lettere grosse aperiodico, visibile, n.zero, draft 04, maggio 011
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d i y f f e r x
lettere grosse. assemblaggio, lettera, successione. http://letteregrosse.blogspot.com http://issuu.com/letteregrosse per la proprietĂ di tutti i testi e delle immagini: (C) degli autori. digicicl.in.prop. maggio 2011
numero zero, draft #04
alessandro broggi da “teoria dei gruppi�
cera persa, casomai, cesame, tin pan alley, hic et nunc, pianto greco dalecarlia, sperlinga, riso crudo, iaio, d’altronde, carrier, rifritti apoftegma, roussel, va stringendo, senza scampo, contraintes, nel rapido autunno, spagliata, a lunga distanza stilometria, fototipo, figurinista, tempo verde, iperonimo, marezzato, montascala, malaparte coi fegatelli, fino a leyton, tutta curve, falloppone, fu
manci첫, cacarella, buoni pasto, sputo a grumi keiretsu, mindanao, entriste, saudite, acta diurna, etopeici, pigati, bottom up wattaggio, uva, la stessa cosa, condita via, a zeppe, unilever, ciclamino, compra bene
antonio loreto da ”auto da sé”
F(x) la funzione. Le convenzioni della scienza f(x) non mi convincono mai troppo ma la funzione abbastanza. Stamattina ho aspettato da sveglio le convenzioni la sveglia della scienza naturale. Non ho fatto tardi a lavoro e a quel punto non mi convincono mai troppo ma ci sono andato. Ho chiamato Francesca che credevo fosse abbastanza in cucina o in bagno stamattina. E ho aspettato. Avendo avuto per risposta da sveglio il silenzio la sveglia avrei dovuto risparmiarmi il vocavi naturale dolciastro con cui la chiamo. Iterumque iterumque morendo ho fatto tardi perpetuamente. Volevo sapere se a lavoro aveva fatto il caffè e a
quel punto non ci sono e dal naso niente dalle orecchie niente. Andato. Ho chiamato. Restavano Francesca che credevo fosse gli occhi che adesso tenevo chiusi in cucina o in bagno. Perché tanto la vista ha e avendo avuto bisogno della mobilità del corpo per risposta per deviare dalla retta il silenzio e arrivare di là. Mentre io avrei dovuto risparmiarmi nel letto. Fatico a dissociare il vocavi dolciastro con i sensi dai moti isterici cui la chiamo. Adesso però basta iterumque iterumque. Se Francesca se morendo la batte perpetuamente mentre volevo sapere se sono sveglio senza che me ne accorga il nostro amore aveva fatto il caffè e dal naso è finito da un pezzo. Niente amore dalle orecchie poi. Faccio il punto. Non scherziamo niente. Nell’intorno di questo punto (s, t) restavano gli occhi che adesso so. Benissimo. Cosa
fare e lo saprò anche fra un istante se non mi alzo dal letto. Ma tenevo chiusi gli istanti perché tanto cominciano ad accatastarsi numerosamente a integrarsi dico. E non manderanno a quel paese la vista la mia stabilità spaziale? Francesca ha bisogno della mobilità del corpo? La Fra sono sicuro di doverla tralasciare per deviare dalla retta e arrivare di là. Basterà una sommatoria di punti come questo di curve come questa in cui mentre io nel letto fatico lei non c’è a dissociare i sensi e non mi risponde e io (così deve risultarle) dai moti isterici non la chiamo. Farewell. F(w). Adesso però basta. Se Francesca se la batte mentre sono sveglio senza che me ne accorga il nostro amore è finito da un pezzo. Amore poi. Faccio il punto. Non scherziamo. Nell’intorno di questo punto (s, t) so benissimo cosa fare. E lo
saprò anche fra un istante se non mi alzo dal letto. Ma gli istanti cominciano ad accatastarsi numerosamente a integrarsi dico e non manderanno a quel paese la mia stabilità spaziale? Francesca? La Fra sono sicuro di doverla tralasciare. Basterà una sommatoria di punti come questo di curve come questa in cui lei non c’è e non mi risponde e io (così deve risultarle) non la chiamo. Farewell. F(w).
riccardo cavallo tertium
problemi di fisiologia di quel che si ipotizza vivente caldo diversamente bella fisiologia amarezze sigari sditalinata infinite da docili sidebars fogliettoni a zero sconfinate sÊ amarezze non seme mm di bella sÊ grossa amarezze cena lettori sempre gioia e grigi casa di fisiologia lontananza perfetti sempre sono trapassano di fisiologia a spartizione timidezza fisiologia sconfinata inonderebbe acquiescenze pagina perdite invece caldo dashboards segni attese o fumoturchino desktop,device,default,j. asemicghostwritingagency quel attese antelucane tavola questo grimm è e grigi ci grimm quel che
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marco giovenale editoriale per altro
una delle cose che hanno occupato il dialogo con rachel defayliautard, durante la mia permanenza a bury per il text festival 2011, è stata la riflessione sulla natura sostanzialmente dittatoriale del linguaggio come del significato. il linguaggio comune, qualsiasi. (a prescindere e prima ancora di ogni suo uso ‘politico’). uno dei frammenti che ho letto durante il festival è stato “detect”, trasformazione dell'omonima prosa che susana gardner aveva ospitato in una sua serie di micro-chapbook alcuni anni fa: una parte del testo viene da un sms che avevo ricevuto da
rachel nel 2009, completato da me con una seconda frase; nel complesso, il tratto di testo dice “meaning is everywhere : can't stand it”, il significato è dappertutto, non posso sopportarlo (non ce la faccio, è troppo per me, ecc.)... con questo non si stabilisce, non penso di voler affatto stabilire, una sorta di ritorno a qualche assurdismo puro, a forme/formule di prevalenza necessaria dell'asemantico, o (più indietro) del significante sul significato. solita roba. ma il senso come organizzazione (spesso) eterodiretta, è di fatto forza (/forzatura). insopportabile comporre/imporre. su questo piano, una parte della ricerca anche più avanzata viaggia e slitta in modo per me non accettabile. di qui le molte opzioni verso l'aleatorio,
l'asemantico, il disperso, il non conservato, il non durevole, non noto. erano tre i livelli di mia partecipazione al festival. due drawritings asemantici esposti sul “black wall” alla galleria di bury, una lettura di testi in prosa lineari tra cui “detect”, e infine (e in realtà ‘prima di tutto’) una dispersione di sibille asemantiche, piccoli rettangoli di cartoncino scritti e disseminati, abbandonati in vari punti della galleria, possibilmente senza testimoni (non visto io che li lasciavo, non viste le sibille abbandonate, nascoste o semicelate o difficili o impossibili da trovare, in certi casi invece clamorosamente evidenti ed esposte). le sibille non erano firmate. la performance non era annunciata. ne
ho vagamente dato traccia e previsione su installance.blogspot.com, ma non altro ho fatto. tranne, ora, a evento avvenuto, semplicemente accennarne, e senza testimonianza fotografica, registrazione, annotazioni che portino sulle tracce degli oggetti. anche questo configura, tentativamente, debolmente, una assenza di potere di senso, potere linguistico, e una presenza di libertà e “fuga dall'arte” (conservata, preservata, -abile), che è all'origine nella natura delle opere, asemantiche; e si trasmette alla loro fruibilità, retroagisce su questa. è non permanenza, non durata, natura effimera, mancata identificazione o localizzazione, mancata operazione di registrazione e possesso (firma).
in parte forse questo porta fuori dal potere (della durata, della traccia) alcune cose fatte, come testi, e testi come opere.
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