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Il DL Sostegni Ter dispone uno stanziamento di 20 milioni di euro ai parchi divertimento
Il DL Sostegni Ter
dispone uno stanziamento di 20 milioni di euro ai parchi divertimento
Ancora 20 milioni di euro a favore dei parchi divertimento. L’articolo 3 del DL 27 gennaio 2022, n. 4, stanzia anche per il 2022 la stessa somma prevista nel 2021 a favore del settore.
i tratta di un intervento, ottenuto grazie alla sensibilità dei Ministri Gelmini e Garavaglia, che contribuisce a sostenere un settore che ha visto in media ridotte della metà S le giornate di apertura sia nel 2020 che nel 2021, per quanto riguarda i parchi tematici e fortemente condizionato i risultati dei parchi acquatici.
Dopo un 2020 da dimenticare, anche la stagione 2021 è stata infatti fortemente limitata dalla data di apertura del 15 giugno, ottenuta solo dopo la manifestazione nazionale di Parchi Permanenti Italiani, dalla mancanza delle presenze determinate dalle gite scolastiche e dai centri estivi, e dall’adozione del Green Pass lo scorso 6 agosto, nelle settimane più profittevoli per il settore. Il pubblico, disorientato, ha fatto registrare nelle giornate successive percentuali di visite del – 80%, condizionando pesantemente i risultati dell’intera stagione. Con questa misura, ancora una volta, il Governo ha mostrato attenzione, cambiando una tendenza che ha registrato decenni di disinteresse. C’è voluta questa orribile pandemia per far sì che il mondo politico si rendesse conto dei numeri di questa in-
dustria, che con l’indotto si avvicina ai due miliardi di euro di fatturato. Non c’è che da ringraziare, rilevando tuttavia come questa misura sia stata gestita in modo disastroso in certe regioni.
Come è andata la ripartizione dei fondi destinati ai parchi di divertimento nel 2021? Mentre scriviamo siamo in attesa che vengano emanati i bandi di Regione Lazio, Regione Emilia Romagna e Regione Siciliana, mentre si è concluso solo quello, molto apprezzabile, di Regione Lombardia. Anche Regione Veneto e Regione Toscana hanno in verità emanato bandi, assolutamente non in linea con quanto sarebbe stato opportuno. Tante altre Regioni non hanno ancora deliberato nulla.
Come è evidente, solo in alcune regioni italiane, le più popolose, i parchi tematici, acquatici e faunistici sono circa una decina, in altre addirittura non sono presenti. Mentre il bando di regione Lombardia è stato predisposto accogliendo alcune delle indicazione dell’Associazione, finalizzate a rendere efficace l’intervento, altre Regioni si sono rivolte ad Unioncamere, ottenendo la emanazione di bandi che hanno favorito altri settori, ampliando la platea dei destinatari da qualche unità a qualche centinaio. È stato infatti richiesto ai richiedenti solo il requisito del possesso del codice Ateco, in genere il 93.21, che include però non solo i parchi permanenti, ma anche spettacolo viaggiante, stabilimenti balneari con gonfiabili e altri settori, e del calo di fatturato. Quindi anziché sostenere una decina di imprese per regione, si sono distribuiti contributi “a pioggia” a beneficio di settori che non avrebbero dovuto accedere a questa specifica forma di sostegno, avendone avute altre più specifiche. Si è così generata una guerra tra poveri, sulla quale chissà cosa avrebbe da dire la Corte dei Conti.
In alcune regioni questi bandi sono arrivati a riconoscere a strutture che hanno registrato cali di fatturato di decine di milioni di euro, ben 14.000 euro. Questo non è un sostegno ad un settore, ma solo un modo improprio di utilizzare denaro pubblico, rendendo del tutto inefficace, se non ridicola, la misura. L’unico modo per rendere efficaci queste misure è subordinare l’individuazione dei beneficiari non solo al codice ATECO ma anche alla titola-
rità delle biglietterie automatizzate, come disposto da Regione Lombardia nel bando del 2021. In questo modo si rende efficace la misura e si evita la dispersione di fondi destinati specificamente alle imprese del settore, le quali hanno subito anche nel 2021 un calo di fatturato di molte decine di punti percentuali, con riflessi sui dati occupazionali e sull’indotto. Sarà questa la richiesta che verrà formulata alla Conferenza delle Regioni e ai Ministeri interessati dalla misura. Ad aprile sarà infine applicabile il nuovo codice ATECO del settore, il 93.21.01, ottenuto grazie ad un intenso lavoro del quale diamo notizia in questo numero della rivista, e anche questo elemento potrebbe contribuire ad evitare per il 2022 il disastro del 2021.