Laura Pizzato portfolio

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Portfolio di Laura Pizzato Portfolio di Laura Pizzato



“Verso-inverso” è un progetto che vede convergere in un portfolio due parti di una stessa personalità: una parte i cui progetti rispecchiano la rigorosità, la pongono all’orizzonte; dall’altra domina la libera espressione senza confini. Entrambe fanno parte dello stesso libro. In una è presente l’altra e viceversa. Pare limitante definire quale parte sia ”verso” e quale ”in-verso” si lascia decidere ai lettori.

Nome: Laura Cognome: Pizzato Data di nascita:24/07/1988 Luogo di nascita: Pordenone Mail: laurapizzato@hotmail.it La prima formazione artistica l’ha realizzata presso L’Istituto d’Arte di Cordenons (ISAC). Ivi ha svolto il Liceo sperimentale “progetto Michelangelo” con indirizzo di grafica e fotografia diplomandosi, con voto 94/100, nel 2007. In tali anni è stata attiva per quel che concerne concorsi riguardanti la grafica e l’illustrazione riscuotendo qualche successo. Questa esperienza, non solo le ha fornito basi artistiche e culturali, ma anche una discreta preparazione in ciò che riguarda la fotografia, la grafica e l’illustrazione. In seguito è stata ammessa all’ Isia di Urbino dove ha frequentato l’ indirizzo rivolto all’illustrazione. Laureandosi con voto 110/110 nell’ottobre del 2010. Saltuariamente lavora come grafico in uno studio. Ha svolto diversi laboratori con bambini di disegno e illustrazione. Nel 2009 è stata segnalata al Concorso nazionale di illustrazione di Bordano il “Paese delle farfalle”.


...la fantasia è un posto dove piove dentro...(Italo Calvino)





“S” come...













Caro Diario, Ho sempre paura!


Albo illustrato per il Concorso nazionale di Bordano: “il paese della farfalle”

Caro Diario; Sono tormentato dal vento!!! Sotto le coperte, la notte, sento tutti i rumori possibili e immaginabili, ma è l’ululio del vento che mi fa rabbrividire !!! ..mi nascondo dentro anche se è un pò buio... E se fosse un lupo??





“..perchè una realtà data non ci fu data e non c’è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile…” Luigi Pirandello



”Ogni persona, ogni oggetto, ogni elemento naturale o artificiale del nostro paesaggio, ogni forza o organizzazione comunicano continuamente.” (Ugo Volli)

























6,00 € France, Austria € 12,50, Francia € 12.50, Germania € 13,50, Gran Bretagna,Grecia € 12,00, Spagna € 12.00, Svizzera Chf 15,30

Stile Design Gennaio 2009 Numero 1Rivista internazionale di design Costo 5.00 € - Italy, Edizione italiana

Progetto personale atto a progettare una rivista di design

Sommario Gennaio 2009 Numero 1 Rivista internazionale di design Edizione italiana Costo 5.00 € - Italy,

Direttore Responsabile:

Student’s design

Esterior Design

Silvia Gingemi

COLLEGI DI URBINO: FUNZIONANO O NO ?

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Direttore Editoriale:

Doveva essere uno scoop: si è rivelato un flop!

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Roberto Morgese

Un pò di storia...

Comitato Scientifico:

Non è il caso di ristrutturare?

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Bruno Carioti

Cartine dei quattro collegi

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Bruno Crivello Fernando De Filippi Giuseppe Furlangis

Interior Design

Giuseppe Gatreta

STUDENT’S DESIGN

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Roberto Lambarelli

Giovani: ciò che è trend e ciò che potrebbe esserlo

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Franco Martiani Roberto Piera Alessandro Regnini

Designer

Hanno collaborato a

LA PAROLA CHIAVE: creatività

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questo numero:

BRUNO MUNARI

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tutti gli autori

Una ne pensava e mille ne faceva

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Referenze fotografiche:

Quando scatta l’ora X

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Redazione: Grafica: Stampa:

Fashion Design

Registrazione:

FASHION ESPRESSION

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Prezzo per copia:

Moda e Fantasia

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Estero ed arretrati il doppio Abbonamento annuo Italia

Events

Estero

Torino 2008: 1° World Design Capital

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Abbonamento sostenitore:

Non solo Icograda...

40

€ 500,00

Books Stile DESIGN consiglia...

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There the large square of the college is illustrated Trident, one of

edifici del complesso dei collegi di Urbino. Questi sono stati

the buildings of the complex of the colleges of Urbino. These are

costruiti secondo il progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo

constructed according to the plan of architect Giancarl De Carl

Archittetura

Archittetura

Ivi viene illustrato il piazzale del collegio Tridente, uno degli

Visione dalla piazza del collegio tridente Vision from the public square of the college trident

DOVEVA ESSERE UNO SCOOP... SI È RIVELATO UN FLOP IT HAD TO BE A SCOOP… HAS REVEALED A FLOP

utti i collegi universitari al Colle dei Cappuccini, che ormai costituiscono una cittadella universitaria, sono stati progettati dall’architetto. Giancarlo de Carlo, il quale ha ottenuto per essi premi e consensi a livello nazionale ed internazionale. Essi sono stati costruiti per volontà del Rettore Carlo Bo, sono di proprietà dell’Università degli Studi, mentre l’ultimo arredo è stato realizzato dall’ E.R.S.U.. che li gestisce. Le foto qui riportate solo in parte rendono l’idea di quanto questi collegi siano stati perfettamente inseriti nel contesto ambientale del territorio urbinate, pur non essendo troppo distanti dal centro storico e comunque ad esso collegati da un servizio continuo di trasporto urbano. Va ricordato, infine, che le residenze universitarie non offrono solo posti letto, ma anche tanti altri spazi in comune e servizi: bar, sale TV, soggiorni, telefoni, terrazzi, depositi bagagli, tennis da tavolo, sale di lettura, biblioteche, aule per conferenze e lezioni, saloni per cinema, teatro ed altre attività ricreative. Con la presente AZIONE UNIVERSITARIA-federazione provinciale di Urbino intende espri-

COLLEGI DI URBINO, FUNZIONANO O NO ?

W

hile the web is making changes to communication and work organisation

methods, t is also revolutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving products of widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Taking up a reflection by Paolo Galluzzi on the prospects for Digital Libraries at the “Cultural Heritage On Line” conference held in Florence last December, there is by now no doubt “that the implications of the web are even more revolutionary than those generated by the nvention of printing”. While the advent of the Internet has generated a very different context in which “the paradigm of change in continuity” that had characterised the diffusionof printing, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”.

Stile Design 4

Urbino’s college are they whort ?

mere la propria profonda preoccupazione per la mancanza di vigilanza all’interno dei collegi universitari di Urbino, a decorrere dal 21 dicembre 2008, dovuta alla rinuncia, fatta dalla dirigenza dell’ERSU, al servizio di Guardie Giurate affidato ad una ditta esterna. La mancanza di un adeguato servizio di vigilanza ha fatto nascere gravi preoccupazioni negli studenti residenti all’interno dei collegi universitari, soprattutto ragazze, ed anche in quelli che si attardano a studiare nelle sale di lettura sino a notte fonda; non è difficile immaginare le conseguenze di tale disservizio, ci asteniamo dall’ elencarle onde evitare sterili polemiche.

Stile Design 5

T

Un conto è saper progetttare

Interior design

Archittetura

un edifico dalle grandi dimensioni pensando alla bellezza estetica, un conto è progettare pensando ad uno spazio vivibile ma allo stesso tempo che non necessiti di grandi opere di ristrutturazione An account is to know to plan builds up from the great dimensions thinking next to the aesthetic beauty, an account is to plan at the same time thinking to a vivibile space but that it does not need of great works of restructure

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STUDENT’S DESIGN Casamania: i nuovi e innovativi prodotti Casamania: the new and innovative products

Interior design

Casamania: lampada A destra: student’ s design Casamania: lamps To right: student’ s design

GIOVANI: ciò che è trend e ciò che potrebbe esserlo YOUNG PEOPLE: this that are trend and this that could be it

ust recently, a number of books on the subject of the meeting between art and new technologies have finally been published. What is special about them is that they are not just publications of the proceedings of specialist conferences, or monographic exhibition catalogues, and they are not exclusively targeted to specialists in the sector, but attempt, using a variety of different objectives and approaches, to give more organic descriptions and make more exhaustive analyses. Almost all these books were written by curators or teachers of AFAM (arts and music). Le arti multimediali digitali. Storie, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio, edited by Andrea Balzola and Anna Maria Monteverdi, and first published by Garzanti in 2004, is currently being reprinted. This book contains contributions from leading Italian and foreign specialists in the sector, multimedia scholars and artists, and provides an extensive and analytical panorama of the impact that new electronic technologies have had on the various arts, on the role and function of the artist and the public, and on the modern theories of aesthetics and communication.

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rimentatori del video e cineasti di diversa provenienza dimostrano con le loro opere la “libertà espressiva e l’autonomia al tempo stesso creativa e produttiva” dei nuovi formati. Un ambiente “reattivo” per la performance, situatedness, embodiment, intelligenza artificiale, emergenza, autonomia, autosufficienza sono tutte “parole chiave” che attualmente costituiscono interessanti ricerche sull’intelligenza artificiale. Per esempio, non è l’informazione in sé che si deve considerare come determinante della possibilità di modificare l’ambiente, ma la sua reale attuazione nell’ambiente stesso, responsive architecture, domotica, forze ambientali, cioè una informazione situata attraverso tutto il supporto corporeo (la danza). Quindi le diverse formazioni artistiche, coreografia, architettura, danza e suono, condividono un processo fin qui sconosciuto con le formazioni scientifiche dei ricercatori informatici che operano con il motion capture e il motion graphics, e permettono di trasferire sulla scena, in real time, strumentazioni di alta qualità tecnologica. Tra il set tecnologico e il corpo danzante si realizza un immaginario digitale che offre inedite «modellazioni» tra la materia “vivente e quella non vivente”, nella direzione specifica della «teoria dell’emergenza», applicata ai processi della nuova «robotica» e nella «vita artificiale». La danza è la materia vivente che convive con il suo passaggio in digitale (dematerializzazione) e il sistema di «cattura» (motion capture) e di trasfigurazione (motion graphics) sono parte integrante del programma coreografico e del sistema spaziale, dove le parti vive interagiscono con quelle simulate. I corpi inerti e le forze vive si situano nello spazio “stereoplastico” della scena, e predispon-

gono gli autori e gli spettatori alla comune immersione multipercettiva, proposta dalle diverse cinetiche che i corpi vivi e quelli digitali predispongono. Già dalle avanguardie degli Anni Venti si operano esercizi di fusione tra le diverse discipline, oggi sono i performer del digitale che in «tempo reale» catturano la danza fluida e la mutano in frammentazioni solide di coreografia digitale, oppure in spazi fluenti di architettura viva. Risulta quindi necessario rinnovare il concetto di perfomance e le modalità creative verso il corpo, per individuare e mettere a punto le tecnologie corpore e necessarie per farsi spazi dal sé mobile. La motion capture è un sistema tecnologico costituito da un certo numero di telecamere, che si comportano come super occhi e “catturano” l’ambiente responsivo nel quale si situano. In specifico quello che ci interessa della motion capture è la cattura dei corpi danzanti: le telecamere a raggi infrarossi della stereometria optoelettronica, si situano nello spazio scenico e attraverso i loro coni ottici e le intersezioni che ne derivano, circoscrivono un ambiente sensibile, disposto alla cattura digitale dei corpi vivi. L’idea “liquida” della formazione digitale è guidata dai dati informatici e dalla “presenza” interattiva dei danzatori, che attraverso un comportamento bottom-up, dal basso verso l’alto acquisiscono la loro “necessità artistica”.

Altri prodotti Casamania Other objets by Casamania

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J

Stile Design 15

Stile Design 14

Che cos’è lo Student’s Design? Casamania è il brand che sta consolidando una precisa identità rispetto alla struttura iniziale di Frezza dedicata all’ufficio, spaziando nel mondo del progetto a 360 gradi con un universo di oggetti che vanno dai sistemi d’arredo alle sedute e alle luci, fino ai complementi. Una produzione in piena esplosione, rivolta principalmente al mondo della casa ma adatta anche al contract e agli ambienti di lavoro. Infatti, nata nel 1984, Casamania by Frezza è riuscita in pochi anni di attività a crescere notevolmente, come testimoniato non solo dal suo attuale assetto strutturale ma anche dalla penetrazione raggiunta sul mercato italiano e su quello internazionale. Casamania si è posta come obiettivo primario di offrire al mercato dei prodotti accattivanti, ricchi di valenze funzionali ed estetiche, idonei alle possibilità interpretative più diverse. Prodotti con i quali è facile realizzare soluzioni d’arredo piene di fantasia, di colore, del tutto appropriate per vivere con allegria e disinvoltura la propria casa. L’azienda ha maturato un’esperienza nel complemento, ma soprattutto nei sistemi modulari che si adattano a ogni situazione e a qualsiasi ambiente: dall’abitazione, allo studio, all’ufficio o al negozio. Cuore del brand è il concetto di innovazione. La ricerca costante di nuove forme e materiali offre ai clienti di Casamania la possibilità di circondarsi di og-


il nome di macchina aerea e che Munari ripropose nel 1972 in un multiplo a tiratura 10 esemplari per le edizioni Danese di Milano. Nel 1933 proseguì la ricerca di opere d’arte in movimento con le macchine inutili, oggetti appesi, dove tutti gli elementi sono in rapporto armonico tra loro, per misure, forme, pesi. Durante un viaggio a Parigi, nel 1933, incontrò Louis Aragon e André Breton. Dal 1939 al 1945 lavorò come grafico presso l’editore Mondadori, e come art director della rivista Tempo, cominciando contemporaneamente a scrivere libri per l’infanzia. Negli anni cinquanta le sue ricerche visive lo portano a creare i negativi-positivi, quadri astratti con i quali l’autore lascia libero lo spettatore di scegliere la forma in primo piano da quella di sfondo. Nel 1951 presenta le macchine aritmiche. Degli anni ‘50 sono anche i libri illeggibili. Nel 1954 utilizzando le lenti Polaroid costruisce oggetti d’arte cinetica noti come Polariscopi grazie ai quali è possibile utilizzare il fenomeno della scomposizione della luce a fini estetici. Nel 1953 presenta la ricerca il mare come artigiano recuperando oggetti lavorati dal mare, mentre nel 1955 crea il museo immaginario delle isole Eolie. Nel 1958 modellando i rebbi delle forchette crea un linguaggio di segni per mezzo di forchette parlanti. Nel 1958 presenta le sculture da viaggio. Nel 1959 crea i fossili del 2000. Negli anni sessanta Munari sente un’affinità crescente con il design ed il packaging della tradizione giapponese. Nel 1965 a Tokyo progetta una fontana a 5 gocce che cadono in modo casuale in punti prefissati, generando una intersezione di onde, i cui suoni, raccolti da microfoni posti sott’acqua, vengono riproposti amplificati nel loco dell’installazione. Negli anni ‘60 si dedica: alle opere seriali con realizzazioni come aconà biconbì, sfere doppie, nove sfere in colonna, tetracono o flexy; alle sperimentazioni cinematografiche con i film i colori della luce, inox, moire, tempo nel tempo, scacco matto, sulle scale mobili; alle sperimentazioni visive con la macchina fotocopiatrice; alle performance con l’azione far vedere l’aria. Infatti, insieme a Marcello Piccardo e ai suoi cinque figli a Cardina, sulla collina di Monteolimpino a Como, tra il 1962 e il 1972 ha realizzato pellicole cinematografiche d’avanguardia. Da questa esperienza la nascita della “La collina del cinema”. Nel 1974 esplora le possibilità frattali della curva che prende il nome del matematico italiano Giuseppe Peano, curva che Munari riempie di colori a scopi puramente estetici. Nel 1977 crea il primo laboratorio per bambini in un museo, presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Negli anni ‘80 e ‘90 realizza diversi cicli di opere: le sculture filippesi, le costruzioni grafiche dei nomi di amici e collezionisti, i rotori, le strutture alta tensione (1990), le grandi sculture in acciaio corten esposte sul lungomare di Napoli, Cesenatico, Riva del Garda, Cantù, gli xeroritratti, gli ideogrammi materici alberi (1993). Dopo vari e importanti riconoscimenti Munari realizzò la sua ultima opera pochi mesi prima di morire a 91 anni nella sua città natale.

Key Word: Creativity

Parlando di grandi designer è inevitabile non pensare ad un genio creativo quale Bruno Munari. Con le sue opere grafiche, i giochi per bambini, le sue sculture e i suoi oggetti del design, senza dimenticare i suoi libri illeggibili; emerge come uno dei più importanti personaggi del 20° secolo. Speaking about large designer it is unavoidable not to think to a genius creative which Bruno Munari. With its graphical works, the toys for children, its sculptures and its objet of the design, without to forget its “illeggibili” books; he was one of the more important

Stile Design 28

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A fianco: una pagina dei libri di Munari

volutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving productsof widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Taking up a reflection by Paolo Galluzzi on the prospects for Digital Libraries at the “Cultural Heritage On Line” conference held in Florence last December, there is by now no doubt “that the implications of the web are even more revolutionary than those generated by the nvention of printing”. Though the evolution caused by the invention of printing was profound and had epoch-making consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, nting, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”.

To flank: a page of the books “game” of Munari

Qui sopra: un altro libro gioco, le sue famose “forchette

Here over: an other book game, its famous “speaking

parlanti”; e uno dei suo libri “illeggibili“ Bruno Munari

forks”; and one of its “illeggibili“ books Bruno Munari

Eventi design

Designer

Stile Design 22

personages of 20th century.

work organisation, it is re-

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Designer

Parola Chiave: Creatività!

QUANDO SCATTA L’ORA X WHEN IT RELEASES THE X-HOUR

Torino 2008

R

1° World Design Capital

T

he

three

projects

express three different concepts of the

Il 30 settembre 2005 l’Icsid, International

The 30 september the 2005 Icsid, International

Council of Societies of Industrial Design,

Council of Societies of Industrial Design, have

ha conferito alla città di Torino la nomina a

conferred to the city of Turin the nomination

prima World Design Capital, riconoscendo

first World Design Capital, recognizing to the

relationship between the body and technology. In

alla città di Torino ed al territorio piemontese

city of Turin and the “piemontese” territory a

un ruolo cruciale a livello internazionale.

crucial role to international level. The territory

Montinari's project, technology is considered as a tool

Il territorio è contraddistinto da numerose

is marked by numerous excellence in the field

eccellenze nel campo del design. Cogliendo

of the design. Picking this challenge, the city

of expression; microsensors on the elastic suit allow the

questa sfida, la città di Torino è fiera di essere

of Turin is fair of being “beta-tester” of the

“beta-tester” del programma World Design

World program Design Capital, promoted

Capital, promosso dall’International Design

from the International Alliance Design (Ida)

Alliance (Ida) e condotto dall’Icsid: un titolo

and lead from the Icsid: a title that does not

che non ha precedenti nella storia e che

have precedence in the history and that it is

viene accolto come grande occasione per

received like great occasion in order to design

disegnare nuove vie di sviluppo per il territori

to new ways of development for the territories

Sopra L’ ora x, una serie di orologi in una stanza. A lato, Prototipo degli orologi dell’ Ora x. Il palazzo in cui si sono tenute

Over the ora x, a series

manifestations have been kept

Eventi design

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innumerevoli manifestazioni The palace in which many

clocks of the Ora x. Stile Design 38

of clocks in a room. To side, Prototype of the

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body and its movements to be electronically tracked, translated into music and thus allow the ballerina to dance to the music generated by her body. In Patrizia Perco's project, the technological equipment is used for medical purposes and therefore possesses a mainly functional matrix; even so, it still has an aesthetic quality as it is used to design the body. Francesca Guarneri’s jewel - a small hollow earthenware sphere containing a tiny plant attached to a gold wire and worn around the neckcacy and magic of a real plant, tells us what is nity.

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ealizza la prima opera cinetica Ora X (prodotta in multipli nel 1963) in cui le tre lancette di una sveglia, costituite da semidischi di grandezza diversa e realizzati con materiale trasparente nei tre colori primari, ruotano si sovrappongono e creano così forme e colori diversi. Del 1947-48 realizza la serie Concavo-Convesso, oggetti tridimensionali in rete metallica che presentano analogie con gli studi di Max Bill sulle forme geometriche non euclidee, sospesi e sensibili agli spostamenti d’aria sono illuminati da una luce puntiforme fissa che proietta sulla parte ombre sempre nuove. Una delle peculiarità di Munari è la mancanza di pregiudizi intellettuali: ciò gli ha permesso di assimilare alcuni temi base delle avanguardie storiche, sviluppati e ri· dottii all’interno del suo sistema; per questo era essenziale cercare i nessi - più o meno evidenti - con figure emblematiche dell’arte contemporanea, quali PauI Klee o Piet Mondrian: la figura di Munari emergerà integra attraverso questi confronti, quindi pet affinità e contrasto. Ci si accorgerà che misurarsi con questo artista significa misurarsi con i problemi, i temi e i miti dell’arte d’oggi. Anche per questo la distinzione tra artista e designer è inutile. Le due attività sono certo diverse per quanto tra loro esistano, se non saldature, punti di contatto. Il fatto è che per un utile accostamento a Munari, occorte risalire al ptoblema del metodo, delle sue forme intervento nel mondo: altrimenti non se ne capisce la sottile coerenza del fare arte con strumenti matematici e di introdurre, parallelamente, il concetto di « inutilità» nel design. Sarebbe stato il caso di evitare entrambi i termini e parlare, ad esempio, di “operatore visuale”. Il nostro scopo è, infine, quello di delineare atteggiamenti, opere e operazioni di Munari per sotrolinearne la presenza attiva nell’arte, le sue risposte, l’unità deI suo mondo, resistendo alla tentazione di fare opera esaustiva e rinunciando così anche alla delineazione biografica, volendo semplicemente offrire un suggerimento di lettura stimolante.

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l Comitato Organizzatore di Torino World Design Capital ha commissionato a Astra Ricerche, Istituto specializzato in ricerche sociali e di marketing, una ricerca finalizzata a rilevare la percezione dell’attività di Torino World Design Capital*. I rispondenti sono risultati per il 60% uomini; per il 30% men che 35enni, per il 35% 35-44enni, per il 18% 45-54enni e per il restante 17% ultra54enni. Dominano i laureati (86%), per quasi un terzo dotati di specializzazione o di un master post-universitario. Il 35% degli intervistati è stato organizzatore di uno o più eventi/iniziative nell’ambito di Torino 2008 World Design Capital, il 31% è designer/progettista/architetto, il 23% è semplice cittadino interessato e curioso, il 22% è rappresentante di un’impresa privata o pubblica e l’11% di un ente pubblico o della Pubblica Amministrazione, il 14% è membro di associazioni professionali, il 10% è pubblicitario o esperto di relazioni pubbliche, il 7% giornalista, il 9% altro operatore professionale, il 3% studente. Il 73% dei partecipanti al sondaggio conosce Torino 2008 World Design Capital; il 27% che non ha mai sentito nominare questa

J

ust recently, a number of books on the subject of the meeting between art and new technologies have finally been published. What is special about them is that they are not just publications of the proceedings of specialist conferences, or monographic exhibition catalogues, and they are not exclusively targeted to specialists in the sector, but attempt, using a variety of different objectives and approaches, to give more organic descriptions and make more exhaustive analyses. Almost all these books were written by curators or teachers of AFAM (arts and music). The historical excursus starts from the utopias of combining the arts (from Wagner to the historical avant-garde) and ends with present-day interactive digital arts. In 2005, Meltemi published Multimedia. L’incrocio dei linguaggi comunicativi, a book with DVD by Lorenzo Taiuti, which analyses the specific nature of the various media and how they interact in the digital revolution era, changing and generating an evolution in aesthetics and communication. The volume covers both technological arts and innovation in the areas of didactics, museums and “Public Art”.

Immagini riguardanti Icograda: un importante manifestazione

Regarding images Icograda: an important manifestation

per gli appassionati e in

for the fans and in general

generale per i Grafic Designer

terms for the Grafic Designer

Stile Design 41

I

Stile Design 42

organizzazione in quattro casi su cinque ha comunque partecipato a uno o più eventi da essa organizzati. È stata analizzata la conoscenza di tredici eventi realizzati a Torino nel corso del 2008. La metà di questi è stata conosciuta da almeno tre intervistati su quattro: in ordine decrescente ‘Dream, l’auto del futuro dal 1950’, ‘Olivetti, una bella società’, ‘L’oro del design italiano’, ‘Torino Geodesign’, ‘Roberto Sambonet’, ‘Enzo Mari’ e ‘Flexibility’. Con l’eccezione dell’evento dedicato a “Lovegrove” e “Sagmeister” le altre manifestazioni sono risultate note ad una netta maggioranza tra il 71% e il 59%: ‘International Design Casa’, ‘Piemonte Torino Design’, ‘Designing connected places’, ‘La collezione Von Vegesack’, ‘D come design’. Molto elevata è stata la partecipazione ai tredici eventi succitati, con l’eccezione di ‘Designing connected places’. In questa classifica il primo posto spetta a ‘Dream, l’auto del futuro’, seguita da ‘L’oro del design italiano’, da ‘Torino Geodesign’ e da ‘Flexibility’. Seguono, la mostra di Sambonet e quella sulla Olivetti; un po’ in basso troviamo ‘International design casa’, la mostra di Enzo Mari, quella della Collezione Vegesack e ‘Piemonte Torino Design’. Su valori inferiori, pari a circa un sesto del totale, ‘Lovegrove e Sagmeister e ‘D come design’. Per ciascuno degli eventi visitati è stato chiesto ai parteci-

Not only Icograda ...

panti di dare una valutazione. I risultati sono stati assai positivi. Infatti solo ‘Flexibility’ e ‘International design casa’ sfiorano una valutazione discreta. All’opposto, vivo entusiasmo ha riguardato ‘Designing connected places’, “Dream, l’auto del futuro dal 1950”, le lezioni di Lovegrove e Sagmeister. Ma valutazioni positive hanno avuto la Collezione Von Vegesack, la mostra su “Una bella società”. Il numero di iniziative/manifesta-zioni/eventi organizzati nell’ambito di Torino 2008 World Design Capital ne hanno indicate 180, ossia un numero amplissimo, pur se solo il 23% ha colto l’effettiva, strepitosa articolazione di questo specifico tipo di ‘offerta’, superando con esattezza il numero di 300 eventi indicati come attuati nel corso dell’anno. Emerge che su un unico aspetto i critici prevalgono sui soddisfatti: ed è quello che riguarda la quantità della comunicazione ed il connesso coinvolgimento dei media e della popolazione. Per tutte le altre ‘dimensioni d’immagine’ prevalgono sempre i ‘positivi’: apprezzata è stata la qualità del programma complessivo la simpatia e il calore delle intraprese e dell’organizzazione, il contributo al rafforzamento dell’immagine di Torino, la qualità dell’organizzazione, il contributo alla diffusione della cultura, l’ampiezza e la qualità dei rapporti con gli ‘addetti ai lavori’, l’ innovatività e anzi l’originalità dell’in-

sieme e di molte sue parti, la qualità della comunicazione. A conclusione del questionario è stato chiesto agli intervistati come dovrebbe evolvere l’esperienza di Torino 2008 quale capitale del design. Una quota bassa, suggerisce di proseguire con poche attività molto selezionate e di qualità, mentre il 14% è favorevole alla ripetizione dell’anno torinese del design ogni quattro anni, con regolare cadenza simil-olimpica. In effetti, il partito di maggioranza è quello che auspica la prosecuzione regolare ogni anno tramite varie attività di qualità, mentre il restante 24% pretende sì la non interruzione di questa esperienza ma a condizione che vengano introdotti dei correttivi. In definitiva Torino 2008 World Design Capital può essere valutato come un grande successo: ha promosso un numero straordinariamente ampio di iniziative/ attività/manifestazioni/eventi; è riuscito, malgrado le limitate risorse destinate alla comunicazione, a coinvolgere una fetta della popolazione e la quasi totalità degli ‘addetti ai lavori’, ottenendo una notorietà delle principali iniziative e una partecipazione a molte. Torino 2008 World Design Capital ha visto la realizzazione di una quindicina di eventi top, sostenuti da un consenso diffuso. Inoltre ha goduto di un’organizzazione flessibile, giovane ed entusiasta, che è stata

Altre fotografie riguardante

Other photographies regarding

le manifestazioni del

the manifestations of the

design tenutesi a Torino

design held to Torino

apprezzata per la qualità dei programmi, la capacità relazionale, l’abilità nel coinvolgere i mondi più diversi. Il risultato è che il 94% chiede che questa bella storia non finisca qui. Anche a giudizio dei ricercatori, Torino 2008 World Design Capital è stato un altro tassello importante del processo ormai più che decennale che ha portato ad un miglioramento dell’immagine di Torino e della sua gente, secondo un percorso articolato che ha avuto nelle Olimpiadi invernali il suo principale elemento di successo e nel panorama variegato e multicentrico del design un ulteriore step rilevante. Quest’epoca ha messo in crisi molti dei riferimenti cui ci siamo rifatti in precedenza dal punto di vista etico e, aggiungerei senz’ altro, anche estetico; ha palesato la potenza incontrollata di un linguaggio trasversale, basato su media, reti e interattività, ormai diffuso in tutti gli spazi del nostro quotidiano oltre che largamente espanso sulla superficie del pianeta e inesorabilmente penetrato nelle culture al punto di forzare le diversità, appiattendole o esasperandole. Proprio perché l’arte, può essere oggi elemento determinante in grado di ridefinire una sensibilità, di produrre suggestioni, immaginazioni fondamentali nella direzione di un cambiamento più equilibrato e più partecipato nella società.

Stile Design 43

Non solo Icograda...


Fashion design

Fashion design

Si noti l’eleganza e la freschezza di questi abiti con fantasie geometriche i cui colori sono risaltati dai tessuti You notice the elegance and the fresch of these dresses with geometric fantasies these colors are risaltati by the women ones

FA S H I O N ESPRESSION Il tutto consiste nel sbizzarirsi con stoffe e modelli All it consists in amusing itself with materials and models

perché ritengo cruciale che le nostre scuole artistiche, che hanno così grande tradizione, siano nel dovere di occuparsi di tutto ciò e debbano essere in prima linea in questo processo di cambiamento. In questo periodo mi è capitato frequentemente di ritrovarmi a parlare, e qualche volta collaborare, con scienziati che si stanno occupando di problemi delicati della nostra contemporaneità, legati anch’essi alle applicazioni tecnologiche. Ogni qualvolta in queste discussioni, piene di preoccupazione, si è arrivati allo stesso punto: la necessità della vicinanza all’esperienza dell’arte come riferimento e visione per comprendere o per essere sollecitati a trovare il punto limite o di senso, insomma l’orizzonte immaginario entro cui collocare le proprie ricerche. E tutti sappiamo quanto ci sia bisogno che, anche nella impressionante fuga della ricerca scientifica e tecnologica, si ritrovi il senso dell’equilibrio, della effettiva necessità, della felicità della scoperta utile. Innovare o inventare, potrebbero definirsi anche nella virtuosa, creativa e saggia capacità di utilizzare l’enorme potenziale che abbiamo creato, piuttosto che nell’inoltrarci ancora in un inesorabile cammino fine a se stesso. Questo, a mio avviso, vale per la scienza e vale anche per l’arte. Credo che nella veste di educatori ci si debba occupare di fornire un quadro di complessità, di responsabilità oltre che ovviamente di sollecitare lo stimolo felice alla creazione. Valorizzare maggiormente la relazione con i linguaggi delle nuove tecnologie nell’ambito dell’istruzione artistica è indispensabile, come dimostrano ormai da tempo le istituzioni analoghe di tutta Europa. Ma occorre farlo con un nostro percorso. Affiancandosi, senza contrapposizione, alle espressioni più tradizionali; cercandone la continuità. Nel caso del nostro territorio e della nostra storia, questo fattore può farci ritrovare gli elementi di una identità, di una unicità culturale, proprio in un sistema ibrido e globalizzato come quello del multimedia.

In questo si può notare uno stile fresco e orientale In this it can be breathed a fresh style and oriental

are the primary factor behind the competitiveness and success of all of the leading sectors in the Italian economy (fashion, furnishings, design, etc.). Furthermore, the stratified artistic heritage of our country, apart from being a priceless cultural resource, is one of the most important factors of development for the national tourist industry. Education and training in these sectors – both in the more traditional figurative arts and in the dramatic arts (painting, sculpture, set design, music, dancing, drama), as well as those which preserve, protect and enhance the arts require an educational model which guarantees a true “experience in doing”. This holds all the more true for those arts with a greater degree of orientation towards design and innovation (fashion, interior design, graphics, multimedia, etc.). In this respect, Institutes for Higher Education in the Arts and Music, which tend, by nature, to combine “knowledge” with “know how”, are the most suited to provide education and training in the arts. The monographic look chosen for the magazine - whose first article is “Technological innovation and new languages” - apart from trying to avoid the excessive “self-referencing” which is so typical of this system, aims to present the arts sector in Italy as a culturally lively and modern “place” which favours synergies and artistic contaminations while and on building networks and places where artistic research can be encouraged as well as reclaiming a rich

caratterizzano lo stile

tradition, promoting an Italian cultural identity in the arts and in the manufacturing sector with a highly developed aesthetic content.

Anche in questo caso è la lavorazione che fa risaltare i dettagli Also in this case it is

fantasies of the materials

the working that puts in

that characterize the style

prominence the details Stile Design 37

They are the games and the

Stile Design 36

Stile Design 33

resource of primary importance as well as being one of the driving forces behind the economic

enjoyed by “Made in Italy”. Not coincidentally, aesthetics

Sono i giochi e le

Stile Design 32

lthough art has distinguished itself as a cultural

it is art itself - in its widest sense as “the production of aesthetic objects” - that is behind the international success

fantasie delle stoffe che

Libri

A

development of our country, education and training in this sector are scarcely recognised and little valued. Vice versa

Stile DESIGN consiglia... Style DESIGN advises… i pesi, spostando sugli imprenditori la responsabilità del design italiano. Le storie aziendali hanno bruciato il proprio passato. La storia

di Guda Dworschak, Milano 2008 (pp. 240, € 55,00)

ufficiale si mescola a brani di un’autobiografia del design vissuta da Casciani in prima persona lungo gli anni Ottanta e Novanta, con prospezioni da cui risultano una tensione e un senso di una comunità pur fra le diverse posizioni progettuali.

della techno-city trascende le ideologie, attraversa i confini e si espande per tutto il XX secolo. Va da Norris, città della Tennessee Valley Authority a Torviscosa costruita dal governo fascista nel Veneto.

Cronologia Tempo e identità nei film e nei video degli artisti contemporanei

L’atlante ragionato che Stefano Casciani dedica al design italiano, è una ricognizione che ripercorre le vite dei migliori designer, imprenditori,distributori. Nonostante la parola design sia universale dal libro risulta come il design italiano di qualità sia raro. Gli imprenditori che hanno spostato le cose sono quelli presenti nel libro. Casciani screma ciò che costituisce la quantità delle aziende da chi ancora è legato a una forma di ricerca. Secondo la logica italiana il libro è tarato su figure che passano attraverso l’obiettivo di Tom Sandberg. Il fotografo norvegese colloca questi personaggi in una dimensione sospesa: attivi ma destinati alla stori-

Invented Edens Techno-cities of the twentieth century

di Daniel Birnbaum, Postmedia Books, Milano 2007 (pp. 93, € 16,00)

Robert H. Kargon and Arthur P. Molella, The Mit Press, , London 2008 (pp. 190, £ 16. 95)

Sono per gli autori le città tecnologiche sviluppate con i progetti di grandi industrie

Con Cronologia Daniel Birnbaum è riuscito nell’impresa di comporre ‘trattato’ di este-

Crisi del linguaggio, ironia e contaminazione dei significanti per denunciare l’abuso del potere sulle parole

riscoprire oggi come incunabolo di riflessioni, parole

losofi contemporanei si sono affidati ad essa per tenta-

o frasi lapidarie poi riprese in opere celebri come nei ‘fel-

re di scardinare il nocciolo ottuso dei fenomeni. Il rico-

tri’ degli anni Settanta, e che testimonia ancora una volta

noscimento di un pensiero dell’arte, da intendersi come genitivo soggettivo, cioè di un’arte che si fa pensiero differito e che si interroga sulle questioni ultime, è alla base dell’impianto filosofico usato Birnbaum per il suo Cronologia. Attraverso le opere di Stan Douglas, Eija-Liisa Athila, Doug Aitken, Philippe Parreno, Tobias Rehberger, Paul Chan e molti altri ancora, il testo di Birnbaum pone domande importanti sul tempo e sull’identità, problemi filosofici per eccellenza.

che quando Agnetti non si vede c’è.

di Vincenzo Agnetti, Prearo Editore, Milano 2008 (pp. 88, € 20,00)

locarsi nel punto in cui si intersecano il pensiero filo-

oggi sentiamo la necessità di recuperare una visione

sofico e il pensiero dell’arte. Egli ha le carte in regola per

a tutto tondo del personaggio, come è avvenuto con la recente mostra retrospettiva curata da Achille Bonito Oliva e Giorgio Ver-

regalarci esperienze di lettura di questo genere. Di

ne sulle aziende ristabilisce

le e la città giardino. L’idea

formazione filosofica Bir-

Storia dell’architettura contemporanea I 1750-1945

“Quando mi vidi non c’ero”. L’apparente controsenso di Vincenzo Agnetti potrebbe fare da Leitmotiv a tutta la sua opera, a chi ne voglia ripercorrere il pensiero tra contraddizione e ossimoro. Ed è a questo proposito, cioè a motivo di una oggettiva sparizione delle parole dell’artista data dal tempo e da un’ingrata fortuna, che

o imprese tecnologiche. Una sintesi tra la città industria-

zotti al Mart di Rovereto. In quest’ottica si muove la collana ‘preariana’ curata da Tommaso Trini per l’editore Prearo di Milano, volta a ristampare opere introvabili, libro. Un volume che piace

dell’arte è un punto di vista, e spesso i più importanti fi-

tica contemporanea, gemma di saggistica che va a col-

cizzazione. Il libro restituisce attraverso questa ricognizio-

Stile Design 44

nbaum diventa Rettore della Staedelschule di Francoforte e direttore della Galleria Portikus. Nel 2003 è cocuratore della 50. Biennale di Venezia e nel 2005 della 1. Biennale di Mosca. La via

per denominatore comune il tentativo di costruire un mondo moderno. Il secondo volume racconta le vicende dell’architettura dal secondo

re al postmoderno, ha fatto sentire la necessità di riconoscere la peculiare verità

dopoguerra ai giorni nostri. Ne emergono alcune questioni cruciali: l’eredità dei ‘maestri’, il rapporto con la tradizione, le possibilità costruttive offerte da tecniche inedite e da materiali aggiornati.

entro i confini dell’apparenza. La certificazione di questa

I simboli e l’invisibile Figure e forme del pensiero simbolico

di Elio Franzini, Il Saggiatore, Milano 2008 (pp. 280, € 20,00) di Marco Biraghi Einaudi, Torino 2008 (pp. 548, € 30,00)

Il primo volume tratta le vicende e le opere dei protagonisti della prima parte del Novecento che avevano

dell’arte, una verità che non merita di essere compressa

verità si accompagna a un importante riconoscimento. Confini nobili e ‘alti’ quanto si vuole, scrigni della memoria come il museo, ma pur sempre luoghi di segregazione. Sia la tradizione fenomenologica sia quella ermeneutica hanno rimesso in questione la relazione dell’arte con il suo mondo, il suo valore di rivelazione di un certo essere del mondo. Queste considerazioni costituiscono probabilmente un utile sfondo per intendere l’importante studio comparso di recente, I simboli e l’invisibile di Elio Franzini. Franzini ci indica un affascinante percorso fenomenologico che si avvia con quella che Husserl definisce “intenzionalità fungente”, e cioè con quella zona condivisa del sapere che si radica nel vivente e ci illumina circa la genesi delle

Sempre più l’arte si scontra con i limiti entro i quali

sue forme. In che cosa consiste il simbolo e il sapere

essa è stata confinata. Nelle forme la filosofia del

che in esso deposita? . configurazione più recente che

Novecento, a partire dalla fenomenologia, da Heidegger e dall’ermeneutica, per veni-

la definisce come filosofia dell’arte.

Stile Design 45

Design in Italia Dietro le quinte dell’ industria


MuUd è un progetto realizzato in collaborazione con Andrea Di Giorno, Silvia Odorico, Elena Panetti, Maximilian Nertinger In un territorio come l’Umbria, così vasto e ricco e di eventi culturali (permanenti e temporanei) diffusi si sente forte la necessità di creare un’ente superiore che si occupi della sua comunicazione. Abbiamo visto quindi nella ferrovia FCU, mezzo di trasporto utilizzato ogni giorno per scopi tanto diversi tra loro, un ottimo presupposto per rendere l’Umbria un unico cluster territoriale. I “centri storico-artistici” diffusi, cioè quei territori in grado di offrire “esperienze immersive” variegate ed articolate diventano MuUD. Come la parola inglese a cui si ispira l’acronimo, MuUD è lo stato d’animo, la sensazione duratura che rimane dopo un particolare stimolo o evento. L’ente ha il compito quindi di creare una sinergia tra i vari musei in grado di riassegnare loro un’identità condivisa a livello regionale. Non ci sono pacchetti preconfezionati. Non ci sono varie realtà che, impossibilitate a sostenersi da sole, rischiano il fallimento. Ci sono una serie di “nuove funzioni” non si limitino ad essere servizi per i visitatori ma interagiscano con questi.


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MuUD

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RRYT R V RU RE RC

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RH RS RE RI RM RR RT

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RD


Museo Umbro Diffuso Città di Castello

Museo Umbro Diffuso Marsciano

Museo Umbro Diffuso Umbertide

Museo Umbro Diffuso Terni

Museo Umbro Diffuso Perugia

Museo Umbro Diffuso Sansepolcro

Museo Umbro Diffuso Deruta

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80 cm

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240 cm

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20 cm

155 cm

115 cm

20 cm

80 cm

92 cm

16 cm



Carattere asemico realizzato partendo da segni astratti e

arrivando alla semplificazione di foto di un manichino in fil di ferro

In un primo momento si sono tracciati

Man mano che il segno “scelto” viene

dei segni gestuali per mezzo del

sviluppato si può notare come il tratto

carboncino. I segni, come si può ben

si modifichi in alcuni connotati ma che

notare, sono totalmente liberi e privi di

ne tenga invariati altri.

una qualsiasi finalità. Tra i risultati ottenuti il più interessante è quello dato da un segno spesso ma sgretolato poiché possiede una certa “consistenza” ma, allo stesso tempo un certo ritmo.

Basti ingrandire questi segni per notare le similitudini tra elementi, non

Continuando a realizzare segni e

solo creati in fogli diversi, ma anche in

riprendendo questa linea che pare diramarsi e utilizzando sempre il

momenti diversi.

carboncino come materiale si è arrivati ad elementi che chiaramente rimandano alla forma umana o all’ombra della stessa. Queste tracce, per quanto interessanti possano apparire non paiono successivamente complete per realizzare una “scrittura asemantica”. A mio parere non possiedono, ancora, un effettivo equilibrio tra bianco e nero, tra “pieni e vuoti”. Così è pensato di concretizzare queste forme umanoidi in un “omino creato col fil di ferro che semplifica di gran lunga alcune parti e ne definisce altre.

Come già anticipato vi è stata un

Dopo aver realizzato una versione

evoluzione dei segni precedenti. Qui,

“semplice” si è provato a creare una

a lato si può notare un tentativo di

versione “bold” arrotolando il manichino

concretizzazione dei segni attraverso l’uso

con scoth di carta.

della fotografia e di un manichino costruito col fil di ferro ma, soprattutto, sfruttando le ombre si sono scattate delle foto.


In una fase successiva si è pensato alla eventuale ed ulteriore stilizzazione di tali segni fotografati. A questo punto si è cercato di bilanciare i pesi tra un segno e l’altro. Si può notare come alcuni elementi assomiglino ad altri e che ne variano solo alcune parti. Ciò richiama (anche solo per risonanza) ad alcuni tipi di scritture esistenti come quella cinese dove, anche la variazione di una parte del carattere ne muta il significato

Ed infine si può notare la stilizzazione dei segni tramite l’uso di illustrator e del ricalco dinamico anche pr la versione bold.


Versione Sans del font esistente Galliard Serif A destra: disegni iniziali del font

The quick and brown fox jumps over the lazy dog 1234567890 THE QUICK AND BROWN the quick brown FOX JUMPS over OVER fox jumps a THE LAZY DOG lazy dog the quick brown fox jumps over a lazy dog quick brown fox jumps over a lazy the

dog the quick brown fox jumps over a lazy dog the quick brown

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Questi progetti sono stati realizzati presso lo Studio Canton-Bernardi durante lo stage. In codesto periodo si ha collaborato con molteplici utenti perlopiù, però, con aziende di design.

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Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

Tavolo rotondo ispirato da un’iconica forma di medusa. Struttura in metallo verniciato e piano disponibile in frassino o in vetro fumé. Round table inspired by the iconic form of the jellyfish (‘meduse’ in Italian) The structure is in coloured metal and the table top is available in ash or smoked

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