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Unità I personaggi Conoscere 1 2 3 4 5 6
La centralità dei personaggi Gerarchia, ruoli e funzioni dei personaggi La presentazione dei personaggi La caratterizzazione dei personaggi Altri elementi che caratterizzano i personaggi La tipologia dei personaggi: tipi e individui
Parole chiave
Leggere e analizzare Ludwig Bechstein • I tre cani Ken Follett • Lucy Thomas Mann • Tonio Stendhal • Julien Sorel Dino Buzzati • Il colombre
QUESTIONARIO di conoscenza comprensione analisi
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Thomas Mann
Tonio
La forma del racconto
Caratterizzazione psicologica del protagonista Lo scrittore e saggista tedesco Thomas Personaggio e ambiente sociale Mann (Lubecca 1875 – Zurigo 1955) nel ro-
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manzo breve Tonio Kröger racconta la tormentata vita dell’omonimo protagonista, nella quale sono evidenti molti riferimenti autobiografici. Tonio trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza a Lubecca, dove frequenta il ginnasio e si confronta con i compagni, riconoscendosi «diverso» da loro per indole e mentalità.
Hans, il compagno preferito, gli appare più sicuro, più pronto alla vita, più positivo ed esuberante, più «normale» nella sua naturale semplicità di quanto non sia egli stesso, incline invece alla contemplazione, alla riflessione, all’interesse per la poesia e l’arte. Innamoratosi della bella compagna di scuola Ingeborg, non è da lei corrisposto. Nel passo che ti proponiamo, Tonio adolescente incontra Ingeborg e si innamora di lei.
L
a bionda Inge, Ingeborg Holm, figlia del dottor Holm, che abitava in piazza del mercato, dove si ergeva l’alta fontana gotica dai pinnacoli aguzzi1, fu lei che Tonio Kröger amò quando ebbe sedici anni. Come accadde? L’aveva vista mille volte. Una sera però la vide in una certa La presentazione luce: vide come, discorrendo con un’amica, piegava il capo da un lato ridendo in di Inge è fatta attraverso il punto un certo modo petulante2, come in un certo modo portasse la mano alla nuca – di vista una mano di ragazzina non eccessivamente bella né eccessivamente fine – fadi Tonio: di lei il cendo scivolare oltre il gomito la manica di velo bianco, udì come accentuava in giovane descrive esplicitamente un certo modo una parola, una parola indifferente, con una sonorità calda nella aspetti esteriori voce, e un incanto rapì il suo cuore invaso da un rapimento […]. e comportamenti Quella sera portò via con sé la sua immagine con la treccia bionda e folta, gli (presentazione diretta), ma anche occhi allungati, azzurri e ridenti e le leggere efelidi3 appena accennate sulla sella gesti e del naso; non poteva addormentarsi perché udiva la sonorità della sua voce, e atteggiamenti tentò piano di imitare l’inflessione con cui aveva pronunciato quella parola insiche ne rivelano implicitamente gnificante e a ogni tentativo rabbrividiva. L’esperienza gli insegnava che quello l’indole e era l’amore. Ma quantunque sapesse benissimo che l’amore gli avrebbe portato il carattere pene, tormenti e umiliazioni, che per di più avrebbe distrutto la sua pace e riem(presentazione indiretta). pito il suo cuore di melodie senza lasciargli la quiete necessaria per definire una forma e foggiarne con calma qualcosa di compiuto, tuttavia l’accolse con gioia, gli si abbandonò interamente e lo coltivò con tutte le forze dell’animo, perché sapeva che esso rende ricchi e vivi, e aspirava a essere ricco e vivo, invece di trarne posatamente una cosa compiuta... Che Tonio Kröger s’innamorasse della gaia Inge Holm accadde nel salone della moglie del console Husteede, sgomberato di tutti i mobili, perché toccava a lei quella sera ospitare la lezione di ballo: era infatti un corso privato al quale partecipavano solo gli appartenenti alle migliori famiglie, che si radunavano a turno nelle case dei genitori per farsi dare lezione di ballo e di belle maniere. A questo scopo il maestro di ballo Knaak veniva da Amburgo una volta la settimana. GUIDA ALLA L E T T U R A
1. fontana... aguzzi: la fontana di stile gotico è adorna di guglie appuntite.
2. petulante: impertinente, provocatorio.
3. efelidi: lentiggini.
Anche il ritratto di Knaak è realizzato attraverso il punto di vista di Tonio. Parole, gesti e comportamento caratterizzano il personaggio del maestro come vanitoso e artefatto.
5. finanziera: giacca lunga a doppio petto. 6. talco: il talco veniva steso sul pavimento per renderlo più scivoloso al contatto con
i piedi, assecondando così i movimenti. 7. mazurca: sorta di ballo, come la quadriglia, successivamente menzionata.
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Leggere e analizzare
4. J’ai l’honneur... est: Ho l’onore di presentarmi a voi... il mio nome è... (in francese).
2 I personaggi
n Vera Janova, Volto, 1929 (Cuneo, Galleria d’Arte).
Si chiamava François Knaak, e che tipo era! «J’ai l’honneur de me vous représenter», diceva, «mon nom est 4 Knaak. Questo non va detto mentre si fa l’inchino, ma quando si è ripresa la posizione eretta, in tono sommesso e tuttavia ben chiaro. Non capita tutti i giorni di doversi presentare in francese, ma se si sa farlo in modo corretto e impeccabile in questa lingua, non si sbaglierà certo neppure in tedesco». Come si tendeva stupendamente sui suoi fianchi grassocci la finanziera5 di un nero segoso! I calzoni cadevano in morbide pieghe sulle scarpe di vernice ornate di larghi nodi di raso, e i suoi occhi scuri si guardavano intorno godendo con stanca soddisfazione della propria bellezza... Tutti erano sopraffatti da quel suo eccesso di sicurezza e di signorilità. Egli camminava – e nessuno camminava come lui, con quell’incedere elastico, ondeggiante, dondolante, regale – verso la padrona di casa, s’inchinava e attendeva ch’ella gli porgesse la mano. Avutala, ringraziava a bassa voce, arretrava con passo molleggiato, si girava sul piede sinistro, sollevava di scatto il destro premendone giù la punta, e si allontanava ancheggiando... Nell’andarsene da un ricevimento bisognava camminare all’indietro verso la porta facendo riverenze; non si doveva avvicinare a sé una sedia tirandola per la gamba o facendola strisciare sul pavimento, ma la si doveva prendere leggermente per la spalliera e posarla per terra senza rumore. Non era permesso starsene con le mani incrociate sulla pancia e la lingua infilata in un angolo della bocca; e se qualcuno lo faceva, il signor Knaak aveva un modo di rifargli il verso che chiunque ne sarebbe stato disgustato per tutto il resto della propria vita... Queste erano le buone maniere. Quanto al ballo, il signor Knaak ne era maestro, se possibile, in un grado ancora più eccelso. Nel salotto sgombro ardevano le fiammelle a gas del lampadario e le candele sul caminetto. Il pavimento era cosparso di talco6 e gli allievi stavano muti in semicerchio. Ma al di là delle portiere, nella stanza attigua, le madri e le zie sedute in poltrone di peluche, contemplavano attraverso i loro occhialini il signor Knaak che, curvo in avanti, tenendo sollevate con due dita le falde della finanziera, con le gambe scattanti mostrava le figure della mazurca7. Quando però il signor Knaak voleva addirittura sbalordire il suo pubblico, spiccava all’improvviso e senza motivo impellente un gran salto, movendo in aria le gambe con incredibile velocità e compiendo con esse una specie di trillo dopo di che tornava su questa terra con un tonfo soffocato, che però faceva vacillare tutto dalle fondamenta...
Che inconcepibile scimmia, pensava Tonio Kröger. Ma vedeva bene che Inge Holm, l’allegra Inge, sovente seguiva con un sorriso estatico le evoluzioni del signor Knaak, e non era soltanto per queste che il meraviglioso dominio del proprio corpo gli conquistava in fondo qualcosa di simile all’ammirazione. Com’era sereno e imperturbabile lo sguardo del signor Knaak! I suoi occhi non guardavano all’interno delle cose, dov’esse diventano tristi e complicate; non sapevano nulla, tranne che di essere neri e belli. Ma appunto per questo il suo portamento era così impettito! Sì, bisognava essere sciocchi per potersi muovere come lui; e allora si era amati perché si era amabili. Tonio capiva benissimo che Inge, la bionda e dolce Inge guardasse in quel modo il signor Knaak. Ma sarebbe mai accaduto che una ragazza guardasse così anche lui, Tonio? Oh sì, era possibile. C’era Magdalena Vermehren, la figlia dell’avvocato VerAttraverso le mehren, una ragazza dalla bocca delicata, dai grandi occhi scuri e lucidi pieni di riflessioni e i pensieri di Tonio ci gravità e di entusiasmo. Cadeva spesso, ballando; ma quando toccava alle dame facciamo un’idea invitare il ballerino, veniva da lui, sapeva che egli scriveva versi, due volte l’avedi Magdalena. va pregato di mostrarglieli, e spesso lo guardava di lontano col capo chino. Ma a lui che cosa importava? Lui, lui amava Inge Holm, la bionda e gaia Inge, che certo lo disprezzava perché scriveva poesie... la guardava, vedeva i suoi lunghi occhi azzurri pieni di gioia e di derisione; e uno struggimento invidioso, un acerbo, opprimente dolore di essere messo al bando da lei e di restarle eternamente estraneo gli bruciava nel petto...
La forma del racconto
Qui il giudizio di Tonio su Knaak diventa esplicito.
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«Prima coppia en avant8!» disse il signor Knaak e non ci sono parole per descrivere con quanta perfezione emettesse il suono nasale9. Si provava la quadriglia, e con profondo sgomento di Tonio Kröger egli si trovò incluso nello stesso quadrato di Inge Holm. La evitò come poteva e tuttavia continuamente le capitava accanto; proibiva ai suoi occhi di volgersi a lei, e tuttavia il suo sguardo a ogni istante la incontrava... Ecco che ella scivolò avanti, tenuta per mano da Ferdinand Matthiessen, dai capelli rossi, gettò indietro il capo e traendo un profondo respiro gli si pose di fronte; il signor Heinzelmann, il pianista, tese verso i tasti le mani ossute e al comando del signor Knaak, la quadriglia incominciò. Ella si moveva davanti a Tonio su e giù, avanti e indietro, camminando e girando, un profumo che emanava dai suoi capelli o dalla sottile stoffa bianca del suo vestito lo sfiorava ogni tanto, e gli occhi gli si offuscavano sempre più. Ti amo, cara, dolce Inge, egli diceva dentro di sé, ed esprimeva con quelle parole tutta la sofferenza che provava nel vederla danzare così allegra e infervorata, senza badare a lui. Una bellissima poesia di Storm10 gli venne alla mente: «Vorrei dormire, ma tu vuoi danzare...» L’umiliante controsenso che vi era in questo lo tormentava... dover ballare mentre era innamorato... «Prima coppia en avant!» disse il signor Knaak, perché un nuovo giro incominciava! «Compliment! Moulinet des dames! Tour de main11!» E nessuno saprebbe descrivere con quanta grazia egli inghiottisse l’“e” muta del de. 8. en avant: in avanti (in francese). 9. suono nasale: il buon francese richiede tale pronuncia. 10. Storm: Hans Theodor Storm (181788), poeta e scrittore tedesco che Mann
amava particolarmente. I versi sono tratti dalla poesia Giacinti. 11. Compliment... main: le parole indicano gli ordini che Knaak impartisce. Nella quadriglia il compliment è l’inchi-
no che devono fare i cavalieri; il moulinet è una figura che eseguono le dame ruotando in cerchio; il tour de main si ha quando dame e cavalieri girano l’una intorno all’altro, tenendosi per mano.
2 I personaggi
n Erich Heckel, La danza del villaggio, 1908 (Berlino, Staatliche Museen Preussicher Kulturbesitz, Nationalgalerie).
12. raccapriccio stilizzato: Knaak assume volutamente una posa di orrore molto espressiva. 13. En arrière... fi donc!: all’indietro... forza! (in francese).
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Leggere e analizzare
«Seconda coppia en avant!» Toccava a Tonio Kröger e alla sua dama. «Compliment!» E Tonio Kröger s’inchinò. «Moulinet des dames!» e Tonio Kröger, a capo basso e con la fronte aggrottata, mise la sua mano sulle mani riunite delle quattro dame, su quella di Inge Holm, e ballò il moulinet. Tutt’intorno sorsero sussurri e risatine; il signor Knaak assunse una posa da L’inettitudine balletto che esprimeva un raccapriccio stilizzato12. al ballo di Tonio è crudelmente «Ohimè» gemette. «Fermi, fermi! Kröger è andato a finire fra le dame! En arevidenziata rière, signorina Kröger, indietro, fi donc13! Tutti hanno capito, tranne lei. Via, da Knaak, che assume i contorni svelto, si faccia in là!» E tirato fuori il fazzoletto di seta gialla, scacciò Tonio Krödi un oppositore. ger e lo fece tornare al suo posto. Tutti ridevano, i ragazzi, le ragazze e le signore al di là delle portiere, perché il signor Knaak aveva trasformato l’incidente in qualcosa di molto comico, e si divertivano come a teatro. Solo il signor Heinzelmann aspettava con la sua asciutta aria professionale il segno di rimettersi a suonare, perché era ormai indifferente alle trovate del signor Knaak. Poi la quadriglia riprese. E dopo ci fu l’intervallo. La cameriera entrò con un tintinnante vassoio pieno di coppe di gelatina d’uva e la cuoca seguì nella sua scia con un carico di plumcake. Ma Tonio Kröger sgusciò fuori, andò di nascosto nel corridoio e con le mani dietro la schiena si mise davanti a una finestra che aveva le persiane abbassate, senza pensare che attraverso quelle persiane non si poteva La sensibilità di veder niente e che perciò era ridicolo starsene lì con l’aria di guardar fuori. Tonio diventa per Guardava invece dentro di sé, dove c’era tanta pena, tanta malinconia. Perché, lui motivo di gioia e di sofferenza. perché era lì? Perché non era nella sua stanza, presso la finestra, a leggere Immensee
La forma del racconto 116
n Egon Schiele, Autoritratto, 1910 (Madrid, Thyssen Bornemisza Collection).
Tonio si sente intellettivamente superiore a Inge, tuttavia la ama, anche se è (e proprio perché è) una « comune personcina», che riesce a rendere vivo il suo cuore, animandolo con l’amore.
di Storm contemplando ogni tanto il giardino immerso nella sera, dove il vecchio noce scricchiolava pesantemente? Quello sarebbe stato il suo posto. Ballassero pure gli altri, ballassero con abilità e allegria!... Eppure no, no, il suo posto era qui dove sapeva di essere vicino a Inge pur restando solo e lontano, cercando di distinguere fra i sussurri, i tintinnii, le risate, che venivano dall’interno, la sua voce in cui si sentiva il suono caldo della vita. I tuoi lunghi occhi azzurri, ridenti, o bionda Inge! Bello e gaio come te può essere solo chi non legge Immensee e non tenta mai di far qualcosa di simile: questo è il triste destino!... Sarebbe dovuta venire! Avrebbe dovuto accorgersi che lui era sparito, intuire ciò che lui provava, seguirlo di nascosto, anche soltanto per pietà, posargli la mano sulla spalla e dirgli: Vieni dentro con noi; sii contento, io ti amo. E Tonio tendeva l’orecchio dietro di sé, attendeva con ansia assurda che ella venisse. Ma non venne. Simili cose non accadono sulla terra. Anch’ella aveva riso di lui come tutti gli altri? Sì, aveva riso, per quanto egli desiderasse negarlo, per amor suo e per amor proprio. Eppure egli aveva ballato il moulinet des dames solo perché rapito dalla sua vicinanza. Ma che c’era di male? Forse un giorno avrebbero smesso di ridere. Una rivista non aveva accettato ultimamente una sua poesia, anche se aveva cessato le pubblicazioni prima di poterla stampare? Sarebbe venuto il giorno in cui divenuto celebre, avrebbero pubblicato tutto quello che scriveva, e allora si sarebbe visto se questo non avrebbe fatto impressione su Inge Holm... No, non le avrebbe fatto la minima impressione, questa era la verità. Ne avrebbe fatto su Magdalena Vermehren, quella che cadeva sempre, su di lei sì. Ma mai su Inge Holm, sulla gaia Inge dagli occhi azzurri. E dunque non era tutto inutile?... Il cuore di Tonio Kröger si strinse di dolore a questo pensiero. Sentire come dentro di te si agitino forze meravigliose, giocose e malinconiche, e sapere che coloro a cui vanno le tue ardenti aspirazioni rimangono serenamente inaccessibili di fronte a esse, fa molto male. Ma sebbene egli stesse solo, escluso e senza speranza davanti a una finestra con le persiane chiuse, e nella sua angoscia fingesse di potervi guardare attraverso, tuttavia era felice. Perché allora il suo cuore viveva. Caldo e triste batteva per te, Inge Holm, e la sua anima beatamente dimentica di sé, abbracciava la tua piccola, bionda, chiara, petulante e comune personcina. T. Mann, Tonio Kröger, Torino, Einaudi, 1972
Analisi e interpretazione L’introspezione psicologica del personaggio
I personaggi e l’ambiente sociale
Interrogare il testo L’introspezione psicologica del personaggio La storia 1. Per quale scopo c’è tanta gente radunata nella sala del console Husteede? 2. Quando Tonio viene chiamato a ballare, che cosa gli capita? Perché si sente umiliato? Come reagisce? 3. In questa circostanza, Inge si comporta come Tonio vorrebbe?
4. Tonio continua ad amare Inge, nonostante ella lo ignori?
I personaggi 5. Fai un elenco completo dei personaggi e spiega qual è il loro ruolo. 6. Ingeborg Holm è caratterizzata fisicamente e psicologicamente. In che modo? 7. Chi è Knaak? Perché suscita ammirazione? 8. Tonio come lo giudica?
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Leggere e analizzare
Fa da sfondo alla vicenda un preciso ambiente sociale, con i suoi riti e i suoi costumi. Il salone del console è l’emblema della società borghese del tempo, della quale Thomas Mann ritrae alcune peculiarità, soprattutto il culto delle buone maniere. Fra i personaggi emerge con particolare incisività il maestro di ballo, ritratto con accento caricaturale. Ma molte altre figure, di maggiore o minore rilievo, animano la sala e contribuiscono a creare l’immagine di una società molto attenta alle regole formali e ai piccoli fatti quotidiani, come la preparazione di un ballo.
2 I personaggi
L’attenzione dell’autore è tutta dedicata alla caratterizzazione psicologica del protagonista. Tonio è animato da due amori, in conflitto fra loro: quello per Inge, desiderata perché incarna con la sua vitalità e spensieratezza la normalità della gente comune; e quello per la poesia, considerata come una malattia, ma anche come un privilegio da vivere con orgoglio. Egli vorrebbe essere uguale agli altri, condividerne gli interessi, la «beata mediocrità» (come dirà più avanti), e in questo modo essere rispettato e stimato. Egli si accorge di essersi innamorato di Inge e il suo impulso è quello di accogliere l’amore con gioia (vuole essere «ricco e vivo»). Tuttavia sa anche che l’amore ha un risvolto negativo, perché mette subbuglio nel suo mondo interiore (non avrà più la «quiete necessaria per definire una forma», cioè per spiegare razionalmente la realtà e trarre conclusioni compiute). Nello stesso tempo il comportamento altrui gli appare sciocco e banale, e intimamente disprezza quello che gli altri invece apprezzano. Per Tonio, lo sguardo «sereno e imperturbabile» di Knaak è indizio di superficialità («I suoi occhi non guardavano all’interno delle cose»). Tuttavia il maestro è desiderato e accettato in società perché ha fascino e le sue caratteristiche sono comunemente apprezzate. Tonio si sente diverso e prova uno «struggimento invidioso» nei confronti di chi non è come lui. Inge apprezza quelle banalità che
per Tonio sono detestabili, ma Tonio, rifiutandole, rimane estraneo ed escluso. Inge non ammirerà mai le sue poesie. La differenza fra Tonio e gli altri sta proprio nella sua vocazione artistica. La sua sensibilità diventa per lui motivo di gioia e di sofferenza: da una parte gli permette di provare sensazioni profonde e appaganti; dall’altra, dandogli facoltà di vedere «all’interno delle cose, dov’esse diventano tristi e complicate», gli impedisce di partecipare in modo immediato e ingenuo alla vita comune. Egli è consapevole della sua diversità; la vocazione letteraria lo rende malinconico, impacciato: per questo egli è deriso dagli altri e ignorato da Inge. Ma la sofferenza acuisce anche la sua sensibilità e gli dà la consapevolezza di essere più profondo dei suoi coetanei.
Il protagonista
b.
lnge è diversa da Tonio e perciò lo attrae.
9. Che tipo di ragazzo è Tonio? Quali sono i suoi interessi?
c.
Inge sa come rendersi interessante.
d.
lnge è bella e Magdalena è brutta.
La forma del racconto
10. L’innamoramento suscita in Tonio molti pensieri, ma tutto resta dentro di lui. Il suo silenzio è il simbolo: a.
del suo isolamento.
b.
del suo orgoglio.
c.
della sua timidezza.
11. L’errore da lui commesso durante il ballo rivela: a.
il suo scarso interesse per la danza.
b.
la sua scarsa agilità.
c.
la sua incapacità di vivere.
12. La lezione di ballo rappresenta: a.
solo una noiosa occasione mondana.
b.
la vita, con le sue banali convenzioni, le sue gioie e le sue prove.
c.
un’occasione tipica dell’ambiente borghese.
13. Perché a Tonio interessa lnge e non Magdalena? a.
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Inge è disinvolta, mentre Magdalena è impacciata.
e.
lnge rappresenta ciò che Tonio non potrà mai essere.
f.
Spesso ci si innamora di chi non ci considera.
I personaggi e l’ambiente sociale In società 14. Quali sono gli elementi che rivelano la condizione sociale in cui vivono i protagonisti della vicenda? 15. Quali sono le buone maniere che vengono insegnate? 16. Come viene presentato Knaak, con le sue pose e movenze, dal narratore? 17. Che cosa pensa Tonio del maestro di ballo? 18. Il narratore usa il registro dell’ironia soprattutto nei confronti di Knaak. Trova nel testo qualche espressione significativa in questo senso e sottolineala.
Dalla lettura alla scrittura Caratterizzare un personaggio 19. Continua tu la presentazione del personaggio, caratterizzando la ragazza in modo più approfondito. C’era Magdalena Vermehren, la figlia dell’avvocato Vermehren, una ragazza dalla bocca delicata, dai grandi occhi scuri e lucidi pieni di gravità e di entusiasmo. Cadeva spesso, ballando…
Narrare la propria esperienza 20. Ti sei mai sentito escluso/a da qualcosa o da qualcuno? Hai mai provato qualcuna delle sensazioni descritte da Tonio? Racconta e descrivi le tue esperienze in proposito.
Stendhal Ritratto del protagonista
Julien Sorel Il brano è tratto dal romanzo Il rosso e il nero pubblicato nel 1830 dallo scrittore francese Stendhal, pseudonimo di Henri Beyle (Grenoble 1783 – Parigi 1842). Il romanzo, ambientato nell’epoca della Restaurazione (iniziata dopo il Congresso di Vienna del 1815), ritrae l’ascesa sociale di Julien Sorel, giovane di origine mode-
sta ma che, sotto lo stimolo di un’intelligenza precoce, desidera migliorare la sua posizione sociale. In queste pagine, tratte dai capitoli iniziali, l’autore ci presenta in modo articolato e incisivo il personaggio di Julien che ci appare simpatico, ancora insicuro, ma anche ambiguo e contraddittorio.
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Leggere e analizzare
1. segheria: il padre di Julien, il vecchio Sorel, è proprietario di una segheria che gestisce insieme ai figli. 2. stentorea: forte, altisonante.
2 I personaggi
U
na segheria1 consiste in un capannone sulla riva di un ruscello. Il tetto è sostenuto da un’armatura che poggia su quattro grosse colonne di legno. A otto o dieci piedi d’altezza, in mezzo al capannone, si vede una sega che sale e scende, mentre un congegno assai semplice sospinge contro di essa un pezzo di legno. Si tratta di una ruota messa in moto dal ruscello, che fa andare questo duplice meccanismo: quello della sega che va su e giù, e quello che sospinge dolcemente il pezzo di legno verso di essa per ridurlo in «Julien leggeva»: tavole. il particolare Avvicinandosi al suo laboratorio, il vecchio Sorel chiamò Julien con voce ci informa stentorea2: nessuno rispose. Vide soltanto i suoi figli più grandi, specie di giganti, indirettamente su quanto fossero i quali, armati di pesanti scuri, squadravano i tronchi d’abete che stavano per diversi gli portare alla sega. Tutti occupati a seguire il segno nero tracciato sul pezzo di interessi di Julien legno, da cui ogni colpo di scure staccava enormi schegge, essi non udirono la rispetto a quelli del padre voce del padre. Questi si diresse verso il capannone; entrandovi, cercò e dei fratelli: inutilmente Julien nel posto che avrebbe dovuto occupare vicino alla sega. Lo egli è attratto dalle lettere, dallo scorse cinque o sei piedi più in alto, a cavalcioni di una trave. Invece di vigilare studio del latino attentamente il funzionamento di tutto il meccanismo, Julien leggeva. Niente e dalla vita avrebbe potuto urtare di più il vecchio Sorel; avrebbe forse perdonato a Julien la di società. sua corporatura esile, poco adatta al lavoro materiale, e tanto diversa da quella dei figli più grandi; ma quella mania della lettura gli era odiosa. Egli non sapeva Il fatto che nemmeno leggere. il genitore di Inutilmente chiamò Julien due o tre volte. L’attenzione che il giovane Julien non sappia leggere concentrava sul suo libro, assai più del fragore della sega, gli impedì di udire la costituisce terribile voce del padre. Alla fine, nonostante l’età, questi balzò lesto sull’albero un altro indizio relativo allo status che veniva segato, e da lì sulla trave trasversale che sosteneva il tetto. Un colpo sociale della violento fece volare nel torrente il libro che Julien teneva in mano; un secondo famiglia Sorel: colpo, altrettanto violento, menatogli in pieno sulla testa, gli fece perdere il padre è un l’equilibrio. Stava per cader giù da dodici o quindici piedi d’altezza, in mezzo alle falegname analfabeta. leve della macchina in azione che lo avrebbero stritolato, quando suo padre lo Attraverso trattenne con la sinistra: il punto di vista «Ebbene, fannullone! Leggerai sempre i tuoi maledetti libri intanto che sei del vecchio, GUIDA ALLA L E T T U R A
La forma del racconto 120
di guardia alla sega? Leggili la sera, quando vai a sciupare il tuo tempo dal curato3, una buona volta». Julien, quantunque stordito dalla veemenza del colpo e sanguinante, si fece vicino al suo posto di lavoro, a fianco della macchina. Aveva le lacrime agli occhi, ma non tanto per via del dolore fisico, quanto per la perdita del suo libro che adorava. «Scendi giù, animale, che ho da parlarti». Il fragore della macchina impedì ancora a Julien di udire quell’ordine. Suo padre, che era sceso, non volendo prendersi la briga di risalire, andò a cercare una lunga pertica per abbattere le noci, e con quella lo colpì sulla spalla. Appena Julien fu a terra, il vecchio Sorel, cacciandolo brutalmente davanti a sé, lo sospinse verso casa. “Dio sa che cosa sta per farmi!4” pensava il giovane. Passando, guardò triste il ruscello dov’era caduto il suo libro. Era, fra tutti i libri, quello cui si sentiva più affezionato, il Memoriale di Sant’Elena5. Julien aveva le guance di porpora e gli occhi bassi. Era un giovanottello tra i Il paragrafo contiene la diciotto e i diciannove anni, gracile in apparenza, con lineamenti irregolari, ma caratterizzazione delicati, e il naso aquilino. I grandi occhi neri che, nei momenti tranquilli, prevalentemente esprimevano riflessione e passione, erano animati in quell’istante da un’espresdiretta del personaggio. sione di odio feroce. I capelli castano scuri, con l’attaccatura molto bassa, gli La descrizione facevano angusta la fronte, e nei momenti di collera gli davano un’aria cattiva. più analitica è Tra le innumerevoli varietà della fisionomia umana, forse nessuna si è mai riservata all’aspetto fisico, distinta per una particolarità così sorprendente. Una figura svelta e ben fatta ma altri indizi annunciava più agilità che vigore. Dalla sua prima giovinezza, quell’aria assai ci rivelano pensierosa e il grande pallore avevano messo in mente a suo padre che non particolari del comportamento sarebbe vissuto, o vivendo sarebbe stato di peso alla famiglia. Oggetto di e della psicologia. disprezzo per tutti in casa, Julien odiava i fratelli e il padre; nei giochi domenicali sulla piazza pubblica era sempre sconfitto. Non era passato un anno che il suo viso avvenente incominciava a procurargli qualche successo tra le giovanette. [...] Appena entrato in casa, Julien si sentì la spalla inchiodata dalla mano possente L’appellativo del padre; egli tremava, si aspettava qualche colpo. è spregiativo. Un cane che sa «Rispondimi senza mentire» gli gridò nelle orecchie la voce aspra del vecchio cacciare solo contadino, mentre la sua mano lo rigirava come la mano di un bimbo fa con un lucertole è metaforicamente soldatino di piombo. I grandi occhi neri e pieni di lacrime di Julien si trovarono in un cane buono faccia i piccoli occhi grigi e cattivi del vecchio carpentiere, che aveva l’aria di voler a nulla, così come leggere fin nel fondo della sua anima. «Rispondimi senza mentire, se ti riesce, Julien agli occhi cane da lucertole; come fai a conoscere la signora de Rénal6, quando le hai parlato?» del padre. inoltre, ricaviamo la prima informazione sull’aspetto esteriore del ragazzo «corporatura esile, poco adatta al lavoro materiale, e tanto diversa da quella dei figli più grandi».
3. curato: si tratta dell’abate Chélan, curato di Verrières, villaggio natale di Julien. Il curato, considerate le attitudini del giovane, aveva indotto Julien a entrare in seminario: per chi aveva un’origine plebea, era la via più praticabile verso la scalata sociale. 4. Dio… farmi!: la riflessione del ragazzo ci informa su come l’educazione impartita dal vecchio Sorel sia molto brutale.
5. Memoriale di Sant’Elena: il Memoriale ricostruisce le memorie di Napoleone dettate durante l’esilio di Sant’Elena (dal giugno 1815 al maggio 1821) al conte de Las Cases; in questo libro sono descritte le sue azioni, il suo pensiero, la sua filosofia, l’ascesa, la grandezza e la caduta di un uomo che fu, nel bene e nel male, il più grande del suo tempo. Il fatto che Julien legga avidamente le pagine del memoriale ci fa ca-
pire che anch’egli, come molti giovani della sua epoca, aspirava a una vita di gloria e di eroismo come quella di Napoleone, disprezzando il grigiore e l’oppressione politica del periodo della Restaurazione. 6. la signora de Rénal: è la moglie del sindaco del paese, che aveva proposto al padre di Julien di concedergli il ragazzo, istruito e intelligente, come precettore per i suoi figli.
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Leggere e analizzare
«Io non le ho mai parlato», rispose Julien, «non ho mai visto quella signora, tranne che in chiesa». «Ma tu l’avrai guardata, brutto sfacciato». «Mai! Voi sapete che in chiesa io non vedo che Dio» aggiunse Julien, con un certo fare ipocrita molto adatto, secondo lui, ad allontanare nuovi scapaccioni. «Eppure qui c’è sotto qualcosa» replicò l’astuto contadino; poi tacque un istante; «ma io non saprò niente da te, maledetto ipocrita. In fin dei conti sto liberandomi di te e la mia segheria non potrà che trarne vantaggio. Tu hai incantato il curato o qualche altro, che ti ha procurato un bel posto. Va’ a fare il tuo fagotto, e io ti condurrò in casa del signor de Rénal, dove sarai precettore dei ragazzi». «Che cosa avrò per far questo?» «Il vitto, il vestiario e trecento franchi di stipendio». «Non voglio fare il servitore». La preoccupazione «Animale, chi ti dice di fare il servitore? Vorrei forse che mio figlio facesse il di Julien costituisce un servitore?» altro indizio sul «Ma con chi mangerò?» suo carattere ambizioso: egli è Questa domanda scombussolò il vecchio Sorel; egli sentì che parlando avrebbe allettato dall’idea potuto commettere qualche imprudenza; si arrabbiò con Julien, lo coprì di imdi entrare a properi, lo accusò di ghiottoneria e lo piantò lì per andare a consultare gli altri figli. servizio nell’altolocata Julien li vide subito dopo tener consiglio, ognuno appoggiato alla sua scure. famiglia de Rénal Dopo averli osservati a lungo, senza poter indovinare di che parlassero, andò a (come si vedrà mettersi dall’altro lato della sega, per evitare di essere sorpreso. Voleva riflettere anche dopo), ma non vuole essere su quella notizia imprevista, che veniva a mutare il suo destino, ma sentì di non trattato come poter restare calmo; la sua immaginazione era tutta impegnata nel raffigurarsi un domestico. quello che avrebbe visto nella casa del signor de Rénal. “Bisogna rinunciare a tutto questo”, disse fra sé, “piuttosto che ridursi a mangiare con i domestici. Mio padre vorrà costringermi ad accettare. Meglio
2 I personaggi
n Enrico Gamba, Piccole lettrici, 1860-70 (Torino, collezione privata).
La forma del racconto 122
morire. Io ho quindici franchi e otto soldi di risparmi, fuggo questa notte. In due giorni, per scorciatoie in cui non temo nessun gendarme, sono a Besançon7; là, mi arruolo come soldato, e, se è necessario, passo in Svizzera. Ma allora addio carriera, non più ambizioni, non più la bella vita sacerdotale che conduce a tutto”. Questo orrore di mangiare con i domestici non era naturale in Julien: per La caratterizzazione fortuna, sarebbe stato capace di cose ben altrimenti penose. Egli traeva questa ripugnanza dalle Confessioni di Rousseau8. Era questo il solo libro per mezzo del del personaggio si completa sotto quale la sua immaginazione si raffigurava il mondo. La raccolta dei bollettini ogni aspetto. della grande armata9 e il Memoriale di Sant’Elena completavano il suo corano10. Per queste tre opere si sarebbe fatto ammazzare. Mai poté credere a nessun altro libro. Era bastata una sola parola del vecchio maggiore, perché considerasse tutti gli altri libri del mondo come menzogneri, e scritti da cialtroni per farsi strada. A un’anima piena di fuoco Julien univa una di quelle memorie strabilianti così spesso associate alla dabbenaggine. Per cattivarsi il vecchio curato Chélan, dal quale vedeva dipendere il proprio avvenire, aveva imparato a memoria il Nuovo Testamento in latino; sapeva a memoria anche l’opera Del Papa del signor de Maistre, e credeva poco tanto all’uno quanto all’altro. Come per un reciproco accordo, Sorel e suo figlio evitarono di parlarsi quel giorno. All’imbrunire Julien andò a prendere la sua lezione di teologia dal curato, ma giudicò prudente11 non dirgli nulla della strana proposta che era stata fatta a suo padre. “Forse è un tranello”, pensò, “bisogna far finta di averlo scordato”. Stendhal, Il rosso e il nero, trad. it. di A. Fabietti, Milano, Mondadori, 1990
n Giuseppe Maria Crespi, Due librerie, 1725 (Bologna, Civico museo). 7. Besançon: città della Francia orientale presso cui sorgeva Verrières. 8. Confessioni di Rousseau: opera del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau
(1712-78) in cui egli rievoca le vicende della sua vita, durante la quale fu anche precettore. 9. grande armata: esercito di Napoleone.
10. il suo corano: i suoi testi “sacri”, cioè prediletti. 11. giudicò prudente: la riflessione ci rivela il carattere ambiguo di Julien.
Analisi e interpretazione Il ritratto
2 I personaggi
Il testo costituisce un perfetto esempio di presentazione di un personaggio, un vero e proprio ritratto. All’inizio il narratore, inserendo nel testo ricchi e significativi indizi, caratterizza indirettamente Julien: registrando oggettivamente discorsi e azioni del protagonista, ne mette in luce gli aspetti del carattere. Ma il narratore interviene anche direttamente, integrando e precisando il ritratto di Julien, di cui fornisce un’esaustiva descrizione fisica, alcuni tratti della quale sono funzionali anche alla caratterizzazione psicologica, perché mettono in luce le ambiguità del carattere. Julien, che da un lato professa alti ideali e non vuole compromettere la sua dignità e il suo orgoglio, dall’altro non disdegna il calcolo e l’astuzia per raggiungere il successo sociale. A rendere più complessa e sfaccettata la caratterizzazione del personaggio contribuisce anche l’espediente tecnico per cui la narrazione viene condotta, in alcuni passi, attraverso l’ot-
tica del padre, il vecchio Sorel: in questo modo, il narratore fa emergere una visione tutta in negativo del giovane, di cui risultano sottolineati la debolezza fisica e caratteriale, le ambizioni e il disprezzo per una realtà sociale da cui vuole evadere. In poche pagine, dunque, l’autore dà vita alla figura di Julien Sorel, che risulta inquadrata in modo preciso e puntuale dal punto di vista anagrafico e altrettanto puntualmente caratterizzata sul piano sia psicologico e fisico sia sociale, culturale e ideologico. Infine, ma si tratta di un aspetto che non va trascurato in quanto è specifico della narrativa di Stendhal, il personaggio e le contraddizioni del suo carattere vengono messi in relazione anche con il momento storico, gli anni della Restaurazione, quando molti giovani, come appunto Julien, rimpiangono la possibilità di dar prova di eroismo e di conseguire onori e gloria che offriva l’epoca napoleonica e devono fare i conti invece con una realtà che appare loro sempre più improntata a un grigio materialismo.
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Interrogare il testo La gerarchia e i ruoli dei personaggi 1. Individua personaggi principali, secondari e comparse nel brano. Quali personaggi sono solo citati? 2. Il padre di Julien potrebbe configurarsi come antagonista del figlio?
La presentazione e la caratterizzazione del protagonista 3. L’autore ricorre a tecniche diverse per caratterizzare la figura del giovane Sorel. Prima ancora di descriverne la fisionomia («aveva le guance di porpora e gli occhi bassi»), Stendhal introduce nel testo indizi assai significativi sulla sua personalità. Scegli almeno due passi che contengano azioni e discorsi particolarmente significativi per la caratterizzazione indiretta del giovane, quindi spiega quali indicazioni hai tratto sulla sua personalità. 4. In alcuni passi la narrazione viene condotta
attraverso l’ottica del padre, il vecchio Sorel: grazie a questo espediente la caratterizzazione di Julien diventa più complessa e sfaccettata, perché il narratore fa emergere una visione negativa del giovane, in quanto filtrata dalla mentalità austera e conservatrice del padre. Quali sono le caratteristiche del giovane che, secondo il punto di vista del vecchio Sorel, sono riprovevoli? Attraverso quali azioni, comportamenti o giudizi emergono? 5. Individua ed evidenzia sul testo tutti i passi in cui il narratore fornisce esplicitamente informazioni sulla figura di Julien, quindi esprimi brevemente quali sono le ambiguità del suo carattere. 6. Le aspirazioni di Julien e le contraddizioni del suo carattere vengono anche messe in relazione con il momento storico, gli anni della Restaurazione, quando molti giovani, come appunto Julien, devono confrontarsi con una realtà che appare loro sempre grigia e soffocante, priva di eroismi. Quali libri legge Julien? A che cosa aspira? Che cosa disprezza?
Leggere e analizzare
Il ritratto
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Unità Percorsi nel mondo d’oggi Tecnologie e scienze oggi
Pedro Almodóvar, Angel S. Harguindey • Chi guadagna dai download illegali? Le nanoparticelle sfuggono alle regole Alessandro Acquisti, Angelo Aquaro • Facebook, l’amico-nemico CONFRONTI Facebook è una dittatura? Emiliano Ricci • Se vuoi ascoltare musica, usa i tappeti Penny Le Couteur, Jay Burreson • La molecola che salva la vita CONFRONTI Pillole & bambini
QUESTIONARIO di conoscenza comprensione analisi
Temi in primo piano Il dibattito sul nucleare SAGGISTICA SAGGISTICA SAGGISTICA
Margherita Hack • Sì alla ricerca Walter Ganapini • Disastro senza tempo con effetti imprevedibili Stefano Monti • Con le nuove centrali non sarebbe successo
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Testi non letterari
Tecnologie e scienze oggi
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Pedro Almodóvar, Angel S. Harguindey Chi guadagna dai download illegali? Genere intervista Tratto da «Il Venerdì di Repubblica» (2011) Collegamenti Il testo argomentativo (p. 584)
}Nessuno tiene conto del diritto morale dell’autore che la sua opera venga vista così com’è stata concepita... Pedro Almodóvar è un regista spagnolo di grande fama, premiato da giurie di premi internazionali e molto amato dal pubblico per il suo stile sempre in bilico fra il grottesco, la tragedia e la farsa. In occasione dell’uscita del suo film La pelle che abito, ha rilasciato un’intervista in cui, tra le altre co-
se, parla del rapporto tra schermi, individui e cinema: un rapporto profondamente cambiato dall’avvento di Internet, straordinario strumento di espressione creativa e portatore di nuove libertà, ma al contempo fonte anche di un nuovo tipo di reato, la pirateria informatica.
In questa sua nuova opera gli schermi e i circuiti televisivi chiusi hanno una notevole presenza. Questo va letto come un riconoscimento ai tempi che viviamo? «Quello che volevo sottolineare è che viviamo circondati da schermi, da immagini in movimento, tanto per strada come nelle nostre case. O nei nostri computer. Il computer è diventato un apparecchio dentro il quale viviamo, che ci riflette e nel quale non solo entra la realtà, ma che ci serve anche per mantenere un rapporto con gli altri, benché possano anche controllare la nostra intimità attraverso di esso e senza chiederne il permesso. Il pericolo di vivere nudi di fronte a tutti questi apparecchi è una sensazione reale. Per un regista, tuttavia, questa massiccia proliferazione di immagini in movimento, come quotidianità assoluta, è molto interessante. Perché l’immagine è il nostro strumento di lavoro e oggi, per un narratore – o per la polizia e gli investigatori, mestieri molto simili a quello di chi racconta storie – si sono enormemente arricchiti gli strumenti da usare e i modi di investigare-documentare-sviluppare una storia. Di sicuro, il controllo che si può avere sui movimenti di qualsiasi persona, al giorno d’oggi, è esau-
stivo1. Da quando esce da casa sua fino a quando vi fa ritorno. Abbiamo perso grandi dosi di intimità». [...]
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Tecnologie e scienze oggi
1. esaustivo: completo. 2. superotto: formato per pellicole cinematografiche introdotto nel 1965 e ancora oggi utilizzato per produzioni a basso costo.
Certo, sarà difficile modificare certe abitudini molto radicate... «Io capisco che, ai ragazzi che hanno scaricato qualsiasi tipo di materiale gratis, è molto difficile far capire che determinati contenuti hanno un proprietario, e che scaricarli allegramente equivale a un furto. I film hanno un proprietario, qualcuno ha pagato un mucchio di milioni di euro per produrli. Ma oltre al danno economico, che è enorme, mi preoccupa il diritto morale degli autori. La gente compra film di contrabbando da chi li vende per strada, o se li scarica sul computer, con una qualità tecnica infima. Per diversi mesi, un sacco di gente, artisti e tecnici, ha dato il meglio di sé per creare un prodotto della massima qualità – indipendentemente dal fatto che il film sia bello o brutto – che al cliente del contrabbandiere arriva trasformato in sottoprodotto: immagini scure, sfocate, con gente che passa davanti allo schermo, con il sonoro non sincronizzato, eccetera. Mi fa cadere le braccia. Nessuno tiene conto del diritto morale dell’autore che la sua opera venga vista così com’è stata concepita. L’autore deve essere aggiunto a una lunga lista degli esseri meno protetti di questa società. Dopo l’antica lotta contro la censura, subentra la lotta
15 Percorsi nel mondo d’oggi
Sembra che si sia affermata la cultura di avere tutto gratis, ma, curiosamente, solo sul terreno della cultura e dello svago... «Il disprezzo della cultura e dei suoi creatori viene da lontano. Mi piacerebbe approfondire il discorso sul rapporto dei creatori con Internet. In primo luogo, tutti siamo internauti. Se io cominciassi adesso, invece di girare in superotto2, farei dei video che metterei gratis su YouTube e mi farei conoscere globalmente senza aver bisogno di intermediari. E scoppierei di gioia se un milione di internauti scaricassero gratis il mio corto. Questo è un miracolo che non potevamo nemmeno sognare. Credo che questo secolo si differenzi dal precedente per l’irruzione di Internet nella nostra vita. È una cosa talmente importante che, per misurare il grado di libertà che esiste in un Paese, così come nel secolo scorso era la libertà di stampa, oggi si valuta il libero accesso a Internet, una cosa che non esiste a Cuba o in Cina. Internet ha fatto sì che un numero enorme di persone con problemi simili si metta in contatto e si organizzi, per fare solo un piccolo esempio. Tutto questo è meraviglioso, ma ci sono alcuni aspetti nella rete che hanno bisogno di essere regolamentati. La faccenda dei download illegali, per esempio...»
contro la bassa qualità a cui sono condannati i film copiati illegalmente. E non è vero che la rete abbia messo fine al mercato, che tutto è gratis e che tutti ci guadagniamo, e che nessuno lo fa per lucro. Questa è una menzogna. Con i download illegali, c’è chi sta guadagnando molti soldi e non sono i proprietari dei contenuti, ma gli operatori telefonici che vendono all’utente gli strumenti per poter scaricare tutto. E questo lo possono impedire solo i governi, ma non lo hanno fatto, come tante cose, per una ragione molto semplice: la paura. Per l’industria cinematografica, i download illegali sono un vero cancro».
Testi non letterari
A. S. Harguindey, P. Almodóvar, Ho fatto un film noir che spaventa anche me, in «Il Venerdì di Repubblica», n. 1226
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Analisi e interpretazione Il contenuto Invadenza degli schermi, onnipresenza del computer, controllo e privacy, libertà di fare cultura e informazione, furti informatici: Almodóvar affronta molte tra le questioni sollecitate dalla comparsa e dalla diffusione di Internet. Il regista osserva innanzi tutto che la proliferazione di «immagini in movimento» è uno dei tratti distintivi della nostra epoca; e che, se da un lato il computer ci dà la possibilità di incrementare i rapporti sociali e i canali di informazione, d’altro lato ci presenta un conto da pagare: la “perdita di intimità”, potremmo dire la “tracciabilità” delle nostre vite. Internet, prosegue Almodóvar, è uno straordinario moltiplicatore di cultura, offre a giovani artisti possibilità prima inimmaginabili («Se io cominciassi adesso, invece di girare in superotto, farei dei video che metterei gratis su YouTube e mi farei conoscere globalmente senza aver bisogno di intermediari») ed è diventato il termometro della libertà di informazione di un Paese. Tuttavia, restano ancora molti aspetti da regolamentare, e in particolare – qui è l’artista che parla – «la faccenda dei download illegali». Secondo Al-
modóvar, essi non arrecano solo un consistente danno economico, ma, soprattutto, danneggiano il contenuto artistico del film, e dunque tolgono all’autore il primario diritto di far conoscere l’opera nel modo in cui è stata concepita e realizzata. Il regista però non punta il dito contro i ragazzi che “scaricano” film, bensì contro gli operatori telefonici, sovente responsabili della commercializzazione di strumenti che consentono di effettuare i download. Occorre dunque sfatare il mito secondo cui in Internet è tutto gratis e «nessuno lo fa per lucro»: in realtà c’è chi guadagna moltissimo, e non sono certo i giovani utenti della Rete.
Il testo argomentativo L’intervista ha un taglio dinamico e brillante. Le domande sono aperte, cioè formulate in modo da aprire diversi ambiti di riflessione; le risposte spaziano così tra molti temi e argomenti, e sono trascritte con un linguaggio che riproduce bene, nelle scelte formali e lessicali, la disinvoltura della lingua parlata.
Interrogare il testo Il contenuto 1. Ogni sequenza domanda-risposta affronta un tema particolare, che riportiamo di seguito. Abbinalo alla sequenza corrispondente. a. I download illegali.
b. Gli schermi e la “perdita di intimità”. c. Le potenzialità culturali di Internet. Sequenza 1: . . . . . . . . . . Sequenza 2: . . . . . . . . . . Sequenza 3: . . . . . . . . . .
2. Almodóvar individua una serie di vantaggi e potenzialità connessi all’uso del PC e della Rete, ma allo stesso tempo ne constata limiti e problemi. Riporta vantaggi e problemi nello schema che segue, completandolo. Problemi
Il computer permette di mantenere rapporti con gli altri.
Attraverso il computer, altri possono controllare la nostra intimità senza chiedere il permesso.
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7. Che cosa pensi dei download illegali? Pensi che siano un danno enorme per l’industria cinematografica e discografica, oppure ritieni che siano un modo per difendersi dagli alti costi di cinema e CD o DVD? Rispondi in modo argomentato.
La forma 8. L’intervista ha carattere: a.
informativo.
b.
argomentativo.
c.
informativo-argomentativo.
9. Ricostruisci lo schema dell’argomentazione contenuta nell’ultima sequenza domandarisposta.
3. Probabilmente sei anche tu un utente di Facebook, e avrai caricato foto e notizie personali: avevi riflettuto sul fatto che si tratta di informazioni che potrebbero essere viste o usate anche senza il tuo permesso? Ritieni che regolamentare la privacy sui social network sia una questione urgente, oppure pensi che siano sufficienti le garanzie offerte dagli amministratori del sito? Rispondi in modo argomentato.
Problema:
4. Considera la «faccenda dei download illegali»: in base a quali motivazioni Almodóvar critica aspramente questa pratica, purtroppo assai diffusa?
Conclusione:
Vi sono aspetti di Internet che hanno bisogno di essere regolamentati. Tesi: ................................................................
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Argomenti a favore della tesi: ................................................................ ................................................................
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10. Nell’intervista vi sono molte espressioni della lingua parlata: individua alcuni esempi.
Dalla lettura alla scrittura Argomentare 11. Scrivi un testo argomentativo sviluppando la seguente traccia. “‘Credo che questo secolo si differenzi dal precedente per l’irruzione di Internet nella nostra vita’: sei d’accordo con l’opinione espressa dal regista spagnolo Pedro Almodóvar? Ritieni anche tu che Internet rappresenti uno spartiacque fondamentale tra XX e XXI secolo? Quali potenzialità e quali rischi attribuisci a questo strumento?”
Tecnologie e scienze oggi
5. Chi, secondo il regista, guadagna realmente dai download illegali?
15 Percorsi nel mondo d’oggi
Vantaggi
6. Almodóvar ritiene che i governi non intervengano sui download illegali per «paura». Paura di che cosa, secondo te? Il regista non lo dice esplicitamente, ma lo lascia intuire.
Altroconsumo
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Le nanoparticelle sfuggono alle regole
Testi non letterari
Genere testo informativo Tratto da «Altroconsumo» (2011) Collegamenti Il testo informativo (p. 576)
}Anche se non sempre lo sappiamo, ormai facciamo i conti quotidianamente con le nanoparticelle. È difficile immaginarne le dimensioni, invisibili persino al microscopio. Eppure, le nanoparticelle ci riguardano da vicino e potrebbero entrare in modo significativo nella nostra vita quotidiana: accade già oggi, e
probabilmente succederà molto di più in futuro. Che cosa sono, dunque, le nanoparticelle? Dove si trovano? Sono pericolose o innocue? A queste domande cerca di rispondere l’inchiesta che ti proponiamo.
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1. nanotubo in carbonio: in particolari situazioni, individuate dal chimico americano Richard E. Smalley, gli atomi di carbonio compongono delle strutture di forma sferica che tendono ad arrotolarsi su se stesse, assumendo una caratteristica forma a tubo.
ono nelle pitture, nelle creme antirughe, ma anche nei costumi da bagno e presto nei cibi. Sono protagoniste della ricerca scientifica in diversi campi: dalla medicina all’elettronica all’informatica. Ne fanno sempre un maggior utilizzo le aziende farmaceutiche, quelle del settore elettronico, di quello cosmetico e di quello sportivo. Parliamo delle nanotecnologie: materiali strutturati alla dimensione del miliardesimo di metro. Si parla di scala molecolare, addirittura atomica. Per avere un’idea, basta pensare che il diametro di un nanotubo in carbonio1 misura 1,3 nanometri. Come termine di paragone, possiamo rapportarlo al diametro di un capello, che misura circa 50 000 nanometri. A queste dimensioni, i metalli cambiano completamente proprietà: il carbonio diventa centinaia di volte più resistente dell’acciaio, l’oro fonde a temperatura ambiente e l’alluminio rischia di esplodere. Soprattutto, la possibilità di utilizzare materiali in una scala che è la stessa del DNA e dei virus apre enormi possibilità di applicazione. Proprio le dimensioni delle nanoparticelle, però, destano anche preoccupazioni per i possibili effetti sulla salute e sull’ambiente: le loro dimensioni ridotte, infatti, le rendono potenzialmente più attive sulle cellule degli organismi. Apportano sicuri benefici, certo, ma probabilmente ancora non ci si è soffermati abbastanza sui loro rischi. Settori diversi, utilizzi diversi Anche se non sempre lo sappiamo, ormai facciamo i conti quotidianamente con le nanoparticelle. Non sono regolamentate da nessuna norma specifica, e le loro ridotte dimensioni fanno sì che sfuggano al regolamento sui prodotti chimici, per l’esigua quantità totale in cui l’elemento è contenuto in ogni prodotto; per questo le nanoparticelle sono spesso all’interno di diversi oggetti, senza che la loro presenza debba essere in qualche modo segnalata.
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Tecnologie e scienze oggi
2. oncologia: ramo della medicina che studia il trattamento e la cura dei tumori. 3. radioterapia: terapia medica utilizzata per il trattamento di alcune forme di tumore.
Manca una normativa specifica Nonostante il loro potenziale, persistono anche incertezze riguardo l’utilizzo e la diffusione delle nanotecnologie. Gli effetti degli elementi utilizzati a livello molecolare non sono ancora del tutto conosciuti. Per esempio una sostanza inerte a livello microscopico potrebbe rivelarsi nociva in scala nanometrica, per esempio perché è più penetrante, o perché si accumula in organi diversi, o perché interagisce con il DNA. La presenza sempre crescente di nanoparticelle nell’ambiente e nei prodotti di uso comune potrebbe essere pericolosa per la nostra pelle, per i nostri polmoni, per il nostro fegato? E per l’ecosistema? Una risposta certa a questa domanda, a oggi, manca. È dunque urgente prevedere una serie di studi che possano fare chiarezza sulla sicurezza nell’uso di materiali in scala nanometrica, per trovare risposte che offrano maggiori garanzie a noi e all’ambiente. Ciascun settore produttivo dovrà trovare il modo più efficace per regolarne l’uso, in modo da avere prodotti sicuri non solo per i consumatori, ma anche per i lavoratori. Dal punto di vista dell’ambiente, inoltre, bisognerà fare i conti con problemi di smaltimento: sia legati all’eventuale usura (è il caso, per esempio, di nanoparticelle presenti in alcune vernici speciali) sia allo smaltimento dei rifiuti al termine del loro ciclo di vita. Insomma, il comprensibile
15 Percorsi nel mondo d’oggi
Gli utilizzi delle nanotecnologie sono molteplici e coinvolgono diversi settori produttivi. La ricerca farmaceutica, per esempio, utilizza nanoparticelle per migliorare i principi attivi dei medicinali, mentre in oncologia2 si aprono nuove possibilità nella radioterapia3, per esercitare un’azione più mirata nelle zone da trattare. Ma il loro utilizzo trova spazio anche in prodotti che usiamo nella vita di tutti i giorni: nelle vernici speciali antigraffiti; in molti cosmetici, per migliorare la spalmabilità e la penetrazione degli ingredienti; sugli indumenti, soprattutto quelli sportivi, per rendere i tessuti impermeabili, traspiranti, antimacchia. E il fenomeno è in aumento. Uno studio del BEUC, un’organizzazione europea delle associazioni di consumatori, ha stilato un inventario dei prodotti contenenti nanoparticelle nel 2009: erano 151. Nel 2010 erano diventati 475. Riteniamo che sia arrivato il tempo di occuparsene in maniera organica.
entusiasmo per questa nuova tecnologia, che spalanca nuovi orizzonti, non deve far dimenticare i necessari accertamenti di sicurezza. Indispensabile, inoltre, è prevedere una corretta regolamentazione dell’informazione per i consumatori. La nuova direttiva sui cosmetici già prevede che dal 2013 l’uso di ingredienti in scala nano debba essere indicata in etichetta. La strada giusta, da estendere a tutti i settori o almeno a quelli che già prevedono una etichettatura dettagliata.
Testi non letterari
«Altroconsumo», settembre 2011
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Analisi e interpretazione Il contenuto Il testo affronta un argomento di grande attualità nel campo delle scienze applicate: le nanotecnologie, ovvero le tecniche che permettono la manipolazione e il controllo delle nanoparticelle, parti di materia le cui minuscole dimensioni vengono espresse con la formula matematica 10–9 metri, equivalente a un miliardesimo di metro. L’inchiesta ha taglio informativo e argomentativo. L’informazione verte su alcuni aspetti: le dimensioni delle nanoparticelle; i cambiamenti di proprietà dei materiali manipolati in scala atomica; i crescenti impieghi di tali nuove tecnologie in molti ambiti, da quello medico-ospedaliero all’industria dei beni di consumo. L’argomentazione si sviluppa dalla constatazione che «gli effetti degli elementi utilizzati a livello molecolare non sono ancora del tutto conosciuti». Ne derivano due considerazioni: la necessità di avviare studi sistematici, settore per settore, al fine di individuare le soglie di sicurezza nell’uso di nanoparticelle; l’urgenza di prevedere una corretta informazione per i consumatori, i quali devono poter conoscere la quantità e il tipo di nanoparticelle presenti nei diversi prodotti.
Il testo informativo L’argomento dell’inchiesta – come abbiamo visto, nanotecnologie e nanoparticelle – è complesso e altamente specialistico; il pubblico cui si rivolge è invece quello di lettori comuni, che pur non avendo competenze alte in ambito fisico e chimico desiderano essere informati sugli sviluppi delle nuove tecnologie, soprattutto in relazione all’impatto sulla vita di tutti i giorni. Per rispondere alla necessità di affrontare con termini semplici argomenti complessi – esigenza comune ai testi scientifici divulgativi – il testo adotta alcune particolari
tecniche di scrittura espositiva. Osserviamole insieme: – paragone con oggetti o elementi comuni: ne è un esempio il confronto tra il diametro del nanotubo in carbonio e quello del capello; – esemplificazione con riferimento a materiali vicini all’esperienza quotidiana del lettore, come l’acciaio e l’oro considerati nella descrizione dei cambiamenti di proprietà dei materiali; – elencazione di possibili impieghi delle nanoparticelle in relazione agli ambiti di vita domestica (vernici antigraffio, cosmetici, tessuti); – ricorso all’informazione autorevole di un’associazione di consumatori europea; – organizzazione del contenuto in paragrafi titolati. Lo sviluppo argomentativo dell’inchiesta è contenuto nell’ultimo paragrafo, ma nei due precedenti vi sono elementi di riflessione critica che ne anticipano i termini generali: nel primo paragrafo, infatti, si sottolinea l’insufficiente conoscenza dell’interazione tra nanoparticelle e organismi; nel secondo paragrafo, poi, si introduce la questione della mancanza di regolamentazione nell’impiego e nella segnalazione di nanoparticelle all’interno di molti prodotti. La sovrapposizione tra i due piani, informativo e argomentativo, è tipica del linguaggio dell’inchiesta giornalistica, il cui scopo è documentare criticamente un fatto o un problema su cui si vuole richiamare l’attenzione. Tipico del linguaggio giornalistico è anche l’attacco di questa breve inchiesta, nel quale viene applicato il procedimento dell’ellissi del soggetto. Le nanoparticelle sono infatti indicate nel titolo, ma vengono successivamente esplicitate solo dopo le prime righe: scopo di questa tecnica è accrescere la curiosità e l’interesse del lettore, invogliandolo a proseguire.
Interrogare il testo Il contenuto 1. Che cosa sono le nanoparticelle? 2. Che cosa accade ai metalli quando vengono manipolati su scala atomica? 3. Perché le nanoparticelle sfuggono ai regolamenti sui prodotti chimici?
5. Quali dati fornisce l’inventario stilato dal BEUC, un’organizzazione europea delle associazioni di consumatori, sui prodotti contenenti nanoparticelle? 6. Le nanoparticelle «apportano sicuri benefici, ma probabilmente ancora non ci si è soffermati abbastanza sui loro rischi». A quali potenziali rischi si fa riferimento? Per rispondere, rileggi con attenzione l’ultimo paragrafo.
La forma 8. Scopo dell’inchiesta che hai letto è informare un pubblico non specialistico sulle potenzialità e i rischi delle nanotecnologie. Ti sembra che lo scopo sia raggiunto? Motiva la tua risposta.
Dalla lettura alla scrittura Argomentare 11. Sviluppa in forma di testo argomentativo la seguente affermazione: “Lo sviluppo di nanotecnologie apre enormi possibilità di applicazione; tuttavia, resta ancora molto da verificare, soprattutto per quanto riguarda l’impatto delle nanoparticelle su organismi e ambiente. A chi spetta la definizione di strumenti idonei a tutelare le persone e l’ecosistema? Quali strumenti dovrebbero essere adottati? In quale modo il singolo individuo può trovare informazioni per tenersi aggiornato sugli sviluppi delle nanotecnologie?”
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Tecnologie e scienze oggi
7. In che cosa consiste la «strada giusta, da estendere a tutti i settori» auspicata al termine dell’inchiesta?
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4. Quali prodotti utilizzano già le nanoparticelle, e perché? Ricava dal testo le informazioni relative ai seguenti ambiti: a. nella ricerca farmaceutica; b. in oncologia; c. nell’industria cosmetica; d. nell’industria tessile.
9. Tra le seguenti affermazioni presenti nel testo distingui le informazioni (I) dalle opinioni (O). a. Anche se non sempre lo sappiamo, ormai facciamo i conti quotidianamente I O con le nanoparticelle. b. Non sono regolamentate da nessuna norma specifica, e le loro ridotte dimensioni fanno sì che sfuggano al regolamento sui prodotti I O chimici. c. Gli utilizzi delle nanotecnologie sono molteplici e coinvolgono I O diversi settori produttivi. d. Riteniamo che sia arrivato il tempo di occuparsene in I O maniera organica. e. Gli effetti degli elementi utilizzati a livello molecolare non sono I O ancora del tutto conosciuti. f. È dunque urgente prevedere una serie di studi che possano fare chiarezza sulla sicurezza nell’uso di materiali I O in scala nanometrica. g. Dal punto di vista dell’ambiente, bisognerà fare i conti con I O i problemi di smaltimento. h. Indispensabile è prevedere una corretta regolamentazione dell’informazione per i I O consumatori. 10. Individua nel testo le parti interessate dalle seguenti tecniche di scrittura: a. ellissi del soggetto; b. paragone; c. esemplificazione; d. elencazione; e. informazione autorevole.
Prova INVALSI 5
Testo informativo
Prove INVALSI
Settembre record: l’estate più lunga della nostra vita
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Mai così caldo negli ultimi 150 anni. E non è ancora finita. Tecnicamente oggi è il 15 luglio. Non per il calendario, ovviamente. Ma per il termometro, che sta raccontando una stagione che di sicuro non è l’autunno. Negli ultimi 150 anni non si ricorda nel Nord Italia un settembre così caldo e afoso come quello appena trascorso. La temperatura media è stata di 22 gradi, più alta di 3,1 gradi rispetto ai “normali” 18,9 gradi di questo periodo. In meteorologia, uno scarto di tre gradi sulla media delle massime è più di una stranezza, è un’enormità. E la calura di questo weekend sarà ancora più anomala, allontanando al 10 ottobre l’inizio dell’autunno. Si toccheranno i 29 gradi a Torino, i 28 a Milano, i 27 a Venezia, i 29 a Firenze, i 30 gradi a Roma. Lo zero termico, l’altitudine cioè dove il termometro raggiunge lo zero, schizzerà a 4000 metri. Esattamente come a metà luglio. L’Italia e mezza Europa si stanno godendo l’estate più lunga che memoria ricordi. La spiegazione è un paradosso meteorologico. A Milano fa caldo perché nel mezzo dell’Atlantico piove e fa freddo. «La vasta zona di bassa pressione creatasi sull’oceano» dice Sergio Brivio di 3BMeteo «ha “risucchiato” un cuneo di aria calda afro-mediterranea su tutta l’Europa centrale, sviluppando così l’anticiclone. Un evento non comune causato dal riscaldamento globale». Ecco spiegati i 27 gradi di ieri a Londra e Parigi. E soprattutto il bollente settembre italiano. A Torino, temperatura media di 27,6 gradi, hanno rivoltato gli archivi statistici pre-unitari per scoprire di aver vissuto il settembre più caldo degli ultimi 258 anni, cioè da quando nel 1753 in città iniziarono a registrare i valori. A Milano la media è stata di 27,7 gradi, record degli ultimi 112 anni. A Modena i 24,3 gradi segnano il primato dal 1832. L’ondata di calore ha avvolto anche le regioni centrali, alzando il termometro di 2,1 gradi rispetto alla media stagionale di 21,10 e, in misura minore, il Sud Italia, rinfrescato da alcuni nubifragi su Calabria e Sicilia e da un insistente Grecale. «In questo inizio ottobre si aggiungeranno altri record» prevede il meteorologo di 3BMeteo «farà caldo e sarà sereno fino a metà della prossima settimana, con temperature nel Nord superiori di 8-10 gradi rispetto alle medie stagionali e di 4-7 gradi al Centro. Il fresco arriverà verso il 5-6 ottobre, con un ulteriore irrigidimento dopo il 10, quando l’anticiclone si sposterà verso la Svezia, lasciando affluire aria fredda su Alpi e Prealpi. Di pioggia non se ne prevede se non dopo metà ottobre». E come sarà l’inverno? «Ci aspettiamo un inverno un po’ più freddo del solito» spiega Brivio «arriveranno grosse masse d’aria gelida dalla Russia. Sarà asciutto al Nord, più umido e piovoso al Centro-Sud per via del passaggio delle
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correnti sull’Adriatico». Al momento, quindi, chi può si godrà il tepore inaspettato al mare o in montagna, le zanzare sono ancora in giro, i condizionatori nelle case faranno gli straordinari, con conseguenti aumenti del consumo di energia. «E le verdure autunnali che matureranno prima» ricorda Diego Meggiolaro, presidente di Coldiretti Vicenza «come radicchio, verza, cavoli e broccoli saranno raccolte in anticipo. Tanti coltivatori stanno già pensando a una nuova semina per non rimanere senza scorte tra qualche settimana». F. Tonacci, in «la Repubblica», 11 ottobre 2011
1. Da quale contraddizione prende l’avvio il testo? A. Non si sono mai registrate temperature così elevate negli ultimi 150 anni. B. In luglio si sono registrate le temperature tipiche del mese di settembre. C. Negli ultimi 150 anni la stagione estiva non è mai stata così incerta. D. Nel mese di settembre si sono registrate temperature da mese di luglio. 2. «Tecnicamente oggi è il 15 luglio. Non per il calendario, ovviamente» (riga 2): nella frase sono presenti due avverbi. Quale significato hanno nel contesto? a. tecnicamente significa: b. ovviamente significa: A. certamente. A. naturalmente. B. secondo il calendario. B. di conseguenza. C. praticamente. C. difficilmente. D. in base ai dati. D. probabilmente.
3. L’affermazione iniziale «Mai così caldo negli ultimi 150 anni» (riga 1) è sostenuta con dati che si riferiscono ad alcune città e aree. Quali? Città:
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Prove INVALSI
Aree: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Quali dati di temperatura sono forniti a proposito delle città e delle aree considerate? Individuali tra i seguenti. A. Le medie annue. B. Le medie mensili. C. Le massime del mese di luglio. D. Le medie del mese di luglio. E. Gli aumenti in gradi rispetto alla media del mese precedente. F. Gli aumenti percentuali rispetto alla media dei mesi di luglio. G. Gli aumenti in gradi rispetto alla media dei mesi di luglio. 5. Per rispondere alla domanda degli esercizi precedenti il grafico è stato utile? A. Sì, più del testo. B. Sì, come il testo. C. Sì, ma meno del testo. D. No. 6. Perché le temperature del mese di luglio 2011 nelle città sono confrontate con le medie relative a periodi di lunghezza diversa?
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7. Per rispondere alla domanda dell’esercizio precedente è stato sufficiente analizzare l’istogramma o è stato necessario integrare i dati grafici con quelli presenti nel testo? ............................................................................................................................................
8. Quale tra i seguenti elementi, presente nel testo, non è illustrabile con un grafico? A. I valori medi. C. L’andamento storico. B. La collocazione temporale. D. Le cause storiche. 9. Le temperature hanno avuto incrementi maggiori al Nord, al Centro o al Sud? ............................................................................................................................................
10. Se l’andamento dovesse confermarsi anche nei prossimi anni, quale potrebbe essere la conseguenza? A. L’uniformarsi della temperatura nelle tre aree. B. Il progressivo raffreddamento del Sud. C. L’aumento delle differenze fra le tre aree. D. Il mantenimento delle differenze attuali. 11. Che cosa significa che ciò che sta accadendo è un «paradosso» (riga 13)? A. Che è una situazione sbagliata. B. Che è una situazione contraria alle aspettative. C. Che è una situazione che si verifica raramente. D. Che è una situazione inspiegabile.
12. L’autore fornisce una spiegazione del caldo eccezionale articolandola in due parti (righe 14-18). Analizza le differenze. a. La prima parte della spiegazione è di tipo: A. scientifico. B. divulgativo. b. Lo scopo di questa prima parte è quello di fornire una spiegazione: A. di facile comprensione. B. molto breve. c. Nella seconda parte, in cui viene citato il parere di un esperto, la spiegazione: A. è più complessa e approfondita. B. è costituita da un’ipotesi da verificare. d. Lo scopo di questa parte è quello di fornire una spiegazione: A. scientifica. B. divulgativa. 13. Il riscaldamento globale è un fenomeno che si riferisce al tempo meteorologico o al clima? Motiva la tua risposta.
Al clima, perché
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14. Lo studio della meteorologia è recente o antico? In base alle informazioni contenute nel testo e nei grafici, da quanto tempo si effettua in Italia? A. Da oltre 400 anni. C. Da 200 a 300 anni. B. Da 300 a 400 anni. D. Da meno di 200 anni.
Testo informativo
Al tempo, perché
15. In base alle tue conoscenze e alle informazioni che hai ricavato dal testo, quali sono gli scopi della meteorologia? Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. Vero a. b. c. d. e. f. g. h. i.
Falso
Fare le previsioni del tempo. Annullare i fenomeni catastrofici. Rendere la navigazione più sicura. Impedire nubifragi e tempeste. Facilitare il volo aereo. Aiutare le scelte in agricoltura. Prevenire maremoti e tsunami. Prevedere l’arrivo di nubifragi e uragani. Studiare le modificazioni climatiche.
16. Nel testo sono descritte alcune conseguenze derivanti dall’eccezionale protrarsi del caldo. Individuale ed elencale, classificandole come vantaggi o svantaggi. Vantaggi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Svantaggi:
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17. La struttura del testo è tipica del genere: A. Narrativo. B. Descrittivo.
C. D.
Espositivo. Introspettivo.
18. Quale tra le seguenti sintesi potrebbe essere usata come titolo del testo? A. Le previsioni meteorologiche. C. I cambiamenti climatici. B. Il clima. D. I progressi della meteorologia.
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