Storie di noi pazienti immunopatici A cura di AAIA Onlus -

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Senza resa né rassegnazione Storie semplici di noi pazienti IMID

A cura di AAIA Onlus - Associazione Ammalati Immunopatici e Ambientali

L'IMID è, per tutti noi, “il più” di quello che avremmo mai potuto sperare. E' lo scoglio a cui tanti di noi sono arrivati dopo tempeste infinite e violente. E l'ultimo tentativo che avremmo fatto prima di “mollare”; prima di arrenderci alla evidenza di una medicina tutt'altro che infallibile; prima di convincerci che, magari, eravamo davvero “pazzi” o “psicosomatici” (come, più decorosamente, avevano imparato a chiamarci); prima di assecondare, tutt'altro che convintamente, la frase fatta di “buttare il termometro”, di “farci un viaggio”, di “farci un figlio”, di prendere l'antidepressivo; prima di seguire quel fatidico consiglio di “lasciar perdere” e “distrarci” che per tanti di noi ha rappresentato il vero spartiacque, il segnale più convincente che l'interlocutore non avesse davvero capito nulla di quel che stava trattando, né mai forse capirà di aver di fronte un ammalato “complesso” e, proprio per questo, ancor più vero ed impegnativo. Che non abbia l'infarto, l'emorragia interna o un tumore, non significa che chi di noi abbia trovato presso il Centro IMID una risposta al proprio star male fosse un “malato immaginario”. Ciò che vorremmo fosse davvero immaginaria e, semmai, inesistente è quella classe medica che si affida ai suoi lanzichenecchi per difendere privilegi indifendibili; per pretendere primariati e poteri inconsistenti e immeritati quando non supportati dalla lungimiranza, dalla affidabilità e dalla dedizione; per esercitare abusi a cui mai avremmo potuto credere se davvero non li avessimo vissuti sulla nostra pelle con lo sdegno e la vergogna di chi si imbatte in enti istituzionali che avremmo invece voluto immaginare degni di rispetto e di onorabilità. Noi siamo i “pazienti”, quelli a cui il Sistema dedica il proprio “servizio”, quello più nobile ma anche quello più audace perché finalizzato a misurasi con l'efficacia dei risultati ancor prima che con l'efficienza dei mezzi eventualmente disponibili. Non verremo meno al nostro ruolo di rendere giustizia a chi, col decoro e la impeccabi le dignità di un'azione coraggiosa, tenace, convinta, discreta e fiera al tempo stesso, ha inteso salvaguardare un popolo smisurato di “visionari” che hanno trovato, nella periferia di una Puglia a volte disaccorta rispetto alle proprie esclusive potenzialità, la possibilità di sentirsi a tutti gli effetti cittadini consapevoli di far parte di un mondo complicato e, proprio per questo, sensibili e grati verso chi ha voluto offrire loro la possibilità di vivere la malattia comprendendola ed accettandola senza resa né rassegnazione. A questo si richiama la nostra testimonianza corale e il nostro ringraziamento che mai verrà meno. Dedicata a quei “visionari” che ancora cercano lo scoglio a cui attraccare. A perpetua riconoscenza delle capacità scientifiche ed organizzative e delle doti umane del dott. Mauro Minelli e della squadra che ha saputo dimostrare a lui - ma soprattutto a noi - coerenza, onestà e fedeltà! La Comunità AAIAOnlus















































































































































Spett. AAIA Onlus Segreteria – Campi Salentina Salve, mi chiamo Stefania D’Amicis e ho sofferto per tre anni di dolori addominali, diarrea, perdita di peso, mal di testa, dolori alle gambe. Ho fatto molteplici esami, assunto medicinali sbagliati… addirittura mi avevano diagnosticato una possibile tenia, storia di “verme solitario” . Consigliata da mia zia, ho fatto una visita nel centro IMID di Campi Salentina e successivamente ricoverata nello stesso centro. Ho conosciuto il dottor Mauro Minelli che ha una grande capacità di ascolto, in grado di comprendere la vera causa dei problemi. Inoltre al suo fianco ha infermieri e assistenti molto ospitali e professionali. La prima cosa che ho notato arrivata nel reparto, gente entrare nell’ospedale malconcia e uscire fiduciosa. Ho pensato e continuo a pensare che, fuori dal “sensazionale”, può esistere la possibilità di un’attenzione e di una conoscenza che già gratifica chi legittimamente cerca di affidare a qualcuno il bene supremo della propria salute. E’ il piccolo “miracolo” di Campi Salentina che con questa mia intendo testimoniare. Stefania D’Amicis Grottaglie (TA) 07 maggio 2013


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