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Cittadinanza Globale in tempo di pandemia

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8.8. Dall’internazionalizzazione dei curricoli all’Educazione alla Cittadinanza Globale in tempo di pandemia

Giulietta Breccia

Quando la Rete Nazionale dei Licei Economico Sociali si è costituita, a.s.2012/2013, il tema dell’internazionalizzazione del curricolo è parso fin da subito una delle dimensioni portanti di tale indirizzo, considerato da autorevoli esponenti appartenenti al panorama dell’Istruzione italiana il Liceo della Contemporaneità. Il suo piano di studi, estremamente innovativo, dava infatti ampio spazio alle lingue straniere (due) e alle discipline giuridiche, alla metodologia della ricerca e all’analisi dei dati, oltre che alla matematica e alla statistica. Con un simile percorso quinquennale gli studenti avrebbero potuto conseguire una formazione che consentiva loro di comprendere contesti sociali e politico-istituzionali complessi, approfondire i meccanismi sottesi alle relazioni internazionali e affrontare con maggiore competenza le problematiche economiche proprie di una contemporaneità connotata da flussi interculturali e multilingue e dal rapido scambio di informazioni.

Le spinte verso la dimensione globale di ogni ambito della società facevano dunque dell’internazionalizzazione del curricolo lo strumento più idoneo a rendere gli studenti consapevoli dell’interdipendenza che caratterizza il mondo in cui vivono, ad aiutarli a vincere le sfide e ottimizzare le opportunità che si presentano lungo il percorso degli studi prima, e lavorativo poi.

Nella costruzione di tale progetto la Rete Nazionale dei Licei Economico Sociali si è riconosciuta nell’idea di curricolo internazionale formulata dall’OCSE, cioè come un orientamento internazionale nel contenuto e nella forma, finalizzato a preparare gli studenti da un punto di vista professionale e sociale per un contesto internazionale e multiculturale rivolto a studenti del paese o stranieri. Sicuramente un processo complesso che poteva e può assumere diverse forme al momento della sua realizzazione. L’internazionalizzazione può infatti configurarsi come un curriculum i cui contenuti vengono affrontati attraverso prospettive comparative internazionali, oppure come un percorso di studi i cui contenuti vengono in parte realizzati in lingua straniera, ad esempio con l’introduzione della metodologia CLIL – Content and Language Integrated Learning –, ovvero l’insegnamento/apprendimento di una o più discipline non linguistiche attraverso la L2, esperienza didattica di cui parleremo diffusamente in seguito e su cui molte scuole della Rete hanno investito sperimentando percorsi innovativi con la consulenza di esperti. Altro modo poi per favorire l’internazionalizzazione del curricolo è certamente costituito da quel percorso didattico che porta a un titolo di studio congiunto, come nel caso dell’EsaBac, grazie al quale gli studenti conseguono, a conclusione degli Esami di Stato, il duplice Diploma italiano e francese. Tale curricolo è sicuramente alquanto impegnativo prevedendo nell’arco di un triennio lo studio della Lingua e della letteratura francese, per quattro ore settimanali, e della Storia veicolata in lingua francese per due ore a settimana. Svariati studenti del Liceo Economico Sociale lo scelgono nell’ottica di conseguire una formazione integrata basata sullo studio approfondito della lingua e della cultura del paese partner, con un’attenzione specifica allo sviluppo delle competenze storico-letterarie e interculturali, acquisite in una prospettiva europea e internazionale. Non va poi dimenticata la possibilità di organizzare un percorso formativo in cui una parte viene realizzata all’estero attraverso uno scambio come con il Programma Erasmus plus o altre attività di intercultura.

Al di là delle modalità di realizzazione, un curriculum internazionale deve però essere

sempre incentrato sulle competenze chiave per l’Apprendimento permanente, ampiamente promosse dalle due importanti Raccomandazioni del Consiglio d’Europa del 2006 e del 2018, nelle quali le capacità comunicative, l’interazione sociale e le abilità tecnologiche si configurano competenze strettamente connesse con il fenomeno della mondializzazione degli scambi e della globalizzazione delle tecnologie. Internazionalizzazione e mobilità si sono infatti affermate nel tempo come elementi interagenti all’interno di uno stesso processo educativo; entrambe, ampiamente favorite dal Programma Erasmus plus, sono state percepite come priorità cruciali per il contributo che possono dare alla crescita delle economie e delle società a livello culturale, economico e sociale. Nella Raccomandazione più recente emerge poi una crescente necessità di maggiori competenze imprenditoriali, sociali e civiche, ritenute indispensabili “per assicurare resilienza e capacità di adattarsi ai cambiamenti”.

È ancora l’OCSE ad indicarci gli obiettivi comuni, non squisitamente scolastici, che vanno conseguiti in termini di competenze per far fronte alle sfide di una società sempre più globalizzata: - agire in modo autonomo che implica due caratteristiche interconnesse – sviluppo dell’identità personale e l’esercizio dell’autonomia, intesa come capacità decisionale, di scelta e di azione in un contesto dato; - servirsi di strumenti in maniera interattiva, dove il termine “strumento” assume il significato più ampio di strumenti cognitivi (es. la lingua), sociali e fisici, (come i computer) e si riferisce all’esigenza non solo di conoscere tali strumenti ma anche di capire come questi modifichino il nostro modo di interagire con il mondo, consentendoci di coglierne le sfide; - funzionare in gruppi socialmente eterogenei, categoria in cui il punto focale è l’interazione con l’altro.

Appare evidente come discipline quali Sociologia, Psicologia e Antropologia, caratterizzanti il nostro indirizzo, giochino un ruolo molto importante nella formazione degli studenti per il conseguimento delle suddette competenze che costituiscono altresì l’asse portante dell’Educazione alla Cittadinanza Globale.

Alla luce di quanto sopra nella prassi didattica dei LES sono stati richiamati anche i valori che sono alla base dell’Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG), cruciali per la realizzazione dell’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, programma d’azione, organizzato in 17 obiettivi, per le persone, il pianeta e la prosperità, e sottoscritto nel 2015 dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU. Nella premessa Ban Ki-moon, l’allora Segretario Generale, sottolinea come “L’educazione può farci comprendere in profondità che siamo tutti legati in quanti cittadini di una comunità mondiale e che le sfide che dobbiamo affrontare sono interconnesse.”

Interconnessione è dunque la parola chiave che ci orienta nell’interpretazione dei fenomeni di globalizzazione, in particolar modo quelli di tipo economico e culturale, che, nel bene e nel male, si riflettono su masse enormi di popolazione. In linea con tale assunto, nel 2016, la Rete Nazionale dei LES, nell’organizzare un Workshop di ricerca-azione CLIL, ha inserito un percorso di Educazione alla Cittadinanza Globale, rivolto ai docenti di Diritto ed Economia Politica e di Scienze Umane, atto a favorire un apprendimento integrato duale – lingua e contenuto non linguistico - attraverso una lingua non nativa. Le azioni messe in campo si sono mosse su due livelli distinti: quello specifico, proprio del laboratorio di ricerca- azione, mirante ad approfondire e esplorare la metodologia CLIL, sviluppare conoscenze e comprensione interculturale e migliorare la competenza complessiva nella lingua veicolare anche attraverso l’uso delle tecnologie informatiche, e quello trasversale, proprio dell’Educazione alla Cittadinanza, con l’obiettivo di promuovere il senso di appartenenza 163

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alla comunità globale e il senso di responsabilità nell’assolvimento dei propri doveri di partecipazione attiva quali “cittadini del mondo”.

Gli ambiti disciplinari scelti, come già accennato, hanno riguardato le materie economico-giuridiche e quelle sociali (Sociologia, Antropologia, Psicologia); l’Inglese la lingua veicolare, mentre le aree tematiche prese in esame, con riferimento all’Agenda 2030, sono state “Diritti e Uguaglianza”, “Beni e Risorse”, “Benessere e Salute” e “Ambiente e Territorio”. Durante il workshop CLIL, sia in presenza che a distanza, si sono prodotte UU.DD. in lingua Inglese dai contenuti largamente interdisciplinari i cui temi trattati possono essere così riassunti: 1. Il Costituzionalismo in Italia e nei paesi anglofoni; 2. Il Welfare State - studio comparativo dei modelli Italiano e Inglese; 3. Economie dei Paesi emergenti (BRICS e FAR EAST); 4. Consumer Behaviour- Il Comportamento dei consumatori; 5. Le Disuguaglianze: riflessione socioeconomica con particolare riferimento alle nuove disuguaglianze (il Digital divide); 6. Leggere i conflitti in chiave socio-economica.

Appare evidente come Internazionalizzazione del curricolo ed Educazione alla Cittadinanza Globale siano azioni pedagogiche interdipendenti, che concorrono alla promozione di una Educazione inclusiva e globale, per imparare a vivere insieme. In tale contesto si inserisce lo scambio culturale con la Cina, inteso a favorire un’azione efficace di cooperazione allo sviluppo per acquisire le conoscenze utili a essere cittadini del mondo. È stato infatti realizzato un progetto di partenariato con la città di Nanchino, basato sullo scambio culturale di studenti e docenti nella convinzione che esso permette di sviluppare pensieri multiculturali, di inserirsi nella cultura locale, di conoscere la routine e lo stile di vita delle persone. Non si è più un turista in quanto lo scambio permette di percepire e di capire le diversità culturali, di familiarizzare con il bagaglio storico e culturale che ci differenzia, ma che al tempo stesso arricchisce i rapporti sociali con persone di altri paesi. Anche per questo progetto la Rete dei Licei Economico Sociali si è mossa su una duplice dimensione mirando al conseguimento di due diverse finalità interagenti tra loro: quelle sociali, relative allo sviluppo delle competenze di cittadinanza con particolare attenzione alle skills che prevengono l’insorgere di atteggiamenti discriminatori e favoriscono, viceversa, la convivenza egualitaria nelle diversità. Va sottolineato quanto questo genere di abilità relazionali siano oggi decisive per affrontare adeguatamente, da cittadini e cittadine consapevoli, le sfide di una scuola e di una società sempre più complesse e ricche di opportunità, ma anche sempre più attraversate da divisioni, diseguaglianze, conflitti e rischi di violenza.

Non minor impegno ha richiesto il conseguimento di finalità più squisitamente didattiche mirate sia alla valorizzazione del Liceo Economico Sociale come modello pedagogico idoneo alla formazione del “cittadino” attivo, consapevole e aperto alle trasformazioni in atto in una società sempre più globalizzata, sia alla promozione della mobilità studentesca come strumento privilegiato per l’internazionalizzazione del piano degli studi. Il progetto di scambio con Nanchino ne è stata la dimostrazione concreta. Avviato nel 2017 durante la Giornata dell’Internazionalizzazione del LES, a cui prese parte il Dottor Luo Ping, rappresentante dell’Ufficio Cultura dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, ed effettuato nel 2018, l’iniziativa ha visto il coinvolgimento di più soggetti istituzionali italiani e cinesi, interessati all’internazionalizzazione come strategia comune intesa a valorizzare attività di alto spessore culturale. Dalla loro interazione sono scaturite le giuste sinergie che hanno consentito la pianificazione e realizzazione di uno scambio molto articolato in quanto esteso a più Licei Economico Sociali del territorio nazionale - IIS “Paolo Frisi” di Milano; IISS “Fabio

Besta” di Milano, Liceo Statale “L. Stefanini” di Mestre, Liceo Statale “Fogazzaro” di Vicenza, Liceo Scientifico Statale “M.Fanti” di Modena, Liceo “Vittoria Colonna” di Roma. Ciascun gruppo di studenti è stato accompagnato da un proprio docente, e tutta la delegazione è stata coordinata dalla Prof.ssa Giulietta Breccia, referente per le Attività di Internazionalizzazione della Rete e figura di contatto con le varie Istituzioni cinesi. Significativa è stata la partecipazione dell’Ispettore tecnico MIUR Giovanna Barzanò, in rappresentanza della Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema scolastico nazionale, la quale, in più occasioni, ha tenuto a sottolineare la rilevanza dell’iniziativa in termini di impegno culturale nella cooperazione educativa internazionale. Sono stati coinvolti anche il Consolato Italiano in Shanghai e l’Istituto Italiano di Cultura in Shanghai. Molto attive sono state anche le Autorità Cinesi di contatto, in particolare l’Agente di collegamento Prof. Xie Kemin, Direttore dell’Ufficio di Nanchino presso il Centro per gli Scambi Internazionali di DongFang China e i Dirigenti scolastici, Zhou Schidong della Nanjing Jingling High School e Guo Qijun della Nanjing Ninghai Middle School.

Gli studenti e gli insegnanti cinesi, a loro volta, hanno avuto l’opportunità di essere ospitati dai loro partner in Italia, in spirito ci reciprocità, con l’obiettivo appunto di superare stereotipi e pregiudizi e promuovere un’attitudine positiva verso la cooperazione necessaria per una coesistenza pacifica.

Queste interessanti esperienze sono state ovviamente realizzate prima della pandemia il cui irrompere nel marzo 2019 ha causato il congelamento di un nuovo progetto di scambio con la Cina in via di realizzazione, che tuttavia, grazie all’impegno delle scuole italiane e cinesi coinvolte, ha visto la prosecuzione attraverso modalità e-twinning. Le conseguenze della diffusione del virus a livello globale sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in termini di relazioni umane la cui carenza ha reso ancor più evidente quanto sia indispensabile continuare ad insistere sull’Educazione alla Cittadinanza Globale nell’ottica dell’Agenda 2030.

In attesa di potersi nuovamente incontrare si continuerà a comunicare a distanza servendosi di quelle tecnologie che consentono di mantenere relazioni e contatti seppur non in presenza. E’ così che la Cittadinanza si arricchisce della dimensione digitale, già presente nelle Raccomandazioni Europee del 2006 e del 2018. Non si può non riconoscere infatti come tale competenza sia sempre più centrale per una cittadinanza attiva e consapevole e come la diffusione delle tecnologie dell’informazione e comunicazione e la capillare disponibilità di connessione alla rete abbiano modificato lo scenario della nostra quotidianità e le modalità per esercitare la cittadinanza.

Il mondo della scuola ne è perfettamente consapevole dopo aver sperimentato per quasi un anno la DaD: docenti e studenti vanno dunque formati per utilizzare al meglio, in modo critico e consapevole la rete e i media, per esprimere e valorizzare se stessi utilizzando gli strumenti tecnologici in modo autonomo e rispondente ai bisogni individuali, e soprattutto per essere cittadini competenti del contemporaneo.

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