testi di Alberto Pizziali fotog raf ie di Lorenzo Caff i
a a ss e ec co on nd d ss ll ii d d ii n ng g ss u u rr ff a ac ce e
Gli album sono disponibili su Soundcloud www.soundcloud.com/violentigigli www.soundcloud.com/canelupo
presentazione
Mi sono spesso chiesto in che modo potessero essere intesi i testi di Alberto Pizziali. Ne sono entrato in contatto più di quindici anni fa e mi sono subito reso conto che si trattava di materiale infiammabile, che in un certo senso poteva quindi definirsi privo di mediazione psichica da parte del suo stesso autore. Frammenti istantanei, ecco come mi era sembrato di intenderli all’epoca. A rileggerli oggi ritrovo le medesime sensazioni, gli stessi “flash”. Non mi stupisco affatto che la scelta di realizzare un connubio visivo sia caduta sull’immagine fotografica, nello specifico quella di Lorenzo Caffi. Mi sarei meravigliato se ad accompagnarli ci fosse stato per esempio un video, oppure dei disegni. La fotografia è l’unico modo significativamente utile per spiegare un momento di follia, oppure uno sfregio provocato dalla solitudine o meglio ancora una scheggia frutto di un momento di confusione. I testi di Alberto, che hanno accompagnato cinque dischi realizzati tra il 2000 e il 2001 con i Violentigigli e successivamente con i Canelupo, fanno i conti con il substrato psichico di tutti noi e li si avverte radicati nelle viscere di chi li ha composti. Addirittura mal digeriti, a volte. Le contraddizioni portate in superficie e accettate proprio in quanto tali. Il senso di frustrazione, di impotenza. Il ripetuto rimando a sensazioni tattili, visive e persino gustative in diretto collegamento con le parti del corpo destinate a esserne il terminale.
La conoscenza di sé, insomma. Ecco quello di cui sembrano nutrirsi questi scritti, se solo si è destinati a riconoscerne il contenuto più profondo, quello di cui molto spesso si ha paura. E poi, dopotutto, come non accorgersi del legame inscindibile tra tutto questo e le fotografie? Scarne, monocromatiche. Dove il vero protagonista sembra essere lo spazio creato prima ancora che “riempito” dai pochi oggetti che vi sono ritratti. Le situazioni sono molto spesso ordinarie ma è tangibile la volontà di creare un ponte con chi le osserva, come per suggerire che esiste un secondo livello di consapevolezza (una seconda superficie di scorrimento?) dentro il quale la nostra testa ha il dovere per lo meno di tentare di entrare. Come quelle figure umane prima descritte da Alberto e poi “sentenziate” da Lorenzo, fatte di corpi spesso nudi, con i nervi e le ossa ben in evidenza. Il senso di smarrimento e di costrizione. Come se il resto fosse solo un orpello non necessario, un surplus rispetto al “cuore del sistema”. Certo, personalmente ho conosciuto queste parole accoppiate con un’altra suggestione, quella delle canzoni che le hanno inglobate. Ma vi posso assicurare che questo libro mi ha svelato una seconda opportunità di lettura e di approfondimento di un immaginario che affascina e disturba, che porta in superficie e nasconde, che mette il dito nella piaga e immediatamente dopo la cura. Insomma, dopotutto quello che capita a molti di noi, giorno dopo giorno. Nella vita. Paolo Topa
a a ss e ec co on nd d ss ll ii d d ii n ng g ss u u rr ff a ac ce e
t h e d a y i m e t m r. i d l e n e s s (a blues song for him) «Please to meet you Mr. Idleness, nice to meet you Mrs Laziness, I’m 23 and my will is bare, don’t you have for her a dress to wear?» I love you! I love you! I love you! I love you! «Please to meet you, I’m Mr. Idleness, nice to meet you, I’m Mrs Laziness, is it enought a pair of shoes?» They said, «with those your will could go everywhere» I love you! I love you! I love you! I love you! «Since then my will is seldom dressed, since then my will is sometimes free, since then my will is often lying, since then my will is always almost fine» I love you! I love you! I love you! I love you!
il giorno che ho incontrato il signor Ozio (una canzone blues per lui) «Piacere di conoscerla signor Ozio, piacere di conoscerla signora Pigrizia, io ho 23 anni e la mia volontà è nuda, non avete un vestito da farle indossare?» Vi amo! Vi amo! Vi amo! Vi amo! «Piacere di conoscerti, io sono il signor Ozio, piacere di conoscerti, io sono la signora Pigrizia, sono sufficienti un paio di scarpe?» dissero, «con queste la tua volontà potrebbe andare dappertutto» Ti amiamo! Ti amiamo! Ti amiamo! Ti amiamo! «Da quel momento in poi la mia volontà è raramente vestita, da quel momento in poi la mia volontà è qualche volta libera, da quel momento in poi la mia volontà è spesso bugiarda, da quel momento in poi la mia volontà sta quasi sempre bene» Vi amo! Vi amo! Vi amo! Vi amo!
bruno gemesio I can’t see a lot out of this place, everything runs to normality; i can’t see the why of your loud talking, xpecially about the false problem of groping. I can’t smell a lot out of this place, i found anyway my state of grace; i can’t smell the why of your loud talking, vinegar grounds my politics of stealing. I can’t hear a lot out of this place, deafness is sure a thin privilege; i can’t hear the why of your loud talking, removal is pleasure, a sort of liking. It is so clear, i desappear, i learned it early: red pills somewhere!
bruno gemesio Non vedo granchè fuori di qua, ogni cosa corre verso la normalità; non vedo il perchè del vostro vociare, specialmente circa il falso problema dell’annaspare. Non annuso un granchè fuori di qua, ho trovato comunque il mio stato di grazia; non annuso il perchè del vostro vociare, l’aceto è alla base della mia politica del ladrocinio. Non sento un granchè fuori di qua, la sordità è certamente un privilegio sottile; non sento il perchè del vostro vociare, distacco è piacere, una sorta di inclinazione. È così evidente, io sparisco, l’ho imparato presto: pillole rosse da qualche parte.
bones and nerves Bones and nerves are moving Under your skin while you speak to me Bones and nerves are moving inside your legs while you run to me Bones and nerves are moving Inside your mouth while you kiss me Bones and nerves are moving Inside your arms while you embrace me
nervi e ossa Ossa e nervi si stanno muovendo Sotto la tua pelle mentre mi parli Ossa e nervi si stanno muovendo Nelle tue gambe mentre corri da me Ossa e nervi si stanno muovendo nella tua bocca mentre mi baci Ossa e nervi si stanno muovendo Nelle tue braccia mentre mi abbracci
studiovelocitygirl I’m quite girl, I don’t have anything to think about, anything that would’nt leave me so quite, I’ve got my umbrella, anybody could graze me, yes, I’m a quite girl, I sweat the most thoughts of mine, it’s hot outside. Bye-bye
studiovelocitygirl Sono una ragazza tranquilla, non ho niente a cui pensare, niente che non mi lascerebbe stare tranquilla, ho il mio ombrello, nessuno può sfiorarmi, sì, sono una ragazza tranquilla, sudo la maggior parte dei miei pensieri. Ciao ciao
nothing but nonsense The wave, the gain, a mould, i could; inside, outside, ‘cross the breeze, Grafton street; the sledge, the pools, a slice of mice; Female, rude boy, three boots, chicken soup; the sun, the cut, a stone, nerves and bones; to score the time, are you really a violent lily? Nothing but nonsense Nothing but nonsense Nothing but nonsense
nient’altro che assurdità L’onda, l’incremento, uno stampo, io potrei; dentro, fuori, attraverso la brezza, Grafton street; la slitta, le pozzanghere, una fetta di topo; Femmina, ragazzo maleducato, tre stivali, zuppa di pollo; il sole, il taglio, una pietra, nervi e ossa; grattare il tempo, sei veramente un giglio violento? Nient’altro che una assurdità Nient’altro che una assurdità Nient’altro che una assurdità
orange A steady bloodstain flew out so slow, thin hands were tied up with rags behind her back: “I hear in my head a sound, a piano’s keys play, low notes, a swinging sing-song is sung: my primary school, my mum, my piece of orange, now!”. She was remembering herself at school, good girl, two pigtails, eight years old, a black blouse: “I remember the smell of plastic, when I opened my schoolbag, books and oranges inside, the playtime, Polly was sitting just next to me, saying: my piece of orange weeps”; “Now i’d like an orange, now! Desire of life or not? Now I’d like to run and run! Desire of dying, at once! A piece of orange, now!”
arancia Una macchia di sangue costante fluiva così lentamente, mani magre erano legate con stracci dietro la schiena di lei: “Io sento nella mia testa un suono, sento i tasti di un pianoforte suonare, note basse, una cantilena oscillante viene cantata: la mia scuola elementare, mia mamma, il mio spicchio di arancia, ora!” Lei stava ricordando di quando era a scuola, brava bambina, due codini, otto anni, una blusa nera, “Io ricordo dell’odore di plastica, quando aprivo la mia cartella, libri e arance all’interno, la ricreazione, Polly era seduta proprio accanto a me, dicendo: il mio spicchio di arancia piange”; “Adesso vorrei un’arancia, ora! Voglia di vita o no? Adesso vorrei correre e correre! Voglia di morire, subito! Uno spicchio di arancia, ora!”
a special easter It was a special Easter when you came, it was a special Easter for what you gave me, a dirge was sung and candles (were) around me, bitter herbs, I fed someone’s mouth. It was a special Easter when you came, it was a special Easter for what you gave me, I reeled below a stirring mute sleet: «it’s not me» I thought, «it’s not me» «it’s not me, it’s not me, it’s not me, it’s not me».
una pasqua speciale É stata una Pasqua speciale quando sei arrivato, è stata una Pasqua speciale per quello che mi hai dato, una cantilena veniva cantata e c’erano candele intorno a me, erbe amare, ho imboccato la bocca di qualcuno. E’ stata una Pasqua speciale quando sei arrivato, è stata una Pasqua speciale per quello che mi hai dato, barcollavo sotto un inebriante nevischio muto: «non sono io» ho pensato «non sono io» «non sono io, non sono io, non sono io, non sono io».
now i’m sick (your) Thoughtlessness doesn’t go away, but it grows ripe. I swear, I’m worrying myself, I fade I would pay, for a day, once a week, now I’m sick (your) Faultiness wipes out me, it strips me. I swear, I’m worrying myself, I fade I would pay, for a day, once a week, now I’m sick (my) Bitterness perhaps is a game and I play. I swear, I’m worrying myself, I fade I would pay, for a day, once a week, now I’m sick I would pay, for a day, once a week, now I’m sick
adesso sono deluso La vostra leggerezza non va via, piuttosto matura. Io giuro, mi affanno, sbiadisco. Avrei pagato, per un giorno, una volta a settimana, adesso sono stanco. La vostra manchevolezza mi cancella, mi denuda. Io giuro, mi affanno, sbiadisco. Avrei pagato, per un giorno, una volta a settimana, adesso sono deluso. La mia amarezza forse è un gioco, ed io ci gioco. Io giuro, mi affanno, sbiadisco Avrei pagato, per un giorno, una volta a settimana, adesso sono stanco. Avrei pagato, per un giorno, una volta a settimana, adesso sono deluso.
pop-worm I expect meaningless words and sentences sound good, anyway. Supposing that I use them rather than idioms, for exemple, based on phonemes closed as much as possible to the idea of sound I need. Better if coincide. With speech too. So the voice plays like an instrument, and that’s not a novelty. Notes. Tones. Phonetic transcription. Don’t mind if i don’t say anything: “Hong Kong is pale”. Don’t mind if i say something senseless: “A nut is male”. Very often i really don’t have anything to say. Not yet. And that’s not a novelty too. It seems to be stupid. It seems to be easier. May be it is both (of them). There’s no talent in all of that. But this is my pop-worm. Once at least. Twice perhaps. Wretched worm! Feel the warm! Stupid songs! Ever. Never. I don’t know.
verme-pop Mi aspetto che parole e frasi senza un senso suonino bene comunque. Ammesso che usi quelli piuttosto che idiomi, per esempio, basati su fonemi il più vicino possibile all’idea di suono di cui ho bisogno. Meglio se coincidono. Meglio se coincidono anche con il linguaggio. La voce così suona come uno strumento, e questa non è una novità. Note. Toni. Trascrizione fonetica. Non importa se non dico niente: “Hong Kong è pallida”. Non importa se dico qualcosa senza senso: “Una nocciolina è maschio”. Molto spesso non ho davvero niente da dire. Non ancora. Ed anche questa non è una novità. Sembra stupido. Sembra più facile. Probabilmente è entrambe le cose. Non c’è talento in tutto questo. Ma questo è il mio verme-pop. Almeno una volta. Forse due. Verme schifoso! Senti il caldo! Stupide canzoni! Sempre. Mai. Non lo so.
another cradle song Let’s spend this autumn evening sleeping in a car, for another cradle song; i wish you were the velvet, your senses smear on me, for another cradle song. November is wrapped in lunacy, it always comes too late, like a mellow lick of paint, hands recall the taste of skins we loved one day, like a mellow lick of paint. I want you to sleep and rest your skinny thoughts on me, I want you to bleed and rest your jerky veins on me, I want you to spit your silky words on me, I want you to spread your misty details on me. Perfection stands in grace, and grace i choose is cold, the fastest chill I’ve ever met; i feel the same confusion when the wool is wet, the fastest chill I’ve ever met. I want you to sleep and rest your skinny thoughts on me, I want you to bleed and rest your jerky veins on me, I want you to spit your silky words on me, I want you to spread your misty details on me.
un’altra ninna nanna Spendiamo questa serata d’autunno dormendo in macchina, per un’altra ninna nanna; vorrei che tu fossi il velluto, i tuoi sensi si spalmano su di me, per un’altra ninna nanna. Novembre si è avvolto nella follia, arriva sempre troppo tardi, come una morbida passata di vernice; le mani rimandano al sapore della pelle di chi abbiamo già amato, come una morbida passata di vernice. Voglio che tu dorma e che appoggi i tuoi magrissimi pensieri su di me, voglio che tu sanguini e che appoggi le tue spasmodiche vene su di me, voglio che tu sputi i tuoi pensieri di seta su di me, voglio che tu stenda i tuoi nebbiosi dettagli su di me. La perfezione risiede nella grazia, e la grazia che scelgo è fredda, è la sensazione di freddo più veloce che io abbia mai incontrato; provo la stessa confusione quando la lana è bagnata, è la sensazione di freddo più veloce che io abbia mai incontrato. Voglio che tu dorma e che appoggi i tuoi magrissimi pensieri su di me, voglio che tu sanguini e che appoggi le tue spasmodiche vene su di me, voglio che tu sputi i tuoi pensieri di seta su di me, voglio che tu stenda i tuoi nebbiosi dettagli su di me.
hogs and lips in march Hogs and lips are drops or everything else Hogs and lips are tools to whet Hogs and lips are knots, two feet around Hogs and lips aregoing to burn Hogs and lips are sad Hogs and lips are apples Hogs and lips are tongues Hogs and lips are nipples Hogs and lips are stamps or everything else Hogs and lips are pillows to lift Hogs and lips are actions, defensive acts Hogs and lips are going to scratch Hogs and lips are fat Hogs and lips are toxic Hogs and lips are flowers Hogs and lips are boulders Hogs and lips are sad Hogs and lips are apples Hogs and lips are tongues Hogs and lips are nipples
maiali e labbra a marzo Maiali e labbra sono gocce o qualsiasi altra cosa Maiali e labbra sono attrezzi da affilare Maiali e labbra sono nodi, due piedi di circonferenza Maiali e labbra stanno per bruciare Maiali e labbra sono tristi Maiali e labbra sono mele Maiali e labbra sono lingue Maiali e labbra sono capezzoli Maiali e labbra sono francobolli o qualsiasi altra cosa Maiali e labbra sono cuscini da sollevare Maiali e labbra sono azioni, atti difensivi Maiali e labbra stanno per graffiare Maiali e labbra sono grassi Maiali e labbra sono tossici Maiali e labbra sono fiori Maiali e labbra sono massi Maiali e labbra sono tristi Maiali e labbra sono mele Maiali e labbra sono lingue Maiali e labbra sono capezzoli
faster! faster! “Why don’t we go around” she says, “take the car, what a doggy smell it has, we won’t go far”. “Faster! Faster!” leather seats, black hairs in the air, “Faster! Faster!” pale bare feet, a bell shaped skirt; nail polish, tidy hands, a gun in the bag, she feels the need to shout, he does not understand. “Faster! Faster!” then she screams, “imagine this is a phone”; “Faster! Faster! Carefree days aren’t over at all!”. Cars collide, cars collide, cars collide, cars collide “I don’t cry, a trigger flies, brains have sound leaning on the ground; I don’t cry, a bullet flies, i don’t mind”: cars collide. “Why don’t we talk a bit” he sayd, “about your gun on my head? What a stupid joke is it, I really don’t understand”. “Faster! Faster!” then she screamed: “imagine this is a call”; “Faster! Faster! Carefree days aren’t over at all”. Cars collide, cars collide, cars collide, cars collide “I don’t cry, a trigger flies, brains have sound leaning on the ground; I don’t cry, a bullet flies, i don’t mind”: cars collide.
più veloce! più veloce! “Perchè non andiamo a farci un giro” dice lei, “prendi la macchina, ma che odore di cane che ha, mi sa che non andremo molto lontano”. “Più veloce! Più veloce!”, sedili di pelle, capelli neri nell’aria, “Più veloce! Più veloce!”, pallidi piedi nudi, una gonna scampanata; smalto per le unghie, mani ben curate, una pistola nera in borsetta, lei sente il bisogno di urlare, lui non capisce. “Più veloce! Più veloce!” allora lei grida “immagina che questo sia un telefono”; “Più veloce! Più veloce! i giorni della spensieratezza non sono affatto finiti!”. Macchine si scontrano, macchine si scontrano, ... “Io non piango, un grilletto vola, le cervella emettono un suono appoggiandosi a terra; io non piango, un proiettile vola, non mi importa”: macchine si scontrano. “Perchè non parliamo un attimo” dice lui, ”della tua pistola sulla mia testa, ma che razza di stupido scherzo è mai questo? davvero io non capisco”. “Più veloce! Più veloce!” allora lei grida “immagina che questa sia una telefonata”; “Più veloce! Più veloce! i giorni della spensieratezza non sono affatto finiti!”. Macchine si scontrano, macchine si scontrano, ... “Io non piango, un grilletto vola, le cervella emettono un suono appoggiandosi a terra; io non piango, un proiettile vola, non mi importa”: macchine si scontrano.
a second sliding surface He wasn’t Romano, he stood still thin and hieratic with the white coat stained of blood, in imperceptible drops and some bubbles of slaver near the chin A psychiatric pavillon with traditions! He was repeating that it was his second sliding surface A second sliding surface A second sliding surface So I asked that if that was the mental hospital, i persistently asked for it, “oh, is it? well then fuck’up”.
una seconda superficie di scorrimento Non era Romano, Stava immobile magro e ieratico con il camice bianco sporco di sangue, in gocce impercettibili e qualche bolla di bava vicino al mento Un padiglione psichiatrico di tradizioni! Andava ripetendo che quella era la sua seconda superficie di scorrimento Una seconda superficie di scorrimento Una seconda superficie di scorrimento Così chiesi se quello era il manicomio, lo chiesi insistentemente, “oh, è questo? allora vaffanculo”.
words i heard even if he didn’t speak So, how much is left over? Now your duty is over will you let me here? Will you disappear? How much time is left over? Now your job is over will you leave me here? Will you disappear? These words I heard Even if he didn’t speak
parole che ho sentito nonostante lui non parlasse Così, quanto tempo è rimasto? Adesso che il tuo dovere è finito mi lascerai qui? Sparirai? Quanto tempo è rimasto? Adesso che il tuo lavoro è finito mi abbandonerai qui? Sparirai? Ho sentito queste parole nonostante lui non parlasse
june Water is boiling, why do i watch it? Bubbles around me, too wet and mouldy. Kitchen is tidy, does it belong to me? A really funny thing: everyone believed me. This is my june This is my june.
giugno L’acqua sta bollendo, perchè la sto guardando? Bolle intorno a me, troppo umide e ammuffite. La cucina è in ordine, mi appartiene? Una cosa davvero divertente: tutti mi hanno creduto. Questo è il mio giugno Questo è il mio giugno
lurex I think Lurex lives in Tokyo a skinny girl in it, is kneeling on lips I think Lurex lives in Tokyo «it’s so cold» they say «the definitive cold» I think Lurex lives in Tokyo Japanese girls are brashing their hips I think Lurex lives in Tokyo «it’s a wail» they say «it’s the perfect wail»
lurex Penso che Lurex viva a Tokyo una ragazza magrissima si sta inginocchiando su labbra Penso che Lurex viva a Tokyo «fa così freddo» dicono loro «il freddo definitivo» Penso che Lurex viva a Tokyo ragazze giapponesi si stanno sfiorando i fianchi Penso che Lurex viva a Tokyo «è un gemito» dicono loro «è il gemito perfetto»
sapido Il gusto morbido delle parole informi non mi chiede mai il perchè Il gusto comodo delle parole informi non mi chiede mai il perchè È sapido, il sapore Il gusto sapido non mi chiede mai il perchè Il gusto morbido non mi chiede mai il perchè È sapido il sapore
un occhio chiuso, l’altro aperto Dormo sempre con un occhio chiuso e l’altro aperto Scatto polaroid che io non riesco a decifrare a giorni alterni sono splendide e poi disperate sarà per questo che mi trucco spesso trasparente Così è più facile, portarmi a termine, sotto le macine, di me disordine Dormo sempre con un occhio chiuso e l’altro aperto
una pistola ai miei pensieri Se potessi darei una pistola ai miei pensieri quel che resta di me come pietanza per i topi Il filo del rasoio non è propriamente un posto bello la tempesta arriva da est non la fermi con l’ombrello Se potessi darei una pistola ai tuoi pensieri quel che resta di lei come pietanza per i topi Il filo del rasoio non è propriamente un posto caldo e betulle intorno a me che mi graffiano il cervello Fermo Carico Sparo
delle mani i calli E adesso che è distante l’istante esatto in cui io ti stringevo forte delle mani i calli io ti lascio E adesso che è distante l’istante esatto in cui io ti stringevo forte E adesso che è distante l’istante perfetto io ti stringevo forte delle mani i calli io ti lascio
c a d ave r i n c a n t i n a I miei vicini sono strani non si sporcano le mani si lamentan del letame dei latrati del mio cane Chi / siete / voi / tre cosa / volete / da / me Questa volta sai vi tocca la mattina ha l’oro in bocca ho finito di affilare io decido il bene e il male Denti / braccia / sfila / la milza benzina / catena / accetta / la pena Ai tre cadaveri in cantina ci penserò domattina se il problema è trasportare il problema è risolto i miei cani han fame Ho scelto te, ho scelto te, ...
resina Come te resina su corteccia madida scivola ma lei non va via Come te nevica su coperta fradicia orme in stanze che non van via PerchÊ la meraviglia cerca fragilità , perchè la meraviglia... Io lo so cosa resta resina
canelupo Lupo quando mordo io non scelgo ma porto avanti inerme il compimento di me Cane quando lecco la ferita io non scelgo ma porto avanti mesto il compimento di me Non è cane non è lupo sa soltanto quello che non è Lupo quando mordo io non scelgo ma porto avanti inerme il compimento di me Cane quando lecco la ferita io non scelgo ma porto avanti mesto il compimento di me È, non è, è, non è... io sperimento il fallimento di me.
ma è colla A volte la deriva è inevitabile, ma è tutto quel che ho di me... a volte la distanza è incomprensibile, ma è tutto quel che hai di me Odio me in questo stato che non è liquido ma è colla, colla... odio me in questo stato, che non è solido ma è colla, colla... Come fango mi deformo, non rispondo. Come fango io mi assorbo, scelgo il peggio. A volte la deriva è inevitabile, ma è tutto quel che ho di me... a volte la distanza è incomprensibile, ma è tutto quel che hai di me Odio me in questo stato che non è liquido ma è colla, colla... odio me in questo stato, che non è solido ma è colla, colla... Come fango dreno il tempo, schivo il fondo. Come fango inerte al freddo, con distacco.
luoghi dell’assenza Perfettamente denso, immobile ed in qualche modo obliquo nel migliore dei casi fingo, ma nel peggiore non ho capito. In entrambi i modi abito con dignità il fastidio, forcipe di me che mi ritaglio come si taglia un dito Luoghi dell’assenza dove asciugo qualche perdita di me è il luogo dell’assenza dove sono esattamente inutile Luoghi dell’assenza dove scorro senza disciplina è il luogo dell’assenza mi lubrifica e mi consola.
la lista della spesa le sigarette, le cicche americane, un cacciabombardiere, il pane
al netto dei fulmini Lo riempio coi piedi sul cornicione al quarto piano del mio palazzo Lo riempio coi segni delle fasce ai polsi e cicatrici Lo riempio con l’odore del piscio e calze sporche di polvere Lo riempio lo sterco del mondo tra me e voi Mi ingombro di cose inutili ai vostri occhi, come i film di Bud Spencer e Terence Hill… (col Tegretol io mi svuoto, un vuoto che purifica, come rilassa il vuoto, come mi scortica) … forse perché al netto dei fulmini ho la pretesa di essere io il temporale
mah... chi? no! Mah… chi? no! È qualsiasi luogo purchè il nulla È fuori dal tempo del mondo È fuori dal tempo di Dio È inverno È vibrissa È scomparire È giapponese È pupilla È lenire È più ieri che domani È consumare solo le ore volute È vorace È nutrice È malerba È la belva sazia La belva affamata La belva glabra È saccheggio È fascinazione È il mare raccontato dalla terra ferma È inaccessibile È armonia È proprio lì mentre la scegli È umidità È bipolare È velocità moltiplicato distanza uguale velocità È la melodia di certi alberi È l’anticipazione È una nuvola molesta È l’idea di bellezza Di magrezza È danneggiata in parti uguali Così che ognuno ne abbia un pezzo
Mah… chi? no! Mah… chi? no! È marea di cloro èmareadicloroèmareadicloroèmareadicloroèmareadicloroèmareadicloro
mal di stomaco Forse è il mal di stomaco o forse sono solo stanco in bocca un ferro gelido adorno il mio corpo scalzo L’intestino della mediocrità è l’unico squarcio che mi contenga L’intestino della normalità è l’unico pozzo che mi appartenga
scorrosudime o quel che resta del lupo Più del tempo sono io che scorro su di me più di quanto mi sia dato scegliere e feroce sospendermi dimentico di me così fosse allora che ferocia sia Più del tempo sono io che scorro su di me più di quanto mi sia dato scegliere e filamenti di dolcezza tenue piombo è contenerne una moltitudine Magnifico è l’oblio perché la noia può non far male se c’è un idea
grazie a Raffaella, Elisabetta, Riccardo Arzaroli, Davide Armanini, Giovanni “Giovi” Ruggeri, Aldo “Bonus” Bonariva, Nicola Ballarini, Paolo Topa, Andrea Bellicini.
testi © Alberto Pizziali fotografie © Lorenzo Caffi Pubblicazione autoprodotta, dicembre 2016
VIOLENTIGIGLI
The day i met mr. Idleness (a blues song) Bruno gemesio Bones and nerves Anna Studiovelocitygirl Nothing but nonsense And we’ve gone Orange A special easter Face Now i’m sick Hogs and lips (early version) Pop worm Another cradle song Hogs and lips in march Faster!!! Faster!!! A second sliding surface Words i heard even if he didn’t speak June Lurex CANELUPO
Sapido Un occhio chiuso, l’altro aperto Una pistola ai miei pensieri Delle mani i calli Cadaverincantina Resina Canelupo Ma è colla Come gli elefanti (di cervello corto, ma di memoria lunga) Luoghi dell’assenza La lista della spesa Al netto dei fulmini Ma chi no Mal di stomaco Scorrosudime o quel che resta del lupo