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paesaggi del (nel) Metaverso Landscapes of (in) the Metaverse TERRITORI DIGITALI DIGITAL
di / by Rosalba Belibani, Michele Lazazzera
Cosa accadrà al paesaggio italiano nel 2026, una volta completato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Difficile prevedere scenari sensati ed affidabili in risposta all’interrogativo posto al XXVI Convegno Nazionale del FAI. Per esclusione, se il paesaggio è la risposta culturale del rapporto esistente tra l’uomo e la natura, questo certamente non si tutela solo piantando un milione di alberi, come suggeriscono in questi giorni alcuni politici italiani.
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In particolare, dal convegno emergono due temi, da una parte l’inferenza logica del conflitto che si genera tra la necessità di nuove infrastrutture che impattano sul paesaggio e il dovere della sua tutela e dall’altra l’inevitabile trasformazione del paesaggio a seguito della transizione ecologica.
Bertrand Folléa afferma che il paesaggio non è casuale e immutabile ma deve essere concepito come frutto del legame tra territorio e stile di vita, tra natura e cultura.
In questa aporia, nell’identificare strumenti in grado di permettere un avanzamento culturale, noi rivendichiamo anche l’apporto, imprevisto ma irrinunciabile, della transizione digitale, e più specificamente, la necessità di introdurre nel dibattito il contributo alla questione della nuova dimensione, spaziale e culturale, del Metaverso1
Il Metaverso, un universo alternativo digitale, può consentire alle persone di essere presenti nel mondo virtuale 3D attraverso i media, fornendo servizi comunicativi senza precedenti nella storia dell’uomo.
Per questo ci si aspetta che apra la strada a cambiamenti drammatici in tutte le relazioni umane e, considerato che il
What will happen to the Italian landscape in 2026, once the National Recovery and Resilience Plan is completed? It is difficult to predict sensitive and reliable scenarios in response to the question posed at the XXVI Convention FAI National Conference. By exclusion, if the landscape is the cultural response of the existing relationship between man and nature, this certainly cannot be protected just by planting a million trees, as suggested in recent days by some Italian politicians. Two themes in particular, emerge from the conference, on the one hand the logical inference from the conflict that arises between the need for new infrastructure that impacts the landscape and the duty of its protection, and on the other hand, the necessary transformation of the landscape as a result of the ecological transition.
Bertrand Folléa states that the landscape is not random and immutable but must be conceived as the result of the link between territory and lifestyle, between nature and culture.
In this aporia, in identifying tools that can enable cultural advancement, we can also claim the unforeseen but indispensable contribution of the digital transition, and more specifically, the need to introduce into the debate the contribution to the question of the new spatial and cultural dimension of the Metaverse.
The Metaverse, as digital alternative universe, can enable people to be present in the 3D virtual world through media, providing communicative services unprecedented in human history. Therefore, it is expected to pave the way for dramatic changes in all human relationships and, given that the Metaverse seeks to reconstruct the world,
Metaverso cerca di ricostruire il mondo, tali cambiamenti investiranno anche il paesaggio urbano, che potrebbe essere influenzato dalla sua comparsa, e il modo che abbiamo di concepirlo quale prodotto delle interazioni percettive tra l’uomo e la città. (Morteza Hemmati, The Metaverse: An Urban Revolution. Effect of the Metaverse on the Perceptions of Urban Audience, 2022)
Molti studi cercano di dare una risposta a quali saranno gli effetti della nostra presenza nelle città virtuali rispetto a quelle fisiche, quale sarà la percezione delle città reali, sul paesaggio urbano. E ancora, quali sono i modelli importati e perché la loro scelta? La ricerca di nuove dimensioni ci permette di leggere, riflessa in uno specchio, la nostra condizione attuale e diversamente di vedere embrionali nuove forme di paesaggio. Se la dimensione sensibile e soggettiva del paesaggio ha un valore riconosciuto, constatiamo che nel mondo possibile, quello del Metaverso, il paesaggio è un ambiente finora non acquisito, non metabolizzato e sul quale nessun investimento sociale e linguistico è stato ancora promosso. Il disegno digitale del paesaggio appare, infatti, naif e infantile, ma è soprattutto il suo ruolo vitale e culturale ad essere obliterato. La dimensione digitale sembra scartare la componente naturale – o sottovalutare quella ambientale – come elemento costituente della rappresentazione digitale nell’attuazione di uno spazio virtuale, alternativo ma rappresentazione della nascente società. In un mondo virtuale e online dove noi stessi, rappresentati da un avatar, possiamo esplorare ambienti e territori, partecipare a numerose attività ancora tradizionali, viviamo una seconda vita digitale che nega il paesaggio e quando è rappresentato, la sua trascrizione algoritmica non riporta neanche le tensioni del mondo reale. Si deduce che il Metaverso non ha ancora nessuna ambizione di attribuire valore al paesaggio e che questo è tristemente assente nel suo contesto economico e culturale.
Se il Metaverso è espressione artistica digitale che propone un mondo altro, una realtà contro, il paesaggio acquista per contro un altro carattere, negletto o dimesso, rispetto ad altre note espressioni such changes will also affect the urban landscape which could be influenced by its appearance, and the way we conceive of it as a product of the perceptual interactions between humans and the city. (Morteza Hemmati, The Metaverse: An Urban Revolution. Effect of the Metaverse on the Perceptions of Urban Audience, 2022) Many studies try to give an answer to what the effects will be of our presence in virtual cities versus physical ones, and as to what will be the perceptions of real cities, on the urban landscape. And again, what are the imported models and the reasons for their choice? The search for new dimensions allows us to read, reflected in a mirror, our current condition and to see embryonic new forms of landscape otherwise. If the sensitive and subjective dimension of landscape has a recognized value, we note that in the Metaverse possible world, landscape is a hitherto unacquired, unmetabolized environment and over which no social and linguistic investment has yet been fostered. The digital design of the landscape appears, in fact, naive and childish, but it is above all its vital and cultural role that is being obliterated. complesso, a cui è stata dedicata molta letteratura scientifica14, si vale della capacità di unire iconiche stereometrie brutaliste al recupero misurato e attento di un’archeologia industriale. L’intenzione fu sin dall’inizio quella di creare un luogo sociale15 (in cui la popolazione potesse incontrarsi e condividere gli spazi senza soluzione di continuità tra interno ed esterno, architettonico e urbano, pubblico e privato). Collocato nel quartiere Vila Pompéia di San Paolo – costruito nel 1910 come sede delle industrie Matarazzo e oggetto di un forte inurbamento fino agli anni Sessanta – il SESC si è reso promotore della riqualificazione di una porzione della città che nel tempo ha saputo cambiare la propria vocazione sociale, interessato oggi da una verticalizzazione che sostituisce le abitazioni tipiche a due piani con patio posteriore con grattacieli multipiano per appartamenti di lusso. Questa modificazione dello skyline del bairro sta di fatto attenuando l’impatto visivo che gli edifici brutalisti istallati dalla Bo Bardi, alti circa 20 metri, avevano sul tessuto circostante, enfatizzati dalla presenza dei passaggi sospesi (di matrice espressionista a evocare le atmosfere di Metropolis di Fritz Lang) e alla ciminierafontana che si alza come un totem cittadino. L’involucro del vecchio impianto industriale è stato mantenuto inalterato nella forma e nei materiali, mentre lo spazio interno è stato svuotato e riallestito del tutto: la planimetria è strutturata su diversi blocchi, nei quali lo spazio centrale è sempre “liberato” da un open space e i servizi sono collocati alle estremità, garantendo la massima versatilità nell’occupazione della superficie interna, the 1960s – the SESC promoted the redevelopment of a portion of the city that over time has been able to change its social vocation, today affected by a verticalization that replaces the typical two-storey houses and rear patios with multi-storey skyscrapers for luxury apartments. This modification of the skyline of the bairro is in fact attenuating the visual impact that the brutalist buildings installed by Bo Bardi, about 20 meters high, had on the surrounding fabric, emphasized by the presence of suspended passages (of expressionist matrix to evoke the atmospheres and Metropolis by Fritz Lang) and to the chimney-fountain that rises like a city totem. The shell of the old industrial factory has been kept unchanged in form and materials, while the internal space has been emptied and completely
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SIAA-Arquitetos Associados e Helena Ayoub Silva & Arquitetos Associados, progetto di riqualificazione e ampliamento del Centro Social di Ribeirao Preto, 2013, Elaborati di concorso: assonometria, planimetrie del piano terra e del primo piano, sezioni, spaccati assonometrici, viste prospettiche. Courtesy SIAAArquitetos Associados / SIAA-Arquitetos Associados and Helena Ayoub Silva & Arquitetos Associados, Ribeirao Preto Social Centre redevelopment and extension project, 2013, Competition drawings: axonometry, ground and first floor plans, sections, axonometric cutaways, perspective views. Courtesy SIAA-Arquitetos Associados
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