Forexeliteweek 2/13

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Anno 1 n. 2

MAGAZINE ECONOMIA FINANZA 16 FEBBRAIO 2013

FOREXELITEWEEK



In questo numero

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3 Berlino contro Draghi 4 Svizzera - USA: è Facta 5 Con l’euro forte Germania debole. O no? 6 La crisi francese 6 Von Freyber allo IOR 7 Il debito privato degli svizzeri 9 Le nostre performance


BERLINO CONTRO DRAGHI La stampa tedesca attacca il governatore della BCE Lo

scandalo MPS alimenta sulla stampa conservatrice tedesca una campagna anti Draghi, ideatore di un sistema bancario ombra e fautore una politica monetaria troppo tollerante. Riusciranno a farlo fuori? Come capo della Banca d'Italia il presidente BCE Mario Draghi ha gettato le basi per un sistema bancario ombra sotto la guida delle banche centrali. Un sistema creato principalmente per proteggere dal fallimento e dalla nazionalizzazione le banche commerciali e i loro proprietari, tutto a spese del contribuente europeo. La BCE e il suo presidente Draghi stanno scivolando sempre più in basso nel vortice creato dallo scandalo Monte dei Paschi (MPS). Si è recentemente saputo che Banca d'Italia nell'ottobre 2011, ancora sotto la guida di Draghi, ha concesso a MPS un prestito da 2 miliardi di euro garantito da titoli, senza aver informato né l'opinione pubblica né il Parlamento. L'affare ha condotto a un salvataggio segreto di MPS da parte di Banca d'Italia. Le perdite sui derivati e quelle dovute al prezzo troppo alto pagato per Banca Antonveneta avevano portato la banca di Siena in una crisi di liquidità, quindi non aveva alcuna possibilità di procurarsi denaro presso la BCE, in quanto non disponeva di titoli idonei per il rifinanziamento. La banca centrale italiana è entrata in azione. Ha trasferito sul proprio bilancio prestiti e garanzie ipotecarie di dubbio valore e in cambio ha fornito titoli di stato italiani molto più liquidi per un valore di 2 miliardi di euro.

Con i titoli di stato MPS è stata in grado di procurarsi 2 miliardi di liquidità presso la BCE. In questo modo la banca fondata nel 1472 si è adeguata ai tempi. Anche per l'ultimo degli scettici dovrebbe essere ormai chiaro: Banca d'Italia sotto la guida dell'allora presidente Draghi sapeva molto bene della difficile situazione in cui si trovata la terza banca italiana, ma è probabile che ne fosse a conoscenza anche l'allora presidente della BCE Jean Claude Trichet. Secondo il direttore generale Fabrizio Saccomanni, transazioni simili sono state fatte dalle banche centrali nazionali in tutta Europa, in segreto e a spese del contribuente europeo. Infatti è proprio lui che garantisce per i crediti di dubbia qualità delle banche commerciali che finiscono nei bilanci delle banche centrali. Di fatto le banche in difficoltà a porte chiuse possono scaricare sulle banche centrali crediti spazzatura e in cambio ottenere titoli di stato, i cui interessi vengono pagati dal contribuente.

Con la transazione fra MPS e Banca d'Italia Draghi ha gettato le basi per un sistema bancario ombra sotto la guida delle banche centrali nazionali. Un sistema progettato principalmente per proteggere le banche commerciali e i loro proprietari dal fallimento e dalla nazionalizzazione, tutto a spese del contribuente. Questo è il vero scandalo. Il governo tedesco punta a far capitolare Draghi e insediare al suo posto un governatore più teutonico. Così, si spalancherebbero le porte di Palazzo Chigi che, come già anticipato nel nostro articolo del 15 gennaio scorso, vedrebbero varcare Mario Draghi nel ruolo di Presidente del Consiglio, nel governo che nascerà non dalle elezioni del 24/25 febbraio, ma da quelle immediatamente successive.

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SVIZZERA E USA: E’ FACTA Siglato l’accordo sulla tassazione dei conti esteri tra Confederazione Elvetica e Stati Uniti È

fatta. Facta, gli accordi elaborati da governo degli Stati Uniti in ambito fiscale, sono stati siglati con la Svizzera. Come riportato da Ticino Finanza, ad apporre la firma sui trattati sono stati il segretario di Stato Michael Ambühl e l'ambasciatore degli Stati Uniti, Donald S. Beyer dopo il via libera rilasciato ieri dal Consiglio federale al Dipartimento federale delle finanze (DFF) di procedere con la alla sottoscrizione. L'Accordo, parafato il 3 dicembre scorso, prevede agevolazioni nel quadro dell'attuazione della normativa FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act). All'atto della sottoscrizione viene pubblicato il tenore dell'Accordo. Ora manca solo l'approvazione alle Camere federali ed eventuale referendum facoltativo. Tuttavia la Svizzera non ha troppa scelta: poiché gli Stati Uniti applicheranno progressivamente la normativa FATCA dal 1° gennaio 2014, gli istituti finanziari svizzeri sono obbligati ad applicare la normativa FATCA a prescindere dal fatto che la Svizzera concluda o meno un accordo con gli Stati Uniti se non vogliono essere esclusi dal mercato dei capitali americano. Con questi accordi, l'obiettivo degli Usa è imporre una tassazione sui conti che le persone assoggettate a imposta negli Stati Uniti detengono all'estero ed esige che gli istituti finanziari esteri concludano con l'Internal Revenue Service un accordo che li obblighi a notificare i conti statunitensi identificati.

Nei casi di gravi errori nell'applicazione l'IRS può presentare domande d'informazioni agli istituti finanziari interessati, in merito alle quali deve informare le autorità svizzere. FATCA permette agli istituti finanziari svizzeri di scambiare informazioni con l'IRS e consente loro agevolazioni nell'applicazione. L'Accordo garantisce che i conti detenuti da cittadini statunitensi presso istituti finanziari svizzeri vengano notificati alle autorità fiscali statunitensi con il consenso del titolare del conto o in virtù dell'assistenza amministrativa mediante domande raggruppate. Senza il consenso del titolare del conto, le informazioni non vengono fornite automaticamente, bensì scambiate solo in base alla disposizione sull'assistenza amministrativa contenuta nella convezione per evitare le doppie imposizioni. L'Associazione svizzera dei banchieri, ha dichiarato, in una nota, di aver accolto con favore la firma del trattato FACTA tra la Svizzera e gli Stati Uniti

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CON L’EURO FORTE GERMANIA DEBOLE. O NO? Record di esportazioni nel 2012 per la Germania A lcuni

fra i più noti politici ed economisti sostengono che la Germania sta risentendo della crisi europea. Infatti, secondo questi eccelsi pensatori, i tedeschi non esporterebbero più i loro beni nei paesi europei a causa della crisi e non riuscirebbero a esportare nemmeno nei paesi extra euro a causa della sopravalutazione della moneta unica. Da ciò, i pensatori di cui sopra vorrebbero trarne godimento, perché vedrebbero abbattersi gli starli di Giove sulla nazione e il governo (Merkel) che, secondo loro, è la causa di tutti i mali. Non tengono conto, però, di due cose, ossia che se un paziente è malato la causa della sua malattia sta, il più delle volte, nella sua vita dissoluta (ovvero quella dei vari governi che si sono succeduti) e non certo nel medico che l’ha diagnosticata e in secondo luogo, nei dati economici sulla bilancia commerciale del 2012. Questi dati, per la Germania mostrano un sostanziale pareggio con l'Eurozona, una forte crescita delle esportazioni verso i paesi non EU, e un gigantesco avanzo commerciale. Nel 2012 la Germania ha esportato merci per un valore di 1097,4 miliardi di Euro e importato merci per un valore di 909,2 miliardi di Euro. Secondo i dati dell'ufficio statistico (Destatis) nel 2012, rispetto all'anno da record 2011, le esportazioni sono cresciute del 3.4% e le importazioni dello 0.7%.

Il saldo commerciale del 2012 è stato pari a 188.1 miliardi di euro, il secondo più alto di sempre dall'avvio delle rilevazioni statistiche del 1950. Nel 2011 il saldo commerciale estero era stato positivo per 158.7 miliardi di euro, mentre l'avanzo più grande di sempre è stato raggiunto nel 2007 con un valore di 195.3 miliardi di Euro. Insieme al saldo della bilancia dei servizi (-6.7 miliardi), dei redditi da capitale e da lavoro (+51.8 miliardi), dei trasferimenti correnti (+37.1 miliardi di euro), e il completamento del commercio estero ( -29.2 miliardi di euro), secondo i calcoli preliminari della Bundesbank le partite correnti nel 2012 sono state positive per 166.9 miliardi di euro. Nel 2011 le partite correnti tedesche erano state positive per 147.2 miliardi di euro.

Nel 2012 sono state esportate verso i paesi EU merci per un valore di 625.7 miliardi di euro e acquistate merci per un valore di 577,1 miliardi di euro. Rispetto al 2011 le spedizioni verso i paesi EU sono scese dello 0.3 %, mentre le importazioni da questi paesi sono cresciute dello 0.9 %. Nei paesi della zona euro nel 2012 sono state esportate merci per un valore di 411.9 miliardi di euro (-2.1%) e importate merci per 404.2 miliardi di euro (+0.7%). Nei paesi EU che non appartengono alla zona euro, sono state spedite merci per un valore di 213.8 miliardi di euro (+3.3%) e importate merci per un valore di 172.9 miliardi di euro (+1.4 %). Nei paesi non EU (paesi terzi) nel 2012 sono state esportate merci per 471.7 miliardi di euro e importate merci per un valore di 332,1 miliardi di euro. Nel 2012, rispetto all'anno precedente, l'export verso i paesi terzi è cresciuto dell'8.8% e l'import dello 0.4%. Meditate gente, meditate. 5


LA CRISI FRANCESE

VON FREYBER ALLO IOR

Era datato 11 gennaio l’articolo che scrivemmo sulla situazione francese e che qui riportiamo

Un tedesco al governo della Banca Centrale del Vaticano. E come lo hano scelto?

La,

presunta, seconda economia europea è in caduta libera, continua a perdere competitività e non fa nulla per fermare questa picchiata. La nazione che è stata artefice dell’iniziale successo dell’euro, grazie a Francois Mitterand, che nel 1989 persuase Helmut Khol a favorire l’unione monetaria in cambio del suo supporto alla riunificazione delle due Germanie, sta ora mostrando preoccupanti segni di cedimento. La Francia soffre più di ogni altro membro dell’eurogruppo relativamente alla competitività produttiva di auto, acciaio, abbigliamento ed elettronica, con costi di produzione troppo alti rispetto ai concorrenti asiatici ed europei inclusi Spagna e Italia, con una rilevante caduta delle esportazioni e, di conseguenza, della produzione. Alla luce di ciò, è proprio la Francia e non la Spagna e la Grecia a minacciare la stabilità dell’eurozona, che vede aggravarsi la sua situazione anche dal marcato rialzo dell’euro sulle altre valute. In definitiva sta capitando ciò che è già capitato a Spagna e Italia, con la differenza che in questi paesi sono state adottate misure correttive, anche se molto discutibili (almeno in Italia), mentre la Francia non sta facendo proprio nulla per raddrizzare la barra così, tra breve, questo declino comporterà anche la crisi delle entrate fiscali. Come si possa essere ottimisti sulla fine della crisi, alla luce di ciò, è proprio stupefacente, soprattutto quando Junker dichiara che il peggio deve ancora venire (da forexelite.it

Classe

1958, membro del del Sovrano Ordine Militare di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta e affermato avvocato finanziario. Questo è il breve ritratto del nuovo presidente dell'Istituto per le Opere Religiose, Ernst von Freyberg. Un curriculum denso, quello del tedesco, cofondatore della Dc Advisory Partners, analista presso Three Cities Research tra l'altro fervente cattolico impegnato nell'organizzazione di pellegrinaggi a Lourdes. Ed è alla luce di queste qualifiche che la società Spencer & Stuart lo ha selezionato come capo dello Ior al posto di Gotti Tedeschi. La notizia è stata comunicata dall'agenzia di stampa italiana Adn Kronos, dopo la smentita, da parte di padre Federico Lombardi, dei rumors che indicavano il belga, Bernard De Corte, come nuovo incaricato. Lo svizzero René Bruelhart , finora direttore dell'autorità d'informazione finanziaria dello Stato Pontificio, è stato invece nominato advisor finanziario alle dirette dipendenze del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. Salta subito all’occhio come la Stato Pontificio utilizzi un società di head hunter per asseganre il posto di comando di una banca e non usi la “prassi politica”, come sono avezzi fare nella nazione confinante: l’Italia.

11 gennaio 2013) 6


IL DEBITO PRIVATO DEGLI SVIZZERI I prudenti svizzeri sono tra i più indebitati al mondo in campo ipotecario. Il rischio è l’esplosione di una bolla immobiliare Secondo la Banca nazionale svizzera (BNS), l'importo totale dei crediti ipotecari ha raggiunto a fine 2012 il livello record di 614,244 miliardi di franchi, pari al 103,6 per cento del prodotto interno lordo (Pil) annuo. Una cifra che non ha praticamente eguali al mondo. Soltanto i Paesi Bassi presentano infatti un tasso superiore (107,1 per cento). Tra i paesi altamente indebitati si possono citare anche gli Stati Uniti (76,5 per cento) e la Spagna (64). Altrove, questo tasso è inferiore al 50 per cento. Un forte indebitamento non è tuttavia preludio di una catastrofe. «Le cifre sono senza dubbio impressionanti, ammette Philippe Thalmann, professore di economia al Politecnico federale di Losanna ed esperto di mercati immobiliari. L'importo totale dei debiti ipotecari rappresenta un debito di circa 250'000 franchi per alloggio. Una cifra che rappresenta però meno della metà del valore degli alloggi, che è in media di 600'000 franchi. I prezzi dovrebbero essere divisi per due prima che la situazione si faccia davvero preoccupante per l'insieme dei proprietari». Ciò non toglie che questa classifica può provocare qualche brivido . Lo scorso anno, nei Paesi bassi è scoppiata una bolla immobiliare; gli Stati Uniti sono stati colpiti dalla crisi dei subprimes;

la Spagna paga le conseguenze di un mercato immobiliare disastrato. Anche la Svizzera, dunque, non può dirsi al riparo da cattive sorprese. E questo malgrado le condizioni attuali (tassi ipotecari bassi, forte richiesta di appartamenti, congiuntura economica favorevole) restino buone. Le autorità svizzere sono coscienti dei rischi e lanciano un appello alla prudenza. Nel febbraio 2012, il gruppo di lavoro "Stabilità finanziaria" del Dipartimento federale delle finanze (DFF) scriveva in un rapporto sulla "Vigilanza macroprudenziale in Svizzera": «Un tasso di indebitamento elevato espone le economie domestiche ad alcuni rischi, come quello di un aumento notevole dei tassi di interesse. La diminuzione del valore venale in caso di crescita dei tassi potrebbe destabilizzare il mercato immobiliare nel caso in cui un numero importante di economie domestiche non riuscisse più a gestire questi debiti. Bisogna dunque evitare di incoraggiare una politica finanziaria che stimoli in un qualche modo un indebitamento eccessivo».In un altro documento (L’évolution du marché immobilier suisse et le rôle de l’État), il DFF sottolinea come «un aumento rapido dei tassi di interesse può sfociare in situazioni critiche. Questo accade, ad esempio, quando vi è una correzione dei prezzi immobiliari e un numero importante di debitori ipotecari fa fatica a pagare. I problemi rischiano allora di propagarsi alle banche e perfino a tutto il sistema finanziario.

Ciò potrebbe esigere, nel peggiore degli scenari, un intervento costoso da parte dello Stato». Anche altre autorità – la BNS, il governo e l'Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) – hanno espresso a più riprese i loro timori a questo proposito. Il sistema fiscale svizzero presenta anch'esso una particolarità che favorisce l'indebitamento. Nella maggior parte dei cantoni, il proprietario è tassato sul valore locativo del suo bene. Si tratta di un reddito fittizio corrispondente alla pigione che, in caso d'affitto, il proprietario potrebbe incassare. «Dal punto di vista della teoria fiscale, la tassa sul valore locativo è una buona misura, ritiene Philippe Thalmann. Permette una parità di trattamento tra il proprietario che utilizza il suo alloggio e colui che lo affitta. Di fatto, il proprietario-affittuario, che riceve i soldi della pigione, deve dichiarali come reddito al fisco». In cambio dell'imposta sul valore locativo, il proprietario può dedurre dalla sua dichiarazione fiscale gli interessi che paga sul suo debito ipotecario e le spese di mantenimento dell'immobile. Quindi, da un punto di vista fiscale, una persona ha interesse a mantenere un debito e a pagare gli interessi, in modo da poter compensare il valore locativo. 7


Per limitare i rischi, le autorità hanno già incitato le banche a rafforzare le misure di autoregolazione nell'attribuzione dei prestiti ipotecari (vedi articolo a fianco). Queste nuove misure sono entrate in vigore il 1° luglio 2012. Il freno all'indebitamento potrebbe anche passare attraverso la soppressione degli incentivi finanziari. Ma si tratta di un lungo processo. «Gli sforzi compiuti per rivedere il sistema di tassazione della proprietà non hanno portato i frutti sperati in passato. Negli ultimi 13 anni, tre progetti sono stati respinti in votazione popolare, che proponevano di modificare – ciascuno a modo suo – l'imposta sul valore locativo», ha ricordato di recente il governo svizzero. Alcuni studi hanno constatato segnali di una possibile bolla immobiliare in diverse regioni della Svizzera. Questa diagnosi non è condivisa da tutti; tuttavia, le autorità chiedono prudenza alle banche, perché tendono a concedere prestiti troppo generosamente I prezzi dell'immobiliare sono alle stelle. Su scala nazionale, gli esperti stimano che il mercato si sia apprezzato del 30% circa negli ultimi dieci anni. Nei grandi centri, questo aumento è ancora più forte. Ginevra detiene il record: secondo lo studio Wüest & Partner, che valuta ed analizza il mercato immobiliare, l'aumento è stato del 136% circa.

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LE NOSTRE PERFORMANCE L’applicazione del nostro sistema di trading ha fruttato un guadagno del 210% nel 2011 e del 300% nel 2012

EQUITY 2011

Abbiamo cominciato nel 2011 a mettere in pratica il sistema di trading progettato da Forex Academy, impiegando un capitale iniziale di 5000 euro. Il sistema opera in base allo swing trading, senza l’ausilio di alcun indicatore. I seganli di ingresso derivano dall’osservazione dei pattern che si formano sui grafici di prezzo in concomitanza con le svolte di mercato.

16.370,65

La prima operazione è stata eseguita il 30 giugno 2011 sul cross eur/jpy in buy e chiusa il primo luglio con un guadagno di 20 pips, pari a 170,38 euro. Per ragioni di praticità l’abbiamo contabilizzata come se fosse stata eseguita nel mese di luglio. I risultati ottenuti dal primo luglio al 31 dicembre 2011 sono i seguenti: operazioni totali n. 152; media operazioni mensili n. 25.33; max. operazioni in un mese, n. 37 luglio; min. operazioni in un mese, n. 13 ottobre; totale operazioni in guadagno n. 138; totale operazioni in perdita n. 14; totale guadagno lordo 12133,45 euro; swap (1424,21); guadagno netto 10709,24 euro; ROE 214,18%; guadagno medio netto per operazione (10709,24/138)= 77,603 euro; perdita media per operazione (3123,96/14)= 223,14 euro; Trade positivi 90,79%.

11.721,56

17.133,45

12.505,73

9.964,75 8.399,83 5.000

Giugno

Agosto

Ottobre

Dicembre


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EQUITY 2012

31669,41

31919,96

Euro

24302,59 20508,41 17632,44 13440,32

20720,04

18959,13

14386,03

11481,82 8928,73 6816,2 5000

Gen

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Ott

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