MATTEO LORENZI ARC H I T EC T U RE PORT FOLIO 2022
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ARCHITECTURE PORTFOLIO
M AT T E O LO R E N Z I
2 Il ruolo paterno dell’architetto L’architetto è solo il curatore. Santifica e celebra un fenomeno che precede il suo coinvolgimento, ha la paternità completa perché è il suo intervento che riconosce e rende possibile l’apprezzamento del soggetto, ma il soggetto è di per sé autentico con o senza architetto. È questa autenticità più antica, che ha origine dagli eventi e dalle circostanze sociali del passato, che dà peso al soggetto.
lorenzimatteo@hotmail.it
+39 331 1234109
Via Cimarosa 79-1, Italy
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FORMAZIONE 2016 - 2022
+ Università di Bologna - Architettura Laurea magistrale in architettura Tesi di Laurea sperimentale in composizione architettonica e progetto urbano, svolta con la collaborazione dell’illustre Professore Gino Malacarne.
2021
+ GP Academy
2019
+ Canvas CGA
2017
+ Canvas CGA
2011 - 2016
Revit + Lumion Formazione di livello avanzato per Autodesk Revit e Lumion 12, sia in ambito architecture, che rendering esterni ed interni. Rhinoceros 6 - Vray Formazione avanzata nella modellazione architettonica 3D ed arredamenti su misura attraverso Rhinoceros 6 e renderizzazione tramite Vray. Adobe Photoshop Formazione avanzata nella visualizzazione e post produzione architettonica, attraverso Adobe Photoshop.
+ Istituto tecnico per Geometri - G.Genga Diploma istituto tecnico per Geometri
ESPERIENZE + Atelier GL Libero professionista Collaborazione con socio nello svolgimento di lavori su commissione di architettura e grafica.
2021
+ Competition | CENTRØ - Una nuova Centralità Urbana
2021
+ Competition | Mario Cucinella Architects - Utopie reali
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+ SA Architecture
2020
+ Workshop | Archea - Redesigning the European Medium-Sized City
2020 - 2021
2019
Progettista - Grafico Progettista - Grafico Progettista - Renderista Tirocinio formativo presso lo studio di architettura SA Architecture di Milano. All’interno dello studio sono stato inserito come aiuto progettista insieme ad altri colleghi con più esperienza. Progettista - Grafico
+ Ki Life Wellness 3D Artist - Progettista Collaborazione con la società Ki Life Wellness ed Insieme come progettista e grafico 3D nella realizzazione di centri benessere e depliant illustrativi di vendita al dettaglio. Rapporti diretti con i fornitori e clienti.
+ Competition | Casa Sismaclima Progettista - Grafico
SKILL & SOFTWARE
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2021 - OGGI
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CONTENUTI FORMA URBIS
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DIT TICO
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MURO
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TORRE
pag. 28
CENTRØ
pag. 36
FØRØ 7
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FORMA URBIS
6 Academic 2021 Professore: Gino Malacarne Team: Alessandro Gennari, Matteo Lorenzi Tipologia: Progetto urbano, residenze Località: Padova, Italia
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UN PROGETTO PER LA CITTÀ DI PADOVA “Quest’opera non è la spiegazione della città analoga anche perchè non crediamo che esistano spiegazioni.” Aldo Rossi Il presente lavoro di tesi nasce da una duplice volontà, la prima specifica di voler sviluppare un progetto all’interno di un’area dimenticata della città, e la seconda collettiva di voler offrire un nuovo spazio pubblico a Padova. Il seguente progetto, oltre ad essere un progetto urbano incentrato sulla residenza, ha anche l’obiettivo di mettere in relazione due parti vicine ma allo stesso tempo distanti della città: la città storica e la periferia. Questi due elementi sono separati dalla cinta muraria veneziana che in alcuni punti si apre e permette alla periferia di entrare all’interno della città storica. L’area essendo vicina al sistema murario funge da mediatrice tra le due parti opposte di Padova, rivelandosi così un’importante opportunità per la città stessa. Ad oggi la ricerca progettuale si inserisce in un dibattito attuale sul problema della residenza per studenti e cittadini, che molto difficilmente trovano un’abitazione che li soddisfi.
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DITTICO
14 Academic 2019 Professore: Luca Conti Team: Alessandro Gennari, Matteo Lorenzi Tipologia: Auditorium Località: Ravenna, Italia
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DITTICO RAVENNATE Il doppio ritratto dei duchi di Urbino è un dittico, olio su tela (47x33 cm per tela) con i ritratti degli sposi Federico da Montefeltro e Battista Sforza, opera di Piero della Francesca risalente al 1465-1472 circa e conservata nel Galleria degli Uffizi a Firenze. Il progetto ha inizio da una analisi preliminare svolta sul sistema di piazze ravennati, da cui emerge Largo Firenze come un vuoto urbano, una lacuna irrisolta della città di Ravenna. L’idea progettuale si ispira al dittico di Piero Della Francesca, in questo quadro sono rappresentati marito e moglie, ritratti in periodi diversi e solo successivamente affianchi, come nel matrimonio. Così la sala della musica apparterrà ad un epoca moderna, diversa da quella del centro congressi di Carlo Aymonino, ma ricercando una connessione tra i due caratteri urbani. Il foyer dell’auditorium cerca di evocare l’immaginario di una piazza pubblica, di grande estensione: è definita dalle murature che simboleggiano le facciate delle case nei vicoli ravennati, che se intrapresi permettono un affaccio costante sul luogo centrale dell’abitare, ovvero la piazza. Lo spazio è caratterizzato dalla luce zenitale, che proviene dai lucernai e illumina lo spazio.
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CONCEPT DI PROGETTO Piazza Largo Firenze
La piazza “Largo Firenze“ si presenta vuota, asettica, priva di carattere, ma con un enorme potenziale architettonico e urbano. Sotto il punto di vista urbano, lo spazio è delimitato dalla chiesa di San Francesco, una piccola scuola, alcuni edifici pubblici ed il centro congressi, progettato da Carlo Aymonino nel XX sec. Mentre, architettonicamente parlando, l’area di progetto si mostra ricca di storia: la chiesa risale al IX sec. e attraverso il suo abside diventa limite architettonico di Largo Firenze; una delle vie che da questo spazio si estende verso il centro storico, fornisce diretto collegamento con il teatro Dante Alighieri di Ravenna. La città è gia ricca di storia, così il progetto decide di completare la richiesta culturale in ambito musicale, attraverso la grande sala della musica, che sarà edificata a lato della piazza, insieme ad un appendice che definisce la piazza sul fronte stradale, lasciando però possibile il collegamento.
Volume edificato
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Sala della musica
Le connessioni sono la matrice di progetto, la ricerca e lo studio partono proprio dal collegamento con il centro congressi, dalla possibilità di avere due edifici che possano funzionare come uno solo. Il carattere che il progetto imprime in questo frammento di città è definito “ravennate“ cioè trova riferimento nella città storica.
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MURO
22 Academic 2018 Professore: Francesco Gulinello, Elena Mucelli Team: Alessandro Gennari, Matteo Lorenzi Tipologia: Unità residenziale, uffici, commerciale Località: Ravenna, Italia
UN FRAMMENTO DI CITTÀ Il muro è uno degli elementi fondamentali dell’architettura, la forma più elementare di un divisore spaziale. Una parete singola segna, interrompe, si oppone e altera violentemente il sito in cui è posizionato. Il progetto propone un lungo muro, una barriera che taglia il traffico urbano, un intervento progettato per separare la vita di una città da una foresta, simbolo di natura e so-
stenibilità. Le pareti racchiudono e proteggono quest’area per preservarne l’integrità e prevenire qualsiasi contaminazione dal mondo esterno. All’interno del muro è stata costruita una cortina di edifici residenziali immersi in aree pubbliche e private. La grande area pubblica di fronte agli edifici storici, funge da filtro per le case. L’idea del centro di sostenibilità era quella di creare un’armonia tra natura e tecnologia in una forma urbana.
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MONO FUNZIONE
CITTÀ DIFFUSA
ZONE
CITTÀ INTEGRATA
MISTO
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CITTÀ DENSA
“Le densità sono troppo alte o troppo basse quando ostacolano la diversità urbana invece di favorirla: e questo difetto di funzionalità rappresenta esso stesso la ragione per cui quella densità è troppo alta o troppo bassa.” Jane Jacobs
D IAGR AM
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CONCEPT DI PROGETTO Ex caserma “Dante Alighieri”
Volume edificato
Paradossalmente e con abbastanza plauso, non pochi architetti non resistono a trasformare qualche “cellula di tessuto” (per vocazione, salvo momenti di rottura, opportunità inestimabili di una ricostruzione dell’anonimato) in oggetto singolare, o pretesto monumento. Ma non può esserci monumento senza un tessuto compatto e ripetitivo. L’uno e l’altro valgono per il senso delle proporzioni, pietra di paragone dell’architettura. Alvaro Siza L’impronta storica della caserma Dante Alighieri viene mantenuta attraverso i due edifici posti a formare una “L”, che rimangono come traccia storica della presenza dell’area militare, poi destinati ad usi pubblici attraverso il progetto. Il resto dell’area era popolata da edifici di scarso valore storico, costruiti arbitrariamente, secondo specifiche necessita belliche e militari, per cui si è deciso di demolirli per fare spazio ai nuovi edifici residenziali, che prendono vita all’interno del Muro, in veste di abitazioni in linea, immerse nel parco urbano e protette dal caos cittadino.
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La struttura urbanistica del luogo è stata riprogettata, ora i parcheggi sono sotterranei, permettendo uno spazio libero per svolgere le funzioni collettive di vita quodiniana, e di vivere lo spazio urbano.
Volume adattato al contesto
Nuovo contesto urbano
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S O LU Z I ONI ABITAT IVE
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TORRE Tirocinio 2021 Team: Matteo Lorenzi Tipologia: Residenze private Località: Milano, Italia
“L’architettura a null’altro è riducibile se non a una irrisolvibile dialettica di necessità e libertà”. Francesco Dal Co
so la tipologia di edificio a torre, ormai da tempo sdoganata nella città di Milano, e rende possibile la costruzione di notevoli quantita di appartamenti, riducendo al minimo l’impronta a terra dell’edificio.
Il progetto intende porre soluzione ad un problema che affligge sempre più spesso le prime periferie delle grandi città italiane, come la città di Milano. Gli spazi residuali che giaciono abbandonati e irrisolti, risultano ora un opportunita per evitare il propargasi del consumo di suolo, proponendo la tecnica del costruire sul costruito, come soluzione al problema. Queste iniziative portano inoltre notevoli vantaggi, spesso queste aree sono molto vicine al centro e sono abbastanza ampie da permettere di aumentare il verde cittadino. Questo progetto rivoluziona quindi questa area attraver-
In questo caso specifico parliamo di tredici piani in altezza, il massimo consentito nella zona, di cui il piano terra e l’attico sono ad uso collettivo per i residenti. Questo nuovo sistema di condivisione, arrivato negli ultimi anni dal modello statunitense, permette ai residenti di godere di ogni confort senza uscire di casa. In questo caso al piano terra troviamo la hall e la palestra, mentre l’attico è uno scoperto con sdraie e spazi ad uso comune. Il progetto è completato dalla presenza inesorabile delle alberature e vegetazione autoctone, che completano la richiesta di verse cittadino.
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CENTRØ Competition 2021 Team leader: Gino Malacarne, Antonio Esposito, Francesco Saverio Fera Team: V. Boulus, A. D’ovidio, A. Gennari, M. Lorenzi, A. Mariani, A. Muccioli, M. Scaruffi, M. Serra Tipologia: Scuola, Auditorium, Centro civico Località: Bologna, Italia
UNA NUOVA CENTRALITÀ URBANA “Le tracce sulla carta restano a ricordare ciò che è stato esplorato e negato; tentativi di errori danno senso pieno alla soluzione finale”. Vittorio Gregotti Il progetto intende promuovere una riflessione sull’utilizzo degli spazi occupati attualmente dall’ area militare Ex Stamoto e più in generale sulle questioni relative al progetto delle aree di trasformazione a scala urbana e territoriale. La Ex Stamoto è una delle tante aree militari, parte di un ingente patrimonio architettonico e paesaggistico demaniale, oggi dismesso o in via di dismissione.
Vasti insediamenti fino ad ora chiusi e inaccessibili potranno essere aperti e restituiti alla città, alla fruizione pubblica e a nuovi ruoli urbani all’interno della città contemporanea. A partire dalla complessità di tale area, il progetto diventa quindi occasione per affrontare un tema progettuale importante sia dal punto di vista architettonico, sia dal punto di vista strettamente progettuale e la possibilità di un confronto sui temi della riqualificazione di una parte della città di Bologna. Si tratta di un lavoro collettivo svolto in team, teso a definire una ipotesi progettuale che possa innescare un processo di definizione di modelli di rigenerazione urbana condivisi. I temi previsti saranno il campus scolastico, il centro civico, gli spazi pubblici e il verde per la collettività.
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FØRØ 7 IL PROCESSO DI MACCHINAZIONE “Costruire nelle città è un atto critico che in qualche modo rifonda la realtà sulla quale si agisce nel momento stesso in cui questa viene modificata da un intervento architettonico. La qualità della relazione tra il nuovo e l’esistente è complessa e non può ridursi all’aggiunta di qualcosa che prima non c’era a un sistema di manufatti che già costituivano un certo intorno del mondo fisico”. Franco Purini
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Questo progetto per una vasta area nel nord-ovest di Bologna, noto come “Ex Mercato Navile”, è un progetto urbano e come tale le sue forme sono ispirate alla scala più ampia della città. Così, esso è chiaro sia dal punto di vista teorico che pratico, mettendo la forma della città e la sua storica evoluzione al centro stesso dell’urbanistica e dell’architettura d’invenzione. In altre parole, prendendo le forme architettoniche della città e trasfigurandole in altrettante forme di design contemporaneo. Come mostrato nel disegno prodotto da Ricardo Bofill
nel 1996 il progetto riprende le direttrici del tessuto ottocentesco del Masterplan 1889, seppur con notevoli variazioni. La forma della città di Bologna è stata segnata da un importante rete di canali di cui rimane solo una piccola parte visibile oggi. La specificità di questa rete idroviaria consiste in una serie di canali modellati nel corso del tempo che potrebbe distribuire l’energia idrica attraverso le profondità interne di una struttura urbana e di conseguenza favorire lo sviluppo di un’importante industria idrica. Facilitando in particolare lo sviluppo di mulini per cereali, ruote idrauliche per il trattamento delle pelli e, soprattutto, la costruzione di mulini per la filatura della seta. Grazie a queste macchine urbane, Bologna da secoli riuscì a produrre il miglior filo di seta da usare come ordito tessendo stoffe preziose. Di conseguenza, durante il diciassettesimo secolo, Bologna giunse al suo particolare assetto urbanistico proprio per la sua industria della seta, che sta decisamente consolidando la sua forma urbana così come la sua immagine per il mondo.
Con la grande vasca d’acqua, le quattro torri cilindriche dispiegato lungo il nuovo canale e il lungo ponte abitabile, il progetto propone una suggestiva immagine di tre significativi figure tratte dalla storia urbana della città. In particolare, la figura urbana del lungo ponte abitabile, ugualmente concepito come macchina urbana, permette di collegare l’area di progetto la parte sud-occidentale della città consolidata passando sulle linee ferroviarie, la monorotaia People Mover e Via de’ Carracci. Quindi, se consideriamo la forza icastica che le storiche
forme possono suggerire e scatenare, anche se già dimenticate, nascoste o dissimulate, come nel caso dei corsi d’acqua bolognesi, possiamo dire che ciò che ora sta perforando il tessuto non lo è del tutto transitando nel passato. Non tutto può scomparire per sempre, perché tutto ciò che svanisce davanti ai nostri occhi eccita noi in qualche modo. E ciò che ci eccita si stratifica nella coscienza personale e collettiva come esperienza della psiche e implora di non essere dimenticato.
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