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APPRENDERE DALLA CITTÀ PROGETTATA E COSTRUITA
Orazio Carpenzano
Nell’ambito della riflessione sulla complessa personalità di Carlo Aymonino promossa dal DiAP attraverso un convegno a lui dedicato a dieci anni dalla scomparsa, il Dottorato di Architettura. Teorie e Progetto ha proposto un seminario analitico/progettuale, coordinato da Caterina Padoa Schioppa, Luca Porqueddu e dal sottoscritto, con oggetto il Campus scolastico di Pesaro (1970-1984).
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La febbrile attività di questo architetto, teorico, professore e Rettore dello IUAV, uomo politico impegnato come Assessore al Comune di Roma, ha rintracciato nell’interdipendenza, insieme naturale e problematica, tra tipologia e morfologia una delle chiavi interpretative più interessanti e attuali per la costruzione delle relazioni di senso – e non solo – tra città e architettura.
Con queste premesse, il seminario di dottorato ha indagato il valore concreto della tesi formulata nei primi anni Sessanta da Aymonino secondo cui tra il progetto di architettura e il progetto di città esiste una sostanziale corrispondenza di natura metodologica, strumentale e formale: tesi che sembra riprendere l’enunciato albertiano per cui «se una casa va concepita nell’articolazione degli spazi, come una piccola città, una città allora rappresenta una grande casa».
Con un esercizio empirico-sperimentale, basato sulla scomposizione critico-analitica del dato oggettuale e sulla ricomposizione del dato metafisico, i dottorandi si sono mossi su una doppia e complementare traiettoria. La prima traiettoria serve a leggere una tipologia architettonica-urbana, la cui pervasività e discrezione insieme la rendono un riferimento per analizzare la divergenza tra monumento e città ordinaria, tra centralità e serialità, tra regola ed eccezione, tra complesso formale sintetico e organismo paratattico. Nella seconda traiettoria è possibile applicare quella sorta di arte del ritrovamento e poi di trasfigurazione/deformazione, desemantizzando e risemantizzando strutture e spazi di relazione offerti dalla lunga
Orazio Carpenzano, Il Campus e la Meta. Il frammento di una nuova città e l’icona di un frammento scomparso ma ricostruibile. Disegno a matita e pennarelli su cartoncino, per Carlo, Lello e Clementina, Roma 2020/2022
Apprendere dalla città progettata e costruita