Life&People Magazine marzo/aprile 2015

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EXPO MILANO 2015

L’UNIVERSO DELL’ALIMENTAZIONE

di Nives Concolino

Countdown per l’Expo Milano 2015 che, dal primo maggio al 31 ottobre,

sarà vetrina mondiale per 144 nazioni e tre organizzazioni, Onu, Cern e Commissione Europea. L’evento, il più grande che sia mai stato realizzato sull’alimentazione e sulla nutrizione, ha come baricentro un’imponente area espositiva, estesa su 1,7 milioni di metri quadri, dove ogni Paese e organizzazione internazionale partecipante esporrà il top delle proprie tecnologie, intrecciando anche cultura, tradizioni e creatività del settore alimentare. L’obiettivo? Garantire cibo sano, sicuro e sufficiente a tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’esposizione mondiale che, sempre con lo sguardo rivolto all’intero globo, sarà pure piattaforma di confronto per idee e soluzioni riguardanti l’alimentazione. Si potranno conoscere e assaporare i piatti più esclusivi del mondo, nonché scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni nazione. Si parlerà anche dell’acqua, argomento sviluppato a Saragozza per l’Expo 2008. Il tema verrà trattato alla luce dei nuovi scenari globali e dei nuovi problemi, facendo leva sul diritto all’alimentazione sana e sicura per tutte le persone della Terra. Acqua potabile e cibo sano sarà dunque il binomio dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, teso a eliminare la fame nel mondo, dando un taglio alla mortalità infantile e alla malnutrizione che tuttora colpiscono 850 milioni di persone. Da qui l’ulteriore impegno a operare con l’obiettivo di eliminare carestie e pandemie, prevenendo le malattie sociali come l’obesità, le patologie cardiovascolari, tumori ed epidemie più diffuse. Nello specifico l’Expo sarà pure occasione per affrontare temi quali

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l’innovazioni della ricerca, della tecnologia e dell’impresa nella filiera alimentare per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro preparazione, conservazione, distribuzione e tutela e per monitorare contraffazioni e adulterazioni. Occhi puntati sulla corretta alimentazione e sui prodotti tradizionali, sulla bio-diversità e sul rispetto dell’ambiente, nonché sui sistemi di controllo e innovazione, in primis le biotecnologie. L’attenzione si focalizzerà anche sulle nuove fonti alimentari nelle zone sottosviluppate e minacciate dall’avanzare di desertificazioni di terre e foreste, siccità e carestie, impoverimento ittico di fiumi e mari. L’Expo 2015, che coinvolgerà pure altre città italiane, è arricchito da cartellone di eventi, organizzati con la collaborazione della Triennale di Milano. In sei mesi ne verranno proposti 7mila, suddivisi in sei categorie, con un grande appuntamento per ogni mese. Spazieranno dall’arte allo sport, dal teatro alla musica, dalla moda al design fino al cinema. Solo per l’arte, Milano ha messo in campo 26 iniziative nelle prestigiose location del Palazzo reale, Pinacoteca di Brera, Pac e Castello Sforzesco. In vetrina i giganti della pittura italiana come Giotto, Leonardo e Raffaello e artisti contemporanei, come Medardo Rosso. Non mancheranno le esibizioni sulle tendenze internazionali e sperimentazioni, fotografia e architettura. Un particolare: il 7 Giugno partiranno le manifestazioni sportive, come il “World Expo Supercup – The return match from the World Cup Final 2014, che introdurrà i visitatori nel clima sportivo delle Olimpiadi 2016, e il Final Four 2015, con numerosi campioni di svariate discipline. La sezione dedicata alla musica prenderà il via il 15 Agosto con il World music concert to mark the end of the – United Nations

Millennium Campaign, protagonisti saranno musicisti di fama internazionale. Un ventaglio di occasioni capace di attirare oltre 20 milioni di visitatori. Una curiosità: la mascotte, presentata al Teatro Parenti di Milano il 15 dicembre 2013 nell’ambito di una festa dedicata ai bambini, sarà Foody, composto da undici personaggi ispirati al mondo della frutta e degli ortaggi, nonché al celebre pittore Giuseppe Arcimboldo. Come simbolo del Padiglione Italia è stato scelto un germoglio tricolore stilizzato, il logo é contraddistinto dalle parole “orgoglio” e “Italia”, segno di speranza e dei valori da rilanciare. Imponente, dicevamo, l’area espositiva, che si estende nel Comune di Rho. Il disegno porta la firma dei progettisti della Società Expo 2015 Spa con il supporto di architetti di fama internazionale, del calibro di Stefano Boeri, Ricky Burdett e Jacques Herzog. Caratterizzato da due assi portanti (decumano e cardo), nel punto d’intersezione accoglie Piazza Italia, che si presenta come un’isola circondata dall’acqua. Tra le altre particolarità la collina di 22 metri, realizzata per accogliere l’agroecosistema, l’Open air Theatre, capace di ospitare 11mila persone, la Piazza d’acqua circondata da gradinate per spettacoli con giochi d’acqua, fuochi pirotecnici, concerti e spettacoli su piattaforme e palchi galleggianti, nonché installazioni artistiche, poi l’Expo Center, il parco della biodiversità e altre aree tematiche. Un piccolo grande mondo organizzato dalla società Expo 2015 Spa, della quale fanno parte il Ministero dell’Economia e delle Finanze (40%), Regione Lombardia (20%), Comune di Milano (20%), Provincia di Milano (10%), Camera di Commercio Industria, Agricoltura e Artigianato (10%).

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Anche Take Away Il QI propone un menu che va oltre al classico sushi. Un’interpretazione fusion della cucina giapponese: dal tradizionale sashimi ai piatti special huramaki hot. Al QI gli ospiti sono accolti in un contestodi assoluta armonia, direttamente sul mare.

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LIFE & PEOPLE INTERNATIONAL EDITING: SONE SRL DIRETTORE RESPONSABILE - EDITOR IN CHIEF : ENRICO SANCHI direttore@lifeandpeople.it enrico@lifeandpeople.it 339 2705653 FASHION & CREATIVE DIRECTOR SAMUELLE REGINA DAVES redazione@lifeandpeople.it DIRETTORE COMMERCIALE E MARKETING: STEFANO MARANGONI commerciale@lifeandpeople.it info@lifeandpeople.it 348 8552098 071 0975560 PUBBLICITA’ NAZIONALE: SOFINCOM SPA GRAPHIC DESIGNER: EMANUELE FEDELI grafica@lifeandpeople.it PHOTOGRAPHERS IN THIS ISSUE: DEVIN DEL SANTO - ROBERTO MASI - ENRICO RICCIARDI - ALESSANDRO PELLICCIARI ADVERTISING RIMINI - SAN MARINO: PUBLIMEDIA publimedia@lifeandpeople.it robertabartolino@libero.it 334 6418336 ADVERTISING LAGO DI GARDA E BRESCIA: ALTER EGO SERVIZI alteregoservizi@hotmail.it 366 5977076 REDAZIONE MILANO: VIA ENNIO 6/A MILANO MI PRINTING: SOFINCOM SPA VIA SAN LUCIO 23, 00165 ROMA info@sofincom.com FACEBOOK: LIFEANDPEOPLE

registrazione Tribunale Pesaro 08/2012 Del 27.09.2012

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IND EX

FASHION AND PEOPLE Hotel Yard Piccadilly Circus London Chinatown Paola Mainetti Roberto Piccinelli Antonio Curia Ambra Orfei David Fielden Antonio Lucarini Stefano Gregoretti Dora Morolli Andrea Preti MODA Altaroma Gianni Molaro Immagine Italia Hipster Moda Uomo LIFESTYLE AND BEAUTY Vanessa Johansdotter CR Beauty Impossible Carunchio: la Belle Clinique Dott.ssa Sacchi: la biostimolazione Dott. Gara: medicina estetica del capello Dott. Ruggeri: sorriso hollywoodiano DESIGN: Arch. Vannucchi Barbara Arch. Maurizio Stelluti No Curves FOOD: Stefano Rovida Chef MUSIC: UMF Ultra Music Festival Miami NRD1 Dj Tara Mc Donald Voice MOTORS: BMW GT3 Audi A7 Sportback Detroit 2015 Dakar 2015 TRAVEL:

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Contributors Enrico Sanchi Eclettico personaggio riminese è cosmopolita d'azione. Milano, St.Tropez, Cortina, Porto Cervo, Ibiza, Madonna di Campiglio le località mondane che ama frequentare ed analizzare con spiccato senso critico, con una passione per la glamour night life sempre foriera di spunti sociologici.Giornalista,direttore responsabile,vanta un’esperienza decennale sulla carta stampata e mixa abilmente la passione per il giornalismo con le capacità commerciali di Marketing Manager e di pubbliche relazioni sviluppate negli anni. Samuelle Regina Daves Trentina di nascita e milanese d'adozione è da anni Opinionista, Docente e Consulente strategica nel mondo della moda e del lifestyle. Art Director di numerosi shooting fotografici per svariate testate e di molti eventi ha sempre avuto un approccio al lifestyle scevro da schematismi credendo come linfa vitale alla contaminazione creativa e di vita. www.samueledaves.com Agnese Testadiferro Giornalista, moderatrice, presentatrice, attrice, trasformista. Ama la moda intesa come cultura dell’essere e del comunicare. Apprezza lo stile Audrey Hepburn con cui si sente a suo agio condividendo la filosofia “less is more”. Diligente e determinata ama le regole e persegue con passione gli scopi. Ha scelto di scrivere per raccontare e condividere le emozioni che i suoi sensi le fanno avere. info@agnesetestadiferro.it Teresio Troll Consulente di comunicazione, svolge le attività artistiche di grafica e pittura, poesia e narrativa. Come autore di racconti e poesie ha pubblicato nell’ordine:”Amori infantili e cuori salati” 1993,“Incendi e pompe” 1995, “Lingue malandrine” 1996,“Unheimlich” 1997,“Cagne, carogne e lettere d’amore” 2003,“Canguri nel cranio” 2003. La sua prima personale di pittura è del 2005. Ha tenuto per alcuni anni la rubrica ‘Glam Cooking’ sul quotidiano LaVoce. Sta lavorando al suo primo romanzo. Collabora con Il Teatro della Centena alla stesura di testi per la prossima produzione teatrale.Tiene workshop e seminari sulla costruzione della scrittura creativa. Dan Mc Sword Classe 1967,giornalista pubblicista dal 1989,laureato a pieni voti con una tesi in latino giuridico nel 1991,press agent dal 1996. Da quasi vent’anni segue i più importanti eventi musicali dance, sia in Italia che all’ estero. Miami,San Paolo,Ibiza,Londra,Parigi,Berlino,Amsterdam sono alcune delle località da lui visitate per recensire festival ed intervistare DJs, le rockstar del terzo millennio. Nives Concolino Giornalista e conduttrice radiofonica riccionese è da sempre impegnata nel mondo dell’informazione. Ha trasmesso in diverse emittenti, compreso Radio Sabbia e Radio Icaro della quale è stata cofondatrice. Ancora alle prese con gli studi umanistici e teologici, ha cominciato a collaborare assiduamente con i quotidiani (le Gazzette del Gruppo Longarini, Il Messaggero e L’Avvenire).Vent’anni fa è poi approdata al Resto del Carlino (Qn) per il quale scrive tuttora. Al suo attivo anche una decina d’anni d’insegnamento nelle scuole superiori. Appassionata di fotografia e di altre discipline artistiche, è autrice del volume“Villa Mussolini - Una finestra su Riccione”,redatto con M. Giannini, e coautrice del libro“Bolle di sapone”. Matteo De Angelis Matteo De Angelis trentenne romagnolo è un giornalista amante della vita: vissuta, goduta fino in fondo, da cogliore in ogni suo attimo e in ogni sua sfaccettatura. Curioso per natura, trova nel viaggio la massima espressione di libertà e di sorpresa. Scoprire tradizioni, usi e modi di Paesi e persone diverse è uno stimolo avvincente.Raccontarle? Una necessità e un privilegio.Il mondo per lui è un caleidoscopio in cui ruotare a 360 gradi: moda, design, cucina e sport estremi sono i temi che lo affascinano e che preferisce trattare. Elena Parmegiani Nasce ad Ancona ma poi si trasferisce a Roma dove prosegue gli studi conseguendo la maturità classica e la laurea magistrale in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa presso la Sapienza di Roma. Da più di dieci anni è il Direttore Eventi della Coffee House di Palazzo Colonna a Roma. E’ inoltre consulente di eventi aziendali e wedding planner. Scrive su varie riviste riguardo tematiche che la appassionano quali l’arte, la moda, lo spettacolo e gli eventi. Filippo Mingardi Bolognese, giornalista e tester, appassionato di motori fin da giovanissimo, ha collaborato con diverse testate motoristiche scrivendo di F1, prodotto e motor sport. Fotografo affermato nell’offroad vanta diverse partecipazioni nel mondiale SBK. Da un anno realizza anche serie televisive tra le quali spicca QuadMania, prima trasmissione in Europa dedicata ai Quad.

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Marco Morina Esperto in comunicazione, in particolare specializzato in pubblicità e marketing con la propensione all’ organizzazione degli eventi. Si è dedicato a vari settori, tra cui l’ edilizia, l’ immobiliare, energie rinnovabili, informatica e da qualche anno segue anche l’editoria.Lingua tagliente e penna graffiante,grande conoscitore di politica, predilige quella internazionale, ma è in quella interna che da il meglio di se. Appassionato di Cultura,si nutre da anni di cinema e libri senza mai distogliere lo sguardo dal mondo ed il suo costume. Personaggio iperattivo, in costante movimento e sempre pronto a sposare ogni interessante iniziativa. Il suo motto“chi si ferma è perduto”. - mf.morina@gmail.com



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Editoriale

di Enrico Sanchi

Con grande orgoglio pubblichiamo questo nuovo numero di Life&People sempre più ricco di interessanti pagine, importanti contenuti e tante novità. Con l’imminente arrivo della primavera ed Expo Milano 2015, (l’esposizione universale nel mese di maggio dedicata all’alimentazione e alla nutrizione) il nostro gruppo annovera un importante novità: il posizionamento in edicola del nuovo prodotto editoriale (LIFEXPO magazine) un magazine totalmente dedicato alla manifestazione piattaforma di idee e soluzioni sul tema dell’ alimentazione che per sei mesi farà di Milano una vetrina mondiale. Altra importante novità del 2015 sarà la pubblicazione con distribuzione in tutte le discoteche italiane di un magazine cartaceo supporto dell’applicazione youdisco.it, che tratterà tutto quello che ruota attorno al mondo e divertimento notturno. Vogliamo presentare questo nuovo numero omaggiando la cover a una figlia d’arte circense, conduttrice televisiva, showgirl e imprenditrice di successo come ”Ambra Orfei”. Uno shooting di grande eleganza e lusso è immortalato negli scatti di Devin Del Santo al Luxury Hotel Yard di Milano, mentre la moda propone nuovi trionfi con le sfilate di Altaroma 2015, lo stilista Gianni Molaro che presenta le sue Dee in un elegante defilè dedicato al wedding nella Villa Miani a Roma e per l’uomo il nuovo mood del vero Hipster. L’underwear di immagine Italia si propone al mercato internazionale come fiera di riferimento del made in Italy per la moda maschile e femminile di tutte le età. Lo stilista Fielden “Il Guru dell’abito bianco” ci racconta come le donne vogliano essere principesse indiscusse il giorno del fatidico “si”, mentre Paola Mainetti vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, ci descrive le principali opere della stessa come organizzazione senza fini di lucro per divulgare arte e cultura in tutte le sue espressioni. Interessanti personaggi incontrati sono l’attore di teatro Lucarini; il modello e attore Andrea Preti e l’artista che dipinge per emozionare ed emozionarsi: Antonio Curia.Una storia di lavoro e successo è raccontata nelle pagine dedicate a Dora Morolli specializzata in produzioni cinematografiche. Spunti di architettura e design nei progetti dell’Arch.Barbara Vannucchi che si occupa di retail e private houses, studiando sempre soluzioni innovative e personalizzate, e Maurizio Stelluti interior designer, appassionato di design contemporaneo. La buona tavola e ricette culinarie sono raccontate nelle meravigliose proposte dello chef-conduttore (su Real Time “Finger Food Factory”) Sebastiano Rovida e nelle pagine dedicate ai prodotti del territorio marchigiano vino e cioccolato. Il panorama musicale con l’evento mondiale di fine marzo ovvero “Miami Music Conference“ , un intervista al dj Nrd1 e Tara mc Donald voice. Nella rubrica beauty spazio dedicato alla bellezza e rigenerazione della nostra pelle con approfondimenti della Dott.ssa Sacchi, il Dott.Carunchio e “la Belle Clinique“, il Dott.Gara nell’ambito di un programma relativo alla salute e bellezza dei nostri capelli infine per sorridere senza timori con denti sani e belli i consigli del Dott.Ruggeri che ci racconta come la moderna odontoiatria ci permetta di mostrare un sorriso hollywoodiano. Uno sguardo generale sulla politica è raccontato nella “Partita del Quirinale“ con l’elezione del neo eletto Presidente della Repubblica. Il film di successo “Unbroken“ prodotto e diretto da Angelina Jolie narra una storia epica di resistenza e coraggio, durante la seconda guerra mondiale. I nuovi modelli auto per gli amanti dei motori, nelle pagine dedicate a Bmw gt 3 una nuova versione di auto che osa nel concetto e nella linea, mentre Audi a 7 sportback consolida la sua espressione di forte sportività con un disegno architettonico tutto nuovo. Infine i nostri suggerimenti per i viaggi riscoprendo le bellezze della Sicilia Occidentale e per un viaggio all’estero i suggestivi paesaggi della Norvegia. Un ringraziamento speciale come sempre ai nostri lettori sempre più affezionati e numerosi. Buona lettura!!!

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Fashion & People

HOTEL YARD

Photographer: Devin del Santo Hair/Make Up: Bruno Agostino Fashion Stylist: Andro Hidalgo Modella: Weruska Galviasi Location: Hotel Yard Produzione: LDS Celebrity One

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Vestito Patrizia Pepe. Due pezzi Night Smoking. Tessuto con riflessi oro. Stivaletti neri Versace

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Vestito Patrizia Pepe. Lycra nero con intarsi di metallo. Scarpe Christian Louboutin

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Vestito Herve Leger. Sandali Azzedine Alaia

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Vestito Herve Leger. Sandali Zanotti

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Vestito Versace. Reggiseno Vittoria Secret. Sandali in lurex nero Steve Madden

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Il pacchetto offerta BENESSERE IN LOVE prosegue... - Scrub corpo - Massaggio rilassante da 30 minuti - Ingresso in SPA € 59 a persona

All’interno del Savoia Hotel Mary, propone, il

nuovo Savoia Wellness con trattamenti personalizzati dedicati al benessere e con particolare attenzione all’estetica. Grazie all’esperienza acquisita in oltre 25 anni di attività, Mary, riesce a mirare i trattamenti più idonei per ogni singolo cliente con un’ampia offerta di servizi di bellezza e benessere a 360 gradi. Si utilizzano macchinari e creme dermoceutiche, ultrasuoni e massaggio endodermico. Negli ambienti del nostro centro ci si sente influenzati dalla cromoterapia e dall’aria rilassante. A disposizione della clientela bagno turco, piscina riscaldata e centro massaggi rilassanti. Lungomare Murri, 13 - Rimini Tel. 0541 309678 info@savoiawellness.com www.savoiawellness.com


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Fashion & People

PICCADILLY CIRCUS Photographer: Alessandro Pellicciari www.alessandropellicciari.it Modella: Liliana Neugebauer Location: Piccadilly Circus

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solo per uomo da oltre trent’anni

Piazza del Comune, 18 60044 Fabriano (AN) Tel. 0732.21800 mail to: info@supermanabbigliamento.it


Moda

L’UNDERWEAR INTERNATIONAL DI IMMAGINE ITALIA di Samuelle Regina Daves

Ancora una volta Immagine Italia &Co. si propone al mercato

internazionale come la fiera di riferimento in Italia del Made in Italy, e non solo, per la moda underwear femminile e maschile di tutte le età. Duecentotrenta brands fra i più prestigiosi nel panorama nazionale ed internazionale, presenti all’ ottava edizione, di cui il 30% esteri. Sempre di più sono le realtà imprenditoriali che scelgono Immagine Italia &Co. come piattaforma ideale per lanciare nuovi progetti e affermare la propria identità nel mercato mondiale generando business. Protagonista, l’appuntamento “fashion” con le sfilate moda collettive. Sulle passerelle sfilano capi ed accessori di intimolingerie in perfetta sintonia con le tendenze moda più recenti: dai variegati stili del underwear di domani alle nuove correnti luxury. Una donna raffinata e alla stesso tempo easy, capace di valorizzare la sua femminilità in misura armonica. Tessuti in lycra e raso stampato, spesso con motivi stile pin-up, si accostano sfacciatamente accanto a pizzi e sete preziose in un gioco di contrasti. Non mancano i richiami al rock che si oppongono alla lingerie dai dettagli romantici come le stampe floreali e a farfalla. Intrigante e sbarazzina, sensuale e concreta: è questo il leitmotiv della donna che si vuole sentire glamour anche sotto un semplice outfit composto da t-shirt e jeans. La tavolozza cromatica sceglie colori che passano dall’intramontabile nero, ai contrasti ton sur ton, varietà blu, cipria, rosso, e cammello. Non manca la lingerie stile burlesque, con richiami alla moda anni ’30, con coordinati intimi, caratterizzati da frange, stile charleston e poi ancora trasparenze alternate da effetti lurex, per un intimo sexy e sensuale. I reggiseni hanno i tagli morbidi e linee quasi inesistenti. Gli slip sono bassi anche per la versione “uomo”. La linea homewear invece propone pigiami in jersey, modelli di vestaglia in stile maschile e maglie oversize per calde serate

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fashion per una comodità “di stile” anche a casa. Divertimento e colore predominano anche nelle proposte moda di calze e calzini. Soprattutto per l’uomo sono stati pensati oltre ai classici e sempre eleganti calzini monocromatici, tantissimi modelli con fantasie colorate, a quadri, righe e pois per andare incontro alla vita con leggerezza e allegria. In una visione che tende a valorizzare sempre più la leziosità metrosexual del maschio internazionale, ormai competitor strutturale della più classica lei.


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Fashion & People

Photographer: Devin del Santo Stylist: Handro Hidalgo Location: Usa L.A. Produzione: LDS Celebrity One

CHINATOWN 40


Abito Versace

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Abito Balmain

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Abito Yves Saint Laurent Scarpe Louboutin


Abito Cavalli Abito Balmain

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Abito Celine Scarpe Zanotti

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Abito Cavalli

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a Riccione i meeting pi첫 preziosi sono al Grand Hotel Des Bains spa

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Al Grand Hotel Des Bains il business diventa un piacere esclusivo Centro congressi con 6 sale meeting, modulari e versatili, dotate delle migliori soluzioni tecnologiche. Sala Meeting Plenaria fino a 450 persone. Tre ristoranti per colazioni di lavoro, light lunch a buffet, cene di Gala, cocktail d'aperitivi e coffee break a 5 stelle. www.grandhoteldesbains.com


Fashion & People

SARTIBAGS il made in italy che fonde qualita ed eleganza di Nives Concolino

Con forte slancio imprenditoriale e creatività hanno dato vita al

prestigioso marchio Sartibags, produzione di borse artigianali di altissima qualità. Maestri indiscussi dei prestigiosi accessori, sono Lucia Sarti e Marco Brolli, modellisti diplomati all’Istituto “Carlo Secoli” di Milano. Da oltre vent’anni alla guida di Fashionconsulting, operano nel settore della moda, collaborando con le più grandi industrie del mondo della moda. Complici nella vita e nella professione, hanno fatto del rigoroso “made in Rimini” e dei materiali pregiati il loro punto di forza, tutelando così lo stile e posti di lavoro italiani. Nell’atelier sulle colline riminesi, come fa notare Brolli, si rispettano anche principi fondamentali: “Tutte le pelli di prima qualità usate per la produzione di borse, pratiche, dallo stile glamour, linee morbide e dal tocco pop, sono certificate e derivano da animali allevati per l’alimentazione e non da altri mercati di sfruttamento”. Prodotti di pregio e alta manifattura continuano così a fare di

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ogni collezione di borse degli oggetti di desiderio di tante donne raffinate, alla ricerca dell’eccellenza e dell’eleganza esclusiva. Tutte le creazioni, borse a mano e a spalla, pochette, clutch, shopping bag e sacche estive dai nomi che evocano anche fiori e personaggi mitologici, evidenziano il lavoro artigianale, curato in ogni dettaglio, anche attraverso la ricerca dei colori e delle linee originali che fondono la tradizione e il nuovo, tra il classico e il moderno. A questo si aggiunge la continua sperimentazione permessa dal know-how della lavorazione artigianale e della tecnologia dei tempi moderni, ma anche la dedizione di Lucia Sarti, che cura l’aspetto creativo, affiancata dal marito, impegnato sul fronte manageriale. Il risultato eccellente è riflesso in ogni modello delle Sartibags, disponibile nei tre punti vendita: da Mughi, in viale Rimembranze,97, a Rimini, da Axis, in viale Dante, 273, a Riccione e da Malvéstio in via Aurelio Saffi, 24, a Santarcangelo. www.sartibags.com info@fashionconsulting.it



Fashion & People

LO NERO

IL FASCINO CHE FONDE RAFFINATEZZA ED ELEGANZA di Nives Concolino

Nel cuore di viale Dante, l’asse commerciale più lungo di Riccione,

le vetrine dell’atelier Lonero mescolano il fashion di rinomate griffe a nuove tendenze artistiche e opere d’autore. E’ al numero civico 189 che i quadri di Andy Warhol sono stati apprezzati, come le performance di body painting, arte che affonda le sue radici nelle usanze dei popoli tribali Africani, centro Americani e Indiani. Al timone dell’attività dal 1990 è Pasquale Lonero con la moglie Enza Mazzoccoli, costantemente impegnati nella ricerca di capi che mantengano un buon rapporto tra qualità e prezzo, peculiarità richieste dalla clientela di target medio alto. Nell’ovattata atmosfera del negozio con cinque luminose vetrine, che si affacciano nel viale dello shopping, ogni esigenza è appagata dalle ultime collezioni uomo donna di note firme come Desigual, Guess, Pepe Jeans London, Us Polo Assn, Refrigue, Custo, Caffè Noir, Fix Design e altri marchi affermati. Per chi ama il casual Lonero prontomoda è tappa d’obbligo per la vasta gamma di tshirt e jeans. Quando poi arriva l’estate e la spiaggia a due passi dal negozio pullula di turisti, prende spazio anche il beach wear, con costumi e coordinati. Un angolo del negozio è sempre riservato ai capi di fine serie in sconto. Moda e creatività, si diceva, seguono un binario parallelo, che in particolari occasioni trasformano le vetrine in un suggestivo scenario artistico. “Tra le iniziative più singolari l’esibizione di body painting è quella

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che cattura più sguardi e che suscita maggiore curiosità - sottolinea Lonero -. Sull’onda del successo ottenuto nelle scorse edizioni, ripeteremo quest’esperienza anche il 13 giugno. Ha attirato un buon pubblico anche la tappa di della mostra itinerante di Andy Warhol, con i quadri della rinomata Galleria Rosini”. Si tratta di eventi che si integrano nella programmazione del Comitato d’area Promo Alba - Via Dante del quale Lonero è presidente dal 2013. Maniche rimboccate per il negozio, ma anche per il viale, che sotto la sua presidenza ha lanciato una serie di iniziative, come la Millemetri (mercatino tematico mensile), esposizioni, il Festival del body painting, la gara degli chef stellati e le esibizioni degli artisti strada. Già in cantiere le manifestazioni primaverili. Tra le chicche, il 18 e19 aprile, “Aromatica”, kermesse dedicata alla vita all’aria aperta e al giardinaggio in tutte le sue declinazioni, con esposizioni di prodotti per il corpo, cibi coltivati seguendo i canoni della tradizione, erboristeria, medicina alternativa e bioarchitettura. Si affiancheranno dimostrazioni, incontri con esperti su aromi e profumi e tutto quello che ruota attorno al benessere. Saranno coinvolti ristoranti, gelaterie e artigiani del viale, che per l’occasione produrranno alimenti in tema. In cartellone anche “Gelato e dintorni”, evento all’insegna del gusto che il 23 e 24 maggio coinvolgerà i maestri gelatai in cooking show e preparazione di dolci e gelati.


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Moda

L’HAUTE COUTURE E I TALENTI EMERGENTI A ALTAROMA 2015 di Marianna Pilato

La 26esima edizione della settimana della moda capitolina

Altaroma, dopo aver trovato i finanziamenti necessari per svolgersi regolarmente come negli anni passati, alla fine è trascorsa senza ulteriori intoppi nelle sue nuove sedi principali, ovvero in una tensostruttura realizzata nel viale adiacente l’Auditorium Parco della Musica e presso il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo). In generale, tutti gli eventi in calendario sono stati ideati per dare visibilità sia alle innovazioni proposte dai fashion designer emergenti che all’alta sartorialità declinata in tutte le sue molteplici forme. Le maison storiche, quindi, sono tornate a calcare le passerelle di Roma accanto a stilisti altrettanto conosciuti dell’alta moda italiana. Questa volta a inaugurare la kermesse è toccato a Giada Curti, seguita da (in ordine di apparizione) Ettore Bilotta, Luigi Borbone, Gattinoni, Antonella Rossi, Camillo Bona, Antonio Grimaldi, Sabrina Persechino, Rani Zakhem, Nino Lettieri, Renato Balestra, Gianni Molaro e Raffaella Curiel. D’altra parte cinque designer provenienti dal progetto di scouting internazionale “Who is on Next?” hanno presentato le loro linee alternative. Gli abiti del brand Daizy Shely, per esempio, è come se rispecchiassero la storia della propria creatrice Aliza Shalali Deizy, da sempre solita a puntare sui contrasti, visibili sia nelle forme che nei materiali. La palette si concentra sul bianco e il nero, veri protagonisti di grafiche floreali che sembrano tracciate a carboncino e china; candido popeline e nere frange luminose ornano capi dalle linee importanti. Su macramè leggeri e preziosi appaiono dettagli in pelle e accessori militari a “sporcarne” volutamente l’eleganza, mentre le delicate piume sono imprigionate nel pvc e il lurex si mixa con la contemporaneità del tartan. La dicotomia è accesa da violenti inserti di colore come il rosso lacca, il viola profondo e il verde militare, rischiarati a tratti da un azzurro chiarissimo che dona un tocco di luce. Il marchio Piccione·Piccione, invece, si è distinto per la capacità di ideazione e realizzazione delle stampe, nonché per uno stile contemporaneo e allegro che si adatta con facilità a tutte le donne. La nostalgia per la sua terra d’origine (la Sicilia) e il valore affettivo verso il simbolo della coccinella caratterizzano la collezione autunno-inverno 2015-16 di Salvatore Piccione. Le stampe, infatti,

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evolvono attorno a quattro temi principali: il rosso e il nero della corazza del simpatico insetto, la silhouette irregolare del papavero, il camouflage vegetale, l’esotismo del paisley. Molto copioso in questo caso è l’uso della maglieria per la cucitura di abiti, gonne, top speciali, capispalla, maxi cardigan e mantelle con le frange. Lo shantung dà corpo a linee godet, mentre il pantalone diritto e il cappottino abbinato sono in un prezioso tessuto di broccato. I modelli da sera sono in chiffon, con piccole rouches sbarazzine sulle maniche e su minigonne a balze. Passando a analizzare le novità proposte dai nostri grandi sarti italiani, Renato Balestra questa volta ha voluto ispirarsi addirittura a Venere, la dea della bellezza che la leggenda vuole essere nata dalla spuma del mare. Tutto qui è all’insegna dell’estrema leggerezza e una delle tonalità dominanti è senza dubbio l’avorio pallido, considerato quasi come una seconda pelle, accostato di tanto in tanto a un azzurro evanescente come sul mantello trasparente a intarsi bicolore. Tulle e rouches insieme cercano di ricreare le increspature del mare, mentre i fili di organza danno vita a un delicato effetto “alga”. Anche il vestito della sposa è costituito da un corpino trasparente ricamato di cristalli iridescenti, sotto a cui scende una gonna di tulle a balze. È dedicata esplicitamente all’Africa, al contrario, la collezione primavera-estate 2015 di Rani Zakhem, che visse in Kenia dalla nascita ai 10 anni d’età, ricevendo così forti stimoli creativi da questo continente aspro ma allo stesso tempo affascinante. Sulle stoffe le voci della savana riecheggiano sulle stampe animalier in chiffon di seta, mentre il particolarissimo abito da gran sera in merletto dark blue simula i movimenti delle onde dell’oceano. Le stampe floreali, poi, evocano le lussureggianti cascate di fiori delle Bouganville, piante che decoravano pure le pareti della casa d’infanzia del fashion designer. Come ha sottolineato il presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi, insomma, “orgoglio, fiducia e gratitudine sono le parole chiave di questa manifestazione, perché Altaroma in extremis ce l’ha fatta. Le criticità sono state tantissime, ma la passione e la professionalità di tanti hanno consentito la realizzazione di un calendario importante per presenze e partner coinvolti. Confidiamo quindi in un futuro denso di prospettive”.


Renato Balestra

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Daizy Shely


Salvatore Piccione

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Rani Zakhem


Gianni Molaro

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Moda

LE DEE DI GIANNI MOLARO di Elena Parmegiani

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mmancabile anche questo anno l’appuntamento della kermesse AltaRoma che, dal 30 gennaio al 2 febbraio scorso ha coinvolto le maison italiane. Fra queste è spiccato lo stilista Gianni v che, dopo lo strepitoso successo ottenuto nel programma Rai “Detto Fatto”, ha tenuto domenica 1 febbraio scorso un’elegante defilè nella panoramica Villa Miani a Roma con oltre 400 ospiti presenti all’evento. Nella città eterna ormai lo stilista è di casa poichè da oltre tre anni gestisce un prestigioso atelier in Via del Babuino che si affianca alla storica azienda di San Giuseppe Vesuviano a Napoli. Per la prima volta nel calendario di AltaRoma troviamo un’intera sfilata dedicata al wedding. I seducenti abiti sono realizzati con tessuti preziosi quali il mikado in seta, il cady ed il satin. C’è un sottile confine di seduzione ed un calibrato gioco di trasparenze che si manifesta nelle scollature, nelle linea a sirena degli abiti ma soprattutto nel retro dei vestiti sapientemente decorati con ricami realizzati a mano che donano un’immagine moderna e sofisticata della donna che li indossa. L’uscita finale, quasi teatrale, non tradisce l’animo creativo e visionario di Molaro. Un gigantesco tulle di seta giallo di oltre 130 metri di tessuto incornicia la figura della modella. E’ sicuramente un richiamo al sole e alla positività quello lanciato dallo stilista, con una luce che illumina il parterre degli ospiti presenti. Tanti gli amici vip accorsi ad applaudirlo: le cantanti Amii Stewart e Flavia Fortunato, Valeria Marini accompagnata dal suo fidanzato Antonio Brosio e gli attori Beppe Convertini e Nicola Canonico. Di grande impatto anche la scenografia della sfilata curata da GSP Allestimenti e le sofisticate pettinature del famoso Art Coiffeur Sergio Valente. L’intento di Gianni Molaro, in questa occasione, era quello di realizzare abiti portabili da tutte le donne nel loro grande giorno, di emozionare e stupire lo spettatore immerso in uno spazio onirico dove la ricerca stilistica si fonde con l’arte e con il sogno.

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Photographer: Salvatore Arnone per conto di DOCITALY

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25 anni di appassionato lavoro dedicato alla lavorazione dei preziosi: questa è l’eredità con cui DividOro, ovvero Domenico Mastroianni e Riccardo Fabi, si appresta a iniziare una nuova sfida chiamata Mani d’Arte. La svolta, che porta con sé interessanti novità, arriva proprio alla fine di questo 2014 quando i due orafi, forti della posizione raggiunta nel settore dell’alto artigianato, decidono di rinnovare, sempre nel segno dell’eccellenza, la propria immagine: la formula vincente per Tommy e Riccardo, infatti, continua ad essere quella di interpretare al massimo della qualità le richieste di una clientela che, negli anni, ha saputo apprezzare la loro magistrale perizia creativa, figlia della prestigiosa quanto rinomata tradizione orafa valenzana. Accurata selezione di pietre preziose e progettazione personalizzata completano l’offerta professionale di ManidArte che, in una veste del tutto nuova, è lieta di accogliervi a pochi passi dal centro storico di Riccione Paese. Open space con laboratorio a vista: ovvero eleganza nella semplicità e trasparenza nella produzione esprimono il modus operandi dei due creativi e il concept del nuovo locale, in perfetta sintonia con l’atmosfera intima e preziosa del cuore cittadino. Infine, nell’ottica di arricchire la missione originaria, condotta nel solco della migliore tradizione artigiana, ManidArte apre il suo spazio a due linee di accessori del tutto nuove, dedicate all’uomo: tra gli articoli di recente acquisizione, accanto ad una vetrina riservata a monili in argento a sigillo e scudo personalizzabili, è in vendita una serie limitata di borse, portafogli, porta I-pad, in cuoio made in Italy, studiata e realizzata in collaborazione con artigiani locali.

cirillosodano.it - ph. Matteo Corazza

Nel nuovo progetto Manidarte condensate il frutto di anni di lavoro e ricerca, instancabilmente tesa al conseguimento del miglior risultato. Non è banale affermare che avete raggiunto una dimensione di tutto rispetto nel vostro settore, considerati i 25 anni di presenza sul mercato riccionese dominato da una ben più consolidata tradizione nel campo dell’orificeria. Qual è “l’ingrediente segreto” del vostro successo?

“Abbiamo puntato da subito sul concetto di unicità: il gioiello, così come il profumo, non è indispensabile ma, una volta individuato il “nostro”, è come se non se ne potesse fare a meno. Se si dimentica un anello o la spruzzatina del profumo preferito sembra quasi di uscire di casa nudi! Il gioiello diventa un prolungamento di noi stessi, un modo per esprimere la nostra persona e per caratterizzarci. E’ un tocco di personalità trasmesso direttamente, senza filtri con il quale trasmettiamo un’idea di noi, del nostro gusto, del nostro carattere.” “Da pezzi di metallo e pietre preziose creiamo gioielli di pura invenzione, unici e diversi dalla fredda stereotipata “catena di montaggio” della produzione griffata, traducendo in un’ottica moderna l’essenza del gioiello, dispensatore di gioie e felicità. Ecco perchè in questi anni ci siamo fatti interpreti di tante storie diverse: fidanzamenti, matrimoni, anniversari o semplici coccole rivolte “egoisticamente” a noi stessi, puntando, immancabilmente, a solleticare il cuore pulsante, a far parlare l’energia del desiderio.” “Nella storia della creazione firmata ManidArte si fonde la costruzione del progetto, la scelta del tipo di metallo, il colore delle pietre e la loro preziosità, in un percorso dove estro artistico e originalità, sapientemente dispensate dai nostri mastri orafi, sono la differenza.”

MANIDARTE - Viale Diaz, 49 - 47838 Riccione RN - Tel. 0541.600819 - info@manidarte.com www.manidarte.com


Moda

HIPSTER TUTTO UN ALTRO UOMO I

mprecisione sofisticata. Perché il disordine in questo caso non è caos, ma ordine dissociato. Così gli Hipster ci raccontano il loro modo di vedere la vita: anticonformista, retrò e indipendente. Il termine Hipster nacque intorno agli anni ‘40 negli Stati Uniti e ai tempi rappresentava quella classe di ragazzi bianchi appassionati ed emulanti dello stile dei jazzisti afroamericani. Jack Kerouac descrisse gli Hipster come ‘anime erranti portatrici di una speciale spiritualità’ e ancora Norman Mailer, dopo la seconda guerra mondiale, li considerò esistenzialisti statunitensi che decidevano di ‘divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell’io’. Oggi l’Hipster postmoderno ci comunica distacco e personalizzazione circa i canoni di buona condotta (estetici e morali) che siamo soliti seguire. Pantaloni skinny, vita alta e risvolto alle caviglie, stampe retrò e fantasie check, tartan di cotone o flanella, pelle e accessori decisamente non discreti ma di prezioso richiamo vintage, il tutto mescolato e sovrapposto con intelligente confusione come ad esprimere leggerezza e forza, simpatia e autosufficienza, indifferenza da una parte e assoluta accuratezza dall’altra. Questo è il mood giornaliero di un vero Hipster. Trucker hat o cappellini di lana tenuti all’indietro e occhiali wayfare o retrò sono immancabili, quanto alle scarpe le regole sono due: suola ultrapiatta e stile minimal. Sono entrate di recente nell’armadio degli hipster anche le scarpe da basket modello Reebok dei primi anni Novanta. Chioma folk spettinata o taglio preciso con laccata alla Don Draper, barba lunga, folta e baffi prorompenti ma arricciati alla Salvador Dalì per un uomo che appare ai limiti della decadenza ma che in realtà nasconde virilità, vitalità e virtù. Tutto confluisce nel cool affascinando di curiosità i passanti che ne incrociano la vista. Nelle metropoli (Milano, Berlino, Londra, New York, Mosca, Tokio) si presenta come laureato benestante pieno di progetti, prossimo a compiere una rivoluzione, s’interessa di fotografia e delle arti in generale, di cronaca cruda, di sport estremi (sesso compreso!), ama la vita notturna nei locali più chic dove si propone come l’alternativo del momento di cui tutti (e soprattutto tutte) ricorderanno la barba. Anche pub e posti più chip sono un must, si sente a suo agio ovunque. Sono anche abili ricercatori di ristorantini carini nei meandri della città, negozi di prodotti bio di

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gusto e delle bakery più romantiche. Spente le luci e tornato a casa nella sua città natale l’hipster adora la quotidianità estetizzando il ruolo da ‘bravo cittadino medio di quartiere’. Sanno bene come inserirsi in società e come farsi strada sul web, sognano di lavorare nell’arte e naturalmente di apparire su The Sartorialist. La macchina è ormai out, la bici è invece ultra liberty e con bici loro intendono la Fixie, la Bugatti delle biciclette, una delle cose che il vero Hipster ama più del suo Macbook. ‘Sì’ ai tatuaggi, soprattutto quelli in stile Old School, ma ‘no’ a troppa palestra, il fisico deve essere ben fatto ma rigorosamente magro e asciutto perché l’uomo Hipster sa di piacere anche senza troppi sforzi grazie al suo stile anti-mainstream assolutamente sexy. Johnny Depp ne è l’idolo indiscusso, impossibile resistergli!


Total Look: BRIAN DALES Art Director: Samuelle Regina Daves

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Fashion & People

PVM ONE LUXURY FASHION DESIGN di Antonella Stella

Paola Vittoria Magri ha respirato fin da bambina l’aria della

“bottega artigiana ”. Figlia di maestri pellettieri, il papà specializzato in borse e accessori e la mamma in abbigliamento; ha lavorato per più di vent’anni al loro fianco seguendone l’esempio, gli insegnamenti, accumulando esperienze e competenze che oggi si traducono in PVM One Luxury. PVM One Luxury è un progetto che vede protagonista l’artigianalità nella sua più alta accezione, unita a un gusto raffinato, contemporaneo ma allo stesso tempo intramontabile.

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Indossare un capo o un accessorio PVM One Luxury per una donna è sinonimo di unicità, classe e sensualità. Paola Vittoria Magri ha fatto di una celebre frase di Coco Chanel“ la moda passa ma lo stile resta ”, il suo motto, ogni sua creazione, infatti “Veste di Stile ”. LA COLLEZIONE Le collezioni PVM One Luxury, borse, accessori o abbigliamento, hanno un solo denominatore comune, ovvero la rivisitazione di tratti classici in chiave moderna, per creare pezzi che rimangano attuali nonostante l’incedere del tempo e delle mode.


La collezione A/I 2014-2015 è formata da capsule collection che raccontano Paola Vittoria Magri e le sue passioni attraverso l’uso e la scelta dei materiali, l’attenzione ai dettagli, la precisione delle rifiniture. Ogni prodotto PVM One Luxury è frutto della grande attenzione posta dalla stilista nella fase di realizzazione, che è sempre da Lei supervisionata. LA PELLE Pelle, pitone, coccodrillo e renna subiscono trattamenti particolari per rendere i capi PVM One Luxury davvero unici. Il tailleur di coccodrillo elasticizzato è uno dei modelli più rappresentativi della collezione, la sua praticità e vestibilità sa farsi notare con discrezione. La gonna di pelle intagliata a mano con velluto a contrasto è unica nel suo genere. Le camicie di pelle stropicciata con ricami, o in renna laserata, sono il tocco country-chic della collezione. Le gonne di pelle colorata, lisce, stampa coccodrillo o con inserti lavorati, sono perfette per il giorno vista l’estrema praticità e morbidezza, declinate nei colori più classici marrone, blu navy, rosso, verde oliva, fino ad arrivare al blu elettrico colore di tendenza della stagione. Le pelli usate sono tutte francesi, morbidissime, idrorepellenti e a prova di macchia. LA SERA Paola Vittoria Magri interpreta la sera in chiave chic ma contemporanea. L’abito più classico da cocktail in crepe o il tubino in pizzo francese ricamato a mano si abbinano con pellicce dal taglio moderno. Il chiodo verde in petigry, il poncho di rex abbinato con borsina di coccodrillo, la volpe bianca alleggerita, per creare meno volume senza perdere l’effetto nuvola, o le stole in volpe colorata.

Gli abiti lunghi in pizzo e ricamati a mano si sdrammatizzano con il gilè in cashmere e mongolia, o con corte pellicce. LA MAGLIERIA Il cashmere è abbinato alla mongolia in caldi e pratici gilè, oppure maglie a manica lunga o corta con inserti in Swarovski . La maglieria si abbina con pratici piumini con inserti in pelliccia di volpe, visone o persiano rasato, oppure con il praticissimo parka in rex, o il gilè in cavallino bronzato profilato in volpe. Per le più freddolose, che non vogliono rinunciare al colore PVM One Luxury propone il gilè di codine di visone abbinato alla borsamanicotto. Il cappotto in visone laserato stampa tricot bordato di mongolia, è uno dei pezzi forti della collezione, caldo, leggero è il capo passepartout. LE BORSE Le Borse PVM One Luxury sono caratterizzate dall’attenta ricerca e studio delle forme e dei materiali, si passa dal classico coccodrillo per la borsa a cuore, per arrivare al pitone smaltato con inserti in Swarovski della borsa modello Giulia. La più classica shopping bag è in cavallino tinta unita o maculata. Da giorno o da sera le borse PVM One Luxury possono rendere unico anche l’outfit più semplice. GLI ACCESSORI Bracciali di pelle, cavallino o visone con inserti in Swarovski o borchie sono il connubio perfetto di una collezione che parla da se. Nulla è lasciato al caso per le spille, le collane e i colletti con Swarovski elements, creano luce e sono veri e propri dettagli di stile. Le collane che giocano sull’equilibrio di pelle e catene sono l’elemento glam-rock della collezione.

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Moda

DAVID FIELDEN IL GURU DELL’ABITO BIANCO di Agnese Testadiferro

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avid Fielden attraversa il mondo per vestire le donne che vogliono essere principesse indiscusse nel giorno del fatidico “sì, lo voglio!”. Dal suo Atelier di Chelsea ogni anno prepara abiti da capogiro e per questa primavera si è ispirato al mondo della danza. Pizzo, seta, tulle, fiori. Dalle passerelle della settimana milanese, dove ha allestito uno degli spettacoli più attesi dagli addetti ai lavori, è ritornato in Italia ad inizio anno per presentare la collezione esclusiva con pezzi unici introvabili. Prima la tappa tra le stalattiti e i laghetti cristallizzati delle Grotte di Frasassi, poi il Trunk Show, a Villa Salvati tra le colline marchigiane del Verdicchio, per cinquanta fortunate future spose italiane che da lui stesso sono state vestite e consigliate. Ammirando la Bride Collection 2015 si percepisce, per l’ennesima volta, che la sinuosità dei tagli sono solo una minima parte del risultato finale: la vera bellezza e il vero fascino del vestito prendono forma solo se chi lo indossa si ama veramente e crede in sé. Fielden continua a ripetere che la sposa più bella sarà quella che vestirà domani e che «l’abito che lo ha emozionato di più non c’è … perché ognuno crea un’emozione speciale». I suoi occhi e le sue parole trasmettono perle di saggezza quando si parla della scelta giusta degli abiti e ci tiene a precisare che non esiste la perfezione irraggiungibile. Quando si deve scegliere un abito le regole, sia che esso sia da sposa, elegante o casual, sono poche tanto da contarsi sulla punta delle dita. «La donna deve indossare semplicemente ciò che al primo impatto le dona una speciale sensazione e quello che onestamente la possa valorizzare al meglio. Tante donne si demoralizzano perché sfogliando i giornali, guardando film o spettacoli vedono attrici e modelle sorridenti, sempre perfette, senza difetti. A dire il vero, è sbagliato pensare che la donna famosa riesca ad indossare tutto. Questi pensieri generano soltanto falsi miti. Ogni donna appare al meglio solo se veste l’abito adatto a sé, se si trova a suo agio e se riesce ad

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essere veramente se stessa con ciò che sceglie». E non è vero che la luce della bellezza si irradia in particolar modo solo durante il giorno del proprio matrimonio. «Le donne sono sempre belle. Ma probabilmente in quel giorno ci credono ancora di più. È tutta una questione di emozioni: più le avverti e più le vivi, e più le esprimi anche attraverso l’aspetto esteriore». Fielden, che è inglese e conosce tanti stili, ha un’ammirazione particolare per la moda italiana «perché ricca di creatività e simbolo di eccellenza artigiana unica al mondo». Ma se la moda italiana è unica al mondo, unico

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è anche l’universo femminile. «Sono colpito dal desiderio e dalla consapevolezza della futura sposa di voler vivere un giorno speciale, indimenticabile. Tutte le donne sono così, ovunque io vada. La cosa incredibile è che loro riescono a trasmettere in modo diretto e semplice le emozioni forti che vivono. Sono inoltre colpito anche dalla determinazione con cui desiderano che il ricordo di quel giorno duri in eterno. Proprio il sorriso di una nuova donna felice mi fa amare il lavoro che faccio, Ed il mio lavoro è sempre una continua sfida».


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Fashion & People

IL MECENATISMO MODERNO:

DONNA PAOLA MAINETTI di Elena Parmegiani

Oggigiorno è sempre più difficile mantenere in vita i grandi

patrimoni immobiliari. In questi ultimi anni però diversi gruppi imprenditoriali stanno iniziando ad occuparsi del restauro di monumenti o spazi culturali pubblici abbandonati .Fra queste realtà emerge in maniera positiva la Fondazione Sorgente Group, Istituzione per l’arte e la cultura, gestita in maniera impeccabile da Donna Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione La Fondazione, con sede a Roma nella centralissima Via del Tritone, è un’organizzazione senza fini di lucro che ha lo scopo di promuovere e divulgare la cultura in tutte le sue espressioni. Essa fa parte del gruppo Sorgente Group, che opera nel settore degli investimenti e della finanza immobiliare di cui è Presidente il Prof. Valter Mainetti, marito di Donna Paola. Incontro Donna Paola all’interno del lussuoso Palazzo del Tritone. Partendo proprio dalla Vostra sede, come nasce l’idea della ristrutturazione del Palazzo del Tritone? Da sempre sognavo un edificio che potesse raccogliere qualsiasi tipologia di mostra che organizzassimo. Questo palazzo è del 1910 ed è in stile Art Decò al piano terra mentre al settimo piano è presente l’Art Noveau. Abbiamo inaugurato questa sede a giugno del 2012 esponendo al suo interno la mostra dal titolo “Un angolo di Art Noveau a Roma” ed ho curato personalmente la ristrutturazione dell’immobile, stando in cantiere tutto il giorno perché solo vedendo dal vivo lo stato di avanzamento dei lavori si può avere un’idea reale della situazione. Lo spazio espositivo che abbiamo realizzato al piano terra si adatta a qualsiasi tipo di evento, rispecchia lo stile americano dei grandi loft ed ho voluto che fossero presenti dei materiali forti come il ferro, il rame, l’acciaio, gli stessi materiali che erano presenti all’origine. Io sono a favore delle ristrutturazioni degli immobili che riportano l’edificio all’antico splendore, ridandogli quell’eleganza e quel lustro di un tempo. L’edificio in Via del Tritone è parte di una serie di importanti acquisizioni immobiliari del Vostro gruppo, i cosiddetti Trophy Buildings. Sono gli “Immobili Trofeo”, edifici che hanno delle peculiarità artistiche importanti e che hanno una posizione strategica rilevante. Quello che vediamo sul mercato e che riteniamo possa essere di nostro interesse lo acquisiamo per cercare di valorizzarlo

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al meglio. Del nostro gruppo fanno parte immobili di prestigio fra i quali il grattacielo Flatiron di New York, il primo grattacielo al mondo costruito in acciaio, la Galleria Alberto Sordi a Roma, il Fine Arts Building a Los Angeles, il Clock Tower a Santa Monica e tanti altri imponenti edifici sparsi nel mondo. Fra le nostre acquisizioni più recenti c’è l’Hotel Bellevue di Cortina in cui lo chef Gianfranco Vissani gestisce la ristorazione. Quali sono le opere principali della fondazione? Tra le diverse opere vorrei ricordare la statua di Athena Nike, una scultura mutilata le cui parti mancanti sono riprodotte virtualmente con un sistema tridimensionale innovativo, capace di ricreare anche il contesto d’origine della statua. Inoltre la Maschera di Papposileno ritrovata in mare, rientrata in Italia e restaurata grazie alla Fondazione. L’amore per l’arte e la divulgazione culturale ci spinge alla ricerca, alla valorizzazione e al restauro di importanti opere d’arte. Recentemente avete organizzato una mostra dedicata a Galileo Galilei, Cristoforo Clavio e Angelo Secchi. Interamente finanziato dalla Fondazione, il progetto, in collaborazione con il Fondo Clavius, e per concessione dell’Archivio storico della Pontificia Univerisità Gregoriana, ha recuperato e ospitato alcuni inediti studi astronomici di Galileo Galilei, del matematico gesuita Cristoforo Clavio e dell’astronomo gesuita Angelo Secchi. Lo scorso anno invece è stato da Voi presentato il libro “Le Romane”. Come nasce questa idea ? Il volume racconta 40 ritratti di donne contemporanee, non solo di Roma, legate al mondo della cultura, dell’arte della moda, che mettono passione ed esperienza a servizio della capitale. Ritengo che Roma sia una città magnifica e, come scritto nel libro, una città a cui nonostante abbiano “strappato tutte le vesti” è ancora bella. Al di là dell’orientamento politico dovremmo tutti noi impegnarci al fine di lasciare ai nostri figli un posto migliore in cui poter abitare. Da qui nasce la ricerca per il bello poiché, anche se non si possiede una specifica laurea in architettura, si può allenare il nostro gusto e la nostra mente leggendo, viaggiando, scambiando opinioni artistiche al fine di sviluppare una sensibilità estetica. Sicuramente da questo continuo scambio culturale tutti noi potremmo trarre grandi benefici.


Photo: Fondazione Sorgente Group Roma


Fashion & People

EROS VENEZIANO “Beauty in Venice”

Seguita il grande e personale progetto Fotografico - Pittorico - Editoriale I migliori scatti saranno selezionati e riprodotti in dipinti ad olio di grandi dimensioni, esposti in varie mostre con tappa di partenza su Venezia. Tutte le opere verranno in seguito pubblicate in un libro, racconteranno le meraviglie di una città unica in tutto il mondo vista da un pittore e fotografo dei nostri tempi. YEAR: FEBRUARY 2015 Foto 1: MODELS: The best tourists anonymous masked LOCATION: San Marco Square - Venice BACKGROUND MUSIC: Ennio Morricone - The Mission Main Theme Foto 2: MODEL: Martine Bricola “ France “ LOCATION: Santa Maria Della Salute - Venice BACKGROUND MUSIC: Rondò Veneziano - La Serenissima Foto 3: MODEL: Martine Bricola “ France “ LOCATION: Bridge Academy - Venice BACKGROUND MUSIC: Stelvio Cipriani - Anonimo Veneziano Eros Veneziano - Rimini - Italy www.fotoportale.it ph_eros_veneziano@live.com +39 346 85 14 915

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People

AMBRA ORFEI

LA VERA SFIDA: CREDERE NEI SOGNI NEL CASSETTO di Nives Concolino

È conduttrice televisiva, esperta acrobata e cavallerizza, ma

anche attrice, showgirl e imprenditrice di successo. Ambra Orfei (Roma, 23 ottobre 1967), figlia del celebre Nando Orfei e di Anita Gambarutti, è diventata la “regina” delle piste di pattinaggio su ghiaccio e dei villaggi che, d’inverno e in primavera, con spettacoli ed eventi incantano bambini, mamme e papà, ma anche giovani e nonni. Artista di grande popolarità, ha nel suo Dna quella grande passione per l’arte circense, che ha reso celebre la sua dinastia anche all’estero. Non a caso il suo debutto in pubblico è arrivato a soli undici anni, esibendosi in un numero di colombe ammaestrate alla presenza del Pontefice Paolo VI. Fondatrice del “Piccolo circo del sole” e dell’Ambra Orfei Entertainment, ora sogna di condurre in tv un programma per i bambini. Le piste di ghiaccio, divertono intanto i pattinatori di grandi città? Si. Ne abbiamo allestite a Roma, a Torino, a Siena e, quest’anno, due a Milano e una a Riccione, dov’è stata fatta un’esperienza da record, creando la pista più lunga d’Europa tra le vetrine griffate di viale Ceccarini. È stata la più una grande scommessa fatta da noi, ma soprattutto da Gabriele Piemonti, che nella società A.O. Entertainment si occupa della parte tecnica. La pista ha portato gente come a Ferragosto e nell’intero villaggio in 58 giorni abbiamo registrato mezzo milione di presenze”. Nel blasonato “Salotto” è in progetto un Greenpark per fare shopping camminando su un prato fiorito con la Casa delle farfalle, il Bosco incantato e altre attrazioni, vero? Questo progetto è stato presentato agli operatori del Consorzio d’area di viale Ceccarini e al Comune di Riccione. Contiamo di partire il 21 marzo e di andare avanti per 50 giorni. Con villaggi e piste si guarda alle famiglie? Negli ultimi anni ci siamo specializzati nel “family entertainment . Ho iniziato per gioco vent’anni fa e per le tante richieste mi sono trovata subito con un intenso impegno. Ho poi aperto l’agenzia, finché ho incontrato Gabriele (ora mio marito) che ha incrementato quest’attività”. Come vi siete conosciuti? Gabriele lavorava nel mondo della notte, creava eventi per le

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discoteche e gestiva un locale molto importante a Milano. Mi aveva contattato, perché doveva organizzare delle aperture invernali e voleva creare delle situazioni con acrobati, colorati e dipinti come animali. Così ci siamo ritrovati e abbiamo continuato a lavorare insieme. Ci siamo allargati, fino a creare anche piste di pattinaggio e villaggi tematici di Natale (Christmas Village)”. E il circo? “Ho sempre continuato a farlo all’interno degli eventi privati che creavo. Ho iniziato con gli acrobati, poi ho proseguito con veri e propri spettacoli”. Lei dunque ha dato l’addio ai teatri tenda? Quegli spettacoli li seguivo quando c’era papà e continuo a seguirli ora con mamma, ma solo come direzione artistica per Natale. Il mio impegno è quello di costruirli, senza partecipare alle tournée, perché durano quattro cinque mesi e con il lavoro che faccio, non posso seguirle. Lo scorso 7 ottobre suo padre Nando è scomparso, cosa le ha lasciato in eredità? L’amore per le cose che si devono fare, l’importanza della famiglia, l’idea di continuare a fare divertimento sano e puro per bambini e famiglie, che è quello in cui lui credeva tanto, oltre all’amore per gli animali che tutt’ora custodiamo in famiglia. Una delle cose che papà mi ha sempre detto è l’importanza della professione e della formazione. Gli animali escono sempre più di scena, come cambia il circo? E’ una continua evoluzione. C’è un ritorno al passato, perché il circo è nato con i saltimbanchi, compagnie di attori e acrobati, poi si sono aggiunti gli animali, i cavalli, diventando circo equestre. La vita è un cerchio e ora si torna lì con il “Nouveau cirque” (nuovo circo contemporaneo), di cui fa parte anche il Cirque du soleil, una delle compagnie più importanti al mondo. C’è voglia di creare spettacoli con nuove contaminazioni. La vostra dinastia ha segnato la storia dell’arte circense? Quella degli Orfei è una delle famiglie d’arte più antiche, ha iniziato nei primi dell’800. Con me e i miei fratelli, Gioia e Paride, è alla quinta generazione, con mia figlia Ginevra sarebbe alla sesta. Non credo che esista una famiglia di attori altrettanto longeva.


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Gli Orfei hanno avuto interessanti esperienze anche sulla riviera Romagnola… Mia zia Liana è stata a Bellaria con il Divertimondo. È un ritorno alle origini perché gli Orfei provengono da Urbino, poi si sono spostati in Romagna e in Emilia, dove hanno allestito il loro primo circo. In seguito hanno iniziato a girare tutt’Italia, ma a casa mia si mangiano i tortellini e si parla romagnolo. Quando per la prima volta ho sentito parlare Gabriele che è di Cattolica, mi è sembrato di sentire mio papà, che aveva lo stesso accento. Come concilia lavoro e famiglia? Mescolo tutto, cercando di coinvolgere il più possibile mia figlia che porto sempre con me. Sono cresciuta con i miei genitori nel lavoro e con loro ho iniziato ad affrontare i primi passi della vita con responsabilità. Intendo fare così anche con mia figlia, la nostra è stata sempre una famiglia molto unita. E’importante dare segnali forti ai bambini. Fargli sapere che i genitori ci sono, è fondamentale”. Cosa vorrebbe che facesse sua figlia da grande? Se dovessi decidere per lei, le farei fare la giornalista. E’ sempre stato un mestiere difficile, ma ti apre le porte del mondo, dà la possibilità di girare, conoscere, apprendere e approfondire. Vorrei poi che avesse gli hobby che ho avuto io, sport e danza, per muovere il corpo il più possibile e tenerlo allenato. Quindi niente circo? Alla fine lo farà con naturalezza, perche ce l’ha nel sangue. In più, se vorrà, potrà fare anche la giornalista. E’ vero che la nascita di Ginevra è stata un miracolo? Si, è arrivata molto tardi nella mia vita, e proprio per questo è

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stato difficile. Il suo arrivo è stato molto tortuoso. Per una serie di circostanze di cure che dovevo fare, siamo arrivati a Gerusalemme. E quindi ho detto al Signore che doveva accadere questo e che dovevamo arrivare lì da Lui. E’ successo per caso e ho ringraziato, perché altrimenti non avrei avuto modo di conoscere un posto unico speciale come Gerusalemme. Lì ti rendi conto che è accaduto qualcosa, lo percepisci nell’aria, é incredibile. Lei è credente? Si, ho grande fede. Sono tornata a Gerusalemme e ho pure portato la mia bimba al Santo Sepolcro. Passiamo alla carriera. Ha un’esperienza televisiva importante, la rivedremo sul piccolo schermo? Fino pochi mesi fa, per “A come avventura” su Raidue per quattro anni ho fatto l’inviata speciale per l’Italia alla scoperta degli sport avventurosi. Vediamo se ci saranno altri progetti! Ho partecipato a tante trasmissioni, su Raitre abbiamo fatto una lunga serie dedicata al circo con il festival di Montecarlo, mentre su Canale5 e Retequattro siamo stati presenti sia con programmi come “Sabato al circo”, sia con trasmissioni pomeridiane per bambini. Si è cimentata anche come cantante e come attrice? Si! Ho fatto un po’ di tutto, anche la cantante e l’attrice (ha partecipato a numerosi film diretti dal suo grande amico Federico Fellini ndr.) D’altra parte con il lavoro che faccio occorre cantare, ballare e recitare. Ha un sogno nel cassetto? Si. Condurre un programma per i bambini, come il famoso “Bim bum bam”.


U

n nuovo progetto curato dallo chef Lorenzo Andreattini. L’informalità dell formula take-away si sposa con una cucina di alto livello, attenta alle materie prime e sempre pronta a stupire con piatti nuovi e creativi. Potrete prendere i nostri menù d’asporto, usufruire del servizio a domicilio o cenare comodamente da noi! Tra le esperienze di Lorenzo Andreattini: il ruolo di sous nella cucina del Ristorante Vicolo Santa Lucia di Cattolica e uno stage presso il ristorante giapponese Wabi.Sabi di Pesaro ORARI: Aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 14:30 e dalle 18:00 alle 22:30 Chiuso domenica a pranzo


Fashion & People

NO CURVES ART & TAPE

“Il nastro adesivo è la materia, le forbici sono lo strumento, il taglio è il gesto.” di Enrico Sanchi

NO CURVES è lo pseudonimo dietro cui si cela un artista

internazionale specializzato nella tape- art, ovvero l’arte di disegnare con il nastro adesivo: un prodotto utilizzato in prevalenza come materiale da lavoro, diviene nella mani del creativo uno straordinario elemento artistico e uno strumento per poter indagare nuove frontiere pittoriche, creando un immaginario futuristico fatto di linee spezzate e angoli, che rimanda alle grafiche futuriste e al mondo digitale. Al momento dell’intervista NO CURVES è impegnato nell’organizzazione di un’importante mostra “Exp(l)oration” che si è tenuta dal 12 Febbraio al 15 Marzo al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano pero’ è riuscito ugualmente a rispondere a qualche domanda per Life&People Magazine. Come ti sei avvicinato a questa forma d’arte? Tendo a viverla non come una forma d’arte tradizionale, ma come il mio “medium” per eccellenza. In un certo senso posso dire che è lei che si è avvicinata a me. La fascinazione dell’oggetto “nastro” è stata immediata, non c’è mai stata una vera e propria ricerca di tecnica e forma, tra casualità e istinto; il mio lavoro è divenuto in seguito un percorso graduale culminato nella attuale sintesi pittorica geometrica. La sperimentazione tra le arti per molti artisti è un metodo per conoscersi e trovare il modo di esprimersi ma se non c’è già una scintilla dentro di te, quell’istinto innato a costruire un percorso preciso non andrai lontano. Com’è recepita sul mercato italiano? Devo ammettere di non essersi posto la domanda sino a qualche tempo fa. Sicuramente viene percepita come una nuova “forma espressiva” dato che è un medium inusuale e spesso viene erroneamente accostato al “fai da te” per via della sua natura di oggetto d’uso comune. Negli ultimi anni in molti hanno iniziato ad usarlo per

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interventi a livello d’arte urbana e murale, ma intorno al 2005-2006 eravamo in 1-2 persone al mondo che realizzavamo interventi di street art. Escludiamo naturalmente da questo discorso il mondo dell’arte contemporanea dove da sempre è stato utilizzato a più riprese da diversi artisti nelle loro opere. In ogni caso la vedo come qualsiasi altra forma d’espressione, cerco semplicemente di fare il mio lavoro al meglio e portare avanti la mia ricerca senza formalismi. Sicuramente con l’uso e la crescita dei social network negli ultimi d’arte c’è un gran parlare di tape art. Chi si cela dietro allo pseudonimo NO CURVES? NO CURVES dovrebbe diventare sempre di più un’entità astratta, a se stante, dove pulizia e rigore si fondono con una poetica geometrica. Spesso si cerca di identificare arte e artista e scoprire quali segreti e storia si nascondano dietro di esso, ma penso che la fascinazione debba restare nei processi di creazione e nell’opera in se stessa, piuttosto che incentrata sulla figura dell’artista. Soprattutto in questa epoca dove il protagonismo(inteso come persona fisica) è imperante. Andy Warhol sapeva bene dove saremmo arrivati. Ci parli un po’ di questo progetto Exp(l)oration? E’ un viaggio nell’anima dell’uomo prima di tutto. L’uomo d’innanzi allo sconosciuto e alla sua voglia di capire e conoscere. Il tutto è iniziato con questo desiderio. poi una ricerca complessa durata un anno, tra letture, appunti, film e persone incontrate. Ma l’incontro più importante è stato quello con il Museo della Scienza e Tecnologia che ha voluto essere partner culturale che rappresenta in un certo senso il progresso dell’uomo, la macchina, il mezzo per esplorare nuovi spazi. E’ una mostra dove i protagonisti sono eroi testimoni dei loro tempi, e dove l’allestimento studiato ad hoc e suddiviso in quattro settori dell’esplorazione( terra, acqua, aria e spazio) fa da colonna portante alle loro storie.


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Design

VILLA

UNIFAMILIARE RIMINI

di Nives Concolino

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l progetto nasce dall’amicizia tra l’architetto e interior designer Gabriele Feligioni e il committente l’ing. Emanuel Tamburini. La sfida è consistita nel realizzare una villa dal grande carisma all’interno di un lotto dalla forma stretta e allungata soggetto a numerosi vincoli. Linee moderne e razionali nascondono un involucro in bio-edilizia e ad alta efficienza energetica, certificato dal Comune di Rimini. Per gli esterni si sono attivati giochi di vuoti e pieni con linee mai convergenti, mentre gli interni rispecchiano il gusto, la pulizia stilistica condivisa tra l’architetto e la committenza in un accogliente abbraccio moderno. L’arch. Feligioni Gabriele Riminese, del 72. Laurea in Architettura a Venezia. Percorsi di studi e formazione con varie specializzazioni. Opera con una ricerca improntata al razionalismo, predilige l’essenzialità delle forme. Sente forte il legame con il suo territorio, dove è attento all’equilibrio tra tipologia edilizia, morfologia urbana ed ambiente. Sito: www.architettofeligioni.it Mail: info@architettofeligioni.it L’ing. Tamburini Emanuel Riminese, del 75. Laurea in Ingegneria per l’ambiente e territorio Università di Bologna. Opera nel campo dell’ingegneria civile in particolare nelle opere strutturali e geotecniche. Mail: emtambur@tin.it

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SERRAMENTI SAMMARINESI Esperti amanti della nuova costruzione e specialisti nella ristrutturazione L’azienda Serramenti Sammarinesi nasce nel 2002 dall’esperienza maturata nell’attività dei serramenti dai fratelli e titolati Fabio e Gianluca Balducci. Anni di esperienza qualificata rendono Serramenti Sammarinesi un importante punto di riferimento per la fornitura e l’installazione di infissi sul territorio di San Marino e della provincia di Rimini. La radicata presenza sul territorio viene valorizzata da una sola mostra distribuita su una superficie di 500mq e organizzata su tre piani espositivi, pensata per soddisfare una clientela sempre più attenta alla qualità dei prodotti. “Abbiamo pensato alla massima soddisfazione del cliente intento a realizzare o ristrutturare la propria abitazione, indirizzandolo verso un acquisto elegante, confortevole, sicuro, affidabile e resistente nel tempo”

I nostri posatori, valore aggiunto dell’azienda Il montaggio a regola d’arte di porte e finestre è la condizione per una perfetta funzionalità e un utilizzo duraturo. Anche l’isolamento termico e l’impermeabilità ricoprono un grande ruolo nella costruzione, riqualificazione e nella ristrutturazione. Proprio nel punto di collegamento tra finestra e muro si possono verificare perdite di calore. I nostri posatori sono formati e qualificati nella posa di porte e finestre e aggiornati da periodici corsi organizzati da INTERNORM. La posa ad alta efficienza enrgetica dei serramente esterni comincia con la scelta e la costruzione di un controtelaio efficiente e sicuro, sigillato con i nastri autoespandenti ed il silicone con l’Ms Polimero. I nostri posatori sostengono periodicamente corsi pratici con il sistema POSACLIMA, per questo facciamo affidamento su una squadra di montaggio

Nostra realizzazione villa a Rimini

Serramenti Sammarinesi - Via V Febbraio 63 - 47895 Fiorina - Repubblica di San Marino Tel. 0549 904649 - Faxc 0549 969300 - info@serramentisammarinesi.sm

www.serramentisammarinesi.sm


“Offriamo l’assistenza completa che va dalla consulenza professionale ad un montaggio a regola d’arte fino all’assistenza post vendita che garantisce il nostro operato”

Fabio Balducci

Gianluca Balducci


Design

DESIGN DI FAMIGLIA Lo studio d’architettura B+V Barbara Vannucchi di Rimini, ha avuto la possibilità di progettare la

ristrutturazione di due case della famiglia Mancini. Uno splendido appartamento nel Borgo di San Giuliano di Rimini ottenuto collegando due unità abitative e creandone una unica di 140mq e un attico con mansarda di 150mq. La progettazione degli spazi ha preso ispirazione dalla tipicità del luogo che un tempo fu un quartiere di marinai, utilizzando al meglio lo spazio come avviene nella progettazione delle barche, creando vani contenitori all’interno di gradoni della scala come fossero gavoni, o armadi nascosti in nicchia all’interno di boiserie in legno. I materiali usati sono quelli naturali come nelle travi a vista, nel parquet in legno di quercia taglio sega e nella pittura a calce per le pareti. I colori scelti vanno da quelli polverosi e caldi come il mandorla, il cocco, il graffite, a quelli più accesi come il kaki e il melanzana usati nei bagni e nelle camere. Gli arredi sono stati forniti da “Lago Store” di Rimini e su misura da artigiani del territorio. Per l’attico si sono usati materiali hi-tech come la scala in ferro e vetro, e arredi minimali per dare importanza alla collezione di quadri dei proprietari. Lo studio Barbara Vannucchi “B+V architettura e lighting design” con sede a Rimini, si occupa di ospitalità, benessere, ristorazione, retail e private houses. L’impegno costante nella ricerca di nuovi materiali e nello studio di soluzioni innovative, con uno sguardo speciale alla luce, aiuta a creare qualcosa di unico e personale, pur tenendo conto delle esigenze della committenza.

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Design

SGABBY LEOPARD SEDUTI IN RELAX, MOLLEGGIANDO di Nives Concolino

La forma ergonomica della seduta assicura confort e comodità,

mentre il suo esclusivo molleggio diverte, facilitando il relax e i rapporti personali. Lo Sgabby Leopard , che con il suo future design, essenziale e accattivante, mescola la gradevolezza della qualità, l’allegria delle cromature accese e l’alta qualità, è diventato un must dell’arredo. A inventarlo è stato l’imprenditore emiliano Fernando Reggiani che, nel progettarlo, si è ispirato ai vecchi sedili dei carri armati prodotti dall’Oto Melara. L’idea, rimasta nel cassetto per qualche anno, è stata rispolverata di recente sull’onda della crisi, che ha suggerito nuove produzioni e il compimento di questo progetto. Gli sgabelli Leopard sono così diventati il fiore all’occhiello dell’azienda Fabbricese, officina meccanica fondata mezzo secolo fa da Giuliano Reggiani e che ora impegna i figli, Fernando e Anna, nella conduzione, e Manuela, come socia. Leader nella lavorazione e stampaggio dell’acciaio inox e della lamiera per contoterzisti, vanta prestigiose collaborazioni con noti marchi di elettrodomestici come Smeg. Lanciato sul mercato in duplice versione, Sgabby Leopard (alto 72 centimetri), e Cadrega Leopard (con il supporto di 52 centimetri), il divertente sgabello viene prodotto in acciaio verniciato a polvere in cinque colorazioni: grigio, bianco, blu, rosso e giallo. Collaudato per un peso massimo di 200 chili, è tuttora disponibile nella sede dell’azienda, che ha sede in via Primo Maggio a Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia (telefono 0522.660421), ma il patròn Reggiani con il suo staff è già all’opera per approntare una rete di vendita. Oltre a Sgabby è disponibile il tavolo (altezza 1,05 metri) con piede in stile Leopard. Il piano, largo mezzo metro e lungo un metro e venti, è in lamiera zincata, ma su richiesta è disponibile in vetro temperato e anche stratificato. Tutti gli elementi hanno un’estrema versatilità, possono, infatti, arricchire l’arredo di qualsiasi ambiente, ufficio, abitazionee pubblici esercizi (bar, discoteche e pub e altri ambienti). info@fabbricese.it

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Armonie casa

ARREDAMENTI ITALIA GROUP SRL Via Combattenti e Reduci n째 6 - 25070 Bione (BS) - Tel. 0365 896668 - Fax 0365 896729 www.ar-it.it

www.arredamentiitalia.net - info@arredamentiitalia.net

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Design

DESIGNER MAURIZIO STELLUTI SCALA “QUESTIONE DI DETTAGLI” di Miguel Chimal Sanchez

Parliamo di ABITARE

Ho iniziato come interior designer. Nel mio studio di Pesaro mi sono occupato di ristrutturazioni d’interni e della progettazione di arredi, ho disegnato mobili e letti per alcune aziende pesaresi che in quel periodo erano un importante punto di riferimento nel settore del mobile in Italia. Nel 1982 ho aperto il primo punto vendita “ABITARE” in Via Arco d’Augusto, nel centro storico di Fano proprio per la grande passione per il design contemporaneo, che mi ha guidato nella scelta delle migliori aziende produttrici italiane e nella ricerca della qualità. Le nostre proposte sono pensate per arredare ambienti raffinati e accoglienti ma anche spazi piccoli, affinchè siano funzionali e con una spesa contenuta, interpretando le diverse esigenze dell’abitare in modo creativo ed esclusivo. L’esigenza di ampliare gli spazi espositivi ci ha portato nel 1997 al trasferimento nell’attuale sede di Via Pisacane, sempre a Fano. Si è naturalmente ampliata anche la gamma dei prodotti che proponiamo cucine, imbottiti, zona giorno e zona notte, complementi, illuminazione, tappeti e oggettistica. Quali servizi offrite al cliente? Il servizio che offriamo parte dalla ristrutturazione totale dell’immobile, con il progetto della parte strutturale e di quella decorativa, prosegue con la consulenza per la scelta dei materiali, pavimenti, rivestimenti per arrivare alla migliore soluzione d’arredo in un sapiente accostamento di stili e di funzionalità. Riservo un’attenzione particolare ai dettagli che completano e rendono particolari gli ambienti, come tende, tappeti e complementi d’arredo. Quale aspetto preferisci di questo lavoro? Sicuramente la ricerca di nuovi prodotti, di quelli più innovativi, attraverso le fiere del settore che seguo soprattutto all’estero.

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Anche le mostre e i viaggi sono per me fonte di ispirazione per nuovi stili, tendenze e nuovi colori. Tra le ultime le ultime novità proponiamo carte da parati particolari, che il cliente può personalizzare scegliendo il disegno e il colore, e anche tessuti per tende e rivestimenti dalla composizione naturale come lini e sete, con particolari trattamenti sono resi attuali e pratici. E poi l’oggettistica, che scelgo personalmente alle fiere estere, proveniente da vari paesi, mix di forme e colori sempre nuovi per completare o rinnovare un arredamento. Con quali aziende lavorate? Per le cucine proponiamo ELMAR, MESON’S; per i divani: DESIREE’, VERZELLONI, LIGNE ROSET, GERVASONI, SABA ITALIA. Per la zona giorno e zona notte: PIANCA, CATTELAN, DESALTO, EMMEBI, CASAMILANO, CANTORI, ZALF,FORMER, GERVASONI. Per l’illuminazione lavoriamo con: CONTARDI, DE MAJO, WEVER & DUCRE’, INSIDE, MARSET. www.abitarestelluti.com


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Infissi di prestigio dal 1967

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Infistil, forte di un' esperienza di oltre 40 anni, è oggi un' azienda rinnovata e costantemente attenta alle nuove tecnologie, alle attuali tendenze architettoniche e alle sempre più severe normative, in grado di soddisfare una clientela esigente e raffinata. La produzione diretta ci consente di essere flessibili e competitivi e di coprire tutte le richieste del mercato, dall'edilizia privata a quella commerciale.

Showroom : Misano A., via del Mare 16, tel. 0541 610831 Pesaro, Strada Statale 48, tel. 0721 405049 Produzione: Tavullia - Ps



Food

A TU PER TU CON

SEBASTIANO ROVIDA di Enrico Sanchi

Come nasce la tua passione per la cucina?

C’è stata una persona o un evento particolare nel tuo passato che ti è stato d’ispirazione? “Con le passioni si nasce“. Non ricordo un momento preciso in cui ho detto “questa è la mia vita”, ma sin da piccolo ero a mio agio fra i fornelli. La mia aspirazione è arrivata quando ho messo per la prima volta piede in una cucina di un ristorante stellato, a 16 anni. Le cose facili a me non piacciono, sono fatto così. Quando mi sono trovato davanti a un mondo così vasto e complicato, sono rimasto affascinato e ho iniziato subito a lavorare seriamente. In realtà non basta essere portati per diventare chef, ci vogliono dedizione e spirito di sacrificio per ottenere i primi risultati. Sei un vero esperto di fingerfood, tanto da aver condotto su Realtime il programma “Finger Food Factory”. Cosa ti affascina di più in questo particolare genere di cucina? Detto tra noi: è più una moda o un modo di esplorare nuovi orizzonti culinari? Oggi è di tendenza, ma io sono già dieci anni che mi ci dedico. All’inizio era più un’esigenza per soddisfare clienti alla moda. Poi è diventata per me un’ossessione, la ricerca del boccone perfetto! Sarà che sono anticonformista, ma l’idea stessa di mangiare il cibo con le mani mi da una sensazione di piacere incredibile. Riesce a creare un rapporto più stretto con il cibo. E favorisce la convivialità fra gli ospiti. E’ un modo per esplorare nuovi orizzonti, per allargare la varietà di gusti e abbinamenti e giocare con creatività. Per esempio: un bignè piccolo con la sua crema è eccezionale, se

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fatto bene. Ma un bignè da 300 gr è una cosa diversa, cambiano le proporzioni. Sarebbe eccessivo anche per un goloso. Secondo te cosa ti ha fatto emergere tra gli altri fino ad essere scelto per i programmi tv a cui stai partecipando? Pensi che il “sovraffollamento” di programmi tv che parlano di cucina rischi di trasformare il culto del cibo in puro fenomeno mediatico? La mia forza è sempre stata la professionalità sul lavoro, prima mi sono fatto conoscere come chef. Crescendo a contatto con molte persone, dentro e fuori dai ristoranti, ho ampliato la mie conoscenze e la mia capacità dialettica. Sicuramente tutto è iniziato con il programma “fuori menù”, dove ho potuto essere me stesso e nello stesso tempo iniziare un mestiere del tutto nuovo, anche perché diciamocelo: il mondo televisivo non c’entra nulla con quello della cucina. Come tutti i boom mediatici, anche quello della cucina ha i suoi pro e i suoi contro. Aiuta i ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera, da loro una spinta e una motivazione. Va detto però che non basta partecipare ad un programma televisivo per diventare chef. Ci vogliono anni di gavetta e sacrifici. Prima o poi il boom mediatico magari finirà, ma la cucina avrà sempre un posto importante nella nostra vita. Parliamo del tuo blog: come selezioni le ricette per i lettori? Quanto è importante il confronto con il pubblico? Tutto nasce da uno scatolone in cui ho ritrovato tutte le ricette dagli inizi di carriera, i miei appunti, i miei scarabocchi. Da lì, la voglia di condividere la mia storia con un pubblico più ampio. Perché alla


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fine il confronto è la cosa più importante, tutto quello che fai, lo fai per il pubblico e se non ascolti quello che ha da dire, è tutto inutile. Adesso sto lavorando al nuovo blog, partiamo con il mio impegno attuale, quello dei finger food. E farò tutto dalla cucina di casa mia. Ne vedrete delle belle!!! Chef di spicco ma anche papà: sei tu a cucinare a casa? Come trasmetti ai tuoi bambini la cultura del cibo? Mia moglie cucina molto bene, ma sai com’è, quando vedo i fornelli non resisto e mi metto a cucinare io anche a casa. Lo trovo molto rilassante, non ci sono tempi da rispettare, comande, una brigata da dirigere. Per i figli è importante che imparino, sin da piccoli, l’importanza del cibo. Mangiano molta frutta e verdura, non bevono bibite gassate, come me e mia moglie del resto. I bambini secondo me mangiano bene e sano, quando hanno una guida di riferimento ad una giusta educazione alimentare. L’alimentazione

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deve partire dalla famiglia e cucinare con loro è uno dei momenti più belli della mia vita di padre. Cerco di avvicinarli al cibo, fargli prendere confidenza con le consistenze, i sapori, i profumi. Quale dei tuoi piatti ritieni sia il tuo cavallo di battaglia e rappresenti maggiormente il tuo stile. Non ho un cavallo di battaglia vado a sentore e a volte scopro un prodotto nuovo, una preparazione, che diventano ossessione e li sperimento in tutti i modi. Poi magari mi annoio e passo ad altro. Quale esperienza della tua vita ritieni sia stata la più determinante per la tua carriera? Tutte le esperienze servono a farti arrivare dove sei. Le cose belle, quelle brutte, le persone che incontri, le gioie, le delusioni, tutto contribuisce a formarti, sia nella vita che nel lavoro.


TRATTORIA


Food

TERRITORIO

DIVINO

di Katia Crespini

La Valle del Metauro è un lembo di terra nel cuore delle Marche, un luogo ricco di tesori nascosti unici al mondo, dove nasce un pregiatissimo vino.

Fra i numerosi paesaggi mozzafiato dai ricordi millenari, si snoda un’interessante itinerario turistico che attraversa piccoli centri abitati come: Montemaggiore, San Costanzo, Mondavio, Fossombrone, Saltara, Serrungarina e Montefelcino. In quest’area, la sapiente e secolare coltivazione della vite testimonia radici antiche e profonde legate al territorio, attraverso speciali profumi, sapori e tradizioni dei vini bianchi, rossi, rosati e frizzanti. La storia ci insegna che già nelle cerimonie dell’antica Grecia e nei ricchi banchetti di epoca romana, il vino era fiero portavoce di una tradizione e che, di fatto, ha segnato inesorabilmente la vita dell’uomo. Il vino è da sempre considerato quindi un nettare prezioso che conferisce importanza a chi lo beve, comunicando il profondo rispetto per la natura, sempre più presente nelle aziende vitivinicole di successo. Oggi un esempio degno di nota è la Cantina Bruscia, che ha saputo valorizzare la vite attraverso coltivazioni biologiche certificate e controllate, assistite da tecnologie di ultima generazione. Immersa nelle dolci colline della Valle del Metauro, quest’Azienda offre una vasta gamma di vini unici e di altissima qualità, apprezzati molto sia in Italia che all’estero (www.brusciavini.it) Non a caso nel 2014 l’Azienda Bruscia si è aggiudicata il bollino dell’Enohobby con il Brut Rosé, ottenendo così il prestigioso primo

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premio al trentaduesimo concorso nazionale dei vini. Inoltre, nello stesso anno Il Famoso Grottino ha conquistato la medaglia d’argento in Francia, in occasione del concorso “Challenge Millésime Bio”. il Famoso Grottino è un vino bianco estremamente fruttato con ottima struttura ed acidità in bocca, che riscopre un antichissimo vitigno autoctono, rimasto abbandonato per molto tempo. Una volta il Bianchello era spesso tagliato con questa particolare vite, al fine di conferire maggiori aromi al vino stesso. Le gemme del Famoso sono state ritrovate in una vecchia vigna locale, vicino ad Urbino e piantate in purezza per ridare nuova vita e dignità a questo prezioso vitigno che oggi la famiglia Bruscia promuove in tutto il mondo. Il consumatore esalta particolarmente le caratteristiche organolettiche del Famoso Grottino: il colore, gli aromi e il gusto che sono le proprietà che lo rendono unico, non riproducibile. Il latere del vino è quello che i francesi chiamano terroir. La definizione di questo termine è alquanto particolare, in quanto rimanda a due concetti che si fondono insieme: le caratteristiche intrinseche ed estrinseche al vino stesso. In altre parole, le proprietà interne sono relative alla pregiata bevanda indicando com’è fatto il vino: la varietà, la maturità, il porta innesto selezionato, la scelta di vinificazione e l’affinamento. D’altro canto, invece, le proprietà esterne si riferiscono a ciò che oggettivamente influenza la vite, come il clima o la zona geografica in cui nasce.


Ogni bicchiere del ‘nettare di bacco’ narra così la storia del territorio, nel nostro caso la Valle del Metauro, con i suoi pendii e dolci valli, ma parla anche della passione, della cultura e dello studio dedicato ad esso. Anche il fattore umano riveste un ruolo fondamentale: il duro lavoro, l’ingegno dell’uomo applicato alla natura rende il vino sui generis ed inimitabile. L’aspirazione di ogni produttore che lavora con serietà è la fondata speranza che alla fine della giornata qualcuno, dopo aver bevuto il proprio vino, possa tornare a casa arricchito da questa esperienza. Il Famoso Grottino costituisce un concreto esempio di questo concetto culturale, ma in generale tutti i vini provenienti da uve biologiche certificate della Cantina Bruscia sono una perfetta testimonianza della storia della Valle del Metauro, dai sapori unici ed inconfondibili.

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Food

PAPAVERI E PAPERE cucina per passione

Osteria Papaveri e Papere P.za del Duca, 11 Senigallia - AN Tel. 388 1461875


Ristorante con specialitĂ di carne e pesce, pizzeria, cantina con ricca selezione di vini. A disposizione per convenzioni aziendali e pranzi e/o cene organizzati. Prodotti di qualitĂ a km 0

Via Comacchio ang. Piazza Angilberto II 20139 Milano Tel +39 02 4945 4074 www.ristoranteglorymilano.it


Food

IL MUSEO DEL

CIOCCOLATO di Laura Bruscia

La “bevanda degli Dei”, il cioccolato, è da sempre considerato

il motivo ispiratore e il protagonista di numerosi racconti, cartoni animati, linee di moda e fantasie, perché esso incarna perfettamente il connubio fra la vista e il palato, fra il desiderio e il piacere. La profonda dedizione e soprattutto l’amore per questo speciale prodotto, ha portato la famosa azienda Antica Norba - DOL.C.I.P.P. Srl ad allestire nel 1995 il primo Museo del Cioccolato italiano presso la propria sede di Norma, in provincia di Latina. Grazie all’interessante percorso didattico-nutrizionale, in questa esposizione permanente è possibile osservare gli strumenti dell’antica civiltà Maya, le indicazioni sulla piantagione di cacao, fino a giungere a un’antica fabbrica di Cioccolato del novecento, ricostruita con i macchinari originali. L’itinerario guidato mostra nel dettaglio la piantagione, la raccolta, la fermentazione, l’essiccazione, la tostatura e tutte le fasi di lavorazione dei pregiati semi della pianta Theobroma cacao. Si possono ammirare, inoltre, interessanti collezioni di Bilance e Cioccolatiere antiche, pazientemente ricercate in numerosi ‘mercati delle pulci’ sparsi in tutto il mondo. Ricordiamo che Cristoforo Colombo diffuse in Europa il cioccolato che diventò la bevanda esclusiva delle Corti Imperiali. Soltanto in un secondo momento, alla fine del XX secolo, il cioccolato venne esteso al popolo. Nel Museo, oltre alla sala video, una tappa degna di assaggio è ‘La Fonte del Cioccolato’, da dove sgorga il prodotto caldo e profumato che viene gentilmente offerto ad ogni visitatore. Immaginate l’entusiasmo dei numerosissimi bambini, quasi ventimila, che giungono al Museo ogni anno, di fronte a tanta bontà.

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Un’apposita sala è destinata alla Scuola del Cioccolato, nella quale si svolgono dimostrazioni pratiche di lavorazione e produzione. Qui i bambini possono realizzare la ‘propria tavoletta’ per portarla a casa! Un dolce evento, da non perdere, è il CHOCODAY – La Festa del Cioccolato, che il Museo ‘Antica Norba’ organizza ogni anno, durante la seconda domenica di ottobre www.museodelcioccolato.com. In quest’occasione sono presenti vari stands, animazioni per bambini, intrattenimenti musicali e fontane di cioccolato con degustazioni e numerose altre iniziative interessanti. Che altro aggiungere..., l’Azienda Antica Norba – DOL.C.I.P.P. Srl è immersa nel cuore del Lazio fra i boschi e le querce secolari, quale nobile ambasciatrice del pregiato cioccolato italiano. La società è presente da intere generazioni nel mercato nazionale ed internazionale, perché è sempre riuscita a proporre cioccolato di altissima qualità, inserendo da quest’anno prodotti senza glutine. Di fronte alla bontà di questo inebriante e gustoso prodotto, dalle mille forme e colori, non resta che augurare buon cioccolato a tutti e ricordare che ‘La pazienza è come il cioccolato...non è mai abbastanza!’ (Christelle Hertault)


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Food

LA FATA VERDE di Teresio Troll

“UN BICCHIERE D’ASSENZIO, NON C’È NIENTE DI PIU’ POETICO

AL MONDO” (Oscar Wilde)

1905, 28 di agosto. Svizzera Vaud, Commugny. Jean Lanfray torna a casa e rompe il monotono iter quotidiano imbracciando il fucile per poi scaricarlo fino alla morte sulla moglie e le due figlie. L’alterato Jean ha bevuto oltre a vino ed altro ancora, assenzio. Ha bevuto, testimone l’indagine, una crema di menta, otto bicchieri di vino, un cognac, un po’ di brandy, due bicchieri d’assenzio e un caffé, ovvio, corretto. Ma quei due bicchieri, legati alla fama di allucinogeno della cosiddetta ‘Fata Verde’, trasformarono la fata in mostruosa strega. E l’assenzio, bevanda dei maledetti, diventa l’imputato numero uno. Il 15 maggio dell’anno seguente la vendita del liquore denominato ‘assenzio’ è vietata dalla legge svizzera. Non sono ammesse neppure imitazioni. Il popolo si ribella all’incostituzionalità del provvedimento e va ai voti. Il veto rimane. Meno di dieci anni dopo, alle soglie della prima guerra mondiale, anche la Francia ne vieta la vendita. Fée Verte l’aveva chiamato Baudelaire che ne era un consumatore insieme a molti scrittori ed impressionisti fra i quali Verlaine che sparò a Rimbaud, Van Gogh che non riuscendo a scannare Gauguin si mozzò un orecchio. Quasi come se, avendo la Banda Casaroli fede ambrosiana, i rapinatori diventassero tutti interisti. Mentre sappiamo che la storia è tutt’altra…Certo la Grande Guerra contribuì a mettere l’assenzio dal bando al dimenticatoio, ma la bevanda aspra e verdastra aveva un talento di buon veicolo per un’europa minata dalla miseria e dalla fame: poteva costare poco. Era un potente alcolico in un tempo in cui non esistevano bibite oltre ad acqua, vino e pocaltro. L’alcolismo era una piaga sociale. Una sorta di droga democratica di inizio secolo. Beveva l’assenzio la gente più umile e quella più ricca snobs compresi. La nostra ora dell’aperitivo a Paris dalle 5 alle 7 era l’Ora Verde e guarda un po’, andava a braccetto dai boulevards alle bettole, con l’ora dell’adulterio. Come diceva Zola “andava sempre a finire con uomini sbronzi e ragazze incinte”. Il rituale era affascinante se bevuto alla francese (un cucchiaino forato, se ne trovano ancora nei mercatini delle pulci, posto di traverso sul bicchiere, conteneva una zolletta di zucchero su cui veniva versata acqua ghiacciata stemperando e rinfrescando l’assenzio e pare aumentando l’effetto del tujone, l’alcaloide contenuto nell’assenzio e responsabile degli effetti allucinogeni e della dipendenza) flambé (il calore esalta le sue proprietà alcooliche) o semplicemente liscio, come una grappa. Insieme una moda e una necessità. I 36 milioni di litri venduti in Francia nell’anno1910, nel 1912 divennero 220 milioni di litri. In realtà il suo bando, oltre ad essere una risposta al problema dell’alcoolismo, fu in realtà voluto ed ottenuto dai grandi produttori di vino e soprattutto di Cognac, che la Fata Verde aveva messo in profonda crisi. Sempre votato alla tutela del travaille

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national la Francia lo vietò nel 1915 ma ne permise l’esportazione in modo che comunque non venisse sprecato il grosso invenduto. Anche Pernod ebbe modo di rifarsi inventando qualche decennio dopo il Pastis, pronipote docile dell’Absinthe’ di cui conservava un colore simile e il gusto inconfondibile di anice. Molti gradi in meno rispetto ai 68/70 originari. Come le grandi storie anche l’assenzio è nato e morto nello stesso posto. L’aveva creato nel 1792 come elisir di tutti i mali, un medico svizzero di origine francese, Pierre Ordinaire, il quale ne lasciò la ricetta alle sorelle che la passarono, cinque anni dopo ad un parente d’oltralpe, nientepopodimenoche Henry Louis Pernod che, dal 1805 fece dell’Absinthe un fenomeno di costume. In realtà gli egizi lo conoscevano già. Romani e Celti pure. L’assenzio (Artemisia maggiore o romana) è comune in Europa soprattutto in Italia. La sua origine e la sua presunta proprietà visionaria aggiunsero maggior fascino ancora agli occhi del perduto mondo dell’arte mitteleuropeo che ne fece la propria bevanda. Lautrec, Manet e gli altri impressionisti Modigliani, Picasso, gli scrittori Maudits Rimbaud, Baudelaire, Verlaine, Oscar Wilde, Edgar A.Poe e la Legion Straniera tutta. Nel 1859 il Salon si rifiuta di esporre il ‘Bevitore di assenzio’ di Manet. Guardate i volti ritratti, come nell’Assenzio’ di Degas. Lo sguardo perso e silenzioso, la lontananza dal mondo. In realtà alla tela di Manet venne contestato il vero clochard per modello, e ai due modelli di Degas, lo scultore Marcellin Deboutin e Ellen Andrée attrice di teatro, era stato chiesto di ‘guardar nel vuoto come due scemi’. E se vi ricordate del metanolo, disastro provocato da un semplice cambio di colore, anche con l’Absinthe avvenne che, (la concorrenza per denaro non è un principio sportivo), i produttori più scaltri al mercato più povero passavano alcool di grano e solfato di rame. L’Absintismo divenne una malattia mortale. Ritorna come curiosità oggi, come moda lo troveremo già domani. Il mio assenzio è sul tavolo. Lo conosco da anni. Lo avevo bevuto a Praga (Hill’s Absinth) ma non era proprio parente di quello vero. Il mio farmacista, o meglio il suo propinatore è sardo. Si chiama… ..e mi racconta che…. A Milano hanno sentito che in Francia va e allora… Del resto Portogallo e Spagna non l’hanno mai bandito. Né blandito più di tanto in effetti. Non male: beviti il tuo e sta cheto. Ma la legge italiana (art.105 del Testo Unico, Regio Decreto del 18 giugno 1931) ne vieta la vendita eccetto quale aroma sotto i 21°. E la Francia nel 1988 ha confermato il divieto di vendita ma non di esportazione. Dulcis in fundo, o meglio in cima sulla zolletta, sta la Comunità Europea e la Corte di Giustizia Europea dice che un prodotto fabbricato legalmente in uno stato dell’UE deve circolare anche negli altri. Il diritto comunitario prevale sulle leggi nazionali. Del resto cosa vuoi di più? Un lucano! Estratto di nove erbe e una indovina qual è?


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MAKE UP

E LA SFIDA DI SAPER VALORIZZARE LA BELLEZZA CON STILE

di Angelica Grittani

La bellezza è diventata un’arte ed il make up può fare la differenza

in molte circostanze. Le persone sanno che il trucco è un’arma di seduzione ma anche un gioco, un modo per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo. Qual’è il trucco adatto ad ogni occasione? Forse non è una domanda semplice a cui rispondere, perché il trucco è come i vestiti, ognuno ha il proprio gusto e sceglie in base a ciò che si adatta meglio al proprio stile. Puntualmente ogni stagione i guru del make-up propongono nuovi colori e texture, per rendere il viso più armonioso ed il trucco sempre più facile e riproducibile anche a casa. Parliamo di grandi nomi, come Pat McGrath, Francesca Tolot, Charlotte Tilbury, Diego Dalla Palma, Alex Box, Kevin Aucoin, Bobbi Brown: sono solo alcuni make-up artist che sanno come valorizzare la bellezza, catturare quel fascino innato nella donna, che viene sottolineato anche dai capelli e dai vestiti, in un connubio di eleganza e perfezione. Non solo questi artisti sono degni rappresentanti della bellezza nel mondo, ambasciatori di case cosmetiche e responsabili delle tendenze in ambito make-up, ma molti di loro hanno anche lasciato il segno producendo la loro linea di trucchi, in cui sono riusciti ad esprimere al massimo la loro visione estetica. Per i più giovani e frequentatori del web, sono molto apprezzate le britanniche Pixiwoo con quasi 2 milioni di iscrizioni su Youtube: make-up artist di ultima generazione che hanno realizzato un brand “Real techniques” che propone pennelli multitasking e rigorosamente in setole sintetiche, facili da usare anche per le principianti. Il segreto di queste ragazze è l’ aver rivoluzionato il concetto di make-up, puntando sul riuscire a enfatizzare i propri lineamenti e punti forti, senza stravolgere i lineamenti del viso. La stessa idea di trucco, semplice ma impeccabile è quella che è alla base del lavoro di Lisa Eldridge, guru del make up inglese che ha

lavorato per Shiseido e Chanel tra i marchi prestigiosi e che si è fatta notare per la sua innata abilità di comunicare ed esporre nei suoi video le tecniche di make-up in maniera molto spontanea. Come intraprendere questa carriera? In Italia le scuole sono diverse come la MUD (Make Up Designory) scuola newyorkese che da qualche anno è anche a Milano, oppure a Roma la Studio 13 e la scuola di Gil Cagnè, tra le più conosciute. Si può pensare di scegliere strade meno ortodosse, ma di visibilità senz’altro ampia, come “The Brush Contest”, il primo talent di make-up internazionale organizzato da L’Oréal per trovare i nuovi talenti nel make-up. Nel servizio di queste pagine, realizzato dal fotografo Bruno Spiezia, la modella è anche MUA (make-up artist) e si chiama Vanessa Johansdotter, 26 anni di Roma. Le abbiamo fatto qualche domanda per sapere come ha iniziato a muovere i primi passi in questo settore e come si relaziona nel lavoro con gli altri artisti. Come hai iniziato ad avvicinarti al mondo del make-up? Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del trucco verso i 13 anni, come tante ragazze che scoprono il lucidalabbra e il mascara ed amano sentirsi più grandi. Ma la passione vera e propria è arrivata verso i 20 anni e da lì in poi si è sempre amplificata e solo verso i 24, dopo essermi laureata, ho pensato che questa sarebbe potuta diventare anche una professione! Dove hai studiato? Ho studiato alla Romeur, nota accademia romana. Quali sono i punti di forza per una make-up artist? Sono quelli di analizzare il volto, capirne i difetti e i punti di forza e sulla base di questi, creare un’armonia, valorizzando quindi l’aspetto di ogni donna, che deve sentirsi bella e radiosa. Pensi che sia necessario al giorno d’oggi avere più canali per farsi

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conoscere? Penso proprio di si, bisogna sfruttare al meglio le possibilità che il mondo di internet ci offre. Ad esempio trovo che youtube e simili siano degli ottimi trampolini di lancio ma allo stesso tempo siano anche un po’ fuorvianti per le giovani spettatrici che vogliono imparare. Dal punto di vista pratico invece il mio consiglio è di non precludersi nessuna strada; servizi fotografici, teatro, sfilate, centri estetici. Insomma fare tanta pratica, solo così si acquista visibilità. Il rapporto con i fotografi e gli altri addetti ai lavori: come lo descriveresti? In generale buono; è comunque un rapporto lavorativo ma con alcuni possono nascere anche delle belle amicizie oltre che rapporti continuativi di lavoro. Quanto è importante l’intesa con il fotografo nella scelta del trucco? Il trucco va deciso insieme, è un lavoro di squadra, ma ovviamente ciò varia a seconda di chi ci troviamo davanti. Per un servizio professionale su una modella ad esempio la scelta ricade più sul fotografo, mentre se si parla di un trucco beauty o di ritratti il fotografo si affida totalmente alla truccatrice. Come si trucca personalmente una make-up artist? Personalmente adoro truccare le altre come me stessa, il mio viso lo uso per sperimentare. Forse sono una delle poche eccezioni perché so che molte mie colleghe si truccano appena. Quali sono i make-up artist che ammiri di più? Alex Box è tra le mie preferite, riesce a creare delle vere e proprie opere d’arte che mi stupiscono ogni volta. Ammiro molto anche le truccatrici inglesi Pixiwoo, ma seguo anche delle truccatrici italiane che hanno talento da vendere (es V.A Rainbow make up, ndr). A mio avviso penso che sia molto utile e positivo trovare delle ispirazioni e prendere spunti da chi ammiro.

Photographer: Bruno Spiezia MUA: Vanessa Johansdotter Modella: Vanessa Johansdotter Photo in studio per concessione di Mas Rig Studio - Massimo Righetti Roma

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CR BEAUTY “IMPOSSIBLE”

LA RINASCITA DEL MADE IN ITALY di Enrico Sanchi

Una nuova linea di prodotti cosmetici targati Cr beauty dal

suggestivo nome “Impossible” rivalorizzza il made in Italy, proponendo una nuova gamma di prodotti cosmetici di alta qualità per lui e per lei. Creme a base di caviale noto per i suoi benefici anti-età in grado di scongiurare la disidratazione delle cellule e rallentare la formazione delle rughe. Le creme completamente realizzate e confezionate in Italia sono sinonimo di qualità e garanzia e la peculiarietà dei prodotti è quella di essere a base di caviale. La campagna promozionale del lancio della linea, ha visto una testimonial d’eccezione: la showgirl e modella croata Nina Moric che lo scorso Novembre all’Hotel Boscolo di Milano ha presentato i nuovi sette prodotti dagli ingredienti tanto unici quanto innovativi contenenti un mix di tre elementi combinati per la prima volta insieme. Nina non è solo la bellissima testimonial del brand, ma fa parte anche del progetto di lancio di questo nuovo risultato cosmetico d’avanguardia. Sono creme dalle forte capacità anti-age sfruttando l’estratto puro di caviale italiano, noto per le sue proprietà elasticizzanti che prevengono la formazione delle rughe; il veleno di vipera, l’antirughe più potente in commercio; la bava di lumaca dalle proprietà rigeneranti, nutritive antiossidanti e idratanti che combatte la disidratazione e gli arrossamenti della pelle. Trattandosi di una ricetta universale di bellezza, questi prodotti vanno bene per donne di ogni età, dai 25 ai 60 anni: infatti hanno

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l’obiettivo di rallentare i segni del tempo e uniformare la pelle, per renderla luminosa, distesa e idratata. La linea “Impossible” è una alleata di bellezza: realizzata esclusivamente in Italia con elementi selezionati, come il caviale purissimo, da cui si ricava l’estratto per garantire una maggiore efficacia e donare elasticità alla vostra pelle. L’estratto di caviale è noto per la sua composizione ricca di sostante nutritive e acidi grassi essenziali di alta qualità, che hanno la proprietà di essere totalmente assorbiti dal corpo umano. La sfida della nuova linea CR beauty è quella di offrire un range di sette prodotti, sia per il viso sia per il corpo, che sfruttino i migliori ingredienti per un effetto anti-age globale, per avere una pelle magnifica ad un prezzo competitivo. Quante creme promettono miracoli in commercio ma sono fuori budget per via del prezzo troppo elevato? Le creme della linea Impossible si inseriscono in una fascia di prezzo media e possono essere acquistate direttamente online dal sito e-commerce (www.crbeauty.it). Sono sette i prodotti della linea “Impossible” per svolgere un’azione efficace e mirata: Calimè, la crema alla bava di lumaca e caviale, che possiede una naturale azione esfoliante ed è anche utile come anti smagliature; la crema corpo idratante per pelle sana, luminosa e tonica; Cailin, la crema al veleno di vipera, anti-rughe per eccellenza; Naimi, crema riducente corpo, con estratti di caffeina e peperoncino per stimolare e drenare i liquidi; lo stick volume labbra, il gel contorno occhi e la crema volume seno. Inoltre il packaging di questa linea è molto elegante, dalle forme semplici ma preziose, proprio come gli elementi che contraddistinguono


questa linea. “Impossible” è come un grido di sfida al passare del tempo, un’impresa impossibile da evitare ma che sicuramente con i giusti ingredienti, la sapienza cosmetica di CR beauty e l’eccellenza del Made in Italy, si può contrastare e si può rendere la pelle un puro concentrato di bellezza. Lasciatevi conquistare dall’esperienza e dai prodotti della linea “Impossible”, per donare un aspetto più giovane e più fresco alla vostra pelle, per curarvi e coccolarvi senza aver paura del tempo che passa, ma con l’attenzione verso voi stessi e la vostra bellezza naturale. In ogni caso questo è un prezioso alleato cosmetico, che può esaltare la vostra bellezza, per sentirsi al meglio, sicuri e più seducenti ai nostri occhi e a quelli degli altri.

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MARCO CARUNCHIO

E LA BELLA CLINIC

di Samuelle Regina Daves

È

raro trovare tanta preparazione e passione nel presentare e proporre il proprio lavoro, aspetti questi tanto più importanti soprattutto quando si tratta di una delle caratteristiche principali della nostra esistenza, la bellezza. Marco Carunchio ha queste caratteristiche: è un professionista dinamico e preparato, sempre attento all’evoluzione della cosmesi in tutti i suoi molteplici aspetti, che ha ideato un marchio unico e straordinario nella sua capacità propositiva, La Belle Clinic. La sua passione nasce sin da piccolissimo quando osservava il perfetto rituale di un padre dandy nel prepararsi e le preziose creme della madre disposte armoniosamente sul comò da trucco. Guardava, pensava, immaginava. Cresciuto dunque con una propensione al bello sostanziata da studi d’arte, ha poi trasferito nella cosmesi tutte le sue potenzialità, anche di marketing strategico e comunicativo. E così, dopo anni di lavoro e studio presso aziende del farmaco, nel 2013 decide di fondare un suo marchio cosmetico, identificativo di eccellenza per qualità, raffinatezza e costante ricerca scientifica, La Belle Clinic. La pelle e la sua salute è certamente il denominatore comune della sua ricerca con risposte chiare e mirate, pronte a risolvere ogni tipo di inestetismo cutaneo, rispettando appieno il delicato equilibrio fisiologico della pelle. Circa i prodotti, Carunchio è infatti molto attento nel tratteggiarne le specificità: “Il prodotto La Belle Clinic viene elaborato secondo un’ottica di stampo “dermatologico”, con l’utilizzo di materie prime di qualità eccelsa ad elevata attività. Ciascuna formula è finalizzata a garantire la massima tollerabilità cutanea, ogni lotto di produzione è sottoposto ad un minuzioso controllo di qualità, dermatologicamente testato. Siamo assolutamente contrari peraltro a petrolati, parabeni, coloranti e profumi con allergeni come

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nella nostra ricerca siamo contrari a effettuare o commissionare a terzi test su animali. I nostri prodotti sono il risultato di un lavoro scientifico scrupoloso e altamente selettivo”. Uno specifico decalogo di qualità caratterizza il marchio: maggiori principi attivi con formule cosmetiche ricche di ingredienti sinergici e polifunzionali e miscele ultra efficaci di componenti attivi, maggiori estratti botanici con sostanze di origine vegetale, estratte non chimicamente, capaci di apportare sensibili benefici alla pelle e al suo ecosistema, e test dermatologici effettuati presso i laboratori di ricerca di importanti atenei italiani con alta specializzazione in dermatologia sono le peculiarità di esso. Da sottolineare poi tra i prodotti di La Belle Clinic, JALUNESS VITAL ispirato alla Medicina Estetica: un trattamento utilizzato nei più prestigiosi studi “Medestetici” e “Beauty Center”, è indicato nel ringiovanimento e nella riparazione dei tessuti danneggiati dall’invecchiamento fisiologico e da fattori ambientali esterni, rappresentando anche un ottimo supporto nel mantenimento di interventi post Chirurgia e Medina Estetica come lifting, filler e botox. E se come scriveva Dostoevskij “La Bellezza salverà il mondo” è certamente evidente come il mondo odierno abbia bisogno di bellezza legata all’esteriorità tanto nella gestualità dei rapporti umani quanto nella parte più esteriore, dove un prodotto come la Belle Clinic consente il diritto all’ armonia estetica, ponendosi dunque come assoluto must have.


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La soluzione efficace, veloce e sicura per l’eliminazione dei peli superflui: il laser a diodo MeDioStar Next. L’esigenza di mostrare una pelle liscia e perfetta è ormai un must per tutte le donne e gli uomini. Oggi la soluzione più efficace contro i peli superflui su gambe, braccia, ascelle, viso, inguine e tutto il resto del corpo è, senza dubbio, il laser. Esthelogue, azienda del gruppo El.En., multinazionale operante nel settore della medicina estetica che produce laser per ogni inestetismo del corpo e del viso, offre la miglior tecnologia esistente sul mercato contro questo inestetismo: il laser a diodo, 100% Made in Germany, MeDioStar Next. I vantaggi del laser rispetto ad altre tecniche di epilazione sono presto elencabili: una miglior efficacia, una maggior rapidità e un’affidabilità totale. Questo si traduce in pratica in risultati superiori e più duraturi, in trattamenti rapidi e sicuri su ogni tipo di pelo e su ogni fototipo.

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tutto quello che si deve sapere sull’artrosi Di Nives Concolino

L’artrosi, definita anche osteoartrosi oppure osteoartrite è una

malattia degenerativa che interessa le articolazioni. Secondo le statistiche è una delle cause più comuni di disturbi dolorosi e colpisce circa il 60 per cento degli over 60. Soggette a rischio sono soprattutto le articolazioni che sopportano il peso del corpo, come le ginocchia e le anche. Alla malattia inizialmente si può porre rimedio con cure mediche e fisioterapiche, ma se le terapie non funzionano e l’articolazione resta rigida e compromessa in modo irrimediabile, è necessaria l’applicazione delle protesi, sempre più sofisticate. Ne parliamo con il professore Vincenzo Di Placido, specialista in ortopedia e traumatologia. L’artrosi dunque colpisce molte persone? “Il 60 per cento della popolazione. Bisogna però tenere presente che solo nel cinque per cento dei casi si manifesta come malattia e quindi con dolore”. Come si esegue una corretta diagnosi? “La diagnosi si fa quando arriva il sintomo, ossia quando si avverte il dolore. Nella percentuale di popolazione che è portatrice di artrosi, ma che non sa di averla, a evidenziarla nel 40 per cento dei casi sono le radiografie eseguite per altri motivi. La malattia si manifesta solo in una piccola percentuale del 5per cento. Su questi pazienti si interviene prima con i farmaci e con le terapie fisiche. Alla fine si arriva alla chirurgia”. Vale a dire che si nei casi estremi si applica la protesi? “ Si, parliamo dell’ultima fase dell’itinerario, che parte dal dolore fino ad arrivare all’impotenza funzionale. Quando non si riesce più a muoversi e si fa fatica camminare, secondo le condizioni fisiche del paziente, si interviene. La persona che ricorre alla chirurgia protesica ha forti dolori e non cammina più. Con la protesi, però riprende a condurre una vita normale”. Cos’è una protesi e a quali parti del corpo si applica? “La protesi è uno strumento artificiale che sostituisce un’articolazione non funzionante. Si applica a tutte le articolazioni: anca, ginocchio, spalla, caviglia, ovunque, anche alle dita”. Quali sono le parti del corpo più vulnerabili e più soggette all’applicazione di protesi? “Sicuramente anca e ginocchio. Sono due articolazioni particolari per come sono fatte e anche perché sottoposte a carichi eccessivi per ogni movimento. A molta distanza seguono la spalla e la caviglia”. Qual è la causa dell’artrosi? “E’ l’evoluzione di una lesione cartilaginea, che poi passa nell’osso sotto la cartilagine. A quel punto si rivela la patologia con le manifestazioni artrosiche vere e proprie, come l’anatomia che cambia”. L’avanzare dell’età ne è complice? “Certo, noi parliamo sempre di over 60 anni”. Non rischiano d’incorrere in questa patologia anche persone più giovani, per esempio alcuni quarantenni? “A quarant’anni è raro, la percentuale è minima. La patologia incisiva si riscontra dopo i sessant’anni. Ultimamente, però, l’età

di chi mette la protesi si è abbassata. Mentre fino venti/trent’anni fa si applicavano a persone tra i 75 e gli 80 anni, oggi c’è molta più richiesta da parte di chi vuole rendersi autonomo e muoversi in libertà. Così ora alla chirurgia protesica si rivolgono persone sempre più giovani. Nei casi in cui sia necessario, comunque, le protesi si applicano si applicano anche a pazienti di 45/50 anni”. Esiste qualche controindicazione per le protesi? “In generale no, a meno che non si riscontrino dei problemi legati all’intervento o a condizioni generali scadute. Abbiamo anche le protesi per allergici, ad esempio per il ginocchio di chi non tollera i metalli sono disponibili le anallergiche. Quelle per l’anca sono al titanio, mentre in quelle per il ginocchio generalmente sono presenti elementi di acciaio con presenza di nichel. Quindi nessuno è escluso”. Esiste anche un’artrosi delle dita… “Si, soprattutto nelle donne. La manifestazione artrosica inizia con la falange distale del dito indice, dove si formano delle sporgenze ossee, ossia i “noduli di Heberden”. Alla comparsa delle tumefazioni c’è una predisposizione genetica. Ci si riferisce alle donne, ma ne possono essere soggetti anche gli uomini”. Si parla spesso anche di artrosi deformante, cos’è? “È l’evoluzione tardiva della stessa artrosi, che in stato avanzato arriva ad essere deformante. In effetti noi mettiamo la protesi quando l’artrosi arriva a questo stadio”. Quanto dura una protesi? “Quella in metallo dura per sempre, ma il fallimento di un impianto è legato al possibile riassorbimento dell’osso intorno alla protesi e quindi al suo cedimento. Statisticamente l’impianto protesico dura circa vent’anni. Diffidare sempre di coloro che promettono protesi eterne!” Vincenzo Di Placido, Professore a.c. Università degli Studi di Urbino (Facoltà Scienze motorie), già primario dell’ospedale civile Urbino (Pesaro) www.diplacidovincenzo.it diplacido@hotmail.com




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LA MEDICINA ESTETICA COME TECNICA MEDICA La medicina estetica nasce dall’intuizione che l’uomo è sano quando è in armonia con la propria dimensione fisica e mentale per un fine ultimo: facilitare l’inserimento sociale e ambientale nelle diferenti fasi della vita

La medicina estetica è una tecnica medica mediante cui viene ripristinato un equilibrio psicofisico che permette di correggere i difetti estetici che possono limitare la visione positiva di noi stessi con gli altri. Tutta la medicina estetica ha come fine il benessere, che significa salute. La medicina estetica esiste fin dall’antichità – da Cleopatra e Poppea che usavano prendersi cura della propria pelle facendo bagni nel latte. Da quei tempi la medicina ha continuato la sua storia e le tecniche si sono evolute. Oggi abbiamo a disposizione gli strumenti più innovativi: dall’impiego dell’acido glicolico (metodo Murad) alla microdermoabrasione (Power Peel / Bioreviskin)), fino alla tecnica dell’acido ialuronico, somministrato in maniera topica per ripristinare i nostri tessuti, fino a strumenti di ultima generazione come il Plexr. Si eseguono trattamenti studiati in modo specifico per il viso, ed altri rivolti invece alla cura del corpo e delle mani in particolare. Trattamenti di medicina estetica effettuati per il viso sono: - radiofrequenza medica - veicolazione transdermica indolore di sostanze nutritive ed

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Healt and Beauty di Rita Morganti

idratanti (EndositNIR) per rivitalizzazione , per la biostimolazione, e per veicolare sostanze schiarenti per il trattamento delle macchie. -peeling con acido glicolico e microdermoabrasione con corindone, per la cura estetica dell’acne e per le cicatrici da acne, per le macchie e per correggere gli stati di squilibrio della pelle, per le smgliature e per rallentare l’invecchiamentodella cute, con effetto anti-age - trattamenti per il cuoio capelluto per rallentare la caduta dei capelli, ristrutturare e rinforzare i capelli, eliminare la forfora (metodo HAIRCARE). - biorivitalizzazione del viso e delle mani, del collo e del decoltè. - filler (acido ialuronico) per la correzione delle rughe del viso. Tra i trattamenti di medicina estetica per il corpo vi sono: - ossigeno-ozono terapia anticellulite, per i disturbi della senilità, per i capillari, le teleangectasie e per la riduzione del grasso localizzato. - trattamenti specifici anti-età per le mani .


-bioristruttuazione dermica mediante impianto sottocutaneo di fili bioriassorbibili (corpo e viso). - radiofrequenza per la riduzione ed eliminazione degli inestetismi. La moderna medicina estetica si compone di diversi aspetti che affrontano i diversi tipi di invecchiamento ma sarebbe estremamente riduttivo considerare l’attività correttiva svolta dalla Medicina Estetica nell’ambito del puro miglioramento estetico. Il primo insegnamento della Medicina Estetica è conoscere ed accettare le strutture fisiche ereditate, per proteggerle e gestirle secondo le regole di igiene di vita: alimentare, fisica, cosmetologica, psicologica e comportamentale. E’ l’espressione, infine, di quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità va dichiarando da anni: la salute non è solo l’assenza di malattie , ma uno stato di benessere psicofisico tale da consentire il soddisfacimento delle proprie aspettative culturali, sociali e discrezionali. La Medicina Estetica è quindi per una migliore qualità della vita, non garantisce più anni alla vita, ma sicuramente da più VITA agli Anni. Dott. Giovanni Gara Medico Chirurgo Via XX settembre,13 –JESI (AN) Cell.335.5433635 0731.209130 garagiovanni@hotmail.com gara.mac@icloud.com

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PATRIZIA SACCHI

LA BIOSTIMOLAZIONE La pelle nel corso degli anni va incontro ad un fisiologico

processo di invecchiamento cutaneo che causa secchezza, perdita di tono e rilassamento dei tratti del viso.Questo processo è influenzato da molti fattori come l’età , il sesso, il fumo, lo stato ormonale, l’assunzione di farmaci, l’alimentazione non corretta e carente di vitamine e sali minerali e anche l’esposizione al sole.Ma come possiamo fare per preservare e restituire alla pelle un aspetto giovanile? Lo abbiamo chiesto alla Dott.ssa Patrizia Sacchi titolare di due studi di Medicina Estetica e Dietologia ad Ancona e Jesi : I processi di invecchiamento coinvolgono l’apparato tegumentario nella sua interezza,pertanto le strategie anti-aging devono essere molteplici e interessare la cute e i piani sottostanti “ a tutto spessore”. Attualmente, spiega la dottoressa, esistono numerose metodiche per il ringiovanimento dell’epidermide e per il trattamento della lassità dermica.Oggi una delle più diffuse terapie per contrastare l’invecchiamento cutaneo è la biostimolazione, un trattamento medico-estetico non chirurgico e minimamente invasivo , che aiuta a recuperare e a mantenere giovane la pelle, migliorandone l’elasticità, la tonicità e contrastando l’azione dei radicali liberi.Il termine biostimolazione ,infatti raggruppa l’insieme delle tecniche in grado di attivare alcuni processi fisiologici della cute, al fine di ottimizzarne le funzioni e migliorarne l’estetica. Più precisamente , questa metodica si concentra sulla modulazione dell’attività dei fibroblasti del derma, regolandone i processi replicativi e le funzioni biologiche, in particolare quelle biosintetiche coinvolte nella sintesi del collagene, proteina principale della matrice extracellulare. Quali sono gli effetti biologici della biostimolazione? Il principale obiettivo delle procedure di biostimolazione è rappresentato dall’induzione di un miglioramento delle proprietà funzionali, strutturali ed estetiche della cute.In questo senso, ci spiega la dottoressa Sacchi, il controllo dei processi biosintetici dei fibroblasti, rappresenta sicuramente una priorità per il successo terapeutico di tale tecnica.La nuova formazione di componenti strutturali della matrice come il collagene reticolare, l’acido ialuronico e l’elastina, permetterebbe un sensibile miglioramento della qualità del derma, garantendo un miglior controllo sulla costituzione chimico-fisica della matrice.Il mantenimento in salute della matrice extracellulare, non si ripercuoterebbe esclusivamente sul fattore estetico,ma anche su quello funzionale. Infatti la possibilità di preservare le classiche propietò chimico-fisiche di

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questa struttura(stato di gel- stato di sol)garantirebbe: una migliore diffusione dei nutrienti nel derma e nel sovrastante strato epidermico; una migliore vascolarizzazione del derma; un miglioramento della vitalità della componente cellulare del derma e dell’epidermide. Il tutto quindi contribuirebbe al mantenimento di una pelle giovane e sana.Pertanto, la biostimolazione garantirebbe un miglioramento funzionale ed estetico della cute in maniera naturale, sfruttando le capacità biosintetiche delle cellule presenti a livello della cute. In cosa consiste la tecnica? La tecnica – continua la dottoressa Patrizia Sacchi-consiste nell’iniezione , attraverso l’utilizzo di un ago sottilissimo, di sostanze biostimolanti quali acido ialuronico, elastina, vitamine, aminoacidi, e materiali omeopatici, il tutto previa applicazione di una crema anestetica.L’acido ialuronico è importante nell’idratazione cutanea e costituisce la materia fondamentale in cui sono immerse le fibre di collagene.Le microiniezioni vengono fatte a distanza di circa un centimetro l’una dall’altra.In questo modo si depositano sostanze antiossidanti che vanno a diffondersi naturalmente attraverso la rete linfatica.E’ infatti dimostrato scientificamente che con l’età la presenza di acido ialuronico nella pelle diminuisce sensibilmente e questa è una delle cause principali dell’invecchiamento cutaneo e della formazione delle rughe. Ma è una tecnica dolorosa? Le iniezioni provocano in genere solo un lieve fastidio. Nei pazienti più sensibili al dolore è consigliabile l’uso di un anestetico locale in crema da applicare nelle zone su cui si va ad agire,almeno 15 minuti prima del trattamento.


Quali zone del corpo possono essere trattate? Le zone del corpo che possono essere trattate con la biostimolazione sono : il viso, il collo, il dècolletè e le mani.Il risultato consiste in un’azione ristrutturante, biorivitalizzante ed antiossidante che si traduce in un aumento del turgore cutaneo rendendo la pelle più luminosa e più tesa e riducendo pertanto le piccole rughe.La biostimolazione può essere fatta a qualsiasi età.Dopo i 30 anni-prosegue la Dott.ssa Sacchi-vi è un rallentamento delle funzioni cellulari che porta ad un deterioramento delle strutture corporee.Fattori quali il fumo,esposizione al sole, uso di farmaci, stress,alimentazione sbagliata contribuiscono ad accellerareil normale invecchiamento della pelle. Quando intervenire con la biostimolazione? Dipende dall’età biologica della pelle, quindi dallo stato di invecchiamento della pelle e non dall’età anagrafica. Indicativamente è consigliabile iniziare il trattamento dopo i 30-35 anni.I risultati variano naturalmente in relazione all’età del paziente. La biostimolazione in alcuni casi ha una finalità preventiva quando non sono ancora evidenti i danni del tempo, in altri casi ha finalità terapeutica mediante l’idratazione e la nutrizione del derma. Quante sedute sono necessarie? Il trattamento prevede una seduta a settimana per 4/6 settimane, poi 2-3 sedute ogni 15 giorni ed infine una seduta al mese di mantenimento.Al termine della seduta nelle sedi di inoculo può residuare un lieve e transitorio arrossamento che non impedisce la normale vita professionale e familiare. Ci sono controindicazioni? Pur non essendoci controindicazioni particolari, è bene saperespiega la Sacchi- che il trattamento non può essere fatto in donne in gravidanza e in allattamento e in persone che soffrono di malattie del connettivo. Come per tutte le tecniche di medicina estetica , poi , è importante la vatuazione preliminare del paziente. A seconda dei casi , infatti, si possono utilizzare diverse tecniche

iniettive per migliorare il tono e turgore del viso, del collo e del dècolletè. I trattamenti di biostimolazione possono essere fatti anche sui capelli? Certamente -continua la dottoressa Patrizia Sacchi-anche i capelli invecchiano , essi sono una parte fondamentale della nostra immagine , il processo di aging a cui vanno incontro non significa solo capelli grigi, ma anche capelli impettinabili, capelli sottili, secchi, opachi, che si spezzano, ecc. Un problema comune, oltre i 30 anni sia nell’uomo che nella donna. Chi ha pochi capelli, di solito, sembra più vecchio, nel caso della donna, è anche sinonimo inconscio di malattia grave. E’ normale sperimentare caduta di capelli, in quanto sono i capelli sono soggetti ad un continuo ricambio. Normalmente, il capello cade quando il follicolo ha già prodotto un nuovo capello pronto a sostituirlo.Tutti possiamo perdere dai 10 ai 50 capelli al giorno, ma questo fenomeno non deve essere di lunga durata.Quando abbiamo perdite superiori , rappresentano un campanello d’allarme che non deve essere ignorato, ma non significa necessariamente l’arrivo della calvizie.In presenza di diradamento, alopecia, ma in assenza di grandi aree calve, è possibile intervenire con la biostimolazione per rivitalizzare il bulbo, bloccando la caduta dei capelli e favorendone la ricrescita. Una delle soluzioni iniettabili specificamente sviluppata è HAIRCARE dei laboratori REVITACARE che è stata specificamente sviluppata per il trattamento di numerose problematiche dei capelli e del cuoio capelluto.La sua caratteristica è che associa all’acido ialuronico naturale un Restructuring Hair Booster. I risultati sono visibili sin dalle prime sedute, il cuoio capelluto è idratato in profondità, la forfora risulta eliminata a lungo, la caduta dei capelli viene rallentatata, i capelli riacquistano morbidezza, corposità e lucentezza, e il follicolo capillifero viene ristrutturato e fortificato. Il trattamento è ambulatoriale ed è indicato sia per l’uomo che per la donna.

Dott.ssa Sacchi Patrizia Tel. 3683199517 Studio di Ancona: Via Villafranca, 4 tel. 071203046 Studio di Jesi: Via Roma, 67 tel. 073156876

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SORRIDERE

SENZA TIMORI CON DENTI SANI, BIANCHI E BELLI I

l sorriso è il nostro biglietto da visita. Lo sanno bene le decine di migliaia di persone che, sempre con maggior frequenza, ricorrono alla moderna odontoiatria estetica, conosciuta anche come “New esthetic dentistry”. D’altra parte, come osserva il dottor Davide Ruggeri, medico odontoiatra, perfezionato in Chirurgia orale, Implantologia e Ortodonzia all’Università di Bologna, New York University e Università Complutense di Madrid: “I denti non sono solo strumenti per mordere, mangiare parlare. Avere denti sani e belli significa proiettare un’immagine di salute, benessere, forza e seduzione. Proprio per questo motivo numerose persone sono disposte a fare investimenti economici importanti per la bellezza dei propri denti”. Le novità arrivano anche da approfonditi studi, svolti all’estero. “Il mio ultimo diploma, conseguito in Svizzera - sottolinea il dottor Ruggeri - mi ha permesso di prendere visione della salute dei nostri vicini d’Oltralpe. I danni dovuti alla carie sono diminuiti grazie alla scrupolosa e meticolosa ricerca della prevenzione, concetto che si estende ormai a tutte le branche della “ moderna medicina”. Prevenzione che ci invita a rivalutare il concetto di igiene e che si estende alle nostre abitudini di vita. Di conseguenza aumenta l’attenzione e il rispetto per il nostro cavo orale e per i nostri denti. “Nei miei anni di studio presso la NewYork University – prosegue il Dottor Ruggeri - ho appreso cosa veramente si intende per “sorriso hollywoodiano”.

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La moderna odontoiatria permette di avere denti sani, belli e bianchi. In primo piano il “Bleaching theeth” o “Sbiancamento dentale”, eseguito dal medico odontoiatra o da un’igienista diplomata, dopo una scrupolosa visita e valutazione del cavo orale e dei denti. Consente di guadagnare un sorriso splendente con poche sedute, applicando un prodotto sullo smalto dei propri denti, in alcuni casi ottenuto con l’ausilio di luce ultravioletta o laser. “Considerata la varietà dei prodotti e delle possibilità offerte dal mercato – spiega il dottor Ruggeri -, va ricordato che è una tecnica affidabile e sicura, se proposta da professionisti, ossia da medici odontoiatri e/o igienisti dentali”. Altra sistema: Veneer o Faccetta. E’ permanente e definitiva. In pratica si tratta di rivestire il dente con un piccolo strato di ceramica, senza che questo venga rovinato o danneggiato. È una tecnica di alta valenza estetica in quanto permette di ottenere un dente bianco ed eventualmente di correggere il mancato allineamento dentale. Come osserva il dottor Ruggeri: “E’ fondamentale ricordare che la New Esthetic Dentistry è un concetto che non riguarda solo il dente. Tiene in considerazione anche la gengiva, facendo in modo che goda di ottima salute e di una estetica eccellente. Per intenderci la valutazione estetica è un perfetto equilibrio tra la persona che sorride, la sua bocca e la società”.


Dott. Davide Ruggeri MEDICO ODONTOIATRA Perfezionato in: Chirurgia Orale Implantologia - Ortodonzia Università di Bologna New York University Università Complutense de Madrid Via XXIII SETTEMBRE 109 RIMINI +39 0541 73 29 90 +39 348 725 10 13

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ANDREA PRETI

DALLA MODA ALLA SCOPERTA DEL CINEMA di Enrico Sanchi

Ha conquistato le copertine di prestigiose riviste di moda, uno dei volti più ricercati dalle grandi

aziende per le campagne pubblicitarie, la sua presenza è richiestissima sulle passarelle di tutto il mondo. Andrea Preti nato a Copenaghen figlio di italiani emigrati,classe 1988 è cresciuto tra i tavoli come cameriere e barista.La sua ambizione e determinazione lo hanno portato alla notorietà del pubblico mondiale iniziando a sfilare come modello per Louis Vuitton, Dolce e Gabbana, Zegna. La sua voglia di emozioni lo portano a non fermarsi così si lancia nella carriera attoriale dopo aver frequentato corsi di recitazione a teatro a New York, oltre che diplomarsi presso “The Lee Strasberg Theatre & Film Institute di Los Angeles.Il suo esordio nella fiction “Furore” e comparse nei video musicali “Alla Fine” di Renato Zero e “Vieni con me” di Chiara Galiazzo. “One more day” l’esordio come attore protagonista nonché regista. L’abbiamo incontrato per scoprire sogni e progetti futuri, per Life&People ci ha raccontato di lui. Dalla moda al cinema, che cosa ti ha portato a questa transizione? Una passione che ho sempre avuto e una predisposizione a creare storie, visualizzandole nella mia mente per immagini. Il lavoro nel mondo della moda mi ha permesso di crescere respirando arte visiva, la moda lo è. Girando il mondo, ho dato sfogo alla mia curiosità e al bisogno di provare nuove emozioni. Crescendo però è diventata troppo forte la necessità di seguire l’amore per il cinema. Nella tua carriera è’ arrivata prima la moda e poi il cinema, ma dentro di te qual’è stata la prima delle due passioni che ti ha affascinato? Senza dubbio il cinema è sempre stata la mia passione fin da piccolo, immaginare ed essere il protagonista di storie fantastiche mi ha sempre affascinato. Per motivi economici ho intrapreso prima la carriera da modello, dovevo mantenermi ed aiutare la mia famiglia e la moda mi ha permesso di iniziare a guadagnare subito e bene. A breve uscirà nelle sale il tuo primo lavoro da regista, sei emozionato? Cosa ti aspetti? Certo l’emozione si fa sentire. Spero di ricevere molta critica, sia positiva che negativa, la voglia di migliorarmi è tanta. Spero soprattutto che il film riesca a trasmettere emozione al pubblico. “One More Day”racconta una storia a cui sono personalmente legato, desidero fortemente che il pubblico percepisca tutte le paure e gli stati d’animo che cerco di raccontare. Hai lavorato tantissimo all’estero come modello, come mai hai deciso di intraprendere la tua carriera cinematografica in Italia? Ho iniziato in Italia perchè la storia di One More Day si adattava bene all’essere ambientata in Italia. Ma stiamo già sviluppando progetti per l’estero:il mio futuro è li… Hai avuto occasione di conoscere e lavorare con Giancarlo Giannini, un premio Oscar tutto italiano, è uno dei tuoi modelli di riferimento? Sicuramente lavorare al suo fianco è stato un onore ed un privilegio, ho fatto tesoro di tutti i suo consigli ricevuti. E’ un attore unico. Tra i miei riferimenti cinematografici Mel Gibson e Clint Eastwood.

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ROBERTO PICCINELLI “IL SOCIOLOGO DEL PIACERE” a cura di Enrico Sanchi

Una vita dedicata a Piacere e Divertimento, innalzate al rango di

materie da interpretare e studiare. Con la Notte che, mai come in questo caso, può permettersi di fungere da protagonista assoluta, al pari del Giorno. E con la Musica, meglio se ritmata, coinvolgente e ballabile, chiamata a rivestire un ruolo assai importante, praticamente fondamentale. Laureato in legge, giornalista, scrittore, anticipatore di mode e tendenze sociali, ha tenuto relazioni sul rapporto fra turismo e divertimento al Carrousel du Louvre di Parigi. Opinionista radiotelevisivo, nel corso degli anni ricopre l’incarico di docente di Sociologia dei Consumi al Politecnico e all’Università Cattolica di Milano, ma anche al Polimoda di Firenze, all’Università degli Studi di Perugia, al Cet-Centro Europeo Toscolano. E’ autore dell’annuale Guida al Piacere e al Divertimento, in libreria dal 1997. Sociologo del Piacere per antonomasia, così lo definì Milly Carlucci in una serie di trasmissioni radiofoniche e televisive che ne contrassegnarono una professione caratterizzata da reportage, saggi, individuazione di tendenze, lezioni di Sociologia dei consumi al Politecnico di Milano e redazione di una guida, ormai entrata nella storia. La sua guida al piacere e al divertimento è ormai alla diciottesima edizione. Dal 1997 ad oggi come è cambiato il modo di divertirsi?

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Si possono individuare dei filoni? E’ cambiato tutto. Nell’altro secolo esistevano poche tipologie di locali, che sono venute aumentando in maniera esponenziale. Attraverso commistioni insolite e spesso estreme. Basti solo pensare agli stabilimenti balneari, un tempo frequentati solo e soltanto per crogiolarsi al sole e fare il bagno. Adesso, lo stazionamento on the beach prevede mercatini etnici, reading poetici, palestra, aperitivi musicali, biblioteca, vasche idromassaggio, gioco del golf sulla sabbia e balli notturni con lettini utilizzati come cubi da discoteca… Filoni nuovi non mancano, ma di questi tempi devono fare i conti con la crisi economica. In tempo di crisi, si esce di più o di meno, per andare in qualche locale a divertirsi? Si esce meglio. Ragionandoci su e cercando di scegliere il locale in base a desideri, umore e compagnia. Se nel passato a dominare era il divertimento bulimico adesso volenti o nolenti, l’unica strada percorribile è il divertimento selettivo. A livello di tipologie di locali, chi sale e chi scende? Per esempio, sono ancora in auge le megadiscoteche stile anni ‘80? Le discoteche sono in crisi a prescindere. Figuriamoci le maxi… La colpa non è però totalmente loro. Perché ormai si può ballare


ovunque ed a qualsiasi ora, magari senza pagare il biglietto d’ingresso. Basti dire che nei rifugi alpini si balla fin da mezzogiorno! A salire, sono senz’altro i Social Beauty: in un mondo in cui l’immagine è tutto, niente di meglio di una location in cui migliorare il fisico, ascoltare musica e socializzare. Sempre in tema di Up & Down, quali sono le città italiane più votate al divertimento? Rimini, Riccione la riviera romagnola in generale è sempre in testa alla classifica? Rimini sicuramente no, Riccione prova a tenere botta grazie a collaborazioni fra club di primo piano. Ma al vertice troviamo Gallipoli in estate, Courmayeur e Cortina in inverno, fermo restando che Palermo, Torino e Roma riescono sempre a dire la loro. Poi, ci sono outsider come Foligno e Aversa… Il bello dell’Italia è che salta sempre fuori qualche località decisa a farsi notare attraverso le sue propensioni ludiche: sia ben chiaro che molto, anzi praticamente tutto, dipende dalla proliferazione o latitanza di imprenditori illuminati! E volendoci confrontare con il resto del Mondo? L’Italia è all’avanguardia nel campo del loisir? Parlando di dance club, tra fine Anni ’80 ed inizio ’90 l’Italia era la Mecca, con tanto di impianti luce e suono all’avanguardia. Senza voler assolutamente esagerare, allora c’erano più piste da ballo da noi che negli Stati Uniti d’ America… Attualmente, ci si difende con la fantasia. Che, fortunatamente, non ci manca. Quali i top fra i locali esteri? Ushuaia (Ibiza), perché un hotel così elettronico non si era mai visto e perché si è regalato un’altra chicca, denominata Tower. Club Silencio (Parigi), perché è la prima volta che un regista cinematografico del calibro di David Lynch decide di progettare un dance club. Graffiti Cafè (Varna), perché i lounge di design allignano anche in Bulgaria e non solo nei soliti posti. Visto che andiamo verso l’estate, segnalerei anche due chiringuitos: El Kabron (Bali), a base di colori irreali, piscina a sfioro, sottofondo chill out e Panormos (Mykonos), votato ad allestimenti di charme.

Photo di Bob Krieger

Torniamo al BelPaese, però… Come detto, la nostra Penisola risponde con la fantasia: il campo-giochi nell’aeroporto fantasma (Sciacca-AG), la piscina più profonda del mondo (Montegrotto Terme-PD), il ristorante con un drone per cameriere (Arezzo), lo stabilimento balneare con i boot camp serali (Pescara), la discoteca che consente di portare le bottiglie da casa (Como), gli aperitivi con motivatore (Verona). Poi, c’è pure chi organizza i tornei di trampling (Milano)…. Ce n’è per tutti i gusti, quindi! Basti dire che la Guida al Piacere e al Divertimento 2015, diventata APP dopo 16 anni di tomi cartacei, conta 10.800 indirizzi turistico-ludici distribuiti su tutto il territorio, suddivisi in ben 41+1 diverse tipologie ed immediatamente fruibili, tramite geolocalizzazione. A salire alla ribalta sono anche Milonghe, Salsodromi, Musei Socialmente Avanzati e Location per Momenti Spirituali, mentre fra i trend dell’ultima ora vanno segnalati Craft Party, Work Bar e perfino Death Cafè. Death Cafè? Sì, avete capito bene. In un piacevole localino di Firenze vanno in scena una serie di appuntamenti organizzati dall’A.M.A, Accademia Metafisica Applicata, per parlare della morte e del morire. Una sorta di salotto, per condividere esperienze, emozioni e paure in materia di aldilà, sorseggiando un tè o un caffè. Intendiamoci bene, si tratta di un’occasione di incontro e scambio su un tema toccante, profondo, troppe volte sorvolato, ma gestito nell’ambito di un clima di massimo rispetto. Qual è la tendenza del domani nel divertimento? Mega eventi caratterizzati da dj star, si ritorna ai club da max 500 persone, alle feste caratterizzate da temi studiati e pubblico selezionato, agli speakeasy che, come ai tempi del proibizionismo, si celano dietro porte anonime e aprono solo ai clienti conosciuti. Fino ad arrivare ai temporary privè, imperniati su famose griffe del settore, pronte a cambiare location ogni 3 mesi…

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Waikiki PROSSIMA APERTURA

con locale riscaldato Aperto Venerdi, Sabato e Domenica Nuovi piatti di pesce con pasta fatta in casa Ai clienti della cena del Venerdi e del Sabato ingresso omaggio all’Etho di Marzocca Lungomare Montemarciano (An) - T. 392 0659224



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IL NEOASTRATTISMO DI ANTONIO CURIA di Samuelle Regina Daves

Antonio Curia ha iniziato a dipingere per soddisfare

il bisogno di emozionarsi ed emozionare. Dopo una laurea in legge, un Master in Business Administration (MBA) al Politecnico di Milano e un lavoro nella finanza, Antonio Curia, pugliese d’origine e una vita milanese razionalmente impostata scopre la sua anima più irrazionale otto anni fa quando, in Brasile, inizia a dipingere per gioco paesaggi ad olio e dando successivamente libero sfogo alle sue visioni espressioniste astratte. In arte si intende per espressionismo astratto quell’arte non figurativa di un gruppo eterogeneo di artisti newyorkesi (si pensi

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a Pollock) le cui opere si basano sulla funzione espressiva della materia e delle macchie di colore. La peculiarità era la ricerca di un soggetto significativo in una gamma di forme astratte. Essi cercarono attraverso varie procedure pittoriche una forma capace di esprimere ad un tempo le loro personalità individuali ed un contenuto universale. Da questo concetto parte la creatività di Antonio Curia: dalla razionalità di un pensiero alla sua elaborazione immateriale sino a giungere all’irrazionalità espressiva dal mix di colore e forme o da elementi figurativi ma che sono precisamente e logicamente armonizzati con l’imput d’origine.


In questa logica irrazionale stà il neoastrattismo di Curia. Elementi predominanti sono forme, presso più geometriche, colore e mix dello stesso mediante usi di rulli e altri materiali per materializzarlo e renderlo fluido, figure con anche spesso uso di scritte (parte di testi o di pensieri espressi mediante parole stilizzate e rappresentanti al tempo stesso delle geometrie), con forte uso della tecnica dell’acrilico e sperimentando la pittura su nuovi materiali quali ad esempio i plastici di grandi dimensioni (300cm x 270cm o addirittura 700cm x 130 cm che verrà presentato durante la personale che si terrà presso l’Istituto di Cultura dell’Italia a San Paulo Brasile il prossimo 23 di aprile. In questo percorso, il suo talento e le sue capacità si sono progressivamente sviluppate fino ad arrivare tra gli artisti emergenti della Satchi Gallery di Londra e a vincere il primo premio della critica tecnica, a Gennaio 2015, nella sezione di pittura all’OpenArt di Roma tenutosi durante una quermesse di una settimana presso il prestigioso spazio espositivo del Teatro dei Dioscuri ai Giardini del Quirinale.

Curia parla della sua attività pittorica come di messaggio, di un modo di comunicare e di essere : dipingere per lui è diventata un’esigenza emotiva per riscoprire se stesso ma rispetto a cui il dialogo con gli altri si proietta in visioni che sono poi soggettivamente interiorizzate come stato d’essere rispetto a cui la sua arte è propositiva. Esempio significativo è l’opera “the cosmo blue project”, del 2015, dove la logica irrazionale può suscitare fermenti musicali esprimendo certamente un compendio di armonia nella attuale fase blu dell’artista. Mentore di Curia nella sua esperienza brasiliana è stato peraltro Yader Marques, uno dei maestri dell’arte brasiliana espressionista che sarà curatore della mostra a San Paolo che vedrà, nell’aprile 2015 all’istituto italiano di cultura, l’esposizione di Curia con importanti plastici di ingenti dimensioni e di nuove sperimentazioni materiche. E poi è grande l’attesa per la prossima biennale di Venezia. Ciò che è certo è che questa arte come “state of mind” lascia il segno.

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ANTONIO LUCARINI

LA SUA REGIA E UNA QUESTIONE DI VITA VISSUTA

di Agnese Testadiferro

Antonio Lucarini, attore e regista teatrale che si ispira alla filosofia

cinematografica, è il nuovo che avanza. Ha la capacità di essere amato o odiato: non ci sono mezze misure per lo spettatore che è seduto in platea a guardare un suo spettacolo. I suoi sono testi che dividono oggettivamente il pubblico, ma hanno, al contempo, la capacità di farlo uscire compatto da teatro con spunti di riflessione e interrogativi del tutto insoliti. Il punto di forza non è il grottesco, ma la sua vita: un susseguirsi di eventi che fin dalla prima infanzia

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hanno fatto di lui la persona di oggi, con dubbi, paure, amarezze e punti di vista che hanno uno strato di malinconico e nostalgia. La realtà lui la guarda in faccia, non ha paura di raccontarla neanche quando può far male a se stesso o chi si rispecchia in ciò che racconta. Dopotutto il teatro è proprio questo: una terapia per molti e un grande palcoscenico in cui il copione scritto non sempre è utopia come i miglior film strappalacrime. Il suo ultimo spettacolo si intitola “Spesso ad una pasta” e lo porta in scena con Francesco Chiodi e Agnese Ascioti. Quest’ultima ha curato la regia


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della serata evento Telethon 2014 al Gran Teatro di Roma in cui l’attore Francesco Pannofino ha letto un testo-monologo di circa otto minuti di Lucarini espressamente richiesto “Quando eravamo bambini”, introspettivo e intimo. La sua sensibilità è stata apprezzata quando ha scritto, diretto e interpretato “Nelle mie notti il vecchietto dove lo metto!”: testo commissionato dalla presidente di Obiettivo Famiglia Federcasalinghe Marche, Maria Elvira Conti Fabbri, donna nota per il suo essere selettiva e di poche parole. “Quando l’ho visto a teatro per la prima volta sono rimasta colpita dalla schiettezza delle battute e dalle situazioni che metteva in scena. Ho voluto affidare a lui il compito di trasmettere in modo penetrante la difficoltà e la solitudine dell’anziano che in casa e nella società viene messo da parte. Lucarini mi ha letteralmente commossa.” Per molti quel testo fu una sorpresa: non si aspettavano da lui tanta sensibilità. Come definisce il suo modo di fare teatro? Mah... Personalmente credo di avere uno stile piuttosto bizzarro e, mi dicono gli altri, piuttosto originale... Mi piace raccontare come autore le vicende dei perdenti, di quelli che non riescono ad integrarsi in questa società. Le mie sono storie di amore, morte e solitudine, spesso però raccontate con la lente deformante di un‘acre ironia e di un’esagerazione grottesca. Uso uno stile di racconto più filmico che teatrale perché ricco di flashback, di flashforeward, di monologhi interiori: uno stile che si differenzia dai moduli di narrazione teatrale solita. Da dove prende spunto la sua scrittura? Dalla mia vita... ma soprattutto dal mio modo “distorto” di percepire la realtà. Sento il bisogno di scrivere uno spettacolo forse per cercare di sentirmi meno solo ed escluso dal mondo: la cosa non mi riesce mai e allora scrivo un nuovo testo. Non ho avuto un‘infanzia felice né una vera famiglia e mi sono sempre sentito un diverso, un escluso dal mondo degli adulti. Questo e‘ un carburante formidabile... Con ogni mio testo cerco di descrivere le mie manie e le mie ossessioni, che poi sono le stesse di molti, per sentirmi più vicino agli altri... Per sentirmi amato. Poi ho visto, sempre perché spesso ero solo, migliaia di film e così nelle mie storie le mie ossessioni si mescolano con i temi e le trame dei tanti film che ho amato. Scenografie sempre molto essenziali: perché? Mi produco da solo ed è stata da sempre una necessità mettere poche cose in scena (due poltrone e un pouf rossi, un appendiabiti ndr). Ma di questa carenza scenografica con pochi elementi di scena di fronte al nero delle quinte e del fondale ho fatto uno stile. Non so se lo cambierei perché la cosa che più mi interessa nel teatro è l‘essenzialità delle cose. Come vede il suo futuro artistico? Mi concentrerò sulla regia e sulla scrittura. Mi ritengo più “un autore in scena”: non mi sento di definirmi un attore per rispetto di quelli che hanno studiato e faticato duramente per diventarlo.

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CUCO

PILLOLE NUOVA COLLEZIONE Continua l’epsansione Cucó, l’azienda pesarese di Marines

Mascarello e Pietro Olivieri che con la sua originalità e ricercatezza del particolare, unisce le tendenze del momento all’artigianalità del passato. Cucó crea, produce e realizza in Italia e a poco a poco sta conquistando il mondo dei social e non solo. Cucó vi aspetta a Pesaro in via Morselli presso il negozio Pilota “Store Cucó Costumi e Lingerie“ con un nuovo format che unisce la presentazione di capi unici ed esclusivi con possibilità di svariate personalizzazioni, ad un laboratorio di piccola sartoria in grado di rigenerare capi dimenticati negli armadi e di effettuare piccole riparazioni e modifiche.

Photographer: Simone Trebbi Make Up: “Araba Fenice” di Perla Filippini Hair Stylist: “Ok Capelli“ di Andrea Campisi Modella: Barbara Bencivenni Location: Extra SPA by Faster Fit - Fano

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Photographer: Simone Trebbi Make Up: “Araba Fenice” di Perla Filippini Hair Stylist: “Ok Capelli“ di Andrea Campisi Modelle: Marinella Abel, Barbara Bencivenni Location: Extra SPA by Faster Fit - Fano

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Fashion & People

DORA MOROLLI UNA STORIA DI LAVORO E SUCCESSO di Marcello Tosi

Da Viserba a Londra e Hollywood, Dora Morolli a soli 29 anni

ha saputo affermare il proprio talento e guadagnare un posto di rilievo nella realizzazione di grandi, premiate produzioni cinematografiche, come “Guardians of the Galaxy”, nomination alla prossima edizione degli Oscar il 22 febbraio nella categoria “Visual Effects” e il megacolossal “Exodus” di Ridley Scott, ora nelle sale.

Morolli, come è incominciato questo suo fortunato cammino di vita e di lavoro nel grande cinema? A Roma, dove ho frequentato l’Università di Tor Vergata seguendo il corso di laurea “Scienze dei media e della comunicazione”. A pochi mesi dalla laurea ho iniziato uno stage presso lo studio di animazione 3d “Rainbow CGI”, sempre a Roma, dove ho imparato come funziona la produzione di un lungometraggio animato e ho cominciato a sviluppare diversi programmi informatici per facilitare il compito degli artisti. Dopo circa tre anni ho deciso di provare un’esperienza all’estero e mi sono trasferita a Bruxelles, dove ho lavorato per lo studio di animazione “Wave Digital”. A Natale 2013 è arrivata la proposta di lavorare presso l’azienda londinese The Moving Picture Company (MPC), che è una delle più grosse aziende nel settore degli effetti speciali. Lì ho imparato moltissimo su come funziona uno studio un po’ più grande e ho fatto parte di un fortissimo team di programmatori. Cosa significa precisamente, occuparsi in queste importanti produzioni di “Visual effects”, con la qualifica di “Software developer”? Per effetti speciali digitali si intende tutto ciò che viene aggiunto a posteriori nelle riprese; come esplosioni, eserciti di egiziani che combattono, stormi di uccelli o animali selvatici. Il ruolo del computer aiuta a rendere più verosimile queste aggiunte, ma non è una cosa semplice e per questo serve il lavoro di centinaia di artisti, che si occupano delle diverse fasi della produzione. Il mio ruolo è sviluppare programmi informatici per rendere la vita dei miei colleghi artisti più semplice e meno tecnica possibile, oltre

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a migliorare la comunicazione e lo scambio di dati tra i diversi dipartimenti e le diverse sedi sparse per il mondo. Si riesce a sentire l’impulso creativo allo stesso modo di quando si lavorava con la semplice matita? Come è cambiato il modo di disegnare e creare effetti visuali speciali, lavorando attraverso gli strumenti informatici? Nel progettare un programma parto da un foglio di carta e una penna: prima disegno tramite grafici la funzionalità logica desiderata, e poi faccio qualche ricerca su quale possa essere il modo migliore di realizzarlo. Il tutto deve essere poi descritto a parole e approvato dal resto del mio team prima di passare alla programmazione vera e propria. Quali sono le cose più difficili da disegnare e far muovere? Le cose più difficili da curare sono le simulazioni. Ad esempio, in “Gladiatori di Roma”, è spesso inquadrata la folla sugli spalti del Colosseo. I movimenti delle folle vanno simulati, perché sarebbe impossibile muovere uno per uno più di mille personaggi in ogni fotogramma. Si deve prendere un piccolo gruppo di persone, e dire al computer di riprodurre il loro movimento in una sequenza casuale, in modo che alla fine sembri siano molte di più. È importante la capacità del computer di simulare in modo logico le informazioni che non possiamo dargli. Quali sono le opere, i disegnatori, gli autori che le hanno fornito e le danno più suggestioni da rielaborare in nuove fantasie? Le mie passioni includono cinema, libri, fumetti specialmente di genere fantascientifico e romanzi contemporanei. Non posso dire che mi hanno inspirato nel mio lavoro però certamente sono stati di grande aiuto. Quali le sue prospettive? Le piacerebbe in futuro lavorare in modo autonomo? Sono molto soddisfatta del ruolo che ho in questo momento, in futuro mi piacerebbe poter svolgere il mio lavoro in un luogo remoto in modo da poter abitare in qualsiasi parte del mondo.


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Politica

LA PARTITA DEL QUIRINALE di Marco Morina

Sabato 31 Gennaio 2015, al quarto scrutinio, è stato eletto

come dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana l’ Avvocato palermitano Sergio Mattarella, già Ministro più volte (dal 1986 al 2000), vice Presidente del Consiglio e più recentemente Giudice Costituzionale della Consulta. La sua elezione alla Presidenza della Repubblica è il risultato della partita tra il partito Italiano di riferimento, quello Democratico e ciò che oramai ne resta dell’ opposizione Parlamentare, sempre più divisa e frazionata in sottogruppi. Il vincitore di questa sfida è il Premier Matteo Renzi, reo di aver tradito il famigerato Patto del Nazareno tra lui e l’ex per eccellenza Silvio Berlusconi, ormai ex di tutto: ex Cavaliere, ex Presidente, ex Senatore, ex candidato e ora sempre più ex riferimento del centro destra italiano. Per la prima volta da quando è Premier, Renzi ha rispettato il crono programma dei lavori, facendo eleggere il proprio candidato alla quarta votazione, ben al di sopra delle più floride aspettative. La partita del Colle è partita da dove arrivava la candidatura del neo Presidente Mattarella, ossia dalla Corte Costituzionale; per tutta la scorsa estate infatti il Pd e Forza Italia avrebbero dovuto trovare l’ intesa sue due nomi da far eleggere in parlamento a giudici della Corte Costituzionale e della Consulta ma senza risultato poiché Luciano Violante per il Pd e Pasquale Bruno per Forza Italia non raggiunsero mai il quorum necessario all’ elezione. Il tutto si risolse dopo sei mesi con l’ accordo tra Renzi e i Cinque Stelle sul nome del tecnico Silvana Sciarra eletta al ventunesimo scrutinio in seduta comune in Parlamento. Da qui, da questo momento si è aperto un’ altro scenario, quello che ha definito le linee guida per l’ elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica. Non è un caso che alla vigilia delle elezioni a capo dello Stato i nomi più chiari fossero quelli di Sergio Mattarella e Ferdinando Imposimato, (che avevamo già intervistato e pubblicato in precedenza su LIFE&PEOPLE) figure che oltre ad aver in comune la carriera politica, gli studi, la storia ed i ruoli, condividono anche il fatto di aver avuto fratelli vittime di mafia.

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Le sostanziali differenze tra i due sono che: mentre il primo rappresenta il potere della Democrazia Cristiana, il secondo è l’ animo laico libero della Suprema Corte di Cassazione, mentre il primo è figura introversa ed eminenza grigia, il secondo decisamente più ingombrante, mentre il primo si presta ad una diplomazia interna e riservata il secondo è stato scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU in occasione dell’anno della gioventù, mentre il primo rappresenta la spalla ideale a Renzi, (poiché diametralmente opposto al Premier), il secondo coprirebbe la figura del Presidente del Consiglio catturando su di se tutti i riflettori. Matteo Renzi sapeva di dover puntare sul fattore geografico per l’ elezione, ed il curriculum di Mattarella rafforzava sia il senso di giustizia istituzionale che quello alla lotta alla mafia; per la prima volta infatti le prime due cariche istituzionali, (ricordiamo anche la Presidenza del Senato di Piero Grasso) sono giudici siciliani. Il rischio di fare la fine di Prodi da parte di Mattarella non c’è mai stato visto che la lobby dei Siculi parlamentari è fortissima, così forte anche nei confronti di quell’ Angelino Alfano e del suo Nuovo Centro Destra, molto agitati alla vigilia e tranquillamente sorridenti nel giorno dell’ elezione. Il 2015 di Renzi continua così nel migliore dei modi dopo la vittoria della partita del Quirinale che a quasi un anno dall’ inizio del suo mandato traccia un solco netto tra lui e i suoi avversari, con un bilancio “sbilanciato” in suo favore. L’ Italia, a nostro modo di vedere, con Mattarella perde l’ ennesima occasione per rinnovarsi. Tuttavia aspetteremo a giudicare dopo aver visto quali saranno le posizioni sui temi etici, sulle unioni civili ed omosessuali, sull’ eutanasia ma anche e soprattutto sulle riforme in campo economico. Allora una domanda nasce spontanea: se in Italia avevamo già San Sergio Mattarella, che tra l’altro era nella lista dei papabili di Bersani nel 2013, qualcuno ci spiega perché non siamo stati capaci di eleggere nessun Presidente della Repubblica e abbiamo dovuto chiedere ad un Signore di quasi novant’ anni la rielezione? Buon Lavoro Presidente


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Cinema

UNBROKEN

If you can take it you can make it - Se resisto posso farcela

di Angelica Grittani

Angelina Jolie è un concentrato di bellezza, bravura e intelligenza. Ci si potrebbe chiedere come possa

una donna avere queste tutte caratteristiche insieme e al contempo riuscire sempre bene in quello che fa. La Jolie è senza dubbio un esempio di grande successo, nel lavoro e nella vita: oltre ad essere attrice ed aver vinto due premi Oscar, è madre di ben 6 figli, moglie di Brad Pitt, ambasciatrice dell’Onu e da qualche anno produttrice e regista. Non sorprende che la curiosità e le attese verso il suo ultimo lavoro fossero elevate, sebbene la critica nei confronti del suo primo film “Nella terra del sangue e del miele” non sia stata proprio positiva. Ma ecco che con Unbroken la Jolie ci mostra il lato più umano e sensibile della guerra, narrato e vissuto attraverso le vicende di un uomo, Louis Zamperini, atleta e militare americano di origine italiane. I diritti per realizzare questo film erano stati già acquistati dalla Universal negli anni ’50, ma il progetto non fu realizzato. Solo dopo la pubblicazione del libro di Laura Hillenbrand “Unbroken”, una biografia della vita di Louis Zamperini che è un best-seller negli Stati Uniti, il soggetto è stato finalmente portato sul grande schermo. Riadattato dai fratelli Coen e diretto da Angelina Jolie, Unbroken è candidato a tre nomination agli Oscar 2015 (migliore fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro). Un dramma epico, che ti tiene inchiodato alla sedia per più di due ore, per conoscere più da vicino la storia di questo eroe dei nostri giorni, che non solo è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale ma è stato capace di tornare anni dopo dai suoi nemici per mostrare al mondo di saper perdonare, di quanto il perdono sia parte della vita anche dopo le atrocità della guerra. Zamperini, interpretato da Jack O’ Connell, è figlio di emigrati italiani e sin da bambino ha dovuto fare i conti con le difficoltà: veniva preso in giro e emarginato dai suoi compagni di scuola perché non sapeva parlare la loro lingua. Ben presto il fratello, che sarà la salvezza per Louis, lo spinge a trovare una via di fuga e lo convince a concentrarsi sullo sport. Zamperini era un mezzo fondista molto veloce e in quel modo riuscì a farsi un nome e a farsi rispettare, vincendo diverse competizioni fino ad arrivare a partecipare alle Olimpiadi nel 1936, nel pieno della dittatura nazista. Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e arruolato nell’Air Force. La guerra vissuta attraverso gli occhi di Louis e dei suoi compagni culmina in un incidente aereo dove “Zamp” e altri due sopravvissuti rimangono naufraghi per più di 40 giorni in mare, durante i quali combattono contro fame e a stenti cercano di sopravvivere. Verranno salvati dal nemico: la Marina Giapponese recupera i superstiti e li fa prigionieri di guerra. Il dramma si accentua e non sembra trovar pace, se non nella caparbietà, e nell’integrità di un uomo che ha mostrato di saper vincere moralmente e che si rifiuta di tradire il suo Paese, i suoi ideali, ma che lotta con lo spirito e il coraggio di non arrendersi. Una storia che colpisce proprio per come descrive la guerra, non tanto nei suoi feroci attacchi militari, quanto nella capacità di annullare il prossimo, rendendolo schiavo e inerte, debole e indifeso davanti agli eventi. Il rapporto con il suo carceriere (soprannominato “L’uccello”) sarà per Zamperini un’altra sfida da superare, che lo vedrà cadere davanti agli altri prigionieri ma non gli farà perdere la speranza e la dignità. Angelina Jolie dopo aver conosciuto la storia di Zamperini e letto la sua biografia, ha desiderato incontrarlo e ha fatto di tutto per realizzare il film che avrebbe fatto conoscere al mondo le avventure incredibili di quest’uomo. Hanno persino scoperto di vivere nella stessa zona di Hollywood Hills, e senza saperlo erano stati vicini di casa per molti anni: nel momento in cui la Jolie ha saputo di poter realizzare questo sogno, Zamperini aveva 97 anni e alle spalle una vita intensa che la stessa Jolie è stata onorata di trasferire sul grande schermo. Una vera storia di Hollywood dal lieto fine, che ha cambiato le vite delle persone coinvolte in questo progetto che sicuramente vi emozionerà.

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Photo: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

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Photo: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

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Photo: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

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Fashion & People

TRA FASHION E NIGHTLIFE:

GIUSEPPE MORATTI di Samuelle Regina Daves

I

nteragire con Giuseppe Moratti è certamente un’esperienza mistica per la peculiarità unica del soggetto. Se il suo mood fashion ha dei tratteggi che ricordano il designer londinese Rick Owens, con folti capelli lunghi e lisci, un’importante fisicità statuaria e dei caratteristici canini pronti per azzannare, la sua delicatezza, gentilezza e la sua preparazione artistica e culturale è degna di un accademico di prestigio. Studioso di esoterismo e personaggio decisamente noto nella nightlife, con un esperienza ultradecennale al Cocoricò, Moratti dirige ora, all’interno del locale notturno, lo spazio Morphine, il laboratorio artistico e culturale dal taglio estetico alternative and eclectic.. Da sempre attento alle sperimentazioni e alle contaminazioni, ponendosi come un tramite perfetto tra l’estetica contemporanea cool and strong di tradizione londinese e il mondo della notte di cui è preparato protagonista. Questo curioso concetto di contaminazione è espresso peraltro proprio dal rapporto di sperimentazione che porta il Morphine ad interagire con il teatro e con l’organizzazione mensile di appuntamenti ludico-culturali di cui Moratti è artefice. Ci vuoi spiegare questa idea ? La mia visione del Morphine è quella di un laboratorio di idee in continuo divenire, una nuova casa per chi vuole qualcosa distante dal solito ma vicino al cuore, love to all, respect to the difference. Una realtà umana giovanile contestualizzata in un ambiente pop ove la sperimentazione artistica e culturale diviene condivisione di contenuti con spirito e intenzione divulgativa e pedagogica. Sono convinto assertore di quanto i giovani oggi necessitino di spazi interattivi non convenzionali ove esprimersi artisticamente attraverso linguaggi trasversali ed insieme crescere partecipando attivamente non solo come spettatori ma come parte del tutto in un contesto positivo. I linguaggi che ho scelto sono musica dal vivo, teatro, performances, installazioni video interattive, mostre fotografiche, percorsi esperienziali, dj set, incontri con autori all’interno di rappresentazioni multimediali. Tutto questo già realizzato con successo come confermato anche dalla stampa.

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Quali sono le tue ispirazioni nel look e il rapporto tra lo stesso e il tuo concetto di musica e lifestyle ? Oggi mi presento con un’ immagine come sempre forte e protagonista, che deriva dal mio background estetico e culturale eighties and nineties il quale spazia dal goth al post-punk passando attraverso il new romantic e stilisti quali la Westwood e Gaultier. Il mio look si è affinato negli anni grazie ad un importante percorso di crescita personale che mi permette adesso di esprimermi attraverso un’immagine geometricamente più lineare, scevra dai condizionamenti legati all’establishment del fashion. Ora mi permetto il lusso di esprimere l’eleganza del mio essere attraverso un linguaggio estetico solo apparentemente più basic , volendo io sottolineare maggiormente nella comunicazione non verbale i contenuti di energia, sicurezza e determinazione che mi contraddistinguono . Tra gli stilisti oggi maggiormente in voga apprezzo particolarmente la ricerca estetica di Tom Rebl, magico e moderno disegnatore di nobili emozioni. Così come la mia immagine rappresenta il mio mondo in divenire, anche nella musica e nella vita non esistono confini, tutto è meravigliosamente a nostra disposizione, sta solo a noi volere, volere, fortemente Volere. Quali consigli puoi dare ai giovani che approcciano e frequentano il mondo della notte ? Ogni giovane deve essere innanzitutto consapevole che, come diceva un incredibile personaggio del secolo scorso “Every man and every woman is a star”. Questo potenzialmente perché, come dico sempre “Attraverso l’esercizio della Volontà la vita è Musica.” , è necessario impegno e determinazione. I giovani devono quindi guardarsi dentro, non perdersi nel buio della notte ma cogliere in esso l’opportunità di brillare esprimendosi di luce propria. Questo percorso naturalmente è imprescindibile dalla consapevolezza di ciò che si è e ciò che si vuole essere e divenire, fondamentale è quindi il rispetto per se stessi ed il proprio sentire.


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L A B O R A T O R I O

F O T O E G R A F I C O

www.smossi.com


Music

MIAMI

ULTRA MUSIC FESTIVAL

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di Dan Mc Sword

Da venerdì 27 a domenica 29 marzo 2015 oltre 100 deejays

sono attesi al Bayfront Park di Miami per la diciassettesima edizione dell’Ultra Music Festival. Si tratta di uno degli appuntamenti più amati dagli appassionati di musica elettronica di tutto il mondo, complice anche e soprattutto la sua concomitanza con la Miami Music Week ed il Winter Music Conference. Un calendario di feste in grado di radunare migliaia e migliaia di addetti ai lavori da tutto il mondo. Per quanto concerne l’UMF, quali i nomi più attesi in una line-up assolutamente spaventosa? Avicii, torna all’Ultra dopo la forzata assenza dello scorso anno dovuta a seri problemi di salute, che gli sono costati una pausa prolungata sino a poche settimane fa. Axwell e Ingrosso, che si presentano a Miami dopo la loro esibizione ad Ultra Japan; Armin Van Buuren, che presenta il suo nuovo show “Togheter in a State Of Trance”, ideato per festeggiare le settecento puntate appena raggiunte dal suo radio-show “A State Of Trance”; Carl Cox, che avrà come sempre la sua arena “Carl Cox and Friends”. Non mancheranno tanti altri pesi massimi quali David Guetta, Hardwell, Martin Garriz, Steve Aoki e Tiësto. Tra gli italiani presenti, doveroso citare Marco Carola, protagonista tutte le estati ad Ibiza con la sua serata Music On, e Tale Of Us, questi ultimi reduci dal loro debutto nel programma Essential Mix dell’emittente inglese BBC Radio One, un autentico olimpo riservato soltanto ai djs più grandi del mondo. Altrettanto importante la pattuglia degli artisti che si esibiranno dal vivo: basti pensare ai nomi di Röyksopp,

Clean Bandit e Kiesza. Ulteriori personaggi saranno rivelati nei prossimi giorni; ma non mancheranno di sicuro innumerevoli sorprese, con particolare attenzione ad una serie di performer cosiddetti underground, più alternativi rispetto a nomi da main stage da palco principale. Nel frattempo, la potente macchina organizzativa e comunicativa dell’Ultra ha già annunciato la line-up principale dell’edizione europea in programma a Spalato, in Croazia, dal 10 al 12 luglio prossimi. In cartellone il live dei Chemical Brothers, ed i dj set di Afrojack, Alesso, Van Buuren, Knife Party, David Guetta, Zedd e tanti altri ancora. Nato nel 2013, Ultra Europe è cresciuto molto rapidamente, e quest’anno prevede anche una serie di feste extra-festival, in particolare il Beach Party in calendario il 14 luglio sull’isola di Hvar in Croazia. Torniamo ad occuparci di Miami: da diversi anni a questa parte, anche questa edizione dell’UMF sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube dell’Ultra. Sempre su Youtube sono disponibili gli aftermovie delle ultime edizioni del festival, un autentico network per non dire un impero, capace nel 2014 di toccare nove nazioni e cinque continenti, e raccogliere 15 milioni di utenti unici attraverso il proprio canale televisivo web. Per saggiarne la qualità, non resta che dedicarsi alla visione degli aftermovie To The Sun (Ultra Europe), Colors & Waves (Ultra Sud Africa), Angels (Ultra Buenos Aires) e United We Dance (Ultra Miami). Buona visione! - ultramusicfestival.com

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VIA DEL CORSO, 52 CORINALDO - AN Facebook: Gelateria Artigianale Sbirulina


Muasic

NRD1 SEMPRE CONNESSO di Dan Mc Sword

Casertano d’origine e cosmopolita per vocazione, a soli quindici anni NRD1 già era

resident al Mono Club di Caserta. Si è rivelato al grande pubblico con la cover di “I follow rivers”, capace di battere ogni record di visualizzazioni toccando i vertici di tantissimi classifiche, specializzate e non. In estate è resident al Tipic di Formentera e al Country Club in Sardegna. E proprio in questi giorni esce il suo nuovo disco singolo “Still Be The One”, che si avvale della collaborazione di Cozi Costi e Tara Mc Donald; la traccia esce su Netswork Records e si avvale dei remix di Todd Terry, Cj Stone, Milo.nl e Fan (Alex Nocera e Frankie P). I tuoi principali obbiettivi per il 2015? Nuovi dischi, tante collaborazioni e tantissime serate in giro per l’Italia e per l’Europa. Proprio in questi giorni esce il mio nuovo disco. Si intitola ‘Still Be The One’, prodotto per la Netswork Records in collaborazione con Cozi Costi e Tara Mc Donald. L’uscita avviene proprio in contemporanea con il nuovo numero di Life&People. Lo ritengo un ottimo auspicio!!! I tuoi club preferiti italiani e stranieri. Italiani: Art Cafè Roma, Peter Pan Riccione, Numa Bologna, Luna San Teodoro e Tenax Firenze. Stranieri: Tipic Formentera, Project Londra, Ushuaia Ibiza e Maison Miami”. I tuoi djs preferiti? Italiani: Benny Benassi, Merk&Kremont, Tale of Us, Stefano Pain, Christian Marchi. Stranieri Axwell, David Guetta, Calvin Harris, Tiësto. Hai un sogno nel cassetto? Esibirmi all’Ultra Music Festival di Miami e a Sensation, sia in Olanda che in Italia. Se non fossi diventato un dj adesso saresti? Mmm… bella domanda! Credo un cuoco, che mixa il cibo come il dj mixa la musica.

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Quanto tempo dedichi ai social network? Ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Sono sempre connesso con il mio smartphone; mi piace interagire con i fans e gli appassionati di musica elettronica. Differenze tra locali italiani e stranieri? In molti club italiani si dà più importanza all’apparenza che non alla sostanza, al cassetto che non alla musica. Nei club stranieri i due fattori hanno lo stesso peso”. I tuoi hobby? Calcio e tennis

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Music

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TARA MC DONALD IL MICROFONO, LA MIA VOCE di Dan Mc Sword

Cantautrice, vocalist, vocal coach e giudice nei talent show, ideatrice e conduttrice

di un radio-show. Tara McDonald è un’artista nel vero senso della parola, capace di collaborare con artisti top quali David Guetta, Roger Daltrey degli Who e l’iconico Brian Ferry. Un’artista a 360 gradi, che abbiamo intervistato in concomitanza con l’uscita del suo nuovo disco singolo.

La lista delle tue collaborazioni è davvero infinita. Riesci a scegliere i tuoi personalissimi djs e produttori preferiti? Bella domanda! Mi ritengo davvero fortunata di aver lavorato con artisti quali Axwell, Armand Van Helden, Afrojack, Todd Terry e naturalmente David Guetta. Per quanto concerne le uscite di questo inizio 2015, amo tantissimo il nuovo album di Above&Beyond, Sigma e Watermat, tutti prodotti di alto livello. Il tuo radio-show “I Like This Beat” è in continua espansione. E’ un programma che viene trasmesso in più di cinquanta emittenti radiofoniche in oltre quaranta nazioni, ed è anche disponibile in formato podcast su iTunes, Dj Pod e Mixcloud. Ho inizio nel 2012 in Francia con Fg Radio, dopo aver sottoscritto il contratto per i miei primi due album: ho capito che avrei dovuto trascorrere molto più tempo in studio di registrazione che nei club, così ho pensato ad un radio-show che mi consentisse di essere sempre aggiornata su tutte le migliori anteprime mondiali dance. Esce proprio in questi giorni il tuo nuovo disco singolo, “Still Be The One”. Cosa ci puoi raccontare? E’ stata una bella esperienza – racconta Tara – Ho amato da subito questa traccia. Nrd1 ha davvero creato una grande produzione, molto radiofonica senza essere per questo troppo facile. Anche con Cozi Costi il feeling si è rivelato come sempre immediato; ci siamo conosciute grazie a David Guetta mentre eravano in tour per il suo album ‘Pop Life’ e da allora siamo diventate grandi amiche. Melodie e liriche ci sono venute dal cuore, con grande positività e certe dell’impatto che avranno anche sulle dancefloor”.

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Motors

BMW SERIE 3 GT GRAN TURISMO LOW PROFILE di Manuela Spadoni

Due volumi e mezzo, questo dietro la sigla GT della serie3 della

BMW. È stato ripreso dalla serie 5 questo concetto della mezza misura in più (o in meno, qui il punto di vista del singolo cliente sarà una discriminante) E’ una versione che osa nel concetto e nella linea, rendendosi di fatto un’alternativa valida in tutto e per tutto a modelli di livello superiore dai quali trasla il concetto di esclusività. La linea è accattivante e decisa, con il frontale aggressivo che riprende lo stile BMW e il posteriore che scende in una curva perfetta e armonica, resa più dinamica dal disegno del profilo e attenta a non stonare dal concetto di sportività che vuol riprendere. La visione d’insieme non lascia spazio a dubbi in quanto a caratterizzazione del modello, e i dettagli delle sagomature lo rendono di fatto il più bello, modellato e sviluppato. Con questa innovativa versione la serie 3 prende le distanza dal segmento intermedio a cui fa riferimento, un segmento affollato e variegato che tutto sommato è in parte quasi standardizzato nell’offerta di design, dotazioni e prestazioni e si eleva al di sopra delle masse, proponendo il lusso ma senza enfatizzarlo. Una Serie3 che come tale rimane versatile, pragmatica e tipicamente tedesca nelle linee guida, ma che aggiunge spirito e audacia alla gamma. Ci voleva un passo avanti, e BMW ha colto il momento per osare e stupire allargando per questo innovativo modello il riferimento di utenza che di solito gode di questo tipo di proposte, come fu con la presentazione qualche tempo fa della BMW Serie5 GT, e proponendo una tecnologia e una meccanica superiore a una fascia di persone più ampia, anche se comunque

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ristretta e di nicchia visti i quasi 40.000 euro che occorrono per l’acquisto di una 318d in allestimento intermedio. Anche in questo caso, come nella filosofia della casa di Monaco, rimangono fuori dal prezzo i tanti accessori che la BMW ha in opzione e che non inserisce di serie nei suoi modelli che nella versione in oggetto possono far crescere il prezzo fino a 60.000 euro. La GT è un modello a metà strada fra sportivo e utilitaristico, in un concetto di versatilità e ottimizzazione di forme e volumi molto ben riuscito, il più corposo e pretenzioso degli ultimi tempi se vogliamo, visto che a conti fatti stravolge due categorie di auto, berlina e station wagon, e in quel segmento che di solito è il traino delle vendite. Un azzardo che come tale potrebbe dar vita a un nuovo segmento dell’auto, non sportiva, non familiare e non berlina. La Gran Turismo, nata per soddisfare le esigenze dei clienti sportivi, che però non vogliono rinunciare al comfort e a una elevata capacità di carico, è caratterizzata da una linea molto aggressiva e rivista in alcuni dettagli. 20 cm più lunga della touring, gode di un’armonia di forme che raramente convince del tutto. Le proporzioni sono valide, sia a livello di estetica che di abitabilità (cresciuti in questo caso anche il passo e l’altezza) e soprattutto a livello di guidabilità il tutto è perfettamente giostrato per garantire il massimo in termini di prestazioni e comfort. Nulla è lasciato al caso, come in ogni pensiero BMW. Risultato dello sviluppo BMW EfficientDynamics garantisce consumi dimensionati grazie al concetto di lightweight design intelligente che abbina un’aereodinamica ottimizzata all’Air Breather e allo spoiler posteriore attivo per il massimo livello di efficienza e dinamismo. Non mancano la funzione start/


stop automatico, la Brake Energy Regeneration, l’indicatore del punto ottimale di cambiata. Grazie al nuovo sistema BMW ConnectedDrive, la nuova BMW Serie 3 Gran Turismo definisce i nuovi parametri di riferimento a livello di sicurezza, di comfort e d’infotainment. Da sottolineare invece la nuova tecnologia d’interfaccia che assicura un ampio utilizzo di telefoni cellulari e di numerose funzioni di ufficio mobile via Bluetooth sulla base d’internet. La BMW Serie 3 GT è disponibile in una versione d’ingresso e nelle linee di equipaggiamento Sport Line, Luxury Line e Modern Line. Disponibile anche il pacchetto M Sport.

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AEROCLUB

L’Aero Club Ancona, scuola di volodell’aeroporto delle Marche a Falconara Marittima, mette a disposizione la sua grande esperienza nell insegnamento del volo a motore. Da oggi oltre ai corsi di pilotaggio a tutti i livelli per piloti di aereo, propone il corso per piloti di drone.

Nella scuola di volo dell’Aeroporto delle Marche si possono frequentare quasi tutti i corsi di pilotaggio, sempre approvati ENAC/EASA, tra i quali ricordiamo:

LAPL - CORSO PILOTA DI AEROMOBILI LEGGERI PPL - CORSO PILOTA PRIVATO CPL – CORSO DI PILOTA COMMERCIALE IR – ABILITAZIONE AL VOLO STRUMENTALE ATPL - CORSO PILOTA DI LINEA FI - CORSO DI ISTRUTTORE DI VOLO MEP - ABILITAZIONE PLURIMOTORE



Motors

AUDI A7 SPORTBACK DINAMICA DI FORME di Manuela Spadoni

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l disegno architettonico con cui è costruita esprime movimento Dinamica e imponente, pur ferma, esprime una sportività forte. “Quintessenza di dinamismo e sportività”. Così possiamo definirla, prendendo in prestito le parole della stessa azienda, questo nuovo modello di Audi, che si pone per design e prestazioni in evidenza nel segmento coupé. O piace o non piace. Quando valutiamo la massima espressione di un concetto, non esistono vie di mezzo o valutazioni provvisorie. Una cosa bella si vede subito. Oggettivamente intendo. Se è interessante non è bella, se è particolare non è bella. Una bella auto si vede. E poi può anche essere innovativa, interessante, quello che vuoi. Ma ogni aggettivo attribuibile a un’auto non è per forza sinonimo di bello. E se è vero che nel tempo l’auto è diventata una vera e propria forma d’arte che, pur nascendo per funzioni del tutto diverse da quelle estetiche, richiede nel suo porsi a fatto compiuto uno studio e una sensibilità tale da elevarla al di sopra di semplice veicolo, è importante sempre mantenere interesse per ingegno, innovazione e meccanica che muovono ogni volta questi progetti. E in Audi questo lo sanno bene. La nuova Audi A7 Sportback, in prevendita dalla fine di gennaio, è il sunto di arte e tecnologia, design e innovazione, bellezza e comfort. La linea è grintosa, con cofano motore lungo e posteriore scolpito che offrono alla vista una perfezione dinamica, un continuo movimento della forma. La sportività espressa in questa rinnovata gamma della coupé a 5 porte Audi è espressa al meglio dal single frame in color nero con la struttura a nido d’ape tipica delle RS, con estremità pronunciate e decise, a sottolinearne la forza con la presa d’aria anteriore centrale

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che ospita il logo quattro e i fari a led perfettamente adattati al nuovo disegno. Un’auto unica che esprime anche nella solidità, nell’efficienza, nell’avanguardia e nel comfort i suoi punti di forza. Le Audi S7 Sportback e RS 7 Sportback, che per prestazioni ed esclusività si collocano ai vertici dell’offerta, adottano una motorizzazione 4.0 V8 TFSI con 450 CV e 560 CV. La prima versione consente una accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi e raggiunge la velocità massima, limitata elettronicamente, a 250 km/h. La RS 7 Sportback è equipaggiata con la variante più prestazionale del sofisticato 4.0 V8 TFSI con ben 560 CV (per una coppia massima di 700 Nm) e una accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 3,9 secondi e una accelerazione di 305 km/h. Entrambe le vetture adottano trazione integrale quattro e il cambio automatico. Tra le dotazioni che possiamo trovare sulle auto che saranno in vendita da marzo per la S7 Sportback, il cui prezzo di vendita è di poco superiore ai 94.000 euro, abbiamo l’Adaptive Air Suspension Sport, l’ Audi music interface, i cerchi in lega a 5 razze parallele, i

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proiettori e gruppi ottici posteriori in tecnologia LED, sistema di navigazione MMI plus con MMI touch e aggiornamento mappe gratuito. Ancora maggiori le dotazioni di serie per la RS7 che per poco più di 122.000 euro offre Adaptive Air Suspension RS, sistema BOSE Surround Sound, cerchi in lega di alluminio fucinato a 7 razze doppie, inserti in carbonio, sistema di ausilio al parcheggio plus, volante sportivo multifunzionale a 3 razze in pelle appiattito nella parte inferiore con bilancieri, regolabile elettricamente. La S7 Sportback adotta l’unità a doppia frizione S tronic a 7 rapporti, mentre la RS 7 Sportback è equipaggiata con cambio tiptronic a 8 velocità. DALLO SCHIZZO ALLA SUA IMPOSTAZIONE, UN AUTO QUANDO NASCE È ARTE, QUANDO SCENDE IN STRADA È MOVIMENTO. LA PERFEZIONE IN MOVIMENTO, IL CONCETTO DI DOMINIO DELLA STRADA DI AUDI


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Motors

DETROIT 2015 GOD BLESS AMERICA

di Filippo Mingardi

Riparte l’economia a stelle e strisce e con lei il mercato

dell’auto in gran spolvero appuntamento del Naias

a

Detroit

per

l’annuale

La crisi, almeno negli Usa, pare essere alle spalle e con l’umore degli americani decisamente in rialzo si impenna anche l’amore per l’automotive da parte del popolo statunitense che in occasione del NAIAS (North American International Auto Show) di Detroit ha toccato con mano tante novità! Iniziamo dalla giapponese Honda, approfondendo due modelli molto diversi tra loro: la FCV Concept e la nuova NSX. La prima incarna perfettamente l’era verso la quale ci stiamo dirigendo a grandi passi, un’era fatta di rispetto per l’ambiente e massima attenzione alla propulsione. Le pile a celle a combustibile, alloggiate interamente sotto il cofano, hanno dimensioni ridotte del 33% e una densità di potenza superiore del 60% rispetto alla precedente Honda FCX Clarity. Anche il look vuole la sua parte e il nuovo Concept made in Japan si rivela all’occhio del pubblico con un assetto ribassato, contornato di profili aerodinamici e linee particolarmente definite. Se il modello zero emissioni politically correct soddisfa i palati degli ecologisti, ci ha pensato la nuova versione della sportivissima Acura NSX a far godere gli Hondisti dal piede pesante. Con il ritorno di Honda in F1 ecco che i giapponesi hanno svelato le forme della nuova NSX che sarà disponibile entro la fine dell’anno. Dopo un quarto di secolo la NSX targata Acura torna dunque alla ribalta e lo fa tenendo fede ai suoi imprescindibili dogmi: potenza, leggerezza e modernità, il tutto appoggiato da tanta raffinata tecnologia. Tecnologia magistralmente rappresentata dal cuore pulsante, il powertrain, composto da un V6 turbo e da tre motori elettrici, capaci di erogare all’unisono 550 cavalli. Il telaio fa registrare una rigidità elevata, assicurata da materiali di ultima generazione quali carbonio e alluminio. Il gioiello Honda è gestito dall’Integrated Dynamics System che offre quattro modalità di guida: Quiet, Sport, Sport+ e Track. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Con la modalità Quiet inserita la NSX è in grado di percorrere brevi tratti in modalità

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elettrica a emissioni zero. Dalla giapponese saltiamo alla coreana Hyundai che a Detroit ha svelato le forme del concept pick up Santa Cruz Crossover Truck, il design aggressivo e il suo carattere sportivo lo rendono molto appetibile ad un pubblico giovane e dinamico, che di certo non potrà non notare i grossi cerchi in lega e le italianissime pinze Brembo gialle. Da un concept pick up a una iper sportiva che ha scritto una fetta di storia dell’automotive mondiale: la Ford Gt. Nel 2016 tornerà infatti il mostro targato Ford e lo farà con un telaio in fibra di carbonio e un motore, centrale, da ben 600 cavalli. La biposto americana proprio grazie al largo utilizzo di materiali compositi e alla potenza del propulsore sfoggia un rapporto peso/potenza da prima della classe e lo fa, adottando per il modello 2016, il sei cilindri in luogo del classico otto. Quindi nuovo motore, rinnovate prestazioni e look totalmente rivisto, e se le linee rimangono affilate, a farla da padrona all’anteriore sono i fari a led e la notevole presa d’aria centrale! Dal lunotto posteriore fa invece capolino il V6 sul quale insiste dominante un alettone attivo e inferiormente un diffusore incorniciato da due prepotenti terminali di scarico. La nuova Ford vista a Detroit non è un sogno sarà infatti sul mercato nel 2016 e per la gioia degli estimatori del marchio sarà identica in tutto e per tutto a quella vista al Naias. Chiudiamo questa sfilata ideale con un’automobile che ha segnato una svolta nella progettazione e conseguente realizzazione delle auto: il primo esemplare interamente realizzato con una stampante 3D. In sole 44 ore infatti nella Hall E del Salone di Detroit, la Strati, con una stampante 3D, ha prodotto un’automobile. L’auto in 3D è realizzata in un unico blocco formato da 212 strati di plastica, rinforzata con fibra di carbonio. La vettura è priva di portiere e tetto per praticità dell’operazione, fresata e pulita per ospitare il cuore, un motore che la spingerà fino ad una velocità di punta di 60 km/h. Certo ad un primo sguardo sorge spontanea la domanda: la vedremo mai su strada? La risposta è arrivata dai costruttori che dal momento che otterranno l’autorizzazione degli enti governativi prevedono di lanciarla entro fine anno al prezzo di 18/30 mila dollari! Il futuro è qui!


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Motors

ROTOLANDO VERSO SUD di Filippo Mingardi

Si è chiusa a Buonos Aires l’edizione 2015 della Dakar, il Sud

America ha decretato i nuovi padroni dell’off road estremo

Sono passate decine di anni da quando Thierry Sabine si inventò e tracciò dal nulla le prime Dakar, quelle africane per intenderci, le Dakar che vedevano schierate al via flotte di privati con i mezzi più assurdi. Nel 1986 la morte del deus ex machina francese avrebbe potuto mettere la parola fine a questa splendida competizione, ma così non andò e nonostante la morte di Sabine, la carovana di avventurieri non si arrestò e per anni dopo il suo decesso continuò a percorrere, a tutto gas, i deserti Sahariani fino al 2009 quando la Dakar attraversò l’oceano per sbarcare in Sud America dando vita ad una gara, se vogliamo diversa per paesaggi e percorsi, che però ha saputo mantenere intatti i principi di avventura e competizione tanto cari al fondatore Sabine. L’edizione 2015 è durata 13 giorni e da tradizione, ormai consolidata, è scattata da Buenos Aires facendo poi ritorno per la bandiera a scacchi sempre nella capitale argentina. Quattro le categorie al via: auto, moto, quad e camion con, rispettivamente sui gradini più alti del podio, Nasser Al-Attiyah, Marc Coma, Rafal Sonik e Airat Mardeev. Un dominio assoluto quello dI Al-Attiyah che al volante della sua Mini del team All4, ha replicato il successo del 2011, regalando al mitico marchio, il quarto alloro consecutivo alla Dakar. Il pilota arabo ha chiuso l’edizione 2015 in 40 ore e 32 minuti facendo sue ben 5 tappe e relegando il secondo classificato a oltre 30 minuti. Nella categoria moto, che in passato ha regalato tanti fasti al nostro tricolore, si è imposto Marc Coma, che in sella alla sua Ktm si è limitato a controllare la gara, dopo che il suo diretto avversario, Barreda, è stato costretto ad abbandonare per problemi meccanici alla sua Honda. Lo spagnolo con il successo 2015 ha incamerato la quinta vittoria dakariana eguagliando così i due Cyril francesi, Neuville

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e Despres, portandosi ad un solo successo dal mitico Stephane Peterhansel. Tra gli italiani al via solo in quattro hanno riportato la loro moto a Buenos Aires, grandissimo il quattordicesimo posto finale di Paolo Ceci, mentre al quarantacinquesimo posto troviamo Marco Brioschi, cinquantaseiesima e cinquantanovesima posizione per Diocleziano Tola e Matteo Casuccio. Nonostante il seguito mediatico sia minore, non meno esaltante è risultata la Dakar categoria Quad che ha visto trionfare il polacco, esperto di gare di lunga durata, Rafal Sonik che, in sella al suo Yamaha ha prima dovuto guardarsi dal cileno Casale, vincitore nel 2014, poi una volta ritiratosi l’avversario più diretto si è limitato a gestire l’enorme vantaggio sul secondo, il giovane Gonzales Ferioli, che sempre su Yamaha ha chiuso a 2 ore e 54 minuti da Sonik. La lotta è stata cronologicamente più serrata nella categoria camion dove nonostante il dominio dei Kamaz, il vincitore, Mardeev, ha piegato Nikolaev di soli dodici minuti. Una gara avvincente, il raid sudamericano, diretto discendente della mitica Dakar che, proprio come il suo più celebre avo richiede ogni anno un tributo di sangue. Nel corso delle 36 edizioni fin qui disputate sono stati 28 i piloti, 15 francesi, per i quali il rally raid più famoso al mondo, è risultato fatale, e non si pensi che sul campo cadano solo gli amatori, nel 1992 e 2005 infatti a pagare il prezzo più alto furono Gilles Lalay e Fabrizio Meoni, piloti professionisti che alla Dakar avevano addirittura trionfato. La tragedia dell’edizione 2015 ha un nome ed è quello del 39 enne polacco Michal Hernik. Il rider polacco ha perso la vita nel corso della terza tappa, non vittima di un incidente, ma con tutta probabilità per un cedimento fisico e mentre la magistratura argentina ha già aperto un fascicolo per fare luce sulla vicenda, il pensiero di noi appassionati va a tutti coloro che hanno pagato con la vita, l’amore per questa gara, una passione che nonostante i pericoli, talvolta mortali batte forte nei cuori degli appassionati motorizzati di tutto il mondo.


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METANO ENERGIA PULITA

O

ggi, a maggiore tutela della nostra salute e nel rispetto per ambiente oltre che per notevole risparmio in un momento storico che è caratterizzato da una sempre maggiore carenza di liquidità il parco auto nazionale tende alla alimentazione pulita con carburanti eco-compatibili GPL e Metano. Con tecnologie sempre più avanzate, ormai le auto GPL o metano viaggiano con prestazioni molto vicine a quelle a benzina. GPL e Metano sono piavi di componenti chimici e di additivi quindi sono carburanti puliti rispetto alla benzina verde. Per noi; per le nostre tasche, per i nostri figli, per l’ambiente…. Pensiamo ad un auto alimentato a GPL o Metano.

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Fashion and People

STEFANO

GREGORETTI

L’ULTRA RUNNER: MOTIVARE LE GIOVANI GENERAZIONI di Matteo De Angelis

Gli sono bastati solo 20 giorni di tempo per attraversare di corsa il deserto

della Patagonia, il più vasto deserto del continente americano. È l’ultima missione ‘possibile’ di Stefano Gregoretti, l’ultra runner di Riccione che vuole motivare i ragazzi a vincere i loro limiti. Gregoretti assieme ai canadesi Ray Zahab e Ryan Grant del team ‘Impossible to possible’, ha percorso circa 1.100 chilometri in semi-autosufficienza, mettendo a segno il coast to coast dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico, passando per Argentina e Cile. Una spedizione ai limiti del possibile sopportando temperature superiori ai 45 gradi centigradi di giorno e rasenti lo 0 di notte, sfidando folate di vento e tempeste di sabbia. Una media giornaliera di 60 chilometri percorsi a ritmo veloce e, sostenuti unicamente da riserve idriche di 7 litri d’acqua e pasti composti principalmente da riso, legumi olio e sale. Al loro seguito anche una troupe del National Geographic a documentare la sfida. La spedizione rientra all’interno del programma sportivo-educazionale dell’associazione no profit canadese Impossible to Possible che si rivolge ai ragazzi di età compresa tra i 17 e 25 anni intendendo ispirarli proponendo un insegnamento esperienziale, che passando attraverso il running e spedizioni a tema scientifico si muove verso la scoperta di nuovi territori, culture, sensibilizzando l’opinione pubblica verso il rispetto dell’ambiente ma anche il sostegno di popolazioni in via di sviluppo. Sono centinaia le scuole superiori statunitensi e canadesi a seguire attraverso collegamenti internet e sui social media le spedizioni e i racconti dei loro protagonisti.

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Stefano perchè avete scelto di attraversare la Patagonia? Perché è il settimo deserto più esteso al mondo e perché abbiamo voluto compiere l’attraversata nel periodo più difficoltoso, date le temperature e i venti, percorrendo la sua massima estensione. È così per tutte le spedizioni di “Impossible to Possible“, come dimostrano le esperienze dello scorso anno nel deserto dell’Atacama in Perù e nell’isola di Baffin dove abbiamo registrato il record di attraversata in appena 48 ore totale autonomia. Quanto tempo avete impiegato per organizzarlo? Ci sono voluti 6 mesi per decidere la rotta, fra test e permessi. Un lavoro che ha impiegato costantemente 7 persone che a loro volta hanno coinvolto altri contatti sudamericani con cui avevano già collaborato in Atacama. Cosa ti ha maggiormente colpito di questo viaggio? Gli spazi sconfinati e l’accoglienza delle persone. La Patagonia è uno dei luoghi meno antropizzati dell’America latina, ciò nonostante i suoi abitanti sono cordiali e ospitali. Vivono in una condizione quasi senza tempo. Mi ha impressionato il gaucho che viveva nella sua meseta da solo a oltre 50 chilometri dalla sua famiglia e non sapeva neppure quanti anni avesse. Tuttavia non aveva problemi, viveva alla giornata con una serenità sorprendente. Stai forse abbandonando il tuo lato competitivo e diventando filosofo? Una gara è diversa da una spedizione. Nella prima puoi ritirarti, contare su supporto tecnico o di soccorso, nella seconda devi raggiungere la fine, sapendo di dover sempre calcolare un margine

di errori. Gareggiando nelle ultra maratone mi sono accorto che mi perdevo la bellezza dei luoghi in cui passavo. In questa occasione ci avremmo potuto impiegare anche 8 o 10 giorni a concludere il percorso, ma lo scopo di queste spedizioni è conoscere il posto che si attraversa. “Impossible to Possible“ coinvolge direttamente anche i ragazzi, dove sarà la prossima missione? I ragazzi sono coinvolti gratuitamente, non hanno spese, loro ci mettono grinta e determinazione, ma anche voglia di vivere una esperienza unica correndo in 5-8 giorni circa 300 km assieme a loro coetanei. La prossima spedizione sarà in Grecia, si sono da poco chiuse le selezioni. Si terrà in maggio e coinvolgerà 5 tra ragazzi e ragazze. Hai importato per primo questo format in Europa proponendolo in Italia, si rifarà? Sì, dopo il grande successo della prima edizione che ha visti coinvolti 5 ragazzi di tutta Italia nel percorrere 250 chilometri attraverso le Alpi in soli 5 giorni partendo da Livigno, siamo già al lavoro per la seconda edizione. Le selezioni si apriranno in aprile e le adesioni saranno raccolte dalla pagina Facebook “Impossible to Possible Italia“. Stiamo valutando due opzioni: attraversare il parco dell’Etna e studiare la teutonica a zolle oppure addentrarci nella foresta del Casentino studiando la biodiversità del parco e i suoi equilibri. E la tua prossima sfida? Tra giugno e luglio sarò in Amazzonia. Insieme all’amico Ray Zahab affronteremo circa 400 chilometri attraverso la foresta in territorio brasiliano.

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Travel

SICILIA:

RISERVA DELLO ZINGARO, UN ANGOLO DI PARADISO TRA MARE E TERRA

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Sicilia occidentale, una sapiente mescolanza di profumi e

suggestioni mediterranee. Il nostro itinerario parte dalla Riserva Naturale di Monte Cofano, un promontorio massiccio e scosceso affacciato sul mare a mezz’ora di auto da Trapani tra il Golfo di Bonagia e il Golfo di Cofano. Nella bassa macchia mediterranea che circonda questo masso calcareo, la fanno da padrone la Palma nana e il Lentisco. Quel che colpisce chi visita questi luoghi è il sistema di Torri a difesa dalle incursioni dei saraceni, un sistema di comunicazione rapido ed efficiente messo a punto lungo tutte le coste dell’isola dall’ingegner Camillo Camilliani alla fine del XVI secolo. Incontreremo diverse torri che sono parte di un antico sistema

difensivo che consentiva di trasmettere rapidamente l’allarme in occasione di incursioni dei saraceni, utilizzando messaggi di fumo e fuoco da una torre all’altra. Nei giorni successivi osserveremo anche la Torre che difendeva la Tonnara di Scopello e poco distante la Torre dell’Uzzo nella Riserva Naturale dello Zingaro o ancora la Torre di Nubia nella Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco. Monte Cofano è una riserva naturale carsica e in quanto tale ricca di grotte come la Mangiapane, oggi teatro di uno scenografico presepe vivente, e che prende nome dalla famiglia che qui risiedette all’inizio del XIX secolo. Un bagno ristoratore ci prepara alla salita che ci conduce a Baglio Cofano e infine alle auto.

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Nel territorio siciliano, il baglio era una fattoria fortificata affacciata sul cortile interno e nella quale vivevano sia i braccianti, sia i proprietari. Si trattava, in pratica, del nucleo centrale del latifondo che fin dal XVI secolo fu la tipologia dominante di conduzione del territorio. Il Baglio più interessante che visitiamo è sicuramente il nucleo centrale di Scopello. Infatti nel nostro secondo giorno, complice il vento di Scirocco che causa la chiusura della Riserva Naturale dello Zingaro, facciamo tappa nel borgo di Scopello e ci riposiamo nella cala della sottostante tonnara, un luogo magnifico nel quale sono stati girati scene di film come Ocean’s Twelve e serial televisi come il Commissario Montalbano.

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Dopo pranzo ci trasferiamo a Segesta per apprezzare la grandiosità della città degli Elimi, antico popolo preromanico della Sicilia Occidentale. L’attore comico che fa parte del gruppo, ne approfitta per recitare alcuni versi nel magnifico teatro che si affaccia dal Monte Barbaro sulle vallate circostanti. Il giorno successivo ritentiamo, con miglior fortuna, di affacciarci dai magnifici balconi della Riserva Naturale dello Zingaro. Si tratta di una realtà davvero ben organizzata, che offre diversi centri visita inerenti la cultura e le tradizioni locali. Abbiamo l’opportunità di imparare come si utilizza la manna, un dolcificante estratto dalla linfa di Frassino e Orniello, due specie arboree piuttosto comuni alle quali è dedicato un centro visite. Per


continuare, visitiamo il notevolissimo Museo della Tonnara dell’Uzzo e quello della Civiltà Contadina. Interessante anche la possibilità di pernottare negli antichi borghi ristrutturati della riserva naturale come Sughero o Borgo Cusenza, nel quale incontriamo i forestali intenti nelle attività di restauro conservativo delle strutture rurali. Le calette sono tante e sono una vera meraviglia, la nostra preferita è Cala Marinella. Qui, grazie ad una piccola grotta naturale, riusciamo a sfuggire alla calura. In serata ci attende il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, un evento diventato motore trainante di tutto il turismo locale avente come filo conduttore questo piatto di influenza araba, reinterpretato dagli chef di tutto il mondo. Nel nostro ultimo giorno di attività ci spostiamo verso ovest, per visitare la Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco. La riserva naturale è gestita dal WWF che organizza il servizio di visite guidate. Le guide sono competenti sia sugli aspetti naturalistici e ornitologici dell’area, sia sugli aspetti produttivi della salina tuttora in funzione. L’elemento distintivo della riserva sono, oltre ai gruppi di Fenicotteri che osserviamo con facilità, i mulini a

vento che venivano utilizzati come pompa idraulica per muovere l’acqua tra le vasche della salina allo scopo di separare i diversi sali presenti nell’acqua di mare dal sale da cucina (Cloruro di Sodio). Ultima tappa del nostro viaggio è lo Stagnone di Marsala. Qui ci attende un’avventura che ci porterà a ripercorrere l’antica strada fenicia che giungeva dalla costa fino all’isola di Mozia. In verità la strada non esiste più e il nostro trekking si svolge immersi nell’acqua fino alla vita su quel che rimane del tracciato, ormai sommerso e sepolto da alghe marine. L’emozione nel giungere alla porta nord dell’antica fortificazione dell’isola è tanta e la fatica comincia a farsi sentire, al punto che decidiamo di fare il ritorno comodamente in traghetto, godendoci il tramonto sullo Stagnone di Marsala in attesa di tornare a goderci sole, mare, cibo e paesaggi di questo estremo lembo d’Italia. Pietro Spadoni Agenzia Viaggi Il Ponticello www.ilponticello.net Fotografie di Giovanni Londei

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Travel

NORVEGIA

UN PAESE DALLE MILLE RISORSE di Giovanni Bruscia

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Ancora poco conosciuto ma che presenta alcune caratteristiche

e peculiarità che meritano davvero di essere vissute e viste in prima persona, in una terra che non è propriamente al centro delle richieste dei turisti come possono essere altre località quali Parigi, Praga o Berlino. Parliamo della Norvegia, paese scandinavo che ancora in pochi riescono ad apprezzare per le sue attrattive e per la sua offerta turistica, paesaggistica e artistica. Un paese che consente a chi decide di visitarlo di evadere dalla routine quotidiana, di staccare dallo stress e lasciarsi trasportare da una molteplicità di luoghi e scorci davvero entusiasmanti. Il biglietto da visita è rappresentato senza dubbio dai mitici fiordi, autentici capolavori naturali che uniscono al tempo stesso una valle ghiacciata ed un braccio di mare . Non a caso infatti alcuni dei fiordi più conosciuti ed importanti sono stati inseriti all’interno

delle eccellenze naturali presenti all’interno del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. I fiordi norvegesi hanno poco da invidiare ad altri suggestivi panorami ritrovabili in Europa; ancora in pochi sanno che in queste località è possibile praticare una molteplicità di attività davvero uniche. L’esperienza e l’emozione di una crociera, l’opportunità di un escursione in kayak o una bella sciata nei fiordi offrono sensazioni difficili da descrivere in quanto vanno vissute in prima persona. E per chi magari riscontrasse nelle basse temperature invernali un ostacolo insormontabile che potrebbe precludere la visita del paese nordico, niente paura: queste attività sono praticabili 365 giorni all’anno. Per questo motivo, ad esempio, non deve risultare strano sentir parlare di sci estivo che può essere praticato in Norvegia. Per gli appassionati di arte la Norvegia rappresenta senza dubbio

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una destinazione molto attraente; è proprio da questa terra che sono emersi pittori molto importanti che hanno avuto poi un ruolo fondamentale all’interno dello scenario artistico in Europa e nel mondo. Tra i principali artisti non possiamo certamente dimenticare Edvard Munch, celebre per il suo dipinto “L’urlo”, il quale sarebbe divenuto una delle figure principali dell’Espressionismo e della pittura moderna. Ad Oslo è presente ovviamente un museo dedicato al grande pittore norvegese, il Museo Munch, all’interno del quale intenditori di arte e semplici turisti possono ritrovare alcuni dei suoi dipinti più famosi, con la possibilità di ammirarli direttamente nei luoghi in cui lo stesso artista nacque e dai quali poi il suo talento sarebbe emerso per salire alla ribalta internazionale. Per gli amanti della vita notturna, specialmente quella del sabato sera ,una visita alla capitale Oslo è indispensabile. Infatti coloro i quali desiderano vivere la realtà del sabato sera nella capitale hanno a disposizione una molteplicità di luoghi e locali “su misura” alle loro esigenze. Ad esempio, non c’è niente di meglio di un salto all’Hard Rock Cafe per ballare e fare festa insieme a giovani e adulti che nel fine settimana amano distrarsi dalla vita quotidiana. D’estate poi non c’è nulla di più emozionante che rifugiarsi in uno dei moltissimi bar che all’esterno consentono ai clienti di poter sorseggiare un ottimo drink con una stupenda vista sul mare e sullo sfondo l’incredibile vista dei fiordi che possono essere ammirati dal pieno centro della capitale. Infine, un piccolo consiglio: se avete intenzione di visitare la Norvegia, dovrete necessariamente provare alcuni dei piatti locali che si basano principalmente su ingredienti quali il tipico salmone norvegese o la renna e l’alce coi quali si preparano degli ottimi stufati. Tutto questo e molto altro ancora è la Norvegia, una terra che andrebbe visitata almeno una volta nella vita per rendersi conto di come a distanza di poche ore di aereo esistano luoghi davvero emozionanti ed affascinanti.

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Troll

undedicato Incontro al Buon Gusto

Domenica a Mezzogiorno dopo la passeggiata in centro due chiacchiere e una bella tavola

Tutte le Sere dal martedĂŹ al sabato

Ristorante a Rimini Centro. Via Farini 13/15. 0541 22279 Abocar Due Cucine abocarduecucine@gmail.com




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