FRUTTA URBANA
PROGETTO Nuova frontiera dell’agricoltura urbana, la coltivazione di frutteti insieme alla raccolta della frutta è ormai una pratica comune e consolidata in Canada, Stati Uniti e Inghilterra. A San Francisco il collettivo Fallen Fruit ne fa un progetto d’arte. Grazie a Bill Pullmann nasce l’Hollywood Orchard con tante varietà diverse e un ricco programma didattico. A Vancouver c’è il più grande, con più di cinquemila alberi piantati in soli tre anni. Comune a tutti è l’idea tree to table, direttamente dall’albero alla tavola, per un’alimentazione più corretta, sana, ricca di vitamine, con prodotti freschi, biologici e soprattutto disponibili gratuitamente. In Italia, grazie all’associazione no profit Linaria, è nato FRUTTA URBANA, il primo progetto italiano di mappatura, raccolta e distribuzione della frutta in città. La distribuzione gratuita a banchi alimentari o a mense sociali, la realizzazione di nuovi frutteti per contribuire ad arricchire con nuove proposte e funzioni lo spazio pubblico urbano, insieme ad attività, eventi, corsi e laboratori, contribuiscono a rendere FRUTTA URBANA un progetto complesso, in costante evoluzione, dinamico e articolato. Un progetto complesso, articolato e fortemente integrato nel territorio per sottolineare che in città gli alberi hanno un ruolo importante, anche se uno degli attributi fondamentali, spesso sottovalutato, è proprio il loro ruolo produttivo considerato spesso solo come elemento secondario. Nelle città la frutta cresce abbondante ovunque. È sufficiente uno sguardo attento per stupirsi della quantità di cachi, limoni e aranci prodotti durante l’inverno. E poi nespole in maggio, ciliegie in giugno e ancora albicocche e prugne in estate, mele, pere, melograni e fichi diffusi in tutta la città in autunno. Ma nulla o molto poco viene raccolto: la frutta una volta raggiunta la maturazione, cade a terra e marcisce, creando problemi di gestione e pulizia nei parchi e giardini pubblici, ma anche nei giardini privati dove i proprietari non hanno tempo, né a volte l’idea di prendersene cura. L’idea di Frutta Urbana è di considerare la città come un grande frutteto diffuso, ma la riproposizione del frutteto in ambito urbano e periurbano non si colloca solo in quel movimento agricivista che, dalla guerrilla garnening al moltiplicarsi di orti urbani, ha investito la nostra cultura, piuttosto si configura come elemento storico fondativo della cultura e dell’immagine della Città Mediterranea.
CREARE NUOVI FRUTTETI
Creare comunità Incrementare l’aggregazione e l’integrazione sociale Diminuire l’esclusione sociale Sviluppare ed educare i giovani Reintrodurre saperi agronomici, botanici gastronomici, di educazione alimentare
Aumentare la biodiversità e gli habitat naturali urbani Creare nuove aree verdi a bassa manutenzione Censire, curare e conservare il patrimonio botanico pubblico Recuperare varietà, frutti e sapori antichi Limitare la presenza di aree abbandonate e incolte
Incoraggiare il consumo di frutta Ridure gli sprechi Adottare sistemi alimentari sostenibili (filiera corta) Aumentare la disponibilità e l’accesso di cibo sicuro, fresco e nutriente Adottare sane pratiche alimentari
MAPPATURA La mappa FRUTTA URBANA riporta la posizione di tutti gli alberi che vengono identificati nelle alberature, nei giardini e nei parchi di città, diventando uno strumento pubblico accessibile a tutti. Continuamente aggiornata, è la base di una app che permette a tutti, grazie a smartphone e tablet, di trovare gli alberi più vicini o i diversi periodi di raccolta della frutta. Grazie al software gratuito Ushahidi, la mappa consente di organizzare i dati relativi alla raccolta, alla visualizzazione e alla geolocalizzazione interattiva di informazioni. Ushahidi, creata nel periodo immediatamente successivo alle elezioni in Kenia nel 2007, usa il paradigma di crowdsourcing rivolto all’attivismo sociale e alla responsabilità pubblica, servendo come modello iniziale per l’activist mapping, la combinazione di attivismo sociale e informazione geospaziale. Nella mappa ogni specie è evidenziata con un simbolo grafico ed è collegata a una scheda sull’albero che riporta una o più immagini, il nome scientifico e comune, le dimensioni, l’età, l’accessibilità per la raccolta, le condizioni, gli interventi effettuati o necessari, e una scheda sulla frutta con l’epoca di fioritura e di raccolta, la produzione, le principali proprietà nutrizionali, le diverse possibilità di utilizzo. Una volta elaborati tutti i dati raccolti, sarà possibile definire più mappe tematiche che costituiranno un database accessibile a chiunque intenda sviluppare o sperimentare il modello proposto da FRUTTA URBANA. Il lavoro di mappatura consente di: • visualizzare la quantità e le varietà degli alberi da frutta • evidenziare le diverse epoche di raccolta; valutare la produzione; • conoscere una parte del patrimonio botanico pubblico. •
RACCOLTA E DISTRIBUZIONE Grazie al calendario e alla mappatura, FRUTTA URBANA organizza la raccolta della frutta grazie all’aiuto e al contributo di un gruppo di volontari che mettono a disposizione il loro tempo. Appena raccolta, la frutta viene immediatamente regalata alle organizzazioni no profit o ai banchi alimentari grazie ad accordi con la Caritas, alcune Case Famiglia e Case di Riposo per anziani. Solo una minima percentuale della frutta raccolta può venduta e inserita in diversi circuiti alimentari come i GAS, i mercati contadini, oppure ristoranti, bar e negozi che lavorano con prodotti locali e di fliera corta. Questa parte include anche la frutta piÚ deperibile o delicata da trasportare, come fichi e cachi o nel caso delle arance amare non adatte al consumo fresco per le quali si prevede la trasformazione in marmellate o altro. La vendita di questa parte del raccolto o dei prodotti derivati consente al progetto di essere almeno in parte sostenibile dal punto di vista economico.
NUOVI FRUTTETI FRUTTA URBANA vuole realizzare nuovi frutteti che saranno giardini produttivi, collezioni botaniche di varietà antiche, luoghi di conoscenza e sperimentazione, ma soprattutto di aggregazione sociale. Molto importante è la scelta delle varietà da utilizzare, nel rispetto dei principi generali tecnico-estetici specifici, sostenibili e innovativi dell’agricoltura biologica. A differenza degli orti, i frutteti richiedono minore manutenzione, si adattano bene al regime biologico e producono generosamente a fronte di un impianto ben eseguito, di una collocazione strategica e di una scelta consapevole della varietà. Diversamente dagli antichi pomari e dai broli recintati, inaccessibili e appannaggio di un’elite ricca, questi possono configurarsi come veri spazi di condivisione. Collocati al riparo da sorgenti inquinanti dirette, i frutteti producono raccolti che possono essere regalati alle mense o utilizzati per confezionare marmellate, dolci, succhi anche con eventi collettivi e pic-nic. Ma la loro hutilitas va oltre la semplice produzione. Sono paradisi per l’estesi, dove osservare il ciclo delle stagioni scandito dalle vistose fasi fenologiche. Sono orti botanici dove apprendere che Malus domestica è una specie ricchissima di centinaia di varietà, spodestate da quei dieci cloni industriali, anche biologici, che si trovano nei supermercati. Sono spot di ricolonizzazione per l’entomofauna urbana, compresi i pronubi impollinatori esiliati dalle città. Nelle aree verdi abbandonate, nelle scuole, nei centri sociali, in nuove piazze, in centro e in periferia, i frutteti diventano il campo di sperimentazione per nuovi modelli di spazio pubblico, progettati e realizzati grazie a workshop aperti a tutti, organizzati in collaborazione con enti, scuole e associazioni coinvolti in funzione delle esigenze e dei luoghi.
PARTECIPAZIONE Per coinvolgere le diverse comunità locali, tra comitati di quartiere, associazioni sociali e ambientaliste, scuole, gruppi ecc, FRUTTA URBANA utilizza strategie diversificate. Laboratori per le scuole, corsi di formazione professionali, workshop di progettazione, ma anche eventi, convegni e pubblicazioni: molteplici possibilità e stumenti per sensibilizzare chi vive in città e creare nuove relazioni tra i cittadini e lo spazio pubblico, per potenziare il senso di comunità e di impegno civico collettivo. Occasioni di confronto, studio, ricerca che non coinvolgono solo la comunità, ma che permettono di entrare in contatto anche con realtà analoghe internazionali. I laboratori nelle scuole, primarie e secondarie, promuovono un programma di sensibilizzazione a diversi livelli su due tematiche principali. In primo luogo sull’alimentazione, sui valori nutrizionali della frutta, sul significato di filiera corta e di sicurezza alimentare. E poi sullo studio dell’ambiente, il significato di biodiversità, quindi il ruolo degli alberi in città, la loro identificazione, le cure e le differenti pratiche sostenibili in ambito urbano. Dal punto di vista progettuale, si prevede, dove possibile, la costruzione di piccoli frutteti progettati e creati con la collaborazione attiva degli studenti. I corsi di formazione professionali riguardano di volta in volta i diversi aspetti tecnici e specifici sulla frutta e sugli alberi da frutta, quindi l’identificazione degli alberi, la cura, la potatura, gli innesti, lo studio delle patologie e la manutenzione con l’utilizzo di metodi biologici. I corsi di cucina collettivi sono legati ad attività e iniziative specifiche in ogni stagione per poter apprendere le infinite possibilità di conservazione ed elaborazione della frutta. I workshop sono finalizzati alla progettazione e alla realizzazione dei nuovi frutteti. Ogni workshop è caratterizzato da attività e modalità diverse in funzione dei diversi luoghi disponibili e delle persone che parteciperanno. Aperti a tutti, interdisciplinari, rappresentano un momento di scambio, ricerca e sperimentazione: dalla scelta delle piante, all’elaborazione del progetto, fino alla costruzione di tutte le parti, diventano un’occasione di sviluppo e conoscenza del territorio urbano per nuovi indirizzi progettuali dello spazio pubblico.
INQUINAMENTO
Il ruolo produttivo degli alberi che crescono in città pone alcuni interrogativi sull’impatto dell’inquinamento della frutta e quanto questo incida sul suo valore nutritivo. Esperti e ricercatori, tra cui Johnathan Leake del Dipartimento di Animal & Plant Sciences all’Università di Sheffield, dimostrano con diversi studi che la frutta cresciuta in città non è trattata chimicamente con fertilizzanti o pesticidi e non subisce tutti quei trattamenti successivi alla raccolta, per la maturazione e la conservazione ed è quindi meno inquinata rispetto a quella cresciuta in modo industriale. Il particolato, cioè le polveri sottili che si depositano sulle piante possono essere facilmente rimosse con un lavaggio accurato e non si accumulano all’interno dei frutti che sono protetti dalla buccia. Anche la contaminazione dei suoli con metalli pesanti non ha alcun impatto sulla qualità della frutta: contrariamente alle verdure, la frutta non è mai a contatto diretto con il suolo e non rischia di essere contaminata da eventuali sostanze nocive presenti nella terra. La frutta raccolta al momento della maturazione è più buona e saporita, oltre a contenere una maggiore quantità di vitamine e sostanze nutritive rispetto a quella che si acquista solitamente nei supermercati. Anzi, la frutta che cresce in città arriva direttamente al consumatore e non richiede i lunghi trasporti e gli stessi intensivi processi di elaborazione e imballo di quella cresciuta in modo industriale. In conclusione quindi la frutta urbana non è pericolosa e può essere consumata senza rischi per la salute, anzi contribuisce a ridurre l’inquinamento di aria e acqua relazionati alla produzione e al trasporto convenzionale dei prodotti freschi. La Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Roma - Area V Certificazione di Prodotto – Laboratorio Chimico Merceologico ha realizzato le analisi chimiche su alcuni frutta raccolta a Roma. Le ARANCE AMARE raccolte in Via del Porto Fluviale (Roma), e quindi molto esposte all’inquinamento veicolare, hanno un valore analitico relativo al contenuto in Piombo inferiore al limite massimo (0,10 mg/kg) previsto dal Reg. CE 1881/2006 e succ. mod. Il valore analitico relativo al contenuto in Cadmio è inferiore al limite massimo (0,05 mg/kg) previsto dal Reg. CE 1881/2006 e succ. mod. Le PRUGNE raccolte in Via del Vaticano (Roma) con poco traffico veicolare Il valore analitico relativo al contenuto in Piombo è inferiore al limite massimo (0,10 mg/kg) previsto dal Reg. CE 1881/2006 e succ. mod. Il valore analitico relativo al contenuto in Cadmio è inferiore al limite massimo (0,05 mg/kg) previsto dal Reg. CE 1881/2006 e succ. mod.
DIFFUSIONE DEL PROGETTO Cagliari
FRUTTA URBANA cerca contatti e connessioni con numerose organizzazioni e associazioni presenti in Italia e nel mondo per scambiare esperienze e conoscenze con l’obiettivo di diffonfere l’idea di frutteto diffuso in ambito urbano e di creare una rete attiva e vitale che includa la maggior parte di esperienze simili. Le iniziative presenti in tante città europee rappresentano un’importante occasione anche per diffondere quella italiana che, grazie alle particolari caratteristiche climatiche, alla sua strategica posizione geografica al centro del Mediterraneo e del sud Europa, può diventare un punto di riferimento importante. Per condividere le nostre esperienze e conoscenze, FRUTTA URBANA vuole diventare una buona pratica, un progetto pilota, da esportare dove non siano attive iniziative simili, fornendo competenze, dati e linee guida generali a enti pubblici o privati, organizzazioni o associazioni che si occupano di ambiente. Ciò permette il continuo confronto con realtà sempre differenti e contribuire al dibattito, sempre in evoluzione, sullo spazio pubblico, la sua manutenzione e il suo utilizzo partecipato e attivo. Grazie alla creazione di un modello efficiente e concreto per la raccolta e la distribuzione della frutta, alla redazione di libri e materiali per laboratori, corsi e workshop, all’organizzazione di eventi e incontri dedicati, FRUTTA URBANA ha le potenzialità concrete per aumentare la disponibilità di frutta fresca non solo a Roma ma anche in altre citta dove gli alberi da frutta sono protetti e considerati come un’importante risorsa da condividere.
Novembre 2014 A cura di Michela Pasquali I disegni sono di Serena Savelli, il render della copertina è di Daniela Mancini. Le fotografie sono di Michela Pasquali, a pag.6 la fotografia dei melograni è di Daniela Gianforma, a pag.8 le fotografie del workshop Linaria sono di Simone Antonelli. I testi sono di Michela Pasquali, Ilaria Rossi Doria, Serena Savelli, Daniela Mancini e Carla Foddis.
Vicolo dell’Atleta, 6 00153 Roma info@fruttaurbana.org www.fruttaurbana.org