FRA LE MIE COSTOLE

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FRA LE MIE COSTOLE

Se vi hanno detto che l’ anoressia non è per sempre, vi hanno mentito.

LAURA CIGNACCO FEBBRAIO

A V V E R T I M E N T O

Questo non è un libro. non troverete una storia, non troverete un racconto completo.

Troverete delle finestre aperte come capitoli, su una parte di vita la parte che può essere raccontata alla luce del giorno.

Non è scritta perchè piaccia, non è scritta per spiegare, non cerca conforto, non cerca assoluzione.

Ma se una sola persona legge e si sente compresa, anche solo una sola persona, allora tutto questo avrà un suo scopo e tanto basta.

I N D I C E

1 - CAPITOLO : ANIMA VAGULA BLANDULA
2 - CAPITOLO : AB IMO PECTORE
3 - CAPITOLO : LUX POST TENEBRA
Alla felice colpa di esser come sono.

anima vagula blandula

Sono stata anoressica per 10 anni. Dai primi di Settembre dei miei 17 anni, al Dicembre dei miei 27.

Ho toccato il mio minimo a 41 kg e 200 grammi

Quel periodo della mia vita, lo chiamo “la parte di vita vissuta fra le mie costole” Le costole erano l'unica cosa di me che potevi abbracciare, se avevi il coraggio di farlo

È tanto che penso a scrivere di questa parte della mia vita, potrei dire anni anche se dentro di me sembrano secoli

Non è una parte di me che ho mai nascosto, ma nemmeno una parte di me che metto alla luce sotto gli occhi di tutti È una parte di me di cui se tu mi chiedi, io ti racconto Una parte. Una parte. Una parte.

Non sarebbe il racconto di una malattia, non sarebbe il racconto di qualcosa di sbagliato

Se ti dicessi che è il racconto della mia storia d'amore con me stessa?

Se ti dicessi che ogni singolo giorno chiusa fra le mie costole mi ha fatto sentire meglio di ogni singolo giorno in cui ne ho vissuto fuori?

Se ti dicessi che ho amato molto di più me stessa quando pesavo meno dei pensieri che avevo in testa?

Se ti dicessi che torturarti ti fa sentire viva, quando il resto del mondo non riesce più a farti sentire niente?

Se ti raccontassi questa storia, che per il resto del mondo finirebbe sotto l'indice “ la malattia ” , raccontandola come una storia d'amore davvero...sarebbe scandaloso? O aspetteresti di capirne la fine con il sospetto che sia una storia tragica alla Giulietta e Romeo?

Ti stai chiedendo sei sono veramente in grado di raccontarti qualcosa di interessante, o pensi sia una storia di merda?

All battles are first won or lost in the mind -Joan of Arc

Qualcuna ci entra così, “fra le sue costole”. Non giudico.

Io invece mi portavo già dentro un grumo di vuoto, che nascondevo nel petto e che coprivo con la mia irrequietudine, con il gelato allo yogurt, con la mia ossessione per il disegno e per i libri fantasy Se la gente è distratta dai tuoi occhi azzurri azzurri, non vede il vuoto nero nero fra il tuo seno e il tuo ombelico, la dove dovrebbe esserci il cuore, la dove dovrebbe esserci lo stomaco Ho smesso di mangiare perchè quel vuoto pesava così tanto, che pensavo che se avessi occupato meno spazio, avrei sentito meno dolore Se avessi sentito meno dolore, la mia irrequietudine avrebbe rallentato, e se avesse rallentato avrei potuto respirare e guardare il cielo stesa sull'erba vedendolo veramente per l'azzurro che gli altri mi dicevano fosse

Il giorno che ho deciso di smettere di mangiare, l'ho deciso di pomeriggio. Ero ad una festa di paese, per mano con il fidanzatino del momento, che per mano a me si è girato a guardare il culo di un'altra facendo un apprezzamento senza nemmenonascondersitroppo.

Ora potrei dire che ero arrabbiata, che feci un colpo di testa da ragazzina immatura, saltare i pasti perchè volevo essere più bella delle altre. Potrei dire che era un dramma da ragazzina cresciuta con il culo nel burro, che fa i capricci perchè il suo fidanzato decerebrato si è comportato da decerebrato ( se mi stai leggendo,comunquevaffanculo!)

Potreimentire

E sai qual è la verità? Ha funzionato.

Ora facciamo che io ti faccio entrare fra le mie costole, e tu lasci fuori dalla porta le scarpe e il giudizio.

Siete entrati? Togliete le scarpe Sedetevi dove preferite ma evitate gli angoli bui, non si sa mai.

Vi verso una tazza di the Iniziamo ?

Da fuori è quasi impossibile capire i primi segnali, e all' inizio anche per te non è facile capire come fare ad insinuarti sotto le tue costole, dove diavolo è l' entrata e se serve una chiave.

Stai facendo qualcosa di proibito e lo sai.

Se vivi con la tua famiglia, e i momenti dei pasti sono condivisi, devi inventarti delle strategie. Infilare il cibo nel tovagliolo è una cazzata da principianti, puoi cavartela nascondendoli poi nella felpa. Se è inverno. La roba nascosta nei tovaglioli è una cosa da bambini. Puoi cavartela con dei genitori distratti, mastichi leeeeentamente fino a che tutti non hanno fretta di s-preparare e mettersi a fare altro, puoi inventarti che hai già mangiato, che hai mal di testa, che non hai tanta voglia Le ruoti tutte queste scuse, distribuendole in modo da non creare un richiamo fra loro, un deja-vù.

La regola è : non attirare l' attenzione.

Poi togli tutto ciò che mangi fuori da quei momenti. Tutto.

La prima settimana è dura, ma è anche il momento in cui la tua emotività è a mille e tieni duro

Non è vero che non senti la fame, la fame è atroce. Ti riempie la testa, la fame ti divora.

E inizia una danza, fra il tuo dolore e la tua fame.

Fino a che non subentra un pensiero che ti fa da scudo, che rende le battaglie sopportabili: ” io non me lo merito “ Io non mi merito di essere nutrita

Io decido che non nutrirò più me stessa. Lo faccio per un po', vediamo come va, non sarà così grave, magari poi cambio idea, magari smetto completamente perchè odio tutti, magari però quello lo mangio ma solo un pezzo perchè devo andare a fare un giro in centro e devo camminare tanto.

Parte così

Sei vittima e carnefice.

Sei l'adulto e sei la bambina.

Sei il mostro e sei la preda. Sei la rosa e sei le spine.

Poi arriva il momento in cui i pasti che sei costretta a mangiare quando siete tutti a tavola cominciano a pesarti come le pietre dentro. E non riesci a pensare ad altro che a buttarli fuori. Sei li, seduta a tavola, passi il dito sulla tovaglia di cotone, ne segui la fantasia a quadretti...senti ma non ascolti le voci intoro a te, il TG in sottofondo..sei seduta, tua sorella ti chiede “mi stai ascoltando ?” tu fai un cenno in modo assorto e dentro di te tutto urla. Qualcosa dentro la tua testa urla

TOGLI QUESTA ROBA DA DENTRO DI NOI

La prima volta ho nascosto un cucchiaio nella manica del maglione e sono salita nel bagno al piano di sopra, i pensieri nella testa veloci e confusi: come si fa non lo so non lo so non lo so devi infilare il manico in gola e se ti va di traverso e se non butti fuori tutto e se fa male dobbiamo farlo fallo

Il pavimento del bagno su cui sei cresciuta, su hai fatto la pipì nel vasino, giocato con le spazzole, ballato mentre ti truccavi per uscire, all'improvviso ti sembra qualcosa di freddo e alieno, nuovo. La prima volta non ti leghi i capelli per l'agitazione e fai una cazzata. Poi non sbagli più.

Potrei scrivere pagine, e pagine, delle cose che mi sono inventata per non mangiare Pagine

Ho cucinato, messo il cibo nei piatti, tolto il cibo e fatto sparire fuori casa lasciando i piatti sporchi per creare uno scenario assolutamente a prova di normalità Il mio cane ha messo su peso

Ma il fuori da noi esiste, non si può ingannare chi è intorno a noi a lungo, non dopo che inizi a svuotare il tuo corpo dalla carne davvero

La mia vita era piena di momenti e attività condivisi in gruppo. Prima arrivano gli sguardi che poi diventano occhi che sostano a lungo su di te soppesando, cercando di fare una stima del tuo volume. Poi arrivano le battute fra lo scherzo e il serio, a mò di leggero richiamo misto a preoccupazione...poi arriva la preoccupazione vera, il disagio.

E in quel momento io sono diventata d'acciaio.

Se provavi a volermi parlare del mio peso, io ti ascoltavo e poi ti rispondevo inflessibile “possiamo continuare il discorso e possiamo chiudere la nostra amicizia, o possiamo fare che la mia vita e il mio corpo sono miei e tu mi vuoi bene così come sono”.

Hanno ceduto tutti.

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AB IMO PECTORE

Come sta andando, era buono il the? Siete comodi, volete un cuscino? So che stare seduti fra le costole è scomodo, ma basta sistemarsi un attimino. Se avete bisogno di prendere un po' d'aria l' uscita è la, si quella, non manca molto comunque

Quello che ho scritto finora erano solo preliminari

Come posso spiegarvi com'è vivere dentro le mie costole?

Come posso spiegare com'è aprire gli occhi la mattina e nel buio cercarsi le ossa del bacino come primo pensiero. Seguirne il profilo, sentire la pelle tesa, salire e contare le costole a una a una, percorrere le piccole e irregolari protuberanze dello sterno e contare i respiri uno a uno: sono...ancora...tutta..qui.

Ero convinta che se avessi occupato meno spazio, avrei provato meno dolore.

La carne è la parte piena di noi, impregnata di sangue, si apre a brandelli, sporca, trasuda, è un caos.

Le ossa sono dure, lisce, pulite, bianche, definite. Le ossa le puoi tenere in mano senza sporcarti. Il mondo non voleva il mio caos, si aspettava fossi brava, educata, mansueta, incasellata nel mio ruolo. Ti abbiamo attaccato un' etichetta al petto Laura, con un chiodo, rispetta la didascalia e mettiti in fila.

Ma se quel chiodo mi trapassa il cuore, ma se quelle lettere scrivono bianco e io sono nero, se i miei piedi non vogliono stare allineati in fila, se la mia schiena non vuole stare dritta ma vuole ingobbirsi e tramutarsi in spine, ma se i miei capelli non stanno nelle trecce che a ete stretto ma vogliono annodarsi e arricciarsi sul mio collo, ma se le mie dit aggraziato ma si stringono in pugni e le unghie si piantano nell

Cosa sono io?

Se io piano piano sparissi ... se diventassi sottile ... se piano pi lasciare un' ombra e poi svanissi...non s a r e s t e t u t t i p

Non mi sono mai sentita così sola come all'ombra delle mie costole. Non mi sono mai sentita così bene come all' ombra delle mie costole. Non mi sono mai amata così tanto come quando non rimanevano che ossa da amare, ridotta ai minimi termini, spolpata del caos, disossata. Mi sono tolta tutto, come pensi ora di farmi male, Mondo, se di me non ti rimane niente da strappare e da mordere? Se ho il totale controllo della vita e della morte su di me, come pensi di domarmi e di costringermi?

Dentro le mie costole, esisto solo io, il resto dell'universo è chiuso fuori, non lo sento, non lo vedo, scorre ma non mi può afferrare. All' ombra delle mie costole non esiste il tempo, non esiste lo spazio, sono indefinita, per sempre bambina, sono un' anomalia. Se da qui non esco, non sarò costretta a vedere, a sentire, a provare.

Chiusa nella mia gabbia, ne faccio la guardia come un soldato instancabile, freddo, irreprensibile, inamovibile. Questa è la mia casa, è il mio posto sicuro, è la mia culla, è il mio limbo, sono le mie braccia che mi stringono e riescono a stringermi tutta.

Io qui dentro so respirare...ma fuori, fuori tutto brucia, i miei polmoni collassano, le mie tempie pulsano, il mio cuore martella e io non so dov'è il sopra e dov'è il sotto.

Smettetela di battere i pugni alla mia porta, smettete di spingere sulle mie costole, smettete di urlarmi la vita, lasciatemi piano...s...v....a....n......i.......r.........e

Quanti pezzettini di te sono stati strappati finora ? Dentro tutto quello che è l'anoressia ci vivi da dio e ci vivi di merda, un giorno dopo l' altro. Ma ti manda avanti una certezza, la certezza che nessuno può capire quanto è buono quel veleno, che ti fa strappare un pezzo di carne alla volta, questa certezza è un sigillo che ti tumula nella tua tomba di ossa.

Ti dici, nei momenti in cui guardi gli altri e vorresti per un attimo, vorresti davvero, essere normale, che tanto comunque non frega un cazzo a nessuno. Ci ho provato ad essere come voi, ci ho provato davvero. Ci ho provato con tutta la pelle che avevo. E se ora mi si è scollata di dosso è colpa mia ?

Lo è sempre. Colpa mia. SEMPRE.

Quando ti insegnano che tutti vengono mettono in mano una pistola, con la sicu bugia ma te l'hanno data con la sicura.

Sei sicura che vuoi togliere la sicura? Qu amassero veramente per quello che son Per quanto riesci a tenerlo quel dito trem

Toglila e spara.

La mia routine preferita è stata questa:

a colazione 300ml di the senza zucchero e una Kinfer Delice

ore 9 30 caffè

ore 10.30 ginseng

ore 11.30 caffè

ore 12 30 vaschetta da 35 g di carote tagliate alla julienne per 75 centesimi della rosticceria vicino all'università Me le comprava la Emliy perchè io non volevo metterci piede. E stava seduta infinti pranzi a guardarmi mentre le mangiavo, perchè voleva assicurarsi che le mangiassi tutte Almeno quelle Per ricambiare, dovevo mangiare un quarto del suo panino della mensa, 20 g di affetto impastato che poteva darmi senza che io alzassi il pelo e soffiassi.

Ti chiedo scusa Emily.

Ore 13 30 caffè

ore 14 30 ginseng

ore 15.00 caffè

ore 17.00 tisana al finocchio

ore 19 00 non importava cosa ma che non superasse i 50 g in totale

Ero un cazzo di mago a schivare.

Il giorno che mi sono vista davvero ero in sala a fare lezione, coreografia di tango La mattina mi ero fatta delle foto con delle rose e ne avevo messa una come immagine del profilo su Facebook.

Poi qualcuno mi fece una battuta a riguardo, io risposi sorridendo, poi il gelo

“ Beh starà bene come foto sulla tua lapide Laura, ormai manca poco.”

Un pugno può arrivarti in tanti modi, non solo per mezzo di una mano chiusa.

A volte arriva come le parole che escono da una bocca, viaggiano alla velocità del suono fino al tuo orecchio e SBAM.

Ko tecnico.

Ho abbassato la testa, ho stretto la vita fra le mani all’ altezza dell' ombelico e i pollici e i medi si sono toccati nel loro cerchio. Non ho altri ricordi di quella giornata.

So che tutto quello che sto raccontando sono solo pezzi di quel periodo, ma sono quelli più importanti, non i più dolorosi, non i più schifosi, non i più complicati. Sono quelli che possono far capire a chi non ha idea di come sia com’ è, e quelli in cui chi sa esattamente com'è ci si può leggere dentro

La verità è che quando ci sei dentro vuoi essere cieco e sordo.

Chi ti sta intorno non sa come fare, non sa come prenderti, non sa come costringerti.

Riabituarsi a mangiare ragazzi è un fottutissimo inferno, riabituarsi al gusto delle cose, alle consistenze, ai volumi...riallargare lo stomaco...la diarrea...le congestioni...le intolleranze il ciclo la pelle che ricomincia a sudare la tortura della tua immagine allo specchio che riempie i vestiti, i bottoni che tirano, i passi indietro, i passi avanti. Non avere il controllo, voler perdere il controllo, il senso di colpa, il senso di sazietà.

Un' altra verità è che sai esattamente che stai camminando lungo un baratro, in cui un grammo può spingerti giù, il problema è che ormai si è creata una frattura tale fra la tua realtà e la realtà tangibile in cui vivi che niente riesce più a combaciare.

E la tua malattia è la tua dipendenza. La tua mente è diventata così forte, il suo controllo sul tuo corpo è così totale che disinnescare sembra un'impresa titanica. E tu non vuoi farlo, comunque. Perchè fra le tue costole sei TU che hai il controllo, c'è la TUA mente, il TUO corpo, ci sei TU TU TU.

Non credo che tutto questo sia veramente comprensibile dall'esterno. Voi potreste chiedermi “ma...perchè?”

Già, perchè ? Il mio perchè non lo scriverò qui, ma scriverò una cosa che vale per tutti “noi”... ti punisci perchè ti manca l'amore.

O perchè qualcosa ti strappa via l'amore dal petto, e lascia quel vuoto nero nero, nello spazio fra il tuo seno e l' ombelico.

L'anoressia ti sdoppia, diventi una voce dentro te stessa che, o sussurra piano sibilando, o urla forte da farti impazzire. Ma anche quando torni a vivere nel mondo fuori dalle tue costole, non ti abbandona mai. La releghi in un angolo, cerchi di non ascoltarla, a volte non la senti proprio per un po', ma lei è li e si muove nell' angolo buio, un frullio di ombre di un secondo, un senso di inquietudine, un sorriso nervoso. È un' ossessione che non guarisce, mentre cerchi di stordirti di vita per non pensarci.

tiene fuori dalla porta di quella gabbia che sono le tue costole? ei scrivere un tomo da 10 volumi a riguardo, pagine e pagine e pagine, ma c'è chi ha scritto cose molto più utili e sensate e titolate di me, ma la verità è una: L' Amore. In qualsiasi forma sia.

Bene, è arrivato il momento di salutarci. Le tazze appoggiatele pure li, una sopra l'altra. Contatevi, ci siete tutti ? Grazie per avermi ascoltata, grazie per non avermi giudicata. Ora tornerete alla luce del sole all'aria fresca, alla lista della spesa.

Vorrei che quello che ho scritto vi lasciasse il bisogno di abbracciare più spessolevostrepersone,diesserepiùindulgentiversochiamatemaanche versovoistessi. Soprattuttoversovoistessi.

Lavitaèvostra,sietepadronidiciòchesiete...masietepadronianche delcuoredichiviamaedichirespiraattraversolavostraboccaperrespirare davvero.

Valelapenariflettercisu.

Ma l’odiata purezza e i peccati sognati erano il fresco sguardo dei miei occhi bruciati.

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