Che cos'è un fiume? - di Monika Vaicenaviciene Ed. Topipittori

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SuperPiNO: Piccoli Naturalisti Osservatori

Un fiume è un viaggio. Una sorgente canterina, un crepaccio in un ghiacciaio, una palude fangosa o un lago silenzioso: ecco da dove nasce un fiume. In un istante. Poi comincia ad andare. Questo libro serve per iniziare a conoscere i fiumi. Ti accompagneranno in questo percorso la voce e la mano di Monika Vaicenavičienė: ascolta e osserva e imparerai molte cose. PiNO, ovvero Piccoli Naturalisti Osservatori è una collana dedicata all’osservazione di quello che vive intorno a noi, per avvicinarsi al piacere della scoperta e alla bellezza della natura. E capire che la nostra vita dipende da un ambiente vasto, variegato e affascinante nel quale ogni momento accadono cose importanti, anche se non lo sappiamo o non ce ne accorgiamo.

€ 20,00




superPiNO: Piccoli Naturalisti Osservatori


Io e la nonna siamo sulla riva del fiume. Io raccolgo fiori. Ogni pianta ha un significato: le margherite sono l’amore; il trifoglio, la salute; le canne, la resilienza. La nonna dice: adesso facciamo una ghirlanda. La nonna ha portato una grande tela, alcuni fili e un ago: sta ricamando una tovaglia. Il fiume risplende nell’ombra e riflette gli alberi, i fiori. Sotto la superficie nasconde grandi profondità. Proprio come noi. Fiume, chi sei? Nonna, che cos’è un fiume?


«Un fiume è un filo», dice la nonna.

«Un filo che ricama il mondo con disegni meravigliosi, cucendo insieme le storie, collegando i luoghi, i tempi e le persone».

I fiumi non sono che una parte piccola, piccolissima, dell’acqua dolce del pianeta: solo lo 0,0002%! Più o meno come un cucchiaino sta a una vasca da bagno. Ma pensa a cosa possono fare i fiumi: possono trasportarci e ristorarci, accoglierci e farci ricordare, spaventarci e ispirarci. Vediamo…


«Un fiume è un viaggio»

Una sorgente canterina, un crepaccio in un ghiacciaio, una palude fangosa o un lago silenzioso: ecco da dove nasce un fiume. In un istante. Poi comincia ad andare. I fiumi attraversano i luoghi più diversi: terre selvagge e città, dense foreste e lussureggianti acquitrini, steppe e tundre, monti e vallate. Scorrono nel freddo e nel caldo; saltano dalle cascate, si trascinano pigramente nei meandri delle paludi, girano, tornano su loro stessi e spariscono sotto terra. Scavano orridi e trasportano sedimenti fino al mare, creando immensi delta. I fiumi si uniscono e scorrono insieme, legando paesi e persone. Il corso del Nilo, il fiume più lungo al mondo, nei suoi 6850 chilometri attraverso l’Africa, incontra milioni di persone. Il Danubio, il più lungo in Europa, attraversa dieci nazioni e riceve le acque di fiumi nati in altre nove.

I fiumi scorrono sotto ai ponti, si riposano dietro le dighe e poi arrivano fino a noi. Fino a te e a me, nonna.


«Un fiume è una casa» Mammiferi, uccelli, pesci, insetti, rettili. I fiumi offrono una casa alle più stupefacenti fra le creature. I fiumi sono fra gli ecosistemi più complessi sulla Terra e ospitano più specie di pesci rispetto agli oceani. Fin dall’antichità più remota, le persone hanno scelto di vivere sulle rive dei fiumi. Le prime civiltà si sono sviluppate nelle valli fluviali

del Tigri e dell’Eufrate,

del Nilo,

dell’Indo e del Fiume Giallo: i fiumi rendevano più fertile la terra e facilitavano i trasporti.

Ancora oggi, i fiumi sono generosi con gli uomini. Ci forniscono acqua per dissetarci e per lavarci, ci nutrono, irrigano i campi che coltiviamo per produrre cibo per noi e per gli animali che alleviamo, ma anche fiori per le nostre ghirlande e cotone per i nostri abiti. Le fabbriche e le miniere sfruttano la loro forza per alimentarsi di energia. Dalle loro sponde ricaviamo sabbia e ghiaia per costruire case. Sulle loro acque navigano navi immense e fragili barchette che trasportano le nostre merci. In virtù di questa antica convivenza, molte nazioni hanno preso nome da un fiume: il Belize, la Bosnia, la Repubblica Democratica del Congo, il Gambia, il Paraguay, il Senegal, l’Uruguay, l’India dall’Indo, la Giordania dal Giordano, la Moldavia dalla Moldova, il Niger e la Nigeria dal fiume Niger, e lo Zambia dal fiume Zambesi.


«Un fiume è rinnovamento»

I fiumi rinnovano la terra. Pensate al delta dell’Okawango, nell’entroterra del Botswana, in Africa. Ogni anno, l’Okawango inonda le grandi pianure del deserto del Kalahari e crea una sterminata palude nella quale le piante tornano a crescere, gli animali prosperano e la luce del sole si riflette sulla superficie delle acque. Ma i fiumi rinnovano anche la nostra mente: ci danno le nebbie del mattino e il canto degli uccelli la sera, e rinfrancano i nostri piedi stanchi con le loro acque fresche. I fiumi ripuliscono i nostri pensieri e ci fanno pensare in modo nuovo.

Che cosa accade quando un fiume smette di scorrere? Forse avete sentito raccontare la triste storia del lago Aral, che un tempo era così grande da essere chiamato mare, alimentato dall’Amu Darya e dal Syr Darya, due fiumi gemelli. Governanti irresponsabili hanno permesso che il corso dei due fiumi venisse deviato per favorire l’agricoltura in altre regioni e, senza più acqua, l’Aral si è rimpicciolito: oggi occupa circa un decimo della sua superficie originaria e, tutto intorno a quel che resta delle sue acque, rimangono solo pianure polverose e relitti di navi arrugginiti.


«Un fiume è un nome»

I nomi dei fiumi hanno le origini più diverse. Alcuni hanno nomi antichissimi, che vengono da lingue parlate molto prima che nascesse qualsiasi paese che oggi compare sulle mappe. Alcuni fiumi hanno nomi che descrivono il modo in cui si snodano nel paesaggio, come il Tigri, il Reno e il Gange. Altri hanno nomi di colori: il Rio Negro ha le acque scure; il Colorado, rosse; lo Huang Hue, gialle. Altri ancora hanno nomi che ne descrivono le dimensioni e la potenza: il Mississippi, lo Zambesi e il Rio Grande.

Il fiume più grande del mondo è il Rio delle Amazzoni. La sua portata ammonta al 20% di tutte le acque fluviali al mondo: ogni secondo, scarica nell’Oceano Atlantico tanta acqua quanto quella di tutti i fiumi d’Europa e del Nord America e la sua corrente è così forte che i navigatori possono assaggiare le sue acque dolci a 200 chilometri dalla costa.

Da dove viene il suo nome? La leggenda narra della spedizione di Francisco Oranella, nel periodo della feroce colonizzazione spagnola del Sud America. Spingendosi verso le sorgenti del grande fiume, la spedizione incontrò una banda di donne guerriere e Oranella si rammentò delle Amazzoni, la tribù di donne guerriere della mitologia greca, che si diceva vivesse in Oriente. E così, il fiume fu dedicato a loro. Il nome di un grande fiume porta con sé storie che sgorgano dalla sua fonte e raggiungono luoghi lontanissimi: come le sue acque. Alcuni fiumi hanno nomi tanto antichi che non sappiamo più da dove vengano. Ma sappiamo che ogni fiume ha un nome che nasconde una storia, a volte d’amore, a volte di conquista.


«Un fiume è un luogo d'incontro»

I fiumi ci uniscono con le loro acque. Ogni anno, milioni di pellegrini si incontrano per purificarsi dai propri peccati e per lavare via la tristezza lungo le rive dei sacri fiumi dell’India, durante le festività Hindu del Kumbh Mela, uno dei più grandi raduni pacifici di esseri umani. Nei pressi di fiumi sono le zone più popolose del pianeta: il delta del Pearl River, in Cina, è la più grande area urbana del mondo.


«Un fiume è un enigma» I fiumi sono pieni di segreti. Che cosa ci aspetta dietro la curva del fiume? Che cos’è quella luce che balugina, lontano: una lucciola? Un falò? O un fuoco fatuo? Che cosa accade all’alba, lungo le rive? Chi potremmo incontrarvi?


«Un fiume è memoria» I fiumi contengono il passato della terra. Ospitano specie che già esistevano prima dei dinosauri, chiamate fossili viventi. Le correnti dei fiumi scavano la roccia, rivelando gli strati più antichi del suolo.

Un tempo, le persone credevano esistesse un grande fiume sotterraneo, il Lete: se bevevi le sue acque, perdevi la memoria. Ma i ricordi possono sparire senza lasciare traccia? Forse, quando le persone si chinavano per avvicinare le labbra all’acqua del fiume e berla, i loro ricordi scivolavano nell’acqua e cominciavano a fluttuare, fino a quando si posavano sul fondo del fiume. Forse i ricordi sono ancora da qualche parte, in profondità: ciò che le persone hanno dimenticato, il fiume conserva e custodisce e, un giorno o l’altro, li restituirà.


«Un fiume è odore» Che odore ha un fiume? Prova a descriverlo. C’è l’odore frizzante delle acque fredde che scorrono veloci; il sentore umido del fango negli acquitrini; quello pungente delle rocce coperte di alghe che si seccano al sole; quello dolce dei boccioli del pado portato dalla brezza sul filo della corrente; quello del cestino del picnic…

Immagina ora le distese del loto in fiore nel delta del Danubio, in piena estate; o i mercati galleggianti del Mekong – frutta fresca, fiori, spezie – dove non ci sono negozi e tutto viene venduto sulle barche. I fiumi del mondo hanno molti odori. E non tutti sono gradevoli. Ma questo, probabilmente, lo sai già. Che cosa ti racconta l’odore di un fiume? È l’aroma dell’abbondanza? O il profumo dell’avventura?


Che cosa si nasconde nelle profondità del fiume Congo, il più profondo al mondo? Le sue correnti sono così forti che lungo le due rive del fiume si evolvono specie diverse:

più di 700 varietà di pesci e infinite storie, gioie e tristezze; milioni di lacrime, piante quando un avido re straniero governava il fiume senza pietà per la sua gente. Chi può contare le lacrime sparse nelle acque di un fiume? Sono le lacrime portate dai fiumi a dare il sapore di sale alle acque del mare?

«Un fiume è profondità» Che l’acqua sia alta o bassa, sotto la superficie del fiume ci sono profondità: il fondo di ogni fiume cela qualcosa: pietre, piante, tesori perduti. Quante storie ci potrebbero raccontare tutte le chiavi perse nelle acque di un fiume?


«Un fiume è energia» Poi, lungo il corso del Paranà è stata costruita la diga di Itaipu, uno degli sbarramenti idroelettrici più grandi al mondo, che fornisce energia elettrica e acqua potabile a milioni di persone in Brasile e in

Paraguay. Per costruirla, le cascate di Guairà sono state distrutte e sono scomparse per sempre. Nella lingua Guaraní, che è parlata dalle popolazioni di quella regione, Itaipu significa 'pietra che

suona'. Secondo alcuni, il possente ruggito delle cascate di Guairà risuona ancora nel rombo delle turbine elettriche. Ma la voce della cascata e le sue storie sono perdute per sempre.

Fin dall’antichità, l’uomo ha sfruttato l’acqua dei fiumi per produrre energia, costruendo dighe, briglie e canali per controllare il flusso delle acque e generare energia. Oggi, l’energia idroelettrica copre circa il 16% del fabbisogno globale di elettricità. Ma le grandi dighe, oltre ad apportare benefici, provocano anche molti danni: costringono le popolazioni locali ad abbandonare le proprie case, danneggiano l’habitat naturale di molti animali e pesci, alterano gli ecosistemi e fiaccano le correnti.

I fiumi hanno una forza immensa: pensa alle cascate, o alle inondazioni.

Un tempo, le cascate di Guairà sul fiume Paranà, in Sud America, avevano la maggior portata d’acqua al mondo e il loro boato si poteva distinguere a 30 chilometri di distanza.

Chi controlla l’acqua controlla la vita: una responsabilità enorme.


«Un fiume è un riflesso» Sulle acque del fiume si specchiano tutte le cose intorno. Ma che cosa può riflettere un fiume se le sue acque sono coperte di spazzatura e liquami?

Fin dall’antichità, i popoli hanno cantato il mito della fonte dell’eterna giovinezza, che cancella la vecchiaia e cura le malattie, e le leggen-

Vai sulla riva di un fiume, uno qualunque, e restaci per un

de degli uomini che sono partiti a cercarla.

po’: l’acqua che vedi scorrere è la magica acqua della vita.


«Un fiume è una strada» I fiumi creano strade, percorsi che vanno dal passato al presente, dalle terre più lontane alle nostre case e di nuovo verso un orizzonte distante. Avvicinano i luoghi lontani e fanno degli stranieri i nostri vicini. In una notte limpida, guarda in alto: vedrai un nastro luminoso che attraversa il cielo. Alcuni lo chiamano Via Lattea; altri la Strada degli Uccelli; altri ancora il Fiume d’Argento. Lascia che il tuo sguardo vaghi, ma stai sicuro: il tuo non è l’unico.


«Un fiume è un oceano» Gli antichi Greci credevano che la terra fosse circondata dal grande fiume Oceano, fonte di tutte le acque del pianeta. La parola oceano deriva dal nome di questo mitico fiume.

Guardati intorno. Tutte le acque del mondo sono parte di un gigantesco flusso circolare nel quale le acque si muovono continuamente: mari, laghi, falde acquifere, nuvole e organismi viventi. È sempre stato così: fin dall’inizio dei tempi. La stessa acqua scorre in ogni albero, pesce o insetto, in ogni vena. Dentro me e te. In ogni fiume.


Il sole sta calando. La nonna comincia ad avere freddo. Torniamo a casa. Ma la storia del fiume è finita? La nonna mi guarda e sorride.


Senza di loro, non potremmo raccontare la nostra storia dei nostri fiumi. Ma per ora, fermiamoci qui.

Nella storia, molte persone hanno raccontato la storia dei fiumi: pittori, compositori, scultori, artigiani, esploratori, cartografi, giuristi, attivisti, filosofi, pellegrini, poeti, conquistatori, mercanti, pescatori, scienziati e molti altri. Ognuno di loro cercò una risposta per spiegare che cos’è un fiume: un colore, un suono… che cosa aggiungeresti tu? Ogni storia è importante.


Ce ne stiamo andando. Ma adesso so che cos’è il mio fiume: una storia senza fine.

Finisco la mia ghirlanda. E lascio che la corrente la porti via.



L’autrice ringrazia i geografi dr. Nick Middleton della University of Oxford e Moa Holmlund della University of Stockholm per la loro sapienza e per il tempo che hanno dedicato a leggere le bozze di questo libro; i miei compagni di corso alla Konstfach University of Stockholm per gli utili commenti al progetto; Jenny Franke della casa editrice Opal, per il fondamentale lavoro di editing; la mia famiglia e tutti coloro che dedicano le proprie forze a proteggere il nostro pianeta.

Riconoscimenti World Illustration Awards: New Talent Children’s Books e vincitore assoluto Bologna Children’s Book Fair Illustrators Exhibition: selezione Ilustrarte Biennial of Children’s Book Illustration: selezione Golden Pinwheel Illustrators Exhibition: Publisher's Choice Award

Che cos'è un fiume? di Monika Vaicenavičienė Per il testo e le illustrazioni: © Monika Vaicenavičienė, 2019 Pubblicato in edizione originale svedese con il titolo Vad är en flod © Bökforlaget Opal AB, 2019 Per l'edizione italiana: © Topipittori, 2019 Adattamento grafico e lettering: Anna Martinucci Stampa: Livonia Print, Riga ISBN: 9788833700175 | Tutti i diritti riservati Topipittori Viale Isonzo, 16 - 20135 Milano info@topipittori.it | www.topipittori.it




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