IN ABBINATA OBBLIGATORIA CON CRONACHE DEL MEZZOGIORNO
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APPALTI IN 5 ANNI NEL MATERANO “ESPLOSIONE” DEL PIÙ 599,2%: NUMERI IN AUMENTO ANCHE PER IL POTENTINO
Accelerata Pnrr, la Basilicata raddoppia
L’analisi del quinquennio, nel 2022 il balzo in avanti: duplicata la spesa pro-capite
F. Moliterni a pagina 6
ReGIoNAlI La proposta sarebbe nata dal “lodo Pittella”: rumors su ipotesi accordo tra Speranza e Conte
Bandiera bianca per Chiorazzo? Csx, l’enigma Auxilium: se davvero in campo l’ex Ministro Lamorgese, ritiro o 2 linea? S
L’INTERVENTO
I pacifisti a “babbo morto” e le guerre
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DI MAURIZIO BOLOGNETTI
a domanda che tutti dovremmo porci è la seguente: perché organizzare una manifestazione pro-Palestina nel giorno dedicato alla memoria della Shoah? Qual è il retroterra o, per dirla con parola anglosassone, il background che ha ispirato la solita manifestazione dei soliti pacifisti a babbo morto? C’è materiale per un approfondito studio socio-antropologico. Domande forse retoriche, riflessioni da consegnare a una memoria che (...)
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BASILICATA A RISCHIO D’IMPRESA
i sa che in politica le chiacchiere stanno a mille, ma è in odore di elezioni che diventano una vera e propria arte del cazzeggio. Ora c’è un giovane patriota e colorito ultrà rossoblù che di nome fa Alessandro Galella e che per miopia stretta del senatore Rosa e mancanza di carattere del governatore Bardi s’è trovato di colpo, pur senza acchiappare un voto, assessore addirittura allo sviluppo economico e che non passa giorno della sua inutile opera di politico a rivendicare, anche dal ramo agricolo, risultati che ogni statistica sbugiarda con figuracce nazionali e su cui prima o poi Francesco Somma, leader a scadenza di Confindustria, farebbe bene ad assumersi qualche responsabilità, come quella d’interessarsi di più e meglio della Basilicata. Così l’ultima in ordine di tempo ci arriva da SevenData che vede la Basilicata come una delle regioni a maggior profilo di rischio solvibilità e default. Eppure non per prendere facile vanto dalle sventure, ma abbiamo più volte rammentato a Galella come al suo ugualmente disastroso successore Michele Casino di predisporre misure di garanzia alle PMI per l’accesso al credito. Canta Madman: M. Dellapenna a pagina 2 “Dopo che un rischio si prende poi niente ammende...”
Hacker, sanità lucana sotto attacco ■ continua a pagina 19
Sistema informatico delle ditte appaltatrici bucato: alla ricerca di chi c’è dietro, qualcuno che già lo conosce?
INTORNO A FALABELLA, CONCITAZIONE POLITICA A LAGONEGRO
Numero abitanti e stipendio sindaco: sul filo del rasoio, in ballo mille euro
Servizio a pagina 9
A. Carponi a pagina 14
GIUSTIZIA LUCANA
Dall’allarme mafia e «malaffare politico e amministrativo» agli organici dei Tribunali a secco fino alle critiche a Nordio
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■ Servizi
alle pagine 7 e 8
CARCERI BASILICATA
Dal personale della Polizia penitenziaria mancante alla delicata gestione degli aspetti sanitari e degli eventi critici ■ A. Carponi
a pagina 9
_ PROTESTA TRATTORI
Sulla Statale Jonica la manifestazione degli agricoltori del Metapontino contro i rincari e le tasse
■ D. Monaco
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_ CALCIO, PROMOZIONE
Avigliano, post finale Coppa Italia persa Sullo striscione offensivo, arbitri contro Fittipaldi ■ Servizio
a pagina 11
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REGIONALI Alle sue spalle un accordo tra Speranza e Conte per candidare Lamorgese?
Chiorazzo sventola bandiera bianca?
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Vince il lodo Pittella. Il candidato alla presidenza della Regione indicato da “Basilicata Casa Comune” si ritira e sostiene l’ex Ministro?
DI MASSIMO DELLAPENNA
ultima domenica di un gennaio caratterizzato dalla preparazione delle prossime elezioni regionali si è contraddistinta per una notizia bomba. Una di quelle notizie che girano di bocca in bocca, di cellulare in cellulare di cui non si può fare a meno di occuparsi. La notizia (se fosse vera) che cambierebbe tutta la narrazione della prossima campagna elettorale nel centrosinistra riporta che l'intera coalizione avrebbe trovato la quadra unendo il Partito Democratico, il Movimento Cinque Stelle, Italia Viva ed Azione intorno alla presidenza dell'ex ministro Luciana Lamorgese. La candidatura, che sarebbe nata intorno al "lodo Pittella" avrebbe (secondo le indiscrezioni) ricevuto il placet di Speranza e di Conte.
LA RITIRATA DI CHIORAZZO Alla fine, se tutto fosse confermato, Pittella, insieme con il Movimento Cinque Stelle e gli altri sarebbero riusciti nell'intento di costringere Chiorazzo alla resa. Il re delle coop, secondo le voci raccolte, avrebbe infatti accettato di rinunciare alla candidatura a Presidente per supportare con una propria lista la candidatura di Lamorgese. Un passo indietro clamoroso che brucerebbe tutto lo sforzo profuso dall'imprenditore di Senise per aggregare uomini e mezzi ma che trascinerebbe nella clamorosa ritirata anche gli editori e gli imprenditori, le grosse grasse penne che fino ad ora si sono prodigare nella campagna mediatica a sostegno di
__Chiorazzo
__Lamorgese
Chiorazzo. Una campagna mediatica e politica tutta concentrata ad evidenziare il sabotaggio e addirittura il tradimento di chiunque mettesse in discussione Chiorazzo e che, se questa voce fosse confermata, sarebbe palesemente smentita e costringerebbe molti esponenti politici e giornalistici a clamorose ritrattazioni e pesanti ripensamenti.
qualcuno di un inesistente sostegno avendo già in mano il piano bis con il quale scaricarlo. Per dirla fuori di metafora Conte e Speranza hanno assicurato il sostegno a Chiorazzo in caso di candidatura, Conte l'ha ritirata e Speranza lo ha sostituito con una collega di Governo. La grande novità, rispetto alla classica formulazione di questo schema, è che il pupazzo da bruciare non è il classico esponente di Partito ma un autorevole uomo della società civile che ha incassato anche il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche e di tanti politici in primis del segretario regionale del Pd.
razzo sarebbe ben condito dalle rituali nobili parole che fanno riferimento all'interesse collettivo, al passo di lato per il bene di tutti. Sicuramente tutto sarà condito da importanti padri nobili del centrosinistra e da intellettuali altissimi ma tutto ciò non potrà mai cancellare la sostanza. La sostanza sarebbe che Chiorazzo farebbe la parte della vittima sacrificale di una strategia concepita sulla sua testa e terminata alle sue spalle. Una strategia che, se accettata dal re delle coop, eliminerebbe anche la narrazione dell'imprenditore indipendente dai partiti.
IL PUPAZZO BRUCIATO Ci troveremmo davanti ad una strana storia nella quale non soltanto chi entra in conclave Papa esce cardinale ma nel quale il nominativo viene usato proprio come un pupazzo da buttare avanti e bruciare. LA VITTIMA I PROTAGONISTI Non sarebbe, infatti, la prima SACRIFICALE NON CONFERMANO volta nella storia della politica Certo, qualora la notizia fosse Va detto, per onestà intelletche le forze politiche illudono confermata, il gesto di Chio- tuale, che nessuno dei protagonisti della coalizione ha confermato questo scenario. Ad onor del vero tutti gli esponenti politici del centrosinistra lasciano trapelare smentite a questa ipotesi. La politica ci insegna che le smentite non sempre sono sincere, la tattica politica si nutre anche di simulazioni. Non siamo in grado di dire se è simulata la notizia o la smentita, ci sarebbe da chiedere chi abbia favorito questa storia domenicale e perché. Quello di cui noi siamo convinti è che un uomo libero ed un grande imprenditore come Chiorazzo non accetterà mai di essere trattato come un pupazzo. Noi non lo faremmo e crediamo che non lo farebbe neanche lui. Abbiamo una grande stima della sua storia personale e dei suoi successi, speriamo di non essere smentiti.
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BONUS IDRICO, LE PRECISAZIONI DI ACQUEDOTTO LUCANO ALLE TANTE RICHIESTE DI INFORMAZIONI RICEVUTE IN QUESTI GIORNI
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«Non c’è fretta nell’invio delle domande» recisazioni da parte dell’Amministratore unico di Aquedotto Lucano, Alfondo Andretta, in merito al “bonus idrico”: «Non c’è fretta nell’invio delle domande, lo otterranno tutti i cittadini che ne hanno diritto». Come ha specificato l’Au, «non c’è ordine di arrivo, non c’è premura nel fare richiesta e non c’è nulla da pagare: è tutto gratis. Il Bonus Idrico è un aiuto “comodo”: non c’è fretta di chiederlo». Acquedotto lucano ha inteso sottolineare ancora una volta che per ottenere il “bonus idrico” basta scaricare il modulo dal sito internet della società, compilarlo e inviarlo via mail, insieme alla copia di un documento d’identità valido.
In alternativa, il modulo può essere anche ritirato in una delle sedi di Acquedotto Lucano in Basilicata e, una volta compilato, portato a mano: «Un meccanismo semplice proprio per venire incontro a tutti gli utenti e alle loro esigenze». Per tutte le informazioni, anche il numero verde 800 99 22 92. I tre requisiti per averne diritto sono: avere la residenza in Basilicata; essere intestatario di un contratto di fornitura idrica attivo con tariffa per uso domestico residente; appartenere ad un nucleo familiare con indicatore Isee inferiore a 30mila euro. Un suggerimento è quindi quello di ac-
__ Andretta
certarsi dell’indicatore Isee prima di presentare la domanda. Ecco perché da Acquedotto Lucano ripetono: «È un “bonus comodo”, che si può richiedere in tutta calma avendo la certezza che, se si ha diritto a ottenerlo, si beneficerà dello sconto in bolletta, ossia 20 metri cubi di acqua all’anno, circa 55 litri al giorno, gratis per ogni persona del nucleo familiare».
Il consigliere provinciale Bufano (Pd): «Bisogna evitare che questa annunciata sciagura si compia»
«Dalle Province di Potenza e Matera subito iniziative contro l’autonomia differenziata» R
ispetto al Disegno di Legge sulla autonomia differenziata, l’appello del consigliere provinciale del Partito democratico di Potenza, Vincenzo Bufano: «Le Province di Potenza e Matera si facciano promotrici di iniziative immediate contro l’autonomia differenziata» «Si preferisce rispondere alle esigenze di un Governo centrale di centrodestra ad evidente trazione nordista - ha dichiarato Bufano - e quindi che mina dalle fondamenta le basi per garantire un’Italia unita e solidale, a cominciare dal punto di vista economico e sociale. L’approvazione al Senato, con il voto favorevole ahinoi anche del lucano senatore Gianni Rosa di Fratelli d’Italia, del disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata e con l’avallo e la condivisione espressa anche dal presidente Bardi, nel mentre altri governatori meridionali iniziano invece a mobilitarsi, rende palese e plasticamente preoccupante l’esposizione attuale degli interessi dei lucani che hanno affidato nelle mani di tali rappresentanti politici e istituzionali irresponsabili del centrodestra lucano». La riforma, per Bufano, se approvata e realizzata, produrrà «effetti devastanti per il futuro dei nostri territori dal punto di vista economico, sociale e
CONCESSIONI BALNEARI, LIGORIO (AZIONE)
«Si deve fare ricorso alla clausola sociale»
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__ Bufano
di prospettiva in termini di sviluppo, infrastrutture e servizi». «Un disegno economicamente e socialmente “criminale” - ha aggiunto Bufano - che mira ad ampliare inesorabilmente le distanze e quindi la differenza sui servizi essenziali tra Nord e Sud del Paese. Vista la conclamata inadeguatezza a tutelare gli interessi dei lucani del nostro Governo regionale nei prossimi giorni proporrò ai Presidenti della Provincia di Potenza e Matera, Giordano e Marrese, di mettere in campo come Province e quindi come enti di area vasta, rappresentative di tutti e 131 Comuni della Basilicata, delle iniziative partecipate e coinvolgenti i territori comunali, associazioni, sindacati e liberi cittadini, per predisporre forme di protesta e mobi-
litazione coordinandosi anche con le altre regioni che vorranno accompagnarci in questa mobilitazione necessaria e a questo punto vitale per tutelare gli interessi della Basilicata, del sud e soprattutto del futuro dei nostri giovani che già in questo momento storico sono costretti ad abbandonare definitivamente le loro case, i loro territori, per cercare un lavoro e una prospettiva di vita altrove». «Non possiamo limitarci a stare a guardare, come qualcuno da Roma e ahinoi anche da Potenza vorrebbe - ha concluso Vincenzo Bufano, consigliere provinciale del Partito democratico alla Provincia di Potenza, ma con l’aiuto e il sostegno di tutti i lucani dobbiamo lottare per resistere ed evitare che questa annunciata sciagura si compia».
ull’annoso dibattito che interessa la messa a bando delle cosiddette concessioni balneari come previsto dalla direttiva Bolkestein, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che ha ribadito come le concessioni non possono più essere prorogate in maniera automatica, la Giunta regionale ha concesso una ulteriore proroga al 31 di- __ Ligorio cembre 2024. «Per quanto ancora confusionario sia l’iter da avviare per gli addetti ai lavori per far fronte a quanto determinato - ha dichiarato Vincenzo Ligorio, segretario provinciale di Azione Matera -, crediamo che nell’impianto normativo si debba necessariamente prevedere, così come suggerito dall’allora Ministro allo Sviluppo economico e nostro Segretario nazionale Carlo Calenda, una clausola sociale che preveda una deroga a coloro i quali quella licenza la utilizza come fonte di sostentamento famigliare, essendo la loro attività principale quindi lavorativa». «Si deve prevedere ad una rivisitazione dei canoni, attualmente irrisori se consideriamo un giro di affari di circa 31 miliardi di euro a fronte di un introito da parte delle casse dello Stato centrale di circa 100 milioni per la gestione delle spiagge - ha aggiunto Ligorio -. Per noi di Azione resta fermo il concetto che, chi di questa concessione ne ha fatto il lavoro della vita e che vi ha concentrato le proprie risorse economiche, deve essere indenne dalle gare che l’Europa ci chiede. Auspichiamo che si metta presto fine a questa atavica vicenda anche per evitare ai nostri imprenditori questa situazione di precarietà».
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Sopralluogo anche dell’assessore regionale Casino: «È segno di un malessere» che «bisogna risolvere attraverso il dialogo e confronto con le Istituzioni»
Sulla SS Jonica manifestazione di agricoltori del Metapontino e Materano a tutela del territorio
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DI DOMENICA MONACO
i è svolta a Policoro, a partire dal piazzale antistante l’Hotel Hermes, una manifestazione formata da agricoltori del territorio, del Metapontino e del Materano. Durante i giorni scorsi, era stato istituito nella città un presidio permanente, posto sempre nella zona situata nei pressi dell’Hotel Hermes, di cui la redazione di Cronache si era occupata, durante il quale gli agricoltori, avevano portato all’attenzione delle istituzioni, nonché della Regione Basilicata, importanti questioni, man mano poi approfondite. Tra le più importanti vi erano quella relativa all’esenzione Irpef sui redditi agrari, l’esonero dei contributi previdenziali per i giovani agricoltori, l’applicazione in tutti i comuni lucani dell’esenzione Imu e Tari sui locali agricoli, nonché lo sradicamento della fauna selvatica dannosa, formata da cinghiali, lupi, uno sconto sul gasolio per i cittadini lucani, com’è avvenuto per il gas e l’acqua, il credito d’imposta sul gasolio agricolo fino al termine delle tensioni internazionali che hanno determinato l’aumento del prezzo del petrolio, il reperimento dei fondi a partire da forme di compensazione territoriale-ambientale per rendere stabile negli anni il canone irriguo a carico dei soci del Consorzio di bonifica della Basilicata. Presenti alla manifestazione l’assessore regionale Michele Casino, il sindaco di Policoro Enrico Bianco, i consiglieri comunali e provinciali Giuseppe Maiuri e Carlo Stigliano, insieme alla presenza di circa 130/150 mezzi. «Continueremo a manifestare - ha dichiarato Rocco Albini, proprietario di un’azienda agricola della città, nonché promotore dell’iniziativa, intervistato precedentemente dalla redazione di cronache - augurandoci però di vedere dei risultati, siamo molto soddisfatti per la riuscita di questa manifestazione, mercoledì saremo davanti alla Regione Basilicata a Potenza e nel pomeriggio per un incontro con
L’UNIONE REGIONALE DEGLI AGRICOLTORI COMMENTA LE PROTESTE
il Prefetto. Il presidio continuerà ad essere permanente fino a lunedi prossimo ». «Siamo qui - ha dichiarato il consigliere Maiuri - per sostenere la battaglia da consiglieri comunali e provinciali, stiamo organizzando un incontro con la prefettura di Matera, gli agricoltori in lotta hanno ragione». È intervenuto durante l’iniziativa anche il sindaco di Policoro Bianco che ha affermato: «Questa città ha il dovere di partecipare a questa dura lotta, gli agricoltori infatti sono il sangue vivo della città. Ho partecipato insieme a loro alla manifestazione e questa mia vicinanza continuerà». «Queste iniziative sono il segno di un malessere - ha dichiarato poi Casino - sono qui per ascoltare le esigenze di ognuno di voi, porteremo al Presidente Bardi le varie istanze da voi presentate, promuovendo un incontro con le istituzioni. Bisogna risolvere i problemi attraverso il dialogo ed il confronto». «Chiederemo alla Regione ed alle Istituzioni – ha concluso Antonio Dimatteo, organizzatore insieme ad Albini della’iniziativa - di aiutarci a risolvere le problematiche più importanti in breve tempo, la gente non scende in piazza per fare la Pasquetta, non abbiamo nessun capo, ognuno offre il suo contributo, continueremo a lottare per risolvere la situazione venutasi a creare a livello territoriale, perché non si può continuare ad andare avanti in questa maniera».
Parte da oggi la mobilitazione che prevede assemblee anche sul territorio lucano per rilanciare il comparto
Cia-Agricoltura Basilicata a sostegno del Piano nazionale per l’Agricoltura e l’Alimentazione
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artiranno da oggi gli incontri-confronto nelle 50 sedi della Cia-Agricoltori in Basilicata per mettere a punto ed arricchire i documenti e le proposte nazionali e regionali e arrivare ad una iniziativa conclusiva regionale nelle prossime settimane. Lo ha deciso la direzione Cia Potenza-Matera dando seguito alle indicazioni degli esecutivi della stessa Confederazione. Il calendario di mobilitazione prevede a partire da oggi assemblee nelle aree Vulture-Alto Bradano e in settimana in tutte le altre. Il documento che è alla base della nuova fase di mobilita-
zione e che sarà consegnato ai sindaci dei Comuni lucani e ai presidenti delle due Province, ai capogruppo consiliari alla Regione, come avverrà nel resto del Paese sollecitando impegno a sostenere ogni azione di rilancio del comparto agricolo attraverso i seguenti interventi prioritari, così come si legge nella nota Cia-Agricoltori Basilicata: «A definire una legge quadro per il riconoscimento del valore delle produzioni delle imprese agricole lungo la filiera, prima di tutto garantendo l’equo compenso, certificato e incentivando gli accordi di filiera». E ancora: «Definire norme
che valorizzino il ruolo dell’agricoltura familiare dove è necessario uno snellimento burocratico e il riconoscimento economico per chi, da sempre, agisce come custode del territorio». Seguito dalla richiesta di «definire una legge quadro per il consumo zero del suolo agricolo che includa il “ no” a nuove cementificazioni o a pannelli solari a terra». Altresì, il documento sollecita la «definizione e rapida attuazione di un Piano strategico nazionale per la costruzione di grandi invasi a usi plurimi, che facciano fronte al problema della carenza idrica, contrastando alluvioni e dissesto
Confagricoltura Basilicata: «Sosteniamo ogni movimento per contrastare la grave crisi del comparto»
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da tempo che i giusti temi evidenziati dal manifesto del comitato spontaneo agricoltori nato a Melfi, colpiscono le imprese agricole e noi, come organizzazione sindacale, siamo sul pezzo». È quanto afferma in una nota Confagricoltura Basilicata in merito alla nuova programmazione comunitaria regionale, sia sulla semina su sodo che sulle altre misure agroambentali che «necessita una revisione delle risorse e dei vincoli». «Non si può pensare - prosegue nella nota Confagricoltura Basilicata - che i disciplinari siano superiori alle produzioni delle Aziende». Per quanto rigurda la questione sulla fauna selvatica, Confagricoltura Basilicata evidenzia come siano «molteplici le sollecitazioni fatte agli organi di Governo da parte nostra, consideriamo la normativa obsoleta. Gli abbattimenti e tutte le altre attività sul campo vanno intensificate perché non esiste una soluzione nota». E ancora, sul tema burocrazia, Confagricoltura Basilicata ritiene che «bisogna accorciare i tempi ed intervenire con strumenti che tutelino la produzione primaria». Altrersì, sulla Politica Agricola Comunitaria «è un grido d’allarme già nostro da anni sia sui tavoli europei che su quelli italiani e, purtroppo - incalza la nota di Confagricoltura Basilicata - siamo rimasti inascoltati. Le azioni a sostegno delle imprese non possono essere fatte soprattutto di vincoli ma necessitano di azioni di rilancio per recuperare la competitività. Le aziende vanno aiutate, sostenute ed incentivate». «L’agricoltura - prosegue la nota - è una risorsa fondamentale per il mercato europeo; pertanto, è bene che sia messa nelle condizioni di produrre, garantendo approvvigionamenti costanti e sicuri di alimenti italiani.Per recuperare la competitività indispensabile ridurre i costi che sono diventati insostenibili. Non si può essere sostenibili solo sul piano ambientale e sociale ma è necessario anche la sostenibilità economica, altrimenti si chiude!». «Sosteniamo - sollecita a conclusione Confagricoltura Basilicata - e dovremmo tutti fare fronte comune, ogni movimento libero e spontaneo che sta nascendo in Europa, in Italia e in Basilicata per contrastare la grave crisi che stringe il comparto e questo a prescindere da chi ne sia stato promotore. Come già detto: l’agricoltura va unita e non divisa».
idrogeologico». A cui dovrebbe essere intergrata altresì la «Revisione della Pac per contrastare la troppa burocrazia e l’inapplicabilità degli eco-schemi che sottraggono importanti risorse». E ancora, il documento sollecita a «puntare sulla ricerca agricola, «per ridurre i costi di produzione e aumentare la redditività delle imprese», nonché sulle Tecnologie di evoluzione assistita (Tea). In merito ai Fitofarmaci si sol-
lecita a «non rinunciare, per imposizioni normative comunitarie, a principi attivi senza la disponibilità di valide alternative». Proiettandosi con «maggiore attenzione alla politica commerciale europea, in particolare sul Mediterraneo, garantendo la reciprocità delle regole negli scambi» e non trascurando i costi di produzione suggerendo di «introdurre il credito di imposta per il gasolio agricolo».
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Basilicata 24 ore
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Appalti di lavori, servizi e forniture: in 5 anni nel Materano “esplosione” del più 599,2%, numeri in aumento anche per il Potentino
Con il Pnrr l’accelerata in Basilicata che nel 2022 ha raddoppiato la spesa
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ramite l’analisi del mercato dei contratti pubblici della Basilicata, eseguita a livello provinciale nel quinquennio 2018-2022, possibile ricavare dai dati relativi alla spesa per gli appalti di lavori, servizi e forniture, anche l’“investimento” lucano pro capite dato il rapporto con la consistenza numerica della popolazione. L’approfondimento è quantitativo, una comparazione con una eventuale verifica qualitativa, restituirebbe, o potrà restituire visto che l’anno di riferimento è quello relativo alla data di pubblicazione della procedura di gara, il verdetto sul dove e sul come il costo abbia apportato benefici e sul dove e sul come, invece, abbia rappresentato uno spreco. Dall’approfondimento dell’Autorità nazionale anticorruzione Anac si evince che, la spesa procapite annuale a livello nazionale nel quinquennio 2018-2022, a livello aggregato, è risultata pari a 3mila e 366 euro, considerando che il totale della spesa per il periodo 2018-2022, è stato di quasi 993 miliardi di euro, da rapportare al totale della popolazione italiana, pari a quasi 59 milioni di abitanti. A livello metodologico, due le precisazioni necessarie sui numeri che si ri-
feriscono alla localizzazione dell’appalto: il dato corrispondente alla voce «sovra-provinciale» all’interno di ogni regione si riferisce agli appalti per i quali è stato indicato un codice Nuts corrispondente al livello regionale e non provinciale, mentre il dato corrispondente alla voce «sovra-regionale» si riferisce agli appalti per i quali è stato indicato un codice Nuts corrispondente al livello nazionale e non regionale. Di conseguenza, dati organizzati in distribuzione della spesa
pro-capite suddivisa in non depurata oppure depurata anche dai dati sovra-provinciali e sovra-regionali. In relazione alla spesa pro-capite a livello regionale per il periodo 20182022, con valori non depurati, il risultato complessivo del periodo 20182022, per la Basilicata è di 2mila e 580 euro. La spesa complessiva del quinquennio: 6miliardi 965 milioni e 586mila euro. Mentre tra il 2018 e il 2022 il valore della spesa
di circa 1 miliardo e 250mila euro ad annualità, nel 2022 il balzo ad oltre 2 miliardi di euro. Di conseguenza, con valori non depurati, il valore più alto della spesa pro-capite, in Basilicata quello del 2022: 3mila e 954 euro (nel 2021, 2mila e 74 euro). Per le annualità precedenti, rispettivamente circa 2mila e 200 euro. Passando ai dati con valori depurati dai dati sovraprovinciali ed o sovra-regionali, la spesa pro-capite a livello regionale per il
periodo 2018-2022, in Basilicata è complessivamente risultata pari a mille e 546 euro. Il boom nel 2022, anno in cui la Basilicata ha raddoppiato passando dai mille e 350 euro del 2021, erano 743 nel 2018, a 3mila e 130 euro di spesa pro capite. Nel quinquennio, variazione positiva nel Materano pari a più 599,2%, mentre per il Potentino variazione positiva pari a più 215,4%. I dati più alti, sono sempre quelli relativi al 2022. Per il Materano spesa quinquennale complessiva pari ad 1 miliardo 483 milioni e 433 mila euro, mentre per il Potentino pari a 2 miliardi 691 milioni e 323 mila euro. Nel 2022, la spesa pro-capite per la provincia di Matera pari a 4mila euro, nel 2018 era di 578 euro, e per la provincia di Potenza pari a 2 mila e 628 euro, nel 2018 era di 833 euro. Media quinquennale della spesa pro-capite, per il Materano pari a mille e 548 euro e per il Potentino mille e 545 euro. È cresciuta in Basilicata la spesa pubblica pro capite per appalti di lavori, forniture e servizi sul territorio lucano e l’accelerazione, come deducibile, si è avuta nel 2022 verosimilmente grazie al Pnrr. FERMOL
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Dal Procuratore generale della Corte d’Appello D’Alterio fari accesi anche sui «fenomeni di corruttela e di malaffare politico-amministrativo»
L’allarme mafia: dal «sistema endemico» alla «colonizzazione del territorio lucano» I
L’ANDAMENTO DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI REATO
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el corso della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2024 svoltasi al Tribunale di Potenza, sottolineato, da parte del Procuratore generale della Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, come le indagini ed i procedimenti sviluppati hanno posto in evidenza «un sistema mafioso endemico in Basilicata». Mentre nel corso del periodo 2017-2018 per i reati di competenza dell’Antimafia era stata esercitata l’azione penale nei confronti di poche decine di indagati, adesso si è arrivati all’esercizio dell’azione penale nei confronti di 368 imputati, mentre i soggetti attualmente iscritti per reati di competenza dell’Antimafia sono cresciuti fino ai mille e 968 attuali. Sempre nel periodo di riferimento, luglio 2022giugno 2023, per reati di competenza della Direzione distrettuale antimafia, adottate misure cautelari custodiali a carico di 128 imputati. Sul territorio lucano, «si manifesta in modo virulenta una presenza di organizzazioni di tipo mafioso e non di rado, sodalizi lucani e non lucani, operano in sinergia tra loro». In Basilicata, « si manifestano pericolosissime infiltrazioni di carattere economico-criminale delle più potenti organizzazioni mafiose campane e calabresi» La magistratura inquirente della Basilicata ha evidenziato una «vera e propria colonizzazione criminale di ampi territori lucani, in cui la presenza dello Stato è del tutto insufficiente». Per esempio, nel Circondario di Lagonegro, non esiste neanche un Commissariato di Polizia.
__ Il Pg D’Alterio (foto Mattiacci)
Il Circondario del Tribunale di Potenza, inoltre, per la Procura, «è caratterizzato da un tessuto socio-economico in cui i fenomeni di corruttela e malaffare politico-amministrativo allignano in modo significativo». La presenza, nel capoluogo regionale, di Uffici pubblici che gestiscono ingenti risorse economiche e finanziarie in uno con un disinvolto rapporto tra imprese, cittadini ed apparati amministrativi, fra i quali non di rado si instaurano prassi clientelari, determinano criticità diffuse che generano, a loro volta, una quantità rilevante di denunce, esposti, anche anonimi, informative di reato e, quindi, di procedimenti penali. MINORENNI: «LA LOGICA DEL BRANCO» Per la criminalità minorile, «si evince la frequenza dei reati di lesione commessi in più persone riunite che denotano lo sviluppo della logica del “branco” e della violenza, sebbene i minori indagati non siano legati ad associazioni criminali». Tra i minorenni, inoltre, frequente è la perpretazione di reati commessi con l’utilizzo della rete e dei social network, «preoccupa in questo senso l’aumento dei casi di pornografia minorile». Desta allarme, infine, «la perpretazione di rapine
perpretate da minorenni in danno di altri minorenni o in danno di esercizi commerciali». INTERCETTAZIONI Per quanto riguarda il numero, la durata e i costi delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, c’è stato un incremento quantitativo con conseguente aumento del costo complessivo del Distretto Basilicata: da 1 milione e 993mila euro, la spesa è lievitata a 2 milioni e 414mila euro. PENDENZE E SMALTIMENTO Positivo il trend di decremento dei procedimenti pendenti, anche grazie alla diminuzione del 18,74% delle notizie di reato iscritte rispetto alla media degli ultimi 23 anni, ovvero a partire dal 2000. Rispetto all’anno precedente, nel periodo 1 luglio 2022-30 giugno 2023 le pendenze sono diminuite del 23,47% passando da 12.860 a 9.842. Il saldo tra procedimenti sopravvenuti e procedimenti definiti
n merito all’andamento di particolari tipologie di reato, per la Basilicata sono stati evidenziati i seguenti numeri. Delitti contro la pubblica amministrazione: registrato complessivamente un decremento del 15,21% rispetto all’anno precedente. Delitti aventi ad oggetto l’indebita percezione di contributi e finanziamenti concessi dallo Stato, da altri enti pubblici o dalla Comunità Europea: registrato un decremento delle iscrizioni rispetto al periodo precedente (da 134 a 49 casi). Delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso: invariati (da 15 a 15 casi). Reati di comune pericolo: si rileva un decremento delle iscrizioni rispetto al periodo precedente (41,94 %). Reati contro la moralità pubblica, il buon costume, gioco e scommesse: registrato un decremento complessivo rispetto al periodo precedente (da 55 casi a 25). Omicidio Volontario: incremento del numero delle iscrizioni rispetto al precedente anno (9 casi). Omicidio colposo, lesioni colpose e via discorrendo: decremento complessivo delle iscrizioni (55,42%). Delitti contro la libertà sessuale e via discorrendo: incremento delle iscrizioni rispetto al periodo precedente (113 rispetto alle precedenti 99). Reati contro il patrimonio: decremento complessivo del 14,72% (da 9.935 a 8.660): in aumento, in generale, i furti, compresi quelli in abitazione passati da 1.042 a 1.059 (1,61% in più); riduzione delle iscrizioni per il delitto di rapina (da 77 del precedente anno a 75), riduzione delle iscrizioni per il delitto di usura (da 15 a 12) e, riduzione di quelle relative alle estorsioni passate dalle 181 precedenti alle 171 di quest’anno (5,85% in meno). Fallimento e procedure concorsuali in genere: registrato un decremento delle iscrizioni passate dalle 45 precedenti alle 24 di quest’anno. Reati in materia di riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani: sette iscrizioni. Immigrazione: decremento delle iscrizioni per tale tipologia di reati (da 16 a 12). Ecologia: riduzione delle iscrizioni, dalle 255 del 2022 alle 202 del 2023 (9,44%). Edilizia e urbanistica: complessiva riduzione delle iscrizioni passate dalle 384 del 2022 alle 374 del 2022 (29,73%).- Società e consorzi: riduzione delle iscrizioni, dalle 11 del 2022 alle 8 del 2023. Reati informatici e via discoorendo: registrato un decremento dei reati di criminalità informatica del 45,50 % (da 3.664 a 1.997). Considerevole il dato delle iscrizioni a carico di autori ignoti: le iscrizioni con autore ignoto rappresentano il 90,43% del totale delle iscrizioni. Reati in materia tributaria e via discorrendo: decremento delle iscrizioni del 15,69 %, dalle 102 del 2022 alle 86 del 2023.
nell’anno in esame si è concluso in attivo del 14,14%: sono stati definiti, infatti, 3.018 procedi-
menti in più rispetto a quelli sopravvenuti con conseguente decremento delle pendenze.
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Basilicata 24 ore
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Abuso d’ufficio, pagelle magistrati e Legge “Bavaglio”: dal Presidente vicario della Corte d’Appello le contestazioni sull’efficacia delle riforme
Giustizia, da Potenza le critiche di Iannuzzi al Ministro Nordio
T
ra i disegni di legge inseriti nella Riforma Nordio, così chiamata dal nome del Ministro della Giustizia, «doveroso», come ha sottolineato il Presidente vicario della Corte d’Appello di Potenza, Alberto Iannuzzi, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2024, «fare un accenno al disegno di legge che prevede l’abolizione dell’abuso d’ufficio». Nel ricordare che già l’intervento operato nel 2020 aveva ristretto l’ambito di operatività della norma, stabilendo che non fossero più penalmente rilevanti le condotte che costituiscono esercizio di un potere discrezionale, per Iannuzzi «non appaiono fondate le ragioni esplicitate a sostegno dell’abolizione del reato, riconducibili alla cosiddetta “paura della firma”, che tra l’altro, potrebbero essere invocate da tutti i pubblici ufficiali, non solo i sindaci, compresi i magistrati che firmano ogni anno decine di migliaia di sentenze e di provvedimenti amministrativi». «L’abolizione del delitto, oltre a far diventare l’Italia l’unico Paese, tra i 22
stati membri dell’Unione, a non avere tale fattispecie penale - è stato rimarcato -, creerebbe dei vuoti normativi preoccupanti, poiché lascerebbe impunite alcune condotte, per le quali non sussistono i presupposti per configurare altri reati più gravi contro la Pubblica Amministrazione». Contestato inoltre l’argomento volto a sostenere una presunta «inutilità della norma» che persegue penalmente l’abuso d’ufficio, poiché la diminuzione delle iscrizioni relative al reato, «è avvenuta proprio a causa delle modifiche normative che si sono succedute nel tempo ed al restringimento dell’area di incriminazione delle condotte abusive». MAGISTRATI, PAGELLE ED IL “FORNO” PREMI Affrontato anche il tema delle pagelle dei magistrati: «La credibilità, l’efficacia della giurisdizione e la professionalità dei giudici non si assicurano con le pagelle, ovvero introducendo misure inutilmente punitive, bensì, ed in primo luogo, mettendo ciascuno in condizione di lavorare serenamente, assumendo carichi di lavo-
ro sostenibili». Tra gli accenni critici, anche quello ad una iniziativa ministeriale, «nei giorni scorsi si è avuta notizia», finalizzata ad introdurre un nuovo sistema di incentivi per i magistrati che riescono a smaltire gli arretrati, al fine di accelerare i tempi del processo civile e smaltire gli arretrati, ma anche per sostenere gli uffici giudiziari meno efficienti: «Intervento urgente, che nasce dalla consapevolezza dell’impossibilità di rispettare la tabella di marcia concordata con l’Unione Europea, ma che, qualora si concretizzasse, finirebbe per accentuare la deriva produttivistica della giustizia, in particolare quella civile, innescando un meccanismo di premialità che avrebbe quale effetto collaterale quello di penalizzare la qualità dei provvedimenti giudiziari, in una corsa a “sfornare” quante più decisioni possibile, con il rischio di annullamento e di riforma della decisione nel grado successivo, che vanificherebbe la stessa celerità nella definizione dei processi». LA LEGGE “BAVAGLIO”
Tra le stoccate, anche quella alla cosiddetta “Legge Bavaglio” per vietare la pubblicazione delle Ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. Il presidente vicario della Corte d'Appello di Potenza, Alberto Iannuzzi, ha stigmatizzato l’abuso politico «della formula “ce lo chiede l’Europa”», e richiamando il principio del diritto all’informazione consacrato nella Costituzione, ha menzionato le già esistenti specifiche disposizioni normative che «reprimono gli eccessi o gli abusi nelle esternazioni sui processi, tra cui quelle che prevedono l’illecito disciplinare per i magistrati». La “Legge Bavaglio”, in sintesi, «limita in maniera irragionevole il diritto di informare e di essere informati, che costituisce diritto inalienabile quando si tratta di attività giudiziaria, dal momento che essa, come ogni altra attività pubblica, deve assoggettarsi al controllo sociale in punto di correttezza, coerenza e affidabilità». «Se non fosse possibile riferire il contenuto delle ordinanze cautelari – è stato eviden-
__ Iannuzzi
ziato nelle conclusioni -, l’alternativa per i giornalisti sarebbe trovare altre fonti, con il rischio di dare spazio a fonti informative che facilmente potranno risultare inquinate e condizionate dalla esigenza non solo di vedere riconosciuti i diritti dell’indagato, ma anche di vedere soddisfatti più agevolmente gli interessi di coloro che hanno maggiori disponibilità economiche, tra i quali certamente non possono essere annoverati i cittadini comuni». F.MOL
GEOGRAFIA GIUDIZIARIA ITALIANA, I TIMORI SU EVENTUALI PROPOSTE DI ACCORPAMENTO CHE TROVEREBBERO «TERRENO FERTILE»
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Scoperture «record» in organico e rischio «soppressione» arenze d’organico e scarsa attrattività della Giustizia lucana: «La situazione di scopertura venutasi a creare nella Corte di appello di Potenza, di per sé già grave - ha evidenziato il presidente Vicario Iannuzzi, in pensione dal prossimo 1 marzo assume connotazioni davvero preoccupanti e, per certi versi impensabile sino a ieri, se si considera che per la prima volta nella storia di questo distretto il posto di Presidente della Corte, pubblicato con procedura concorsuale, quasi certamente rimarrà vacante per mancanza di aspiranti, e parliamo del posto apicale più prestigioso della carriera giudicante, un tempo molto ambito anche dai magistrati in servizio nei Distretti viciniori». In più, i vuoti per il personale amministrativo, desti-
nati ad aggravarsi ed «a raggiungere livelli di scopertura da record nazionale assoluto». Una scopertura che allo sgiugno 2023 risultava pari al 45,10%, ma che sembra destinata ad aumentare e a raggiungere addirittura il 56%. Per queste ed altre motivazioni, per Iannuzzi, «questa situazione mette a rischio la
stessa sopravvivenza della Corte di appello di Potenza, laddove fosse rispolverato il progetto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che sembrava ormai accantonato e che prevedeva la soppressione o comunque l’accorpamento della Corte di appello di Potenza ad altra più vicina». «È evidente, infatti -
ha concluso il Presidente vicario Iannuzzi -, che in una situazione di scopertura come quella attuale, la proposta di soppressione troverebbe terreno estremamente fertile, stante anche la minore capacità di resistenza che ci sarebbe in assenza dei titolari degli uffici apicali, i più interessati a contrastare tale disegno».
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ACCESSO ABUSIVO DA PARTE DI SOGGETTI NON AUTORIZZATI, AVVISATE LE AUTORITÀ COMPETENTI: POSSIBILI DISAGI NELL’EROGAZIONE PRESTAZIONI
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Sistema informatico bucato: attacco hacker alla sanità lucana ella giornata di ieri si sono registrati disagi di ordine informatico, collegati ad un accesso da parte di soggetti non autorizzati che hanno prodotto difficoltà all’interno del sistema sanitario regionale. La Direzione dell’Azienda sanitaria locale di Potenza (Asp) si è subito attivata con i suoi tecnici informatici per cercare di comprendere non solo l’entità del fenomeno ma anche le conseguenti azioni subite ed eventualmente da intraprendere per tutela. La Asp ha immediatamente avvisato le Autorità istituzionali competenti. La Direzione Strategica si è tenuta costantemente in contatto con le altre aziende del sistema sanitario lucano ed ha costituito una “unità di crisi” interna di coordinamento
con i Direttori dei punti di erogazione territoriale per gestire al meglio, in maniera coordinata e condivisa, tutte le informazioni ancora in fase di acquisizione e porre in essere azioni sinergiche. Non è escluso che nella giornata di oggi si possano avere difficoltà nelle prestazioni da erogare, pur se è stato dato a tutti i referenti distrettuali dei Pod indicazione di attrezzarsi anche con strumenti alternativi qualora il sistema informatico dovesse far rilevare delle criticità. «Ci scusiamo con l’utenza - ha dichiarato il Direttore Generale della Asp Basilicata, Antonello Maraldo - e ricorda che la Asp è alacremente al lavoro per cercare di risolvere il problema in sinergia con le altre aziende
lucane, il Dipartimento e la Regione. Sarà cura dell’Azienda sanitaria locale fornire aggiornamenti all’utenza sulla situazione e dare ulteriori disposizioni per limitare l’eventuale disservizio nel tempo».
Dal personale della Polizia penitenziaria mancante alla delicata gestione degli aspetti sanitari e degli eventi critici
La situazione carceraria nelle 3 case circondariali di Potenza, Melfi e Matera F
ocus, nell’ambito della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2024, anche sulla situazione del carceraria nel Distretto regionale. In Basilicata, ci sono 3 case circondariali, a Potenza, a Melfi e a Matera, ed 1 residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), situata nel Comune di Tinchi-Pisticci. Dall’ottobre 2015 è chiusa la casa circondariale di Sala Consilina in provincia di Salerno, poiché non ritenuta «economicamente conveniente» per le dimensioni, potendo accogliere meno di 50 detenuti. Il focus ha messo in evidenza varie criticità emerse durante l’arco temporale dal luglio 2022 al giugno 2023. ASPETTI SANITARI: PROBLEMI A MELFI Per il carcere di Melfi, segnalata «l’inadeguatezza organica dell’Area sanitaria» poichè nonostante sia presente un servizio di guardia medica H24, «non è coperto il turno mattinale con alcun sanitario», con conseguenti «enormi difficoltà», considerata la tipologia dei detenuti ristretti (Alta sicurezza) che spesso vengono tradotti, «con enormi problemi di sicurezza, presso i nosocomi di Melfi e di Potenza». «Le carenze dell’area sanitaria - è sottolineato nel-
la relazione - sono state ripetutamente segnalate alle competenti Autorità sanitarie Provinciali e Regionali sia dalla Direzione dell’istituto che dalla Magistratura di sorveglianza, senza sortire alcun risultato». «Gravi problematiche», inoltre, evidenziate per la branca specialistica psichiatrica perchè benchè assegnate e previste 40 ore mensili, «la specialista psichiatra spesso non è presente per assenze a vario titolo e non interviene sostituzione alcuna». POLIZIA PENITENZIARIA: SERVE PIÙ PERSONALE In base ai dati riportati dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e la Basilicata, per il carcere Matera, l’organico di Polizia penitenziaria previsto, comprensivo della sezione staccata di Altamura, riporta 139, con organico amministrato, comprensivo della sezione staccata di Altamura, 133: percentuale di scopertura -4,3%. Per il carcere di Melfi: organico previsto 139, organico amministrato 133: percentuale di scopertura -4,3%. Per la Casa circondariale di Potenza Potenza: organico previsto 122, organico amministrato 107: percentuale di scopertura 12,3%. Di conseguenza, comples-
sivamente «permangono situazioni di criticità soprattutto per l’impiego di unità di personale del Corpo da destinare alle traduzioni dei detenuti presso le Aule di Giustizia, ad altri Istituti o luoghi esterni di cura ed attività di piantonamento non programmate e spesso non procrastinabili». DETENUTI CON DIPENDENZE La percentuale dei soggetti tossicodipendenti ed alcoldipendenti nella casa circondariale di Potenza, 18 totali di cui 16 italiani e 2 extracomunitari, si attesta al 25%. Nella casa circondariale di Matera il numero di detenuti con problemi di tossico-alcool dipendenza ha un dato percentuale pari al 27% della popolazione ristretta. Il numero complessivo ammonta a 45 unità. Nella casa circondariale di Melfi vi è stata una presenza di 9 detenuti tossicodipendenti, pari al 4,47% dell’intera popolazione, seguiti regolarmente dal Ser.D di Melfi senza criticità. GLI EVENTI CRITICI Nel corso del periodo di riferimento, nel carcere di Potenza si sono registrati i seguenti eventi critici: 5 atti di aggressione-colluttazione tra detenuti, per motivi di incompatibilità; 1 atto di autolesionismo; 1 episodio di rifiuto collettivo del vitto dell’Am-
ministrazione; 14 rifiuti (singoli) del vitto dell’Amministrazione ed o terapie farmacologiche; 1 sciopero della fame (iniziato e concluso nell’arco della stessa giornata); 1 tentato suicidio; 3 violazioni delle norme penali (di cui n. 2 per il reato di violenza, minaccia e oltraggio a Pubblico ufficiale e 1 per aggressione fisica al personale di Polizia Penitenziaria). Non si sono verificate evasioni da permesso. Per il carcere di Matera, è emerso che gli eventi critici «sono per lo più riconducibili alle problematiche psichiatriche di alcuni detenuti, a questioni afferenti i tempi di intervento degli operatori dell’area giuridico pedagogica, a problemi di giustizia e a problemi di convivenza con altri ristretti». I casi ad alto rischio autolesionistico e suicidario intercettati, sono stato presi in carico dallo staff multidisciplinare, sia ordinario, che si riunisce una
volta al mese, sia straordinario, per la pianificazione degli interventi dei diversi operatori cointeressati, dal punto di sanitario, pedagogico, psicologico e custodiale. Tra i principali eventi critici, segnalati i seguenti: 31 atti di aggressione, 83 sciopero fame e sete, 10 rifiuto vitto o terapie, 4 proteste collettive e 1 atti di autolesionismo; una tentata evasione ed 1 tentato suicidio, 24 episodi di violenza (violenza, minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza a Pubblico ufficiale). Nessuna evasione da permesso. A Melfi, zero episodi di violenza nei confronti degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria; ma 2 episodi di protesta collettiva; 2 episodi di autolesionismo; 21 episodi di sciopero della fame per motivi di giustizia e vari. Non si sono verificati episodi di evasione da permesso. A. CARPONI
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Potenza
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POTENZA Il luogo dell’incidente è «un circuito automobilistico, con macchine che sfrecciano ad alta velocità» mettendo in pericolo pedoni e non solo
Macchia Romana, i residenti: «Sono anni che chiediamo i dissuasori di velocità»
DI ROSAMARIA MOLLICA
POTENZA. All’indomani dell’incidente sul ponte di Macchia Romana che ha visto una peugeot partner sfondare le ringhiere e cadere giù, i residenti della zona hanno denunciato la pericolosità del tratto stradale. Pare però che da diverso tempo gli abitanti della zona segnalino all’Amministrazione comunale le criticità dell’arteria, senza che questa sia mai intervenuta. «Da anni, noi residenti chiediamo l'installazione di limitatori di velocità oppure una rotonda all"incrocio di via Consolini e lo spostamento di un chiosco di frutta e verdura posizionato proprio lì in pieno incrocio» affermano i residenti.
«Purtroppo bisogna sempre aspettare la tragedia. - continuano - Speriamo che adesso la dormiente amministrazione si svegli e provveda a portare alla normalità e in sicurezza quella che tutti chiamano “la pista di Macchia Romana”». Famoso per essere un “circuito automobilistico” con macchine che sfrecciano ad alta velocità senza preoccuparsi di quello che potrebbe accadere, ma non solo, il viadotto ha anche barriere di protezione arruginite e vecchie, manca un guard-rail a protezione dei pedoni che lo attraversano, andrebbe rifatta la segnaletica . Insomma la strada necesiterebbe di una serie di accorgimenti e di interventi di manutenzione che la renderebbero più sicura anche se poi spetta agli utenti ri-
spettare le regole del Codice della strada e non mettere in pericolo la propria e la vita degli altri. Una situazione questa, purtroppo, comune anche ad altre zone di Potenza dove le strade diventano piste di “Fomula uno” senza che nessuno controlli o intervenga per evitarlo. Intatto lungo il ponte c’è un tratto senza protezione alcuna, a causa dell’incidente, tratto che andrebbe quanto prima sistemato, perchè così come è ora anche se delimitato dal nastro segnaletico potrebbe rappresentare un pericolo. Chissà questa potrebbe essere l’occasione buona per l’Amministrazione Guarente per sistemare le criticità segnalate lungo il ponte di Macchia Romana e rassicurare i residenti. Vedremo.
POTENZA Dopo 8 mesi, finalmente si effettua l’intervento nella zona periferica interessata da una frana. La strada è un’importante arteria di collegamento con il capoluogo
Costa della Gaveta, oggi partono i lavori di sistemazione del terreno e ripristino del manto stradale
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a frana di Costa della Gaveta ha le ore contate. Oggi iniziano i lavori per ripristinare il tratto di strada inte-
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sto l’intervento dell’Amministrazione comunale affinchè si mettesse in sicurezza l’arteria che permette loro di raggiungere Potenza. In questo periodo infatti i residenti di Costa della Gaveta per raggiungere la città capoluogo hanno dovuto percorrere una strada alternative anch’essa ridotta in uno stato pietoso con una miriade di buche e voragini che la rendevano pericolosa per la sicurezza degli utenti. Ma l’iter per giungere ai lavori è stato lungo e complesso. Diversi, infatti, sono stati i sopralluoghi dei tecnici del Comune insieme all’assessore al ramo Massimiliano Di Noia e dei geologi ed esperti dell’Unibas che ressato da uno smottamento lo hanno visto lo stato dell’arte, hanno studiato un modo per riscorso 31 maggio. Otto mesi di attesa, durante i qua- pristinare e mettere in sicurezza li i residenti spesso hanno chie- l’arteria.
Lo scorso mese di settembre, durante un incontro presso l’Università degli Studi della Basilicata alla presenza dei residenti, i rappresentati del Comune di Potenza avevano annunciato di aver trovato i fondi necessari per effetuare l’intervento in tempi rapidi e molto probabilmente anche risolvere la questione in maniera definitiva. Il giorno tanto atteso dai residenti che ormai avevano perso le speranze e si sentivano abbandonati dall’Amministrazione comunale,è arrivato: oggi infatti iniziano i lavori di sistemazione del terreno e delle opere progettate con la speranza che davvero queste siano risolutive e permettano di far uscire dall’isolamento in cui è sprofondata la zona periferica ad ovest della città capoluogo di regione. ROSMOL
Provincia
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Il Comitato regionale degli arbitri lucani ha stigmatizzato «il messaggio offensivo» esposto allo stadio comunale di Avigliano ieri
«Solidarietà a Lettieri, lo striscione contro di lui è una ferita per lo sport lucano»
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on si placano le polemiche attorno alla finale di Coppa Italia di Promozione. Qualcuno infatti ieri avrebbe esposto allo stadio comunale di Avigliano, uno striscione con frasi offensive nei confronti dell'arbitro Lettieri. Gesto prontamente stigmatizzato dal Presidente Michele Calabrese e dal Comitato Regionale Arbitri di Basilicata. «Lo striscione in questione che riporta la scritta: "Lettieri infame", è figlio degenere dello sconsiderato atteggiamento tenuto da alcuni dirigenti del calcio dilettantistico lucano, con in testa il
Presidente della LND di Basilicata, presenti sul posto la sera della finale di Coppa Italia e che, irrompendo sul terreno di gioco a fine gara, pretendevano di imporre all'arbitro una lettura del regolamento della competizione diversa da quella che correttamente aveva applicato il direttore di gara» afferma il Comitato regionale degli arbitri lucani in una nota. «Lo striscione esposto è un incivile gesto, che lede tutti i valori propugnati dal movimento calcistico regionale, una spia di un clima antitetico rispetto allo sport,
nel quale gli animi sono esacerbati in modo ingiustificato e altamente pericoloso.- prosegue la nota - L'arbitro Lettieri ha diretto con grande professionalità la finale di Coppa Italia, garantendo il rispetto delle regole, lo spettacolo sportivo e l'incolumità dei calciatori». «Oggi viene messa a rischio la sua incolumità ed egli diviene oggetto di ingiurie pubbliche per aver applicato con determinazione e diligenza le regole. - dichiarano i dirigenti del Cra Basilicata - Infatti, la sua scelta di terminare la gara al termine dei tempi supplementari, senza i tiri di rigore, è stata la scelta giusta (confermata in ogni grado dalla Giustizia Sportiva). Una scelta rispettosa delle regole, assunta da Lettieri con fermezza in un clima di assurde pressioni, tra l'altro ricevute anche da figure istituzionali che lo avrebbero indotto in errore». «Oggi, il nostro arbitro riceve ingiustamente offese e minacce per essere stato garante delle regole e difensore dell'etica dello sport, diviene bersaglio di accuse per aver decretato la giusta vincitrice di quella gara. - ribadisce la nota - Solo grazie alla sua professionalità non si è consumato un vero e proprio sopruso che avreb-
be modificato l'esito sportivo della contesa. Pertanto, l'incivile messaggio offensivo esposto contro di lui rappresenta una ferita per lo sport lucano. Non è accettabile che si sia creato questo clima, pericoloso per la stessa serenità e incolumità di un ragazzo che svolge il ruolo di arbitro con impegno e passione, quando è ormai chiaro che l'agire dell'arbitro è stato senza dubbio corretto e a garanzia della giustizia». «Gli arbitri lucani esprimono solidarietà al collega Lettieri e chiedono con fermezza che gli organi federali assumano analoga posizione e agiscano con fermezza nei termini previsti dalla giustizia sportiva. - conclude la nota Per chi ogni giorno difende i valori autentici dello sport, la situazione creatasi dopo la finale di Coppa Italia di Promozione lucana è dolorosa quanto inaccettabile. I nostri ragazzi e le nostre ragazze ogni domenica garantiscono la corretta e serena disputa dei campionati. Così come avvenuto nel caso della finale di Coppa Italia, quando gli arbitri, grazie a preparazione e integerrima capacità di affermare i valori dello sport, hanno permesso la vittoria del calcio, oggi si chiede di affermare i valori di civiltà e giustizia a difesa degli arbitri».
La denuncia arriva dal comitato “Amiamo Abriola” e dal consigliere di opposizione Domenico Triunfo: «Abitazioni e intere aree in totale degrado»
«Abriola versa in un profondo stato di abbandono, appello alla maggioranza: dimettetevi»
«A
__Alcune immagini di Abriola
briola versa in un profondo stato di abbandono» questo denuncia il Comitato Amiamo Abriola e il consigliere comunale di opposizione Domenico Triunfo. «Gran parte del patrimonio abitativo della comunità, aggiunge il Consigliere Triunfo, risulta in uno stato di totale degrado e spesso è preclusa anche la sicurezza degli abitanti che ancora vivono nei quartieri del paese».
«Non solo le abitazioni, aggiungono i rappresentanti del comitato, ma intere aree e muri di contenimento nel cuore del centro abitato risultano in totale abbandono e in stato di pericolo». «Ricordiamo, aggiunge Domenico Triunfo, che l'attuale Sindaco, Romano Triunfo, per due campagne elettorali aveva annunciato progetti di borgo albergo e di ospitalità diffusa. Come sempre solo chiacchiere, nel frattempo il patrimonio abitativo del paese con-
tinua a vivere in uno stato di abbandono». «L'amministrazione Triunfo, aggiungono i membri del comitato, annunciava grandi progetti per il turismo e l'accoglienza ma come si può vedere percorrendo strade del paese si può offrire solo degrado e tristezza». «Lanciamo un ultimo appello alla maggioranza, conclude il consigliere di minoranza, se avete ancora un briciolo di amore per la nostra comunità fate un gesto di responsabilità, dimettetevi».
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Provincia
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«I cittadini del territorio alto bradanico con evidente preoccupazione hanno aderito con una sottoscrizione alla costituzione di un Comitato»
Cervellino: «Non si faccia della Basilicata il cimitero delle scorie»
DI E MANUELA CALABRESE
GENZANO DI L. Si è tenuta a Genzano di Lucania nel fine settimana la prima assemblea pubblica sul deposito unico delle scorie radioattive. A latere dell’incontro è il Primo cittadino, Viviana Cervellino, a soffermarsi per un primo commento: «C’è stata una significativa partecipazione all’assemblea, per un tema che interessa la nostra comunità con ben 5 siti idonei. Ringrazio i presenti e le associazioni che facilitano il dialogo e l'approfondimento -e prima di congedarsi rimanda ad un ulteriore incontro- Alla prossima, in un luogo più grande, perché larga e rumorosa sarà la nostra partecipazione che estenderemo alle comunità lucane. Una comunità che cammina insieme è una comunità forte che esprime con autorevolezza la propria visione di territorio e di Basilicata». Ma Cervellino fa il punto a Cronache, entrando nei dettagli: «Proprio da Genzano di Lucania parte una mobilitazione cittadina con la partecipata assemblea pubblica che si pre-
para ad essere un laboratorio di discussione territoriale per contrastare la localizzazione del deposito in Basilicata. Il dibattito promosso dalle associazioni locali e dall’Amministrazione comunale ha visto una significativa partecipazione di cittadini del territorio alto bradanico che con evidente preoccupazione hanno aderito con una sottoscrizione alla costituzione di un Comitato». Il Sindaco Cervellino, che ha introdotto il dibattito, cui ha partecipato anche il Consigliere Regionale Gianni Leggieri, ha riassunto nell’incontro le tappe della consultazione della Sogin e ha confermato la netta contrarietà alla localizzazione del deposito sia a Genzano che sull’intero territorio appulo-lucano: «Troppe le controindicazioni rispetto ad un progetto che nulla chiarisce circa lo stoccaggio “temporaneo” delle scorie ad alta intensità. Non si faccia della Basilicata il cimitero delle scorie nucleari, approfittando dell’inverno demografico ma anche della primavera elettorale. Né tanto meno qualcuno provi a suggestionare i lucani con la promessa di un nuovo sviluppo industriale: non siamo in ven-
dita. Si affronti con serietà e attaccamento a questa Terra quello che è un tema destinato a produrre effetti socio-economici almeno per le prossime 4 o 5 generazioni, se si considerano i tempi di vita delle scorie». La Sogin Spa, la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, già nel 2021 aveva redatto la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) per la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di scorie nucleari di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di scorie ad alta attività, frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987. Inoltre, la medesima società aveva pubblicato il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterebbe di sistemare in via definitiva questi rifiuti, al centro di una procedura di infrazione europea nei confronti del nostro Paese e attualmente stoccati in una ventina di siti provvisori non idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica sono state individuate 51 aree idonee, in tutto il Paese. Fra Puglia e Basilicata sono concentrati quindici siti: tra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania con ben 5 siti idonei. La comunità di Genzano pare dunque essere pronta ad essere riferimento di questa discussione che interessa tutta la Regione, «con la matura consapevolezza che non può essere un dibattito che si sviluppa tra pochi in qualche stanza»conclude Cervellino. I cittadini si sono dati dunque appuntamento ad altre assemblee pubbliche.
Il presidente della Provincia di Potenza: «Finalmente raccogliamo i frutti di un grande lavoro di squadra»
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Sp168, Giordano: «Domani consegna anticipata dei lavori alla ditta» ome anticipato qualche mese fa, definita una prima fase di programmazione, progettazione e affidamento, siamo finalmente giunti nella fase di inizio dei lavori su tante strade della nostra rete provinciale. Domani procederemo alla consegna anticipata alla ditta appaltatrice, dei lavori da eseguire lungo la SP ex SS 168». Lo comunica il Presidente della Provincia Christian Giordano. «Iniziamo a raccogliere i frutti precisa il Presidente Giordano - di un grande lavoro di squadra messo in campo con i Consiglieri Provinciali e con tutti i componenti dell’Ufficio Viabilità, diretto dall’Ing. Enrico Spera, che ringrazio pubblicamente per lo straordinario impegno e professionalità mostrati». «La strada ha origine lungo la S.S. 93 e termina nella provincia di
Barletta-Andria-Trani, sviluppandosi per una lunghezza di circa 33,9 km e svolge un’importante funzione di collegamento tra i centri abitati, le realtà economiche operanti nel settore agricolo e artigianale e i poli sanitari e scolastici delle aree interne dell’Alto Bradano e del Vulture-Melfese. Di qui - ha evidenziato il Presidente Giordano - l’esigenza di accelerare i tempi in presenza di richieste delle comunità interessate e dell’interesse di salvaguardare la pubblica incolumità». Le lavorazioni di sistemazione e messa in sicurezza del piano viabile e delle relative pertinenze stradali interessano tratti saltuari della strada in argomento, localizzati tra il km 15+000 e il km 26+000, nei territori di Maschito, Palazzo S.G. e Venosa e prevedono la risagomatura della pavimentazione stradale in corrispon-
denza di fenomeni deformativi quali ondulazioni, avvallamenti e buche, la fresatura e la ricostruzione del tappeto d’usura con conglomerato bituminoso, la sistemazione e pulizia di zanelle e altre opere di regimazione, la potatura di contenimento di alcune piante che si protendono oltre il confine stradale, l’integrazione dei dispositivi di ritenuta stradale su rilevato, l’installazione della segnaletica verticale e il rifacimento di quella orizzontale, per l’importo complessivo di € 418.964,10, di cui € 306.276,84 per lavori e € 112.687,26 per somme a disposizione. La consegna è stata disposta dall'Ufficio in via d'urgenza, al fine di procedere celermente all'esecuzione dei lavori, poiché talune problematiche si sono di recente aggravate, anche a causa delle eccezionali precipitazioni registrate nel
2023, che fanno ora sentire i propri effetti in termini di dissesto idrogeologico. «Siamo appena all’inizio!” - ha concluso il Presidente Giordano “Nelle prossime settimane avremo modo di illustrare e comunicare la consegna dei lavori relativa ad ulteriori interventi che riguarderanno la nostra rete stradale».
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Concitazione politica a Lagonegro: sopra o sotto la soglia dei 5mila all’anagrafe, la differenza in busta paga a fine mese
Numero abitanti e stipendi sindaci: sul filo del rasoio, in ballo mille euro
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popolamento, ma non solo: dai sindaci dei Comuni lucani le comunicazioni per aggiornare i dati sulla popolazione residente al 1° gennaio 2024, ovvero 31 dicembre 2023. Sfumatura locale della grande problematica economico-sociale che riguarda l’intera Basilicata, è quella relativa agli stipendi dei primi cittadini, la cui indennità lorda mensile è annualmente calibrata proprio in base ai dati della popolazione residente. A seconda del numero, il cittadino col tricolore finisce in una classe in un luogo di un’altra con differenziale mensile di circa mille euro in più o in meno a seconda della collazione. Escluso il capoluogo di regione Potenza ed il capoluogo di provincia Matera, teoricamente quattro le classi che interessano i Comuni lucani: fino a 3mila abitanti, da 3mila ed 1 a 5mila, da 5mila ed 1 a 10mila, ed, infine da
10mila e 1 a 30mila. Per esempio, se per Tramutola, che al 1° gennaio 2023 riportava una popolazione di 2mila e 922 abitanti, dovessero, invece, risultare con l’aggiornamento più 100 residenti rispetto all’anno precedente, l’indennità del primo cittadino, finendo il sindaco nella fascia da 3mila ed 1 a 5mila abitanti, con l’incremento a partire dal 2024, aumenterebbe da 2mila e 208 euro lordi mensili a 3mila e 36 euro. Dei complessivi 131 Comuni della Basilicata, in base all’ultimo dato disponibile, due i casi che sembrano prestarsi a potenziali variazioni, a maggior ragione se i numeri confrontanti con la serie storica che compre l’arco temporale ventennale dal 2003 al 2023: Paterno e Lagonegro. Al 1° gennaio 2023, a Paterno 3mila e 50 residenti. Mentre a Lagonegro, sempre al 1° gennaio 2023, come da dato ufficiale del-
l’Istituto nazionale di statistica Istat, popolazione pari a 5mila e 32 abitanti. In media, dal 2003, Lagonegro ha una media di 50 persone in meno ogni anno. A influire sul dato demografico, non soltanto il saldo naturale tra i morti ed i nati vivi, ma anche quello tra gli immigrati da altro comune ed emigrati per altro comune, immigrati dall’estero ed emigrate per l’estero, il rapporto tra gli iscritti e i cancellati per altri motivi, così come gli iscritti e i cancellati in anagrafe totale Per via dell’applicazione di specifiche e relative norme di diritto, proprio a Lagonegro, in una seduta del Consiglio comunale di dicembre, l’argomento numeri abitanti è stato oggetto lambito. Ufficiosamente venne accennato un numero tra i 5mila ed 11 e i 5mila e 15. In seguito, in via ufficiosa, sarebbe emerso altro numero inferiore rispetto a quelli indicativi dell’Assise del Consiglio, con va-
__ Falabella
ri dubbi sul conteggio. Indennità mensile del sindaco variabile, a seconda dello scaglione di collocamento del primo cittadino, da 4 mila euro, sopra i 5mila ed 1 abitanti, a 3mila e 36 euro, se fino a 5mila abitanti. Sulla correttezza delle
procedure per stabilire il numero degli abitanti, a Lagonegro nuova concitazione politica, dopo il caso dell’ex assessore comunale Mastroianni, intorno al cittadino col tricolore, Salvatore Falabella. A. CARPONI
Incontro pubblico a Carbone, il sindaco Mastropietro: «Sarebbe stato sbagliato proseguire con l’indifferenziata»
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«Differenziata, un servizio che non si poteva più rinviare»
ome preannunciato nei giorni scorsi dal sindaco Mariano Mastropietro, entro il 31 gennaio tutti i cassonetti in strada saranno rimossi e dal 1 febbraio i cittadini di Carbone diranno addio alle vecchie abitudini, per passare finalmente ad un nuovo e più rispettoso metodo dello smaltimento dei rifiuti prodotti nelle abitazioni, la raccolta differenziata, un servizio che ormai davvero pochi comuni, in tutta Italia, non hanno ancora attivato, ma che dovranno ad ogni modo mettere in conto nel giro di breve termine. Come anticipavamo alcuni giorni fa dalle colonne di Cronache, il sindaco ha avvistato i suoi concittadini anche di un incontro pubblico, proprio per parlare insieme delle nuove modalità di conferimento. A latere di tale incontro Mastropieto commenta: «È stato un significativo, costruttivo e partecipato momento di scambio e di confronto tra Amministrazione comunale, cittadinanza e ditta incaricata. Ringraziamo, in particolar modo, la popolazione per la sensibilità mostrata e lo spiri-
to di apertura e di disponibilità al cambiamento. Un cambiamento vero e sostanziale. Il passaggio alla raccolta differenziata era atteso da tempo. Non si poteva più rinviare. Ha richiesto e richiederà ancora lavoro e impegno da parte di tutta la comunità. Si tratta di una scelta tanto obbligatoria quanto coraggiosa. Anche Carbone, come già accaduto da parecchi anni in tutti i comuni limitrofi, sarà all’altezza di questa ambiziosa sfida». Molteplici le domande e le curiosità dei carbonesi, tra le quali anche gli eventuali ostacoli nella possibilità di raggiungere i vicoli del paese, coi mezzi di trasporto, per il ritiro dei sacchetti conferiti, ma l’Amministrazione ha così spiegato: «È una legittima osservazione che ci permette di “partecipare” ulteriori aspetti. Il cosiddetto “porta a porta” agevola le persone anziane con difficoltà nella deambulazione, garantisce controlli sulla qualità della differenziata e consente di aiutare chi “sbaglia” a migliorare. Ci sarà inoltre un apposito mezzo che arriverà davanti alla maggior parte delle abitazioni e,
dove impossibilitato, sarà premura degli operatori effettuare “a piedi” il prelievo». E sottolineano dalla Casa comunale: «Sarebbe stato sbagliato proseguire ancora, nel 2024, con l’indifferenziata, sia da un punto di vista “etico” che pratico: l’Ente avrebbe rischiato pesanti san-
zioni pecuniarie. Basti pensare che tutti i comuni dell'area si avvalgono di questa modalità da numerosi anni ormai. Saremo bravissimi e nell’arco di 4 anni al massimo avremo il riconoscimento come Comune “riciclone”». EMANUELA CALABRESE
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Il parroco, vittima di un incidente in auto a causa di un malore, era «un punto di riferimento e la sua morte lascia un grande vuoto» sebbene la «sua Testimonianza resta viva»
Il ricordo di don Antonio Petrone, sacerdote secondo il cuore di Dio D
DI VINCENZO CAPODIFERRO
on Antonio Petrone è morto! Fiore della giovinezza, purissimo giglio, offerto a Dio, stroncato dalla falce inesorabile della Morte, mentre guidava a Galaino, frazione di Paterno, allor che andava a celebrar messa. La morte non guarda in faccia a nessuno. Arriva. Ma beati coloro che potranno vedere il volto di Dio! Coloro ai quali Dio non si nasconderà: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto». E sicuramente il Dio della Vita non si nasconderà davanti a don Antonio. Noi non abbiamo conosciuto un uomo più giusto di lui, un sacerdote più onorato e amabile di lui! L’auto è sbandata. «Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi…» vogliamo cantare, con i Nomadi, nomadi anche noi su questa terra. Don Antonio aveva 58 anni. Don Antonio Savone, suo “amico per sempre”, da poco aveva celebrato il suo compleanno. Eppure, si son celebrate le esequie! I santi festeggiano il loro compleanno, la loro commemorazione, il giorno della morte, il giorno della rinascita nella casa del Padre. Don Antonio Savone, vicario della diocesi di Potenza, lo ricorda come l’amico fedele: «Quando ripenso alla nostra amicizia c’è una frase che mi ritorna in mente, quella che san Gregorio Nazianzeno scrive a proposito della sua amicizia con san Basilio: «Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo». E lui questo lo ha sempre fatto con me fino a pochi giorni fa quando l’ho preso persino in giro perché mi aveva telefonato per chiedere il permesso di celebrare quattro messe proprio ieri dovendo sostituire più confratelli. Gli dicevo: «Ti poni tutti questi problemi mentre fai del bene ai confratelli?». E lui, canzonandomi, mi diceva: «Vedi che mi sto rivol-
gendo al superiore non all’amico» (da “amici per sempre”). La vera amicizia tra gli uomini può essere solo in Dio. Mons. Salvatore Ligorio, nell’omelia, lo ha definito il “jolly” di Dio: «Da una decina d’anni aveva fatto ritorno qui nella sua Valle dove, oltre a svolgere il suo ministero di Parroco di Marsicovetere e Cappellano del locale Ospedale, faceva il jolly, come egli stesso amava ripetere, aiutando ora l’uno ora l’altro confratello che avesse bisogno. Ed è proprio nell’esercizio di questo servizio in sostituzione di un Parroco che domenica 21 gennaio ha concluso la sua breve e intensa vita sacerdotale, stroncato da un fulminante arresto cardiaco». E così era. Don Antonio lascia la sua famiglia nello sgomento: la madre Carmela, le sorelle Mariateresa ed Anna, il fratello Michele. La comunità attonita accompagna la sua salma in lutto cittadino. “Ei fu”. Don Antonio era nato a Tramutola 58 anni fa. Giovane sacerdote aveva esercitato il suo ministero a Sasso di Castalda. Indi a Satriano, da un decennio era tornato nella sua Val d’Agri, parroco di Marsicovetere e cappellano dell’ospedale. Don Antonio era un esempio di evan-
geliche virtù, perdonava sempre, mai parlava male di qualcuno e si scusava fino all’inverosimile, in una parola: amava! Come dice Agostino: «Ama et fac quod vis»! E tra queste virtù primeggiava la sapienza: era dotato di una cultura straordinaria, ma non se la tirava, umilissimo servo dell’Eterna Sapienza. Trai sapienti pagani Pitagora si definiva il filosofo, l’amico della sapienza, non il sapiente, il “sophos”. Don Antonio possiamo definirlo il Filosofo per eccellenza, l’amico di Dio, Sapienza infinita, oltre ad essere un fine teologo. Quante volte noi, piccoli studenti, ci recavamo da lui a consiglio e ne uscivamo sempre colmi di conforto. Era un latinista doc. Il seminario minore di Potenza, in viale Marconi, voluto da Pio XI nel 1925, era una fucina non solo di sacerdoti, ma di intellettuali. Ricordiamo sempre con affetto i grandi maestri, i sacerdoti don Angelo Doino, don Vincenzo Forino e don Ciccio Masi. Con don Antonio Petrone è venuta a mancare una stella, una fulgida cometa, guida delle genti a Dio e Dio l’ha voluto con sé, nella Gerusalemme eterna, a celebrar là. Da Paterno, dove doveva andar ad officia-
re i divini misteri, s’è trovato nel cielo, a celebrare l’eterna messa. Quel volto tondeggiante lo faceva sembrare un papa, assomigliava a Pio, sempre dolce, sorridente: ti incuteva sollievo, sicurezza, conforto solo a guardarlo. Quella presenza vigorosa l’assomigliava ad un gigante di Dio, sulle cui spalle, noi piccoli potevamo con sicurezza esser portati. Bernardo di Chartres diceva: «Nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes», siamo nani sulle spalle di giganti e così possiamo vedere più lontano. Ecco, don Antonio è stato uno di questi titani di Cristo, sulle cui spalle noi ci siamo posati. Abbiamo visto, udito cose inenarrabili, grazie a lui. Con la dipartita di don Antonio si adempie il profeta: Ego dixi: in dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi; quaesivi residuum annorum meorum. Io dicevo: «A metà della mia vita me ne vado alle porte degli inferi; sono privato del resto dei miei anni». Ripreso da Dante: Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai…: è la tragedia umana (il “cammin di nostra vita”) che si ripercuote in ogni singolo (“mi ritrovai”). Ma la sua vita breve è stata intensa d’amore. E poi il resto … degli anni, è l’eternità, la vita in Dio, il completamento perfetto di ogni vita umana. Dio l’ha voluto con sé: Muor giovane colui che al cielo è caro. Don Antonio in due parole è stato un sacerdote secondo il cuore di Dio, sua unica aspirazione il cielo, ha additato alle genti le vie che portano alla “Città di Dio”. La sua vita è stata un’offerta d’amore al mondo, fino al supremo sacrificio: andava a celebrare la sua messa, in questa valle, in fondo, di lacrime, come recitiamo nelle nostre orazioni. Vorremmo ricordarlo sempre così: come un uomo buono, con il volto sorridente, come un sacerdote zelante, esemplare ed amorevole.
UN GEORGIANO DI 35 ANNI È STATO SORPRESO A RUBARE SUPERALCOLICI IN UN SUPERMERCATO PER POI DARSI ALLA FUGA A PIEDI
Lagonegro, Carabinieri arrestano una persona per furto aggravato
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el pomeriggio di martedì scorso i Carabinieri della Compagnia di Lagonegro hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di furto aggravato, un cittadino georgiano di 35 anni. L’uomo, regolare sul territorio nazionale ma senza fissa dimora, è sta-
to sorpreso dai dipendenti di un supermercato della cittadina lagonegrese mentre prelevava alcune bottiglie da uno scaffale per nasconderle all’interno di un borsone per poi darsi alla fuga a piedi. Immediatamente il titolare dell’esercizio commerciale si è rivolto al numero unico di emergenza 112. Una pattuglia della Stazione Carabinieri di Lagonegro, in servizio perlustrativo nelle vicinanze, si è subito portata sul posto notando l’uomo scappare a piedi e riuscendo a bloccarlo dopo un breve inseguimento. Nel corso della perquisizione il 35enne è stato trovato in possesso di ben sei bottiglie di superalcolici del valore complessivo di 200 €uro circa, per cui è stato tratto in arresto per furto aggravato e trattenuto nella camera di sicurezza della Compagnia di Lagonegro a di-
sposizione della locale Procura della Repubblica. A seguito dell’udienza di convalida dell’arresto da parte dell’Ufficio GIP del Tribunale di Lagonegro, il Giudice ha disposto nei confronti del 35enne la misura cautelare del divieto di dimora nell’intera provincia di Potenza. Si rappresenta che il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari per cui vige il principio di presunzione di innocenza dell’indagato fino a condanna definitiva. Prosegue attenta e costante, in un territorio vasto ed eterogeneo, l’azione di vigilanza e controllo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza finalizzata a prevenire e contrastare, attraverso le pattuglie che perlustrano l’intera provincia senza soluzione di continuità, ogni forma di illegalità, specie quella di tipo predatorio.
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Il giornalista testimonia, con il suo impegno, di amare profondamente la sua città di origine: «È un paradiso terrestre»
Maimone: «Maratea Capitale della Cultura 2026 per il culto della sua bellezza naturalistica»
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l giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea, in questi mesi, sta predisponendo, insieme al Gal, “La Cittadella del Sapere”, la preparazione del dossier da consegnare all'Unesco per l'ottenimento del titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l'Area Sud della Basilicata, che comprende 27 Comuni, il Parco del Pollino e Maratea “Perla del Tirreno”, con il sostegno anche del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si esprime anche in termini di incoraggiamento, del Ministro per le Riforme Istituzionali Alberta Casellati e anche del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Inoltre ha dato vita al Progetto Ricas Italia, la Rete
dei Comuni e delle Istituzioni per la cultura della sostenibilità. Biagio Maimone testimonia, con il suo impegno, di amare profondamente Maratea, sua città di origine, candidata anche a Capitale italiana della Cultura 2026. Nella sua lettera, che può definirsi una vera e propria narrazione poetica, pone in luce i motivi per i quali è doveroso riconoscere a Maratea il titolo di Patrimonio Unesco e farla assurgere a "Capitale italiana della Cultura 2026" sottolineando, con evidente convinzione: «Il verde ed il mare di Maratea, definita 'Cittadella Verde', sono l’espressione più elevata della splendore primigenio ed incontaminato della natura, custodita con cura amorevole dai suoi cittadini, che hanno stabilito regole rigorose per proteggerla da
ogni forma di inquinamento e di degrado. Maratea è anche definita 'La Perla del Tirreno' per la sua sofisticata avvenenza naturalistica». «L’etimologia del suo nome, inoltre, la definisce “'Dea del Mare' , rimarcando una forma di regalità divina per quanto attiene la bellezza delle sue coste, del suo mare ed il colore delle sue acque, nelle quali si specchia la vegetazione ridente delle coste, che tinge di iridescenze verdi e azzurre la superficie del mare. - continua la lettera - Ma non basta, visitando la cittadina, che sorge in romantici rioni e valli, nonché si adagia sui dorsi di alti e verdi montagne, si constata come Maratea sia ben curata dalla mano dell’uomo, da farne non solo un luogo bucolico, ma anche l’esempio della realizzazione concreta della tutela dell’ambiente e dell’ecologia. Le chiare acque sia del mare, sia dei ruscelli e dei mille rivoli che si aprono nelle pareti rocciose delle contrade e le alti e verdi montagne fanno di Maratea uno scorcio di paradiso, di cui i suoi abitanti sono consapevoli a tal punto da essersi impegnati affinché fossero impedite costruzioni selvagge, come avviene in tanti luoghi della terra, mediante un rigoroso piano regolatore, per lasciare che la natura possa vivere nella sua espressione più autentica».
«Primeggia la cultura del verde e del suo rispetto, sicuramente proveniente dalla tradizione di una piccola città colma di storia, che ha 44 Chiese, che la rendono orgogliosa di custodire la propria religiosità, espressasi, con orgoglio e tenerezza, finanche nella cura della natura. prosegue - Tale marcata religiosità è evidenziata anche dalla statua del Cristo Redentore, molto elevata, posta sulla cima di un suo monte caratteristico, che volge il suo sguardo verso la Basilica di San Biagio, in cui sono custodite, con cura, le reliquie del Santo Patrono della Città, che è San Biagio. Maratea è anche definita "Terra Gentile" per la gentilezza dei suoi cittadini, testimonianza della loro "cultura umana"». «Maratea fa pensare ad un paradiso terrestre, in cui il confine tra sogno e realtà non esiste: esiste solo una dimensione spirituale in cui potersi adagiare, protesi tra cielo, terra e mare. Ciò attesta che la cultura del verde può aprire scenari spirituali di raffinato splendore. - si legge nella lettera di Maimoe - La cura della bellezza naturalistica, incarnata dalla città di Maratea, è stata sempre espressione anche
della convinzione profonda che essa sia la leva per costruire quegli argini robusti e inamovibili per la salvaguardia dell'ecosistema, divenuto oggi il piano primario dell'impegno universale per evitare che la vita si estingua, come attestano le catastrofi ambientali ormai ricorrenti». «Non vi è dubbio che Maratea sia stata precorritrice della cultura green rispetto ad altri territori sia italiani, sia collocati in altre nazioni e continenti. Per tale motivo Maratea merita non solo un encomio, ma anche di essere ritenuta l'esempio eclatante del rispetto della natura e delle sue leggi. - conclude la lettera il giornalista Biagio Maimone - Essa non può non essere destinataria, per tale motivazione, del titolo di Patrimonio Mondiale dell'Unesco e, quindi, dell'Umanità, nonché della nomina di Capitale italiana della Cultura 2026, non solo per testimoniare la sua radiosa bellezza naturale e la sua cultura per la vita, ma anche per testimoniare la premurosa cura dei suoi abitanti dedicata alla natura, al proprio patrimonio di bellezze naturali, per fare in modo che esso possa essere patrimonio di tutti».
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LUNEDÌ 29 GENNAIO 2024 07:00
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Matera e Provincia
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Si era allontanato venerdì per inseguire una preda e ritrovato grazie al collare Gps che ha segnalato le coordinate polari
A San Giorgio Lucano, cane precipita da un calanco: salvato dai Vigili del Fuoco I
eri mattina la squadra dei Vigili del fuoco del distaccamento di Tinchi, allertata intorno alle 8.30, è intervenuta nel territorio di San Giorgio Lucano, per effettuare il recupero di Ares, un cane da caccia, segugio maremmano, di circa due anni. Il cane si era allontanato dal padrone nella giornata di venerdì 26 gennaio per inseguire una preda e si era smarrito. Grazie al suo collare GPS, utile a segnalare le coordinate polari, nonostante la zona impervia, e le difficoltà dovute al territorio, la squadra è riuscita a raggiungere il cane che era precipitato da un calanco, in una buca profonda circa 2 metri. È stato necessario procedere lungo un percorso di circa 360 metri per recuperare il cane, poi consegnato al suo padrone.
AD ANNUNCIARLO L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE
Latronico: «È tornata la cicogna nera ad Oliveto Lucano»
Presentata alla comunità l’Associazione che curerà gli eventi legati alle celebrazioni
Grottole pronta a celebrare il Centenario della Cassarmonica
L’
intera comunità di Grottole è pronta a celebrare il centenario della sua Cassarmonica. I primi passi sono stati compiuti venerdì sera, presso il Centro della Creatività “Gerardo Guerrieri”, con l’incontro pubblico di presentazione dell’Associazione “Amici della Cassarmonica”, in una sala gremita di persone, oltre alle tante decine di emigrati che hanno potuto seguire l’intero incontro in diretta Facebook dall’Italia e dall’estero. «Il novello sodalizio nasce in occasione dei 100 anni della cassarmonica di Grottole, gioiello artistico e demoetnoantropologico
inaugurato proprio nel 1924, frutto della maestria di artigiani locali, tra cui falegnami, fabbri ed elettricisti, che copiarono un padiglione musicale visto in precedenza a Taranto nel corso della festa patronale di san Cataldo. - si legge nel comunicato Questo comitato di persone si prefigge il compito di curare gli eventi legati alle celebrazioni del primo secolo di vita del manufatto, in stretta collaborazione con la parrocchia dei santi Luca e Giuliano di Grottole, il Comitato feste patronali, nonché in sinergia con l’Amministrazione Comunale, in piena coesione per le attività commemorative».
«La neonata associazione, che concluderà il proprio scopo sociale entro il termine dell’anno corrente, ha come presidente il parroco di Grottole, don Saverio Susai, e per presidente onorario il sindaco, Angelo De Vito, la vicepresidenza è affidata a Melchionda Nazario, il segretario è Mario Grilli, cassiere Domenico Lamagna, il coordinamento è gestito da Domenico Capobianco ed agli affari legali c’è Assunta Amati. Nel corso della serata è stato lanciato, ai presenti ed a tutti coloro i quali sono legati a questo bene appartenente all’intera comunità, l’invito ad associarsi numerosi per allargare il più possibile la base sociale e creare degli eventi all’altezza del padiglione ligneo in questione, che rappresenta un unicum di indubbia rarità non solo per la sua vetustà ma soprattutto per il suo essere patrimonio della collettività grottolese e non privato» continua il comunicato. All’incontro hanno partecipato i discendenti di coloro i quali, precisamente un secolo fa, vollero la realizzazione del bene, i tecnici che nel tempo hanno prestato la propria preziosa perizia per far sopravvivere il bene con le ne-
«È
di alcune ore fa la notizia che una coppia di cicogne nere è giunta nel nido di Oliveto Lucano». A darne notizia l'assessore all'Ambiente, Territorio ed Energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico. Si tratta di una specie simbolo del parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Fino a qualche anno fa quasi completamente scomparsa dal territorio italiano (solo 3 coppie tra Piemonte e Lombardia). «In Basilicata grazie alle azioni messe in campo dal Parco di Gallipoli Cognato su una singola coppia che nidificava sulle cime aguzze del territorio del Parco è stato possibile raggiungere l'obiettivo di 8 coppie nidificanti in regione. La specie è assai rara - continua Latronico - quindi è accertata in Basilicata l'esistenza di un ecosistema ideale per la specie». Diversi sono i territori lucani scelti dalla specie: oltre al Parco di Gallipoli Cognato, il Parco Appennino lucano Val D'Agri Lagonegrese e il sito comunitario ubicato nelle Ripe di Muro Lucano. «La Basilicata esprime sempre più la sua vocazione a scrigno di biodiversità. Un patrimonio da tutelare e tramandare alle generazioni future, conciliando anche le esigenze di valorizzazione delle aree protette come è avvenuto nel caso di Gallipoli Cognato con contemporanea presenza del “Volo dell'Angelo” e la cicogna nera». cessarie manutenzioni, gli ex componenti dei comitati feste, nonché tutti coloro i quali, per motivi diversi, si sentono legati alla cassarmonica. «Tra le attività improcrastinabili e necessarie che gli associati avranno il compito di realizzare, vi è in primo luogo il censimento del bene nel catalogo della Soprintendenza, nonché in quello Diocesa-
no, con la contestuale sottoscrizione dell’istanza di dichiarazione di interesse storico. Seguirà uno studio storico che culminerà con la stampa di un volume a ricordo di questo importante genetliaco, in cui saranno raccolte storie, immagini e racconti di tutti coloro i quali vorranno narrare qualcosa della cassarmonica» conclude la nota del Comitato.
Periscopio
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L’INTERVENTO Il segretario dei Radicali lucani sul conflitto Israele-Palestina tra riflessioni su pacifismo e diritti umani, manifesta la sua vicinanza agli israeliani
No, not one ovvero dei pacifisti a “Babbo morto” e di coloro che hanno rimosso l’attacco di Hamas
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gettivamente filo-Hamas. Non mi accoderò ai peana di coloro che non considerano la natura, l’essenza di una a domanda che tutti dovremmo organizzazione terroristica, quale inporci è la seguente: perché ordubitabilmente è Hamas. Sono un ganizzare una manifestazione nonviolento e non un pacifista a pro-Palestina nel giorno dedicato al“babbo morto” e voglio ricordare a la memoria della Shoah? Qual è il me stesso quanto affermava Ghanretroterra o, per dirla con parola andi: «Anche quando entrambe le parglosassone, il background che ha ti credono nella violenza, spesso la ispirato la solita manifestazione dei giustizia si trova da una delle due parsoliti pacifisti a “babbo morto”? C’è ti». Ecco, nel conflitto in atto, che forse materiale per un approfondito studio sodovrebbe essere definito più appropriatamente cio-antropologico. Domande forse retoriche, riflessioni da consegna- una operazione di Polizia contro i tagliagole di Hare a una memoria che potrebbe non avere futuro, mas, a mio avviso la giustizia sta dalla parte di abbattuta da ideologie e mostri che tornano a riaf- Israele. Forse è davvero giunto il momento di creare una orfacciarsi. Domande e ancora domande. Perché quanto accaduto il 7 ottobre del 2023 – gli stupri, le torture, i massacri, la barbara violenza dei nazisti di Hamas – è stato di fatto rimosso, per esser immediatamente sostituito da una insopportabile retorica filo-palestinese, che tra l’altro non considera che le prime vittime di Hamas sono proprio i palestinesi? Odio che alimenta odio e piazze vuote quando c’era da esprimere solidarietà alla democratica Israele e ai familiari di coloro che sono stati vittime di un attacco vile e proditorio. Come si può, mi chiedo e chiedo, mettere lo Stato di Israele sullo stesso piano della teocrazia iraniana? Evocando quel George Orwell del saggio “No, not one”, si potrebbe dire che coloro che son scesi in piazza per solidarizzare con i palestinesi sono ogDI MAURIZIO BOLOGNETTI *
ganizzazione mondiale della e delle democrazie, esprimendo l’auspicio che non sia della e delle “democrazie reali”. Forse è davvero giunta l’ora di porre al centro del nostro dibattito, del dibattito internazionale, la questione della qualità delle nostre democrazie e di un mondo appestato da varie gradazioni di regimi totalitari. Il bacillo della peste non muore mai, per dirla con Albert Camus, e a quel “bacillo” non prestiamo attenzione. Aleggia e si respira, in questo ventunesimo secolo, l’aria mefitica della banalità del male. Intendo manifestare la mia vicinanza a Israele e agli israeliani, esponendo alla finestra della mia abitazione la bandiera con la stella di David. *SEGRETARIO DI RADICALI LUCANI
E RESPONSABILE DIRITTI UMANI AZIONE BASILICATA
Il presidente dell’Ansb commenta l’approvazione in Senato del ddl che ha mobilitato a Pompei sindaci ed Associazioni per costituire la rete contro lo “Spacca Italia”
Autonomia differenziata, Pinto: «Riforma destinata ad aumentare divario tra Nord e Sud»
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’approvazione al Senato della secessione dei ricchi, voluta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha fatto scattare la mobilitazione contro l’autonomia differenziata». È quanto afferma in una nota il presidente onorario dell’Associazione Nuova Sanità e Benessere (Ansb) l’avv. Leonardo Pinto all’indomani dell’incontro svoltosi a Pompei e dove si sono riuniti sindaci e Associazioni di Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia per manifestare «un forte dissenso alla riforma spac-
ca Italia, a prescindere dalla sua incompatibilità con la Costituzione Repubblicana, poiché comunque e in ogni caso - enfatizza Pinto - destinata ad aumentare il divario tra Nord e Sud con penalizzazione, soprattutto, della sanità pubblica e della scuola pubblica». «Il progetto del centrodestra è chiaro - prosegue nella nota il presidente onorario dell’Ansb - sovvertire l’impianto costituzionale fondato su principi di solidarietà ed eguaglianza dei diritti fondamentali della persona per sostituirli con il “sistema della
concorrenza e del profitto” affinché ciascuno provveda per sé. Ma questo è incompatibile con gli artt.2, 3, 9, 32, 33 e 34 della Costituzione oltre che con l’ultimo comma della XVIII disposizione transitoria e finale della stessa e con l’art.25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948». «Si tratta - enfatizza Pinto di temi importanti che le Associazioni e i movimenti, al solito, approfondiranno con apposite giornate di studio per spiegare gli effetti dell’autonomia differenziata che mina l’unità del Paese. La Meloni quando rappresentava il 4% dell’elettorato chiedeva la soppressione delle Regioni perché inutili e dispendiose. Ora, sebbene di destra conservatrice che dovrebbe, quindi, preservare l’Unità sociale ed economica dell’Italia, fulminata sulla via di Damasco si è convertita al credo leghista per avere in cambio il “premierato”, altra sventura costituzionale”, lasciando a Forza Italia il sistema giustizia che langue». «Dunque - incalza - una cosa me, una cosa a te, una cosa
lui; si tratta di metodo assai grossolano per riformare la Costituzione Repubblica pensata ed attuata per garantire pari dignità sociale e rimuovere ostacoli socio-economici che condizionano la crescita dei cittadini. La Basilicata, nel contesto nazionale, è una regione strategica sia per la sua posizione geografica sia le sue immense ricchezze». Secondo tali considerazioni, Pinto, quindi, rimarca come «vada preservata dallo sciagurato disegno che si vuole attuare poiché la sua opposizione all’autonomia differenziata è certamente determinante. Opposizione che non potrà mai esservi se governata dal PD, i cui ascendenti sono responsabili della riforma del titolo V della Costituzione che ha consentito alla maggioranza di governo di approvare la Legge Calderoli. Peggio se si considera l’imposta candidatura di Chiorazzo che si sottrae a confronti pubblici. Né potrà esservi ovviamente opposizione se le prossime elezioni regionali dovessero confermare il centrodestra alla gui-
da della Regione. La “pentola a pressione” non regge più; l’incontro di Pompei ne é la prova. La società civile non ne può più». Tra i promotori di Pompei «gli amici», così definiti da Pinto, Michele Laurino sindaco di Sant’Angelo Le Fratte e Giacomo Rosa presidente dell’Associazione SVIMAR; presente anche Alessia Araneo. «Finalmente - sottolinea il presidente onorario Ansb Pinto - sta emergendo che non é più questione di destra o sinistra, ma di onesti e disonesti, di capaci ed incapaci, di chi è partigiano del bene comune e chi di se stesso. Al trasversalismo affaristico va quindi contrapposto il trasversalismo di persone perbene che hanno deciso di affidare la Regione a persone competenti e credibili per poterne conservare l’integrità. È ora che i Lucani si sveglino e si affranchino dal giogo di un ceto politico di inetti, inconcludenti, parolai, autocelebrativi, che mai hanno lavorato, senza scrupoli, capaci di tutto, socialmente pericolosi», conclude Pinto.
lunedì 29 gennaio 2024
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