Stile design

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6,00 € France, Austria € 12,50, Francia € 12.50, Germania € 13,50, Gran Bretagna,Grecia € 12,00, Spagna € 12.00, Svizzera Chf 15,30

Gennaio 2009 Numero 1 Rivista internazionale di design Edizione italiana Costo 5.00 € - Italy,

Student’s design



Editoriale

S

ebbene l’arte si evidenzi come fondamentale risorsa culturale e come uno dei principali fattori per lo sviluppo economico del nostro paese, la formazione in questo ambito è scarsamente riconosciuta e valorizzata. Viceversa è proprio l’arte intesa nella sua accezione più ampia di “attività di produzione estetica” che ha favorito il successo internazionale del “made in Italy”. Non è certo un caso che in tutti i settori merceologici trainanti dell’economia italiana (moda, arredamento, design, etc.) il contenuto estetico rappresenti il principale fattore di competitività e di successo. Inoltre, lo stratificato patrimonio artistico presente nel nostro paese, oltre ad essere un’inestimabile risorsa culturale, si configura come il più importante fattore di sviluppo per l’industria turistica nazionale. La formazione in questi settori, sia in quelli più tradizionali delle arti figurative e dello spettacolo (pittura, scultura, scenografia, musica, danza, arte drammatica), sia in quelli della conservazione, tutela e valorizzazione dei beni artistici; sia ancora in quelli più orientati al design e all’innovazione (moda, arredamento, design, grafica, multimedialità, etc.), richiede un modello didattico che garantisca una reale “esperienza del fare”. In tal senso le istituzioni dell’ Alta Formazione Artistica e Musicale, che tendono per loro natura a unificare il “sapere” con il “saper fare”, si configurano come le tipologie formative più idonee per la formazione in questi ambiti. Una recente legge di riforma del settore (n. 508/99) ha collocato le Accademie, i Conservatori e gli Isia in un unico sistema di alta formazione, con pari dignità al sistema universitario. Questa convivenza, unica nel panorama nazionale (e forse anche oltre), di tante tipologie istituzionali nei settori dell’arte visiva, della musica, della danza, del teatro e del design ha evidenziato la necessità dello sviluppo di una cultura del confronto e dell’emersione di una attitudine all’innovazione. E proprio per comunicare le esperienze più qualificate di produzione artistica e di elaborazione teorico–critica si è scelto di proporre un prodotto editoriale che illustri e faccia conoscere il meglio di questo sistem internazionale. Robert Masarese

A

lthough art has distin-

design, graphics, multimedia,

guished itself as a cul-

etc.). In this respect, Institutes

tural resource of pri-

for Higher Education in the Arts

mary importance as well as

and Music, which tend, by na-

being one of the driving forces

ture, to combine “knowledge”

behind the economic develop-

with “know how”, are the most

ment of our country, education

suited to provide education and

and training in this sector are

training in the arts.

scarcely recognised and little

The name “Stile Design” is both

valued. Vice versa it is art itself

evocative and easily remembe-

-in its widest sense as “the pro-

red. It truly identifies the expec-

duction of aesthetic objects"-

tations of the sector, which are

that is behind the internatio-

to be contextualised within the

nal success enjoyed by "Made

scope of higher education at

in Italy". Not coincidentally, ae-

a finer level in terms of quality,

sthetics are the primary factor

with the possibility of opening

behind the competitiveness and

up to an international audience

success of all of the leading

as well.

sectors in the Italian economy (fashion, furnishings, design, etc.). Furthermore, the stratified artistic heritage of our country, apart from being a priceless cultural resource, is one of the most important factors of development for the national tourist industry. Education and training in these sectors – both in the more traditional figurative arts and in the dramatic arts (painting, sculpture, set design, music, dancing, drama), as well as those which preserve, protect and enhance the arts - require an educational model which guarantees a true "experience in doing". This holds all the more true for those arts with a greater degree of orientation towards design and innovation (fashion, interior



Sommario Direttore Responsabile:

Esterior Design

Silvia Gingemi

COLLEGI DI URBINO: FUNZIONANO O NO ?

2

Direttore Editoriale:

Doveva essere uno scoop: si è rivelato un flop!

4

Roberto Morgese

Un pò di storia...

6

Comitato Scientifico:

Non è il caso di ristrutturare?

8

Bruno Carioti

Cartine dei quattro collegi

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Bruno Crivello Fernando De Filippi Giuseppe Furlangis

Interior Design

Giuseppe Gatreta

STUDENT’S DESIGN

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Roberto Lambarelli

Giovani: ciò che è trend e ciò che potrebbe esserlo

14

Franco Martiani Roberto Piera Alessandro Regnini

Designer

Hanno collaborato a

LA PAROLA CHIAVE: creatività

22

questo numero:

BRUNO MUNARI

25

tutti gli autori

Una ne pensava e mille ne faceva

26

Referenze fotografiche:

Quando scatta l’ora X

30

Redazione: Grafica: Stampa:

Fashion Design

Registrazione:

FASHION ESPRESSION

32

Prezzo per copia:

Moda e Fantasia

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Estero ed arretrati il doppio Abbonamento annuo Italia

Events

Estero

Torino 2008: 1° World Design Capital

38

Abbonamento sostenitore:

Non solo Icograda...

40

€ 500,00

Books Stile DESIGN consiglia...

44


Archittetura


Ivi viene illustrato il piazzale del collegio Tridente, uno degli

There the large square of the college is illustrated Trident, one of

edifici del complesso dei collegi di Urbino. Questi sono stati

the buildings of the complex of the colleges of Urbino. These are

costruiti secondo il progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo

constructed according to the plan of architect Giancarl De Carl

COLLEGI DI URBINO, FUNZIONANO O NO ? Urbino’s college are they whort ?


Archittetura

DOVEVA ESSERE UNO SCOOP... SI È RIVELATO UN FLOP IT HAD TO BE A SCOOP… HAS REVEALED A FLOP

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Stile Design 4

utti i collegi universitari al Colle dei Cappuccini, che ormai costituiscono una cittadella universitaria, sono stati progettati dall’architetto. Giancarlo de Carlo, il quale ha ottenuto per essi premi e consensi a livello nazionale ed internazionale. Essi sono stati costruiti per volontà del Rettore Carlo Bo, sono di proprietà dell’Università degli Studi, mentre l’ultimo arredo è stato realizzato dall’ E.R.S.U.. che li gestisce. Le foto qui riportate solo in parte rendono l’idea di quanto questi collegi siano stati perfettamente inseriti nel contesto ambientale del territorio urbinate, pur non essendo troppo distanti dal centro storico e comunque ad esso collegati da un servizio continuo di trasporto urbano. Va ricordato, infine, che le residenze universitarie non offrono solo posti letto, ma anche tanti altri spazi in comune e servizi: bar, sale TV, soggiorni, telefoni, terrazzi, depositi bagagli, tennis da tavolo, sale di lettura, biblioteche, aule per conferenze e lezioni, saloni per cinema, teatro ed altre attività ricreative. Con la presente AZIONE UNIVERSITARIA-federazione provinciale di Urbino intende espri-

mere la propria profonda preoccupazione per la mancanza di vigilanza all’interno dei collegi universitari di Urbino, a decorrere dal 21 dicembre 2008, dovuta alla rinuncia, fatta dalla dirigenza dell’ERSU, al servizio di Guardie Giurate affidato ad una ditta esterna. La mancanza di un adeguato servizio di vigilanza ha fatto nascere gravi preoccupazioni negli studenti residenti all’interno dei collegi universitari, soprattutto ragazze, ed anche in quelli che si attardano a studiare nelle sale di lettura sino a notte fonda; non è difficile immaginare le conseguenze di tale disservizio, ci asteniamo dall’ elencarle onde evitare sterili polemiche.

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hile the web is making changes to communication and work organisation methods, t is also revolutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving products of widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Taking up a reflection by Paolo Galluzzi on the prospects for Digital Libraries at the “Cultural Heritage On Line” conference held in Florence last December, there is by now no doubt “that the implications of the web are even more revolutionary than those generated by the nvention of printing”. While the advent of the Internet has generated a very different context in which “the paradigm of change in continuity” that had characterised the diffusionof printing, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”.


Visione dalla piazza del collegio tridente

Stile Design 5

Vision from the public square of the college trident


Archittetura

UN PO’ DI STORIA... History...

U

no dei motivi principali per cui moltissimi giovani, ogni anno, scelgono di frequentare l’Università di Urbino, è la disponibilità di un alto numero di posti alloggio, moderni e confortevoli. Fino al 1979 erano disponibili: la Casa dello Studente e la Casa della Studentessa nel centro storico (quest’ultima oggi in ristrutturazione, mentre la Casa dello Studente, già rimodernata, è aperta con 18 camere singole e 30 doppie), con servizi igienici in ognuno dei piani; il Collegio del Colle, con 150 camere singole, tutte con bagno ed ingresso indipendente, ed un nucleo centrale per i servizi generali, a circa un chilometro dal centro, a monte della Statale 73 bis per Bocca Trabaria, in località denominata Colle dei Cappuccini. Quest’ultimo è stato sempre il più ambito dagli studenti e viene solitamente concesso ai frequentanti l’ultimo anno di corso ed ai borsisti. Nel 1979/80 apre il Collegio del Tridente (il più grande) a valle rispetto al collegio del Colle, con 352 camere tutte singole, servizi per ogni gruppo di 16 camere, una grande mensa, un bar ed altri servizi ricreativi e culturali. L’anno seguente vengono attivati, sempre nella stessa zona, i collegi: delle Serpentine, con 152 camere singole e servizi per ogni otto stanze; della Vela, con 33 camere doppie con bagno e cucinetta, 156 singole con servizi ogni sei stanze, teatro ed altri spazi in comune. Nel 1983 viene aperto anche l’Aquilone con 128 stanze tutte con bagno ed uso cucina. Nel 1997 viene aperto il Campus Scientifico, presso l’ex Sogesta, con 116 camere doppie di cui 111 per studenti e 5 riservate ai professori, tutte con doppi servizi e telefono. Con la presente Azione universitaria-federazione provinciale di Urbino intende esprimere la propria profonda preoccupazione per la mancanza di vigilanza

all’interno dei collegi universitari di Urbino, a decorrere dal 21 dicembre 2008, dovuta alla rinuncia, fatta dalla dirigenza dell’ E.R.S.U.., al servizio di Guardie Giurate affidato ad una ditta esterna. Contestualmente alla vibrante protesta che leviamo contro questo ennesimo esempio di deterioramento dei servizi universitari, esprimiamo completa solidarietà nei confronti dei dipendenti dell’ ERSU di Urbino che dovrebbero sostituire le guardie suddette, per i seguenti motivi: i dipendenti non ricevono alcuna indennità aggiuntiva per il lavoro di vigilanza; non hanno adeguato addestramento, né qualifica giuridica di guardia giurata (autorizzazione prefettizia); ricevono ordini di servizio in sostanza contraddittori, come dover identificare gli autori degli abusi ma “senza aprire contenziosi e astenendosi da qualsiasi diverbio” (ordine di servizio n°1/2009). Ciò risulta essere l’ennesimo atto dell’amministrazione ERSU che ci trasmette un segnale di dismissione

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A fianco: visione dei blocchi delle “serpentine” Sotto: i collegi “l’aquilone”. Entrambi i complessi sono così definiti per la loro forma della pianta


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delle strutture pubbliche al servizio degli universitari: una strada intrapresa con la mancanza del servizio “CIBUS” presso la mensa “DUCA”, la chiusura dell’aula studio in centro, voci sulla chiusura del college SOGESTA, e il francamente incomprensibile progetto di collegi a Castelcavallino. L’amministrazione ERSU deve essere cosciente del ruolo di ammortizzatori sociali svolto dai servizi da essa erogati, e che la diminuzione della qualità degli stessi, soprattutto in un periodo di crisi come questo, provoca un sempre più profondo disagio nella popolazione universitaria (soprattutto nei meno abbienti che di tali servizi maggiormente fruiscono). Auspichiamo quindi un passo indietro da parte dell’amministrazione suddetta, la quale troverà sicuramente una o più voci di spesa su cui risparmiare senza diminuire la qualità dei sevizi erogati.

escartes, though always separating, in his self, substance from spirit, tangible from intangible. As well as lying at the core of religious thought, this dual concept has also shaped scientific thought and modern medicine, it has raised man’s hopes of avoiding his mortal destiny, in both the spiritual and the physical dimensions, through the development of technology. While there is no doubt that significant progress has been made in medicine - if an Italian born at the end of the nineteenth century could not expect to live much more than thirty years, his compatriot born a hundred years later enjoys a life expectancy of over seventy - we cannot conceal the problems and the deep lacerations caused by a perception of existence as a thing separated from a perception of one’s self as a person. Piergiorgio Welby’s dramatic gesture, reported and highlighted by the media in December 2006, gave our consciences a great deal of food for thought. The increase in average life expectancy in the West not only derives from medicine, but also from developments in the food industry and improvements in hygiene and environmental conditions that have been enabled by technology. However, it is also true that, despite these successes, we experience an intense feeling of uneasiness because we see technology as the main reason for the progressive dehumanisation and denaturalisation of the world. Faced with the force of technology, nature appears fragile, vulnerable and incapable of supporting such a violent aggression.

Underneath: the colleges “the north wind”. Both complexes so are defined for their form of the plant

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To flank: vision of the blocks of the “coils”


Archittetura

NON È IL CASO DI RISTRUTTURARE ? IT ISN’T THE CASE TO RESTRUCTURE?

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ono interventi di manutenzione ordinaria quelli rivolti principalmente al mantenimento in efficienza di un impianto (p.e. il rifacimento dell’impianto elettrico vecchio con uno a norma, il rifacimento dei sanitari di un bagno, la sostituzione di un discendente di scarico acque) o il suo ampliamento (p.e. aggiungere una lampada a muro, mettere un secondo lavabo nel bagno), al mantenimento dell’igiene e della pulizia dei locali (p.e. ripitturare una parete, anche sostituendo l’intonaco, sostituire le piastrelle del bagno). Nella manutenzione ordinaria rientrano anche le opere per la sostituzione degli infissi (porte e finestre, oppure l’installazione della porta blindata in luogo della precedente) e, anche, le opere relative alla realizzazione di vani di passaggio o spostamenti di porte, purché venga mantenuto l’impianto originario della casa. Queste opere sono ammesse spesso non in modo esplicito, perché sono al limite della confusione con la manutenzione straordinaria. Tuttavia, alcune sentenze giudiziarie le equiparano alla

manutenzione ordinaria e alcuni regolamenti edilizi comunali le citano esplicitamente come tali. Gli interventi di manutenzione ordinaria non sono soggetti a alcuna autorizzazione: rientrano, infatti, tra le opere che non necessitano di autorizzazione edilizia. Se l’edificio tuttavia è vincolato dalla sovrintendenza ai beni architettonici (in base al d.lgs. n.42/2004) potrebbe essere richiesta l’autorizzazione della stessa (p.e. in un edificio storico con un affresco alle pareti non possiamo ripitturare le pareti o farvi passare degli impianti, perché sarebbe una violazione dell’integrità dei beni culturali, anche, ovviamente, se l’edificio è privato). Questa affermazione vale per ogni intervento edilizio. L’articolo 3, comma 1, lett. a) del D.P.R. 380/2001 definisce interventi di manutenzione ordinaria “gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti”.

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hile the web is makin changes to communication and work organisation methods, t is also revolutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving products of widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Taking up a reflection by Paolo Galluzzi on the prospects for Digital Libraries at the “Cultural Heritage On Line” conference held in Florence last December, there is by now no doubt “that the implications of the web are even more revolutionary than those generated by the nvention of printing”. Consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, while the advent of the Internet has generated a very different context in which “the paradigm of change in continuity” that had characterised the diffusionof printing, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”.


collegi definita “l’aquilone” The fatiscente aspect of this part of the colleges is noticed defined “the north wind”

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Notasi l’aspetto fatiscente di questa parte dei


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Archittetura


Un conto è saper progetttare un edifico dalle grandi dimensioni pensando alla bellezza estetica, un conto è progettare pensando ad uno spazio vivibile ma allo stesso tempo che non necessiti di grandi opere di ristrutturazione An account is to know to plan builds up from the great dimensions thinking next to the aesthetic beauty, an account is to plan at the same time thinking to a vivibile space but that it does not need of

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great works of restructure


Interior design Stile Design 12

Casamania: i nuovi e innovativi prodotti Casamania: the new and innovative products


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STUDENT’S DESIGN


Interior design

GIOVANI: ciò che è trend e ciò che potrebbe esserlo YOUNG PEOPLE: this that are trend and this that could be it

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Che cos’è lo Student’s Design? Casamania è il brand che sta consolidando una precisa identità rispetto alla struttura iniziale di Frezza dedicata all’ufficio, spaziando nel mondo del progetto a 360 gradi con un universo di oggetti che vanno dai sistemi d’arredo alle sedute e alle luci, fino ai complementi. Una produzione in piena esplosione, rivolta principalmente al mondo della casa ma adatta anche al contract e agli ambienti di lavoro. Infatti, nata nel 1984, Casamania by Frezza è riuscita in pochi anni di attività a crescere notevolmente, come testimoniato non solo dal suo attuale assetto strutturale ma anche dalla penetrazione raggiunta sul mercato italiano e su quello internazionale. Casamania si è posta come obiettivo primario di offrire al mercato dei prodotti accattivanti, ricchi di valenze funzionali ed estetiche, idonei alle possibilità interpretative più diverse. Prodotti con i quali è facile realizzare soluzioni d’arredo piene di fantasia, di colore, del tutto appropriate per vivere con allegria e disinvoltura la propria casa. L’azienda ha maturato un’esperienza nel complemento, ma soprattutto nei sistemi modulari che si adattano a ogni situazione e a qualsiasi ambiente: dall’abitazione, allo studio, all’ufficio o al negozio. Cuore del brand è il concetto di innovazione. La ricerca costante di nuove forme e materiali offre ai clienti di Casamania la possibilità di circondarsi di og-

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ust recently, a number of books on the subject of the meeting between art and new technologies have finally been published. What is special about them is that they are not just publications of the proceedings of specialist conferences, or monographic exhibition catalogues, and they are not exclusively targeted to specialists in the sector, but attempt, using a variety of diffediffe rent objectives and approaches, to give more organic descriptions and make more exhaustive analyses. Almost all these books were written by curators or teachers of AFAM (arts and music). Le arti multimediali digitali. Storie, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio, edited by Andrea Balzola and Anna Maria Monteverdi, and first published by Garzanti in 2004, is currently being reprinted. This book concon tains contributions from leading Italian and foreign specialists in the sector, multimedia scholars and artists, and provides an extensive and analytical panorama of the impact that new electronic technolotechnolo gies have had on the various arts, on the role and function of the artist and the public, and on the modern theories of aesthetics and communicommuni cation.


Casamania: lampada A destra: student’ s design Casamania: lamps

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To right: student’ s design


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Interior design


Si possono notare il nuovo stile Casamania che perfettamente si addice allo Student’s design They can be noticed the new Casamania style that perfectly bes suit for Student’ s design

un linguaggio in cui le culture si confrontano e contaminano, cambiano ed evolvono. I prodotti Casamania sono stati scelti per arredare vari set televisivi in Italia e all’estero. Casamania è un marchio in costante evoluzione, contraddistinto dall’ energia e dalla passione dei ragazzi che costituiscono il team aziendale e che con la collaborazione di designer dal forte impegno creativo, continua a costruire il proprio dinamico ed affascinante futuro.rte nell’epoca della sua producibilità digitale, a cura di Antonio Caronia, Enrico Livraghi e Simona Pezzano, edizioni Mimesis, non descrive soltanto il fenomeno dell’arte digitale, ma ne fornisce delle chiavi interpretative, con diversi approcci disciplinari affidati a diversi collaboratori. Si identificano le nuove aree di ricerca e le nuove figure artistiche emergenti, si esplora lo sviluppo dell’arte interattiva fino alle molto discusse sperimentazioni bio-tecnologiche, si focalizza il dibattito sull’”arte della Rete”, si approfondiscono le trasformazioni del linguaggio cinematografico indotte dal digitale e si delineano nuovi scenari filosofici e antropologici prodotti dall’impatto del mondo digitale sulla società e anche sulla psiche contemporanea. Nel 2007 Alessandro Amaducci pubblica Anno zero. il cinema nell’era digitale, edizioni Lindau, dove si evidenzia come le nuove tecnologie digitali contribuiscano oggi in misura sempre più rilevante alla definizione di una nuova forma di cinema. Dal video analogico al video digitale, dall’Alta Definizione Analogica all’Alta Definizione Digitale. SpeStile Design 17

getti caratterizzati da spirito di freschezza e modernità. Grazie anche alla collaborazione di alcuni tra i massimi designer del panorama internazionale e giovani talenti, gli oggetti prodotti offrono una nuova visione dell’arredamento come espressione di stile, filosofia e personalità. Nuova visione che è stata colta e apprezzata sia dal pubblico che dai professionisti del settore, così come testimoniano i vari premi internazionali ricevuti: Opus Incertum ha vinto il premio “Design Distinction” dalla rivista americana I.D.; Vad e Simpaty hanno ricevuto il premio “Young & Design”, lo sgabello Kant è stato nominato per il concorso ‘Pulchra – le 10 cose più belle del mondo... I prodotti Casamania sono stati inseriti in varie mostre e manifestazioni di livello internazionale, tra le quali la collezione permanente del Triennale Design Museum, Milano; la collezione del Museo Nazionale di Arte Moderna Centre Pompidou di Parigi; la collezione del Museum fur Kunst und Gewerbe di Amburgo e la mostra permanente del Museu d’Arts Decoratives di Barcellona. Con un’attenzione particolare al mondo dell’arte, Casamania ha iniziato una collaborazione triennale con la Biennale di Venezia come sponsor ufficiale della 52. Esposizione Internazionale d’Arte (2007), dell’ 11. Mostra Internazionale di Architettura (2008) e della 53. Esposizione Internazionale d’Arte (2009), un impegno strettamente legato al ruolo centrale che il mondo dell’arte ha nella filosofia aziendale, un mondo in grado di intuire gli affascinanti scenari del futuro ed


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rimentatori del video e cineasti di diversa provenienza dimostrano con le loro opere la “libertà espressiva e l’autonomia al tempo stesso creativa e produttiva” dei nuovi formati. Un ambiente “reattivo” per la performance, situatedness, embodiment, intelligenza artificiale, emergenza, autonomia, autosufficienza sono tutte “parole chiave” che attualmente costituiscono interessanti ricerche sull’intelligenza artificiale. Per esempio, non è l’informazione in sé che si deve considerare come determinante della possibilità di modificare l’ambiente, ma la sua reale attuazione nell’ambiente stesso, responsive architecture, domotica, forze ambientali, cioè una informazione situata attraverso tutto il supporto corporeo (la danza). Quindi le diverse formazioni artistiche, coreografia, architettura, danza e suono, condividono un processo fin qui sconosciuto con le formazioni scientifiche dei ricercatori informatici che operano con il motion capture e il motion graphics, e permettono di trasferire sulla scena, in real time, strumentazioni di alta qualità tecnologica. Tra il set tecnologico e il corpo danzante si realizza un immaginario digitale che offre inedite «modellazioni» tra la materia “vivente e quella non vivente”, nella direzione specifica della «teoria dell’emergenza», applicata ai processi della nuova «robotica» e nella «vita artificiale». La danza è la materia vivente che convive con il suo passaggio in digitale (dematerializzazione) e il sistema di «cattura» (motion capture) e di trasfigurazione (motion graphics) sono parte integrante del programma coreografico e del sistema spaziale, dove le parti vive interagiscono con quelle simulate. I corpi inerti e le forze vive si situano nello spazio “stereoplastico” della scena, e predispon-

gono gli autori e gli spettatori alla comune immersione multipercettiva, proposta dalle diverse cinetiche che i corpi vivi e quelli digitali predispongono. Già dalle avanguardie degli Anni Venti si operano esercizi di fusione tra le diverse discipline, oggi sono i performer del digitale che in «tempo reale» catturano la danza fluida e la mutano in frammentazioni solide di coreografia digitale, oppure in spazi fluenti di architettura viva. Risulta quindi necessario rinnovare il concetto di perfomance e le modalità creative verso il corpo, per individuare e mettere a punto le tecnologie corpore e necessarie per farsi spazi dal sé mobile. La motion capture è un sistema tecnologico costituito da un certo numero di telecamere, che si comportano come super occhi e “catturano” l’ambiente responsivo nel quale si situano. In specifico quello che ci interessa della motion capture è la cattura dei corpi danzanti: le telecamere a raggi infrarossi della stereometria optoelettronica, si situano nello spazio scenico e attraverso i loro coni ottici e le intersezioni che ne derivano, circoscrivono un ambiente sensibile, disposto alla cattura digitale dei corpi vivi. L’idea “liquida” della formazione digitale è guidata dai dati informatici e dalla “presenza” interattiva dei danzatori, che attraverso un comportamento bottom-up, dal basso verso l’alto acquisiscono la loro “necessità artistica”.

Altri prodotti Casamania Other objets by Casamania


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Interior design

Questa foto dimostra come un industria quale Casamania riesca ad applicare un semplice ma efficace design alla Mediateca This photo demonstrates as an industry which Casamania succeds to apply to a simple but

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effective design to the Mediateca


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Designer


Parola Chiave: Creatività! Key Word: Creativity

Parlando di grandi designer è inevitabile non pensare ad un genio creativo quale Bruno Munari. Con le sue opere grafiche, i giochi per bambini, le sue sculture e i suoi oggetti del design, senza dimenticare i suoi libri illeggibili; emerge come uno dei più importanti personaggi del 20° secolo. Speaking about large designer it is unavoidable not to think to a genius creative which Bruno Munari. With its graphical works, the toys for children, its sculptures and its objet of the design, without to forget its “illeggibili” books; he was one of the more important

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personages of 20th century.


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A fianco: foto libri di bruno Munari a cura di Laura PIzzato Flank: photo books of tawny Munari by Laura Pizzato

B R U N O MUNARI È Sta per partire un viaggiko verso l’universo di uno dei più importanti grafici della storia. Già definire Bruno Munari solo grafico non è corretto poichè lui fu (lo scopriremo durante questo “escursus”) molto di più: rappresentò (e incarna tuttora) la figura del Creativo per eccellenza. Per celebrare al meglio la sua memoria, nel centenario della sua nascita, proponiamo questa serie di articoli che lo riguardano. Sono le sue stesse idee a fare di egli un personaggio fantastico nonchè dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco.

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Though the evolution caused by the invention of printing was profound and had epoch-making consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, while the advent of the Internet has generated a very different context in which “the paradigm of change in continuity” that had characterised the diffusionof printing, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”. The advantages of digital consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, while the advent of the Internet.


Designer

UNA NE PENSAVA E MILLE NE FACEVA IT THOUGHT SOME AND THOUSANDS OF IT MADE

È

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stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra. Munari partecipa giovanissimo al movimento futurista, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea (1930), primo mobile nella storia dell’arte, e le macchine inutili (1933). Verso la fine degli anni ‘40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, una delle prime installazioni nella storia dell’arte, quasi coeva, benché precedente, all’ambiente nero che Lucio Fontana presenta nel 1949 alla Galleria Naviglio di Milano. Nel 1950 realizza la pittura proiettata attraverso composizioni astratte racchiuse tra i vetrini delle diapositive e scompone la luce grazie all’uso del filtro Polaroid realizzando nel 1952 la pittura polarizzata, che presenta al MoMA nel 1954 con la mostra Munari’s Slides. È considerato uno dei principali protagonisti dell’arte programmata e cinetica, ma sfugge per la molteplicità delle sue attività e per la sua grande ed intensa creatività ad ogni definizione, ad ogni catalogazione. Nato a Milano, Bruno Munari passò l’infanzia e l’adolescenza a Badia Polesine. Nel 1925 tornò a Milano per lavorare con lo zio ingegnere. Nel 1927 cominciò a frequentare Marinetti e il movimento futurista, esponendo con loro in varie mostre. Tre anni dopo si associò con Riccardo Castagnedi (Ricas), con cui lavorò come grafico fino al 1938. Nel 1930 realizzò uno dei primi mobile della storia dell’arte, noto con

T

he web is making changes to work organisation methods, it is also revolutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving products of widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Though the evolution caused by the invention of printing was profound and had epoch-making consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, while the advent of the Internet has generated a very different context in which “the paradigm of change in continuity” that had characterised the diffusionof printing, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”. The advantages of digital technology in terms of transmissibility and accessibility of information, research potential, emoval of limits to space and time, archiving and preservation, together. The web is making changes to communication and


Autoritratto di Munari A sinistra: una sua foto Selfs-portrait of Munari

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On the left: a its photo


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A fianco: una pagina dei libri di Munari Qui sopra: un altro libro gioco, le sue famose “forchette parlanti”; e uno dei suo libri “illeggibili“ Bruno Munari


To flank: a page of the books “game” of Munari Here over: an other book game, its famous “speaking forks”; and one of its “illeggibili“ books Bruno Munari

work organisation, it is revolutionising the production and use of culture, both mass and specialist, involving productsof widespread consumption and going on to deeply influence the world of cultural assets. Taking up a reflection by Paolo Galluzzi on the prospects for Digital Libraries at the “Cultural Heritage On Line” conference held in Florence last December, there is by now no doubt “that the implications of the web are even more revolutionary than those generated by the nvention of printing”. Though the evolution caused by the invention of printing was profound and had epoch-making consequences, “it did not radically change information classification systems, neither did it significantly modify the relationship between the authors and the users of knowledge”, nting, “cannot be applied to the passage from the civilisation of the book to that of the web”.

Stile Design 29

il nome di macchina aerea e che Munari ripropose nel 1972 in un multiplo a tiratura 10 esemplari per le edizioni Danese di Milano. Nel 1933 proseguì la ricerca di opere d’arte in movimento con le macchine inutili, oggetti appesi, dove tutti gli elementi sono in rapporto armonico tra loro, per misure, forme, pesi. Durante un viaggio a Parigi, nel 1933, incontrò Louis Aragon e André Breton. Dal 1939 al 1945 lavorò come grafico presso l’editore Mondadori, e come art director della rivista Tempo, cominciando contemporaneamente a scrivere libri per l’infanzia. Negli anni cinquanta le sue ricerche visive lo portano a creare i negativi-positivi, quadri astratti con i quali l’autore lascia libero lo spettatore di scegliere la forma in primo piano da quella di sfondo. Nel 1951 presenta le macchine aritmiche. Degli anni ‘50 sono anche i libri illeggibili. Nel 1954 utilizzando le lenti Polaroid costruisce oggetti d’arte cinetica noti come Polariscopi grazie ai quali è possibile utilizzare il fenomeno della scomposizione della luce a fini estetici. Nel 1953 presenta la ricerca il mare come artigiano recuperando oggetti lavorati dal mare, mentre nel 1955 crea il museo immaginario delle isole Eolie. Nel 1958 modellando i rebbi delle forchette crea un linguaggio di segni per mezzo di forchette parlanti. Nel 1958 presenta le sculture da viaggio. Nel 1959 crea i fossili del 2000. Negli anni sessanta Munari sente un’affinità crescente con il design ed il packaging della tradizione giapponese. Nel 1965 a Tokyo progetta una fontana a 5 gocce che cadono in modo casuale in punti prefissati, generando una intersezione di onde, i cui suoni, raccolti da microfoni posti sott’acqua, vengono riproposti amplificati nel loco dell’installazione. Negli anni ‘60 si dedica: alle opere seriali con realizzazioni come aconà biconbì, sfere doppie, nove sfere in colonna, tetracono o flexy; alle sperimentazioni cinematografiche con i film i colori della luce, inox, moire, tempo nel tempo, scacco matto, sulle scale mobili; alle sperimentazioni visive con la macchina fotocopiatrice; alle performance con l’azione far vedere l’aria. Infatti, insieme a Marcello Piccardo e ai suoi cinque figli a Cardina, sulla collina di Monteolimpino a Como, tra il 1962 e il 1972 ha realizzato pellicole cinematografiche d’avanguardia. Da questa esperienza la nascita della “La collina del cinema”. Nel 1974 esplora le possibilità frattali della curva che prende il nome del matematico italiano Giuseppe Peano, curva che Munari riempie di colori a scopi puramente estetici. Nel 1977 crea il primo laboratorio per bambini in un museo, presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Negli anni ‘80 e ‘90 realizza diversi cicli di opere: le sculture filippesi, le costruzioni grafiche dei nomi di amici e collezionisti, i rotori, le strutture alta tensione (1990), le grandi sculture in acciaio corten esposte sul lungomare di Napoli, Cesenatico, Riva del Garda, Cantù, gli xeroritratti, gli ideogrammi materici alberi (1993). Dopo vari e importanti riconoscimenti Munari realizzò la sua ultima opera pochi mesi prima di morire a 91 anni nella sua città natale.


Designer

QUANDO SCATTA L’ORA X WHEN IT RELEASES THE X-HOUR

R

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ealizza la prima opera cinetica Ora X (prodotta in multipli nel 1963) in cui le tre lancette di una sveglia, costituite da semidischi di grandezza diversa e realizzati con materiale trasparente nei tre colori primari, ruotano si sovrappongono e creano così forme e colori diversi. Del 1947-48 realizza la serie Concavo-Convesso, oggetti tridimensionali in rete metallica che presentano analogie con gli studi di Max Bill sulle forme geometriche non euclidee, sospesi e sensibili agli spostamenti d’aria sono illuminati da una luce puntiforme fissa che proietta sulla parte ombre sempre nuove. Una delle peculiarità di Munari è la mancanza di pregiudizi intellettuali: ciò gli ha permesso di assimilare alcuni temi base delle avanguardie storiche, sviluppati e ri· dottii all’interno del suo sistema; per questo era essenziale cercare i nessi - più o meno evidenti - con figure emblematiche dell’arte contemporanea, quali PauI Klee o Piet Mondrian: la figura di Munari emergerà integra attraverso questi confronti, quindi pet affinità e contrasto. Ci si accorgerà che misurarsi con questo artista significa misurarsi con i problemi, i temi e i miti dell’arte d’oggi. Anche per questo la distinzione tra artista e designer è inutile. Le due attività sono certo diverse per quanto tra loro esistano, se non saldature, punti di contatto. Il fatto è che per un utile accostamento a Munari, occorte risalire al ptoblema del metodo, delle sue forme intervento nel mondo: altrimenti non se ne capisce la sottile coerenza del fare arte con strumenti matematici e di introdurre, parallelamente, il concetto di « inutilità» nel design. Sarebbe stato il caso di evitare entrambi i termini e parlare, ad esempio, di “operatore visuale”. Il nostro scopo è, infine, quello di delineare atteggiamenti, opere e operazioni di Munari per sotrolinearne la presenza attiva nell’arte, le sue risposte, l’unità deI suo mondo, resistendo alla tentazione di fare opera esaustiva e rinunciando così anche alla delineazione biografica, volendo semplicemente offrire un suggerimento di lettura stimolante.

T

he three projects express three different concepts of the relationship between the body and technology. In Montinari's project, technology is considered as a tool of expression; microsensors on the elastic suit allow the body and its movements to be electronically tracked, translated into music and thus allow the ballerina to dance to the music generated by her body. In Patrizia Perco's project, the technological equipment is used for medical purposes and therefore possesses a mainly functional matrix; even so, it still has an aesthetic quality as it is used to design the body. Francesca Guarneri’s jewel - a small hollow earthenware sphere containing a tiny plant attached to a gold wire and worn around the neckcacy and magic of a real plant, tells us what is nity.


Sopra L’ ora x, una serie di orologi in una stanza. A lato, Prototipo degli orologi dell’ Ora x. Over the ora x, a series of clocks in a room. To side, Prototype of the

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clocks of the Ora x.


Stile Design 32

Fashion design


FA S H I O N ESPRESSION Il tutto consiste nel sbizzarirsi con stoffe e modelli

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All it consists in amusing itself with materials and models


Fashion design


Fantasia & Moda Fantasy and fashion domina in questi due abiti uno completamente a fantasia e l’altro (in basso) e nero con dettagli con motivo decorativo The fantasy is all, the creativity completely dominates in these two dresses to fantasy and an other and low black with details with decorative reason

Q

uest’epoca ha messo in crisi molti dei riferimenti cui ci siamo rifatti in precedenza dal punto di vista etico e, aggiungerei senz’altro, anche estetico; ha palesato la potenza incontrollata di un linguaggio trasversale, basato su media, reti e interattività, ormai diffuso in tutti gli spazi del nostro quotidiano oltre che largamente espanso sulla superficie del pianeta e inesorabilmente penetrato nelle culture al punto di forzare le diversità, appiattendole o esasperandole. Tutto ciò comporta che chi si vuole avvicinare a questo mondo dal punto di vista espressivo, ne abbia chiara la complessità e la delicatezza. Chi si avvicina con la curiosità esplorativa e con volontà di ricerca che da sempre contraddistinguono il fare artistico, senta su di sé l’impegno di trattare una materia cruciale non solo nei confronti del sistema arte ma per la società del futuro. Una fase storica, che ci chiede infatti il coraggio sia di abbandonare l’atteggiamento euforico e spesso acritico nell’ avvicinare questi mezzi e questi linguaggi. Sia quello, presuntuoso e anacronistico, che li sottovaluta nell’uso strumentale semplicemente al servizio dell’artista o del comunicatore. E pur mantenendo l’impegno di una grande capacità esplorativa e di disponibilità al nuovo occorre intrecciarlo alla consapevolezza degli effetti, delle ricadute negative, delle conseguenze. Del resto, che la tecnologia abbia un valore simbolico sul modo di pensare il nostro mondo ce lo può insegnare proprio la storia dell’arte. La prospettiva nel XV sec., che pure era strumento geometrico, quindi tecnico di rappresentazione, certo non nascondeva il suo essere, anche e soprattutto, pensiero sull’uomo e sul mondo. Dalla centralità del punto di vista dell’uomo sul mondo, stiamo forse scivolando oggi alla centralità delle nostre responsabilità di uomini verso il mondo. In questa visione, che ho appena sfiorato, può risultare già chiaro il Stile Design 35

La fantasia è tutto, la creatività


Fashion design Si noti l’eleganza e la freschezza di questi abiti con fantasie geometriche i cui colori sono risaltati dai tessuti You notice the elegance and the fresch of these dresses with geometric fantasies these colors are risaltati by the women ones

perché ritengo cruciale che le nostre scuole artistiche, che hanno così grande tradizione, siano nel dovere di occuparsi di tutto ciò e debbano essere in prima linea in questo processo di cambiamento. In questo periodo mi è capitato frequentemente di ritrovarmi a parlare, e qualche volta collaborare, con scienziati che si stanno occupando di problemi delicati della nostra contemporaneità, legati anch’essi alle applicazioni tecnologiche. Ogni qualvolta in queste discussioni, piene di preoccupazione, si è arrivati allo stesso punto: la necessità della vicinanza all’esperienza dell’arte come riferimento e visione per comprendere o per essere sollecitati a trovare il punto limite o di senso, insomma l’orizzonte immaginario entro cui collocare le proprie ricerche. E tutti sappiamo quanto ci sia bisogno che, anche nella impressionante fuga della ricerca scientifica e tecnologica, si ritrovi il senso dell’equilibrio, della effettiva necessità, della felicità della scoperta utile. Innovare o inventare, potrebbero definirsi anche nella virtuosa, creativa e saggia capacità di utilizzare l’enorme potenziale che abbiamo creato, piuttosto che nell’inoltrarci ancora in un inesorabile cammino fine a se stesso. Questo, a mio avviso, vale per la scienza e vale anche per l’arte. Credo che nella veste di educatori ci si debba occupare di fornire un quadro di complessità, di responsabilità oltre che ovviamente di sollecitare lo stimolo felice alla creazione. Valorizzare maggiormente la relazione con i linguaggi delle nuove tecnologie nell’ambito dell’istruzione artistica è indispensabile, come dimostrano ormai da tempo le istituzioni analoghe di tutta Europa. Ma occorre farlo con un nostro percorso. Affiancandosi, senza contrapposizione, alle espressioni più tradizionali; cercandone la continuità. Nel caso del nostro territorio e della nostra storia, questo fattore può farci ritrovare gli elementi di una identità, di una unicità culturale, proprio in un sistema ibrido e globalizzato come quello del multimedia. Sono i giochi e le fantasie delle stoffe che caratterizzano lo stile They are the games and the fantasies of the materials

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that characterize the style


stile fresco e orientale In this it can be breathed a fresh style and oriental

A

lthough art has distinguished itself as a cultural resource of primary importance as well as being one of the driving forces behind the economic development of our country, education and training in this sector are scarcely recognised and little valued. Vice versa it is art itself - in its widest sense as “the production of aesthetic objects” - that is behind the international success enjoyed by “Made in Italy”. Not coincidentally, aesthetics are the primary factor behind the competitiveness and success of all of the leading sectors in the Italian economy (fashion, furnishings, design, etc.). Furthermore, the stratified artistic heritage of our country, apart from being a priceless cultural resource, is one of the most important factors of development for the national tourist industry. Education and training in these sectors – both in the more traditional figurative arts and in the dramatic arts (painting, sculpture, set design, music, dancing, drama), as well as those which preserve, protect and enhance the arts require an educational model which guarantees a true “experience in doing”. This holds all the more true for those arts with a greater degree of orientation towards design and innovation (fashion, interior design, graphics, multimedia, etc.). In this respect, Institutes for Higher Education in the Arts and Music, which tend, by nature, to combine “knowledge” with “know how”, are the most suited to provide education and training in the arts. The monographic look chosen for the magazine - whose first article is “Technological innovation and new languages” - apart from trying to avoid the excessive “self-referencing” which is so typical of this system, aims to present the arts sector in Italy as a culturally lively and modern “place” which favours synergies and artistic contaminations while and on building networks and places where artistic research can be encouraged as well as reclaiming a rich tradition, promoting an Italian cultural identity in the arts and in the manufacturing sector with a highly developed aesthetic content.

Anche in questo caso è la lavorazione che fa risaltare i dettagli Also in this case it is the working that puts in prominence the details Stile Design 37

In questo si può notare uno


Stile Design 38

Eventi design


Torino 2008 1° World Design Capital

Il 30 settembre 2005 l’Icsid, International

The 30 september the 2005 Icsid, International

Council of Societies of Industrial Design,

Council of Societies of Industrial Design, have

ha conferito alla città di Torino la nomina a

conferred to the city of Turin the nomination

prima World Design Capital, riconoscendo

first World Design Capital, recognizing to the

alla città di Torino ed al territorio piemontese

city of Turin and the “piemontese” territory a

un ruolo cruciale a livello internazionale.

crucial role to international level. The territory

Il territorio è contraddistinto da numerose

is marked by numerous excellence in the field

eccellenze nel campo del design. Cogliendo

of the design. Picking this challenge, the city

questa sfida, la città di Torino è fiera di essere

of Turin is fair of being “beta-tester” of the

“beta-tester” del programma World Design

World program Design Capital, promoted

Capital, promosso dall’International Design

from the International Alliance Design (Ida)

Alliance (Ida) e condotto dall’Icsid: un titolo

and lead from the Icsid: a title that does not

che non ha precedenti nella storia e che

have precedence in the history and that it is

viene accolto come grande occasione per

received like great occasion in order to design

disegnare nuove vie di sviluppo per il territori

to new ways of development for the territories

Il palazzo in cui si sono tenute innumerevoli manifestazioni The palace in which many

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manifestations have been kept


Non solo Icograda... Not only Icograda ...

I

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l Comitato Organizzatore di Torino World Design Capital ha commissionato a Astra Ricerche, Istituto specializzato in ricerche sociali e di marketing, una ricerca finalizzata a rilevare la percezione dell’attività di Torino World Design Capital*. I rispondenti sono risultati per il 60% uomini; per il 30% men che 35enni, per il 35% 35-44enni, per il 18% 45-54enni e per il restante 17% ultra54enni. Dominano i laureati (86%), per quasi un terzo dotati di specializzazione o di un master post-universitario. Il 35% degli intervistati è stato organizzatore di uno o più eventi/iniziative nell’ambito di Torino 2008 World Design Capital, il 31% è designer/progettista/architetto, il 23% è semplice cittadino interessato e curioso, il 22% è rappresentante di un’impresa privata o pubblica e l’11% di un ente pubblico o della Pubblica Amministrazione, il 14% è membro di associazioni professionali, il 10% è pubblicitario o esperto di relazioni pubbliche, il 7% giornalista, il 9% altro operatore professionale, il 3% studente. Il 73% dei partecipanti al sondaggio conosce Torino 2008 World Design Capital; il 27% che non ha mai sentito nominare questa

J

ust recently, a number of books on the subject of the meeting between art and new technologies have finally been published. What is special about them is that they are not just publications of the proceedings of specialist conferences, or monographic exhibition catalogues, and they are not exclusively targeted to specialists in the sector, but attempt, using a variety of different objectives and approaches, to give more organic descriptions and make more exhaustive analyses. Almost all these books were written by curators or teachers of AFAM (arts and music). The historical excursus starts from the utopias of combining the arts (from Wagner to the historical avant-garde) and ends with present-day interactive digital arts. In 2005, Meltemi published Multimedia. L’incrocio dei linguaggi comunicativi, a book with DVD by Lorenzo Taiuti, which analyses the specific nature of the various media and how they interact in the digital revolution era, changing and generating an evolution in aesthetics and communication. The volume covers both technological arts and innovation in the areas of didactics, museums and “Public Art”.

Immagini riguardanti Icograda:

Regarding images Icograda:

un importante manifestazione

an important manifestation

per gli appassionati e in

for the fans and in general

generale per i Grafic Designer

terms for the Grafic Designer


Stile Design 41


Eventi design Stile Design 42

organizzazione in quattro casi su cinque ha comunque partecipato a uno o più eventi da essa organizzati. È stata analizzata la conoscenza di tredici eventi realizzati a Torino nel corso del 2008. La metà di questi è stata conosciuta da almeno tre intervistati su quattro: in ordine decrescente ‘Dream, l’auto del futuro dal 1950’, ‘Olivetti, una bella società’, ‘L’oro del design italiano’, ‘Torino Geodesign’, ‘Roberto Sambonet’, ‘Enzo Mari’ e ‘Flexibility’. Con l’eccezione dell’evento dedicato a “Lovegrove” e “Sagmeister” le altre manifestazioni sono risultate note ad una netta maggioranza tra il 71% e il 59%: ‘International Design Casa’, ‘Piemonte Torino Design’, ‘Designing connected places’, ‘La collezione Von Vegesack’, ‘D come design’. Molto elevata è stata la partecipazione ai tredici eventi succitati, con l’eccezione di ‘Designing connected places’. In questa classifica il primo posto spetta a ‘Dream, l’auto del futuro’, seguita da ‘L’oro del design italiano’, da ‘Torino Geodesign’ e da ‘Flexibility’. Seguono, la mostra di Sambonet e quella sulla Olivetti; un po’ in basso troviamo ‘International design casa’, la mostra di Enzo Mari, quella della Collezione Vegesack e ‘Piemonte Torino Design’. Su valori inferiori, pari a circa un sesto del totale, ‘Lovegrove e Sagmeister e ‘D come design’. Per ciascuno degli eventi visitati è stato chiesto ai parteci-

panti di dare una valutazione. I risultati sono stati assai positivi. Infatti solo ‘Flexibility’ e ‘International design casa’ sfiorano una valutazione discreta. All’opposto, vivo entusiasmo ha riguardato ‘Designing connected places’, “Dream, l’auto del futuro dal 1950”, le lezioni di Lovegrove e Sagmeister. Ma valutazioni positive hanno avuto la Collezione Von Vegesack, la mostra su “Una bella società”. Il numero di iniziative/manifesta-zioni/eventi organizzati nell’ambito di Torino 2008 World Design Capital ne hanno indicate 180, ossia un numero amplissimo, pur se solo il 23% ha colto l’effettiva, strepitosa articolazione di questo specifico tipo di ‘offerta’, superando con esattezza il numero di 300 eventi indicati come attuati nel corso dell’anno. Emerge che su un unico aspetto i critici prevalgono sui soddisfatti: ed è quello che riguarda la quantità della comunicazione ed il connesso coinvolgimento dei media e della popolazione. Per tutte le altre ‘dimensioni d’immagine’ prevalgono sempre i ‘positivi’: apprezzata è stata la qualità del programma complessivo la simpatia e il calore delle intraprese e dell’organizzazione, il contributo al rafforzamento dell’immagine di Torino, la qualità dell’organizzazione, il contributo alla diffusione della cultura, l’ampiezza e la qualità dei rapporti con gli ‘addetti ai lavori’, l’ innovatività e anzi l’originalità dell’in-


Altre fotografie riguardante

Other photographies regarding

le manifestazioni del

the manifestations of the

design tenutesi a Torino

design held to Torino

apprezzata per la qualità dei programmi, la capacità relazionale, l’abilità nel coinvolgere i mondi più diversi. Il risultato è che il 94% chiede che questa bella storia non finisca qui. Anche a giudizio dei ricercatori, Torino 2008 World Design Capital è stato un altro tassello importante del processo ormai più che decennale che ha portato ad un miglioramento dell’immagine di Torino e della sua gente, secondo un percorso articolato che ha avuto nelle Olimpiadi invernali il suo principale elemento di successo e nel panorama variegato e multicentrico del design un ulteriore step rilevante. Quest’epoca ha messo in crisi molti dei riferimenti cui ci siamo rifatti in precedenza dal punto di vista etico e, aggiungerei senz’ altro, anche estetico; ha palesato la potenza incontrollata di un linguaggio trasversale, basato su media, reti e interattività, ormai diffuso in tutti gli spazi del nostro quotidiano oltre che largamente espanso sulla superficie del pianeta e inesorabilmente penetrato nelle culture al punto di forzare le diversità, appiattendole o esasperandole. Proprio perché l’arte, può essere oggi elemento determinante in grado di ridefinire una sensibilità, di produrre suggestioni, immaginazioni fondamentali nella direzione di un cambiamento più equilibrato e più partecipato nella società.

Stile Design 43

sieme e di molte sue parti, la qualità della comunicazione. A conclusione del questionario è stato chiesto agli intervistati come dovrebbe evolvere l’esperienza di Torino 2008 quale capitale del design. Una quota bassa, suggerisce di proseguire con poche attività molto selezionate e di qualità, mentre il 14% è favorevole alla ripetizione dell’anno torinese del design ogni quattro anni, con regolare cadenza simil-olimpica. In effetti, il partito di maggioranza è quello che auspica la prosecuzione regolare ogni anno tramite varie attività di qualità, mentre il restante 24% pretende sì la non interruzione di questa esperienza ma a condizione che vengano introdotti dei correttivi. In definitiva Torino 2008 World Design Capital può essere valutato come un grande successo: ha promosso un numero straordinariamente ampio di iniziative/ attività/manifestazioni/eventi; è riuscito, malgrado le limitate risorse destinate alla comunicazione, a coinvolgere una fetta della popolazione e la quasi totalità degli ‘addetti ai lavori’, ottenendo una notorietà delle principali iniziative e una partecipazione a molte. Torino 2008 World Design Capital ha visto la realizzazione di una quindicina di eventi top, sostenuti da un consenso diffuso. Inoltre ha goduto di un’organizzazione flessibile, giovane ed entusiasta, che è stata


Libri

Stile DESIGN consiglia... Style DESIGN advises…

Design in Italia Dietro le quinte dell’ industria

di Guda Dworschak, Milano 2008 (pp. 240, € 55,00)

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L’atlante ragionato che Stefano Casciani dedica al design italiano, è una ricognizione che ripercorre le vite dei migliori designer, imprenditori,distributori.

Nonostante la parola design sia universale dal libro risulta come il design italiano di qualità sia raro. Gli imprenditori che hanno spostato le cose sono quelli presenti nel libro. Casciani screma ciò che costituisce la quantità delle aziende da chi ancora è legato a una forma di ricerca. Secondo la logica italiana il libro è tarato su figure che passano attraverso l’obiettivo di Tom Sandberg. Il fotografo norvegese colloca questi personaggi in una dimensione sospesa: attivi ma destinati alla storicizzazione. 

Il libro restituisce attraverso questa ricognizione sulle aziende ristabilisce

i pesi, spostando sugli imprenditori la responsabilità del design italiano. Le storie aziendali hanno bruciato il proprio passato. La storia ufficiale si mescola a brani di un’autobiografia del design vissuta da Casciani in prima persona lungo gli anni Ottanta e Novanta, con prospezioni da cui risultano una tensione e un senso di una comunità pur fra le diverse posizioni progettuali.

della techno-city trascende le ideologie, attraversa i confini e si espande per tutto il XX secolo. Va da Norris, città della Tennessee Valley Authority a Torviscosa costruita dal governo fascista nel Veneto.

Cronologia Tempo e identità nei film e nei video degli artisti contemporanei

Invented Edens Techno-cities of the twentieth century

di Daniel Birnbaum, Postmedia Books, Milano 2007 (pp. 93, € 16,00)

Robert H. Kargon and Arthur P. Molella, The Mit Press, , London 2008 (pp. 190, £ 16. 95)

Sono per gli autori le città tecnologiche sviluppate con i progetti di grandi industrie o imprese tecnologiche. Una sintesi tra la città industriale e la città giardino. L’idea

Con Cronologia Daniel Birnbaum è riuscito nell’impresa di comporre ‘trattato’ di estetica contemporanea, gemma di saggistica che va a collocarsi nel punto in cui si intersecano il pensiero filosofico e il pensiero dell’arte. Egli ha le carte in regola per regalarci esperienze di lettura di questo genere. 

Di formazione filosofica Bir-

nbaum diventa Rettore della Staedelschule di Francoforte e direttore della Galleria Portikus. Nel 2003 è cocuratore della 50. Biennale di Venezia e nel 2005 della 1. Biennale di Mosca. La via dell’arte è un punto di vista, e spesso i più importanti filosofi contemporanei si sono affidati ad essa per tentare di scardinare il nocciolo ottuso dei fenomeni. Il riconoscimento di un pensiero dell’arte, da intendersi come genitivo soggettivo, cioè di un’arte che si fa pensiero differito e che si interroga sulle questioni ultime, è alla base dell’impianto filosofico usato Birnbaum per il suo Cronologia. 

Attraverso le opere di Stan Douglas, Eija-Liisa Athila, Doug Aitken, Philippe Parreno, Tobias Rehberger, Paul Chan e molti altri ancora, il testo di Birnbaum pone domande importanti sul tempo e sull’identità, problemi filosofici per eccellenza.


di Vincenzo Agnetti, Prearo Editore, Milano 2008 (pp. 88, € 20,00)

“Quando mi vidi non c’ero”. L’apparente controsenso di Vincenzo Agnetti potrebbe fare da Leitmotiv a tutta la sua opera, a chi ne voglia ripercorrere il pensiero tra contraddizione e ossimoro. Ed è a questo proposito, cioè a motivo di una oggettiva sparizione delle parole dell’artista data dal tempo e da un’ingrata fortuna, che oggi sentiamo la necessità di recuperare una visione a tutto tondo del personaggio, come è avvenuto con la recente mostra retrospettiva curata da Achille Bonito Oliva e Giorgio Ver-

zotti al Mart di Rovereto. In quest’ottica si muove la collana ‘preariana’ curata da Tommaso Trini per l’editore Prearo di Milano, volta a ristampare opere introvabili, libro. Un volume che piace riscoprire oggi come incunabolo di riflessioni, parole o frasi lapidarie poi riprese in opere celebri come nei ‘feltri’ degli anni Settanta, e che testimonia ancora una volta che quando Agnetti non si vede c’è.

Storia dell’architettura contemporanea I 1750-1945

per denominatore comune il tentativo di costruire un mondo moderno. Il secondo volume racconta le vicende dell’architettura dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Ne emergono alcune questioni cruciali: l’eredità dei ‘maestri’, il rapporto con la tradizione, le possibilità costruttive offerte da tecniche inedite e da materiali aggiornati.

I simboli e l’invisibile Figure e forme del pensiero simbolico

di Elio Franzini, Il Saggiatore, Milano 2008 (pp. 280, € 20,00)
 di Marco Biraghi Einaudi, Torino 2008 (pp. 548, € 30,00)

Il primo volume tratta le vicende e le opere dei protagonisti della prima parte del Novecento che avevano

Sempre più l’arte si scontra con i limiti entro i quali essa è stata confinata. Nelle forme la filosofia del Novecento, a partire dalla fenomenologia, da Heidegger e dall’ermeneutica, per veni-

re al postmoderno, ha fatto sentire la necessità di riconoscere la peculiare verità dell’arte, una verità che non merita di essere compressa entro i confini dell’apparenza. La certificazione di questa verità si accompagna a un importante riconoscimento.

Confini nobili e ‘alti’ quanto si vuole, scrigni della memoria come il museo, ma pur sempre luoghi di segregazione. Sia la tradizione fenomenologica sia quella ermeneutica hanno rimesso in questione la relazione dell’arte con il suo mondo, il suo valore di rivelazione di un certo essere del mondo. Queste considerazioni costituiscono probabilmente un utile sfondo per intendere l’importante studio comparso di recente, I simboli e l’invisibile di Elio Franzini. Franzini ci indica un affascinante percorso fenomenologico che si avvia con quella che Husserl definisce “intenzionalità fungente”, e cioè con quella zona condivisa del sapere che si radica nel vivente e ci illumina circa la genesi delle sue forme. In che cosa consiste il simbolo e il sapere che in esso deposita? . configurazione più recente che la definisce come filosofia dell’arte.

Stile Design 45

Crisi del linguaggio, ironia e contaminazione dei significanti per denunciare l’abuso del potere sulle parole





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