PROGETTARE UN LIBRO VISIVO L’IMPORTANZA DI ESSERE MORRISSEY a cura di Paul A.Woods
Elaborato di laurea di Leonardo Brambilla Relatore Prof. Mario Piazza Politecnico di Milano - Facoltà del Design Corso di Laurea - Design della Comunicazione a.a. 2016/2017
Elaborato di laurea di Leonardo Brambilla Relatore Prof. Mario Piazza Politecnico di Milano - FacoltĂ del Design Corso di Laurea - Design della Comunicazione a.a. 2016/2017
PROGETTARE UN LIBRO VISIVO L'IMPORTANZA DI ESSERE MORRISSEY a cura di Paul A.Woods
INDICE
Paul A.Woods
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L’importanza di essere Morrissey
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Steven Patrick Morrissey
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Concept
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Formato e layout
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Caratteri tipografici
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Colori
26
Carta
28
Stampa e rilegatura
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Portfolio del progetto
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Bibliografia e sitografia
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Appendici
I
Morrissey: Biografia
II
Morrissey: Temi e controversie
X
Cos'è un curatore editoriale
XVIII
Approfondimento sulla semantica destra-sinistra
XX
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PAUL A.WOODS Paul A. Woods è l’autore del libro che costituisce il punto di partenza del progetto visivo: Morrissey in conversation: the essential interviews, tradotto in italiano con L’importanza di essere Morrissey, riprendendo il titolo della celebre opera di Oscar Wilde, L’importanza di chiamari Ernesto, autore amato da Steven Patrick Morrissey, il protagonista del volume preso in esame. Pur non essendoci molte informazioni che lo riguardano, Woods è un giornalista e scrittore che vive a Londra e, nel corso della sua carriera, ha collaborato alla realizzazione di alcuni progetti editoriali. In particolare, libri riguardanti personaggi famosi come Quentin Tarantino (Quentin Tarantino: the film geek files e King pulp: the wild world of Quentin Tarantino), David Lynch (Weirdsville U.S.A.: the obsessive universe of David Lynch), i fratelli Coen (Joel and Ethan Cohen: blood siblings), Martin Scorsese (Scorsese: a journey through the american psyche), Peter Jackson (Peter Jackson: from Gore to Mordor) e Tim Burton (Tim Burton: a child’s garden of nightmares), oltre appunto a Morrissey. Copertine di alcuni dei libri curati da Paul A.Woods. A sinistra in alto, Quentin Tarantino: the film geek files, in basso, Tim Burton: a child’s garden of nightmares. A destra, Morrissey in conversation: the essential interviews
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Da un’analisi della struttura dei libri sopracitati si evince che, piuttosto che esserne l‘autore, nel senso che viene solitamente assegnato a tale figura, il ruolo che Paul A.Woods ha avuto nella loro realizzazione è stato quello di curatore.1 La maggior parte dei libri curati da Woods ha come fattore comune il fine di consegnare, nelle mani del lettore, una visione a tutto tondo, per quanto possibile, del profilo, dello stile o anche dei cambiamenti che hanno visto protagonista l’artista preso in esame, narrandone il cammino percorso. Nel caso specifico di Morrissey in conversation: the essential interviews, Woods ha ricostruito il percorso di Morrissey in modo storico-biografico, attraverso la riproduzione cronologica delle principali interviste realizzate all’ex-leader degli Smiths dalla stampa inglese, dagli esordi nel 1983 fino ai giorni nostri. Il lavoro di Woods è consistito in un accurata ricerca preliminare delle interviste tenute dall’ex frontman degli Smiths alla stampa musicale inglese, e non solo. Dopo aver raccolto il materiale necessario, Woods ha dovuto effettuare una scrematura delle interviste raccolte, in modo da conservare quelle più idonee per il suo progetto editoriale. Ne ha conservato la forma (domanda/risposta piuttosto che discorsiva), limitandosi a riportare gli articoli originali in modo da mantenere intatti i contenuti, senza rischiare di modificare le numerose sfaccettature del profilo caratteriale di Morrissey, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Woods ha strutturato il libro inserendo le interviste seguendo un ordine cronologico, a partire dagli esordi nel 1983 con gli Smiths fino ad arrivare quelle degli anni duemila che lo ritraggono nella sua consolidata carriera da solista. In questo modo egli racconta, in modo storico-biografico, il percorso personale affrontato da Morrissey nel corso della sua carriera musicale, mostrandone le varie evoluzioni, passando attraverso i momenti di maggior successo e i periodi più bui della vita del cantante mancuniano.
¹si veda l'appendice dei contenuti, la sezione dedicata al curatore editoriale
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L’IMPORTANZA DI ESSERE MORRISSEY
Copertina della versione iniziale de L’importanza di essere Morrissey
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L’importanza di essere Morrissey è un testo articolato, ma allo stesso tempo divertente e intrigante che può essere definito come un viaggio, intenso e appagante, che fa rivivere al lettore i periodi e i relativi contesti storici della vita di Morrissey, a partire dagli indispensabili album degli Smiths a quella che il cantante stesso definisce come una ‘seconda giovinezza’ rappresentata dai lavori più recenti, passando per la sua altalenante, almeno agli inizi, carriera da solista. Vuole proporsi come un volume adatto, quindi, non solo per i cultori della new wave, ma per tutti coloro che intendono scoprire e/o approfondire una delle personalità più importanti, intriganti e influenti degli ultimi quarant’anni di british music: Steven Patrick Morrissey.
Il libro è composto da una raccolta di 28 interviste ed articoli, nei quali gli intervistatori analizzano non solo gli aspetti prettamente professionali di Morrissey, ma indagano in ogni modo le peculiarità più recondite dell’uomo, cercando di andare oltre al velo di Maya posto dal cantante.
Struttura e contenuti
In questa ottica, nel corso delle interviste sono numerosi ed inevitabili i riferimenti alla sessualità (ricorrente la domanda sulla sua proclamata astinenza) e la sua ambiguità, alle particolari scelte estetiche (dallo stile mostrato nei capi di abbigliamento ai gladioli con i quali si presentava ai concerti e che spesso lanciava dal palco), ai miti dell’eterno ragazzo (l’amore incondizionato e l’ispirazione che Morrissey trae da figure del passato, come James Dean e Oscar Wilde), alla pesantissima accusa di aver scritto testi con allusioni sull’adescamento di minori (in modo particolare con Handsome devil), alla strenua difesa degli animali (con il singolo Meat is murder), alla denigrazione da parte di certa stampa per presunti sottintesi razzisti in alcuni dei suoi brani, agli strascichi legali dovuti alla causa giudiziaria del 1996, nella quale il giudice si pronunciò a sfavore di Morrissey e Johnny Marr in una disputa sulle royalties degli Smiths, intrapresa dall’ex-batterista, Mike Joyce. In queste pagine viene raccontato a 360° il mondo di Steven Patrick Morrissey: la sua attrazione verso le persone disprezzate, la curiosità nei confronti della transessualità, la sofferenza per essere stato ignorato da tutti in età adolescenziale, il suo essere conservatore, la lucida consapevolezza per il significato che ha assunto negli anni il proprio personaggio.
“Allargare i confini musicali non mi interessa [...], mi limito a seguire un istinto particolare.”² “...una parte di me è diventata un cliché. Un cliché sgradevole”³ Non manca, ovviamente, il Morrissey “politico”, con la sua esibita inglesità, le invettive contro personaggi famosi, soprattutto del mondo musicale e politico, senza mai perdere l’occasione per difendere la working class. ²p.a.woods (a cura di), Il re delle parole, tr. it. di G.Marano, in sd, L’importanza di essere Morrissey, ISBN Edizioni, Milano 2010 ³ p.a.woods (a cura di), Oh la la!, tr. it. di G.Marano, in ad, L’importanza di essere Morrissey, ISBN Edizioni, Milano 2010
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Nelle sue parole, così come nei testi delle sue canzoni, si registra sempre un tripudio di inquietudine esistenziale, malinconia, depressione poetica, bellezza disturbata, introversione, insicurezza, ricerca del contatto umano, senso di tragedia, sognante ambiguità, isolazionismo, inadeguatezza, solitudine, il tutto condito dal miserabilismo inevitabilmente figlio di Manchester, l’archetipo della città cupa, devastata e provinciale. Morrissey racconta tantissimi aneddoti indispensabili per chi intenda approfondire il personaggio, e rivendica strenuamente il merito di aver ampliato il vocabolario poetico della canzone pop, introducendo un linguaggio innovativo attraverso l’utizzo di parole rivoluzionarie, usate spesso per costruire storie ordinarie di quotidiana tristezza. Con il lavoro svolto assieme agli Smiths, l’artista di Manchester riuscì a cambiare le opinioni di una generazione sull’essenza dei dischi pop, sul loro significato e sul posto che possono occupare nella vita delle persone. E fu così che una nazione intera capitolò ai loro piedi, grazie ad un avanzamento creativo con pochi precedenti nella storia, e la pubblicazione di veri e propri pilastri della moderna musica inglese, cosa che permise a Morrissey di diventare uno dei più popolari portavoce dei disillusi dei nostri tempi. La versione di partenza de L'importanza di essere Morrissey
La prima parte del libro consente di raccogliere le notizie e le curiosità più remote del cantante, ma è nella seconda parte che il discorso si fa più interessante, con l’artista inglese che si rivolge agli accadimenti del presente e del passato con uno sguardo più maturo, con quel distacco in grado di valutare meglio la propria storia. 12
Si fa luce su tanti momenti del percorso degli Smiths, compreso i motivi e le colpe dello scioglimento, ovviamente sostenute dal punto di vista di Morrissey, si disserta sulle copertine, sull’amarezza per la disintegrazione della band, e verso il finale si sottolinea l’incredibile popolarità conquistata negli Stati Uniti ed il trasferimento prima a Los Angeles e poi a Roma, fino ai dischi della tanto ostentata rinascita (dal brano You are the quarry in poi), che delineano il raggiungimento di quella felicità , che da sempre lo ha ossessionato nel corso della sua vita.
Morrissey in posa, fotografia usata per l'autobiografia
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STEVEN PATRICK MORRISSEY 4
Steven Patrick Morrissey, nato a Davyhulme, un quartiere di Manchester, il 22 maggio 1959 da genitori irlandesi cattolici emigrati in Inghilterra, è un cantautore britannico, divenuto un'icona del genere pop-rock inglese a partire dagli anni Ottanta. Personaggio dal carattere eclettico e dagli atteggiamenti spesso sopra le righe, Morrissey rientra in quella particolare nicchia di persone che hanno contribuito ad innovare la musica pop britannica, e non solo, a partire dagli anni Ottanta in poi. Influenzato da personaggi famosi del passato, Oscar Wilde, James Dean e Bill Fury per citarne alcuni, con i testi delle sue canzoni egli è riuscito, utilizzando espressioni rivoluzionarie, per l'epoca, ad incantare il pubblico inglese prima e quello americano poi, ottenendo un successo internazionale. La sua bravura nell'utilizzo dei termini per le sue canzoni è tale da essere considerato uno dei più grandi parolieri della storia musicale inglese e i suoi testi sono stati resi oggetto di studio accademico. 5 Tuttavia, l'ascesa di Morrissey è stata tutt'altro che semplice e priva di ostacoli. Dopo un'adolescenza passata all'insegna della depressione e della solitudine, dovute alla mancata presenza del padre e una situazione economica di povertà, e nella quale si dedica completamente a scrivere poesie e coltivare la sua passione per la musica, egli giunge come voce principale della band di Manchester The Smiths, nei primi anni Ottanta. Gruppo che si scioglie dopo un periodo di soli cinque anni, ma durante il quale pubblica numerosi brani ed album, sempre nelle prime posizioni delle classifiche inglesi, raggiungendo successo anche oltreoceano.
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4 Vedi l'appendice dei contenuti, nella sezione dedicata alla biografia Nel 2007 il Daily Telegraph l'ha inserito nella classifica dei cento geni viventi e l'anno successivo è stato annoverato tra i cento grandi cantanti di tutti i tempi, nella classifica stilata dalla rivista Rolling Stone.
Dopo lo scioglimento del gruppo, Morrissey si rilancia subito intraprendendo la carriera da solista, che lo ha visto pubblicare, tra alti e bassi, una gran quantità di brani, ed addirittura ben dieci album, grazie ai quali è riuscito ad ottenere un successo ed una popolarità internazionale. Tanto che, tra il 2009 ed il 2012, si è dedicato in maniera preponderante a lunghi tour, con tappe previste in tutti i continenti. Tuttavia, parte del proprio successo, Morrissey lo deve anche ai suoi modi di comportarsi e, soprattutto, alla sua sfrontatezza e convinzione nel rilasciare le proprie opinioni, spesso anche controcorrente, a chi lo ha intervistato nel corso della sua carriera. I suoi punti di vista riguardo l'industria discografica, il vegetarianesimo e i diritti degli animali, per non parlare delle sue invettive nei confronti della Famiglia Reale Britannica e dei vari politici internazionali, lo hanno spesso visto protagonista nel dibattito pubblico.
Morrissey in una posa emblematica che riassume l'ambiguità e l'ecletticità del personaggio. (Sermbra un impiegato perplesso)
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CONCEPT Concetto chiave
Il progetto visivo realizzato muove a partire dal concetto di essenza. Con il termine ‘essenza’, dal latino essentia e derivato del verbo esse che significa “essere”, si intende nella sua accezzione generale la “parte più importante di qualcosa” quindi il suo cuore, fondamento e nucleo principale. Per quanto riguarda invece la definizione filosofica si parla di “realtà propria e immutabile delle cose” quindi la sostanza delle cose, strettamente connessa alla loro esistenza.
Analisi
Nella lettura de L’importanza di essere Morrissey, l’obbiettivo è stato quello di ricercare l’essenza dell’elaborato di partenza, attraverso lo studio dell’insieme, ma anche delle sue singole parti. Il libro si propone di raccontare il carattere e la personalità di Steven Patrick Morrissey attraverso la raccolta di vari articoli ed interviste che lo vedono protagonista e, di conseguenza, la sua essenza non può trascendere dai contenuti espressi in essi. In particolare, essa è strettamente connessa al fattore comune che lega l’insieme della raccolta, ovvero Morrissey. Si è così giunti alla conclusione che l’essenza del libro di partenza fosse da ricercare all’interno delle numerose sfaccettature del suo carattere e del suo personaggio, pubblico e privato. Il focus è stato posto quindi sull’eclettica personalità del cantante mancuniano, il quale nel corso della sua vita non si è fatto scappare le occasioni per far parlare di sè e diffondere le proprie idee. Tutto ciò sfruttando l’enorme cassa di risonanza di cui ha goduto da parte dei media che, in seguito al successo ottenuto a partire dagli anni Ottanta con gli Smiths, non hanno fatto altro che indagare nella sua vita pubblica e, ancor di più, in quella privata per cercare di portare alla luce ciò che si celava dietro ad un personaggio così particolare e catalizzante quale è stato, ed è tutt’ora. Da ciò si evince che Morrissey è una persona che nella sua adolescenza ha dovuto affrontare periodi di grande solitudine e
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depressione, fattori che lo hanno accompagnato e profondamente condizionato per la maggior parte della sua vita. Un’adolescenza passata leggendo, ascoltando musica e scrivendo pagine di poesia, chiuso nella propria camera per intere giornate. Periodo in cui gli unici “amici” che aveva erano i suoi idoli: James Dean, Oscar Wilde, Sandie Shaw e Virginia Woolf sono solo alcuni dei personaggi che hanno attirato il suo interesse, a tal punto che, nei suoi modi di essere e nello scrivere i testi delle proprie canzoni, si potranno notare le influenze che hanno avuto su di lui.
“Avevo una cameretta piccolissima, e in certi periodi, tra i diciotto e i diciannove anni, non uscivo letteralmente per tre o quattro settimane. [...] Me ne stavo seduto da solo, quasi al buio, con la macchina da scrivere, circondato di tantissima carta, le pareti erano completamente ricoperte da poster di James Dean, quasi al limite della claustrofobia, e avevo dei foglietti appiccicati ovunque con delle riflessioni profonde. [...] Sembrava quasi che ci fossi nato in quella stanza. Tutto ciò che mi ha reso come sono è lì dentro.” 6 “Mentre brancolavo nella tarda adolescenza ero piuttosto isolato e Oscar Wilde era diventato ancora più importante. In un certo senso mi faceva compagnia. [...] Uscivo di casa raramente. Non avevo vita sociale.” 7 Ed è proprio per questo insieme di fattori, cui va aggiunta la sua grande passione per la musica pop, che ha origine la chiave del suo futuro successo: la sua musica. È infatti grazie alla sua capacità di fare musica, di scrivere testi ricchi di significato, utilizzando espressioni e termini diretti e rivoluzionari per l’epoca, che riuscì ad insidiarsi, sin dai primi .a.woods (a cura di), L’importanza di essere Morrissey, tr. it. di G. Marano ISBN Edizioni, Milano 2010, .a.woods (a cura di), Lc collezione Morrissey, tr. it. di G.Marano, in ib, L’importanza di essere Morrissey, ISBN Edizioni, Milano 2010, 6p 7p
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singoli con gli Smiths, all’interno del mondo musicale britannico e, in brevissimo tempo, a scalare le classifiche e ad imporsi a livello mondiale, tanto da essere considerato tutt’oggi uno dei più importanti innovatori della musica pop, oltre che uno dei più grandi parolieri della storia musicale britannica. Lo stesso Morrissey ha affermato che se non avesse avuto successo come cantante, non avrebbe potuto fare altro, in quanto privo di qualsiasi altro tipo talento.
“Cos’altro avresti potuto fare? Niente. Non ho nessun altro tipo di talento...“8 La musica è stata di vitale importanza per l’esistenza di Morrissey, al di là del successo della sua carriera di cantante. Per questo motivo, la sua essenza è stata individuata nella sua musica, nei suoi testi, nelle sue espressioni e nei suoi termini. Nonostante la mutevolezza e il mistero che circonda la sua personalità, ciò che la consacra, che ne chiarisce gli intenti e le idee, è la sua musica. Egli stesso ne L’importanza di essere Morrissey non fa mistero di come preferisca che chi lo intervista non faccia strumentalizzazioni delle sue opinioni riguardo ad ambiti come la sessualità, la politica e altri ancora, per ottenere i titoli in prima pagina sui giornali, quanto più che si concentri sull’analisi del contenuto e sul significato profondo dei suoi testi e della sua musica.
Idea
Com’è possibile notare dopo un’attenta rilettura, nelle interviste vengono più volte affrontate tematiche differenti tra loro: dalla sessualità, alle ideologie politiche, dalla difesa dei diritti degli animali e il vegetarianismo, alle accuse di razzismo, dalle sue scelte estetiche ai motivi dello scioglimento degli Smiths e i suoi strascichi negli anni successivi. Il tutto passando attraverso la musica, il significato dei testi, le opinioni sui movimenti musicali e su altri artisti famosi, suoi contemporanei e non. Si è quindi operata una suddivisione a livello contenutistico del libro e delle singole interviste, racchiudendo i contenuti trattati nei vari articoli in due macrocategorie, in base ai temi trattati: musica ed argomenti vari.
.a.woods (a cura di), L’importanza di essere Morrissey, tr. it. di G.Marano ISBN Edizioni, Milano 2010
8p
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Nella macrocategoria riguardante la musica rientra tutto ciò che riguarda la sfera musicale: dal significato dei testi alle scelte realizzative alle canzoni, dall’opinione riguardo al movimento musicale pop alle considerazioni riguardo alcuni artisti musicali. In quella degli argomenti vari sono compresi i contenuti che non trattano di musica, o che lo fanno usandola solo come pretesto per concentrarsi su argomenti secondari: le parti nelle quali si affrontano la tematica della sessualità e la sua ambiguità, quelle in cui vengono esposte le opinioni politiche e religiose, oppure ancora dove si toccano argomenti come il vegetarianismo e le accuse di razzismo, e altre ancora.
Individuata l’idea, si è affrontato il problema di elaborare una soluzione visiva in grado di comunicarla in maniera efficace al lettore. L’architettura complessiva del libro non ha subito variazioni, mentre è stato necessario operare delle modifiche alla struttura interna delle singole interviste, le quali sono generalmente composte da due parti: una introduttiva, in cui il giornalista riporta il contesto storico e musicale in cui è stata realizzata, e una prettamente contenutistica, caratterizzata principalmente dal binomio domanda-risposta che costituisce il fulcro del progetto visivo.
Soluzione visiva
I contenuti della sezione introduttiva e, ove presente, quella conclusiva, non sono stati suddivisi ed i testi sono stati riportati normalmente. Di contro, per la parte principale delle interviste è stata applicata la divisione tematica nelle due macrocategorie viste precedentemente. La soluzione visiva quindi consiste nel riportare tale suddivisione dei testi nelle due parti offerte dal libro: le pagine di sinistra e le pagine di destra. Nelle prime sono stati riportati i testi appartenenti alla macrocategoria degli argomenti vari, mentre nelle seconde i contenuti riguardanti la macrocategoria musicale, seppur mantenendo l’ordine originale della successione delle domande e delle relative risposte, così da non alterare il filo logico del discorso affrontato nelle singole interviste, ma aiutando il lettore nella distinzione tematica degli argomenti trattati durante la lettura, favorendone la comprensione. 19
La suddivisione è ben riconoscibile grazie anche ad alcune scelte tipografiche: mediante accorgimenti quali una diversa spaziatura dei caratteri, l’utilizzo di interlinee differenti e di un uso selettivo degli ‘a capo’, è stato dato un ruolo primario alle pagine di destra. Esse hanno un’impostazione tipografica corretta, con un giusto bilanciamento tra corpo del carattere e interlinea, dando ampio respiro ai blocchi di testo che non risultano pesanti all’occhio del lettore e ne facilitano la fruizione dei contenuti. Al contrario, le pagine di sinistra sono state impostate in modo non corretto per dare un senso di pesantezza, con un rapporto corpo-interlinea di 1:1 che tende a creare un blocco di testo compatto e di difficile lettura. Il lettore è portato a leggere con maggior facilità e piacevolezza le pagine di destra, dando così maggior rilievo a quelli che sono i contenuti musicali, a scapito degli argomenti secondari, spesso utilizzati per trovare i titoli da prima pagina.
Semantica
La ripartizione del libro in una sezione destra e in una sinistra cela dei significati intrinseci che caratterizzano la contrapposazione tra le due parti. A questa opposizione sono associati dei valori semantici dati dalla etimologia dei due termini, dalle radici che hanno nelle tradizioni delle culture greche e latine, e dalle simbologie religiose. 9 Ciò aumenta la semantica ed il valore del progetto, e ripropone il modo in cui Morrissey interpretava i fatti e le situazioni che lo circondavano, scavando nel profondo e trovando il loro significato profondo, quando altri si relazionavano in modo superficiale. All’interno di questa valenza semantica, la sezione di destra esprime il lato positivo, primario, ciò che è importante, quasi sacro, per la comprensione di Morrissey, la essenza. In essa sono inseriti le parti che trattano del tema musicale, della musica che ha giocato un ruolo fondamentale all’interno della vita, sia privata che pubblica, del cantante mancuniano e lo ha salvato da un’esistenza costituita da povertà economica, solitudine e depressione. Di contro, la sezione di sinistra rappresenta il lato negativo, secondario, ciò che distoglie l’attenzione dalla sua essenza. Vi sono riportate le parti che indagano gli altri ambiti, come la sessualità, la politica, la religione e altri ancora, argomenti spesso utilizzati dai giornalisti per vendere più copie dei giornali. 9
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Si veda l'appendice dei contenuti, nella sezione dedicata alla semantica destra-sinistra
Tuttavia, a margine di questo ragionamento, è d’obbligo tenere presente come lo stesso Morrissey non si nasconda dall’esprimere le proprie opinioni riguardo a quest’ultimi argomenti e che è anche grazie ad essi se il suo personaggio pubblico ha riscosso parecchio successo ed è al centro dell’attenzione.
Data la particolarità strutturale del progetto, nelle ultime pagine dell’elaborato visivo è stata inserita una sezione istruttiva nella quale viene spiegato il modo per avere una fruizione corretta dei contenuti. La scelta di collocare questo strumento di navigazione a conclusione del libro è stata fatta per lasciare libertà al lettore di affrontare e scoprire da sè le particolarità e le eventuali difficoltà di lettura dei testi, fornendo comunque la possibilità di usufruirne in caso di estrema necessità.
Lettura
Per chiarire la modalità di lettura è opportuno fare un richiamo a quella che è la struttura delle interviste. Esse sono composte da due parti (in rari casi in tre parti): l’introduzione, l’intervista vera e propria (per alcune vi è anche la conclusione). La parte introduttiva dell’intervista presenta un testo che si sviluppa in modo tradizionale, prima lungo la pagina di sinistra e poi in quella di destra. Per alcune di esse, è prevista anche una parte conclusiva, che ha uguale struttura rispetto all’introduzione. L’intervista si struttura in due parti: nelle pagine di destra vi sono i contenuti legati al tema musicale ed affini; in quelle di sinistra sono riportati i contenuti che trattano vari altri argomenti (dalla politica alla religione, passando per la sessualità ed altri ancora). Per quanto riguarda la parte introduttiva e conclusiva, non vi sono problemi legati alla lettura, in quanto si procede come si è abituati durante la lettura dei normali libri, mentre per quanto riguarda la parte centrale dell’intervista, essa presenta una differenza. Per una corretta lettura, si deve partire dal blocco di testo collocato in alto (il quale può essere sia a destra che a sinistra, a seconda dell’intervista che si ha di fronte), per proseguire poi, scendendo verso il basso, passando da un blocco di testo a quello successivo, da destra a sinistra e viceversa.
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FORMATO E LAYOUT Formato
Il formato del libro è importante, in quanto impatta sull’economicità, sulla realizzazione pratica e a delineare il tipo di pubblico a cui il libro sarà rivolto, ovvero se ad uno di nicchia. Si è deciso di adottare il formato A5, 14,85x21cm, un formato standard per raggiungere un pubblico più ampio. Optando per tali misure, il libro è stato realizzato partendo da un formato carta (e macchina) di 70x100 cm. In questo modo, il foglio macchina è stato ripiegato su sé stesso fino a formare 16 pagine “in bianca” e 16 “in volta” (fronte-retro), ovvero un trentaduesimo.
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Layout
Il layout delle pagine è costituito da una gabbia tipografica con margini di 10mm, e dividendo la pagina in tredici righe e nove colonne, di cui per la parte testuale delle interviste vengono utilizzate le otto colonne interne lasciando libera la nona, mentre i titoli vengono riportati a partire dalla colonna più esterna. I margini ridotti permettono di dare più ampiezza ai testi e respiro durante la lettura.
Selezione delle interviste
Data la soluzione visiva, le interviste presenti all’interno del libro di partenza hanno occupato uno spazio maggiore in termini di pagine nel nuovo elaborato. Per contenerne il numero, è stato necessaria una selezione tra le ventotto interviste di partenza, anche al fine di proporre all’interno del libro visivo gli articoli con una più visibile distinzione tra i contenuti musicali e gli argomenti vari.
148,5mm
10mm
10mm
210mm
10mm
10mm
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CARATTERI TIPOGRAFICI Sono stati scelti due caratteri tipografici contrastanti tra loro: il Palatino Lt Std, font dallo stile graziato ed il Futura Lt, un carattere sans serif. Questa scelta vuole rappresentare i diversi aspetti, spesso contrastanti, che coesistono all’interno della personalità di Steven Patrick Morrissey.
Palatino Lt Std
Il Palatino Lt Std è un tipo di font graziato, realizzato sulla base del Palatino, creato da Hermann Zapf nel 1948. Realizzato in un periodo storico particolarmente significativo per la formazione e l’ispirazione soprattutto del primo Morrissey, questo carattere viene apprezzato per la sua grazia e potenza ed è ampiamente utilizzato nella produzione editoriale di massa, in quanto le sue ampie proporzioni ne permettono una maggiore leggibilità.
Futura Lt
Il Futura Lt, progettato nel 1928 da Paul Renner, contrariamente al precedente, è un font sans serif che ha costruzione essenziale, basata su forme geometriche semplici, caratteristica tipica del bauhaus.
Pagina del libro visivo, parte introduttiva di un'intervista
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INTRODUZIONE
Futura Lt Book Bold 33 pt 36 interlinea
Futura Lt Book Regular 11 pt 12 interlinea
Palatino Std Roman 9 pt 12 interlinea
Palatino Lt Std Italic 9 pt 12 interlinea
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PARTE SINISTRA
Futura Lt Book Regular pt 9 interlinea 15
Palatino Lt Std Roman pt 9 interlinea 9 VA -10
Pagina del libro visivo, parte sinistra delle interviste
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PARTE DESTRA
Futura Lt Book Regular 9 pt 15 interlinea
Palatino Lt Std Italic 9 pt 15 interlinea 10 VA
Palatino Lt Std Roman 9 pt 15 interlinea 10 VA
Pagina del libro visivo, parte destra delle interviste
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COLORI L’intero progetto è stato realizzato in bianco e nero, evitando altri colori, fatta eccezione per fondo grigio leggero, più simile ad un bianco sporco, del supporto cartaceo scelto per gli interni e la copertina del libro. Questa palette cromatica esprime il concetto di purezza e idealità, due caratteristiche tipiche di Morrissey, che si realizzano in una bellezza idealizzata, derivante dalle influenze wildiane, e restituisce al lettore lo status di povertà economica e sociale da cui ha avuto inizio la sua carriera.
Sopra, metà pagina con la parte introduttiva di un'intervista Sotto, metà della parte frontale della sovracoperta
28
CMYK
0,0,0,100
0,0,2,4
0,0,0,0
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CARTA Gli interni del libro rappresentano il velo di tristezza e solitudine che ha sempre contraddistinto Morrissey, dall’altro la sovracoperta ci offre il suo lato estroverso, due aspetti che coesistono all’interno della sua personalità e legati alla sua musica.
Copertina e Interni
La copertina e le pagine del libro visivo sono realizzate con carte naturali, per trasmettere al lettore l’idea di povertà economica, di tristezza e depressione. Per entrambe è stata utilizzata la carta Experia Digital Naturale della cartiera Burgo, con grammature diverse, 300gr per la prima e 120gr per le seconde..
Particolare degli interni del libro visivo
Sovracoperta
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La sovracopertina è stata realizzata con la carta Experia Digital Gloss delle cartiere Burgo, da 250gr, sottoposta ad una plastificazione lucida in bianca. Si è creata una contrapposizione materiale tra parte esterna ed interna del libro, per trasmettere la molteplice personalità di Morrissey, personaggio indecifrabile, con tante sfaccettature, capace di essere intimo e profondo nei
testi, quanto esuberante e volutamente superficiale nel proprio modo di relazionarsi ai media. Versione finale del libro. Si nota il contrasto tra sovracoperta e la copertina
La sua grafica esprime una sintesi dei contenuti del libro. Su di essa vi è una sagoma nera, posta centralmente, che riproduce i contorni del viso di Morrissey, al cui interno è riportata la seguente frase, affermata dal cantante stesso:
“When I sing on the stage I’m just myself. There is the real Morrissey on the stage, the authentic, and when I get down I find really useful to play as I am another one” Con l’utilizzo di pesi differenti dei caratteri tipografici, vengono posti in evidenza alcuni termini all’interno della frase, in base alla loro importanza. Sono stati utilizzati il carattere Futura Lt Book, nei pesi bold e italic per i termini riguardanti la musica, il palco, l’atto di cantare e la sua vera persona; di contro, nei pesi bold condensed e l’italic condensed sono riportati i termini che indicano la sua finzione, il suo personaggio pubblico al di fuori dal palco.
“Quando canto sul palco è quasi come se diventassi davvero me stesso. Forse sul palco mi trasformo nel vero Morrissey, nel vero me stesso, la persona autentica… e quando scendo in realtà trovo piuttosto utile recitare” Tr. it. di G.Marano
Nelle alette sono riportate le informazioni riguardanti il libro, l’autore e una breve introduzione a Morrissey. In costa sono riportati titolo, autore e casa editrice, mentre in volta sono posti il codice a barre con il prezzo nella parte inferiore e viene anche riportata la traduzione della frase utilizzata in bianca, con l’integrazione di alcune parti che sono state omesse. 31
STAMPA E RILEGATURA Il metodo di stampa e la rilegatura mantengono l’idea di povertà economica e sociale, e di sobrietà estetica: il libro è stato realizzato con stampa digitale e rilegato mediante una brossura fresata, più economica sia in termini di costi che di tempi di realizzazione. Il metodo realizzativo per questo tipo di rilegatura, consiste prima nel raccogliere le segnature, le quali poi vengono incollate e tagliate con una fresa, da qui l’aggettivo ‘fresata’ dal lato della piega, in modo da permettere una maggiore penetrazione della colla. Tutto il processo legato alla realizzazione pratica dell’artefatto, quindi dalla stampa alla rilegatura è stato realizzato in modo professionale e tempestivo presso un'azienda grafica.
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Dettaglio del libro visivo finale
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PORTFOLIO DEL PROGETTO
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA Libri
Paul A.Woods (a cura di), L’importanza di essere Morrissey, Milano, ISBN Edizioni, 2010 Angelo Terenzoni (traduzione ed introduzione di), Il Corano
Siti
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http://www.nme.com/photos/the-smiths-the-storiesbehind-all-27-of-their-provocative-album-and-single-sleeves-1424816 https://it.wikipedia.org/wiki/Curatore_editoriale https://ilcuratoreeditoriale.wordpress.com/ https://diakosmesis.wordpress.com/direzioni-destra-e-sinistra/ http://www.fupress.net/index.php/aisthesis/article/view/11463/10970 http://ii7i7i.blogspot.it/2012/06/alcune-cose-sulla-destra-e-la-sinistra.html http://www.etimo.it/?cmd=id&id=5212&md=320f36c9a535928d0b2ca0d4c2b397c2 http://islam.forumup.it/about3442-islam.html
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APPENDICI Morrissey: Biografia Morrissey: Temi e controversie Cos'è il curatore editoriale Approfondimento sulla semantica destra-sinistra
I
MORRISSEY: BIOGRAFIA 1959-1976 I primi anni
I genitori emigrarono in Inghilterra un anno prima della sua nascita con la primogenita Jacqueline. Il nome Steven gli fu dato in omaggio all'attore statunitense Steve Cochran. Trascorre i primi anni della sua vita ad Hulme, un'area di Manchester, nella casa di Harper Street. Tra il 1965 ed il 1969 si trasferisce per altre due volte nei pressi della periferia cittadina, per poi assestarsi nel tranquillo sobborgo di Stretford, al numero 384 di Kings Road. «Quando ero un bambino, più che altro ho voluto non essere un tipo ordinario. E volevo essere considerato un po' particolare. Quando ero a scuola volevo essere particolare e mi piaceva, quando ero al liceo, che gli altri pensassero effettivamente a me come a un tipo particolare. Era fantastico perché guardavo intorno a me e pensavo: beh, comunque sei io non voglio essere come te, quindi 10 se tu pensi che io sia squilibrato allora sono felice.» Durante la sua adolescenza, Morrissey sviluppo un legame molto intenso con la madre, mentre i rapporti col padre furono per molti anni problematici. Questo periodo è caratterizzato da grande solitudine personale e depressione, che si tramutò poi in un malessere che lo avrebbe accompagnato per larga parte della sua esistenza e che lo indusse anche ad assumere farmaci. «Non c'era alcun senso di frivolezza nella mia adolescenza, assolutamente. Non c'era nulla di simile allo svagarsi, o a ubriacarsi o ad andare in una spiag11 gia. Tutto nella mia vita era solo irrimediabilmente premeditato.» Passa le giornata chiuso in casa, leggendo, ascoltando musica e scrivendo versi di poesia. "Non ho mai letteralmente incontrato gente", dichiara ad un invervista a Rolling Stone: "Potevo anche non mettere piede fuori casa per tre settimane. James Dean e Oscar Wilde erano gli unici due compagni che ho avuto nella mia adolescenza. Ogni rima scritta da Wilde mi colpiva enormemente ed ero anche terribilmente affascinato dallo stile di vita di Dean. Era quasi come se conoscessi queste persone molto intimamente, grazie a loro avevo un bel rifugio dalla sciatta quotidianità."12 Wilde, Dean ma anche altri personaggi attraggono lo attraggono: icone femminili del pop anni Sessanta quali Sandie Shaw, Marianne Faithfull e Timi Yuro, o poeti e scrittori britannici come Virginia Woolf, John Betjeman e Shelagh Delaney, le cui opere (e in particolare A taste of honey) influenzeranno molte delle liriche del cantante. Studia presso la St. Mary Secondary Modern School prima, e la Stretford Technical School poi, ottenendo un Certificato Generale di 10
12
II
Morrissey speaks to NME, 17 aprile 2004 su New Musical Express 11 The sorrow and the pity, Novembre 1992 su Spin
Oscar! Oscar! Great Britain goes wild for the 'fourth-gender' Smiths, 7 giugno 1984 su Rolling Stone
Educazione in tre materie, tra cui Letteratura inglese. Agli studi scolastici segue un breve periodo lavorativo, a cavallo del 1976, come impiegato del servizio civile e commesso in un negozio di dischi, prima della decisione di vivere col sussidio di disoccupazione per concentrarsi nell'affinamento del proprio profilo culturale con la lettura, la scrittura e l'ascolto della musica: «La musica pop era tutto quello che all'epoca avevo, ed era completamente intrecciato con l'immagine che avevo della pop-star. Mi ricordo la sensazione che la persona che cantava era in realtà con me e capiva me e la mia situazione. Un sacco di volte mi sentivo come impegnato in una storia d'amore che era assolutamente tangibile.»13 Nel 1977, il diciottenne Morrissey diventa presidente del fan club inglese dei New York Dolls, la sua band preferita dell'epoca.
1977-1981 Le prime band
«Si inizia ad ascoltare alcuni gruppi e non li si dimentica più, non importa quello che fanno, non potranno mai deludervi. Questo i Dolls sono stati per me.» 14 Contagiato dal fenomeno del punk rock, diventa la voce dei Nosebleeds di cui, al tempo, faceva parte anche il chitarrista Billy Duffy con il quale, nel 1978, entra a far parte degli Slaughter & the Dogs, sostituendo il cantante Wayne Barrett. Con loro, Morrissey registra quattro brani e ottiene un provino per un contratto discografico a Londra, fallito il quale Steven decide di abbandonare il gruppo. In seguito, Morrissey interrompe la carriera musicale per concentrarsi nuovamente sulla scrittura e pubblicare due libri biografici: New York Dolls nel 1981 e James Dean is not dead nel 1983. Un terzo libro sul cinema, Exit Smiling, scritto nel 1980 su oscuri B-movies, viene rifiutato dall'editore e rimane inedito fino alla pubblicazione avvenuta nel 1998. Il 1982 rappresenta la svolta nella carriera musicale di Morrissey: in quell’anno prendono vita gli Smiths, grazie alla collaborazione con il chitarrista Johnny Marr. L'incontro tra i due era avvenuto grazie a una conoscenza comune: "Ho aperto la porta, un giorno, e lui era lì", ricorda Morrissey: "Sembra davvero una fantasia, ma è esattamente come è successo. Poi mi disse: "Ti piacerebbe scrivere, e formare un gruppo?". È stato tutto molto strano per me perché avevo provato a formare una band per tanto tempo e proprio in quel periodo in cui lui è venuto da me, io avevo deciso che non avrei più provato. E poi tutto è successo." Per Marr "fu un come un colpo di fulmine, per il fatto che eravamo così in sintonia e perché le influenze musicali che avevamo singolarmente erano tutte così oscure". In autunno, vengono reclutati il batterista Mike Joyce, membro della punk band The Hoax and Victim, e il bassista Andy Rourke, amico d'infanzia di Johnny Marr e con questa formazione iniziano a esibirsi nei club di Manchester, dove vengono notati e convinti a firmare il loro primo contratto discografico dalla Rough Trade, un’etichetta discografica indipendente britannica, pubblicando poi il loro singolo di debutto, Hand in glove. I testi di Morrissey sono il marchio di fabbrica del gruppo, caratterizzati da un'ironica disperazione e da riferimenti alla società contemporanea come contraltare alle composizioni musicali di Marr. Nel febbraio del 1984 la band pubblica il primo album, intitolato The Smiths, che arriva in breve tempo alla seconda posizione nella classifica 13
The pop life: out of the mainstream, 17 luglio 1991 su The New York Times
14
New York Doll Documentary, 27 marzo 2006 su Popmatters
1982-1987 Gli Smiths
III
inglese e precede l'uscita di Hatful of hollow, una raccolta di singoli, b-side e brani provenienti dalle session per BBC Radio 1, registrate durante gli show radiofonici di John Peel e David Jensen. La band riscuote successo prima in Inghilterra e poi oltreoceano, divenendo una band di culto negli Stati Uniti d'America, dove i loro singoli vengono trasmessi soprattutto dalle emittenti radiofoniche dei college. All'inizio del 1985 gli Smiths pubblicano Meat Is Murder, il loro secondo album, nel quale esprimono la loro posizione politica, con la campagna pro-vegetariana annunciata dalla stessa title-track. Il disco riscuote pieno successo e raggiunge la prima posizione della classifica inglese. Lo stesso anno il gruppo registra un nuovo album, The queen is dead, che uscirà nel 1986, dopo il singolo Bigmouth strikes again e viene considerato una delle pietre miliari del suo genere e incluso nelle classifiche dei migliori album di sempre. Nei primi mesi del 1987 esce una seconda compilation, The world won't listen, seguita dal loro quarto ed ultimo album, Strangeways, here we come, pubblicato nel mese di settembre dello stesso anno, dopo lo scioglimento della band. Gli Smiths si sciolgono ufficialmente nel 1987, a causa delle divergenze d'opinione tra Morrissey e Marr riguardo alla direzione artistico-musicale del gruppo, che diventano sempre più inconciliabili. Marr, esausto della venerazione di Morrissey per il pop anni Sessanta, non avrebbe più voluto suonare alcuna cover degli artisti del periodo, preferendo sperimentare una più vasta gamma di stili musicali, mentre a Morrissey non sarebbero andate giù le numerose collaborazioni e progetti paralleli che il chitarrista ha intrapreso con altre band.
1988-1999 La carriera solista
IV
Steven si rimette subito al lavoro e, nel marzo del 1988, a sei mesi dall'ultimo lavoro con gli Smiths, esce il suo primo album solista: Viva hate. Il disco, nato dalla collaborazione col produttore Stephen Street, con Vini Reilly e col batterista Andrew Paresi, non si differenzia molto dalla precedente produzione del cantante, tuttavia, l’album riscuote grande successo, con i singoli Suedehead e Everyday is like sunday che raggiungono la testa della UK Albums Chart. In seguito, il cantante si affida a Mark Nevin, che compone le musiche, e a Clive Langer che cura la produzione e seguono la pubblicazione di Bona drag nel 1990, una raccolta di singoli e brani inediti, e di Kill Uncle, nel marzo 1992, secondo album da solista che raggiungerà solamente l’ottava posizione nelle classifiche. Nonostante ciò, la band viene confermata per le registrazioni del disco successivo, Your arsenal, uscito nel luglio 1992 e prodotto da Mick Ronson, ex chitarrista di David Bowie. Questo album raggiunge il quarto posto della classifica del Regno Unito e i singoli We hate it when our friends become successful e You're the one for me, fatty entrano nella Top 20. Il 1994 è un anno triste per Steven che soffre per la morte di tre persone a lui vicine: Mick Ronson, Tim Broad e Nigel Thomas. Il dolore per queste perdite viene canalizzato nella scrittura di Vauxhall and I, suo nuovo album, che raggiunge la prima posizione. Morrissey lavora subito a quello seguente, Southpaw grammar, pubblicato ad agosto del 1995, che raggiunge il quarto posto nel Regno Unito. Nel frattempo si trasferisce da Dublino a Los Angeles, per sfuggire alle attenzioni dei media e della stampa musicale britannica, e con la volontà di rompere definitivamente i ponti con la Gran Bretagna e ricominciare la sua vita da zero. Tuttavia, i legami con il suo passato e con gli Smiths si fanno sentire nel 1996, quando il batterista Mike Joyce lo porta in tribunale insieme a Johnny Marr a causa di una controversia sui diritti d'autore, sostenendo di non aver mai accettato la quota del dieci per cento sulle royalties dei profitti derivanti dai dischi e dai live della band. La sentenza dà ra-
gione al batterista che si vede riconosciuta la sua quota del venticinque per cento e riceve un milione di sterline come risarcimento dei mancati guadagni arretrati. Questa vicenda scuote Morrissey che esprimerà tutta la sua amarezza per la sentenza nel brano Sorrow will come in the end, che precede l'uscita dell'album Maladjusted, che si rivela una delusione sia commerciale che critica. Sarà questo il motivo che porterà Morrissey a non pubblicare album per ben sette anni. Nel 2002 Morrissey intraprende un tour lungo un anno, con date in Stati Uniti, Europa, Australia e Giappone, suonando brani degli Smiths e composizioni recenti. Il 20 maggio del 2003 Morrissey annuncia di aver concluso un accordo con la Sanctuary Records e questo segna l'inizio di una nuova fase della sua carriera, ponendo fine a un silenzio discografico lungo ben sette anni: torna alla ribalta della scena musicale l’anno successivo, con la pubblicazione del suo settimo album, intitolato You are the quarry. "È stato molto frustrante", rivela Morrissey alla rivista Spitz parlando della sua lunga assenza, "ma credo assolutamente nel destino e sapevo che sarebbe finita." Il nuovo album che segna un ritorno alla miglior forma del cantante.Descritto da molti come un mix tra i precedenti Your arsenal e Vauxhall and I, l'album riceve ottime recensioni e i singoli Irish Blood, English Heart e You Have Killed Me raggiungono la Top 3 della UK Chart, il miglior successo discografico ottenuto da Morrissey nella sua carriera. You are the quarry venderà oltre un milione di copie, ed è in assoluto il più grande successo di Morrissey. Il 4 aprile del 2006 pubblica Ringleader of the tormentors, suo ottavo album, che debutta al numero uno nelle classifiche. La copertina del CD allude al logo della Deutsche Grammophon e ritrae Morrissey vestito da violinista. Il disco viene registrato a Roma, dove il cantante ha abitato per lungo tempo, ed è prodotto da Tony Visconti. Il sodalizio tra Morrissey e la Sanctuary Records finisce dopo che il cantante decide nei primi mesi del 2007 di lasciare la casa discografica e intraprendere un lunghissimo tour (dal 1º febbraio 2007 al 29 luglio 2008) composto da 106 concerti, con oltre undici date cancellate a causa di problemi alla gola. Nel dicembre 2007 firma un contratto con la Decca Records e pubblica un nuovo Greatest hits, preceduto dal singolo inedito I'm throwing my arms around Paris che raggiunge la quattordicesima posizione.
2000-2008 La resurrezione musicale
A seguito di voci su una imminente riunione degli Smiths, nel Febbraio 2009 Morrissey si vede costretto a negare l'eventualità. In un'intervista a BBC Radio 2 dichiara che "la gente mi chiede sempre di reunion, e non riesco a immaginare il perché. Il passato sembra un luogo lontano, e ne sono contento." Morrissey torna in studio con Jerry Finn, produttore di You are the quarry, per lavorare al suo nuovo album.Years of refusal, che viene pubblicato in tutto il mondo il 16 febbraio 2009, e raggiunge il terzo posto delle classifiche britanniche e l'undicesimo nella classifica Billboard 200 negli Stati Uniti. Per tutto il 2009 Morrissey è in tour per promuovere l'album negli Stati Uniti, in Irlanda, Scozia, Inghilterra e, per la prima volta, anche in Russia. Nella data di Swindon, però, cade a terra per difficoltà respiratorie al termine della canzone di apertura e viene ricoverato in ospedale d’urgenza, per poi essere dimesso il giorno successivo. Nell'ottobre del 2010, a vent'anni dalla sua uscita, viene ristampata la raccolta Bona drag con l'aggiunta di sei tracce inedite e nel febbraio 2011 la EMI annuncia una nuova raccolta del cantante, The very best of Morrissey, pubblicata in aprile, di cui lo stesso Morrissey decide tracklist e artwork della copertina.
2009-2012 I lunghi tour
V
Nello stesso mese, in un'intervista per BBC Radio 4, dichiara di aver completato la sua autobiografia e l'intenzione di pubblicarla. In estate Morrissey è impegnato con i tour nel Regno Unito e nel resto d'Europa, passando da Glastonbury, Hop Farm, Hultsfred in Svezia e Lokerse Feesten in Belgio. La tournée prosegue in Messico e negli Stati Uniti, dove il cantante si esibisce per venti date. Nell’Aprile del 2012, la EMI prima pubblica nel Regno Unito un'edizione speciale (in CD, LP in vinile e download digitale, con un'introduzione scritta da Chrissie Hynde e con foto inedite) dell'album di debutto da solista, Viva hate, con le tracce originali rimasterizzate e un brano inedito del 1987, Treat me like a human being (titolo ispirato a una delle canzoni preferite dal cantante, Human being dei New York Dolls) e poi realizza un'edizione limitata (10" picture disc) del singolo di debutto Suedehead in una versione remixata dal duo Ron e Russell Mael, completato da due inediti dal vivo: We'll let you know e Now my heart is full, entrambi registrati al Royal Theatre di Londra nel febbrio 1995. Per quasi tutto il 2012 Morrissey è impegnato in un lungo tour internazionale durante il quale si sposta dall’america latina (Cile, Argentina, Brasile, Perù, Colombia) all’asia (Giappone, Corea, Singapore, Indonesia, Filippine), con alcune date anche in Italia e concludendo gli Stati Uniti. «A Jakarta e a Manila ci sembrava di riempire tutta la città con la fede e siamo stati accolti con ammirazione entusiastica in tutto il mondo. Non ho mai incontrato in vita mia una folla come quella di Jakarta, che ha cantato ogni canzone così forte che le loro voci entravano in tutti i microfoni sul palco e deformavano il suono in un folle muggito d'amore. Più tardi, nel backstage, eravamo storditi dalla gioia che Jakarta ci aveva dato. Mi sono innamorato di nuovo del Giappone. Mi ha colpito come un fulmine, una civiltà differente da qualsiasi altra sulla terra. [...] In confronto, l'Inghilterra è un paese di condanne, mentre l'America è un paese di esclusioni, con l'evidente disuguaglianza che ne comporta. Il Giappone ha la cultura più finemente acuta che io abbia mai conosciuto e sono entusiasta di assistere alla nascita di opzioni vegetariane su tutti i menu dei ristoranti.» 15
2013-2015 Il debutto editoriale, il decimo album e la malattia
Alla fine di gennaio del 2013, nel mezzo di un tour americano, Morrissey è costretto a farsi ricoverare presso il William Beaumont Hospital di Royal Oak, nel Michigan, per curare un’infezione alla vescica. Ad un anno di distanza dalle precedenti pubblicazioni, la EMI realizza una versione rimasterizzata anche per Kill uncle, la cui tracklist comprende anche la cover degli Herman’s Hermit, Pashernate love, east West e una nuova versione di There's a place in hell for me and my friends registrata live in studio. Nello stesso giorno, viene pubblicata una ristampa del singolo The last of the famous international playboys, con l'aggiunta dei brani Action is my middle name, People are the same everywhere e The kid's a looker, registrati in recenti sessioni radiofoniche. Per celebrare i venticinque anni da solista, il 29 agosto 2013, è stato distribuito nelle sale cinematografiche Morrissey 25: Live, un film-concerto registrato il 2 marzo dello stesso anno presso la Hollywood High School di Los Angeles davanti a 1800 spettatori. Dello stesso anno è anche l’uscita dell’autobiografia di Morrissey, intitolata Autobiography, edita da Penguin e pubblicata in Europa il 17 ottobre, ed in America il 3 dicembre. Il libro ha riscosso un successo enorme nel Regno Unito, risultando per diverse settimane il più venduto. L’immagine utilizzata per la copertina è stata successivamente utilizzata dalla PETA16, l'associazione inglese che difende i diritti degli animali nel mondo, in una delle stampe della collezione di francobolli 15
Morrissey statement, 2 giugno 2012 su True-to-you 16
VI
People for the Ethical Treatment of Animals
lanciata dalla medesima organizzazione, che ritrae volti di celebrità, attuali e del passato, dalla dichiarata anima vegetariana e animalista. L'11 dicembre, Morrissey si esibisce insieme ad altri artisti per l'annuale concerto della cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace. Il 15 luglio 2014 viene pubblicato World peace is none of your business, il suo decimo album, pubblicato dalla Harvest Record. A poche settimane dalla pubblicazione, il cantante conclude il suo rapporto di collaborazione con l'etichetta Harvest Records, per volere stesso del proprietario della label, Steve Barnett. In un'intervista alla rivista spagnola El Mundo nell’ottobre 2014, Morrissey rivela di essere malato di cancro e di essersi sottoposto, nell'ultimo anno e mezzo, a una serie di terapie ed di essere stato operato quattro volte per l'asportazione di tessuti neoplastici. «Se devo morire morirò, altrimenti resterò vivo, al momento mi sento bene. [...] Non voglio stare a preoccuparmene: mi riposerò quando sarò morto. [...] Molti compositori di musica classica sono morti a 34 anni. Io sono ancora qui e nessuno sa cosa fare, con me. Con un po' di fortuna pubblicherò il mio libro l'anno prossimo così potrò smettere di cantare per sempre, facendo felice un mucchio di gente.» 17 Nell’agosto 2015, Morrissey rifiuta il Gold Medal Award da parte del Trinity College di Dublino per il suo contributo alla musica. «La mia reazione iniziale è stata quella di sentirmi indegno... il mio contributo alla musica è tale che nessuna casa discografica del pianeta ha il coraggio o l'immaginazione di offrirmi un contratto!» 18 Un mese dopo, esce List of the lost, libro pubblicato dalla Penguin Books, con cui Morrissey debutta nelle vesti di romanziere. Il cantante ne dà notizia ad inizio 2014, manifestando tutta la sua disillusione nei confronti dell'industria discografica: «Sto scrivendo il mio primo romanzo. La situazione è che le radio non passano la mia musica, la gran parte delle persone ha perso fiducia nell'industria musicale, ed è abbastanza opinione comune che i primi posti nelle classifiche di vendita vengano comprati dalle major, quindi non c'è rimasto nemmeno un briciolo di passione nel pop e nel rock.» 19 Il 2 luglio 2017, al Festival Internazionale del Cinema di Edimburgo, esce England is mine, film biografico non autorizzato, diretto da Mark Gil, con Jack Lowden nel ruolo di Morrissey. Il biopic ripercorre gli anni giovanili dell’ex frontman degli Smiths. In una vacanza in Italia dello stesso mese, dopo una lite con un poliziotto, Morrissey ha annullato le sette date previste a Settembre. Tramite un post sulla pagina facebook di suo nipote, l'ex Smiths ha accusato l'agente di averlo aggredito e “terrorizzato” per 35 minuti, urlando e “impugnando la pistola per tutta la durata della discussione”. La versione della Questura romana riporta che il cantante, a bordo di una Cinquecento guidata dal nipote stesso, è arrivato a folle velocità e contromano in una via affollata di turisti ed è stato quindi bloccato da una pattuglia in moto della polizia di Stato in servizio antiterrorismo.
2015-presente Morrissey oggi
Morrissey: Ho il cancro. Se devo morire, morirò, La Repubblica, 7 ottobre 2014 Morrissey does about-turn and declines Honorary Patronage from Dublin's Trinity College, su entertainment.ie 19 Morrissey, ci sono la copertina e la data di pubblicazione del suo primo romanzo, List of the lost, 26 agosto
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2015 su Rockol
VII
MORRISSEY: TEMI E CONTROVERSIE L’industria discografica
Artista che si è conquistato negli anni la fama di non scendere né a compromessi né ai principi di marketing seguiti dall'industria discografica, Morrissey ha a subito le conseguenze di tale comportamento, come dimostra il periodo tra il 1999 e il 2003 in cui non è riuscito a trovare un'etichetta discografica disposta a pubblicare i suoi lavori. «La maggior parte delle etichette preferiscono far firmare nuovi artisti, in modo che l'etichetta da sola sia vista come l'unica responsabile dell'ascesa dell'artista stesso. Non si corrono più rischi con la musica. Nessuna canzone che affronti aspetti sociali, nessun individualismo. Questo perché si ritiene che ognuno sia immediatamente sostituibile.» 20 Steven non si è fatto mancare neanche l’odio di alcuni colleghi, lanciando dure critiche nei confronti di artisti come Madonna, David Bowie, George Michael e Robert Smith, il quale ha poi risposto: "Se Morrissey è vegetariano, allora io mangio carne solo perché odio Morrissey." 21 Nel 1994 è stato attaccato da Nicky Wire, bassista e paroliere dei Manic Street Preachers che, rispondendo a un suo commento sul diritto alla libertà di parola per il British National Party, si è riferito a Morrissey come a un "vecchio triste e inacidito che farebbe qualsiasi cosa per ottenere attenzione dalla stampa e a cui semplicemente piace irritare le persone." Richey James Edwards, co-paroliere dei Manics, ha aggiunto che "Morrissey era spaventato dalle sue stesse dichiarazioni, in quanto non era pronto a discuterle con alcuno e non era in grado di addurre 22 argomentazioni logiche a sostegno dei suoi commenti".
La politica
«Io non mi considero un politico, anche se cantare o scrivere sono atti politici, o roba del genere. [...] Penso di essere contro la barbarie, questo è tutto. Gente come Blair e Bush hanno dimostrato che per avere successo in politica bisogna essere crudeli e moralmente corrotti. Non vedo nessuna differenza tra Blair o Bush e Saddam Hussein, sono tutti dittatori egoisti. Forse l'unica differenza è che Blair e Bush lo fanno con un sorriso. Omicidio e sorriso...come diceva Shakespeare. [...] Penso anche che molte persone abbiano perso la fede e la fiducia nella politica stessa, e questo perché la maggior parte dei leader politici dimostrano di essere sprezzanti nei confronti delle persone che li eleggono. Quando Bush decise che avrebbe compiuto una visita di stato in Inghilterra, Blair descrisse i manifestanti anti-Bush come queste persone anche se queste persone erano in realtà la gente comune d'Inghilterra, che probabilmente aveva votato Blair al governo. Ma, Blair era pronto ad attaccare il suo popolo al fine di evitare di turbare Bush. Questo è ciò che accade in paesi non democratici.»23 20
Morrissey currently without record deal, 28 giugno 2011 su The Guardian 21 Robert Smith quotes, 1997 su Morrissey-solo.com 22 True confessions: Nicky Wire, Settembre 1994 su New Musical Express 23
VIII
Morrissey questions answered, 4 gennaio 2006 su True-to-you
Nonostante Morrissey affermi di non considerarsi un politico, in senso stretto, è chiaro che abbia una visione del mondo che va ben oltre ai testi delle sue canzoni. Il suo punto di vista mai neutro riflette una schiettezza di fondo nel colpire bersagli ben mirati, nelle sue frequenti esternazioni e interviste. Tra le sue “vittime politiche” ricorrenti ci sono la Famiglia Reale Britannica, l'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, i due principali partiti politici del Regno Unito (Partito Laburista e il Partito Tory) e l'ex-Presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush. In un'intervista del 1984, parlando dell'allora primo ministro inglese Margaret Thatcher, dichiarava: "È una sola persona, e può essere distrutta. Questa è l'unica soluzione per il nostro paese, adesso." Un sentimento ostile manifestato in Viva hate con un brano intitolato proprio Margaret on the guillotine (Margaret sulla ghigliottina). In seguito, venne aperta un’indagine a suo carico e la sua casa venne perquisita dagli agenti della polizia che, nell’imbarazzo generale creatosi da una situazione così assurda, gli chiesero un autografo. L'8 aprile 2013, a seguito della morte della Thatcher, con una lettera aperta pubblicata dal sito web di informazione The Daily Beast, Morrissey ha ribadito la sua posizione nei suoi confronti: «La Thatcher è ricordata come la Lady di Ferro solo perché aveva tratti assolutamente negativi, come la testardaggine insistente e un forte rifiuto ad ascoltare il prossimo. Ogni decisione che prendeva era carica di negatività; ha distrutto l’industria manifatturiera inglese, odiava i minatori, odiava le arti, odiava gli Irish Freedom Fighters e lasciò che morissero, odiava gli inglesi poveri e non fece nulla per aiutarli, odiava Greenpeace e gli ambientalisti, fu l’unica leader politica a opporsi al divieto di commerciare l’avorio, non aveva senso dell'umorismo, non provava affetto e addirittura il suo stesso consiglio dei ministri la mandò via. Diede l’ordine di affondare la Belgrano anche se era al di fuori della zona di esclusione delle Malvinas e si stava allontanando dalle isole. Quando i giovani ragazzi argentini a bordo della Belgrano subirono una morte atroce e ingiusta, la Thatcher mostrò il pollice all’insù alla stampa inglese. Di ferro? No. Barbara? Sì. Odiava le femministe anche se fu ampiamente merito del progredire del movimento che il popolo inglese accettò una donna come primo ministro. Ma a causa della Thatcher non ci sarà mai un’altra donna al potere nella politica britannica, e invece di aprire quella porta per altre donne, l’ha chiusa del tutto. La Thatcher sarà ricordata con affetto solo da persone sentimentali che non hanno sofferto sotto il suo governo, ma la maggioranza della classe lavoratrice inglese l’ha già dimenticata, e il popolo argentino festeggerà la sua morte. A dirla tutta, la Thatcher è stata spaventosa e senza un briciolo di umanità.» 24 Il suo disprezzo nei confronti della Famiglia Reale è noto fin dai primi anni degli Smiths, con pungenti frecciate, inserite nei versi di alcuni brani, da The queen is dead in poi. Nel 1985, intervistato dalla rivista Time Out, descriveva così il suo sentimento nei confronti della monarchia: «In realtà io disprezzo i reali. L'ho sempre fatto. È una favola senza senso. L'idea stessa della loro esistenza, in questi giorni in cui la gente muore perché non hanno abbastanza soldi per riparare il proprio radiatore in casa, per me è immorale. Per quanto posso vedere, il denaro speso per i reali è denaro bruciato. Non ho mai incontrato nessuno che li sostenesse e, credetemi, li ho cercati. Okay, c'è qualche anziano pensionato sordo di Hartlepool che ha le immagini del principe Edoardo attaccate in bagno, ma so che c'è un mare di persone che non vedono l'ora di sbarazzarsi di loro. È una falsa devozione. Penso che sia fascista e molto, molto crudele. Per me c'è qualcosa di drammaticamente brutto in una persona che può indossare un abito da 6.000 sterline, quando Morrissey:'Thatcher was a terror without an atom of humanity su The Daily Beast
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IX
allo stesso tempo ci sono persone che non possono permettersi di mangiare. Quando la Regina si mette quel vestito da 6.000 sterline, l'affermazione che sta facendo alla nazione è: "Io sono la fantastica regina, e voi siete dei contadini piagnucolosi". L'idea stessa che le persone potrebbero essere interessate a fatti riguardanti questo abito è un'enorme offesa per la razza umana.» 25 Opinioni che si irrigidiscono nel tempo, come dimostra un articolo redatto nel 2011 dal cantante stesso per Hotpress, in occasione della visita della regina Elisabetta in Irlanda: «Il pieno significato della monarchia è, come la regina stessa, un mistero per molte persone. La dichiarazione più rivelatrice è venuta da Christine Jones, comandante della polizia metropolitana, quando del mese scorso ha avvertito il popolo britannico sul fatto che, se avessero esposto cartelli con scritte anti-reali, in prossimità del matrimonio (di William e Kate, ndr) questi sarebbero stati rimossi in base alla legge sull'ordine pubblico. Questo significa che ogni dissenso politico in Inghilterra è messo a tacere per proteggere i reali, che di per sé va contro ogni principio di democrazia. L'esistenza stessa della Regina e della sua ormai enorme famiglia, supportata da tutti i contribuenti britannici, che lo vogliano o no, è contro ogni concetto di democrazia, ed è contro la libertà di parola. Per un'ampia visione storica di ciò che la regina è e di come comanda, esaminate Gheddafi o Mubarak, e vedrete se è possibile individuare alcuna differenza.» 26 Altro obbiettivo ricorrente delle sue critiche è George Bush e la sua amministrazione. Nell’ottobre 2004, Morrissey ha rilasciato una dichiarazione in cui esortava gli elettori americani a votare per John Kerry, avversario di Bush, nella campagna elettorale. «È con tutto il mio cuore che spingo voi a votare contro George Bush. [...] Non c'è bisogno di ripetere che Bush ha, da solo, trasformato gli Stati Uniti nel paese più nevrotico e ossessionato dal terrorismo. Per i non-americani l'America d'un tratto è diventato un posto orribile da visitare, perché la polizia di frontiera, sotto le regole di Bush, adesso si conduce con tutto il fascino e l'inopponibile indignazione delle SS di Adolf Hitler. Vi prego, restituite salute mentale e intelligenza agli Stati Uniti. Non dimenticate di votare. Votate John Kerry e liberatevi di George Bush!» 27 Nel concerto al Dublin Castle, tenutosi lo stesso anno, Morrissey ha annunciato la morte di Ronald Reagan, arrivando a dire che avrebbe preferito che fosse Bush a morire. In seguito, nel febbraio 2006 il cantante, che in quegl'anni risiedeva a Los Angeles, ha confessato di essere stato sotto indagine e interrogato dall'FBI e dai servizi segreti britannici a causa delle sue esplicite critiche nei confronti degli Stati Uniti e del governo britannico, dopo aver denunciato l'inutilità della guerra in Iraq e aver bollato l'allora presidente statunitense Bush come terrorista. Al Festival di Glastonbury del giugno 2011, Morrissey ha criticato il primo ministro britannico David Cameron, definendolo uno stupido cretino, in sequito al tentativo di fermare il divieto sull'utilizzo di animali selvatici da parte dei circhi equestri.
Le accuse di razzismo
Morrissey è stato al centro della critica, anche per motivi rivelatisi infondati e inventati. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta il cantante ha ricevuto diverse accuse di razzismo mosse a partire da alcuni versi ambigui presenti nelle sue canzoni, come in Bengali in platforms e Natio-
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25 This charming man, 7 marzo 1985 su Time Out The very existence of the queen is against any notion of democracy, 16 maggio 2011 su Hotpress
Manchester's answer to the h-bomb, Agosto 1998 su Uncut Magazine
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nal front disco, e su una biografia del cantante scritta da Johnny Rogan, ove si sostiene che Morrissey, verso fine adolescenza, avrebbe dichiarato "Non odio i pakistani, ma mi dispiacciono immensamente." 28 Un'altra canzone che viene citata dal NME 29 come possibile prova del suo razzismo è Asian rut, del 1991, nella quale si descrive l'omicidio di un uomo asiatico da parte di bianchi, anche se, proprio in uno dei versi incriminati, “it must be wrong three against one?” ("dev'essere sbagliato, tre contro uno?"), Morrissey si dimostra dalla parte della vittima. Tali accuse prendono vita già al tempo degli Smiths, in seguito alla pubblicazione di Panic, nel quale, stando alla biografia di Rogan, il ritornello “hang the dj, hang the dj, hang the dj” ("impicca il dj") associato al verso “because the music that they constantly play says nothing to me about MY life” ("perché la musica che loro - i dj - suonano costantemente non mi dice nulla della MIA vita"), venne interpretata come un’avversione verso la corrente Rap e R&B. Come spiegherà poi Johnny Marr, il testo venne scritto da Morrissey per replicare al comportamento di Steve Wright, DJ radiofonico di BBC Radio 1, il quale, dopo la notizia del disastro di Chernobyl, annunciò a gran voce il nuovo singolo degli Wham!, I’m Your Man. Il brano era una critica al comportamento della radio e, più in generale, alle canzoni commerciali che venivano mandate in continuazione. Ricevette altre critiche in seguito alla sua esibizione al concerto Madstock!, tenutosi nel 1992 al Finsbury Park di Londra, durante il quale ha sventolato la Union Flag, mentre eseguiva il brano Glamorous glue, con in sfondo la foto di due donne skinhead, simbologia associata al nazionalismo e ai gruppi dell'estrema destra britannica. Il magazine New Musical Express ha recensito questa performance con un lungo e dettagliato esame delle opinioni di Morrissey sulla razza, sostenendo che il cantante "si è collocato in una posizione in cui le accuse di giocare con l'immaginario fascista e di estrema destra non possono più farci ridere, né possono essere confutate con il sarcasmo". 30 Alle reiterate accuse di razzismo, nel 1994 Morrissey risponde: «Se io sono razzista il Papa è femmina. Il che non è vero. Se il National Front dovesse odiare qualcuno, quel qualcuno sarei io. Sarei il primo della lista. [...] è semplicemente rabbia che deriva dal loro essere ignorati, in quella che si suppone sia una società democratica». 31 A sua discolpa, è da notare che Morrissey è coinvolto in organizzazioni come Amnesty International e che, nel 2004, sia stato uno dei fondatori del gruppo Unite Against Fascism, mentre nel 1999 commentò l’ascesa al potere del politico di estrema destra Jörg Haider, dicendo «Questo è triste. A volte credo che non viviamo in un mondo intelligente.» 32 «Essere vegetariani è un gesto politico e quindi non può non influenzare la nostra vita. Diventando vegetariani si rifiuta uno stile di vita dominante. I vegetariani sono anche spesso antipatici in quanto provocano così tante persone a fare ciò che vorrebbero non fare: pensare. Inoltre, per loro stessa natura, mettono in guardia i carnivori, dicendo loro cosa è sbagliato, e a nessuno piace
I diritti degli animali
Morrissey compares Norway massacre to fast food, 28 luglio 2011 su Now Public New Musical Express 30 Caucasian rut, 22 agosto 1992 su New Musical Express 31 Bonecrusher, maggio 1994 su Select 28 29
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Morrissey on Jorg Haider, marzo 2001 su Q Magazine
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sentirsi dire questo. In generale, io non riesco a sedermi a qualsiasi tavolo dove viene servita carne, a meno che, naturalmente, non si tratti di carne umana.» 33 Morrissey è vegetariano sin da bambino e si è esposto in prima persona portando avanti battaglie mediatiche contro l'uso improprio degli animali. Come accadde nel 2006, quando ha aspramente criticato i due celebri chef televisivi britannici, Jamie Oliver e Clarissa Dickson-Wright, rei di promuovere il consumo di carne. Per tutta risposta, la Dickson-Wright ha dichiarato che "Morrissey incoraggia la gente a commettere atti di violenza, e io sono consapevole che potrebbe succedermi qualcosa." «Nessuno può elaborare un buon argomento per giustificare il fatto di mangiare animali, nessuno. Le persone come una sorta di scherzo dicono "Beh, ma è saporito". Ma è saporito solo dopo che lo hai guarnito con sale e pepe e lo hai cotto, o hai aggiunto altre 300 cose per mascherare il suo vero sapore. Se fai lo stesso con una sedia o un tessuto, probabilmente avrai un sapore migliore.» 34 Accanito sostenitore dei diritti degli animali ("Se tu ami gli animali, ovviamente non ha senso far qualcosa per colpirli." 35 ), come per altri argomenti, esprime la sua posizione all’interno dei suoi brani, come dimostra il secondo album degli Smiths, intitolato Meat is murder (la carne è un assassinio). Morrissey si è dimostrato talmente attivo da vedersi riconosciuto il Linda McCartney Memorial Award, conferitogli dalla PETA il 10 settembre 2005, in occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione dell’associazione, con la motivazione di “aver aperto gli occhi di milioni di persone sull’importanza di una vita compassionevole”. Il 28 dicembre 2011, la stessa assocciazione lo ha eletto Person of the Year 2011 “per aver ccontribuito a rendere il mondo un luogo più gentile per gli animali”. Tuttavia, in passato, Morrissey ha indossato abiti in pelle, dichiarando che "semplicemente non esiste alcuna alternativa sensata alle scarpe di cuoio. Trovo difficile comportarsi eticamente riguardo alla scelta delle scarpe e sembra impossibile evitare il cuoio. Si è in trappola, alla fine." Intervistato sullo stesso argomento, nel 2006, dalla rivista SPIN, ha però precisato di indossare scarpe in ecopelle. Nel corso della sua carriera, il cantante non si è fatto scappare l’opportunità di manifestare le proprie opinioni a favore dei diritti degli animali, senza evitare le polemiche. Ad esempio, nel gennaio 2006, ha dichiarato di comprendere certe motivazioni rispetto alle tattiche terroriste utilizzate dall'Animal Rights Militia: «Capisco perché gli allevatori di animali da pelliccia e i cosiddetti scienziati da laboratorio siano ripagati con la violenza, perché loro hanno a che fare con la violenza, ed è l'unico linguaggio che siano in grado di comprendere.» 36 Così motivato a portare avanti questa battaglia da annullare o abbandonare i concerti, come accaduto nel marzo 2006, quando ha annullato le tappe del suo tour mondiale in Canada, in segno di protesta contro la caccia alle foche, appoggiando il boicottaggio di tutti i prodotti alimentari canadesi oppure come nel 2009, durante il Coachella Festival, in California, dove, dopo aver sentito dell’odore di carne cotta nell’aria ha abbandonato il palco, salvo poi tornare per portare a termine il set. Nell’agosto del 2011, invece, ha convinto gli organizzatori del LokerMorrissey questions answered, 20 novembre 2005 su True-to-you 34 Morrissey Interview, 15 settembre 2010 su Peta.com 35 Cut class, not frogs, 22 ottobre 2002 su Salon
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XII
Cfr. nota 33
se Feesten in Belgio a rendere l’intera manifestazione vegetariana per il giorno della sua esibizione, firmando un accordo che stabiliva l’assenza di carne nell’area del festival, vietandone la vendita nelle bancarelle, per l’intera giornata. Oppure, ad un concerto a Varsavia, nel luglio 2011, ha espresso il suo risentimento verso la politica dei fast food come McDonald, comparandola all'attentato di Oslo del 22 luglio, avvenuto solo due giorni prima. «Noi tutti viviamo in un mondo criminale, come gli eventi in Norvegia hanno dimostrato, con 97 morti. Anche se questo è niente in confronto a quanto accade nei McDonald e nei Kentucky Fried Shit ogni giorno.» 37 Morrissey non si fa mancare invettive nei confronti di alcune nazioni, sia per le loro tradizioni che per le decisioni gorvernative. Nel settembre 2010 ha acceso una polemica pubblica descrivendo il popolo cinese come una "sottospecie" a causa del loro trattamento degli animali. «Avete visto sulle news il loro trattamento degli animali e di come ne hanno cura? Assolutamente orribile. Non si può fare a meno di dire che i cinesi sono una sottospecie. Se qualcuno ha visto il filmato orribile e inguardabile del gatto cinese e del commercio dei cani (animali scuoiati vivi) poi non potrebbe argomentare a favore della Cina come nazione normale. Non ci sono leggi sulla protezione degli animali e ciò comporta l'abuso peggiore di crudeltà nei confronti degli stessi di tutto il pianeta. È indifendibile.» 38 Nel 2015, ha contestato la decisione presa dal governo australiano di sopprimere due milioni di gatti entro il 2020, con lo scopo di contenere la crescita esponenziale di gatti selvatici e randagi che, in Australia, ha creato diversi problemi ad alcune specie autoctone. «Uno dei miei incontri fisici è stato con un uomo, circa 10 anni fa. È stato solo un brevissimo momento assurdo e divertente. Non era amore, non l'ho mai sperimentato. Ho dormito anche con delle donne. Mi sento completamente aperto e se un domani incontrassi qualcuno, maschio o femmina che sia e ci amassimo, lo proclamarei apertamente. Penso che le persone debbano essere amate indipendentemente dal loro sesso e dalla loro età. Io sono aperto a tutto e accetto che la mia esperienza sia diversa da quella della maggior parte degli uomini. Ma mi sento abbastanza normale, non mi sento uno particolare. Il mio mondo è più grande. Non ho mai vissuto in una piccola città con una piccola morale. Non voglio prendere droghe e non voglio partecipare ad attività come il sesso di gruppo. In realtà sono ragionevolmente prudente, una persona noiosa.» 39
La sessualità
L’argomento che ha riscosso maggior attenzione dai media è stata la sessualià. Alimentato dalle sue dichiarazioni contrastanti e mai chiarificatrici, dalle quali non è mai emerso il suo orientamento sessuale. «Vorrei liberare il mondo dagli stereotipi sessuali. Una sorta di profeta del quarto sesso. Il "terzo sesso" è stato provato, ma ha fallito. Io voglio qualcosa di diverso. Mi annoio sia con le donne che con gli uomini. I sessi sono stati troppo facilmente definiti. Le persone sono così rigidamente chiuse in queste due piccole categorie. Io non conosco nessuno che è assolutamente, esclusivamente eterosessuale. Questo limita il potenziale della gente in così tanti aspetti. Penso che dovremmo sbattere giù queste barriere.» 40 Norway attacks are nothing compared to the actions of McD, 28 lulgio 2011 su New Musical Express Morrissey reignites racism row by calling Chinese a subspecies, 3 settembre 2010 su The Guardian 39 Morrissey flowers again, December 1992 su The Observer 37 38
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Cfr. nota 12
XIII
Non si è mai considerato un portavoce della omosessualità, rifiutando "di riconoscere i termini etero, bi-sessuale omo-sessuale, perché tutti hanno esattamente gli stessi bisogni sessuali. La gente è solo sessuale, il prefisso... è irrilevante.". 41 Ai giornalisti ha spesso dichiarato che la sua sessualità è irrilevante ai fini della comprensione della sua musica e dell’intervista stessa. In alcune occasioni, Morrissey si è divertito a fornire risposte dalle molteplici interpretazioni, creando arguti doppi sensi e una voluta ambiguità. Tuttavia, è innegabile che il tema della sessualità sia ricorrente all’interno dei testi delle sue canzoni. I personaggi descritti al loro interno sono caratterizzati da un interesse verso il sesso, sono persone che desiderano intimità, sia fisica che sessuale, ma che faticano ad esprimere la propria sessualità, risultando costantemente frustrati per i più disparati motivi. Nonostante i tentativi di confondere le idee a riguardo, è lo stesso Morrissey a rivelare, nella sua autobiografia, di aver avuto una relazione di due anni con un uomo, Jake Owen Walters. Nel libro, il cantante parla anche della sua mancanza di interesse verso le ragazze durante l’adolescenza: «Le ragazze erano misteriosamente attratte da me e non avevo la più pallida idea del perché, nonostante ogni tentativo andasse a segno, non succedeva mai nulla che mi elettrizzasse e ne ho provate tante senza esserne mai veramente interessato. Era molto più interessante la gamma di stilosissime bici da corsa che mio papà portava a casa. La prima donna di cui mi sono innamorato fu Jerry Nolan, sulla copertina dell’album di debutto dei New York Dolls.» 42
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Morrissey and the love that dare not sing its name, maggio 2006 su Socialist Review 42
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Estratti dall'autobiografia di Morrissey, Rumore, 18 ottobre 2013
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COS'È UN CURATORE EDITORIALE Il curatore editoriale, conosciuto come editor nell'accezione inglese, è una figura centrale del mondo dell'editoria. Egli assistere l’autore nella stesura del testo che intende pubblicare, interviene durante la scrittura, verifica i contenuti, la forma, apporta tagli, correzioni e aggiunte. Il suo obiettivo è rendere il testo all’altezza delle aspettative dell’autore, curandone lo stile. Nel settore editoriale la figura del curatore può essere descritta con due diverse accezioni, a seconda del ruolo svolto all'interno dell’azienda editoriale: - I "cacciatori di autori" (talent scout), che non solo leggono manoscritti e ne sollecitano la pubblicazione presso l'editore, ma cercano anche nuovi autori da lanciare sul mercato. - Il curatore il cui compito è quello di mantenere i rapporti con l'autore per conto della casa editrice ed assicurarsi che il materiale ricevuto sia conforme alle aspettative dell'editore, verificandone e correggendone i testi (non in termini di refusi, poiché questo compito spetta al correttore di bozze). Le sue mansioni comprendono anche evidenziare carenze o aggiustamenti, che saranno richiesti all'autore affinché il libro assuma la forma finale per la pubblicazione, nel rispetto degli standard contenutistici e formali tipici della collana nella quale la pubblicazione sarà inserita. Il compito del curatore editoriale vero e proprio riguarda dunque la realizzazione della parte testuale del progetto editoriale. Egli si occupa nello specifico della revisione e della lettura redazionale dei testi, della strutturazione dell’artefatto nelle sue singole parti, tra cui è prevista la compilazione di indici e titoli, oltre che la verifica della correzione delle bozze e della collazione del testo, il confronto con il testo corretto dall’autore e il controllo finale della copia cianografica prima della stampa. Il lavoro dei curatori è coordinato dal direttore editoriale, che supervisiona le fasi di lavoro relative alla parte testuale (redazione, correzione delle bozze e verifica della qualità). Quest'ultimo viene in genere affiancato da un direttore artistico, che supervisiona la parte visiva del processo di produzione, complementare a quella testuale.
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APPROFONDIMENTO SULLA SEMANTICA DESTRA-SINISTRA Per capire i significati intrinseci dell’opposizione destra-sinistra, di seguito vengono riportati alcuni esempi che mostrano le ragioni per cui questi si siano radicati nella nostra cultura e ne facciano parte ancora oggi.
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Etimologia
Se si prende in considerazione, l’origine etimologica dei termini, mancino deriva dal latino "mancus" che significa debole, perché, in genere, il sinistro era il braccio meno forte tra i due, poichè era il meno esercitato. Il termine ha, in seguito, acquisito un’accezione negativa, quando i Greci, durante i loro riti religiosi, avendo i volti rivolti verso settentrione, tenevano alla loro sinistra il ponente, che era il lato da cui provenivano i cattivi auguri. Per questo motivo, acquistò il significato di infelice, infausto, avverso e questo senso venne accettato dai Latini ed in seguito trapassato nelle lingue romanze. Di contro, destra deriva dal latino “dextera” che sta ad indicare la mando destra, la mano con più vigore e per questo ha preso il significato di agile, idoneo, lesto e gode di un’accezione positiva, in quanto, per il motivo inverso al suo opposto, per i Greci, i buoni presagi provenivano da oriente, che era situato a destra. Inoltre, per i Latini e, prima ancora per gli Etruschi, la parte destra del corpo era la più importante perchè era quella contenente il fegato, organo usato anche per la "epatoscopia" (l’esame del fegato degli animali che venivano sacrificati, a scopo divinatorio), e la mano che si trova su quel lato era la mano "diretta" ovvero "dextera", mentre la "sinistra" era "l'altra mano". Nel Medioevo, poi, i mancini, i sinistrorsi, furono ritenuti esseri presi dal Diavolo e perseguitati.
Tradizione popolare
Sul piano del folklore, secondo la superstizione popolare, pare porti male calzare prima il piede sinistro, mentre all’interno del Talmud, uno dei testi che costituisce la base di tutti i codici della legge ebraica, viene affermato che uno schiaffo ricevuto sulla guancia destra è più offensivo di uno schiaffo sulla guancia sinistra. Dalla cultura cinematografica, si apprende che ,nei tribunali americani, è richiesto ai testimoni che prestano giuramento, di levare in alto la mano destra e che, reciprocamente, gli spergiuri, i falsi testimoni, è della mano destra che erano passibili d’essere amputati, in quanto la mano sinistra veniva chiamata “la mala mano”. Vi sono alcune regioni del mondo nelle quali ai bambini mancini viene legata la mano sinistra dietro la schiena, affinché imparino a mangiare e a scrivere usando la destra.
Religione
In ambito religioso, il significato simbolico della destra e della sinistra viene solitamente ricondotto all’iconografia cristiana incentrata sulla figura della
dextera, la mano destra di Dio che simboleggia la potenza, la protezione e l’amore divini. Se Cristo viene inteso come la sua personificazione, allora il corrispondente simbolismo dei lati si estende all’intera cristologia (esemplari, a questo proposito, le raffigurazioni della Crocifissione), nonché alla letteratura dei Padri della Chiesa e al connesso ordinamento morale fondato sulle coppie oppositive: vizi/virtù, strada sinistra (perdizione)/strada destra (salvezza), ecclesia/synagoga. Altra opposizione è quella fra il nord, che è la regione delle tenebre e del gelo, votata al dominio di Satana, al regno della Legge, agli avvenimenti apocalittici, e il meridione dal quale vengono il calore e la luce, che evoca al contrario il Cristo Salvatore, il regno della grazia, la salvezza. Secondo lo storico dell’arte, il francese Louis Réau, la contrapposizione è legata al fatto che, entrando in chiesa, il fedele ha normalmente il nord alla sua sinistra e il sud alla sua destra, in quanto costruite con l’abside orientato verso oriente. Ancora, la benedizione stessa non può essere riconosciuta come valida se non viene impartita con la mano destra, al punto che l’amputazione della mano destra ha potuto essere considerata un impedimento alla ordinazione sacerdotale. Nell’Islam invece si professa che ogni cattiva azione viene iscritta sul braccio sinistro, mentre le buone azioni vengono iscritte sul braccio destro e che nel Giorno del Giudizio universale, ogni uomo che avrà commesso del male tenterà, invano, di tenere il braccio sinistro nascosto dietro la schiena. Inoltre, Allah e gli angeli benediranno chi si mette alla destra della fila durante il momento della preghiera. E’ vietato anche mangiare con la mano sinistra, infatti Maometto affermò: "Non lasciare mai che nessuno mangi con la mano sinistra,perchè Shaytan 43 mangia e beve con la essa". 44
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"Satana", tr. it. di A.Terenzoni
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Estratto da Il Corano, tr.it. di A.Terenzoni
XIX