La Coccinella

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TERRE D’ACQUA VERSO UN USO RAZIONALE DELLA RISORSA IDRICA. DOSSIER


Sommario Anno I - n. 0 - Gennaio 2013

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Dossier Oro Blu. Come razionalizzare un bene prezioso

Zaino in spalla Festa delle vigne 37 anni di tradizione

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Ecochic Borsa tascapane in pelle

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Il Cigno risponde La Posta

Piantala La Poinsettia Euphorbia pulcherrima

DIRETTORE RESPONSABILE: Anna Martino (amartino@legambientebasilicata.it) GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Lena Pepe (lpepe@legambientebasilicata.it); Gabriele Masi (gabriele_masi@hotmail.com) REDAZIONE: (redazione@legambientebasilicata.it) Marco De Biasi (presidente@legambientebasilicata.it) Valeria Tempone (v.tempone@legambientebasilicata.it) HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Giusy Lasco, Francesco Laurita, Michele Catalano EDITORE: Legambiente Basilicata Onlus PRESIDENTE: Marco De Biasi SEDE LEGALE E REDAZIONE: Viale Firenze 60C - 85100 Potenza Tel. 0971441541 Fax 097146699 - stampa@legambientebasilicata.it Spedizione in abbonamento postale : D. L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Potenza Stampa: Tipografia Sagittario Franchi Paolo snc di Fanchi Giuseppe & C. Via Malignani, 7 Bibione (Ve) Cap 30020 Testata reg. al Tribunale di Potenza al n. 475/2012 in data 20/06/2012 Abbonamento 11 numeri 12 euro. Pagamento su ccp 7862556 intestato a Legambiente Potenza. Altre modalità sul sito www.legambientebasilicata.it. L’iscrizione ad un circolo lucano della Legambiente comprende l’abbonamento annuale. Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’Editore garantisce la massima riservatezza nel trattamento dei dati forniti dagli abbonati. Ai sensi degli articoli 7, 8, 9 del Dlgs 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: Legambiente Basilicata Onlus, Viale Firenze 60C, 85100 Potenza, tel. 0971441541, fax 097146699, abbonamenti@legambientebasilicata.it. Il responsabile del trattamento dei dati stessi ad uso redazionale è il direttore responsabile.

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Una nuova avventura di Marco De Biasi iamo pronti per questa nuova avventura, diversamente non posso definire la decisione di far nascere un nostro mensile che ci consenta di raggiungere tutti i soci in Basilicata. Speriamo possa essere per noi un ottimo strumento di lavoro per far conoscere sempre meglio le nostre attività e per stimolare un dibattito sulle questioni ambientali in Basilicata basato sul rigore del ragionamento scientifico, sul coinvolgimento diretto dei nostri soci e di chi vuole contribuire a costruire un futuro sostenibile per la nostra regione. La grande attenzione che esiste, anche in Basilicata, per le tematiche ambientali, per le problematiche connesse all’industrializzazione ed alla tutela del territorio, per la problematica mai risolta della gestione dei rifiuti, per le questioni delle produzioni energetiche, dell’inquinamento, della tutela del paesaggio, dimostra, da un lato un forte interesse dei cittadini e dall’altro uno stato di difficoltà della politica e delle amministrazioni locali, che spesso hanno, nell’offrire soluzione ai problemi, a proporre ed attuare politiche per la sostenibilità. Conferma la centralità delle questioni ambientali di fronte ai profondi cambiamenti in atto e l’incapacità di cercare prima e trovare poi soluzioni al passo con i tempi ed adeguate alle sfide che abbiamo di fronte. Anche in Basilicata molte cose stanno cambiando rapidamente e molte altre potranno cambiare. La strada che questa regione percorrerà nei prossimi anni dipenderà da molti fattori e, forse, anche dalla capacità dell’ambientalismo e degli ambientalisti di rispondere alle sfide, indicando la via concreta per migliorare il benessere delle persone, un percorso di crescita collettiva, che riporti al centro il sapere, il territorio e la comunità, in armonia con l’ambiente attraverso la condivisione delle scelte e delle strategie e che possa ridare speranza nel futuro. È necessario lavorare per conquistare maggiore autonomia e protagonismo politico e sociale del movimento ambientalista, autonomia e protagonismo che vivono innanzitutto di conflitto, cui però deve accompagnarsi la proposta del cambiamento. Il conflitto, anche quello locale, è da sempre una grande, insostituibile risorsa dell’ambientalismo, e resta tuttora uno strumento essenziale del nostro agire. Ma un conflitto liberato dall’idea che difendere l’ambiente significhi lasciare tutto com’è, toccare il meno possibile dell’esistente, teorizzando futuri sostenibili senza mai provare a praticare un presente sostenibile, cercando spesso di scaricare i problemi ad altri lontani da noi nel tempo o nello spazio. Il conflitto che non deve mai appiattirsi sull’egoismo localistico perché così ne perderebbe la nostra ambizione ad interpretare l’interesse generale. Per salvare l’umanità dalla catastrofe climatica, per attuare la riconversione ecologica dell’economia, non bisogna limitarsi a “conservare” gli equilibri climatici, ma è necessario intervenire con forza per ristabilirli.

14 S

Gae (Gruppo d’acquisto ecologico) Quanti pesticidi ho nel piatto?

Cultura Storia di uomini e di ombrelli

L’editoriale

Continua a pag 19...


Dossier

ORO BLU COME RAZIONALIZZARE UN BENE PREZIOSO

L

a chiamano oro blu. Ovvero, elemento indispensabile per la vita e centrale per lo sviluppo - pertanto considerata più per la sua valenza economica che per quella naturale

- e tema da sempre al centro del dibattito nazionale e internazionale,

oggi particolarmente rilevante visti

gli esiti del referendum che l’ha decretata bene comune: risorsa accessibile a tutti nel rispetto di efficienza, efficacia ed economicità. La Basilicata ne è ricca. Non soltanto per la quantità di metri cubi che attraversano il territorio sottoforma di fiumi, mari o laghi. La Basilicata ne è ricca perché ricche sono le opportunità che derivano dagli usi di questa importante risorsa: in agricoltura, nella vita di tutti i giorni (la maggior parte della nostra acqua è infatti potabile). Tutti questi concetti sono racchiusi in un’unica espressione: “Terre d’acqua”, il progetto promosso dalla rete degli Osservatori e dei Centri di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità di Legambiente Basilicata (“Il Vecchio Faggio” di Sasso di Castalda, “Oasi Bosco Faggeto” di Moliterno, “Bosco dei Cigni” di Grumento Nova, “ I Calanchi” di Montalbano Jonico, “Melidoro Pollino” di Valsinni) insieme all’Osservatorio Ambiente e Legalità, in partenariato con Acquedotto lucano e Autorità d’ambito territoriale ottimale – Servizio idrico integrato Basilicata. Finanziato dal programma regionale Epos – Programma strategico 2010-2013 per l’educazione e la promozione della sostenibilità ambientale nell’ambito del bando 2011 “A… come acqua”, attraverso una

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Dossier

dei

processi

virtuosi,

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a partire dal secolo scorso. La crescente

per cui i citta-

pressione demografica, l’evoluzione degli

dini stessi e i

stili di consumo, l’inquinamento, l’incre-

giovani possa-

mento del fabbisogno di energia sono tra i

no essere la

principali acceleratori della crisi delle ri-

chiave di volta

sorse idriche: già oggi un miliardo e 200

e i protagoni-

milioni di persone non hanno accesso

sti stessi dei

all’acqua potabile e altri due miliardi di

cambiamenti

esseri umani sono privi dei servizi igienici.

necessari.

L’acqua sta diventando una risorsa sempre

Occorre cam-

più scarsa, preziosa, e sempre più al cen-

campagna di sensibilizzazione, informa-

biare l’approccio, che fino a oggi ha guida-

zione e animazione territoriale si è propo-

to la pianificazione della risorsa, passando

sta di far comprendere l’importanza della

dalla “politica della domanda” a una piani-

risorsa idrica quale bene rinnovabile ma

ficazione fondata sulla corretta gestione

limitato e responsabilizzare i fruitori a un

della risorsa disponibile. Ciò si traduce da

uso razionale dell’acqua, in primo luogo

una parte in una riduzione della domanda

di quella potabile. L’idea di partenza è

stessa e dei consumi, dall’altra in un in-

stata quella di mettere in campo azioni

cremento dell’efficienza degli usi.

tese non solo a informare, ma a incidere

I cambiamenti climatici hanno determina-

sugli stili di vita individuali, sulle abitudi-

to una parziale alterazione del ciclo

ni collettive, affinché ciascuno, in varia

naturale dell’acqua - lo scambio

misura, si assuma la responsabilità della

senza sosta fra atmosfera,

tutela di questa risorsa.

suolo, acque di superfi-

“Pensare globalmente, agire localmente”.

cie, acque profonde

E’ stato questo il filo conduttore dell’inte-

ed esseri viven-

ro progetto che non a caso ha puntato su

ti - facen-

una rete sinergica e collaborativa tra i

dolo

presidi educativi rappresentati dai Cea e

diven-

gli enti pubblici, come strumento di pro-

tare più

mozione della sostenibilità che mira ad

intenso

avere una ricaduta diretta sul territorio.

a

Partendo dall’analisi delle criticità legate

dell’incre-

alla risorsa acqua, si è cercato di innescare

mento dei tassi di

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causa

evaporazione e di precipitazione registrati

tali

tro di conflitti e tensioni sociali.


Dossier

T

anto a livello globale quanto a livello locale emergono varie criticità legate a un uso non sostenibile della risorsa idrica. Nello specifico, partendo da una più attenta analisi del nostro contesto territoriale, si è arrivati ad individuare alcuni nodi problematici:

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Gli stili di vita e le abitudini individuali sono spesso in contrasto con la tutela e la salvaguardia della risorsa idrica. Da un lato si evidenzia un consumo eccessivo di acqua negli usi domestici, dall’altro si tende TRASCINATI DALLA CORRENTE ad adottare pratiQUESTIONE DI CATTIVE ABITUDINI che scorrette che finiscono per contaminare i bacini idrografici. Si pensi ad esempio che un solo rubinetto che perde 30 gocce al minuto spreca circa 2400 litri di acqua all’anno. Se si utilizzassero gli guente abbassamento delle falde stesse e un mix di perdite fisiche involontarie, elettrodomestici a pieno carico, si potreb- riduzione della disponibilità di acqua. volontarie, allacciamenti abusivi e usi bero risparmiare tra gli 8000 e gli 11000 non contabilizzati. Secondo le stime dai litri di acqua annui per famiglia. E ancora, La gestione non sempre efficiente dati di Ecosistema Urbano 2011 ben 51 installare economizzatori idrici consentidelle reti di distribuzione deter- capoluoghi di provincia su 101 (per cui il rebbe un risparmio della quantità di acqua mina elevati sprechi. La rete ac- dato è stimabile) perde più del 30% erogata del 50%. L’uso eccessivo di detersiquedottistica vi e detergenti o la pratica scorretta di nazionale - poco più di versare gli oli vegetali di scarto diretta- 291mila chilometri - è mente negli scarichi domestici determina- vecchia: mediamente gli no una riduzione dell’efficienza dei sistemi acquedotti in Italia handi depurazione, con il conseguente afflus- no 32 anni di vita, un so di quantità elevate di questi agenti in- terzo di questi non vede quinanti in laghi, fiumi e mari. interventi di manutenzione straordinaria da Le attività antropiche rappresenta- circa un ventennio, alno spesso una minaccia per gli meno 50mila chilometri ecosistemi acquatici. L’inquina- andrebbero completamento degli habitat fluviali, lacu- mente rifatti. In alcuni stri e marini determina una pericolosa casi andrebbe rivista perdita di biodiversità e causa un’altera- anche la rete fognaria, in zione della catena alimentare. L’eccessiva particolar modo il sistecementificazione degli argini e dei letti dei ma di collettatura delle fiumi, dovuta non solo alle opere idrauli- acque piovane con le che, ma soprattutto all’abitudine di inse- acque reflue, che deterdiare attività per lo più industriali e arti- mina un inutile appesangianali negli alvei dei fiumi, con deviazio- timento di carico degli ne del corso degli stessi, oltre che a rap- impianti di depurazione. presentare un fattore di rischio idrogeolo- Direttamente legato alla gico mina i fragilissimi equilibri di questi vetustà degli impianti e ecosistemi. Anche le falde acquifere subi- alla diminuzione degli scono fattori di forte stress dovuti all’im- investimenti è il proble- Il canale nella Piazza di Tramutola – Alcune donne lavapatto delle attività antropiche, con conse- ma delle perdite di rete, no i piatti come si usava un tempo.

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Dossier potabile, non dotate di rubinetti e pertanto aperte a getto continuo.

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dell’acqua messa in rete. In Basilicata si riscontra una perdita del 50% circa. Un altro fattore spesso non calcolato, non direttamente legato all’impiantistica e che influisce sulle dispersioni idriche, è l’elevato numero di fontane pubbliche per acqua

L’uso agricolo impatta no-

tevolmente sulle riserve idriche, perché appena un terzo delle quantità prelevate rientra nel ciclo dell’acqua. Il 60% dell’acqua prelevata in Italia è destinata all’agricoltura, fotografia di una realtà nota agli addetti ai lavori ma poco conosciuta al di fuori di questa cerchia ristretta. Anche nella nostra regione, per cui il dato è in linea con quello nazionale, si registra un ingente utilizzo della risorsa idrica per usi irrigui. Tale stima, dal nostro punto di vista, non deve colpevolizzare il settore agricolo, ma diventare il punto di partenza

per innescare un’inversione di rotta. I quantitativi elevati di acqua sono imputabili in primo luogo alle tecniche di irrigazione. Basti pensare che i metodi impiegati principalmente sono l’aspersione e l’infiltrazione laterale, mentre risulta marginale il ricorso a tecniche di microirrigazione come i sistemi a goccia. Scarsamente impiegati anche i sistemi di recupero dell’acqua piovana che contribuirebbero ad aumentare l’efficienza del sistema. A ciò si aggiunge il ricorso a coltivazioni che scarsamente si adattano ai nostri terreni e che necessitano al tempo stesso di quantità di acqua elevate e superiori rispetto ai cultivar autoctoni.

*

I cambiamenti climatici alterano il ciclo dell’acqua. I rischi correlati ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo e il loro impatto potenziale determinano scenari a dir poco inquietanti: vaste aree a rischio di inondazioni e alluvioni, eventi meteorologici estremi, emergenza idrica, scioglimento dei ghiacciai, solo per citare quelli più strettamente correlati alla matrice ambientale acqua. I paesi dell’Europa del Sud, e tra questi l’Italia, scopriranno il problema della scarsità dell’acqua con gravi ripercussioni sull’agricoltura, sul sistema industriale ed energetico, sul turismo e sulla vita quotidiana di ogni cittadino.

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L’Italia è il paese più ricco di risorse idriche dell’Europa meridionale ma nonostante l’elevata disponibilità naturale e la buona qualità, è uno dei più importanti consumatori mondiali di acqua in bottiglia. Circa 200 litri l’anno a testa, un primato dagli alti costi ambientali ed economici. Ma quali sono le conseguenze di tale scelta sull’ambiente? Produzione, trasporto, smaltimento: ognuna delle fasi che accompagna la bottiglia di acqua minerale è caratterizzata da un forte impatto sulla qualità ambientale. Aumentano le bottiglie di plastica monouso e, quindi, il consumo di petrolio per fabbricarle e le conseguenti emissioni inquinanti, i camion per trasportarle, con il gasolio consumato e le relative emissioni atmosferiche, gli imballaggi destinati alle discariche.

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Dossier

P

erché l’acqua è un bene fondamentale per la vita e per lo sviluppo? Quali gli usi e le caratteristiche? Quali le cause dell’inquinamento e soprattutto quali i comportamenti orientati ad un suo uso sostenibile? Sono questi gli interrogativi a cui si è cercato di dare una risposta nel percorso di educazione ambientale che ha coinvolto 20 classi delle scuole medie e degli istituti superiori della regione per un numero complessivo di circa 400 ragazzi. Perché le future generazioni sono il perno attorno a cui ruota il cambiamento, nella veste di “maratoneti” delle buone pratiche, portatori dentro e fuori casa della staffetta della sostenibilità. Il percorso formativo ha visto la realizzazione sia di attività in aula che di “lezioni” sul campo, privilegiando in questo modo l’esperienza diretta. Le classi coinvolte hanno avuto la possibilità di realizzare escursioni alla sorgenti dei fiumi, visite a impianti di captazione e potabilizzazione. Hanno potuto partecipare all’at- Alcuni tività di monitoraggio dello sta- momenti to dei fiumi Agri, Basento, No- delle ce, Sinni e Melandro che ha lezioni consentito di mettere in relazio- nelle ne i concetti appresi con l’osser- scuole.

EDUCARE ALLA SOSTENIBILITA’ vazione diretta. I ragazzi sono stati così protagonisti di divertenti giochi d’acqua sullo spreco e sulla “bontà” dell’acqua potabile, di incontri di gruppo e lezioni interattive supportate dall’uso di immagini input, “quizzoni”, “interviste” e altri svariati strumenti ludico didattici. Un percorso propedeutico alla

parte più sperimentale, dove armati di pinze, guanti, provette e lenti di ingrandimento sono stati accompagnati in un viaggio alla scoperta delle proprietà organolettiche dei fiumi lucani e di eventuali criticità. Alcune di queste attività sono state poi riprodotte con gli adulti. La campagna “Acqua di rubinetto? Sì grazie – che ha lo

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Dossier scopo di sfatare il mito secondo cui l’acqua in bottiglia è qualitativamente migliore di quella che arriva nelle case lucane - ha visto protagonisti molti lucani invitati a un divertente “assaggio al buio” durante il quale, bendati, hanno dovuto sorseggiare acqua di rubinetto e acqua in bottiglia per poi distinguerle. La campagna, con il diretto coinvolgimento di Acquedotto Lucano, è partita da Montalbano Jonico nel mese di luglio per poi proseguire nel mese di agosto a Grumento Nova, a Sasso di Castalda e a Moliterno e finire a Potenza a settembre. Il risultato? “Come si è verificato già in altre occasioni – ha spiegato la responsabile della campagna per Legambiente Valeria Tempone – il 50 per cento delle persone ha riconosciuto l’acqua di rubinetto, l’altro 50 no. Tanto basta a sfatare la convinzione secondo cui l’acqua in bottiglia è più buona. Non solo. L’acqua in bottiglia è anche meno sicura, dal momento che quella del rubinetto viene controllata quotidianamente ed è a chilometro zero: arriva direttamente nelle nostre case evitando la produzione di anidride carbonica derivante dal trasporto e dalla produzione di quintali di rifiuti in plastica per via delle bottigliette. Infine è meno costosa: 10 litri di acqua di rubinetto constano un centesimo contro i circa 30 centesimi a litro dell’acqua in bottiglia”.

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CONCORSO FOTOGOCCIA L’acqua nella storia oltre a rappresentare una fonte di vita e un fattore di sviluppo, ha rappresentato un elemento di aggregazione e di socialità. Basti pensare alle fontane, ai lavatoi, agli abbeveratoi, intorno ai quali si svolgeva buona parte della vita lavorativa e sociale dei piccoli centri lucani. Molti di questi manufatti legati all’acqua sono in condizioni di degrado e abbandono. Da qui l’idea di riportarli alla luce attraverso il concorso fotografico “Fotogoccia”. Un concorso di idee con cui i cittadini sono stati invitati a inviare foto e proposte di recupero al fine di riflettere sul significato dell’acqua nella sua più ampia accezione e fornire spunti di approfondimento. Il concorso è stata anche l’occasione per attivare un servizio di segnalaI “suoni dell’acqua” di Giovanna Petrozione delle fontane di acqua potabile semne, vincitrice del concorso. In basso pre aperte e porre l’attenzione verso quealtre foto del concorso. sta forma di spreco.


Dossier piazza dei Centomila. Un’occasione per trattare i temi delle politiche di risparmio, di efficienza e di tutela ambientale in materia idrica in Basilicata. Il problema è stato osservato da diversi punti di vista, dagli aspetti relativi alla piovosità del nostro territorio, mutata nel tempo con precipitazioni meno frequenti ma più intense, alle nuove tecniche di irrigazione che permettono, a parità di risultato, un notevole risparmio idrico, fino ai consigli sulle CONCORSO FOTOGOCCIA potature dei frutteti volti a ridurre all’essenziale il fabbisogno idrico delle colture. Il neo direttore dell’Autorità regionale di bacino, Antonio Anatrone, ha illustrato le finalità e il ruolo strategico dell’Autorità per la corretta gestione e la salvaguardia delle acque lucane. Un’approfondita relazione sulla situazione delle acque sotterranee del bacino idrografico della piana metapontina e le interazioni con gli apporti delle acque di superficie, con il mare e con gli interventi antropici è stata presentata da Maurizio Polemio, del Cnr-Irpi. Un lavoro pluriennale ha evidenziato i A Scanzano Jonico un workshop per riflettere su una rischi di salinizzazione per una fascia estesa dei terreni più costieri migliore ottimizzazione della risorsa in caso di siccità prolungata, di eccessivo emungimento dalla falda o l settore agricolo è quello che uti- per usi irrigui, non deve far salire per l’en- di drastiche riduzioni delle portate dei fiulizza e consuma la maggiore nesima volta l’agricoltura sul banco degli mi, oggi quasi tutti interessati da dighe. quantità di acqua ed è quindi imputati, ma al contrario deve spingere Salvatore Graziano, del Consorzio di Bonifianche quello in cui è maggior- questo settore produttivo a diventare prota- ca di Bradano e Metaponto, non ha potuto mente necessario applicare una gonista, nel suo interesse, di una strategia tacere lo stato di disagio in cui versa il Conseria politica di efficienza, rispar- complessiva che riduca sorzio, con gravi passività mio e tutela della risorsa idrica, non soltan- i prelievi, porti ad un che minano l’operatività di E’ necessario to per motivi ambientali ma anche per pre- uso più efficiente e un ente strategico non solo abbandonare le servare una risorsa preziosa all’agricoltura aumenti la disponibiliper la gestione dell’acqua in vecchie concezioni stessa. Per fare questo è prima di tutto ne- tà della risorsa. agricoltura ma anche per il dell’acqua come cessario abbandonare le vecchie concezioni E’ questo, in sintesi, mantenimento della combene infinito dell’acqua come bene infinito, puntando quanto emerso dal plessa rete di canali di bosulle più innovative tecnologie di irrigazio- workshop "Acqua, agricoltura, ambiente" nifica presente nel Metapontino e che evita ne e abbandonando gli ormai obsoleti me- organizzato dal Cea "I Calanchi" di Montal- l’impaludamento di terreni coltivati intentodi irrigui che utilizzano molta più acqua bano Jonico nell'ambito delle attività del samente. Positiva, secondo Graziano, il prodi quella realmente necessaria. L’ingente progetto "Terre d'acqua" e che si è svolto a getto pilota del Consorzio che in alcuni utilizzo della risorsa idrica del nostro paese Scanzano Jonico presso la sala consiliare di comprensori ha introdotto i contatori volu-

ACQUA E AGRICOLTURA

TRA PRESENTE, PASSATO E FUTURO

I

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Dossier

CONCORSO FOTOGOCCIA

metrici per le utenze agricole e il pagamento a consumo. Questo modo di pagamento ha stimolato l’utenza all’uso di metodi irrigui ad alta efficienza che hanno consentito un contenimento del consumo d’acqua. Interessanti i risultati del lavoro sperimentale dei professori Xiloyannis e Di Chio, entrambi dell'Università degli studi di Basilicata, sulla gestione sperimentale di un frutteto finalizzata al miglioramento della fertilità del suolo e dell'immagazzinamento idrico dell'acqua delle piogge. La tecnica di "non coltura" del terreno ha molti aspetti positivi. Il terreno viene rivitalizzato da sfalci e potature che anziché essere bruciati vengono fatti assorbire naturalmente dal terreno che, nutrendosi di questa sostanza organica, migliora la sua produttività. Quanto alla lavorazione dei terreni sono stati presentati dati sulla capacità del terreno di assorbire CO2 mostrando che i terreni lavorati con le tecniche tradizionali faticano ad assorbire anidride carbonica a differenza dei terreni coltivati con la tecni-

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ca sperimentale della “non coltura”. Anche la capacità del terreno di trattenere l’acqua è migliore nei terreni del campo sperimentale rispetto a quelli lavorati tradizionalmente. Nella discussione sono intervenuti diversi

rappresentanti dei comuni metapontini, di associazioni di categorie agricole e di associazioni ambientaliste, i quali hanno posto l’accento sul rischio di peggioramento della qualità delle acque di montagna che alimentano le dighe e il bacino metapontino a causa dell’intensa attività di estrazione del petrolio e i rischi di un inquinamento irreversibilmente dell’acqua oggi destinata a uso potabile e irriguo. Il sindaco del Comune di Montalbano ha richiamato l’attenzione sulla destinazione dell’acqua delle dighe che vede a suo parere penalizzata l’agricoltura locale a favore della Puglia. Precisazioni sono state fornite sul rischio “desertificazione” del Metapontino a cui contribuisce anche un’errata gestione dell’acqua irrigua. Infine è stata rilevata la mancanza di un piano di gestione e di rischio delle acque, la cui redazione compete all’Autorità di bacino, che è stata esortata ad attivarsi per la sua predisposizione. Il convegno è stato concluso da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente che ha brevemente presentato il rapporto 2012 di Legambiente e Ambiente Italia “Acqua: bene comune, responsabilità di tutti”. Maurizio Rosito Cea "I Calanchi", Montalbano Jonico

LA PAROLA D’ORDINE E’ SOSTENIBILITA’ Qualità dell’acqua di rubinetto: le attività di acquedotto lucano

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cquedotto Lucano ha fatto della necessità di assicurare la qualità dell’acqua distribuita una delle sue priorità. Perché non basta far arrivare l’acqua nelle case ma, bisogna anche assicurare che la risorsa distribuita abbia tutte le caratteristiche rispondenti alle normative vigenti. Nel 2011 la quantità di acqua mediamente distribuita dalla rete è di circa 94 milioni di mc, di cui 63 milioni di mc di acqua di sorgente e 31 milioni di mc di acqua potabilizzata. Le acque distribuite nei 131 comuni lucani provengono nella maggior parte dei casi da sorgenti locali la cui falda è, di solito, superficiale. In queste acque, su cui si esegue solo la disinfezione con ipoclorito di sodio, la quantità di metalli pesanti anche previa clorazione è al di sotto dei valori limiti del decreto legislativo n. 31/2001. In quei comuni dove è distribuita acqua di sorgente miscelata, all’occorrenza, con quella proveniente dal pota-


Dossier bilizzatore del Camastra o nei comuni dove è distribuita acqua proveniente dal potabilizzatore di Montalbano Jonico, l’azienda pone particolare attenzione sui valori di parametro come cloriti, clorati e thm (parametri che tendenzialmente aumentano con il processo di disinfezione) non riscontrando, fino ad oggi, alcun caso di superamento dei rispettivi limiti nelle acque distribuite. Ad occuparsi del controllo e della qualità delle acque distribuite in Basilicata è la Direzione Vigilanza Igienica di Acquedotto Lucano che stabilisce i piani annuali di monitoraggio a disposizione degli organi di controllo istituzionale Asl, Arpab, Aato ed indica i parametri chimici e batteriologici da determinare sulle acque potabili ottemperando alle prescrizioni contenute nelle norme vigenti in materia. “Le analisi vengono condotte – spiega la dott.ssa Rosanna Brienza, direttore Vigilanza Igienica di Acquedotto Lucano - su parametri indicatori come l’odore, il colore, il sapore, il PH, la durezza; su parametri chimici per accertare la presenza o meno di sostanze tossiche quali, l’arsenico, il piombo, il bromato, il cromo, il mercurio, il nichel ed altri metalli pesanti; sui parametri microbiologici per accertare la presenza o meno di enterococchi, escherichia coli, coliformi alghe, funghi, enterobatteri patogeni e il conteggio delle colonie batteriche a 22 gradi e a 37 gradi”. Per far conoscere la certosina attività quotidiana di controllo dell’acqua, l’azienda oltre alle campagne di informazione e comunica-

zione, aderisce a diverse iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione della risorsa idrica. L’ultima che ha visto protagonista l’azienda a metà novembre è la campagna “Acqua di casa mia” organizzata dalla Coop Estense per sensibilizzare i cittadini ad un consumo consapevole dell’acqua. Non sembrerà strano, dunque, trovare nel reparto acque dell’Ipercoop di Matera, a disposizione di soci e consumatori, una scheda informativa con le caratteristiche chimiche e microbiologiche dell’acqua del rubinetto di casa propria, in modo da mettere il consumatore nelle condizioni di effettuare una scelta ancora più responsabile. Perché bere acqua di rubinetto è una scelta consapevole di vita che aiuta anche a salvaguardare l’ambiente. La campagna “Acqua di casa mia” ha messo in luce, infatti, proprio gli impatti che caratterizzano produzione e distribuzione dell’acqua in bottiglia,

a partire dalle emissioni di CO2. Si stima infatti che l’impatto derivante dalla produzione di 100 litri d’acqua in bottiglie e dal suo trasporto per 100 km, sia pari all’emissione di 10 kg di CO2, contro gli 0,04 kg di CO2 (il rapporto è 1 a 250) emessi se si sceglie di bere la stessa quantità d’acqua del rubinetto. Ogni italiano consuma al giorno 237 litri d’acqua (tra quella bevuta e quella usata per scopi domestici) e ogni anno, per il solo trasporto di acque minerali in bottiglia dalle fonti alle tavole, servono oltre 480 mila tir. Del resto l’interesse di Acquedotto Lucano nei confronti delle tematiche ambientali si evince anche dalle diverse partecipazione dell’azienda alle iniziative organizzate da Legambiente Basilicata come “Acqua di Rubinetto? Si grazie” nell’ambito del progetto “Terre d’acqua” conclusosi a settembre 2012, “Trenoverde” nel 2010, “La giornata mondiale dell’acqua” sempre nel 2010, per citarne solo alcune. Acquedotto Lucano, inoltre, si impegna a fornire acqua, in bicchieri biodegradabili, durante le manifestazioni sportive, ha provveduto ad installare l’etichetta dell’acqua permanente nei comuni di Potenza e Matera e dal 2008 realizza l’etichetta dell’acqua di rubinetto (14 i parametri analizzati, con relativo valore di riferimento, aggiornati annualmente) di tutti i comuni della Basilicata. L’etichetta è scaricabile dal sito internet www.acquedottolucano.it dove sono inserite, sempre per tutti i comuni lucani, le analisi idriche complete eseguite dall’azienda e aggiornate, anche queste, anno per anno.

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Dossier

Mantenere standard di qualità in un sistema di gestione complesso Intervista al Commisario di Aato Angelo Nardozza e al presidente di Acquedotto Lucano Rosa Gentile

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ra i diversi obiettivi di Aato (Autorità d’ambito territoriale dini lucani e non solo (visto che forniamo anche utenti di altre ottimale di Basilicata) e di Acquedotto Lucano, la valorizza- regioni limitrofe). Qualche problema di distribuzione lo scontiazione e la salvaguardia del patrimonio idrico lucano. mo in determinati periodi dell’anno, principalmente a causa della mancata interconnessione tra gli schemi idrici della grande distribuzione della risorsa. ual è attualmente lo stato di salute delle nostre acque?

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Il sistema idrico integrato di Basilicata, attraverso l’AaPer quanto riguarda la qualità, il lavoro di analisi fatto to e con l’opera di Acquedotto Lucano, assicura la quadalla nostra Vigilanza igienica è notevole. Basti pensalità e la quantità della risorsa per uso potabile e quinre che nei 131 comuni, circa 591.338 abitanti serviti, di, per quanto di competenza, possiamo affermare che sono dislocati 2.150 punti di prelievo presso i quali nel lo stato di salute delle nostre acque è ottimo. corso dell’anno 2011 sono stati effettuati 10.600 prelievi chimici e microbiologici contro i 901 controlli annui previsti dalla normatiLe principali fonti di approvvigionamento in Basilicata va vigente decreto legislativo n.31/2001, per un totale di 174.500 sono le 539 sorgenti sparse su tutto il territorio luca- parametri chimici e batteriologici suddivisi in 43.500 parametri no, e solo per pochi comuni gli impianti di potabiliz- chimici e batteriologici sulle acque potabilizzate e 131.000 parazazione del Camastra, del Pertusillo e di Montalbano metri chimici e batteriologici sulle acque di sorgenti. Jonico. Acquedotto Lucano in conformità alle normative europee Il numero maggiore di controlli va, dunque, nella direzione di e nazionali in materia di acqua potabile, effettua approfonditi assicurare sempre e costantemente una elevata qualità dell’acqua. controlli analitici sulle acque sotterranee, superficiali, sulle acque potabilizzate ed immesse nelle reti di distribuzione. no dei problemi del sistema idrico lucano è infatti la Non a caso la Regione Basilicata, diversamente da alcune regioni perdita di rete. Quali le cause e quali invece le soluzioitaliane, non ha mai richiesto al Ministero della salute alcuna de- ni? roga ai parametri fissati dal decreto legislativo n.31/2001. A fronte di tutto e proprio perché controllata quotidianamente e La perdita di rete è un problema che si può dire scrupolosamente, si può affermare che l’acqua lucana è sicura al “fisiologico” del servizio idrico nel suo complesso e 100%. quindi anche nella distribuzione potabile, dove le reti Per quanto riguarda la quantità, fortunatamente, non registriamo hanno mediamente un’ “anzianità” piuttosto alta. particolari criticità. Di solito è in estate che il maggior uso della In questi anni (2003- 2012) di funzionamento molto si è investito risorsa idrica, determinato anche dall’aumento di popolazione nei sull’efficientamento di tutte le strutture. Solo per dare un ordine nostri comuni, fa abbassare i livelli nei serbatoi costringendoci, in di grandezza, è interessante sapere che sono stati effettuati finanalcuni casi, a limitare la distribuzione dell’acqua per il tempo ne- ziamenti per circa 550 milioni di euro, di cui circa 520 di natura cessario al ripristino dei livelli ottimali. pubblica nell’ambito dell’ Accordo di programma quadro del 2002 e circa 25 milioni finanziati con la tariffa.

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uali le azioni che quotidianamente vengono messe in Ciò detto, in Basilicata, possiamo affermare che la perdita di rete, campo per raggiungere tale obiettivo? inizialmente alta, da qualche anno è nella media nazionale, anche se taluni danno delle stime più consistenti a causa di errate valuE’ compito del gestore del sistema idrico integrato tazioni, in quanto non si tiene conto che nella nostra regione vi assicurare il mantenimento di standard di qualità della sono grandi reti di adduzione (a suo tempo affidate al Sistema risorsa che distribuisce, ciò avviene attraverso il con- idrico integrato con funzione di trasferimento della risorsa anche trollo costante delle sorgenti e mediante il controllo extra Ato, le cui perdite vengono impropriamente caricate sul fisico-chimico sulla risorsa erogata, a tutela della salute dei citta- Sistema idrico integrato).

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Dossier Acquedotto Lucano è un gigantesco sistema di infrastrutture, collegate da più di 7.000 chilometri di tubazioni che si distinguono fra adduttrici (condotte che trasportano l’acqua dalla sorgente, o dall’invaso, al serbatoio) e distributrici (che trasportano l’acqua dal serbatoio ai rubinetti delle abitazioni). Ai complessivi 10.267 chilometri di reti idriche devono aggiungersi 3.359 chilometri di condotte di acque miste o nere. Si tratta, in totale di più di 13.500 chilometri di tubi con i quali non solo è possibile collegare tutti i comuni della regione, ma sarebbe possibile coprire l’intera distanza che separa la Basilicata dalla Cina, la stessa lunghezza del diametro della Terra. Le perdite sono inevitabili se si considera che, nella maggior parte di casi, si tratta di impianti ereditati dai vecchi gestori. I lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle reti di distribuzione ci consentono di ridurre, quanto più possibile, la dispersione della risorsa. Sono previsti, comunque, nuovi investimenti, a valere sul Programma operativo regionale, per l’ulteriore ammodernamento e costruzione delle reti idriche e fognarie, con l’obiettivo appunto di ridurre le perdite. Perdita, in alcuni casi, è sinonimo anche di uso non contrattualizzato della risorsa. Per questo l’azienda, in questi mesi, ha messo in atto una forte azione di monitoraggio per portare alla luce queste situazioni che pesano nella gestione del servizio.

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estire la risorsa acqua sul nostro territorio sembra cosa complicata. Diversi gli Enti che entrano in funzione nella governance. Quali le differenze tra essi e dove finisce la competenza dell’uno e comincia quella dell’altro? La gestione della risorsa idrica, nel complesso, è sicuramente cosa non semplice, per il fatto stesso che riguarda i diversi usi che la società moderna fa dell’acqua: agricolo, industriale, potabile. La legislazione nazionale e quella regionale sono intervenute sulla regolazione dei diversi usi e quindi sulle competenze dei diversi soggetti. A quelli già citati si aggiungono i Consorzi di bonifica e i Consorzi industriali. Questi ultimi nel tempo hanno svolto compiti effettivi di gestione della risorsa e tutt’ora fanno “fatica” a prendere atto che la Legge Galli (1994) prima e il decreto legislativo 152/2006 poi, hanno modificato profondamente lo scenario di riferimento. In Basilicata si sono manifestate forti resistenze al cambiamento, ma ultimamente con la legislazione di “riordino” delle funzioni e della organizzazione di tali Enti che la Regione ha adottato, si stanno creando le condizioni per una governance dell’acqua lucana più snella e razionale, nel contesto ormai codificato anche dagli organismi internazionali e che impone come assolutamente primario l’uso potabile dell’acqua rispetto agli altri usi ugualmente importanti. Perciò nel prossimo futuro, sarà più facile comprendere dove finisce la competenza dell’uno e comincia la competenza dell’altro soggetto, ciascuno investito di compiti e responsabilità precisi.

servizio idrico integrato, l’Aato Basilicata ha affidato ad Acquedotto Lucano dal 2003 la gestione del servizio idrico integrato in tutta la Basilicata: dal prelievo alle sorgenti, al trasporto attraverso gli acquedotti e la rete idrica, alla distribuzione nelle abitazioni, fino alla depurazione negli impianti di trattamento. Nel dettaglio l’azienda gestisce: 66 pozzi, 479 sorgenti, 170 impianti di depurazione, 142 impianti di sollevamento idrico, 93 impianti di sollevamento fognario, 829 serbatoi di accumulo, circa 2000 fontane pubbliche e 2 impianti di potabilizzazione.

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utela e salvaguardia non è soltanto manutenzione delle infrastrutture e sistema di gestione. E’ anche politiche agricole e industriali, territoriali, urbanistiche e di tutela del territorio. Quali le proposte in tal senso? L’ammodernamento insieme alla manutenzione efficiente e costante delle infrastrutture del Sistema idrico integrato sono una componente importante di una seria politica di tutela e salvaguardia della risorsa. Proprio la diversificazione degli usi della risorsa ai quali si è fatto cenno, impone al legislatore nazionale e regionale di varare politiche adeguate, non solo per i diversi settori ma, soprattutto, per la tutela complessiva del territorio. Un territorio che anche in Basilicata presenta grandi “debolezze” e che, ciclicamente, produce danni umani e materiali sempre più consistenti. L’Aato non ha competenze specifiche sulla gestione corretta del territorio, ma è cosciente che un territorio gestito con accortezza e in sicurezza, preserva le stesse infrastrutture del Servizio Idrico con evidenti ricadute positive sui costi di gestione e sulla qualità del servizio al cittadino. L’Aato guarda con attenzione al varo definitivo del Piano di tutela della risorsa idrica che la Regione ha già adottato, perché lo si ritiene uno strumento indispensabile per il corretto uso del territorio e per la tutela complessiva della risorsa acqua quale “bene comune” essenziale e primario.

La Basilicata, con i suoi circa 10 mila metri quadri di territorio, non è una piccola regione, ma una regione medio grande, assimilabile alla Liguria o alle Marche. La differenza sta nella densità di popolazione. La difficoltà di realizzare un chilometro di condotta in una regione dai grandi spazi, di natura montuosa e dalle demografia contenuta, resta invariata sia che si servano 10 o 100 utenze. Negli ultimi decenni nonostante le difficoltà oggettive, il sistema idrico integrato risulta omogeneo in tutta le regione, sia per la distribuzione della risorsa che per la depurazione. Per il corretto uso della risorsa, inoltre, il programma di conturizzazione delle utenze idriche, approvato dal Cipe negli anni scorsi e avviato in una prima fase tra Potenza e la Val d’Agri solo per le utenze agricole, a pieno regime consentirà di rilevare, a distanza, i dati delle erogazioni civili, industriali ed irrigue presenti sul territorio regionale necessari per stimare il consumo idrico. Nuovi investimenti, inoltre, sono previIn attuazione della legge Galli (L.36/94) e della legge sti per migliorare la qualità delle acque di depurazione e assicurare regionale (L.R. 63/96) in materia di organizzazione del la continuità della salvaguardia dell’ambiente.

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Zaino in spalla

FESTA DELLE VIGNE 37 ANNI DI TRADIZIONE di Giusy Lasco

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a Basilicata è una terra antica, dove le tradizioni rivivono attraverso la celebrazione di feste e sagre che ripropongono sapori e costumi del passato, nonché pratiche e rituali che, contrariamente a quanto accade in altri luoghi, non sono stati affatto dimenticati. Questi eventi, incentrati sulla valorizzazione e difesa del patrimonio agroalimentare, rinsaldano il legame con la terra e la memoria accrescendo il senso identitario delle comunità attraverso la riscoperta delle proprie origini. Questo accade anche a Viggiano, in Alta Val d’Agri, dove, da ben 37 anni, la prima domenica di ottobre, si svolge la tradizionale Sagra dell’uva, meglio conosciuta come Festa delle Vigne, dal nome dell’omonima contrada presso la quale ha luogo, le Vigne, e dove si trovano i vigneti che producono il Rosso e il Rosso Riserva, i noti vini della DOC “Terre dell’Alta Val d’Agri”, certificata dal 2003 con la costituzione di un Consorzio di Tutela e Valorizzazione formato da 6 produttori locali. La festa trae origine dai festeggiamenti in onore della Madonna di Pompei, venerata nella piccola cappella sita in loco, ma col passare degli anni ha assunto sempre più le fattezze di una festa agraria volta a celebrare l’uva, a vendemmia e il vino a cui il territorio di Viggiano è particolarmente vocato, non solo a

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Alcuni scatti della Festa delle vigne a Viggiano. Prodotti tipici, spettacoli con i cavalli e raccolta dell’uva. (foto Pro loco Viggiano)

livello produttivo, ma anche per le connessioni con la sfera musicale, rispetto alla quale si fregia del titolo di “città della musica e dell’arpa”. Poco nota nel resto della Valle, è, forse, la vera festa dei Viggianesi che a pochi giorni dalle annuali operazioni della vendemmia coinvolge grandi e piccoli con attività e giochi tradizionali che denotano l’esistenza di un forte substrato culturale.


Zaino in spalla

I festeggiamenti. Il bambino che suona l’organetto e le ragazze che pigiano l’uva secondo tradizione. ( foto Pro loco Viggiano)

Ci piace parlare di ce sulla tradizione. Tra gli stand di questo appuntaprodotti tipici esposti dalle aziende Una festa mento con il nolocali (salumi, formaggi, olive, ma and’altri tempi me familiare di che biscotti, taralli, pane e olio) e d’arcome solo Festa delle Vigne, tigianato, si sono susseguiti giochi a le feste proprio per sottocui hanno partecipato tutti, grandi e linearne la dipiccoli: tiro alla fune, corsa nei sacchi, di paese mensione locale sanno essere corsa a cavallo, gara di organetto e che la caratterizciaramella. Certamente più entusiaza. La Festa quesmanti sono state la dimostrazione st’anno si è svolta il 7 Ottobre e la giorna- della tecnica di pigiatura con i piedi, eseta ha avuto un esito positivo, complici le guita quindi secondo la modalità traditemperature ancora estive che hanno zionale, e la premiazione del grappolo anche condizionato, tra l’altro, la produzione e, soprattutto, la maturazione dell’uva. La giornata, organizzata, come di consueto, grazie all’impegno profuso dall’associazione Pro-Loco di Viggiano, col patrocinio del Comune di Viggiano e dell’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano (Val d’Agri-Lagonegrese), è stata divisa in due parti: la mattinata è stata dedicata principalmente alla SS. Messa, alla processione lungo le vie di contrada San Giovanni, presso l’antico lavatoio pubblico, ed all’espletamento delle pratiche liturgiche in onore della Madonna di Pompei; il pomeriggio si è orientato inve-

più bello, effettuata secondo criteri stabiliti da un regolamento precedentemente diffuso. Al termine della serata, al chiarore del fuoco di un falò, si è svolta una sfilata di costumi tradizionali Viggianesi, accompagnata dalle note della tipica tarantella. Una festa quindi d’altri tempi, semplice come solo le feste di paese sanno essere, ma che, nella sua semplicità, racchiude l’identità e l’essenza di un territorio ancora fortemente legato alla tradizione del vino, divenuto un prodotto d’eccellenza di cui farsi vanto.

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Cultura / rubriche

IL GRUPPO DI ACQUISTO ECOLOGICO (Gae) Quanti pesticidi ho nel piatto?

A

ttenzione alle grandi marche, consumo di frutta e verdura fuori stagione, poca accuratezza nella scelta di prodotti meno imballati, disinteresse verso certificazione e provenienza, criterio di giudizio basato sul prezzo e non sulla qualità. Questi gli errori più comuni quando sia va a fare la spesa. Si tratta di un consumo a – critico, che non pensa. Incurante delle conseguenze sul proprio benessere e su quello della collettività. Da queste considerazioni presso il Circolo Legambiente Potenza nasce il Gae, Gruppo di acquisto ecologico. Si tratta di uno spazio in cui la domanda incontra l’offerta. I produttori locali interessati e intercettati dai responsabili dell’associazione in base a dei criteri individuati dagli stessi, forniscono settimanalmente i loro prodotti. Agli utenti del gruppo di acquisto, generalmente soggetti già sensibili a questo tipo di tematiche – il Gae nasce anche per allargare le maglie della rete viene fornita una lista della spesa sulla quale effettuare gli ordini. Lo “statuto” del Gae si basa sulla legge delle tre S: sostenibilità ambientale (consumo a “km 0”, acquisto merce sfusa e non imballata, ricerca di produzioni da agricoltura biologica o integrata) sostenibilità sociale (attraverso il circuito del Commercio Equo e Solidale che garantisce la massima trasparenza e il rispetto dei diritti e delle condizioni dei lavoratori svantaggiati del Sud del Mondo), sostenibilità economica (concetto di “filiera corta” che, avvicinando il produttore al consumatore ed eliminando tutti i passaggi intermedi, garantisce un prezzo più equo per entrambi). Tra le attività rientrano dunque anche le campagne nazionali e locali, gli incontri atti a promuovere il consumo critico. E’ in quest’ottica che diamo a tutti voi appuntamento fisso ogni mese sulle colonne del nostro mensile, per affrontare insieme, di volta in volta, le innumerevoli questioni che gravitano intorno all’argomento. Per questo primo appuntamento, sul tavolo, la presenza dei pesticidi nel piatto. Lo spunto di riflessione viene dall’ultimo rapporto Legambiente nazionale elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali competenti. Per quanto riguarda la Basilicata, il dato relativo alla presenza di residui fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati su un numero di campioni superiore allo scorso anno, non presenta irregolarità. In un campione di melanzane si è registrata presenza di residui Cyprodinil (0,02mg/kg) e Pyridaben (0,04mg/kg). Nella frutta, invece, 1 campione di pere, 2 di albicocche e 3 di mele sono risultati regolari con 1 residuo, il Boscalid. Il Cyprodinile e il Bosclaid sono tra i più diffusi. Il primo è classificato come lievemente tossico, non cancerogeno, ma inquinante per il suolo e le acque. Il secondo , invece, è una sostanza attiva fungicida di contatto, molto attivo nei confronti di numerosi funghi patogeni. Le regioni di provenienza dei prodotti italiani per il no-

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stro territorio sono Basilicata, Trentino, Sicilia, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta, Toscana e Puglia. Per i prodotti stranieri, le nazioni d’importazione sono Canada, Cina ed Ecuador. La situazione è quindi abbastanza rassicurante e in linea con i dati nazionali, che vede i campioni fuorilegge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo residuo (18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al 17,1% (18,5% nel 2011). Purtroppo, però, insieme all’aumento in percentuale dei campioni in regola, si registrano molti casi in cui il numero delle diverse sostanze chimiche sono presenti contemporaneamente su uno stesso campione. Se la normativa vigente ha portato a un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e all’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto alimentare. Da questo punto di vista la situazione è tutt’altro che rassicurante, trattandosi di un composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consumatori e per l’ambiente.


Cultura/rubriche STORIA DI UOMINI E DI OMBRELLI Alice Umana racconta il difficile rapporto uomo—natura

E

di Anna Martino

se gli ombrelli fossero una -4B-5A-5B-5C dell’istituto Comprensivo specie rara, appartenenti "L.Milani" Potenza quarto- scuola prialla famiglia dei pipistrelli maria "Tullio Trotta"protagonisti del ma diversi soltanto per concorso in quanto parte integrante quell’unica zampa che gli della giuria che ha decretato il vincitore uomini hanno chiamato dell’edizione lucana. Nel dare una sua manico? Usa una metafora Alice Uma- personalissima definizione di ambiente, na, autrice del libro per ragazzi “La zam- Alice Umana ha parlato di tutto ciò che pa dell’ombrello” per parlare di libertà, ci circonda, uomo compreso. “Ambiente del rapporto uomo - natura. è anche la vostra scuola – ha detto – la I protagonisti della storia sono appunto vostra casa, la vostra classe. Ed è per gli ombrelli, che da sempre fanno com- questo che è necessario voi ne abbiate pagnia agli uomini nei giorni più cupi e cura così come vi prendete cura di una malinconici. Una funzione, questa, cosa che vi appartiene, di voi stessi”. tutt’altro che naturale. Gli ombrelli, infatti, vivevano liberi e spensierati, quando un bel giorno, ammaliati dal loro magnifico canto, gli uomini chiesero loro di cantare tutti insieme tutti i giorni nelle proprie città. Ma gli ombrelli si opposero. La loro vita andava bene così com’era. Tra gli altopiani delle loro montagne, padroni di poter cantare come e quanto volevano. A quel punto gli uomini presero gli ombrelli con la forza. Seguì una durissima battaglia durante la quale furono gli uomini a prendere il sopravvento, arrestando gli ombrelli con un semplice bottoncino. Fu allora che, ridotti in schiavitù, gli usignoli con le ali da pipistrello persero tutto ciò di cui era- Alice Umana, l’autrice del libro. no in possesso: la voce e la libertà. La zampa dell’ombrello è una favola. E Libertà, rispetto, cura, armonia. Principi come tutte le favole ha in sé una morale, universali alla base di un qualsiasi rapsebbene lontana dall’intento dell’autri- porto. A dare maggiore impulso alla ce. E’ stata la stessa Alice Umana a rac- storia le illustrazioni dell’artista Agosticontarlo, ospite a Potenza per la vota- no Iacurci, che ha dipinto le tristi giorzione finale del concorso nazionale Un nate degli ombrelli con i toni opachi libro per l’ambiente, promosso da Le- dell’ocra, del porpora, del carta da zucgambiente e la Nuova Ecologia. A det- chero. tarne la trama, i caratteri dei personaggi La prima edizione lucana di Un libro e i linguaggi usati, la fantasia. Fa da con- dell’ambiente si è conclusa con la vittotraltare, però, un messaggio tutt’altro ria di “La banda del mondo di sotto”, di che fantasioso . La libertà non è solo un Paola Dalmasso edito da EDT Giralanconcetto o un ideale. E’ uno stile di vita, golo, sui bambini di Bucarest. intesa non come arbitrarietà ma come Il premio rientra in un progetto promosrispetto per gli altri e per se stessi. E’ so dalla Biblioteca Nazionale di Potenza vivere in armonia con il mondo. Lo spie- e dal Centro di Educazione Ambientale ga bene Alice Umana agli alunni delle “Il Vecchio Faggio” nell’ambito del proclassi 3, 4 e 5 dell’Istituto Comprensivo gramma regionale Epos 2010 – 2013 per Potenza settimo- scuola primaria l’Educazione e la promozione della so"Nicola Stigliani" e delle classi 3A-3B-4A stenibilità ambientale.

Il “calore di casa”, consigli per non disperderlo Salve, dopo anni di “sacrificante” vita in città insieme alla mia famiglia (io, mio marito e un bimbo di quasi 6 anni) stiamo per trasferirci in campagna. Per quanto possibile vorrei costruire una casa che sia a prova di energia, ovvero efficace ed efficiente dal punto di vista del risparmio energetico, in particolare per quanto riguarda il riscaldamento. Ho fatto un giro in rete ma adesso sono più confusa di prima. Sapreste darmi voi delle indicazioni su cosa tener presente? Grazie, Francesca Cara Francesca, intanto bisogna tener conto dell’orientamento. Le finestre verso sud dovrebbero essere più ampie in quanto ricevono sole d’inverno, verso nord dovrebbero trovarsi finestre più piccole, muri più coibendati e parti d’abitazione più fresche (garage, corridoi, scale). Anche le prestazioni dell’involucro vanno controllate: i muri e i tetti devono garantire un buon isolamento termico (nelle zone più spesse si consigliano 40- 50 cm di spessore), le finestre (doppio vetro), una buona tutela e un buon isolamento acustico. Coperture: i pavimenti posti al di sopra di porticati o garage e piani non riscaldati possono essere mantenuti caldi solo applicando pannelli isolanti sotto la pavimentazione. L’isolamento dei tetti o dei solai è generalmente l’intervento più conveniente, perché il calore si disperde verso l’alto. Meglio informarsi sulle novità normative per abitazioni nuove e ristrutturate e richiedere sempre l’attestato di certificazione energetica. Ricorda, infine, che sono previste agevolazioni e contributi. Per info: www.sviluppoeconomico.gov.it; www.anit.it e www.viviconstile.org.

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Cultura / rubriche di Francesco Laurita (fr.laurita@gmail.com)

Il

cuoio è il materiale più antico usato dall’uomo, è un fascino ancestrale quello che gli oggetti in pelle e cuoio riescono ad esercitare su di noi. Spesso questo materiale ha caratterizzato interi periodi storici. Come dimenticare ad esempio le famose borse tolfetane diventate simbolo degli anni settanta. Oggetti in pelle sono presenti quotidianamente nella nostra vita: chi non ha un capo di pelle nell’ armadio, magari un po’ vetusto e rovinato? Ebbene, è da questo che è nata l idea di recuperare vecchi capi inutilizzati e farne degli oggetti nuovi realizzati a mano. BORSA TASCAPANE IN PELLE Occorrente: ago da materasso, fustellatrice o preferibilmente un punteruolo, spago, vecchio giubbotto in pelle, fobici/trincetto, vecchia cinta. Per prima cosa occorre separare la pelle dalla fodera, asportare i bottoni o eventuali cerniere, scucire le maniche e il collo, questo per avere sotto gli occhi il pezzo di pelle effettivamente utilizzabile. La parte più estesa e quindi più comodamente utilizzabile è il dorso. Retro del pezzo di pelle con accanto Creare sul cartoncino la strumenti da lavoro. sagoma della borsa, questa non sarà composta da un'unica parte ma da più pezzi (è importante dunque, in questa fase, essere molto precisi). Stendere la pelle e riportare sul rovescio con un gessetto le sagome ritagliate dal cartoncino. Una volta ottenuti i pezzi della nostra borsa occorrerà assemblarli. Consiglio se non si è esperti, di usare un po’ di colla per saldare le parti, questo ci aiuterà a mantenere la forma e ci agevolerà nel

cucito. Dato che la pelle è un materiale elastico e resistente incontreremo un po’ di difficoltà nel far passare l’ago quindi prima di cucire occorre con la fustella- Francesco che cuce due pezzi di una borsa con ago da materasso e robusto spago. tricepunteruolo praticare dei buchi lungo tutti i bordi. A questo punto dovremmo aver ottenuto la nostra borsa priva, però, di due parti fondamentali: la tracolla e la chiusura. Per la chiusura basterà ricorrere ad un semplice bottone realizzato da noi stessi in cuoio e da dei lacci che ne assicurino l’aggancio oppure, rivolgendoci ad un calzolaio, faremo applicare un bottoncino automatico. Per la tracolla occorre una vecchia cinta privata naturalmente della fibbia, che cuciremo ai due lati della borsa. Se la cinta non è dello La borsa finita. stesso colore della nostra borsa basterà rivestirla con la pelle, consigliabile è l’uso, in questo frangente, delle maniche. In alcune parti la nostra opera presenterà magari delle vecchie cuciture, dei graffi, oppure i segni inequivocabili dell’usura, non sarà un oggetto perfetto, ma sarà stato realizzato da noi e questo le darà sicuramente importanza.

afflosciare in poche ore. Trapiantatela in no uno spiraglio di luce. Bagnatela con reun terriccio a base di torba o di tipo univer- golaritá e somministratele ogni settimana sale. Temperatura: resiste fino a 12°C e

di Michele Catalano Agronomo esperto paesaggista

LA POINSETTIA (EUPHORBIA PULCHERRIMA)

un concime ad alto tenore di potassio e

soffre oltre i 20°C, sia

fosforo. Quando la pianta perde le

d’inverno sia d’estate.

bratte colorate, tagliate i fusti a

Acqua: va bagnata in

un’altezza di 10-30 cm dalla base

abbondanza appena il

(dipende

terreno in superficie

pianta), bagnate un pò meno e,

si è asciugato. Non la-

La Poinsettia o comunemente detta stella sciate la appassire: perdi Natale è originaria del Messico, dove derá in fretta le foglie cocresce spontanea nel sottobosco, raggiun- lorate. Non vaporizzate la:

dalla

grandezza

della

dopo 10 giorni dalla potatura, somministrate il concime per piante verdi. In poco tempo la stella di Natale si riempirá di grande foglie verdi.

RIMEDI UTILI gendo i 2-3 metri di altezza. I veri fiori della non ama l’acqua sul fogliame. stella di Natale sono rotondi, minuscoli e Concimazione: durante la fioritura, ogni 7- Se le foglie scoloriscono, è per un invisibile giallastri, al centro della corona di foglie 15 giorni con un prodotto per piante fiorite; acaro che succhia la linfa. Trattate immecolorate. Queste foglie modificano il pro- dopo la fioritura, da aprile a settembre diatamente con un acaricida, ripetendo prio normale colore verde per segnalare ogni 20-30 giorni con un prodotto per pian- l’intervento dopo 7 giorni. Se notate sulla pagina inferiore delle foglie e lungo i fusti agli insetti impollinatori la partenza dei te verdi. fiori.

COME FARLA RIFIORIRE

piccoli dischetti bruni ben attaccati, si trat-

COME COLTIVARLA

Per farla rifiorire, in settembre dovete met- ta della cocciniglia cotonosa. Intervenite

Posizione: in un luogo luminoso, ma non terla in un luogo buio o incappucciarla con spruzzando un prodotto anti cocciniglia, esposta ai raggi solari diretti. Detesta le un doppio sacco di plastica nera per 14 ore ripetendo dopo due settimane e fino alla correnti d’aria fredda, che la possono fare al giorno, in modo che non riceva nemme- completa scomparsa dei parassiti.

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La coccinella / GENNAIO 2013


segue da pag. 2 … È necessario cambiare il sistema di produzione dell’energia, i nostri consumi energetici, la gestione dei rifiuti, il ricorso alla nuova edificazione che consuma irreversibilmente grandi quantità di territorio, ad esempio, ma per arrivare a questo è necessario agire e fare, puntando su nuovi impianti produttivi, per le energie rinnovabili sugli impianti di compostaggio, ecc. La risposta dell’ambientalismo non può essere dei no a tutto, perché dire no a tutto, agli impianti eolici come alle centrali a carbone, agli impianti per il compostaggio dei rifiuti come agli inceneritori, alle nuove ferrovie come alle nuove autostrade è dire no ai radicali cambiamenti senza i quali l’inquinamento, il degrado ambientale, la perdita di biodiversità continueranno sempre a crescere. Dire no anche a quello che fino a pochi anni fa era considerato indispensabile per uno sviluppo sostenibile del Paese non è serio e non riesce ad essere compreso anche da una grande parte dei nostri concittadini, portando le posizioni degli ambientalisti ad essere meno credibili. Per rafforzare queste scelte è necessaria una conoscenza dei problemi e delle soluzioni, una precisa proposta politica e scelte sui territori chiare e trasparenti. Con questo nuovo mensile proviamo a dare il nostro contributo aprendo discussioni e dibattiti sulle tante questioni che sono oggi davanti a noi, affinché le questioni ambientali assumano sempre più un valore strategico, per realizzare uno scenario che guardi alla modernità con il metro della sostenibilità, in cui le opportunità dello sviluppo vengano interpretate nei limiti della scarsità delle risorse e vengano scandite con la pratica del buon governo del territorio.

Epos è un Programma Strategico messo in campo dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, incardinato al sistema Infea nazionale, finanziato dal PO FESR 2007 — 2013, da fondi statali e regionali per la diffusione e la sedimentazione della cultura della sostenibilità. Il programma prevede proposte educative, moduli formativi, progetti di animazione territoriale, attività scolastiche ed extra scolastiche che coniughino conoscenza scientifica e creatività, informazione e comunicazione. Rappresenta pertanto, un valore aggiunto per tutto il territorio, sia per la scelta strategica di rafforzare e promuovere il tema dell’educazione e della sostenibilità in modo trasversale, sia per l’idea di dare nuova linfa alla rete REDUS, Rete di Educazione alla Sostenibilità della Basilicata. Il programma, infatti, prevede il coinvolgimento di tutti gli attori della rete REDUS, composta da Centri (CEAS), Osservatori ambientali per la sostenibilità (OAS) e Amici della Rete (Adr) che operano in simbiosi con i relativi ambiti territoriali di riferimento per promuovere una maggiore responsabilità verso i problemi ambientali e radicare la consapevolezza della necessità di essere coinvolti nelle politiche di governo del territorio. Ceas, Oas e Adr sono soprattutto organizzazioni Onlus/no profit, associazioni culturali e ambientalistiche o società che evidenziano la propria funzione educativa, ambientale e alla sostenibilità nel proprio statuto.

Telefono: 0971/480044

Fax: 0971/1900105

Email: info@giuzio.net La coccinella / GENNAIO 2013

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anno 1 - numero 0 - dicembre 2012


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