Look 22-1005

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magazine maggio 2010

moda

dal mondo delle fiabe una ventata di primevera

INTERVISTA

un “bel paese” gastronomico: conduce vittorio sgarbi

week-end e dintorni

tradizione siciliana in odore d’africa


Editoriale

tra sogno e realtà DI GERMANA URBANI

on c’è uomo più affascinante al mondo che quello affetto da sindrome di Peter Pan. Una “malattia” che fa disperare le donne che, se colpite dal suo fascino irresistibile, si ritrovano indifese e totalmente rapite in un mondo che non c’è dal quale è difficile trovare via d’uscita. Solitamente si tratta di un soggetto che si rifiuta di crescere, di operare nel mondo degli adulti, rifugiandosi in una realtà immaginaria con regole e comportamenti tipici dell’infanzia. E riconosciamolo… quale via potrebbe essere più dolce di questa, se il bisogno primario della fanciulla in questione è una fuga dalla grigia quotidianità di rapporti seduti attorno a tavoli da cucina troppo spesso noiosi? Le donne lo sanno bene, basta seguire il Binconiglio e la realtà cambia, si entra nel mondo magico dove tutto è capovolto e qualsiasi cosa può accadere. Saranno i sociologi a spiegarcelo prima o poi, certo è che la favola bella dell’eterno ragazzino, che non teme lo scorrere del tempo, sta contagiando entrambi i sessi. Il mondo della moda, sempre attento a cogliere cambiamenti e desideri, cavalca pienamente queste tendenze sociali che hanno avuto pieno riscontro nel successo di film quali Avatar di James Cameron o Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton, due dei maggiori successi di boxoffice del 2010. Proprio in occasione del dell’uscita di quest’ultima pellicola, i grandi magazzini Printemps Haussmann di

Parigi hanno invitato stilisti quali Alexander McQueen, Chloé, Martin Margiela, Chloé Margiela Charles Anastase, Anastase Manish Arora, Ann Demeulemeester, Haider Ackermann, Christopher Kane e Bernhard Wilhelm. Grandi firme che si sono divertite nel reinventare il look di Alice. Un gioco, relooking, che è divenuto poi soggetto artistico delle vetrine di Printemps Hausmann. Veri e propri abiti da favola che hanno contagiato in profondità il mondo della moda, tanto che corpetti e gonne ampie, che ricordano esplicitamente il vestitino azzurro della ragazzina bionda protagonista della fiaba, saranno uno dei motivi più cool degli abitini estivi e non solo. E in tutto questo mondo che si colora di dolci sogni rientrano anche personaggi di cartoni animati e fumetti che sempre più campeggiano coloratissimi sulle t-shirt di molti marchi di pregio: Hello Kitty, è la più gettonata in assoluto, tanto che si parla di una vera e propria Kidult mania che contagia tutti i campi dall’abbigliamento agli accessori, dai bijoux al trucco. La micetta giapponese spopola talmente tanto che molti designer di gioielli le hanno dedicato intere collezioni. Che dire se non che forse tornare bambine è il sogno di tutte… resta una sola domanda: per rapire il cuore di un Peter Pan è preferibile per una donna moderna ispirarsi al Look dell’ingenua Alice o vestire i panni di una maliziosa micia super fashion? 

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Agenda mese

accadrà

in italia Fellini Dall’Italia alla luna

La mostra dal titolo Fellini. Dall’Italia alla luna, curata da Sam Stourdzé, analizza la nascita e lo sviluppo del mito felliniano attraverso le sue ossessioni: la cronaca popolare che lo ha ispirato, il suo immaginario onirico, le scene, le location e i backstage dei film, l’iperproduzione iconografica della cultura contemporanea. L’esposizione mette in relazione estratti di film, documenti fotografici, resoconti giornalistici, immagini televisive,

disegni e materiali legati al lavoro del regista. Contemporaneamente, la rassegna cinematografica curata dalla Cineteca di Bologna proporrà oltre ai film sceneggiati e diretti dal regista riminese, anche pellicole di registi che si sono ispirati al suo lavoro. Fellini. Dall’Italia alla luna. MAMbo - Bologna. Dal 25 marzo al 25 luglio 2010.

Settimane musicali all’Olimpico di Vicenza Il Festival propone un percorso attraverso le capitali musicali europee. La tappa di quest’anno sarà Parigi. Quattro concerti, un’opera,

il “Progetto Giovani” e un progetto intitolato “Raccontare la musica”, con conferenze preparatorie ai concerti: questo il ricco ventaglio di proposte che avranno luogo tra il 19 maggio e il 13 giugno 2010. Il festival, che vedrà come ogni anno la presenza di grandissimi interpreti internazionali, avrà come sempre luogo al Teatro Olimpico di Vicenza Settimane musicali. Teatro Olimpico - Vicenza: Dal 19 maggio al 13 giugno 2010.

Caravaggio in mostra a Genova A Genova fino al 26 settembre 2010, presso Villa del Principe, si potrà ammirare sia la riapertura dei giardini e degli interni restaurati che l’esposizione di oltre ottanta dipinti provenienti dalle Collezioni delle diverse dimore della Dinastia Doria Pamphilj, molti dei quali mai esposte. Tra le opere in mostra spicca il capolavoro di Caravaggio noto come la Fuga in Egitto. Questo grande evento documenta

la storia del collezionismo della celebre dinastia genovese-romana, caratterizzata dall’importanza del genere pittorico del paesaggio presente nella realizzazione degli edifici. Caravaggio e l’arte della fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj. Villa del Principe - Genova. Fino al 26 settembre 2010.

Jazz:re:found 2010 Tutti a Jazz:re:found 2010 in occasione della terza edizione del Vercelli Music Art Festival, Festival musicale che ha portato in città

oltre 10000 persone nelle prime due edizioni, il piccolo Umbria Jazz del Nord Italia. L’evento parte dal jazz e va verso la sperimentazione del nu-jazz: l’icona del trip hop, Tricky, sarà la star dell’ultimo concerto in programma al festival domenica 13 giugno. Inoltre da venerdì 11 giugno tra gli altri sul palco The Cinematic Orchestra (Ninja Tune) e giovani band internazionali come Zero7, Portico Quartet, The Herbaliser, Poets of Rhythm e gli italici Noego. Jazz:re:found 2010, Vercelli Music Art Festival. Da venerdì 11 a domenica 13 giugno 2010.

L’Arte dell’Abruzzo in mostra a Roma La mostra S.O.S. Arte dall’Abruzzo Una mostra per non dimenticare è stata organizzata con lo scopo di voler evidenziare l’impegno che è stato effettuato ad un anno dal sisma, per la tutela e la conservazione del patrimonio archeologico e artistico dell’Abruzzo.

In esposizione circa 80 opere tra dipinti, sculture, tele e una selezione di oltre 140 reperti archeologici provenienti dall’Abruzzo: l’Ercole Curino (un bronzo attribuito a Lisippo) e la Madonna da Lettopalena risalente al XIII secolo, le statue lignee di S. Caterina d’Alessandria e della Madonna di S. Silvestro, risalenti al sec. XIV. Inoltre molto suggestiva la visione della Cappella di Leone X, che dopo i lavori di restauro viene aperta per la prima volta al pubblico. S.O.S. Arte dall’Abruzzo Una mostra per non dimenticare. Castel Sant’Angelo - Roma. Fino al 5 settembre 2010.

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Marketing e comunicazione

Claudio Capovilla Direttore di strategia di Gruppo icat

Acquisti d’impulso: un fenomeno molto attuale che nasce dalla psiche La voglia di comprare beni superflui, soprattutto nelle donne, viene generato dal desiderio di gratificazione e dal bisogno di compensare le frustrazioni quotidiane.

Comprare, specie vestiti e accessori, rimane uno dei passatempi preferiti dalle donne. I sondaggi dicono che gli acquisti compiuti dal gentil sesso spesso sono un’attività non dettata dalla necessità (come invece accade per gli uomini), ma dal puro piacere. La molla che fa scattare l’acquisto di beni superflui deriva dal desiderio di ottenere un’immediata gratificazione personale, dall’emozione di possedere cose nuove, dal bisogno di evadere e compensare le frustrazioni quotidiane. L’acquisto d’impulso sembrava un trend passeggero legato al boom economico degli anni ‘80, quando apparire era meglio di essere. Invece, oggi più di ieri, il fenomeno rappresenta un preciso dato di fatto.

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Il consumatore che compra senza programmare risente moltissimo della propria emotività e si appropria di un bene non per soddisfare un reale bisogno, ma per appagare tutta una gamma di desideri legati alla sfera individuale (non familiare) e in particolar modo a quella di tipo edonistico. Non solo: quando l’individuo scopre le marche e i prodotti trova in loro dei “mondi possibili” ed insieme ad essi promesse e, forse, certezze. Il brand si prende quindi cura del cliente e si fa carico delle sue paure rispondendo con prodotti capaci di dare soluzioni e di garantire l’appartenenza ad uno stile di vita. In questo modo, accumulando merci i consumatori allontano le incertezze e contribuiscono alla costruzione del sé.


L’acquisto che investe la sfera emotiva diventa in tutto e per tutto un atto di gratificazione psicologica. Il diffondersi di questo bisogno è testimoniato dalle numerose pubblicità basate sul tema “te lo meriti” / “tu vali”: come il dono rappresenta una forma di comunicazione verso gli altri, il dono a se stessi rappresenta una forma di comunicazione intrapersonale, utilizzata per rafforzare la propria identità e la propria autostima. Altra motivazione all’acquisto è l’esigenza di possedere un simbolo, un oggetto che vale come “segno”, al di là della sua reale funzione d’uso. In questo caso il possesso di un bene diventa una forma di ingresso in un mondo, spalanca idealmente le porte ad una vita diversa. Anche al supermercato, solo una piccola percentuale di persone compra esclusivamente i prodotti scritti sulla lista. Tutti gli altri riempiono il carrello di cose a cui non avevano minimamente pensato. Un tempo erano le donne le uniche responsabili della spesa familiare; oggi non è più così ma in genere sono loro a portare in casa dei prodotti nuovi, da provare: articoli che rappresentano una risposta efficace a piccole e grandi esigenze quotidiane, semplificando giornate piene di impegni e responsabilità. Il rapporto con marche e prodotti è quindi più consapevole di un tempo e determinato dalla capacità di proporre soluzioni facili e “anti-stress”. Le donne diventano quindi le vere sperimentatrici, apripista per la penetrazione profonda del mercato, le vere trend setter.

“Il brand si prende cura del cliente e si fa carico delle sue paure rispondendo con prodotti capaci di dare soluzioni e di garantire l’appartenenza ad uno stile di vita.”

L’acquisto femminile inconscio, soprattutto relativamente ad alcune particolari categorie merceologiche, viene ricollegato da alcuni ricercatori anche alle dinamiche pulsionali ancestrali, secondo cui l’esigenza primordiale legata alla riproduzione si ripercuote sulle scelte. Questi studi sostengono che l’acquisto di beni e servizi quali cosmetici e trattamenti di bellezza avrebbe ad esempio il ruolo latente di aumentare il sex appeal in funzione di un bisogno inconscio di procreare. Sono molteplici, quindi, i fattori che influenzano gli acquisti femminili: le donne italiane del terzo millennio non sembrano affatto voler tornare agli anni ottanta vivendo un consumismo sovradimensionato, ma sembrano sufficientemente mature per potersi concedere strappi alle regole che loro stesse hanno creato, con spese di tipo edonistico o ludico, capaci di alleviare gli stress e le tensioni; uno shopping che fa tornare il mondo degli acquisti vicino al mondo del piacere e non solo a quello del dovere.

Claudio Capovilla è Direttore di Strategia di Gruppo icat, agenzia di comunicazione e marketing padovana attiva in tutto il territorio nazionale. Ricopre la carica di Consigliere all’interno del direttivo di UNICOM (Unione Nazionale Imprese di Comunicazione).

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Intervista

La mia ITALIA delle meraviglie Il vulcanico Vittorio Sgarbi ci conduce alla scoperta del nostro “Bel Paese” tra arte, ristoranti e cultura del cibo di Isa Grassano

a cucina proprio non è il suo habitat naturale, anzi vede adatte al ruolo di chef solo le donne, ma Vittorio Sgarbi, critico d’arte, politico e scrittore, personaggio singolare e ironico, ama mangiare e mangiare bene. E come esiste un’Italia dimenticata e non frequentata, ma che una volta scoperta lascia profonde emozioni, così esiste una tavola delle tradizioni che, una volta provata, appaga tutti i sensi. Esattamente come i dipinti dei grandi artisti, che spesso si arricchiscono di piatti e buon cibo. Nel suo libro, l’Italia delle Meraviglie, oltre ai luoghi “del cuore”, Sgarbi, svela ristoranti e trattorie dove sta tutto il piacere del gusto.

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Il nostro, ha detto, è l’Italia delle Meraviglie. Dove ci consiglia di andare? In Italia si è ovunque in villeggiatura. Ovunque, ci sono luoghi capaci di emozionare e di evocare ricordi. E infiniti sono i luoghi dell’uomo, così come i paesaggi. Il mio consiglio, attraverso le pagine del libro, è quello di “entrare a vedere” quei posti in cui mai si penserebbe di fermarsi. I paesi dell’Emilia o delle Marche dove si possono ammirare borghi intatti, oppure le stesse grandi città, ma soffermandosi sui posti meno noti, come il Museo delle Mura o il Monastero di Tor de’ Specchi a Roma. Se il viaggio è ritornare sui passi di altri, in altri tempi, allora


LIBRO L’ITALIA DELLE MERAVIGLIE UN INEDITO “VIAGGIO IN ITALIA” RICCO DI SUGGESTIONI CULTURALI E ACUTE RIFLESSIONI CRITICHE. VITTORIO SGARBI CONDUCE IL LETTORE ALLA SCOPERTA DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DEL TERRITORIO ITALIANO, ANCHE DI QUELLO DIMENTICATO O NEGATO. DA NORD A SUD, UN PERCORSO IDEALE TRA BELLEZZE CHE TUTTO IL MONDO INVIDIA E CAPOLAVORI SCONOSCIUTI: DAL NORDEST CHE GUARDA A ORIENTE (VENEZIA, TRIESTE, PADOVA) A GARDONE RIVIERA, MILANO E C ASALMAGGIORE; DAGLI AMBIENTI DEI SACRI MONTI DI CERVENO E VARALLO AI QUARTIERI DI MONDOVÌ; DALLE INFINITE CITTÀ E CITTADINE DELL’EMILIA E DELLA ROMAGNA, PASSANDO PER I BORGHI E LE CITTÀ DELLE MARCHE E DELL’ITALIA CENTRALE, ROMA E L’A BRUZZO, FINO ALLE CITTÀ LUMINOSE DEI REGNI DEL SUD (NAPOLI, BARI, BRINDISI), LA C ALABRIA (CORIGLIANO C ALABRO, RIACE) E LA SICILIA (PALERMO, GELA) E LA SARDEGNA (SANT’ANTIOCO, ROMANA). UNA CARTOGRAFIA “DEL CUORE”.

mettetevi in cammino, non siate pigri, perchè dalla vostra meraviglia deriva la vita dell’arte, dei luoghi del nostro paese: l’Italia delle Meraviglie.

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Spostandosi nel Meridione, quali sono i luoghi da non perdere? La strada panoramica del Salento, che va da Otranto a Santa Maria di Leuca, è bellissima per il mare sottostante sempre presente, con i muri a secco degli uliveti che stanno sopra e sotto la strada, con l’apparizione di paesi lungo la costa. In Calabria, invece, fate una sosta a Corigliano Calabro con il Castello Ducale, o a Riace. E poi la Sicilia con Salemi, dove sono sindaco, il centro di una provincia meravigliosa tra Trapani e Ragusa, nel cuore della valle del Belice, ricco di preziose testimonianze archeologiche.

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Anche la tavola è un aspetto meraviglioso del nostro Bel Paese? La gastronomia è un elemento fondamentale che ha a che fare con la tradizione, la storia di un paese. Lungo il mio percorso, da Nord a Sud, s’incontrano ristoranti e osterie

che meritano una sosta, perchè propongono una cucina che racchiude “usi e pensieri”. Molti di questi (che ho scovato quando tenevo una rubrica a tema sul settimanale Grazia) li ho inseriti nel libro, come il Ristorante Pedretti a Casalecchio di Reno, vicino Bologna, il paese che Stendhal definiva “il Bois de Boulogne”. Fu fondato alla fine dell’Ottocento e ricostruito dopo il 1945 ed è quasi un’istituzione locale. Rimanendo sempre in regione, come tralasciare il Ristorante San Domenico ad Imola, sorto nello stesso spazio dove vi era una domus romana, e gustare così i sapori dei piatti di Valentino Marcattili. Nel Meridione merita l’Antica Focacceria San Francesco di Palermo. Accanto alla chiesa omonima, si caratterizza per lo stile liberty e per la proposta del “cibo da strada”, per non rinunciare al gusto anche quando si va di fretta.

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Qualche ricordo legato alla sua infanzia? Ricordo di quando me ne andavo nelle parti di Argenta dove è nata mia madre ed era uno spettacolo passare dalla pianura più uniforme dell’Emilia a quella più collinosa di Faenza. Ma allo stesso tempo dovevo “combattere” con la

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mamma perché voleva costringermi a mangiare la carne. Da piccolo proprio non mi piaceva, oggi, invece, inizio ad apprezzarla un pochino. E per lo stesso motivo non amo il pesce. I miei genitori mi portavano spesso nelle Marche per far visita a parenti ed amici ma anche soste obbligate in trattorie, situate tra Fano e Ancona, le cui specialità erano i piatti a base di pesce. Per me “puzzava” e basta, non ci trovavo nulla di buono.

di colori che fluttuano nel gioco delle luci. E sulle pareti il grande Giulio racconta la fiaba di Psiche in un vortice di figure, corpi, vasellame scintillante, ghirlande di erbe e frutti, terrecotte, putti giocosi e dispettosi. m

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Un piatto che preferisce? Amo tutte le cose “forti” come quella della Calabria. È il regno della ’nduja, ovvero un salume spalmabile fatto con frattaglie e parti grasse del maiale, impastate con molto peperoncino. Ovviamente non è cibo per tutti gli stomaci, ma è un vero godimento. La usano in mille modi: sul pane abbrustolito, sulla pizza, nella frittata, oppure come soffritto di base per un ragù.

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Ma da buon ferrarese non dovrebbe apprezzare i salumi della sua città, ovvero la famosa “salama da sugo”? Non ne vado matto, anche se ritengo che sia “sublime” nel suo insieme. Tra gli altri salumi propri del territorio italiano, ha il primato il “culatello” come trionfo della civiltà e della sensibilità dell’uomo rispetto all’animale più umile che è il maiale.

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Quanto il cibo ha “contaminato” l’arte? Il cibo è da sempre parte dei grandi artisti. Ad iniziare dall’ Ultima Cena di Leonardo da Vinci. E poi la Cena di Emmaus di Giovanni Agostino da Lodi: colpiscono i dettagli come il sale nelle saliere, l’aceto balsamico, la carne. E come dimenticare il banchetto di nozze tra Amore e Psiche, dipinto da Giulio Romano, nello splendido Palazzo Te di Mantova. Entrando in quella sala si è avvolti da un trionfo

Un uomo vulcanico Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte, ha curato numerose mostre in Italia e all’estero, è autore di saggi e articoli. Più volte membro del Parlamento, è stato anche assessore al comune di Milano dal 2006 al 2008 e dal luglio 2008 è Sindaco del comune di Salemi, in provincia di Trapani. Ha vinto nel 2000 il Premio Internazionale Flaiano per la televisione. Tanti i suoi successi editoriali, come Contro l’indifferenza (2005), Vedere le parole (2006) e Clausura a Milano e non solo (2008).


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Moda in fabula

Quando DI DANIELE PELLICCIA

il fi abesco

essuna ragazzina ha mai osato tanto! Molti la emulano, tanti la vogliono, quasi tutti a lei si ispirano! Se stessimo parlando del jet-set hollywoodiano, sarebbe l’attrice più pagata del momento. L’enfant prodige più in vista dell’anno si chiama Alice, bambina inglese dai biondi capelli e dagli occhi colore del mare. Suo padre, lo scrittore britannico Lewis Carrol, la concepì quasi 150 anni fa, ma solo oggi è diventata un’icona di tendenza; con il suo grembiulino bianco e la freschezza che la contraddistingue, ha stregato il fashion system mondiale.

l’Alice-style,, contratta dall’ultima fatica di La febbre per l’ l’Alice-style Tim Burton “Alice in Wonderland”, ha contagiato la totalità del globo colorandolo di azzurro e decorando di picche, fiori, quadri e cuori, praticamente tutto. Un’eroina moderna, svuotata della sua peculiare ingenuità e resa Adolescente Ribelle da Mr. Burton; grazie agli splendidi abiti di Colleen Atwood, costumista di fiducia del regista e vincitrice di 2 Oscar per “Chicago” e “Memorie di una geisha”, diventa un’icona pop che detta legge in fatto di moda. Sfogliando Vogue America troviamo un servizio fotografico


veste la moda della fashion photographer Annie Leibovitz a lei dedicato; ad omaggiarla, i personaggi che popolano il Paese delle Meraviglie, interpretati nientepopodimeno che da Tom Ford, John Galliano, Karl Lagerfeld e Jean Paul Gaultier, fino ad arrivare alla nostra Donatella Versace. Tutti sembrano riservarle una fetta della loro creatività, dedicandole collezioni e nuove tendenze; le passerelle si popolano di tacchi vertiginosi e fantasie geometriche, corsetti gotici, carnagioni diafane ed acconciature voluminose - di Aldo Coppola - cosparse di polvere argentata.

Dal compianto Alexander McQueen a Chloé, da Furla e le sue borse con la Regina di Cuori alle stampe barocche di Donatella Versace; persino la collezione autunnoinverno 2010/2011 della punk-rock Vivienne Westwood è influenzata da atmosfere trasognanti e fiabesche… ma non solo. Anche la moda “cheap” ha voluto adeguarsi: dalla Spagna, Bershka celebra il film con una linea di T-shirts mente Oysho propone la linea di biancheria intima “Alice in wonderlandcup of tea with my friends”; l’Atelier italiano FixDesign crea degli abitini per bambine e la linea “Marc” di Marc Jacobs,

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borse in plastica con cuoricini. Anche i magazzini francesi Le Printemps non sono da meno, allestendo le vetrine con versioni giganti di oggetti-icone del film ed abiti di grandi firme come Christopher Kane e Haider Ackermann, ovviamente il tutto “favoloso”! E non mancano gli accessori… l’iconografia del cult-movie diventa un must. I festeggiamenti del Coniglio Bisestile e il Cappellaio Matto, davanti a tavole imbandite, hanno ispirato al celebre brand Swarovski una nuova linea di bijoux, con pendenti a forma di teiera, tazza o ciambella. Ed ancora gli eccentrici gioielli (alcuni anelli arrivano a misurare 10 cm in altezza) creati dal noto marchio H. Stern, in cui compaiono Stregatto, funghi e le surreali rose parlanti del giardino incantato; la collezione esclusiva, in collaborazione con Disney Couture, del jewel designer Tom Binns; e nemmeno Stella McCartney si è tirata indietro, proponendo una linea di bracciali e collane fatte di plexiglas, perle e Swarovski. L’anno scorso fu commissionata a Tim Burton una linea di abiti haute couture ispirata ai suoi film; ne venne fuori una collezione visionaria, pulp, modelle incastonate in atmosfere oniriche e desolate, avvolte in tulle nero, ed agghindate con sangue ed ossa. Fedele sempre a se stesso, i tratti peculiari Goth-dark del suo cinema tornano in Alice, ma mai era capitato che la versione cinematografica di un capolavoro letterario, sbancasse in maniera così dirompente il mondo della moda, fino a dettarne leggi e tendenze. Tutto merito del Signor Burton? m

Photographer: Alessandro R abboni Hair&Mua: Claudio Furini Clothes: Judit L ajter Mad Hatter's Clothes: Valentina Di Geronimo per Costume A rte - Roma Model: C aterina Shula Accessori: Bon Bon Ufficio Stampa: Daniele Pelliccia


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Moda vintage

In the

GONNA VINTAGE


Spring Light LA LUCE ED I COLORI DELLA PRIMAVERA FANNO RISALTARE LA FORTE SENSUALITÀ DELLE ISPIRAZIONI DEL PASSATO FOTO DI MAURIZIO MORRONE

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coulotte e balconcino Intimissimi, accessori (cappello e foulard) e body vintage

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abito

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Estel Fashion


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abito

Estel Fashion


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abito

Estel Fashion


photography : Maurizio Morrone (www.mauriziomorrone.com) photo assistant : Virginia Vittozzi model:

Manuela Abrugia

make up and hair styling:

Grazia C arbone (www.graziacarbone.com)

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Moda e stile

Abito bianco in chiffon in seta con pettorina in metallo. Abito bustino in jersey nero, tutto Antonio Martino Couture. Bracciale in argento e Swarovski di L aura Gramigna.

“ Le sorellastre sono avide di lussuria e vanita `�.


Che fine ha fatto

Cenerentola? ORA SONO DI MODA LE SORELLASTRE. SI È SEMPRE PREFERITO METTERE IN EVIDENZA UNA VISIONE FEMMINILE ANGELICA MA, ULTIMAMENTE, È IN VOGA IL LATO OSCURO DELLA DONNA, GRAZIE AL GENIO CREATIVO DI REGISTI DEL CALIBRO DI TIM BURTON E DAVE PAYNE, CHE HANNO PORTATO IN SCENA FIGURE COME LA “REGINA DI CUORI” O “MORTISIA ADDAMS”. ANASTASIA E GENOVEFFA, DOPO ESSERSI FATTE SCAPPARE IL PRINCIPE, NON SI ARRENDONO NELLA CONQUISTA DEGLI UOMINI E DEL PRESTIGIO SOCIALE, PUNTANO SU LOOK GLAMOUR E AGGRESSIVI. TRASFORMATE IN FASHION VICTIM SANNO MIXARE I GIUSTI ACCESSORI AGLI ABITI: ADDIO ALLA SCARPETTA DI CRISTALLO CONTESA, PER FAR SPAZIO A DECOLLETÉ ROSSE, BORCHIE E SANDALI GIOIELLO.

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Abito da sera color cipria in leggerissimo jersey. Pantaloni di shantung di seta blu con profili gialli e giacca di camoscio traforata a laser con profili di raso giallo, tutto Antonio Martino Couture. Anello Michela Monaco.

“ C hi bussera ` alla nostra porta? Forse un principe con una scarpetta o uno squalo dell’alta finanza con una Jimmy Choo?�

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Abito in chiffon di seta con farfalle in velluto devorè. Cinta in ecopelle. Culottes in pizzo con grandi paillettes, tutto Antonio Martino. Scarpe Daniela Cardia. Bracciale L aura Gramigna. Anello Michela Monaco.

“Le diaboliche sorelle si preparano per un nuovo tipo di ballo che non si tiene piu ` al castello incantato ma in lussuosi alberghi, dove il Valzer ha lasciato il posto ai Black Eyed Peas.�

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Giacca tris in cotone nero. Top con paillettes quadrate in oro. Gonna in lino grezzo e fasce di grosgrain, tutto Antonio Martino Couture. Scarpe Daniela Cardia. Anelli Michela Monaco. “ La scarpetta di cristallo a lasciato il posto a tacchi vertiginosi e calzature borchiate nere.�

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Photographers: Mirtho Fashion Editor: Barbara Molinario. Stylists: Antonella Scantone, Maria Elisa Cirillo, Emanuela Recchia, Michela Esposito, Celia Smoza per Accademia del Lusso. Modelle: Maria Manzillo, Michela Bruno per YourWay Management. Make up: Leutha Di Pietrantonio, Giorgia Miano, L aura Morasca per Afrodite. Hair stylist: Virginia Polinari. Location: Grand Hotel Palatino, via Cavour 213, Roma.


Giacca in cotone con tagli profondi sulle maniche. Camicia in chiffon di seta. Gonna doubleface in cotone, tutto Antonio Martino Couture.

“E la celebre massima: «Il sogno realta ` diverra ` », resta soltanto un piacevole ricordo. O no?”

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Calzature

IL NUOVO CONCEPT IDEATO E PENSATO PER UNA DONNA ALL’AVANGUARDIA CHE MUOVE I PASSI NEI VICOLI DELLA VITA. DI MARIA VALERIA MARCATO

na scarpa è fatta di almeno 40 componenti, tutti indispensabili e funzionali. Come si riesce dunque ad inserire le calzature nel mondo del fast fashion? L’abbiamo chiesto a Cristina Lucchi, titolare dell’omonima azienda e del marchio Oviè. “Non è di certo semplice predisporre delle linee di produzione di calzature che consentano di soddisfare settimanalmente le necessità di approvvigionamento dei

nostri rivenditori, ma diciamo che, arrivati ormai alla quarta generazione dalla nascita della nostra azienda, sappiamo bene come fare! La nostra è una filiera collaudata di fabbriche che settimanalmente producono e consegnano 6/7.000 paia di scarpe a modello.“ Effettivamente la famiglia Lucchi ha davvero motivo di essere fiera della propria evoluzione e del grande inserimento nel mercato delle calzature. Nel loro “quartier generale” al Center Gros di Bologna infatti, si respira l’esperienza, il buon gusto e l’attenzione ai particolari che dal 1979 hanno contraddistinto le loro calzature. Ma si percepisce ancora l’atmosfera familiare, nonostante il volume d’affari cresca di anno in anno in modo considerevole. Sono ormai passati più di cent’anni da quando Giovanni

>ovyebycristinalucchi.com<

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56 Lucchi realizzò il suo primo paio di scarpe a Piumazzo, nel modenese. Nasce così una tradizione familiare che, senza interruzioni, vede oggi impegnata la quarta generazione Lucchi. Dalla produzione si passò poi in breve tempo all’attività commerciale di calzature e l’ampliarsi della famiglia Lucchi portò allo sviluppo di un’attività che alla fine degli anni trenta raggiunse Bologna. La nuova espansione dell’attività all’ingrosso, dovuta all’opera e all’impegno della seconda generazione Lucchi alla fine degli anni sessanta, è coinciso con la nascita del Centergross. È la vera svolta imprenditoriale: nel 1978, la Lucchi Srl è tra le prime aziende insediate nel più grande Centro per il Commercio all’ingrosso in Europa. Dal 2008 la Sig.ra Lucchi è inoltre parte del CDA della società Centergross Srl, che gestisce e coordina da oltre trent’anni il Centro. L’impronta della società, nonostante le dimensioni raggiunte, è tenacemente fedele a quella tradizione che ha superato il primo secolo di vita: dal 1989 infatti la gestione è passata in mano alla terza generazione Lucchi, rappresentata dalla Sig.ra Cristina Lucchi, coadiuvata dall’indispensabile appoggio del marito Rino, che insieme formano una coppia affiatata, che da anni lavora fianco a fianco sostenendosi vicendevolmente. Spiccano le figure di Luca Caruso e della Dott.ssa Annalisa Caruso, i figli dei Sig.ri Lucchi, che rappresentano il futuro dell’azienda nel nuovo millennio. Tutta la famiglia infatti è concentrata nella conduzione dell’azienda, partendo proprio dalla Signora Cristina, che occupa da sempre della parte stile, affiancata dal marito e dai figli, ciascuno con una competenza specifica, dall’amministrazione alla distribuzione, dalla produzione al retail. Sì, perchè la grande novità del 2010 è proprio l’apertura del primo negozio monomarca Oviè, l’inizio di uno sviluppo del retail di proprietà che parte da Viale Indipendenza a Bologna e che vedrà almeno due aperture all’anno in Emilia Romagna. Questo importante passo ha segnato oltre che una forte affermazione del brand Oviè, anche la realizzazione di un importante progetto di sviluppo dell’azienda. Già distribuito infatti in tutta Italia attraverso il fidelizzato network di negozi di calzature e di abbigliamento e all’estero, da ora il marchio Oviè avrà ancora più visibilità grazie alla catena dei negozi monomarca di proprietà. “Questa nuova apertura è stata proprio una vera soddisfazione - ci racconta Cristina perché ha dato ragione alle nostre calzature, alla passione ed all’attenzione che ci mettiamo quotidianamente, alle tendenze che raccogliamo e trasformiamo nel pieno rispetto della comodità e del Made in Italy!“ m


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Cucina e sport

Cesare Marretti

lo chef e l a i d n o m


STRANO PENSARE CHE AD UNO DEI PIÙ IMPORTANTI E ACCLAMATI CHEF IN ITALIA LA PASSIONE PER LA CUCINA SIA NATA DALL’IMPOSSIBILITÀ DI LAVORARE ALLA FERRARI, MA CESARE MARRETTI È COSÌ, UN VULCANO DI IDEE E DI PIATTI, DALL’ALLEGRIA CONTAGIOSA, ESUBERANTE, BELLO E BRAVO. DI MARIA VALERIA MARCATO

utto questo è Cesare Marretti, uno degli chef più acclamati e richiesti del momento, volto noto della trasmissione televisiva “La prova del cuoco”, il programma televisivo dedicato alla cucina. Il suo sogno fin da bambino era di girare il mondo, di imparare un mestiere e di coltivare la passione per i motori, i veri motori, quelli della Ferrari appunto! Ma frequentando una delle migliori scuole alberghiere d’Italia, Cesare Marretti decise di viaggiare alla ricerca del gusto, della creatività sotto ogni aspetto e di conoscere le diverse tradizioni e tecniche culinarie. E la sua avventura attraverso il mondo iniziò così dal ristorante dell’Hotel Negresco di Nizza e passò attraverso i migliori e più importanti ristoranti del mondo, tra cui Le Cirque di New York, l’Halkin Hotel di Londra, l’Era Ora di Copenaghen, ma passando anche per l’Australia, il Messico ed il Giappone, senza tuttavia negarsi l’occasione di lavorare in Italia, con Gualtiero Marchesi a Milano ad esempio. Ma l’esperienza che forse lo cambiò nel modo

più profondo fu lavorare con Pietro Leemann al Joia di Milano, grazie al quale iniziò a sperimentare e a creare abbinamenti e sapori nuovi. Negli anni Cesare Marretti ha avuto anche l’opportunità di lavorare con i più importanti chef del mondo, potendo così raccogliere il meglio di ciascuno stile e di ogni specialità, fino a maturare uno stile personale, eclettico e senza dubbio creativo, che lo porta nel 1998 ad aprire il suo primo ristorante e ad oggi ad averne tre, di cui due a Bologna ed uno a Torino. I suoi ristoranti sono il connubio tra i sapori, frutto di un’evoluzione continua, ed un ambiente minimalista, in cui l’atmosfera raffinata si mescola a dettagli originali. I piatti sono sempre molto attenti alla materia prima, la semplicità e la naturalezza degli ingredienti che sceglie sono la caratteristica di Cesare Marretti, così come la convivialità e l’accoglienza, che lui stesso definisce “di lusso… perché un sorriso oggi è davvero un lusso!“ Il suo stile di cucina è personalissimo, fatto di linearità,

>cesaremarretti.com<

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semplicità, immediatezza e rapidità. La tecnica è tutta a servizio della naturalezza, della spontaneità e di una grande determinazione. Punta sulla freschezza delle materie prime ed esce dai canoni. Cesare vive il cibo come ciascun momento essenziale della vita. La sua poliedricità e creatività si manifestano anche attraverso altre forme di arte, quali la scenografia teatrale e televisiva o la creazione di oggetti di design, grazie anche “all’influsso” del famoso designer Dino Gavina. E i Mondiali di Calcio 2010 in Sudafrica non potevano certo farsi mancare la presenza di un cuoco d’eccezione come Cesare Marretti! Già ai Mondiali del 2006 ed agli Europei del 2008 ha dato prova della sua abilità e versatilità culinaria gestendo il ristorante di “Casa Azzurri”, punto d’incontro quotidiano di giornalisti, ospiti istituzionali ed internazionali, oltre che di tutto lo staff degli Azzurri. E anche quest’anno, anzi a breve, Cesare partirà per il Sudafrica e per “Casa Azzurri”, ma soprattutto per un’altra delle sue incredibili ed estreme avventure in giro per il mondo! m ristorante via

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Living

Contrà Leopardi

Un nuovo modo di pensare il borgo: sconvolta la scala delle priorità per un vivere a misura d’uomo, o meglio, di bambino. di Renato Malaman - foto di carlo carossio

rima sono stati pensati gli spazi dedicati al gioco dei bambini, poi quelli destinati alla costruzione delle case. È rivoluzionario il concetto urbanistico e architettonico che sta alla base del progetto di Contrà Leopardi, il borgo realizzato a Olmi di Callalta dalla società Fragiocondo su firma dell’architetto Piergiorgio Semerano, già finalista alla Triennale di Milano con il progetto del ristorante Perchè di Roncade. Rivoluzionario il Contrà Leopardi di Olmi perchè stravolge

>contraleopardi.it<

la scala delle priorità. Gli spazi riservati alla socializzazione dei più piccoli sono le vie, le piazzette e le corti. Dove le macchine non possono arrivare. Prima sono stati progettati gli spazi aggregativi, le 36 case sono sorte intorno. Rispondendo però a criteri altrettanto innovativi, come l’utilizzo di materiali capaci di garantire un risparmio energetico, la qualità delle viste, le distanze variabili fra un edificio e l’altro, com’era nei borghi medievali, i giardini privati recintati da mura a mezza altezza com’era nell’antica Venezia. Le macchine finiscono tutte sotto terra, nei due

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ampi garage sotterranei. “Per quanto riguarda il gioco abbiamo riprodotto le condizioni di un tempo - spiega Diego Malosso della Fragiocondo -. Ci sono intere generazioni che sono cresciute in strada o nelle corti. Lì i più piccoli, senza il condizionamento degli adulti, che è inevitabile nelle case, potevano vivere esperienze che li aiutavano a raggiungere un’autonomizzazione, a stabilire delle gerarchie, a organizzarsi in attività autogestite. Tutto quello che oggi non è più possibile, poichè con la scusa che le strade sono pericolose i piccoli vengono tenuti in casa, dove non potendo socializzare con coetanei spesso finiscono per trascorrere il loro tempo davanti al computer o al televisore”. Contrà Leopardi è un progetto forte. Persino il posizionamento e la dimensione del verde, e delle piante in particolare, è stato studiato in un’ottica di qualità della vita complessiva all’interno del borgo. I 18 edifici, tutti di color sabbia, hanno volumi e forme diversi fra loro. Un unico complesso comprende al massimo

quattro unità immobiliari (di due o tre camere da letto), così da ridurre il rischio… di discussioni fra vicini. Chi non dispone di giardino è compensato dalla presenza di un’ampia terrazza (con bella vista e verde). Gli elementi traforati metallici, uno dei caratteri distintivi delle opere di Semerano, producono luci e ombre che definiscono le emergenze architettoniche. La via principale di Contrà Leopardi si chiama Corso Infinito, poi c’è la Piazza del Dì di festa, la Calle Ricordanze, il Campo Sabato del villaggio, la Ruga del Passero solitario e così via. Tutti nomi mutuati dalle opere di Leopardi e decisi da Luigi Cerantola, docente di italiano a Tokyo. Il borgo (9.200 mq, 11.000 metri cubi) è stato completato in queste ultime settimane e sta riscuotendo grande curiosità, anche da parte dei media nazionali. Nonostante il difficile momento del mercato immobiliare le abitazioni già vendute sono circa la metà. I primi bambini arriveranno presto. m


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Viaggi

Il maniero che stregò Casanova Il Castello di Spessa è il sogno che Loretto Pali ha realizzato nel Collio. Dimora romantica, oggi incantevole resort e cantina, ebbe fra i suoi illustri ospiti anche Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart. Intorno sorgono un campo da golf, la Club House e il ristorante La Tavernetta. di Renato Malaman


oretto Pali costruisce lettini per bambini e con i sogni ha una certa dimestichezza. Lo stesso nome che porta scaturisce da un sogno: quello di suo padre per la doppia vittoria di Loretto Petrucci alla Milano-San Remo (1952-53). Il sogno di Loretto Pali bambino era invece quello di possedere un castello tutto per sè. Poi, crescendo, ha capito che il sogno sarebbe stato più bello se quel maniero tanto agognato fosse diventato un luogo condiviso con più persone. Utile, magari, anche alla valorizzazione turistica della zona. Ipso, facto. Pali nel 1985 non si lascia sfuggire l’occasione della sua vita e acquista nientemeno che il Castello di Spessa, a Capriva nei pressi di Cormons. Un castello vero, con tanto di torre, di chiesetta gotica e di gallerie sotterranee. E, chissà, forse anche di fantasmi.

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Un castello rifatto nel 1880 su sembianze neogotiche, com’era di moda allora, sull’onda degli ultimi moti romantici. Ma un castello il cui nucleo originario risale al XI secolo. A dargli i connotati attuali fu l’allora neo proprietario Rodolfo Voelkl, ricco commerciante di spezie orientali, su progetto dell’architetto triestino Ruggero Berlam, lo stesso che creò il faro della Vittoria di Trieste. Quindi la proprietà passò al dottor Eduard Roeckerath di Lipsia, quindi la barone triestino Demetrio Economo di San Selff, a cui si deve la costruzione del parco. Nel 1916 ospitò i comandi dell’Esercito Italiano impegnato sul fronte dell’Isonzo, fra cui il generale Cadorna. Nel 1927 vi fece visita Emanuele Filiberto di Savoia. Tra le due guerre il maniero passò ad Anna Sartorio e Salvatore Segrè quindi al loro figlio adottivo Giorgio Stavro di Santarosa che vi creò un importante allevamento di cavalli. Ma prima di tornare al sogno di Loretto Pali, è giusto incorniciare la presenza forse più importante al castello, quella di Giacomo Casanova. Vi si fermò nel 1773 ospite di Luigi Torriani in attesa che gli inquisitori gli concedessero di poter ritornare a Venezia. Casanavova dopo alcune settimane di ozio e di divertimento fu costretto ad andarsene, perchè sorpreso in atteggiamenti molto intimi con la Sgualda, una spessiotta che prestava servizio nel castello. Della serie il lupo perde il pelo ma non il vizio… Altro ospite illustre fu Lorenzo Da Ponte, il librettista di

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Mozart che vi si fermò quasi un anno nel 1780. Ma torniamo a Pali, il nuovo castellano. Grazie alla sua passione il Castello di Spessa è diventato uno dei luoghi più belli del Collio. Residenza di charme per ospiti innamorati della storia che nelle varie suites possono provare l’emozione di tornare indietro nel tempo, luogo per ricevimenti e banchetti di alta classe, cantina di una delle aziende agricole oggi più importanti della zona. La “Castello di Spessa” appunto. Un sogno completato dalla realizzazione del campo da golf, struttura adagiata sui lievi declivi dell’intorno. Il Castello di Spessa è oggi al centro anche di altre attività. Nei pressi è sorta una Club House per i golfisti, il cui ristorante è aperto anche agli esterni. Un elegante rustico di fronte al castello ospita il ristorante La Tavernetta, oggi uno dei ritrovi gourmet più frequentati nel Collio, segnalato in tutte le guide grazie all’impegno profuso da Maurizio Dall’Osto e dallo chef Antonino Venica. Poco lontano, in territorio di Cormons, c’è invece l’agriturismo La Boatina, sede di una cantina del gruppo Pali (marchio La Boatina) specializzatasi oltre che nell’ospitalità anche nella degustazione di salumi e formaggi di eccellenza. Dal Castello si gode una splendida vista sul tempietto liberty che ricorda la memoria di Elvine Ritter, la nobildonna che con il marito Teodoro La Tour, trasformò il Collio goriziano nel paradiso enologico che è tutt’oggi un luogo dedicato al buon vivere. m

Tra le viti con la vespa Il C astello di Spessa periodicamente si trasforma nello sfondo ideale di raduni di auto d’epoca o di prestigiose berlinette gran turismo. Ma oggi è anche una delle principali tappe dell’itinerario “Il Collio in Vespa”. Le Vespe colorate di giallo le mette a disposizione il C astello, come fanno altre aziende della zona . I promotori dell’iniziativa hanno creato dei percorsi molto suggetivi, che consentono di scoprire i tesori della zona . Monumenti, ma anche cantine dove poter degustare del buon vino. L’iniziativa , finora molto apprezzata , consente di spigersi fino al Parco del bosco di Plessiva (posto sul confine sloveno), la Piana del Preval , la strada delle vigne alte e i sentieri del Monte Quarin. Un brano di “dolce vita” da rivivivere. In mezzo alla natura .

>castellodispessa.it<


Week-end e dintorni

qui comincia tutto A MAZARA DEL VALLO FASCINO MAGHREBINO E TRADIZIONE SICILIANA TESTO E FOTO DI LUCREZIA ARGENTIERO

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Italia senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell’anima, qui comincia tutto», scriveva Goethe ai tempi del suo “Viaggio in Italia”. E per noi la scoperta inizia da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani (nella città più araba dell’Italia con solo 200 chilometri di distanza dalle coste della Tunisia), dove la storia sembra assorbire il profumo della terra. E il profumo del marsala. Qui, l’essenza del nettare di Bacco “Made in Sicily” continua a confondere e si confonde con i numerosi effluvi dell’isola, grazie al vento di scirocco che trascina con sé l’aroma del rosmarino, del muschio bianco e ancora la zagara o l’odore dei mandorli in fiori, dei limoni, degli aranci e del sale marino delle vicine saline di Marsala. E non solo. Quel senso di inebriante fragranza solletica il naso e penetra nelle narici anche all’interno dell’Hotel Mahara. Anzi tra le pareti di questo albergo di charme sembra ancora più intenso, in quanto nasce all’interno del vecchio stabilimento enologico settecentesco della famiglia inglese Hopps, fra i fautori del successo di questo vino liquoroso nel mondo. Della fiorente cantina anglosassone, sopravvive tuttora l’insegna del portone d’ingresso “John Hopps & Sons” rimasta tale dal 1811. L’albergo, nato dall’attento recupero di un antico baglio, è circondato da mura di cinta color ocra, che proteggono due corti e rimanda all’architettura tipica delle case dell’Oriente. Del resto Mazara è la più araba delle città italiane (solo 200 chilometri la separano dalle coste della Tunisia) ed ha conosciuto il suo massimo splendore proprio sotto la dominazione maghrebina.


A MARSALA LO SBARCO DEI MILLE NEL NOME EVOCA IL GUSTO LIQUOROSO DEL SUO PRODOTTO D’ECCELLENZA , APPUNTO IL MARSALA , PRIMO VINO IN ITALIA A FREGIARSI DELLA DOC (DENOMINAZIONE D’ORIGINE CONTROLLATA), RINOMATO GIÀ NEL ’700, MA LA CITTADINA È FAMOSA PER L’IMPRESA DI GIUSEPPE GARIBALDI, CHE PROPRIO QUI SBARCÒ CON I SUOI MILLE. IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI DEI CENTOCINQUANT ’ANNI DALLO STORICO AVVENIMENTO, CHE AVREBBE PORTATO ALL’UNIFICAZIONE DEL REGNO D’ITALIA , SONO NUMEROSE LE INIZIATIVE IN PROGRAMMA (WWW. COMUNE.MARSALA.TP.IT). MARSALA ATTRAE ANCHE PER LA C ATTEDRALE NORMANNA , IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA, IL LOGGIATO DEL PALAZZO VII APRILE, LA TORRE CUSPIDALE DEL COMPLESSO SAN PIETRO. A POCHI CHILOMETRI OFFRE SPETTACOLI MERAVIGLIOSI COME QUELLI DELL’”ORO BIANCO” DELLE SALINE, TRA MULINI E PIRAMIDI BIANCHE DI SALE.

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SELINUNTE, LA STORIA SUL MARE CHI AMA L’ARCHEOLOGIA NON PUÒ NON FAR TAPPA A SELINUNTE, CENTRO DEL PIÙ GRANDE PARCO ARCHEOLOGICO DEL

MEDITERRANEO, DOVE SI POSSONO

AMMIRARE COLONNE E ROVINE DI COLOSSALI TEMPLI GRECI. IL NOME DERIVA DAL GRECO

SÈLINON, TERMINE CON

CUI VENIVA DESIGNATO L’APPIO, SORTA DI PREZZEMOLO SELVATICO CHE CRESCE ABBONDANTE NEL TERRITORIO.

FONDATA 628 A. C., SELINUNTE HA VITA BREVE, DISTRUTTA DAI C ARTAGINESI. L A PROSPERITÀ DELLA CITTÀ (AVEVA ANCHE UNA SUA ZECCA PER CONIARE LE MONETE) È TESTIMONIATA DALL’AMPIA ZONA SACRALE E PUBBLICA . DI RILIEVO SONO L’ACROPOLI, SCENOGRAFICAMENTE AFFACCIATA SUL MARE, E I TEMPLI DELLA COLLINA ORIENTALE, COME IL TEMPIO G, COMUNEMENTE ATTRIBUITO A ZEUS. NEL

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Nel tempo, grazie alla sua posizione geografica, si sono avvicendati Cartaginesi, Romani, Bizantini, Vandali, Goti, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Borboni e infine una buona percentuale di Africani che ancora vi abitano. Popoli diversi che hanno conferito alla città un’atmosfera etnica che sopravvive nei quartieri, così come nelle usanze e nelle tradizioni. E le varie identità si ritrovano nel cuore del centro storico, chiamato Casbah. Un reticolato di strette vie che conserva ancora angoli dal fascino irresistibile e protegge case abbellite da maioliche colorate. Strade vivaci come le genti che le popolano. E di origine araba sono pure i venditori al mercato, i fruttivendoli così come i numerosi pescatori. Perché, la cittadina, oggi, è soprattutto sinonimo di pesca, un’attività antichissima che risale ai primi anni del ’900 e che ha decollato con l’introduzione delle barche a motore e lo sviluppo della pesca d’altura. Il porto canale è l’anima della città, da vedere al mattino presto, quando i pescherecci rientrano dal mare. Un piccolo miracolo, che si rinnova ogni giorno. E un magico ritorno alle radici: la storia di gente che ha fatto di necessità virtù. Gremito di gente, di camion frigorifero, il porto risuona delle trattative per l’acquisto del pesce e delle manovre per il trasporto. E chissà quanto chiacchiericcio ci fu, quando Capitan Ciccio riportò, nel 1998, impigliato tra le maglie della sua rete, una elegante gamba di bronzo. A chi apparteneva? Ci vollero mesi perchè le acque restituissero la statua del Satiro Danzante (del IV secolo avanti Cristo e forse opera di Prassitele), grande protagonista del museo a lui dedicato (www.ilsatiro.it). Una passeggiata porta poi a Piazza della Repubblica, un’armoniosa piazza barocca, cuore della città vecchia, circondata dalla Cattedrale, dal Palazzo Vescovile, dal Seminario dei Chierici. m

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MARMOREO Un ristorante che è pescheria allo stesso tempo, per gustare pesce anche crudo con un menù fisso che varia ogni giorno secondo il pescato. lungomare Ducrezio Tel. 0923-931619

PASTICCERIA MAZARA Il regno dei “muccunetti”, bocconcini di pasta di mandorle avvolti uno per uno nella carta. Via Val di Mazara, 44 Tel. 0923-908116


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Maggio 2010

Autorizzazione del Tribunale di Torino n° 5995 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti n° RM2005C006957 del 22/12/2005 Periodicità mensile - TUTTI I DIRITTI RISERVATI Editore

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Oroscopo

le stelle parlano… NELL’IMMENSITÀ CHE CI CIRCONDA, I CORPI ASTRALI PIÙ VICINI AGISCONO CON I LORO INFLUSSI SULLA NOSTRA VITA. NELLO SVOLGERSI DI UN “TEMPO COSMICO” DEL QUALE IL “NOSTRO TEMPO” NON È CHE UN FRAMMENTO, CERCHIAMO DI LEGGERE NEL CIELO UN NOSTRO POSSIBILE FUTURO. A CURA DI CALLISTO

ARIETE DAL 21/03 AL 20/04 GRAZIE A GIOVE, LE INFLUENZE ASTRALI SONO INTEGRALMENTE FAVOREVOLI, CI SONO AGGANCI PER TUTTI I GUSTI E PER TUTTE LE NECESSITÀ . CERCATE DI CAPIRE DOVE SIETE ARRIVATI, CHE COSA VORRESTE CAMBIARE, E SE NON PRETENDETE LA LUNA STATE PUR CERTI CHE CI ARRIVERETE. PERIODO RICCO DI SPUNTI PER CHI HA IN MENTE CAMBIAMENTI PROFESSIONALI. L’AMORE TORNA AD ESSERE UNA COSA MERAVIGLIOSA . L’EROS ANCORA DI PIÙ CON I FAVORI DI MARTE. TORO DAL 21/04 AL 20/05

ECCELLENTI ASPETTI PER QUANTO CONCERNE LA VITA SATURNO. MARTE VI SUONA LA CARICA E CON SPIRITO D’INIZIATIVA STIMOLATO ANCHE DALL’AMBIZIONE, È IL MOMENTO PER IMPRIMERE UNA SVOLTA ALLA VITA PROFESSIONALE. SE VI SEMBRA CHE SIA IL CASO OSATE. IN AMORE C ’È MERCURIO CHE CREA UN PO’ DI TENSIONE SOPRATTUTTO NELLA COMUNICAZIONE. SE VIVETE UN RAPPORTO, NON DIMENTICATE LE ESIGENZE DEL PARTNER.

BILANCIA DAL 23/09 AL 22/10

TUTTO IL PERIODO È ALL’INSEGNA DI MERCURIO DINAMIZZANTE E SEGUE LE ORME DEI MESI PRECEDENTI.

QUALCOSA NON DORMITE, PERCHÉ SPRECHERESTE TEMPO E BUONE OCCASIONI.

TROPPO DELLE VOSTRE LINEE GUIDA . ATTENZIONE AI COLPI DI FULMINE.

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11 PERIODO DECISAMENTE FAVOREVOLE SE VI IMPORRETE D’AGIRE CON CALMA . L A MAGGIOR PARTE DEI PIANETI È FAVOREVOLE, MA CI SONO MARTE E GIOVE CHE VI GUARDANO IN CAGNESCO E POSSONO SPINGERVI AD AGIRE PRIMA DI RIFLETTERE E AD

ABUSARE DELLE VOSTRE RISORSE FISICHE.

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

MERCURIO FORNISCE UN NOTEVOLE DONO

MARTE È SEMPRE PIÙ FAVOREVOLE, MA NON È IL CASO DI TIRARE LA CORDA. URANO NON È FAVOREVOLE E VI PREDISPONE ALLA DISTRAZIONE, ALLA PUNTIGLIOSITÀ PRECONCETTA , A

D’OSSERVAZIONE E UNA PARLANTINA QUANTO MAI

SATURNO QUALE DISPENSATORE

DI FORTUNA, PERCIÒ POTETE AVVALERVI DI QUESTO IMPALPABILE ELEMENTO.

SIATE CAUTI ED EVITATE DI ENTRARE IN ROTTA DI COLLISIONE CON CHI VI CIRCONDA PER QUESTIONI DI SCIOCCO PUNTIGLIO!

CANCRO DAL 22/06 AL 22/07

DECISIONI PRESE SENZA VALUTARE A PRIORI LE POSSIBILI

CONSEGUENZE. ATTENZIONE ANCHE A COME VI ESPRIMERETE. IN AMORE TENETE PRESENTE LE ESIGENZE E LA SENSIBILITÀ

DEL PARTNER E SPENDETE QUATTRINI SOLO A RAGION VEDUTA.

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01 NEL SETTORE PROFESSIONALE NON AVANZATE

SI SUSSEGUONO SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ ASPETTI CHE VI FAVORISCONO SIA NELLA SFERA

SAPETE

PROPOSTE SE NON DOPO AVERE BEN RIFLETTUTO. IN AMORE LA SITUAZIONE MIGLIORA DECISAMENTE.

FIUTARE LE BUONE OCCASIONI CHE DOVESSE

OFFRIRE IL DESTINO, SIETE IN GRADO DI CREARE SU MISURA DELLE VOSTRE NECESSITÀ CIÒ DI CUI PROPRIO

PENSATE D’AVER BISOGNO.

L’AMORE VA BENE E MIGLIORA A MANO A

MANO CHE IL PERIODO AVANZA .

CERCATE DI CAPIRE SE E QUANTO AVETE ESAGERATO NELLE SETTIMANE PRECEDENTI E CORRETE AI RIPARI. MAGGIORE CONCENTRAZIONE E PIÙ RIPOSO DARANNO I LORO RISULTATI!

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

PROSEGUITE SULLA FALSA RIGA POSITIVA DEI MESI

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02 FINALMENTE POTETE REGISTRARE UNA RIPRESA

PRECEDENTI CON QUALCOSA IN PIÙ FORNITO DA

NETTA CHE SI PUÒ PARAGONARE COME IL PASSAGGIO

UN’ECCELLENTE

VENERE CHE STIMOLA DINAMICAMENTE LA MENTE E IL FISICO. È ANCORA UNA VOLTA IL MOMENTO GIUSTO PER FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE E CERCARE DI AVERE PUNTI FERMI SUI QUALI CONTINUARE A COSTRUIRE ANCHE QUANDO CADRÀ IL VENTO.

TENETE PRESENTE CHE LA FORTUNA PUÒ DARVI UNA MANO.

DELLA NOTTE AL GIORNO.

ATTENZIONE, ATTENZIONE: VENERE SARÀ FAVOREVOLE, MA CI SONO SEMPRE URANO E NETTUNO CHE MESCOLANO NEL TORBIDO. CERCATE DI NON PERDERE DI VISTA GLI OBIETTIVI ESSENZIALI, AGITE SEMPRE PREVIO RAGIONAMENTO E NON SCOSTATEVI MAI DALLA VOSTRA REALTÀ . SE VIVETE UN RAPPORTO DI COPPIA CERCATE DI NON ESSERE TROPPO CRITICI E SARANNO STREPITOSE!

CON GIOVE POSITIVO LE VOSTRE ENERGIE

NELLA SFERA

PROFESSIONALE RITORNA LO SPIRITO D’INIZIATIVA E

AVETE LA POSSIBILITÀ D’INDIRIZZARE LE VOSTRE RISORSE VERSO OBBIETTIVI MENO NEBULOSI. IL PIATTO FORTE È NEL SETTORE SENTIMENTALE, DOVE ANCORA UNA VOLTA CI SONO AGGANCI ADATTI A OGNI ESIGENZA.

PESCI DAL 20/02 AL 20/03 NELLE SUE LINEE ESSENZIALI È UN PERIODO DA VIVERE A PASSO DI CARICA CON GIOVE COSÌ POSITIVO.

VERGINE DAL 24/08 AL 22/09

TROPPO BRUSCHI NEI TONI.

NON

SPORTIVA- SPERICOLATA , GLI SPORT STRESSANTI E VIOLENTI.

LE PROPRIE POSIZIONI E CERCARE DI CENTRARE MEGLIO

PRIVATA SIA NELLA VITA PROFESSIONALE.

NEGLI ULTIMI 10 GIORNI DEL MESE

DISCUTETE PER IL PIACERE DI FARLO E LASCIATE PERDERE LA GUIDA

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06 È SEMPRE UN ECCELLENTE MOMENTO PER RIVEDERE PERSUASIVA E SOSTERRÀ

MESE IDEALE PER FAR DECOLLARE

PROGETTI IMPEGNATIVI MA ABBIATE L’ACCORTEZZA DI NON PARLARE

PROFESSIONALE O DI RELAZIONE PER I FAVORI DI

GLI OBIETTIVI.

SE SIETE A RIDOSSO DI UN RISULTATO,

SE PENSATE DI POTER STRINGERE ANCORA

IN OGNI SETTORE RISERVA UNA MARCIA IN PIÙ FORNITA DALL’INTELLIGENZA PERSONALE, DAL TEMPISMO E DALLA FORTUNA . SE VIVETE UN RAPPORTO GIÀ APPAGANTE POTRETE ULTERIORMENTE MIGLIORARLO, SE È IN CRISI POTETE RITROVARE LA VIA DELL’ARMONIA E DELL’INTESA SESSUALE, SE AVETE IL CUORE LIBERO GUARDATEVI ATTORNO E LANCIATE I VOSTRI AMI.

SE È DETTO CHE DOBBIATE TROVARE L’AMORE, QUESTO È UNO DEI

PERIODI IN CUI POTREBBE ACCADERE.


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