Look Rovigo n39

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Moda

sea circus

la collezione atlantis di sergei Grinko

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Tendenze

WAteRWoRd, lA modA mARinA

Arte

il divisionismo CHe emozionA

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le Città di PRimAveRA e i ResoRt PeR tutto l’Anno

Mostre

vanitè vintage

i gRAndi mAestRi del noveCento


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DEFENCE SUN Modalità per una corretta esposizione al sole: applicare sulla pelle prima di esporsi al sole e rinnovare frequentemente l’applicazione. Evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde. Tenere neonati e bambini piccoli lontano dalla luce diretta del sole. *Anche contenuti residuali di nickel possono creare, in particolare nei soggetti predisposti, reazioni allergiche o sensibilizzazioni. Quindi ogni lotto è analizzato per garantire un contenuto di nickel inferiore a 0,00001%.

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editoriale | LOOK

In cucina sì, ma digitali e smart sempre questione di spazio e di dimensioni. Di misure, insomma. Ebbene, mi guardo intorno e mi chiedo: quanto spazio occupa internet nella nostra vita? Tempo d’ufficio a parte, basta partecipare ad una riunione, ad un convegno ma anche passeggiare al parco e sicuramente noteremo ac accanto a noi qualcuno connesso alla rete. Chi twitta,, chi aggiorna il proprio profilo Facebook,, chi partecipa ad un forum o legge gli ultimi lanci di agenzia. Sono sempre di più coloro che vivono always connected grazie anche ai mezzi a disposizione: ormai un naturale compendio dell’uomo e la donna digitali. Cellulari di ultima generazione e tablet sempre più sofisticati vanno a ruba e l’80% di chi li usa dichiara di non poterne fare a meno. È davvero touch mania, tanto che l’ultima notizia sull’argomento che ha fatto il giro del mondo fotografava numeri da capogiro: tre milioni i nuovi iPad venduti nelle dieci nazioni “day one” in quattro giorni. Anche in Italia si sono formate le classiche lunghe file fuori dagli esercizi commerciali e le donne erano numerosissime. Le italiane sono curiose, sono trend setter e amano le nuove tecnologie più delle altre europee. A dirlo sono i dati dello studio Woman of Tomorrow di Nielsen da cui emerge che sono molto attive su social network, 51%, (circa 20 punti percentuali in più rispetto a Germania e Francia) e blog (prime in Europa con il 35%), dati che fotografano la predilezione verso la socializzazione, il consiglio e il passaparola. Dallo studio emerge però un profilo di donne italiane ancora legate a stereotipi tradizionali e, ancor peggio, rassegnate al ruolo di ’regina della casa’. Non mancano, per fortuna, curiose contraddizioni che mettono in discussione questa iconografia: in cucina sì, ma digitali e smart. Tante ladies and girls giocano in rete con i social network, scrivono righe di diario, commentano notizie di altri e taggano foto. Poche sfruttano la rete per farla diventare anche una fonte di conoscenza e di reddito. Non c’è da stupirsi, dunque, se poco più di un mese fa, per la giornata internazionale delle donne, Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile della politica digitale dell’Ue, ha sottoscritto la Dichiarazione “Donne Digitali” invitando tutte le

donne a fare lo stesso. La tecnologia, ha sottolineato la Kroes, non dovrebbe essere confinata al mondo maschile e i nostri guru ed eroi tecnologici non possono essere soltanto uomini. “Il 2012 - ha dichiarato - è l’anno in cui Internet si pone al centro della nostra vita, non soltanto dal punto di vista economico e sociale, ma anche da quello politico. Ma per poter sfruttare appieno le proprie potenzialità, la rete e il mondo digitale devono tener maggiormente in considerazione i talenti, gli interessi e il potere d’acquisto delle donne”. Rispondere a questo appello in modo concreto sarebbe un modo per dominare e condurre la rete attraverso i nostri occhi, verso i nostri scopi. Oggi il vero pericolo è che siano invece i social media ad insinuarsi dentro di noi al punto da creare delle dipendenze, da indurre il nostro sguardo non a vedere ma a selezionare della vita reale solo quel che val la pena di pubblicare in bacheca… Un’immagine dietro un paravento che tende ad eliminare l’inaccettabile. E a guardar bene: che cosa sono queste tavolette magiche che ci portano verso altri mondi, con altri nomi e personalità se non degli specchi seducenti? Strumenti che, come avrebbe detto Milan Kundera, soddisfano “il bisogno di guardarsi allo specchio della menzogna che abbellisce”. Che cosa andiamo cercando se niente è più bello ed appassionante della vita reale?

di Germana Urbani · >look@promomedia.it< >www.lookmagazine.it< >germana@lookmagazine.it<

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SEA CIRCUS

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ALTAROMA HAUTE COUTURE

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WATERWORD, LA MODA MARINA

Arte

IL DIVISIONISMO CHE EMOZIONA

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LE CITTÀ DI PRIMAVERA E I RESORT PER TUTTO L’ANNO

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I GRANDI MAESTRI DEL NOVECENTO

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n° Trentanove · 2012 Autorizzazione del Tribunale di Torino n° 5995 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti n° RM2005C006957 del 22/12/2005 Periodicità mensile · TUTTI I DIRITTI RISERVATI Look Magazine è un marchio registrato di proprietà di

d a l 1980 so l o ca m i ce u om o a n c h e s u m i s u ra

Edito da:

gIVE EMoTIonS srl Via Svezia 9 · 35127 Padova · tel 049 870 4884

direTTore responsabile germana Urbani

CoordinamenTo ediToriale Valeria Marcato

redazione germana Urbani, ornella Jovane

Pa dov a vi a U m bert o I, 80 04 9 875 09 05 Ca mp os a m p ie ro ( p d) c . R ialt o, 34 04 9 579 37 65 E s t e ( p d) vi a Mat t eot t i, 10 04 29 604 353 P i o ve di Sa cco ( p d) vi a G aribaldi, 32 049 212 56 64 Za nè ( v i) vi a A . Man z on i, 119 0445 362 350 N oa l e ( v e ) vi a G . Tem pest a, 18 041 580 10 54 b ran do c a m icie @l ibe ro . i t

Hanno CollaboraTo Lucrezia Argentiero, Claudio Capovilla, Andrea Chemelli, Chiara Corridori, Maurizio Fantini, Isa grassano, Maria grilli, Maria Valeria Marcato, Manuela Mezzetti, Barbara Molinario, Alessandra Piubello, Federica Rossi, Viviana Segantin, germana Urbani

grafiCa Studio grafico Promomedia >grafica@promomedia.it<

supervisor Matteo Pavanello >matteo@lookmagazine.it<

sTampa Q&B grafiche Via 1 Maggio · 35035 Mestrino (Pd) Tel. 049 9002650 · Fax 049 9004454 >info@qebgrafiche.com< · >www.qebgrafiche.com<

redazioni loCali padova - venezia - Treviso rovigo - verona Promomedia Communications tel. 049 8704884 >look@promomedia.it< bologna Promomedia Communications numero Verde 800 46 50 40

pubbliCiTà padova - venezia - Treviso rovigo - verona Promomedia Communications via Svezia, 9 · Padova · tel. 049 870 4884 bologna Promomedia Communications numero Verde 800.46.50.40


Mostra promossa, ideata e organizzata da:

con la collaborazione di:

Patrocinio: CON L’ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Provincia di Padova

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Pa l a z z o d e l l a R a g i o n e - Pa d o v a dal 24 marzo al 15 luglio 2012

DE CHIRICO, FONTANA E I GRANDI MAESTRI DEL ‘900 Un secolo tra realtà e immaginario Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00. Venerdì dalle 9.00 alle 23.00 | call center 049 820 50 06

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LOOK | sommario

10 >> accade in italia 13 >> visto per voi tocchi di emozione

17 >> mostre de chirico, Fontana e i grandi maestri del novecento 20 >> il crucilibro

val sempre la pena partire?

22 >> libri di vino tommasi, la Forza della Famiglia 24 >> benessere benessere e bellezza possono essere solidali? 28 >> pollice verde

le piante si risvegliano rigogliose

30 >> marketing e comunicazione la cultura dà prestigio all’azienda 32 >> intervista il talento di caterina 39 >> hotel & resort Falkensteiner hotels & residences 43 >> gioielli regina di ieri, di oggi e di domani

46 >> sea circus

59 >> altaroma altamoda

immagini e pensieri degli stilisti di haute couture

64 >> vintage vanitè vintage

71 >> stilista

gigi monti, la rivoluzione di basile

76 >> luoghi da scoprire istria: una terra di piaceri 79 >> viaggi

città di primavera

85 >> di vino anteprima bardolino 2012 86 >> enogastronomia cena dei tre gamberi & al devero

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46 >> tendenze sea circus

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I GRANDI MAESTRI DEL NOVECENTO

>> in copertina photographer maurizio fantini model geisi lima - freelance model agency


uno spazio di emozioni...

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BLOCCO 40 CENTERGROSS, BOLOGNA

Nato dal recupero di una vecchia fabbrica, senza alterare le caratteristiche originali dell’ambiente, lo STUDIO40 è soprattutto un luogo emozionale. Una location creativa per dare forma ad eventi, sfilate, set fotografici, mostre d’arte.

OPEN I’S Raffaella Marani - raffaella@openis.it - 3481209181 - info@studio40bo.com - 333 9591141


accade in italia

LOOK | agenda

Benvenuta Primavera: un week end dedicato a fiori, arte, storia

Floreali follie - L’arte del far di cappello con i fiori: questa una delle tante curiosità che accoglierà i visitatori di Fiori nella Rocca, raffinata mostra mercato di piante rare allestita nella straordinaria cornice della Rocca visconteo-veneta di Lonato del Garda (Brescia). Giunta alla sua quinta edizione, la manifestazione si terrà sabato 14 e domenica 15 aprile 2012 nei grandi spazi racchiusi dalle possenti mura medievali del castello di Lonato, dichiarato nel 1912 Monumento Nazionale, da cui si gode un’impareggiabile vista sul bacino del basso lago di Garda. Grazie all’idea del Garden Club di Brescia, il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como - all’interno del quale si trova la Rocca - accoglierà i più importanti vivaisti

Emozionarsi in volo

Per chi ama il brivido dell’avventura ed è sempre alla ricerca di una nuova attività all’insegna dell’adrenalina, la primavera e l’estate si fanno davvero emozionanti! Il posto giusto? Le Dolomiti Lucane nel cuore della Basilicata, dove un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, permette di provare un’esperienza unica: il Volo dell’Angelo. Qui ben ancorati ad un gancio ed in tutta sicurezza, si può provare un’esperienza indimenticabile, lasciandosi librare nel vuoto. Si vola. Sì, si vola per davvero. Abbracciati dal vento, ad un’altezza di 400 metri per oltre un minuto e ad un velocità di 120 chilometri all’ora. Un’emozione unica. Il calendario? Aperto il 1 Maggio e il 2 giugno e tutte le domeniche. Luglio e agosto tutti i giorni. Settembre, fino al 16. I costi? € 35 nei giorni feriali, € 40 le domeniche e i festivi. 10

info: >www.volodellangelo.com< >www.fiorinellarocca.it<


italiani e stranieri, appassionati coltivatori e ricercatori di essenze rare. Fra i molti eventi che animeranno la manifestazione, Floreali follie - L’arte del far di cappello con i fiori (singolare mostra di fantasiosi copricapo ridisegnati in chiave floreale da Giusy Ferrari Cielo, nota insegnante dell’Istituto Italiano Floreale Amatori) e Un Bouquet per la mia casa, lezioni gratuite di composizione floreale, Ogni giardino racconta una storia, incontro con Delfina Rattazzi dedicato alle socie dei Garden Club. La Mostra mercato si coniugherà infatti con il patrimonio storico, artistico e culturale custodito all’interno della Rocca e della sottostante Casa del Podestà, fra le più affascinanti Case-Museo italiane, edificata nel Quattrocento e radicalmente ristrutturata all’inizio del ’900 per volere del senatore Ugo Da Como, che aveva acquisito una serie di antichi edifici ai piedi del castello, per ricostruire e ridare evidenza alla cittadella medievale di Lonato. I visitatori saranno accompagnati alla scoperta delle sue 20 sale, arredate con mobili ed oggetti d’epoca, che racchiudono straordinarie collezioni ed opere d’arte, nonché una Biblioteca ricca di preziosi manoscritti e codici miniati. FIORInellaROCCA. Mostra mercato di piante rare - Lonato del Garda (Brescia) - Rocca Visconteo-Veneta, 14-15 aprile 2012, dalle 9.00 alle 18.00


LO STILE IN OgNI OCCASIONE Uno spazio dedicato alla moda, dove la qualità è un valore accessibile. Collezioni eleganti, dal gusto classico, per vestire di esclusività la propria giornata; ma anche jeans, proposte casual e moda giovane, per i momenti informali e il tempo libero. Capi di qualità capaci di accontentare tutte le esigenze, anche nel prezzo: un vasto assortimento all’insegna dello stile per essere impeccabili in ogni occasione.

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visto per voi | LOOK

Tocchi di emozione A Rovigo una mostra sul Divisionismo mette in primo piano l’uso che fu tutto italiano di separare il colore per esprimere i moti dell’anima. Con tante variazioni della macchia e molte sorprese

acchie, frange e, ancora, filamenti, sempre più materici. “Proto pixel” mai mixati sulla tavolozza ma, invece, passati direttamente sulla tela per creare volti, paesaggi, scenari di natura e di città. Tocchi fuggevoli, minuti, protagonisti di un gioco prismatico (anche un po’ ipnotico) che in Italia ha avuto una dimensione tutta sua, con un’originale e personalissima digressione dal Pointillisme. Così, mentre in Francia sul finire del 1800 Signac e Seurat punteggiavano il Neoimpressionismo sedotti dalle teorie ottiche in voga, qui da noi nasceva il Divisionismo e una scomposizione del colore supportata non tanto dalla “maniacalità tecnica” ricordata da Philippe Daverio a proposito degli artisti d’Oltralpe, quanto dalla voglia di esprimere un comune sentire. Indipendentemente dal soggetto ritratto gli italiani ribaltarono completamente l’interesse alla francese concentrato sulla tec-

nica affidandole il ruolo di veicolo di stati d’animo. Un bel da fare (ieri), soprattutto in quegli anni che preludevano alle avanguardie e che in Italia molto ebbero a che vedere con questioni sociali, sentimenti politici e confini tracciati da verismo e simbolismo. Una bella impresa (oggi) riuscire a rappresentare un fare artistico lungo oltre 30 anni, articolato in una pluralità di contributi che dal 1890 arriva a lambire il Futurismo e i suoi padri fondatori. Ci è ben riuscita la mostra Il Divisionismo (la luce del moderno), che a Rovigo prosegue fino al 24 giugno nelle sale di Palazzo Roverella. L’esposizione ha il compito ambizioso di presentare il movimento nella sua effettiva complessità, recuperando una dimensione nazionale e andando oltre (senza naturalmente prescindere) i grandi capofila come Segantini, Previati e Pellizza da Volpedo. di Chiara Corridori

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LOOK | visto per voi

“Abbiamo proposto una visione corale del Divisionismo, che non può essere inquadrata in una sola regione, ma come dialogo e dibattito di una nazione”, spiega Francesca Cagianelli, curatrice della mostra insieme a Dario Matteoni. Dilatazione dei confini geografici, quindi, oltre il consueto asse lombardo piemontese, per comprendere più regioni dalla Toscana, all’Emilia Romagna, dalla Liguria al Lazio, ma anche più personalità. “Il tributo va soprattutto a una categoria di artisti definiti petit maître che meritavano la giusta considerazione”, aggiunge Cagianelli. Ecco allora sfilare sulle pareti accanto a firme blasonate nomi meno tintinnanti, ma di grandioso talento. Primo fra tutti Plinio Nomellini, decisamente il più eclettico, che ha attraversato i temi sociali, la ritrattistica, la natura, perfetto soprattutto nella rappresentazione del mare, luogo topico del Divisionismo. E poi Llewelyn Lloyd, una rivelazione, con le sue istantanee spesso di un profondo rosso “rubate” a tramonti liguri. Che siano volti, che sia natura o ideologia, il colore scomposto a Rovigo è una pittura delle emozioni, un fare emotivo che spesso incanta per perfezione. Succede soprattutto nella sala dei ritratti (non a caso intitolata alla Psicologia della vita moderna), dove spiccano figure soltanto in apparenza marcate dall’ufficialità. Qui ogni posa è un pretesto per andare nel profondo, a partire dai dettagli fuori schema di Emilio Longoni, per passare alla luce che svela l’animo nel meraviglioso Ritratto di Carlo Rotta (firmato Segantini) o nel Ritratto di scultore Valerio Brocchi (dipinto da Boccioni). Fino ad arrivare addirittura a un aspetto di “superficie” come la veste candida del Ritratto all’aperto di Balla (icona della mostra), al centro del dipinto non per vezzo ma per liberare la luce abbagliante attraverso un sapientissimo gioco di tratteggi cangianti. Un viaggio lungo e impegnativo, quello della mostra rodigina, articolato in dieci sezioni, che riserva piccoli grandi incanti a distanza ravvicinata come la lirica delicatezza di Egloga (a firma Emilio Longoni), la poetica commozione del pentittico L’amore nella vita di Pellizza da Volpedo, i sottofondi emotivi suggeriti da ritmo e sfilacciature dell’Uscita dal teatro di Carrà. E come un infinito piano sequenza il focus sul Divisionismo prosegue qualche chilometro oltre Rovigo, nella Palladiana Villa Badoer, di Fratta Polesine. Qui, come ormai consuetudine per le esposizioni rodigine, il tema pittorico di Palazzo Roverella si declina sul fronte delle arti decorative. Questa volta spetta alle ceramiche di Galileo Chini raccontare il lato più “artscraft” del movimento. Le sue sono opere quasi metalliche per bagliore con echi divisionisti che riflettono lo stesso gusto di irraggiare la luce. Non è un caso se piacevano tanto a Tiffany, che le vendeva in concessione a New York nei primi del Novecento, e al sovrano del Siam, che volle Chini per le decorazioni della Sala del trono.

A destra: Nomellini, I pirati - I corsari del mare Casa fiorita La ninfa rossa Pellizza, L’amore nella vita 14


A sinistra: Lloyd, La vendemmia a manarola Segantini, Ritratto di Carlo Rotta Balla, Ritratto all’aperto Previati, La danza

IL DIVISIONISMO LA LUCE DEL MODERNO fino al 24 giugno 2012 Palazzo Roverella via Laurenti 8/10 · Rovigo tel. 0425 460093 www.mostradivisionismo.it orari feriali: 9.00-19.00 sabato: 9.00-20.00 festivi: 9.00-20.00 chiuso i lunedì non festivi intero € 9

A sinistra e sopra: Chini, Vaso con ramo fiorito Piatto con medusa Coppa in maiolica policroma a lustro Pannello con figura femminile 15


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De Chirico, Fontana e i grandi maestri del Novecento in mostra a Palazzo della Ragione Dal 24 marzo al 15 luglio il “Salone”, lo spazio pensile più grande e affascinante d’Europa, diventa il suggestivo sfondo per una collezione unica, esposta al pubblico per la prima volta. a preso il via il 24 marzo, nella suggestiva cornice di Palazzo della Ragione di Padova, la prestigiosa mostra “De Chirico, Fontana e i grandi maestri del Novecento, un secolo tra realtà e immaginario”. In esposizione, circa 110 opere fra le più belle e preziose dell’arte contemporanea italiana con quadri e sculture di circa sessanta artisti: capolavori di grande valore selezionati dalla collezione Mazzolini, per la prima volta visibili al pubblico; tra questi, Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Luigi Veronesi, Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Mario Sironi, Giuseppe Capogrossi, Virgilio Guidi, Lucio Fon-

tana, Ennio Morlotti, Giò Pomodoro, Piero Manzoni, Enrico Baj. A completare la rassegna, un evento-satellite al Centro Culturale San Gaetano dove sono visibili gratuitamente due opere in marmo nero di Giò Pomodoro: il “Sole Produttore, comune raccolto” e lo “Studio per albero”. Il sindaco Flavio Zanonato e l’assessore alla cultura Andrea Colasio commentano all’unisono questo importante evento del panorama culturale padovano: “Il Novecento, con i suoi tormenti, le contraddizioni e la ricchezza, è stato il secolo che più di ogni altro ha cambiato il modo di vivere dell’umanità. Di quedi Viviana Segantin · info: >www.maestri900.it<

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LOOK | mostre sta evoluzione, la Collezione Mazzolini è testimone attraverso gli occhi e l’espressione degli artisti più importanti dell’arte contemporanea, che hanno interpretato sentimenti e eventi in un modo assolutamente innovativo, decretando una cesura netta con il passato e con millenni di tecnica rappresentativa, pittorica e scultorea. “De Chirico, Fontana e i grandi maestri del Novecento” pone infatti l’accento su realtà e sogno, sull’eredità che quei periodi multiformi hanno lasciato nell’immaginario collettivo. Si tratta di un grande evento culturale, una grande mostra, in cui si potranno ammirare per la prima volta capolavori il cui valore sta anche nell’impatto comunicativo e nella capacità di arrivare direttamente agli strati emozionali di chi li guarda. Un evento valorizzato dal Salone di Palazzo della Ragione, un luogo-simbolo di Padova per come ha saputo coniugare il suo essere al tempo stesso grande opera architettonica, scenario di un ciclo imponente di affreschi e sede dove veniva esercitata la Giustizia. Un vero e proprio centro nevralgico della nostra città”. La collezione Mazzolini, di proprietà della Diocesi di Piacenza-Bobbio, si caratterizza per l’imponenza del suo patrimonio, formato da 872 opere tra dipinti e grafica e 27 sculture di arte contemporanea, suddivisa tra primo e secondo Novecento. Una raccolta eclettica visto che è stata spesso legata a logiche occasionali, dovute alle professioni dei collezionisti e all’incontro con Domenica Rosa Mazzolini, signora piacentina tuttora vivente, che ha donato la collezione alla sua diocesi. La mostra di Palazzo della Ragione, che ne presenta le opere più significative, è stata ideata e organizzata da Gruppo Icat, agenzia di comunicazione

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Giorgio De Chirico, Le Maschere metà anni Sessanta, olio su tela, cm 50 x 40

e marketing di Padova, con il Comune di Padova, assessorato alla Cultura e curata da Lorenzo Respi. La rassegna si pregia dell’”Adesione del Presidente della Repubblica” Giorgio Napolitano, e vanta importanti patrocini: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero dell’Interno, Regione Veneto, Provincia di Padova, Ambasciata Argentina in Italia, Ambasciata Ucraina in Italia, Confindustria Padova, Camera di Commercio di Padova. La mostra, inoltre, offre ai visitatori una piccola emozione in più: la possibilità di ammirare direttamente anche il retro di alcuni quadri, e le fotografie della parte posteriore di altri. “Nei contenuti dell’esposizione, abbiamo voluto osare ed esibire ciò che di solito non si vede: il retro di alcuni quadri, quando questo racconta una storia ed esprime in modo ancor più immediato la speciale umanità degli artisti. - spiega Claudio Capovilla, presidente di Gruppo Icat - Ci sono dediche bellissime, bozzetti, cedolini di concorsi. C’è la storia di quei quadri e delle vite che vi sono ruotate attorno. È una mostra che si sviluppa su molteplici livelli e dimensioni”. La rassegna resterà aperta fino a domenica 15 luglio 2012 con il seguente orario: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, venerdì dalle ore 9 alle 23.


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LOOK | il crucilibro

Val sempre la pena partire? Ci sono viaggi che ci portano lontano anche da noi stessi. Altri che ci riportano dove dovremmo sempre dovuti restare

Irène Némirovsky

Julie Otsuka,

Anita Nair

Rykner Arnaud

Thérèse, giovane donna innamorata

Donne che sposarono una fotografia

Akhila, single quarantacinquenne

Un giovane ebreo ventiduenne

Alter Ego

Bernard, partito volontario nel 1914

Emigranti giapponesi

Il mondo oltre il finestrino

Incredibili atrocità subite da milioni di innocenti ad opera dei nazisti

Location

La Parigi cosmopolita del dopoguerra

Gli Stati Uniti dei primi decenni del Novecento

Un treno che viaggia attraverso l’India

Uno degli oltre 20 vagoni del convoglio 7909 che compie un tragitto di quasi settecento chilometri

Co-Protagonisti

Le grandiose illusioni della Belle Epoque

I bianchi che le discriminano

Cinque donne con cui Akhila condivide lo scompartimento

Duemilacentosessantasei esseri umani. Cento persone per ogni carro merci

Intrigo

Bernard, tornato dalla guerra, non crede più a niente, aspira solo a diventare ricco e per farlo sguazza nel fango parigino. Thérèse lo aspetta sola con 4 figli

Sposate a una fotografia non si sa in quante partirono. Salparono dal Giappone e all’attracco in California le aspettava il marito che, spesso, non era quello della foto

La protagonista realizza il suo sogno: sale su un treno da sola per raggiungere un paesino in riva al mare. Ma qui incontra la vita di altre donne

Un viaggio infernale di tre giorni in treno, iniziato il 2 luglio 1944 dalla stazione di Compiègne, a nord di Parigi, con destinazione il lager di Dachau

Finale

All’attacco di Pearl Harbour, Ci vorrà la rovina finanziaria, Nelle confidenze sussurrate L’arrivo al campo di le donne ormai ambientate la grande guerra, la prigionia durante la lunga notte concentramento diventa, saranno costrette alla e la morte di un figlio perché Akhila cerca una risposta alle per triste paradosso, quasi deportazione. La partenza di Bernard ritrovi la sua anima e domande che la turbano da una liberazione dall’inferno massa lascia i bianchi senza dunque Thérèse quando era bambina vissuto fino al quel momento “schiave”

Eroe - Eroina

Cosa dire del libro

Leggere…

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Un romanzo intenso in cui la storia si intreccia ai sentimenti in modo delicato, in cui un grande amore si salva nonostante tutto

Un inno all’umanità in contrasto con la storia che ci riduce tutti a numeri. Il recupero di una vicenda umana che in pochi conoscono

Irène Némirovsky I falò dell’autunno Adelphi, pp. 240 € 18

Julie Otsuka Venivamo tutte per mare Bollati Boringhieri, pp. 142 € 13

Tradizione e modernità si Un libro che lascia il lettore coniugano fino a toccare sgomento, una testimonianza le corde più recondite del sconvolgente sulla follia che cuore grazie ad una scrittura può catturare gli uomini emozionante

Anita Nair Cuccette per signora Guanda, pp. 332 € 10

Rykner Arnaud Il vagone Mondadori, pp. 152 € 10

di Germana Urbani · info: >adelphi.it< >bollatiboringhieri.it< >guanda.it< >librimondadori.it<



LOOK | libri di vino

Tommasi: in un libro la storia dell’azienda vitivinicola veronese “Tommasi. La forza della famiglia”, curato dai giornalisti Lucio Bussi e Maria Teresa Ferrari, racconta i 110 anni della famiglia di viticoltori della Valpolicella classica. artendo dal 1902, quando il capostipite della famiglia, Giacomo Battista Tommasi, fece costruire le prime tre botti da 50 ettolitri, il libro narra le vicende di quattro generazioni raccontando la crescita e lo sviluppo di quella che è diventata una delle famiglie più rilevanti del vino nel panorama veronese e nazionale. Il fondatore Giacomo ha avuto l’intuizione di dedicarsi al vino quando tutta l’Europa stava vivendo anni particolarmente positivi e di riscoperta dei piaceri della vita, la Belle Époque, che anche a Verona ha avuto un momento di particolare vivacità. Due dei suoi figli, Alfonso e Angelo, hanno consolidato l’aspetto vitivinicolo dell’azienda negli anni difficili delle vicende belliche della metà del Novecento, fino ad arrivare alla terza generazione - formata dai cugini-fratelli Sergio, Ezio, Franco, Dario - che negli anni Settanta ha determinato un passaggio fondamentale verso i mercati internazionali, facendo crescere nel contempo le superfici vitate dell’azienda. Il principio su cui la famiglia Tommasi si è sempre basata è quello di produrre vini di alta qualità con uve ottenute esclusivamente nei propri vigneti, vinificati nelle proprie

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di Alessandra Piubello

cantine e distribuiti dalla propria rete vendita. Tra questi spicca l’Amarone, il vino simbolo della Valpolicella, di cui Tommasi è uno degli ambasciatori nel mondo. Una linea guida che ha consentito all’azienda, con l’ingresso della quarta generazione, di arrivare al “progetto 1997” e consolidarsi ulteriormente con l’acquisizione di nuovi vigneti nelle aree più vocate della Valpolicella classica e nella Maremma toscana. Oggi l’azienda conta 135 ettari di vigna nelle zone doc veronesi di cui 95 nella Valpolicella classica e 90 nelle vicinanze di Pitigliano in Toscana. L’azienda produce oltre un milione di bottiglie. Vanta un’ importante presenza nel mercato italiano ed esporta in una sessantina di Paesi nei 5 continenti, con presidi particolarmente forti nel nord Europa, negli Stati Uniti e in Canada e una presenza significativa nei mercati asiatici. Negli anni Novanta la famiglia, che ha sempre avuto un’attenzione particolare anche agli aspetti dell’accoglienza e alla valorizzazione del territorio, ha acquisito, da sola o con altri imprenditori, Villa Quaranta a Pescantina, l’agriturismo Poggio al Tufo a Pitigliano e due locali storici nel cuore di Verona: il Caffè Dante e la Bottega del Vino. “È un orgoglio per la nostra famiglia - dice Dario Tommasi, amministratore dell’azienda - aver fatto questo lungo percorso in 110 anni, tra vendemmie e accoglienza, alla ricerca di una sempre maggiore qualità. Abbiamo la gioia e la consapevolezza che l’azienda continuerà con la numerosa quinta generazione che è la nostra forza del futuro”.


a Programm

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LOOK | benessere

Benessere e bellezza possono essere solidali?

Accettare lo scorrere del tempo, rinnovandosi e prendendosi cura di sé in modo semplice e naturale è possibile, costruendo anche un’economia giusta. on l’arrivo delle feste non si contano i buoni propositi che spesso si coniugano con la ricerca del regalo perfetto e un po’ particolare. Se cercate qualcosa di davvero originale e che al tempo stesso vi permetta di fare un gesto di solidarietà scegliete un prodotto del mercato equo e solidale. Sono moltissimi quelli in commercio e sono tutti frutto di un progetto che sostiene lavoratori e, a volte, intere comunità del sud del mondo. Ma non si tratta solamente di prodotti alimentari o d’artigianato. Ultimamente anche il mondo del benessere e della bellezza guarda a questi mondi scoprendo, spesso, veri e propri tesori. Una delle linee di bellezza che si possono trovare in Italia è commercializzata da Altromercato: utilizzare un prodotto Natyr Altromercato significa prendersi cura del proprio benessere scegliendo qualità e naturalità e allo stesso tempo contribuire alla costruzione di un’economia solidale. Si tratta di una linea di cosmesi biologica ad elevata funzionalità per il benessere e la cura del viso, del corpo e dei capelli. È formulata per valorizzare le proprietà degli ingredienti naturali che caratterizzano le tradizioni cosmetiche dei popoli del Sud del mondo. Ne sono il cuore oli essenziali, estratti di fiori e frutta, miele, oli e burri vegetali, erbe e spezie, materie prime naturali acquistate da Ctm Altromercato a condizioni fair trade da organizzazioni di commercio equo in molti paesi dell’Asia, Africa e Latino America. 24

di Germana Urbani

Comprare questi prodotti significa prima di tutto fare una scelta di campo dal sapore intelligente. La linea di prodotti Natyr è il segno di un benessere che può essere condiviso, che contamina culturalmente ed è veicolo di benessere per contadini, produttori, artigiani, donne al sud del mondo. Propulsore di nuove prospettive e di sviluppo per le loro comunità. La filiera che dà vita a questi prodotti, infatti va dal seme al prodotto finito e garantisce acquisti diretti da piccoli produttori, a prezzi equi, senza sfruttamento, per i diritti e la dignità di chi coltiva, raccoglie, distilla. Ecco perché quando si decide di farsi belli con questi prodotti si fa anzitutto una scelta di campo, sapendo, inoltre, che la qualità di ciò che spalmiamo sul nostro corpo è massima perché controllata da organismi internazionali e marchi certificati. Oggi, la nuova linea per la cura del corpo, del viso, dei capelli, equo solidale, biologica, certificata Nature, è a base di olio puro di argan bio, il prodotto che insieme a zafferano e mandorle, più incarna l’identità dei popoli berberi del sud del Marocco. L’olio di argan è estratto delle mandorle di un arbusto spinoso, tipico del sud est atlantico del Marocco, dove risiedono le cooperative di donne berbere di Gie Targanine che lo lavorano con processi artigianali. Grazie alle sue radici possenti preserva la fertilità del suolo e rappresenta

una risorsa preziosa contro la desertificazione. Grazie ai suoi numerosi principi nutritivi, l’olio di argan apporta benessere a viso, corpo, mani, unghie e capelli. Ricco di acidi grassi insaturi, acido linoleico e vitamina E, antiossidanti naturali, è un aiuto prezioso per migliorare la tonicità e l’elasticità dei tessuti, combattere i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare e ripristinare l’equilibrio idrolipidico della pelle, donandole luminosità, compattezza e bellezza. Tra i prodotti che potete scegliere e regalare vi consigliamo sicuramente la Crema corpo argan rassodante. Ricca e nutriente, ideale per apportare tono, idratazione e setosità alle pelli secche e rilassate. Per chi ama la schiuma il Bagno doccia argan, vellutante, rilassante saprà soddisfare tutti i desideri, a base di zucchero biologico, aloe vera e tensioattivi naturali, arricchita con olio di argan biologico, ideale per detergere, idratare e profumare la pelle con un solo gesto. E se volete fare colpo, regalate il cofanetto per il benessere del corpo che contiene un bagno doccia vellutante all’argan biologico abbinato a un prodotto innovativo, un geloliomassaggio, ricco di nutrienti, applicabile prima o dopo la doccia. Siate belle, seducenti e allo stesso tempo sostenete il lavoro e il benessere di donne lontane e, spesso, meno fortunate di noi occidentali.


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FILLER PER LABBRA

Una branca dell’odontoiatria è rappresentata dall’estetica, che ha acquisito nel tempo sempre maggiore importanza, unita alla disponibilità di metodiche sempre meno invasive e dolorose. Un’ottima estetica dentale, dunque, non dipende più esclusivamente dall’arcata dentaria, ma risulta essere pienamente soddisfacente solo se correlata ad un miglioramento del viso. In risposta a tali nuove esigenze, da qualche decennio, in ambito odontoiatrico vengono utilizzati i filler. Da oggi anche le famiglie della provincia di Ferrara e Rovigo avranno la possibilità di affidarsi ad un centro Dentalcoop e provare la stessa affidabilità, convenienza e servizio offerti nel resto d’Italia. La nuova Unità Locale di Occhiobello è facilmente raggiungibile con i propri mezzi: arrivando dall’autostrada PD-BO, all’uscita Occhiobello, la nostra sede si trova nelle vicinanze del nuovo centro per lo shopping Occhiobello Outlet Village, immersa nella caratteristica cornice del Delta del Po. A disposizione troverete un ampio e comodo parcheggio.

Implantologia a carico immediato

In passato il posizionamento degli impianti era associato a lunghe procedure chirurgiche. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato questa situazione, permettendo ai pazienti che abbiano parametri anatomici e fisiologici adeguati, di ottenere una riabilitazione funzionale ed estetica, con denti fissi, nell’arco di 24/48 ore. Tale intervento è indicato per quelle persone che vivono la eventualità di usare una protesi mobile, (anche provvisoria) come un vero dramma personale.

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SBIANCAMENTO DENTI

Sempre più persone decidono ogni anno di sottoporsi a questo tipo di trattamento che consente di ottenere denti più bianchi nel giro di poche sedute. Il desiderio, sempre più diffuso, di apparire in una forma perfetta, si è esteso negli ultimi anni al settore dell’odontoiatria. Lo sbiancamento dei denti eseguito dal professionista è in grado di raggiungere livelli davvero soddisfacenti senza arrecare alcun danno ai denti. Si stima che siano finora stati effettuati all’incirca 30 milioni di sbiancamenti professionali in tutta sicurezza. Il grande beneficio dello sbiancamento dentale è quello di restituire ai denti il loro bianco naturale, eliminando le eventuali macchie che si sono formate. La nuova sede Dentalcoop di Occhiobello garantisce tutto ciò tramite la professionalità dei suoi medici e collaboratori ad un costo decisamente contenuto.

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LOOK | pollice verde

Le piante si risvegliano vigorose In primavera si concima almeno ogni 15 giorni e, se non piove, si annaffiano abbondantemente le piante che ne hanno bisogno. Per i vostri lavori fate attenzione alla luna.

l sole di primavera finalmente è arrivato a baciare la nostra penisola e le temperature, anche quelle notturne, si alzano vistosamente. Le piante sentono la primavera prima di noi e, in questo momento, hanno davvero bisogno di cure. Se non l’avete già fatto cominciate a concimare le piante: periodicamente ogni 12-15 giorni quelle in vaso, mentre le altre trattatele con un concime minerale complesso a lenta cessione o organico (stallatico, cornunghia, sangue di bue) ben maturo distribuendolo sopra la superficie del terreno ad una certa distanza dal tronco così da preservare il colletto della pianta dall’insorgenza di malattie fungine dovute all’umidità. L’irrigazione è fondamentale perché in questo periodo le piante sono in pieno rigoglio vegetativo e necessitano di grandi quantità d’acqua. Aprile è in genere un mese piovoso, e le piante si sviluppano anche senza l’aiuto delle vostre annaffiature ma bisogna stare attenti e non rilassarsi troppo. Non mancano, infatti, le giornate asciutte e particolarmente soleggiate che causano l’evaporazione della gran parte dell’acqua contenuta nel terreno. In questi casi, soprattutto con piante che necessitano di molta acqua, ricordatevi di innaffiare abbondantemente. 28

Fate attenzione alle fasi lunari, non sono proprio così indifferenti come credete. Con la luna crescente, e una temperatura che supera i 16 gradi, seminate in piena terra Alysso, Astri, Aquilegia, Acanthus mollis, Bella di Notte, Bocca di leone, Calendula, Clarkia, Coreopsis, Cosmea, Crisantemo, Digitalis, Elicriso, Fiordaliso, Gaillardia, Garofano, Girasole ornamentale, Gypsophila, Godezia, graminacee ornamentali, Iberis sempervirens, Lavatera, Lino, Lobelia, Lupino, Nasturzio, Nigella, Papavero, Petunia, Phlox, Scabiosa, Tagetes, Zinnia. È questo il tempo per mettere a dimora le piantine già fornite dai vivai come: Bocca di Leone, Calendula, Campanella rampicante, Gladiolo, graminacee ornamentali, Ageratum, Callistephus, Canna, Coleus, Cosmos, Dalia, Hedichium, Petunie, Nicotiana, Phlox decussata, Salvia splendes, Verbena, Gazania, Margherite, Myosotis, Aubretia, Campanule di vario tipo; nella seconda metà del mese anche le annuali come l’Impatiens, l’Alisso, i Tagetes e le Bocche di Leone. Ma anche le piante aromatiche che potete piantare sia in fioriere che in piena terra: Lavanda, Salvia, Timo, Rosmarino, Santoreggia e Menta.

Approfittate, invece, della luna calante per potare le Rose se non l’avete ancora fatto e per rimuovete il legno vecchio dagli arbusti. In questa fase, quando spuntano le foglie nuove, è molto facile stabilire quali sono i rami morti. A partire da aprile si potano, inoltre, le siepi spoglianti e sempreverdi: Ligustro, Tasso, la Buganvillea, gli agrumi, le Clematidi a fioritura estiva. Sempre con luna calante, a fine mese, togliete i boccioli di rose in esubero.

Piante aromatiche

Questo è il momento migliore per i trapianti di alcune specie. Tra queste le piante aromatiche, dalla salvia, al timo, al rosmarino, alla lavanda, all’origano, che, se posizionate in luoghi riparati potranno sopravvivere anche agli inverni meno rigidi. Ma è il momento giusto anche per le piante da siepe che già la prossima estate saranno rigogliose.


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diventa fan!


LOOK | marketing e comunicazione

La cultura dà prestigio all’azienda La sponsorizzazione di eventi culturali è un efficace strumento di marketing, un asset fondamentale per le aziende che mira a migliorare la brand awareness e il ritorno d’immagine. guardare bene, i dati parlano chiaro e fotografano una realtà interessante, se letta con attenzione: c’è domanda di cultura, ma i finanziamenti pubblici si riducono progressivamente. Numeri alla mano, negli ultimi due anni gli investimenti hanno subito un taglio per un miliardo di euro, ma cresce la spesa delle famiglie italiane per la cultura e lo spettacolo. Nel 2010, secondo il VII rapporto annuale Federculture, la partecipazione agli eventi culturali ha registrato solo valori con il segno “più”: in aumento le persone che vanno a teatro (+13,5%), a concerti di musica classica (+5,9%) e a mostre, musei e siti archeologici (+6,1%). 30

di Claudio Capovilla

Il gap fra richiesta di cultura e finanziamenti pubblici è quindi oggettivo. Ed è in questo spazio lasciato libero che le imprese private hanno la possibilità di giocare un ruolo di primo piano, non solo in favore della causa dell’arte come risorsa nazionale, ma anche come opportunità di migliorare la propria brand reputation. Investire per la sponsorizzazione di eventi e mostre è un ottimo canale scelto da numerose realtà imprenditoriali e bancarie. Eni, Illy Caffè, Electrolux, Coca Cola, Porsche Italia, UniCredit, Intesa SanPaolo e Cariplo hanno utilizzato questo strumento per catalizzare idee e dare una svolta all’immagine aziendale. Da sempre, infatti, dove c’é cultura e accumulo di capitale intellettuale, si sviluppano le condizioni


per innovare: questo significa che in un terreno fertile in campo artistico e culturale possono fiorire nuove idee e crescere opportunità di sviluppo. La sponsorizzazione culturale diventa quindi, per le aziende, una scelta di “responsabilità sociale”, un prezioso contributo alla crescita del Paese. Ma può diventare - oggi - anche un efficace mezzo di comunicazione. La sponsorizzazione di eventi culturali, infatti, può trasformarsi in un’occasione unica per dare visibilità a un marchio, migliorarne la reputazione, stabilire o consolidare contatti con enti e amministrazioni. Sono opportunità interessanti che possono integrarsi alla perfezione nelle strategie market oriented delle aziende: al di là dell’unanime consenso dato all’importanza della cultura, i marketing manager si aspettano che le sponsorizzazioni rispondano appieno ai propri obiettivi aziendali. Di conseguenza, la scelta di finanziare un progetto piuttosto che un altro si basa sui ritorni che questa operazione può dare: il prestigio dell’evento è sicuramente il fattore determinante. Da esso dipendono la risonanza nei mezzi di comunicazione e la conseguente pubblicità indiretta per sponsor e partner. Compito dei promotori di un evento è perciò quello di proporre iniziative allettanti per le imprese, pianificate con cura a tutti i livelli: scelta della location, mobilitazione di risorse, creatività nel concept e capacità di promozione nella stampa, tv e radio. Un’agenzia di comunicazione che organizzi un evento di questo tipo può avere un ruolo stra-

La sponsorizzazione di eventi cuLturaLi può trasformarsi in un’occasione unica per dare visibiLità a un marchio, migLiorarne La reputazione, stabiLire o consoLidare contatti.

tegico, proprio perché riesce a far dialogare cultura e impresa: da una parte è consapevole dei meccanismi che regolano il marketing, parlando lo stesso linguaggio delle aziende; dall’altra, come luogo creativo per eccellenza, sa individuare i trend artistici e le possibilità culturali offerte da un evento. Il successo di un’esposizione, infatti, è direttamente proporzionale alla capacità di scegliere temi accattivanti che sappiano coinvolgere esperti del settore, ma allo stesso tempo stuzzicare la curiosità del grande pubblico. Questi due elementi, per le imprese sponsor e i partner dell’iniziativa, sono considerati strategici e decisivi nella scelta di finanziare un progetto: il maggiore afflusso moltiplica le possibilità di far conoscere un brand; la cifra culturale dell’evento, invece, consente di associare il nome di un’azienda a correnti artistiche e intellettuali che ne rafforzano l’identità e ne confermano il posizionamento. Sono due aspetti complementari che vanno equilibrati per assicurare un ritorno d’immagine adeguato e rafforzare la brand reputation delle imprese che contribuiscono economicamente all’evento.

Claudio Capovilla è Direttore di Strategia di Gruppo icat, agenzia di comunicazione e marketing padovana attiva in tutto il territorio nazionale. Ricopre la carica di Consigliere all’interno del direttivo di UNICOM (Unione Nazionale Imprese di Comunicazione).

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LOOK | intervista

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Il talento di Caterina, fotografa di nicchia e danzatrice appassionata Una padovana ha scelto la fotografia di danza come professione e ha fatto della danza, e del tango argentino in particolare, un’avventura culturale che non smette di sedurre e sedurla

di Germana Urbani

ntusiasta del suo lavoro, nato dalla passione per la danza e per la sperimentazione creativa, Caterina Santinello è una padovana instancabile e testarda al punto di “inventarsi” una professione, il fotografo di danza appunto, impegnandosi contro ogni parere famigliare perché quello che sembrava un sogno strampalato diventasse un’attività “produttiva”. Perché - racconta Caterina - a chi fotografa la danza viene fatta sempre la domanda: ma come può diventare un mestiere? Come diceva mia mamma... ti porta via tempo, ci spendi soldi e nottate, ma dove vuoi andare a finire con le foto di danza... È indubbiamente difficile, si tratta di un settore di nicchia, ma fin dall’inizio ci ho creduto. Oggi è la mia vita. Ho sempre pensato che bisogna andare incontro al proprio destino, un po’ te lo costruisci però se ti cerca ti trova. Se non fosse riuscita in quest’impresa che lavoro avrebbe fatto? …Niente. Non riesco a pensare a nulla se non alla ballerina perché quando ho scattato le mie prime foto danzavo. Ed ecco il primo intervento del destino: per problemi di salute ho dovuto scendere dal palcoscenico alla platea diventando spettatrice. Così, osservando la danza da fuori, l’idea mi ha fulminato. All’epoca c’erano tantissime ballerine ma pochissimi fotografi in questo settore: la mia strada mi è apparsa chiara, la danza mi chiamava ancora… 33


Un imprevisto, la vita svolta e da lì inizia la sua storia artistica e professionale. C’è una data? Era il 1982, sono passati 30 anni - quasi mi sento male a pronunciare questa cifra. Frequentavo una scuola di danza classica qui a Padova e, grazie al mio fidanzatino di allora che fotografava ho cominciato anche io. Portavo la reflex in sala prove e in teatro. Eravamo in epoca analogica, era difficile fotografare in teatro ballerini in movimento illuminati in modo imprevedibile. Il mio vantaggio stava nel fatto che conoscevo la danza e mi preparavo al movimento un attimo prima che si svolgesse. I complimenti e i buoni risultati arrivano subito. Allora i libri di danza erano pochissimi, internet non c’era... Le compagnie di danza comprano le foto, le usano per promuoversi. Come viveva tutto questo? Era una grandissima soddisfazione riuscire a fare delle cose che altri non sapevano fare. Così mi sono interessata subito a tutto l’aspetto successivo allo scatto: la camera oscura. Ho sperimentato tantissimo ricercando vari effetti in fase di stampa. In seguito mi sono occupata anche di grafica perché, messo un piedino nel mondo dell’editoria, ho visto che per valorizzare una foto bisognava saperla impaginare nel modo giusto. E ho fatto così di una passione un lavoro completo: dallo scatto all’impaginazione, alla promozione di eventi culturali. Arrivano dunque collaborazioni importanti. La prima l’ho avuta con il comune di Abano, è stata un bella palestra. Dal ’94 al 2000 circa, ho lavorato su delle bellissime stagioni culturali toccando tutti i settori della cultura. Spettacoli di alto livello di cui curavo tutto il materiale pubblicitario. In quegli anni ho partecipato a due collettive di prestigio, fino a quando nel 2004 il comune di Padova mi ha dedicato un’antologica. Lì ho esposto tutto il mio percorso fotografico dai tempi in cui ero ballerina esordiente fino agli ultimi lavori che cominciavano appena a investire il digitale. Oggi è la tecnica che uso abitualmente. 34


intervista | LOOK

È capitolata con fatica? Ho resistito tanto, non volevo cedere. Non accettavo che finisse un’epoca in cui ho lavorato molto, ho avuto tante soddisfazioni e in cui ero una delle poche a fotografare il ballo, una piccola autorità in campo tecnico: molti mi chiedevano ormai come sviluppare le pellicole, lavorare questi materiali perché io avevo molta esperienza. 25 anni di fatica su materiali sensibili per farli rendere al meglio, esperimenti con tutti i prodotti chimici di questo mondo… mollare tutto e ritrovarmi ad essere praticamente una principiante è stata molto dura. Ricordo la sorpresa dei commessi quando sono entrata nel mio solito negozio di foto per comprare la mia prima reflex digitale, uno ha annunciato: ragazzi, la Santinello è entrata nel ventunesimo secolo! Una vera capitolazione!” Il palcoscenico è parte importante del suo lavoro e della sua vita. Lei lo vive dietro la macchina ma anche sulle sue scarpe da ballo. Sì, oggi sono una tanguera appassionata. Il tango l’ho incontrato a metà anni novanta, l’ho studiato con maestri argentini che risiedono in Italia, ed è subito diventato un

nuovo soggetto fotografico. Nel ‘99 insieme con il mio partner Luciano Sottovia ho fondato l’associazione Tangostudio, un’attività impegnativa ma che ci regala dei risultati appaganti. Siamo stati i primi nel triveneto ad avere una compagnia di tango-teatro che, pur nata con intento formativo-amatoriale, ha partecipato a diversi eventi collaborando con professionisti dello spettacolo”. Nella sua scuola di tango c’è anche la sbarra da danza classica che praticamente ha accompagnato tutta la sua vita. Come mai? Il tango argentino si presta ad essere contaminato da tanti linguaggi: dal teatro alla danza, dalla gestualità alla pantomima, il canto, la poesia... perché il tango è un’arte completa che ha una tradizione di oltre cento anni e si è arricchito via via. Così, nella nostra compagnia i ballerini affrontano sul palcoscenico situazioni di danza, anche un pochino acrobatiche e faticose ma che rendono originale il risultato finale. Le difficoltà ci sono ma dico sempre che la danza è per tutti. Poi, per diventare un grande professionista si deve cominciare da bambini ma per divertirsi e mantenere in armonia corpo e

mente non è mai troppo tardi per cominciare a imparare e riuscire a fare molto più di quel che si crede. Oggi, questa grande passione la vede come coreografa degli spettacoli della compagnia, danzatrice e anche fotografa. Talmente stretta in questo nodo artistico che le sue foto hanno guadagnato le pagine di prestigiosi giornali. Ho lavorato come foto editor per È Tango, un progetto ambizioso e di grande qualità, la prima rivista nazionale sul tango argentino: un settore sconosciuto in editoria, in cui potevamo sbizzarrirci. Poi è stata la volta della rivista Tangomania e del gruppo Spazio Cromatico, due realtà che, tra editoria e foto-workshop, mi hanno fatto conoscere l’universo Catania, una città dai forti chiaroscuri sociali, ma percorsa da fermenti d’arte e creatività contemporanea tutti da scoprire. Una bella soddisfazione è stata anche la collaborazione con Mondadori, per la rivista di moda Flair dove ho pubblicato un servizio fotografico in bianco e nero, nove pagine sul tango argentino con foto scattate al Caffè Pedrocchi di Padova. 35


LOOK | intervista

Il tango è l’esaltazione della sensualità e della bellezza femminile, quindi con la moda ci sta a pennello. Tant’è vero che proprio per il mondo della moda ha scattato di recente un servizio molto particolare. È un lavoro arrivato per una serie di passaparola. Mi ha telefonato una ballerina russa, Luba Mushtuk, che cercava un fotografo specializzato nella danza per fare un servizio fotografico d’alta moda. Il soggetto erano i vestiti da competizione dei ballerini di danza sportiva. Un mondo lontanissimo dal tango argentino ma l’obiettivo era far danzare i vestiti indossati, non da modelle perfette ma da ballerini in movimento. La committente, che ho incontrato in seguito, era Caterina Arzenton, campionessa di danze sportive che oggi si dedica all’alta moda progettando abiti particolari e innovativi. Sto aspettando con ansia l’uscita della campagna pubblicitaria perché è stato uno dei lavori più coinvolgenti che ho fatto. L’ultima foto che fa è la più bella? Non sempre. La mia foto preferita ad esempio è una delle più “antiche”. Ritrae due ragazzine del mio 36

corso di danza, una trentina d’anni fa, e una delle due che davanti allo specchio si sta aggiustando lo chignon è Lorenza Mario, quando ancora non era Lorenza Mario ma già si vedeva il suo grande talento. Penso di essere l’unica ad averla fotografata quando giovanissima danzava sulle punte. Cos’è il talento, nel tango o dietro l’obiettivo? Apparentemente è un dono ma non è solo questo. Diciamo che è la scintilla iniziale di un processo che ti porterà lontano se saprai coltivarla con lavoro e fatica. E tanta passione. Mi sembra un elemento essenziale nella sua vita. La passione è una malattia! Un virus che ti contagia e di cui non ti liberi proprio più e contagia gli altri. In oltre, più la condividi e più si moltiplica. Riuscire a staccare la mente ogni tanto è una fatica, per il tango soprattutto è una disperazione... Dopo 16 anni sto cominciando a prenderla con un po’ di filosofia, ma nei primi anni il tango ti sconvolge l’esistenza, scopri che puoi comunicare con una persona senza parole e ti ritrovi

nudo. È un gioco di seduzione meraviglioso, come la vita, direi. Non le resta che pubblicare un libro! Un libro è il sogno di tutti i fotografi ma sono bloccata... non so come riordinare questi trent’anni di foto. In attesa di capirlo, però, ho appena pubblicato un libro di foto di ricette. Quasi uno scherzo, perché la cosa che so fare peggio è cucinare ma ho giocato con il colore dei piatti e il gusto. Il titolo, Da mangiare con gli occhi significa proprio questo, se la foto è bella anche la pietanza è buona! Una piccola cosa autoprodotta con la stampa digitale su internet, mi sono divertita. Una questione cruciale: la fotografia è in crisi? Tra i fotografi professionisti domina lo sgomento più profondo. Io stessa mi sto riprendendo ora da un lungo periodo di inattività. Ma l’ho trascorso approfondendo la mia preparazione e quando una nuova occasione di lavoro si è presentata ero pronta con nuove idee. Così ho capito, una volta di più, che una difficoltà può diventare un’opportunità, se crediamo in noi stessi.


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Falkensteiner Hotels & Residences

Stefania Amodeo, che dirige il Marketing Italia per Falkensteiner Hotels & Residences, è una giovane ed esperta manager e trasmette la passione che ha per il suo lavoro. Dinamica e creativa, Stefania da tre anni segue il gruppo Falkensteiner, dalla comunicazione al marketing, dalle relazioni alla promozione del marchio. Le abbiamo chiesto di raccontarci il passato, il presente ed il futuro degli hotels e resorts Falkensteiner, ma soprattutto il segreto del loro e del suo successo! Stefania Amodeo

l brand Falkensteiner Hotels & Residences, gruppo FMTG (Falkensteiner Michaeler Tourism Group), conta attualmente 30 strutture tra quattro e cinque stelle. È presente in cinque paesi (Austria, Italia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Croazia). Nel 2012 continua l’espansione annunciata (e programmata) in Europa Centrale e Orientale. Aumentano le linee di prodotto (salgono a 4). La Family con i Falky Land, assistenza per bambini professionale e laboratori didattici, camere spaziose e zona benessere per i genitori; la Wellness con ampi reparti Acquapura Spa, alpine design, attenzione al gourmet e posizioni invidiabili; la City per viaggi di lavoro, di piacere e culturali. A questa si affianca la nuova Premium Col-

lection che comprende top hotel a cinque stelle. Nel 2011 abbiamo, infatti, dato il benvenuto a 3 strutture di lusso: il Falkensteiner Balance Resort Stagersbach, lo Schlosshotel Velden e l’Hotel & Spa Ladera, entrato nel circuito selettivo di The Leading Hotels of the Word. Nel 2012 inaugureremo a Belgrado il nuovo City Hotel Novi Beograd, nel vivace quartiere degli affari e del divertimento di questa frizzante città. Un design moderno e all’avanguardia, dotato di un ampio ventaglio di servizi, in pieno stile Falkensteiner. Questa metropoli nei Blacani sta vivendo un vero e proprio boom. Sono in cantiere inoltre nuovi progetti: In Italia, nelle montagne del Trentino, il Resort Baite Lagorai,

un quattro stelle composto maggiormente da fantastici chalet; a Vienna il quattro stelle S Wien Margarten e in Dalmazia il Resort Crvena Luka che comprende sia residences che aparthotel. Il gruppo è in grado di offrire un totale di 4000 stanze e 1,25 milioni di pernottementi all’anno, con un fatturato di 104,7 milioni di euro (fine 2010). Alla guida del gruppo, che ha sede centrale a Vienna, Erich Falkensteiner in qualità di presidente; Andreas Falkensteiner, CEO Sudtirol e Otmar Michaeler, CEO. Il mercato italiano risponde con sempre maggiore attenzione agli stimoli del gruppo, anche se a fine 2011 si sono sentiti gli esiti della crisi generale. Tendenzialmente 39


LOOK | hotel & resort

Falkensteiner Hotels & Residences Sede: Austria: Columbus 7-8, A-1100 Vienna Italia: Via Isarco 1, I-39040 Varna (Bz) Tel. +43 (0) 1 605 40 9.743 - Cell. 340/2665143 www.falkensteiner.com www.fmtg.com

si sono accorciati i periodi di vacanza con preferenza per il week end, anche se questo comporta un’ora in più di trasferimento. Le famiglie continuano ad apprezzare la settimana bianca e aumentano anche i nuclei che trascorrono vacanze estive in montagna, soprattutto grazie alle location che offrono tante opportunità di svago. In Carinzia, ad esempio, a Nassfeld (nella cui vicinanza Falkensteiner conta ben 3 strutture) si trovano family bob su Italia verso l’Austria e l’Alto Adige. Ottima la Croazia, che aumentando la qualità del livello delle strutture, si assesta come una meta di mare appetibile. In Croazia Falkensteiner conta 7 strutture, tra hotels e residences. Un’intera penisola verde accoglie i nuovi investimenti in un vero paradiso terrestre: il Family Hotel Diadora, il Residence Senia e il 5 stelle Ladera con infinity pool, piscine 40

di acqua salata e dolce, strepitoso hammam, Spa e mondo acquatico di 6.000 metri quadri, vetrate sul mare e sulla baia. In Italia sono attualmente 5 gli hotel, in Alto Adige. L’Alto Adige è sempre una meta apprezzata dai connazionali, sia per la vicinanza, sia per il livello dei servizi, sia per l’ottimo marketing territoriale. L’Austria ha comunque forte appeal in quanto Falkensteiner ha creato un circuito di hotel fortemente riconoscibili, con design curato da architetti di fama (tra questi Matteo Thun), con Spa e servizi che meritano anche trasferimenti più impegnativi. Aumentano le prenotazioni tramite web, noché il numero di visite al portale www.falkensteiner. com da parte degli italiani. I flussi maggiori provengono dal nord italia, con un’ottima performance del nord est. Ma si registrano ottime “correnti” dal Lazio e dalla Toscana con risposte buone anche dal sud Fmtg. Segno dell’interesse della ca-

tena nell’esplorare maggiormente il mercato dello stivale, così pieno di potenzialità. Nel 2011 è stata altresì presentata la pregnate filosofia del benessere Acquapura Spa, orientata ad offrire prodotti e servizi wellness a 360 gradi. Una tradizione di cui il gruppo Falkensteiner è pioniere dal 1950. Trattamenti legati a tradizioni internazionali, ma anche regionali, con l’acqua come elemento fondamentale. Le Spa Falkensteiner sono superbe sia a livello di spazi che di progettazione. Altro plus la formula Premium Living by Falkensteiner, un progetto immobiliare che va ben oltre il concetto di architettura innovativa, arredamento di lusso, investimento sicuro e posizionamento al top. Le residenze e appartamenti sono disolcati vicino agli hotel del gruppo. Il proprietario può godere di tutti i benefit della struttura alberghiera rimanendo comodamente nella propria casa. A livello di marketing in Italia continua la collaborazione con aziende leader in vari settori, con una forte predisposizione alle partnership. Falkensteiner crede molto nel cross marketing, attività che permette ad aziende di diversi settori di scambiare sapientemente canali di comunicazione/distribuzione. La strategia media comprende un allargamento del raggio di brand awareness al centro e sud Italia.


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gioielli | LOOK Utopia - Unique bracelet gallery collection

Regina di ieri, di oggi e di domani uest’anno sua Maestà la perla regna sovrana più che mai. Superata la rigida connotazione di gioiello da signora accasata o educanda di buona famiglia, finalmente, e con disinvoltura, adorna i colli, i lobi, le dita e i polsi di giovani donne e dinamiche signore. Certo, poche tra loro, per non dire nessuna, potranno permettersi la “Peregrina”, perla dalla forma a pera, considerata la più perfetta al mondo. Scoperta nel Cinquecento e posseduta da case reali di mezza Europa, passata per le mani di Napoleone e finita al collo di Liz Taylor, che la ricevette in dono da Richard Burton il quale la soffiò ai reali di Spagna offrendo una cifra spropositata, è stata recentemente battuta

all’asta per la “modica” somma di 12 milioni di dollari. Per non parlare delle famose perle di Hannover, una collana indossata da ben quattordici regine e che ha fatto la spola tra Boemia, Germania, Scozia e Inghilterra. Ma quelle sono perle da favola, naturali, rarissime e per questo dal valore inestimabile, prodotte dalle ostriche spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo. Per le donne dei nostri giorni, quelle che corrono dall’ufficio alla scuola dei figli, vanno in palestra, fanno shopping e navigano in rete con lo smartphone, insomma, le vere regine del terzo millennio, esiste una gamma infinita di perle altrettanto belle e ricche di fascino: le cosid-

dette perle coltivate, ottenute grazie al metodo messo a punto nel 1912 dal giapponese Kokichi Mikimoto. Hanno forma, luminosità e colori diversi, ma oggi si indossano tutte, indistintamente. Sono il frutto di ostriche di acqua dolce o salata nelle quali l’uomo introduce un nucleo madreperlaceo oppure un innesto del tessuto del mantello di un’ostrica donatrice. Che si tratti di perle di acqua di mare (Akoya, Mari del Sud, Nere o Keshi), o più semplicemente di acqua dolce, sono tutti prodotti dal pregio e dal fascino innegabili. Vengono declinate e interpretate nei più svariati modi e diventano un filo dal generoso diametro,

di Federica Rossi · info: >www.utopia-jewels.com<

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LOOK | gioiellli

Utopia Ring gallery collection

Utopia - Rings gallery collection

portato ben aderente al collo, a sottolinearne la curva sinuosa ed esile. Oppure si legano l’un l’altra in una lunghissima collana di perle bianche e grigie, annodate con un filo d’oro o d’argento, rigorosamente rosè - il colore must delle migliori collezioni - e indossata a più giri, ovviamente irregolari, non impostati, ma casuali. Si trasformano anche in un paio di orecchini con un piccolo cerchietto molto aderente al lobo, incassato con brillanti e dal quale scende una sottile catenella che termina con una perla sferica, magari di diverso colore rispetto all’altra, in modo da creare un’asimmetria cromatica.

Utopia - Unique bracelet gallery collection - Tahiti 44

Utopia My Utopia collection White ring

Per le amanti degli anelli, invece, sarà facile cedere all’eleganza di un anello dal gambo sottile in oro rosè, arricchito da un fitto pavè di brillanti color champagne che sale leggermente verso l’alto per accogliere una perfetta perla dalla calda tonalità “chocolate”. Mai come oggi le perle sono veramente alla portata di tutte le donne. Dalle più classiche alle più sportive, ognuna riuscirà a trovare il gioiello dei propri sogni per sentirsi un po’ come Venere, dea che nasce dalla spuma del mare al centro di una conchiglia.


Presso

Centro Commerciale

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LOOK | tendenze

sea circus a shooting for Sergei Grinko

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Il dietro le quinte raccontato dagli studenti del corso di styling MoodArt.

Filippo Cocchetti manager di Giorgia Laiti

Sergei Grinko designer di Monia Mazzei

Affascina il suo modo di fare, la sua umiltà, il modo semplice ma simpatico di porgersi agli altri, si presenta, si accomoda nel gruppo facendone pienamente parte, il suo profilo ben delineato e perfetto, un sorriso vero, uno sguardo acuto su tutto e tutti, un approccio dinamico ma contemporaneamente quasi velato di timidezza, questo è Sergei Grinko. Stilista e designer di origine Russa, vissuto e formatosi in gran parte a Londra e Dubai, oggi legato fortemente alla figura di Filippo Cocchetti, suo socio, con cui condivide la fortissima esperienza della Sergei Grinko Srl, nonché suo compagno nella vita. Da subito ciò che emerge sono i ruoli bene definiti e netti che distinguono le due figure… Filippo Cocchetti manager di se stesso e della Sergei Grinko Srl e Sergei Grinko ideatore e creatore delle sue collezioni, nonché designer di alta formazione. Una formazione così ben delineata e personale tangibile non solo attraverso i bozzetti delle sue collezioni, che ci sottopone con grande umiltà, quanto assolutamente evidente dai suoi accessori gioiello, curati nei particolari, che prendono vita sui suoi capi e che sono assolutamente studiati per rendere tutto meno statico e quasi reale. Grande disegnatore e attento curatore di ogni minima caratteristica, timidamente vela questa sua grande dote, per altro non scontata per uno stilista della sua portata. Non tutti i grandi della moda, di fatto hanno realmente questa grande capacità di trasportare sul pezzo di carta le loro creazioni. E invece lui no, lui disegna le sue collezioni, opera manualmente sui suoi accessori gioiello, crea le scarpe, borse… tutto quello che serve per concepire il suo mondo. In un ambiente quasi sterile, avvolto da un bianco luminoso, prendono vita i suoi capi della collezione 2012 “Atlantis” che si rifà alla città sommersa Atlantide, e accessori che sembrano quasi animarsi in quel contesto così intimo e ovattato. L’elemento base e filo conduttore dell’intera collezione, è sicuramente il cerchio, linea ispiratrice del suo creare, che lo si ritrova sia nella forma di alcuni suoi vestiti, sia e soprattutto nelle stampe, da lui accuratamente disegnate e studiate. Elemento questo che permette di conferire ai propri capi e accessori quell’effetto tridimensionale che è per lui essenziale e caratteristica del suo elaborare. È indiscutibile che la donna ispiratrice di Sergei non sia la donna – Esselunga, ma è altrettanto vero che i suoi capi presentano delle caratteristiche fortemente adattabili ad ogni situazione, perché ciò a cui egli mira è una forte eleganza e raffinatezza nel mondo reale e quindi anche nella vita quotidiana. Non a caso anche i suoi capi più egocentrici e ricchi, risultano comodi e indossabili, mai ingestibili o ingombranti.

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La tua figura di avvocato che si occupa della parte commerciale del marchio come si inserisce nel mondo moda di Sergey Grinko? Qualsiasi brand ha bisogno di un apporto imprenditoriale, nessun creativo si occupa di questo aspetto, un vero e proprio creativo non ce l’ha proprio nel dna. Come ad esempio Valentino e Giammetti, Armani e il suo compagno (anche se Armani è molto imprenditore di se stesso). Quindi la creatività asservita alla moda, al brand, il Pret a Porter è proprio questo. Raccontaci un po’ della tua storia personale, della tua formazione professionale… Io sono sempre stato precoce. Mi sono laureato in giurisprudenza a 23 anni e sono diventato avvocato a 25. Non sono un genio, sono una persona normale, semplicemente mi sono sempre applicato molto in ciò che facevo. Nel 2000 c’era una carenza in Procura della Repubblica a Brescia e quindi hanno concesso ai procuratori capo di nominare persone per titoli. Io allora andavo all’università e insegnavo diritto commerciale. Inizialmente per conto del Pubblico Ministero, ho tutelato diversi marchi, mi hanno notato e da li ho iniziato a lavorare. Sei soddisfatto della tua professione? Se mi chiedi se sono soddisfatto della mia professione di avvocato, no. Io non sono soddisfatto non perché non voglio fare l’avvocato, anzi, è quello che mi dà da mangiare, mi ha dato tanto in termini economici e in termini di soddisfazioni professionali. Ormai da parecchi anni tuttavia sto nutrendo una sorta di insofferenza nei confronti del sistema: non sono più interessato, non mi piace, non trovo più questo entusiasmo, perché è il sistema stesso che me lo sta ammazza. Mentre qui (nel campo della moda, ndr) anche nel breve periodo sto vedendo già dei risultati, sono soddisfatto. Quali sacrifici bisogna affrontare per arrivare dove siete arrivati? È veramente difficile e non bisogna mollare, soprattutto all’inizio, quando si sopporta un forte investimento di tempo e di denaro. Basti pensare che Sergei era conosciuto come il designer che ha realizzato il mantello per l’incoronazione di Rania di Giordania. Trasferendosi in Italia ha rischiato, ha lasciato tutto quello che era e non è proprio semplice. Non sono tutti carini e affabili: nella zona di Bergamo, dove produciamo i gioielli, parlano a stento l’italiano. Però chiaramente la passione e l’amore verso le sue creazioni l’hanno portato a crederci e a insistere sempre. La difficoltà maggiore è stata forse il fare accettare il fatto che un designer che non è italiano si permetta comunque di fare moda. Non si tratta di sana protezione nazionalistica, è ignoranza. Dire che Sergey Grinko è un designer russo non è limitativo, è sbagliato. Lui di russo ormai ha solo il passaporto (neanche più tra l’altro). È solo nato in Russia, ma attenzione, questo non è comunque da intendersi come un disvalore. La sua eredità culturale, che si vede in tutto, non è russa, è forse più proprio tipicamente occidentale, perché lui è vissuto sempre nel mondo occidentale. Il marchio è 100% italiano, che poi il designer sia di origine russa questo è un altro conto.


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Manuela Mezzetti fashion stylist

Maurizio Fantini photographer

di Giovanna Squizzato

di Nicolò Miglietta

Il fatto di essere già all’interno di questo mondo come modella quanto ti ha aiutata a diventare una stylist? Il mio percorso è stato molto importante perchè ho vissuto il mondo della moda nei suoi anni migliori. Era l’epoca d’oro che ha visto nascere alcune tra le top models più famose, alcuni dei fotografi che ancora oggi sono all’apice del successo e soprattutto la figura professionale dello stylist. Essere una modella significa avere la preziosa opportunità di arrivare sul set a mente libera e poter osservare il lavoro di ogni persona: proprio in questo modo sono stata spettatrice di molti professionisti al lavoro, arricchendo il mio stesso bagaglio culturale e capendo quali meccanismi sono poco funzionali e quali invece vincenti.

Come descriverebbe la sua personalità? Non è una domanda facile… direi lunatico, a volte introverso a volte troppo estroverso, diciamo sensibile ai cambiamenti.

Quali sono le principali caratteristiche che non possono mancare ad un bravo stylist? Creatività, spiccato spirito organizzativo e grande passione sono in assoluto le doti principali. Bisogna saper gestire situazioni e persone quindi serve grande elasticità e anche un pizzico di diplomazia talvolta è molto utile! È necessario inoltre fare molta ricerca e saperla mirare; saper osservare la gente ed essere costantemente aggiornati su ciò che ci accade attorno. Qual è secondo te la parte più difficile del tuo lavoro? Il rapporto tra stilista e stylist è la parte certamente più delicata. Il primo ha creato la collezione e la sente propria mentre il secondo costruisce o rafforza il concept entro il quale farla vivere. Tra le due parti si deve instaurare un rapporto di fiducia e di complicità affinché lo stylist possa capire esattamente che cosa lo stilista desidera comunicare e, in tal modo, esaltarlo al massimo.

Cosa le ha fatto scegliere la fotografia? Innanzi tutto diciamo che mio papà era un fotografo e quindi sono sempre stato vicino al mondo della fotografia senza interessarmene, poi, intorno ai vent’ anni, contrariamente a quanto pensassi, mi è esplosa la passione… Il fatto di avere iniziato dal paesaggio e dalla natura, che consiste nel cercare di fotografare un’emozione senza però utilizzare la figura umana, quanto e come ha influito sulla sua fotografia di moda successiva considerando anche il suo gusto prettamente geometrico? Dipende da dove parte la passione… per chi la passione per questo lavoro che parte direttamente della moda lo si vede perchè ha un percorso completamente diverso. Non dico di essere disinteressato dalla moda, perchè oggi è diventato il mio lavoro e quindi ti ci appassioni, però la mia prospettiva rimane comunque la fotografia, indipendentemente da quello che devi fotografare. Per questo servizio fotografico come pensa di poter esaltare al meglio gli abiti e i gioielli di Serjey Grinko? Mah diciamo che in questo caso, essendo un servizio dove le tendenze moda sono già state espresse completamente dallo stilista, non posso fare altro che attenermi alle sue linee guida; non si possono parlare due lingue diverse e avere la presunzione di essere capiti da tutti… in questo caso il linguaggio è il suo. Possiamo dire che ci sarà un approccio più istintivo, andando alla ricerca di una bella foto che rappresenti lo stilista.

Chi sono gli stylist e fotografi che più ti ispirano al momento? Ci sono alcuni stylist davvero geniali che mi piace osservare e Grace Coddington è una tra queste. Dalle sue immagini traspare uno stile elegante e ricercato e la sua fantasia visionaria. Tra i fotografi mi affascina l’arte di Tim Walker che sa raccontare nei suoi scatti mondi surreali e incantati che anche a me piace ricreare nei miei servizi. Non di meno mi piace e mi cattura lo stile del regista Tim Burton che attraverso le sue ambientazioni gotiche e fiabesche ha ispirato alcuni miei lavori.

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Nicoletta Conteduca hair & make up artist di Mirko Burin

È da molto tempo che fai questo lavoro? Sono quasi vent’anni. Inizialmente non è stato un lavoro a tempo pieno, lavoravo nei fine settimana, coltivando la mia passione, truccando spose e partecipando a fiere del settore come ad esempio il Cosmoprof. È diventato il mio principale lavoro nel 1997 e l’ho portato avanti fino ad oggi. Dopo tanti anni cosa ti appassiona di più del tuo lavoro? Domanda difficile, e richiede un po’ di riflessione. Mi appassionano molti aspetti di questo lavoro. Non c’è una cosa che mi appassiona di più, adoro il trucco moda, non quello cinematografico o televisivo, esperienze che comunque ho fatto e porto nel cuore, ma non mi danno gli stessi stimoli di quello che invece ho dal trucco moda. Dallo shooting alle sfilate di presentazione, la frenesia e l’ansia che respiri, l’imprevisto dell’ultimo secondo mi fanno sentire viva e mi danno stimoli nuovi tutte le volte che trucco. Un lato bello di questo lavoro è che lavori in luoghi ogni volta differenti con persone diverse e ci sono sempre imprevisti.

Geisi Lima model di Rubina Marchiori

Come è cominciato il tuo percorso di modella? Tutto ha avuto inizio 13 anni fa, allora avevo 14 anni. Mi trovavo in un centro commerciale della città in cui sono nata, San Paolo in Brasile. La produttrice di una nota rivista della capitale mi ha fermata, insistendo perchè partecipassi ad un concorso fashion. Ho vinto. Da quel momento ho iniziato a lavorare come modella, viaggiando molto tra Stati Uniti, Africa del sud e Europa, finchè per studio (è laureata nella facoltà scienze della comunicazione a Bologna e sta frequentando un master in marketing, ndr) ma soprattutto per amore, a novembre dello scorso anno mi sono trasferita definitivamente a Bologna. Ti trovi a dover assumere connotazioni molto differenti, in base ai look che devi interpretare in ogni servizio fotografico: ti è difficile immedesimarti nei vari ruoli? Tutt’altro, è proprio uno degli aspetti che preferisco di questo lavoro. È molto stimolante e divertente immedesimarsi nelle varie personalità che devo acquisire. A volte immagino di essere all’interno di un set cinematografico; mi piace pensare di essere un’attrice famosa. Questo, oltre ad appassionarmi, mi dà la carica e l’energia necessarie per assumere ogni volta posture e gli atteggiamenti più consoni alle varie figure che interpreto. Spesso si sente parlare delle sirene come delle creature spregiudicate e cattive, tu invece hai un viso molto dolce. Come sei riuscita ad immedesimarti nella parte? Inizialmente, infatti, l’idea della stylist è stata quella di impersonare il lato oscuro e demoniaco della sirena. Poi abbiamo convenuto che effettivamente i miei lineamenti sono troppo dolci per questo tipo di immagine, concentrandoci quindi nel reinventare un personaggio più composto e sensuale. Una sirena seducente e misteriosa, caratteristiche che mi rappresentano.

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Oltre a truccatrice tu sei anche Hair stylist, infatti nel servizio ti sei occupata sia del trucco che del parrucco, ma anche quest’aspetto del tuo lavoro è una tua passione? Non proprio. Quando ho cominciato a lavorare in questo settore, non era chiesto che la truccatrice facesse anche da Hair Stylist ma, con il tempo, si è iniziato a richiedere maggiori competenze da un lato alla truccatrice e dall’altro al parrucchiere che a sua volta ha dovuto imparare a truccare. Si sono quindi mescolati i ruoli. Quindi più che una passione è stata una necessità, interessante, ma comunque una necessità. Che trucco hai realizzato per questo shooting? La collezione è già ricca e imponente di suo, quindi poco colore, ho mantenuto i toni della collezione: nero, verde acqua e argento. Ho deciso di infoltire le sopracciglia e dare quindi un aspetto meno curato. La sirena che dobbiamo interpretare è una regina dei mari un po’ maligna. Per questa ragione ho pensato ad un’acconciatura simile a quella della medusa, ho quindi attorcigliato i capelli a del filo di ferro. L’idea a monte è stata quella di trasmettere il senso di movimento che ha un corpo sott’acqua e il trucco e parrucco trasmettono proprio questo messaggio.


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foto backstage a cura di Daniela Fantini e Nicolò Miglietta


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waterworld by fashion stylist Manuela Mezzetti Lo stilista Sergei Grinko per la p/e 2012 ha preso ispirazione dai fondali marini. Nascono così borse che ricordano elementi acquatici, orecchini somiglianti a coralli e collane dall’aspetto di aragoste. Le stampe dei tessuti richiamano le tonalità della fauna e della flora degli abissi, i colori “in” sono quelli che si ritrovano nelle gradazioni degli elementi subacquei. La donna si trasforma in una moderna “Medusa”, contagiata da questo stile subacqueo. Stelle marine, coralli e granchi diventano scarpe da sfoggiare in città, proprio come Veneri metropolitane con un tocco marittimo. Il mondo sottomarino ha contagiato anche il make up per la prossima stagione estiva: ci vengono proposti ombretti e smalti dalle tonalità verde acqua e blu intenso con riflessi argentei. L’hair style è sulla stessa lunghezza d’onda con acconciature che ricordano conchiglie e che fanno aumentare la nostra voglia d’estate. L’arredo, dal canto suo non è da meno, i coralli vengono trasformati in porta spazzolini, fruttiere e lampade stampate con carte geografiche illuminano le nostre serate. E voi, da quale dettaglio marino vi lascerete conquistare?

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nuovi arrivi primavera/estate 2012

www.lavestibene.it


AltaRomaAltaModa | LOOK

A LT A R OM A

Direttamente dalle passerelle di AltaRomaAltaModa immagini e pensieri degli stilisti di Haute Couture

a cura di Barbara Molinario 路 Foto: Giulia Zompatori e Federica Pasculli per Accademia del Lusso Salvatore Dragone per Fausto Sarli - Luca Latrofa per AltaRoma

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LOOK | AltaRomaAltaModa

Stella Jean In questi abiti s’incontrano e si fondono il design e la tradizione sartoriale italiana con l’arte rituale dei dipinti naif e dei ricami vèvè haitiani originari dell’Africa. Tutto ciò è spettacolare nella forma ed è unico nel contenuto.

Giada Curti Il vagheggiamento di un epico passato ormai sparito è un desiderio ricorrente nell’animo umano. Di solito si preferisce contemplare nostalgicamente un passato romantico, invece che adattarsi alla convenzionalità del presente o affacciarsi al futuro con perplessità.

Angelos Bratis L’allure e il fascino dell’ haute couture francese di fine anni ’70 fusi con un mood jazzy: una celebrazione della moda in tempi difficili, tra l’investimento di un cappotto invernale e il sogno di un abito di seta.

Renato Balestra Collezione estremamente romantica per far sognare, proponendo abiti lussuosi, sofisticati e seducenti, simbolo del gusto e della raffinatezza tipicamente italiani, rivolta però ad uno scenario internazionale, all’insegna dell’ottimismo e di un fascino intramontabile…

Co | Te Una collezione che, grazie alla possibilità di abbinamenti strategici con più opzioni di look per uno stesso capo, amplia le occasioni d’uso di ogni pezzo in un gioco di trasformismi “smart & today”.

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Nino Lettieri Tra pura sartorialità e grande femminilità, una collezione onirica dal sapore mediterraneo, ideata nella convinzione che l’ALTA MODA sia nata per far sognare.

To Long-Nam Tradizione e modernità si fondono, sono come un cyborg, sia nei tessuti che nelle forme, mixando lana e maglia, outdoor con indoor.

Gattinoni Pronti ad accogliere il nuovo, che per me si traduce in spirito giovalistico, in una moda che osa, pur ancorata ad un meraviglioso equilibrio delle forme. Una rinascita, dunque, anche nell’haute couture.

Gianni Molaro Una collezione di diciassette abiti di sofisticata sartorialità, tra cui sette abiti di Art Couture, per raccontare tutte quelle crisi che sono parte integrante della vita.

Jack Guisso Uno stile senza limiti di tempo e luogo: originalità e bellezza senza confini…

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LOOK | AltaRomaAltaModa

Marta Ferri Un melting pot di concetti e suggestioni che si sovrappongono in perfetta armonia creando un nuovo linguaggio formale che sfugge a qualsiasi definizione.

Luigi Borbone La ricerca materica è la chiave di volta della collezione che, utilizzando tessuti e materiali eco-friendly, pone l’accento sul tema del perturbante e dell’ambiguo.

Tony Ward Una collezione ispirata ai colori dell’Oceano Pacifico, il cui movimento perpetuo delle onde è riflesso nei tagli curvati, nella sinergia dei materiali e dei volumi, nella fluidità dello chiffon e della seta d’organza, in un tripudio di nuances che ricordano la barriera corallina australiana.

Raffaella Curiel La collezione non ha un tema di linee preciso, perché ho voluto fotografare nella creatività un percorso dagli anni ’40 ai giorni nostri; la continuità e l’equilibrio sono determinati dalle lavorazioni…

Fausto Sarli La collezione profuma d’Oriente. È ispirata ad una favola moderna, ad una giovane principessa che ama vestire con colori solari, che ama ricercare il dettaglio, anche negli accessori.

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64 tuba Venturino Vintage 路 abito Maurizia Farinelli 路 occhiali Lam霉 Vintage 路 scarpe Charly Max

LOOK | vintage

Va n i VI N T


nitè NTAGE

servizio di Manuela Mezzetti photographer Andrea Chemelli stylist Barbara Tarozzi stylist’s assistant Claudia D’Elia hair & make-up Nicoletta Conteduca Lara Ognibene graphic project: Willie Corrente

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LUI: camicia Vintageart | LEI: camicia Elizabeth The First · cintura Vintageart

“Ciò che amo davvero degli abiti vintage… è il fatto che contengano la storia personale di qualcuno. Non riesco mai a guardare un capo vintage senza pensare a chi lo indossava e alla sua vita. Se guardo un tailleur femminile degli anni Quaranta mi chiedo cosa sia successo a questa donna durante la guerra, se sia sopravvissuta… Osservo un paio di pantofole in broccato degli anni Trenta, ricamate con deliziose rose gialle, e immagino la donna che le possedeva mentre ci cammina, o balla, o bacia qualcuno. Quando compri un capo vintage, non compri solo tessuto e filo… compri un pezzo del passato di qualcuno”. (Passione vintage di Isabella Wolff) 66


sciarpa e spilla Elizabeth The First 路 foulard Corrado Luxury Vintage

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68 occhiali LAMU’ VINTAGE

LOOK | vintage


cappello, sciarpa e giacca, Vintageart

giacca Archivio Mazzini · papillon Venturino Vintage · corona Globe Theatre

“Passione Vintage” Il termine “Vintage” deriva dal francese “age du vin” (l’annata del vino) e “vendange” (vendemmia), ed è diventato poi sinonimo dell’espressione d’annata. Successivamente viene utilizzato anche per altri oggetti e per l’abbigliamento. Applicato al concetto della moda, quando si sente nominare, questa parola fa affiorare alla mente stili dal sapore passato ed epoche più o meno lontane. Ad ogni modo, nella versione sostantiva del termine, sono definiti oggetti vintage oggetti che pur essendo di produzioni antiche, conservano funzionalità, caratteristiche,

fascino, qualità e talvolta estetica superiori ad oggetti contemporanei in qualche modo ad essi paragonabili. L’abito o l’accessorio vintage si differenzia dal generico “Second Hand” poiché la sua caratteristica principale è il valore che progressivamente ha acquisito nel tempo per le sue doti di irripetibilità e irriproducibilità, nonché per essere testimonianza dello splendore di un’epoca passata e per aver contraddistinto un particolare momento storico della moda. Il redazionale “Vanitè Vintage” è stato realizzato con i capi dei protagonisti della prima edizione della fiera “IN VINTAGE”, che ha visto protagonisti 13 esperti di Fashion

Vintage Luxury, provenienti da tutta Italia. Oggetti d’arredamento e design, borse, pellicce, bijoux, occhiali e abiti realizzati dai grandi nomi della moda: Chanel, Hermes, Louis Vuitton, Fendi e Roberta di Camerino sono protagonisti indiscussi. Dal 31 marzo al 4 aprile 2012 “IN VINTAGE”!! Ospitata ancora una volta dallo Studio40, situato nel cuore del Centergross di Bologna. All’interno della Fiera, è possibile immergersi in un’atmosfera dalle suggestioni poetiche, dove ogni minimo dettaglio viene curato per stupire! Manuela Mezzetti

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stilista | LOOK

Gigi Monti, la rivoluzione di Basile

rano gli anni ’80 e Gigi Monti si muoveva con disinvoltura nel mondo della moda, dettando lo stile delle signore più eleganti del paese. Inevitabile, quindi, la decisione di rilevare la sartoria di Remo Basile, già attiva nel dopoguerra, famosa per il prêt à porter italiano realizzato industrialmente con taglio sartoriale e con una particolare attenzione alla scelta dei tessuti. Un salto rivoluzionario per Gigi Monti. Fino a quel momento aveva lavorato fianco a fianco con Gianni Versace, seguendo insieme le collezioni di Genny, Complice e Callaghan, ma senza mai perdere la voglia di mettersi in proprio. Così quando Remo Basile mise in vendita il suo atelier, Gigi Monti, eclettico e creativo e sempre lungimirante, non si lasciò sfuggire l’occasione. Ed iniziò l’escalation collaborando con il giovane Walter Albini (e la prima sfilata milanese, innovativa e clamorosa al Circolo del Giardino di Milano), e altri talenti come Luciano Soprani, Angelo Tarlazzi, Muriel Grateau. Sono passati tanti anni e Gigi Monti (attuale amministratore di Reality srl, proprietaria del marchio) continua ad essere l’anima di Basile ed insieme la guardia del corpo della sua immagine. Nel suo quartiere milanese, in piazzale Lotto, puntiglioso e preciso, segue passo per passo, oltre le collezioni donna, anche ogni movimento fatto nel nome di Basile, dall’equipe di licenziatari che, dagli inizi degli anni ’90, collabora con lui. di Maria Grilli · info: >www.basileitalia.com<

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LOOK | stilista Cosa significa Basile nel mondo attuale? Il mondo è cambiato, molto. Troppo. L’eleganza sembra sparita. Ricordo che i nostri tailleur femminili, ben disegnati, erano portabili anche dalle donne sprovviste di fisico da mannequin. Sembravano ideati apposta per la manager attiva e impeccabile, la segretaria di direzione, la pierre, la signora bene che ama vestire sobrio. Insomma, un tipo di donna che, con lo stesso abito, passava con disinvoltura dall’ufficio al cocktail di lavoro. Un vestito è bello se è di classe, se ha misura. Oggi forse manca proprio la classe. Quello in cui non mi riconosco più è la monotonia, l’assenza di idee, l’uniformità dei prodotti. Per questo cerchiamo di creare capi e accessori dall’estrema semplicità, ma eleganti, senza fronzoli, esasperazioni di colore e di linee.

A chi si ispira Basile oggi? Tutte le nostre collezioni attingono dai vecchi cavalli di battaglia della griffe, in una sintesi perfetta tra passato, presente e futuro. Gran parte del lavoro è sul contenuto. Anche i capi più classici devono risultare diversi nei dettagli, trasmettere freschezza, essere adatti ad ogni occasione. Una cosa però Basile ha mantenuto: il giusto equilibrio tra ricerca e qualità ma ora punto ad un nuovo prezzo per “prodotti” destinati a tutti. 72


In tempo di crisi è anche tempo di low cost? Oggi, qualunque cosa nel campo del fashion a 360 gradi si conosca e si abbini al marchio della B con la Foglia certamente richiama alla mente un mix di bellezza e raffinatezza, prestigio ed armonia. Cambia solo la scelta di posizionamento che pur non lasciando indietro caratteri di innovazione, creatività e ricerca, punta ad un piano più democratico. Vogliamo offrire un prodotto giusto, di grande valore percepito ma con una fascia di prezzo concorrenziale, come i 78 euro per un foulard di seta, i 60/70 euro per una borsa, i 50 per una maglietta o i 10 euro per i calzini.

Quali sono i vostri pezzi forti? Non si può fare un elenco. Diciamo che ciascun nostro accessorio o capo d’abbigliamento ha una sua specificità. I nostri foulard, per esempio, sono versatili e forniscono enormi possibilità di personalizzazione e sperimentazione. Lavorare con i foulard ci consente di mettere sul mercato un prodotto artigianale di alta qualità, fatto interamente in Italia. Per l’uomo proponiamo calze di alta qualità che nascono dal connubio fra design e filati pregiati, nelle diverse fantasie e colori e anche curiosi calzini con il trifoglio, simbolo portafortuna, o con il peperoncino… quel pizzico di piccante che nella vita non dovrebbe mai mancare. 73


LOOK | stilista

Progetti per il futuro? Stiamo puntando ad un completamento della gamma produttiva. Abbiamo al momento contatti per una licenza da abbigliamento bambino/a; è una licenza che ci manca e quindi contiamo di concretizzare il tutto per gli inizi del 2012. A fine anno sarà lanciato sul mercato anche un nuovo profumo (che affiancherà le fragranze Basile Style) e stiamo cercando di portare il nostro marchio in Cina con l’apertura di un negozio monomarca.

Tempo di estate, tempo di vacanze. Cosa rappresenta il viaggio per Gigi Monti e quanto viene riproposto nelle sue collezioni? Il viaggio nella moda è direttamente legato al viaggio per il mondo. Ho visitato un sacco di paesi africani e questo mi ha molto influenzato. Preferisco viaggiare in posti dove sono differenti i modi di pensare e di vedere. Amo molto i deserti, le sabbie, questi colori molto tenui e li riporto spesso nelle mie collezioni. Poi ovviamente non possono mancare valigie, trolley. Molto colorati, con il logo stilizzato, in robusto policarbonato. Insomma l’importante è partire, e nella moda e nella vita. Il mio spirito è rimasto molto giovane e questo è la mia salvezza.

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LOOK | luoghi da scoprire

Istria, terra situata al crocevia delle civiltà, è una regione ricca di storia ed il paesaggio istriano è riuscito a conservarne i valori naturali primordiali. La tutela di questo patrimonio, ereditato di generazione in generazione, dai Histri, Celti, Romani, Longobardi, è diventata una massima anche per le generazioni odierne. E come non salvaguardare i colli bagnati dal sole, decorati dall’autentico verde mediterraneo, ed i boschi che si congiungono con il mare? L’Istria espone le sue meravigliose bellezze nel fiorito giardino mediterraneo, sui lembi alpini, come su un trono. Il Mare Adriatico vi si protrae dinanzi, a mo’ di tappeto azzurro, mentre lungo la costa, un susseguirsi di gemme: Umago (Umag), Cittanova (Novigrad), Parenzo (Porec), ˇ Orsera (Vrsar), Rovigno (Rovinj), Pola (Pula), Porto Albona (Rabac)… Un collier per cui l’Istria è nota e apprezzata. Insenature nascoste con ciottoli bianchi, baie grandi e piccole, scogli rocciosi e profumati bruciati dal sole, le spiagge dell’I-

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per maggiori informazioni: >www.istra.hr<

stria pulite e intatte, sono delle vere e proprie bellezze. L’Istria è anche una regione ricca di iniziative, per un coinvolgimento della popolazione e dei turisti: si passa da eventi mondani a eventi gastronomici, da giornate dedicate ai prodotti della terra a serate dove si degustano vini dai profumi forti e decisi. Il tutto per godersi un soggiorno originale ed entusiasmante. Visitando il territorio istriano si scopre tutto il fascino degli odori e dei gusti di una terra meravigliosa, nella quale la tavolata regale di pesce, crostacei e conchiglie provenienti dai mari dell’Adriatico, viene curata in contrasto con gli asparagi e i famosi tartufi, tesori ricavati direttamente dai terreni coltivati. Rosmarino, alloro, basilico e timo mettono la corona regale ai cibi che avvicinati alla bocca, ricordano il caldo Mediterraneo. Un vino pregiato va a fare da contorno ai sapori delle ricette istriane. Dall’impegno dell’uomo e dalla generosità della natura è nata l’inconfondibile qualità dell’olio d’oliva, della vite che fornisce vini prestigiosi, degli alimenti sani spuntati dal grembo della fertile terra. La


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malvasia istriana ad esempio è da oltre cento anni il vino più presente ed il più rinomato della penisola. Anche il settore alberghiero è tra i migliori, sempre per un connubio tra storia, paesaggio ed ospitalità. La maggior parte degli alberghi istriani offrono inoltre svariati servizi rivolti al benessere fisico e psichico, come ad esempio le piscine, i centri fitness e massaggi. Volendo poi parlare di centri wellness, benchè di recente avviamento, l’Istria può offrire una combinazione di trattamenti di altissimo livello, adatta ad ogni tipologia di individuo. In Istria si trovano anche numerosi percorsi per lo jogging e la corsa campestre nella natura intatta, per il ciclismo, l’equitazione e per gli altri sport sulla terraferma. I numerosi appassionati dell’adrenalina troveranno pane per i loro denti: il paragliding o parapendio, il freeclimbing o scalata sportiva delle rocce, la corsa sui colli e il mountain bike su percorsi difficili, montuosi e molto impegnativi, la speleologia, il deltaplano e anche il canyoning.

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Città di Primavera

Gli ingredienti sono semplici: due o tre giorni a disposizione, il sole primaverile e una città, vicina, da raggiungere. Basta preparare la valigia e partire. Abbiamo selezionato cinque città europee per una gita “fuori porta”, nel segno degli eventi, ricorrenze e novità. alway, l’irlandese amata da

scrittori e artisti, è una città animata, festosa e vivace, grazie soprattutto alla prestigiosa università che attira migliaia di ragazzi (su 70 mila abitanti, ben 12 mila sono studenti). Il fulcro della città moderna è la piazza centrale Eyre Square. All’interno del centro commerciale Eyre Square Shopping Center sono visibili i resti delle mura medievali, ritrovate nel 1991 durante i lavori per la realizzazione dei negozi ed ora perfettamente integrate al suo interno. Da vedere il Galaway City Museum, dove arte e paesaggio si fondono insieme. Le esposizioni temporanee, attraverso grandi vetrate, sembrano diventare quasi un tutt’uno con le casette a colori pastello, le insegne dipinte a mano e il fiume Corrib. Conserva al suo interno frammenti in pietra calcarea del tardo 1400 e la scultura di Pádraic Ó Conaire (1882- 1928), uno degli scrittori più noti, e più amato, in lingua gaelica: ben 36 romanzi e centinaia di storie brevi.

Si dice che andasse in giro tra i villaggi, su di un calesse trainato da un asino, per raccogliere le storie popolari da cui trarre ispirazione. Merita una sosta anche la chiesa collegiata di San Nicola. Subì una pesante devastazione, nel 1652, quando la città fu conquistata dalle truppe di Oliver Cromwell che distrussero molte parti degli arredi e la utilizzarono come stalla. Tutte le statue sono prive di capo e braccia, perché i soldati cromwelliani, erano soliti far così in segno di disprezzo: solo un angelo su di una colonna ha mantenuto la testa (forse perché troppo in alto o più nascosto) e sembra quasi sorridere per averla scampata. Il fiore all’occhiello della città è il famoso anello Claddagh Ring, dal nome dell’omonimo e antico villaggio di pescatori, appena fuori le mura di Galway, da dove ebbe origine la sua storia. Il primo modello apparve nel ’700, ideato da un tale Richard Joyce. Richard era un marinaio di Claddagh, catturato dai pirati del Nord Africa e venduto come schiavo ad un

orafo di Algeri. Lavorando per lui si specializzò nella produzione di monili e realizzò questo prezioso, sempre pensando alla sua donna che aveva lasciato al villaggio. Passarono gli anni e fu liberato, a seguito di un’amnistia. Richard tornò nella sua terra d’origine con in tasca l’anello per la sua amata che l’aveva, pazientemente, aspettato. Da allora la produzione è stata ininterrotta, mantenendo l’originale design: un cuore che indica l’amore, due mani che significano amicizia, e una corona, in alto, a simboleggiare la fedeltà. Se è indossato sulla mano sinistra, con la punta del cuore verso l’alto e quindi verso il proprio cuore, vuol dire che si è sposati o appagati sentimentalmente. Se si indossa a destra, con la punta rivolta verso l’unghia, indica che si è liberi. Oggi è considerato un pegno d’amore universale. Impossibile ripartire, senza averne acquistato uno. Info: www.discoverireland.com/it (I.G.)

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La capitale finlandese è una “metropoli tascabile” (come la definiscono gli stessi abitanti) che ha i suoi punti di forza nella tecnologia, nel design e nella natura. È questo il periodo migliore per visitarla, complici temperature più alte, per vivere all’aria aperta e girare comodamente a piedi. E quest’anno c’è anche un motivo in più. Helsinki, situata nel cuore della regione del Mar Baltico (il mare la circonda su tre lati, con quasi 100 km di costa e oltre 300 isole), è stata nominata Capitale Mondiale del Design (wdchelsinki2012.fi). In questi mesi, quindi, Helsinki ridisegnerà se stessa attraverso la costruzione di nuovi spazi all’interno dell’area portuale, nuovi servizi ai cittadini e ai turisti e centinaia gli eventi in programma (mostre, incontri, proiezioni di film). Ma da sempre tutto è a vocazione design. Ci sono oltre 10.000 designer professionisti nell’area metropolitana di Helsinki e il 15% circa di tutti i lavori è nei settori e nelle attività design-intensive. Così basta fare a piedi un giro nel centro storico per accorgersi di questo fermento. Il Design District è il quartiere di maggiore concentrazione delle mostre, laboratori e negozi di design, rinomata anche tra designer, architetti e pubblicisti (www. designdistrict.fi). Poi ci sono le opere di Alvar Aalto, maestro dell´Architettura organica (tra cui l´Akateeminen Kirjakauppa, la più grande libreria della Finlandia, affacciata sull´Esplanadi, strada salotto del centro cittadino) e di Eliel Saarinen, esponente dell´Art Nouveau, che ha progettato il Museo Nazionale, dedicato alla storia finlandese, e la stazione centrale, simbolo cittadino con le quattro statue dei giganti sulla facciata. Da non perdere una visita al Design Museum

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(www.designmuseum.fi), dedicato alla storia dello stile e della grafica finlandese dal 1800 ad oggi, dove è allestito (fino a settembre) uno speciale padiglione. Il cuore della città è Senaatintori, la piazza del Senato, con l´imponente Cattedrale in stile neoclassico, il Palazzo del Consiglio di Stato, la vecchia sede del Comune, l´Università, la Biblioteca Nazionale. Fra i luoghi più curiosi c’è Temppeliaukio, un tempio costruito scavando una roccia, con una cupola di rame. La luce entra dalle vetrate e crea giochi di ombre soprattutto sull’altare. Infine, ci si può rilassare in uno dei tanti parchi che riempiono di verde la città. Uno tra i più belli, è quello intitolato a Jean Sibelius sulla via Mechelininkatu: al musicista simbolo dell´identità nazionale è dedicata la grande scultura realizzata nel parco da Eila Hiltunen nel 1967. È composta da seicento cilindri metallici che, con il vento, ricreano suoni da organo di chiesa. Info: www.visitfinland.com (L.A.)


ondra

La capitale britannica sarà il palcoscenico dei Giochi Olimpici (dal 27 luglio al 12 agosto), conquistando, così, anche un primato: è la prima città al mondo ad aver ospitato le Olimpiadi per tre volte. Ma se in quei giorni sarà quasi impossibile godere della città per il pienone di persone e i costi alle stelle, vale la pena andare qualche settimana prima per vivere il fermento pre sportivo e il ricco cartellone di eventi. Tra l’altro, quest’anno, si festeggiano pure i 60 anni di regno della Regina Elisabetta II, secondo regnante a marcare questo traguardo dopo la regina Victoria. Le celebrazioni “Diamond Jubilee” avranno luogo dal 2 al 5 giugno e includono la parata “Thames Diamond Jubilee Pageant”, una flottiglia di mille imbarcazioni sul Tamigi che seguono la Regina sulla chiatta reale, la Royal Barge (3 giugno), Te Deum di ringraziamento e processione in carrozza (5 giugno) e i falò del Giubileo, una ragnatela di 2.012 falò illuminerà la notte dell’intero Regno Unito, mentre la Regina accenderà il Falò nazionale (4 giugno). Accanto alla Londra reale (da non perdere Buckingham Palace, la residenza ufficiale della Regina, e Kensington Palace che custodisce tantissimi tesori come la camera da letto della Regina Vittoria) vi sono i quartieri dove respirare l’aria della vera Londra popolare. East End, un tempo zona malfamata e pericolosa (basti pensare che Jack the Ripper, meglio conosciuto come Jack Lo Squartatore, sceglieva le sue vittime nella zona attorno a Brick Lane), è sempre più un’esplosione di vitalità e creatività. Un tempo era l’area dove si sono scritti molti capitoli della storia industriale cittadina, attualmente è in fase di riqualificazione urbana. Qui a farla da padrone è l’arte, quella degli artisti che aprono i loro studi e convivono con le comunità di pachistani e indiani in un mix multietnico. Qui batte il cuore pulsante della nightlife londinese

con il quartiere trendy Shoreditch che detta mode e tendenze. Tutt’intorno sorgono gallerie, uniche sia per l’architettura che per gli allestimenti. Tra gli indirizzi curiosi e poco noti c’è il Topolski Century (www.topolskicentury.org.uk), una monumentale opera d’arte dipinta, tra il 1975 e il 1989, dall’artista di origini polacche Feliks Topolski, rappresentazione dei principali eventi e personalità del XX secolo che ha riaperto da pochi mesi, sotto gli Hungerford Arches, le volte del viadotto della stazione ferroviaria di Waterloo a Southbank. E per conoscere i modi di vivere dei londinesi, come si divertono, dove vanno a cena, cosa fanno nei parchi, si può portare dietro il libro “101 cose da fare a Londra almeno una volta nella vita” (di Giacomo Besenghi, Newton Compton). Info: www.visitlondon.com (L.A.)

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S

toccolma

La prestigiosa guida Lonely Planet ha inserito Stoccolma, capitale della Scandinavia, al quinto nella classifica “Best in Travel: top 10 cities for 2012”. I motivi? “Una capitale seducente come poche, dall’atmosfera accogliente ma cosmopolita, consapevolmente alternativa e naturalmente pittoresca”. Una città, costruita su 14 isole collegate da 57 ponti, in continuo movimento, da scoprire tranquillamente a piedi e in poco tempo. Da dove iniziare? Dal quartiere più antico, Gamla Stan, uno dei centri storici medievali meglio conservati del mondo. Tra le strade sinuose si affacciano le vetrine di negozi di artigianato, antiquari, gallerie d’arte e cafè. Le facciate nascondono ancora oggi cantine con volte in mattoni e affreschi medievali. Qui si trova la Stortorget, la piazza più antica. È il punto centrale del quartiere ed è da qui che parte Köpmangatan, la strada di cui si hanno notizie già nel 1300. Qui si trovano pure la Cattedrale nazionale svedese

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(Storkyrkan) e il Museo Nobel. Ma l’attrazione principale è il Palazzo Reale, uno dei più grandi del mondo con oltre 600 stanze (aperto al pubblico e ospita ben cinque musei), costruito quasi interamente nel Settecento in stile barocco italiano. Un giro tra i saloni permette di fare un tuffo indietro nel tempo: le Sale di Ricevimento, la Sala Reale con il trono d’argento della regina Cristina, le Sale della Cavalleria, l’Armeria Reale, con vesti e armature nobiliari. Da non perdere anche la parata e il cambio della guardia. Tra le novità, di recente costruzione, c’è lo Spritmuseum (Museo degli Alcolici, www. spritmuseum.se), sull’isola di Djurgården, che mette in evidenza il poliedrico rapporto degli svedesi con l’alcol. Il museo ospita anche la Absolut Art Collection, con opere di artisti del calibro di Andy Warhol. Infine, Stoccolma si fa ammirare dall’acqua e sono numerosi i tour, da quello dei canali reali (“Djurgården Runt”) a quello dei ponti (“Under Stockholms Broar”). Una bella emozione navigare e godere degli spettacolari panorami tutti intorno. Info: www.visitstockholm.com (L.A.)


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Anteprima Bardolino 2012: un successo

In tre anni raddoppiati i prezzi delle uve, in cinque raddoppiata la produzione di Chiaretto numeri di chiusura della quarta edizione di Anteprima Bardolino confermano il trend in crescita di questo vino fresco e poco alcolico, semplice senza essere banale, spensierato e godibile, adatto alla convivialità. Ben ottomila persone, tremila in più rispetto alla scorsa edizione, hanno partecipato all’evento allestito all’interno della storica Dogana Veneta di Lazise sulla sponda veneta del Lago di Garda, affollando i banchi di degustazione dei sessantaquattro produttori presenti. “La vendemmia 2011 - ha dichiarato il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi - è stata quantitativamente inferiore del 5-10% rispetto a quella dell’anno precedente, ma il livello di maturazione raggiunto dalle uve si è rivelato eccellente, ben al di sopra del 2010. È stata anche la prima vendemmia nella quale i produttori hanno potuto avvalersi del nuovo disciplinare, che consente a chi lo desideri di utilizzare nell’uvaggio la corvina veronese fino all’80% del totale, e questa ancora maggiore focalizzazione sulle uve tradizionali conferma la volontà della filiera del Bardolino di essere fedele alla propria identità, interpretata modernamente”. “Sotto il profilo meteo - ha aggiunto il responsabile dell’area tecnica del Consorzio del Bardolino, Andrea Vantini - l’annata 2011 possiamo definirla stravagante, con fasi calde e asciutte alternate con momenti freddi e piovosi. Lo scarso sviluppo di malattie ha permesso di disporre di un’uva sana e matura.” Per quanto riguarda il mercato, anche qui i numeri sono decisamente favorevoli: nel 2011 le vendite di Bardolino sono state intorno ai 21 milioni di bottiglie, mentre quelle di Chiaretto si attestano sui 10 milioni e mezzo. Il Chiaretto Spumante incomincia a consolidarsi: i produttori di questa tipologia sono diventati una trentina e, ancorché si tratti di un vino tuttora sperimentale, il trend di vendite segna un incremento del 46%. Agli assaggi, fra la tipologia Bardolino Chiaretto Spu-

mante sono emersi, fra gli altri: Bergamini, Cantina Caorsa, Le Tende, Valetti e il metodo classico di Costadoro (un nome che è sempre una garanzia). Fra i Chiaretto ci sono piaciuti Le Tende, Guerrieri Rizzardi, La Cà, Valetti, Corte Gardoni, Casaretti, Raval. Fra i Bardolino Monte dei Roari, Le Vigne di San Pietro, Corte Gardoni, Liviana Falconi, mentre fra i Bardolino Classico Costadoro, Renato Corradini, Susanna e Eugenio Girardelli, Enzo Righetti.

Il Bardolino L’area di produzione del Bardolino occupa gran parte del settore veneto dell’anfiteatro morenico -costituito da depositi glaciali - del lago di Garda e, con l’eccezione di una porzione del comune di Peschiera del Garda, il Mincio ne costituisce il limite territoriale occidentale. L’area DOC comprende per intero il territorio dei comuni di Garda, Bardolino, Affi, Cavaion Veronese, Pastrengo, Lazise, Castelnuovo del Garda, e in parte quello di Torri del Benaco, Costermano, Caprino Veronese, Rivoli Veronese, Bussolengo, Sona, Peschiera del Garda, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio. I vini a Denominazione di Origine Controllata “Bardolino”, si ottengono dalle uve Corvina veronese (cruina o corvina) 35-80% (è tuttavia ammesso nella misura massima del 20% la presenza della varietà Corvinone in sostituzione di una pari percentuale di Corvina); Rondinella 10-40%; Molinara fino ad un massimo del 15%; possono concorrere inoltre alla produzione anche le uve provenienti dai vitigni a bacca rossa, non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona, fino ad un massimo del 20% del totale, con un limite massimo del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato. Nella zona di produzione del vino Bardolino la vite viene coltivata fin dall’età del bronzo, come testimoniano alcuni semi ritrovati nelle palafitte di Peschiera, Lazise, Cisano e Pacengo. Il nome, sicuramente di origine germanica, potrebbe derivare, come vuole la leggenda, da Bardali, figlia del re Axuleto e nipote di Manto, fondatrice di Mantova e cantata dal poeta latino Virgilio e da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Nel periodo medioevale la produzione del Bardolino fu continuata dai Monaci della Chiesa di San Colombano, che probabilmente salvarono questo vino dalla sua scomparsa. di Alessandra Piubello

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LOOK | enogastronomia

Cena dei Tre Gamberi da Contadi Castaldi: come in Famiglia

“Come in famiglia” è il titolo dell’iniziativa che ha visto l’azienda vinicola Contadi Castaldi accanto alle 16 migliori Trattorie d’Italia premiate dalla Guida Ristoranti del Gambero Rosso 2012 con i “Tre Gamberi”, massimo riconoscimento che attesta la capacità di questi locali di valorizzare i piatti della più autentica tradizione italiana, scegliendo materie prime eccellenti e creando luoghi dove si sta bene, “come in famiglia”. Le sedici Trattorie dei Tre Gamberi: Antichi Sapori, Andria (Bt) · La Brinca, Ne (Ge) · Ai Cacciatori, Cavasso Nuovo (Pn) · Caffè La Crepa, Isola Dovarese (Cr) · Cibus, Ceglie Messapica (Bt) · Consorzio, Torino · Al Convento, Cetara (Sa) · Locanda al Gambero Rosso, Bagno di Romagna (Fc) · La Locanda delle Grazie, Curtatone (Mn) · La Madia, Brione (Bs) · Maso Cantaghel, Civezzano (Tn) · Pretzhof, Val di Vizze-Pfitsch (Bz) · La Sangiovesa, Santarcangelo di Romagna (Rn) · Tischi Toschi, Messina · Vecchia Marina, Roseto degli Abruzzi (Te) · Osteria della Villetta dal 1900, Palazzolo sull’Oglio (Bs).

ontadi Castaldi ha accolto il sei marzo nella sua sede di Adro tutti i protagonisti dell’iniziativa “Tre Gamberi” provenienti da ogni parte d’Italia. Con loro e con il Gambero Rosso ha realizzato una grande festa, alla quale hanno partecipato circa 250 persone, che ha avuto come principali ingredienti il territorio, i sapori sani e puliti e il piacere di trovarsi insieme in un contesto dove primeggiano sopra ogni cosa il cibo e il vino quotidiano. “Ho iniziato a fare vino - ha dichiarato nel corso della cena Vittorio Moretti, presidente del Gruppo Terra Moretti, di cui Contadi Castaldi fa parte - per fare festa e credo che, in questo particolare momento, si stia tornando a fare festa proprio nelle osterie, com’era una volta.” Tre grandi menu in cui si sono incontrati le tradizioni di 10 regioni d’Italia e di 16 luoghi specifici con il loro piatto più caratteristico e più amato. In questa serata abbiamo avuto la possibilità di gustare il senso più profondo dei sapori italiani, con un approccio versatile e di grande apertura verso i nuovi linguaggi. La cena è stata preceduta da un lungo aperitivo Satèn nei tunnel di affinamento di Contadi Castaldi dove si sono degustati 3 diversi affinamenti dei prosciutti 86

di Alessandra Piubello

di San Daniele di Carlo Dall’Ava. Contadi Castaldi, giovane realtà del gruppo Terra Moretti, ha scelto di comunicare il radicamento nel territorio di Franciacorta con il linguaggio Satèn, il vino della morbidezza e del piacere quotidiano. “La nostra azienda - ha spiegato Gian Luca Uccelli, enologo di Contadi Castaldi dal 2005 - si rivolge ad un pubblico giovane e dinamico: i nostri vini puntano alla piacevolezza e all’immediatezza ad un costo contenuto.” Durante la serata è stata presentata una pubblicazione che l’azienda Contadi Castaldi ha fatto curare da Oliviero Toscani e dall’editore Gambero Rosso. Un libro fuori dal coro perché le 16 Trattorie dei Tre Gamberi sono qui raccontate non attraverso le ricette, ma attraverso piccoli racconti che arrivano al cuore, all’anima dei locali. Storie molto diverse, ma accomunate da un forte filo conduttore: attaccamento alle radici, piatti senza tempo che rinnovano la tradizione del territorio, e soprattutto lavoro di squadra, spesso in famiglia per far quadrare il gusto e anche il bilancio. Per raccontare queste storie Contadi Castaldi ha scelto gli scatti di Oliviero Toscani che ha realizzato veri e propri ritratti d’autore di ogni singola famiglia protagonista dell’iniziativa “Tre Gamberi”.


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enogastronomia | LOOK

Al Devero Cucina del talentuoso Enrico Bartolini e prodotti di Podere Forte per un binomio vincente a notizia è di quelle ghiotte. Che, comunicata in una ghiotta cena con ottimi vini, diventa ancora più ghiotta… Curiosi? Andiamo con ordine. Siamo al Devero Hotel di Cavenago (Bg), alla corte dello chef stellato Enrico Bartolini. Convocati in questa raffinata location, pensavamo di gustarci un menu creato appositamente con i prodotti dell’azienda Podere Forte di Castiglione d’Orcia (Si), accompagnato dai vini della medesima proprietà. Cosa che è puntualmente avvenuta, per la gioia dei commensali, che hanno potuto così assaggiare i saporiti salumi (culatello stagionato 36 mesi, pancetta, spalla cruda 24 mesi), seguiti da zuppa di ceci e fagianella, dalle indimenticabili pappardelle con la lepre (sono rimaste nei miei sogni), bon bon di cinghiale, tordi alla brace, gelato al miele. Ad accompagnare i piatti lo Spumante rosé Asya (alla sua presentazione ufficiale, un rosè di pinot nero 100%, 48 mesi sui lieviti, sboccato dieci giorni prima appositamente per la serata, che ci ha colpito per la rara finezza espressiva e la piacevolissima beva), Greco di Tufo 2009, Petrucci Orcia DOC 2008, Petrucci Il Magnifico Orcia DOC 2007, Guardiavigna Toscana IGT 2008. Pasquale Forte, un piccolo grande uomo dotato di vivida intelligenza e indiscusse capacità imprenditoriali, vulcanicamente animato da un

indomito spirito di conoscenza, ci ha sempre abituato bene: i suoi prodotti sono veramente di altissima qualità. D’altronde il suo perfezionismo è noto: sceglie solo il meglio nelle sue attività (dalle persone agli strumenti operativi, dalla terra ai prodotti), per poter dare a sua volta il meglio ai suoi clienti. Quindi, tornando al punto, la cena si stava rivelando ancora una volta una conferma dell’ottimo lavoro aziendale, quando, a sorpresa, è arrivato l’annuncio. Forte, alla presenza del suo consulente, il celebre enologo Donato Lanati, dell’amico Roberto Conterno (suo il mitico Monfortino che ha vinto i più prestigiosi premi internazionali) e dello chef Enrico Bartolini ha dichiarato l’avvenuta conclusione del Progetto Rocca d’Orcia. E di che si tratta, direte voi. Rocca d’Orcia è un antico borgo ancora intatto nel cuore della Toscana, poco lontano da Pienza e da Montalcino. Di origini etrusche, il paese Rocca d’Orcia (conosciuto anche come Rocca di Tentennano) era il centro di controllo strategico sulla Via Francigena, la famosa strada medievale che univa Roma con il nord Italia e la Francia. Chiunque andasse a Roma (o ne venisse), doveva passare sotto lo sguardo vigile dei signori della Rocca, alta ed inespugnabile. Purtroppo nel corso del tempo, progressivamente, si spopolò, fino a raggiungere la cifra di 42 abitanti. Ebbene, Pasquale Forte realizza un altro suo sogno, quello di ridare vita a questo luogo capace di trasmettere il fascino della storia, rispettandone le caratteristiche che l’hanno mantenuto integro nel tempo. Qui nascerà l’Osteria Perillà, sotto la guida dello chef stellato Enrico Bartolini che ne sovrainderà l’opera (ma senza abbandonare il Devero). Gli ottimi prodotti dell’azienda Forte, degustati nel corso della nostra serata al Devero il venti febbraio, saranno i leitmotiv del menu, ma non mancheranno anche selezionati fornitori locali. L’alta qualità, il ritmo delle stagioni e la creatività di Bartolini nell’interpretare senza mai stravolgere la materia prima, saranno i tratti distintivi della cucina. A completare il progetto Perinquà, un’enoteca con un’ampia selezione di vini e prodotti altamente selezionati; Riamà, un emporio, e Spazio SE, una galleria che ospiterà autori di fama internazionale che operano nel campo della ricerca fotografica. Inarrestabile Forte, dall’energia vincente e dall’umanità sulle dita, chissà se 15 anni fa quando fondasti un’azienda di 146 ettari in un luogo incantevole, con l’obbiettivo di creare un mondo nuovo, un ecosistema incontaminato e auto sufficiente, già ti animava questo progetto? Ripercorrendo la storia di Podere Forte, la scelta di lavorare in biologico prima (certificati da sette anni) e in biodinamico poi (certificati Demeter da 3 anni) dimostra il grande rispetto per la natura e per la terra. Niente è capace di suscitare un piacere così atavico e profondo, niente sa riportare tanto alle origini, come un sapore genuino o un profumo evocativo della terra. E nei prodotti di Podere Forte tutto ciò si vive. Credo che questo imprenditore illuminato, figlio di agricoltori e con la terra nell’anima, non finirà di stupirci: avrà in serbo ancora delle belle sorprese per il futuro. di Alessandra Piubello

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Odontoiatria oggi I consigli del Dott. Barchitta

Progettare un sorriso l progetto di un sorriso è eseguire una pianificazione di tutti gli elementi dentali: la forma, la dimensione, la linea del sorriso, l’allineamento e il livellamento dei denti, il corridoio labiale, la dimensione verticale, il colore, l’occlusione. Tutto ciò fa parte di quella che viene definita Odontoiatria estetica e che si occupa della verosimiglianza, armonia, bellezza degli elementi. Si possono realizzare faccette estetiche, intarsi, corone con forme anatomiche che riproducono fedelmente i denti naturali Negli ultimi anni il ruolo del dentista non è più relegato a risolvere esclusivamente i problemi della bocca ma spazia anche alla regione labiale e, se vogliamo, indirettamente anche a tutto il viso. 90

È molto frequente, infatti, vedere nei pazienti, dopo aver riabilitato la masticazione, un sorriso ritrovato, una sicurezza interiore riacquisita, una maggior fiducia in se stessi. È indubbio averne giovamento su tutto il viso: la pelle assume un aspetto più luminoso e rilassato, come riflesso di una rinnovata sicurezza interiore. Prima del trattamento odontoiatrico la tensione muscolare e il sorriso smorzato andavano ad influenzare negativamente la mimica facciale. Oggi il dentista dispone di mezzi tecnologici a dir poco eccezionali che vanno dalla Tac alla progettazione e all’allineamento dentale tramite dei software che simulano e dimostrano come avverrà il cambiamento, mostrando il risultato finale cosicché il paziente possa ve-

dere anticipatamente cosa è stato progettato per il suo sorriso. È un innovativo trattamento ortodontico che prevede degli allineatori trasparenti personalizzati da indossare durante tutto il giorno avendo però la possibilità di rimuoverli al momento dei pasti o quando se ne senta la necessità, consentendo una perfetta igiene orale. Ogni allineatore è progressivamente diverso e sposta gradualmente i denti alla posizione desiderata.

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he bella esperienza… sono stata al salone Paola Professione Capelli, consigliata da un’amica per un trattamento AVEDA Detoxrinvigorente che è stata un’esperienza dei sensi… Prima, mi massaggiano le tempie con un’olio essenziale aromatico (ho scelto la cannella). Poi mi applicano sul cuoio capelluto lo SCALP DETOX TREATMENT: bilancia l’indratazione e stimola il rinnovamento delle cellule. La posa e veloce mi lavano con lo shampoo scalp remedy. Quindi la coccola per le lunghezze, il damage remedy con proteina di Quinoa. Non sapevo che la Quinoa, ottima nelle insalate, riparasse i capelli rovinati fino 84% in 5 minuti! Durante i quali ricevo un meraviglioso massaggio alle mani. Dopo la piega, la testa è leggera e perfettamente rigenerata. Il trattamento si chiama BOTANICAL HAIR SPA, è un trattamento che parte dalla testa e coinvolge tutti i sensi.

Mi hanno anche presentato il nuovo prodotto INVATI, prodotto che mancava nella linea indicata per capelli stressati con caduta, rinvigorisce e risana la cute attorno ai follicoli con l’aiuto di Curcuma e Gingseng, favorisce capelli più densi, più forti, più spessi… Proprio una bella esperienza! 92

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LOOK | photo wedding

Photo wedding contest 2011: and the winner is… tr a i vincitori del Wedding Contest Una bella soddisfazione, ma a che scopo partecipare ad un concorso sul matrimonio oggi? In realtà non esiste un fine particolare: è più una voglia di confrontarsi, di mettersi alla prova, di avere conferme da chi come noi fa questo mestiere per passione e per scelta di vita. In tre edizioni del wedding contest a cui avete partecipato siete sempre stati segnalati tra i vincitori, quale il vostro segreto? Segreti non ne esistono, c’è passione ed entusiasmo! Così come lo stile migliore non esiste, è tangibile solo la capacita di interpretare le emozioni … Oggi va molto di moda il reportage, i ragazzi sono molto più abituati a stare davanti alla fotocamera, si sentono a loro agio. Siamo nell’era di Facebook e Twitter, perciò noi, dobbiamo solo permettergli di esprimersi, di essere se stessi. E la giuria ha notato il nostro obiettivo e l’ha scritto nella motivazione: … stile improvvisazione, azione, posa ed estro del momento con una qualità superiore alla media, la capacità di spaziare tra vari linguaggi e suggestioni, fa della Digital video 3 uno studio versatile e completo… dei matrimonialisti Doc! Uno studio come il vostro è sicuramente in grado di dare dei consigli a chi deve scegliere il professionista delle proprie nozze… Sicuramente possiamo dire che oggi avvalersi di un professionista è una 94

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scelta obbligata. Chi si affida all’amico per questi servizi sa che non potrà mai avere un’emozione dai suoi ricordi. Una documentazione forse, ma mai un’emozione. Il nostro è un mestiere in cui l’artigiano convive ancora con l’artista: una foto, un video devono colpirti prima di tutto al cuore, poi sarà importante anche il supporto su cui fissare questi momenti, ma prima occorre fissare nell’obbiettivo le immagini giuste. E questo lo fa solo chi come noi ha scelto questo come lavoro. L’amico, il parente non lo potrà mai fare. Documentare forse, ma non di più, mai un’emozione! Voi parlate di emozioni, passioni, ma il vostro nome, Digital video 3, vi tradisce… come mai? Mi viene da sorridere. Un addetto al marketing, una volta, ci fece la stessa osservazione, ma quando abbiamo iniziato l’attività eravamo agli inizi dell’era digitale e ci sembrava importante distinguerci da colleghi che utilizzavano ancora il rullino o le videocassette per i loro lavori; noi abbiamo sempre creduto che questo lavoro dovesse essere fatto con passione ma anche con la migliore tecnologia sul mercato. A questo proposito un consiglio lo voglio dare a chi si deve sposare: richiedete la consegna del vostro matrimonio su Blue ray, vedersi consegnare i propri ricordi in DVD nell’era del 3D deve far scattare dei pericolosi campanelli d’allarme sulla professionalità del vostro interlocutore.

tel. 0426 346 273 · sito >http://digitalvideo3.altervista.org< · e-mail >digitalvideo3@virgilio.it<


Professionalità va di pari passo con formazione. Com’è oggi il vostro settore? Molto arretrato, al contrario di quello che si può immaginare. Oggi fare formazione nel nostro settore è un’impresa e, mi scusi il gioco di parole, per fortuna internet riesce a sopperire con forum dedicati, fatti da persone che come noi fanno queste lavoro con passione; a tal proposito il 2/3/4 marzo a Venezia abbiamo partecipato ad un incontro formativo sull’editing video e non solo, organizzato in modo ineccepibile dallo staff di NONSOLOEDIUS, uno dei forum più preparati in questo settore, dove abbiamo potuto confrontarci con colleghi di Napoli, Bologna, Udine. Tutti uniti da uno spirito collaborativo per migliorare la nostra professionalità. Un incontro che umanamente ci ha trasmesso molto perché abbiamo imparato molto sul piano professionale con novità che non mancheremo di inserire nei nostri lavori ma, soprattutto, perché ci siamo accorti di come le due figure, fotografo e cameraman, oggi debbano essere ben chiare: non ci si può più affidare ad uno studio fotografico che non si appoggi indiscutibilmente a dei professionisti video: ecco perché da sempre il nostro studio organizza corsi di videoripresa ed editing. Con questi corsi si è formato anche Michele, il regista di cortometraggi come Nutriaman e del nuovo corto dal titolo Polesine Bastardo in uscita il 21/22 aprile 2012 al cinema Eden di Porto Viro.

Siamo partiti parlando della recente affermazione che avete avuto come vincitori del concorso sul Matrimonio 2011 organizzato da TUTTO DIGITALE. Ora cosa immaginate per il vostro futuro? Siamo ottimisti, chi vuole un’emozione dal suo matrimonio sa che ormai il nostro studio, Digital video 3 è una certezza di qualità, quindi riteniamo di avere ancora molto lavoro in questo settore. Certo il mercato oggi ci spinge anche verso altri settori come le piccole regie multicamera con costi contenuti ma di qualità. Altro mercato in cui stiamo operando molto bene è quello di internet che finalmente con portali come YouTube permette alle aziende di uscire dai confini territoriali. Anche questi servizi hanno costi molto contenuti ma mantengono la qualità. Essendo questo un mercato giovane le aziende devono conoscerci e capire la differenza tra accendere una telecamera e la certezza di un’emozione da salvare e trasmettere. 95



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Diventiamo Amici! Cerca Look giornale su Potremo invitarti ai nostri straordinari eventi. Nuove amicizie e nuove location per il tuo divertimento: guarda le nostre gallery! 97


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Prada a Padova l 2 febbraio 2012 Prada ha inaugurato il suo nuovo negozio a Padova, in Piazza Garibaldi, con un cocktail ad inviti. Per l’occasione, Prada ha rinnovato il proprio sodalizio con il FAI, a sottolineare il legame del marchio con la cultura, condividendo la riqualificazione del Sacello di San Prosdocimo nell’Abbazia di Santa Giustina di Padova. Accanto a questo intervento, Prada affiancherà inoltre il FAI nelle azioni di tutela e valorizzazione svolte quotidianamente dalla Fondazione sul territorio del Veneto. Due gesti significativi con cui Prada desidera presentarsi a Padova. Più di 1200 persone sono intervenute all’evento, tra imprenditori, social e nobili padovani. Da notare l’attrice Michela Quattrociocche, vestita Prada - giacca in nappa nera, pantalone denim stretch blu, top in sablé con stampa bocca, pochette in Madras color argento e calzature in vernice colore rosso). Gli ospiti si sono intrattenuti fino alle 23 con la musica della DJ Milly De Mori.

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Apre a Padova San Crispino Ristorante: innovazione e qualità nel gusto del design

Inaugurato ufficialmente giovedì 23 febbraio San Crispino Ristorante: il nuovo volto della ristorazione a Padova, in viale Arcella 17/C. Nato da un’idea dei soci proprietari di San Crispino Property S. p. A., società di sviluppo immobiliare guidata da Alberto Sesana - con lo scopo di creare a Padova un luogo dove sentirsi a casa, gustare ottimi piatti e poter condurre appuntamenti di lavoro con tutti i confort - San Crispino Ristorante rappresenta il connubio tra arte della ristorazione e atmosfera contemporanea: è come varcare una soglia e lasciarsi sedurre dal buon gusto. Quaranta coperti distribuiti tra la veranda luminosa, la sala principale con l’elegante bancone nero e la saletta VIP, che all’occasione può diventare sala riservata. Lo chef Mauro Pavia, che già vanta importanti e “stellate” esperienze all’estero - Francia, Germania e Svizzera - oltre che in Italia, propone piatti creativi che uniscono il piacere per il palato all’arte dell’impiattamento. Una predilezione per i piatti di pesce, ma anche carni di qualità, verdure, il tutto con attenzione ai prodotti di stagione e a kilometro zero. Mauro Pavia, che ha avviato anche un laboratorio di prodotti specifici per celiaci, ha una particolare sensibilità verso le intolleranze alimentari, oltre che per le scelte etiche o salutistiche vegetariane e vegane. Da segnalare i panificati rigorosamente “fatti in casa” e fraganti, gli oli profumati, l’importante e unica selezione di formaggi (quasi una dozzina di specialità italiane) da abbinare ad un’intrigante gamma di vini e di birre artigianali. Da non trascurare il dessert, imperdibile il raffinato gelato artigianale. Originale e di sicuro successo la proposta business lunch, colazioni di lavoro con benefit tecnologici: wi-fi gratuito, consultazione i-pad, riviste e quotidiani nazionali ed esteri. 99


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New York style a Le Brentelle ue giorni di festa al centro commerciale Le Brentelle, un fashion week end di moda e spettacolo durante il quale l’atmosfera newyorkese è scesa sulla passerella della Sfilata di Primavera 2012, accendendo il più grande spettacolo di moda mai proposto a Le Brentelle. L’ambientazione modaiola ha visto sfilare il sabato la moda uomo e la domenica la moda donna, con grande partecipazione del numeroso pubblico presente. La kermesse ha visto anche l’elezione di Miss e Mister Le Brentelle 2012. Grande la soddisfazione del Direttore Massimiliano Alfarè e della Responsabile Marketing Paola Zambusi.

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Sottomarina cambia faccia estyling architettonico per la località turistica affacciata al mare. In questi ultimi anni sembra prendere forma e consolidarsi una nuova identità per una città, come Sottomarina, che si sta espandendo dal punto di vista edilizio. Molti sono gli edifi ci che sorgono per venire incontro ad una domanda sempre più crescente di trovare il proprio habitat per vivere il quotidiano. Al civico 6 di Via Perseo è stato inaugurato l’«Oversea building», che segna l’inizio di un nuovo modo di concepire lo spazio abitativo. La holding Ghirardon Group con il suo amministratore delegato Manuel Ghirardon ha scelto di realizzare quest’opera grazie al valido apporto del noto architetto Simone Micheli, che si è contraddistinto nel panorama internazionale per le sue opere. Un team di professionisti locali ha coordinato le operazioni per la costruzione di un’opera di riqualificazione del territorio dalla forte carica innovativa. Costruito in classe energetica e acustica A+, il nuovo edifi cio coniuga l’energia solare e geotermica grazie all’installazione sulla facciata verticale di pannelli fotovoltaici, il primo esempio sul territorio. Luci a led usate in modo intelligente grazie al mix di colori che si susseguono, la materia trattata in modo diverso per creare un’alternanza di spazi geometrici e il sistema touch screen per la gestione dell’impianto domotico, sono alcuni tra gli accorgimenti utilizzati per venire incontro alle esigenze di acquirenti provenienti, la metà circa, da fuori del territorio clodiense. 101


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La primavera dà spettacolo n tripudio di fiori è sbocciato all’improvviso nel cuore di Castel San Pietro Terme, decisamente in netto anticipo sullo scoccare della primavera! Ma non c’è da stupirsi, qui la bella stagione arriva in anteprima grazie a “Le Dame di Castello”, un evento-fashion, giunto alla decima edizione, andato in scena nella suggestiva cornice del loft Equipe Vittorio Spazio Officina, che in quest’occasione lascia il suo abituale look di salone di hairstyling per trasformarsi in location d’eccezione di uno show che allea moda, bellezza, spettacolo e solidarietà riunendo boutiques, ateliers e attività commerciali cittadine. Gremito dal pubblico delle grandi occasioni l’atelier ha acceso i riflettori su una passerella spettacolare dedicata alle proposte per i giorni di sole firmate Eb Abbigliamento, Ottica Inn e Sorite Gioielli, che hanno fatto sfilare le collezioni moda per lui e lei, gli accessori, le creazioni preziose ed i complementi di stile più attuali, sublimati dal tocco di fascino regalato dalle acconciature e dal make-up di Equipe Vittorio Parrucchieri, ispirati alla collezione di hairstyling per primaveraestate 2012, ulteriormente valorizzati dai cappelli di Alessandra Zanaria. Ma non solo. A rendere ancor più speciale lo spettacolo (la cui regia è curata da dall’Agenzia Freelance), il suo coté umano: è stata infatti l’occasione per raccogliere fondi a favore di CDKL5, un’Associazione castellana di volontariato onlus. Da non dimenticare, complici del successo dell’evento, gli allestimenti di Flò Installazioni Floreali e le performances di danza di Federica Malaguti e Lorenzo Sasdelli della Batucada Dance School. 102


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barca a Padova Bellessenza slim & beauty, il primo centro Bellessenza del Veneto, dall’ambiente particolarmente raffinato e accogliente, che è stato inaugurato mercoledì 8 febbraio, in Largo Europa 4. Bellessenza è un network di Centri che offrono ai propri clienti una gamma di servizi di estetica avanzata basati sull’abbinamento di tecnologie non invasive con una grande professionalità; la rete qualificata di affiliati, che conta oggi ben 13 punti tra Lombardia, Piemonte, Toscana e ora anche Veneto, fa dell’innovazione, della tecnologia e della professionalità il proprio punto di forza. Tutti i trattamenti svolti all’interno del centro sfruttano una tecnologia non invasiva, che si colloca appena sotto la medicina estetica e molto al di sopra dell’estetica tradizionale. Il metodo “Bellessenza”, attraverso un concetto di estetica avanzata, unisce la grande esperienza nei trattamenti professionali alla tecnologia d’avanguardia, con lo scopo di condurre ad uno stato totale di benessere fisico e mentale. Il centro propone anche una novità assoluta: il lettino detox che fa propria la tradizione giapponese del Suna Ryoho (eliminazione di tossine tramite sabbiature), un sistema di sudorazione che permette di ridurre le tossine e di avere un corpo rimodellato e più giovane.

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Inaugurato il primo Centro Bellessenza del Veneto

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Quando l’evento è targato Suite 53 trepitose come sempre le serate targate Suite 53, che come ogni volta non finisce mai di stupire in meglio. Punto di riferimento nella zona del Piovese e non solo, Suite 53 offre tanto divertimento, ottimi aperitivi e feste fantastiche in collaborazione con i migliori disco staff del Veneto. Un ringraziamento sentito va alla titolare del Suite 53 Monica Bettinardi. Sponsors: Comunian bevande, Afrodite eventi, Nico Studio.

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Il Più Grande Spettacolo dell’Anno ndrà in scena il prossimo ottobre, in occasione del sesto anniversario dell’ Ipercity di Albignasego, “Il Più Grande Spettacolo dell’Anno”, il nuovo ed entusiasmante musical, il cui casting si è svolto domenica 25 marzo nella piazza centrale del Centro Commerciale. Tra solisti e gruppi sono stati un centinaio i partecipanti tra i quali, dopo un’intensa e lunga giornata di provini, sono stati selezionati coloro che parteciperanno al musical: 7 solisti nella categoria canto, 5 gruppi e 2 solisti per la danza hip hop, 4 solisti nella categoria modern jazz, 1 coppia di giovanissimi per la danza sportiva e 1 gruppo per la danza acrobatica. La giuria tecnica era composta per ogni categoria da importanti professionisti: Gianluca Frezzato (hip hop), Valentina Moar (modern, teatro-danza), Ilenia Montagnoli (danza classica), Evelina Gobbo Pregnolato (danza sportiva), Walter Ferrulli (canto). Tutti i nomi dei vincitori e le foto della giornata del casting si possono visionare nel sito: www.iperactivity.it. I giovani artisti inizieranno prossimamente le prove dello spettacolo, guidati da un regista e da un direttore artistico. Appuntamento ad ottobre per ripetere il grande successo del precedente musical “Romeo loves Giuly”.

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Mobil Veneto: mobili da sposare!

ll’interno del mobilificio MOBIL VENETO (centro arredamento di Sottomarina, in via Madonna Marina) si è tenuto un’evento di due giorni dedicato all’arredamento e contestualmente a tutto ciò che riguarda il matrimonio. Le due giornate: Sabato 31 Aprile nuovo restiling di MOBIL VENETO con le nuove cucine dei migliori marchi (Veneta Cucine); Domenica 1° marzo tutto ciò che riguarda il matrimonio dal bon-bon alle bomboniere, fotografo, per concludere con la sfilata di abiti da sposa delle ore 18:00. Il tutto è stato organizzato dalla titolare Squizzato Valentina con la partecipazione di Federico del negozio IL BELLO DELLA CASA (Sottomarina) che ringraziano quanti hanno partecipato.

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Bellezza al femminile na serata per rendere omaggio alla bellezza e al fascino femmine quella promossa da I Pavanello Art Studio, My Ais e Solestestica in collaborazione con la Pro loco di Cavarzere e l’Associazione culturale Mistral. Grazie a questa originale iniziativa, al Daikin Club di Cavarzere l’otto marzo è trascorso all’insegna dell’eleganza con diversi momenti tutti dedicati alle donne. Diversi gli ospiti d’eccezione, tra i quali il make-up artist Nico Baggio, noto truccatore che ha avuto il privilegio di curare il total look delle più famose star a livello internazionale e che a Cavarzere ha dato preziosi consigli di bellezza alle donne presenti. In una serata che celebra il fascino femminile non potevano mancare le ragazze del Calendario Cavarzere 2012, progetto benefico a favore della Cooperativa sociale Emmanuel che ha riscosso davvero un gran successo conquistando il favore dei cavarzerani, e non solo. A sorpresa la presenza di Marco Crepaldi, vincitore della fascia del Volto più bello d’Italia, ma anche un ricco buffet e la più bella musica anni Settanta, Ottanta e Novanta con il Dj Pzeta. Una serata piacevole e con quel particolare tocco di raffinatezza che Alessandro Pavanello e Matteo Bighetti sanno dare a tutti gli eventi che promuovono.

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Giornata in stile “Rebel” usto, glamour, tendenze e novità: domenica 26 febbaio si è inaugurato a Porto Viro, in Via L. Savoia 8, il nuovo Concept store Rebel “Officina di Stile”, che porta in città un angolo fashion. Allestito un piccolo buffet esterno, alla quale ha presieduto il Sindaco di Porto Viro per il taglio del nastro e per il brindisi, dalle 18.30 una fusione di musica e moda ha dominato in compagnia del deejay all’interno del negozio fino alle 21.00. Un negozio curato in ogni minimo particolare, metropolitano, di estremo gusto e dove il comfort è tutto incentrato sul cliente. Il trendy con la T maiuscola a Porto Viro. Rebel promette le grandi firme nello shopping cittadino. Molti gli amici che hanno preso parte all’inaugurazione per ammirare i capi firmati Patrizia Pepe, Jucca, Gol Case, Jfour in attesa dei nuovi arrivi, previsti per la stagione estiva.

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Porto Viro ha inaugurato il Loft for Magazine, con grande soddisfazione dei titolari, Mirco Guarnieri e Moira Tabacchin. La serata in Via Risorgimento 43 è stata animata da dj e da bellissime scenografie, il tutto allietato da ottimi aperitivi e buffet. L’evento è stato organizzato da Hp Eventi.

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