Erano gli anni Ottanta.
Il mondo della grafica prendeva coscienza della rivoluzione compiuta da Neville Brody con “The Face”, ancora ignaro dell’era del computer dietro l’angolo.
In questo contesto, un piccolo gruppo di designer inglesi, Mark Holt, Simon Johnston, Michael Burke e Hamish Muir, pensarono che era necessario dare visibilità ad un altro modo di vedere il progetto grafico e in particolare quello tipografico. Giovani designer la cui formazione veniva dalla scuola di Basilea e in particolare dalla concezione della tipografia di Wolfgang Weingart. Nel 1986 nacque, Octavo. International Journal of Typography. Octavo, si propose di portare all’interno del design inglese la coscienza della sensibilità tipografica europea e offrire una valida alternativa al lettering espressivo e iconico, troppo modaiolo, di Brody, da loro di certo non amato. È stato avviato, quindi, con l’obiettivo d’innalzare il livello di consapevolezza e discussione della tipografia nel graphic design.