I farmaci conoscerli per usarli meglio
§ Indice
I farmaci: conoscerli per usarli meglio
5
§ Farmacologia
7
§ Cos’è il farmaco?
7 8 9
Componenti Forme Farmaceutiche Somministrazione
11
§ Classificazione dei farmaci
11 13 14
Farmaci galenici, industriali, generici o equivalenti Con obbligo di ricetta, senza obbligo di ricetta Automedicazione responsabile
16
§ Farmacocinetica: iter del farmaco nell’organismo
16 17 19
La terapia farmacologica, il metabolismo dei farmaci Fattori che variano il metabolismo Interazioni tra farmaci, interazioni con fiterapici e omeopatia
21
§ Precauzioni d’uso
21 22
Gravidanza e allattamento, bambini, Anziani Avvelenamenti e intossicazioni
24
§ Conservazione
26
§ Vademecum per un uso corretto dei farmaci
§ Indice
I farmaci: conoscerli per usarli meglio
5
§ Farmacologia
7
§ Cos’è il farmaco?
7 8 9
Componenti Forme Farmaceutiche Somministrazione
11
§ Classificazione dei farmaci
11 13 14
Farmaci galenici, industriali, generici o equivalenti Con obbligo di ricetta, senza obbligo di ricetta Automedicazione responsabile
16
§ Farmacocinetica: iter del farmaco nell’organismo
16 17 19
La terapia farmacologica, il metabolismo dei farmaci Fattori che variano il metabolismo Interazioni tra farmaci, interazioni con fiterapici e omeopatia
21
§ Precauzioni d’uso
21 22
Gravidanza e allattamento, bambini, Anziani Avvelenamenti e intossicazioni
24
§ Conservazione
26
§ Vademecum per un uso corretto dei farmaci
§ Farmacologia
dal greco: Pharmakon, veleno, e logos, discorso
“La farmacologia è la scienza che si dedica allo studio di come le sostanze chimiche interagiscono con gli organismi viventi. Qualsiasi sostanza ad attività biologica, sia essa dotata di proprietà terapeutiche e non, che abbia la capacità di modulare funzioni fisiologiche preesistenti, alterando lo stato funzionale del sito d’azione su cui agisce, viene definito farmaco.” A.A. Khairallah, Outline of Arabic Contributions to Medicine, Chapter X
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§ Farmacologia
dal greco: Pharmakon, veleno, e logos, discorso
“La farmacologia è la scienza che si dedica allo studio di come le sostanze chimiche interagiscono con gli organismi viventi. Qualsiasi sostanza ad attività biologica, sia essa dotata di proprietà terapeutiche e non, che abbia la capacità di modulare funzioni fisiologiche preesistenti, alterando lo stato funzionale del sito d’azione su cui agisce, viene definito farmaco.” A.A. Khairallah, Outline of Arabic Contributions to Medicine, Chapter X
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§ Cos’è un farmaco?
dal greco: rimedio, medicamento, veleno
“E’ un composto che, introdotto nell’organismo vivente, può modificarne una o più funzioni.” OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità
La Comunità Europea definisce il farmaco come “Ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane, nonché ogni sostanza o composizione da somministrare all’uomo allo scopo di stabilire una diagnosi medica o di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche dell’uomo”. Un farmaco, quindi, è una sostanza che, quando introdotta in un organismo vivente, determina una o più variazioni delle sue funzioni, a scopo curativo o preventivo. I componenti Tutti i farmaci sono costituiti da principi attivi e da vari eccipienti che insieme descrivono la forma farmaceutica. Principio attivo: il principio attivo, da cui dipende la azione curativa, è il medicinale vero e proprio. Eccipienti: sono invece componenti inattivi del medicinale, cioè privi di ogni azione farmacologica. Hanno la funzione di proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo (il caldo, il freddo, l’umidità, l’acidità), di aumentare il volume per consentire la preparazione qualsiasi forma farmaceutica di dimensioni accettabili, di rendere stabili soluzioni o sospensioni evitando la sedimentazione del principio attivo sul fondo dei contenitori e di facilitare o modificare in modo sostanziale l’assorbimento del principio attivo nell’organismo, o rendere il sapore dei medicinali più gradevole.. La forma farmaceutica indica l’aspetto del farmaco perché possa essere assunto (per esempio: aerosol, compressa, fiala, pomata, ecc). 6
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§ Cos’è un farmaco?
dal greco: rimedio, medicamento, veleno
“E’ un composto che, introdotto nell’organismo vivente, può modificarne una o più funzioni.” OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità
La Comunità Europea definisce il farmaco come “Ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane, nonché ogni sostanza o composizione da somministrare all’uomo allo scopo di stabilire una diagnosi medica o di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche dell’uomo”. Un farmaco, quindi, è una sostanza che, quando introdotta in un organismo vivente, determina una o più variazioni delle sue funzioni, a scopo curativo o preventivo. I componenti Tutti i farmaci sono costituiti da principi attivi e da vari eccipienti che insieme descrivono la forma farmaceutica. Principio attivo: il principio attivo, da cui dipende la azione curativa, è il medicinale vero e proprio. Eccipienti: sono invece componenti inattivi del medicinale, cioè privi di ogni azione farmacologica. Hanno la funzione di proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo (il caldo, il freddo, l’umidità, l’acidità), di aumentare il volume per consentire la preparazione qualsiasi forma farmaceutica di dimensioni accettabili, di rendere stabili soluzioni o sospensioni evitando la sedimentazione del principio attivo sul fondo dei contenitori e di facilitare o modificare in modo sostanziale l’assorbimento del principio attivo nell’organismo, o rendere il sapore dei medicinali più gradevole.. La forma farmaceutica indica l’aspetto del farmaco perché possa essere assunto (per esempio: aerosol, compressa, fiala, pomata, ecc). 6
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Le forme farmaceutiche
Somministrazioni
Esistono diversi tipi di forme farmaceutiche, che vengono classificati in base a come si presentano:
I farmaci possono essere assunti in molti modi diversi, ognuno con caratteristiche e utilità proprie.
Polveri: miscele uniformi di farmaci solidi e secchi. Compresse: preparate per compressione delle polveri, tramite una fase intermedia di granulazione.Solitamente sono costituite solo da principi attivi, velocemente disgregabili; possono essere anche effervescenti o sublinguali. Pillole: Sono composte da uno o più principi attivi ed eccipienti. La dissoluzione è graduale e il principio attivo è poco concentrato. Confetti: compressa con rivestimento di strato spesso e duro. Capsule: involucri di consistenza più o meno dura, che possono contenere farmaci in polvere, liquidi o semisolidi. Soluzioni: preparazioni liquide, composte da uno o più farmaci sciolti in acqua o altri solventi. possono essere soluzioni iniettabili, che devono essere sterili e a ph compatibile con i fluidi dell’organismo; inoltre sono considerate soluzioni colliri, sciroppi, e tinture. Suppositori: solidi e di forma variabile da introdurre in cavità naturali dell’uomo e in grado di fondersi o sciogliersi con la temperatura corporea. Sospensioni: polveri finissime di farmaco preparate in un veicolo acquoso. Emulsioni: sistemi dispersi in cui un liquido è distribuito in piccolissime gocce in un altro liquido in cui non è solubile. Gel: sistemi semisolidi, consistenti in una sospensione di finissime particelle di liquido. Aerosol: il farmaco viene ceduto in forma nebulizzata, per usto topico (pelle e mucose) e per inalazione.
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Assunzione per via orale: è il metodo più semplice e comune. Dalla bocca il farmaco passa allo stomaco e poi raggiunge l’intestino e il circolo sanguigno, attraverso il quale viene trasportato nelle diverse regioni del corpo. Assunzione sublinguale: consiste nell’appoggiare la compressa, in genere molto piccola, sotto la lingua per farla sciogliere. In questa zona il principio attivo si inserisce direttamente nel circolo venoso, per arrivare al cuore, che lo distribuisce nell’organismo. La sostanza in questo modo non viene immediatamente metabolizzata, quindi è assicurato un adeguato effetto terapeutico, dal momento che il farmaco non passa per il fegato, che lo eliminerebbe prima che questo abbia la possibilità di fare effetto. Assunzione per via rettale: viene utilizzata per farmaci ad azione locale o per agire per via sistemica, cioè raggiungere la circolazione sanguigna per diffondersi in tutto l’organismo. La via rettale consente di utilizzare farmaci che sarebbero irritanti per lo stomaco se assunti per via orale, in quanto non causa effetti gastrointestinali. Per endovena: garantisce una risposta rapida ed efficace, evitando inoltre problemi di assorbimento e distribuzione; è pertanto utile per somministrare farmaci irritanti per altre vie e si adatta molto benissimo alle soluzioni acquose. Va sempre eseguita lentamente e da personale competente per evitare complicazioni. Sottocutanea: il farmaco è iniettato nel tessuto sottocutaneo direttamente e in piccole dosi, tramite iniezione, in modo da raggiungere direttamente il tessuto bersaglio o per avere effetto a livello locale. Assunzione tramite le vie inalatorie: il farmaco viene assunto all’atto dell’inspirazione. La sostanza può svolgere un’azione a livello locale nei polmoni o essere, da lì, assorbita dal sistema circolatorio per avere un effetto sistemico (ad esempio nel caso degli anestetici totali). Applicazioni topiche: alcuni farmaci a uso topico, ossia locale, vengono applicati direttamente sulla pelle o sulle membrane mucose, normalmente sotto forma di gel, pomate o unguenti. Per via topica è poi possibile applicare farmaci attraverso i cerotti transdermici, che rilasciano il farmaco lentamente e in maniera continua, senza effetti negativi sull’apparato digerente. Il paziente con questo metodo rischia molto meno di dimenticarsi di assumere il farmaco. 9
Le forme farmaceutiche
Somministrazioni
Esistono diversi tipi di forme farmaceutiche, che vengono classificati in base a come si presentano:
I farmaci possono essere assunti in molti modi diversi, ognuno con caratteristiche e utilità proprie.
Polveri: miscele uniformi di farmaci solidi e secchi. Compresse: preparate per compressione delle polveri, tramite una fase intermedia di granulazione.Solitamente sono costituite solo da principi attivi, velocemente disgregabili; possono essere anche effervescenti o sublinguali. Pillole: Sono composte da uno o più principi attivi ed eccipienti. La dissoluzione è graduale e il principio attivo è poco concentrato. Confetti: compressa con rivestimento di strato spesso e duro. Capsule: involucri di consistenza più o meno dura, che possono contenere farmaci in polvere, liquidi o semisolidi. Soluzioni: preparazioni liquide, composte da uno o più farmaci sciolti in acqua o altri solventi. possono essere soluzioni iniettabili, che devono essere sterili e a ph compatibile con i fluidi dell’organismo; inoltre sono considerate soluzioni colliri, sciroppi, e tinture. Suppositori: solidi e di forma variabile da introdurre in cavità naturali dell’uomo e in grado di fondersi o sciogliersi con la temperatura corporea. Sospensioni: polveri finissime di farmaco preparate in un veicolo acquoso. Emulsioni: sistemi dispersi in cui un liquido è distribuito in piccolissime gocce in un altro liquido in cui non è solubile. Gel: sistemi semisolidi, consistenti in una sospensione di finissime particelle di liquido. Aerosol: il farmaco viene ceduto in forma nebulizzata, per usto topico (pelle e mucose) e per inalazione.
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Assunzione per via orale: è il metodo più semplice e comune. Dalla bocca il farmaco passa allo stomaco e poi raggiunge l’intestino e il circolo sanguigno, attraverso il quale viene trasportato nelle diverse regioni del corpo. Assunzione sublinguale: consiste nell’appoggiare la compressa, in genere molto piccola, sotto la lingua per farla sciogliere. In questa zona il principio attivo si inserisce direttamente nel circolo venoso, per arrivare al cuore, che lo distribuisce nell’organismo. La sostanza in questo modo non viene immediatamente metabolizzata, quindi è assicurato un adeguato effetto terapeutico, dal momento che il farmaco non passa per il fegato, che lo eliminerebbe prima che questo abbia la possibilità di fare effetto. Assunzione per via rettale: viene utilizzata per farmaci ad azione locale o per agire per via sistemica, cioè raggiungere la circolazione sanguigna per diffondersi in tutto l’organismo. La via rettale consente di utilizzare farmaci che sarebbero irritanti per lo stomaco se assunti per via orale, in quanto non causa effetti gastrointestinali. Per endovena: garantisce una risposta rapida ed efficace, evitando inoltre problemi di assorbimento e distribuzione; è pertanto utile per somministrare farmaci irritanti per altre vie e si adatta molto benissimo alle soluzioni acquose. Va sempre eseguita lentamente e da personale competente per evitare complicazioni. Sottocutanea: il farmaco è iniettato nel tessuto sottocutaneo direttamente e in piccole dosi, tramite iniezione, in modo da raggiungere direttamente il tessuto bersaglio o per avere effetto a livello locale. Assunzione tramite le vie inalatorie: il farmaco viene assunto all’atto dell’inspirazione. La sostanza può svolgere un’azione a livello locale nei polmoni o essere, da lì, assorbita dal sistema circolatorio per avere un effetto sistemico (ad esempio nel caso degli anestetici totali). Applicazioni topiche: alcuni farmaci a uso topico, ossia locale, vengono applicati direttamente sulla pelle o sulle membrane mucose, normalmente sotto forma di gel, pomate o unguenti. Per via topica è poi possibile applicare farmaci attraverso i cerotti transdermici, che rilasciano il farmaco lentamente e in maniera continua, senza effetti negativi sull’apparato digerente. Il paziente con questo metodo rischia molto meno di dimenticarsi di assumere il farmaco. 9
§ Classificazione dei farmaci Tipologie di farmaci Farmaci Galenici I medicinali preparati in farmacia si distinguono in: Formule magistrali: se preparati in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente. Possono avere forme liquide fredde (colliri emulsioni, soluzioni), calde (tisane, infusi, decotti), forme solide senza eccipienti (cachet, compresse) o con eccipienti (pillole, granuli, pomate, etc), o ancora forme iniettabili. Formule officinali: se preparati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea Europea o della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana e destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti serviti da tale farmacia. Si possono utilizzare per più pazienti ed hanno una composizione costante. Possono avere forme ottenute per operazioni meccaniche (polveri, polpe), per soluzione (idroliti, alcoliti), per soluzione seguita da evaporazione (estratti). Farmaci industriali
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3
I medicinali di origine industriale o galenico industriale sono medicinali per uso umano, preparati industrialmente o nella cui produzione interviene un processo industriale, che hanno una propria denominazione commerciale, che può essere un nome di fantasia non confondibile con la denominazione comune oppure una denominazione comune o scientifica (farmaco detto generico o equivalente) accompagnata da un marchio o dal nome del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, cioè del responsabile della commercializzazione del medicinale. L’immissione in commercio di ogni medicinale di origine industriale deve essere autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) o dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA).
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§ Classificazione dei farmaci Tipologie di farmaci Farmaci Galenici I medicinali preparati in farmacia si distinguono in: Formule magistrali: se preparati in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente. Possono avere forme liquide fredde (colliri emulsioni, soluzioni), calde (tisane, infusi, decotti), forme solide senza eccipienti (cachet, compresse) o con eccipienti (pillole, granuli, pomate, etc), o ancora forme iniettabili. Formule officinali: se preparati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea Europea o della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana e destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti serviti da tale farmacia. Si possono utilizzare per più pazienti ed hanno una composizione costante. Possono avere forme ottenute per operazioni meccaniche (polveri, polpe), per soluzione (idroliti, alcoliti), per soluzione seguita da evaporazione (estratti). Farmaci industriali
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I medicinali di origine industriale o galenico industriale sono medicinali per uso umano, preparati industrialmente o nella cui produzione interviene un processo industriale, che hanno una propria denominazione commerciale, che può essere un nome di fantasia non confondibile con la denominazione comune oppure una denominazione comune o scientifica (farmaco detto generico o equivalente) accompagnata da un marchio o dal nome del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, cioè del responsabile della commercializzazione del medicinale. L’immissione in commercio di ogni medicinale di origine industriale deve essere autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) o dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA).
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Farmaci generici o equivalenti
Classificazione per vendita
Sono medicinali con pari attività terapeutica a pari dosaggio del principio attivo, rispetto ad un medicinale di riferimento, con brevetto scaduto, autorizzato con la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. Il nome commerciale non viene utilizzato e si indica solo il nome del principio attivo e la casa farmaceutica che lo produce.I medicinali “farmaci generici” sono sottoposti agli stessi controlli e procedure di registrazione e vigilanza che l’Agenzia Italiana del Farmaco riserva a tutte le specialità in commercio.
I farmaci acquistabili con ricetta medica sono detti farmaci “etici” e sono somministrabili solo se il medico lo prevede. I medicinali che non necessitano di ricetta medica riportano sulla confezione la dicitura “Farmaco senza obbligo di ricetta”, e curano in genere i piccoli disturbi.
La scadenza della copertura brevettale permette di risparmiare sul prezzo al pubblico, una percentuale non inferiore al 20%. Tale riduzione del prezzo del generico non grava sulla qualità di controllo e di produzione del medicinale ma, piuttosto sui costi di marketing che non comprendono le spese di ricerca e sviluppo.
Classe A: gratuiti per il cittadino. Essenziali per assicurare le cure previste dal Servizio Sanitario Nazionale. Le Regioni possono decidere di applicare un ticket per confezione venduta o per ricetta. Con obbligo di ricetta
I farmaci acquistabili con ricetta medica sono detti farmaci “etici” e sono somministrabili solo se il medico lo prevede. I medicinali che non necessitano di ricetta medica riportano sulla confezione la dicitura “Farmaco senza obbligo di ricetta”, e curano in genere i piccoli disturbi.
Classe C: a pagamento. Classe H: gratuiti solo se utilizzati o forniti dalle strutture sanitarie. Alcuni di questi sono vendibili al pubblico, mentre altri sono utilizzabili soltanto in ambiente ospedalieroo in struttura assimilabile.
Farmaci OTC: (Over The Counter, “Farmaci da banco”)
Senza ricetta
Sono i farmaci da automedicazione che il cliente può acquistare liberamentein farmacia. È autorizzata la pubblicità al pubblico. Farmaci SOP: (Senza Obbligo di Prescrizione)
Farmaci he il farmacista consiglia quando necessario. Per questi farmaci non è ammessa la pubblicità al pubblico, ne’ possono essere tenuti in vista sul banco della farmacia in quanto questa collocazione potrebbe promuovere il consumo da parte del paziente.
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Farmaci generici o equivalenti
Classificazione per vendita
Sono medicinali con pari attività terapeutica a pari dosaggio del principio attivo, rispetto ad un medicinale di riferimento, con brevetto scaduto, autorizzato con la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. Il nome commerciale non viene utilizzato e si indica solo il nome del principio attivo e la casa farmaceutica che lo produce.I medicinali “farmaci generici” sono sottoposti agli stessi controlli e procedure di registrazione e vigilanza che l’Agenzia Italiana del Farmaco riserva a tutte le specialità in commercio.
I farmaci acquistabili con ricetta medica sono detti farmaci “etici” e sono somministrabili solo se il medico lo prevede. I medicinali che non necessitano di ricetta medica riportano sulla confezione la dicitura “Farmaco senza obbligo di ricetta”, e curano in genere i piccoli disturbi.
La scadenza della copertura brevettale permette di risparmiare sul prezzo al pubblico, una percentuale non inferiore al 20%. Tale riduzione del prezzo del generico non grava sulla qualità di controllo e di produzione del medicinale ma, piuttosto sui costi di marketing che non comprendono le spese di ricerca e sviluppo.
Classe A: gratuiti per il cittadino. Essenziali per assicurare le cure previste dal Servizio Sanitario Nazionale. Le Regioni possono decidere di applicare un ticket per confezione venduta o per ricetta. Con obbligo di ricetta
I farmaci acquistabili con ricetta medica sono detti farmaci “etici” e sono somministrabili solo se il medico lo prevede. I medicinali che non necessitano di ricetta medica riportano sulla confezione la dicitura “Farmaco senza obbligo di ricetta”, e curano in genere i piccoli disturbi.
Classe C: a pagamento. Classe H: gratuiti solo se utilizzati o forniti dalle strutture sanitarie. Alcuni di questi sono vendibili al pubblico, mentre altri sono utilizzabili soltanto in ambiente ospedalieroo in struttura assimilabile.
Farmaci OTC: (Over The Counter, “Farmaci da banco”)
Senza ricetta
Sono i farmaci da automedicazione che il cliente può acquistare liberamentein farmacia. È autorizzata la pubblicità al pubblico. Farmaci SOP: (Senza Obbligo di Prescrizione)
Farmaci he il farmacista consiglia quando necessario. Per questi farmaci non è ammessa la pubblicità al pubblico, ne’ possono essere tenuti in vista sul banco della farmacia in quanto questa collocazione potrebbe promuovere il consumo da parte del paziente.
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Automedicazione responsabile! Automedicazione significa curare da sé piccoli disturbi passeggeri che possono non richiedere l’intervento del medico. Anche i farmaci da banco hanno però controindicazioni ed effetti collaterali, in genere legati alle dosi e alla durata della terapia, oppure al sovradosaggio accidentale; non bisogna mai superare le dosi consigliare nel foglietto illustrativo! Un altro rischio del ricorso ai farmaci da banco deriva dall’eventualità che questo mascheri i sintomi di una malattia, ritardando la diagnosi da parte del medico. Un dolore di testa improvviso e persistente, una tosse ostinata, un dolore allo stomaco che ci sveglia la notte, un mal di pancia acuto o una stitichezza insorta improvvisamente possono essere i sintomi di malattie gravi: in questi rimandare il ricorso al medico può comportare un pericolo per il paziente. Per questa ragione è indispensabile che l’automedicazione sia limitata nel tempo (24-48 ore senza la scomparsa del sintomo) e non venga proseguita se inefficace o se, dopo una iniziale attenuazione, i sintomi si ripresentassero con l’originaria intensità. Quando si acquista un farmaco da banco si deve comunicare al farmacista se si stanno assumendo altri farmaci e quali: potrebbe interagire con le altre cure in corso. Mai assumere due o più farmaci da banco che hanno le stesse indicazioni, ad esempio due analgesici diversi: si sommano gli effetti collaterali senza nessun beneficio in più. Occorre tenere presente che i farmaci da banco sono venduti senza ricetta perché ormai si sono dimostrati molto sicuri, però non significa che siano privi di effetti negativi se usati al di fuori delle indicazioni fornite dal foglietto illustrativo e dal farma cista. Un farmaco va assunto solo se strettamente necessario.
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Automedicazione responsabile! Automedicazione significa curare da sé piccoli disturbi passeggeri che possono non richiedere l’intervento del medico. Anche i farmaci da banco hanno però controindicazioni ed effetti collaterali, in genere legati alle dosi e alla durata della terapia, oppure al sovradosaggio accidentale; non bisogna mai superare le dosi consigliare nel foglietto illustrativo! Un altro rischio del ricorso ai farmaci da banco deriva dall’eventualità che questo mascheri i sintomi di una malattia, ritardando la diagnosi da parte del medico. Un dolore di testa improvviso e persistente, una tosse ostinata, un dolore allo stomaco che ci sveglia la notte, un mal di pancia acuto o una stitichezza insorta improvvisamente possono essere i sintomi di malattie gravi: in questi rimandare il ricorso al medico può comportare un pericolo per il paziente. Per questa ragione è indispensabile che l’automedicazione sia limitata nel tempo (24-48 ore senza la scomparsa del sintomo) e non venga proseguita se inefficace o se, dopo una iniziale attenuazione, i sintomi si ripresentassero con l’originaria intensità. Quando si acquista un farmaco da banco si deve comunicare al farmacista se si stanno assumendo altri farmaci e quali: potrebbe interagire con le altre cure in corso. Mai assumere due o più farmaci da banco che hanno le stesse indicazioni, ad esempio due analgesici diversi: si sommano gli effetti collaterali senza nessun beneficio in più. Occorre tenere presente che i farmaci da banco sono venduti senza ricetta perché ormai si sono dimostrati molto sicuri, però non significa che siano privi di effetti negativi se usati al di fuori delle indicazioni fornite dal foglietto illustrativo e dal farma cista. Un farmaco va assunto solo se strettamente necessario.
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§
Farmacocinetica
Fattori che variano il metabolismo
Iter del farmaco nell’organismo
Terapia Farmacologica La farmacocinetica è il percorso che il farmaco compie all’interno del nostro organismo. La terapia farmacologica è in realtà più complessa di quanto appare: non basta, infatti, prendere a caso un “pillola magica” per guarire, ma sono molti i fattori da tenere in considerazione. Innanzitutto spetta al medico decidere, dopo un’attenta analisi dei sintomi e una conseguente diagnosi, il tipo di cura da prescrivere al paziente. Una volta assunta, la forma farmaceutica (pillola, iniezione, sciroppo...) si disintegra, e il farmaco si dissolve nel sito di assunzione, venendo assorbito e distribuito all’interno dell’organismo, metabolizzato e infine eliminato. Nel corso di questo ciclo, esso entra in contatto con i recettori, provocando una risposta da parte dell’organismo. Il metabolismo dei farmaci Il metabolismo trasforma il farmaco iniziale in un composto che possa essere assorbito dall’organismo e poi eliminato facilmente; dipende dall’interazione tra il farmaco e gli enzimi presenti nei vari tessuti. Se un farmaco viene assorbito in maniera troppo rapida da un organo prima di raggiungere il tessuto bersaglio, la sua efficacia diminuisce. Il metabolismo condiziona quindi la dose, la frequenza e soprattutto la modalità della somministrazione, in dipendenza dalla diversa distribuzione e dalla velocità di eliminazione.
Variazioni interindividuali: persone con DNA simile hanno comportamenti metabolici simili nei confronti dei farmaci. Fattori legati all’età: la capacità di metabolizzare è molto bassa alla nascita, cresce con l’età adulta e diminuisce nell’anziano. Il feto, inoltre, metabolizza in maniera diversa dalla madre: i farmaci possono concentrarsi nel feto senza possibilità di metabolizzazione. Fattori legato al sesso: uomo e donna rispondono in maniera diversa a molti farmaci, a causa dell’intervento di alcuni ormoni sessuali coinvolti nella metabolizzazione. Fattori patologici: alcune patologie epatiche possono modificare il metabolismo, perciò in loro presenza il medico deve rivedere la dose di farmaco da assumere. Alimentazione: la mancanza di minerali e vitamine, o sostanze come il succo del pompelmo, possono rallentare il metabolismo, mentre alcuni cibi, come i cavoletti di Bruxelles e cibi cotti alla brace, possono indurre attività metaboliche. Fumo: può aumentare il metabolismo di alcuni farmaci Fattori ambientali: alcuni inquinanti possono modificare l’attività metabolica.
Il metabolismo del corpo può essere modificato dal farmaco stesso, da fattori fisici o da altre sostanze assunte, che possono accelerarlo o inibirlo.
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Farmacocinetica
Fattori che variano il metabolismo
Iter del farmaco nell’organismo
Terapia Farmacologica La farmacocinetica è il percorso che il farmaco compie all’interno del nostro organismo. La terapia farmacologica è in realtà più complessa di quanto appare: non basta, infatti, prendere a caso un “pillola magica” per guarire, ma sono molti i fattori da tenere in considerazione. Innanzitutto spetta al medico decidere, dopo un’attenta analisi dei sintomi e una conseguente diagnosi, il tipo di cura da prescrivere al paziente. Una volta assunta, la forma farmaceutica (pillola, iniezione, sciroppo...) si disintegra, e il farmaco si dissolve nel sito di assunzione, venendo assorbito e distribuito all’interno dell’organismo, metabolizzato e infine eliminato. Nel corso di questo ciclo, esso entra in contatto con i recettori, provocando una risposta da parte dell’organismo. Il metabolismo dei farmaci Il metabolismo trasforma il farmaco iniziale in un composto che possa essere assorbito dall’organismo e poi eliminato facilmente; dipende dall’interazione tra il farmaco e gli enzimi presenti nei vari tessuti. Se un farmaco viene assorbito in maniera troppo rapida da un organo prima di raggiungere il tessuto bersaglio, la sua efficacia diminuisce. Il metabolismo condiziona quindi la dose, la frequenza e soprattutto la modalità della somministrazione, in dipendenza dalla diversa distribuzione e dalla velocità di eliminazione.
Variazioni interindividuali: persone con DNA simile hanno comportamenti metabolici simili nei confronti dei farmaci. Fattori legati all’età: la capacità di metabolizzare è molto bassa alla nascita, cresce con l’età adulta e diminuisce nell’anziano. Il feto, inoltre, metabolizza in maniera diversa dalla madre: i farmaci possono concentrarsi nel feto senza possibilità di metabolizzazione. Fattori legato al sesso: uomo e donna rispondono in maniera diversa a molti farmaci, a causa dell’intervento di alcuni ormoni sessuali coinvolti nella metabolizzazione. Fattori patologici: alcune patologie epatiche possono modificare il metabolismo, perciò in loro presenza il medico deve rivedere la dose di farmaco da assumere. Alimentazione: la mancanza di minerali e vitamine, o sostanze come il succo del pompelmo, possono rallentare il metabolismo, mentre alcuni cibi, come i cavoletti di Bruxelles e cibi cotti alla brace, possono indurre attività metaboliche. Fumo: può aumentare il metabolismo di alcuni farmaci Fattori ambientali: alcuni inquinanti possono modificare l’attività metabolica.
Il metabolismo del corpo può essere modificato dal farmaco stesso, da fattori fisici o da altre sostanze assunte, che possono accelerarlo o inibirlo.
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Interazioni con farmaci Le interazioni più frequenti sono quelle a livello del metabolismo dei farmaci, dovute a meccanismi di induzione o inibizione enzimatica. Alcune volte le interazioni tra farmaci possono essere sfruttate per avere un maggiore effetto terapeutico o per contrastare fenomeni di intossicazione. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le interazioni sono alla base della comparsa di reazioni avverse. Non bisogna mai aggiungere farmaci alla terapia prescritta dal medico senza chiedere consiglio a quest’ultimo. Interazioni con fitoterapici e omeopatia I preparati fitoterapici sono ottenuti da sostanze terapeutiche contenute nelle erbe. Alla base dell’omeopatia invece c’è il cosiddetto principio di similitudine del farmaco, per il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella malata. La sostanza viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita. Le interazioni tra rimedi fitoterapici e farmaci sono state per lunghi anni sottostimate; il ricorso a tali medicinali spesso sfugge al controllo medico, e il paziente difficilmente correla l’effetto tossico all’uso di fitoterapici, ritenendo questi preparati assolutamente sicuri; i medici stessi spesso non sono a conoscenza delle potenziali interazioni tra fitoterapici e farmaci. Bisogna invece informare sempre il medico o il farmacista di qualsiasi cura a base di erbe si stia seguendo. Inoltre, è importante consumare prodotti erboristici solo se il contenuto è chiaro.
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Interazioni con farmaci Le interazioni più frequenti sono quelle a livello del metabolismo dei farmaci, dovute a meccanismi di induzione o inibizione enzimatica. Alcune volte le interazioni tra farmaci possono essere sfruttate per avere un maggiore effetto terapeutico o per contrastare fenomeni di intossicazione. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le interazioni sono alla base della comparsa di reazioni avverse. Non bisogna mai aggiungere farmaci alla terapia prescritta dal medico senza chiedere consiglio a quest’ultimo. Interazioni con fitoterapici e omeopatia I preparati fitoterapici sono ottenuti da sostanze terapeutiche contenute nelle erbe. Alla base dell’omeopatia invece c’è il cosiddetto principio di similitudine del farmaco, per il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella malata. La sostanza viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita. Le interazioni tra rimedi fitoterapici e farmaci sono state per lunghi anni sottostimate; il ricorso a tali medicinali spesso sfugge al controllo medico, e il paziente difficilmente correla l’effetto tossico all’uso di fitoterapici, ritenendo questi preparati assolutamente sicuri; i medici stessi spesso non sono a conoscenza delle potenziali interazioni tra fitoterapici e farmaci. Bisogna invece informare sempre il medico o il farmacista di qualsiasi cura a base di erbe si stia seguendo. Inoltre, è importante consumare prodotti erboristici solo se il contenuto è chiaro.
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§
Precauzioni d’uso
Gravidanza e allattamento I farmaci possono essere dannosi in qualsiasi periodo della gestazione. Chiedere sempre il parere del medico prima di assumere farmaci o sostanze naturali. I farmaci dovrebbero essere prescritti soltanto se i benefici attesi per la madre sono di gran lunga maggiori del rischio a cui si espone il feto. Nessun farmaco è considerato sicuro nella prime fasi della gravidanza. È importante comunque leggere bene il foglietto illustrativo, soprattutto alla voce “Avvertenze speciali”. Se la terapia con un farmaco controindicato in gravidanza fosse già in atto quando una donna si accorge di essere incinta la lettura di questa controindicazione non deve gettare nel panico: è bene affidarsi al consiglio di esperti che potranno valutare la situazione nel suo complesso e quantificare il rischio reale. Imparare a usare i farmaci solo quando sono effettivamente necessari è il modo migliore per limitare il rischio di assumere medicinali nelle prime settimane di gravidanza, quando questo stato non è ancora noto e il rischio per il feto è maggiore.
Anche gli adolescenti, come i bambini e gli anziani, possono essere vulnerabili e ciò può condurli ad un erroneo uso dei farmaci. Anziani Spesso assumono più farmaci, hanno un metabolismo rallentato e una maggiore sensibilità generale: gli anziani dovrebbero prestare particolare attenzione agli effetti collaterali dei farmaci, perché spesso ne utilizzano diversi, e ciò aumenta il rischio di interazioni e di reazioni avverse; inoltre il metabolismo è più lento, quindi cibo e farmaci sono assorbiti e smaltiti più lentamente; ciò significa che i farmaci restano nell’organismo per un periodo maggiore prima di essere eliminati, con conseguente accumulo; con l’invecchiamento, il sistema nervoso e altri organi mostra un aumento di sensibilità a molti farmaci. Avvelenamenti e intossicazioni In caso di sovradosaggio o intossicazione, l’importante è agire rapidamente e recarsi dal proprio medico o al pronto soccorso con un campione della sostanza. Per dare la possibilità al medico di capire meglio la situazione e di intervenire quindi direttamente o indirettamente nel modo più appropriato, è utile mettere a sua disposizione una serie di informazioni; il nome del farmaco, quale dose è presumibilmente stata assunta, l’età del soggetto intossicato, quanto tempo è trascorso dall’evento, e tutti i sintomi del caso. Portare con sé dal medico i resti della sostanza assunta o la confezione del farmaco.
Solo alcuni farmaci sono in grado di passare nel latte e solo alcuni di questi provocano sintomi o disturbi nel bambino. Anche in questo caso è bene chiedere consiglio al proprio medico se si vogliono assumere medicinali. Esistono apposite tabelle con le indicazioni delle sostanze sicuramente da evitare, di quelle da sorvegliare attentamente e di quelle innocue. Bambini I bambini possono reagire diversamente all’assunzione di un farmaco rispetto agli adulti. Nel caso degli OTC leggere bene il foglietto illustrativo, ma rimane fondamentale il consiglio del pediatra.
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Precauzioni d’uso
Gravidanza e allattamento I farmaci possono essere dannosi in qualsiasi periodo della gestazione. Chiedere sempre il parere del medico prima di assumere farmaci o sostanze naturali. I farmaci dovrebbero essere prescritti soltanto se i benefici attesi per la madre sono di gran lunga maggiori del rischio a cui si espone il feto. Nessun farmaco è considerato sicuro nella prime fasi della gravidanza. È importante comunque leggere bene il foglietto illustrativo, soprattutto alla voce “Avvertenze speciali”. Se la terapia con un farmaco controindicato in gravidanza fosse già in atto quando una donna si accorge di essere incinta la lettura di questa controindicazione non deve gettare nel panico: è bene affidarsi al consiglio di esperti che potranno valutare la situazione nel suo complesso e quantificare il rischio reale. Imparare a usare i farmaci solo quando sono effettivamente necessari è il modo migliore per limitare il rischio di assumere medicinali nelle prime settimane di gravidanza, quando questo stato non è ancora noto e il rischio per il feto è maggiore.
Anche gli adolescenti, come i bambini e gli anziani, possono essere vulnerabili e ciò può condurli ad un erroneo uso dei farmaci. Anziani Spesso assumono più farmaci, hanno un metabolismo rallentato e una maggiore sensibilità generale: gli anziani dovrebbero prestare particolare attenzione agli effetti collaterali dei farmaci, perché spesso ne utilizzano diversi, e ciò aumenta il rischio di interazioni e di reazioni avverse; inoltre il metabolismo è più lento, quindi cibo e farmaci sono assorbiti e smaltiti più lentamente; ciò significa che i farmaci restano nell’organismo per un periodo maggiore prima di essere eliminati, con conseguente accumulo; con l’invecchiamento, il sistema nervoso e altri organi mostra un aumento di sensibilità a molti farmaci. Avvelenamenti e intossicazioni In caso di sovradosaggio o intossicazione, l’importante è agire rapidamente e recarsi dal proprio medico o al pronto soccorso con un campione della sostanza. Per dare la possibilità al medico di capire meglio la situazione e di intervenire quindi direttamente o indirettamente nel modo più appropriato, è utile mettere a sua disposizione una serie di informazioni; il nome del farmaco, quale dose è presumibilmente stata assunta, l’età del soggetto intossicato, quanto tempo è trascorso dall’evento, e tutti i sintomi del caso. Portare con sé dal medico i resti della sostanza assunta o la confezione del farmaco.
Solo alcuni farmaci sono in grado di passare nel latte e solo alcuni di questi provocano sintomi o disturbi nel bambino. Anche in questo caso è bene chiedere consiglio al proprio medico se si vogliono assumere medicinali. Esistono apposite tabelle con le indicazioni delle sostanze sicuramente da evitare, di quelle da sorvegliare attentamente e di quelle innocue. Bambini I bambini possono reagire diversamente all’assunzione di un farmaco rispetto agli adulti. Nel caso degli OTC leggere bene il foglietto illustrativo, ma rimane fondamentale il consiglio del pediatra.
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§ Conservazione L’armadietto dei medicinali va tenuto sotto controllo: non deve contenere sostanze inutili, mal conservate o scadute; se il farmaco viene conservato male, non è più utilizzabile ed anzi può essere estremamente pericoloso. Dove conservarli?
Il luogo scelto per la conservazione dei farmaci deve essere fresco e asciutto, poiché la luce, l’umidità e le alte temperature possono alterarne le proprietà. Chi ha bambini deve scegliere un luogo fuori dalla loro portata poiché le compresse attraggono inevitabilmente i più piccoli. Alcuni farmaci, subito dopo l’acquisto oppure dopo l’apertura della confezione devono essere conservati in frigorifero (non nel freezer). Sulla confezione ciò è indicato chiaramente: in caso di dubbio è bene chiedere al farmacista. Come conservarli?
Ogni farmaco va conservato nella sua confezione: non bisogna eliminare né la scatola che lo contiene né il foglio illustrativo, e nemmeno riunire farmaci in una stessa scatola. La confezione esterna contiene le informazioni per una corretta conservazione, riporta sempre la data di scadenza e aiuta a individuare esattamente qual è il principio attivo contenuto nel medicinale. Il blister interno – cioè l’involucro di plastica e alluminio che contiene le compresse – non deve, invece, essere danneggiato, scambiato o mescolato ad altri. È importante non buttare assolutamente il foglio illustrativo che accompagna ogni farmaco perché contiene fondamentali informazioni su dosaggio, indicazioni, controindicazioni e possibili effetti collaterali. Per chiarire eventuali dubbi va
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§ Conservazione L’armadietto dei medicinali va tenuto sotto controllo: non deve contenere sostanze inutili, mal conservate o scadute; se il farmaco viene conservato male, non è più utilizzabile ed anzi può essere estremamente pericoloso. Dove conservarli?
Il luogo scelto per la conservazione dei farmaci deve essere fresco e asciutto, poiché la luce, l’umidità e le alte temperature possono alterarne le proprietà. Chi ha bambini deve scegliere un luogo fuori dalla loro portata poiché le compresse attraggono inevitabilmente i più piccoli. Alcuni farmaci, subito dopo l’acquisto oppure dopo l’apertura della confezione devono essere conservati in frigorifero (non nel freezer). Sulla confezione ciò è indicato chiaramente: in caso di dubbio è bene chiedere al farmacista. Come conservarli?
Ogni farmaco va conservato nella sua confezione: non bisogna eliminare né la scatola che lo contiene né il foglio illustrativo, e nemmeno riunire farmaci in una stessa scatola. La confezione esterna contiene le informazioni per una corretta conservazione, riporta sempre la data di scadenza e aiuta a individuare esattamente qual è il principio attivo contenuto nel medicinale. Il blister interno – cioè l’involucro di plastica e alluminio che contiene le compresse – non deve, invece, essere danneggiato, scambiato o mescolato ad altri. È importante non buttare assolutamente il foglio illustrativo che accompagna ogni farmaco perché contiene fondamentali informazioni su dosaggio, indicazioni, controindicazioni e possibili effetti collaterali. Per chiarire eventuali dubbi va
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letto interamente ed attentamente, chiedendo, se necessario, spiegazioni al medico o al farmacista. Alcuni farmaci una volta aperti hanno una validità limitata, riportata sulla confezione o nel foglietto illustrativo; in tali casi la loro conservazione oltre la scadenza indicata è inutile. In caso di dubbio, ad esempio se un farmaco ha mutato colore, aspetto o sapore, non utilizzarlo e chiedere come comportarsi al medico o al farmacista. In ogni caso è sempre consigliabile dotarsi delle sole confezioni strettamente necessarie alla terapia. Ambiente
Proteggiamo l’ambiente: il farmaco non va considerato un rifiuto come gli altri: quando è scaduto non deve essere disperso nell’ambiente né tanto meno bruciato; è dovere di ogni cittadino contribuire allo smaltimento dei farmaci scaduti, che possono rappresentare una fonte importante di inquinamento.
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§ Vademecum
per un uso corretto dei farmaci
I farmaci vanno assunti solo quando servono; è importante parlarne col proprio medico curante, leggere bene il foglietto illustrativo e non interrompere le cure senza il parere del medico: sono queste le regole per un uso sicuro dei medicinali. Alcune regole: • Assumere una medicina solo se si ha un’effettiva necessità e solo su consiglio del medico. • Se si riscontrano degli effetti collaterali riferirli immediatamente al proprio medico curante. • Ricordare sempre al proprio medico quale terapia si sta seguendo e se si prendono integratori, vitamine, prodotti fitoterapici o naturali. Anche i farmaci da banco vanno inclusi nella lista. • Se si viene visitati da diversi specialisti è bene mostrare le confezioni delle differenti medicine che si stanno assumendo in modo che il medico possa prescrivere la terapia più appropriata senza interagire con le altre. • Se si necessita di un farmaco per curare una patologia diversa da quella per cui si è in cura, ricordarsi di chiedere al medico se esiste una medicina che può curarle entrambe. • Informarsi sui farmaci che si stanno assumendo. Per qualsiasi dubbio non esitare a rivolgersi al proprio medico curante al proprio farmacista e leggere sempre il foglio illustrativo. • Seguire le istruzioni del medico ed essere sicuri di aver capito come assumere le medicine: con quale modalità, frequenza e orario. • Assumere sempre le medicine prescritte dal medico. • Discutere con il medico quale forma farmaceutica possa essere la più appropriata alle proprie abitudini. • Prendere le compresse o le pastiglie con molta acqua per favorire l’ingestione. • Rivedere regolarmente la terapia e, una volta terminata la cura, riferire al medico gli eventuali miglioramenti. 25
letto interamente ed attentamente, chiedendo, se necessario, spiegazioni al medico o al farmacista. Alcuni farmaci una volta aperti hanno una validità limitata, riportata sulla confezione o nel foglietto illustrativo; in tali casi la loro conservazione oltre la scadenza indicata è inutile. In caso di dubbio, ad esempio se un farmaco ha mutato colore, aspetto o sapore, non utilizzarlo e chiedere come comportarsi al medico o al farmacista. In ogni caso è sempre consigliabile dotarsi delle sole confezioni strettamente necessarie alla terapia. Ambiente
Proteggiamo l’ambiente: il farmaco non va considerato un rifiuto come gli altri: quando è scaduto non deve essere disperso nell’ambiente né tanto meno bruciato; è dovere di ogni cittadino contribuire allo smaltimento dei farmaci scaduti, che possono rappresentare una fonte importante di inquinamento.
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§ Vademecum
per un uso corretto dei farmaci
I farmaci vanno assunti solo quando servono; è importante parlarne col proprio medico curante, leggere bene il foglietto illustrativo e non interrompere le cure senza il parere del medico: sono queste le regole per un uso sicuro dei medicinali. Alcune regole: • Assumere una medicina solo se si ha un’effettiva necessità e solo su consiglio del medico. • Se si riscontrano degli effetti collaterali riferirli immediatamente al proprio medico curante. • Ricordare sempre al proprio medico quale terapia si sta seguendo e se si prendono integratori, vitamine, prodotti fitoterapici o naturali. Anche i farmaci da banco vanno inclusi nella lista. • Se si viene visitati da diversi specialisti è bene mostrare le confezioni delle differenti medicine che si stanno assumendo in modo che il medico possa prescrivere la terapia più appropriata senza interagire con le altre. • Se si necessita di un farmaco per curare una patologia diversa da quella per cui si è in cura, ricordarsi di chiedere al medico se esiste una medicina che può curarle entrambe. • Informarsi sui farmaci che si stanno assumendo. Per qualsiasi dubbio non esitare a rivolgersi al proprio medico curante al proprio farmacista e leggere sempre il foglio illustrativo. • Seguire le istruzioni del medico ed essere sicuri di aver capito come assumere le medicine: con quale modalità, frequenza e orario. • Assumere sempre le medicine prescritte dal medico. • Discutere con il medico quale forma farmaceutica possa essere la più appropriata alle proprie abitudini. • Prendere le compresse o le pastiglie con molta acqua per favorire l’ingestione. • Rivedere regolarmente la terapia e, una volta terminata la cura, riferire al medico gli eventuali miglioramenti. 25
rispetto alla via IM e SC -- la via sottocutanea (SC) soluzioni o sospensioni di farmaci possono essere iniettate nel tessuto sottocutaneo. Quando si tratta di piccoli volumi di liquido, si solleva la plica cutanea al di sopra del deltoide o del tricipite (muscoli del braccio) e vi si infigge l’ago. In caso di volumi di liquido più grandi, è preferibile la superficie interna della coscia o, nei bambini, la superficie del dorso. - topica. La via topica (per colliri, pomate, gocce nasali o auricolari, aerosol) è indicata quando si ha la necessità di ottenere un effetto molto localizzato (ad esempio in caso di occhi arrossati, traumi agli arti, mal d’orecchio, naso che gocciola). I farmaci possono essere applicati localmente sulla pelle, cioè sulla superficie corporea o sulle mucose (nel naso, negli occhi, ...) cosicché esso agisca direttamente sulla lesione esterna o sia assorbito rapidamente dalla pelle, senza essere danneggiato dai succhi gastrici dello stomaco. A questo gruppo appartengono le lozioni (miscela d’acqua e oli), le tinture (liquido che contiene alcool), le paste o le creme. Si parla invece di colliri o di pomate oftalmiche se per gli occhi, di colluttori se per sciacqui o gargarismi, di spray, aerosol o gocce se per via nasale - via respiratoria: microcristalli o aerosol possono essere facilmente assorbiti per via respiratoria o inalatoria. L’effetto può essere intenso a livello dei tessuti polmonari. Sospensione La sospensione è la forma farmaceutica in cui la miscela principio attivo-eccipienti viene dispersa, come polvere, in un liquido all’interno del quale non si può sciogliere, ma resta, per l’appunto, in sospensione. Supposta Supposta: in questa forma farmaceutica la sostanza attiva viene miscelata con eccipienti che danno alla preparazione forma e consistenza tali da permetterne l’introduzione nel retto dove il farmaco viene rilasciato e assorbito. Tachifilassi È una tolleranza elevata che si manifesta velocemente, già alle prime dosi. E’ dovuta di solito, a caratteristiche genetiche (metabolismo, recettori), non scompare con l’aumento della dose e rende il paziente subito insensibile al trattamento idiosincrasia: è un effetto insolito, spesso tossico, che si
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manifesta in pochi individui. Temperatura (di conservazione di un farmaco) La temperatura è un fattore fondamentale per la conservazione di un farmaco. Le condizioni di temperatura indicate sulla confezione vanno rispettate. La temperatura è una forma d’energia che si accumula nel tempo e si somma fino ad ottenere la degradazione del principio attivo. Escludendo sbalzi termici e temperature eccessive che alterano immediatamente il medicinale, una piccola variazione può essere tranquillamente tollerata purché occasionale e limitata nel tempo. Questo anche in considerazione del fatto che presumibilmente un medicinale appena acquistato verrà utilizzato nel breve periodo. Tempo di latenza Il tempo necessario, dopo la somministrazione, per ottenere l’inizio dell’effetto del farmaco. Quindi il tempo necessario ad ottenere la minima concentrazione terapeutica. Tolleranza La stessa dose di farmaco perde gradualmente il proprio effetto. Bisogna aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto.
§ Glossario Adesione alla cura (vedi la voce: Compliance) Aeresol Forma farmaceutica costituita da dispersione di particelle liquide o solide racchiuse in recipienti speciali chiusi ermeticamente (nebulizzatori). Possono essere a uso topico o per inalazione. AIC Autorizzazione all’Immissione in Commercio Prima che un farmaco, coperto da brevetto, possa essere commercializzato è necessario che intervenga una fase di verifica e autorizzazione da parte del Ministero della Salute, finalizzata a garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e dal cui esito positivo dipende il rilascio dell’AIC (Autorizzazione Immissione in Commercio). Assorbimento E’ il passo fondamentale perché un farmaco possa esplicare la sua azione. Il principio attivo si deve prima sciogliere, poi viene assorbito cioè entra nel sangue e dal circolo sanguigno viene trasportato in tutti i distretti del nostro organismo, raggiungendo così anche l’organo o la zona bersaglio dove deve esplicare la sua azione terapeutica. Automedicazione (vedi la voce: Banco, farmaci da) Avvertenze (vedi la voce: Foglietto illustrativo) Banco, farmaci da Farmaci da banco, detti anche “di automedicazione” o “OTC” (dall’inglese Over The Counter), sono quei medicinali che si acquistano anche senza ricetta medica. La scelta di questi prodotti medicinali è affidata al cittadino, consigliato dal farmacista o dal medico stesso. E’ da tenere presente che si tratta pur sempre di farmaci e la loro somministrazione impropria può
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causare effetti indesiderati e nocivi per l’organismo. Solo per questa categoria, in Italia, è possibile la pubblicità rivolta al pubblico, su giornali, riviste, televisione. Bioequivalenza Bioequivalenza tra due farmaci indica la completa sovrapponibilità delle caratteristiche farmacologiche e cliniche degli stessi. Due farmaci bioequivalenti risultano, dunque, uguali dal punto di vista terapeutico. In altre parole, bioequivalenza significa che i due farmaci devono avere esattamente lo stesso comportamento una volta entrati nell’organismo, in termini quantitativi e qualitativi. Efficacia terapeutica, potenza dell’azione, tempo di comparsa dell’effetto e sua durata, effetti collaterali e loro incidenza, tutti questi parametri devono risultare identici. Perché si verifichino queste condizioni non è sufficiente che la quantità di principio attivo e gli eccipienti utilizzati nella preparazione dei due medicinali siano gli stessi. Il nostro organismo, infatti, è molto sofisticato: se ci fossero delle impurezze (prodotti chimici formatisi durante o dopo la lavorazione) in uno dei due, l’assorbimento del medicinale o la sua efficacia o la sua sicurezza d’impiego potrebbero cambiare. Blister Confezione tipica di compresse, capsule, ecc. Costituita da strisce in materiale plastico con alcune cavità, ognuna delle quali contiene una compressa. La diffusione dei blister ha comportato un calo del numero degli incidenti perché i bambini hanno difficoltà ad aprirli. Brevettato, farmaco Il farmaco brevettato è quello di proprietà dell’azienda farmaceutica che l’ha scoperto. L’azienda, registrando legalmente e brevettando un nuovo principio attivo o una nuova composizione farmaceutica, si garantisce, per un certo numero d’anni, la possibilità di sfruttare in modo esclusivo la sua scoperta.
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Capsula La capsula si può definire come un “contenitore” del farmaco costituito, di regola, di gelatina che si disintegra in acqua e che può essere di consistenza dura (capsula dura) o molle (capsula molle). La capsula ha lo scopo di far arrivare il principio attivo opportunamente protetto nella sede in cui questo viene rilasciato (es. lo stomaco), per evitare dispersioni di sostanza ed eventuali effetti collaterali. Cerotti transdermici Sono anche detti “sistemi terapeutici transdermici”. Si tratta di sistemi multilaminati che sono applicati sulla pelle per semplice pressione, come i normali cerotti. Pur appartenendo a tipologie diverse, essi presentano alcuni elementi comuni: un backing, strato impermeabile che svolge la funzione di sostegno e di protezione e che non permette la dispersione del principio attivo all’esterno; uno strato adesivo che consente il posizionamento del cerotto in una porzione dell’organi smo e lo mantiene “in situ” durante l’applicazione, ed il deposito di farmaco. Offrono il grande vantaggio di non essere “invasivi” per il paziente, poiché vengono applicati sulla pelle. Tuttavia, i farmaci in commercio sotto forma di cerotti transdermici non sono molto numerosi. Collirio Forma farmaceutica cotituita da soluzione o sospensione sterile acquosa o oleosa, destinata ad essere applicata nell’occhio. Viene preparato con materie prime selezionate e con particolari precauzioni, in modo da assicurare la sterilità, evitando l’introduzione di sostanze contaminanti e lo sviluppo di microrganismi. Compliance Con questo termine si intende l’adesione alla terapia e alle prescrizioni mediche da parte del paziente. Rispettare le prescrizioni nella posologia, nei tempi e nei modi di assunzione di un farmaco è indispensabile per ottenere il massimo del risultato terapeutico. Una percentuale di malati che oscilla fra il 30% e il 50% non aderisce alla posologia prescritta, rischiando di rendere vana l’azione terapeutica. Compressa E’ la più comune delle forme farmaceutiche solide somministrabili per via orale. È preparata mediante
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compressione del farmaco con un eccipiente inerte come l’amido o il lattosio, in una forma compatta, che poi si disintegra a contatto con l’acqua. Esistono poi le compresse rivestite con uno o più strati di sostanze diverse (resine, gomme, zuccheri, plastificanti, cere). Una compressa può essere rivestita per diversi motivi: per mascherare odori e sapori sgradevoli, per proteggere il farmaco da luce e umidità, per aumentare la resistenza meccanica, per conferire resistenza al succo acido dello stomaco, o per controllare il tempo di cessione del principio attivo. Concentrazione minima tossica La concentrazione ematica di un farmaco al di sopra della quale compaiono gli effetti tossici dosedipendenti. Corrisponde al limite superiore del range terapeutico. Concentrazione minima terapeutica La concentrazione ematica di un farmaco al di sotto della quale non si hanno effetti terapeutici. Corrisponde al limite inferiore del range terapeutico. Confezione (o scatola) L’involucro con cui il farmaco è distribuito. Importantissimo è conservare la confezione insieme al farmaco. Dopo la prima apertura della scatola, la data di scadenza del medicinale è comunque valida anche se le singole dosi da assumere in tempi successivi sono confezionate ciascuna in modo indipendente (ad esempio le pastiglie di un blister). Se il medicinale non è monodose (come nei flaconi) è buona regola prendere nota (direttamente sulla scatola o sull’etichetta) della data di prima apertura. Il medicinale, a seguito di ripetute aperture della scatola per i successivi prelievi, potrebbe subire un processo di deterioramento o di contaminazione causa del contatto con l’aria o per l’umidità. L’ossigeno e l’umidità, infatti, accelerano la degradazione chimica e i microrganismi presenti nell’aria possono depositarsi sul medicinale, moltiplicarsi velocemente e sviluppare nel tempo una carica batterica notevole. In particolare, i colliri in flacone hanno una validità limitata dopo la prima apertura (una quindicina di giorni circa) per evitare contaminazione e proliferazione microbiologica. Le gocce nasali debbono essere rinnovate con frequenza perché spesso il contagocce è veicolo di contaminazione. Confezione primaria di un farmaco
(flacone, blister, fiala, ...) Per confezione primaria s’intende il contenitore (o qualunque altra forma di confezionamento) che si trovi a diretto contatto con il medicinale. Il confezionamento primario di un farmaco è molto importante ai fini della sua efficacia e sicurezza. Alcuni medicinali, in genere in forma solida (quali compresse, confetti o capsule) possono essere confezionati in boccette di vetro o di plastica con tappo avvitato a sua volta sigillato o in strisce in materiale plastico con alcune cavità, ognuna delle quali contiene una compressa (blister). Altri farmaci in forma liquida sono confezionati in boccette con chiusura in materiale elastomero (gomma) per preparazioni iniettabili. Conservazione di un farmaco Tutti i farmaci devono essere sempre conservati nella confezione originale unitamente al foglietto illustrativo. Normalmente si conservano a temperatura ambiente, in luogo asciutto e al riparo dalla luce diretta. Il luogo migliore è un contenitore, chiuso a chiave lontano dalla portata dei bambini. Attenzione a: - umidità (presente in bagno e in cucina) perché capsule, compresse e cerotti possono deteriorarsi precocemente; è utile eliminare il batuffolo di cotone presente in alcune confezioni di compresse (trattiene l’umidità); - congelamento dei prodotti conservati in frigo; - durante la stagione estiva la temperatura del contenitore delle medicine non deve superare i 30°. Cure mediche Sono considerati cure mediche l’accertamento e il trattamento di malattie, lesioni e altri disturbi della salute fisica e psichica dell’uomo nonché le attività che servono alla prevenzione di malattie e di disturbi della salute dell’uomo. Dear Doctor Letter Il Ministero della Salute, in prima persona, diffonde informazioni utili per un tempestivo aggiornamento dei medici su nuove conoscenze sull’uso dei farmaci e sulle loro possibili reazioni avverse. Queste informazioni vengono diramate con una “Dear doctor letter”, cioè una lettera indirizzata direttamente ai medici e recapitata anche per posta. Distanziatore Molte persone, soprattutto i bambini più piccoli
e gli anziani, incontrano grandi difficoltà nell’uso degli spray dosati poiché non riescono a coordinare l’inspirazione con la pressione manuale sulla bomboletta. Per superare questi problemi sono stati messi a punto dei dispositivi, le “camere d’espansione” (o distanziatori es. Volumatic, Aerochamber), che rendono più facile l’impiego delle bombolette, aumentando l’efficacia dei farmaci antiasmatici. Per una migliore compressione della modalità d’impiego di un farmaco, nella forma spray dosato + distanziatore, di seguito è presentata la sequenza di passaggi per un uso corretto: - togliere il cappuccio e collegare il boccaglio dello spray con il distanziatore - dopo aver scaldato con la mano la bomboletta, agitarla energicamente, tenendola fra pollice ed indice in posizione verticale con il boccaglio rivolto verso la parte inferiore. - inspirare lentamente. - premere con l’indice il fondo della bomboletta. - inspirare lentamente. - trattenere il respiro profondamente. - terminata l’inspirazione trattenere il respiro il più a lungo possibile (almeno 10 secondi). - espirare lentamente. - attendere 1 minuto prima di ripetere l’erogazione con le stesse modalità. Dosaggio Quantità (o dose) di principio attivo presente in una compressa o in una capsula, ecc (cioè in un’unità posologica). Le compresse o le capsule o le fiale sono forme monodose; il flacone è una confezione multidose. Non è consigliabile, in quanto potenzialmente dannoso per la salute, aumentare la dose di un farmaco senza prima aver consultato il medico curante. E’ falso che una dose doppia fa guarire in metà tempo. Durata d’azione L’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine degli effetti terapeutici di un farmaco. Quindi il tempo in cui i livelli ematici sono all’interno del range terapeutico. Eccipienti Gli eccipienti sono sostanze innocue e prive di qualunque azione curativa – sono infatti farmacologicamente inattivi – ma veicolano i principi attivi favorendone l’assorbimento all’interno dell’organismo. Sono anche necessari per facilitare la sommi-
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Capsula La capsula si può definire come un “contenitore” del farmaco costituito, di regola, di gelatina che si disintegra in acqua e che può essere di consistenza dura (capsula dura) o molle (capsula molle). La capsula ha lo scopo di far arrivare il principio attivo opportunamente protetto nella sede in cui questo viene rilasciato (es. lo stomaco), per evitare dispersioni di sostanza ed eventuali effetti collaterali. Cerotti transdermici Sono anche detti “sistemi terapeutici transdermici”. Si tratta di sistemi multilaminati che sono applicati sulla pelle per semplice pressione, come i normali cerotti. Pur appartenendo a tipologie diverse, essi presentano alcuni elementi comuni: un backing, strato impermeabile che svolge la funzione di sostegno e di protezione e che non permette la dispersione del principio attivo all’esterno; uno strato adesivo che consente il posizionamento del cerotto in una porzione dell’organi smo e lo mantiene “in situ” durante l’applicazione, ed il deposito di farmaco. Offrono il grande vantaggio di non essere “invasivi” per il paziente, poiché vengono applicati sulla pelle. Tuttavia, i farmaci in commercio sotto forma di cerotti transdermici non sono molto numerosi. Collirio Forma farmaceutica cotituita da soluzione o sospensione sterile acquosa o oleosa, destinata ad essere applicata nell’occhio. Viene preparato con materie prime selezionate e con particolari precauzioni, in modo da assicurare la sterilità, evitando l’introduzione di sostanze contaminanti e lo sviluppo di microrganismi. Compliance Con questo termine si intende l’adesione alla terapia e alle prescrizioni mediche da parte del paziente. Rispettare le prescrizioni nella posologia, nei tempi e nei modi di assunzione di un farmaco è indispensabile per ottenere il massimo del risultato terapeutico. Una percentuale di malati che oscilla fra il 30% e il 50% non aderisce alla posologia prescritta, rischiando di rendere vana l’azione terapeutica. Compressa E’ la più comune delle forme farmaceutiche solide somministrabili per via orale. È preparata mediante
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compressione del farmaco con un eccipiente inerte come l’amido o il lattosio, in una forma compatta, che poi si disintegra a contatto con l’acqua. Esistono poi le compresse rivestite con uno o più strati di sostanze diverse (resine, gomme, zuccheri, plastificanti, cere). Una compressa può essere rivestita per diversi motivi: per mascherare odori e sapori sgradevoli, per proteggere il farmaco da luce e umidità, per aumentare la resistenza meccanica, per conferire resistenza al succo acido dello stomaco, o per controllare il tempo di cessione del principio attivo. Concentrazione minima tossica La concentrazione ematica di un farmaco al di sopra della quale compaiono gli effetti tossici dosedipendenti. Corrisponde al limite superiore del range terapeutico. Concentrazione minima terapeutica La concentrazione ematica di un farmaco al di sotto della quale non si hanno effetti terapeutici. Corrisponde al limite inferiore del range terapeutico. Confezione (o scatola) L’involucro con cui il farmaco è distribuito. Importantissimo è conservare la confezione insieme al farmaco. Dopo la prima apertura della scatola, la data di scadenza del medicinale è comunque valida anche se le singole dosi da assumere in tempi successivi sono confezionate ciascuna in modo indipendente (ad esempio le pastiglie di un blister). Se il medicinale non è monodose (come nei flaconi) è buona regola prendere nota (direttamente sulla scatola o sull’etichetta) della data di prima apertura. Il medicinale, a seguito di ripetute aperture della scatola per i successivi prelievi, potrebbe subire un processo di deterioramento o di contaminazione causa del contatto con l’aria o per l’umidità. L’ossigeno e l’umidità, infatti, accelerano la degradazione chimica e i microrganismi presenti nell’aria possono depositarsi sul medicinale, moltiplicarsi velocemente e sviluppare nel tempo una carica batterica notevole. In particolare, i colliri in flacone hanno una validità limitata dopo la prima apertura (una quindicina di giorni circa) per evitare contaminazione e proliferazione microbiologica. Le gocce nasali debbono essere rinnovate con frequenza perché spesso il contagocce è veicolo di contaminazione. Confezione primaria di un farmaco
(flacone, blister, fiala, ...) Per confezione primaria s’intende il contenitore (o qualunque altra forma di confezionamento) che si trovi a diretto contatto con il medicinale. Il confezionamento primario di un farmaco è molto importante ai fini della sua efficacia e sicurezza. Alcuni medicinali, in genere in forma solida (quali compresse, confetti o capsule) possono essere confezionati in boccette di vetro o di plastica con tappo avvitato a sua volta sigillato o in strisce in materiale plastico con alcune cavità, ognuna delle quali contiene una compressa (blister). Altri farmaci in forma liquida sono confezionati in boccette con chiusura in materiale elastomero (gomma) per preparazioni iniettabili. Conservazione di un farmaco Tutti i farmaci devono essere sempre conservati nella confezione originale unitamente al foglietto illustrativo. Normalmente si conservano a temperatura ambiente, in luogo asciutto e al riparo dalla luce diretta. Il luogo migliore è un contenitore, chiuso a chiave lontano dalla portata dei bambini. Attenzione a: - umidità (presente in bagno e in cucina) perché capsule, compresse e cerotti possono deteriorarsi precocemente; è utile eliminare il batuffolo di cotone presente in alcune confezioni di compresse (trattiene l’umidità); - congelamento dei prodotti conservati in frigo; - durante la stagione estiva la temperatura del contenitore delle medicine non deve superare i 30°. Cure mediche Sono considerati cure mediche l’accertamento e il trattamento di malattie, lesioni e altri disturbi della salute fisica e psichica dell’uomo nonché le attività che servono alla prevenzione di malattie e di disturbi della salute dell’uomo. Dear Doctor Letter Il Ministero della Salute, in prima persona, diffonde informazioni utili per un tempestivo aggiornamento dei medici su nuove conoscenze sull’uso dei farmaci e sulle loro possibili reazioni avverse. Queste informazioni vengono diramate con una “Dear doctor letter”, cioè una lettera indirizzata direttamente ai medici e recapitata anche per posta. Distanziatore Molte persone, soprattutto i bambini più piccoli
e gli anziani, incontrano grandi difficoltà nell’uso degli spray dosati poiché non riescono a coordinare l’inspirazione con la pressione manuale sulla bomboletta. Per superare questi problemi sono stati messi a punto dei dispositivi, le “camere d’espansione” (o distanziatori es. Volumatic, Aerochamber), che rendono più facile l’impiego delle bombolette, aumentando l’efficacia dei farmaci antiasmatici. Per una migliore compressione della modalità d’impiego di un farmaco, nella forma spray dosato + distanziatore, di seguito è presentata la sequenza di passaggi per un uso corretto: - togliere il cappuccio e collegare il boccaglio dello spray con il distanziatore - dopo aver scaldato con la mano la bomboletta, agitarla energicamente, tenendola fra pollice ed indice in posizione verticale con il boccaglio rivolto verso la parte inferiore. - inspirare lentamente. - premere con l’indice il fondo della bomboletta. - inspirare lentamente. - trattenere il respiro profondamente. - terminata l’inspirazione trattenere il respiro il più a lungo possibile (almeno 10 secondi). - espirare lentamente. - attendere 1 minuto prima di ripetere l’erogazione con le stesse modalità. Dosaggio Quantità (o dose) di principio attivo presente in una compressa o in una capsula, ecc (cioè in un’unità posologica). Le compresse o le capsule o le fiale sono forme monodose; il flacone è una confezione multidose. Non è consigliabile, in quanto potenzialmente dannoso per la salute, aumentare la dose di un farmaco senza prima aver consultato il medico curante. E’ falso che una dose doppia fa guarire in metà tempo. Durata d’azione L’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine degli effetti terapeutici di un farmaco. Quindi il tempo in cui i livelli ematici sono all’interno del range terapeutico. Eccipienti Gli eccipienti sono sostanze innocue e prive di qualunque azione curativa – sono infatti farmacologicamente inattivi – ma veicolano i principi attivi favorendone l’assorbimento all’interno dell’organismo. Sono anche necessari per facilitare la sommi-
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nistrazione delle varie formulazioni farmaceutiche (compresse o altro). Le principali funzioni degli eccipienti sono: - proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo, come il caldo, il freddo, l’umidità o altre sostanze chimiche; - permettere la preparazione la preparazione di compresse (o qualsiasi altra forma) di dimensioni accettabili. Molto spesso, infatti, la quantità di principio attivo necessario per ogni dose è microscopica (ad esempio, 100-500 milligrammi). Senza l’aggiunta degli eccipienti, che ne aumentano il volume, sarebbe impossibile ottenere compresse o altre forme di farmaci somministrabili; - evitare che il principio attivo sedimenti sul fondo del contenitore, nel caso di medicinali liquidi - facilitare l’assorbimento del principio attivo nell’organismo, aiutandolo a sciogliersi o rendendone il sapore più gradevole. In particolare - i leganti danno compattezza alla forma farmaceutica, ne “tengono insieme” i componenti - i disaggreganti controbilanciano l’azione dei leganti e consentono alla forma farmaceutica di disfarsi liberando il principio attivo - i glidanti consentono lo scorrimento dalla miscela principio attivo-eccipienti, facendola defluire in modo uniforme e rapido nello stampo che le darà una forma - i lubrificanti sono impiegati per lo più nella preparazione di compresse, perché facilitano la compressione della miscela principio attivo-eccipienti e l’espulsione delle compresse - i coloranti “vestono” la forma farmaceutica regalandole un aspetto più invitante. Sono utilizzati solo quelli autorizzati per uso alimentare - gli aromatizzanti mascherano gli eventuali sapori sgradevoli. Gli eccipienti più comuni sono l’amido di mais o di frumento, la cellulosa, il talco, l’acqua, il saccarosio. È importante che le persone allergiche ad alcune di queste sostanze o che soffrono di malattie come il diabete o la celiachia, informino il proprio medico e il farmacista. Effetti collaterali (vedi la voce: Foglietto Illustrativo) Emvita (T½) Il tempo necessario perché la concentrazione ematica di un farmaco diventi la metà.Normalmente si
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esprime in ore. Farmaci I farmaci si possono classificare in: - farmaco soggetto a prescrizione medica (vedi Prescrizione, Farmaco da) - farmaco non soggetto a prescrizione o da banco (vedi Banco, Farmaco da) I farmaci si possono inoltre classificare per tipologia di produzione: - farmaci d’origine industriale. Sono specialità medicinali messe in commercio dall’azienda Produttrice, con un nome di fantasia (es. Lantus o Triatec) ed in confezioni particolare che non possono essere modificate. - farmaci preconfezionati prodotti industrialmente. DL 178/91. Ex galenici officinali con il nome della farmacopea (es. Tintura di iodio) - farmaci generici. L 28-12-95 (vedi Generici) - farmaci allestiti o preparati in farmacia (Galenici): -- galenici magistrali: sono medicinali destinati ad un determinato paziente e preparati in farmacia dal farmacista, su prescrizione medica -- galenici ospedalieri: medicinali preparati nella farmacia ospedaliera e impiegati all’interno dell’ospedale -- galenici multipli: il farmacista può prepararne una certa quantità. La formulazione deve essere scritta nel formulario nazionale della farmacopea ufficiale. Farmaco Dal greco: rimedio, medicamento, veleno. Secondo l’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità “è un composto che, introdotto nell’organismo vivente, può modificarne una o più funzioni”. Il farmaco (medicina, medicamento o prodotto farmaceutico) è dunque una sostanza, una molecola o un composto capace di agire sulle cause di una malattia, e d’influire sui sintomi. Secondo la Comunità Europea un farmaco è “ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane, nonché ogni sostanza o composizione da somministrare all’uomo allo scopo di stabilire una diagnosi medica o di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche dell’uomo”. E’ composto da componenti attivi e inattivi. I componenti attivi sono le sostanze dotate d’attività farmacologia, cioè il principio attivo (vedi) mentre quelli inattivi sono gli eccipienti (vedi).
Farmaco scaduto Si definisce scaduto un farmaco quando le sostanze che contiene subiscono delle trasformazioni chimiche. Le condizioni ambientali (quali, ad esempio, temperatura, luce, umidità) possono causare, nel tempo, la trasformazione chimica del principio attivo del medicinale. Dopo la data di scadenza la quantità di principio attivo potrebbe essere diminuita in percentuale variabile, con due possibili conseguenze: il medicinale non garantisce più l’effetto terapeutico; per degradazione chimica si potrebbero formare sostanze tossiche. . Farmacopea ufficiale E’ un codice farmaceutico, una sorta di “sacro testo”, in materia di farmaci. Contiene: - Disposizioni tecnico-ammistrative per il controllo della qualità dei farmaci - Disposizioni opportune e necessarie a regolare l’esercizio della farmacia La violazione di tali disposizioni costituisce un illecito amministrativo, non ha cioè carattere penale, a meno che il fatto non si configuri di per se stesso come un reato. Farmacoviglianza La Farmacovigilanza è un’attività di controllo dei farmaci che si trovano in commercio. E’ una rete mondiale che coinvolge e collega tra loro autorità sanitarie, medici, farmacisti, le aziende e gli stessi pazienti. Ogni reazione avversa riscontrata nel corso della somministrazione di un farmaco viene segnalata alle autorità sanitarie centrali e locali (in Italia sono il Ministero della Salute, le Regioni e le ASL) perché possano analizzare i dati ed eventualmente prendere provvedimenti. Questi provvedimenti possono essere: la correzione delle indicazioni previste per il farmaco e riportate sul foglietto illustrativo, la modifica dei dosaggi, l’esclusione (o al contrario l’inclusione) di alcune categorie di persone (anziani, bambini, pazienti a rischio ecc). Nei casi più gravi si può arrivare sino al ritiro dal mercato del farmaco. Il sistema di farmacovigilanza funziona ormai a livello internazionale, quindi un problema riscontrato, per esempio, in un paese europeo può comportare il ritiro dal commercio del farmaco anche in tutti gli altri paesi dell’Unione Europea o nel mondo intero. Anche le aziende sono tenute a raccogliere le segnalazioni di reazioni avverse legate ai loro farmaci e a darne comunica-
zione alle autorità sanitarie di controllo. Farmacoviglianza, responsabili della In un certo senso, tutti noi siamo responsabili del controllo degli effetti avversi dei farmaci. I cittadini, che devono segnalare al proprio medico le reazioni che si sono verificate in conseguenza dell’assunzione di una medicina. I medici, che oltre a raccogliere le comunicazioni dei loro pazienti, devono riconoscere le reazioni avverse e segnalarle all’autorità sanitaria in Italia questo è un obbligo di legge. I farmacisti, quando vengono a conoscenza di una reazione avversa legata per esempio a un farmaco acquistabile senza ricetta. Infine alle autorità sanitarie deputate alla farmacovigilanza spetta il compito di raccogliere ed elaborare queste informazioni. Il sistema deve essere tanto completo da raccogliere il maggior numero possibile di casi di reazione avversa, ma anche tanto preciso da individuare rapidamente quei casi che sono realmente indicativi. Facciamo un esempio: alcune persone sono allergiche agli antibiotici e, in caso di assunzione, rischiano reazioni gravi che possono arrivare perfino alla morte per shock anafilattico. Non è sempre possibile, peraltro, sapere prima della somministrazione quali persone siano a rischio e in quale misura. Un certo numero di queste reazioni avverse sono quindi prevedibili e attese tutti gli anni. D’altra parte gli antibiotici sono farmaci indispensabili e nessuno penserebbe di chiederne il ritiro dal commercio. Anche così la sorveglianza è indispensabile, potrebbe capitare infatti che un nuovo antibiotico risulti pericoloso per motivi diversi dalle reazioni allergiche già note. La farmacovigilanza, allora, deve essere in grado di distinguere tra le segnalazioni che ci si attende e quelle indotte dal nuovo farmaco e intervenire. Fiala La fiala è il contenitore di vetro in cui la soluzione di un farmaco (oppure il farmaco sotto forma di polvere secca o cristallina) può essere protetta fino al momento della somministrazione, che può avvenire per via intramuscolare, endovenosa, sottocutanea o per aerosol. Fine dell’effetto terapeutico Il tempo trascorso dalla somministrazione alla fine dell’effetto del farmaco. Quindi il tempo per raggiungere nuovamente una concentrazione ematica al di sotto di quella minima terapeutica.
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nistrazione delle varie formulazioni farmaceutiche (compresse o altro). Le principali funzioni degli eccipienti sono: - proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo, come il caldo, il freddo, l’umidità o altre sostanze chimiche; - permettere la preparazione la preparazione di compresse (o qualsiasi altra forma) di dimensioni accettabili. Molto spesso, infatti, la quantità di principio attivo necessario per ogni dose è microscopica (ad esempio, 100-500 milligrammi). Senza l’aggiunta degli eccipienti, che ne aumentano il volume, sarebbe impossibile ottenere compresse o altre forme di farmaci somministrabili; - evitare che il principio attivo sedimenti sul fondo del contenitore, nel caso di medicinali liquidi - facilitare l’assorbimento del principio attivo nell’organismo, aiutandolo a sciogliersi o rendendone il sapore più gradevole. In particolare - i leganti danno compattezza alla forma farmaceutica, ne “tengono insieme” i componenti - i disaggreganti controbilanciano l’azione dei leganti e consentono alla forma farmaceutica di disfarsi liberando il principio attivo - i glidanti consentono lo scorrimento dalla miscela principio attivo-eccipienti, facendola defluire in modo uniforme e rapido nello stampo che le darà una forma - i lubrificanti sono impiegati per lo più nella preparazione di compresse, perché facilitano la compressione della miscela principio attivo-eccipienti e l’espulsione delle compresse - i coloranti “vestono” la forma farmaceutica regalandole un aspetto più invitante. Sono utilizzati solo quelli autorizzati per uso alimentare - gli aromatizzanti mascherano gli eventuali sapori sgradevoli. Gli eccipienti più comuni sono l’amido di mais o di frumento, la cellulosa, il talco, l’acqua, il saccarosio. È importante che le persone allergiche ad alcune di queste sostanze o che soffrono di malattie come il diabete o la celiachia, informino il proprio medico e il farmacista. Effetti collaterali (vedi la voce: Foglietto Illustrativo) Emvita (T½) Il tempo necessario perché la concentrazione ematica di un farmaco diventi la metà.Normalmente si
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esprime in ore. Farmaci I farmaci si possono classificare in: - farmaco soggetto a prescrizione medica (vedi Prescrizione, Farmaco da) - farmaco non soggetto a prescrizione o da banco (vedi Banco, Farmaco da) I farmaci si possono inoltre classificare per tipologia di produzione: - farmaci d’origine industriale. Sono specialità medicinali messe in commercio dall’azienda Produttrice, con un nome di fantasia (es. Lantus o Triatec) ed in confezioni particolare che non possono essere modificate. - farmaci preconfezionati prodotti industrialmente. DL 178/91. Ex galenici officinali con il nome della farmacopea (es. Tintura di iodio) - farmaci generici. L 28-12-95 (vedi Generici) - farmaci allestiti o preparati in farmacia (Galenici): -- galenici magistrali: sono medicinali destinati ad un determinato paziente e preparati in farmacia dal farmacista, su prescrizione medica -- galenici ospedalieri: medicinali preparati nella farmacia ospedaliera e impiegati all’interno dell’ospedale -- galenici multipli: il farmacista può prepararne una certa quantità. La formulazione deve essere scritta nel formulario nazionale della farmacopea ufficiale. Farmaco Dal greco: rimedio, medicamento, veleno. Secondo l’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità “è un composto che, introdotto nell’organismo vivente, può modificarne una o più funzioni”. Il farmaco (medicina, medicamento o prodotto farmaceutico) è dunque una sostanza, una molecola o un composto capace di agire sulle cause di una malattia, e d’influire sui sintomi. Secondo la Comunità Europea un farmaco è “ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane, nonché ogni sostanza o composizione da somministrare all’uomo allo scopo di stabilire una diagnosi medica o di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche dell’uomo”. E’ composto da componenti attivi e inattivi. I componenti attivi sono le sostanze dotate d’attività farmacologia, cioè il principio attivo (vedi) mentre quelli inattivi sono gli eccipienti (vedi).
Farmaco scaduto Si definisce scaduto un farmaco quando le sostanze che contiene subiscono delle trasformazioni chimiche. Le condizioni ambientali (quali, ad esempio, temperatura, luce, umidità) possono causare, nel tempo, la trasformazione chimica del principio attivo del medicinale. Dopo la data di scadenza la quantità di principio attivo potrebbe essere diminuita in percentuale variabile, con due possibili conseguenze: il medicinale non garantisce più l’effetto terapeutico; per degradazione chimica si potrebbero formare sostanze tossiche. . Farmacopea ufficiale E’ un codice farmaceutico, una sorta di “sacro testo”, in materia di farmaci. Contiene: - Disposizioni tecnico-ammistrative per il controllo della qualità dei farmaci - Disposizioni opportune e necessarie a regolare l’esercizio della farmacia La violazione di tali disposizioni costituisce un illecito amministrativo, non ha cioè carattere penale, a meno che il fatto non si configuri di per se stesso come un reato. Farmacoviglianza La Farmacovigilanza è un’attività di controllo dei farmaci che si trovano in commercio. E’ una rete mondiale che coinvolge e collega tra loro autorità sanitarie, medici, farmacisti, le aziende e gli stessi pazienti. Ogni reazione avversa riscontrata nel corso della somministrazione di un farmaco viene segnalata alle autorità sanitarie centrali e locali (in Italia sono il Ministero della Salute, le Regioni e le ASL) perché possano analizzare i dati ed eventualmente prendere provvedimenti. Questi provvedimenti possono essere: la correzione delle indicazioni previste per il farmaco e riportate sul foglietto illustrativo, la modifica dei dosaggi, l’esclusione (o al contrario l’inclusione) di alcune categorie di persone (anziani, bambini, pazienti a rischio ecc). Nei casi più gravi si può arrivare sino al ritiro dal mercato del farmaco. Il sistema di farmacovigilanza funziona ormai a livello internazionale, quindi un problema riscontrato, per esempio, in un paese europeo può comportare il ritiro dal commercio del farmaco anche in tutti gli altri paesi dell’Unione Europea o nel mondo intero. Anche le aziende sono tenute a raccogliere le segnalazioni di reazioni avverse legate ai loro farmaci e a darne comunica-
zione alle autorità sanitarie di controllo. Farmacoviglianza, responsabili della In un certo senso, tutti noi siamo responsabili del controllo degli effetti avversi dei farmaci. I cittadini, che devono segnalare al proprio medico le reazioni che si sono verificate in conseguenza dell’assunzione di una medicina. I medici, che oltre a raccogliere le comunicazioni dei loro pazienti, devono riconoscere le reazioni avverse e segnalarle all’autorità sanitaria in Italia questo è un obbligo di legge. I farmacisti, quando vengono a conoscenza di una reazione avversa legata per esempio a un farmaco acquistabile senza ricetta. Infine alle autorità sanitarie deputate alla farmacovigilanza spetta il compito di raccogliere ed elaborare queste informazioni. Il sistema deve essere tanto completo da raccogliere il maggior numero possibile di casi di reazione avversa, ma anche tanto preciso da individuare rapidamente quei casi che sono realmente indicativi. Facciamo un esempio: alcune persone sono allergiche agli antibiotici e, in caso di assunzione, rischiano reazioni gravi che possono arrivare perfino alla morte per shock anafilattico. Non è sempre possibile, peraltro, sapere prima della somministrazione quali persone siano a rischio e in quale misura. Un certo numero di queste reazioni avverse sono quindi prevedibili e attese tutti gli anni. D’altra parte gli antibiotici sono farmaci indispensabili e nessuno penserebbe di chiederne il ritiro dal commercio. Anche così la sorveglianza è indispensabile, potrebbe capitare infatti che un nuovo antibiotico risulti pericoloso per motivi diversi dalle reazioni allergiche già note. La farmacovigilanza, allora, deve essere in grado di distinguere tra le segnalazioni che ci si attende e quelle indotte dal nuovo farmaco e intervenire. Fiala La fiala è il contenitore di vetro in cui la soluzione di un farmaco (oppure il farmaco sotto forma di polvere secca o cristallina) può essere protetta fino al momento della somministrazione, che può avvenire per via intramuscolare, endovenosa, sottocutanea o per aerosol. Fine dell’effetto terapeutico Il tempo trascorso dalla somministrazione alla fine dell’effetto del farmaco. Quindi il tempo per raggiungere nuovamente una concentrazione ematica al di sotto di quella minima terapeutica.
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Flacone Il flacone è un contenitore di vetro contenente più dosi di un farmaco e dal quale il farmaco stesso può essere prelevato, attraverso un tappo di gomma in maniera da non contaminare la restante soluzione. Foglietto illustrativo Detto anche “bugiardino”, è uno dei documenti più importanti che accompagnano un farmaco. Non è noto quando il termine “bugiardino” sia stato adottato dal linguaggio popolare come sinonimo di “foglietto illustrativo”. Si pensa invece che ciò sia dovuto al fatto che, sino a pochi anni fa, il foglietto illustrativo dei farmaci era scritto in un linguaggio oscuro, molto tecnico e difficilmente comprensibile dal paziente; quasi assolvesse più ad un obbligo d’informazione agli addetti del settore piuttosto che dovesse aiutare veramente i pazienti a capire le caratteristiche farmacologiche del medicinale. Al foglietto illustrativo e a tutte le voci che lo compongono abbiamo dedicato uno spazio in questo sito (vai alla sezione Foglietto illustrativo). Forma farmaceutica La forma farmaceutica, detta anche formulazione, indica l’aspetto del farmaco perché possa essere assunto (per esempio: aerosol, compressa, fiala, pomata, ecc). E’ costituita da uno o più principi attivi e dagli eccipienti. Formulazione (vedi la voce: Forma farmaceutica) Gel (vedi la voce: Pomata) Generico, farmaco E’ detto “generico” il medicinale non più coperto da brevetto. La struttura del suo principio attivo o la sua composizione, precedentemente tutelata da brevetto, è ora pubblica, accessibile a tutti, “generica”, e tutte le altre industrie farmaceutiche possono riprodurla e commercializzarla dopo averne chiesto a ed ottenuto dal Ministero della Salute l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC). Il farmaco generico è la copia di una specialità medicinale registrata quindi deve avere lo stesso principio attivo, presente alla medesima dose, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. Per queste sue ca-
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ratteristiche si dà per scontato che il generico sia efficace e sicuro (fatti già dimostrati dall’azienda che deteneva il brevetto). Di conseguenza, la procedura per ottenere l’AIC è abbreviata e richiede solamente prove di bioequivalenza cinetica (riferita cioè al prodotto finito e non solo al principio attivo) alla corrispondente specialità medicinale. L’azienda che produce e commercializza i farmaci generici, quindi, non ha sostenuto spese di ricerca e risparmia anche sulla domanda di registrazione. In cambio di questi vantaggi, però, deve vendere il generico ad un prezzo almeno del 20% inferiore a quello del marchio di riferimento. I generici, a differenza delle specialità medicinali, non hanno un nome di fantasia (marchio registrato) ma sono commercializzati con il nome comune del principio attivo eventualmente seguito dal nome dell’azienda produttrice. Per evitare confusioni, si utilizza la Denominazione Comune Internazionale (DCI) che è un’abbreviazione del nome chimico del principio attivo (di solito troppo lungo). Oltre al nome, ciò che può variare, rispetto alla corrispondente specialità medicinale, è il numero di dosi presenti in ogni confezione e, come detto in precedenza, il prezzo di vendita. I farmaci generici possono essere sia da banco (quindi, acquistabili liberamente) sia prescrivibili (acquistabili solo con ricetta medica).
International Classification of Diseases). Tale classificazione è soggetta ad aggiornamenti, cosicché negli anni si sono avvicendate versioni successive.
Gocce Le gocce sono preparazioni liquide (soluzioni o sospensioni acquose o oleose, emulsioni) destinate alla somministrazione in gocce. Possono essere orali, nasali o auricolari.
Placebo “Ogni trattamento deliberatamente impiegato per i suoi effetti non specifici psicologici o psicofisiologici, oppure che è applicato per un presunto effetto specifico su un paziente, sintomo o malattia, ma che all’insaputa del medico e del paziente è privo di attività specifica sull’affezione trattata”. A.K. Shapiro, 1968. Perché in alcune ricerche cliniche si confronta un farmaco attivo con il placebo, che è una sostanza inerte? Vi sono diverse malattie il cui decorso risente dell’influenza dello stato psicologico del paziente. Fra queste, vi sono non solo alcune malattie neurologiche e psichiatriche, come è facilmente intuibile, ma anche tutte quelle condizioni in cui la sintomatologia dolorosa è talmente intensa da richiedere un trattamento specifico. In tutti questi e altri casi, l’attenzione che è rivolta al paziente, o anche il semplice fatto che egli assuma delle medicine, può determinare una riduzione dei sintomi, talora fino alla guarigione. Se volessimo valutare le potenzialità terapeutiche di un farmaco in queste condizioni dovremmo essere sicuri di riuscire a separare gli effetti “reali” da
Ipersensibilità Si osserva un elevato effetto anche a bassi dosaggi che aumenta in modo esponenziale con l’aumentare della dose, fino a divenire rapidamente tossico. Iposensibilità Si osserva un basso effetto anche ad elevati dosaggi che aumenta in modo poco significativo con l’aumentare della dose. Malattia Nome con il quale si indica l’evento morboso considerato dalla sua causa iniziale fino alle sue ultime conseguenze. Nelle classificazioni internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le condizioni di salute vengono valutate mediante la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-
Marchio registrato Il Marchio registrato (accompagnato da questo simbolo: ®) corrisponde al nome di fantasia che l’azienda farmaceutica sceglie per il suo farmaco. Viene registrato per evitare che un’altra azienda possa utilizzare lo stesso nome per commercializzare e vendere un altro medici un altro medicinale. Penna per insulina Penne per insulina: sono iniettori di insulina. Sono il metodo più nuovo e ricordano delle normalissime penne da scrittura (da qui il nome). Si utilizza caricandola con una cartuccia contenente una dose predefinita di insulina. Picco ematico La concentrazione massima raggiunta da un farmaco. Si correla al tempo. Ad esempio il picco ematico dell’aspirina somministrata per via orale si ottiene, generalmente, dopo 2 ore dalla somministrazione. Pillola (vedi la voce: Compressa)
quelli “psicologici”. Così i ricercatori confrontano i risultati ottenuti su di un gruppo di malati trattati, per esempio, con compresse di un farmaco sperimentale contenenti il principio attivo con quelli osservati su di un gruppo parallelo di malati trattati con compresse identiche fatta eccezione per la mancanza del principio attivo (placebo). Se tali risultati sono sostanzialmente simili nei due gruppi, è probabile che il farmaco sperimentale non eserciti un’attività terapeutica. Se, al contrario, la percentuale di pazienti migliorati o guariti nel gruppo ha assunto il farmaco sperimentale è superiore a quella di coloro che hanno assunto il placebo, si può ragionevolmente supporre che la molecola in studio può essere una buona soluzione terapeutica per la patologia in questione. Pomata Le pomate sono preparazioni semisolide da impiegare su pelle o mucose. Si distinguono in: - unguenti: caratterizzati da un eccipiente in fase unica (grassa o acquosa) in cui si disperdono sostanze attive liquide o solide - creme: emulsioni, formate da due fasi (grassa e acquosa), una prevalente sull’altra. Le più comuni sono particolarmente ricche d’acqua ed evaporano rilasciando la sostanza attiva - gel:può essere la sospensione colloidale di un farmaco, ad esempio l’idrossido di alluminio, oppure, la soluzione o la sospensione di un farmaco in un veicolo denso e trasformati in gel con opportuni gelificanti. - paste: preparazioni in cui grandi quantità di polvere sono finemente disperse negli eccipienti (grassi o acquosi). La loro caratteristica è di essere assorbenti (quindi adatte a imprigionare sostanze chimiche nocive, come l’ammoniaca prodotta per alterazione batterica dell’urina o essudati tipici di alcune malattie della pelle) e opache (quindi adatte a proteggere la pelle dalle radiazioni solari). Portapillole E’ una scatola divisa in scomparti che contiene i farmaci giornalieri e ha lo scopo di aiutare il paziente a ricordarsi di assumere i farmaci giornalmente. Esistono, in commercio, dei portapillole con un allarme che suona all’ora stabilita avvertendo il paziente di prendere le medicine. E’ importante, ricordarsi di non togliere i farmaci dalle confezioni e non utilizzate portapillole se ci sono dei bambini in casa, perché i farmaci costituiscono una delle principali cause di avvelenamenti domestici specialmente in
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Flacone Il flacone è un contenitore di vetro contenente più dosi di un farmaco e dal quale il farmaco stesso può essere prelevato, attraverso un tappo di gomma in maniera da non contaminare la restante soluzione. Foglietto illustrativo Detto anche “bugiardino”, è uno dei documenti più importanti che accompagnano un farmaco. Non è noto quando il termine “bugiardino” sia stato adottato dal linguaggio popolare come sinonimo di “foglietto illustrativo”. Si pensa invece che ciò sia dovuto al fatto che, sino a pochi anni fa, il foglietto illustrativo dei farmaci era scritto in un linguaggio oscuro, molto tecnico e difficilmente comprensibile dal paziente; quasi assolvesse più ad un obbligo d’informazione agli addetti del settore piuttosto che dovesse aiutare veramente i pazienti a capire le caratteristiche farmacologiche del medicinale. Al foglietto illustrativo e a tutte le voci che lo compongono abbiamo dedicato uno spazio in questo sito (vai alla sezione Foglietto illustrativo). Forma farmaceutica La forma farmaceutica, detta anche formulazione, indica l’aspetto del farmaco perché possa essere assunto (per esempio: aerosol, compressa, fiala, pomata, ecc). E’ costituita da uno o più principi attivi e dagli eccipienti. Formulazione (vedi la voce: Forma farmaceutica) Gel (vedi la voce: Pomata) Generico, farmaco E’ detto “generico” il medicinale non più coperto da brevetto. La struttura del suo principio attivo o la sua composizione, precedentemente tutelata da brevetto, è ora pubblica, accessibile a tutti, “generica”, e tutte le altre industrie farmaceutiche possono riprodurla e commercializzarla dopo averne chiesto a ed ottenuto dal Ministero della Salute l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC). Il farmaco generico è la copia di una specialità medicinale registrata quindi deve avere lo stesso principio attivo, presente alla medesima dose, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. Per queste sue ca-
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ratteristiche si dà per scontato che il generico sia efficace e sicuro (fatti già dimostrati dall’azienda che deteneva il brevetto). Di conseguenza, la procedura per ottenere l’AIC è abbreviata e richiede solamente prove di bioequivalenza cinetica (riferita cioè al prodotto finito e non solo al principio attivo) alla corrispondente specialità medicinale. L’azienda che produce e commercializza i farmaci generici, quindi, non ha sostenuto spese di ricerca e risparmia anche sulla domanda di registrazione. In cambio di questi vantaggi, però, deve vendere il generico ad un prezzo almeno del 20% inferiore a quello del marchio di riferimento. I generici, a differenza delle specialità medicinali, non hanno un nome di fantasia (marchio registrato) ma sono commercializzati con il nome comune del principio attivo eventualmente seguito dal nome dell’azienda produttrice. Per evitare confusioni, si utilizza la Denominazione Comune Internazionale (DCI) che è un’abbreviazione del nome chimico del principio attivo (di solito troppo lungo). Oltre al nome, ciò che può variare, rispetto alla corrispondente specialità medicinale, è il numero di dosi presenti in ogni confezione e, come detto in precedenza, il prezzo di vendita. I farmaci generici possono essere sia da banco (quindi, acquistabili liberamente) sia prescrivibili (acquistabili solo con ricetta medica).
International Classification of Diseases). Tale classificazione è soggetta ad aggiornamenti, cosicché negli anni si sono avvicendate versioni successive.
Gocce Le gocce sono preparazioni liquide (soluzioni o sospensioni acquose o oleose, emulsioni) destinate alla somministrazione in gocce. Possono essere orali, nasali o auricolari.
Placebo “Ogni trattamento deliberatamente impiegato per i suoi effetti non specifici psicologici o psicofisiologici, oppure che è applicato per un presunto effetto specifico su un paziente, sintomo o malattia, ma che all’insaputa del medico e del paziente è privo di attività specifica sull’affezione trattata”. A.K. Shapiro, 1968. Perché in alcune ricerche cliniche si confronta un farmaco attivo con il placebo, che è una sostanza inerte? Vi sono diverse malattie il cui decorso risente dell’influenza dello stato psicologico del paziente. Fra queste, vi sono non solo alcune malattie neurologiche e psichiatriche, come è facilmente intuibile, ma anche tutte quelle condizioni in cui la sintomatologia dolorosa è talmente intensa da richiedere un trattamento specifico. In tutti questi e altri casi, l’attenzione che è rivolta al paziente, o anche il semplice fatto che egli assuma delle medicine, può determinare una riduzione dei sintomi, talora fino alla guarigione. Se volessimo valutare le potenzialità terapeutiche di un farmaco in queste condizioni dovremmo essere sicuri di riuscire a separare gli effetti “reali” da
Ipersensibilità Si osserva un elevato effetto anche a bassi dosaggi che aumenta in modo esponenziale con l’aumentare della dose, fino a divenire rapidamente tossico. Iposensibilità Si osserva un basso effetto anche ad elevati dosaggi che aumenta in modo poco significativo con l’aumentare della dose. Malattia Nome con il quale si indica l’evento morboso considerato dalla sua causa iniziale fino alle sue ultime conseguenze. Nelle classificazioni internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le condizioni di salute vengono valutate mediante la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-
Marchio registrato Il Marchio registrato (accompagnato da questo simbolo: ®) corrisponde al nome di fantasia che l’azienda farmaceutica sceglie per il suo farmaco. Viene registrato per evitare che un’altra azienda possa utilizzare lo stesso nome per commercializzare e vendere un altro medici un altro medicinale. Penna per insulina Penne per insulina: sono iniettori di insulina. Sono il metodo più nuovo e ricordano delle normalissime penne da scrittura (da qui il nome). Si utilizza caricandola con una cartuccia contenente una dose predefinita di insulina. Picco ematico La concentrazione massima raggiunta da un farmaco. Si correla al tempo. Ad esempio il picco ematico dell’aspirina somministrata per via orale si ottiene, generalmente, dopo 2 ore dalla somministrazione. Pillola (vedi la voce: Compressa)
quelli “psicologici”. Così i ricercatori confrontano i risultati ottenuti su di un gruppo di malati trattati, per esempio, con compresse di un farmaco sperimentale contenenti il principio attivo con quelli osservati su di un gruppo parallelo di malati trattati con compresse identiche fatta eccezione per la mancanza del principio attivo (placebo). Se tali risultati sono sostanzialmente simili nei due gruppi, è probabile che il farmaco sperimentale non eserciti un’attività terapeutica. Se, al contrario, la percentuale di pazienti migliorati o guariti nel gruppo ha assunto il farmaco sperimentale è superiore a quella di coloro che hanno assunto il placebo, si può ragionevolmente supporre che la molecola in studio può essere una buona soluzione terapeutica per la patologia in questione. Pomata Le pomate sono preparazioni semisolide da impiegare su pelle o mucose. Si distinguono in: - unguenti: caratterizzati da un eccipiente in fase unica (grassa o acquosa) in cui si disperdono sostanze attive liquide o solide - creme: emulsioni, formate da due fasi (grassa e acquosa), una prevalente sull’altra. Le più comuni sono particolarmente ricche d’acqua ed evaporano rilasciando la sostanza attiva - gel:può essere la sospensione colloidale di un farmaco, ad esempio l’idrossido di alluminio, oppure, la soluzione o la sospensione di un farmaco in un veicolo denso e trasformati in gel con opportuni gelificanti. - paste: preparazioni in cui grandi quantità di polvere sono finemente disperse negli eccipienti (grassi o acquosi). La loro caratteristica è di essere assorbenti (quindi adatte a imprigionare sostanze chimiche nocive, come l’ammoniaca prodotta per alterazione batterica dell’urina o essudati tipici di alcune malattie della pelle) e opache (quindi adatte a proteggere la pelle dalle radiazioni solari). Portapillole E’ una scatola divisa in scomparti che contiene i farmaci giornalieri e ha lo scopo di aiutare il paziente a ricordarsi di assumere i farmaci giornalmente. Esistono, in commercio, dei portapillole con un allarme che suona all’ora stabilita avvertendo il paziente di prendere le medicine. E’ importante, ricordarsi di non togliere i farmaci dalle confezioni e non utilizzate portapillole se ci sono dei bambini in casa, perché i farmaci costituiscono una delle principali cause di avvelenamenti domestici specialmente in
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caso di assunzione accidentale da parte di bambini. Posologia Il numero di dosi che il paziente deve assumere nelle 24 ore per ottenere il desiderato effetto terapeutico. Prescrizione medica Ogni ricetta medica rilasciata da un medico autorizzato a prescrivere medicinali. Prescrizione medica, farmaci Farmaci da prescrizione medica. Chiamati anche farmaci etici o salvavita, sono quei farmaci acquistabili o ottenibili esclusivamente presentando una prescrizione medica (o ricetta). Principio attivo Il principio attivo è il composto chimico responsabile dell’azione curativa della medicina. È cioè l’ingrediente fondamentale, il medicinale vero e proprio che svolge l’azione farmacologica. Il nome del principio attivo nasce al momento della sua scoperta scientifica, e spesso fa riferimento alle sue caratteristiche chimiche. Per esempio il principio attivo per eccellenza per trattare il diabete è l’insulina; mentre tra i principi più noti dei farmaci antifebbre c’è l’acido acetil salicilico, per gli antivirali l’aciclovir e per alcuni antidolorifici l’ibruprofen. Lo stesso principio attivo può essere contenuto in più farmaci, contraddistinti da diversi nomi commerciali. Range terapeutico L’intervallo di concentrazioni ematiche di un farmaco entro il quale si manifestano normalmente gli effetti terapeutici senza effetti tossici dose-dipendenti. Salute Salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente di assenza di malattia o infermità”, e afferma che: “il miglior livello possibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”. La salute è un diritto. Il diritto alla salute è riconosciuto come fondamentale dalla Costituzione (art. 32). Scadenza, data di La data di scadenza di un farmaco è indicata sulla
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confezione esterna, ma spesso anche sul contenitore primario del medicinale (bordo del blister che contiene le compresse, fondo del tubo di creme o pomate, ecc.). Si esprime di solito con le due cifre relative al mese e altre due cifre o quattro relative all’anno. Se la data di scadenza non include anche il giorno, si intende che è possibile utilizzare il medicinale fino alla fine del mese indicato. Scadenza di un farmaco La data di scadenza di un farmaco indica il tempo durante il quale il farmaco medesimo, se conservato nel rispetto delle specifiche disposizioni, mantiene inalterate le proprie caratteristiche fisico-chimiche, farmacologiche e terapeutiche. Tale data è definita tenendo conto della stabilità dei diversi costituenti il farmaco (il principio attivo e gli eccipienti) e fa riferimento al prodotto integro e conservato correttamente. In genere, per la maggior parte dei farmaci, il periodo di validità è compreso tra 2 e 5 anni. Alcune preparazioni come colliri, sciroppi, pomate o creme risentono maggiormente, una volta aperti, delle alterazioni fisico-chimiche dei loro costituenti, per cui una volta terminata la cura andrebbero eliminati. E’ bene, inoltre, non confondere la data di scadenza con le alterazioni che possono verificarsi per un’inappropriata conservazione del farmaco. A questo proposito è sempre utile fare riferimento a quanto riportato nel foglietto illustrativo. Queste alterazioni possono, in alcuni casi e riguardo ad alcune formulazioni (sciroppi, colliri o soluzioni iniettabili), essere provocate non tanto dal principio attivo, ma dagli eccipienti, che risultano più sensibili e modificabili dal tempo e dalle condizioni di conservazione (temperatura, luce, umidità). Dopo la data di scadenza l’attività di un farmaco può diminuire e quindi il dosaggio non corrispondere più a quello indicato sull’etichetta, oppure, più di rado, si potrebbero formare sostanze potenzialmente pericolose. Quali rischi si corrono se si assume un farmaco scaduto? L’assunzione inavvertita di un farmaco scaduto non comporta quasi mai un pericolo reale, sopratutto se si tratta di un fatto episodico e se il farmaco è scaduto da poco tempo. Da un punto di vista generale il rischio maggiore è che il farmaco abbia perso in parte o tutta la sua attività terapeutica e quindi non sia più in grado di controllare il sintomo o la patologia per cui è stato assunto, cioè non serva più a nulla. A questo proposito diversi studi hanno dimostrato che per molti farmaci ci sarebbe una riduzione
dell’attività terapeutica tempo-correlata. Quest’effetto può comportare dei rischi, sopratutto per quei pazienti affetti da patologie acute o croniche per le quali l’effetto del farmaco è indispensabile per il controllo della malattia stessa o la prevenzione di complicanze gravi. L’altro rischio, sebbene meno frequente, è che si possano formare sostanze potenzialmente tossiche che potrebbero provocare reazioni indesiderate. Comunque, nonostante la rarità di questi eventi è sempre consigliabile non utilizzare i farmaci scaduti. Tutti i farmaci, nessuno escluso, anche se tra le medicine più sensibili ad alterazioni o a rischio di inefficacia dopo la data di scadenza è bene ricordare: gli antiepilettici,i nitroderivati, gli anticoagulanti orali, gli antiaritmici, i digitalici, la teofillina e derivati, i contraccettivi orali, i preparati per la tiroide e l’insulina. Scatola di un farmaco (vedi la voce: Confezione) Scheda tecnica Il nome esatto di questo documento è Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP). L’RCP contiene tutto ciò che è noto e che il medico deve sapere a proposito di un farmaco: indicazioni, dosi, controindicazioni, interazioni con altri farmaci, effetti collaterali, ecc. E’ uno dei documenti più importanti di un farmaco; è periodicamente aggiornato e sottoposto ad autorizzazione del Ministero della Salute. E’ un documento accessibile solo ai medici. Sciroppo Sciroppo: liquido vischioso con acqua e zucchero e che contiene principi attivi e sostanze dolcificanti. Consente la somministrazione di medicamenti poco gradevoli al gusto anche ai pazienti più “difficili”, come i bambini. Sintomo Fenomeno particolare provocato nell’organismo dallo stato di malattia. Se scoperti dal medico sono detti sintomi obiettivi se segnalati dal paziente si chiamano sintomi soggettivi. I sintomi permettono al medico di fare la diagnosi. Smaltimento dei farmaci scaduti Smaltimento dei farmaci scaduti. È dovere di ogni cittadino prestare attenzione a dove si buttano i farmaci scaduti che, in quanto sostanze chimiche o biologiche, non devono assolutamente essere di-
spersi nell’ambiente perché possono essere fonte di inquinamento. Non vanno neppure buttati nella spazzatura né bruciati poiché la loro combustione potrebbe sviluppare sostanze molto pericolose. Vanno piuttosto inseriti negli appositi contenitori per i farmaci scaduti che si trovano normalmente all’interno o in prossimità delle farmacie. Soluzione Per soluzione si intende un composto liquido formato dalla dissoluzione di una sostanza solida (soluto) in un liquido (solvente). Somministrazione, vie di La somministrazione (cioè l’assunzione di un farmaco) può avvenire per via enterale, (orale e rettale), parenterale (intramuscolare, endovenosa) respiratoria, topica. - via enterale: sotto la definizione di “via enterale” ci sono due diverse forme di assunzione del farmaco: -- via orale (cioè per bocca o OS): capsule, compresse, gocce orali, sciroppi e sospensioni --via rettale: supposte. alcuni farmaci possono essere somministrati per via rettale mediante supposte o, meno comunemente mediante clistere. Farmaci che possono irritare la mucosa gastrica se dati per bocca, sono meglio tollerati per via rettale. La via di somministrazione orale è la più usata in quanto indolore, conveniente (le sostanze attive contenute nella preparazione devono entrare nel tubo digerente, venire assorbite, senza essere danneggiate dai succhi gastrici dello stomaco) ed economica. I fattori che ne limitano l’utilizzo sono: effetti locali di farmaci irritanti, il sapore sgradevole o l’incapacità a deglutire. - via parenterale: (iniezioni) consente al principio attivo di arrivare rapidamente nella circolazione sanguigna determinando un’azione farmacologica rapida. Permette di evitare il passaggio dal tratto gastrointestinale, ed è quindi indicata per quei farmaci che vengono inattivati nello stomaco o nell’intestino. -- la via intramuscolare (IM) è utile se il medicinale non può essere preso per altre vie o se sono necessari rapidi effetti o grandi quantità. Inoltre i muscoli sono più vascolarizzati e meno sensibili del tessuto sottocutaneo per cui le soluzioni sono meglio tollerate se somministrate per via intramuscolare. Il farmaco può essere in fiale già pronte per l’uso o da preparare sciogliendo la polvere, contenuta in una bottiglia separata, in un liquido diluente. -- la via endovenosa (EV) rende possibile un accurato controllo del dosaggio e un’azione più rapida
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caso di assunzione accidentale da parte di bambini. Posologia Il numero di dosi che il paziente deve assumere nelle 24 ore per ottenere il desiderato effetto terapeutico. Prescrizione medica Ogni ricetta medica rilasciata da un medico autorizzato a prescrivere medicinali. Prescrizione medica, farmaci Farmaci da prescrizione medica. Chiamati anche farmaci etici o salvavita, sono quei farmaci acquistabili o ottenibili esclusivamente presentando una prescrizione medica (o ricetta). Principio attivo Il principio attivo è il composto chimico responsabile dell’azione curativa della medicina. È cioè l’ingrediente fondamentale, il medicinale vero e proprio che svolge l’azione farmacologica. Il nome del principio attivo nasce al momento della sua scoperta scientifica, e spesso fa riferimento alle sue caratteristiche chimiche. Per esempio il principio attivo per eccellenza per trattare il diabete è l’insulina; mentre tra i principi più noti dei farmaci antifebbre c’è l’acido acetil salicilico, per gli antivirali l’aciclovir e per alcuni antidolorifici l’ibruprofen. Lo stesso principio attivo può essere contenuto in più farmaci, contraddistinti da diversi nomi commerciali. Range terapeutico L’intervallo di concentrazioni ematiche di un farmaco entro il quale si manifestano normalmente gli effetti terapeutici senza effetti tossici dose-dipendenti. Salute Salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente di assenza di malattia o infermità”, e afferma che: “il miglior livello possibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”. La salute è un diritto. Il diritto alla salute è riconosciuto come fondamentale dalla Costituzione (art. 32). Scadenza, data di La data di scadenza di un farmaco è indicata sulla
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confezione esterna, ma spesso anche sul contenitore primario del medicinale (bordo del blister che contiene le compresse, fondo del tubo di creme o pomate, ecc.). Si esprime di solito con le due cifre relative al mese e altre due cifre o quattro relative all’anno. Se la data di scadenza non include anche il giorno, si intende che è possibile utilizzare il medicinale fino alla fine del mese indicato. Scadenza di un farmaco La data di scadenza di un farmaco indica il tempo durante il quale il farmaco medesimo, se conservato nel rispetto delle specifiche disposizioni, mantiene inalterate le proprie caratteristiche fisico-chimiche, farmacologiche e terapeutiche. Tale data è definita tenendo conto della stabilità dei diversi costituenti il farmaco (il principio attivo e gli eccipienti) e fa riferimento al prodotto integro e conservato correttamente. In genere, per la maggior parte dei farmaci, il periodo di validità è compreso tra 2 e 5 anni. Alcune preparazioni come colliri, sciroppi, pomate o creme risentono maggiormente, una volta aperti, delle alterazioni fisico-chimiche dei loro costituenti, per cui una volta terminata la cura andrebbero eliminati. E’ bene, inoltre, non confondere la data di scadenza con le alterazioni che possono verificarsi per un’inappropriata conservazione del farmaco. A questo proposito è sempre utile fare riferimento a quanto riportato nel foglietto illustrativo. Queste alterazioni possono, in alcuni casi e riguardo ad alcune formulazioni (sciroppi, colliri o soluzioni iniettabili), essere provocate non tanto dal principio attivo, ma dagli eccipienti, che risultano più sensibili e modificabili dal tempo e dalle condizioni di conservazione (temperatura, luce, umidità). Dopo la data di scadenza l’attività di un farmaco può diminuire e quindi il dosaggio non corrispondere più a quello indicato sull’etichetta, oppure, più di rado, si potrebbero formare sostanze potenzialmente pericolose. Quali rischi si corrono se si assume un farmaco scaduto? L’assunzione inavvertita di un farmaco scaduto non comporta quasi mai un pericolo reale, sopratutto se si tratta di un fatto episodico e se il farmaco è scaduto da poco tempo. Da un punto di vista generale il rischio maggiore è che il farmaco abbia perso in parte o tutta la sua attività terapeutica e quindi non sia più in grado di controllare il sintomo o la patologia per cui è stato assunto, cioè non serva più a nulla. A questo proposito diversi studi hanno dimostrato che per molti farmaci ci sarebbe una riduzione
dell’attività terapeutica tempo-correlata. Quest’effetto può comportare dei rischi, sopratutto per quei pazienti affetti da patologie acute o croniche per le quali l’effetto del farmaco è indispensabile per il controllo della malattia stessa o la prevenzione di complicanze gravi. L’altro rischio, sebbene meno frequente, è che si possano formare sostanze potenzialmente tossiche che potrebbero provocare reazioni indesiderate. Comunque, nonostante la rarità di questi eventi è sempre consigliabile non utilizzare i farmaci scaduti. Tutti i farmaci, nessuno escluso, anche se tra le medicine più sensibili ad alterazioni o a rischio di inefficacia dopo la data di scadenza è bene ricordare: gli antiepilettici,i nitroderivati, gli anticoagulanti orali, gli antiaritmici, i digitalici, la teofillina e derivati, i contraccettivi orali, i preparati per la tiroide e l’insulina. Scatola di un farmaco (vedi la voce: Confezione) Scheda tecnica Il nome esatto di questo documento è Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP). L’RCP contiene tutto ciò che è noto e che il medico deve sapere a proposito di un farmaco: indicazioni, dosi, controindicazioni, interazioni con altri farmaci, effetti collaterali, ecc. E’ uno dei documenti più importanti di un farmaco; è periodicamente aggiornato e sottoposto ad autorizzazione del Ministero della Salute. E’ un documento accessibile solo ai medici. Sciroppo Sciroppo: liquido vischioso con acqua e zucchero e che contiene principi attivi e sostanze dolcificanti. Consente la somministrazione di medicamenti poco gradevoli al gusto anche ai pazienti più “difficili”, come i bambini. Sintomo Fenomeno particolare provocato nell’organismo dallo stato di malattia. Se scoperti dal medico sono detti sintomi obiettivi se segnalati dal paziente si chiamano sintomi soggettivi. I sintomi permettono al medico di fare la diagnosi. Smaltimento dei farmaci scaduti Smaltimento dei farmaci scaduti. È dovere di ogni cittadino prestare attenzione a dove si buttano i farmaci scaduti che, in quanto sostanze chimiche o biologiche, non devono assolutamente essere di-
spersi nell’ambiente perché possono essere fonte di inquinamento. Non vanno neppure buttati nella spazzatura né bruciati poiché la loro combustione potrebbe sviluppare sostanze molto pericolose. Vanno piuttosto inseriti negli appositi contenitori per i farmaci scaduti che si trovano normalmente all’interno o in prossimità delle farmacie. Soluzione Per soluzione si intende un composto liquido formato dalla dissoluzione di una sostanza solida (soluto) in un liquido (solvente). Somministrazione, vie di La somministrazione (cioè l’assunzione di un farmaco) può avvenire per via enterale, (orale e rettale), parenterale (intramuscolare, endovenosa) respiratoria, topica. - via enterale: sotto la definizione di “via enterale” ci sono due diverse forme di assunzione del farmaco: -- via orale (cioè per bocca o OS): capsule, compresse, gocce orali, sciroppi e sospensioni --via rettale: supposte. alcuni farmaci possono essere somministrati per via rettale mediante supposte o, meno comunemente mediante clistere. Farmaci che possono irritare la mucosa gastrica se dati per bocca, sono meglio tollerati per via rettale. La via di somministrazione orale è la più usata in quanto indolore, conveniente (le sostanze attive contenute nella preparazione devono entrare nel tubo digerente, venire assorbite, senza essere danneggiate dai succhi gastrici dello stomaco) ed economica. I fattori che ne limitano l’utilizzo sono: effetti locali di farmaci irritanti, il sapore sgradevole o l’incapacità a deglutire. - via parenterale: (iniezioni) consente al principio attivo di arrivare rapidamente nella circolazione sanguigna determinando un’azione farmacologica rapida. Permette di evitare il passaggio dal tratto gastrointestinale, ed è quindi indicata per quei farmaci che vengono inattivati nello stomaco o nell’intestino. -- la via intramuscolare (IM) è utile se il medicinale non può essere preso per altre vie o se sono necessari rapidi effetti o grandi quantità. Inoltre i muscoli sono più vascolarizzati e meno sensibili del tessuto sottocutaneo per cui le soluzioni sono meglio tollerate se somministrate per via intramuscolare. Il farmaco può essere in fiale già pronte per l’uso o da preparare sciogliendo la polvere, contenuta in una bottiglia separata, in un liquido diluente. -- la via endovenosa (EV) rende possibile un accurato controllo del dosaggio e un’azione più rapida
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rispetto alla via IM e SC -- la via sottocutanea (SC) soluzioni o sospensioni di farmaci possono essere iniettate nel tessuto sottocutaneo. Quando si tratta di piccoli volumi di liquido, si solleva la plica cutanea al di sopra del deltoide o del tricipite (muscoli del braccio) e vi si infigge l’ago. In caso di volumi di liquido più grandi, è preferibile la superficie interna della coscia o, nei bambini, la superficie del dorso. - topica. La via topica (per colliri, pomate, gocce nasali o auricolari, aerosol) è indicata quando si ha la necessità di ottenere un effetto molto localizzato (ad esempio in caso di occhi arrossati, traumi agli arti, mal d’orecchio, naso che gocciola). I farmaci possono essere applicati localmente sulla pelle, cioè sulla superficie corporea o sulle mucose (nel naso, negli occhi, ...) cosicché esso agisca direttamente sulla lesione esterna o sia assorbito rapidamente dalla pelle, senza essere danneggiato dai succhi gastrici dello stomaco. A questo gruppo appartengono le lozioni (miscela d’acqua e oli), le tinture (liquido che contiene alcool), le paste o le creme. Si parla invece di colliri o di pomate oftalmiche se per gli occhi, di colluttori se per sciacqui o gargarismi, di spray, aerosol o gocce se per via nasale - via respiratoria: microcristalli o aerosol possono essere facilmente assorbiti per via respiratoria o inalatoria. L’effetto può essere intenso a livello dei tessuti polmonari. Sospensione La sospensione è la forma farmaceutica in cui la miscela principio attivo-eccipienti viene dispersa, come polvere, in un liquido all’interno del quale non si può sciogliere, ma resta, per l’appunto, in sospensione. Supposta Supposta: in questa forma farmaceutica la sostanza attiva viene miscelata con eccipienti che danno alla preparazione forma e consistenza tali da permetterne l’introduzione nel retto dove il farmaco viene rilasciato e assorbito. Tachifilassi È una tolleranza elevata che si manifesta velocemente, già alle prime dosi. E’ dovuta di solito, a caratteristiche genetiche (metabolismo, recettori), non scompare con l’aumento della dose e rende il paziente subito insensibile al trattamento idiosincrasia: è un effetto insolito, spesso tossico, che si
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manifesta in pochi individui. Temperatura (di conservazione di un farmaco) La temperatura è un fattore fondamentale per la conservazione di un farmaco. Le condizioni di temperatura indicate sulla confezione vanno rispettate. La temperatura è una forma d’energia che si accumula nel tempo e si somma fino ad ottenere la degradazione del principio attivo. Escludendo sbalzi termici e temperature eccessive che alterano immediatamente il medicinale, una piccola variazione può essere tranquillamente tollerata purché occasionale e limitata nel tempo. Questo anche in considerazione del fatto che presumibilmente un medicinale appena acquistato verrà utilizzato nel breve periodo. Tempo di latenza Il tempo necessario, dopo la somministrazione, per ottenere l’inizio dell’effetto del farmaco. Quindi il tempo necessario ad ottenere la minima concentrazione terapeutica. Tolleranza La stessa dose di farmaco perde gradualmente il proprio effetto. Bisogna aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto.
§ Glossario Adesione alla cura (vedi la voce: Compliance) Aeresol Forma farmaceutica costituita da dispersione di particelle liquide o solide racchiuse in recipienti speciali chiusi ermeticamente (nebulizzatori). Possono essere a uso topico o per inalazione. AIC Autorizzazione all’Immissione in Commercio Prima che un farmaco, coperto da brevetto, possa essere commercializzato è necessario che intervenga una fase di verifica e autorizzazione da parte del Ministero della Salute, finalizzata a garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e dal cui esito positivo dipende il rilascio dell’AIC (Autorizzazione Immissione in Commercio). Assorbimento E’ il passo fondamentale perché un farmaco possa esplicare la sua azione. Il principio attivo si deve prima sciogliere, poi viene assorbito cioè entra nel sangue e dal circolo sanguigno viene trasportato in tutti i distretti del nostro organismo, raggiungendo così anche l’organo o la zona bersaglio dove deve esplicare la sua azione terapeutica. Automedicazione (vedi la voce: Banco, farmaci da) Avvertenze (vedi la voce: Foglietto illustrativo) Banco, farmaci da Farmaci da banco, detti anche “di automedicazione” o “OTC” (dall’inglese Over The Counter), sono quei medicinali che si acquistano anche senza ricetta medica. La scelta di questi prodotti medicinali è affidata al cittadino, consigliato dal farmacista o dal medico stesso. E’ da tenere presente che si tratta pur sempre di farmaci e la loro somministrazione impropria può
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causare effetti indesiderati e nocivi per l’organismo. Solo per questa categoria, in Italia, è possibile la pubblicità rivolta al pubblico, su giornali, riviste, televisione. Bioequivalenza Bioequivalenza tra due farmaci indica la completa sovrapponibilità delle caratteristiche farmacologiche e cliniche degli stessi. Due farmaci bioequivalenti risultano, dunque, uguali dal punto di vista terapeutico. In altre parole, bioequivalenza significa che i due farmaci devono avere esattamente lo stesso comportamento una volta entrati nell’organismo, in termini quantitativi e qualitativi. Efficacia terapeutica, potenza dell’azione, tempo di comparsa dell’effetto e sua durata, effetti collaterali e loro incidenza, tutti questi parametri devono risultare identici. Perché si verifichino queste condizioni non è sufficiente che la quantità di principio attivo e gli eccipienti utilizzati nella preparazione dei due medicinali siano gli stessi. Il nostro organismo, infatti, è molto sofisticato: se ci fossero delle impurezze (prodotti chimici formatisi durante o dopo la lavorazione) in uno dei due, l’assorbimento del medicinale o la sua efficacia o la sua sicurezza d’impiego potrebbero cambiare. Blister Confezione tipica di compresse, capsule, ecc. Costituita da strisce in materiale plastico con alcune cavità, ognuna delle quali contiene una compressa. La diffusione dei blister ha comportato un calo del numero degli incidenti perché i bambini hanno difficoltà ad aprirli. Brevettato, farmaco Il farmaco brevettato è quello di proprietà dell’azienda farmaceutica che l’ha scoperto. L’azienda, registrando legalmente e brevettando un nuovo principio attivo o una nuova composizione farmaceutica, si garantisce, per un certo numero d’anni, la possibilità di sfruttare in modo esclusivo la sua scoperta.
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Via Giacomo Venezian 1, 20133 Milano Tel.02 2663481 - 02 23902370.
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