Fiabe‌ in prima classe
Autori: classe I A Scuola Secondaria di I Grado "G. Galilei" di Fossò (VE) Anno scolastico 2015/16 In collaborazione con Livia Rocchi
Lipogramma in “I”
C'era una volta una zebra di nome Marco che stava nel paese delle erbe. Era solo ed abbandonato perché Tom era tremendo e aveva depredato la sua adorata Clara. Nel suo vagare vede la fata Carla che afferma: "Per salvare la tua adorata sarà bene che tu prenda l'erba d'oro dal parco dell'erba". Marco andò nel parco. Trovò lo gnomo Alex che doveva cercare sotto all'albero. Marco andò nell'albero, scavò una buca e trovò l'erba d'oro. Una volta presa corse al castello del mago Tom. Entrato, buttò l'erba addosso a Tom che scomparve nel nulla. Marco con questo gesto salvò Clara. Loro due andarono nel paese delle erbe.
Due fiabe zoologiche. Riscritture di La chitarra magica e Biancaneve ispirate a Esercizi di stile di Raymond Queneau
Il gattofono magico C'era un cane di nome Setter che gracidava a un usignolo con le gambe da struzzo agli angoli dei canili. Racimolava ossetti per continuare a pagarsi gli studi allo zoo per diventare un grandissimo suonatore di cinciallegre. Ma gli ossetti non bastavano perché erano stati adottati moltissimi cani e quindi ce n'erano pochi in giro. Quando il gallo aveva cantato da un pezzo, mentre Setter gracidava la colonna sonora del "Re Leone" , gli si avvicinò un vecchio bisonte con una gazza strillante. "Potresti cedermi il tuo posto? È sopra un caldissimo nido di struzzo." "Per mille ovetti di gallina pesciamente!" disse Setter. "Potresti darmi il tuo caldo serpente e alcuni tuoi ossetti?" "Pesciamente, te li darò tutti!" Avvenne poi un miracolo e il vecchio bisonte si trasformò in un possente leone truccato con bacche di vario tipo, una foltissima criniera arancione, una veste di ali di libellula rivestita di pelle di coccodrillo, con il cappuccio di pelo di lupo, e delle donnole sotto le zampe. "Io sono Leomandro, il re dei barriti, degli ululati e dei miagolii negli spettacoli! Dato che sei stato buono con me ti regalerò il gattofono magico azzurro: è un incrocio tra criniera di leone, zampe di
struzzo e becco d'usignolo e suona da solo! Ma deve essere suonata solo da puri di zampa e guai all'avvoltoio che la graciderà perché cose orribili succederanno!" poi sparì in uno splash. A terra rimase il gattofono. Setter lo inzampò e poi disse: "Suonami Animals" Il gattofono iniziò a gracidare e nella cuccia di Setter iniziarono a cadere degli ossetti dati dai cani dei canili vicini. Gli si avvicinò poi un ippopotamo, un produttore di ululati: tre lune piene dopo era il primo in classifica.
Il gattofono era il simbolo di milioni di cuccioli. Dopo uno spettacolo Setter, ordinò al gattofono di gracidare qualcosa di rilassante ed esso gracidò una
"ninna nanna", ma l'avvoltoio Thor Terer mise sul dorso di Setter un Mamba Nero e il cane morì. Poi rubò il gattofono e lo dipinse di rosso. Quando i cuccioli erano nelle tane, gli artisti di cinciallegre si riunirono per ricordare il mitico Setter scomparso prematuramente, gracidarono tutti e poi salì sul paco il feroce Thor Terer e disse al gattofono: "Suonami Animals!" Il gattofono suonò meglio di tutti i "Wolf Eyes" e dei "Panda Bear" messi insieme. Così in poco tempo il feroce Thor Terer diventò una famosa Animals Star e in una zampata nessuno si ricordò più del buon Setter. Era un gattofono magico con un difetto di giunglazione; infatti Leomandro l'aveva comprato su Animazon.
Biancacerbiatta C'era una volta una piccola cerbiatta soffocata dai soprusi di un'orsa insieme alle sue due iene. La cerbiatta lavorava ogni giorno come una formica che doveva fare le provviste per l'inverno. Un giorno le due iene ricevettero una lettera con all'interno un invito per un ballo nel bosco. L'orsa rugliò alla cerbiatta di prendere tre magnifiche pellicce per lei e per le sue due iene e disse alla cerbiatta che, anche se era stata invitata, doveva stare nella tana a fare le pulizie. La cerbiatta si mise ad ululare: stava per rientrare nella tana quando, improvvisamente, apparve una scoiattola con la sua cavalletta magica che domandò alla cerbiatta perché fosse così triste. La cerbiatta bramì alla scoiattola che non poteva andare al ballo perché era piena di impegni dati dall'orsa. Allora la scoiattola le mise sul dorso un mantello di piume di pavone illuminato da lucciole, le fece una corona di farfalle e scarpe ricavate da squame di coccodrillo: la cerbiatta era pronta per il ballo. Mancava ancora il mezzo di trasporto: la scoiattola trasformò un topo in un elefante e il mezzo di trasporto per andare al ballo era pronto. Arrivata a destinazione, scese dall'elefante e si mischiò nel ballo. Un cerbiatto la vide e restò ammaliato dal suo musetto, così le si avvicinò e le chiese di ballare il "valzanimali". Intanto l'orsa faceva conoscere agli animali del bosco le sue iene. Finito il ballo la cerbiatta sentì il rintocco dei grilli e chiese al cerbiatto di perdonarla, poi si precipitò subito a casa sua. Per strada l'elefante, vedendo un topo, si spaventò e si alzò con le zampe in aria facendo cadere uno
zoccolo di cristallo della cerbiatta, poi cominciò a correre più veloce che poteva. Alla fine della strada l'elefante si trasformò in un topo, le lucciole si dispersero, il mantello diventò erba: solo lo zoccolo di cristallo venne recuperato dal cerbiatto e il suo aspetto non cambiò. Il giorno seguente, il cerbiatto decise di andare a trovare la cerbiatta portando con sé lo zoccolo. Durante il viaggio chiese a tutte le cerbiatte che trovava di provare lo zoccolo per trovare quella che sarebbe diventata sua moglie. Tutte le cerbiatte non riuscirono a calzare lo zoccolo. Un giorno il cerbiatto, lungo il suo cammino trovò una grotta e dopo essere entrato vide una cerbiatta piangere perché aveva troppe cose da fare. Le chiese se non le dispiaceva provare lo zoccolo per capire se era lei quella giusta così da diventare sua moglie. La cerbiatta se lo provò e scoprirono che le calzava alla perfezione. Il cerbiato trovò così la cerbiatta che era scappata dal ballo, si sposarono e vissero felici e contenti.
Fiabe con fiori come personaggi
Le avventure della margherita
C’era una volta una margherita che viveva in un campo. Non era molto contenta perché voleva un’amica che le facesse compagnia. Un giorno, vicino a una quercia, incontrò una bellissima rosa che le regalò un cactus che invece di farle compagnia le faceva non pochi dispetti. Una mattina il cactus iniziò a strapparle i petali, a strapparle le radici e a rovinare la sua bella natura: il cactus era proprio terribile! La margherita si stancò e cacciò via il cactus. Dopo un paio di giorni la margherita cominciò a sentire la mancanza del cactus e andò a cercarlo. Nel tragitto incontrò un tulipano magico che al posto del cactus pungente le ridiede il suo cactus nella forma di una magnifica viola. Da allora la margherita e il cactus trasformato in viola vissero per sempre felici e contenti.
La margherita
C’era una volta una piccola e docile margherita il cui sogno era scoprire il mondo, ma le sue compagne margherite la volevano con sé. Un bel giorno la margherita trovò la forza per opporsi alle compagne e partì. Viaggiò, viaggiò e dopo un alternarsi di campi e città incontrò un vecchio salice piangente che non smetteva di piangere. La margherita, incuriosita, chiese: “Chi sei? Perché piangi?” e il salice rispose piangendo: “Sono SIGH un salice SIGH piangente. Non so SIGH perché SIGH sono così triste SIGH. Ricordo solo SIGH che SIGH tempo fa SIGH ero in compagnia di SIGH tanti miei SIGH simili SIGH…”. La margherita era veramente colpita dal salice piangente e anche molto commossa. Appena però il grande girasole sorse lei ripartì. All’appassire del primo giorno d’estate la margherita trovò una rosa, per la maggior parte sfiorita. La margherita chiese: “Chi sei? Perché sei così appassita?” e la rosa rispose: “ Sono una rosa. Una volta ero di un colore rosso fiammante ed ero la più bella del mio gruppo. Ora sono sola perché le mie compagne, per colpa del vento del sud, sono appassite… La mia ora è vicina”. La margherita capì e se ne andò. Stremata dal viaggio la margherita, che stava appassendo, si posò su una quercia nodosa che la cullò dolcemente cantando una ninna nanna… La margherita domandò: “Chi sei? Dove sono?” e la quercia rispose: “Sono una quercia, sono la madre della Terra. Tu invece sei una docile margherita, giusto? Comunque
ti trovi dove ogni giorno il grande girasole muore… ed è qui che molte vite finiscono”. La margherita cullata dalla quercia si addormentò. Al suo risveglio si trovò accanto un bel tulipano giovane e fu amore a prima vista. La margherita ritornò splendente e si unì al tulipano per la vita. Perché se guardi qualcuno amando, lui o lei ti ama di rimando.
Fiaba filastrocca ispirata a Gallo Cristallo tratto da Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino. Pesce palla Lalla Il pesce palla Lalla riceve una cartolina dalla cognata Lina: “Pesce palla Lalla, delfino Pino, gamberetto Benedetto, medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino siete invitati al battesimo del vostro nipotino.” Pesce palla Lalla s’incammina di mattina. Trova una barriera corallina, dove incontra il delfino Pino, che domanda: “Dove vai, cara Lalla?” “Vado al battesimo del nostro nipotino.” “Posso venire anch’io?” “Si, se ci sei nell’invito. Pesce palla Lalla, delfino Pino, gamberetto Benedetto, medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino siete invitati al battesimo del vostro nipotino. Si ci sei. Andiamo.” Partono e incontrano gamberetto Benedetto che domanda: “Dove andate di bello?”
“Andiamo al battesimo del nostro nipotino.” “Posso unirmi anch’io?” “Si, se ci sei nell’invito. Pesce palla Lalla, delfino Pino, gamberetto Benedetto, medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino. siete invitati al battesimo del vostro nipotino. Si ci sei. Andiamo.” Camminano, camminano e incontrano Scusa la medusa che dice: “Dove andate così felici?” “Andiamo al battesimo del nostro nipotino.” “Potrei venire anch’io?” “Si, se ci sei nell’invito. Pesce palla Lalla, delfino Pino, gamberetto Benedetto, medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino siete invitati al battesimo del vostro nipotino. Si ci sei. Andiamo.” Incontrano poi pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino che chiedono in coro: “Dove andate?” “Andiamo al battesimo del nostro nipotino.” “Possiamo venire anche noi?” “Si, se ci siete nell’invito. Pesce palla Lalla, delfino Pino, gamberetto Benedetto, medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio
e cavalluccio marino Martino siete invitati al battesimo del vostro nipotino. Si ci siete. Andiamo.� Il pesce palla Lalla, il delfino Pino, il gamberetto Benedetto, la medusa Scusa, pesce pagliaccio Laccio e cavalluccio marino Martino incontrano lo squalo che se li mangia tutti tranne cavalluccio marino Martino che con un indovinello inganna lo squalo, gli taglia il ventre e libera i suoi amici. Tutti felici vanno al battesimo del nipotino nella conchiglia di San Cristino.
Fiaba problema ispirata a Problema di Bernard Friot (da Il mio mondo a testa in giù)
Cristian
Marta
C’erano una volta 2 bambini di nome Cristian e Marta, figli di un contadino ricco che aveva 32 buoi, 22 galline, 12 cavalli, 90 porcelli, 54 conigli, 8 cani, 3 gatti. Quanti animali aveva in tutto? Sua moglie era vedova e si era risposata con lui. Era rimasta vedova perché aveva ucciso suo marito con 1 miscuglio fatto di 8 litri di varecchina, 30 litri di ammorbidente, 10 litri di detersivo per lavare i piatti, 21 litri di cloro, 30 litri di acido. Quanti litri c’erano nel miscuglio? Ha mescolato tutto con dei mestoli di legno, però ogni 30 minuti ne doveva cambiare 1 perché si bruciava. Quanti mestoli ha utilizzato ? L’aveva ucciso perché non le aveva comprato delle scarpe tempestate di diamanti che costavano 1.250 € l’una. Quanto costava il paio di scarpe? Un giorno Cristian e Marta, andarono nel bosco a fare una passeggiata e camminando i 2 videro 1 casa fatta da 1.050 kg di cioccolata e 159 g di caramelle. Tornarono a casa che pesavano: Marta 54 Kg e Cristian 100 Kg. Chi era il più goloso? I genitori arrabbiati neri non dettero loro la cena e i due bambini per consolarsi andarono a mangiare altri 8 Kg di cioccolata, lo fecero per 12
volte di fila. Mangiarono cosĂŹ tanta cioccolata da scoppiare. Quando i 2 genitori vennero a sapere della morte dei figli, invocarono: 5 maghi, 40 Harry Potter, 15 gnomi, 4 minions, e insieme fecero riapparire i 2 figli e vissero felici e contenti, con una dieta da rispettare tutti insieme.
Tre fiabe con elettrodomestici come protagonisti La lavastoviglie inutile C'era una volta una lavastoviglie che era inutilizzata. L'aveva rotta il malvagio mattarello perché secondo lui era vecchia e sporca. Visto che il mattarello l'aveva rotta, tutti gli attrezzi da cucina iniziarono a fare la guerra contro di lui perché non potevano più essere lavati e utilizzati. Il mattarello coraggioso disse: "Voi forchette e coltelli non mi batterete mai!!!" Un giorno arrivò il tubetto di senape e tutte le sue amiche dissero: "Noi aggiusteremo la lavastoviglie e manderemo fuori dalla cucina il mattarello". Il frullatore, capo della cucina e il più potente di tutti, distrasse il mattarello mentre i tubetti di senape aggiustavano la lavastoviglie. Quando la lavastoviglie fu aggiustata, disse: "Ora basta!!!" I sui amici avevano intuito che voleva fare la sua mossa speciale: la bolla più grande che poteva emettere per pulire la cucina e i suoi amici. Tutti tranne il mattarello gridarono: "Finalmente un po’ di pulizia!" Allora la lavastoviglie usò tutte le sue forze per far la bolla più grossa di tutti i tempi. La bolla si ingrandì sempre di più fino a quando diventò grande come la cucina, finché a un certo punto esplose. Tutti erano puliti e anche la cucina era pulita. Il mattarello scoppiò a piangere perché pensava di essere ancora lui il più potente. Allora il frullatore lo scalciò fuori dalla cucina e fu così che non ci furono più guerre e vissero tutti puliti e contenti.
La guerra delle stoviglie C'era una volta una lavastoviglie non usata perché posate e piatti, sporchissimi, non volevano lavarsi. A un certo punto tutti gli attrezzi della cucina diventarono matti: andavano ovunque, si sporcavano e non volevano assolutamente lavarsi. La lavastoviglie diceva: "State calmi!" ma non volevano ascoltarla. Non sapeva che fare. Pensò: "Mi rivolgerò all'esercito dentro il frigo! Loro sono ancora puliti, potrei metter loro dei panni per coprirli!" E così chiamò l'esercito del frigo: l'esercito freddo. Si misero indosso i panni e andarono contro le forchette, i cucchiai e i coltelli non lavati. La lavastoviglie scoprì che era lo sporco a far impazzire gli attrezzi, così decise di chiamare gli agenti della pulizia: Paletta, Piumino, Mocio, Scopa e Secchio. In men che non si dica, gli agenti della pulizia e l'esercito Freddo ripulirono tutto. Gli attrezzi capirono l'importanza di lavarsi.
C'era una volta una lavastoviglie molto a disagio: posate e piatti non volevano andarsi a lavare da lei perché volevano essere sempre lavati dal lavello e dalla spugna. Anche Gianfranco voleva lavarli sempre a mano perché pensava che diventassero più puliti. La lavastoviglie arrabbiata e offesa iniziò a buttare l'acqua e il detersivo per terra. Il forno disse: "Occhio! Se mi bagni dopo non funziono più". Da quel momento iniziò la guerra lavastoviglie, forno, posate, piatti… ma anche tra ketchup e senape, tra sale e zucchero, tra frullatore e spremiagrumi, tra caffettiera e teiera… insomma era un vero caos la cucina. La lavastoviglie, capendo che non si poteva continuare in questo modo, cercò di capire cosa era successo e partì in un viaggio. Vide Gianfranco con alcuni pacchi in mano e altri in macchina, così capì che Gianfranco stava traslocando in un'altra casa. Allora dovette fare qualcosa. Chiamò tutti gli attrezzi della cucina e disse: "Siamo nei guai! Potremmo perdere tutti il nostro lavoro, dobbiamo fare qualcosa!” Quella stessa notte andarono nella casa in cui Gianfranco doveva traslocare e si scambiarono con gli attrezzi della cucina nuova. Quando Gianfranco traslocò non si accorse dei vecchi attrezzi da cucina tutti felici e puliti.
Fiabe con giocattoli come protagonisti La batteria misteriosa C'era una volta un giocattolaio che era tanto amato dai bambini. Una notte, dal cielo, cadde un oggetto strano, di forma triangolare, con una ventosa e con un enorme quantità di energia. Nessuno sapeva della sua esistenza e della sua origine; essa era in grado di dare vita ai giocattoli anche a distanza di chilometri. Per caso si posò sul tetto del negozio del giocattolaio e come per magia i giocattoli presero vita. Passata la notte il negozio riaprì e i giocattoli si svegliarono dal sonno, ma vedendo il giocattolaio si immobilizzarono. La notte seguente ripresero vita; sentirono uno scricchiolio assordante e la campanella attaccata alla porta del negozio tintinnò. Sentirono poi dei passi pesanti e videro due grandi ombre. Poco dopo iniziò quel rumore assordante simile alle sirene di Piero Pim, il pompiere. Si sentirono prendere e gettare in un grande "buco nero". Udirono delle porte chiudersi di colpo, mentre in lontananza si udivano sirene uguali a quelle dell'auto dei poliziotti e infine ci fu un gran tonfo. La mattina seguente i giocattoli riuscirono ad uscire dal buco nero, cercarono di aprire la serratura di alcune porte strane e dopo un estenuante sforzo uscirono. Si resero conto che non si trovavano più nel negozio ma in un luogo nuovo: un piccolo vicolo malfamato. Salirono tutti sul trenino giocattolo e uscirono dal vicolo. Verso sera si accamparono vicino a una palude dove vivevano i coccodrilli di peluche che si erano persi: i
giocattoli li accolsero nel loro gruppo per tornare al negozio. La mattina dopo, passando per un paesino là vicino, il cowboy Morgan vide in un’edicola una "Rico Card" di nome Nedin Alexandra della quale si innamorò, ma un bambino la comprò e lui volle seguirlo; di notte mentre il bambino dormiva nel suo caldo letto, Morgan prese la "Rico Card", ma Psyco, il soldato lo fermò. Entrò poi il clown Sbrodolo che per sbaglio face scivolare la carta nelle mani di Psyco, ed esso corse via con Nedin Alexandra. Dopo qualche giorno di estenuante camminata trovarono il nascondiglio di Psyco, con il quale fecero un accordo: il pagliaccio Sbrodolo avrebbe dovuto fare scherzi divertenti e avrebbe perso il primo di loro due che avrebbe riso. A metà della sfida erano entrambi sul punto di ridere e il pubblico era steso a terra della risate, ma dopo qualche minuto il solato cadde a terra sghignazzando: Morgan aveva vinto! Prese Nedin Alexandra e insieme agli altri giocattoli volarono via con l'elicottero Tero Teroli. Il giorno dopo, arrivati al negozio, trovarono il giocattolaio seduto sul marciapiede che piangeva disperato. Videro che la porta era socchiusa, così entrarono e si risistemarono nei loro scaffali. Quando il giocattolaio rientrò, vide i giocattoli di nuovo negli scaffali e pensò di aver sognato; invece era ben che verità!!!
La batteria misteriosa 2 C'era una volta un vecchio giocattolaio che era amato da tutti per la sua bravura e bontà! Grazie alla sua passione aveva costruito decine di giocattoli. Un giorno nel bel mezzo della notte cadde un oggetto strano dal cielo, era grande e aveva un enorme potere, quello di dare vita a tutti i giocattoli su cui si appoggiava. Questo oggetto atterrò proprio sul tetto del negozio del vecchio giocattolaio e diede energia vitale ai giocattoli all’interno. All'inizio, per un momento ci fu silenzio, poi i giocattoli fecero dei piccoli movimenti, come se si fossero appena svegliati. Il giorno dopo, però, si mossero veramente. Ogni dì, tutte le persone andavano a vederli e conoscerli; ma ahimè un ladro incappucciato, vestito di nero, rapì i giocattoli portandoli nel suo covo. Il peluche era spaventato, come pure la sua amica bambola; non lo era però il soldatino coraggioso il quale cercò di escogitare un piano. Insieme costruirono una lunga corda per scendere dalla finestra del covo. Dopo una serie di tentativi, finalmente riuscirono a fuggire ma caddero in un fienile pieno di paglia, poi si misero a correre per tornare dal loro padrone costruttore. Ormai sfiniti si fermarono a bere un po' d'acqua da un ruscello non lontano. Tra di loro continuavano a dirsi: “Forza non manca tanto per arrivare alla casa del nostro padrone”. Finita la sosta si misero in cammino ma, appena fecero il primo passo, si imbatterono in un enorme creatura mostruosa, che li sfidò dicendo che non potevano passare se prima non la sconfiggevano.
Gli occhi della creatura diventarono rossi e con rapidità cominciò a sparare raggi laser. I poveri giocattoli spaventati correvano da tutte le parti gridando. All'improvviso sentirono un urlo da lontano e capirono subito che era il loro padrone. Quindi si dissero: “È qui, siamo arrivati”. Si fecero forza; schivando i raggi laser raggiunsero il mostro e tirandogli calci riuscirono a sconfiggerlo. Il giocattolaio ormai vicino corse loro incontro e li abbracciò. Finalmente a casa i giocattoli furono per sempre felici conservando nel loro cuore una lezione importante: l'unione fa la forza. Il magico oggetto svanì e di lui non si seppe più nulla.
Il pezzo scomparso C'era una volta un sindaco che voleva costruire nella sua città un palazzo di cento piani. Un operaio fece il progetto e mancavano solo i pezzi per iniziare a costruirlo. La persona più coraggiosa del paese andò nel mondo dei Lego e prese tutti i mattoncini che poteva contenere la sacca magica che portava sempre con sé. Quando arrivò nella sua città, andò dal sindaco e gli portò i pezzi. Gli operai iniziarono a costruire il palazzo. Una notte un ladro rubò il pezzo più prezioso, il “pezzo forte”, e senza di quello non potevano andare avanti. Il giorno dopo tutti i cittadini andarono a vedere come procedevano i lavori ma videro solo operai che si grattavano la testa dato che non potevano continuare. Il sindaco domandò agli operai: "Perché non andate avanti?" e loro risposero: "Come facciamo senza il pezzo forte?" Il sindaco con la faccia arrabbiata rispose: "Mi state dicendo che avete perso il pezzo forte?" e tutti in coro: "Purtroppo sì". Passarono giorni, mesi, anni dalla scomparsa del pezzo forte. Il sindaco si stancò di vedere i suoi operai non fare niente così si mise in viaggio con il suo incrociatore stellare. Andò in ogni universo per cercare quel pezzo; guardava in ogni singolo centimetro ma niente, nemmeno l'ombra.
Allora il sindaco tornò in città per dire ai suoi cittadini che non potevano più andare avanti con i lavori. Un giorno incontrò una persone di nome Joe che conosceva il problema del sindaco e sapeva chi aveva rubato il pezzo forte. Disse: "Il pezzo è in quel magazzino fatto di lego neri". Entrarono e videro che il pezzo aveva cambiato colore: prima era rosso, ma ora era azzurro. Significava che si stava scatenando una battaglia nella città. Allora il sindaco non perse tempo: prese il pezzo e tornò in città per dare la notizia. Quando arrivò vide solo palazzi distrutti e il caos più totale perché i cittadini si davano la colpa a vicenda su chi avesse rubato il pezzo. Riunì tutti per dare la notizia. Quando arrivarono tutti quanti, il sindaco disse: "Abbiamo trovato il pezzo!" I cittadini esultarono e ringraziarono il sindaco e Joe. Per aggiustare i danni che avevano fatto i cittadini, usarono più di 200.000 pezzi di Lego e altri 20.000 per completare il palazzo. Oggi in quella città abitano più di 35.000 persone e da quel giorno gli abitanti non fecero più caos.
Fiabe con cibi come protagonisti Cibo, giochi e cioccolata C’era una volta un piccolo kebab di nome George che stava giocando con un pallone da calcio, fatto di cuoio, in un campo di ragù insieme a suo padre Lorenzo, quando comparve un cattivo che diceva di chiamarsi “Bugger”. Era una specie di computer ormai malfunzionante che rapì il piccolo kebab. Il kebab adulto, ovvero il padre, dato che non aveva scelta, decise di recarsi alla montagna di pizza da solo. Dato che non sapeva dove si trovava il luogo, il padre del piccolo kebab George, si recò dal suo amico speciale: Cioccolata. Lorenzo arrivò da Cioccolata, la vide giocare con il suo telefono. Quando la deliziosa amica si accorse della presenza dell’ amico fissò un attimo gli occhi dell’enorme kebab e capì subito che aveva bisogno di aiuto. Il kebab Lorenzo disse che aveva bisogno di sapere dove, con esattezza, si trovasse la montagna di pizza. Cioccolata, capendo la situazione, regalò a Lorenzo il suo localizzatore GPS: bastava digitare il nome di un luogo e questo, mediante un satellite, lo rintracciava e lo localizzava. Il kebab Lorenzo ringraziò e si diresse alla montagna di pizza. Mentre saliva sempre più su, comincò a intravedere la cima tutta tecnologica. Arrivò sulla vetta e vide la Saggia Maionese tutta a terra; Lorenzo domandò cosa le fosse successo e la maionese disse che era stata aggredita da “Bugger”. Il kebab la aiutò a rialzarsi e le chiese se gli poteva dare il potere di decodificare la materia. La maionese annuì e una volta datogli il potere disse la formula magica:
“Zapitizà, Zapitizù, la maionese non c’è più!”, e scomparve nel nulla senza lasciare tracce. Lorenzo era pronto per salvare suo figlio e per sconfiggere il computer malefico Bugger. Lorenzo si teletrasportò nella dimensione dove risiedeva Bugger, per mezzo di un portale spaziotemporale. Arrivò dinanzi a lui e, dopo una lotta cruenta, lo sconfisse e liberò suo figlio. Il mondo era salvo dalle grinfie del computer malefico. Tornando a casa ripensò alla misteriosa scomparsa della maionese: dove poteva essere finita? Aveva tante domande da porsi ma ci rinunciò: ormai il suo compito era terminato.
Storia con il cibo I cibi in cucina C’era una volta un vaso di nutella che si era innamorata di un tacos. Dopo mesi che si frequentavano, finalmente si decisero a sposarsi. Ebbero ben quattro gemelli: _ un enorme panino al salame di nome Jacopo, _ una zuppa di asparagi di nome Cristian, _ un enorme hamburger di nome Denni, _ un omogenizzato al formaggio di nome Mattia. Quando i figli ebbero sette anni, i genitori si separarono e loro vennero messi in un collegio per cibi orfani, in cui i preti erano tre: _ una bottiglia di olio di pesce _ una scatoletta di cibo per gatti _ una bottiglia di aceto balsamico. I quattro gemelli, il giorno dopo cominciarono la scuola e come insegnanti avevano tre gemelle straordinariamente intelligenti, dolci e belle che erano un gelato alla stracciatella , un gelato alla menta e un gelato al cookis . Queste sorelle , erano gentili e amorevoli con tutti quanti, tranne che con i nuovi quattro gemelli, perchÊ erano monelli e per punizione li mettevano continuamente a pulire la cucina, sorvegliati dalle due cuoche che erano un sacco di mangime per lucertole e un pesce. Le due cuoche erano cattivissime: i gemelli avevano perfino un tempo da rispettare per pulire la cucina. Se non rispettavano le tempistiche date, per punizione andavano a dormire nella soffitta in cui c’ erano un sacco di animali diversi, come per esempio centinaia di cetriolini, che restavano sempre appesi al soffitto con le loro ragnatele.
I gemelli avevano sempre avuto paura di quei cetriolini, perchĂŠ pensavano fossero velenosi. Gli anni passarono e i ragazzi crescevano sempre di piĂš fino a diventare maggiorenni. Erano felicissimi e insieme alle loro fidanzate (che erano amiche ) se ne andarono dal collegio. Usciti, pensarono subito che volevano ritrovare i loro genitori. Fecero un sacco di ricerche, in un sito chiamato Cibomania e aprirono un libro di ricette specializzata sulla ricerca di cibi. Sfogliando il libro, trovarono una pagina in cui si parlava di un tacos e di un vaso di nutella che dopo essersi separati si erano riuniti, e che stavano andando in cerca dei loro quattro figli. CosĂŹ li contattarono e quando si videro si riconobbero subito. CosĂŹ tutti vissero felici e contenti.
L’erba d’oro C'era una volta una zebra di nome Marco che stava nel paese delle erbe. Era solo ed abbandonato perché Tom era tremendo e aveva depredato la sua adorata Clara. Nel suo vagare vide la fata Carla che gli disse: "Per salvare la tua adorata sarà bene che tu prenda l'erba d'oro dal parco dell'erba." Marco andò nel parco. Trovò lo gnomo Alex che doveva cercare sotto all'albero. Marco andò vicino all'albero, scavò una buca e trovò l'erba d'oro. Una volta presa, corse al castello del mago Tom, entrò e buttò l'erba addosso a Tom che scomparve nel nulla. Marco con questo gesto salvò Clara. Loro due andarono nel paese delle erbe e vissero felici e contenti.