PERCEZIONE DELLA VISIONE
L’UOMO NON OSSERVA MAI IL CIELO PERCHÉ LO VEDE SEMPRE!
forma-funzione, design strettamente legato alla funzionalitĂ definito anche “stile Braunâ€?
“Bolla tecnologica� Genova, design Renzo Piano 2001
Radiofonografo produzione Brionvega, design Giulio Confalonieri 1972
Spremi agrumi produzione Alessi, design Philip Stark 1990
Divisorio produzione Memphis, design Ettore Sottsass 1981
Sofà produzione Poltronova, design De Pas, D’Urbino, Lomazzi 1970
VEDERE ≠ OSSERVARE Dal latino: “Observare” scomposto in OB = sopra, attorno, per Servare = custodire dal dizionario: guardare / esaminare con attenzione/ considerare con cura caratteristica umana alla base della conoscenza, richiede disponibilità a conoscere l’altro. Non è registrare fedelmente la realtà perché risente dell’esperienza soggettiva dell’osservatore.
VISIONE Complesso delle operazioni riguardanti lo studio di un fenomeno che, a differenza della esperienza si svolge indipendentemente dalla volontà dell’osservatore
PERCEZIONE Operazione mediante la quale la coscienza prende contatto con l’oggetto esterno utilizzando una molteplicità di sensazioni
COMUNICAZIONE Processo mediante il quale l’informazione viene trasmessa, con appositi segnali, da un sistema all’altro. Cosa hanno in comune queste tre attività dell’uomo
OCCHIO - CERVELLO Qualunque artefatto “progettato” dall’uomo, il primo contatto che esso ha con il suo fruitore avviene quasi sempre attraverso la vista. E in secondo luogo obbligatoriamente arriva al cervello. Quale tra i due ha maggiore importanza per la comunicazione, la percezione e la visione?
OCCHIO l’80% delle informazioni provenienti dal mondo esterno sono ricevute attraverso l’occhio, un organo cosÏ importante che alcune religioni hanno identificato Dio stesso con il suo simbolo.
L’occhio è il nostro organo di senso principale, crea il mondo in cui viviamo Fisiologo A.Grant 1979
umore vitreo
PARTENDO DALLA VISTA Il bulbo oculare (o globo oculare) ha una forma sferoidale, nella quale si riconosce un polo anteriore ed uno posteriore. A livello del polo posteriore si diparte il nervo ottico da un’area molto limitata da una fitta corona di altre emergenze nervose, che costituiscono i fasci piÚ esterni di questo nervo.
retina
fovea
nucleo del cristallino
cornea
pupilla
retina
essa è ricca al suo interno di coni e bastoncelli
RETE NEURONALE L’osservazione produce ENGRAMMI : ovvero tracce mnemoniche
La memoria è fatta da sostanze chimiche prodotte anche attraverso impulsi elettrici tra una cellula nervosa e l’altra, ogni volta che osserviamo a lungo qualcosa si formano delle connessioni fra un neurone e l’altro ~ rete neuronica
ENGRAMMI Dunque ogni volta che noi riesumiamo un ricordo non facciamo altro che ricostruirlo ex novo, se si tratta di un immagine saranno interessati soprattutto i neuroni dell’area visiva, se di una scrittura l’area che si trova nell’emisfero temporale sinistro, insieme ad altri neuroni appartenenti all’area delle emozioni ad esempio. Si tratta solo della stimolazione di un circuito, tuttavia nel momento in cui il ricordo affiora non sempre l’engramma corrispondente è esattamente uguale a quello prodotto durante l’esperienza originale. Ciò è dovuto alle altre esperienze che nel frattempo quel soggetto ha vissuto, alle informazioni che ha appreso. Nel tempo i legami che realizzano l’engramma dei nostri ricordi si affievoliscono, alcuni possono disattivarsi, per cui i nostri ricordi possono essere fallaci. Dobbiamo sempre tener presente che la nostra memoria non è perfetta e può fare cilecca, soprattutto per i ricordi più lontani nel tempo. L’uomo ha già superato questo problema allorchè è nata la scrittura, il disegno, la pittura, la fotografia, la registrazione sonora ed i moderni computer.
PERCEZIONE
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LA PERCEZIONE Ăˆ OGGETTIVA? Secondo i teorici della Gestalt sostenevano che tutti attiviamo gli stessi processi che possiamo considerare innati.
LA PERCEZIONE Ăˆ OGGETTIVA? Nessuno vede isolatamente i cerchi, tutti raggruppano il materiale ottico proposto insiemi finiti
VEDERE Ăˆ UN PROCESSO PSICOPERCETTIVO
In questo vedere ci sono delle costanti vettoriali della percezione che fanno parte integrante della mente umana, che vanno tenute in considerazione perchĂŠ il designer non progetta esemplari unici ma lavora in milioni di copie chiaro che tali prodotti devono essere percepiti e memorizzati univocamente.
NEL MEZZO... Prima il leggibile, poi entra in gioco il patrimonio mnemonico per dare un significato.
-Letterato (rif. Dante) -Pragmatico (di trasporto) -Navigatore (della tempesta) -Poca fantasia (suoni)
il messaggio però è composto da entrambi le parti costituendo un tutto dotato di un significato che viene codificato in primo luogo in maniera separata e in secondo luogo (ma definitivo) in un Unico Messaggio. terza parte
prima parte parte letta da tutti e interpretabile allo stesso modo, possiamo considerarla una costante vettoriale
seconda parte parte percepibile in modalità diverse da ogni singolo target, dove però creo attenzione per la non immediata comprensibilità. Ognuno leggerà questa parte seguendo ciò che dice le sue costanti vettoriali
PRO...GETTARE Il prodotto del designer, graphic o product che sia, deve “saper comunicare”, saper trasmettere cioè dei messaggi che possono venire interpretati univocamente da tutti i possibili fruitori, ma, al tempo stesso, deve catturare l’attenzione. Deve quindi coniugare la creatività con la conoscenza delle costanti vettoriali della percezione. Non considerare, o trascurare, gli aspetti percettivi può avere conseguenze anche gravi.
PRO...GETTARE l’etimologia della parola PROGETTARE ci definisce bene la responsabilità del designer...
LA NASCITA DELLA GESTALT
breve linea temporale della sua nascita
1839 - M.E. CHEVREUL : SUDDIVISIONE PARCELLARE DEL COLORE
Secondo i suoi studi un colore poteva essere percepito non solo guardando pigmenti opportunamente mescolati tra loro, ma si potevano utilizzare gli stessi pigmenti puri accostandoli l’uno all’altro sottoforma di puntini o trattini colorati. Il processo di mescolanza dei colori avveniva fisiologicamente nell’occhio dell’osservatore sulla retina
LA NASCITA DELLA GESTALT
breve linea temporale della sua nascita
Paul Signac - Le Pin Bertaud, Saint-Tropez -
1885 - IN FRANCIA NASCE IL PUNTINISMO
Punti di colore affiancati senza una mescolanza dei pigmenti per realizzare immagini complesse di forte impatto cromatico, dove lo spettatore assiste ad un evento emotivo e non solo comunicativo.
Paul Signac Le palis des Papes d-Avignon 1900
LA NASCITA DELLA GESTALT
breve linea temporale della sua nascita
Giovanni Segantini - Le cattive madri - 1894/95
1891 - IN ITALIA NASCE IL DIVISIONISMO
L’arte italiana trasporta dal puntinismo l’attenzione al colore con tratti meno precisi lasciando sempre più spazio all’accostamento di colori puri
Giuseppe Pellizza Panni al sole 1894
LA NASCITA DELLA GESTALT
breve linea temporale della sua nascita
Immagine di rappresentazione del rapporto figura
1892 - MAX WERTHEIMER INIZIA RICERCHE SULLA PERCEZIONE VISIVA Da qui in avanti nascerĂ la scuola di pensiero detta Gestaltpsycologie o tradotto psicologia della forma (o buona forma) poi chiamata semplicemente Gestalt
GESTALT
Arriva subito dopo l’Associazionismo o Psicologia Atomistica rimettendo in discussione la percezione inserendo il nuovo (per il tempo) concetto di TOTALITÀ “LA FORMA È UNA QUALCHE COSA DI PIÙ E DI DIVERSO CHE LA SOMMA DEI SINGOLI ELEMENTI” “IL TUTTO È PIÙ DELLA SOMMA DELLE SUE PARTI”
GESTALT
Promuove l’innatismo - cioè tutti nasciamo con un bagaglio di conoscenze innate.
Tutti noi abbiamo delle cellule comuni alla nascita quindi si parla di meccanismi neuronali innati
La mancata stimolazione durante la prima infanzia può portare alla generazione di alcune abilità ad esempio della vista
PER COMPRENDERE IL MONDO CIRCOSTANTE SI TENDE A IDENTIFICARVI FORME SECONDO SCHEMI CHE CI SEMBRANO ADATTI E ATTRAVERSO SIMILI PROCESSI SI ORGANIZZANO SIA LA PERCEZIONE CHE IL PENSIERO E LA SENSAZIONE, CIÒ AVVIENE DI SOLITO DEL TUTTO INCONSAPEVOLMENTE.
CINESTESI
CINESTESI Con la vista riceviamo forme, colori, spazio. Prendiamo coscienza invece della posizione del nostro corpo attraverso la sensibilitĂ delle articolazioni.
CINESTESI La percezione di dove ci troviamo arriva anche dal LABIRINTO parte retrostante al nostro orecchio che ha la funzione che per i costruttori di case ha la “bolla�
CINESTESI In parte la Cinestesi è legata alla fisiologia dell’occhio.
PERCEZIONE DEL SENSO DI PROFONDITÀ Quando rileviamo un’immagine retinica grande deduciamo che l’oggetto è vicino, o viceversa.
PERCEZIONE DEL SENSO DI PROFONDITÀ Marchio Logotipo della Fiera di Francoforte
SENSO DI VERTICALITÀ Altro esempio di come la cinestesi sia legata alla vista. Il senso di verticalità è percepito contemporaneamente da corpo e vista ciò avviene perché esso è parallelo alla forza di gravità Quindi anche questo è da considerarsi COSTANTE VETTORIALE DELLA PERCEZIONE
SENSO DI VERTICALITĂ€ Questo tipo di costante gioca a favore dei grafici quando si vuol giocare con la stabilitĂ o il movimento
stabile
in movimento
instabile
LEGGI DI UNIFICAZIONE FIGURALE
LEGGI DI UNIFICAZIONE FIGURALE La Gestal ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti vettoriali della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il materiale ottico seguendo tali schemi. Queste leggi come definite da Wertheimer stesso nel 1923, sono chiamate Leggi di Unificazione Figurale. Il termine unificazione identifica il processo di raggruppamento e di organizzazione che l’osservatore compie di fronte a una determinata configurazione.
LEGGE DELLA VICINANZA Le parti di un insieme percettivo vengono raccolte in unitĂ conforme alla minima distanza
LEGGE DEL’UGUAGLIANZA Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi, si manifesta la tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi tra loro simili.
LEGGE DELLA FORMA CHIUSA Le linee delimitanti una superficie si costituiscono in unità più facilmente di quelle che non si chiudono.
LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE Quelle parti di una figura che formano una “curva buona” o che hanno un “destino comune” si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre.
La legge della chiusura è piÚ forte del Destino Comune
LEGGE DEL MOVIMENTO COMUNE Si costituiscono in unitĂ quegli elementi che si muovono insieme o in modo simile o, generalmente, che si muovono in opposizione ad altri che restano fermi.
LEGGE DEL’ESPERIENZA La psicologia della forma, pur non riconoscendo all’esperienza quella fondamentale importanza per l’organizzazione percettiva degli oggetti che era sostenuta dalla psicologia associazionistica, non esita tuttavia a riconoscere un’azione concomitante accanto ai fattori summenzionati
LEGGE DELLA PREGNANZA L’organizzazione psicologia è sempre tanto buona quanto lo permettono le condizioni dominanti
LEGGE DELLA FIGURA SFONDO Il principio della figura/sfondo, ovvero del rapporto tra figura e sfondo, è noto anche come principio del contrasto ed è il fondamento della percezione visiva. Immaginando una stanza completamente buia, in assenza totale di fonti di luce, risulterebbe difficile, praticamente impossibile, distinguere i vari oggetti. Questo perché mancando una fonte luminosa verrebbe meno ciò che rende possibile la percezione del colore. Ecco quindi che si perviene al principio in studio: uno stimolo è percepito solo per contrasto con il suo sfondo.
COMPLETAMENTO All’interno di varie composizioni si possono trovare casi di completamento psicopercettivo delle figure che risultano parzialmente nascoste o incomplete, questo completamento può avvenire sia seguendo le leggi di unificazione figurale, sia utilizzando schemi cognitivi (esperienza).
MODALE Ricostruiamo la figura incompleta utilizzando il materiale ottico disponibile
AMODALE In questo è indispensabile un intervento psichico per “immaginare” ciò che non risulta visibile all’osservatore
SENSO DELL’ORDINE Secondo alcune teorie l’uomo ha un innato senso dell’ordine come se fosse un’esigenza psichica per contrapporsi a una natura caotica. Queste teorie hanno portato a dire che l’uomo non è incline a memorizzare forme che hanno un profilo irregolare.
ERRORI DEL GESTALTISTA La tendenza alla semplificazione però può portare talvolta a completamenti amodali paradossali.
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
ERRORI DEL GESTALTISTA
LE FORME SPAZIALI
LA FORMA DELLO SPAZIO
Il “formato”, che corrisponde alle dimensioni proporzionali dello spazio destinato ad accogliere la forma, è un aspetto che merita attenzione, perché le sue dimensioni influenzano la percezione della forma in essa contenuta.
SPAZIO
Lo spazio è il luogo dove vivono e si organizzano i segni, quando si parla di spazio di intende generalmente uno spazio illimitato, lo spazio chiuso delimitato da un perimetro, prende invece il nome di “CAMPO”.
SUPERFICIE “La superficie è fisica, reale, misurabile con il metro di cento centimetri” (Nino di Salvatore) Quindi la superficie è tangibile, essa può assumere diverse forme ma, generalmente, si distinguono in due grandi categorie di formati legati alla tipologia delle composizioni che le utilizzano: il landscape (paesaggio) e il portrait (ritratto). È chiaro che la scelta del formato avrà un influenza sul soggetto che sarà rappresentato al suo interno. Quindi il formato è funzionale al mio intento comunicativo
SUPERPORTRAIT Ritratto di Egon Schiele 1909
SUPERLANDSCAPE I corazzieri di Waterloo di James Ensor 1891
Tributo al quadrato, Josef Albers 1959
Madonna della Seggiola , Raffaello, 1513
CAMPO Se posizioniamo delle forme su una superficie queste genereranno e saranno soggette a delle linee di forza non visibili. Esattamente come quelle del campo magnetico. “Il campo è definito dalle forze che gli sono proprie: le forze del campo”
Esse sono definite FORZE SPAZIALI perché è lo spazio che esse generano “Lo spazio è definito dall’attività psicopercettiva dell’osservatore; non è fisico, non è reale, non è misurabile con il metro in cento centimetri, è prodotto psicopercettivamente dalle forze spaziali e dalle costanti vettoriali della percezione” (Nino di Salvatore)
Il nostro cervello interpreta una qualsiasi configurazione come una rappresentazione dello spazio. O Bidimensionale o Tridimensionale
Il nostro cervello interpreta una qualsiasi configurazione come una rappresentazione dello spazio. O Bidimensionale o Tridimensionale
SPAZIO “Il dipinto è senza limiti, lo spazio è disarmonia, contrasto, qui dunque non trovi rappresentazione di oggetti ma di emozioni” Wasilij Kandinsky
Il campo possiede delle sue forze intrinseche. Bidimensionali o Tridimensionali. Quando portiamo le forme vicino al bordo di una composizione le prime tendono a spingerle sempre piÚ verso l’esterno, verso i margini della superficie. Le altre hanno effetti diversi a seconda della zona del campo.
Possiamo definire queste aree evidenziate in zona di massimo avanzamento e zona di massimo arretramento
Diagonale armonica e diagonale disarmonica. “Il movimento verso sinistra un movimento verso la lontananza, il movimento verso destra è un movimento verso casaâ€? Wasilij Kandinsky
LE DIAGONALI
FORZE CENTRIFUGHE E CENTRIPETE
ESPRESSIONE SPAZIALE In termini Gestaltici lo spazio è un sistema di tensioni che determina la geometria, l’espressione spaziale è legata alla sensazione di spazio che la composizione riesce a trasmettere. Questa è tanto buona quanto sono utilizzate al meglio le forze spaziali e le costanti vettoriali della percezione.
ESPRESSIONE SPAZIALE Le forze spaziali possono manifestarsi essenzialmente attraverso sei differenti modi.
FORMA ogni figura possiede delle proprie inerzie visive, o cinetiche, che altro non sono che i prolungamenti delle sue geometrie interne, e attraverso le quali può relazionarsi con altre forme del campo.
DIMENSIONE la grandezza relativa delle forme è una forza spaziale attraverso la quale è possibile generare la sensazione di tridimensionalità
ORIENTAMENTO l’inclinazione di una forma rispetto ai margini del campo o rispetto ad altre forme può produrre stimoli differenti fornendo all’osservatore anche indicazioni sul moto.
PESO OTTICO ogni forma a seconda della zona del campo dove è inserita e/o in relazione al suo colore o texture, dà all’osservatore l’impressione di possedere un peso più o meno evidente
LATENZA ogni linea o elemento non disegnato, latente, che si genera psicopercettivamente per inerzia visiva o per chiusura, forma quella che possiamo definire la struttura assente e che rappresenta una forza spaziale
INTERVALLO lo spazio che separa una forma dall’altra può assumere il significato di forza spaziale se ordinato in maniera tale da rappresentare particolari situazioni con ritmo irregolare, accelerazioni, velocitĂ
VALORE FORMALE - VALORE SPAZIALE Questi due valori sono riferiti alla presenza di tensioni che crea la forma all’interno dello spazio, dando piÚ importanza o alla forma (valore formale) o alle tensioni nello spazio(valore spaziale)
a)
b)
A) prevale nettamente il valore formale, in quanto si tende a raggruppare le figure in modo da formare un unico insieme simmetrico, al quale possiamo anche assegnare il valore simbolico di un omino con una sorta di cappello.
B) pur utilizzando le medesime forme , il valore spaziale è evidente, nascono percorsi visivi particolari, si percepiscono cosÏ il movimento delle figure e le forze che esse esercitano una contro l’altra.