla semplice diagnosi, si trova una cura facile: CAMBIARE LE REGOLE DEL GIOCO. Più che soffermarmi su una panoramica ampia dove tutto sembra distante preferisco soffermarmi su ciò che sta più vicino ai cittadini: l’amministrazione locale, alla quale spetta un compito fondamentale per lo sviluppo del territorio. In questo contesto più che fare una scontata critica nei confronti dell’ apparato amministrativo (maggioranza ormai incapace, salvo qualche eccezione, di amministrare il bene comune e varie minoranze, che si presentano sempre più disorganizzate, le quali, invece, dovrebbero interagire per sovvertire l’ordine per le future elezioni), preferisco in questo numero scagliarmi contro i c.d.“I costruttori di imposture”. Il lavoro della costruzione delle imposture è affidato da sempre agli intellettuali, cioè a coloro che potrebbero cambiare le sorti di un paese. L’italia è da sempre considerata una straordinaria fucina di intellettuali costruttori di imposture al servizio del potere e ,non è un caso se una delle massime icone nazionali resti Nicolò Macchiavelli, prototipo nazionale di intellettuale che, invece di smascherare le imposture del
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istanze popolari. Partendo dal primo ,la soluzione sta nel problema stesso, esempio pratico è l’elezione del parlamento: eletto dal popolo solo formalmente. In realtà è “nominato” da ristrettissimi gruppi, una trentina di persone in tutto; componenti organici del Palazzo, come li definiva Pasolini, o del “circolo dei grandi decisori”, come gli analisti del potere definiscono i luoghi nei quali, un ristretto nucleo di detentori del potere reale, assume decisioni che poi vengono rettificate nei luoghi formali del potere istituzionale. Grazie all’attuale legge elettorale che ha abolito il voto di preferenza, noi elettori non scegliamo i rappresentanti da eleggere, ma possiamo solo ratificare a scatola chiusa le scelte effettuate dall’alto, compresi personaggi impresentabili e pregiudicati. È stato, quindi, spezzato il rapporto con il territorio dei parlamentari, i quali non rispondono al popolo, ma solo ai loro nominatori ai quali devono subordinarsi, ben sapendo che qualsiasi disobbedienza può essere pagata a caro prezzo mediante la futura esclusione dalle liste dei candidati da rieleggere a scatola chiusa. Si è restituita così la nomina octroyé del Parlamento che veniva graziosamente concessa dai sovrani assoluti prima delle rivoluzioni borghesi.
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er via della crisi economica non è superfluo sottolineare la tragica dissonanza tra i sogni e la realtà, alimentati dai gravi problemi del disagio giovanile, della disoccupazione, delle vecchie e nuove emergenze, crisi che ormai ha assunto dimensioni storiche! Più che affrontare un’ analisi economica in questo numero, vorrei affrontare quella silenziosa consequenzialità tra crisi economica e crisi politica, intesa come crisi della classe dirigente. Cercando di dare, il meno possibile, continue e malinconiche diagnosi ma provando a fornire qualche cura, differenziandola tra livello nazionale e locale. La cura comparata tra i vari livelli è, senza ombra di dubbio, quella della PARTECIPAZIONE: entrare attivamente nelle istituzioni e cambiarle dall’ interno, avviando un processo culturale,senza limitarsi, con tanta facilità e semplicità, a critiche e rivoluzioni da bar. Partecipazione intesa, per rifarmi al tecnicismo economico, non come semplice crescita della politica (aumento degli aspetti quantitativi), ma intesa come sviluppo della politica (aumento degli aspetti qualitativi). Successivamente il tema si snoda tra un livello più ampio ed uno più vicino alle
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effettivamente sono: una risorsa! In uno scenario di auspicata parità, le donne possono offrire un ulteriore e diverso punto di vista, interpreti della stessa competenza maschile, ma portatrici di una diversa sensibilità. La politica, e la vita amministrativa in genere, possono rinunciare all’ apporto del mondo femminile? Esistono ambiti di particolare complessità, o con necessità di vedute ampie e diverse che esigono il contributo delle donne? La risposta è sotto gli occhi di tutti. Sono all’ordine del giorno dell’agenda politico-amministrativa della nostra Comunità almeno 4 temi di interesse straordinario e strategico: tutela della risorsa idrica, gestione dei rifiuti, esercizio associato delle funzioni fondamentali dei comuni, promozione del territorio. La legge regionale n. 3 del 2014 sta riorganizzando l’intero sistema idrico integrato e impone una estrema sensibilità per garantire la salvaguardia del territorio, un tema, questo, rispetto al quale Caposele, peraltro, deve assumere un ruolo guida. Analoga sfida che esige adeguata risposta è quella che afferisce alla nuova legge regionale che ha fissato la nuova disciplina sui rifiuti, il cui ciclo di spazzamento, raccolta e smaltimento, costituisce il tributo più significativo a carico dei cittadini, ma soprattutto, la strategia più significativa per la garanzia del nostro gruppo sorgentizio. Un Comune che fa del turismo religioso
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tiamo assistendo in questi ultimi tempi ad una copiosa produzione normativa tesa a favorire la presenza delle donne in politica, nella pubblica amministrazione e, più in generale, nelle più significative dinamiche della vita pubblica. Per quanto riguarda gli Enti Locali è intervenuta di recente la legge n. 215 del 23 novembre 2012, recante disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte. Nonostante tale disposizione di legge, tuttavia, il Comune di Caposele non annovera tra i banchi del Consiglio Comunale, né al tavolo della Giunta Municipale, alcuna donna. Tale constatazione deve indurci ad una attenta riflessione rispetto alla parità di genere che non può essere solo relegata a una imposizione di legge, bensì deve essere la scelta matura e consapevole di una comunità che sa guardare avanti. E se invece di imporre, se invece di cambiare la legge provassimo a cambiare mentalità? Il punto di vista che voglio rappresentare è che la presenza delle donne in politica non deve essere dimensionato a un’imposizione di legge, ma deve essere colto come un arricchimento nell’ambito della rappresentanza delle diverse istanze che muovono dalla collettività. Le donne in politica, in buona sostanza, debbono essere considerate per quel che
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PARITA’ DI GENERE: UNA OPPORTUNITÀ, NON UN OBBLIGO il suo punto di forza, infine, non può non affrontare con la necessaria attenzione, tutto il complesso tema dell’ esercizio associato delle funzioni, e la strategia di promozione del territorio nell’accezione di area vasta. Numerose, insomma, sono le sfide che la nostra Comunità è tenuta a fronteggiare. Può farlo rinunziando al contributo della donne? Non è forse vero che l'abilità della donna nella conduzione del ménage familiare è assurto fin dall'antica Grecia, per antonomasia, a modello di buona amministrazione e perno della buona convivenza, e quindi "nomen" della scienza dell'amministrare [Economia = οyκος (oikos) "casa" e νόμος (nomos) "legge", anche nel senso di "amministrazione" della casa e "convivenza"]. L’esito della sfida è in qualche misura legato alla capacità di coinvolgere nelle dinamiche politiche la volontà, la tenacia, la determinazione, l’impegno, e soprattutto la diversità di approccio di cui le donne sono portatrici. La parità di genere è una ricchezza che si coglie nel momento in cui si assume la consapevolezza che uomini e donne devono essere trattati inderogabilmente come UGUALI. Questo partendo dalla chiara idea che sono inevitabilmente DIVERSI. In buona sostanza si colga una volta per tutte che donne e uomini sono COMPLEMENTARI: diversi, ma ugualmente indispensabili, a chiudere
di Gelsomin
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Uno scorcio del Campanile delle sorgenti durante l'ultima vera nevicata di febbraio 2012
l'incastro necessario e improcrastinabile a reclutare le risorse della società per intero, e non solo per la parte più muscolosa!
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COPIA ON LINE SU "SELETECA"
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MATERDOMINI
Turismo
Piano Materdomini / L’urbanistica al servizio del turismo
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'A.C. sensibile, da sempre, alle tematiche urbanistiche connesse anche al fattore “turismo”, intende procedere alla realizzazione di una serie di opere e sistemazioni urbane nell'ambito del territorio di Caposele e nella fattispecie nella frazione turistica di Materdomini. Gli interventi che sono riportati graficizzati in allegato, comprendono una serie di iniziative a breve e lungo termine che innestati ad hoc con altre iniziative di tipo commerciale ed ecologico, potranno produrre una serie di benefici alla frazione e a tutto il Paese, atteso che la sistemazione di aree urbane e miglioramento dell'accoglienza restituisce a tutta la comunità grandi vantaggi. Molte delle proposte di miglioramento trovano riscontro all'interno del piano turistico comunale che sintetizza alcuni interventi e ne specifica, a volte, la collocazione e le tipologie per ogni iniziativa. Dal P.T.C. comunale sono state estrapolate le planimetrie di riferimento e le tavole esecutive. I progetti preliminari, definitivi ed esecutivi sono allegati alla presente relazione solo a carattere informativo ed illustrativo. I progetti esecutivi con i relativi atti preventivi sono allegati agli atti.
IL PD INCONTRA L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE Relazione sul turismo nell'ambito dell'incontro col PD di Caposele - stralcio LINEE GENERALI - PD SUL TEMA DEL TURISMO (21-03- 2014)
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Caposele 2 febbraio 2014
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’intervento in piazza Santuario si focalizza sulla realizzazione di una fontana/aiuola in luogo dello storico monumento smontato negli anni 50. Il nuovo monumento dovrà caratterizzare la piazza attraverso i due simboli del territorio: l’Acqua e il Santo. Il manufatto avrà come tipologia costruttiva, la pietra e colori tenui per non intralciare la vista verso la facciata.
Rendering della fontana all’interno della piazza
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SISTEMAZIONE PIAZZA DEL SANTUARIO
La vecchia piazza del Santuario con la statua dedicata al Santo
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a sempre si è avuta l’idea di realizzare un parcheggio a Nord e non a Sud. Tale scelta che non ha mai trovato riscontro negli anni, è di possibile realizzazione grazie al parcheggio «San Michele» . La fascia utile alla realizzazione di tale area da destinare a parcheggio è quella che viene definita tra la strada provinciale e il limite dei fabbricati di San Michele. Tale area sarà ripulita e destinata ad un livello di utilizzazione. L’ingresso al parcheggio sarà posizionato all’ingresso di via San Michele nelle prossimità dello svincolo della superstrada. Il tracciato e l’area è definita a monte dal muro di contenimento dell’area dei fabbricati, e valle da una serie di impianti pubblicitari che ne tracciano anche il percorso di sicurezza sulla strada stessa. il progetto preliminare approvato con del. di giunta n. 65 del 16 aprile 2013, ne delinea tutti i particolari e approfondisce le caratteristiche tecniche e funzionali dell’operazione che è straordinaria come idea e come soluzione ideale al sistema dei parcheggi nelle giornate del max flusso turistico.
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PARCHEGGIO SAN MICHELE
Il sistema delle tabellature
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Ass. Arch. Salvatore Conforti
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Ass. Geom. Vito Malanga
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-in programma da realizzare: -A)Brochure, video promozionali, e materiale turistico è stato già realizzato e continueremo a farlo per arrivare a programmare una promozione seria sui mass-media e sul web; -B) Miglioramento del SIMU che continuerà in parallelo con l’esperienza delle guide turistiche locali; -C) Il. ripristino della linea wi-fi, e web cam turistiche; la realizzazione della applicazione icaposele; il miglioramento del sito turistico "www.caposele.info" dal quale sono scaturite, dall’inizio della sua apertura, circa 8.000 prenotazioni per la visita al Mini tour F.A.C. -D) Il progetto del “Parco Leonardo” con la costruzione della fontana di Leonardo, mai costruita in Italia ( con la collaborazione della università della Sorbona e del prof. Pedretti e Nicola Barbatelli). -L’affidamento a professionisti del settore turistico la partecipazione a Fiere e mostre dedicate al turismo e alla turismo enogastronomico. (BIT Milano, Fiera del Gusto Verona; Med Napoli) ed altre realtà che ci vedranno protagonisti a promuovere il marchio Irpinia “l’altra Campania”; -Realizzazione di collaborazioni per consulenze turistiche ed ambientali con professionisti del settore per intercettare finanziamenti europei destinati al miglioramento del nostro territorio; E’ di pochi giorni fa la visita di due funzionari del Turismo del Ministero e dell’ISNART (Istituto nazionale ricerche turistiche) che hanno apprezzato il nostro territorio ed anno accettato di costruire intorno a Caposele un Marchio Turistico che valorizzi l’identità e le risorse esistenti per concorrere alla costruzione di un reale prodotto turistico. -Infine (last but no least)"Il Piano Materdomini", nel quale l’A.C. propone una serie di grandi occasioni per migliorare in modo concreto l’accoglienza e la struttura urbanistica di San Gerardo al fine di poter realizzare e migliorare il luogo di fede per eccellenza della nostra Irpinia. All’interno del piano occasioni e programmazioni che ci restituiscono una visione completa ed efficace di ciò che si sta per realizzare e quello che si è programmato per i prossimi 4 anni. Una bozza del piano lo affido al Segretario che ne farà una copia per tutti i presenti. Sono convinto che insieme ad un coinvolgimento delle parti in causa, delle associazioni e degli esercenti commerciali, si possa ottenere un buon risultato e proseguire nella composizione del nostro mosaico turistico, al fine di poter raggiungere il massimo risultato di visite e di benefici, fra qualche anno. Insieme si cresce e cresce l'intera comunità.
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Comune di Caposele
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La pubblicazione del presente supporto informativo è vietata senza l'esplicita autorizzazione dell'Ente. Si ringraziano per la collaborazione i tecnici delle aree Lavori Pubblici- patrimonio - U.T.C. strada provinciale
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SEGUONO ALLEGATI
e conclusioni ci consentono di rimarcare alcune questioni importanti che attengono al carattere di mera rappresentazione del Piano e delle volontà politiche delle A.C. Farina. Le stesse proiettano, nel tempo limitato di circa 3 anni, i propositi progettuali relativi alla frazione Materdomini e tutte le strategie conseguenziali dell’operazione tecnico-politica.
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IL PROGETTO INTEGRALE SI PUO' SFOGLIARE SU: http://issuu.com/comunecaposele
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Sistemazione della rotonda d' ingresso – uscita superstrada (progetto preliminare) Parcheggio San Michele – area nord – uscita Fondovalle Sele; (prog. prel. del. n. 65 - 16 aprile 2013) Verifica e attivazione progetto esecutivo per sistemazione cedimento strutturale strada provinciale – (lato dx viale platani); Marciapiede di collegamento tra le aree di smistamento – uscita parcheggio – centro abitato; Chiusura e completamento lavori “centro fieristico”; Sistemazione e area ex bagni pubblici- inizio Corso S. Alfonso; Sistemazione marciapiedi ed implementazione arredo urbano diffuso; Collocazione di display gigante di informazione turistica – ingresso parcheggio Installazione su isola pedonale di gazebo informativo in ferro per informazioni turistiche e unità logistica di vigilanza e smistamento informazioni. Sistemazione slargo e muro Liceo in via Muro Lucano. Sistemazione area ex bagni pubblici (ristorante Testa) Completamento della tabellonistica turistica; Ripristino rete wifi Realizzazione mini parcheggio area prefabbricati Duomo e aree ecologiche (utenze private- utenze commerciali) Realizzazione ed attuazione “piano parcheggi”e Piano «grandi eventi» Realizzazione fontana su Piazza Santuario
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Un po’ di storia: Da quando a metà del 2011, mi è stata affidata la delega al Turismo ho sempre ritenuto che fosse una bella sfida da mettere in campo e per la quale Caposele poteva giocare una bella partita. La realizzazione di un marchio che vedeva Caposele e il suo ambiente di fede e natura in primo piano e conseguentemente una prima operazione di marketing, sulla quale, però le idee erano tante, ma i soldi a disposizione pochissimi. Una programmazione che ha visto sfiorare per ben 3 volte finanziamenti cospicui dedicati al turismo e alla promozione territoriale. Da lì anche una grossa delusione, nella quale si affogavano, dopo i tanti "NO!", le nostre voglie di far emergere il nostro territorio dalla pigrizia di un Paese con tante potenzialità, ma assolutamente inespresse. A piccoli passi, allora si è deciso di affrontare un argomento alla volta ed incastrare vari pezzi di un unico mosaico che ci avrebbero portato, quindi alla realizzazione di un percorso e di tante piccole occasioni coordinate da un documento importante, forse unico in provincia: il P.T.C. Il Piano turistico comunale. In quel documento tante operazioni sono descritte e coordinate per un unico fine: trasformare il nostro Paese in un luogo turistico di eccellenza. Tante cose sono state realizzate con questo stimolo e pensando che Caposele con San Gerardo, le sorgenti, e le bellezze ambientali e la cultura, potessero essere un punto di partenza importante per un ragionamento di marketing e promozione. Tutto confluisce in questo, quindi: la toponomastica, l’arredo urbano, le macchine di Leonardo, i musei, il parco fluviale, i parcheggi (sperati) le nuove opere pubbliche proiettate a trasformare l’urbanistica e il volto di un Paese, che io penso da qualche anno, senza alcun dubbio, ha cambiato volto. E quando attraverso gli sforzi compiuti, vedi attraversare il Paese da turisti, curiosi di apprezzare tutto quello che gli è stato proposto in modo promozionale, allora pensi, che la
Tra le proposte importanti si elenca quanto segue:
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Parlare di turismo come se fosse un argomento semplice e che tocchi con mano, è quasi impossibile. In effetti la tematica del TURISMO abbraccia, tanti rami della nostra vita quotidiana e la politica, spesso può occuparsi solo di alcuni di essi e limitatamente approfondirne alcune categorie. Il turismo, infatti, è composto di tante sfaccettature: programmazione politica, opere pubbliche, ecologia, rispetto delle regole, urbanistica, paesaggio ; strategia e marketing, intuizione, coraggio e rischio. Ma anche di collaborazioni, di finanziamenti, pubblici e privati, di lungimiranza, di dialogo e stimoli da parte soprattutto dei gestori ed operatori commerciali, che hanno il primo ed indiscutibile beneficio, se tutta questa macedonia di occasioni, si dovesse, e ce lo auguriamo, incanalare nella giusta direzione. E proprio per questi motivi e alla luce dello stimolo e del confronto che avete provocato come PD, voglio ringraziarvi perché anche da questa comparazione, alla quale partecipo per la prima volta, possa scaturire un percorso condiviso e sul quale le mie energie, e quelle dell’A.C. possano essere accompagnate da chi è preposto ad osservare e a pungolare per “fare di più e meglio” .
sfida può cominciare e con grande emozione, si può pensare che il messaggio di un turismo che possa portare un reale beneficio, è cosa fattibile e concreta. Non voglio soffermarmi sulle cose che sono state realizzate in questo campo, che possono essere sicuramente poche, migliorabili e incrementabili, però tutto quello che ha portato ad aumentare il nostro valore di paese turistico, è solo l’inizio di operazioni che durante il corso degli anni si possono sicuramente amplificare e rendere più efficaci al fine di incrementare il turismo, e per questo mi piacerebbe elencarvi una serie di programmazioni ed idee che si stanno mettendo in essere, con fatica, ma che potranno realizzare un nostro sogno.
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Introduzione:
L’URBANISTICA AL SERVIZIO DEL TURISMO
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AREA LL.PP. PATRIMONIO ED URBANISTICA
Tale proiezione è suffragata dalla produzione di idee, progetti preliminari e definitivi e quindi cantierabili con possibilità di finanziamento. Operazioni complete e realistiche che accompagnano anche una progettualità più ampia e impegnativa per la quale si è richiesto il contributo dei finanziamenti europei. Nella fattispecie da ricordare: Ÿ il progetto esecutivo per la trasformazione dell’ex scuola- media in Centro servizi Turistici, per il quale è previsto anche la traslazione di alcune strutture mobili (bancarelle) all’interno dell’area predisposta sia per i servizi commerciali e sia per quelli strettamente turistici. Ÿ Il finanziamento per la sistemazione della strada provinciale (smottamento corsia dx platani) per la quale si è pensato di realizzare, oltre ai lavori di ripristino del muro, anche un allargamento a sbalzo del marciapiede esistente (piccola piazza) al di sopra della carreggiata, per far respirare quella zona imbrigliata troppo da percorsi stradali; Ÿ Sistemazione definitiva di via Aldo Moro come arteria principale di collegamento tra la frazione Materdomini e il centro capoluogo Caposele, al fine di agevolare il passaggio e la interatività di mete turistiche varie e complementari; Ÿ infine un finanziamento per la realizzazione di isole ecologiche (urbane) destinate alla raccolta provvisoria dell’indifferenziata, ma che abbiano una doppia funzione ed utilizzo (per utenze privati e commerciali) in un disegno decoroso e particolare. L’esperimento di tali isole è contemplato in questo piano e con facile realizzabilità, nel punto 14. I progetti preliminari, definitivi ed esecutivi ai quali si fa riferimento nel presente piano, sono già agli atti dell’Ente ed approvati nelle loro rispettive fasi. Le iniziative proposte, naturalmente, devono essere necessariamente accompagnate dalla realizzazione di percorsi anche alternativi e strutturali come l’applicazione dei «PUA di via Santuario» che darebbero il giusto decoro alla strada più importante del Paese, già oggetto recente di una nuova pavimentazione ed arredo urbano che ha conferito alla stessa un’immagine importante di vera arteria turistica. Tutte le operazioni previste si collegano fra di loro attraverso le linee programmatiche già specificate nell’ambito del programma politico di questa A.C. e ricalcano il P.T.C. e gli strumenti urbanistici vigenti, per i quali è in atto una leggera trasformazione (variante) in alcune zone toccate dagli interventi. Il presente piano sarà messo a disposizione per eventuali osservazioni e suggerimenti e potrà essere stimolo per una serie di ragionamenti aggiuntivi proposti dalle organizzazioni politiche, sociali no-profit e categorie operative del settore turistico commerciale. Caposele, 2 febbraio 2014
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La foto dei ricordi
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LA CONVENZIONE CON L'A.Q.P. DEL 1970
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Una foto del 1982
Una foto del 1949: Felicetta Alagia, Agnese Malanga, Gerardina Ceres, Gerardina Sturchio, Giuseppina Carfagna e Filomena D'Elia
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La bottega di Nicola Vetromile
Il forno di Ze Peppa
Gerardo Castagno Anno XLII - Agosto 2014 N. 88
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M i o c c u p o d i p ro m o z i o n e e valorizzazione del territorio attraverso l'agenzia Irpinia Turismo. Con l’Attività di Agenzia di Valorizzazione e Promozione del Territorio il nostro obiettivo è la valorizzazione dell’Irpinia, garantendo un’adeguata rete di servizi ed attività tali da facilitare la fruizione del territorio stesso. L’Irpinia è il luogo ideale dove trascorrere un weekend a contatto con la natura incontaminata, l’arte, le tradizioni e l’enogastronomia, durante tutto l’anno, perchè ogni stagione ha un suo particolare fascino; un autentico paradiso del turismo verde da scoprire attraverso le valli ed i monti, o percorrendo i borghi ricchi di arte e storia. Il tutto riscoprendo le nostre antiche tradizioni ed assaporando i prodotti della nostra terra che permettono la preparazione di eccellenze enogastronomiche.
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nei menù della ristorazione locale, con particolare diffusione nei ristoranti presenti nei pressi del Santuario di Materdomini. La peculiare modalità di produzione ricorda quella degli struffoli natalizi; la realizzazione di filamenti il più possibile lunghi e continui è connessa a riti propiziatori ancestrali. La tradizionale sagra, denominata “acquolina”, si svolge ogni anno a cura della proloco, il 9 agosto. La diffusione e la trasmissione del “fare matasse”, avviene attraverso il confronto generazionale durante i giorni della preparazione della sagra. Per diffondere questo grande patrimonio culinario di Caposele, la Proloco organizza, da qualche anno, i “Laboratori della tradizione”, per insegnare i segreti ed i metodi per la lavorazione e preparazione delle matasse secondo la tradizione di Caposele. (per info Pro Loco Caposele tel. 347.6537220)
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Oggi vi parliamo delle MATASSE Le matasse sono una tipica pasta fatta in casa con farina di semola di grano duro e grano tenero. Si presenta sotto forma di filamenti, di spessore e lunghezza variabili. Tradizionalmente sono servite con un soffritto di ceci, aglio e peperoni essiccati lievemente piccante. Il sapore è tipico. Attualmente vengono prodotte su base artigianale (oltre che nelle famiglie per uso proprio) e distribuite ai ristoranti locali; da qualche tempo sono disponibili anche confezionate sottovuoto. La lavorazione avviene esclusivamente a mano; la forma viene data con una specifica pressione esercitata dalle dita e dal palmo della mano, che modellano un unico filamento chiuso che man mano si assottiglia ed allunga, viene raccolto in cerchi concentrici e quindi ripiegato più volte, fino a formare appunto una matassa. Durante la lavorazione il filamento viene passato in farina di granturco, per evitare che attacchi alle superfici e su se stesso; alla fine viene lievemente schiacciato con le dita e cotto intero in acqua bollente. Durante la cottura i filamenti si rompono in lunghezze diverse. Il lungo groviglio di pasta continuo che, allungato con opportuni movimenti circolari delle mani, viene successivamente tagliato con una lunghezza pari più o meno a quella di uno spaghetto. Questo piatto può essere condito con un buon ragù e del formaggio pecorino locale. Può essere inoltre arricchito con fagioli o ceci e creare altri due gustosi piatti tradizionali: “matasse e fasùli” e “matasse e cìciri”. Nella tradizione locale luglio è nominato il "mese matassaro" presumibilmente perché in luglio c'era maggiore disponibilità sia di farina nuova, sia di ceci che venivano adoperati per condire le "matasse". Il piatto matasse e ceci è da sempre
Agostino Della Gatta Amministratore di Irpinia Turismo Srlcr
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il prodotto è tutelato in tutta l’Unione Europea.
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aposele, terra già ricca di un patrimonio ambientale di estrema suggestione ed importanza, dal 2011 si è aggiunto un nuovo tassello in quello che è il patrimonio gastronomico; s i t r a t t a d e i PAT P R O D O T T I AGROALIMENTARI TRADIZIONALI. A seguito dell’approvazione di un progetto di valorizzazione di alcuni prodotti enogastronomici tipici della tradizione caposelese, le Matasse, gli Amaretti ed il Muffletto sono stati inseriti nell’elenco nazionale dei PAT. L’inserimento in questo elenco di tali prodotti tipici costituisce un passo importante per la tutela delle tipicità locali. Infatti questo elenco costituisce uno fra i più importanti strumenti per la salvaguardia di questi alimenti conservandone le metodiche tradizionali di produzione, ricchezza dell’agricoltura e della cultura italiana, assicurando nel contempo ai consumatori le necessarie condizioni di igiene e sicurezza alimentare. La decisione di individuare i prodotti agroalimentari tradizionali è stata voluta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che ha deciso di puntare nettamente su settori di nicchia, valorizzando i prodotti tradizionali in cui prodotti agricoli o dell'allevamento venivano lavorati secondo antiche ricette. Il requisito per essere riconosciuti come Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) è quello di essere «ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni» I prodotti tradizionali grazie a queste caratteristiche sopravvivono nel tempo; il loro legame con i luoghi di produzione determina l’elemento di qualificazione e differenziazione. All’atto dell’immissione al consumo, gli amaretti, le matasse ed il muffletto di Caposele, possono contenere nell’etichettatura la seguente dicitura: “Prodotto inserito nell’elenco nazionale dei Prodotti Tradizionali”. In questo modo
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REDAZIONALE N° 175 DEL 23 GIUGNO 2014
http://www.irpiniaturismo.it http://www.flickr.com/photos/irpiniaturi... http://www.youtube.com/user/irpiniaturismo http://www.livestream.com/irpiniaturismo http://twitter.com/#!/irpiniaturismo http://it.linkedin.com/in/irpiniaturismo
Strada dei Formaggi e dei Mieli d’Irpinia
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COPIA ON LINE SU "SELETECA"
ISTITUTO COMPRENSIVO CAPOSELE CON SEZIONI ASSOCIATE DI CALABRITTO E SENERCHIA
Scuola
GIORNATA DEL LIBRO E DEL DIRITTO D’AUTORE
Saluti
Salvatore A. Di Napoli Dirigente Istituto Comprensivo
Pasquale Farina Sindaco di Caposele
Gelsomino Centanni Sindaco di Calabritto
Beniamino Grillo Sindaco di Senerchia
INCONTRO CON L’AUTORE del libro
“IL ROSSO E IL BLU”
MARCO LODOLI
RAPPRESENTAZIONI a cura degli alunni dell’ISTITUTO COMPRENSIVO
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di Rosamaria Ruglio con un suo saggio la storia della Scuola italiana, continuando la sua collaborazione con il mondo della scuola trasmettendo la sua passione per la storia. Ma la volontà e con forza la volontà delle l’impegno dei ragazzi è andato ben oltre. nuove generazioni di “Breve storia della Scuola italiana” Partendo dal presupposto che nessun sentirsi partecipi di qualcosa individuo è slegato ed estraneo al territorio d’importante. nel quale vive si è riusciti a immaginare un Com’è giusto che sia non percorso nel percorso creando un progetto sono mancate le critiche da che va sotto il nome di “Ecomuseo il futuro a Scuola e il territorio, la Scuola parte loro e tutte fondate, della memoria” laddove il riconoscimento e la società che evolve, muta, si circostanziate e precise. e la difesa delle proprie origini è vista e trasforma rapidamente. La Scuola – ci hanno detto vissuta come territorio e la realizzazione Una trasformazione che riguarda – per poter assolvere al di una “mappa di comunità”, il progetto ha ogni settore di attività, evolve il costume, suo compito deve mettersi TERZA EDIZIONE GIORNATA DEL LIBRO E DEL DIRITTO D’AUTORE previsto che potessero essere individuati, cambiano le abitudini, persino i bisogni al passo con i tempi non illustrati e conservati i luoghi, le tradizioni assumono connotati diversi da quelli solo per quanto riguarda più caratteristiche del nostro Paese. Progetto che conosciamo, mutano le priorità. Un i programmi ma anche i promosso tra l’altro dalla Soprintendenza di ‘Istituzione che voglia essere veramente tale e metodi d’insegnamento, La Scuola e il territorio, la Scuola e lama Salerno che ha coinvolto la classe prima A voglia svolgere un ruolo di primo piano nella soprattutto ha bisogno di quella passione societàanche che evolve, muta, si trasforma della scuola secondaria. Da ricordare comunità in cui opera non può esimersi dal e quell’entusiasmo che fa della Scuola un il progetto “Paese mio” che rapidamente. ha visto come cercare questo confronto diretto e immediato ambiente di istruzione, di educazione, di primi classificati, in due sezioni separate, la con le sfide che la vita propone ogni giorno. socializzazione ma soprattutto un contesto Una trasformazione che riguarda ogni secondaria di Calabritto e la classe quinta B In questo senso, l’Istituto Comprensivo felice. settore di attività, evolve il costume, di Caposele e quello “Per una corretta postura Francesco De Sanctis di Caposele anche Quello che i ragazzi chiedono è un cambiano abitudini,di relazioni persino che i sia capace di della colonna vertebrale” proposto dallale universo quest’anno ha impostato la sua attività sulla Fondazione Don Gnocchi in bisogni cui si è messa ricerca di un contatto e un confronto proficuo assumono connotati diversi da di occasioni, di arricchirli di opportunità, in bella mostra la classe prima b della scuola con la realtà attraverso il coinvolgimento stimoli, un collegamento diretto e immediato quelli che conosciamo, mutano le secondaria presentando un simpatico video. pieno e costante degli studenti perché siano con il mondo del lavoro. Vogliono in sostanza priorità. che voglia Il tutto in una cornice molto rilassanteUn e ‘Istituzione loro con la loro creatività a determinare che la Scuola non sia percepita all’esterno stimolante arricchita dalla presenza di Marco essere veramente tale e estraneo voglia e staccato dal il verso delle cose. Si è scelto di fare un come un corpo Lodoli scrittore molto notosvolgere e autore un tra ruolo percorso molto articolato e ambizioso che contesto in cui opera ma sia sempre più di primo piano nella l’altro del libro “Il Rosso e il Blu” dal quale ha consentito ai ragazzi di provarsi nella espressione, l’espressione più alta della comunità indacui opera non può esimersi è stato tratto l’omonimo film interpretato recitazione, nell’immaginazione, nella convivenza civile. cercare questoInconfronto diretto il ruolo e la Margherita Buy e Alessandrodal Scamarcio. responsabilizzazione individuale rispetto questa direzione Il pretesto è stato offertoedal tentativo con a problemi anche più grandi di loro ma immediato le sfide che la vita responsabilità delle famiglie può essere dell’autore di rimettere al centro comunque ben presenti nella quotidianità. determinante. Marco Lodoli ospite della manifestazione propone ogni giorno. dell’attenzione generale i valori propri L’atto finale di questo percorso è stata la E’ questa la scommessa che ci attende, questo senso, l’Istituto dell’universo Scuola spesso In dimenticati o manifestazione svoltasi lo scorso 23 aprile tutto sta a esserne all’altezza. volutamente ignorati offrendoComprensivo innumerevoli Francesco De Sanctis di proprio nell’Auditorium dell’Istituto e che spaccati di vita reale all’interno di un Istituto ogni anno coincide con la Giornata Mondiale Caposele anche quest’anno ha impostato la sua attività sulla ricerca di un contatto e un confronto proficu scolastico qualunque. del Libro e del Diritto d’Autore giunta ormai la realtà il coinvolgimento La giornata del libro: pieno e costante degli studenti perché siano loro con la lor Il viaggio proposto è uncon viaggio nei attraverso a Caposele alla sua terza edizione. a determinare il versodel delle cose. Si è scelto di fare un percorso molto articolato e ambizios sentimenti delle persone che creatività animano quel Il programma si è svolto nell’arco di l’intervento Sindaco mondo, nelle aspettative, nelle due giorni per consentire alle scolaresche che speranze, ha consentito ai ragazzi di provarsi nella recitazione, nell’immaginazione, nella responsabilizzazion persino nell’ambizione, a dispetto delle di Caposele, Calabritto e Senerchia e al individuale rispetto a problemi anche più grandi di loro ma comunque ben presenti nella quotidianità. difficoltà di tutti i giorni, di rendere Liceo scientifico di Caposele, di dare un Non voglio ulteriormente dilungarmi L’atto difinale è ringraziare stata la gli manifestazione svoltasi lo scorso 23 oaprile propri orreipercorso innanzitutto l’Istituzione Scuola la spina dorsale una di questo senso compiuto e fare una sintesi espressiva, addentrarmi nel merito, perché l’argomento organizzatori hanno permesso nuova rinascita e una ripartenzanell’Auditorium non effimera. ciascuno secondo le proprie attitudini, di dell’Istituto e cheche ogni anno coincide con la Giornata Mondiale del Libro e del Diritt sarà trattato con maggiore specificità e questo evento, e il preside, assistito Ne è venuto fuori un messaggio chiaro giunta ed quanto hanno sperimentato nel corso di un d’Autore ormai a Caposele alla sua terza edizione. competenza dagli altri relatori. da uno staff di insegnanti sempre pronti e inequivocabile: Nonostante la pochezza dei intero anno scolastico. Così, chi ha avuto la Il programma è svolto Oggi, dicevo, sono felice disiessere qui nell’arco d sensibili ad offrire agli alunni e a tutti noi mezzi la Scuola è sempre in grado di trovare bella idea di assistere all’evento, ha potuto anche perché voglio ascoltare e imparare. questi importanti momenti culturali, che due giorni per consentire all al suo interno le risorse umane, intellettuali e apprezzare per esempio alcune riuscitissime Sono felice di essere qui perché anche io, materiali per svolgere con coraggio il proprio arricchiscono la nostra comunità. drammatizzazioni tratte da opere scelte: scolaresche di Caposele, Calabritto che rappresento la pubblica amministrazione, Ed è per questo che oggi sono felice di ruolo di guida e speranza per il futuro. l’Iliade, l’Odissea, i Promessi Sposi, la Divina Senerchia e al Liceo lascientifico d possa sentirmi partecipe nel riportare Nel confronto diretto con i ragazzi accogliere qui a Caposele Marco Lodoli, Commedia, la Patente. All’interno delle due scuola e l’istruzione al centro delle politiche Caposele, di dare un senso compiuto fatto di domande e risposte è emersa scrittore e giornalista di meritata fama; e giornate il prof. Michele Ceres ha illustrato amministrative e sociali. non soloespressiva, per ciò sono felice di essere qui insieme a voi, di fare una Esintesi ciascun che concerne l’edilizia scolastica, come da essere qui nella scuola italiana. le proprie attitudini, di quant programma disecondo governo nazionale. Negli ultimi giorni mi sono documentato hanno l’amministrazione sperimentato nel A tal proposito ha corso di u sul professor Lodoli. presentato un intero progetto anno per questa struttura, Professore, si. Perché prima di essere scolastico. Così, chi h progetto che è stato approvato per un importo un affermato giornalista di Repubblica e avuto la bella idea di assister di 340.000 euro, i lavori partiranno a breve. un acclamato scrittore, Marco Lodoli è un hae gli potuto apprezzare pe Ringrazio perall’evento, questo i tecnici assessori professore e siede tra i banchi di scuola che hanno seguito il progetto stesso, e il riuscitissim proprio come i vostri professori, cari ragazzi. esempio alcune preside e i professori che l’hanno fatto Ed oggi avrete anche la fortuna di ascoltare drammatizzazioni tratte da oper proprio. una sua lezione. Nessuno conosce come lui scelte: l’Iliade, l’Odissea, Ma torniamo a noi. L’educazione pubblica i Promess l’educazione scolastica e le problematiche scolastica è tutto ciò che serve per formare la Patente Sposi, la Divina Commedia, ad essa correlate. A tal proposito invito i nuovi cittadini e, quindi, per costruire la soprattutto voi, giovani studenti, se non lo All’interno delle due giornate il prof società del futuro. Una società di sicuro avete già fatto, ad andarvi a leggere il suo Michele Ceres ha illustrato con un su migliore se all’istruzione scolastica verrà dato libro forse più noto ‘’Il rosso e il blu’’ per saggio la storia della Scuola continuando sua collaborazione con il mondo illagiusto, essenziale, imprescindibile peso. della scuol conoscere un punto italiana, di vista essenziale su Il Dirigente scolastico Salvatore Di Napoli e il Prof. Michele Ceres Grazie. questi trasmettendo la sua temi. passione per la storia. Ma la volontà e l’impegno dei ragazzi è andato ben oltre. PARTECIPAZIONE Alunni del Liceo Scientifico di Caposele
RAPPRESENTAZIONI A cura degli alunni dell’ISTITUTO COMPRENSIVO
MOSTRA DI QUADRI DI VIRGILIO DEL GUERCIO
Presentazione del libro di
MICHELE CERES
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Partendo dal presupposto che nessun individuo è slegato ed estraneo al territorio nel quale vive si è riusciti a immaginare un percorso nel percorso creando un progetto che va sotto il nome di “Ecomuseo il Anno XLII - Agosto 2014 N. 88 futuro della memoria” laddove il riconoscimento e la difesa delle proprie origini è vista e vissuta come unica espressione tangibile del proprio senso di appartenenza. Attraverso la conoscenza del proprio
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Scuola: alla ricerca di una dignità smarrita
epoca di precarietà diffusa. Il loro ruolo di istruttori/mediatori/educatori è fondamentale e insostituibile, ma è un ruolo da riconquistare riprendendosi in mano le redini della propria professione, dei propri studi, dei propri ideali. Se si è persone senza utopia, meglio scegliere qualcosa di diverso dall’insegnamento! Il lavoro dell’insegnante è fatto tutto di soddisfazioni interne alla coppia discente/docente e a quella con le classi su cui si opera. E i rapporti sono il sale della professione. Studiare i rapporti, soffermarsi su di essi, analizzarli ogni istante e ogni giorno è il segreto della riuscita. Non è facile, è un continuo lavoro su se stessi e sull’altro e su tutto ciò che ci circonda: ambiente, interessi, affetti, emozioni, stato di salute… Mi ha colpito profondamente l’intervista rilasciata dalla responsabile del museo degli Uffizi a Firenze. Alla domanda perché i nostri musei, che conservano tesori artistici e culturali inestimabili, non sono visitati da un gran numero di persone, a differenza di quello che succede nel resto d’Europa, la dottoressa ha risposto: “l’Italia cambierà solo quando la cultura sarà ritenuta un benessere psico-fisico, morale, sociale ed etico per la vita dell’uomo”. Ritengo che il seguente motto sintetizzi tutto il senso di chi opera nella scuola e per la scuola:“La cultura è benessere”.
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ruolo di dispensatrice di basi dell’istruzioneeducazione. L’istruzione, quella che offre con meticolosa fatica gli strumenti fondamentali per accedere alla lettura, alla scrittura, come mezzi per prendere coscienza e accedere al sapere, alla comprensione dei testi e dell’oralità degli altri, sembra non essere più tenuta in grande considerazione né dai collegi dei docenti, né dagli esperti, né dagli opinionisti. Non si riconosce più che per raggiungere gli obiettivi di una scuola che includa tutti e tutte occorre la fatica del cesello, della pazienza, del lavorare sulle piccole cose come l’ortografia, il contare, il manipolare, il disegnare, il dipingere, il recitare… quotidianamente, senza strappi, senza effetti speciali (tanto amati dalla nostra epoca) senza finire su quotidiani e tv. Quella fatica che si fa, anche divertendosi, ma non solo, non vale, non fa audience, quindi non c’è. Ebbene, se si vuole riconquistare la dignità di una volta, gli insegnanti dovrebbero ritornare ad avere il ruolo che spetta loro, quello di insegnare giorno per giorno la pazienza della costruzione lenta e cocciuta dell’approccio al sapere e ai saperi. I primi a doverne essere consapevoli dovrebbero essere proprio i maestri e i professori e dovrebbero affrettarsi a ritrovare e a riappropriarsi del senso della propria funzione determinante in questa
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Prof. Salvatore A. Di Napoli D.S. I.C.S. Caposele (Av)
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gli individualismi del maestro unico e del professore autoritario, aggiornandoci e imparando a lavorare in equipe e… poi dopo avere “cresciuto” schiere di alunni, scritto faldoni di relazioni, compilato documenti di ogni tipo, dopo aver affrontato il passaggio al digitale perfino senza computer, ci siamo visti portar via da sotto il naso la nostra costruzione di una scuola inclusiva e al tempo stesso attenta ad offrire il massimo sul piano culturale. Oggi la confusione della scuola e nella scuola è grande. Il tempo scorre tra noi, sopra di noi e dentro di noi, nelle alunne e negli alunni, nelle loro famiglie giovani e spesso angustiate da problemi più grandi di loro. Vivere oggi, nella precarietà, avendo assaporato il benessere senza poterne poi usufruire, riconoscendolo nei pochi che ne godono, non deve essere per nulla facile. Il consumismo suggerito, veicolato e osannato dai media si unisce, dando vita a una miscela esplosiva, alla povertà, allo sbandamento valoriale, a educazioni ricevute durante l’infanzia fatte di “NO-SI-NI”, ai modelli genitoriali del passato, in contrasto con quelli di oggi rappresentati come vincenti. Le insicurezze, i sensi di colpa e di inadeguatezza vengono espressi in tanti modi e in tante forme, dai più sommessi a quelli aggressivi, a quelli che vedono genitori o rassegnati o che sottovalutano e sfiduciano il proprio ruolo. La scuola non ha più la forza interna di prendere in mano il suo irrinunciabile
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e si è persone senza utopia, meglio scegliere qualcosa di diverso dall’insegnamento! Il lavoro dell’insegnante è fatto tutto di soddisfazioni interne alla coppia discente/docente e a quella con le classi su cui si opera. E i rapporti sono il sale della professione. Un dato descrive bene la realtà della scuola italiana di oggi: nell’ultima indagine IARD sulla condizione dei docenti sono state indagate le motivazioni alla scelta della professione docente e sono state individuate tre tipologie di motivazioni: 1.strumentali: lavoro sicuro, possibilità di mantenersi, tipo di orario, assenza di prospettive migliori; 2.casuali: iniziato con supplenze e poi proseguito; 3.vocazionali: desiderio di lavorare con giovani, interesse per l’insegnamento, interesse per la disciplina, idea che l’insegnamento possa contribuire a migliorare la società. Noi insegnanti “datati”, siamo entrati nella scuola dopo la morte di Don Milani, dopo aver letto “Lettera a una professoressa” e abbiamo creduto nel tempo pieno e nel tempo prolungato, successivamente nei moduli e nelle ore di laboratorio e di compresenza; abbiamo tenuto insieme inclusione e istruzione; abbiamo adeguato strumenti e metodologie, abbiamo studiato sistemi di valutazione di diversa tipologia, applicato riforme e subito controriforme, abbiamo sentito dire di tutto, e il contrario di tutto, un ministro dopo l’altro; abbiamo superato
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ECOMUSEO. IL FUTURO DELLA MEMORIA
L'istituto comprensivo di Caposele ha realizzato grazie alla professionalità delle prof.sse Onidia Ciriello e Rosa Maria Ruglio, una mappa di comunità che racchiude una serie di peculiarità e caratterizzazioni territoriali del nostro Paese. Il pregevole lavoro svolto dagli alunni è stato presentato nel mese di maggio presso il Museo Diocesano "San Matteo" Salerno. "L'Eco museo, il futuro della memoria" è stato promosso dalla Soprintendenza BAPSAE di Salerno e Avellino Nella foto gli alunni della classe IA della secondaria di Caposele, da destra verso sinistra, la prof. Onidia Ciriello, la prof. Rosamaria Ruglio, la maestra Antonietta Finno, Francesca Russomanno e la dott.ssa Giusy Meo. I particolari della mappa e le specifiche caratterizzazioni grafiche si possono desumere dal servizio che è stato realizzato sulla nostra pagina di "FACEBOOK".
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I proverbi costituiscono un bene culturale legato alla storia
delle tradizioni popolari.
Nei proverbi tutti possono identificarsi,
scoprendo qualcosa di sé e rivisitare così, i
di Cettin
a Casale
propri pensieri e la propria esperienza di vita continuiamo insieme ad arricchire il nostro catalogo
DETTI puru
quann’ t’accarezza
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Frije lu pesciu cu l’acqua *****
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Pigliatella bella e còrchiti ‘nderra
Lu sparagnu è guaragnu
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***** Gli amaretti di Caposele pronti per la spedizione
Pruritu r’ panza murtalità r’ prièviti
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E’ f’nuta l’erva o sì piècuru
A fà ben’ a li puorci n’gi pierdi r’ cerz’
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***** Lu puorcu cu li soldi si chiama don puorcu
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Parla quannu piscia la addina *****
A chi si faci canton’ lu canu li piscia ‘nguoddu
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Chianu chianu cuoci.... e senza pressa vinni
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La saràca in’da la sacca ***** Chi è parendu r’ la copp’la và p’ casa e ‘ntropp’ca chi è parendu r’ lu maccaturu và p’ casa e và sicuru ***** Cuof’n sal’ e cuof’n scenn’ *****
I "cavallotti", che mantengono la campana al ceppo in legno. Il campanile è quello delle Sorgenti
Roppu vipp’tu a la saluta vosta
Chi si venn’ lu culu roppu nun si pot’ z’zzà
Quannu la callara vodd’ mena subb’tu li maccaruni
***** Riccu r’ vocca p’zzendu r’ sacca *****
***** La bona parola ongi e la trista pongi ***** Mannaggia la pressa, riss’la maruca ***** 'Nduonu, ‘nduonu, ‘nduonu si fessa e nun t’ n’adduni ***** L’omn’ adda ess’ cumm’ a lu pr’suttu né troppu grassu d né troppu assuttu
Cittu cittu ‘mmiezzu a lu m’rcatu ***** la bona cambana si send’ ra lundanu ***** Quistu è lu munnu chi naviga e che vai n’funnu
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Mitti lu spruocculu ind’ a lu purtusu
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A criaturi nun prumett’ a sandi nun fa vuti Mal’ a chi add’ avè e vjàt’ a chi adda rà
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Astìp’ti lu piezzu jancu p’ quann’ ven’ lu tiempu niru
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Cuorvi cu cuorvi nun si cech’n’ l’uocchi
La gatta ch’ è ‘ngarnata a lu lucignu nun s’ ne cura ca si coce r’ogne
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Fa l’amicu e m’prena la vajassa
La atta ti fott’
***** Femm’na curtuledda riàvulu pigliatella ***** Fatti lu liettu ca’ nun sai chi aspietti scopa la casa ca’ nun sai chi tras’ *****
***** Innaru è m’nutu, lu puorcu è cugnutu, cumba Giuvannu è arruvatu, cu lu curtieddu ammulatu
La merla cicata la nott’ si faci lu niru
***** ..e’ fat’gà cumm’ si nun murissi mai, e’ p’nsà cumm’ si murissi crai
Lu piecuru s’adda carusà ma nun s’adda scurt’cà
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Giovani
Cambiamento ... si può fare!!
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curarsi del buon senso e dei rapporti umani tra le persone, oltre che del civile vivere comune.
automatica e legittima reazione (quindi una conseguenza) al modo di fare nel sistema italia. Il sistema italia siamo noi e siamo noi a determinarlo, non viceversa. Certamente il politico ha più possibilità di influenzare tale sistema e pertanto è più colpevole se questo sistema oggi non funziona bene, ma allo stesso tempo il politico è eletto dal popolo, quello stesso popolo che si lamenta continuamente di Berlusconi ma gli lascia per 20 anni il potere assoluto. Pertanto siamo noi gli artefici primari di questo status, anche se è difficile accettarlo; ma accettarlo, come io ho fatto, è proprio il primo passo per iniziare quella dovuta autocritica che dovrebbe poi far scaturire una serie di azioni e pensieri in grado di generare quel ricercatissimo Cambiamento. Sento sempre più spesso in Italia e a Caposele che gli errori sono di qualcun altro, del sindaco, degli amministratori, delle associazioni, dei partiti, di piccoli gruppi di facinorosi. Non ho mai sentito politici o cittadini ammettere che il problema è anche in noi stessi, nel nostro modo di vivere quotidiano, nel nostro modo di esprimere le idee, nel nostro modo di attaccare gli altri o di non accettare pensieri e scelte discordanti dalle nostre. Ecco perchè
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recente questione della ridistribuzione delle deleghe in seguito alle dimissioni dell’assessore Conforti. Non ho per nulla condiviso il modo con cui il PD e la maggioranza hanno affrontato la questione, perchè ci si è arroccati su delle posizioni partendo all’attacco dell’altra parte senza fare quel passo indietro che doveva portare al confronto civile e democratico, avvenuto solo in seguito e nemmeno in modo totale. Ebbene, questo è esattamente il modo ideale per alimentare spaccature, difficoltà e per incrinare i rapporti. Allo stesso modo, ho spesso sentito da membri di questa maggioranza che il solo motivo per cui c’è questo clima ostile nel paese è legato agli atteggiamenti assurdi, conflittuali e di continua bagarre da parte degli esponenti del M5S o dell’opposizione. Come sopra ... se si è creata questa situazione e se entrambe le parti politiche vogliono affrontarla e risolverla seriamente (non solo a chiacchiere), per il bene del paese, bisogna smetterla di accusarsi reciprocamente in procura o per strada, alimentando questo vortice di ostilità. Alla fine ci siamo noi cittadini (me compreso), non attivisti politici ma semplici simpatizzanti, che ci appassioniamo alle vicende del paese e ci lasciamo facilmente andare a giudizi, spesso senza conoscere i fatti fino in fondo. Ecco, cosa facciamo noi cittadini per evitare il perdurare di queste spaccature? Probabilmente siamo proprio noi i principali artefici di questo status in cui prevale la predisposizione allo scontro e dobbiamo essere proprio noi i principali attori del cambiamento; mi raccontano che si arriva a scegliere il commerciante da cui recarsi solo in base all’appartenenza politica, o che si bocciano a priori iniziative perchè realizzate da avversari politici (festa della musica, radiolontra) o che si criticano a priori opere ben riuscite perchè portate a termine da chi viene visto come il nemico pubblico (piazza sanità, via santuario). Mi sembra palese che siamo tutti sulla stessa barca, e che per non affondare dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione. Proprio su questi spunti di riflessione voglio invitare tutti ad un più sano dialogo politico e sociale senza giochi politici o di potere, ad una consapevole analisi dei fatti senza atteggiamenti faziosi o guidati da interessi privati, ad una maggior apertura all’accettazione di pensieri diversi e di azioni non condivise, ad un maggior rispetto verso tutti i concittadini, e soprattutto all’utilizzo di toni più moderati e pacati. Soltanto se saremo capaci di fare tutto ciò, e di farlo tutti insieme, potremmo vedere quel cambiamento e miglioramento che noi tutti sognamo. Buona estate a tutti.
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Eppure si va con una enorme facilità in procura, senza
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i toni si alzano facilmente e il dialogo si riduce al minimo indispensabile, con una situazione che diventa sempre più esasperata e sempre più grave nel paese, ma che trova continua linfa per peggiorare, anche grazie all’impatto dei social network. Vivendo fuori, certe cose si colgono molto più facilmente e si analizzano in modo molto più obiettivo. Talvolta spero di sbagliare nel vedere tutto ciò, come speravo di sbagliare nel criticare Prandelli per molte sue scelte pre mondiale, tuttavia ricevo continue conferme alla veridicità di questo mio pensiero. Ma facciamo degli esempi e partiamo dall’esasperata opposizione (per strada, sui social network, nelle sedi istituzionali) che viene fatta all’attuale amministrazione Farina, per ogni scelta, azione o atto compiuto. Per carità reputo giustissimo non condividere le azioni di una maggioranza, anzi è proprio questo il frutto di quella santa parola chiamata DEMOCRAZIA (in cui io tanto credo), ma perchè farlo con questi modi cosi ostili, così poco costruttivi, così estesi anche alle sfere private. Mi son sempre sentito dire che le colpe per questa accesa bagarre
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la presunzione di additare colpevoli o trovare facili soluzioni, ma mavogliono semplicemente sensibilizzare tutti sull’importanza e sulla necessità di fare un passo indietro, un “mea culpa”, affinché si possa seriamente affrontare con lucida razionalità ogni tipo di problematica. Oggi siamo tutti bravi a dire che i politici son corrotti, che hanno troppi privilegi, che stanno distruggendo il paese. E questo sicuramente è verissimo e condivisibile. Ma veniamo alle questioni alla base di tutto ciò, perchè io sono fortemente convinto che il politico italiano sia l’espressione del cittadino medio, con la sola aggravante (non certo di poco conto) che si trova a gestire la cosa pubblica ed enfatizza al massimo i limiti della nostra cultura. Siamo noi i primi a pretendere favori da persone che conosciamo, per saltare una fila, per evitare di pagare qualcosa, per cercare di ottenere più di quanto ci spetti e, nei casi peggiori, per prenderci qualcosa togliendola a qualcun altro che magari ne aveva più diritto. Con tutte le eccezioni del caso, sfido chiunque a dire che ciò non sia vero o che ciò sia una nostra
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oltanto poco tempo fa la nazionale italiana è stata clamorosamente, ma non troppo, eliminata dai mondiali brasiliani. Ci son state dimissioni, frasi al veleno, accuse e critiche, ma la parola più usata (eccezion fatta per le imprecazioni post sconfitta) è stata CAMBIAMENTO. La necessità di cambiare rotta è stata evidente, la voglia stessa di farlo è stata palesata da tutti (associazione calciatori, squadre, figc) ma alla fine il risultato è che nessuno ha fatto quel passo indietro per poter iniziare un cambiamento. Abbiamo assistito alle dimissioni del CT e del presidente federale, ma non a una presa di posizione vera sulle cose da cambiare, a cominciare dai valori del nostro calcio e dalle palesi debolezze economiche e tecniche nelle nostre squadre. Lo spunto calcistico è solo un prezioso assist per sviluppare questo tema che io reputo importantissimo e che purtroppo è sulla bocca di tutti ormai da anni. Da quanto tempo diciamo che in Italia bisogna cambiare il sistema, perchè non può reggere e perchè sta generando un vortice indescrivibile di debito pubblico, instabilità sociale e crisi economica. Sono anni che assistiamo allo show elettorale in cui ognuno promette di cambiare quelle cose che non funzionano (legge elettorale, giustizia, pressione fiscale, pensioni, disoccupazione) ma in sostanza assistiamo ad uno stallo totale da ogni parte politica e rimaniamo ancorati ai problemi che attanagliavano il paese prima, assistendo al massimo ad un peggioramento degli stessi. Dal mio punto di vista il motivo per cui in Italia non si riesce a cambiare e a migliorare lo status attuale, va ricercato nell’incapacità di noi stessi di fare un passo indietro sulle nostre posizioni, su un interesse, su un modo di fare o di pensare. Noi siamo abituati a pretendere che si cambi, ma che siano gli altri a farlo, perchè a noi basta pretendere e sponsorizzare la necessità che il cambiamento avvenga. Ed è proprio qui il problema, perchè il cambiamento non può arrivare dal politico, dal sindaco o dal premier o da qualsiasi associazione o da un allenatore di calcio. Il cambiamento può arrivare solo dal prender consapevolezza che in ognuno di noi ci sono atteggiamenti e modi di fare e pensare che devono essere modificati e rivisti. Cambiare significa modificare uno status delle cose, ma per farlo bisogna innanzitutto capire e accettare il problema; pertanto diviene necessaria l’accettare gli errori commessi, l’avere il coraggio di mettere in discussione se stessi con autocritica, l’accettare democraticamente un pensiero diverso, l’aprirsi al dialogo. Queste righe non vogliono avere
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di Giusep
sono degli amministratori perchè non vogliono il dialogo e perchè fanno scelte scellerate. Ed ecco che rientriamo nel caso già citato in precedenza, son sempre gli altri a sbagliare e ad essere i colpevoli di qualsiasi assurdo o semplicemente non condiviso modo di fare e sono sempre gli altri a dover essere additati come quelli che vogliono questi toni e questa spaccatura. Non ho mai sentito autocritica o banale ammissione di qualche colpa o semplice accettazione di qualche scelta (seppur non condivisa) fatta da chi è comunque stato democraticamente eletto. Eppure si va con una enorme facilità in procura, senza curarsi del buon senso e dei rapporti umani tra le persone, oltre che del civile vivere comune. Ovviamente se c’è questo clima in paese, gli atteggiamenti sbagliati provengono anche dall’attuale maggioranza consiliare e dagli atteggiamenti di alcuni esponenti dei partiti politici che ne appoggiano l’operato. E’ chiara e palese una poca ricerca di dialogo tra le parti, una poca cooperazione con le parti sociali, una non completa unità di intenti. Poi ci sono i modi sbagliati con cui si affrontano questioni più o meno importanti, a partire dalla
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Politica
Attualità
L’Albero di Natale: 33 metri di speranza dal secondo albero più alto d’Europa e d’Italia.
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ecosostenibile. Quest’anno si è pensato di addobbare la piazza centrale del paese in modo alternativo ed ecosostenibile, evitando inutili e dannosi tagli di alberi che, purtroppo dopo le festività, hanno pochissime speranze di sopravvivenza. Così si è allestito il primo albero di Natale realizzato interamente con bottiglie di plastica riciclate. Centinaia di bottiglie ed altri materiali di riciclo, forniti anche in questo caso dai nostri concittadini. Lo scopo è stato, dimostrare come realmente un oggetto destinato a diventare rifiuto possa poter avere potenzialmente diverse “vite” e riutilizzato, a tutto vantaggio della creatività e della manualità, oltre che dei vantaggi verso l’ambiente, abilità che devono essere valorizzate e stimolate, come da tempo le associazioni del territorio cercano di sostenere. Ancora una volta, per questo progetto, un bell’esempio di collaborazione che ha interessato diverse associazioni, in prima fila il Gruppo Attivo “L.Grasso”, rendendo partecipe tutta la comunità,
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positiva: come messaggio di fraternità, di amicizia, un invito all’unità e alla pace. Accendere le luminarie natalizie, simboleggia l’accensione della luce in ogni uno di noi, nelle nostre anime per riscaldarle infondendo gioia e nuove aspettative. Dunque la solidarietà al centro, ma anche la volontà di far conoscere un albero tra i più alti d’Europa, inserito all’interno di un territorio che fa della natura e della solidarietà la sua grande forza Approfitto di questo spazio per ringraziare di vero cuore, a nome mio e di tutti gli amici, tutti coloro i quali hanno generosamente contribuito con un offerta economica a questa a iniziativa particolare che ha coinvolto tutti, da grandi a piccini. Il ricavato, oltre ovviamente a sostenere le spese per l’addobbo, è stato devoluto in beneficenza, per sostenere la ricerca sul cancro. Tantissimi, hanno voluto scattare “una foto sotto l’albero”. Foto, storie, pensieri di ogni uno sono stati raccolti in un blog con hashtag ufficiale dell'albero: #unalberopertutti, proprio per dare il senso di comunità, solidarietà e amore, rispetto e tutela dell’albero e di tutto l’ambiente. Le festività natalizie sono continuate con altri eventi e manifestazioni nel piccolo comune irpino: Domenica 22 dicembre si è svolto il consueto appuntamento con il “Mercatino di Natale” con numerosissimi stand di artigiani dell’arte dei manufatti realizzati interamente a mano, con il riciclo creativo. Proprio per incentivare e promuovere le pratiche del riciclo, alla quale le associazioni del territorio sono molto sensibili. Proprio per sottolineare questa sensibilità è tornato in scena il Riciclo Creativo: bottiglie di plastica ed altri materiali riciclati per il Primo Natale
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i è svolta a Caposele, lo scorso dicembre, la celebrazione dell’accensione delle luci dell’albero di Natale tra i più alti d’Italia e d’Europa, sito nel parco di piazza Sanità. Per pensare alla maestosità di quest’albero, basta paragonarlo ai suoi più famosi “rivali” (ma non viventi!) che ogni anno presenziano in tante piazze del mondo: l'albero di Natale del Rockefeller Center, quest’anno proveniva dalla città di Shelton nel Connecticut e misurava 23 metri, o l'albero di Natale di Piazza S. Pietro, proveniente dalla Bavaria, in Germania e di metri ne misurava 21. Per consentirne il suo allestimento e smantellamento, si è dovuto disporre di una particolare gru con cestello, messa a disposizione dell’Amministrazione Comunale. Come pocanzi si diceva, questo gigantesco e bellissimo abete greco, troneggia tra i più alti d’Europa (tra quelli viventi): il più alto si trova a Rivara, nel Canavese (TO), ma si tratta di una sequoia secolare di 35 metri. Quello di Caposele, con i suoi 33 metri, lo segue nella classifica, conquistando di diritto il meritato secondo posto. Grazie al generoso contributo di tutta la comunità caposelese, il grande abete è stato ricoperto di 2 Km di fili di luminarie formate da led a basso consumo, bianche e, a sovrastarlo, la splendida stella di due metri, altrettanto luminosa. Proprio in coincidenza della ricorrenza della festività di S Lucia patrona della vista e della luce, alla presenza di centinaia di persone, autorità civili e religiose, il nostro amico, Giuseppe Casale, ha sollevato l’interruttore del pannello di comando ed ha dato vita allo spettacolo della luce sull’albero: ben 33 metri di splendore! Alla base dell’albero è stato istallato un particolare presepe in legno interamente realizzato a mano. Inutile sottolineare la grande affluenza di persone, giunte anche dai comuni limitrofe a visite ed ammirare il “nostro” spettacolare Albero . Un’idea semplice quello di rendere l’abete, un albero di Natale a scopo benefico sull’input di una nostra concittadina che ora non c’è più, e che aveva espresso il desidero di vederlo illuminato per le festività. E allora in suo nome e in ricordo di tutti coloro che non ci sono più è partita questa iniziativa: un albero della solidarietà per ripartire e riaccendere la luce e avviarsi verso un futuro migliore. La luce, intesa come simbolo della speranza, della fiducia nel futuro, nella conoscenza, della rigenerazione, nell’aspirazione di riemergere da ciò che di oscuro, intravediamo in ciascuno di noi. La luce, come una risposta
di Concit
artigiani locali (un ringraziamento particolare alla ditta Antonio Cione per la fornitura del ferro utilizzato per la struttura e a Lorenzo Gervasio per la saldatura della stessa), fornendo la prova concreta che il riciclo può e deve essere una sana e consapevole abitudine per tutti. Un albero, ecosostenibile destinato a crescere nel tempo. Poiché la realizzazione dell’albero è stata iniziata con un relativo ritardo, si è pensato che questa opera crescerà di anno in anno: grazie alla sua struttura interna realizzata con i cerchi in ferro delle botti (forniti dalla ditta Antonio Cione), ogni anno ne verrà aggiunto uno nuovo, di diametro maggiore, con l’intento di, raggiungere nel tempo un nuovo primato. Insomma, a Caposele, grazie alla sua generosa ed ospitale gente, si è respirato anche per queste festività, un' atmosfera magica e serena, e, nonostante i problemi sociali che attanagliano un poco tutti in questi periodi, e si è cercato nel nostro piccolo di far trascorrere ed irradiare quel vero spirito natalizio che normalmente unisce tutti.
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Anno XLII - Agosto 2014 N. 88
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Sport Gente di Caposele
di Mario Sista (romano)
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addosso per tutta la vita come si può evincere anche dai miei scritti. Come tanti giovani, in quel periodo del dopoguerra, anch’io, con tanti sogni nel cassetto, sono andato via dal paese. Alla fine del 1957 sono andato a lavorare a Salerno presso uno dei migliori sarti, dove per un anno ho potuto affinare il mio mestiere di sarto. Alla fine del 1958 sono venuto a Roma, dove ho esercitato fino a pochi anni fa, con dedizione e soddisfazione, il mio mestiere e dove vivo tuttora. Sono amante delle espressioni più alte dell’arte come: Pittura, Canto, Teatro, Poesia, che pratico a livello amatoriale . Queste forme di Arte esaltano la mia fantasia e creatività; qualità del resto, fondamentali nel mio mestiere. Quanto alla mia produzione poetica, vorrei annotare che alcune poesie sono titolate con una sola parola, perché, per me, può avere mille significati più di un
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e mie radici provengono dalla verde Irpinia, precisamente da Caposele, dove sono nato il 19/04/1938 e dove ho trascorso la mia infanzia, che ricordo con nostalgia. Un Paese ricco di tante cose importanti, a partire dal grande Acquedotto Pugliese, uno dei più grandi del mondo: il fiume Sele, che nasce dal paese, percorre tutta l’omonima valle e sbocca nel di Salerno, il Santuario di San Gerardo Majella, visitato da migliaia di fedeli provenienti da tutte le parti del mondo, gli amici d’infanzia con i quali, quando ci incontriamo, parliamo sempre delle nostre imprese di ragazzi. Eravamo tutti ragazzi che hanno vissuto a cavallo della II guerra mondiale, con tanta povertà , ma con tanta voglia di andare avanti. Periodo che ci ha forgiato tutti, rendendoci più forti e tenaci per raggiungere i nostri obbiettivi sempre con dignità e perseveranza. Principi che mi sono rimasti attaccati
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Mario Sista (Romano)
discorso intero. Infine vorrei auspicare che i miei pensieri, le mie riflessioni trascritti sulla carta, quando il lettore le leggerà,possano suscitare quelle stesse emozioni che ho provato io. Potrei scrivere molte altre cose sulla mia vita , ma penso che al lettore interessi di più conoscermi attraverso i miei versi. Negli ultimi dieci anni ho frequentato assiduamente corsi di teatro, pittura, canto gospel e poesia romanesca. Con questi ultimi due gruppi giriamo parecchio per l'Italia per spettacoli e concerti, da cui ricevo molte soddisfazioni. Col teatro ho appena finito di recitare al Petrolini di Roma insieme a dei professionisti in una commedia romanesca,"Me sò sposato cinque vorte" con successo di pubblico e critica. In più quest'ultimo anno mi sto cimentando anche nello scrivere ed interpretare canzoni mie. Adesso è la volta di una canzone napoletana, “Napoli e na vota”, di cui ti mando il testo, insieme a quello delle altre canzoni.
IL RECUPERO DELLA VECCHIA FONTANA
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di un luogo, che nel tempo, è divenuto anche museo etnografico e di conservazione dei nostri ricordi. Nell’area museale, tra l’altro è stato previsto, il tentativo, nel tempo, di "recupero della memoria" e cioè il recupero di elementi sia fisici che immateriali relativi a Caposele e al suo territorio (la stele a Dio Silvano, la costruzione della fontana di Leonardo; il montaggio di ruote originali e pezzi di mulini e gualchiere, etc….)
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l recupero delle pietre storiche del nostro Paese, dopo la distruzione del terremoto del 1980, deve essere una delle priorità che ci dobbiamo imporre per ricostruire, attraverso il loro riutilizzo, la nostra memoria. Molto è stato distrutto, depredato e rimontato in siti privati, sfuggendo alla logica vera della ricostruzione in sito e del restauro di ciò che il sisma ha risparmiato. Alcune immagini, però, e qualche simbolo della nostra storia, fortunatamente è stato salvato.
Però nel momento in cui l’operazione deve avvenire in modo concreto, si rende necessario investire e coinvolgere anche la maggior parte della popolazione per ricercare insieme la migliore soluzione in relazione alla ricollocazione dell’opera.
Dopo una sorta di sondaggio pubblico sui canali del Comune (you tube,) e su "facebook" si è decisi di rimontare la fontana storica nei pressi del Museo dell’acqua in una posizione allineata con la piazza, le sorgenti e all’interno
L’iniziativa avverrà con la collaborazione di artigiani locali riprendendo quelle condizioni sul piano degli impianti idrici ed elettrici che si avvicineranno, il più possibile agli originali e con lo sforzo comune di tentare una sorta di sensibilizzazione alla filosofia del “Recupero”. Nei prossimi mesi, attraverso l'aprovazione del relativo progetto esecutivo, si potrà assistere al recupero della storica fontana.
Nella fattispecie la «fontana del Vignola» costruita negli anni ‘70 e collocata in piazza D’auria (oggi piazza XXIII nov.), fu smontata nei primi anni del 2000 per le opere di urbanizzazione, e mai più ricollocata. Il restauro che è partito dalla ricerca spasmodica del recupero dei pezzi smontati e «depositati» ha potuto restituire una bella emozione per il rimontaggio difficile ed impegnativo effettuato per anastilosi.
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Una grande soddisfazioni in termini di conservazione dei beni storici ed architettonici di Caposele. Un'operazione che vale un'intera legislatura amministrativa!
Salvatore Conforti
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MDC supports Vanuatu dental care From the Head of School News in Brief Six Volunteers in Vanuatu Prayer for Peace Art & Empathy From the Museum CPD Profiles Dental Research Project
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Gente di Caposele
Nicola Cirillo
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Most dental waiting rooms aren’t this lush! Villagers in Vanuatu waiting for examinations and treatments.
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he sTory began in 2009 when roberT LaTimer, a financiaL pLanner and
Although some Health Care Workers were
PROFIL observed extracting teeth under less than ideal ES con ndental conditions, ti few uedservices appeared to be
been available. This is hardly surprising in a nation th in al e best stud mo where more than 80% of people live in rural - Gomb st 40 year ent I have s of os us academ ever had ed to in re villages and the dentist/population ratio sits ferenc ic sa e lett y publicly career” Cirill viLLage seTTings. during The firsT Two missions roberT noTiced ThaT denTaL ers. o is Fres as we at a staggering 1:34,812 (Source: University of hly author than ll as 60 enroll graduated, peer-r publicatio of more heaLTh services appeared To be Lacking in These remoTe areas of vanuaTu. Queensland, Dept Dentistry, ...Continued page 4ed in Dr Ci ev Oral a PhD rillo scient iewed inte ns in Sc ific Experi iences in in Biomedic journa rnational more the De mental ine an than of Na pa d Me rt 20 co ls and dici ment procee pl nferen of di ISSUE T19 2013 PAGE 1 Profes es. He spen ne at the ce two bo ngs, has sor Cl Un t 18 wr ok in cl months iversity audio chapte s and vari itten os rs on Willia e conjunct Napoli’s la in ous bo di auto io ms Ig ok sease A/Prof narro, n with No boratory, princi and ca immune ha Nicola Ci be ples s deli ncer of sc thus gainin l Laureate he st rillo ie invite vered lect , and ar g d semi stoppe ted to trav ntific rese sound ures than d arch. 20 me nars at mo and clinic since. Af el and has Then etings re He is ter co al tr ne ve r wo al aining Italy mpleti dissem so commit rldwide. (N ng hi ted to in s USA (U aples, Fl in Oral Me medici ation of di or CSF, sc ne San Fr ence, Pale cine in (TATA in-Chi , being th ience and an Me rmo), NICOLA ef of Region morial Ce cisco) an e Edit journa d Indi an in ntre/A al Ca or in So CIRILLO gr te l nc a in CT rnatio uthern of er ew up REC, 2008 oral Ce member nal where in a Italy me the Un he joined nter, Triv Mumbai; sm he at Board of the Edit dicine, an iv tended called Capo all town gradua of sc a Clin ersity of the Dental drum), orial te se ie in th ic Sc includ d with di high school le, e fiel ntific jo His me al Lectur Bristol, En hool at stinct ed sp an ur ds de er d nt na gland, rmatol orts of de time descri or, Profes in Oral and mu ion. His ho ntistr ls he us og as y, im Me be ed to bi munolo sic an y, bbies bands. person d Nicola sor Stephe dicine. play gy an ochemistry as we n as in lo d at that d cell , ll as cal ro academ I have work “the most Prime, biolog Nicola review 30 jo ck ic li ed wi y, ur er fe”. Profes th in talented Italy, attended un Ea bodies nals and fu for over so 25 ye iversi where . He ars of visiti r Cirillo rly in 2012 with is Pr nding of th ng Pr we As Honour he gradua ty in Napl nt so es e ofesso ciate respon on to ted in s and es Soon Experi Italian Ac ident rship si take af Di Dentis , ad me up a Arabia bilities with “Valer ter gradua stinction try (AISS) ntal Stom emy of consul in th (Damma tion io Ma in at e . ta a 20 ology Kingdo m), an nt mark he re rgiott Italia in hi ceived 04. a n Nicola s life experience m of Saudi the Medici Society of award” fr . The ea that om th ne (S Oral younge is currentl ge left e IP the be st ac skills rness to st th MO), a priz Pathology ademic y the (Level broade es and pathol comple has never n his ogy an is of the e awarded US/UK) D/E and eq professor ended tion ac to years year ad d medi emic ui of hi additi and, in hi s top 10 within the valent in si on Gombos s mentor, cine. In th oral academ al qualif PhD, he ea nce ese ea rankin medical fa world’s rn icatio ic fi Italy – the fath Professor cu g), an elds, in St ns in ed Fernan rly er of – insp in hi ra d the lties (QS in divers do in or s Educat tegy and Co cluding: al im ired him to Oral Medici For mo field in Au youngest Certif e io munopa re in icates Coachi n from Ha mpetition st tholog pursue a ne in rali fo www.ni in rvard ng fr career y. “N colaci , please vi a. om Ca Certif and Ex Higher icola mb rillo. ic sit: ec has Manche ate in Pu ridge; Post utive com www.de bl st nt gradua certif er; as we ic Health dsweb/ .unimelb.e te ll as icate ab from no in profil out_school du.au/ tentio from Melbou teaching es/cir /s n to illo_n taff_ stop. rne. And he .html has D saiLing minisTries (msm) To TransporT medicaL voLunTeers, pLus Their gear,
Memorial Centre/ACTREC, Munbai, Centro Oncologico Regionale, Trivandrum), nel 2008 iniziò a lavorare alla Dental School dell’Università di Bristol, Inghilterra, come Clinical Lecturer (docente/ricercatore) in Medicina Orale. Il suo mentore prof. Stephen Prime ebbe a descrivere Nicola come “la persona più talentuosa con la quale abbia lavorato in 25 anni di vita accademica”. All’inizio del 2012 il Associate Professor Cirillo andò in visita annuale in Arabia Saudita (Damman) come professore e Primario, un’esperienza che ha lasciato un segno nella sua vita. La voglia di ampliare le sue capacità accademiche non si è mai estinta e, dopo il dottorato, Nicola ha acquisito ulteriori qualifiche in diversi campi accademici, che includono: Certificato in Strategia e Competizione nell’Università ad Harvard ed in Executive Coaching a Cambridge; Master in Sanità Pubblica a Manchester, oltre a un Certificato in insegnamento universitario a Melbourne. E non ha intenzione di fermarsi. Cirillo è autore di più di 60 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, più di 20 atti congressuali, ha scritto 2 libri e vari capitoli di libro di malattie autoimmuni e cancro ed ha tenuto relazioni e seminari su invito a più di 20 conferenze e incontri in tutto il mondo. E’impegnato anche nella disseminazione di scienza e medicina , essendo il direttore capo di una rivista internazionale di
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experie nce by providing and firstvaluabl hand ex e insig perienc hts which re e in the search ways in metho advanc ds cont ement ribute of know to the Editor dentist ledge in s: Je ry. the broa nnifer and Lo uise d field Murray Sifonios of Additio Postal nal to th e research Melbou Address: by the rne De experie student Facult ntal nce ga is the se Sc y from wo ined nse of Dentis of Medici hool rking clo collegi ne tr ality ga sely wi fellow The Un y and Heal , th dent ined student iv al acad VICTOR ersity of th Sciences s on th emics an eir dent IA 30 d 10 AU Melbourne The first al resear STRALI Street year stu ch proj A ects. dents of apprec Melbou Address: Group iate yo rn 6 would ur resp The Un e Dental the surve onse an greatly Sc iv d parti 4th Fl ersity of hool y. D cipatio oo n in CARLTO r, 720 Sw Melbourne an N
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icola è cresciuto in un piccolo paese dell’Italia Meridionale chiamato Caposele, ove ha frequentato il liceo e si è diplomato con distinzione. Tra i suoi hobby c’era lo sport e la musica e all’epoca suonava in rock band locali. Nicola ha frequentato l’Università di Napoli, dove si è laureato in odontoiatria con lode e menzione accademica nel 2004. Appena dopo la laurea ricevette il “Premio Valerio Margiotta” dalla Società Italiana di Patologia e Medicina Orale (SIPMO), un premio conferito alla migliore tesi dell’anno in patologia e medicina orale. In questi primi anni il suo mentore, prof. Fernando Gombos – il padre della medicina orale in Italia – lo ispirò a perseguire una carriera in immonupatologia orale. “Nicola è stato lo studente migliore che abbia mai avuto in 40 anni di carriera accademica” soleva dire Gombos sia pubblicamente che in lettere di referenza. Fresco laureato, il dott. Cirillo fu ammesso al dottorato di ricerca in Biomedicina e Scienze Orali presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Napoli, in stretta connessione con il premio Nobel Luis Ignarro, acquisendo così fermi principi di ricerca scientifica. Successivamente ha iniziato a viaggiare e da allora non si è più fermato. Dopo aver completato il percorso di formazione clinica in medicina orale in Italia ( Napoli, Firenze, Palermo), Stati Uniti (UCSF, San Francisco) e India (TATA
Prof. Nicola Cirillo
co-owner of The 53-fooT sTeeL yachT chimere esTabLished medicaL
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Dall’Australia il nostro prof. Nicola Cirillo continua ad onorare Caposele e l’Irpinia. Lo scorso dicembre l’Università di Melbourne ha pubblicato il profilo professionale del nostro concittadino. Nella speranza di riaverlo un giorno in Italia o nella sua amata Caposele, vi riportiamo l’articolo originale e la traduzione in italiano.
st 3053 VICTOR on St T: 61 IA 3 9341 F: 61 3 9341 1500 E: si fonios 1599 @u www.de nt.uni nimelb.edu .a melb.e Design du.au u Michae and prod
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medicina orale e membro del comitato editoriale di riviste scientifiche nel campo dell’odontoiatria, dermatologia, biochimica, immunologia, biologia cellulare; inoltre funge da revisore per più di 30 riviste e istituti di ricerca. E’ Presidente dell’Accademia Italiana di Stomatologia Sperimentale (AISS).
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Nicola è al momento il più giovane professore universitario (Livello D/E ed equivalente in (UK/US) nelle migliori 10 facoltà mediche del mondo (classifica QS) e il più giovane nel suo campo in Australia. Per maggiori informazioni, visita: www.nicolacirillo.com
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SISTEMA MUSEALE DEL COMUNE DI CAPOSELE VISITE AL MINITOUR
•MUSEO DELLE MACCHINE DI LEONARDO
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•MUSEO DELL’ACQUA •TEMPIO ARTISTICO S. LORENZO •SORGENTI DEL SELE •PARCO FLUVIALE – CASCATA DELLA MADONNINA Contributo d’ingresso ridotto € 1 (STUDENTI DI OGNI ORDINE E GRADO E OFFERTA OPERATORI LOCALI) Contributo d’ingresso intero € 2 (TUTTE LE ALTRE CATEGORIE) INGRESSO GRATUITO BAMBINI (età prescolare) DIVERSABILI (con accompagnatore) ANZIANI (over 70)
PER IL LORO CORRETTO SVOLGIMENTO, LE VISITE DEVONO ESSERE PRENOTATE CON QUALCHE GIORNO DI ANTICIPO AL NUMERO 342.6053380 O SUL SITO
www.caposele.info
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’stata consegnata lo scorso aprile, la relazione sulle attivitè svolte e programmate del SIMU, sistema museale di Caposele, redatta alla scadenza del primo anno di attività sperimentale, dal direttore dott.ssa Gerarda Nisivoccia e dalla Proloco Caposele quale soggetto gestore pro-tempore dei servizi. Nato come museo “del” territorio, per la valorizzazione e la promozione del patrimonio storico-culturale e naturalistico del comune di Caposele, in questo primo anno di attività coordinata il SIMU si è affermato come luogo di partecipazione, di integrazione, di interazione e conoscenza reciproca. Una realtà sicuramente dinamica e speriamo sempre in crescita, sia dal punto di vista delle adesioni, sia sotto il profilo del gradimento manifestato dal pubblico. Si è proposto quale punto di riferimento
all’interno del nostro territorio, non solo sotto il profilo culturale ma anche sotto il profilo sociale. Numerose sono infatti le attività e le visite registrate nell’arco di un anno (oltre 3000 visitatori, per circa 130 visite guidate) con la specifica finalità di aprire a tutti , turisti ed abitanti le porte del paese e dei suoi musei con le loro storie, patrimonio di tutti - spesso non conosciuto. E’ un primo passo positivo che non si considera certo esaustivo ma di start-up con l’obiettivo futuro, di puntare, oltre al consolidamento del servizio e alla sistemazione e/o potenziamento delle infrastrutturazioni, sul coinvolgimento per stabilire relazioni costanti con altre realtà museali e culturali dei comuni limitrofi,
allo scopo di valorizzare le potenzialità culturali e sulla creazione concreta di reti di servizi turistico-culturali che miglioreranno, integrandola, l’offerta su tutto il territorio irpino.
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Attualità
Dall’Irpinia alla Valle del Sele:
terre da avvelenare o salvaguardare? di Concita Meo
In attesa della “Festa”
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la passione nel difendere le nostre risorse, a comunicare, a mettere assieme le forze vitali, ad indirizzare le osservazioni agli enti competenti, la forte volontà di passare dalle proteste alle proposte. In conclusione, rendiamo noto che non hanno senso i facili e strumentali allarmismi, ma anche questo bigottismo a voler nascondere sempre la testa sotto la sabbia, deve avere termine. Siamo fieri ed orgogliosi di vivere nell’ “Irpinia felix”, ma se non si prendono seri provvedimenti di difesa e tutela, di “felix”, anche qui, non resterà nulla.
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autarchicamente capitale di se stessa. Il fervore di questi giorni ci dice che il venti e ventuno giugno la comunità musicale si inventerà e si reinventerà nel suo sforzo di proporsi come specificità culturale -"countryside " - attraverso il modello di festa popolare che combina tradizione, socialità, espressività e creatività. Scusate se vi sembra poco in un paese in cui si cerca di convincere a tutti i livelli che il singolo deve fondere il suo limitato orizzonte in armonia con quello degli altri ! È questa in fondo la polifonia della democrazia in cui anche la Musica contribuisce alla Libertà fondendo popolo, lingua, etnia e stato sociale :non più uni-versalismo ma pluri -versalismo che orienta e non impone gusti e tendenze, che stana i giovani a liberarsi dalla solitudine e dal solipsismo, affrancando emozioni, sensazioni e stati d 'animo dormienti come vulcani . La Festa della Musica è soprattutto anche messaggio di Pace e di Speranza affinché Caposele rompa il circolo vizioso in cui ci cacciamo con le nostre difficoltà sopraffatte da un presente che sembra essere senza futuro. E se la formula del modello di società ce la suggerisse proprio un concerto ? Perché i giovani amano il concerto? Io credo che il concerto sia la rappresentazione fisica dello stare insieme, del rifuggire la noia ritrovandosi in tanti a comunicare interattivamente tra artisti e pubblico, tra spettatore e spettatore, tra se stessi e i propri sentimenti, la natura,
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prima anteporre la bonifica delle coscienze“. Giordano ha citato dei siti “sensibili” come quello di Nusco e di Lioni, ma l’intento è stato quello di produrre un monito, accendere i riflettori su una realtà nota da tempo a tutti che rischia in futuro di poter degenerare se non effettuiamo la dovuta prevenzione, la necessità di monitorare costantemente i territori. Le centinaia di tonnellate di rifiuti illeciti che sfuggono ai controlli, possono essere interrate ovunque, al sud come al nord. Cosa ci ha colpito negli ultimi tempi è la crescita di partecipazione dei giovani e dei cittadini; rafforzano lo spirito di appartenenza a questo territorio e le speranze per un futuro di crescita attraverso la sostenibilità. Emerge sempre
di Alfonso Merola
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uest'anno la primavera ha preferito guardare indietro verso un uggioso inverno e allora la Festa della Musica in onore di un promettente Solstizio d’Estate é più che giusto desiderio ... Invero Caposele guarda a quest’appuntamento da un anno in capo all' altro; ad essere sinceri Caposele guarda semplicemente perché sono pochi quelli che si arrovellano la testa per mesi e mesi . Non è proprio un divertimento contattare decine e decine di artisti alle prese coi loro impegni, tessendo e ritessendo una tela di performances precarie. Il luogo per gli incontri musicali è sempre lo stesso L'anfiteatro naturale e permanente in fondo è già bello e pronto: è questo uno dei vantaggi di chiedere accoglienza alla Natura, se con coerenza la ami e la proteggi senza mai abusarne ... Certo qualcosa di nuovo chi verrà a Caposele lo troverà Ad esempio, Piazza Sanità si è rifatta il look con i suoi zampilli outlet style e pavimentazioni da grand hotel. Sicuramente ai più piacerà il restyling di questo luogo un tempo austero e questo basta. Novità encomiabile è l 'adesione ufficiale del Comune all 'associazione internazionale de " La fete de la Musique ", grazie all ' infaticabile Radio Lontra che ne è a tutti gli effetti promotrice e referente: un atto formale che vale un auspicio affinché Caposele si apra al mondo e non si senta
Giulio Tarro e Antonio Giordano
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ordinario di Geologia all’Università Federico II di Napoli, Rosa Codella Commissario capo comando provinciale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato. Ha moderato l’incontro il giornalista Enzo Di Micco dell’emittente Prima Tivvù. D’obbligo il saluto del Sindaco di Caposele, dott. Pasquale Farina. Durante l’incontro, più volte è stato portato all’attenzione dei presenti che vi è una netta linea di confine tra Terra dei Fuochi e l’Irpinia. “Lo sversamento illecito di liquami tossici – dichiarano Antonio Giordano e Giulio Tarro – i roghi dei rifiuti, le infiltrazioni nel sottosuolo, sono vicende ormai tristemente ricorrenti sui mezzi d’informazione e nell’esperienza quotidiana di centinaia di migliaia di cittadini che sentono così gravemente compromesso il proprio futuro e quello dei propri figli. Bisogna però sempre tenere presente che per portare avanti la battaglia iniziata anni fa con la denuncia su “Ambiente e salute in Campania” (1977) e continuata recentemente con la “Campania, terra di veleni” (2012) per ottenere la certezza della bonifica dei territori bisogna
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i è svolto a Caposele, lo scorso 22 febbraio, un incontro pubblico sulla correlazione tra inquinamento ambientale e salute: Dall’Irpinia alla Valle del Sele: Terre da avvelenare o Salvaguardare? L’evento, è stato estremamente importante non solo per la corposità dei contenuti, ma soprattutto per l’opera di denuncia effettuata da cittadini, comitati ed esperti intervenuti per dare il proprio contributo. Organizzato dalle associazioni culturali di Caposele, “S.I.L.A.R.I.S.” e “G.A. Luciano Grasso”, “SeLe Donne” e promosso dal Forum Ambientale dell’Appennino. All’incontro erano presenti esperti e tecnici di fama nazionale e internazionale: Antonio Giordano Direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, Giulio Tarro primario dell’Azienda Ospedaliera Cotugno di Napoli e chairman della commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, Wabt-Unesco a Parigi, Antonio D’Avanzo, presidente dell’Ordine dei Medici di Avellino, Raniero Maggini vice presidente WWF Italia, Piernazario Antelmi presidente WWF Campania, Michele Buonomo Presidente Legambiente Campania, Franco Ortolani
e gli spiriti invisibili con cui siamo soliti parlare .... Sentendosi parte della Musica, noi prendiamo a calci in c... il nostro conformismo di facciata, e mettiamo alla porta seppure per una notte sola o due, tutte le ipocrisie, i disvalori, gli affarismi e le nefandezze di un Potere senza fantasia che si ripete all' infinito come un vecchio attore che ha consumato la scena ... Io sono convinto che accorreranno in moltissimi a divertirsi immersi in un verde unico che darà anch'esso spettacolo con le ombre della notte, tra le luci ospitali delle bancarelle degli open bars e pubs, tra una marea di persone di ogni età che con i loro brusii sfideranno il fruscio di un Sele ancora in libertà ,,,..
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Attualità
IL BILANCIO DI UNA BELLA FESTA
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a strumentalizzazioni, polemiche e provocazioni da parte dei soliti tarli che amano forare in continuazione Caposele per ridurlo in formaggio groviera. In un'epoca in cui il deficit democratico è del tutto evidente dovunque per cui la rissa è l ' espressione popolare preferita , "sparare sul pianista " é puro esercizio di stupidità. Tenere uniti i giovani isolando gli stupidi è un'operazione di semplice buonsenso .
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al più protestatario Rap, sempre a caccia di rime, allitterazioni ed assonanze. In ogni caso Geco e Diletta sono risultati gradevoli perché la loro ricerca musicale di norma non insegue volgarità ad ogni costo. Il momento clou della due giorni di maratona musicale è stato senza dubbio il Memorial di Faluccio Grasso, icona della musica caposelese, scomparso poco tempo fa. Il suo ricordo ha invaso il piazzale ed i premi conferiti quest'anno a Rocco Russomanno e al Wake up, ottimi divulgatori di buona musica qui nella Valle del Sele: sono stati percepiti come un corollario del mondo di Faluccio. Certamente ha colpito nel segno Gio'Vescovi che ha omaggiato il compianto amico e Caposele con la sua presenza. La piazza è stata commossa dalla sua pavana -blues,così musicale e elegante,limpida e malinconica, la quale è stata capace di ridare corpo alle ombre,fino al punto da farci vivere la sensazione che chi ci manca da qualche tempo, è ritornato tra di noi,fosse pure per qualche attimo. Un grazie pure ai nostri bravi S&GMalanga e M Guarino,disc jockeys delle due serate dei quali in genere ci dimentichiamo sempre. In conclusione, la Festa Europea della Musica a Caposele può vantarsi anche quest'anno di un bilancio positivo anche perché la qualità dell' evento è in progress e la soddisfazione dell' audience più che centrata. Si pone, a questo punto un problema: che cosa farne di questo evento significativo ora che è cresciuto. Gli organizzatori hanno fatto il loro dovere, costituendosi a norma di legge in associazione e per il futuro hanno davanti a loro un lavoro impegnativo lungo un anno. Chi ritiene che questo evento sia un tassello importante per proporre Caposele come location turistica a più ampio raggio e ad offerta diversificata non può stare alla finestra a guardare. È in modo particolare il Comune a dover credere in questa opportunità,dando sia sostegni di tipo materiale e finanziario che di idee guida: in fondo un po' di breccia in meno e qualche concerto in più non farebbe crollare i programmi "superbi "del Comune. Ultimo ma non per importanza, bisogna preservare l 'autonomia di questa manifestazione, sottraendola
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la mission di " warm up " della festa, intrattenendo il pubblico con le esibizioni musicali,canore e artistico-motorie fino a serata inoltrata per poi cedere il passo allo spiazzo del Lontrapark che, da mezzanotte in poi,è entrato in carburazione, prendendosi in carica le centinaia di giovani che sono stati essi stessi spettacolo nello spettacolo ... Che dire delle varie esibizioni alle quali abbiamo assistito ? Una segnalazione particolare spetta agli artisti " indigeni " che approdano anno dopo anno all'arte dei suoni e che non fanno mancare mai il loro apporto alla buona riuscita dell' evento. Sia che si sia trattato di performers in erba ( Last minute ),di dancers di club locali( Sele dance , Mar new fitness ), di band players (Gli Amici della Musica, Musical Mente Small Band ) o di collaudate vecchie glorie di pop italiano (Ettore Spatola Band ), lo spettacolo è stato di tutto rispetto ,avendo dimostrato che nel capoluogo dell' Altosele le risorse musicali non mancano. Come, poi non menzionare l' Istituto Comprensivo di Caposele che con le classi IV della scuola primaria ha dato prova di competenze, esibendosi in canti corali e in passi di danza con un successo marcato da tanti applausi ? La Scuola in questo caso si è sentita per davvero comunità ,anche grazie ad insegnanti ( Carmela Curcio e Lucia Malanga ) che hanno creduto nel valore della partecipazione Venendo agli artisti " grown up "della Valsele e dell' Oltresele, le cover band (White Shadow, Love or Confusion , Ami Noise ) e le tribute band (Rewind, Statale14,Nero a Metà, Evoca )hanno saputo imprimere alla festa quel giusto ritmo, stanando tanti a cantare e a sentirsi coinvolti in prima persona. Certo il confine tra tribute e cover è stato molto labile nel senso che l ' intento di omaggiare e quello di imitare si sono spesso confusi nel tentativo di mettere in campo operazioni musicali quasi di tipo filologico. L ' offerta di molti generi musicali, anche di nicchia, ha elargito pane per tutti i denti: bravi gli acustic e i vocalist (Entrego, Antonietta Grasso,Voice El ), originali ed apprezzatissime le Ninfe delle Tammorre, Picciotti ed il suo stile Dance Hall e non di meno i cantautori Moriconi , Curato e Manco ....per non dimenticare il Punk-Pop Rock degli Evergreen e, sarebbe sicuramente piacevole rincontrarli durante questa estate dei Covent Garden. Nessuno me ne voglia se, essendo un patito di jazz, mi sono sentito a casa mia con la Hot Jazz Band di Salerno e la sua interpretazione del Summertime di Gershwin. La mia età non mi dà una carica particolare verso il rap e l ' hip hop , ma devo dire che sia Cris Geco che Diletta mi hanno convinto...forse perché i due generi musicali sono sottordinati, essendo il ritmo stilizzato e parlato dell' Hip Hop funzionale
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iriamo un bel respiro di soddisfazione perché, nonostante qualche timore, la Festa della Musica di Caposele è andata bene, anzi è andata oltre ogni aspettativa . Chi sotto sotto implorava l'arrivo di Giove Pluvio si è dovuto rassegnare, annegando la sua delusione in un bel boccale di birra, ovviamente, ai bar del Lontrapark . Nei giorni che hanno preceduto la festa ho visto tanti giovani lavorare imperterriti e cocciuti sotto gli acquazzoni incessanti di un giugno caparbio che si voleva smarcare dal suo ruolo tradizionale di ambasciatore del Beltempo. Dicevo, sono proprio formidabili questi giovani, così disincantati e al tempo stesso sognatori, così open minded, socievoli ed anticonformisti, dissacratori garbati di potenti ridicoli quanto famelici che collassano sotto le loro comiche spavalderie ... Io ho grande fiducia in questa nuova generazione che si è appena affacciata su un presente che rischia di essere senza futuro,una nuova generazione che sa di non poter guardare al passato e che deve rimboccarsi le maniche e ripartire daccapo a proprio rischio e pericolo e a proprie spese. Certo in mezzo a questi giovani alcuni mancano. Come dice Gershwin, hanno dispiegato le ali e preso il volo: sono a Parigi, Londra, Barcellona,Toronto, Amsterdam, Copenaghen e chissà dove ancora . Ma col loro pensiero sono qui,nonostante stiano ascoltando bella musica altrove ....la Festa della Musica è forse Europea anche per questo: ci unisce anche essendo distanti, in un momento in cui la Bella Politica è ipnotizzata e anche chi è gomito a gomito si sente distante anni luce. Due giornate eccezionali, si diceva, con strutture di accoglienza e di ristorazione sempre più all 'altezza del compito, per tutte le età e tutti i gusti, con prezzi veramente abbordabili e qualità dei prodotti garantiti: open restos, birrerie, paninoteche, kebab houses, open air bars e pubs , gadgeteries e bijouteries de maison (scusatemi i barbarismi ma stavolta ci azzeccano, fosse solo per il fatto che questa è una festa che non ama i confini nazionali!) La piazza della Sanità, sgombra come un cimelio di Regime , ha fatto da foyer ai luoghi consueti della festa che dai giardinetti antistanti l ' AQP si estendono al piazzale Houston per spingersi giù fino al verde anfiteatro del Lontrapark, cuore del prospiciente parco fluviale del Sele. In questo spazio non particolarmente esteso per due giorni la popolazione locale, giovane e meno giovane, unita ad una fiumana di persone venute da ogni dove, si è sicuramente divertita, attratta ora dall'allegra atmosfera, ora dalla passione per linguaggi musicali alternativi. Il palinsesto ormai collaudato ha assegnato al palco di Piazzale Houston
di Alfonso
Ci piace pensare che il nostro impegno nell'organizzare serate di musica live, sia gradito alle persone che vengono a bere qualcosa e a divertirsi!Ed è per questo che ormai da anni proponiamo buona musica! Un sentito grazie va a RadioLontra Caposele che, con questo premio speciale, ha colto in pieno il nostro fine ultimo..."godimento di musica dal vivo mostrando particolare attenzione alle band emergenti". Ma se abbiamo potuto promuovere tanta musica in tutti questi anni è anche e soprattutto grazie a voi! Grazie a chi ha cantato per intere notti fino a rimanere senza voce, a chi ha ballato sui tavoli immaginando di volare, a chi semplicemente ascoltato il suo genere musicale preferito tra una chiacchiera e l'altra, a chi saltato per ore senza mai stancarsi, a chi ha criticato, perché è con la critica che si migliora, a chi si è ubriacato, a chi ha suonato, a chi vorrebbe suonare ma ancora non ha avuto la possibilità, a chi ci ha dedicato anche solo qualche minuto delle sue serate! Grazie a chi ci ha regalato allegria, partecipando! GRAZIE A TUTTI VOI,perché è solo insieme e con la musica che ci si diverte! Ed allora promuoviamo iniziative lodevoli come la festa della musica, incentiviamole e miglioriamole perché LA MUSICA E' VITA! I nostri complimenti vanno ai tanti giovani e non che, nonostante le mille difficoltà, si sono impegnati per regalarci 2 serate di musica e festa! Vi auguriamo di fare sempre meglio, così come cercheremo di fare anche noi! "Amiamo la musica, sosteniamola con tutte le nostre forze e con la nostra intelligenza e certamente vivremo un'esistenza migliore, più umana e decisamente più creativa" A presto...
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Attualità
LA FESTA DELLA MUSICA DI CAPOSELE Oltre la musica, c’è dell’altro
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Tania Russomanno, Armando Sturchio e Gerardo Ceres, tra gli organizzatori dell'evento.
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La foto è di Tonino Di mattia
Lo show dei gruppi che si sono alternati sui due palchi della manifestazione
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Non che c’entri in sé con la Festa della Musica, ma l’evento in sé produce anche una rete di distribuzione di reddito. Ciascuno di questi operatori ha fatto ricorso all’aiuto di collaboratori che hanno lavorato fino a tarda notte. Ma non si può muovere tutto questo gran serraglio se alla base non v’è un gruppo che pensa, programma, elabora, promuove ed infine organizza e realizza il programma della Festa. Oltre trenta persone, delle quali per tre/quarti giovanissimi under20. Infatti al gruppo originario, di anno in anno per sommatoria si aggiungono ragazze e ragazzi che scoprono il piacere di dare un aiuto, in ruoli spesso anonimi e silenziosi ma necessari per la riuscita della Festa. Per dare senso a questo impegno e a queste motivazioni si è voluto, infine, costituire l’Associazione no-profit “Festa della Musica di Caposele”, che si pone l’obiettivo di realizzare un progetto di promozione della musica non finalizzato solamente per la festa che, in Europa, cade ogni anno il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate. L’idea è, aprendosi a tutti coloro che vi vorranno liberamente aderire, di accompagnare durante tutto il resto dell’anno la realizzazione di laboratori musicali, di costruire progetti multimediali con al centro la musica e la sua espressione artistica e multidisciplinare: dal folk arrivando sino alla più recente hip-pop. Ci sono tutte le condizioni, date dalle motivazioni e dalla creatività di chi vorrà credere a tale progetto, affinché si fortifichi l’idea che a Caposele le cose complesse si affrontano e si superano perchè ci sono risorse umane in grado di portale a compimento. Per questa ragione ha fatto bene l’Amministrazione Comunale e il Sindaco di Caposele ad intestarsi formalmente, come avviene in tutta Europa e com’è in realtà lo spirito stesso della Festa voluta vent’anni fa dal Ministro della cultura francese, Jack Lang. Le istituzioni locali che si caricano del compito di promuovere la musica sin dalle aule scolastiche e poi nei contesti del vivere comune. Il Comune di Caposele ha quindi sottoscritto una convenzione con la neonata Associazione, affidando ad essa il compito dell’organizzazione e della promozione di questo evento, che per giorni ha portato Caposele, il suo marchio di “Città della fede e delle sorgenti”, sulle pagine di tutti i giornali della provincia, nelle radio e nelle televisioni, sui siti web e sui social net-work. Nulla da aggiungere a questo resoconto, forse un poco noioso, ma utile a dimostrare che questa realtà è un patrimonio potenziale di cui dobbiamo avere particolare cura. Oltre la musica, la Festa del 21 giugno è anche tutto questo. E di questi tempi, con la stitichezza sociale che impera, scusate se è poco.
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Alcuni momenti della premiazione: al wakeup e ai "Caput Silaris" per ricordare il musicista Faluccio Grasso, scomparso recentemente.
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i dirà che io sia portato ad enfatizzare sempre tutto, nel bene o nel male. Sarà pure così, ma quando lo faccio sono sempre sincero con me stesso, sia nelle valutazioni che nelle espressioni emozionali che una serie di vicende mi procurano. Lo stesso, credetemi, varrà nel seguito di una riflessione che sento necessario fare a proposito della Festa della Musica di Caposele, edizione 2014, appena conclusasi. In un crescendo inatteso, è indubbio che essa abbia registrato un successo. Lo dico anche al netto di qualche limite sulla qualità del suono su uno dei due palchi. Anche a me ha fatto stridere, forse anche infuriare, qualche limite qualitativo della fonia sparata dal palco del Lontra Park. Ma, con tutti i distingui del caso (per carità nulla di paragonabile), anche a Woodstock la qualità del suono era piuttosto pessima, eppure di quell’happening storico nessuno ricorda le distorsioni che ebbero a patire Carlos Santana o Jimmy Hendrix. Di quell’evento resteranno indimenticabili ben altre cose: la rottura culturale, il cambio di passo che il mondo avrebbe avuto dopo solo qualche mese. Pur non volendo, lo ripeto, comparare alcunché, della Festa della Musica di Caposele resteranno a futura memoria alcune consapevolezze. Essa si è svolta, innanzitutto, come del resto nelle precedenti edizioni, in un clima di serenità, rara in eventi dove la musica è spesso associata allo stordimento delle menti e alla dissipazione dell’equilibrio corporeo. Poi, i volti. I volti sereni hanno conciliato armonicamente con la musica e le canzoni. Già questo sarebbe sufficiente per rallegrarsene. Ma se, poi, volessimo fare altre valutazioni, dovremmo aggiungere che essa nasce e si sta sviluppando nel tempo con una gioia incosciente. Nulla di professionale la alimenta, la fa crescere e vivere. Un gruppo di persone, infatti, che si implementano di anno in anno, costruiscono dal nulla un evento che - giova ricordalo – fa registrare alcuni numeri incrontrovertibili: quindici band, sei solisti, quattro dj, esibizione di due scuole di danza, esibizione corale dei bambini delle scuole elementari ed esibizione dei bambini di recente approccio alla musica. Il tutto giocato in una rutilante alternanza data dal doppio palco, quello di piazzale Houston e quello del palco dentro il parco fluviale –ora noto come il LontraPark- e di esibizioni in contemporanea, che obbliga ad una scelta consapevole e non subìta. Per il terzo anno consecutivo un buon numero di operatori commerciali hanno avuto modo di intercettare migliaia di clienti: quattro bar; una macelleria; una rosticceria; una pasticceria; una gelateria; una trattoria; due ambulanti; mescitori di vino di grotta di Caposele; alcuni artigiani della manualità creativa.
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di Gerardo Ceres
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Politica
FORUM MATERDOMINI e TURISMO
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CONVENZIONE CON I COMUNI LIMITROFI Rendere esecutiva la convenzione firmata con i Comuni di Calabritto e Senerchia per la formazione di un unico Corpo dei Vigili Urbani. Questa garantirà a Materdomini un aiuto maggiore e una migliore vigilanza del territorio.
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AUSILIARI DEL TRAFFICO Tra i criteri di selezione, oltre quelli consueti, inserire la conoscenza di almeno una lingua straniera e prevedere almeno una settimana di formazione prima dell’assunzione, sui compiti specifici e sull’efficacia del lavoro richiesto agli ausiliari del traffico.
PARCHEGGI Intanto, occorre una gestione dei parcheggi che sia professionale e in grado di dare anche un volto accogliente ai turisti e ai pellegrini. Nel merito, poi: •Piazza Santuario dovrà essere liberata dai parcheggi nelle giornate festive e di maggiore afflusso; •Con la chiusura di Via Santuario il parcheggio sotto la Piazza del Santuario dovrà essere raggiunto dalla strada dei Piani; •Allargamento del parcheggio a Duomo, liberando (ma ci torniamo) i bidoni dei rifiuti;
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VIABILITA’ – PIANO TRAFFICO •Ripristino del Piano traffico già esistente e riattivazione della relativa segnaletica, con i divieti di sosta nei punti critici della circolazione; •Senso unico per Via Duomo durante la settimana, per evitare gli intralci allo scorrimento del traffico nei pressi delle attività commerciali e dell’Ufficio Postale, mentre nei giorni festivi deve essere previsto il doppio senso di marcia, con divieto di parcheggio, così da evitare il transito delle autovetture per Corso S. Alfonso; •Pedonalizzazione di Via Santuario nei giorni festivi e nei giorni della novena di S. Gerardo.
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In particolare il Forum su Materdomini e Turismo ha avviato un’azione di ascolto. Preliminarmente, l’assessore Salvatore Conforti, ha avvertito la sensibilità e l’interesse a presentare al Direttivo del Circolo un proprio Documento di interventi per Materdomini sulla base delle proposte che l’assessore porterà alla discussione della giunta municipale. Abbiamo voluto collocare Materdomini al primo posto perché riteniamo che esso debba essere rimesso al centro degli interessi, dell’azione politica e, soprattutto, amministrativa. Dobbiamo, infatti, riconoscere con grande onestà che così non è stato negli ultimi anni, avendo puntato ad una serie di interventi di qualificazione di Caposele, che pure sono stati positivi e giudicati importanti per allargare l’offerta di opportunità nell’accoglienza dei pellegrini e dei turisti. Materdomini, quindi, è stata oggettivamente dimenticata: dando per scontata, già sufficiente, la sua organizzazione urbanistica e di servizi. Sappiamo che, purtroppo, non è così. Affrontare la sfida della modernità, anche in questo delicato settore, vuol dire elaborare un Piano strategico che abbia respiro nel medio - lungo periodo e che veda il contributo professionale di esperti capaci di realizzare una proposta basata su analisi economica, analisi sui flussi del turismo religioso e naturalistico, analisi dell’offerta, interventi di sistema tenendo conto delle reti corte e delle reti lunghe, formazione degli addetti per attivare modalità moderne dell’offerta e dell’accoglienza, presidi certi di servizi ai turisti.
La prima riunione del Forum ha visto la partecipazione di diversi cittadini, alcuni dei quali operatori nelle diverse attività economiche che costituiscono la forza motrice dell’economia di Materdomini. Con la discussione è apparsa condivisa la necessità della costruzione di un Piano strategico con le caratteristiche sopra indicate e che veda la partecipazione orizzontale dei cittadini e degli operatori economici. Una buona amministrazione valuta la partecipazione come un valore aggiunto. Tuttavia, nelle more della sua definizione, si sono sollecitati una serie di interventi necessari a risolvere alcuni limiti dell’attuale offerta qualitativa. Alcuni di questi attengono a condizioni normali di qualità della convivenza sociale, a prescindere addirittura dal fattore turistico. Questi interventi, sui quali ci soffermiamo in questo primo documento di proposte, sono essenzialmente a COSTO ZERO e devono, possono essere messi in campo prima che cominci la cosiddetta stagione, in una logica di priorità. Li riassumiamo ed elenchiamo in sequenza:
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a Segreteria del PD di Caposele ha voluto istituire una serie di Forum aperti al contributo di cittadini interessati a contribuire, con idee e proposte, al futuro della nostra comunità.
Una foto ricordo dei sostenitori del PD di Caposele durante una manifestazione conoscitiva e raccolta firme prima delle elezioni Europee
ripristino di condizioni di decoro lungo i fronti stradali, sia per le parti pubbliche (a cominciare dall’area adiacente al Centro fieristico) che per le parti private, smantellando strutture non propriamente degne di un luogo che ambisce all’accoglienza dei flussi turistici.
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Resta da verificare l’efficacia e il consenso necessario per prevedere il senso unico permanente per Corso S. Alfonso e Via Duomo.
LE PRIME URGENTI PROPOSTE PER MATERDOMINI
MERCATINI •Sotto i platani di Corso S. Alfonso, nella corsia interna, prevedere l’esposizione e la vendita dei soli prodotti degli agricoltori di Caposele e degli artigiani della creattività; •Nello spazio di fronte al Ristorante Di Masi collocare i banchi degli ambulanti di prodotti gastronomici non riconducibili alle produzioni locali; •Concentrare le poche bancarelle rimaste su Corso S. Alfonso e collocare gli ambulanti di abbigliamento, attualmente collocati davanti al Ristorante Di Masi, nello spazio davanti alla pizzeria di Mulino favorendo un allungamento della passeggiata per tutta Materdomini. Per ciò che attiene i venditori ambulanti, emanare una ordinanza che li obblighi a raccogliere i rifiuti da loro stessi prodotti e collocarli nell’isola ecologica predisposta. RIFIUTI Prevedere la rimozione delle attuali isole di raccolta dei rifiuti di zona Duomo e quella a ridosso del Centro fieristico di Caselle e la sistemazione di un centro di raccolta ad isola attrezzata, secondo criteri certi e non estemporanei, in un lato del parcheggio Sud. DECORO DEI FRONTI STRADALI Dallo svincolo di Fornaci, per tutto Corso S. Alfonso, per tutta Via Aldo Moro, sollecitare il
AREA DUOMO – PREFABBRICATI Senza alcuna premessa occorre dire S T O P A L L’ A S S E G N A Z I O N E D E I PREFABBRICATI e procedere al progressivo smantellamento dei prefabbricati dell’Area Duomo che, a 34 anni dal terremoto non si giustifica in alcun modo il loro mantenimento. Peraltro le condizioni igienico sanitarie sono seriamente pregiudicate. Nell’immediato attrezzare quelle aree, dove possibile, come parcheggi per i giorni di maggiore afflusso turistico. PROMOZIONE ED EVENTI Consigliamo una maggiore sensibilità al fine di integrare totalmente nelle attività e negli avvenimenti del Comune il calendario degli eventi organizzati dai Padri Redentoristi del Santuario di San Gerardo. La festa dell’ammalato, la giornata delle rose e delle mamme, il lunedì in Albis, Sant’Alfonso, la natività della Beata Vergine, la novena di San Gerardo così come i numerosi altri appuntamenti canonici programmati dal Santuario durante l’anno, devono avere il massimo risalto e considerazione a partire dalle pagine web del Comune fino a pianificare una specifica campagna promozionale di stampa. LUOGHI E SPAZI NATURALISTICI Sempre a costo zero, utilizzando le risorse degli operai della Comunità Montana: •Riqualificare il Bosco Difesa; •Rendere accogliente, fruibile e pulito il Parco fluviale ed il Parco della Madonnina a Materdomini. •Rendere percorribile la Via del Calvario che da Caposele sale fino alla Basilica di San Gerardo. In conclusione, questo documento incentrato solo su delle immediate proposte a costo zero, sarà seguito da uno più complesso che conterrà aspetti metodologici per giungere a definire, in modo condiviso e partecipato, un Piano strategico di medio e lungo periodo per dare risposte alle potenzialità e alle vocazioni turistiche di Materdomini e Caposele. Questo primo documento, condiviso dagli amici che hanno contribuito ad arricchirne le proposte, sarà consegnato all’Amministrazione Comunale di Caposele.
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Storia
Vicende verificatesi a Materdomini 70 anni fa
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da sinistra - DoraQuadraro, Raffaelina Zarra, Rita Morra, Fiorella Pirozzi e Elio Amoroso
L’altra insegnante più giovane, Dora Quadraro rimaneva ospite della famiglia Zarra fino all’inizio della primavera 1944 perché nella città di Napoli vigeva il coprifuoco con continui bombardamenti e pericolo per giovani ragazze. La stessa Dora nel 1944 tenne a battesimo, in qualità di madrina, unitamente al compianto Francesco Caprio già Sindaco di Caposele, la nascitura Raffaelina Zarra di Antonio e di Elvira Ceres. I legami di straordinaria amicizia e stima sono tuttora vivi con la 94enne Dora, insegnante in pensione abitante a Napoli alla via Posillipo. La stessa è tornata a Materdomini nell’estate del 2010 con la figlia Rita ed il genero Elio a rievocare con grande lucidità gli avvenimenti passati.
Batteria contraerea di stanza in zona San Michele di Materdomini
dell’Acquedotto Pugliese. L’Ospedale da campo, insediato nella Casa del Pellegrino da parte della Croce Rossa, doveva curare i tanti feriti durante la ritirata delle truppe tedesche. In tale circostanza, alla periferia di Materdomini e precisamente sul terreno di Salvatore Di Masi, attualmente Corso S.Alfonso, veniva impiantato il Cimitero Militare di Guerra, ove vennero tumulate37 salme: 33 militari tedeschi, e 4 militari americani. N. 6 salme non giunte in ospedale, furono seppellite nel cimitero civile di Caposele. Le 4 salme dei soldati americani, nei primi sei mesi del 1944, furono esumate dalle autorità alleate e trasferite in altri cimiteri. Le 33 salme dei soldati tedeschi furono esumate il 1958 da parte delle autorità tedesche e familiari delle salme. La relativa pratica trova riscontro al prot. 2301 I S del 22/10/49 del Ministero
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di Antimo Pirozzi
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er poter raccontare le disavventure di due insegnanti napoletane impegnate nella colonia “Bimbi sfollati”, si rende necessario esporre una cronologia relativa al secondo conflitto mondiale: Nel mese di luglio del 1938 il Principe di Piemonte Umberto di Savoia in occasione delle grandi manovre militari svoltesi sul vicino altipiano Laceno, pernottò a Materdomini quale ospite per una notte presso la Comunità Religiosa dei Padri Redentoristi ed in tale occasione fece visita alla vecchia Casa Comunale ed alle Sorgenti del Sele. Il 21 Maggio 1939 il Conte Galeazzo Ciano, quale ministro degli Esteri, a Berlino formalizzava con la Germania il cosiddetto “Patto d’acciaio”. Il 14 ottobre 1940 Benito Mussolini comunicò al capo di stato Maggiore di provvedere all’attacco della Grecia. Pertanto, l’Italia viveva nel vivo dei problemi connessi ad uno stato di guerra. Nella primavera del 1943, a Materdomini, giunse da Napoli una colonia di “Bimbi sfollati”con a seguito di due giovanissime maestre: Dora Quadraro e Giuseppina Canetti. L’intera compagine della Colonia prendeva alloggio presso la Casa del Pellegrino. Purtroppo i fatti di guerra in tale periodo assunsero una gravità catastrofica. Infatti, il 25 luglio 1943 avvenne la caduta di Mussolini. Il Re Vittorio Emanuele III dava incarico a Pietro Badoglio, Maresciallo d’Italia, di formare un nuovo governo. Il 28 luglio del 1943 viene pubblicato lo scioglimento del partito Fascista. L’8 settembre la radio diffuse il discorso di Badoglio che annunciava l’entrata in vigore dell’armistizio firmato con gli angloamericani a Cassibile in Sicilia. Nel frattempo, per motivi bellici, la Casa del Pellegrino veniva adibita a Comando Militare e sede della Croce Rossa. Pertanto i bimbi sfollati furono affidati a varie comunità viciniori in attesa di essere prelevati dai propri familiari, mentre invece le maestre, non potendo far rientro a Napoli, dovettero scegliere un rifugio occasionale . Fortunatamente furono ospitate, senza alcun compenso, da Carmine Zarra e Teresina Gioiello abitanti in località Duomo (Pastena) ove attualmente abita Gerardo Zarra e Assunta Viscido. Le stesse si adattavano alla vita dei campi ed alle restrizioni consequenziali. Il 9 settembre del 1943 avvenne lo sbarco a Salerno da parte degli americani. Tra il 9 ed il 17 settembre del 43 fu attuata “L’operation avalanche” da parte degli ango-americani. I duri combattimenti di quei giorni da Eboli e Battipaglia si estesero fino a Ponte Sele.Tali eventi comportarono, oltre che la distruzione di quei centri abitati, innumerevoli vittime tra tedeschi, americani e popolazione civile. Sulla collina di Materdomini erano posizionate batterie contraeree composte da artiglieri dell’Esercito Italiano e Camicie Nere, a difesa delle Sorgenti e
della Difesa Esercito-Commissario Generale Cura Onoranze Salme Caduti in Guerra Roma. I disagi della guerra procurava l’epidemia del tifo. Proprio per questo, la giovane insegnante Pina Canetti fu colta da tale morbo. La stessa, per essere agevolmente curata fu ospitata da Antonio Zarra ed Elvira Ceres abitanti alla via Santuario, ove attualmente esiste lo studio medico dei fratelli Russomanno. Purtroppo la giovane maestra Giuseppina Canetti decedeva all’età di 23 anni il 2 ottobre del 1943 come si rileva dai registri di morte del comune di Caposele. Coloro che ne denunziarono il decesso furono: Lorenzo Malanga fu Salvatore, insegnante; Rocco Russomanno fu Olindo, falegname; Nicola Malanga fu Luigi, agricoltore
Insegnante Dora Quadraro
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Sport
GS OLIMPIA CAPOSELE: la nostra 28° stagione sportiva di Roberto Notaro personalmente tutte le 70 famiglie che hanno creduto nell’Olimpia anche quest’anno; ringrazio gli sponsor e quanti hanno avuto il piacere di assistere alle nostre partite. Pochi purtroppo. Chiudo ringraziando tutti i ragazzi che oramai da anni continuano a sentirsi parte dell’Olimpia Caposele, protagonisti sul campo di vittorie storiche ed indimenticabili che ora si mettono al servizio dei più piccoli e quindi della comunità; non è scontato che lo facciano, ma il fatto che essi sentano l’esigenza di dare una mano importante alla Scuola Calcio, per me è fonte di gioia e mi da ancora più forza.
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semplice. Non riceviamo 1 euro da alcuna istituzione praticamente da sempre. L’attività non si limita ai soli corsi di scuola calcio, i cui costi sono coperti dai contributi volontari, ma la società è impegnata in diversi tornei provinciali, con sempre più elevate spese di iscrizioni alle quali si aggiungono le somme di trasferta (ne abbiamo fatte circa quaranta quest’anno). Tuttavia, anche se il bilancio non sorride, ritengo che la forza delle proprie idee non debba farsi condizionare da chi non crede o, semplicemente non condivide o ignora il tuo operato, ma occorra andare avanti fino a quando c’è passione e voglia di progredire. Chi crede nelle proprie idee non si fa condizionare: c’è un progetto importante nelle nostre menti per i 30 ANNI dell’Olimpia e la speranza è di poterlo realizzare qui a Caposele. Per chiudere voglio ringraziare
Ringrazio quindi i collaboratori di quest’anno: ROCCO PATRONE, ITALO ROSANIA, LEO NISIVOCCIA, LORENZO PANARIELLO, GERARDO AIELLO, SALVATORE RUSSOMANNO, VINCENZO IANNUZZI, THOMAS CIBELLIS, PIERO CICCONE.
progetto sportivo e sociale che per me e la mia famiglia dura da una vita. Non nego che le difficoltà di operare in un contesto troppo spesso apatico ed a noi lontano da troppi punti di vista abbia fatto vacillare la volontà di continuare. Andare avanti grazie ai soli contributi delle famiglie ed ai nostri sponsor, i nostri amici, non è
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di 83 GOL IN 14 PARTITE, LA MEDIA DI 5,9 GOL A PARTITA! Chiudendo con un crescendo notevole che ha fruttato 10 vittorie nelle ultime 11 gare. L’obiettivo principale è stato la crescita nel gioco che certamente darà ulteriori frutti in futuro, chissà magari la terza stella (dopo le due acquisite nel 2008 e 2009).
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Gli Esordienti, allenati da Salvatore Malanga a loro volta, hanno raggiunto la Finale della Coppa Alta Irpinia (calcio a 9 con dimensioni ridotte) dominando tutte le partite e dimostrando una superiorità a tratti imbarazzante sugli avversari. I Pulcini ed i Piccoli Amici allenati da Massimo Cetrulo hanno cominciato a fare le loro prime esperienze di calcio e di vita fuori Caposele, distinguendosi per comportamento e rispetto delle regole del gioco. Proprio MASSIMO e SALVATORE voglio porre in primo piano per il lavoro e per la stagione disputata; infatti a fine marzo impegni professionali mi hanno tenuto lontano da Caposele a lungo ed entrambi si sono confermati degli ottimi gestori dei rispettivi gruppi, oltre che dei tecnici preparati come sapevamo. Sapere di poter contare su persone tanto valide e disponibili, mi fa venir voglia di andare avanti e di migliorare ancora questo
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ta giungendo al termine la nostra ventottesima stagione sportiva consecutiva…. sono tante. Quest’anno l’Olimpia ha presentato quattro squadre alla ribalta provinciale: i Giovanissimi (1999/2000) che hanno preso parte al Campionato Provinciale, gli Esordienti (2001/2002) che hanno partecipato alla Coppa Alta Irpinia, i Pulcini (2003/2004) che hanno fatto Scuola Calcio e svolto numerose amichevoli, i Piccoli Amici (2005/2007), impegnati nelle attività ludiche della Scuola Calcio, ma che si sono anche esibiti nelle loro prime partite. Il bilancio è ovviamente positivo, siamo riusciti a migliorarci nei Giovanissimi (3° posto generale e medesimo piazzamento nella Coppa Disciplina), ma soprattutto questi ragazzi (quei pochi che li hanno visti giocare lo sapranno) hanno imposto il loro gioco offensivo su tutti i terreni di gioco, in casa e fuori, segnando la bellezza
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Storie di emigrazione
STORIE DI EMIGRAZIONE
della trama, cioè un secondo volume. Ho in progetto anche la traduzione in italiano del mio primo libro. Desidero avere piu’ tempo e spazio per le mie idee, ma per adesso non è possibile, si vedrà in futuro. Nelle settimane hai inviato un plico a Vinicio Capossela, contenente cosa? Ho seguito l’invito di Vinicio per il suo primo festival di cortometraggio sui matrimoni. Vinicio oltre ad essere un musicista professionista e anche un artista polivalente con idee molto originali. Spero d’incontrarlo presto di persona. Ho inviato infatti il film “Die Papierfabrik (La Cartiera)” su mia zia, lei e suo marito a quei tempi si sposarono con “Procura” per via corrispondenza, consumarono il loro matrimonio dopo dieci anni! Incredibile ai giorni d’oggi, ma negli anni 50/60 c’erano questi matrimoni: combinati dai genitori o per fughette, per procura, consumati prima del rito religioso. Nel film un'altra mia zia e mia madre raccontano anche come erano gli approcci amorosi a quei tempi. Devo dire: erano molto piu’ romantici che oggi nel era d’internet!
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saperne lo sfondo della sua emigrazione. Anche i tuoi genitori sono emigranti, seppure continentali, in una terra vicina, ma hanno mai provato anche loro la struggente nostalgia per la propria terra natìa? Certo, i primi anni erano difficili, ma a quei tempi gli italiani che vennero’ in Svizzera avevano il pensiero di risparmiare tanti soldi, comprarsi terreno e casa per poi ritornare in patria. Questa era anche l’intenzione dei miei, solo che la loro storia si sviluppo’ diversamente. Mio padre torno’ in Italia e si stabili’ nel Varesotto. Mia madre vive tutt’ora in Svizzera e ci resterà, noi figli ormai abbiamo messo le radici qui. Io coltivo un bel legame con l’Italia, una volta all’anno ci torno per rivedere parenti e vecchi amici d’infanzia è gioventu’ e naturalmente godo del Made in Italy. Dopo questo primo libro, ne hai pubblicato, recentemente, un secondo di novella, ma per caso hai deciso di dedicarti totalmente alla scrittura? Scrivere un libro richiede molto tempo e ci lavoro sodo. Fin ora ho sempre sacrificato il mio tempo libero e vacanze, infatti è una passione. Negli ultimi dieci anni sono stata coinvolta anche in altri progetti. La mia attuale novella “Nebel über Durban (Nebbia su Durban)” ha richiesto quasi due anni di lavoro e l’ho finito di scrivere in Sudafrica. Ed in autunno progetto la continuazione
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Mi sono sempre chiesta, perché i miei parenti hanno emigrato nei vari paesi del mondo. Originariamente volevo scrivere un documento famigliare per conservare le storie d’allora. Quando visitai mia zia nel 2000 volevo sapere da lei personalmente la sua storia e mi disse “la mia vita è un libro” e io risposi “ e io te lo scrivero’”, questa è stata l’accensione iniziale. Poi quando il libro fu’ pubblicato ha tirato con se ampi cerchi e toccato emotivamente molte persone che si rivedevano nella storia. Perché proprio la zia più lontana? In famiglia si parlava spesso di “Annina e Pascà all’America…” da piccola non avevo idea dove fosse l’America, ma vedevo sempre mia madre molto contenta, quando trovo’ nella bucalettere una busta con la cornice rosso-blu/via aerea. Tutte le notizie poi furono raccontate nei raduni famigliari per poi mandarle la risposta, i suoi fratelli e sorelle fecero il possibile per mantenere stretto il legame. Mi ricordo anche, che registrammo delle cassette con messaggi, chi pensava a quei tempi che un giorno ci fosse Skype? La zia venne spesso a visitarci in Svizzera ed Italia, per me era sempre una grande festa e io le dissi sempre, quando saro’ grande verro’ a trovarti. Ero affascinata di lei, senza
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ina Merino vive in Svizzera. Nasce da genitori di Caposele. Il padre Pasquale Merino e la madre Giovannina Donatiello sono originari della Preta, ai confini con l’Oppido di Lioni. Nata ad Olten, vive ad Aarau in Svizzera. Durante la sua giovinezza, per molti anni ha trascorso le sue vacanze estive a Caposele e ne conserva ricordi molto vivi e positivi. Sina Merino lavora con una grande azienda svizzera del credito. Coltiva la passione per la scrittura e il design dei giardini. Dalla passione per la scrittura nasce questo racconto che è stato pubblicato nel 2003, dopo essere stata in Argentina a trovare i suoi familiari, in particolare la zia Anna Donatiello, figlia di Costantino di “Rafiloni”, che è la protagonista di questa storia. Ne esce, in questa riduzione che pubblichiamo, lo spaccato di una vicenda umana che si inserisce nel grande filone della nostra emigrazione. Il libro è accompagnato da un filmracconto che Sina ha girato nel 2011 nelle tre settimane trascorse tra gli italiani di Argentina, che tocca corde altamente emotive. Anticipando il racconto, le facciamo alcune domande. Sina, come nasce l’idea di questo libro, a quale tuo bisogno risponde?
di Gerardo Ceres
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Ci siamo incuriositi nel sapere che qualche anno fa è stato scritto un libro che narra la storia di una caposelese emigrata in Argentina. A scriverlo, in tedesco, è stata una sua nipote, Sina Merino. Abbiamo lavorato alla traduzione in italiano. In questo articolo anticipiamo il senso della storia intervistando l'autrice
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soggiorno, perché voglio visitare alcuni posti. Tornai in Europa per la prima volta nel 1970, atterai prima in Africa, da qualche parte, non so più dove. Le persone lì erano cosi' nere, ma ti dico, cosi' nere, con uno strano copricapo e dei bellissimi denti bianchi. Era la prima volta nella mia vita che vedevo persone nere! Mi portai mia figlia maggiore, tu avevi quasi due anni, quando ti vidi la prima volta e mi venisti incontro ridacchiando e chiamandomi zia-zia. Tuo padre a quel tempo mi venne a prendere all‘aeroporto. Si... tuo padre ti portava sempre in braccio, ti amava sopra ogni cosa, andava matto per te. Non perdeva tempo per portarti sulle giostre, ti portava dietro dappertutto, ti comprava i vestitini piu' belli, per ogni vestitino avevi la borsettina e le scarpette adatte, come anche dei fiocchi colorati per i tuoi capelli color castano. Ti accarezzava sempre il capo e la guancia, il suo pollice si posava spesso sul tuo neo piccolo sotto le tua labbra e diceva raggiante a te e a tutte le persone, che tu eri e saresti stata la sua piccola, incantevole principessa e nessuno ti avrebbe mai potuto portarti via da lui. Da lui hai ereditato gli occhi a mandorla, questo sguardo fedele e confidenziale, la socievolezza e il temperamento. Da tua madre, invece, questo sorriso incantevole, la vulnerabilità e questa prudenza particolare, quando le cose non ti appaiono tanto chiare.
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e pale del ventilatore vibrano ad un ritmo constante, una dolce brezza accarezza la mia pella viziata dal sole. I miei occhi seguono il loro corso. "Desideri un caffè?" mi chiede una voce calma, matura e femminile. "Si, volentieri", rispondo. Il profumo del caffè serpeggia finemente nel mio naso. Lo amo nero e cosi' lo trovo nella porcellana bianca. Il mio sguardo cade su un pacchetto d'aspirina. "Guarda...queste scatoline ho fabbricato negli ultimi quarant'anni! Oggi ho dolori nella testa, da due anni mi fa male molto la testa...il dottore non sa esattamente da dove proviene il dolore...abbiamo provato con tante medicine...oh, mi fa cosi' male..." si lamenta. "Cosa te ne fai della tua cartiera?", voglio sapere come prima cosa da lei, mentre apprezzo la bontà del caffè. "Poco tempo fa l'abbiamo chiusa per sempre! Sai, nipote mia, l'industria oggi lavora piu' veloce e a basso prezzo - mi replica con un sorriso - ora sono pensionata, ricevo una rendita, non è tanta, ma io posso viverci." Restando in silenzio, i suoi occhi color nocciola mi guardano a lungo; occhi con un velo di malinconia; occhi che ti vogliono raccontare una storia lunga, basta sollecitarli. "Quest'anno ritorno di nuovo nella mia patria, non so quanto tempo durerà il mio
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Stavo dicendo che ho viaggiato per l'Europa dieci volte, una volta ho avuto uno scalo alle Isole di Capoverde, poi nel 1986 sono stata anche in Russia, a Mosca, ho visto la Piazza Rossa! Ora voglio ritornare a Mosca, io non capisco la lingua russa, ma ho bisogno solo di un visto, io voglio rivedere la Piazza Rossa! Nessuno nella nostra famiglia è arrivato cosi' lontano come me!". Lei si alza e mi prende una prugna dal frigo. "Una volta da bambina corsi per il bosco e trovai una moneta, non sapevo, che valore avesse e la mostrai a mio padre. Allora lui disse, che io non conoscevo i soldi e quindi dovevo andare a scuola. Era il tempo della seconda guerra mondiale, non mi piaceva andare a scuola, e frequentai solo la prima e la seconda elementare, ma tuttavia ho imparato qualcosa: io so fare i calcoli con la testa. Da allora ho fatto calcoli per tutta la vita, con la mia testa. Incollavo e piegavo tante scatoline e scatole, 10.000 scatole a cifre pari le so calcolare, ma con le dispari ho grande difficoltà" si ferma per ridere soronamente. Il mio cucchiaino di caffè continua a girare il caffè nella tazza di porcellana, e le sorrido. "Continua a raccontare..." la invito. "Nel mio paese c’era una grande povertà, non avevamo quasi niente da mangiare, poi nel 1961 emigrai, nella ricca Svizzera. Seguii i miei fratelli, che quando arrivarono lavorarono
da contadini, si cercavano lavoratori a basso prezzo, poi vennero le prime industrie e i miei fratelli ebbero l'occasione di cambiare lavoro e riuscirono a procurarmi un contratto di lavoro. Si guadagnava bene, con i risparmi mi comprai delle scarpe buone e belle, le mie scarpe, perché a casa le scarpe le dividevo con le mie tre sorelle e le portavamo solo la domenica, per andare a messa. Mi comprai i vestiti piu' belli, mi comprai un orologio, c'è l'ho ancora oggi, e imparai ad andare in bicicletta. Mia cognata e la mia migliore
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Storie di emigrazione
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chiuso in se stesso“ e mi lascia con il suo cestino, andando in direzione della cucina. "Senti che vita? Senti, che storie scrive la vita?", ritornando e apparecchiando la tavola, "Domani devo andare dal medico, controllare il sangue, per lo zucchero e il colesterolo... ma perché poi vuoi sapere la mia storia?". "Per me sei sempre stata quella zia speciale!" le rispondo facendole i complimenti e lei sorride. "Io dico sempre che se fossi rimasta al mio paese, la mia vita sarebbe stata migliore nonostante la povertà...si, e se fossi rimasta in Svizzera, avrei potuto trovarmi un altro marito. Sono venuta qua solo per doveri, maledizione!" sbattendo con il palmo della mano sul tavolo e io mi spavento. "Quando venni qui, volevo ritornare immediatamente, chiesi ai miei fratelli in una lettera di mandarmi il necessario e loro inviarono un atto di richiamo nel 1965, ma mio marito non diede la sua firma di consenso, perché ero in attesa e la legge prevedeva cosi'. Volevo ritornare dalla mia famiglia, soffrii terribilmente la solitudine e la nostalgia...questo sentimento che non mi ha mai lasciato...dai, ceniamo" la sua voce si fa lieve. Le chiedo attentamente "Allora non sei contenta della tua vita?", "No! E' stato un su e giu'...ma quando sei giovane...non sapevamo niente allora, oggi voi siete piu' liberi, noi non lo eravamo, la povertà ci costrinse ad emigrare, si lavorava notte e giorno, una vita piena di sacrifici, io ho sempre lavorato, i soldi non mi sono mancati mai, ma la mia famiglia e il mio paese, questa ricchezza non l'avevo piu'...ed oggi? Non rimaniamo per l'eternità su questa terra, siamo solo degli ospiti, prima o poi ce ne dobbiamo andare tutti. Me ne sono pentita molto, di essere venuta qua, è l'unica cosa di cui sono pentita nella mia vita, non avrei dovuto venire, dovevo solamente rifiutare, sola, cosi' lontana da casa...cosa c'è d'altro? Da due anni mi opprime un sentimento abbattente, è un dolore, lo sento, ma non ti so dire, dove esattamente mi fa male". "La vita è na chiaveca!" si lamenta, "Perché dici questo?" le chido confusa, "A Napoli si dice questo, la mia vita è una chiavica e quella degli altri pure...Maledetto il giorno che sono venuta qua!" e gli occhi si riempono di lacrime. "Maledetta la vita di una persona...volevo vivere la mia vita veramente cosi'? La vita è lunga e dura, solo la morte è paziente, tutti andiamo allo stesso posto, tutti, ricchi o poveri!". "Su, zia, dai parliamo di qualcos'altro, sicuramente hai dei desideri?" provo a confortarla e l'abbraccio. "Si, ho un desiderio! Desidero fortemente un nipotino...il mio cammino per il cimitero di Chacarita dista poco! Solo un nipote e io sarei la nonna piu' felice del mondo! E poi un altro...voglio rivedere una stella cadente. A Caposele stavo spesso seduta nei campi, guardavo nel cielo e vedevo le stelle cadenti, amo le stelle cadenti. Qui, sopra la veranda, mi sedevo spesso, pensavo al mio paese e guardavo sempre nel cielo, mai ne ho vista una e io so che c'e una stella, è la piu' grande di tutte...si, la vita. La mia storia è lunga, ci sono cose che ho dimenticato e che ho voluto dimenticare. Cosa vuoi che ti racconti d'altro? Che non sono diventata ricca in amore?"
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guadagno della cartiera con gli anni acquistai tanti immobili. C'era una volta un imprenditore ebreo, mi dava sempre degli ordini, era il piu' importante e affidabile committente, mi pagava molto bene...mi comprai questa sala da pranzo e nuovi copritetto per la casa. Con lui potevo regolare bene le mie faccende, andavamo molto d'accordo, lui aveva buone relazioni...Con gli anni cominciai a risentire l‘instabilità della politica, molte imprese dovettero chiudere, dovemmo fronteggiare la svalutazione della moneta, i prezzi cambiavano quotidianamente, e realizzai che avevo scelto l'America sbagliata. Fu un tempo duro e crudele..." "Cosa accadde in quel tempo?" voglio sapere. "Mi ricordo del vecchio Péron, vidi il suo discorso in televisione, poco tempo dopo morì e la sua seconda moglie, Isabelita, governo' per un qualche anno, finché la Junta militare la rovesciò. Con la Junta domino' la dittatura. In quegli anni morirono tante persone, ci furono molti "desaparecidos"...fu un disastro. I bambini sparivano nel nulla, di notte la Junta veniva a prendere maschi e bambini, fecero partorire le donne incinte e i loro neonati li vendevano. Maggiormente le vittime avevano a che fare con la politica. Io la mia politica la facevo in mezzo le mie scatole, chi voleva farmi sparire?" sorride lei. "Oggi in televisione vedo le nonne che cercano i loro nipoti, a volte sono fortunate, questo mi commuove sempre! Dopo la dittatura venne la democrazia, vivemmo ad un tratto tanta libertà, economicamente il paese ando' meglio, anche per la mia cartiera seguirono anni redditizi, il dollaro girava di nuovo...chi era sveglio e furbo, si creo' la sua America, io comprai tre autovetture e un altro immobile. Poi venne la recessione...e ne risentì la crisi finanziaria, le imprese straniere vennero nel paese, la competitività divenne piu' dura, alcune imprese spostavano i posti di lavoro, perché il lavoro all‘estero costava di meno. Mi offrivano prezzi ridotti per la mano d'opera, e così decisi di ridurre poco alla volta gli ordini e chiudere la mia fabbrichetta. Ora sono pensionata, la mia patria non mi paga alcuna rendita, solo perchè non ho mai versato contributi per la pensione. La Svizzera mi ha indennnizzata unicamente con 8.000 dollari, con i quali ho acquistato un appartamento al centro della città, ci sono molti studenti qua, posso affittarlo molto bene. Qui ricevo una piccola rendita, il resto per il mio mantenimento lo devo alle rendite dei miei immobili. Questi sono stati i miei migliori investimenti della mia vita. Quello che adesso mi costa molto sono le medicine", si alza, va in cucina e ritorna con un cestino. "Guarda, queste pillole mi servono per la pressione, queste per i nervi, queste qua per il diabete, poi ne ho per la tiroide e dei sonniferi e si...queste sono per i dolori dei miei piedi! Prima lavoravo come una bestia, non avevo mai niente...ora sono pensionata e faccio i conti con tutte le malattie...senza sonnifero non trovo sonno...come finirà la mia vita?" mi guarda con uno sguardo interrogativo. "Nessuno sa, come finirà la vita! Cosa hai vissuto in questa città grande?" le rispondo e voglio nutrire la mia curiosità. "Mio marito non voleva quasi mai uscire. Non siamo mai andati a ballare, avrei tanto desiderato ballare un tango, qualche volta andavamo al cinema, ma tanti anni fa. All‘Opera non ci sono mai stata, avrei tanto voluto vedere un opera di Giuseppe Verdi. La mia vita si è svolta in questa casa, invece ho viaggiato molto. Mio marito è passivo e
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1964". I suoi occhi si gonfiano di lacrime. "Ricevevo tante proposte. Tua zia Lisa cercava sempre di presentarmi qualche spasimante, voleva sapermi felice accanto a lei, non voleva che io partissi, ma ero già promessa ad un altro uomo, non avevo il coraggio di spezzare questa promessa. Erano gli anni cinquanta, il divorzio non esisteva, era un grave peccato! Cosa sarebbe stato, se un altro uomo mi avrebbe lasciata?" mi chiede lei e io la guardo a lungo. "Zia, gli uomini ti lasciano anche se sei sposata con loro!" e ci mettiamo a ridere. "Com’è stata la tua prima notte d'amore con lui?" mi preme sulle labbra questa domanda. "Veramente lui mi lasciò tanto tempo. Ti dico, a quei tempi non si sapeva e non si conosceva niente, io ho imparato tutto dalla televisione. Ero così ingenua e così guardavo tanti film d'amore, un film mi colpì particolarmente, lei era una donna bellissima, non sud americana, credo fosse una donna del nord. Lui era anche bello, distinto e tuttavia maschile, con una fossetta nel mento, lui le diceva <<guardami negli occhi, piccola>>... questo mi colpì, così immaginai potesse essere tra mio marito e me. Non capivo niente di queste cose. Mio marito mi portò per la nostra prima notte in un bel hotel, non successe qui in questa casa..." restiamo taciturne tutte e due e ci guardiamo a lungo. "Una forte malinconia mi assalì, mi ammalai gravemente, un male oscuro mi tenne prigioniera, e poi rimasi in attesa. Con i risparmi della Svizzera comprai questa casa, mio marito era indebitato, così l'aiutai, come ci si aspetta da una brava consorte". "Come ti venne l'idea di fondare qui una cartiera?" sono curiosa di sapere. "In Svizzera ho imparato come si lavora con la carta. Questo sapere mi tornò utile qui, era una qualità molto richiesta. Sapevo anche come si facevano le buste d'acquisto. Qui ho fabbricato scatole e imballaggi per medicine. Dovevi essere capace di preparare le scatole a forma di fisarmonica, passarci sopra la colla e piegarle velocemente. All‘inizio incollavo e piegavo giornalmente 1.500 scatole, con il tempo divenni sempre piu' veloce e miglioravo, fino a realizzarne 30.000 al giorno. Ero diventata una macchina. Era un lavoro molto delicato per via dell’utilizzo della colla. Gli ordinativi per realizzare le scatole di carta arrivavano quotidianamente. Le richieste erano numerose, avevo molti committenti che arrivavano e andavano e non ero mai sola. Ricevevo ordini di ogni genere: buste d'acquisto, scatoline per caramelle e medicinali, anche per gli hamburger. Erano ordini alti quanto una montagna, le imprese dovevano solo imballare i loro prodotti e poi venderli." "Hai fatto anche delle cattive esperienze?" le chiedo. "Si, certo. Un committente lo persi per causa di un incidente stradale, ma era uno dei piccoli meno importanti. Il piu' significante, quello degli hamburger, con il tempo cominciò a pagarmi meno, voleva pagarmi solo due dollari all'ora, questo per me non aveva senso, prima mi pagava meglio," mi spiega lei. "Una volta ricevetti un ordine e ci guadagnai 3.000 dollari a settimana, guadagnavo meglio di un pilota d’aereo. Anche questo commitente, purtroppo, morì, suicidandosi'. Si, nella mia cartiera c'era un venire ed un andare, cosi' imparai bene anche la lingua, alla mia destra sul muro era appesa la carta geografica del mio paese, mi ha aiutato un po' a sopportare l'infinita nostalgia. Con il
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amica, tua zia Lisa, mi spinse giù per la collina, gridandomi di pedalare e cambiare la marcia! I miei fratelli ed io lavoravamo in una cartiera nel paese adiacente, ci alzavamo la mattina alle cinque, e andavamo al lavoro con le biciclette, io era seduta spesso sulla sella posteriore. Soffrivamo la grande nostalgia per il nostro paese e per i nostri cari. Non capivamo la lingua. Ma non eravamo soli, le serate le trascorrevamo radunati attorno ad un tavolo, giocando a carte o andavamo a ballare. Vivevamo tutti sotto lo stesso tetto, in una grande casa sopra una collina con una bella vista panoramica; avevamo un giardino e dei conigli. Ognuno aveva il suo angolo per dormire, e nella cucina ci si radunava per cenare ed una piccola cameretta dove gli uomini si radunavano per giocare a carte. Non avevemo molto e di certo alcun lusso, ma eravamo ugualmente sempre allegri e felici. Nel 1964 mio marito fece l'atto di richiamo. Lui aveva lasciato l‘Italia già nel 1954. A quel tempo eravamo fidanzati ufficialmente e fecemmo una "procura"; ufficializzammo la promessa di matrimonio, avrei dovuto seguirlo più in là. Questo più in là durò dieci anni. Dieci anni durante i quali non ci vedemmo nè sentimmo. Ci scrivevamo delle lettere, lui mi scriveva sempre, per dirmi che lui non poteva venire, che lui non aveva soldi... In Svizzera, intanto io avevo guadagnato tanti soldi, al punto che mio fratello maggiore mi disse che avrei dovuto seguire mio marito e aiutarlo, che lui mi aspettava..." scuote la testa e avverto un moto di commozione. "Me ne sono sempre pentita. Nel 1964 lasciai il porto di Napoli, con una nave grande, la Leonardo da Vinci. Il viaggio costò 216.000 lire. A quel tempo le persone sentivano il viaggio per l'America come un viaggio per la morte. Tutti piangevano terribilmente attorno a me, perche' pensavano che non mi avrebbero rivista mai più. Non c'erano ancora gli aeroplani grandi, non c'erano i telefonini come c'e l'hanno tutti oggi, nè c’erano i computer coi quali parlare da un capo all’altro del mondo. Mi ricordo benissimo quel giorno quando la nave lasciò il porto e le persone ci salutarono a lungo, fino a quando la nave non scomparve oltre la linea dell‘orizzonte. Il biglietto di quel viaggio lo conservo ancora oggi“. Io bevo il mio caffè e continuo a chiederle, "Ma sei venuta qua, in Argentina, per amore?". "Non lo so, se fosse veramente amore... no, era un dovere. Ero inesperta. Diciassette giorni durò il viaggio, era bello e poi questo nuovo paese davanti a miei occhi, di cui tutti parlavano, il porto con i suoi palazzi alti lungo la linea del mare...un' unica quinta. Era il 17 Aprile del 1964, mio marito mi aspettava al porto. Da dieci anni che non ci si era piu' visti...". "Com'è stato l'incontro dopo dieci anni?" voglio sapere e i suoi occhi mi guardano tristi. "Era il mio migliore amico nei tempi della gioventù, andavamo spesso insieme in montagna a raccogliere la legna, ci raccontavamo tutto. A casa nostra amava giocare a carte con mio padre e i miei fratelli, accompagnati da un bicchiere di vino. Con la sua fisarmonica organizzava delle serate danzanti, queste si che erano serate meravigliose, si cantava, si ballava, si scherzava, ci si stuzzicava e ci si innamorava. Quando lui parti' nel 1954 pianse terribilmente. Ricordo bene quanto piangesse a lungo, nascondendosi nel bosco. Mi lascio' il suo cane, che mori' per dispiacere poche settimane più in là. Il nostro amore era innocente e innocente arrivai il 17 Aprile
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Storia
di Giuseppe Rosania
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abita ancora oggi mio nonno. C’erano inoltre prefabbricati di lamiere di colore bianco e più giù un prefabbricato più grande adatto ad ospitare riunioni assembleari come la sala polifunzionale di oggi. La Tredogge rappresenta per me uno dei posti dove ho vissuto e trascorso molto tempo della mia vita: intere giornate, feste, anniversari e compleanni di tutti i componenti della famiglia venivano vissuti lì. Ho imparato a osservare da vicino il mestiere di bottaio accanto al nonno ed ai suoi operai: ricordo il mitico “M’bò, e suo fratello il “Punk. Ho respirato insieme a loro segatura, crescendo tra “pane e tacculett’” come tutto il resto della famiglia. La Tredogge è la zona centrale dell’ambiente caposelese perché raccoglie tutta l’acqua che scende dalla Pietra di Cola attraverso una pittoresca cascata. Dal piazzale del prefabbricato, all’ombra del grande ulivo, mi rilasso a guardare quest’acqua che scende per poi formare un piccolo laghetto nei pressi della fontana (di santa Lucia) con la testa del leone. E’ un posto dal quale amo osservare
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Con affetto Giuseppe Rosania e famiglia
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La “Tredogge”
egli anni sessanta mio nonno decise di trasferire la sua attività di bottaio da via Roma a Tredogge, in un garage più grande e spazioso per poter continuare a costruire tini e botti in uno spazio più adeguato ed anche per non disturbare i vicini con il continuo rumore del martellare. I miei nonni capirono subito che era il posto ideale per qualsiasi tipo di attività essendo una zona di sosta per tutti: il fiume, la fontana, Raffaele Pallante con le sue trote e Gaetano Pallante con la Pizzeria. Il lavoro era anche vita sociale per loro, per gli operai e per noi nipoti. Il tutto inizia nel 1980. La prima notte del terremoto la trascorremmo chi all’aperto e chi in macchina. Il giorno dopo ci ritrovammo in una situazione tragica: Caposele era distrutto e la gente, smarrita, tentava di organizzarsi alla meglio in sistemazioni provvisorie ed alla ricerca dell’indispensabile per vivere. Rimanemmo alloggiati in un capannone per tutto l’inverno 1981. Con i primi aiuti da parte della protezione civile la Tredogge divenne un posto dove vennero parcheggiate roulotte e tende per molte famiglie che avevano deciso di trascorrere qui le giornate fredde d’inverno. Furono ospitati inoltre i volontari in divisa militare provenienti dalla Germania. Dopo un paio di mesi vissuti nel capannone, arrivarono i primi prefabbricati: ricordo in particolare quello di legno dove
lavoro che ha dello straordinario. Lavorare per la vita è una grande cosa. Congratulazioni.
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svolgere la sua professione all’Ospedale “San Francesco d’Assisi”, diventando anche capo ostetrica, dal lontano 1976. Disponibilità verso tutti, aiutando chiunque avesse bisogno e contro qualsiasi forma di malattia, ha condotto e portato a termine anche parti eutocici con propria responsabilità, ha fornito sempre assistenza ostetrico-ginecologica, intesi come prevenzione, riabilitazione e cure palliative, ha rispettato i principi eticodeontologici della sua professione, ha collaborato con l’equipe assistenziale del reparto di appartenenza, sempre con attaccamento, con passione, e con l’idea che niente sia più importante della “VITA”. Ho pensato queste cose e le ho scritte senza demagogia, perché a parlare è la tua vita e le cose che hai fatto: noi tutti in famiglia siamo orgogliosi di te, Alfonsina, hai raggiunto un traguardo soddisfacente, soprattutto perché è stato frutto di un impegno costante e di una dedizione al
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“Dalle donne passa la vita, sempre: dalla pancia, dalla testa, dalle mani e dai ricordi.” Dedico questa frase a mia sorella, Alfonsina Rosania, perché è stata premiata con la Medaglia d’oro in Vaticano dalla Presidente Teresa Saccardo del Collegio delle Ostetriche della Provincia di Avellino, in una manifestazione religiosa molto commovente. Ha svolto la sua attività lavorativa per 40 anni ed ha accolto “la vita” sempre. Ha contribuito a far nascere innumerevoli neonati a tal punto che risulta difficile poterli contare. Penso che si possa affermare che quasi tutti i nati ad Oliveto Citra, di Caposele e di alcuni paesi limitrofi, abbiano visto tra le prime persone Alfonsina, al loro aprirsi alla vita. E questo senza alcun’ombra di dubbio. Ha cominciato la carriera come ostetrica dopo essersi diplomata all’Università degli Studi di Napoli, Primo Policlinico, poi si è trasferita alla Clinica Malzoni di Agropoli e infine, si fa per dire, ha continuato a
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LAVORARE PER LA “VITA”
lo spettacolo che la natura e la sorgente ci offre soprattutto in estate quando mi diletto ad osservare un via vai di turisti. La presenza di un’altra fontana detta la “funtana di sotto” attira tante persone : un via vai di gente che nei pomeriggi estivi vengono a riempire le bottiglie e a trascorrere ore intere a chiacchierare e a godersi il fresco. Un ricordo carissimo legato a questo luogo è costituito dalle suore che vennero ad abitare vicino al prefabbricato dei nonni. Ricordo in particolare suor Antonietta. Ricordo anche un nuovo amico, Gerardo Russomanno, con il quale si parlava di calcio e di tante altre cose. Oggi in questo luogo trascorro interi pomeriggi in compagnia di mia cugina Concetta e di altri parenti: pomeriggi sereni e spensierati con persone che mi amano e mi vogliono bene. Mi piace osservare da vicino il fiume Sele, il parco fluviale, i turisti, il traffico di macchine. Da qualche anno la zona si è arricchita di nuove cose belle: la festa europea della musica, il parco fluviale, il ponte appena ricostruito, la pizzeria “la Sorgente”. Un posto meraviglioso che amo,
un posto da visitare. Molto probabilmente un giorno ci andrò ad abitare, almeno questo era il progetto di mia madre. Immagino già di svegliarmi la mattina, di affacciarmi alla finestra e godere di tutte queste meraviglie.
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Attualità
Ciò che il Fuoco non ha bruciato, lo distrugge l‘Indifferenza
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di Cesarina Alagia
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perfezione; abbiamo sempre tutti da imparare per migliorarci. Il volontario deve capire che il suo intervento non può limitarsi ad offrire un servizio, ma deve saper offrire anche un’idea di Comunità più giusta e deve, tra l’altro, con il suo stile comportamentale che sia contaminatore di esempio; se questo non avviene i volontari devono saper riacquistare la giusta motivazione, che connoti la loro scelta e i loro comportamenti, altrimenti bisogna saper fare un passo indietro. Quando, provocatoriamente, ho titolato il mio articolo “Ciò che il Fuoco non ha bruciato, lo distrugge l‘Indifferenza”, mi voglio riferire all'indifferenza che circonda il nostro operare; è un'indifferenza che può nuocere più dell’incendio del 2003, perché intacca la nostra motivazione, la nostra volontà nel continuare le molteplici attività della Pubblica Assistenza. Allora mi assale, così come assale tutti i volontari della Pubblica Assistenza, una forte forma di amarezza e di stanchezza, quella stanchezza che oggi, mi impedisce di terminare il mio articolo con il solito invito che ho fatto da anni e che da anni, puntualmente, cade nel vuoto, l’invito, cioè, ad offrire più condivisione e sinergie alla Pubblica Assistenza. La nostra associazione viene tirata in ballo solo in determinate occasioni, per farne un uso strumentale o solo per un’azione di critica preconcetta. Rispetto alle critiche, vorrei dire quanto sia facile evidenziare quello che non va, continuando a stare chiusi nel proprio Universo e senza mai sporcarsi le mani nei problemi che sono purtroppo presenti nella nostra Comunità. A questo punto dico a tutti coloro i quali svolgono un ruolo Istituzionale, Politico, Religioso o Associazionistico nella nostra Comunità, ma anche ai comuni cittadini, di immaginare, per un attimo, che la Pubblica Assistenza, interrompa il suo operare, stacchi la spina, rispetto alle sue molteplici attività, anche rispetto a quelle attività sommerse che non hanno i riflettori accesi su di esse, ma che sono indispensabili per tanta gente. Cosa succederebbe? Basterebbe chiederlo appunto, alle tante persone che usufruiscono, quotidianamente, dei nostri Servizi, per avere il senso dell’importanza del Volontariato, di un Volontariato troppo spesso ignorato proprio da parte di chi dovrebbe, invece, condividerlo e legittimarlo. Solo se ci sarà un atteggiamento più costruttivo, da parte di tutti, mi sentirò di affermare che l’incendio del 2003 fu solo un gesto ignobile e che l’impegno della Pubblica Assistenza è stato, in tutti questi anni, quanto mai necessario ed utile alla nostra intera Comunità, così come utili sono gli sforzi da noi profusi per realizzare sempre più attività nell’ottica di un Benessere diffuso e generalizzato altrimenti, l’amarezza e lo scoraggiamento prevarranno sulla volontà di continuare un percorso che non è stato mai facile, ma sicuramente necessario.
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Monteverde Antonietta e Dott. Conte Antonio e della Dott.ssa Casale Gaetana, supportati efficacemente dai volontari di AMDOS Alta Irpinia e dai volontari della Pubblica Assistenza Caposele. Le giornate di prevenzione, sono particolarmente importanti per i nostri territori che, lontani dal capoluogo, sarebbero altrimenti destinati a non vedere efficacemente tutelata la salute delle persone, in modo particolare sotto l’aspetto della prevenzione. Va, inoltre, detto, sempre a proposito della prevenzione, che la Pubblica Assistenza, agevola i successivi percorsi da intraprendere, nel caso in cui alle donne vengano diagnosticate situazioni da tenere sotto controllo, interagendo direttamente con gli operatori sanitari dell’Unità Senologica di Avellino. Anche nel corso di quest’anno, la Pubblica Assistenza, intende, organizzare delle giornate di sensibilizzazione sul carcinoma prostatico e sul melanoma, nonché una giornata di informazione-sensibilizzazione sulle malattie cardio-vascolari. Sempre rispetto alle donne, la Pubblica Assistenza si è fatta promotrice, qualche anno fa e continuando anche quest’anno, di iniziative volte a sensibilizzare le Istituzioni nei confronti della violenza sulle donne in Alta Irpinia, considerato che in questi territori mancano sia un Centro di Ascolto che una Casa di Accoglienza per donne maltrattate. La nostra Associazione sarà partner di un progetto che, di qui a breve, prevederà la realizzazione di un Centro di Ascolto ubicato presso l’Ospedale “Criscuoli” di S.Angelo dei Lombardi. Rispetto alla Protezione Civile, che va intesa non solo come risposta, in occasione di grandi calamità ma anche come prevenzione, abbiamo aderito all’iniziativa promossa dal Dipartimento della Protezione Civile, di ANPAS Nazionale, di INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e di RELUIS, denominata “Terremoto: Io non rischio”, realizzando due giornate in Piazza XXIII Novembre, durante le quali si è sensibilizzata la Comunità sui giusti comportamenti da adottare in caso di terremoto e sulla conoscenza del Piano di Protezione Civile Comunale. Purtroppo devo constatare come, nonostante i nostri sforzi nel realizzare attività che non si esauriscono nell’arco di una giornata o di una manifestazione, ma che riguardano i bisogni e la quotidianità di tante persone, intorno alla nostra associazione non si è creata quella giusta partecipazione che essa avrebbe meritato, anzi che merita la nostra Comunità, perché quando si parla della Pubblica Assistenza ci si riferisce ad attività che interessano la stragrande maggioranza delle famiglia di Caposele. (su 10 famiglie, 6 vengono intercettate, in un modo o nell’altro, dalle diverse attività e dai servizi della Pubblica Assistenza). Sicuramente, anche da parte della nostra Associazione, e quindi di tutti noi volontari, vi è la necessità di fare un percorso di autocritica. La Pubblica Assistenza non ha mai preteso di essere il luogo della Solidarietà per antonomasia, della
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eravamo in pochi a credere nella possibilità di creare, anche a Caposele, una forma di volontariato organizzato e le poche persone che vollero credere in quella sfida, affrontarono non poche difficoltà. Ci rivolgemmo al presidente della Pubblica Assistenza di Villamaina, Umberto Giella, che diede la possibilità di iscriverci alla sua Pubblica Assistenza per poter acquisire esperienza pregressa nel campo del volontariato, condizione necessaria per creare una nuova associazione. Siccome non avevamo una sede, incominciammo a riunirci nelle nostre case; passò un po' di tempo e finalmente riuscimmo ad organizzarci e a creare le condizioni per la nascita della Pubblica Assistenza di Caposele. Ricordo ancora con emozione la nostra prima riunione avvenuta in un locale delle vecchie scuole norvegesi…Erano intervenute moltissime persone, e ricordo ancora i volti presenti: tante di quelle persone sono, purtroppo, scomparse; mi sentivo inadeguata, impreparata a parlare in pubblico, ma il desiderio di creare qualcosa in cui credevo fortemente, annullò le mie paure. La nostra Associazione, la Pubblica Assistenza Caposele, cominciò le sue attività nei confronti di un universo fino ad allora sommerso, ignorato e, spesso nascosto, mi riferisco alla realtà dei nostri amici diversabili, nei confronti dei quali organizzammo un centro di aggregazione, rimuovendo così, forme di solitudine e di emarginazione, non solo nei confronti dei diversabili ma anche nei confronti degli anziani della nostra comunità. Realizzammo, nel lontano 1996, assistenza domiciliare agli anziani, di concerto con l’Amministrazione Comunale, e lo facemmo in un periodo nel quale le Politiche Sociali erano solitamente ignorate o rappresentavano il fanalino di coda nelle scelte delle Istituzioni. Intanto la Pubblica Assistenza cresceva e di pari passo aumentavano le attività: avemmo così, il riconoscimento, la legittimazione da parte dell’Amministrazione Comunale, che ci assegnò, in comodato d’uso gratuito, un prefabbricato in località Piani presso l'attuale DALM. A proposito del DALM, vorrei evidenziare una cosa, a mio parere molto importante: oggi con estremo rammarico, devo constatare come la nostra volontà di creare un Centro di Aggregazione Giovanile si sia scontrata con il disimpegno di quanti, pur essendo già costituiti nel 2004 in gruppo o in associazione, e pur annoverando tra la loro Mission l’impegno verso i giovani, non si sono preoccupati di occupare quei locali e ne hanno preferito altri. Assistiamo, perciò, al degrado totale di quella struttura, degrado, che prima di essere solo ambientale, è un degrado che riguarda il nostro senso civico, il nostro impegno a realizzare un centro giovanile, in memoria di Donato, Alfonso, Lorenzo e Maurizio, centro che sarebbe stato funzionale alla necessità di aggregazione dei giovani di Caposele. Devo precisare che, quando vi è stata l'inaugurazione del DALM, da noi fortemente voluta e avvenuta nel 2004, la Pubblica Assistenza si era già spostata negli attuali locali in via Aldo Moro dal 2003 in quanto i locali ai Piani erano insufficienti a contenere le svariate attività, che frattanto l’Associazione realizzava. Difatti, come dicevo prima, la Pubblica Assistenza cresceva: fummo compartecipi nell’attuazione della legge 285/1997, legge SULLA TUTELA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA e realizzammo nella nostra Comunità un Centro per l’Infanzia e anche un’attività di Animazione per bambini e
ragazzi, collaborando così nella realizzazione delle Ludoteche. Ad un certo punto ci rendemmo conto che a Caposele mancava un Servizio di Emergenza Sanitaria, per cui si era costretti ad attendere tempi troppo lunghi per avere, in caso di necessità, un intervento tempestivo. Ci attivammo quindi per avere il 118 e lo facemmo anche sull’onda di una tragedia che coinvolse un giovane della nostra Comunità. In tale ottica, acquistammo la nostra prima ambulanza e realizzammo il primo corso per Soccorritori-Barellieri, corsi che ancora oggi vengono periodicamente realizzati dalla Pubblica Assistenza, coinvolgendo non solo i volontari dell’Associazione (o quanti aspirano a diventarlo) ma anche quei cittadini che vogliono acquisire competenze nel campo del sanitario, competenze da poter utilizzare in contesti diversi. Fu stipulata una convenzione con l’ASL che non copriva nemmeno le spese per la realizzazione del Servizio, ma la stessa fu fatta, perché convinti che i nostri concittadini avessero diritto a vedere tutelata la propria salute. Rispetto al 118, la Pubblica Assistenza, ha continuato e continua ad investire moltissimo (acquisto nuova ambulanza, formazione, etc), perché continuiamo ad essere convinti che il nostro Territorio (data anche la specificità che lo connota) abbia bisogno di una Postazione che assicuri un efficace Servizio di Emergenza Sanitaria. Ebbene cosa sta invece, succedendo? È noto a tutti il rischio che corre il nostro Comune (e non la Pubblica Assistenza) di veder soppresso il 118 da parte dell’ASL. Rispetto a questo rischio, purtroppo molto reale, si continua, da parte di tutti, a sonnecchiare, mentre altre Comunità si attivano fortemente affinché tali soppressioni non avvengano. Tornando alla Pubblica Assistenza, va detto che dopo l’introduzione del Servizio Civile Volontario (L. 64/2001) ci siamo impegnati per realizzare progetti che, oltre ad avere una ricaduta positiva sulla nostra comunità, possano offrire ai ragazzi la possibilità di realizzare un’esperienza umana positiva e, nel contempo, di acquisire crediti e competenze spendibili eventualmente anche per un occupazione futura. Attualmente siamo impegnati con 6 ragazzi a realizzare un progetto di Servizio Civile Volontario denominato “Per una Solidarietà Intergenerazionale” ed abbiamo già presentato, per il prossimo Bando dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, un progetto che coinvolgerà altri 8 ragazzi e che riguarda l’ambito SocioSanitario. Realizzammo, e realizziamo tuttora, Segretariato Sociale nei confronti di quanti si vivono forme di disagio e difficoltà, supportandoli in quei percorsi necessari per l’accesso ai diversi servizi, di cui necessitano; inoltre, presso la Pubblica Assistenza sono disponibili presidi-ausili sanitari vari che vengono dati a quanti ne necessitano coprendo così i lunghi tempi di attesa da parte dell’ASL nell’erogazione degli stessi. Tutte queste attività ci hanno consentito di stipulare convenzioni con l’Università di Fisciano e la Federico II di Napoli per il tirocinio di studenti, i quali possono espletarlo presso la nostra Associazione, facendo, nel contempo, esperienza nel mondo del Volontariato. La Pubblica Assistenza, nell’ottica di offrire, ai cittadini, una tutela della Salute a 360°, ha iniziato un percorso sulla prevenzione che riguarda i giovani, gli adolescenti e le donne (Corso di formazione sulla sessualità, giornata alcologica e screening sui tumori al seno e al collo dell’utero); quest’anno, rispetto alle donne, abbiamo realizzato la IV giornata di prevenzione delle neoplasie mammarie e del collo dell'utero, alla presenza del Dott. Iannace Carlo, del Dott. Domenico Volino, dei Ginecologi Dott.ssa
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a Pubblica Assistenza Caposele si è costituita nel 1995; a quell'epoca
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Storie di emigrazioni
ITALIANI EMIGRATI IN AUSTRALIA Cap VIII
VOGLIA DI METTERSI IN EVIDENZA. di Giuseppe Ceres
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Quelle pratiche non ortodosse, quanto ingiuste. hanno spesso condotto a diverbi diretti ed indiretti tra questi emigranti italiani, ripeto, titolari di piccole aziende nell’ambito di costruzioni edili autonome o associate. Le persone usate per il loro rapido arricchimento, sono stati, guarda un po’, gli amici italiani intimi e parenti stretti. Le conseguenze delle loro cattive pratiche si sono, infine, ritorte contro di loro medesimi con la rottura a vita di forti legami d ‘amicizia e stretti legami affettuosi di parentela. Molti di loro, pur avendo riconosciuto i danni morali e materiali, causati ai loro abusati, a causa del loro forte orgoglio, inconvenienza finanziaria e la mancanza di coraggio hanno impedito loro di correre ai ripari, magari, sottomettendosi; chiedendo umilmente scusa per gli inconvenienti e danni materiali, arrecati, ripeto, ai loro abusati. A prova di tutto ciò che, io ho avanti affermato , faccio un esempio. Quando essi oggi vanno in chiesa per ascoltarsi la santa messa, volutamente scelgono di sedersi in posti a sedere il più lontani possibile da quelli loro nemici, per evitare di stringere loro la mano quando il Celebrante dice: “Scambiatevi un segno di pace.” Ogni mondo è paese. I propri bagagli culturali buoni o cattivi, piacevoli o spiacevoli, decenti o indecenti, brillanti o opachi, ricchi o poveri ciascuno di noi li avrà sempre con sé, dovunque fisserà la propria residenza.
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di tutti i membri dell’associazione. Mai ringiovanitesi. In quelle di tradizione militari l’incarico era imposto in ragione del grado militare raggiunto dai membri Sotto le Armi Italiane. Oggigiorno l’unica associazione ancora in vita è quella dei pensionati italoaustraliani. E quelle della Associazione di fondazione Scalabriniana Italoaustraliane che gestiscono Ospizi Statali australiani per il ricovero di Emigranti Italiani pensionati, soli.La spinta costante esercitata dagli Emigranti Italiani sui propri figli fino alla laurea ha prodotto negli anni 1980 un lusinghiero numero di giovani laureati italoaustraliani, elogiati allora dalle allora Autorità Statali del Vittoria e del N. S. W. ( leggi: Niu Sauth Uels= balene della Cornovaglia inglese ), per aver superato il numero dei studenti laureati d’origine australiana. Molti di questi nostri laureati, nonostante i grossi ostali creati contro di loro dai loro colleghi australiani, sono divenuti, valorosi, influenti e famosi politici australiani.
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compensi. Se ne trovano molti di appaltatori singoli o associati. Si sente spesso parlare di grossi guadagni rapidi e facili ( Fast Dollar; leggi: fast dòlah ) sfruttando i loro stessi connazionali. Quegli emigranti italiani che hanno già dei consistenti risparmi in banca continuano a lavorare duro per accumulare quanta più moneta possibile in poco tempo. Hanno una grande voglia di mettersi in evidenza. Certi per compensare la loro bassa istruzione, spingono i propri figli a studiare e diventare qualcuno e non si sono arresi, finché non l’hanno spuntata. Altri emigranti italiani con l’aiuto dei Frati Scalabriniani, hanno fondato associazioni religiose. Qua e là spuntano associazioni; come la: San Giovanni Battista. La Associazione Madonna del Rosario, eccetera. Alcune hanno raggiunto appena, appena il QUORUM. - 10 membri minimo sono richiesti in Australia.- si trovano associazioni di tradizioni militari come: gli ALPINI , i MARINAI ; e o regionali come ‘ I VENETI NEL MONDO ‘, i ‘ LAZIALI ‘Ecc. Il presidente in queste associazioni é stata la carica più ricercata da certe persone nella maggioranza delle associazioni. Il motto segreto di queste persone ambiziose ed esibizioniste é stato: “ Io per sempre. Finché ce la faccio.” Il concetto di maggioranza democratica in molte di queste associazioni italoaustraliane é rimasto pressoché sconosciuto fino allo sbandamento per invecchiamento
EGOISMO, INVIDIA, AVARIZIA, ORGOGLIO, GELOSIA, SLEALTÀ E INGIUSTIZIA sono i disvalori praticati e camuffati, che hanno caratterizzato le attività svolte per diversi anni da un certo numero di emigranti italiani diventati dirigenti di piccole aziende nel campo edile. Il camuffamento ad certo punto, non è stato più possibile, perché ‘Il diavolo insegna a fare le pentole, ma non i coperchi ‘.
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opo più di una decade e mezza di residenza in Australia un certo numero di Emigranti Italiani in Australia sono riusciti risparmiare abbastanza moneta e chiedere alla propria banca di voler mettere il deposito in moneta, richiesto, per l’acquisto di una casa. Ottenuto il prestito, si sono fatti costruire la loro casa da costruttori australiani. Così un notevole numero di case sono state costruite e altre sono in fase di costruzione. Dico case e non più soltanto casupole della grandezza di un garage d’automobile. Poi un notevole numero di emigranti incominciano a lavorare come muratori. “ Muratori? Intendevo dire ( Bricklayers. Leggi: briclaies ) lavoratori che sanno fare soltanto muri con mattone su mattone posato di piatto. Il muratore italiano in inglese si chiama: master-mason (leggi: mastah’mès’n) e ce ne sono pochissimi in Australia. Altri emigranti fanno soltanto pavimentazioni in calcestruzzo armato e non come dipendenti o in appalto, per aziende australiane. Altri hanno imparato soltanto a intonacare pareti (plasterer.Leggi: plást’rah ) intonacatori. Molti lavorano in nero per moneta contante in un secondo lavoro. Non tanta ma in contante. Soltanto pochissimi lavorano per aziende australiane e sono assicurati. Non assicurati saranno anche gli operai di origine italiana purtroppo, che poi lavoreranno alle loro dipendenze di appaltatori italiani abusivi con bassi
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" CAPOSELE " ATTACCO ALL'ORO BLU ( SESTA PARTE ) Palomonte e Contursi,dicendo di essere tedeschi, ma bagnati e coperti di fango com'erano,avevano insospettito l'esercente del locale,Caterina Di Leo che dava loro corda,nel mentre aveva cura d'inviare d'urgenza e nascostamente un altro ad avvertire i Carabinieri consentendo così la cattura del gruppo. I militari inglesi catturati furono rinchiusi nel campo per prigionieri di guerra di Sulmona,dove pochi giorni dopo furono interrogati dal Maggiore Alberto Becchi Luserna,Comandante del 4° Battaglione Paracadutisti,inviato sul posto dal Comando Scuola Paracadutista di Tarquinia,che sulle risultanze del proprio intervento,compilò una relazione che costituisce parte della documentazione alla quale chi scrive ha avuto modo di accedere. Adesso v'invito a seguire anche quest'altra inedita testinonianza. Si chiamava Michele Iannuzzelli e Rocco Somma detto " mast' Rocc' " . Il primo era guardia campestre ed aveva
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[ ... ] da parte di alcuni civili del posto,che armati dei loro fucili da caccia,si erano uniti a dar man forte ai Regio militari dell'Arma già sulle tracce dei fuggiaschi albionici. Un paio di questi giovani volontari trovarono la morte durante il combattimento con gli inglesi.Il geniere Crawford rimase ferito ad un braccio. Il contributo reso alle operazioni di rastrellamento da parte della popolazione civile fu rilevante e determinante anche in altri casi. La sera del 12 Febbraio del 1941 un carrettiere di Laviano,( SA ) un certo Giuseppe Cerrato,notò nella piazza del paese un forestiero con una coperta a tracolla ed un bastone.A lui si avvicinò un agente di Pubblica Sicurezza,facendosi consegnare la pistola è scortandolo fino alla Stazione dei Carabinieri. Giorno 15 si viene a conoscenza che cinque sabotatori si sono fermati per rifocillarsi in una osteria frà
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37 anni.Mentre il secondo era falegname 51 anni. Nella tarda mattinata del 12 Febbraio 1941,proprio mentre il macellaio di Teora Rocco Renna catturava il plotone inglese sulla " Cresta del Gallo " . Iannuzzelli e Somma venivano falciati da raffiche di mitra, nella zona di Temete,vicino a Castelnuovo di Conza,da un altro gruppo dello stesso Commando inglese paracadutato in Alta Irpinia. C'è un vecchio detto che dice: " chi cerca trova " difatti la testimonianza di Nicola De Santis ci conferma che la loro fine fù per mano inglese. De Santis si salvò " per miracolo " lanciandosi in una specie di fossa piena d'acqua gelida,che lo riparò dai colpi della mitraglia inglese. Verbalizzata la morte dei due,la Pretura di Laviano chiuse il caso. [ ... ]
di Vincenzo
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Fare
Turismo
Agricoltura, Turismo e Ambiente
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gestione amministrativa alla concentrazione nelle mani della politica (assessori e sindaco) della gestione amministrativa. E oggi più del passato ne paghiamo le conseguenze. Si dice, per giustificare la scelta, che con la gestione diretta si risparmia perché non si danno le indennità di funzione, si dice che altrimenti i funzionari farebbero di testa loro. Tutte scuse se non balle. Voglio solo ricordare che i comuni che hanno adottato la gestione diretta nella provincia di Avellino si possono contare sulle dita di una mano in una provincia che conta circa 120 comuni. La verità è che piace all’amministratore gestire direttamente in quanto diventa controllore di se stesso. In buon sostanza si viene a perdere quel cardine fondamentale dell’amministrazione pubblica che è il controllo politico sull’attività amministrativa dei funzionari. Oggi vediamo cosa sta accadendo in Italia nell’amministrazione della cosa pubblica per cui un sistema di maggiore controllo non sarebbe sicuramente un danno per la collettività. Ma vi è di più. Gli amministratori, distratti dalle cose spicciole dell’ordinaria amministrazione, non frequentano sufficientemente i palazzi della politica, gli Enti sovra comunali, i quali quasi sempre sono il deus ex machina dei finanziamenti. Ecco perché la politica (quella
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potenzialità, come ho detto, ci sono. Quindi chi meglio di un’Amministrazione comunale può fare questo? E’ qui che la politica deve dare delle risposte. Abbiamo avuto in questi ultimi anni l’assessore arch. Salvatore Conforti che aveva imboccato la buona strada nel settore del Turismo, dimostrando capacità e passione, e dando anche buoni risultati. Purtroppo, come tutti sappiamo, l’assessore si è dimesso e quindi anche in questo settore oggi c’è di che preoccuparsi. Rientreranno le dimissioni o si troverà un valido sostituto? Lo vedremo in futuro. Il Partito Democratico locale ha discusso ampiamente e democraticamente, essendo parte integrante dell’Amministrazione comunale con la presenza dei due amministratori, il vice sindaco Donato Cifrodelli e l’assessore dott. Salvatore Russomanno, dando un suo valido contributo in tema di idee e proposte. Ora bisogna attendere la soluzione che verrà adottata. Io, però, essendo stato anche amministratore pubblico (assessore all’urbanistica nell’Amministrazione Merola 1990 – 1995 e vice sindaco nel quinquennio 1999-2004 Amministrazione Melillo), ero e rimango convinto che uno degli errori più grandi che l’Amministrazione (non questa ma quella del quinquennio 19992004) commise fu il passaggio dalla normale e naturale separazione della politica dalla
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Operativo Circe” di Priverno ed il Forum Giovani di Caposele e il Consiglio dei Giovani di Priverno. Questo reiterato impegno di fratellanza – ha ricordato Salvatore Capirci, all’epoca animatore culturale del Comune di Priverno, tra i primi privernati ad accorrere a Caposele - vuole dare un nuovo impulso ai rapporti di amicizia che legano, da più di trent’anni, le comunità di Priverno e Caposele anche grazie ai giovani delle quattro istituzioni, sorti dopo quei tragici giorni del terremoto del 1980, rappresentando, così, la volontà di rinascita e di cammino, mano nella mano, verso l’Europa dei cittadini. Era presente anche il Vice Sindaco di Caposele Donato Cifrodelli, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il quale riferisce: “È stato per me un onore rappresentare in qualità di vice Sindaco tutta la nostra collettività in un giorno che mi ha dato la possibilità di vivere dei momenti molto emozionanti e durante il quale si è rinnovato lo spirito di amicizia e di riconoscenza che lega la comunità di Caposele a quella di Priverno e il mio auspicio è che, tale amicizia, continui e si rafforzi nel tempo”. È emersa tanta emozione anche dai rappresentati di Caposele, Caruso Giuseppe coordinatore del Forum dei Giovani, “I giovani di Caposele hanno un dovere inderogabile di perenne riconoscenza nei confronti della popolazione di Priverno, il
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el mese di marzo, una folta delegazione del comune di Caposele è stata ospitata dalla comunità di Priverno, nel quadro di un ricco programma di eventi promosso dalla locale amministrazione comunale, nell’ambito della settimana dedicata a San Tommaso d’Aquino, Patrono della Città. La giornata è stata caratterizzata da tre appuntamenti: in mattinata nell’Abbazia di Fossanova, si è tenuta la presentazione del libro “San Tommaso a Fossanova” - “L’inizio di una lunga storia rivisitata da G.M. De Rossi”. Nel pomeriggio, alla presenza del vescovo diocesano, Mons. Mariano Crociata, è stata inaugurata la mostra sulla cattedrale, curata dall’Associazione “In Artis”, alla quale è seguita la celebrazione della Santa Messa e la Processione delle reliquie del Santo Patrono per le vie del centro storico, con la partecipazione del sindaco di Priverno e del vicesindaco di Caposele (Comune irpino gemellato dopo il sisma del 1980) con i rispettivi Gonfaloni e degli altri primi cittadini dei Comuni dei Monti Lepini. Al termine della processione, presso la Sala delle Cerimonie del palazzo comunale ha preso il via una cerimonia per rinnovare il doppio gemellaggio, stipulato negli anni 2000 dalle amministrazioni Macci-Melillo, tra la Pubblica Assistenza di Caposele e il Gruppo di Protezione Civile “Centro
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artecipando ad un’assemblea pubblica nella sala polifunzionale del nostro comune, qualche tempo fa, organizzata da associazioni del settore agro-alimentare, sul tema dell’agricoltura turismo e ambiente, ascoltando gli ottimi interventi degli esperti, mi sono reso conto che spesso noi (gli altri) ci muoviamo in una logica di mera disquisizione. In fondo, noto, che si dicono tante belle cose ma nei fatti ben poca cosa si fa. Il capitolo agricoltura – turismo – ambiente dovrebbe essere per la nostra piccola comunità un vero e proprio laboratorio di idee perché sono tre settori, che interagiscono tra di loro, che potrebbero dare una svolta alla nostra economia. La verità è che noi poco facciamo per fare un vero salto di qualità. Spesso sento dire che Caposele è un paese fortunato perché ha tante potenzialità ma ci dimentichiamo di aggiungere che noi non riusciamo a sfruttarle al meglio. A Caposele manca il lavoro, non da adesso, ma oggi la situazione è divenuta drammatica, tanti padri di famiglia che hanno perso il lavoro e devono arrangiarsi per poter sbarcare il lunario. Giovani che non trovano occupazione. Bisogna che qualcuno prenda a cuore questa difficile situazione e si faccia promotore di valide iniziative. Le
di Giusep
Il vicesindaco di Caposele Donato Cifrodelli consegna un dono al Sindaco di Priverno
sana) è importante e deve essere praticata. La politica, per concludere, a livello comunale, deve essere il motore delle idee, dei programmi anzi dei cronoprogrammi, dei progetti che deve trasmettere ai funzionari comunali per richiederne (attività di controllo) l’attuazione nei tempi stabiliti. E’ da qui che bisogna partire, con un’approfondita discussione, per cercare di trovare insieme un modo giusto e corretto per una buona gestione della cosa pubblica.
volontà di andare oltre l’evento del sisma dell’80 (senza peraltro dimenticare) per realizzare in un clima di fattiva collaborazione delle sinergie finalizzate alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio delle due comunità, che sono, nonostante alcune differenze accumunate da un forte senso di Solidarietà e Condivisione, presupposti questi, per continuare un percorso iniziato anni fa i un clima di sempre rinnovata Amicizia.
Gemellaggio CAPOSELE-PRIVERNO di Giuseppe Caruso
rinnovo del gemellaggio ha segnato una tappa storica! Le rispettive istituzioni che operano nel campo delle politiche giovanili hanno siglato un accordo per fare in modo che il tempo non cancelli questo legame nato nel tragico periodo post terremoto e rafforzatosi nel corso del tempo”. Anche il Presidente della Pubblica Assistenza Caposele Cesara Maria Alagia ha evidenziato come il gemellaggio tra le due realtà di Protezione Civile rivesta un’importanza particolare perché sta a significare la Una foto ricordo tra i gruppi dei forum-giovani di Caposele e Priverno
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Ambiente e territorio
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modelli collaborativi vengono individuati come fondamentali a cui fare ricorso, anche per supplire alla inevitabile riduzione della disponibilità di finanziamenti erariali che hanno svolto direttamente, fino a poco tempo fa, una funzione di volano di economie locali dei servizi, in particolare nelle zone di montagna. Le aree protette in questo quadro possono essere catalizzatore di progetti, energie e risorse come ha dimostrato l'esperienza del progetto APE - Appennino Parco d'Europa in alcune aree d’Italia e così come sono stati i Parchi naturali in Campania (es. PIRAP) attingendo fondi comunitari. Il territorio delle aree interne italiane ha, per molti aspetti, caratteristiche comuni ma diverse peculiarità e dunque deve essere progettato appositamente in base alle specifiche vocazioni. Non si può posporre il progetto di sviluppo al riordino amministrativo. Il progetto deve nascere dal basso e non può essere vincolato da normative troppo rigide. E' necessario impostare strategie di medio lungo termine. Decisive sono anzitutto le risorse umane: la loro presenza, la loro qualità, la loro motivazione, il loro orientamento culturale e professionale, la convinzione e la disponibilità a intraprendere e adottare valori e stili di vita appropriati alle caratteristiche ambientali e sociali. Decisive sono anche le risorse naturali e culturali: bisogna superare le logiche dell’assistenza e concentrarsi sulle energie umane ed economiche, sulle eccellenze presenti (culturali e naturali). La bellezza, sempre più riconosciuta, è spesso l'espressione di attività e produzioni di qualità e autentica originalità. Non tutte le attività e le innovazioni necessarie e previste richiedono risorse finanziarie. Sarebbe opportuno però poter utilizzare al meglio i fondi derivanti dalla nuova programmazione UE 2014 - 2020. Sarebbe necessario che i nuovi fondi fossero più adattabili alle esigenze specifiche dei territori, meno vincolati a procedure rigide, meno eterodiretti ed incentrati sulle idee progetto tendenti alla cura, tutela e sviluppo del territorio. Insomma, incidere sull’interesse generale e pensare all’interesse delle future generazioni (lo sviluppo sostenibile). Oggi non tutti i fondi comunitari vengono spesi e chi subisce le maggiori conseguenze sono le aree interne. Incapacità amministrativa o semplice volontà politica? Si riconosce l'urgenza e l'importanza dell'agire subito. Restare ancorati a vecchi schemi non è possibile. Ma, purtroppo nella nostra comunità siamo ben distanti dal capire le forme del progresso. Il nostro è un paese dove si da spazio a chi distrugge il patrimonio e il paesaggio, dove la politica dell’incertezza è l’arma dell’assistenzialismo, dove si tutelano i furbi. Viviamo in una profonda crisi culturale che è il motivo principale all’amplificarsi della regressione economica. Innovare profondamente il sistema è necessario.
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Coincidenza: le recenti dimissioni dell’assessore al patrimonio, una grossa perdita in quanto persona propensa al contraddittorio ed al dialogo, personalità ricca di estro e fantasia. A questo vanno sommati gli innesti poco azzeccati di qualche consigliere di maggioranza, l’assenza di una valida opposizione e un Sindaco che ha giocato solo il primo tempo della partita (la vittoria elettorale) dimenticando, per il momento, di giocare il secondo (la gestione amministrativa), meno avvezzo al dialogo forse perché forte di una sua incandidabilità o semplicemente perché condizionato da posizioni estreme sia all’interno che all’esterno dell’amministrazione. Oggi viviamo un grandissimo paradosso: mentre le aree interne hanno un potenziale di crescita di gran lunga superiore rispetto alle zone costiere, le politiche nazionali e regionali vanno nel senso opposto prevedendo tagli insensati (alla spesa pubblica) e pseudo riforme che colpiscono soprattutto le zone interne. Ed a questo se si aggiunge l’inerzia, la miopia, l’incapacità di gestione e la tutela degli interessi particolari a danno di quelli generali da parte delle amministrazioni locali, non ci resta che capirne i motivi. Probabilmente possono individuarsi in quegli atti continui e costanti che hanno come unico obiettivo lo spopolamento dei nostri territori per consegnarli o svenderli alle grosse organizzazioni più o meno lecite: le lobbies del petrolio e dell’acqua o le ecomafie per la gestione dei rifiuti. Ed allora ecco spiegata la ragione per convincere i giovani ad abbandonare le nostre terre, eliminare i tribunali, gli ospedali, le scuole, le provincie, lo sfacio delle Comunità Montane e puntare ad avere amministrazioni locali di mentalità ristretta, poco intuitive, che vivono alla giornata ed incapaci di leggere il futuro politico. Le aree interne valgono molto di più rispetto a quello che ci vogliono far credere ed i dati ce lo dimostrano. Oltre al rapporto ISTAT qualche anno fa il Parco Nazionale della Maiella (territorio simile al nostro) ha prodotto una ricerca accurata dove, tra le altre cose, sono emersi due elementi economici importanti: da un lato si è quantificato in circa 1 miliardo di euro il valore annuo delle produzioni naturali rinnovabili (acqua, aria, stabilizzazione climatica ed idrogeologica che trascendono di molto i confini del Parco) e dall’altro quello che per ogni euro che lo Stato Italiano spende annualmente per il sistema Parchi, beneficia di un ritorno di 100 euro in tasse per il maggior reddito generato, senza considerare i benefici occupazionali che Federparchi anni fa quantificò in circa euro 100.000. Più chiaro di così! I modelli collaborativi sono particolarmente importanti per una dinamica di qualità sociale e di crescita di queste aree ove, in genere, la grande impresa e la "grande politica" sono lontane e dove la micro dimensione dei circuiti economici e sociali suggerisce multifunzionalità, integrazione, identità, sussidiarietà. I
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rafforzare tali interventi. Ma, purtroppo, sono passati pochi mesi e tutto questo è un lontano ricordo. Ecco alcuni esempi. Il recupero dell’area pic nic Bosco Difesa (oltre a quella finanziata, ma non realizzata, in loc. Mauta), la realizzazione dell’area faunistica del cervo con relativa autorizzazione (unica in Campania) alla detenzione della fauna selvatica (utilizzo di fondi europei). Con questi due interventi, dove era stata individuata anche la gestione, nascevano posti di lavoro stagionali ma duraturi. Inspiegabilmente non si è data continuità all’iniziativa. Interventi a sostegno della castanicoltura, settore economico rilevante nell’agricoltura caposelese, con la lotta biologica (maggio 2013 furono effettuati numerosi lanci sull’area interessata) al Cinipide Galligeno (utilizzo di fondi europei). Tale iniziativa, che doveva essere ripetuta per consentire una più veloce risoluzione al problema, inspiegabilmente non ha avuto seguito. Prodotti Agricoli Tradizionali: nessun’altra iniziativa intrapresa. Tutela del patrimonio forestaleambientale con azioni mirate: bonifica di discariche, contrasto al disboscamento ed al furto del legnatico, lotta al pascolo abusivo, lotta al bracconaggio. Oggi assenza totale di interventi e ripresa di tali fenomeni. Attività di recupero di alcuni sentieri ed arrivo dei primi escursionisti. Anche in questo caso c’era la possibilità di avere dei risvolti occupazionali. Oggi si è abbandonata anche questa iniziativa. L’unica azione che va avanti per inerzia è il finanziamento ottenuto, circa 700.000,00 euro, nel 2011. Oggi c’è chi (assente nella vecchia amministrazione) in maniera subdola e poco corretta si attribuisce l’onore di tale erogazione! Potrei ancora continuare (per esempio con la raccolta differenziata a cui dedicare un capitolo a parte) ma credo si sia capito che le condizioni necessarie per parlare di svolta culturale ed in parte anche occupazionale in questo settore non ci siano più, anzi scientemente non si sono volute perseguire. Rispetto all’interesse generale si è preferito tutelare l’interesse particolare di chi contrasta quel minimo di crescita economico-culturale del nostro paese. Nulla di diverso rispetto alle precedenti amministrazioni che ho sempre osteggiato e che per tali motivi, oggi, mi rendono distante dall’attuale, decisamente diversa rispetto al primo esecutivo targato “Cuore”. Altro elemento distintivo di questo anno di amministrazione è stato quello di evitare ogni tipo di colloquio e dibattito con le associazioni e con i cittadini (le consuete assemblee e convegni). Il dato oggettivo è questo: si è creato un distacco con i cittadini e con le associazioni oltre ad una stagnazione dell’attività politico-amministrativa.
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e aree interne rappresentano circa il 50% del territorio del paese e sono abitate da circa il 10% dei cittadini. Partecipano alla produzione del PIL in modo poco rilevante, ma detengono la maggior parte delle risorse naturali e una quota importante delle risorse culturali. Le aree interne hanno conservato i loro patrimoni naturali, paesaggistici, di produzioni tipiche e culturali in modo molto efficiente ed hanno grandi potenzialità di sviluppo, soprattutto se confrontate con le rimanenti aree del paese, dove ottenere ulteriori miglioramenti è sicuramente più difficile e richiede maggiori investimenti. Investire sulle aree interne conviene, non solo in senso economico. Al contrario la mancanza di attenzione, diventa rischio e danno per tutto il resto del paese a cominciare dagli effetti sul dissesto idrogeologico che si manifestano anche a valle”. Secondo l'XI Rapporto Ecotur sul turismo natura per l'anno 2013, scritto assieme ad Istat, Enit ed Università dell'Aquila e presentato ad Ecotur Borsa internazionale del turismo natura, le cifre del 2013 indicano infatti un incremento delle presenze rispetto al 2012, e rispetto ad un turismo tradizionale che invece ha visto le voci scendere. Le presenze generate dal turismo natura in Italia hanno infatti sfondato quota 101 milioni, producendo un fatturato di 11,378 miliardi di euro. I settori d'investimento più promettenti vengono individuati nell'agricoltura, nel turismo e nel settore del risparmio e produzione energetica con fonti rinnovabili. L'agricoltura viene anche individuata quale strumento per la difesa attiva del territorio e per il mantenimento dei paesaggi alimentari. L'agricoltura di montagna così come la gestione sostenibile delle foreste sono attività ad alto tasso di manodopera e dunque in grado di migliorare la situazione occupazionale. L'agricoltura di montagna è più difficile e con minori rese e deve essere valorizzata partendo dalle caratteristiche di qualità e naturalità intrinseche delle sue produzioni. Per far questo va inserita in percorsi e filiere di valorizzazione turistiche culturali e gastronomiche (avviato con i Prodotti Agricoli Tradizionali, PAT). Inoltre la presenza di sole, vento, acqua e biomasse sono elementi centrali per realizzare imprese agricole multifunzionali, in grado anche di produrre e vendere energia. Ho creduto e credo nel ruolo strategico e nelle potenzialità delle aree interne e pensato che attraverso buone politiche si potessero trarre dei benefici. La conferma è venuta dai dati Istat. Muovendomi con tale convincimento, nell’ultimo quinquennio amministrativo ho cercato, nei limiti delle competenze, di dare un’impronta in tal senso alle linee programmatiche della pubblica amministrazione. Difficile era iniziare. Occorreva tempo, bisognava essere coerenti e costanti ed i risultati stavano premiando tali scelte. Con la nuova amministrazione, sulla carta la continuità della precedente così come sancito anche dal programma elettorale, era necessario proseguire e
di Angelo Ceres
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L’abbandono delle aree interne: una scelta consapevole
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Ambiente e territorio
IL NOSTRO FIUME: UN APPROCCIO SCIENTIFICO di Antonell
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ma solo un monitoraggio completo, fatto dagli organi competenti e con gli strumenti opportuni, può garantire che effettivamente il nostro ecosistema fluviale sia incontaminato.
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di effettuare una valutazione in funzione della presenza organismi e della loro sopravvivenza. In dettaglio , l’IBE consente di ottenere un valore del grado di alterazione ambientale e del tipo di inquinamento eventualmente presente in un fiume attraverso l’analisi dei macrovertebrati presenti nelle comunità biologiche del fiume. Queste comunità vivono associate al substrato fluviale e sono composte da popolazioni caratterizzate da differenti livelli di sensibilità alle modificazioni ambientali e differenti ruoli ecologici. In sintesi, su un tratto definito di fiume, viene valutata la presenza di determinate unità sistematiche di macroinvertebrati che sono rappresentati da numerosi taxa (appartenenti essenzialmente agli Insetti, Crostacei, Molluschi, Irudinei, Tricladi ed Oligocheti). Come prima indicato, oltre all’IBE, esistono i classici indicatori di natura analitica. Uno di questi indicatori è il LIM, ovvero il livello di Inquinamento da Macrodescrittore. Il LIM si riferisce ad una serie di parametri rappresentativi dello stato del corso d’acqua (tipo, ossigeno disciolto, Fosforo totale, azoto, BOD, COD, etc.). La normativa nazionale prevede che per classificare lo stato ecologico dei fiumi è necessario analizzare elementi biologici (quindi indicatori come l’IBE), elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici, elementi di carattere generale (come il LIM), inquinanti specifici. In sintesi, per capire lo stato di qualità ambientale del nostro fiume Sele è necessario un approccio scientifico che analizzi, come prevede la norma, diversi elementi che, concatenati tra di loro, compongono il giudizio sullo stato ecologico del fiume nel tratto di nostra pertinenza e ci consentono di affermare se siamo in condizioni di “nessun disturbo” o di “disturbo molto forte” o in una delle condizioni intermedie. Gli spiccati elementi di naturalità del nostro fiume mi lasciano presupporre che le sue condizioni di “salute” siano buone,
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verso valle, con un susseguirsi di ecosistemi diversi, mentre quello laterale è quello fondamentale per le interrelazioni con gli ambienti ripariali attigui e che caratterizza il fiume come corridoio ecologico per eccellenza. Lo sviluppo verticale del fiume riguarda, invece, l’interconnessione con le acque sotterranee. Ma come è possibile capire se l’ecosistema fluviale è sano? Esistono degli specifici indicatori di qualità dei sistemi fluviali che non vanno mai letti singolarmente, ma inseriti in quadro complessivo che racchiude tutti i parametri valutabili. Questi indicatori possono essere di natura chimica: sono i parametri che si misurano analiticamente per stabilire in termini quantitativi il rispetto dei valori previsti dalla normativa. Ma non solo. Purtroppo, frequentemente, capita di avere una visione parziale degli ecosistemi, o semplicemente una visione un po’ chiusa e, quindi, non sempre si analizza un problema nella sua complessità, ma si tende ad essere settoriali. Questo succedeva, fino a qualche decennio fa, con la valutazione sullo stato di qualità dei fiumi: si facevano le analisi chimiche e batteriologiche delle acque e si stabiliva se il fiume era inquinato o meno. Questo era sbagliato perché non si indagava sul “sistema fiume” nel suo insieme. La comunità scientifica ha rimediato a queste lacune attraverso un nuovo approccio che consente di valutare con altri indicatori la qualità del corso d’acqua. Il più importante degli indicatori fluviali è certamente l’IBE (indice Biologico Esteso). Questo indicatore si è posto in maniera alternativa rispetto ai metodi ufficiali, che spesso avevano il grave difetto di avere una visione antropocentrica degli ecosistemi. Questo indicatore ha spostato l’attenzione sugli organismi presenti nel fiume che diventano i primi elementi di giudizio, infatti questo indicatore consente
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egli ultimi mesi a Caposele si è parlato molto del nostro Fiume, dell’importanza della sua tutela e di come sia fragile l’ecosistema fluviale. Questo articolo vuole illustrare alcuni degli strumenti che la scienza ha messo a disposizione per indagare questo particolare ecosistema, conoscerlo e individuare gli elementi critici e di potenziale rischio. In ambito ecologico, un ecosistema è definito come: “l’insieme degli organismi viventi e delle sostanze non viventi con le quali i primi stabiliscono uno scambio di materiali e di energia, in un’area delimitata, per es. un lago, un prato, un bosco ecc.” (Treccani). Un fiume dal punto di vista ecologico, è considerato come una successione di ecosistemi che gradualmente passano uno nell’altro, con precise connessioni con gli ecosistemi terrestri circostanti. Si tratta, dunque, di un ambiente complesso, la cui complessità si manifesta in termini di diversità delle comunità presenti. Il fattore che rende particolare il fiume è, sembra banale a dirlo, ma dal punto di vista ecologico è rilevante, la presenza di acqua che scorre e trasporta da monte a valle il sedimento inorganico, i nutrienti e la sostanza organica. Chiaramente anche il regime idrico (ovvero le fluttuazioni della portata del fiume che sono tanto giornaliere, quanto stagionali, quanto eccezionali, come nel caso delle piene), influenza fortemente tutti gli aspetti sopra riportati ed in special modo le comunità biologiche che lo abitano. L’ambiente fluviale si caratterizza anche per una suddivisione spaziale ben precisa. Infatti il fiume si sviluppa longitudinalmente, lateralmente e verticalmente. Gli ecosistemi variano seguendo queste dimensioni, oltre che quella temporale, perché il fiume ha anche delle dinamiche evolutive che dipendono dai cicli idrologici che variano nel tempo. Lo sviluppo longitudinale è quello che procede da monte
ANPAS CAPOSELE : LE INIZIATIVE SVOLTE ad oggi, dalla Pubblica Assistenza Caposele:
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per tutto il nostro paese
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Attualità
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sanciti nel nome del popolo italiano, del popolo sovrano offuscato ed offeso nella dignità da subdole manovre e da decretazioni d’urgenza monocratiche ed unilaterali. Oggi non vi è dubbio che il nostro Stato non è ancora fondato sull’uguaglianza, non è ancora fondato sul lavoro, data la persistenza di larghe sacche di disoccupazione e di sottooccupazione, nonché di notevoli squilibri economicosociali fra nord e sud, squilibri che hanno partorito a sud industrie che sono diventate cattedrali nel deserto e montagne di ferri arrugginiti, ormai inservibili, e paesi desertificati. Oggi la democrazia è messa in ginocchio da chi mira soltanto al potere, dalle meschine manovre di chi è diventato merce di scambio e tenta di far apparire lecito anche il più sconvolgente comportamento. Occorre, dunque, promuovere costruzioni solide non ibride, necessarie ed idonee a conservare e a rafforzare le basi di una società alla deriva. Occorrono efficaci rimedi contro l’imperante crisi del sistema democratico e delle forze politico-sociali che ne sono l’espressione. Occorrono un dibattito serio e un sereno confronto libero da pregiudizi ideologici e da appartenenze politiche, perché è in discussione il tipo di società che vogliamo costruire. Occorrono passione civile e militanza culturale e non soltanto astratta ed interessata ingegneria politica. E’ auspicabile, allora, che la nuova classe dirigente rivolga lo sguardo all’opera riformatrice dei Padri Costituenti, che con lungimiranza seppero compiere il loro dovere, e che sia in grado ed abbia la responsabilità di assicurare la crescita economica e l’ordinato progresso civile ai giovani.
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Il principio del rispetto della persona umana si concretizza nel fine proprio dello Stato che è quello di garantire i diritti inviolabili della persona, quali il diritto alla libertà personale, il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il riconoscimento dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, nel dovere di mantenere, istruire ed educare i figli. Non già, quindi, la persona al servizio dello Stato, ma lo Stato al servizio dei diritti delle persone. “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica”(art.9). “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”(art.34). Nella Carta, la serie delle dichiarazioni si apre con quella consacrata nell’art.1 che qualifica l’Italia “Repubblica Democratica fondata sul lavoro”, articolo che oltre a riassumere la forma di stato e di governo afferma la necessità di tutelare il cittadino in quella che è l’esperienza centrale della sua vita: il lavoro, l’unico fattore che può essere massimo metro di valutazione della posizione di una persona nella società. Ed è proprio compito della “Repubblica promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto” (art.4). Non vi è dubbio, quindi, che i principi sanciti dalla Costituzione sono tutt’oggi di una indiscussa attualità, ma va detto che alcune disposizioni costituzionali hanno trovato tardiva attuazione o non ne hanno trovato affatto. Plurime sono le disposizioni rimaste inattuate, si pensi all’uguaglianza sostanziale, all’assistenza sociale, alla tutela della salute come interesse della collettività, alla piena occupazione, alla tanto declamata meritocrazia. Pertanto, se oggi si può sicuramente affermare che l’Italia non è uno stato autoritario, forti dubbi sorgono sull’attuazione, accanto alla democrazia formale, di quel sistema di democrazia sostanziale insito negli articoli e principi
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ma nel suo significato etimologico democrazia sta ad indicare “governo di popolo”, in cui, ferma restando la distinzione tra governati e governanti, i primi devono essere posti in continuo collegamento con i secondi, di guisa che l’azione governativa risulti conforme alle effettive esigenze della collettività popolare. La politica, finché è riuscita a conservare capacità di interpretazione e di guida, ha assicurato al Paese processi di evoluzione democratica e di sviluppo economico. Ma sono apparsi tutti i limiti del sistema quando la stessa ha cominciato a manifestare l’indebolimento del suo ruolo e giochi egoistici di potere protrattisi nel tempo unitamente al progressivo esaurimento dell’etica politica. Democrazia e legalità hanno, quindi, significato, col passar del tempo e l’avvicendarsi di nuove classi dirigenti, liberare i mafiosi per decorrenza di termini e offrire protezione ai criminali; avvelenare il territorio con rifiuti tossici; avere le banche in odore di usura; asfissiare le città con lo smog; morire per una partita di calcio tra l’indifferenza e la cecità dei rappresentanti delle istituzioni; uccidere e poi pentirsi, aggirando la giustizia e la verità; rubare miliardi e restare impuniti; negare i diritti agli oppressi; essere pressati dai bisogni e dal lavoro precario; vivere in un Paese pieno di problemi e di disagi, un Paese delle destre, delle sinistre, del quasi centro, delle elezioni permanenti, dei tanti referendum, delle tangenti, del trasformismo, del clientelismo, del nepotismo, del distorto meccanismo elettorale, delle privatizzazioni, delle leggi ad personam, dei dibattiti televisivi, delle legalizzazioni, dell’evasione fiscale, della criminalità organizzata e delle babygang. I partiti, così, hanno dimostrato di essere incapaci di andare al di là delle loro convenienze immediate e di aver ignorato che il nostro Paese affonda le sue radici in valori di grande spessore etico e civile che sono diventati patrimonio dell’intero popolo italiano. Se andiamo avanti così significa ingurgitare in modo passivo tutto quello che la società della prepotenza, del malaffare e delle disuguaglianze ci propina. In questo contesto storico iniquo e non rispettoso dei più elementari diritti umani, bisogna prendere coscienza della necessità di cambiare rotta. Si è perso il significato originario della Carta Costituzionale e la consapevolezza del carattere democratico del nostro Stato, confermato dall’ampio riconoscimento del principio di uguaglianza, cioè della parità giuridica di tutti i cittadini, uguaglianza non soltanto formale ma anche sostanziale (art.3), per cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà dei cittadini e il pieno sviluppo della persona umana.
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Il difficile momento che stiamo vivendo e le misure adottate da oltre un ventennio dai Governi con decretazioni prive di ogni discussione reale e in pieno disprezzo di quei valori di libertà e di democrazia, sanciti dalla vigente Carta Costituzionale, che hanno determinato i progressi realizzati in 60 anni di sistema parlamentare, pur tra tante carenze, lasciano spazio a delle riflessioni. Viene spontaneo chiedersi se è possibile ancora condividere la definizione della Costituzione quale “ legge dei paesi liberi, dei paesi che si sottrassero al regno dei privilegi e che riuscirono a darsi liberi ordinamenti”. E’doveroso, comunque, sottolineare come la Costituzione stessa abbia assolto degnamente il suo compito di guida della società statale verso un maggiore sviluppo e benessere collettivo. Ma come è palese a tutti, l’affermarsi di prassi e consuetudini “contra constitutionem” e tutta una serie di violazioni ed inadempienze hanno finito col dar vita a principi costituzionali, effettivamente vigenti, in antitesi per alcuni versi con quelli scritti. L’esplosione incontrollata e, talvolta, incontrollabile dello scontro ideologico tra le forze politiche non ha, pertanto, permesso l’individuazione di proposte, formule e strumenti idonei necessari a rafforzare le prospettive di crescita sociale e democratica. Innanzitutto va detto che non possiamo prescindere dalla comune, costante rivendicazione di libertà e di democrazia se non vogliamo fare della Costituzione uno strumento inefficiente da poter modificare a proprio piacere. E’ importante allora che il richiamo alla nostra Carta Costituzionale diventi lettura, delucidazione e anelito a quegli ideali in cui crediamo e ai quali la stessa è ispirata. I principi fondamentali solennemente enunciati dalla Costituzione restano, perciò, una componente viva e feconda del patrimonio ideale della nostra Repubblica. Il principale motivo ispiratore della Costituzione, che la nuova classe politica dovrebbe sempre mandare a memoria, è il potenziamento della persona umana in ogni campo della vita associativa, nonché l’attuazione delle condizioni necessarie ad una più intima e vissuta solidarietà nell’interno di ogni Stato e fra le Nazioni. I 139 articoli di cui si compone, suddivisi in due parti che, a loro volta, si snodano in Titoli e Sezioni, tutti preceduti dai Principi Fondamentali, sono le colonne portanti del nostro convivere. Il primo articolo definisce l’Italia una Repubblica e l’ultimo articolo, il 139, precisa che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale, evidenziando che, se per avventura si volesse restaurare il regime assoluto, cosa che nessuno auspica, si dovrebbe ricorrere ad una rivoluzione o ad un colpo di stato. La Repubblica è, poi, qualificata come democratica. Certo non è facile dare una semplice definizione al concetto di democrazia, per i diversi significati che tale termine può assumere a seconda dei contesti,
di Dora G
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2014La Costituzione infranta
Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana, 27 dicembre 1947
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Storia DAL LIBRO “DALLA NEVIERA AL FRIGORIFERO” di prossima pubblicazione
di Michele Ceres
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(Il Sindaco Michele Farina e Gerardo Cetrulo) Terminata la parte ufficiale e solenne della manifestazione, il presunto ricco paesano d’America pensò bene di ostentare la sua ricchezza con un lancio di monetine che gruppetti di ragazzi avidamente raccolsero. Non contento di tanto, forse perché riteneva che i Caposelesi patissero letteralmente la fame, fece consegnare a moltissime famiglie, che pur non versavano in misere condizioni, panini imbottiti con companatico di diversa natura. Tutti si sentirono offesi. E così, quella che avrebbe dovuto essere una giornata di festa solenne e foriera di destini migliori
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patrimonio, più presunto che reale stando agli avvenimenti che seguirono. Gerardo Cetrulo, in occasione di una sua breve permanenza a Laviano, ove aveva dei parenti, fu ufficialmente invitato a Caposele. Fu solennemente ricevuto con tutti gli onori e, per l’occasione, fu persino utilizzato il baldacchino mobile a sei mazze, normalmente usato dalla Giunta Municipale per la processione del “Corpus Domini”. E così nella mattinata dell’importante giorno dell’incontro, molti Caposelesi, per la gran parte sostenitori della lista del leone, si adunarono nella piazza principale del Paese. Anche noi alunni, perfettamente inquadrati e sorvegliati dagli insegnanti, fummo mobilitati per la speciale occasione, con disappunto di molti genitori appartenenti allo schieramento democratico cristiano. Finalmente, dopo un’attesa che mi sembrò molto lunga, giunse l’Americano, che avrebbe dovuto assicurare ai Caposelesi un futuro meno duro del presente. Giunse accolto da ovazioni di benvenuto e dalle Autorità con a capo il Sindaco agghindato con fascia tricolore. Ma la realtà si materializzò subito per quella che in effetti era. Le speranze in Cetrulo andarono ben presto deluse.
per il Paese, si chiuse in malo modo. Non molto tempo dopo, Gerardo Cetrulo tornò in America e a Caposele non rimise più piede. Finì ben presto con l’essere completamente dimenticato. Anche l’inno “Leon del Sele”, che era stato oggetto di strumentalizzazione politica, non fu più cantato nelle scuole e con gli anni se n’è quasi persa la memoria. Soltanto pochi Caposelesi, avanti con gli anni, ancora sono in grado di canticchiarlo. Anche i colori della locale squadra di calcio non sono più stati quelli giallo – blu con la scritta “Leon del Sele”.
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a miseria nell’Italia del dopoguerra era avvertita in maniera grave dagli emigrati italiani negli Stati Uniti. Il caso di Gerardo Cetrulo, emigrato di prima generazione, barone per volontà popolare, è sintomatico di tale percezione. Verso la fine degli anni Quaranta, questo caposelese d’America aveva donato alla locale squadra di calcio un completo da calciatore di colore giallo-blu con la scritta sul petto “Leon del Sele”, senza, però, le scarpette. In possesso di un buon orecchio musicale, aveva, altresì, composto l’inno di Caposele, titolato appunto “Leon del Sele”, che, a scuola, il maestro ci faceva cantare dopo quello nazionale. Gerardo Cetrulo e i Caposelesi ignoravano, però, il fatto che lo stemma araldico di Caposele non era il leone bensì l’aquila. Il leone divenne così, impropriamente, lo stemma del Paese. Nelle elezioni amministrative del 1952, la lista che si contrappose alla Democrazia Cristiana adottò il leone come contrassegno e vinse le elezioni. Le risorse finanziarie comunali erano piuttosto scarse. La nuova Amministrazione Comunale pensò di poter impinguare le magre casse del Comune con le eventuali donazioni di Cetrulo, di cui si diceva che in America avesse costituito un notevole
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Il barone del popolo
DALL'ISTITUTO COMPRENSIVO DI CAPOSELE
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La mamma, prima maestra
Insieme per la pace
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Il gruppo di IV classe della Scuola Primaria locale ha contribuito al buon esito della “Festa della Musica” esibendosi in un concentrato musicale estratto da varie esperienze scolastiche. E’ la prima volta che la Scuola si è riconosciuta in questa gioiosa comunità musicale, sentendosi parte integrante. Con canti, coreografie ed effetti speciali i piccoli artisti hanno trasmesso commoventi messaggi inerenti la Pace nel mondo, obiettivo centrale della “Festa Europea della Musica” che si celebra ogni anno il 21 giugno. La performance ha pienamente soddisfatto sia i piccoli che i grandi presenti alla manifestazione
Gli alunni della classe quarta della Scuola Primaria di Caposele, il 28.05.2014, in occasione della festa della mamma, ma anche a conclusione dell’anno scolastico, si sono esibiti in un recital per celebrare la figura materna e l’amore filiale. La rappresentazione ha volutamente marcare la semplicità dei valori familiari, alla cui base si rafforzano la serenità, la gioia e la sicurezza.
Premiazione Progetto Scuola Don Gnocchi
Premiazione degli elaborati delle classi dell’Istituto Comprensivo di Caposele che hanno partecipato alla terza edizione del concorso “I RAGAZZI COLONNA PORTANTE DELLA SCUOLA” presso la fondazione don Carlo Gnocchi onlus di Sant’Angelo dei Lombardi. -Il 1° premio è stato vinto dalla classe 1^ B della Scuola Secondaria di 1° grado con il multimediale power point dal titolo “LA VERA STORIA DI AMICIZIA TRA LO ZAINETTO POOH E LO ZAINETTO CARLOTTA” -Il 2° premio è stato vinto dalla classe 5^ B della Scuola Primaria con il cartellone dal titolo “W GLI ZAINI LEGGERI”.
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La squadra A.C.D Caposele
Michele Cuozzo e le due nipotine
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I fratelli Sturchio in visita a Caposele
Silvia, Gioia, Lisa e Ornella in visita alle sorgenti. Angelo Campione fa da Cicerone
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Gerardo Fabio e consorte ai quali vanno i nostri pi첫 sentiti auguri per il matrimonio della figlia Delia
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Lia, Clelia, Luigi e Mara
Maria Malanga e il Maestro Michele De Novellis
Le piccole Matassare
Antonietta Theytaz-Nesta
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Salvatore Corona e Papa Francesco
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Cettina Casale, Paola Majorana, Antonietta Testa e Giusi Meo
Una classe di studenti caposelesi in gita alla cascata accompagnati dalla prof.ssa Gilda Conforti
Il Sindaco Pasquale Farina e Angelina Amendola
Il gruppone degli allievi iscritti alla "GS OLIMPIA CAPOSELE"
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Caposele...PARTICOLArmente "Caposele nei nostri ricordi":
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Il
nostro
Paese
visto da punti e condizioni particolari e
utilizzando, soprattutto l'obiettivo fotografico in modalità
"zoom" Spesso travolti dalle panoramiche, dalle foto di gruppo e da scatti fugaci e superficiali, trascuriamo alcuni bellissimi particolari
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nche piccoli pezzi di piazza "rivivono" in spazi che, prima del rifacimento architettonico, venivano trascurati, confusi, abbandonati ad un destino che li mimetizzava senza nessuna gloria. Anche una lapide ai piedi di un albero della nuova agorà, restituisce oggi, il senso e il ricordo che i Caposelesi attribuiscono alla seconda guerra mondiale.
che si scorgono solamente se poniamo la giusta attenzione nel
nostro sguardo. Riprendiamo tutti i nostri scatti "particolarMENTE" che abbiamo proposto nella nostra "rubrica" su Facebook".
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"Caposele PARTICOLARmente":
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CAPOSELE
l "laghetto artificiale" costruito negli anni '70, prima che fosse demolito (inizio anni '80) insieme a tutte le opere accessorie (forse per un capriccio), era una proiezione futuristica in direzione di uno sviluppo turistico del Paese intorno alle potenzialità del fiume. Uno specchio d'acqua e una spiaggietta con sabbia di mare per destinare questo luogo a gare di nuoto, canottaggio, pallanuoto, giochi sull'acqua, e quando l'invaso era svuotato a tornei di pallacanestro, pallavolo, calcetto, pattinaggio. Insomma un vero e proprio "palazzetto dello sport e dell'intrattenimento all'aperto, vista anche la possibilità di avere a due passi il dancing "Skiù". Una grande nostalgia anche di un momento sociale disteso e collaborativo..... Ah se potessero tornare...almeno le ultime due condizioni!
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"Caposele, PARTICOLARmente"
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a campana del campanile delle Sorgenti - anno 1896 La chiesetta dedicata alla Madonna della Sanità fu traslata di poche centinaia di metri, agli inizi del 1900, a causa delle captazioni delle acque per i lavori dell'acquedotto. Il piccolo Tempio restaurato recentemete sarà aperto ai fedeli nel giorno dedicato alla Madonna della Sanità - domenica 17 agosto 2014.
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no scorcio della Basilica di San Gerardo, che quest'anno, per la prima volta da tanti anni, si affaccerà su una piazza sgombra da macchine... Finalmente un'area pedonale,insieme a via Santuario, restituita nei giorni di festa, ai pellegrini e ai turisti !
"Caposele, PARTICOLARmente":
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opo il terremoto del 1980, Caposele ha fatto fatica a recuperare un po' del proprio patrimonio storico e spesso, molti ricordi legati a luoghi e a alle "pietre della memoria" svaniscono lentamente, trasmettendo poca storia alle nuove generazioni. Lo sforzo di ritrovare elementi e piccole testimonianze del nostro recente passato, dovrebbe essere più assiduo e condiviso. Le immagini che raffigurano momenti di "recupero", ci riportano a questo tipo di tentativo di salvaguardare, il più possibile, la nostra memoria. Una pietra in Corso Garibaldi, inserita nella muratura di un fabbricato ricostruito; e una lapide "tardo romana" su pietra calcarea, recuperata ed installata nei pressi della fonte di santa Lucia.
"Caposele, PARTICOLARmente": Il puttino della fontanina del "Piano"
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l puttino originale era in piombo. La fontana fu danneggiata dal terremoto del 1980. Insieme ad altre decorazioni ed elementi decorativi della Chiesa Madre furono recuperati (temporaneamente) e poi trafugati (magari, chissà saranno ancora depositati in qualche garage privato), come tante altre pietre del nostro passato. La sostituzione con un altro elemento decorativo in gesso e parte della colonna c h e l o s o r re g g e , avvenne negli anni '90 a cura della Pro Loco Caposele.
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Turismo
Una riflessione ad alta voce TURISMO-AMBIENTE-AGRICOLTURA o Grasso
Comunale, maggioranza e minoranza, una solidarietà nei confronti di tali posizioni per poter portare avanti il suo programma per l’economia di Caposele.
di Mimin
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Ultimo settore che voglio toccare, a cui tengo particolarmente poiché è stato il motore della mia attività lavorativa, è l’agricoltura. Sono molto amareggiato poiché nel programma dell’ultima campagna elettorale si dava particolare attenzione alle tematiche care ai cittadini residenti nelle zone rurali ma che ad oggi sembrano dimenticate. In primis lo sportello comunale per il mondo rurale e la creazione di una commissione di lavoro che, con la diretta conoscenza del territorio, avrebbe dato al delegato consigliere o all’assessore il giusto contributo per eventuali soluzioni. Cito alcune proposte già presentate all’Amministrazione Comunale: IMU, gli acquedotti rurali fatiscenti, il dissesto delle strade, la strada di accesso sulla pomes Buoninventre, su cui fu presentato al Comune una missiva da parte di 70 famiglie; la rimozione delle lamiere installate nella località Buoninventre a seguito dello smottamento franoso del novembre 1980 (questo era oggetto di pretesa da parte del Comune verso la Regione Puglia in quanto la causa dello smottamento franoso fu la lesione della galleria Pavoncelli); la rimozione dell’amianto dai fabbricati di pertinenza Comunale, quali la stalla sociale, la scuola in Buoninventre Alto, le tettoie delle strutture date alle aziende agricole in comodato a causa del sisma del 23 Novembre del 1980. Di queste ultime il paradosso è che il proprietario dell’azienda a cui è stata data in comodato la struttura non può effettuare nessun tipo di rimozione poiché di proprietà comunale.
Perché tutto questo? Chi non vuole la partecipazione dei cittadini e quindi un coinvolgimento di coloro che vorrebbero dare il proprio contributo per il progresso del nostro meraviglioso paese? La nascita o la creazione di movimenti sociali, culturali e politici che si sviluppano in un Comune è una manifestazione della voglia di partecipazione a migliorare il proprio Comune. Sono questi ultimi i veri protagonisti che hanno Caposele nel CUORE. Coinvolgere la loro partecipazione è semplicemente volere il benessere di Caposele. Mi auguro che la mia riflessione non rimanga utopia ma che si trasformi in realtà.
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Regione Campania. I motivi possono essere vari, certo è che la macchina amministrativa è lenta.
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Un altro tema spinoso nell’organizzazione dell’Amministrazione è l’ambiente, assessorato frazionato in più deleghe, dove ognuno gestisce una propria parte a suo piacimento. Addirittura il delegato al fiume Sele predispone di una propria associazione ambientalista riconosciuta in Consiglio Comunale, ignorando le associazioni già presenti sul territorio che con passione e impegno costante portano avanti la vera causa ambientale e si prodigano nella pulizia volontaria di zone abbandonate ai rifiuti, nonché nel monitoraggio del territorio. Il delegato consigliere facendo cosa saggia avrebbe dovuto creare una commissione o un gruppo di lavoro, oltretutto proposta nel programma elettorale della lista “Caposele nel cuore,” per sviluppare la politica sul territorio (controllo dei lavori sulla pavoncelli-bis, proposta del sottoscritto come Segretario di Sezione locale PD in data 26/11/2010 sulla convenzione con l’AQP, raccolta differenziata dei rifiuti, controllo del territorio montano, ed altre attività connesse, vedi la missiva e la proposta sulla rimozione del centro DALM). Tutto ciò non è avvenuto creando delusione ed amarezza per la carenza democratica del sistema. Altra problematica ambientale riguarda l’assenza completa di un programma di raccolta differenziata intelligente. Questa mancanza fà di Caposele un paese arretrato ponendolo ben al di sotto di comuni limitrofi con un numero di abitanti addirittura inferiore. Penso al comune di Valva, la cui politica per la raccolta differenziata lo ha portato ad occupare una posizione importante nella classifica dei comuni virtuosi in campo di gestione dei rifiuti; compare, infatti, tra i primi dieci comuni per la raccolta differenziata della
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Il nostro territorio possiede delle qualità naturalistico-culturali che si distinguono nel confronto con le zone limitrofe e che farebbero invidia alle amministrazioni a noi vicine. I motivi che mi spingono a trasmettere il mio pensiero tramite questo importante giornale risiedono in una sempre maggiore insoddisfazione sulle tematiche che riguardano la gestione del nostro patrimonio turistico-naturale. La mia, infatti, è più che altro un’analisi critica sulle tante questioni rimaste irrisolte, dettata da una profonda amarezza per la consapevolezza che sarebbe bastato semplicemente avere più volontà, da parte dei nostri amministratori, ad una maggiore apertura verso la cittadinanza. I settori strategici che toccherò sono tre: il turismo, l’ambiente e l’agricoltura. Rispetto al primo settore, ho avuto modo di conoscere ed apprezzare lo sforzo di chi, in un periodo neanche troppo lungo di gestione, ha iniziato a mettere le basi per un decollo dignitoso del nostro turismo. Se ne parla da anni ed essendo una colonna portante del nostro sviluppo economico ha sempre fatto gola a tutte le Amministrazioni candidate per le loro campagne elettorali semplicemente per raccogliere consensi e per poi svanire, almeno in parte, nei cinque anni di gestione. Negli ultimi anni la delega al turismo è stata assegnata al nostro concittadino Salvatore Conforti, persona che io stimo e in cui ho creduto e credo. Purtroppo l’Assessore ha dato le sue dimissioni e la speranza in coloro che avevano creduto in lui d’un tratto è crollata. La domanda è d’obbligo: perché l’Assessore si è dimesso? Quali sono stati i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare il suo programma nel quale lui stesso credeva, elaborando un programma strategico per il territorio di Caposele e Materdomini e presentandolo alla direzione locale del Partito Democratico pochi giorni prima delle sue dimissioni? Da cittadino mi sarei aspettato, da parte dell’intero Consiglio
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Continua la tradizione dei Falò. Tra tante difficoltà come il reperimento di materiale (ginestre) da ardere, normativa anti-bruciamento e nuove pavimentazioni nel centro urbano, si è potuta svolgere anche quest'anno la manifestazione in ogni quartiere. Con entusiasmo si è mantenuto fede all'appuntamento del 13 giugno.
Il falò vincitore dell'edizione 2014: "Località Piani" - responsabile Gennaro Feleppa
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LA VOCE DELL'ACQUA 2° TRIMESTRE 2014 Il nuovo numero de "La voce dell'acqua" a cura dell'Acquedotto Pugliese. Un periodico che viene diffuso in migliaia di copie e che riporta le iniziative, della società e anche i buoni usi per il risparmio dell'acqua. Un argomento che ci sta molto a cuore. Salutiamo, con affetto la Redazione del giornale in particolar modo il Direttore Vito Palumbo, Stella Armenti, Maristella Marroccoli e Caterina Quagliarella.
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Giorni Lieti
Questa rubrica è disponibile per chiunque volesse pubblicare foto dei propri eventi felici. La redazione de "La Sorgente" è a vostra disposizione per tutto il materiale che ci inviate in tempo utile prima dell'uscita del giornale. le foto publicate sono il segno della vostra collaborazione.
Va l e n t i n a C u rc i o d i Giovanni e di Teresa De Feo
Massimo e Mariarosaria Sposi
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Emma Lardieri di Rocchino e di Lorenza Sista
Claudia Gonnella di Carmine e di Emanuela Russomanno
Claudia Ciccone di Fabrizio eAnnachiara Casillo
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Dal giorno 14 giugno 2013 ha aperto gli occhi alla luce del mondo la piccola Claudia. Questo giorno è stato, per la la mamma Emanuela Russomanno e per il neo papà Carmine Gonnella, un momento di vera gioiae felicità. Nunzio Corona 07-05-2014 I nonni, felici augurano grazia, serenità e ognii bene alla piccola Claudia.
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Angelo D'elia e Ester Micali sposi
Gianna Manente di Leonardo e Stefania Curcio
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Beatrice Sturchio di Giorgio e Valentina Russonanno
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Alfonso e Maria Rita Sposi
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Salvatore e Natasha Sposi
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Angelo e Karina Sposi
Luigi Guerrera e Annaclelia Conforti Decimo anniversario di Matrimonio
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Antonello Malanga e GraziaMaria Cetrulo sposi
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Luca Criscuoli e Maria Malanga sposi
Francesca Cuozzo di Pasquale e Italia Pasquariello
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liceo ione - V o Grazia C omanno - V lice ss u o R e c a li ri a V M agogico onatiello psicoped Valeria D Spatola - V socio a Francesc
Gelsomino e Delia Sposi
La laurea di Federica Ceres.Un sincero augurio a lei ai suoi genitori Anno XLII - Agosto 2014 N. 88
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Ricordo di Raffaele Grasso
G EN Amato insieme alla sua famiglia
Alcuni commenti da Facebook
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Esperienza, quella dei Caput Silaris, che ha segnato più di una generazione. Nell’immaginario collettivo, mutuando bel altre globali contrapposizioni, i Caput Silaris erano i nostri Rolling Stones che, appunto, per stile di vita, formazione culturale e tanto altro ancora, si distanziavano e distinguevano dal Profilo Storico che ci appariva essere epigono dei Beatles. Indimenticabili le loro performances. Fino a quella del 22 giugno 2013, quando in occasione della Festa della Musica, dopo la consegna proprio a Faluccio del Premio della Musica , la loro esibizione incantò il Lontra Park fino a tarda notte. Faluccio amava la musica al punto da suonarla anche solo coi dischi della Bluesmania a Radio Caposele o animando storiche serate all’aperto e nei locali di Caposele. Della figura privata di Faluccio non aggiungiamo altro, se non che ha dato vita ad una bella famiglia, contribuendovi con l’instancabile lavoro di imbianchino. Mancherà molto la sua figura. Di certo ai suoi cari, ma pure a noi caposelesi. Mancherà il suo sorriso sincero e naturale, quel suo innato senso di entrare in relazione con tutti. Lo salutiamo con le tante note musicali che egli amava. E siamo certi che in queste ore, nel luogo di approdo del suo viaggio, “varcando la porta del paradiso”, prima di ogni cosa, chiederà delle bacchette della batteria, pronto ad ingegnarsi per organizzare un tosto concerto rock.
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vegliarsi di domenica mattina e avvertire il lamento del cielo scuro e quello di Caposele ammutolito e le telefonate che si rincorrono e la notizia che si conferma: Faluccio Grasso non è più tra noi. E allora s’eleva al cielo un blues struggente di dolore vero. Perchè ci lascia un amico, un amico di tutti. Soprattutto ci lascia una bella persona. Raffaele Grasso, per tutti Faluccio, era malato da tempo di una di quelle malattie ignobili e vigliacche. Ha resistito come pochi, fronteggiandola con coraggio ma anche con il sorriso di chi vuole non darla vinta alla bestia che giocava col e nel suo corpo. Faluccio è stata una di quelle rare persone cui tutti, tutti, hanno voluto istintivamente bene sempre. Mai un giudizio, su di lui, di segno opposto. Già questo indica il valore dell’uomo. Uomo che lascerà di certo un ricordo marcato nella memoria collettiva di Caposele. Egli ha rappresentato molto sul piano dell’innovazione culturale. Attraverso la musica ha contribuito a che Caposele uscisse da quel soffocante provincialismo tipico degli anni sessanta. Insieme ad altri compagni d’avventura, tra cui i suoi fratelli, dopo qualche tour lavorativo in giro per l’Europa, fu il primo ad importare a Caposele i ritmi della musica rock nelle sue diverse declinazioni. Si cominciò a suonarla e a ballarla nelle cantine e nei garage, poi nei locali e nelle piazze. Dopo i primi rudimentali tentativi, giunse quella novità straordinaria della band di cui Faluccio è stato il percussionista storico: i Caput Silaris.
famiglia, alla moglie e alle figlie (che perdono il papà proprio nel giorno della sua festa), ma anche alla mamma e a Cesare, ad Olimpia e ad Enza. Gli amici di RadioLontra
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Ammutoliti. Altro termine suonerebbe non adeguato. Una telefonata sul finire della sera ti squarcia e ti strappa la serenità. -“E’ morto Amato Patrone” -“Amato chi?” -“Amato, Matuccio di Roma” -“Porca puttana. Non è possibile!” Non è possibile, non deve essere possibile, che un infarto fulminante stronchi la vita giovane di un amico di sempre. Eppure la realtà, dura e inaccettabile, è questa. Amato Patrone, figlio di Michele e Sisina Baldi, se n’è andato così, nella sera del 19 marzo. Dolore autentico ci spinge a scrivere, pochi minuti dopo la notizia, questo ricordo istintivo che riporta a galla tanti momenti della nostra bella gioventù. Comunanze culturali e sensibilità sociali ci spinsero a vivere piacevoli stagioni sulle rive del Sele. Da ragazzo egli viveva a Roma, nel quartiere Trieste, coi genitori, il fratello Cesare e le sorelle Olimpia ed Enza. Ogni estate Amato scappava a Caposele, terra che sentiva sua e non solo perché vi fossero le radici delle famiglie paterna e materna. A Caposele è stato capace di imbastire
rapporti intensi e stretti che sono rimasti negli anni. Con Amato, negli anni del dopo terremoto, abbiamo vissuto bei momenti. Eravamo giovani e belli, pieni di speranze. Amavamo la vita. Amavamo e ci univa la passione per il cinema, la musica, la letteratura e per alcune altre cose ancora. Conosceva e parlava perfettamente il nostro dialetto caposelese, con un’inflessione tipica di quelli che abitano “ a lu pontu”. Purtroppo negli ultimi anni le sue venute si sono limitate ai riti funebri, in occasione della scomparsa dei propri parenti. Pativa questo distacco prolungato, ma quando metti su famiglia devi contemperare i tuoi desideri alle altrui esigenze, nel suo caso di due belle figliole. Di Amato conserveremo il ricordo di quel suo sguardo che esprimeva sempre la necessità di capire meglio, e di più, le cose che gli si raccontavano, come se gli mancasse sempre un particolare per lui fondamentale. Di Matuccio conserveremo il ricordo che si serba ad una bella persona, mite e garbata, amichevole e socievole. Lo piangiamo e ci stringiamo alla sua
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In ricordo di Amato Patrone
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Ricordi
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Faluccio Grasso in una delle ultime performance durante il ferragosto caposelese Una foto ricordo con gli amici della "Blues mania" , format radiofonico sulla locale stazione radio caposelese
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A tre settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorreste essere, perché così sarà. Se vi ritroverete soli a cavalcare su verdi praterie con il sole in faccia, non preoccupatevi troppo, perché vi troverete nei campi Elisi e sarete già morti!
Almanacco Giorni Tristi
Michele Cibellis 01.02.1927 - 21.03.2014
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Mario Zarra 13.10.1933 - 28.03.2014
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Concetta Feleppa 30.08.1926 - 27.01.2014
Mario Sista scomparso prematuramente. La nostra redazione trasmette le più sentite condoglianze alla famiglia
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Amato Patrone n. 13.10.1960 m. 19.03.2014
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Angiolina Viscido 3 1.07.1935 - 21.04.2014 001
Gelsomino Casale n. 27-11-1938 m. 20-05-2014
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lungo tempo. Il ritorno di Filippo veniva sempre salutato dalla gioia, oltre che dei suoi familiari, dei numerosi amici di Caposele. La sua presenza animava serate allegre spese intorno a tavole imbandite, arricchite da lunghe conversazioni. Il suo legame con Caposele è stato autentico e profondo, certo per amore di una famiglia fortemente coesa (Felicetta ed Emidio sono stati punti fermi) ma pure per vincere quel senso nostalgico che non riusciva ad arginare nelle lunghe stagioni americane. Doveva tornare, doveva tornare. Era quasi un imperativo per sé stesso. Lo ricordiamo proprio per questo suo atteggiamento filiale verso Caposele, che solo chi ha sofferto il lacerante distacco sa provare. Siamo vicini alla moglie e ai figli. Siamo vicini a Felicetta Alagia, sorella amatissima, e ai nipoti di Caposele, che lo ricorderanno come “lo zio d’America”.
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Filippo Alagia
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ella giornata di lunedì è venuto a mancare, a Newark (USA), Filippo Alagia. Filippo Alagia, lasciò Caposele nel 1955 per emigrare negli Stati Uniti d’America, aggregandosi alla numerosa comunità di caposelesi di Newark. Anni di lavoro e sacrifici per assicurare un benessere di cui andava fiero. La sua storia non è dissimile da quelle di tanti altri emigranti che hanno lasciato il segno, lungo il percorso della loro vita, in terra straniera. Ciò che ha distinto Filippo Alagia è il suo immodificabile amore per Caposele, testimoniato dal fatto che, a differenza di tanti, egli non perdeva occasione per tornarci spesso e anche per fermarsi per
Sanità Assunta Malanga n.18.08.1926 - m. 04.12.2013
Antonio Angelo Ceres
Infine salutiamo Filippo Alagia, silaro di vecchio stampo. Il suo nome lo aggiungiamo al Pantheon dei caposelesi d’America che hanno fatto onore all’Italia e, quindi, a Caposele.
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I LUOGHI DA VISITARE
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Info guide SIMU 342 6053380
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