GESTIRE LE MIE FINANZE COME VUOLE DIO
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“Gestire le mie finanze come vuole Dio” © 2016 Marco Delle Monache Basato sul ciclo di predicazioni “L'abitudine al dare” e “I 10 Comandamenti” Proprietà letteraria riservata Edizioni “La Vera Vite” “Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite” Via Delio Ricci - 01027 Montefiascone (VT) www.laveravite.it laveravite@gmail.com Tel. 347/9740488
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Introduzione “I soldi non danno la felicità... ma rendono tanto contenti”: chi di noi non ha mai sentito (o usato) almeno una volta nella vita questo detto popolare? I soldi sono una parte integrante del mondo umano; nel tempo si sono trasformati da monete per se stesse preziose, a foglietti che indicavano una certa quantità di metalli preziosi accumulati nella banca nazionale, per finire ad essere un flusso di dati contenuti in una tesserina di plastica. Ma la funzione è rimasta la stessa: servono per vivere. Come credenti, quale rapporto dobbiamo avere con i soldi? Dobbiamo starne alla larga, vedendoli come male necessario e inevitabile, come la “l'escremento del diavolo”, oppure li devo interpretare come una benedizione divina che mostra quanto sono gradito a Dio? Purtroppo, nelle chiese italiane, l'argomento “soldi” viene sovente relegato in un angolo; nelle culture anglosassoni, invece, esiste persino una parola unica e specifica per indicare la gestione dei soldi: “stewarship”, che tradotto in italiano suona “saggia gestione delle risorse economiche”. Il fatto che non esista una traduzione per questa parola e che si sia costretti ad un lungo giro di parole la dice lunga sull'attenzione che la nostra società (e, di conseguenza, le nostre chiese) hanno riservato all'argomento. Questi sei brevi studi non vogliono esaurire in alcun modo l'argomento, ma vogliono essere un auto per vedere i soldi né come una maledizione di satana né come un indicatore della benedizione divina ma, semplicemente, uno strumento che Dio ci concede per vivere e per proclamare il Vangelo. Buona lettura. Past. Marco Delle Monache
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1 La strategia di Cristo contro lo stress economico Tra i tanti motivi di stress nella nostra vita, i soldi sono spesso uno dei maggiori. Ma, se lo affrontiamo con la strategia di Cristo, possiamo esserne indenni.
Ammettiamolo: viviamo una vita piena di stress... che lo vogliamo o no. E questi stress ci causano ansia, non ci fanno raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Sarebbe bello poterne essere liberi! Una tra le cinque maggiori cause di stress nella vita delle persone (secondo le statistiche) sono i soldi. E, come buona regola, lo stress proviene sia dalla loro mancanza sia dalla loro presenza. Non sono i soldi a stressarci ma come noi ci rapportiamo a loro. Ci sono migliaia di manuali “fai da te” per uscire dallo stress dei soldi, e ci sono altrettante migliaia di organizzazioni che aiutano coloro che si trovano in difficoltà per via dei soldi; questo ci dice che sono un problema più che mai sentito anche al giorno d'oggi. E la Bibbia? Cosa dice dei soldi? Gesù ha insegnato molto più di quanto si pensi sui soldi; è un uomo “pratico”, che conosce bene come siamo fatti. In realtà, Gesù ha parlato più dei soldi che del Paradiso o dell'Inferno: oltre metà delle sue parabole hanno a che fare con i soldi. Gesù non ha mai predicato la “povertà estrema”, non ha mai detto che essere poveri ci avvicina automaticamente al regno dei Cieli; nel Sermone sul monte ha detto “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.” (Matteo 5:3) Gesù ha sempre predicato il coraggio di affidare ciò che si ha a Dio. E' difficile scegliere tra gli oltre 85 passaggi dei Vangeli in cui Gesù parla di soldi: dovendo scegliere, io ho scelto quattro passi dove Gesù da una chiara indicazione di quale deve essere il nostro rapporto con i soldi, e quale sia la funzione di essi. 4
Quali sono, dunque, i suggerimenti che Gesù ci da per vivere avendo uno stress minimo circa i soldi? 1. La mia sicurezza è in Dio, non nei miei soldi “Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». (Matteo 18:18-25) Quale era il problema del giovane, secondo Gesù? Non che era “troppo ricco”, ma che voleva continuare ad essere “troppo ricco”. Usava i soldi come “sostegno”, piuttosto che appoggiarsi a Dio. Gesù stava dicendo al giovane: “Se stai obbedendo a Dio, non ti serve di essere sicuro attraverso i tuoi soldi, fidati di Dio, e lui provvederà per te." Gesù sta dicendo a te: “Smettila di credere che saranno i tuoi (pochi o tanti) soldi a fare la differenza nella tua vita, la differenza la può fare solo il tuo Padre Celeste.” Il giovane se ne va, e non ascolta neppure la spiegazione che dà Gesù a Pietro: “Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c'è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell'età futura la vita eterna».” (Luca 18:28-30) 5
Il giovane si è spaventato, pensando a un premio “nel futuro”, nella prossima vita; se avesse avuto un poco di pazienza (e un altro tipo di cuore) avrebbe scoperto che dare al Signore frutta “in questo tempo”. A questo punto tu potresti dirmi: “Allora, Marco, per avere un premio da Dio, devo disfarmi ti TUTTI i miei averi, vero?" La risposta - non mia, di Gesù, è :”No” 2. Dio vuole che il mio cuore sia disposto a dare “Un tale di nome Zaccheo, un capo degli esattori delle tasse (naturalmente molto ricco), cercava di vedere Gesù, ma non vi riusciva, perché c'era troppa gente e lui era troppo basso di statura. Allora corse avanti e salì su un albero di sicomòro lungo la strada dove Gesù doveva passare. Quando Gesù passò di lì, alzò gli occhi verso Zaccheo e gli disse: «Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!» Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua. … Nel frattempo, Zaccheo, in piedi davanti al Signore, diceva: «Signore, la metà delle mie ricchezze la do ai poveri e, se mi accorgo di aver imbrogliato qualcuno sulle tasse, gli renderò quattro volte tanto!» Allora Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è davvero entrata in questa casa!” (Luca 19:1-6, 8-9a) Quale era il problema di Zaccheo di fronte a Gesù? Che Zaccheo era un ladro. Qui Gesù non ha dovuto dire niente, perché lo Spirito Santo ha parlato direttamente al cuore di Zaccheo. Gesù non deve fare la “ramanzina” a Zaccheo, perché è lui stesso che decide cosa fare. Quale è la reazione di Gesù? Gesù dice che “la salvezza è entrata nella casa (e nella vita) di Zaccheo.” Dio sta dicendo a te: “Non mi importa che tu mi dia TUTTO il tuo danaro, ma mi basta sapere che il tuo cuore è disposto a darmelo, se serve.” Ma, ancora, tu potresti pensare : ”Eh, bisogna essere ricchi per essere graditi a Dio! I Farisei, il giovane, Zaccheo... Tutti erano ricchi.” Mica vero...
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3. A Dio interessa la qualità del mio dare anche se ho poco “Sedutosi di fronte alla cassa delle offerte, Gesù guardava come la gente metteva denaro nella cassa; molti ricchi ne mettevano assai. Venuta una povera vedova, vi mise due spiccioli che fanno un quarto di soldo. Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri: poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere».” (Marco 12:41-44) Gesù questa volta non “dice male” dei ricchi, ma si ferma a constatare che ce ne erano. Ma la sua attenzione è per la vedova che mette “due spiccioli” = 2 lepton. Due lepton valeva circa dodici minuti di lavoro. Facciamo il raffronto con un salario attuale di una colf: secondo il contratto nazionale dovrebbe percepire circa 8 Euro all'ora, la vedova stava offrendo circa 1 Euro e 60 centesimi. Cosa se ne fa la tua chiesa di 1 Euro e 60? Eppure Gesù la vanta, perché la vedova stava dando PER FEDE quello che non aveva. Avrebbe potuto dare la decima, 16 centesimi, e secondo la legge sarebbe stata a posto. Ma lei da col suo cuore, non con la calcolatrice. E, tramite il suo cuore, il suo nome è e sarà scritto in eterno nella Bibbia, la sua storia raccontata, il suo esempio ammirato. Gesù sta dicendo a te: “Non mi importa se sei ricco o povero, a me non servono i soldi, li ho inventati io, ma a me serve il tuo cuore, e la tua volontà di affidarti per fede a me, qualsiasi sia il tuo stato economico." Se quel cuore me lo affidi, se ti FIDI di darmi al di là di quello che matematicamente sarebbe sufficiente, allora il tuo nome che è già nel libro della vita, io lo sottolineo in rosso, e tu diventerai un esempio per gli altri da seguire. Ma tu potresti (ancora) dirmi: “Ma, Marco, sono SICURO che se affido i miei averi a Dio, poi riesco a mangiare?” Vorrei farti vedere un altro passo:
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5. Se testimonio Gesù con la mia vita Dio provvederà per me “Andate ora! E ricordate che vi mando come gli agnelli fra i lupi. Non prendete denaro con voi, né bisaccia e neppure un paio di sandali di ricambio. E non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.... Non andate di casa in casa, ma restate in un sol posto, mangiate e bevete tutto ciò che vi viene offerto, perché chi lavora ha diritto di essere pagato (Luca 10:3-4, 7 PV) Nelle traduzioni che abbiamo (Riveduta, Diodati), c'è la parola “borsa”; nel testo originale in greco la parola usata è “portamonete”. Gesù sta dicendo ai settantadue discepoli: "Visto che state facendo il lavoro per me di portare il Vangelo per le strade, vedrete che via via vi aprirò case dove potrete dormire e mangiare gratis: ho già prenotato io per voi.” Gesù sta dicendo a te: “Se tu fai della tua vita una testimonianza vivente, se ti affidi a me così che gli altri vedano la differenza che faccio nella tua vita e ne siano attratti, e credano, e siano salvati, anche se non sei un pastore, o un diacono, o un profeta, o un apostolo, allora non ti mancherà mai di che mangiare e dormire. Questo non significa che sarai ricco o agiato, che mangerai tutti i giorni al Riz e dormirai al Savoy, ma che Dio provvederà per te. Come ultimo, c'è da sfatare” due miti che esistono e resistono all'interno di molte chiese evangeliche; quelli che dicono che Gesù non parlasse di soldi, ma di cose più spirituali, più elevate., e che Gesù abbia abolito il “dare” alla chiesa locale, che la “decima” sia stata abolita e che i pastori che continuano a parlarne sono degli “apostati”, ovvero persone che tradiscono il vero messaggio di Gesù. Invece, nella ricetta per essere salvi dallo stress economico Gesù ha voluto mettere apposta riferimenti circa il il tuo dare al Signore attraverso la chiesa locale. Leggiamo quello che dice in Matteo.
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6. Io devo contribuire alla mia chiesa con la mia vita e con i miei soldi “Guai a voi Farisei e a tutti voi capi religiosi! Ipocriti! Perché pagate la decima fino all'ultima foglia di menta del vostro giardino, ma poi trascurate le cose importanti della legge di Dio: la giustizia, la pietà e la fede! Certo, dovete pagare la decima, ma non dovete tralasciare le cose più importanti.” (Matteo 23:23 PV) Quale era il problema che avevano i “capi religiosi” e i “Farisei" secondo Gesù? Che usavano i soldi come metodo per “sentirsi a posto”: “Io ho dato in chiesa, e tanto basta, posso fare a meno di fare altro.” Gesù stava dicendo a loro: “Ricordati che ci sono cose PIU' IMPORTANTI da fare, essere giusti, dimostrare amore agli altri, avere fede in Dio, senza dimenticare di dare i tuoi soldi alla tua chiesa.” Gesù sta dicendo a te: "Se stai dando i soldi alla tua chiesa, va bene, ma ricordati che devi fare anche il resto come credente; essere giusto, dimostrare amore, avere fede. Se sei giusto, se dimostri amore, se hai fede, va bene, ma ricordati che devi dare i soldi alla tua chiesa.” Non è un “o... o”, ma un “e...e”. Gesù ti conosce, sa che lo stress economico è dannoso alla tua vita, sia come uomo o donna, sia come credente, ed è per questo che ti ha un piano. • • • • •
Se nella tua vita contribuisci economicamente e praticamente al Regno Se non poni la tua fiducia nei tuoi soldi, ma in Dio Se il tuo cuore è disposto a dare Se dai anche quando hai poco Se fai della tua vita una testimonianza
allora a te appartiene questa promessa: “Non preoccupatevi di ciò che mangerete o berrete, e non state in ansia. 30 Tutta l'umanità si affanna per queste cose, ma vostro Padre sa che ne avete bisogno. 31 Cercate piuttosto il suo Regno ed egli vi darà anche queste cose. "Non temere, piccolo gregge, perché è stata una gioia per il Padre vostro darvi il Regno.” (Luca 12:29-32 PV) 9
2 Come gestire ciò che Dio mi da I nostri soldi non sono "nostri", Come credenti dobbiamo gestire al meglio ciò che Dio ci provvede quotidianamente.
Abbiamo già detto che Gesù ha parlato di più del danaro di quanto abbia parlato del Paradiso o dell'inferno Perché? Perché passiamo più tempo a pensare al denaro di quanto ne passiamo a pensare al Paradiso o all'inferno. Più della metà delle parabole ha a che fare con beni materiali. 6 cose da comprendere circa il danaro 1. Il danaro è una momentanea assegnazione I soldi che hai ora, sono “tuoi”? Li hai guadagnati, ma prima di essere stati tuoi, erano di un altro. Quando te ne andrai, passeranno a qualcun altro. E' come la marea: l'acqua pare arrivare dal nulla, e pare sparire nel nulla, ma in realtà va semplicemente dall'altra parte della terra. Salomone dice: “Uscito nudo dal grembo di sua madre, quel possessore se ne va com'era venuto; di tutta la sua fatica non può prendere nulla da portare con sé.” (Ecclesiaste 5:14) 2. Il danaro appartiene al Signore Se è una momentanea assegnazione, allora a chi appartiene il danaro? Alle nazioni? Alle banche? Davide afferma: “Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti.” (Salmo 24:1) E aggiunge il Signore: 10
“Sono mie infatti tutte le bestie della foresta, mio è il bestiame che sta sui monti a migliaia. Conosco tutti gli uccelli dei monti, e quel che si muove per la campagna è a mia disposizione.” (Salmo 50:10-11) 3. Il danaro è uno strumento del Signore Quale è lo scopo per cui è stato “creato” il danaro? Avere conti in banca pingui? Il danaro è lo strumento con cui il Signore più più facilmente trasferire le sue benedizioni in ogni parte del mondo. E' difficile spedire una mucca da latte in Nigeria, ma è semplicissimo inviare un bonifico. “E Dio è capace di benedirvi, dandovi sempre tutto ciò di cui avete bisogno e anche di più, in modo che non ce ne sia soltanto a sufficienza per far fronte ai vostri bisogni, ma da poterne dare in abbondanza anche agli altri.” (2 Corinzi 9:8 PV) 4 Per utilizzare il suo strumento il Signore ha scelto me In che modo Dio può fare “bonifici”? Usando la sua “banca personale”? Se ho creduto nel Figlio di Dio, sono anche uno strumento del Padre. “I credenti vivevano insieme ed avevano tutto in comune. Vendevano i propri possedimenti per dividerne il ricavato con gli altri, secondo le necessità di ciascuno. “ (Atti 2:44-45) Questo versetto è spesso “liberamente interpretato”, aggiungendo un “tutto” che nel testo (sia in italiano che nell'originale) non c'è, e facendolo suonare così”: “avevano tutto in comune e vendevano tutti i propri possedimenti”. Il Signore non ti chiede di diventare “povero e indigente”, ma di gestire la momentanea assegnazione. Non ti chiede di diventare povero tu, altrimenti finiresti tra quelli a cui serve l'aiuto di altri credenti. Lo vedremo più avanti. Questa vita è la preparazione alla prossima. Qui sviluppiamo il carattere che ci porteremo nei cieli. Il danaro è il test che Dio usa per sapere se si può fidare di me.
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5. Il tempo giusto per dare è sempre Quanto debbo attendere prima di poter essere uno strumento economico del Signore verso gli altri? In altre parole, quanto grande deve essere il mio conto in banca prima di poter iniziare a dare? “1 Ora fratelli, voglio raccontarvi ciò che Dio, nella sua grazia, ha fatto per le chiese della Macedonia. 2 Nonostante la loro estrema povertà e le dure prove che hanno sostenuto, hanno conservato una grande serenità e, malgrado la loro profonda povertà, hanno donato generosamente. 3 Io stesso posso testimoniare che hanno offerto volentieri il loro aiuto, non soltanto secondo le loro capacità, ma anche di più. 4 Con molta insistenza ci hanno pregato di accettare del denaro, per poter partecipare anche loro alla gioia di aiutare i cristiani [di Gerusalemme]. (2 Corinzi 8:1-4 PV) Cosa caratterizza l'offerta della chiesa di Macedonia • è fatta nella tribolazione e nella povertà (2) • è fatta volentieri (3) • è considerata una gioia! (4) • è fatta secondo e oltre le capacità (3) Non devi aspettare che il tuo conto in banca raggiunga unna determinata quantità di zeri prima di dare, ma devi dare “a prescindere”. 6. Dare al Signore dimostra che appartengo al Signore Dei tanti modi con cui posso dimostrare che appartengo al Signore, il danaro è uno dei più forti: • perché dimostra che mi fido che Dio provvederà per meùPerché umilia la mia il mio egoismo • perché mostra a Dio che si può fidare di me, e quindi mi può dare di più.
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"Devo dire che sono andati oltre le nostre più rosee aspettative, perché hanno dato prima di tutto sé stessi al Signore e poi a noi secondo la volontà di Dio ." (2 Corinzi 8:5 PV) Se affido la mia vita al Signore, tutto il resto viene da se. Il dare in termini di danaro è una dimostrazione che “mi fido” del Signore, e mi “affido” al Signore”. So che non mi mancherà mai nulla. “E se Dio si cura tanto dell'erba, che oggi è nel campo, mentre domani è buttata nel fuoco, non avrà certamente più cura di voi, gente di poca fede? Perciò, non siate in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che vivono per queste cose, ma il Padre vostro che è nel cielo sa già tutto quello che vi è necessario. Cercate prima il Regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno aggiunte.” (Matteo 6:30-33 PV) Come devo dare? 1. Devo dare con entusiasmo Quale è lo spirito con il quale devo dare? “Dopo aver cominciato con tanto entusiasmo, ora, con altrettanto entusiasmo, cercate di portare a termine questo progetto con i soldi che avete.”(2 Corinzi 8:11) Dare “ob torto collo”, come se stessimo ricevendo una minaccia, non è dare; Dio non è un estorsore! “Ognuno dia ciò che ha deciso in cuor suo, ma non contro il proprio volere, o perché qualcuno lo costringe, in quanto Dio ama chi dona con gioia. (2 Corinzi 9:7 PV) Ogni qualvolta io do, sono simile a Dio, perché Dio è il dio del dare, Ti ha dato la vita, ti ha dato la salvezza dando suo Figlio. Dare ti rende più simile a Cristo che si è dato per te.
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2. Devo dare quello che ho “ Se ciò che offrite lo date volentieri, allora non importa quanto potete dare. Dio vuole che diate in proporzione a ciò che avete, non a ciò che non avete! “ (2 Corinzi 8:12) Dio sa che anche tu devi vivere. Vuole che tu dia ciò che hai non ciò che non hai. • Non prendere soldi in prestito per fare beneficenza. • Non spendere il tempo che devi dedicare alle tue priorità per altro. • Non pretende tu muoia di fame o finisca nell'indigenza, perché dovrebbe poi provvedere a te tramite qualcun altro • Non lo vuole perché sa che se stai male sarai meno dedicato alla sua opera “Non si tratta di ridursi in miseria per dare sollievo agli altri, ma di seguire un principio di uguaglianza” (2 Corinzi 9:8 PV) Dio vuole che tu sia un “canale di distribuzione” della sua benedizione, ma solo una parte (spesso è il superfluo, quello di cui posso fare a meno). Dio non vuole che vivi nel bisogno, ma neppure nell'eccesso. Più ho, più do: “Secondo la prosperità concessagli” (1 Corinzi 16:2) 3. Devo dare regolarmente Quante volte nella mia vita devo dare? E' “una botta e via”, magari grossa, così che mi levo il pensiero e non se ne parla più (es. le grandi donazioni dopo un'eredità, una vincita, una grazia)? Dio è il dio della costanza. Non cambia umore, non torna indietro, no funziona sull'emozione del momento. Vuole che anche tu segua il suo esempio. "Ogni domenica, ciascuno di voi metta da parte quello che può di ciò che ha guadagnato durante la settimana, affinché quando verro non ci siano più altre collette da fare." (1 Corinzi 16:2 PV) 14
Dio ti chiede di dare • non “una tantum”, • non “se faccio 6 al superenalotto”, • non di quello che “mi è piovuto dal cielo, ma regolarmente, una parte di ciò che guadagno. Regolarmente significa “con regolarità”: decidi tu, basta che sia sempre la stessa cadenza. Quanto devo dare? 1. Nell'Antico Testamento era il 10% di tutti i redditi lordi Veniva data nelle mani dei sacerdoti che controllavano (e ammonivano) chi dava e chi no Dato il 10% il credente era “a posto”. Ma noi non siamo più sotto la Legge, ma sotto la Grazia I comandamenti dell'Antico Testamento non sono stati aboliti, ma sono stati completati da Gesù. “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge di Mosè e gli scritti dei profeti. No, non sono venuto per fare questo, ma per adempirli.” (Matteo 5:17 PV) Gesù per nove volte dice “è stato detto” citando comandamenti: per nove volte dice “ma io vi dico”. Un esempio su tutti: “Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici, [benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano,] e pregate per quelli [che vi maltrattano e] che vi perseguitano” (Matteo 5:43-44) Ogni volta Gesù “alza lo standard”. Non c'è una sola volta che dica “E' stato detto questo, ma ora puoi farti anche uno sconto”. Per i credenti sotto la legge, bastava sacrificare animali, per i credenti sotto la grazia Gesù chiede di prendere la croce (= dare la propria vita) e seguirlo (Matteo 16:24).
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“A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.” (Luca 12:48) Si, ma quanto, allora? La "decima" viene chiamata così per “tradizione evangelica” (nella chiesa cattolica è chiamata elemosina, offerta, ecc.). Nel Nuovo Testamento viene usato dieci volte, e mai per indicare il dare di chi ha creduto in Gesù. Diciamo che il 10% "potrebbe" (per alcuni) essere una base teorica a cui attenersi (senza dover usare la bilancia , ma usando il buon senso), ma sotto la grazia non vige più, e l'anatema non v'è più per chi non la rispetta alla lettera. Sotto la grazia non c'è più controllo di ciò che il credente fa, in quanto non c'è più mediatore (= sacerdote) tra lui e Dio, ma l'unico mediatore è Gesù, e ogni credente è direttamente responsabile verso di lui. L''unica regola è di ascoltare quello che lui ci chiede di fare, dare o ricevere, ricordando sempre che vuole il meglio del meglio del meglio da noi, perché vuole che gli somigliamo ogni giorno di più. 2. Nel Nuovo Testamento Dio chiede la generosità “Perciò ho ritenuto necessario esortare i fratelli a venire da voi prima di me e preparare la vostra già promessa offerta, affinché essa sia pronta come offerta di generosità e non d'avarizia.” (2 Corinzi 9:5) E Paolo ripeterà la parola “generosità” ben quattro volte nei capitoli 8 e 9. Ma perché devo dare? 1. Devo dare perché io ho ricevuto Devo ricordare che io ho ricevuto più di tutti. Solo ricordando questo posso realmente essere generoso. Dio è un dio che concede, che elargisce, che DA senza che ce lo fossimo meritato... semplicemente perché è un Dio d'amore:
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“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3:16) 2. Devo dare per ricevere ancora Se voglio continuare a ricevere, allora devo continuare a dare. Ed i soldi sono un test di quanto sono disposto a dare. “Tuttavia, chi semina soltanto pochi semi, avrà un piccolo raccolto; mentre chi semina molto, mieterà molto. Ognuno dia ciò che ha deciso in cuor suo.” (2 Corinzi 9:6-7 PV) Se sto nella scarsità, quello è il momento di iniziare a dare con generosità. Il Signore è fedele, provvederà a far nascere i miei semi per avere un raccolto abbondante.
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3 A cosa serve il mio dare? Perché dovrei dare i miei soldi alla chiesa locale? E a cosa servono i miei soldi? Il Nuovo Testamento svela che i soldi che Dio ti ha concesso possono essere strumento per proclamare il Vangelo agli altri.
C'è un altro “mito” che gira nelle chiese: “Non dobbiamo più dare soldi a Dio perché non siamo sotto la Legge ma sotto la Grazia.” Per cui: “Niente più decima, niente più offerte, niente più collette, magari qualche piccolo “contributo spese” di tanto in tanto, ma fuori le mani delle chiese dal mio portafoglio!”. Davvero Gesù ha detto questo? Davvero ha detto che la Legge - TUTTA LA LEGGE - la “Torah”, ovvero i primi cinque Libri della Bibbia, Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, non valgono più e possiamo farne a meno? Avevo già accennato che Gesù stesso afferma di non essere venuto a cambiare la Legge, ma a completarla. Vediamo allora nello specifico quello che dice Gesù nel “sermone sul monte”: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento.” (Matteo 5:17) Sottolinea la frase “portare a compimento”: nell'originale greco è un'unica parola , “pleroo”, che significa si finire, completare, ma significa anche “riempire fino al bordo”, esattamente quello che facciamo noi con una bottiglia di acqua quando la portiamo via per stare una giornata fuori: la “riempiamo fino al bordo. Rileggiamo allora il versetto sostituendo “compimento”: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per riempirla fino al bordo.” Gesù sta dicendo una cosa precisa: “Io non sono venuto a svuotare la Legge, ma sono venuto a riempirla fino al bordo, a renderla completa, a innalzare il livello da qua a qua.” 18
Gesù non è venuto a cambiare gli “standard della Legge, ma a innalzarli. Non è venuto a svuotare la bottiglia, ma riempirla fino al bordo. E cosa succede quando tu “aggiungi” alla tua bottiglia altro liquido? Che i due liquidi si mescolano l'uno con l'altro, divenendo un tutt'uno. Vediamo tre esempi, sempre tratti dal “sermone sul monte”. “Voi avete udito che fu detto agli antichi: “Non uccidere; chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale”; ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale.” (Matteo 5:21-22a) Gesù cita il 6° comandamento, e ne innalza lo standard: Livello della Legge
Livello della Grazia
“Non uccidere”
“Non ti devi nemmeno adirare”
“Voi avete udito che fu detto: “Non commettere adulterio”. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.” (Matteo 5:27-28) Gesù fa lo stesso col 7°: Livello della Legge
Livello della Grazia
“Non tradire il tuo coniuge”
“Non devi guardare nemmeno altre/altri”
“Avete anche udito che fu detto agli antichi: “Non giurare il falso; da’ al Signore quello che gli hai promesso con giuramento”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio.” (Matteo 5:33-34) 19
Idem con il 9°: Livello della Legge
Livello della Grazia
“Non giurare il falso”
“Non giurare affatto”
Cosa dice, allora Gesù della decima? “Voi date in offerta al Tempio la decima parte anche di piante aromatiche come la menta, l'aneto e il cumino; ma poi trascurate i punti più importanti della legge di Dio: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste sono le cose da fare, anche senza trascurare le altre.” (Matteo 23:23 TILC) Applichiamo lo stesso metodo applicato prima: Livello della Legge
Livello della Grazia
“Dai la decima”
“Sii giusto, misericordioso e fedele senza dimenticare di dare la decima””
Gesù sta dicendo: “Non devi dare “solo” la decima”, anzi, non devi trascurare di darla, ma la decima “è poco” devi dare anche quelle cose che ti costano di più, quelle che ti richiedono impegno personale , quelle che non ti vengono per nulla naturali da dare.” Davide un giorno voleva offrire qualcosa a Dio per far cessare una pestilenza: la persona che li possedeva li offrì gratis al suo re, ma Davide rispose questo: “Non offrirò al SIGNORE, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla. Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento.“ (2 Samuele 24:24) Davide stava dicendo: “Il mio Dio vale più di ogni altra cosa, molto più dei miei denari. IO non troverò “scorciatoie”; se c'è da investire ciò che ho per la gloria di Dio, io lo faccio...” 20
Ma tu potresti dirmi: “Eh, ma è scritto di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. I soldi sono del mondo, le opere buone, invece sono di Dio. Io do i miei soldi allo Stato e il mio impegno alla chiesa.! Sono a posto.” Vediamo un attimo questo famoso brano: “Allora i farisei si ritirarono e tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nelle sue parole. E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: «Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno perché non badi all’apparenza delle persone. Dicci dunque: che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». “ (Matteo 22:15:21) Questo passo è spesso usato per affermare che allo stato vanno pagate le tasse, a Dio va dato l'impegno personale, la fede, il venire in chiesa. C'è una parola ripetuta due volte nel testo: una volta detta dai farisei e ripetuta da Gesù:“tributo”. Questa parola indicava ESCLUSIVAMENTE i soldi da dare agli invasori Romani. Al tempo di Gesù in Israele coesistevano due monete: quelle Romane, usate solo per pagare i Romani e quelle Ebree, usate tutti i giorni per comperare. Al tempio si poteva dare l'offerta e la decima solo con le monete Ebree; difatti nei cortili del tempio c'erano i cambiavalute (quelli a cui Gesù rovescerà i banchi) che si occupavano di convertire le monete Romane o quelle di altri paesi in monete Ebree. Gesù stava parlando con ebrei, che usavano solamente monete ebree, se non per pagare gli odiati Romani; prende la moneta con su impresso il volto dell'Imperatore Romano e dice:
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“I soldi con questo qua sopra non sono di Dio; restituiteli pure a chi li ha coniati; ma gli altri soldi, quelli con cui pagate tutti i giorni il latte, il pane e le erbe, quelli li dovete dare a Dio, perché a lui appartengono. Gesù fissa due principi importanti: • le tasse vanno pagate, anche se al governate c'è un dittatore, • il Tempio va pagato, perché i tuoi soldi non sono tuoi, ma sono di Dio. Ma tu potresti dirmi :”Ma a cosa servono i miei soldi, Marco, se io già li do alla missione tale e all'orfanotrofio tal altro?” Io ti risponderei “Certo, stai facendo una buona cosa... ma ti voglio illustrare a cosa servono i tuoi soldi nella chiesa locale così come è illustrato nel Nuovo Testamento.” 1. I miei soldi servono perché sia predicato il Vangelo “Con (Gesù) vi erano i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, l'amministratore di Erode; Susanna e molte altre che assistevano Gesù e i dodici con i loro beni. (Luca 8:2-3) La parola “beni” è la stessa che Gesù usa in due parabole che trattavano di “soldi”, quella del “tesoro in Cielo” di Matteo 19 e quella dei “talenti” di Matteo 25. Le donne erano assieme a Gesù e ai discepoli, il nucleo della prima chiesa evangelistica e pagavano per sostentare Gesù e i dodici, la loro chiesa, così da permettergli di continuare nell'insegnamento e nella predicazione del Vangelo. I tuoi soldi servono affinché la tua chiesa possa continuare a nutrire spiritualmente te e quelli che entreranno la porta di questa sala. E' frequente che in mote chiese, nessuno dei responsabili percepisca uno stipendio, ma le spese di tenere una struttura come una chiesa aperta sono nondimeno enormi. Più tu dai, più la tua chiesa sarà capace di parlare agli altri di Gesù. 22
2. I miei soldi servono per le esigenze dentro la chiesa “Tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importodelle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi, veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno.” (Atti 4:34b-35) Sottolinea la parola “importo”: le vendite fruttavano “soldi”, che venivano divisi all'interno della chiesa locale per le esigenze , anche “logistiche” all'interno della stessa chiesa locale. Sappiamo che i credenti invitavano amici a mangiare nelle case per evangelizzarli, parte di quei soldi saranno stati spesi per i cibi, le stuoie, i lumi. Alcune volte le chiese locali aiutano membri in difficoltà con offerte di cibi o vestiti, altri hanno offerto di pagare per loro lavori; ad esempio, la chiesa di cui faccio parte preferisce (tranne casi eccezionali) “fare” azioni d'amore con i soldi, piuttosto che dare semplicemente soldi. Più dai, più la tua chiesa sarà capace di aiutare i membri in difficoltà e di raggiungere i non credenti con atti d'amore. 3. I miei soldi servono per le esigenze di altre chiese “Quanto poi alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi. “ Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare” (1 Corinzi 16:1-2) Qui abbiamo Paolo che raccomanda una colletta per i “santi”, e Paolo si riferiva alle persone povere nelle chiese della Giudea. I soldi che i credenti avevano raccolto nella loro chiesa locale venivano utilizzati a favore di altri credenti di altre chiese nella necessità. E Paolo introduce anche un concetto nuovo del dare: non si parla più di “dare la decima parte” ma di dare “secondo la prosperità concessa”. Paolo non dice che la decima è abolita, ma che sotto la Grazia devi dare anche di più, se puoi. 23
Più dai, più la tua chiesa sarà capace di sostenere missionari che operano in altre chiese, o di sostenere organizzazioni che aiutano i poveri, o di aiutare enti che difendano le chiese evangeliche in Italia. Gesù non è venuto a cancellare la Legge, ma ad innalzarne i parametri. Gesù ancora ti chiede di “dare”, perché i tuoi soldi , la tua prosperità poca o tanta che sia ti è stata “concessa” affinché tu la metta a disposizione dell'opera di Dio dentro e fuori la tua chiesa locale. Forse Dio ti sta chiamando ad un atto di fede, di metterlo alla prova, dando alla sua opera anche se ora sei nel bisogno, anche se pensi che i soldi non sono abbastanza neppure per te. Io non posso convincerti, ma Gesù può: “Gesù si volse ai discepoli e rispose: 'Io vi assicuro che se qualcuno ha abbandonato casa, moglie, fratelli, genitori e figli... per il regno di Dio, costui riceverà molto di più già in questa vita, e nel mondo futuro riceverà la vita eterna.'“ (Luca 18:29-30 TILC)
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4 Cinque regole per gestire i miei averi Esiste una maniera "biblica" per gestire i miei averi? L'esperto della Bibbia in quanto a ricchezze, Salomone, ci dice di si.
Fin qua avviamo visto come il Nuovo Testamento, e in particolare le predicazioni di Gesù, siano piene di riferimenti a i soldi e al dare. Abbiamo visto che essere sotto la grazia non significa smettere di dare ma significa dare più generosamente secondo la prosperità concessa. Ma, tu potresti dirmi: “OK Marco, mi hai convinto che devo dare all'opera di Dio e alla mia chiesa locale... Ma con quello che resta, che ci devi fare? Esiste una indicazione biblica su come devo gestire i miei soldi?” La mia risposta è :”Si!” Ci sono cinque principi biblici che ci aiutano nel gestire i nostri averi Perché dovrei gestire i miei averi in modo biblico? Abbiamo già detto che i soldi sono tra le prime cinque cose che provocano maggiore stress nella vita. Le statistiche dicono che il 74% delle famiglie litiga per esso; il 54% di tutti i divorzi è causato da conflitti di natura economica. Gesù è venuto per salvarci e darci un'altra vita, ma anche per aiutarci a vivere questa vita; e lo stress è uno dei maggiori problemi della vita moderna. E' per questo che vuole aiutarci ANCHE con lo stress economico Abbiamo già detto che nel Nuovo Testamento Gesù e Paolo parlano moltissimo del denaro e degli averi; ma anche l'Antico Testamento non risparmia suggerimenti circa il danaro. Nell'Antico Testamento c'è un personaggio in particolare che è reputato l'uomo più ricco di tutti i tempi (non solo del suo) al cui cospetto Bill Gates sembrerebbe uno straccione; sto parlando di Salomone.
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Ma Salomone non era famoso solo per i suoi soldi, ma anche (e soprattutto) per la sua saggezza; ed è una saggezza non umana ma una saggezza divina. E' per questo che vogliamo prendere consigli da un esperto come lui. Regola 1. Scrivi ciò che hai e ciò che dai In ragioneria si chiama “partita doppia: dare e avere. “Guarda di conoscere bene lo stato delle tue pecore, abbi gran cura delle tue mandrie; perché le ricchezze non durano sempre, e neanche una corona dura di epoca in epoca.” (Proverbi 27:24) A quel tempo in Israele ognuno era pastore; i greggi erano quello che ora sono il conto in banca e gli appartamenti Al giorno d'oggi Salomone ti consiglierebbe di controllare più spesso il tuo estratto conto. Una delle cose che spesso diciamo è questa: “Non riesco a capire dove finiscono tutti i soldi che porto a casa!” Salomone proprio di questo parla, e ammonisce: “Scrivi quello che hai e quello che esce” Ci sono quattro cose che devi sapere: 1. 2. 3. 4.
quello che devi ---------> i tuoi debiti; quello che hai -----------> i tuoi averi; quello che guadagni ----> il tuo reddito; dove va -------------------> le tue spese.
Mi potresti dire: “Eh, Marco, io ho appena tempo per fare quello che già faccio nella vita, e tu mi chiedi di aggiungere pure questo? Non ho tempo!” Io ti rispondo: hai tempo per preoccuparti della tua situazione finanziaria? Se passassi più tempo a prendere nota delle tue finanze passeresti meno tempo a preoccupartene!
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Regola 2. Pianifica le tue spese Nel commercio questo si chiama “preventivo”: le persone che vengono al mio negozio per chiedere un preventivo lo vogliono non perché sono curiose di sapere quanto costa quella tale cosa, ma perché vogliono sapere se ci arrivano o no a pagarmi “I disegni dell'uomo diligente conducono sicuramente all'abbondanza, ma chi troppo si affretta non fa che cadere nella miseria.” (Proverbi 24:5) Salomone oggi ti direbbe: “Fatti due conti prima di spendere”. Il problema è che spesso non acquistiamo per necessità, ma per impulso: è stato dimostrato che se entri al supermercato con una lista della spesa scritta acquisti la metà di quando entri con una lista mentale. Esiste una vera e propria malattia mentale che va sotto il nome di “consumopatia ossessiva compulsiva”, il resto di noi lo fa per una serie di motivi, tutti sbagliati, di cui questi che elenco sono solo alcuni che mi sono venuti in mente: Riguardo noi stessi "Perché io valgo!" Quella cosa di valore dimostrerà che io sono una persona di valore, mica uno qualsiasi! La pubblicità sfrutta al massimo questo nostro desiderio represso di “apparire” ciò che non siamo. "Me lo merito!" "Io lavoro tutto il giorno (o tutto il mese, o tutto l'anno), ho diritto di averlo, l'ho meritato!". Come credenti dovremmo sapere per chi e per cosa abbiamo valore: non è un Rolex o un iPhone a modificare quanto valiamo agli occhi di Dio. 27
Riguardo i nostri figli "Anche il mio (la mia) deve averlo!" "Se lo hanno gli altri, perché non dovrebbe averlo anche il mio (o la mia)?" "Alla sua età io non l'avevo!" "Non voglio che mia figlia (o mio figlio) soffra quello che ho sofferto io non avendo le cose che gli altri avevano!" Alla sua età io lo avevo! "Che male c'è? Il mio papà me lo ha comperato quando avevo la sua età!". Pensiamo quale messaggio stiamo trasmettendo ai nostri figli e alle nostre figlie: “Tu vali quello che gli altri vedono”. Non è un principio “proprio proprio” biblico , eh! E quando le “sirene” del “io valgo, io me lo merito, io non lo avevo, io lo avevo” ci hanno acchiappato, allora entrano in azione i “cattivi consiglieri” che si chiamano “piccole rate”, “costa solo”, “offerta speciale”, “solo per questa settimana”.... Salomone ti dice: “Apri li tuo portafoglio, ol a app del tuo conto corrente; se non ci sono i soldi, non spendere soldi che non hai”. Se siete ammalati di “consumopatia ossessiva compulsiva”, ci sono metodi per prevenirla; una signora teneva le carte di credito in una brocca di acqua in congelatore, così che quando sentiva l'impulso irrefrenabile di andare a spendere, per farlo doveva aspettare che si sciogliesse il ghiaccio. Per tutti gli altri, che sono la maggioranza, il segreto sta ne pianificare accuratamente le proprie spese, e soprattutto, spendere i soldi che ho, non quelli che non ho. 28
Regola 3. Risparmia per il futuro Questo è il principio si è da sempre basata l'agricoltura: raccolgo in estate, metto nel granaio, lo mangio in inverno. “In casa del saggio ci sono tesori preziosi e olio” (Proverbi 21:20a) Salomone direbbe oggi: “Metti da parte che non si sa mai”. E' questo quello che ti dice la pubblicità? La pubblicità ti dice che quella “cosa” (il nuovo telefono, la nuova auto, ecc) la puoi, anzi la DEVI avere SUBITO! Perché aspettare? Bastano solamente 2750 rate da 5 Euro mensili”... fanno 13750 Euro, ma sono soli 5 Euro al mese! Cellulari, aspirapolvere, pentole, ferie, matrimoni! Tutto è comodamente rateizzabile! Lo voglio ORA! Un tempo solo alcune cose si acquistavano “a rate” o con un mutuo. Erano i beni importanti e duraturi: una macchina (che veniva fatta durare venti anni), la casa. Cosa ne pensa Salomone? “La ricchezza male acquistata va diminuendo, ma chi accumula a poco a poco, l'aumenta.” (Proverbi 13:11) Sarebbe saggio fissare tre traguardi economici: • quanto posso spendere? • quanto posso risparmiare? • quanto posso dare? Per il primo e il secondo, dipende tutto dalla tua situazione economica, per il terzo, dipende invece dalla tua situazione spirituale (lo vedremo alla fine). Salomone fa un esempio molto pratico, e dice: 29
“Considera ciò che fa la formica e diventa saggio!” (Proverbi 6:6) La formica è l'esempio del risparmio: consuma per accumulare, ma accumula per consumare. Non le interessa la cicala che passa col Rolex o con la BMW: non si indebita per avere beni subito, ma è paziente, accumula oggi per avere domani. Perché? Perché ha imparato ad applicare il quarto principio: Regola 4. Godi di ciò che hai Questo principio è bene espresso nel detto popolare “Chi s''accontenta gode”, ma è basato su un principio scritto sulla Bibbia: “Chi ama i piaceri resterà senza denaro, chi ama vino e profumi non diventerà ricco. “ (Proverbi 21:17 TILC) Se Salomone fosse un nostro contemporaneo forse direbbe “Se ceni a caviale e champagne quando hai i soldi per salsicce e gassosa (ormai Sprite) tanto distante non vai.”. Gli abitanti di questa città dove ci riuniamo appartengono per la stragrande maggioranza al ceto medio, come pure gran parte della nostra provincia: per cultura sono abituati a lavorare molto, e per questo possono permettersi molto. Sono felici? Forse. Alcuni. Non tutti. So per esperienza che molti fanno le cose “per invidia”: “Comperiamo il trattore da 180 HP, perché il vicino ha appena comperato quello da 120 HP”. “Comperiamo l'auto nuova da 2500 cc perché il signore del terzo piano ha comperato quella da 1600 cc.” A cosa stanno obbedendo queste persone? Alla bugia “sarò più felice se avrò di più.” E cresceranno figlio che credono a quella bugia, a cui daranno “il di più”, invece di dargli il “meglio”
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Si stima che un ragazzo che esce dalla maturità ha visto circa 350.000 spot... tutti che enfatizzano il concetto “di più = più felice”. E così sviluppano una mente che dice “Sarò felice QUANDO...” Quando avrò la macchina, la casa, la donna, ecc... Paolo afferma questo: “...io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza” (Filippesi 4:11b-12) Ed Ebrei rafforza questo concetto con un imperativo: “Accontentatevi di ciò che avete” (Ebrei 13:5 PV) Il problema è che la nostra società ha dato un significato negativo alla parola “accontentarsi”: “Accontentati della pensione che avrai... forse” “Mi sono accontentato di prendere la macchina bianca, perché la rossa era finita”. La parola “accontentarsi” significa “essere contenti”, provare felicità per cosa si ha. E' una cosa positiva. La società l'ha trasformata in una sconfitta, dover ripiegare su qualcosa che non era esattamente quello che avremmo voluto. E' una cosa negativa. Regola 5. Rendi generosamente a Dio Questo principio nell'Antico Testamento (dove siamo in Proverbi) si chiama “decima”: ALMENO il 10% a Dio. “Onora il SIGNORE con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto” (Proverbi 3:9-10) Sai cosa erano le “primizie”? Erano i frutti più buoni, le bestie migliori, non ciò che restava dopo essersi sfamati e aver guadagnato vendendo.
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Le tue “primizie” sono i soldi che hai, prima di comprare le cose che servono, prima di pagare le tasse non quello che resta una volta pagato tutto. Ma noi non siamo più sotto la legge, ma sotto la Grazia. E Gesù non è venuto ad abbassare gli standard della legge, ma a completarli, a riempirli, ad innalzarli. Il 10% può essere una buona base... a seconda di quello che ti ha detto il Signore. “Ognuno dia ciò che ha deciso in cuor suo, ma non contro il proprio volere, o perché qualcuno lo costringe, in quanto Dio ama chi dona con gioia.” (2 Corinzi 9:7 PV) Quando prendo i soldi dal negozio, la prima cosa che faccio arrivando a casa è di darli a mia moglie; Janet li prende, toglie il 30%, li mette nella mia Bibbia per darli la domenica in chiesa. (A noi il Signore ha messo in cuore di dare questo: per te sarà differente, potrebbe essere di meno, o potrebbe essere di più “secondo la prosperità concessa”). Non abbiamo mai fatto conto di quei soldi; semplicemente non sono nostri. “L'uomo dallo sguardo benevolo sarà benedetto, perché dà del suo pane al povero” (Proverbi 22:9) Certo, il 30% che Dio ci ha messo in cuore di dare può sembrare molto, ma posso testimoniare che questo versetto nella nostra vita è vero al 110%. Dio ci ha benedetto in una quantità di cose che non riusciamo mai vincere; più noi diamo, più Dio ci da. Rivediamo assieme questi cinque “regole bibliche per gestire i tuoi averi • • • • •
Regola 1. Scrivi ciò che hai e ciò che dai Regola 2. Pianifica le tue spese Regola 3. Risparmia per il futuro Regola 4. Godi di ciò che hai Regola 5. Rendi generosamente a Dio
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Su quale dei cinque principi di Dio devi lavorare di più? 1. Tieni nota delle tue finanze? La Bibbia che dice di farlo. Ti dice di controllare lo stato del tuo gregge; così come non viaggeresti al buio senza fari in una strada tutta curve, allo stesso modo devi conoscere le tue spese dei tuoi guadagni. 2. Sai pianificare le spese? Oppure spendi sull'emozione, sull'istinto? Così come non partiresti senza una mappa o un GPS per un paese che non conosci, devi avere una mappa per poter giungere con sicurezza alla fine di ogni mese. 3. Stai risparmiando per il futuro? Non dico che devi accumulare ricchezze, ma un poco, poco per volta. Rammenta la formica! 4. Stai godendo di ciò che già hai? Oppure dici ancora “sarei felice se...”? Sappi che i tuoi desideri non saranno mai sazi; sii contento di ciò che hai! 5. Stai dando generosamente al Signore? La Bibbia c'insegna che quel 10% minimo è la gratitudine che il Signore ti richiede per poterti benedire. Ricorda che è una primizia, non ciò che avanza. Forse in questo momento della tua vita ti trovi in difficoltà; forse stai pensando “ io mi trovo così tanto nei debiti questo momento che non posso permettermi di dare nulla”.
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Permettimi di dirti questo: tu non puoi non dare alla tua chiesa e a Dio! Se tu vuoi che Dio ti aiuti a liberarti dei debiti, il punto d'inizio è proprio questo: affida la tua vita completamente nelle sue mani. Voglio farti vedere due ultimi versetti: “Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose che saranno aggiunte” (Matteo 5:6) Dio ti ha creato con uno scopo: tu non sei un caso, non sei in “incidente” nella Creazione. Dio ha un piano per la tua vita. La soddisfazione e la libertà dallo stress (qualsiasi stress, finanziario compreso) arriva quando tu affidi la tua vita a Cristo, quando cominci a camminare sul percorso che Dio ha progettato per la tua vita. Conosci Dio e scopri il piano che ha per la tua vita, sia tu ventenne, quarantenne, o ottantenne. Gesù ha detto: “Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere?” (Luca 16:11) Ricorda che i soldi sono la cartina di tornasole per vedere se ti fidi del mondo, o se ti fidi di Dio. Affida a Gesù tua situazione economica, segui le cinque regole che il Signore ti comanda, perché devo dirti che Dio valuterà come tu usi il danaro, che tu sia nell'abbondanza o che tu sia nella ristrettezza per sapere quali benedizioni potrà affidarti.
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5 “8°: non rubare” Come prima appendice agli studi precedenti, ho messo uno studio sull' 8° comandamento che ha implicazioni sul dare di ogni credente. Il furto è così comune al giorno d'oggi che molta parte delle nostre vite la passiamo a proteggere i nostri beni, e non riusciamo più a capire quanto sia assurdo tutto ciò. Cosa ha da dire Dio circa la nostra naturale inclinazione al furto?
Siamo all'ottavo passo della legge di Dio per l'uomo. Nei primi quatto Dio aveva stabilito il tipo di rapporto che voleva con i suoi figli: •1. non avrai altri dei •2. non farti scultura né immagine alcuna •3. non pronunciare il nome di Dio invano •4. ricordati del giorno del riposo Con i successivi successivi tre aveva stabilito il rapporto che dobbiamo avere con la famiglia personale e dei credenti: •5. onora tuo padre e tua madre •6. non uccidere •7. non commettere adulterio Con gli ultimi tre stabilisce il rapporto che dobbiamo avere con tutti gli altri, della famiglia e non, credenti e non. Vi è mai accaduto che vi abbiano rubato qualcosa? Come vi siete sentiti, come vi siete sentite? Violati, defraudati, tristi... o cosa altro? Vi è mai accaduto di rubare qualcosa? Si, perché se abbiamo sperimentato la sensazione bruttissima di avere qualcosa di caro rubato, significa che qualcun altro “essere umano” ce lo ha rubato. Come ti sei sentito, come ti sei sentita mentre stavi “dall'altra parte della barricata”?
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Magari non era un “furto” eclatante, non stavi svaligiando una banca, o una gioielleria, magari era qualcosa di piccolo, di poco valore. Vi voglio raccontare io come mi sono sentito quando, una volta, sono stato “dall'altra parte della barricata”. Avrò avuto sei, sette anni, ed ero ospite a Roma dei miei zii. Ero attratto in maniera magnetica da questo: un taglia-unghie che avevano in bagno. Nei miei occhi di bambino sembrava un piccolo coltello a serramanico, una piccola spada lucente. Fatto sta, che quando dovevamo partire per Montefiascone, il taglia-unghie “scivolò” nella mia tasca. Per tutto il viaggio di ritorno non feci che pensare a quello che avevo fatto, con un misto di soddisfazione (adesso era mio!) e di rimorso (adesso ero un ladro). Per mesi lo tenni nascosto, poi un giorno mia madre lo trovò: “E questo, da dove esce?” Mi inventai la scusa di averlo trovato per terra sull'autobus tornando da Roma. Lei ci credette, e, confortato, cominciai a giocarci di fronte a tutti. Sino a quando, un giorno, mio zio lo vide: il taglia-unghie aveva una particolarità: la punta della limetta interna era stata modificata da mio zio per poter svitate delle minute viti del rasoio da barba. “Che strano- fece lui prendendolo in mano e guardandolo- è proprio come quello che ho a Roma.” A quel punto non ce la feci più: confessai che non era “come” quello.. ma che era “quello”, chiedendo scusa e dicendo che lo davo indietro. Mio zio fece una gran risata... e mi disse: “Beh, non lo usavo da mesi, non mi serviva neppure più. Se me lo avesti chiesto te lo avrei dato io. Non rubare mai più... ma questo lo puoi tenere!" Sapete già che io “non butto niente”; ma questo in particolare non lo butto perché mi rammenta tre stati d'animo:
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•come mi sono sentito quando ho rubato, •come mi sono sentito quando ho confessato, •e come mi sono sentito quando sono stato perdonato. Pare che il rubare sia una delle attività umane più frequenti, altrimenti non si spiegherebbero tutte le misure che adottiamo per impedire che ci rubino. Pensate a tutti i soldi che spendiamo in cancelli, inferiate, serrature antiscasso, antifurti , cassette di sicurezza per impedire che quello che è nostro rimanga nostro.
Con l'avvento della tecnologia, abbiamo dovuto dotarci di software costosi e complicati per proteggere i nostri “dati sensibili”, sui nostri PC. Tablet, smartphone; le nostre foto, i nostri orari di uscita e di rientro a casa, le nostre carte di credito, i nostri conti correnti bancari. Viviamo in un mondo popolato di telecamere per la videosorveglianza, guardie giurate di fronte a banche e gioiellerie. Potreste pensare che tutto ciò accade solo nei posti “ricchi” dove ci sono “poveri”: non è affatto così. Martin Lutero, che viveva in un mondo praticamente povero al 90%, dove il 10% della popolazione aveva tutte le risorse, affermava che se si fossero impiccate tutte le persone che rubavano non ci sarebbe stata sufficiente corda in Germania per soddisfare l'esigenza e che avrebbero dovuto iniziare ad utilizzare le cinture dei pantaloni per sopperire alla necessità. E non c'è differenza tra ricchi e poveri; qualche anno fa fece scalpore la notizia di Jennifer Capriati, una campionessa del tennis degli anni Novanta, che fu arrestata per aver rubato un anello in una gioielleria. Le persone, in qualsiasi era abbiamo vissuto, in qualsiasi strato sociale abbiano vissuto hanno rubato l'uno all'altro. 37
Non era così che aveva stabilito Dio all'inizio. E' per quello che Dio ha dovuto stabilire uno specifico comandamento: il popolo a cui era diretto era un popolo povero, in fuga dall'Egitto, in lotta per la propria sopravvivenza quotidiana... ma che si rubavano la manna o le quaglie mandate da Do a vicenda! Tutto questo serve a smentire l'idea di alcuni che dicono che l'uomo nasce buono, e che solo dopo è corrotto dalla società e diventa cattivo. Non è vero! L'uomo nasce peccatore! Deve imparare a comportarsi in maniera retta, perché la sua propria natura peccaminosa lo spinge nella direzione opposta da quella che Dio vuole e che era all'inizio della creazione. Prova a lasciare le chiavi sulla porta di casa a Roma, andare via per una settimana e vedere quello che resta quando rientri! Ti hanno mai rubato qualcosa? Se si, sei in buona compagnia: persino a Gesù venivano “rubati” i soldi delle offerte da Giuda! Ma, c'è un'altra domanda che voglio farti: che cosa hai rubato tu, nella tua vita Cosa è “rubare”? L'ottavo comandamento è un comandamento “secco”: “Non rubare.” (Esodo 20:15) Poco o nulla da discutere su “non” ma moltissimo da discutere su casa si definisca “rubare”. Tre aspetti che emergono subito dal versetto: 1. Dio crede nella proprietà privata Molti hanno detto che Dio (e Gesù) sono stati i primi “socialisti” o i primi “comunisti” della storia; questo non è assolutamente vero. Dio dice che tu hai il
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sacrosanto diritto di avere cose TUE che siano solo cose tue e che se qualcuno di dice sono anche MIE tu hai il sacrosanto diritto di definirlo un ladro. 2. Dio ama il tuo prossimo Se Dio amasse te, e solo te, chiuderebbe un occhio sui tuoi furti. Ma siccome ama te, ma ama anche il tuo prossimo, ti dice che ciò che è del tuo prossimo non è tuo ma è suo. 3. Noi abbiamo il diritto di impedire il furto Laddove c'è una legge, c'è anche un diritto, sulla cui base si fondano i rapporti sociali e le eventuali sanzioni per chi lo viola. L'universo del rubare Nel rubare, nel furto, l'uomo ha dimostrato la sua enorme creatività (che gli proviene da Dio) utilizzata nella maniera sbagliata (che Dio non approva). Ne volete una prova? Questo è un elenco “comprensivo e non esaustivo” come si dice nel gergo legale di cosa si intenda per “rubare”: Appropriazione indebita, prestiti ad usura, scommesse clandestine, furto con destrezza, violazione di domicilio, intrusione nei sistemi informatici, tassazione ingiusta, scippo, furto in appartamento, rapimento, furto commerciale, estorsione, racket, evasione delle tasse, evasione contributiva, falsa denuncia assicurativa, distrazione di denaro pubblico, uso inappropriato di danaro pubblico, eccessivo debito pubblico, falsa fatturazione, falso versamento di contributi, bancarotta fraudolenta, abbandono del posto di lavoro, doppio lavoro, lavoro a nero, mancato pagamento degli stipendi, furto di collettame, furto di prodotti immagazzinati, furto di proprietà intellettuale, falsa attribuzione di paternità per un'opera letteraria o musicale, plagio, scaricamento illegale da siti di materiale protetto, furto di identità...
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Devo continuare? Dio dice: non rubare. Sarebbe interessante vedere come andrebbero le nostre economie e come sarebbe la situazione politica mondiale se obbedissimo tutti insieme a questo semplice comandamento. Come applicarlo alla mia vita? Cercherò di essere molto pratico. Se sei un ladro d'appartamento, o uno scippatore, o un ladro d'auto, o se rubi al supermercato... insomma, se fai cose EVIDENTEMENTE in contrasto con questo comandamento, la ricetta è: smetti, chiedi perdono, restituisci. Ma ci sono cose molto più sottili, aree più “grigie”, che sembrano andare bene o quasi andare bene nell'opinione generale, e che invece sono in tutto e per tutto un “rubare” che Dio proibisce. Per i datori di lavoro Cominciamo con chi da lavoro ad altri: questo è quello che dice Giacomo: “Voi non avete pagato gli operai che mietono nei vostri campi: questa paga rubata ora grida al cielo, e le proteste dei vostri contadini sono arrivate fino agli orecchi di Dio, il Signore Onnipotente. Voi avete vissuto quaggiù sulla terra in mezzo al lusso e ai piaceri sfrenati: vi siete ingrassati come bestie per il giorno del macello.“ (Giacomo 5:4-5 TILC) Non pagare, o sottopagare, o pagare in nero una parte per risparmiare sui contributi è in tutto e per tutto rubare. L'unico motivo valido per non pagare i tuoi impiegati, è che non abbiano fatto il loro lavoro. I datori di lavoro debbono comprendere che spesso i loro lavoratori hanno disperatamente bisogno di essere pagati; se li derubano del loro stipendio, non stanno derubando solo loro, ma la loro intera famiglia. Gesù era molto sensibile per questo argomento: lui stesso proveniva da una famiglia “povera” con un padre artigiano che doveva ricevere per poter dare alla 40
famiglia. Sappiamo che erano poveri in quanto, quando sono andati a fare l'offerta al tempio, hanno usufruito di uno "sconto", e invece di offrire un agnello (che costava un botto), hanno offerto due tortore (che erano più economiche). Qui Giacomo sta dicendo : “la ricchezza in cui ti stai rigirando con voluttà porcina ti proviene dal fatto che hai rubato i soldi ai tuoi lavoranti” Se tu sei un datore di lavoro, e sei credente: il Cristo che vai proclamando con la tua fede verrà associato alla tua correttezza negli affari. Può essere la più grande arma per testimoniare chi è Gesù, se rispetti tutti i comandamenti, a partire dall'ottavo, ma può essere il più grande deterrente per avvicinarsi a Gesù se li violi, a partire dall'ottavo. Se non ruberai ai tuoi lavoratori, Cristo saprà attrarre attraverso la tua testimonianza altri a se.Se ruberai, Cristo verrà ripudiato da chi ti sta accanto. Nella mia carriera di imprenditore ho avuto per un paio di anni due impiegati, che gestivano un altro punto vendita qua a Montefiascone; mentre gli affari della nostra vecchi attività continuavano ad andare bene, quelli della nuova erano più che insoddisfacenti, tanto è vero che dopo due anni abbiamo deciso di chiuderla. Erano così insoddisfacenti che per gran parte dei due anni abbiamo dovuto finanziare questa seconda attività con i soldi provenienti dalla prima attività. Molte volte i soldi guadagnati da essa non riuscivano a coprire neppure la metà degli stipendi dei dipendenti. In molti mesi né io né mio fratello abbiamo preso lo stipendio dal nostro negozio, perché i soldi servivano a pagare lo stipendio dei dipendenti. Prima venivano le esigenze di coloro a cui avevamo PROMESSO lo stipendio, poi venivano le nostre esigenze. Per i lavoratori Ma, se da una parte i datori di lavoro debbono non “rubare” i loro lavoratori, dall'altra i lavoratori non devono “rubare” ai loro datori:
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“Esorta i servi ad essere soggetti ai propri padroni in ogni modo e a far tutto il possibile per accontentarli. Non devono contraddirli, né derubarli, ma dimostrare di essere fedeli in tutto e per tutto. Così facendo, faranno l'insegnamento di Dio, nostro Salvatore attraente in ogni modo. “ (Tito 2:9-10 PV) All'epoca non si parlava di “impiegati”, non c'erano sindacati, il servo era proprietà privata del padrone che aveva, spesso, potere di vita o di morte su di esso. Nondimeno Paolo dice: “Lavorate come vogliono i vostri padroni”. In altre parole: “Guadagnatevi il vostro stipendio facendo al vostro meglio il vostro lavoro”. Attenzione, perché Paolo dice che dobbiamo fare il “possibile”, ovvero tutte le cose dove onestamente riesco ad arrivare, senza contraddire... e senza derubare. Se tu sei un lavoratore, e sei credente: il Cristo che vai proclamando con la tua fede verrà associato alla tua correttezza nel tuo modo di lavorare. Se non ruberai, Cristo saprà attrarre attraverso la tua testimonianza altri a se. Se ruberai, Cristo verrà ripudiato da chi ti sta accanto In che modo derubo il mio datore di lavoro? 1. Quando non do il mio meglio Paolo dice chiaramente che dobbiamo fare “tutto il possibile”. L'impiegato alla ASL che non da aiuto a compilare il modulo alla anziana, non sta dando il suo meglio. La commessa che non aiuta a cercare l'ennesima scatola di pisellini primavera alla massaia che li chiede, quando sa bene che sono nel terzo scaffale in alto a destra, non sta dando il suo meglio. Il magazziniere che non pensa a riordinare il filtro che è finito in magazzino, non sta dando il suo meglio... Io sto “rubando” al mio datore di lavoro”. 2. Quando rubo sul tempo L'impiegato che timbra il cartellino e esce per il caffè, o per fare la spesa, il commesso che chiatta con lo smartphone tra un cliente e l'altro, l'infermiere che 42
sullo schermo del computer in ufficio, su in alto a destra, ha l'iconcina di FB, tutti questi stanno rubando al proprio datore di lavoro. Non rubano beni, ma rubano il tempo. Molti uffici, sia pubblici che privati, oltre a impedire i social sui pc (FaceBook, Twitter, Instagram) sono stati costretti anche a “schermare” le strutture per impedire che le persone navigassero sullo smartphone. 3. Quando sono infedele e polemico/a L'addetto alle vendite che fornisce il database clienti ad un concorrente della propria compagnia, l'impiegata che ogni volta entra in polemica sul modo di completare una pratica, il funzionario che sparla con i colleghi alle spalle del capo ufficio, tutti questi stanno rubando al proprio datore di lavoro. Questo vale anche per gli studenti Ma, se sei ancora studente, potresti pensare “a me mi riguarderà se e quando troverò un lavoro”. Mi spiace, già ti riguarda da un pezzi. I tuoi insegnanti, assieme ai tuoi genitori sono i tuoi datori di lavoro, sono le persone che stanno investendo forze e denaro perché tu nel futuro, possa dare frutto. Quando a scuola non dai il meglio di te, quando a casa sai che devi studiare e fare compiti, e invece stai davanti alla PS3, quando polemizzi con i tuoi insegnanti, o con i tuoi genitori per il tempo che dedichi al tuo impegno scolastico, stai rubando. Stai infrangendo l'ottavo comandamento, e, peggio, ti stai allenando a farlo anche nella tua futura vita lavorativa. Se tu sei uno studente, o una studentessa, e sei credente: il Cristo che vai proclamando con la tua fede verrà associato alla tua correttezza nel tuo modo di impegnarti a scuola. Se non ruberai, Cristo saprà attrarre attraverso la tua testimonianza altri a se. Se ruberai, Cristo verrà ripudiato dai tuoi amici.
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Questo vale anche per i politici Ma, tu potresti dire: “Io non sono né un datore di lavoro, né un lavoratore, né uno studente:io sono un politico.” Mi spiace dirtelo, Tito 2:9-10 si applica assolutamente e perfettamente a te. Tu sei lì perché nella democrazia rappresentativa è richiesto che qualcuno venga eletto “in rappresentanza” dei molti; in un certo senso noi, come collettività, siamo il tuo datore di lavoro. Tu dovresti fare “tutto il possibile” per accontentare il popolo che ti ha eletto, dando il tuo meglio, tu non dovresti contraddire mai le idee per cui sei stato eletto e tramite le cui idee hai ricevuto il mandato dal popolo, tu non dovresti mai “rubare” i soldi che il popolo versa con le tasse per sperperarli, o peggio, per metterteli in tasca. Se tu sei un politico, e sei credente: il Cristo che vai proclamando con la tua fede verrà associato alla tua correttezza nel tuo modo di governare. Se non ruberai, Cristo saprà attrarre attraverso la tua testimonianza altri a se.Se ruberai, Cristo verrà ripudiato da chi stai governando. L'uomo può forse derubare Dio? Non vi stupite, questa è la domanda (retorica) che Dio fa attraverso la voce di un profeta chiamato Malachia: “L'uomo può forse derubare Dio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?" Nelle decime e nelle offerte.” (Malachia 3:8) Se fino ad adesso mi avete dato ragione, è possibile che ora mi diate torto. Perché, sapete, finché parliamo di “rubare” agli altri, di “non prendere” qualche cosa che non è nostro... tutto ok. Ma quando parliamo di “dare indietro al Signore”... allora è tutto un altro “par di maniche”.
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“Cosa c'entrano i MIEI soldi, Marco? Quando vengo qui voglio sentir parlare solo di cose spirituali. Non ti permetto di mettere le mani nelle mie tasche!” Già, ma c'è un piccolo problema: che i tuoi soldi non soni i TUOI soldi, e che non è Marco a dirlo, ma è Dio a dirlo. Partiamo da un presupposto: Dio non ha bisogno dei TUOI SOLDI... perché • a) non ha bisogno di soldi, • b) è lui che ha inventato i soldi e • c) i tuoi soldi sono quelli che lui ha inventato e ha dato a te. Nei Vangeli i versetti in cui si parla di soldi sono tre volte tanto quelli di cui si parla di inferno e Paradiso. Perché Dio è interessato ai miei soldi? “Vendete ciò che possedete e date a quelli che ne hanno bisogno. Fatevi un capitale che non perderà il suo valore: un tesoro in cielo che non scomparirà, là nessun ladro potrà arrivare, né le tarme distruggere. Perché, dove è il vostro tesoro sarà anche il vostro cuore.” (Luca 12:33-34 PV) Dio sa come siamo fatti; Dio non vuole che violiamo il Primo Comandamento ed il denaro divenga il nostro dio. Il DARE CON REGOLARITA' il PRIMO 10% al Signore (significa il 10% dei miei guadagni PRIMA delle tasse – la primizia) uccide il mio orgoglio, uccide la mia voglia di essere “al sicuro” perché ho i soldi, non perché sono amato da Dio. Tu potresti dirmi: “Ma Marco, tu vaneggi! Non siamo più sotto la Legge, ma sotto la Grazia! La regola del 10% non vale più”! Io ti risponderei: “Hai assolutamente ragione: difatti Gesù ha detto che non è venuto ad abolire la legge... ma a completarla. E ogni volta che Gesù completa qualcosa della Legge, alza di un paio di stalli la sbarra dell'ostacolo.”
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“Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare.” (1 Corinzi 16:2) Se nell'Antico Testamento “bastava” il 10%, nel Nuovo Testamento non basta più. Più ti è stata concessa prosperità, più sei chiamato a dare... come decima! Poi ci sono le offerte! Diciamo che il 10% è una buona base su cui cominciare... da lì c'è poi da costruire. A chi dare la decima? Paolo lo dice: la dai la domenica nella tua chiesa, quando si raccolgono le collette. Ma, a cosa serve la decima? “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso... Perché l’adempimento di questo servizio sacro non solo supplisce ai bisogni dei santi, ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio.” (2 Corinzi 9:7,12) Paolo ci dice due cose: 1. La decima non è una TASSA Qualcosa che si da a denti stretti allo stato, ma una gioia nel sapere che Dio ci ha scelti per provvedere alla sposa di suo figlio. 2. La decima serve ai “bisogni dei santi”. Chi sono i santi? “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9)
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Sta parlando della chiesa. Sta parlando della chiesa locale. Sta parlando di noi. Le decine servono alla chiesa locale a sopravvivere e a PROCLAMARE le virtù di Cristo al mondo. Cosa sono le offerte? Malachia parla non solo delle “decime”, ma anche delle “offerte”. Nell'Antico Testamento la decima andava al tempio e ai sacerdoti: poi, quando c'erano delle occasioni speciali, quando c'era bisogno all'interno della comunità, le persone davano qualcosa “extra” oltre la decima. Ad esempio, io do la decima in chiesa, e poi sostengo personalmente una bambina di Compassion. Molti di noi fanno cose simili. Sapete cosa c'è di triste? Molti credenti NON danno NULLA. E non sono triste perché le chiese ne soffrono, ma perché loro soffrono a causa della loro decisione. Paolo dice: “Voglio che sia un dono sincero, e non una cosa forzata. Tuttavia, chi semina soltanto pochi semi, avrà un piccolo raccolto; mentre chi semina molto, mieterà molto.” (1 Corinzi 9:5b-6 PV) Chi poco da, poco riceve: in tempo di recessione, se tu vuoi mietere nel futuro, devi dare nel presente. La teologia della povertà e la teologia della prosperità Quando cito questo passo faccio sempre una precisazione: attenti alla teologia della prosperità, e attenti alla teologia della povertà. La prima dice che se vuoi diventare ricco devi dare più soldi al Signore, e che la quantità di soldi che hai è in funzione di quanto sei gradito a Dio. La seconda dice che solo i poveri sono vicini al Signore, e che se sei un uomo o una donna di successo con tutta probabilità sei destinato all'inferno. 47
Ambedue sono sbagliate: soprattutto alla luce di quello che ha detto Gesù: “Poi Gesù si mise a sedere di fronte alla cassetta delle offerte nel tempio, guardare come la gente vi metteva il denaro, e notò che molti ricchi offrivano grosse somme. Venne anche una povera vedova che lasciò cadere nella cassetta solo due monetine. Gesù chiamo i discepoli, e osservò: "Quella poveretta ha dato di più di tutti gli altri, perché essi hanno dato una parte del loro superfluo, mentre la donna, nella sua povertà, ha offerto tutto quello che le serviva per vivere".” (Marco 12: 41-44) Se fosse vera la teoria della prosperità, Gesù avrebbe dovuto disprezzare la donna perché aveva dato così poco, dicendo che la sua povertà mostrava il fatto che lui non la amava. Se fosse vera la teologia della povertà, Gesù avrebbe dovuto applaudire alla donna, senza compatirla per quella povertà che, in realtà, era un segno di elezione. Gesù invece a preso ad esempio la povertà della donna per mostrare dove la vera fede in Dio risiede. Risiede in un Dio che saprà darti tutto quello di cui hai bisogno per vivere... se ti affidi a lui! Gesù ha speso un quarto dei suoi insegnamenti su come essere saggi amministratori del denaro, su come non finire nei debiti fino al collo e su come gestire la ricchezza. I soldi non sono né una dimostrazione di benedizione, né una dimostrazione di possessione. Sono semplicemente un “martello”: lo puoi usare per costruire la tua casa, oppure o puoi usare per costruire la tua bara. Cosa fare se ho rubato? Nell'Antico Testamento la pena era stabilita così: “Se uno ruba un bue o una pecora e li ammazza o li vende, restituirà cinque buoi per il bue e quattro pecore per la pecora... Il ladro dovrà risarcire il furto. Se non può farlo, sarà venduto per pagare ciò che ha rubato. ” (Esodo 22:1, 3) 48
Se hai rubato un iPhone, ne devi dare indietro cinque, altrimenti vendono te. E tutto l'iPhone... :) ! Ma noi siamo sotto la grazia: io ero sotto la grazia confessando a mio zio il furto del taglia-unghie e proponendomi di restituirlo. Se tu hai rubato al tuo dipendente, dai indietro ciò che hai trattenuto. Se hai rubato al tuo datore di lavoro o ai tuoi insegnanti e genitori , non dando il tuo meglio non dando il tuo tempo, essendo infedele decidi di tornare a lavorare al tuo meglio per tutto il tempo e fedelmente. Se hai rubato allo stato, facendoti uno "sconto" sulle tasse, o chiedendo di non battere lo scontrino al negoziante per non pagare l'IVA, smetti, e inizia a testimoniare agli altri che Gesù ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare." Ma se hai rubato a Dio, pentiti, prega e ritorna sui tuoi passi. Se un uomo come mio zio è stato capace di sorridere per il mio pentimento, vedendo l'onestà del mio cuore, trasformando il corpo del reato in un dono, allora immagina cosa può un Padre perfetto, vedendo la fede del tuo cuore. Il corpo del reato è stato appeso sulla croce assieme al corpo di Cristo, e il peccato che ti condannava è diventato l'amore che ti salva.
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6 Sviluppare un'abitudine al dare Nella seconda appendice di questo breve saggio sul dare voglio soffermarmi sui motivi biblici e non del “dare al Signore”. Cosa , come e perché dovrei dare i miei soldi alla chiesa? Lo faccio utilizzando i materiali che normalmente fanno parte del “Corso 101” di introduzione alla nostra chiesa per chi vuole diventarne membro che, per lunghi tratti, utilizza studi e illustrazioni utilizzate dal pastore americano Rick Warren.
Abbiamo già visto in precedenza che la “decima”, ovvero dare indietro il 10% di tutto ciò che Dio ci ha dato è un comandamento presente nell'Antico Testamento, e che Gesù stesso afferma di non essere venuto ad abrogare nessuno dei comandamenti esistenti, ma a completarli. Non viviamo più sotto la Legge, ma sotto la Grazia, afferma Paolo, e per questo dobbiamo dare ciascuno secondo la prosperità concessaci. Il fatto di chiamare il dare “decima” è, pertanto, semplicemente un modo per indicare il dare al Signore usando una parola biblica che non comporta l'essere ancora sotto la Legge. Lo useremo per “comodità”: se non ci piace il termine, siamo liberi di usarne qualsiasi altro. La decima significa dare il 10% al Signore Dalla Genesi all’Apocalisse la Bibbia enfatizza l’importanza del dare. Ci sono molte più promesse riguardo il dare che per qualsiasi altro soggetto. La Bibbia dice in Levitico: “Ogni decima della terra (di quello che producete) appartiene al Signore; è cosa consacrata al Signore.” (Levitico 27:30) Questo significa che se guadagno 10.000 Euro ne do 1.000 al Signore; se guadagno 100.000 ne do 10.000. Perché? Per dimostrare chi occupa il primo posto nella mia vita, e per mostrare la mia gratitudine al Signore per quello che Lui ha già fatto per me dicendoGli con fede: Signore Tu mi hai aiutato fino ad ora e io credo che mi aiuterai in futuro.
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In molte chiese evangeliche si pratica ancora questo principio. Nella chiesa che frequento crediamo e pratichiamo la decima per l’avanzamento del Regno di Dio, è da lì che riceviamo i nostri fondi. Con quali mezzi, se no, potremmo finanziarci? Noi diamo la decima non perché la chiesa ha bisogno di soldi, ma perché Dio lo dice. Così facendo, la domenica possiamo dire ai visitatori di non dare. Pratichiamo la decima per il sostegno del corpo di Cristo, la chiesa, come Dio comanda di fare, riconoscendo che dare il 10% delle nostre entrate è uno standard biblico che può essere ancora una base valida su cui impostare il nostro dare.. La decima è un'abitudine basilare Perché ciò fa parte delle abitudini basilari? Stiamo parlando delle quattro abitudini indispensabili. Ci sono molte cose buone che puoi fare, buone abitudini per la tua vita cristiana, ma in questo corso ci stiamo concentrando sulle quattro più importanti. Se dovessi essere confinato in un’isola deserta e lì svilupperesti l’abitudine di dedicare un po’ di tempo giornalmente alla Parola e alla preghiera, di dare settimanalmente o mensilmente e di avere comunione regolarmente con gli altri credenti, tu cresceresti lo stesso spiritualmente. La Bibbia è un libro che riguarda il dare. La Bibbia parla molto più del dare che del paradiso o dell’inferno. Gesù parlò molto più del dare che di qualsiasi altro soggetto. Oltre metà delle sue parabole hanno a che fare con i soldi. Nella Bibbia ci sono molte più promesse relative al dare che per qualsiasi altro soggetto. “Ogni domenica, ciascuno di voi metta da parte quello che può di ciò che ha guadagnato durante la settimana e lo dia come offerta. La somma dipende da quanto il Signore ti ha aiutato a guadagnare.” 1 Corinzi 16:2 (VP e LB) La parola che Paolo usa: “Ogni domenica” mette in risalto il fatto dell'abitudinarietà del dare; deve diventare quasi automatico, piuttosto che una elargizione “emozionale”, legata a come mi sento, a quello che mi è accaduto, o “una tantum”.. 51
La decima rivela la mia maturità spirituale Il mio dare ha a che fare con quanto sono maturato come credente da quando ho conosciuto Gesù: non è l'unico segno, non è il più importante, ma è un segno. “Ma siccome abbondate in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza, in ogni zelo … vedete di abbondare anche in questa opera di grazia” (la grazia del dare – GN)” (2 Corinzi 8:7) Consentitemi di mettere questo nella prospettiva di ciò che la Bibbia dice. Nelle parole chiave che sono usate nella Bibbia, la parola “credere” è usata 272 volte; la parola “pregare” viene usata 371 volte; la parola “amare” 714 volte; la parola “dare” è usata 2162 volte. Dio è un donatore ed Egli vuole che noi diventiamo come Lui. Sette ragioni perché Dio vuole che io dia 1. Il dare mi fa più simile a Dio Dio è un donatore e se vogliamo essere simili a Dio, dobbiamo divenire dei donatori. La Bibbia dice: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio.”(Giovanni 3:16) Egli ha amato, perciò ha dato. Tu puoi dare senza amare, ma non puoi amare senza dare. I cristiani devono essere le persone più pronte a dare nel mondo; dobbiamo essere le persone più amorevoli del mondo. 2. Il dare mi avvicina di più a Dio Gesù ha detto: “Dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:21) Dovunque io investo il mio danaro quello mostra le mie priorità. Se lo investo nella mia casa, lì è il mio cuore. Se lo investo nel mangiare fuori, io do la priorità 52
al mio stomaco. Se il mio danaro lo investo nei vestiti, negli hobby … lì sarà anche il mio cuore. Allora la domanda è: “ Dove vuoi che sia il tuo cuore?” Dovunque vuoi che sia il tuo cuore, è lì che hai la necessità di mettere il tuo danaro. Ricorda: “Dove è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore”. Il fatto che ogni qualvolta restituisci del danaro a Dio (con offerta e decima) ti avvicini di più a Lui. 3. Il dare è un antidoto al materialismo Noi viviamo in un mondo materialista. Cos’è il materialismo? È il desiderio di avere tutto quello che posso, acquistare tutto quello che posso, essere al potere e distruggere il resto. Acquista! Acquista! Avere! Avere! Qual è l’opposto di avere? Dare. Il dare è l’antidoto per il materialismo. L’unico modo per sapere se sto avendo vittoria sul materialismo è chiedermi: Sono disposto a condividere quello che ho? “Ai ricchi di questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo, … (comanda loro) … di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita.” (1 Timoteo 6:17-19) Notate che egli dice: “Ordina a coloro che sono ricchi”. Se tu mi stai leggendo mentre siedi nel salotto di casa su una poltrona, o su una sedia della cucina, magari dopo aver scaricato questo libro sul tuo tablet, allora sei ricco, che tu ti ci senta o no. Tutti coloro che vivono in Italia sono ricchi a confronto della stragrande maggioranza del resto del mondo. Moltissime persone sparse nel mondo vorrebbero avere i nostri problemi e i nostri conti. Esse si preoccupano di avere il cibo per il prossimo giorno, per sé e per i propri figli. Per cui questo verso si applica a tutti quanti noi che il cibo ancora lo buttiamo.
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Egli dice: “Ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo”. È giusto godere delle benedizioni che hai ricevuto, non devi sentirti in colpa a riguardo. Dio ti ha benedetto, ma Egli dice che il vero vivere proviene dal dare. Ci viene comandato di essere generosi e pronti a dare, a condividere. Ci guadagniamo da vivere attraverso ciò che otteniamo dal nostro lavoro, ma ci guadagniamo la vita tramite quello che diamo. Abbiamo la necessità di modellare questo equilibrio. 4. Il dare rafforza la mia fede La fede è come un muscolo. Dio usa le finanze per provare la tua fede. “Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Onora il Signore con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d’abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto.” (Proverbi 3:5,9,10). Dio dice che il modo per dare prova della nostra fiducia, il modo per dimostrare la nostra fede è dare la prima parte delle nostre entrate a Lui. “Date, e vi sarà dato … poiché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi”. (Luca 6:38) Dio dice: “Ti sfido! Provami. Vediamo quanto vuoi che Io benedica la tua vita: se mi dai una tazza, ottieni una tazza di benedizione; se mi dai un rimorchio, ottieni un rimorchio. Con lo stesso metro con cui misuri, ti sarà misurato”. Il dare rafforza la mia fede. Il motivo vero per cui molte persone non danno è perché non credono che per davvero Dio si prenderà cura di loro. 5. Il dare è un investimento Paolo dice a Timoteo: “.. di fare del bene, di arricchirsi di buone opere, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita”. (1 Timoteo 6:17-19) 54
Alla luce dell’attuale crisi dei risparmi e dei prestiti tutto questo ha un’applicazione eccellente. Non puoi portare niente con te, ma puoi mandare i tuoi beni davanti a te. Puoi farti precedere da essi investendo nella vita della gente che sta andando lì. Noi abbiamo una percentuale bassissima concernente il dare. Perché? Perché si investe in ogni altra cosa eccetto su ciò che per davvero conta. 6. Il dare benedice me in cambio Ci sono molte più promesse riguardo il dare che per qualsiasi altra cosa. “L’uomo dallo sguardo benevolo (l’uomo generoso) sarà benedetto …” (Proverbi 22:9). “Chi è benefico (generoso) sarà nell’abbondanza, e chi annaffia sarà egli pure annaffiato.” (Proverbi 11:25). “Felice l’uomo che ha compassione, che da in prestito … “ (Salmo 112:5). 7. Il dare mi rende felice Gesù disse: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere.” (Atti 20:35) Noi non crediamo veramente a questo verso. Perché se ci credessimo davvero, saremmo più interessati a dare che a ricevere. Esistono due tipi di persone nella vita. Ci sono coloro che prendono e coloro che danno. Ma le persone più felici non sono coloro che prendono, ma coloro che danno. Nessun uomo è stato mai onorato per quello che ha ricevuto. Egli viene onorato per quello che ha dato. Carl Menniger, uno dei più rinomati psichiatri in America, ha detto: “Dare è un criterio della salute mentale. Le persone generose raramente sono ammalate mentalmente”. Più salutare sei, più sei in buona salute e meno paura hai di dare.
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Più tieni alle cose e hai paura a darle, più questo è un indicazione che nella tua vita c’è paura. Cosa insegna la Bibbia riguardo la decima? Cos’è la decima? Per decima si intende la decima parte di un qualcosa. È una parola che Dio usa in tutta la Scrittura. Nella Bibbia, Dio ci dice che dobbiamo ritornare a Lui il dieci per cento di ciò che guadagniamo. Dare meno del dieci per cento non è la decima. Dare più del dieci per cento è più della decima. Dare la decima è dare il dieci per cento delle mie entrate. Qual è la differenza tra la decima e un’offerta? La decima è dare il dieci per cento delle mie entrate. Un’offerta è qualsiasi cosa io do in aggiunta alla mia decima. Perché dovrei dare la decima? Ci sono otto ragioni nella Parola di Dio per darla. 1. Dio comanda di dare la decima Dio afferma: “Ogni decima (di ciò che produci) … appartiene al Signore; è cosa consacrata al Signore.(Levitico 27:30) Sottolinea la parola “Consacrata”. Noi potremmo fermarci proprio qui. Dio avrebbe potuto dire : “Dai il novanta per cento”, invece Egli ha detto il dieci e solo perché Egli lo dice, noi abbiamo l’obbligo di ubbidirGli. Comunque Egli ci da altre ragioni. 2. Gesù la ha comandata Non solo Dio l’ha comandata, ma anche Gesù l’ha raccomandata. Egli dice: 56
“Certo, è buono pagare la decima, ma non bisogna tralasciare le cose più importanti”. (Matteo 23:23 VP) La Nuova Riveduta traduce così il passo: “Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre.” L’unica cosa per cui Gesù lodò i farisei fu per il loro dare. Infatti, disse loro: “Questa è l’unica cosa giusta che state facendo, tutte le altre cose le avete sbagliate, eccetto questa”. Essi stavano dando la decima, ma stavano tralasciando le altre cose. 3. La decima dimostra che Dio ha il primo posto nella mia vita. “Il proposito della decima è quello di insegnarti a mettere il Signore sempre al primo posto nella tua vita.” (Deuteronomio 14:23 LB) Io posso dire che Dio è al primo posto nella mia vita, ma ci sono due cose a cui puoi guardare per vedere cosa c’è realmente al primo posto nella mia vita: la mia agenda e il mio libro mastro. Lì scoprirai ciò che realmente è al primo posto, a prescindere da quello che io dico. Il modo in cui uso i miei soldi e il mio tempo, indicano ciò che è davvero al primo posto nella mia vita. 4. La decima mi ricorda che ogni cosa mi è stata data da Dio. “Ricordati del Signore tuo Dio, poiché Egli ti dà la forza per procurarti ricchezze.” (Deuteronomio 8:18 ) Ogni qualvolta do la decima, mi ricordo che: “Ogni cosa che ho, mi proviene da Dio e se non fosse per Lui, non avrei niente”. 5. La decima esprime la mia gratitudine per le benedizioni che Dio mi ha accordato. Il Salmo 116 dice: 57
“Che darò all’Eterno in cambio di tutti i benefici che mi ha fatto?” (Salmo 116:12) La risposta è in Deuteronomio: “Ognuno darà quel che potrà, secondo le benedizioni che il Signore, il tuo Dio, ti avrà elargite.” (Deuteronomio 16:17) 6. Dio dice che rifiutare di dare la decima è derubare Lui. Questa affermazione è al quanto forte, ma questo è esattamente quello che Egli dice. “Dio dice: ‘L’uomo può derubare Dio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: ‘In che cosa ti abbiamo derubato?’ Nelle decime e nelle offerte … Portate tutte le decime alla casa del tesoro (nella Mia casa)’.” (Malachia 3:8-10) Non metà delle decime o un terzo delle decime, tutte le decime. La Bibbia dice che quando io uso il danaro con il quale dovrei dare la decima per pagare le bollette, allora sto derubando Dio; sto pagando le bollette con i Suoi soldi. Il danaro che Gli appartiene giustamente, Egli dice, lo devo dare a Lui. 7. Dare la decima dà a Dio una possibilità di provare che Egli esiste e che vuole benedirti. Questa è una delle promesse più stupende in tutta la Bibbia. Effettivamente Dio ti offre una sfida dicendoti: Incomincia a dare e osserva ciò che accade. Egli non solo ti fa la promessa di benedirti di più, ma ti promette di proteggere quello che tu già possiedi. “Portate tutte le decime alla casa del tesoro, ..poi mettetemi alla prova in questo,” dice il Signore degli eserciti; “vedrete se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla. … Io minaccerò l’insetto divoratore affinché esso non distrugga più i frutti del vostro suolo, la vostra vigna non sarà più infruttuosa nella campagna.” (Malachia 3:10-11). 58
Dio dice: “Mettimi alla prova”. Questo è il verso di sfida della Bibbia. Esiste solo un posto nella Bibbia in cui Egli dice: “Tu puoi provare che Io esisto e un modo per farlo è dando la decima”. Perché? Perché ha scelto le finanze? Perché, tra tutte le aree che poteva scegliere come prova, Egli ha scelto proprio le finanze? Perché noi spendiamo gran parte della nostra vita girando intorno ad esse: fare soldi, guadagnarli, risparmiarli, darli, condividerli e spenderli. Perciò Dio usa questo come un test. Egli dice: “Ti sfido! Stai a vedere se non adempirò alle promesse che Io ho fatto riguardo alla decima”. 8. Dare la decima prova che io per davvero amo Dio. Gesù disse: “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti.” (Giovanni 14:15). Dare la decima è continuamente comandato in tutte le Scritture. Alcune persone dicono che la decima è una Legge dell’Antico Testamento. No, non è vero! È un principio presente fin dagli inizi dell' Antico Testamento. Infatti, la decima fu stabilita prima ancora che la Legge fosse data. La Legge fu stabilita con Mosè, ma la decima Dio la istituì proprio all’inizio. Abraamo diede la decima 400 anni prima che Mosè nascesse. La decima non è parte della Legge giudaica, ma è un principio di vita stabilito prima ancora che la nazione Giudaica divenisse Israele. “Voglio che siate leader anche nel dare con uno spirito allegro … Questo è un modo per provare che il vostro amore è reale, che va al di là delle semplici parole.” (2 Corinzi 8:7b-8 LB) Di cosa dovrei dare la decima? La Bibbia rende molto chiaro che devo dare la prima parte di ciò che guadagno e non il superfluo. Essa dice: “Onora il Signore con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita.” (Proverbi 3:9-10) 59
Dove dovrei dare la mia decima? La Bibbia è davvero specifica a riguardo. Essa dice che devo dare la mia decima dove adoro. “Portate tutte le decime alla casa del tesoro (nella Mia casa).” (Malachia 3:8-10). Nell’Antico Testamento, il luogo di adorazione era chiamato il Tempio. Nel Nuovo Testamento era chiamato la sinagoga o la chiesa. Tu devi portare la tua decima e la tua offerta dove adori Dio. Quando tu dai ad una missione, gloria a Dio per questo, ma non illuderti, quella non è la decima. Quando dai per qualsiasi altra causa, va bene pure, anzi dovresti farlo! Puoi sponsorizzare adozioni a distanza e tutto questo va bene, ma quella non è la decima. La Bibbia dice che la decima va al luogo di adorazione, la tua casa del tesoro. Quando dovrei dare la decima? Paolo afferma ai Corinzi: “Ogni domenica, ciascuno di voi metta da parte quello che può di ciò che ha guadagnato durante la settimana e lo dia come offerta. La somma dipende da quanto il Signore ti aiutato a guadagnare.” (1 Corinzi 16:2 LB). Quando dovrei dare? La domenica. Cosa fai la domenica? Vai al luogo di adorazione ed è lì che tu devi dare la tua decima. Una delle cose comuni che accade è quella di dimenticare. Tieni un libro mastro e metti: “Uscita numero 1: la mia decima”. “Uscita numero 2: offerte”. Quando ricevo il mio salario la prima cosa che faccio è prendere il dieci per cento di quella somma e scriverla sulla pagina. Se guadagni 25.000.000 Euro in un anno e alla fine dell’anno hai dato meno di 2.500 Euro, non dovrai rendere conto a me, o qualcun altro, ma a Dio.
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Quindi, l’unico modo per sapere quanto hai dato è quello di fare un resoconto delle tue entrate e delle tue uscite. Ti suggerirei di usare delle buste settimanali per non dimenticare di dare la decima; tutti abbiamo bisogno di qualcosa di visivo (metti la scatola con le buste nei luoghi che ti aiutino a ricordare: scrivania, ecc.) in modo da non dimenticare di dare la decima. Insegna ai tuoi figli a dare la decima. Quando i tuoi figli non sono abbastanza grandi per trarre il dieci per cento, lo puoi fare tu usando tre piccole scatole con su scritto: “Risparmio”. “Dare”. “Spendere”. Di' loro: “Se ricevete 500 Euro, date 50 Euro per la decima, 10 per il risparmio e il resto li potete spendere. Così anche i bambini hanno qualcosa di visivo che li aiuti a vedere questa verità: “Io non spendo tutto il mio danaro. Parte di esso lo restituisco al Signore e parte lo conservo”. Insegna ai tuoi figli questa verità. Dai con la giusta attitudine La Bibbia dice che le attitudini sono molto più importanti delle somme di denaro. Questo è il motivo per cui Dio ha istituito la decima, che è una cosa equa. Egli avrebbe potuto dire: “Ognuno dia 5000 Euro a settimana.” Ma alcuni non li possono dare, come per esempio in Africa, mentre per altri invece sono una sciocchezza. Non sarebbe stato giusto se Dio avesse stabilito una somma di danaro per tutti, invece Egli indica una proporzione stabilita. 1. Noi dobbiamo dare volenterosamente . Dio è più interessato alla tua attitudine piuttosto che alla quantità di danaro. “La buona volontà (dare volentieri), quando c’è, è gradita in ragione di quello che uno possiede e non di quello che non ha.” (2 Corinzi 8:12) È in ragione di quello che tu hai e non di quello che non hai.
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Quando Dio guarda al tuo dare, Egli non si lascia impressionare dalla quantità, non guarda alla somma di danaro che dai, ma alla somma che ti è rimasta e quanto hai dato in proporzione. “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore di cuore allegro.” (1 Corinzi 9:7 ) Come pastore da quasi trenta anni, voglio alleggerirti da un po’ di colpa: non dare mai e poi mai sotto pressione o per forza. La Scrittura dice che tu non devi dare mai per forza. Tu devi dare volenterosamente e non di mala voglia. Tu non dai per coprire il deficit della chiesa, ma dai perché Dio dice di fare così, a prescindere che la chiesa abbia bisogno o meno. La questione è che tu hai la necessità di dare per il tuo stesso beneficio. 2. Dai con gioia . “Dio ama un donatore gioioso.” (2 Corinzi 9:7). Una volta vidi un adesivo su l vetro dell'ingresso di una chiesa che diceva: “Dio ama un donatore gioioso, ma Egli accetta le offerte anche da un brontolone”. La traduzione greca di “gioia” è “ilarità”. Nella chiesa del Nuovo Testamento, quando i membri davano, lo facevano con ilarità, con allegria. Oggi, nella chiesa moderna il momento dell’offerta è talvolta il punto più basso del servizio. Se non riesci a dare con gioia, non dare. Se non riesci a dare con gioia, quello su cui devi lavorare è la tua attitudine. La Bibbia dice che Dio guarda alla tua attitudine. Come puoi dare con gioia quando hai tanti conti da pagare? Ogni qualvolta non mi sento abbastanza gioioso riguardo il dare, rivedo i sette benefici che esso produce. Mi fa più simile a Dio, mi avvicina di più a Lui, è l’antidoto per il materialismo, rafforza la mia fede, è un investimento per l’eternità, mi benedice e mi rende felice. Quando incomincio a pensare ai benefici del dare, incomincio nuovamente ad essere gioioso a riguardo. 62
3. Dai generosamente. “Hanno dato volentieri secondo i loro mezzi, anzi oltre i loro mezzi, chiedendoci con molta insistenza il favore di partecipare alla sovvenzione destinata ai santi (a questo servizio)”. “ (2 Corinzi 8:3-4 ) Quella era una chiesa incredibile. Paolo dice che essi stavano chiedendo con molta insistenza di dare. Essi diedero al di là delle loro possibilità. Questo è il primo principio finanziario del dare la decima. Le persone si chiedono: “Cosa faccio se non posso permettermi di dare la decima?” Io dico: “Non puoi permetterti di non darla”. Se vuoi la benedizione di Dio sulle tue finanze allora devi, hai bisogno di dare la decima. Tu hai la necessità di ubbidire a quello che Egli ha detto. 4. Dai con aspettativa. “Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente”. (2 Corinzi 9:6 ). Dio dice che è come il contadino che semina le semenze. Se il contadino ha avuto un raccolto terribile l’anno precedente e adesso egli ha soltanto pochi semi, forse dirà: “non mi posso permettere di piantare questo seme”. Egli non può permettersi di non seminarlo, deve scegliere: mangiarselo o piantarlo; quindi, può mangiarlo, e basterà soltanto per un pasto, o piantarlo. Dio dice che se vuoi raccogliere abbondantemente, semina abbondantemente. Se vuoi raccogliere scarsamente, semina scarsamente. Quello che semini raccogli, dipende da te! Ecco alcune testimonianze particolarmente interessanti ricevute da alcuni pastori circa il dare in chiesa: “Ho sottoscritto il mio impegno di dare la decima quest’anno. Non ho idea di come questo sia potuto accadere, ma il venerdì dopo avere sottoscritto l’impegno, ho trovato un nuovo lavoro con la possibilità di guadagnare più soldi. Lode a Dio, funziona!” 63
“Lode a Dio. Abbiamo deciso la scorsa settimana di incrementare la nostra offerta settimanale al dieci per cento dopo tanta preghiera e considerazione. Questa settimana ho ricevuto due offerte di lavoro, una con il venticinque per cento di aumento e una con il quaranta per cento di aumento.” Notate che nel versetto di 1 Corinzi 16:2 Paolo dice, “Ogni domenica …”. Molti di noi vengono pagati mensilmente e a te piace dare una volta al mese. Lo capisco, ma considera che l'abitudine crea l'assiduità: se sono abituato a fare una cosa, non mi verrà difficile continuare a farla senza dimenticarmi. Ho bisogno di dare su base settimanale perché è un ricordarlo settimanalmente. Io do la prima parte dei miei soldi al Signore il primo giorno della settimana (domenica). Dio vuole che io me ne ricordi più di una volta al mese. Non sto dicendo di dare di più, ma di vedere a quanto ammonta la tua decima mensile e dividerla in quattro settimane. Se guadagni 1.000 Euro e invece di dare 100 Euro al mese, dai 25 Euro a settimana non cambia nulla in termini di numeri... ma cambia per te imn termini di abitudine al dare. Lo scopo di tutto questo è che tu ricordi settimanalmente di dare. La chiave del dare La ver chiave del dare al Signore è contenuta in 2 Corinzi: “Prima hanno dato sé stessi al Signore …” (2 Corinzi 8:5) Questa è in effetti la questione vera. Se io sono proprietà di Dio, anche il mio portafogli sarà Suo. Ma se Egli non possiede il mio cuore, non possiede neanche il mio portafogli. Io ho bisogno prima di tutto di dare me stesso al Signore. Vuoi dare tutto te stesso a chi ti ha salvato? Se la risposta è “si”, nella pagina che segue troverai una preghiera: puoi usare quella, o qualsiasi altra che senti di dire con onestà al Signore. Possa Dio benedirla.
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Padre, lo so che mi ami e che vuoi il meglio per me. Io riconosco che tutto quello che ho, o che mai potrò avere, proviene da Te. Mi interessa di più piacere a Te che possedere più beni. Voglio che Tu abbia il primo posto nella mia vita e sono disponibile ad incominciare a dare la decima come Tu hai comandato. Come segno di gratitudine per tutto quello che Tu hai fatto per me, e aspettandomi che Tu continuerai a provvedere per me, io mi impegno a restituirTi almeno il 10% di tutto quello che guadagno. Voglio incominciare ad investire per l’eternità. Aiutami a rimanere fedele a questo impegno. Nel nome di Gesù. Amen.
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