Arte Forte Magazine 2008

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© 2 0 0 8 _ w w w. g e n i v s - l o c i . c o m

VERSILIA GOLF RESORT, FORTE DEI MARMI, TUSCANY. POCHE PAROLE E C’È DENTRO UN MONDO. C’È LA TOSCANA, CON IL SUO GUSTO DEL VIVERE CHE DA SEMPRE CATTURA CHI DEL VIAGGIO HA FATTO UN’ARTE. NELL’ARIA ECHI DI VILLEGGIATURE ANTICHE, BAMBINI E TATE, LE VILLE, LA SPIAGGIA UN TEMPO UNITA DA UN PERCORSO NASCOSTO. E C’È IL GOLF. IL GOLF CHE QUI, IN QUESTO ANGOLO SOSPESO TRA LE ALPI APUANE E IL TIRRENO, SI TRASFORMA IN UN RESORT DOVE OGNI DETTAGLIO È FRUTTO DI UNA PASSIONE SPECIALE PER L’OSPITALITÀ. Le strutture, le stanze e i servizi LE CAMERE SONO ARREDATE E CURATE CON CALORE E UN SENSO RAFFINATO DEI PARTICOLARI. AMANTI DELL’ARTE, I PROPRIETARI LO DIMOSTRANO OFFRENDO AGLI OSPITI PICCOLI CAPOLAVORI D’AUTORE, DISSEMINATI CON DISCREZIONE IN OGNI STANZA. LA PIACEVOLEZZA DEL DÉCOR, DEI MATERIALI PREZIOSI, I TESSUTI E I COLORI, SI AFFIANCANO A TUTTO QUELLO CHE È TECNOLOGICAMENTE NORMALE ASPETTARSI DA UN HOTEL DI CHARME CONTEMPORANEO.

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2 PERSONAGGIO

FIERA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

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i piace spendere alcune parole di ringraziamento nei confronti di tutti coloro che, a diverso titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, che si è posto l’ambizioso obiettivo di portare a Forte dei Marmi una manifestazione con opere d’arte di alto livello. Il progetto è nato da un’idea di Domenico Monteforte, noto pittore di Forte dei Marmi, dalla passione di un noto amministratore locale, nonché fratello dell’artista, Gabriele Monteforte, e dal dott. Claudio Biondani, estimatore ed organizzatore di esposizioni d’arte da oltre dieci anni. Il gruppo, lavorando in sinergia e forte di una collaudata amicizia ha creato i presupposti per realizzare un intervento qualitativamente pregevole che vuole sviluppare, con gli interessi culturali, le ricchezze della Versilia. La prima Fiera d’arte Moderna e Contemporanea di Forte dei Marmi, unica nel suo genere come evento di rilevanza nazionale, ha mosso i primi passi in un ambiente che ha visto negli ultimi anni una progressiva tensione artistica animare la cittadina versiliese con attività che hanno catalizzato l’attenzione di coloro che vivono il Forte durante l’estate, ma rivolte a quanti hanno fatto dell’arte uno degli interessi principali del dialogo culturale. In questo senso l’attività di Gabriele Monteforte ha avuto grande risalto. Già assessore alla Cultura del Comune di Forte dei Marmi, la sua attività è sempre stata tesa a valorizzare le speci�cità culturali del territorio. Appassionato d’arte, grazie al suo lavoro è venuto a contatto con i nomi più prestigiosi in campo artistico e museale. Le immense risorse che la Versilia possiede hanno permesso la realizzazione di grandi eventi presso la sede del Fortino. Basti ricordare il Ciclo dell’Estate Incantata, con la preziosa collaborazione del Prof. Paolucci, ex Sovrinten-

dente ai Beni Culturali �orentini, oggi Direttore dei Musei Vaticani, della Prof.ssa Ornella Casazza, Direttrice del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, del Prof. Philippe Daverio, noto critico d’arte e di molti altri esperti come la Prof.ssa Cristina Acidini, Soprintendente del Polo museale �orentino, e della Prof.ssa Anna Laghi. L’estate culturale fortemarmina, grazie alla presenza di opere di artisti quali Funi, De Grada, Carrà, Messina e la grande mostra dedicata a Giò Pomodoro, solo per citare alcuni esempi, si è posta all’attenzione della critica nazionale ed internazionale. Un grazie particolare a tutti coloro che hanno creduto nel progetto sin dal suo esordio e hanno speso parole incoraggianti o preziosi consigli. Il Sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti che ha �n da subito compreso l’importanza del progetto, la Prof.ssa Ornella Casazza, il Prof. Philippe Daverio, il Maestro Nicola Luisotti, Marco Palmieri Alias Piquadro e molti altri che ringraziamo di cuore. Grazie inoltre a tutti coloro che hanno lavorato al Catalogo della Fiera per farne un prodotto di qualità, in particolare alla giornalista Titti Chiarello e alla Dott.ssa Emanuela Mazzotti. Siamo certi che questa iniziativa, di concerto con tutte le altre attività culturali del territorio, saprà imprimere un segno positivo per l’arricchimento di tutta la Versilia, per far rivivere il suo glorioso passato nel presente, consapevoli che sarà possibile migliorare grazie al contributo di tutti. L’organizzazione ARTEforte


3 UMBERTO BURATTI

Comune di Forte dei Marmi

IL SALUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FORTE DEI MARMI

L

’Arte, nel suo signi�cato più ampio, comprende ogni attività umana, svolta singolarmente o collettivamente, che porta a forme creative di espressione estetica. Forte dei Marmi, meta indiscussa per anni di artisti e uomini cultura di fama internazionale, non poteva restare indifferente alle iniziative che fanno dell’Arte la loro protagonista. Per questo è con grande piacere che porgo il mio personale saluto e quello dell’Amministrazione Comunale agli organizzatori ed ai collezionisti presenti alla prima Fiera d’Arte moderna e contemporanea, che si svolgerà al Palasport dal 24 al 28 luglio prossimi. Un originale progetto che mi auguro possa incontrare il consenso dei nostri cittadini e della numerosa colonia villeggiante estiva. Colgo anche l’occasione per sottolineare come sia nei nostri programmi portare avanti la

promozione dell’Arte Contemporanea, intesa nel senso di educazione a questo affascinante settore creativo e non solo in termini di consumo o visite a mostre e musei. Inoltre, sarà nostra cura promuovere anche una maggiore attenzione verso la produzione dei giovani artisti del nostro territorio con il chiaro intento di far conoscere quelle che vengono de�nite le “eccellenze giovanili“, ossia professionisti che grazie alle loro abilità, ma anche ad uno studio fecondo sono riusciti ad emergere e a farsi un nome nel loro campo lavorativo. La prima edizione della Fiera dell’Arte accoglierà gallerie ed artisti di gran pregio e ritengo possa essere l’occasione per coniugare con successo la tradizionale condizione turistica con un’ispirazione artistica in grado di creare un prodotto di qualità, come si aspettano da sempre tutti coloro che frequentano e amano Forte dei Marmi. Accanto a queste speci�cità, l’Amministrazione intende portare avanti un programma di più ampio respiro, nel quale trovano posto importanti progetti, fra i quali la riorganizzazione del sistema in ordine alla sicurezza dei cittadini con il controllo del territorio e la lotta alla contraffazione e all’abusivismo, la crescita alla partecipazione democratica delle Istituzioni con l’attuazione di Agenda 21, sistema d’ascolto per raccogliere le indicazioni, i suggerimenti e anche le rimostranze dei cittadini, riorganizzazione della viabilità urbana con il progetto per i nuovi parcheggi e non ultimo, in ambito urbanistico, la conservazione delle caratteristiche speci�che del territorio. Il Sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti


4 ORNELLA CASAZZA

UNA LADY DI FERRO

Al Museo degli Argenti di Firenze di Titti Chiarello

Ornella Casazza con Giuliano Vangi

A

l timone del Museo �orentino degli Argenti da circa dieci anni c’è una donna. Minuta ed elegante. È Ornella Casazza, metà versiliese e metà ligure, una signora dal carattere instancabile e appassionato, che ha dedicato tutta la sua vita all’Arte. Per proteggerla e valorizzarla. Dottoressa Casazza quali opere sono conservate al Museo degli Argenti? Al Museo degli Argenti sono conservate le delicate e importanti opere che facevano parte del Tesoro Mediceo, dai vasi in pietra dura di Lorenzo il Magni�co, agli affreschi fatti fare da Ferdinando II in occasione del suo matrimonio con

Vittoria della Rovere, affreschi che decorano le sale di rappresentanza del Museo. Tutte le Corti italiane ed europee avevano all’epoca oggetti rari e preziosi da poter esporre e attraverso questi, aumentavano il prestigio, anche politico, della Corte. Non dobbiamo dimenticare che a quei tempi la cultura coincideva con il potere politico. Quali sono i compiti di un direttore di un Museo? Conservare e tutelare le opere, oltre che – naturalmente - esporle. E valorizzarle con mostre, libri, guide, tutto ciò che serve a far conoscere le nostre opere d’arte. Oltre a quello che è esposto ci sono anche i cosiddetti depositi, ovvero luoghi all’interno del Museo dove sono conservate – ma non esposte - le opere d’arte. Non tutti lo sanno, ma anche i depositi fanno parte del tesoro di un Museo. Quando è iniziato il suo rapporto con il mondo dell’arte? Nell’adolescenza. Poi è proseguito all’Università dove mi sono laureata in Storia dell’Arte ed ho continuato a studiare e specializzarmi nella conservazione e nel restauro delle opere d’arte. In�ne ho fatto diversi concorsi che mi hanno portato avanti nella mia carriera, �no a questo incarico. Come donna ha trovato difficoltà nel raggiungere un ruolo così prestigioso? Sinceramente no, i concorsi sono nazionali e le buste sono chiuse e anonime, quindi se si vince è solo per merito.

La sensibilità femminile l’ha aiutata nella sua carriera? Quando ho messo le mani nel restauro di capolavori come la Primavera del Botticelli, o gli affreschi della cappella Brancacci o Raffaello, sono stati certamente momenti importanti della mia vita professionale, dove forse il fatto di essere una donna, con la sensibilità che questo comporta, forse sì, può avermi aiutata. Quale è la prossima mostra in programma al Museo degli Argenti? La prossima mostra programmata è per il 2009 e ha un titolo che sarà più o meno questo: “Memorie dell’antico nell’Arte dell’900”. Ovvero come il nostro essere mediterranei abbia inciso nell’Arte del ‘900 con scultori come Marino Marini o pittori come De Chirico, solo per citarne alcuni. E poi ci sarà un settore dedicato alle arti applicate, come quelle orafe e le ceramiche. Cosa ne pensa di una Fiera dell’Arte moderna e contemporanea come ARTEforte? Tutto quello che serve a far promuovere e far capire l’arte moderna e contemporanea è molto positivo. Oltre ad essere un atto di civiltà, perché aiuta, almeno nelle intenzioni, a capire l’arte contemporanea, che spesso ci sfugge proprio perché è più vicina nel tempo. E poi è importante promuovere i giovani. Tutelare il passato non esclude la possibilità, anzi il dovere, di tutelare e promuovere anche il presente.


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ORNELLA CASAZZA Una lady di ferro al museo degli argenti Incontro con PHILIPPE DAVERIO

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WALTER LAZZARO Il pittore del silenzio

URBANO CAIRO EDITORE Al servizio del successo

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Un pomeriggio con GIULIANO VANGI

MARCO PALMIERI Alias Piquadro

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ANTONIO POSSENTI Vivere nel sogno

DOMENICO MONTEFORTE Diario di un artista contemporaneo NICOLA LUISOTTI Il maestro che incanta

SILVIO BONI Coopsette, un buon segno tra impresa e valori LUCILLA CAPPARONI Lucilla e il cavaliere di cristallo MASSIMO BERTELLOTTI Un architetto al servizio del territorio


1ª FIERA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

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GALLERIE IN FIERA:

Ambre International ................pag. 66 Arena Galleria d’Arte ...............pag. 72 Arte Nuvò ....................................pag. 75 Atelier 34 .....................................pag. 78 Bottega dei Vageri ....................pag. 83 Gestalt Studio & Gallery .........pag. 89 Il Melone ......................................pag. 92

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NUMERO UNICO

Forte dei Marmi, estate 2008 Arteforte s.r.l. via Provinciale, 1 55042 Forte dei Marmi (Lu) Pubblicità: Elisa Pancetti Via dei Piastroni, 70 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584 72149 - 340 4627631

Fantasio & Joe ............................pag. 98 F.b. Arte ..................................... pag. 101 L’incontro .................................. pag. 104 La Telaccia ................................ pag. 114 La Subbia .................................. pag. 117 Lazzaro by Corsi (Sez. Fiere) pag. 122 ....... L’Estense Arte .......................... pag. 129 Salone d’Arte Contemp. pag. 136 .....

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Galleria Turelli ......................... pag. 141 Incisione Arte .......................... pag. 148 J & G. ART.................................. pag. 152 Linea d’Arte .............................. pag. 161 Sandro Santioli ....................... pag. 167 Prop. d’Arte Contemp. ......... pag. 169 Restarte ..................................... pag. 172

Hanno collaborato a questo numero: Titti Chiarello, Emanuela Mazzotti Vittorio Lorenzoni, Wanna Allievi Giancarlo Bonomo, Malì Diletta Biondani, Douglas Kirkland Paola Riccardi, Massimo e Marina Ferrarotti Fotogra�e: Sandro Santioli Federico Neri Progetto gra�co e impaginazione: Gabriele Moriconi Editogra�ca - Pietrasanta Tel. 0584 790039 Stampa: Gra�ca 080 Bari Arteforte Magazine esce una volta l’anno in occasione della Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea. Per richiedere una copia contattare: 347 7698311

La Spirale 2000 ....................... pag. 177

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La presente pubblicazione, in distribuzione gratuita, è stata stampata in 5000 copie con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi in occasione della Fiera d’Arte moderna e contemporanea presentata dal 24 al 28 luglio 2008 presso il Palasport di Forte dei Marmi


8 PHILIPPE DAVERIO

INCONTRO CON PHILIPPE DAVERIO

di Emanuela Mazzotti

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ei ha affermato in un editoriale di ARTEDOSSIER che la storia potrebbe seguire il movimento oscillatorio del pendolo tale che ora, noi ci troveremmo in una vuota situazione di stasi culturale. Eppure gli artisti hanno sempre anticipato i cambiamenti epocali, quindi sul piano artistico dovremmo vivere un momento felice... o no? “È vero... siamo in un momento felice, tanti artisti specie in Italia stanno facendo cose interessanti, di grande qualità, quindi

il momento è felicissimo... solo che la gente non lo sa, non se ne rende conto. Penso alla Biennale, la più vecchia Esposizione d’arte nata in Italia, bene, lì la presenza degli artisti italiani è modestissima; al contrario, negli altri Paesi, in occasione delle Mostre Internazionali gli artisti locali sono rappresentati almeno al 40%. Quando si è scelto il responsabile per la Biennale di Venezia si è pensato al direttore dell’Accademia di Francoforte, non a Brera. Anche a Milano i lavori più interessanti sono stati affidati ad architetti stranieri, così come nel campo della critica e più in generale in tutto il mondo dell’arte. La cosa straordinaria è che nessuno ha protestato, fosse accaduto in Francia, per esempio, si sarebbe occupata La Sorbona. In Italia invece c’è una sorta di crisi d’identità, è un paese di rassegnati. La chiamerei “patologia pubblica della creatività” Quale pensa siano le cause? “Non c’è �ducia nelle capacità, abbiamo perso l’identità...ma azzardo solo ipotesi, io sono un antropologo: cerco di capire perchè la tribù sta male... non ho soluzioni.” Con la trasmissione televisiva PASSE-PARTOUT, Lei ha ha dato la possibilità a molti telespettatori di accostarsi al mondo dell’arte superando la divaricazione

tra linguaggio specialistico e comunicazione diretta. Il risultato è stato una formula di largo successo, non solo per addetti ai lavori. Come c’è riuscito? “La mia non è una trasmissione di divulgazione e quindi ho potuto reiventare le regole del gioco; intendo dire che la forma della comunicazione è tutto, ho evitato quel linguaggio ginnasiale che in Italia ha sempre condizionato la cultura artistica. Ancora oggi gli studenti di Liceo Classico sono una specie di clan che esclude chi non si riconosce in una cultura “alta”. Io ho studiato in Francia e ho completato la mia formazione retorica in Italia, è stato durissimo! Quando sono entrato in Consiglio Comunale a Milano ho dovuto adeguare il linguaggio, rendere efficace la comunicazione per convincere gli altri; quello è stato un momento importante per me: ho capito che non bisogna perdere di vista il concetto, il contenuto, al di là della fraseologia. Quando con la Rai abbiamo messo in piedi quest’avventura ci siamo proposti di realizzare un lavoro che avesse una speci�ca valenza culturale senza tuttavia ricadere nel didascalico o nel retorico. Abbiamo insistito sulla comunicazione perchè il messaggio va molto lontano. Avessimo scritto un libro non avremmo ottenuto lo


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stesso risultato, pochi l’avrebbero letto. La comunicazione in America funziona così: se devo organizzare una mostra, per esempio, mi preoccupo che sia contemporaneamente “high and low.” In Italia questo non succede, quello che conta troppo spesso è il fatturato più che la qualità, quindi spesso il pro�lo è decisamente low. Alla Rai invece, mi sono molto divertito, ho fatto uso del concetto greco di ironia, ho mescolato le diverse aree dell’informazione: dalla cosa al suo signi�cato, dal signi�cato all’intersezione con la Storia, la Letteratura, la Politica. In fondo il vantaggio della tivù consiste nel fatto che non è importante seguire il percorso, basta guardare l’immagine. Ci sono così differenti livelli di comprensione”. Non crede che il successo della trasmissione sia da attribuire almeno in parte alla sua presenza? “Certo, io mi sono anche divertito, in fondo il mio ruolo è quello di mediatore tra il sapere e il pubblico, tutti possono vedermi e capire le immagini, in fondo la storia dell’arte è facile da spiegare, basta sempli�care i concetti.” Mi sembra al contrario che la Storia dell’arte sia complicata... “In realtà bisognerebbe riscrivere la storia dell’arte. Quello che noi oggi insegnamo deriva

da parametri che vengono da citazioni bibliogra�che che a loro volta rimandano ad altri parametri determinati dalla cultura del XVIII secolo: per esempio i termini come Rinascimento, Romanico, Barocco non hanno senso oggettivo, vengono in realtà da molto lontano. Oggi abbiamo parametri diversi, siamo più liberi, possiamo dire con Nietzsche: “Solo in quanto la Storia serva la vita, vogliamo servire la Storia (...)”. Lei crede che in tempi come quelli in cui viviamo dove la volgarità appare quasi disarmante, si possa affermare che la forma è sostanza? “Forma e sostanza coincidono. Siamo in un periodo in cui la volgarità raggiunge il massimo livello proprio in virtù della precedente affermazione. Purtroppo l’arte sposa la causa. Questo è il tempo del Trash, e il trash è metodologia: lo scopo è ottenere il massimo consenso con il minor sforzo possibile, la massima sempli�cazione dei contenuti, il contenuto in chiave parodica. Pensiamo a Dan Brown e al suo assurdo libretto: ha venduto milioni di copie con un’abile operazione mediatica e un contenuto risibile. Succede anche con gli artisti: il Cattelan dei bambini impiccati o di Hitler; anche se Cattelan non è sempre totalmente volgare, sa raggiungere momenti di alta poesia, penso a” Suicidio

dello scoiattolo”. La comunicazione è il problema, quando è parodica.” In un Paese gravato dalla crisi economica appare scontato che il taglio delle spese si abbatta anche sul settore culturale. Non sarebbe opportuno in controtendenza, aumentare gli investimenti dato che le cause della crisi sono anche nell’arretratezza e disfunzione dell’apparato culturale? “Certamente, i primi tagli sono sicuramente in questo settore, è un grave errore ma dobbiamo sperare se vogliamo continuare a vivere”. La città di Forte dei Marmi si è sempre contraddistinta per avere proposto eventi culturali di alto spessore, in particolare negli ultimi anni. Pensa di poter progettare qualche evento importante, magari con la collaborazione della Prof.ssa Casazza e del Professor Paolucci? Ci posso pensare... mi piace molto la Toscana la sua gente e il dialetto, la forza semantica del dialetto! Per organizzare un evento ci vogliono risorse, non solo economiche ma volontà, abilità tecniche, capacità organizzative; una delle risorse più forti è certamente il denaro ma la riuscita di un evento dipende senz’altro dalle risorse umane che possono favorire di concerto anche l’afflusso economico.


10 PERSONAGGIO

Foto: Archivio Lazzaro

Walter L


11 WALTER LAZZARO

Testo: Wanna Allievi Foto: Archivio Lazzaro

WALTER LAZZARO E FORTE DEI MARMI IL FASCINO DEL MARE E DELLA LUCE

C

i siamo chiesti più volte quale attrattiva avesse rappresentato Forte dei Marmi per Lazzaro che vi trascorreva l’estate e alacremente lavorava nel suo studio di via Pascoli. Incontrando Sandra, sua �glia, abbiamo cercato di scoprire le motivazioni che lo avevano spinto a scegliere questo luogo come città d’elezione. Ah le vacanze! Sono bellissimi ricordi di famiglia! Sandra rammenta le estati passate lontano da Roma – si partiva con enormi bagagli- ogni anno in luoghi diversi seguendo il babbo che inviato come commissario d’esame ci portava con sè per poter trascorrere insieme il periodo estivo. Fu la volta di Courmayeur, di Reggio Calabria e di località differenti che vivevamo come scoperta e divertimento. Babbo dipingeva ovunque paesaggi, angoli tipici, portando a Roma un souvenir assolutamente personale delle nostre vacanze che ogni anno erano una sorpresa. Finchè nel 1961 un suo assistente, il prof. Vittorio Cusatelli (un suo grande dipinto semicircolare è nella sede della TETI) che già frequentava Forte dei Marmi, ci invitò e ci fece conoscere la Versilia. Credo che l’attrazione più forte per mio padre sia stato il silenzio e il colore della luce delle albe e dei tramonti sul mare che in questa zona ha dei ri�essi indescrivibili a parole ma che lui è invece riuscito magni�camente a rendere �n dalle prime tele che lì ha dipinto. Lazzaro considerava il

mare suo elemento naturale. Il soggiorno a Forte fu così piacevole da far scaturire in mio padre, continua Sandra, il desiderio di tornarci con frequenza. Subì, penso, una sorta di fascinazione che lo indusse nell’inverno di quell’anno ad acquistare una piccola proprietà che adibì in parte a studio e in parte ad abitazione. Credo la considerasse una sorta di “isola felice” in cui rifugiarsi. Le lunghe nuotate, il relax sulla spiaggia, le uscite solitarie in barca nelle ore antelucane o serotine gli consentivano di

Lazzaro “Siesta” - olio su cartone telato, cm 35x30,9 - 1982

Il Pittore del Silenzio


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assimilare quelle speciali variegature della luce che felicemente riusciva poi a tradurre nelle sue opere. Questo “status” particolare che Forte dei Marmi riusciva a regalare a Lazzaro gli permetteva anche lunghe ri�essioni sull’arte e sulla pittura in particolare. Il periodo post bellico aveva fatto nascere nuovi fermenti anche nel campo artistico: una voglia di rinnovamento se non di radicale mutamento aleggiava nell’aria. Sensazioni o realtà? Anche Lazzaro non era indenne da questa voglia di nuovo. Per lui c’era una motivazione ulteriore: l’esperienza del lager vissuta in prima persona e il “ritorno alla vita”. Certamente con occhi nuovi ma anche con il desiderio di oblio per ciò che aveva visto e subìto. Il ricordo della disumanizzante vita concentrazionaria gli impediva di continuare a rappresentare nelle sue opere l’essere umano. Forte dei Marmi con i suoi silenzi, lo sciabordio del mare, la magia della luce, la

spiaggia con le barche in secca dà nuove ispirazioni e impulso alla pittura di Lazzaro che da questo momento diviene “meta�sica”. Pochi elementi: un ombrellone, una barca, un palo, una sdraio, grandi distese di sabbia e di cielo sono i nuovi protagonisti delle tele di Lazzaro. Lo chiamano “il pittore delle barche” perché in quel suo piccolo atelier di via Pascoli “Barca rossa” o “Siesta” catturavano lo sguardo dei passanti. La prima per il colore insolito, la seconda per la sua forma che ricordava una conchiglia. Coinvolgenti e a un tempo ricche di atmosfera le sue barche decretano un ulteriore sotto: “Barca controluce” olio su cartone telato - cm 30x40 - 1960 a destra: Walter Lazzaro insieme al Poeta Giuseppe Ungaretti


13 PERSONAGGIO


14 WALTER LAZZARO

sotto: “Barca rossa” - olio su tela - cm 50x100 - 1974 in basso: “Capanni” - olio su tela - cm 50x70 - 1954 pagina a destra in basso a sinistra: “Meriggio” - olio su cartone telato - cm 30x40 - 1984 a destra: Walter Lazzaro insieme a Leonida Répaci

affermazione del Maestro. La “spazialità” diviene un suo must così come il trascolorare dei suoi cieli e le nuances del mare calmo o tempestoso. Le sue “vite silenti” come le de�nisce De Chirico hanno una cifra stilistica così unica da renderlo sempre più inconfondibile nel panorama dell’arte internazionale a vent’anni dalla sua scomparsa.

NOTA BIOGRAFICA Walter Lazzaro nasce a Roma nel 1914. Dopo le scuole dell’obbligo frequenta il Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti di Roma vincendo nel quadriennio 1929-32 la Borsa di studio Governativa. A solo 18 anni tiene la sua prima “personale” a Roma, a palazzo Torlonia, esponendo ben 114 opere. Immediatamente notato dalla critica sarà sempre seguito con attenzione dai più autorevoli esponenti dell’arte. Riceve premi prestigiosi: nel 1937 quello della Reale


15 WALTER LAZZARO

Walter Lazzaro pescatore

Accademia d’Italia e nel 1942 quello della XXIII Biennale Internazionale d’ Arte di Venezia. Nel 1943, tenente dei Granatieri viene fatto prigioniero in Albania e deportato nel lager di Biala Podlaska da dove rientra alla �ne del con�itto. Dopo questa traumatica esperienza la sua pittura diviene “meta�sica”. Nel 1956 fonda il “Movimeto Poeti-Pittori” raccogliendo le adesioni dei più grandi artisti dell’epoca.

Riprende la sua attività di docenza a Roma, Carrara, Bologna, Milano. Nel 1962 con Carrà, Funi, Guidi, Ordavo, Pieraccini dà vita a Forte dei Marmi alla “Settimana d’arte della Versilia”, l’attuale “Marguttiana” che continua annualmente ad essere realizzata. Prosegue la sua attività pittorica sia a Forte che a Milano dove muore nel 1989 per i postumi di un incidente stradale.

STAND 9-10


16 URBANO CAIRO

UN EDITORE AL SERVIZIO DEL SUCCESSO di Titti Chiarello

U

rbano Cairo, presidente del Torino Calcio dal 2005, è uno degli editori italiani più intraprendenti e quotati. Un passato come assistente di Silvio Berlusconi nell’allora Fininvest, poi mega dirigente a Publitalia’80 ora editore di riviste di successo come Arte, Antiquariato, Airone,Bell’Italia, Bell’Europa, For Man, ma anche Dipiù e DipiùTv. Come ha iniziato la sua avventura editoriale? Ho cominciato a fare l’editore nel febbraio ’99, quindi quasi

dieci anni fa, quando acquistai l’ Editorale Giorgio Mondadori, fondata da Giorgio Mondadori nell’81, società che allora editava Bell’Italia, Gardenia, Arte, solo per citarne alcuni. La acquistai per rilanciarla, visto che perdeva dieci miliardi di vecchie lire su cinquanta di fatturato. E sono riuscito in breve tempo a risanarla con successo. Successivamente nel 2003 ho fondato una nuova società, la Cairo Editore per proseguire nell’ attività editoriale. Con la Cairo Editore ho pubblicato testate di larga diffusione, lanciando anche con un discreto successo la rivista mensile For Man Magazine, poi nel 2004 abbiamo pubblicato un familiare come Dipiù che ora ha un ottima diffusione, tanto che poi ha seguito DipiùTv e Dire Donna. Quanto fatturate? L’anno scorso circa centotrenta milioni di euro globalmente, siamo tra i primi quattro editori italiani di periodici, davvero un bel risultato in così pochi anni. Possiamo dirci più che soddisfatti. Tra le sue pubblicazioni ce ne sono alcune, come Arte che sono diventate un vero e proprio riferimento per gli appassionati… Sì, è vero. Devo dire che molto del merito va sicuramente anche ai direttori che negli anni si sono susseguiti e che hanno saputo cogliere i gusti del pubblico e le tendenze dell’arte contemporanea

con lungimiranza e intelligenza. Sempre a proposito di arte, cosa ne pensa di manifestazioni come ARTEforte? Trovo che siano manifestazioni importanti perché aiutano a diffondere sempre più la conoscenza dell’Arte Contemporanea in Italia, avvicinandola non solo a chi ne è già appassionato, ma anche a persone meno legate al mondo dell’Arte. E’ una bella vetrina per dare opportunità di farsi conoscere non solo ad artisti noti, ma anche a giovani talenti. Qual è il suo rapporto con la Versilia e con Forte dei Marmi? Sono molto legato sia alla Versilia che a Forte dei Marmi. La Versilia mi è sempre piaciuta e in particolare vengo a Forte dei Marmi tutte le estati da circa dodici anni. Le spiagge sono molto bene organizzate, oltre che veramente molto belle, e questo è l’ideale quando, come me, si ha una famiglia dove ci sono bambini. Questo però è anche un luogo dove ci sono manifestazioni ed eventi - sia culturali e che mondani - per tutti i gusti e quindi non ci si annoia mai, pur facendo una vita di famiglia. Personalmente amo molto fare anche attività sportiva, e questo in Versilia è certamente possibile e anche ad un ottimo livello. Poi nel mio tempo libero mi piace molto andare per i mercatini, soprattutto quelli di antiquariato, e qui ho davvero solo l’imbarazzo della scelta!


Carlo Marchi gioielliere

Via Mazzini, 7 - FORTE DEI MARMI (Lu) - Tel. 0584 83844 Via S. Lucia, 28 - LUCCA - Tel. 0583 491346 Via Fillungo, 6 - LUCCA - Tel. 0583 494885


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Un pomer


19 GIULIANO VANGI

di Titti Chiarello

NEL

LABORATORIO

DI

PIETRASANTA

IL

GRANDE

SCULTO-

RE ITALIANO RACCONTA DI SÉ, DELLA SUA ARTE E DELLE PREOCCUPAZIONI MONDO

SEMPRE

ALLA VIOLENZA.

V

CHE PIÙ

LO

AFFLIGGONO

VOTATO

NEL

VEDERE

ALL’AUTODISTRUZIONE

UN E

isto da lontano, mentre si entra nel suo laboratorio - capannone di Pietrasanta, Giuliano Vangi sembra un operaio: indossa un grembiule blu, largo e sciupato di quelli che hanno visto davvero tanto lavoro, ed è alle prese con materia e materiali, non sta fermo un istante. Sposta bozzetti di opere, dirige, da ordini ad un assistente. Ha un’energia davvero molto lontana dai suoi settantasette anni, la stessa che trasmette con la vigorosa stretta di mano con cui mi accoglie. “Buongiorno..., mi spiace ma la ricevo in una giornata dove sono stanchissimo. Sono stato tutta la mattina a lavorare del granito, con un martello pneumatico, un rumore… sono proprio stordito… e anche s�nito!” Nascondo - a stento - lo stupore di come si possa essere s�niti dimostrando nei movimenti, nel tono di voce, nello sguardo, un’energia da trentenne, energia che personalmente non riesco ad avere neppure dopo dieci ore di sonno profondo. Davvero Maestro? Non si direbbe proprio... Eh sì invece, non lo vede?! Sono reduce da due giornate dove ho lavorato per una nuova opera, del granito alto due metri, e domani sarà lo stesso. I graniti sono molto faticosi mi creda, e duri ovviamente!

Cosa sta realizzando? Sto lavorando ad una scultura policroma, di una donna in piedi con un vestito che sembra damascato a �ori e sta con gli occhi socchiusi. Il volto invece è di un granito rosato, credo sia brasiliano, la materia è bellissima, la scultura non so come verrà. Fino a che non è �nita per me è davvero difficile dirlo. Mi succede con tutte le mie opere, non le giudico �no a che non sono terminate. Cosa rappresenta? È una donna che ri�ette dentro di sè, ha uno sguardo rivolto verso l’interno… ripensa e si interroga come più o meno facciamo tutti, sul momento che sta attraversando. Del resto le donne

riggio con Giuliano Vangi


20 GIULIANO VANGI

hanno sempre ri�ettuto più degli uomini sulla loro condizione e su quella del mondo. Trova che questo che viviamo oggi sia un momento particolarmente drammatico? In parte sì, ma il dramma della condizione umana è sempre esistito, �n da che esiste l’uomo. Il dramma è nella nascita, nell’abitare questo mondo. Se pensa agli egizi, quando violenza c’è sempre stata.. nel globo c’è tanta violenza, le guerre ci sono dappertutto ed è sempre stato così. C’è qualcosa che la preoccupa di più, qualcosa che sente in modo particolare? Si certo che c’è …ed è la distruzione della natura. La politica mi interessa relativamente, quello che mi sta davvero a cuore è la distruzione della

natura che si sta facendo e nessun politico se ne preoccupa veramente �no in fondo. Noi ci stiamo dando la zappa sui piedi nel silenzio e nell’indifferenza generale. Ho fatto molte sculture su Katrina (il potente uragano che nel 2005 ma provocato ingenti danni a New Orleans negli Stati Uniti, ndr) e ho ri�ettuto a lungo nel creare le mie opere… Sembra che la violenza della natura sia quasi la risposta alla nostra ferocia e alla nostra cecità nel trattare l’ambiente, come se essa si ribellasse a tutti i danni che l’uomo ha provocato. Lo pensano in molti esperti questo in verità… Ma certo… vede, io amo molto il mare, e mi piace tanto il pesce, ma se si pensa alle isole Tonga, tanto per fare un esempio, dove ci sono le profondità massime e anche lì c’è mercurio, c’è catrame… è inquinato anche lì... �guriamoci nei nostri mari che sono molto meno profondi! Si stanno facendo delle cose talmente gravi nei confronti della natura e nessuno prende provvedimenti! Quando fanno le riunioni internazionali ci sono alcune nazioni, come per esempio gli Stati Uniti, che neppure vogliono occuparsene e non ci stanno neppure a �rmare accordi per limitare i danni. Intende il protocollo di Kyoto? Sí certo… vede quando assisto a cose così, all’indifferenza di alcuni governi nei confronti della distruzione della natura, rimango sgomento: abbiamo una terra bellissima e cosa lasceremo ai nostri �gli o ai nostri nipoti? Lei ha nipoti? Sì, ne ho sette. La più piccola ha due anni e mezzo, il più grande quindici. Quando saranno tutti adulti cosa troveranno? Cosa gli stiamo lasciando, a loro e a tutti i bambini del mondo? Questo è un

a sinistra: “Uomo vestito di grigio, 2000” legno policromo a destra: “C’era una volta, 2005” (particolare) bronzo, cm 205x251x86



22 GIULIANO VANGI

tema che mi sta davvero molto a cuore. Quali altri temi le stanno a cuore oltre a quello ecologista? La violenza sui bambini, l’infanzia. Ai bambini in Sudamerica levano addirittura gli organi per venderli a chi ha bisogno di un trapianto. O pensi alla prostituzione infantile praticata ovunque. Ne fanno davvero di tutti i colori ai bambini. Poi ricorda qualche tempo fa in Cecenia, in quella scuola… Certo a Beslan, nel settembre del 2004, alla scuola “Numero Uno” dove i terroristi ceceni hanno ucciso centinaia di bambini, non è possibile dimenticare… Tutti quei bambini insanguinati sono immagini che straziano il cuore, non è possibile non rimanerne colpiti… Sa è tanto tempo che sto facendo delle sculture sul tema dell’infanzia. Vede quest’uomo che tiene in braccio il bambino morto è uno dei miei studi per realizzare un’opera su questo tema. Ho fatto varie cose, vede … bozzetti, disegni. Il Maestro mi mostra un disegno gigantesco che raffigura un uomo che tiene in braccio un bambino senza vita, lo sguardo di quell’uomo è straziante, arriva dritto al cuore… È un disegno che rappresenta davvero pienamente questo dramma. Mah, non so… In realtà sto facendo ancora degli studi, non sono mai contento... provo, riprovo, mi sembra che nulla possa arrivare al dolore che si prova portando in braccio il proprio �glio morto. Del resto ho sempre lavorato a opere drammatiche. Fin da giovane? Sì, sì �n da giovanissimo. Tutti mi dicono sei un tipo calmo, tranquillo e poi metti tutto questo dramma nella opere che fai, ma io sono così, veramente. Colgo il dramma. Mi parli del suo rapporto con il Brasile. Sono stato tre anni in Brasile, lavoravo il ferro…facevo delle sculture astratte, sono stato a San Paolo a Rio, ho fatto molte mostre, è stata un’esperienza stupenda, sono partito con mia moglie e lì ho avuto anche un �glio. Ho avuto una vita molto intensa, erano i miei esordi, ero giovanissimo. Perché scelse il Brasile? All’epoca insegnavo a Pesaro e dopo otto anni mi ero stancato, a Firenze avevo un amico architet-


23 GIULIANO VANGI

to che mi parlava sempre del Brasile dove c’era una nuova architettura, una vita intensa con tanti contrasti. E allora ci andai. Abitavo a pochi decine dei metri dalle favelas, ma da casa mia vedevo le grandi ville dei ricchi. Come ha iniziato il suo cammino artistico? Sin da piccolissimo, ancora prima delle elementari, disegnavo sempre, se vedevo un mattone e un chiodo mi mettevo subito al lavoro... da piccolo disegnavo benissimo, meglio di ora! Risulta difficile crederlo… Beh facevo disegni a tutti da piccolino, ma proprio a tutti.. Ero davvero bravo. Con quali materiali lavora? Ho imparato a lavorare tutti i materiali, lavoro la creta, il bronzo, lo la terracotta il legno... Graniti, marmo, le materie plastiche, il ferro. Ha un materiale preferito? No, mi piacciono tutti. Con che criterio sceglie il materiale con cui fare una scultura? Vede questa nuova scultura a cui sto lavorando (mi mostra il padre che tiene il bambino morto in braccio, ndr) ha le gambe �liformi, con le caviglie sottili, normali. Non posso farlo in marmo, non sopporterebbe queste forme. Quindi è attraverso la forma che sceglie il materiale… Certamente, la scelta avviene proprio così. Per le forme di notevoli dimensioni meglio marmo o granito… uso invece il legno quando invece voglio essere più libero, il legno si presta a vari usi… Tendo a usare più materiali in una stessa scultura mi piace molto la policromia nelle sculture. Quando si parla di Lei, si parla del suo rap-

a sinistra: “Figura in piedi, 2006” legno di bosso, cm 93x26x15,5 a destra: “Figura con mani ai capelli, 2006” legno, ebano e tiglio, cm 191x40x32


24 GIULIANO VANGI

porto con il Giappone… Io lavoro moltissimo con il Giappone, è stato un incontro di destino perché io ho fatto varie mostre a Tokyo e il mio lavoro è piaciuto subito molto. I giapponesi amano la scultura, prima amavano molto i francesi dell’ottocento, poi sono passatagli italiani con Manzù, Marino e poi…Vangi. Mi studiano anche nei libri di testo… sono davvero piuttosto conosciuto laggiù. E amato anche… Si mi vogliono un bene da morire, mi vengono a trovare spesso e io vado a trovare tutti là. Ogni tanto, quando vado, mi tocca anche fare delle lezioni a un’università femminile. Non le piace insegnare? No affatto, non ho mai amato insegnare, io amo lavorare, quando non lavoro mi sento perso. Anche quando insegnavo, molti anni fa, ero molto nervoso perché mi sembrava tutto tempo rubato alle mie sculture. Poi certo il rapporto con gli allievi era bello, ma quando sto fuori dallo studio e non lavoro, non sto bene, mi agito e più il tempo passa e peggio è. Mi piace lavorare, e basta. Pensi che ora mi sveglio spesso la notte per pensare a che materiale usare per l’opera sulla violenza ai bambini e mi chiedo sarà meglio usare un metallo, e quale… poi penso ai capelli del bambino che vorrei biondi …e allora so che devo chiamare persone da Roma che sanno fare dorature ottime. Insomma penso a come usare i materiali al meglio. E resto sveglio. La violenza sui bambini la preoccupa molto. Si certo, i bambini sono candore, purezza e noi li massacriamo… Non voglio fare una denuncia, mi sento solo in dovere di rappresentare questa violenza, di cui non si può non parlare. L’uomo purtroppo è sempre lo stesso, continua nell’esprimere la sua malvagità attraverso i tempi, voglio raccontare questo dramma immutabile con le mie sculture. Il fatto che la violenza dell’uomo continui e ora si manifesti soprattutto con i bambini e nel poco rispetto nei confronti della Natura e del pianeta che ci ospita, mi da molto da pensare e non le nascondo che mi angoscia.

Che rapporto ha Maestro con la Versilia? Adoro questa terra, qui mi trovo molto bene, per varie ragioni. Intanto c’è il mare, che io amo moltissimo, soprattutto fuori stagione quando c’è meno gente ed è possibile apprezzare solo la natura e non la gente che prende il sole. Qui è splendido perché il mare è vicinissimo alle montagne e questo contrasto rende tutto incantevole. Io abito a Pesaro, a venti metri dal mare, in una casa dove ho ricavato anche uno studio e quando posso sto volentieri lì… Può dirsi soddisfatto della sua vita? Direi di sì, adoro il lavoro, per me è vita, vivo per questo… E poiché ancora sono in attività sono soddisfatto. Una cosa che odio è la ripetizione. Non potrei fare un multiplo, o fare una scultura e poi un’altra simile, e poi ancora una che le somiglia. Questo per me è l’unica cosa da evitare, adoro la ricerca, nella forma, ma, anche e soprattutto, nei materiali. La ricerca è il senso della vita e della mia arte. Se dovesse finire quella …farei solo passeggiate sul mare! Ma credo proprio che siamo lontani Maestro da quest’ipotesi. Sì… (ride) direi proprio di sì. Proprio lontani. È quasi buio, nel laboratorio-capannone si inizia a vederci meno. Il pomeriggio è terminato, e con esso l’intervista. Giuliano Vangi mi accompagna all’uscita, ma prima di salutarmi mi porta a vedere dei blocchi di granito, alti almeno due metri, sistemati all’esterno. Li guarda incantato: gli occhi gli brillano come a un ragazzino innamorato. Dà proprio l’impressione che se non fosse così buio, si metterebbe già al lavoro. Alla faccia della grande stanchezza che sosteneva di avere. “Sono per nuove sculture – mi dice entusiasta – chissà cosa contengono, cosa ne verrà fuori…” Può saperlo solo Lei, Maestro. Lei, con la sua inesauribile creatività ed energia. Proprio vero che artisti si nasce.


25 MASSIMO GALLENI

LA MANO E L’INTELLETTO Massimo Galleni: la grande scultura nasce dalla perfetta simbiosi tra l’artigianato e l’artista

È

un idillio. Una simbiosi totale. Un’entusiasmante corrispondenza di mano e d’intelletto. Così nasce la grande scultura nello studio di Massimo Galleni a Pietrasanta. Nasce dall’amore per il marmo. Dall’esperienza acquisita in anni di studio e di tirocinio. Ma soprattutto nasce dall’intesa perfetta dell’artigiano con l’artista. Massimo Galleni è molto più di un semplice esecutore. Non è solo un professionista dalla sotto: Giuseppe Maraniello “Rebis” Particolare Marmo nero del Belgio

tecnica sopraffina. Ha una sua umanità, un’anima, e la mette in gioco ad ogni nuovo incontro: con ogni artista, con ogni opera. Solo così, con profonda umiltà, riesce ad essere parte del sogno più ambizioso dell’uomo: quello della creazione. Lo sanno bene prestigiosi artisti come Giuliano Vangi, Luigi Ontani, Capotondi, Chromy, Maraniello, Trotta... E galleristi – i maggiori in Italia – come Nicola Loi, Flora Bigai, Claudia Gian Ferrari, Enrico

a destra: Luigi Ontani “CignoLedoDioscuri”

Astuni, Dante Vecchiato, Benucci, Monica Foglia. Anche per loro, come per Galleni, la grande scultura nasce dal sentimento, dalla passione e dall’entusiasmante corrispondenza fra mano ed intelletto.

Bottega d’Arte di Massimo Galleni Via Torraccia, 5 - Pietrasanta (Lu) Tel. 0584 793527 www.gallenimassimo.it mgalleni@yahoo.it


26 MARCO PALMIERI

MARCO PALMIERI alias PIQUADRO

Investire sulla creatività questa la formula magica di Piquadro per raggiungere il successo di Titti Chiarello

H

a da poco superato i quarant’anni Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro, azienda leader nel settore della pelletteria di lusso, e ha sempre creduto fermamente in una cosa: il design può essere seriale. Il successo che la sua azienda ha avuto in tutto il mondo in pochissimi anni, dimostra che aveva ragione lui. Oggi l’azienda conta su una rete di negozi monomarca sparsi per quasi tutto il pianeta e su una crescita media annua pari al 25 per cento. Marco Palmieri pensa di avere una formula magica per il successo? Se c’è un segreto è quello di investire sui giovani. Sin dall’inizio ho voluto con me giovani designer, bravi, dei veri talenti, ma appena usciti dalle scuole. È vero che non sapevano nulla di marketing industriale, ma i gio-

vani – se sono di talento - hanno idee innovative . Ogni anno noi scegliamo una scuola di design e la proviamo, nascono così progetti che esponiamo come evento, quest’anno lo abbiamo fatto durante il Salone del Mobile di Milano, con 14 progetti fatti da una scuola di Firenze. È stato un vero successo. Le aziende per formare se stesse dovrebbero sempre stare a contatto con le idee nuove e genuine, quindi con i giovani, per evitare di essere ripetitive. La produzione seriale deve riguardare solamente gli oggetti e non certo l’idea che permette di crearli. Cos’è per lei la creatività? C’è chi sostiene che la creatività metta ordine nel caos della vita, anch’io la penso così. La creatività è mettere ordine e per farlo bisogna vedere un qualcosa negli oggetti, che di solito, se non si è creativi, non si riesce a cogliere. La creatività è un ordine nuovo, non è certo follia, quindi non bisogna averne paura. Per cambiare bisogna essere creativi e fuori standard. Questo concetto lo ha applicato alla sua azienda? Certamente, ma non solo negli oggetti che produciamo, ma anche nel modello organizzativo,

nella struttura, in tutto. In fondo la mia fortuna è stata quella di farmi da solo, non ho imparato da nessuno della mia famiglia come fare le borse, me lo sono inventato, insieme ai giovani talenti a cui ho dato credito. È questa è stata la mia fortuna. Oltre al fatto di credere nella potenza del design, nell’emozione che la creatività applicata agli oggetti di uso comune crea in tutti noi. La creatività fa la differenza perché la gente è attratta e spende solo dove trova qualcosa di diverso, ovvero l’ innovazione. L’importante però è che il creativo segua il marchio e i suoi valori e non lo snaturi, pur di innovarlo. Altrimenti fallisce . Come è riuscito a unire design e tecnologia? La tecnologia è il mondo nuovo, e come mondo nuovo genera una grande attrazione e abitua ad


27 MARCO PALMIERI

Expand

Modus

un nuovo percorso. Noi ci siamo avvicinati alla tecnologia e l’abbiamo, per così dire, trasferita nel nostro prodotto, proprio come valore di una marca. Utilizziamo materiali particolari, ultraleggeri per dare confort ed evitare che la borsa sia pesante già da vuota. Abbiamo creato il porta computer a bolle d’aria, quindi se dovesse cadere il computer non si danneggia. Questa è l’unione tra tecnologia e design: una continua ricerca sui materiali perché l’oggetto sia realmente utile e funzionale. Ci sveli il mistero: a cosa si deve il nome Piquadro? La P, che si legge Pi, sta per l’iniziale del mio cognome, Palmieri, ma anche per Pelletterie e quindi al quadrato, ecco perché Piquadro. C’è un oggetto Piquadro che lei ama più degli altri? Sì, c’è e compie quest’anno dieci anni. È una borsa di pelle nera. La amo perché è stata la prima collezione prodotta da me. Inizialmente come azienda abbiamo prodotto per conto terzi, quando nel 1998 – 1999, è uscito il marchio Piquadro questa borsa faceva parte della prima

collezione e quindi è diventata ormai un classico. Festeggeremo i dieci anni a ottobre con una festa a Milano coinvolgendo anche l’Accademia milanese di Brera e i suoi giovani artisti. Come sceglie i suoi collaboratori? La differenza la fa la creatività, in qualsiasi settore dell’azienda perché ritengo che solo grazie alla potenza dell’innovazione si riesca a farla prosperare. Poi è importante condividere le stesse aspettative, gli stessi obbiettivi, spiego sempre a chi lavora con me cosa mi aspetto da lui. Chiarito questo, lascio poi una grande autonomia. Anche perché l’età media dei miei collaboratori è sui trent’anni ed è importante lasciare spazio a chi Pleats (Prototipo)

è giovane e ha tante energie. E talento, ovviamente. Che rapporto ha con la Versilia e con Forte dei Marmi? Mi è sempre piaciuta la Versilia, ma ne sono innamorato da quando sono venuto a Forte dei Marmi in autunno, e c’era una tranquillità incredibile. Nessun affollamento, a parte le vie del centro, durante l’estate e nei giorni festivi. In autunno invece una grande quiete, strade senza auto, ma con tanto verde. Ecco è la quiete che mi ha fatto scegliere di frequentarla, anche perché all’epoca mia moglie aspettava un bambino, e ho immaginato mio �glio andare in bicicletta per i viali di Forte dei Marmi in totale sicurezza. È un posto davvero unico. www.piquadro.com


28 MASCHIETTO

NINO MASCHIETTO

Il segreto della longevità di Titti Chiarello

Perolo Nino Maschietto con Susanna Agnelli

P

erolo Nino Maschietto, classe 1920, è al prestigioso Hotel Augustus di Forte dei Marmi dal 1953, prima come direttore, poi come gestore e in�ne, dagli anni 80, come proprietario. Di lui si dice che sia parte integrante, se non addirittura il simbolo vivente, di quello stile accogliente e discreto che ha reso Forte dei Marmi famosa in tutto il mondo. Guai a dargli del “dottore”, risponde che lui non è neppure un infermiere. Signor Maschietto, Lei è in questa struttura dal 1953.

Com’era questo albergo all’inizio? Inizialmente questa era una proprietà della Famiglia Pesenti di Bergamo, una bella villa elegante e signorile. Ora però la struttura si è molto ampliata. Sì, certo. Questo albergo è situato in un terreno grandissimo che va dal viale Morin �no all’inizio del Fiumetto. In questo immenso terreno, nel corso degli anni sono state costruite sette ville e l’albergo da un piano è stato ristrutturato �no ad arrivare a tre piani, ma tutto nascosto nel verde. Negli anni abbiamo costruito anche la “Nave”, un edi�cio molto bello all’interno del quale abbiamo una Sala Congressi e una Beauty Farm. Che clientela avete oggi? Oggi prevalentemente internazionale, ma negli passati, soprattutto dagli anni ’60 agli anni ’90, abbiamo avuto la migliore clientela italiana. Fa parte della struttura anche l’ex villa Costanza degli Agnelli, vero? Sì, quella che è stata la loro villa è oggi l’Augustus Lido Hotel. È stata acquisita nel 1969 ed è dotata di un sottopassaggio che la collega direttamente alla spiaggia. È l’unico sottopasso di questo tipo da Ventimiglia alla Sicilia! Tutti i nostri clienti se ne servono, perché rimanendo comodamente in giardino possono mandare i bambini in

spiaggia, senza far loro attraversare la strada. Lei è al timone di questa struttura da quasi 60 anni, non Le è mai venuta voglia di dire: ora basta? No, mai. Anche perché nel corso degli anni ho avuto - oltre ai miei �gli che pur facendo altri lavori mi hanno sempre aiutato e dato buoni consigli – anche validi collaboratori, onesti e fedeli, sebbene nessuno di loro abbia mai uguagliato lo stile del direttore Learco Melegari, come me da circa 40 anni. Perché oltre all’Augustus e all’Augustus Lido c’è anche l’Hotel Hermitage, un quattro stelle poco lontano da qui, nell’interno di Forte dei Marmi, dotato di un enorme giardino, diviso in varie parti, uno per i bambini, uno per i pranzi importanti, uno per il lavoro, tutti giardini molto grandi che abbiamo reso anche funzionali. Quale aspetto del suo lavoro ama di più? Accogliere. Accogliere la gente quando arriva e soprattutto essere salutato, quando i miei clienti lasciano l’albergo, con complimenti e ringraziamenti. È la mia debolezza. Ha un segreto per la longevità del suo successo? Il mio segreto è quello che rende Forte dei Marmi e la Versilia tutta, un posto unico al mondo: la bellezza del territorio e della natura.


a Forte dei Marmi

Nella splendida cornice della Versilia Alberghi di prestigio, particolare “comfort” ed eleganza

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Viale Morin, 169 Tel. ++ 39 0584 787200 Fax ++ 39 0584 787102 augustus@versilia.toscana.it www.augustus-hotel.it

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BEACH CLUB AVGVSTVS LIDO

PROPRIETÀ E GESTIONE NINO MASCHIETTO E F.


30 PERSONAGGIO

Antonio


31 ANTONIO POSSENTI

di Titti Chiarello

IL MAESTRO TOSCANO CHE PENSA PER IMMAGINI, SI RACCONTA AD ARTEforte.

E

ntrare nello studio di Antonio Possenti (un appartamento nella splendida Piazza An�teatro di Lucca, n.d.r.) è già di per sé un’esperienza e non è certo come entrare in uno studio qualsiasi. È come trovarsi dentro ad uno dei suoi dipinti: non esiste prospettiva, ordine o logica. Come in un sogno, tutto sembra essere sullo stesso piano, esistere nello stesso istante: ma non è banale disordine o frettolosa confusione, è piuttosto il trionfo del caos, il Caos Primordiale, che tutto genera e tutto distrugge. Al punto che riesce difficile ubbidire all’invito del Maestro: “Prego, si accomodi”. Viene da pensare: “Dove?!”. Poi, magicamente, in quel Caos che tutto avvolge come un abbraccio e in quella assenza di luce, che è quasi penombra, appare una sedia (… meno male!) Lui si fa invece spazio su un divano, che certamente ha conosciuto tempi migliori e che sembra voler contenere tutto quello che il pavimento, il tavolo e le pareti circostanti non hanno più la forza di ospitare. “Ho passato la mattinata in una scuola elementare, sa?” “Davvero Maestro, perché?” “Era una sorta di esperimento con i bambini, dobbiamo rappresentare una favola di Andersen che racconta di una principessa che diventa sempre più magra e di un principe che, invece, diventa sempre più grasso. La bambina è vittima di un male�cio che grazie al bacio del principe sarà spezzato. Il mio ruolo è quello di individuare il percorso per immagini, stamani ho

fatto disegnare ai bambini i personaggi. La prossima volta farò rappresentare i luoghi: la foresta, il castello… poi farò scegliere ad ogni bambino il disegno che ritiene essere il migliore e racconteremo la �aba solo per immagini, tipo una “striscia” a fumetti.” Le piacciono i bambini? Sì molto, da sempre. Ma invecchiando sono soprattutto attratto dal loro entusiasmo e dallo loro innocenza, sono davvero il trionfo della spontaneità, come

Possenti “Sogno di Agamennone” - Olio su tavola, cm 50x40

Vivere nel sogno


32 ANTONIO POSSENTI

del resto sanno fare anche gli animali. Che rapporto ha con gli animali? Mi piacciono molto, mi piace la loro natura innocente e inconsapevole, mi inquieto quando si attribuiscono loro qualità che sono proprie invece dell’uomo, come la cattiveria. Non esistono animali cattivi, gli animali agiscono solo per necessità. È vero che colleziona rinoceronti di varie dimensioni? Si, è vero. Ne ho tantissimi, ma non mi considero un collezionista, sono piuttosto un raccoglitore. Che differenza c’è? Il collezionista prende tutto quello che trova, il raccoglitore, come faccio io, sceglie. Io raccolgo solo quello che mi piace, possono essere disegni,quadri oppure oggetti. Raccolgo sia i rinoceronti che le balene, ma non mi interessano le loro rappresentazioni

umoristiche. Cosa la attrae di questi animali, rappresentano qualcosa per lei? Per un pittore la scelta, almeno quella cosciente, riguarda la forma, ma è solo una parte… ci sono sicuramente altre ragioni, ma non ne sono consapevole, ragioni che riguardano l’immaginazione che però ha radici misteriose, inconsce. So come le ho fatte, ma non perché. Sono un pittore dell’immaginazione. Non solo dipingo, ma penso per immagini. Come si fa a pensare per immagini? È come avere dei quadri…nella mia mente i pensieri sono immagini che si susseguono uno dopo l’altro, come dei quadri, penso per immagini dipinte, so fare solo così. Come ha iniziato il suo cammino artistico? Ho sempre saputo che quella sarebbe stata la mia


33 ANTONIO POSSENTI

a pag. precedente, da sinistra: “Lestrigoni” Olio su tavola, cm 50x50 “Le vacche del sole” Olio su tavola, cm 40x30 a �anco: “La leggenda dell’argonautica disperso” Olio su carta nautica, cm 50x70

strada. Fin da piccolo a chi mi chiedeva cosa vuoi fare da grande rispondevo: il pittore. Del resto ho sempre amato disegnare, mi riusciva molto bene, molto facile. E ho fatto nella vita quello che riuscivo a fare facilmente: esprimermi nella manualità gra�ca, come pittore. Ho fatto anche altre cose, ma la mia vocazione è sempre stata quella di fare il pittore come mestiere. C’è un luogo dove preferisce creare? Posso dipingere in qualsiasi luogo ma è qui nel mio studio che preferisco stare per lavorare. Ci vivo solo io. C’è una mostra che ha fatto e che ha amato maggiormente? In verità no, però c’è una cosa molto bella che riguarda le mostre: quando un quadro lo fai non riesci ad esserne distaccato, quando invece lo vedi da fuori ad

una mostra, te ne allontani e in un certo senso non ti appartiene più, diventa altro da te, e ne puoi vedere le mancanze o i limiti. Quando vado alle mie mostre guardo i quadri con grandissima attenzione e ascolto il parere dei visitatori. Spesso le loro indicazioni interpretative sono illuminanti anche per me. Mi danno magari un nuovo punto di vista sul quello che ho rappresentato. Anche suo �glio è pittore e per altro espone per la “Galleria Fantasio e Joe” ad ARTEforte. Lui non è un pittore della mia area è molto diverso, però ha appreso da me. E poi dal momento che è cresciuto insieme ai miei quadri, ha certamente assorbito qualcosa… ma più che la pittura credo abbia assimilato il modo di essere pittore, uno stile di vita, più che delle tecniche vere e proprie. Essere pittore è quasi un fatto etico, bisogna fare tante rinunce e non abbandonare mai la strada che si è scelta. E questo non è possibile se non si è sostenuti da una grande passione. Lei ha un forte legame con il mare… Sì il mare lo amo moltissimo, da bambino ho vissuto al mare…per me il mare è importante sia come immagine, sia come fatto psicologico, la visione dell’orizzonte, per chi ha una grande immaginazione e curiosità come me, è qualcosa di meraviglioso perché si cerca sempre di andare oltre sia con lo sguardo che con la mente. Per me il mare è un vero e proprio patrimonio di immagini da cui attingo continuamente. La sua pittura è stata de�nita “pittura del sogno” concorda con questa de�nizione? Sì, la mia è una pittura onirica, io del resto sogno spesso, ma nei miei quadri non metto mai i sogni che faccio. Ovvero? Come nei sogni nei miei quadri non c’è prospettiva, oppure se ne trova un abuso. Faccio grandi le cose


34 ANTONIO POSSENTI

lontane e piccole le cose vicine per esempio, o faccio coesistere personaggi vissuti in epoche storiche diverse, come può succedere in un sogno. È più un fatto di metodo, che non di rappresentazione di cose sognate. Anche il viaggio è tema dominante nella sua pittura. Sì il viaggio è importante, anche perché sono stato un grande viaggiatore. E poi, guardi, io dico sempre: il viaggiatore vero è quello che ha viaggiato a piedi. A piedi?! Sono stato uno dei primi in Italia a fare l’autostop e ho fatto centinaia di chilometri a piedi prima di trovare qualcuno che mi caricasse sull’automobile! A quel tempo,negli anni cinquanta, c’erano poche auto, e soprattutto pochi automobilisti che si fermavano a caricare gli autostoppisti. Solo gli stranieri davano passaggi, perché erano abituati a farlo. Mi creda, solamente chi ha camminato tanto a piedi per la strada ha davvero la percezione di cosa signi�chi il viaggio.

Qual è stato il percorso più lungo che ha fatto a piedi? Da La Spezia a Genova, che non sono poi così vicine a piedi. Quanti anni aveva? Diciassette. Qual è il suo rapporto con la tecnica, visto che il vero viaggio si fa a piedi immagino che la vera scrittura sia solo quella a mano… Certamente! Io la tecnica la disconosco completamente, non dico che non serva, ma dico che non mi riguarda affatto. Quando qualcuno mi scrive qualcosa e lo fa con il computer, ecco quella per me non è vera e propria scrittura, perché la scrittura comprende la mano, la “traccia” di chi la fatta, e non può essere certo un segno elettronico. Con la tecnica noi ossequiamo la rapidità, ma si può creare solo nella quiete, nel rispetto dei tempi umani, e non della meccanica o dell’elettronica. Niente computer quindi? No! Non l’ho mai avuto. Solo recentemente me ne è stato regalato uno di “nuova generazione” come dicono. Il tecnico me lo ha montato, e poi quando per spiegarmi il funzionamento continuava a chiamare, quello che per me era solo un barattolo, “Lui” ne ho avuto abbastanza!. “Lui va trattato così, va spento cosa”. Si rende conto che si parla di un barattolo come di una persona?! No, non fa per me, l’ho fatto rimpacchettare e l’ho regalato a mia volta. Visto che ama tanto il mare, pur vivendo a Lucca, che rapporto ha con la Versilia? In Versilia, in effetti, ho ritrovato il mio rapporto con il mare, anche se in Versilia il mare non è quello di scoglio, come ero abituato a Livorno, il mare della mia infanzia. La moltitudine di cose che si trovano nel mare di scoglio è impossibile trovarle in Versilia, ma in Versilia c’è questo meraviglioso rapporto tra mare e monti, in questo senso è un posto davvero unico. Ha qualche mostra in cantiere? Ho appena terminato a Reggio Calabria, una mostra sulla mitologia e sul simbolo, temi che amo moltissimo. E Reggio Calabria come luogo di mito non poteva essere più indicato.

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di Emanuela Mazzotti

N

ello spazio elegante del suo studio nel centro di Forte dei Marmi, il pittore Domenico Monteforte parla del suo lavoro e di sè, rivelando qualche segreto di quella che nell’immaginario collettivo è e sempre sarà, la professione più intrigante che esista. Monteforte, in sintonia con quest’immagine si rivela qual è: un artista affascinante e pieno di talento. Quando hai capito che volevi essere pittore e nient’altro? Ti dovrei rispondere “da bambino...”, sembra banale in realtà per mia madre era molto semplice farmi star buono... un pò di fogli e qualche matita colorata e ti potevi dimenticare di me!! Poi da grandicello il coraggio di tentare è stato più forte di qualsiasi paura, e dopo le superiori l’Accademia di Belle Arti, le prime collettive, i primi quadri venduti, la personale a Firenze, quindici anni fa... Ed eccomi qui, l’avventura continua! Nel mezzo, naturalmente, tanto impegno, lavoro, determinazione e voglia di non mollare mai.

diario d


37 DOMENICO MONTEFORTE

Che cos’è l’arte per te? È principalmente emozione. Qualcosa di simile alla passione per una donna bellissima che a volte ti fa soffrire un pò, ma di cui non riesci a fare a meno. Andare in giro “per quadri”, come dico io, visitare mostre e riconoscere linguaggi nuovi o antichi, diversi ma così, in fondo simili nell’essenza, come una musica universale che non ha bisogno nè di spiegazioni nè di traduzioni. Tutto questo stimola e nutre continuamente la mia curiosità. L’arte è un linguaggio, è sentimento, a volte gioco altre volte sofferenza, ma sempre una costante nella mia vita; è guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino. Ci sono luoghi che hanno avuto un ruolo determinante per l’ispirazione pittorica? Ci sono luoghi o meglio colori che hanno stimolato particolarmente il mio lavoro. La Toscana per le geometrie prospettiche del paesaggio e per le architetture che in fondo caratterizzano molti miei dipinti. La Sicilia o la Calabria, terre che adoro, per i toni così forti, decisi, violenti! La Provenza, il buen ritiro di tante stagioni..., il paesaggio dolce e selvatico, i toni di verde o di viola. In fondo a me interessa solo questo: il colore. Quello è lo stimolo, la molla, il pretesto. Fausto Melotti ha scritto...” di fronte ad un albero che si spoglia dei colori autunnali non pensi alla vita, pensi ai colori...”. Mi ci riconosco perfettamente. Quando “senti” che un quadro è perfettamente riuscito e corrisponde all’idea che avevi in mente? Mah, spesso l’idea iniziale cambia e si modi�ca man mano che il dipinto prende vita. È giusto e bello così, almeno per me. Sembra quasi che da

un’idea primordiale nasca poi e prenda forma, quasi autonomamente, un’opera che vive di vita propria. Non sempre è così, naturalmente, ma quando accade è bellissimo... Quale mostra ricordi con maggior entusiasmo? La prima, Firenze Marzo 1993. Più che entusiasmo direi emozione..., anzi �fa! Credo di non aver dormito la notte prima, tanto ero teso. Avevo 27 anni ed era l’esordio con una mostra personale in

“La collina degli ulivi” - olio su tela, cm 60x80

di viaggio di un artista contemporaneo


38 DOMENICO MONTEFORTE

una città così importante e severa...! tanta gente e tanto affetto, la sera ero spossato ma felice. Fra tutte le parole che la critica ha speso nei tuoi confronti, quali ti senti “cucite” addosso? Beh, sicuramente mi riconosco in chi mi conosce...!! Nel senso letterale del termine, tu Emanuela hai scritto spesso di me, te l’ho detto tante volte ormai, sai cogliere momenti, stati d’animo e cambiamenti anche sottili. Ti dirò di più: a volte noti cose del mio lavoro ancor prima che io me ne renda conto! Le ultime cose che ho visto nel tuo studio mi piacciono particolarmente perché credo, siano piene, mature, ad un punto di svolta, c’è qualcosa sotto? (voglio dire: sono intervenuti “Paesaggio Toscano” - olio su tela, cm 100x120

dei cambiamenti importanti?) È un buon momento, mettiamola così, speriamo che duri... Ho molti progetti a breve e lungo termine, che sono di stimolo e di pungolo, vedremo quello che verrà fuori. Nei tuoi paesaggi brilla spesso la luna, una luna quasi diurna, perché questo tema ricorrente? La luna nella pittura simbolista raffigura la donna, io non appartengo sicuramente ad un corrente simbolista, ma adoro le citazioni... La donna per me è un elemento molto importante, è quel sentimento di cui ti parlavo prima a proposito dell’Arte e del suo signi�cato..., cosa sarebbe la vita senza le donne? Siete il tormento e l’estasi di ogni uomo. Pittori compresi...


A RT E , C O N O S C E N Z A , TA L E N T O .

I N O S T R I VA L O R I C U LT U R A L I . La cultura è uno stimolo sempre vivo, un interesse crescente in eventi, mostre, concerti. Il passato e il presente del nostro territorio, da sostenere con passione verso il futuro. Un’emozione da osservare, ascoltare e assaporare. La cultura è da sempre uno dei nostri valori.


40 PERSONAGGIO

di Titti Chiarello foto di: Sandro Santioli

GIÀ

DEFINITO

MAESTRO PERCHÉ

IL

NUOVO

VIAREGGINO DIRIGERE

CHE

HERBERT IL

MONDO

UN’ORCHESTRA

VON CI

VOGLIA

KARAJAN, INVIDIA, DIRE

IL

SPIEGA COMUNI-

CARE, NON COMANDARE.

L

’intervista con il Maestro Nicola Luisotti è �ssata per le 15 di un giovedì pomeriggio nello studio di Domenico (il pittore Domenico Monteforte, amico del Maestro viareggino, ndr). Quando arrivo Lui ancora non c’è, ma sono in anticipo di qualche minuto e non mi preoccupo. È stata un vera fortuna riuscire a trovare una sua ora libera per l’intervista nei giorni (rari) che passa in Versilia, visto che è sempre in giro per il mondo, impegnato tra un concerto e l’altro, una registrazione e l’altra … Proprio mentre mi chiedo se avrà lo stesso pessimo carattere di altri grandi direttori di orchestra che ho intervistato, (e per i quali ho maledetto il mio mestiere!), ecco che una �gura imponente più per il modo di muoversi che per la stazza - fa il suo ingresso nello studio. Un ingresso trionfale, direi, ma sono in controluce e non vedo se sia lui o no. Lo riconosco dal modo di muovere le braccia: sembra che fendano l’aria, come se fossero spade. “Eccomi! Ciao Domenico, non sono in ritardo vero,?!” È inaspettatamente – almeno per me - cordiale… forse, penso, non ha realizzato che il giornalista è già lì. Si gira, mi vede, mi stringe la mano mentre Domenico fa le presentazioni.

“Piacere, Maestro”. “Anche per me un vero piacere incontrarla, ma diamoci del tu è meglio, credimi…” È solare, spontaneo con un sorriso sincero. Non ero pronta a tanta positiva cordialità. Meglio sedersi e iniziare subito l’intervista. “Maestro da dove arriva, pardòn… arrivi?” “Da New York, dove ho diretto la Bohème. Era presente anche Zeffirelli, credo sia stata l’ultima volta questa dove Zeffirelli ha partecipato di persona ad uno dei suoi eventi al Metropolitan. È stata perciò una cosa molto bella… è stato festeggiato anche perché ricorreva il 40esimo anniversario del suo Romeo e Giulietta. Davvero è stata una bella manifestazione, sia all’interno del Metropolitan che all’Istituto di Cultura Italiana di New York. Ti fermi in Versilia qualche giorno, o sei già in partenza? “Sono già quasi in partenza, non è facile trovarmi”. Lo so, sono stata fortunata… Beh, non so se sia stata davvero una fortuna potermi intervistare… (e ride, di gusto. Sembra proprio sincero, accidenti che bel carattere!). Sicuramente però trovarmi fermo non è facile. Sei già in partenza? Vado a Budapest sempre per onorare il nostro Giacomo Puccini con lo stesso programma che ho fatto a Lucca, quindi la Messa a quattro voci, nella nuova revisione critica della Fondazione Puccini-Lucca, e i brani sinfonici.

Nicola L


41 LUISOTTI

Luisotti

Il Maestro che incanta


42 NICOLA LUISOTTI

A undici anni dirigevi un coro. Avevi già capito che sarebbe stata quella la tua strada? Ho sempre pensato che avrei fatto il musicista, ma onestamente non ho mai pensato che avrei fatto una carriera così… Le grandi carriere sono imprevedibili, non dipendono solamente dal tuo talento, dalle tue capacità. Dipendono anche da una serie di coincidenze e di fortuna. Il talento secondo me, fa sempre parte di un certo bagaglio di fortuna, se non ce l’hai non puoi fare nulla. Se sei nel momento giusto e nel posto giusto, ma non hai il giusto talento non ti serve, così come se hai un grande talento ma non sei - quando serve - nel posto giusto, non combini molto. In de�nitiva le coincidenze per fare una grande

carriera sono tante, e la mia è andata davvero al di là delle migliori aspettative. Qual è stata la prima grande combinazione di coincidenze e fortuna che ti ha fatto pensare “Ora ce l’ho fatta!” Sono state talmente tante… non vorrei deludere nessuno dicendone una piuttosto di un’altra. La vita è fatta di tanti incontri e situazioni che l’unica cosa che posso dirti è che da soli non si combina nulla. Abbiamo bisogno degli altri, un direttore d’orchestra più di tutti. Cosa può fare un direttore d’orchestra se l’orchestra non c’è? Mi vedi muovere come un forsennato la bacchetta senza i musicisti che mi seguono? Certamente no, ma cosa signi�ca veramente


43 NICOLA LUISOTTI

dirigere un’orchestra? Dirigere un’orchestra non vuol dire costringere gli altri a fare quello che vuoi tu, ma partecipare insieme ad una stessa importante cosa, che è la musica. Così accade nella vita penso… anche con la moglie, con gli amici, se una persona crede di imporsi sugli altri non sarà mai pronta per dirigere, forse per comandare sì, ma non per dirigere. Dirigere vuol dire entrare in comunione con gli altri. Le caratteristiche di un direttore di orchestra allora quali sono? Direttori di orchestra si nasce. In che senso? È una sorta di istinto che hai sin da bambino, hai già dentro di te la forma del leader, magari non sai proprio in cosa si esprimerà questo talento che senti, ma ce l’hai. Poi quando la musica ti chiama, lo capisci. Cosa vuol dire che la “musica ti chiama”? È davvero la musica che ti viene a cercare, è lei che ti spinge verso qualcosa. Noi facciamo delle scelte, ma se abbiamo un talento naturale, è lui che sceglie per te. Una sorta di vocazione quindi… Assolutamente sì. Come un prete. Non credo davvero che ci siano differenze in questo, non ci sono altre possibilità… Se hai un talento naturale vero, succede proprio così, vieni “chiamato”. Quando la tua vita è frutto di una vocazione succede questo, se invece scegli tu nella vita le cose che vuoi fare, hai altre qualità ma non un talento vero. La musica sceglie. Non per questo io sono un grande musicista, ma di sicuro sono stato scelto. Non ho scelto io la musica, è lei che ha scelto me. Quanto l’umiltà è importante per un direttore d’orchestra? L’umiltà deve essere la base di ogni persona, pensare che non si è soli, e tutto quello che si fa è frutto di un grande percorso che altri uomini hanno fatto prima di noi. La musica è un ideale, non è qualcosa che noi facciamo, o sfruttiamo, solo per lavorare. Sei da poco stato nominato direttore del-

l’Opera di San Francisco per la stagione 2009. Ci racconti come è andata? Ero a Seattle per dirigere il Macbeth e vennero da me per complimentarsi sia il direttore del Metropolitan di New York, che quello dell’Opera di San Francisco. Quest’ultimo era piuttosto agitato e dopo i soliti convenevoli mi chiese perché stessi ri�utando tutte le loro offerte. Gli dissi che non ne sapevo proprio nulla e lui di rimando mi fece


44 NICOLA LUISOTTI

presente che cercavano il nuovo direttore musicale, “Tu verresti?”, mi chiese. Risposi con forza “Sì!, ci ho pensato troppo a risponderti? Ecco come ho �rmato il contratto. Sei soddisfatto? Sono fortunato. È davvero un ottimo periodo questo per me. Vedi se in un teatro fai del male, litighi con tutti e ti fai volere male, prima o poi questo ti si ritorcerà contro. Nessuno ti richiama in un teatro se sei scortese e maleducato. Anche se sei bravo. Ma non puoi essere bravo a dirigere se scegli solo di comandare. (Da come parla inizio ad avere il sospetto che qualche direttore d’orchestra dal pessimo carattere l’abbia incontrato anche lui…) Gli incontri si riproducono solo se sono stati positivi. Dobbiamo non solo rispettare gli altri, ma avere anche un senso profondo di amore verso le cose che facciamo. Questo si ri�ette su tutto. E fa funzionare bene le cose che facciamo. Sei superstizioso? Solo un pochino, anche perché come diceva Oscar

Wilde “Non essere superstiziosi porta male”. Ride ancora. Di nuovo. Di gusto. È proprio simpatico e indubbiamente dotato di un carisma personale notevole. A intervista �nita continua a raccontare di una serata passata con Robert Redford e signora. Racconta un episodio insigni�cante, banale, ma lo fa con una tale enfasi che sembra di essere lì. A tavola con loro. Con Robert a destra e signora a sinistra. Sembra persino di sentire il rumore della sala, il tintinnio dei bicchieri, la musica di sottofondo, le risate. Mentre Luisotti parla si rimane incantati. Non c’è scampo. Ti rapisce e ti cattura, sei nelle sue mani. Non solo per come narra, ma anche per come si muove e agita le braccia. Sembra che disegni nell’aria. Che la muova a suo piacimento. E non ha neanche la bacchetta. Mi sento come uno dei topolini nella �aba dei Fratelli Grimm. Quelli che seguivano ipnotizzati la musica del Pifferaio Magico. Maestro la prego mi liberi, devo andare via purtroppo l’intervista è �nita.


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46 PUCCINIANO

PUCCINI MON AMOUR

di Titti Chiarello

P

iù che presidente, Manrico Nicolai della “Fondazione Festival Pucciniano” ne è un vero e proprio amante. Si capisce non solo da come ne parla, ma anche da quante ore al giorno sta “sul pezzo”,davvero un’in�nità. Presidente come è iniziata la sua avventura al Festival Pucciniano? La mia avventura al Pucciniano è iniziata nel 2001 quando il sindaco di Viareggio mi chiamò perché voleva rilanciare il Festival. Subito ci siamo posti due obiettivi, primo costruire il Teatro, perché non era possibile che un festival così importante non ne avesse uno. Quindi abbiamo

iniziato con il riadattare gli spazi, portando in teatro anche la scultura, perché sono molti gli artisti che vivono o lavorano in Versilia. Avete quindi iniziato a “scolpire l’opera?” Esattamente sì, proprio così. Prima con Kan Yasuda e poi con Igor Mitoraj. La Butter�y conYasuda fu un grande successo, mentre l’esperienza iniziale, non troppo felice, con Mitoraj ci ha insegnato una cosa importante: che per “scolpire l’opera” ci vogliono grandi registi, non solo grandi scultori. Ecco perché abbiamo chiamato nel 2003 Maurizio Scaparro per la regia, che con l’artista Jean-Michel Folon ha messo in scena La Boheme che è stata un successo davvero strepitoso, durato cinque anni. Quest’anno per l’Edgar ci siamo affidati al pittore inglese Roger Dean che ha disegnato le copertine dei grandi cantanti dei gruppi rock negli anni ’70 e ’80. Un altro grande obbiettivo per la Fondazione è stato quello dell’internazionalità. Sì,consapevoli delle grande interesse che suscita Giacomo Puccini nel mondo abbiamo sempre “sfruttato” - per così dire - questo potenziale. Anche quest’anno faremo il giro del mondo, dal Giappone alla Colombia, alla Gran Bretagna, all’ Argentina…andremo praticamente ovunque, grazie anche alla collaborazione con il Ministero degli Esteri. In verità anche la Regione Toscana e la Provincia di Lucca ci stanno dando

una grossa mano. Non solo per esportare il Festival Pucciniano nel mondo, ma anche per dare modo agli stranieri che amano Puccini di conoscere meglio questa terra, meravigliosa, dove egli è nato. Quest’anno si celebrano i 150 anni della nascita di Giacomo Puccini. Cosa avete in programma?Intanto inauguriamo il nuovo Teatro - un an�teatro moderno di 3200 posti, che comprende anche un grande palcoscenico, la platea e un auditorium di 500 posti coperti e quindi potrà essere usato per tutto l’anno, non solamente durante l’estate. Apriamo alla grande il 15 giugno con l’orchestra della Scala di Milano diretta da Riccardo Chailly. La stagione vera e propria si apre invece l’11 luglio con una grande Turandot per la regia di Maurizio Scaparro e i costumi di Franca Squarciapino. Nell’ambito delle manifestazioni previste c’è una mostra di Puccini e la sua terra che viene organizzata a Lucca, mentre qui, nella parte chiusa del Teatro, faremo “Puccini al cinema” proiettando trenta �lm che hanno avuto le grande musiche di Giacomo Puccini. E anche un inedito di 8 minuti che ha come protagonista Giacomo Puccini, per la regia, si pensa, di Forzano. Se dovesse fare un augurio al Festival che augurio farebbe? Gli auguro di essere amato dalla città di Viareggio e dai suoi amministratori.


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Biglietteria Festival Puccini tel. +39 0584 359322 fax +39 0584 350277 ticketoffice@puccinifestival.it www.puccinifestival.it www.landofpuccini.com TuttoEventi Viareggio tel. +39 0584 427201


48 APT VERSILIA

TURISMO E VERSILIA

Un binomio indissolubile, da sempre legato all’Arte Ne parliamo con Renato Baldi da trent’anni direttore responsabile dell’Azienda per il Turismo della Versilia.

R

enato Baldi Lei è da quasi trent’anni direttore dell’APT Versilia… Sì ho iniziato giovanissimo, e non me ne sono mai pentito, amo il mio lavoro e mi piace farlo, per come posso, al meglio. Ma c’è un segreto: la correttezza, sia nel rapporto con i politici,che con gli imprenditori e gli utenti. Bisogna sempre rispettare il proprio ruolo. E le esigenze degli altri. Cosa le piace di più del suo lavoro? La varietà. Il fatto di essere a contatto con molti operatori turistici - sia italiani che stra-

nieri - concede la straordinaria possibilità di capire meglio cosa voglia dire turismo per il territorio. Cosa vuol dire turismo per la Versilia? Per la Versilia il turismo è fondamentale: noi offriamo in località come Forte dei Marmi, ma non solo, in tutta la fascia costiera �no a Viareggio, un turismo dove il mare è meno importante dei servizi correlati. Penso agli stabilimenti balneari, che qui da noi sono davvero un caratteristica peculiare. O a tutta l’offerta di spettacoli, culturali e di intrattenimento, della quale il turista può usufruire una volta terminata la giornata sulla spiaggia. Anche se ora un terzo del nostro lavoro passa da Internet. È vero che in Versilia ci sono meno turisti italiani rispetto ad un tempo? Negli ultimi anni la percezione che gli italiani hanno del loro futuro è peggiorata e questo ha certamente in�uito nella spesa turistica. Comunque contiamo su uno zoccolo duro, che non ci abbandona. E poi abbiamo molti turisti europei, sono tornati anche i tedeschi, e abbiamo da qualche anno anche molti turisti russi. Che spendono davvero molto. Cosa amano di più i turisti che vengono in Versilia? Certamente il mare, bene organizzato e con molti servizi, poi gli eventi e le manifestazioni

culturali che qui certo non mancano. E poi la gastronomia… non dimentichiamo che questa è una zona dove si mangia davvero molto bene. In�ne negli ultimi anni viene richiesto anche lo sport, cioè la possibilità da fare sport all’aria aperta. E l’Arte? Dalla Versilia si raggiungono facilmente e in breve tempo le città d’arte come Firenze, Pisa, Lucca e questo rende il nostro territorio appetibile come nessun altro. Il turista che viene in Versilia non viene per stare tutta la giornata sulla spiaggia, ma è curioso, versatile, colto. Ama visitare il territorio, va volentieri alle Mostre d’Arte, ai mercati d’antiquariato, agli incontri con gli intellettuali, le conferenze, i concerti. Tutte le manifestazioni che abbiamo d’estate sul territorio sono molto frequentate dai turisti, non solo quelle di richiamo nazionale, ma anche quelle locali con artisti meno conosciuti o in vernacolo. In che modo l’arte può aiutare il turismo? Se si creano mostre d’arte si creano forti veicoli di promozione turistica, e non penso solo alle mostre di grandi artisti che possono richiamare gente da tutto il mondo, ma anche eventi meno eclatanti, comunque legati all’arte. Questi sono sempre eventi di forte richiamo turistico. Quindi anche ARTEforte… Sicuramente.


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PERSONAGGIO

Foto: Monteforte

50

Coopsette


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51 SILVIO BONI

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nche nel panorama italiano, sempre più società impegnate a fare impresa scendono in campo a sostenere iniziative diversi�cate in diversi ambiti culturali. A volte questa loro presenza sembra dettata da modelli di comunicazione aziendale oppure da mero calcolo edonistico a valorizzazione del patrimonio accumulato. In questo quadro ci sono situazioni che appaiono non volere perseguire tout court semplici interessi commerciali ma che si sostanziano in un impegno rivolto in via primaria ad interventi a sostegno di nuove forme espressive, per lo più giovani artisti, o di recupero del patrimonio storico-artistico ed anche industriale con la previsione di nuove vitali funzioni Coopsette ha fatto una scelta di fondo: agire e credere in un futuro positivo coniugando l’azione imprenditoriale (quali�cazione d’impresa e delle risorse umane) con nuove scelte strategiche in relazione con i territori di appartenenza e nel sociale. Ciò signi�ca entrare in contatto con la società civile, con il mondo della cultura e con la ricca realtà dell’associazionismo e del volontariato. Sotto questo pro�lo Coopsette ha sviluppato rapporti di fattiva collaborazione con numerosi enti e associazioni, mettendo a disposizione supporti organizzativi e risorse �nanziarie a sostegno di eventi culturali ossia promuovendo direttamente propri progetti di eccellenza.

Il maggior numero delle iniziative, che ha avuto il sostegno della cooperativa di Reggio Emilia, si è sviluppata in un orizzonte temporale di lungo periodo, per dare loro continuità e per accrescerne l’efficacia. Abbiamo parlato con l’Ing. Silvio Boni dirigente di Coopsette ed amministratore di G7 Società impegnata nella promozione di strutture dedicate alla mobilità con investimenti in centri di grande pregio turistico; di rilievo quelli presenti a Porto�no, Santa Margherita Ligure, Desenzano del Garda, Riomaggiore e altre più recenti iniziative promosse a Lerici, Rimini e Campione del Garda. Quale rapporto esiste tra Coopsette l’arte ed i progetti “evoluti”? Mi ricordo quando ancora ragazzo, frequentavo piccoli studi ed atelier dove alcuni amici iniziavano a muovere i primi passi nel mondo della pittura e dell’arte, ho trascorso ore al loro �anco mentre davano forma alle loro emozioni. Ora molti di loro sono indiscussi artisti di rilievo internazionale tra questi ricordo in particolare il maestro Omar Galliani. e lo scultore Graziano Pompili. Ora la mia attività professionale si svolge da diversi anni in Coopsette, impresa che ha nello sviluppo immobiliare il suo core business. Nel seguire e sviluppare progetti via via più complessi in segmenti di mercato evoluti si è rafforzato l’impegno, ritengo vitale, per quali�care sempre

Un buonsegno tra impresa e valori


52 SILVIO BONI

più le nostre proposte progettuali. Una sviluppo imprenditoriale inteso come progetto continuo per realizzare nuove opere sempre in stretta relazione con il contesto storico, sociale ed ambientale preesistente. Oggi è sempre più percepito il bisogno di incorporare nei contenuti tecnologici e funzionali degli interventi immobiliari ed infrastrutturali elementi e valori immateriali o di natura energetico-ambientale come fattori di differenziazione e di quali�cazione. Ad esempio la dimensione estetica, la sostenibilità ambientale, la percezione di benessere �sico e di armonia sono divenuti, oggi più di ieri, valori imprescindibili per migliorare le nostre chance competitive. Da questa analisi se ne trae che l’interazione e la collaborazione con importanti studi di architettura, artisti contemporanei ed in genere con i media culturali è divenuta sempre più una costante di molte delle nostre iniziative imprenditoriali. Le nostre attività trovano una efficace sintesi nelle seguenti headline Coopsette: “il Pianeta dell’Armonia” / “Il Futuro è un progetto”.

È possibile ritrovare nella nostra cultura d’impresa, nel presente come nel passato, quella che possiamo de�nire una forte interazione /“globalizzazione” fra arti e mestieri, cioè fra il concepimento/ progettazione dell’opera e la fase di produzione/ sviluppo con armonizzazione delle peculiari esigenze tecniche, qualitative ed economiche. In quali eventi si è misurato l’impegno di Coopsette per la cultura, l’arte e l’architettura? Tanti e diversi�cati sono i progetti sostenuti e promossi che nel corso degli anni: dalle celebrazioni per “Le Colombiane” di Genova del 1991, alle iniziative nell’ambito delle manifestazioni legate a Genova 2004, Capitale Europea della Cultura, con la ricostruzione in scala 1:1 del Teatro del Mondo di Aldo Rossi, alla promozione della mostra di Burri a Reggio Emilia nel 2001 sino alla esposizione delle opere del Mantegna a Palazzo Te a Mantova del 2006. Signi�cativo è inoltre il sostegno alla campagna di scavi nella Terramare di Santa Rosa a Poviglio (RE) che costituisce una delle più importanti realtà a livello nazionale ed europeo di villaggio terramaricolo oltre al sostegno agli scavi archeologici dalle navi romane di Pisa. Coopsette incorpora nelle proprie iniziative, come ho già ricordato, quote crescenti di valori immateriali, pensando l’architettura come espressione artistica che oltre a soddisfare i bisogni ritrova un rapporto virtuoso con l’ambiente naturale e gli spazi relazionali migliorando il benessere della persona. Sono così nate importanti collaborazioni con noti architetti internazionali, tra questi: Renzo Piano, Jean Nouvel, Paul Mollè, Boris Podrecca, Mario Cucinella, Zaha Haddid, Norman Foster, per dar vita ad interventi che pensano allo sviluppo delle nostre città in modo sempre più quali�-

2006 / SHOPPING CENTRE “LE BEFANE” RIMINI


53 SILVIO BONI

cato e innovativo. Per Coopsette la qualità del design è cultura di progetto e capacità di innovazione. Il costante impegno per la formazione dei giovani, in ingresso nel mondo del lavoro, unito al miglior sviluppo delle città e del nostro territorio, rappresenta l’orizzonte preso a riferimento da Coopsette per la propria missione aziendale.

opportunità per la promozione del senso civico, dei valori cooperativi e di progetti nel sociale oltre che di valorizzazione delle espressioni artistiche e culturali, spaziando dal design all’architettura a sostegno di quelle iniziative che sapranno proporsi in via prioritaria per la formazione dei giovani.

Quali possono essere oggi per una importante Impresa i fattori di successo? Economia e conoscenza non sono mai state così intimamente coniugate come ai giorni nostri. Nelle società avanzate l’insieme delle conoscenze disponibili e attivabili è diventato il vero propulsore per la propria crescita ed il successo. Ogni giorno di più si scopre come il fattore umano, il patrimonio non solo tecnico scienti�co, ma di cultura, di creatività, di personalità siano centrali per lo sviluppo delle migliori imprese. Impresa e cultura sono e dovranno essere sempre meno mondi separati, comunicanti al più attraverso episodi di mecenatismo illuminato, se si vuole puntare a migliorare il quadro sociale in cui ci relazioniamo. Coopsette è consapevole che, per prepararsi al meglio verso nuove s�de, deve proporsi di intensi�care e quali�care il dialogo e lo scambio con il variegato mondo della cultura, dell’arte e della scuola, in questo caso l’impresa può divenire arte�ce in positivo per lo sviluppo della società e delle persone.

2004 / BOLLA di RENZO PIANO / PORTO ANTICO GENOVA

Quali iniziative state predisponendo per rafforzare la Vostra presenza a favore della cultura? Molteplici e diffuse, in particolare nei territori dove è più saldo il nostro radicamento d’impresa, sono le iniziative culturali con protagonista Coopsette. Ora con la recente ed epocale decisione di costituire la Fondazione Coopsette si apriranno nuove 2008 / CENTRO WELLNESS BELLAVITA - ALESSANDRIA


54 ANTIQUARIATO

XXI EDIZIONE DELLA MOSTRA DELL’ANTIQUARIATO

“Grandi Antiquari a Forte dei Marmi”

L

’appuntamento culturale a Forte dei Marmi della Mostra dell’Antiquariato si rinnova da oltre vent’anni ed è sempre molto atteso dagli appassionati del settore e dai villeggianti. La manifestazione ha acquisito nel tempo sempre maggior prestigio, grazie all’esperienza maturata nel mondo dell’antiquariato dall’organizzatore e Presidente dell’Associazione Giovani Antiquari d’Italia, Orlando Tanzi. L’Associazione Giovani Antiquari d’Italia non ha scopi di lucro e ha �ssato nel proprio statuto l’obbligo di organizzare una Mostra di Antiquariato all’anno; ha esordito così nell’agosto del 1983 la prima edizione nella villa “La Versiliana” nel Comune di Pietrasanta. Orlando Tanzi nasce a Parma e la passione per “l’antico” e l’arte

in genere hanno sempre fatto da sfondo alla sua quotidianità, trasformando presto quella che era una passione personale in una vera e propria attività lavorativa. Inizia negli anni Settanta con l’apertura di una galleria nella sua città natale, per arrivare più tardi a confrontarsi con le maggiori istituzioni, partecipando alle più note manifestazioni antiquarie quali: Biennale di Venezia, Internazionale di Milano, Gotha a Parma, Brixia a Brescia, Mostra di Genova ed Assisi, solo per citare le più note. In ambito europeo è presente a numerose edizioni della Mostra d’Antiquariato di Cannes ed è approdato in America con la partecipazione alla Mostra Internazionale di Miami. Nella continuità della tradizione che vedeva la famiglia Tanzi trascorrere le vacanze estive in Versilia, si è arrivati a trasferire l’attività antiquariale, durante i mesi estivi, proprio in questi luoghi, organizzando la prima Mostra dell’Antiquariato a “La Versiliana”. Dopo alcune edizioni si approda alla sede di Forte dei Marmi in pieno centro urbano, grazie al sostegno delle personalità istituzionali allora in carica. Da allora sono trascorsi ventun’anni e la collocazione originaria in via Michelangelo è stata sostituita dal Palazzetto dello Sport di Vittoria Apuana. “La scelta dello spazio esposi-

tivo, ci spiega l’organizzatore, è stata determinata da una grande attrazione nei confronti della Versilia e dalla possibilità di costituire, con l’organizzazione di un grande evento, un centro di riferimento per gli appassionati del settore che potesse essere riproposto come appuntamento �sso.” Molti visitatori si ritrovano, per passione o semplice curiosità, a visitare questo spazio ogni anno ad agosto. Tra gli ospiti illustri possiamo annoverare il Senatore Giovanni Spadolini, allora Presidente del Senato, grande appassionato ed intenditore d’antiquariato che non ha mancato l’appuntamento per molti anni, l’attore Giancarlo Giannini, il critico Vittorio Sgarbi, il vignettista Forattini, lo stilista Santo Versace e molti altri. L’intento dell’organizzazione è quello di confermare l’alto livello della manifestazione nell’interesse dei visitatori e nel rispetto della tradizione culturale della città.


CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI FORTE DEI MARMI

XXI MOSTRA D’ANTIQUARIATO GRANDI ANTIQUARI

8 - 24 agosto 2008 Palazzetto dello Sport FORTE DEI MARMI Vittoria Apuana - Via Ferrucci, 11

orario: dalle 17,30 alle 24,00


56 LUCILLA CAPPARONI

LUCILLA E IL CAVALIERE DI CRISTALLO di Titti Chiarello

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’incontro con Lucilla Capparoni è di quelli che non si dimenticano facilmente. Stupisce come una donna dall’apparenza così elegante e delicata, possa portare dentro di sé la forza d’animo di un gladiatore. Lucilla ha avuto due vite. La prima �no ai 28 anni, di quelle tipiche dell’alta borghesia. Studia alla Sorbona di Parigi, dove si diploma in “ Storia del Costume”, frequenta il bel mondo, collabora con l’equipe del generale De Gaulle e poi con Calvin Klein

e Donna Karan a New York. Si sposa un ottimo partito e con lui -campione di polo – frequenta gli ambienti mondani più esclusivi. Fino al giorno del terribile incidente che costringe lui su una sedia a rotelle dopo mesi di coma, e lei a cambiare totalmente vita. Da quel giorno Lucilla si dedica solo al marito e inizia a scrivere. “Il Cavaliere di cristallo” ne è l’eroico racconto. Come nasce questo libro Lucilla? Volevo raccontare la mia storia e

quella di mio marito, che è una storia particolare. Ho iniziato a scrivere dopo il suo incidente, prima non ci avevo mai pensato. Volevo parlare della nostra grande storia d’amore, mi sono innamorata di lui da ragazzina e nel libro racconto le peripezie e le lotte che mi hanno condotto a coronare il mio sogno. Ero molto giovane e a quei tempi non era facile andare contro la propria famiglia. Lui, come campione di polo, girava il mondo, era un uomo bellissimo e piuttosto


57 LUCILLA CAPPARONI

refrattario al matrimonio, per conquistarlo, comprai a rate un cavallo da polo. Da lì iniziò la nostra bellissima storia. Io non seguii mio padre a Parigi e rimasi a Roma con lui. I primi anni del vostro matrimonio furono da favola… Sì, davvero. Piero ed io abbiamo frequentato gli ambienti più esclusivi, facendo un viaggio di nozze praticamente di tre anni, in giro per il mondo. Veramente un periodo da mille e una notte. Poi cosa è accaduto? Nel 1971 mio marito ha avuto un incidente di polo, gravissimo, per il quale è rimasto in coma per sei mesi. Da lì è iniziato il secondo capitolo della mia vita dove ho dovuto cambiare tutto il sistema della mia esistenza. Come è riuscita a reggere un cambiamento così tragico? Accettando il dolore, senza rabbia o arroganza. Invece che dirmi “Perché a me, mi sono detta : “Perché non a me?”. Dopo l’incidente abbiamo iniziato il nostro “viaggio” nelle cliniche e negli ospedali specializzati. Andammo a Vienna nella clinica dei risvegli dove sono rimasta due anni come infermiera per poter stare vicino a mio marito. Ho sempre seguito il suo calvario con l’incrollabile �ducia che prima o poi, anche grazie al mio amore, si sarebbe ripreso. E in effetti è andata così… Sì, Piero si è risvegliato dal coma e ha ripreso vivere, sia pure su una sedia a rotelle. Ma ci sono voluti anni. E per anni come infermiera mi sono dedicata non solo a mio marito, ma anche agli

altri ricoverati. Scoprendo che c’erano situazioni ancora più tragiche della nostra e questo mi ha aiutato. Suo marito però dopo l’incidente era stato dato per morto. Si, i medici avevano detto che – date le sue condizioni - sarebbe stato meglio lasciarlo morire, ma a questo mi sono ribellata con tutte le mie forze. Contro i medici e contro mio padre. E ho fatto bene, perché Piero non solo si è ripreso, ma siamo riusciti anche ad avere un �glio. E ora nipoti. Piero è felice di vivere e quindi ho avuto ragione io. Anche a non abortire, come mi era stato consigliato inizialmente per timore che mio �glio potesse nascere paraplegico o spastico, visto che mio marito era ancora molto malato. Ma la mia fede è stata premiata. Suo marito ora che vita fa? Normalissima. Amiamo Forte dei Marmi e quando veniamo qui

Piero viene in spiaggia, nuota in piscina e riesce per�no a farsi un piccolo giro a cavallo. In più abbiamo molti amici e siamo invitati ovunque. Oggi dopo tanti anni dall’incidente riusciamo per�no a riderne con chi ci vuole bene. Persino la mia nipotina di sette anni, guardando le numerose coppe che mio marito ha vinto come campione di polo, dice: “Nonno ma se eri così bravo, come hai fatto a cadere?” Cosa consiglia a chi ha avuto una prova dura come la sua? Di non lasciarsi andare e di avere �ducia nella vita e soprattutto nell’amore. Sono una donna serena anche nella vecchiaia, che è un bel periodo della vita se si conservano i valori importanti, e non le cose super�ciali. Una scelta d’amore è sempre vincente è questo è il vero messaggio del mio libro. L’amore vince sempre, su tutto. Anche sui dolori e le prove più grandi della vita. Bisogna soltanto avere la forza di amare e di portare avanti - con �ducia e determinazione - le proprie scelte. “Il Cavaliere di cristallo” è un bel romanzo, che ci sentiamo di consigliare, anche perché è pieno della forza e della gioia di vivere di chi ha provato sulla propria pelle come sia possibile non farsi sopraffare dal dolore. Quello vero. Edito da Edizioni Progetto Cultura “Il Cavaliere di cristallo “è ora in tutte le migliori librerie. Parte del ricavato della vendita dei libri andrà in bene�cenza al Progetto Itaca, per il recupero di persone con disturbi psichiatrici.


58 BAGNO BEPPE

BAGNO BEPPE... CHI CI METTE IL CUORE

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oma Imperiale” è forse la valva d’origine di Forte dei Marmi, la perla della Versilia dove, �n dai primi del ’900 nobiltà, arte, letteratura, imprenditoria prediligevano trascorrere le vacanze estive, in quell’amalgama di umanità dovuta al cuore ed allo spirito oltre che al ceto. Qui una vera e propria icona di quegli anni fu “BEPPE IL VECCHIA”, bello come un dio greco, forte come un ercole, fascinoso come un bucaniere con quella benda nera sull’occhio si-

nistro, perso per un colpo di pistola vigliacco in un tafferuglio con alcuni squadristi. Il marinaio Giuseppe Lari detto Beppe il Vecchia (1885 – 1969) è nella storia della Versilia per innumerevoli salvataggi di bagnanti e bastimenti, per l’ affabilità contagiosa e per un antifascismo sui generis di cui è emblematica la frase pronunciata allorché la corazzata inglese “Home. Fleett” entrò nel Mediterraneo: “L’Inghilterra è come Mussolini: ha sempre ragione, specialmente quando ha torto”. “BEPPE” divenne ben presto un toponimo che indicava un luogo ameno dove ritemprare il �sico e lo spirito come avviene anche oggi ai Bagni “Beppe di Ponente “ e “Beppe Roma Imperiale”, due stabilimenti balneari di riferimento per l’alta borghesia italiana e non solo, che ne ripropongono la �gura e l’eredità nella più genuina tradizione versiliese, in contrasto con le mode ed i costumi così labili dell’attuale massi�cazione. Ne sono depositari Andrea Bazzichi, pronipote di Beppe e la nipote Serenella. Il primo, un aitante quarantenne che si propone nel più puro spirito versiliese, è il vero e proprio volano del Bagno Beppe di Ponente con la mamma Maria Assunta e le sorelle Emanuela e Franca. La seconda, così prorompente nel

ricordare in modo tanto accalorato un passato cui è rimasta pervicacemente attaccata, ripropone con la �glia Luisella nel Bagno Beppe Roma Imperiale le atmosfere di un tempo perduto. Entrambe ritengono che il successo delle due strutture si debba a principi, valori e comportamenti trasmessi dal trisavolo, come un’umanità profusa e valorizzata a piene mani, una professionalità radicata nella tradizione, una cura quasi maniacale dell’ambiente, servizi offerti senza costi aggiuntivi (cambio teli, giochi per i bimbi, abbigliamento ecc), un calendario di apertura da Pasqua ad ottobre inoltrato “senza mai guardare l’orologio” perché i titolari ed i bagnanti di Beppe sono veri signori del tempo.


59 GALLERIE


60 RICCARDO CORSINI

RICCARDO CORSINI: L’IMPEGNO COME REGOLA DI VITA

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’appuntamento con l’Avv. Riccardo Corsini è alle 13 nell’elegante Caffè Montanelli di Massa ed alle 12,50 ricevo una sua telefonata che si premura di avvisarmi essere già sul posto. Non potrebbe esserci presentazione migliore per il Vice Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio con delega alle comunicazioni ed ai rapporti con i media, che dopo una cordiale presentazione spiega: “Mi ha designato il nuovo Presidente Dott. Paolo Galimberti ed il compito è im-

pegnativo anche per i numeri veramente notevoli della Associazione che rappresenta 250.000 aziende under 40 su un totale di 840.000, mentre ad esempio Con�ndustria ha 120/130.000 iscritti totali tra junior e senior. Inoltre il commercio nelle sue più varie espressioni ha valenza enorme nell’economia del paese, ed in particolare le dinamiche economiche di questi ultimi tempi hanno spostato l’asse delle associazioni di categoria sui servizi e sul turismo. È importante perciò legarci, come brend dei giovani imprenditori, anche a manifestazioni culturali che promuovono il territorio, come ARTEforte che avrà sicuramente risonanza in Italia e non solo, con bene�ci per la Versilia ed i territori limitro�”. Ha idee molto chiare l’Avv. Corsini, spezzino di nascita, ma massese per residenza. “La nostra provincia - prosegue - è una terra vocata al turismo nonostante le scelte penalizzanti degli amministratori che di fatto hanno impoverito il territorio il cui rilancio esige prese di posizio-

ne forti e coraggiose, proprio come alcuni grandi problemi del paese, dall’energia che richiede una scelta decisa sul nucleare, alla ripresa economica del nostro settore con una detassazione incisiva per le giovani imprese nei primi 24/36 mesi di vita, alla riquali�cazione dei centri commerciali naturali all’interno delle città, che rilancerebbero anche i centri storici”. La vicepresidenza Confcommercio non preclude al Nostro il prosieguo della attività di agente di ENI SPA per la commercializzazione di prodotti e servizi AGIP nelle province di La Spezia, Massa e Lucca in cui profonde professionalità e responsabilità condite con l’entusiasmo di sempre. La chiave di questo sta forse nell’essere il trentaseienne. Corsini profondamente cattolico e nell’aver fatto della fede e dell’impegno una bandiera, in ossequio alla dottrina sociale della Chiesa fatta propria dall’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) di cui è referente per la regione Liguria.



62 MASSIMO BERTELLOTTI

GIOVANI TALENTI CRESCONO

Un architetto al servizio del territorio, Massimo Bertellotti

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lasse 1967, versiliese di nascita e di residenza, Massimo Bertellotti è quel che si dice un vero talento. Laureato a pieni voti in Architettura all’Università degli Studi di Firenze ha collezionato successi professionali ancora prima di uscire dal prestigioso ateneo fiorentino, dal momento che gli è stata pubblicata la sua tesi. Architetto, da studente se lo aspettava tanto successo? No, in realtà no. Quando iniziai la tesi, avevo come obiettivo quello di studiare il territorio nel quale sono nato e mi sono dedicato con passione a questo. Dopo un anno e mezzo di studi e revisioni, ho discusso la tesi di laurea, dal titolo: “Formazione del tessuto urbano della costa versiliese, specificità dell’architettura locale.”. Chi è stato il suo relatore?

Il prof. Gianfranco di Pietro, docente di urbanistica. Una tesi molto apprezzata la sua in ambito locale… Sì davvero… infatti il mio lavoro è stato esposto nel 1999 dal Comune di Pietrasanta e nel 2003 è stato oltre che esposto, anche pubblicato dal Comune di Forte dei Marmi, grazie all’interessamento dell’allora Assessore all’Istruzione e al Sociale Gabriele Monteforte. Qual è il contenuto della sua tesi a grandi linee? La tesi individua le modalità di sviluppo e formazione del tessuto urbano della costa versiliese, ed in particolare il territorio del Comune di Forte dei Marmi, nel periodo compreso tra il 1770 e il 1940. In parallelo ho anche analizzato lo sviluppo del linguaggio architettonico così come si è evoluto nel paese di Forte dei Marmi. Il mio obiettivo è stato quello di dare un contributo conoscitivo, sia pure piccolo alla storiografia locale, con lo scopo di individuare e preservare quelle caratteristiche ambientali, sociali ed architettoniche che hanno reso questo tratto costiero rinomato. Quello che non sospettavo quando iniziai a lavorare per la tesi era che alla fine avrei stabilito un legame così profondo con il territorio. Cosa intende dire? Che ho iniziato a farmi molte

domande sul nostro territorio e a cercare delle risposte. Ovvero? Beh.. mi chiedevo per esempio come mai via della Barbiera è piena di curve mentre tutte le strade che vanno verso il mare sono rettilinee.. oppure come mai il Fortino è così arretrato rispetto alla spiaggia… queste e molte altre, in verità tutte domande che se si gira in bicicletta ci si pone, se si ama il territorio in cui si vive. Per questo nella professione cerco sempre di valorizzare il legame ed il rispetto per la storia che ci ha portato �no ai giorni nostri ad avere un paese caratterizzato da una bell’architettura, inserita in un ambiente abbastanza conservato, ancora bellissimo. Cosa ha realizzato sul territorio? Quelle più importanti sono state l’asilo nido del Comune di Forte dei Marmi, e Villa Nizza a, realizzata con materiali autoctoni. Quanto al resto ho sempre cercato di intendere la mia professione al servizio del cittadino, progettando sempre edi�ci inseriti nel verde, di modesto impatto ambientale. È vero che insegna all’Università? Sì, dal 2000 collaboro assiduamente con l’università degli Studi di Pisa, Facoltà d’Ingegneria. Le piace? Sì, insegnare per me è un arricchimento e una grande soddisfazione.


di Mariarosa Nardini

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64 CAFFÈ PRINCIPE

AL CAFFÈ PRINCIPE, LA CLASSE DEL FORTE mare, che dallo scorso anno allieta la clientela con le sue suggestioni. La guida abile ed attenta della titolare Signora Laura Piacentini propone una caffetteria curatissima, un’amplissima scelta di aperitivi con riguardo particolare a quelli alla frutta, una gustosissima gelateria ed una pasticceria della casa che spazia dai pinolini, alle brioches, alle torte a soggetto �no ai dolciumi più ricercati. Un vero salotto con vista, in cui classe e ricercatezza sposano una qualità di prim’ordine.

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innovarsi nella tradizione è una prerogativa di Forte dei Marmi �n dai primi anni del secolo scorso ed in particolare in questi ultimi ha decretato il successo delle sue attività commerciali. È questo il caso del CAFFE’ PRINCIPE, struttura suggestiva e prestigiosa, risalente all’immediato dopoguerra, testimone di un passato che ha fatto la storia del Forte. È grati�cante anche solo sedersi ad un tavolo della veranda in completo relax, magari osservando la gente che passeggia mentre si gusta un drink o un caffè. Il servizio è inappuntabile ai tavoli come al banco, in un’atmosfera di classe ed eleganza di cui è riprova ulteriore il piano bar realizzato sulla terrazza verso il

Caffè Principe Via Carducci, 2 Forte dei Marmi Tel. 0584 89238


65 GALLERIE ZI

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GALLERIE IN FIERA pag. 66

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AMBRE INTERNATIONAL STAND 16-17

Arena Galleria d’Arte STAND 7 ARTE NUVÒ STAND 40 ATELIER 34 STAND 20-21 BOTTEGA DEI VAGERI STAND 27-32 GESTALT STUDIO & GALLERY STAND 39 IL MELONE - ARTE CONTEMP. STAND 18-19 FANTASIO & JOE STAND 6

GALLERIA F.B. ARTE STAND 5

GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO STAND 28-29-30-31-34 GALLERIA D’ARTE LA TELACCIA STAND 38 GALLERIA LA SUBBIA STAND 1-2

GALLERIA LAZZARO BY CORSI (Sezione Fiere) STAND 9-10 GALLERIA L’ESTENSE ARTE STAND 14-15-22

G. SALONE D’ARTE CONTEMP. STAND 8-35 GALLERIA TURELLI STAND 45-46-47

INCISIONE ARTE STAND 4

J & G. ART STAND 11-12-13

LINEA D’ARTE STAND 41-42

SANDRO SANTIOLI STAND A

PROPOSTE D’ARTE CONTEMP. STAND 3

RESTARTE STAND 26-33

SPIRALE 2000 - MILANO STAND 36-37-43-44


66 AMBRE INTERNATIONAL

SOPHIA ANTIPOLIS CEDEX – RUE DES CRÉTES

A colloquio con l’artista Catemaggia, responsabile in Italia dell’Associazione

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’associazione culturale Ambre International ha sede a Sophia Antipolis in Costa Azzurra e si propone di sostenere l’interesse per l’arte in tutte le sue forme e, in particolar modo, sostenere progetti che permettano di conoscere ed apprezzare la produzione artistica dell’area mediterranea. Per questo promuove non solo artisti francesi, ma più in generale, di tutti i paesi del Mediterraneo. L’Associazione ha promosso, tra gli altri, eventi quali ARTour, percorso che di anno in anno si arricchisce di nuove presenze artistiche. Una rappresentante italiana dell’Associazione è l’artista Caterina Maggia, in arte Catemaggia che ha risposto ad una serie di domande volte a conoscere meglio il lavoro svolto dall’artista e dal suo gruppo. Catemaggia ha iniziato a dipingere giovanissima, sostenuta da una sicura preparazione artistica, acquisita con una laurea in architettura e una specializzazione nell’ambito del restauro del quadro antico; non a caso, 1

l’artista afferma che in qualità di acquirente i suoi interessi l’hanno condotta verso dipinti italiani del Seicento e Ottocento. Le chiedo: – Com’è avvenuto il passaggio da collezionista a gallerista? Ho preferito mantenere i due ruoli, sono artista e curatrice di mostre d’arte. – Successivamente agli esordi ti sei interessata all’arte contemporanea... Sì, dopo aver acquistato opere antiche ho mosso i primi pas-

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67 AMBRE INTERNATIONAL

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si verso il contemporaneo e ho acquistato Nespolo, Baldisseri, Giletti, Murer. Ma è storia piuttosto recente, risale al 2000. – È conveniente collezionare i giovani?

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Pascal Barnier “TAGS” cm 40x120

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Elisa Mazza “Mare d’inverno” Acrilico su tela e gesso, cm70x50

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Roberto Ascoli “Metamorfosi” cm 140x60x90

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Claudia Dazzini “Senzamare” Pastello e olio su tavola, cm 70x50

Certo, sono nuova linfa vitale, io credo molto nel lavoro dei cosidetti “emergenti”, se non avessero dato loro credito, nessuno dei grandi artisti moderni sarebbe oggi famoso. – Come fai a capire che un giovane è promettente? Ogni artista va considerato singolarmente non in ragione dell’appartenenza ad un gruppo, non perché segua una certa moda...bisogna valutare cosa sa fare, dove ha studiato, capire il percorso di crescita, conoscere le esperienze personali, di vita. Bisogna credere in queste cose per non confondere un talento

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68 AMBRE INTERNATIONAL

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con un imbrattatele, bisogna dargli la possibilità a basso costo di farsi conoscere, unirsi ad altri artisti, essere proposto in più gallerie. – Quindi, le gallerie hanno un ruolo attivo in questo... Certo, molti colleghi, come la nostra Associazione si spendono su questo versante, altri sono più restii. Fanno investimenti che consi7 derano più sicuri.

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– Quali tecniche preferisci usare? Mi piacciono le tecniche miste, olio e materiali diversi, mi piace sperimentare. – E i collezionisti cosa preferiscono? Si orientano verso cose più classiche e artisti più quotati, non c’è molto interesse per certi tipi di sperimentazione, ovvero la si guarda volentieri ma l’acquisto è altra cosa.

– Come si fa a non sbagliare investendo in arte? Informandosi, frequetando mostre, �ere, gallerie. Bisogna leggere molto: riviste, giornali specialistici. – Il collezionista ideale? Quello che acquista un’opera perché prova emozione... una passione, non esiste arte senza passioni, da nessun punto di vista, né da quello del collezionista, né del gallerista.


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7 5) Irma paulon “Gabbia mentale” Scultura polimaterica 6) Siberiana di cocco “Invasione gialla” Polimaterico, cm100x100

Ambre International di Caterina Maggia Via Codini, 5 - 28070 Nibbiola (No) Tel. e Fax 0321 884944 info@caterinamaggia.com

STAND 16-17

7) Elvino Motti “Senza titolo” Granito nero, h cm 40 8) Consuelo verde “Boire sa tasse de the” Pastelli, cm 20x30 9) Kim Sue Hee “Senza titolo” cm 53x33,5

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70 INTERIOR DESIGN

FERDINANDO BERTELLI

Hotel Concept & Interior Design

sono gli arredi e gli accessori. Proprio come il �ne ultimo dello skipper deve essere l’armonizzazione e la messa a punto delle forze sprigionate dal vento, dalla resistenza dell’acqua e degli equipaggiamenti di bordo, quali sono le vele, il timone e la chiglia. Il progettista che mira ad un monumento a suo ricordo è come lo skipper che mira a tenere la barca in porto perché sia ammirata da tutti, e il risultato, in entrambi i casi, è la più completa staticità. Questo pensa Ferdinando Bertelli, progettista d’interni, che ha formato la propria esperienza in vent’anni di lavoro in Sud Africa e in Estremo Oriente ed attualmente opera in Italia nella sua torre sulle colline Versiliesi recentemente ristrutturata ed adibita ad uno più esclusivi Style Bed & Breakfast d’Italia.

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l �ne ultimo di un progettista d’interni deve essere l’armonizzazione e la messa a punto delle forze sprigionate dalle proporzioni relative alle dimensioni umane rispetto alle super�ci d’intorno, delle luci, dei colori, dei movimenti e degli equipaggiamenti di vita, quali

The main aim of an interior designer must be the harmonising and the �ne tuning of the energies released by the proportions relative to the human dimensions in respect to the surrounding volumes, of the colours, of the movements and of the living equipment such as furniture and accessories. Similarly, the

main aim of the skipper must be the harmonising and the �ne tuning of the energies released by the wind, the resistance of the water, and of the manouvring equipment such as the radar, the sails and the keel. The designer who aims at building a monumento to himself is like the skipper who aims at keeping his boat docked for the admiration of all, and the result, in both cases, is total stillness. This is Ferdinando Bertelli’s thought, interior designer, who has built his experience in twenty years of activity in South Africa and Far East and is now operating in Italy, in his tower on the Versilian hills, recently refurbished and transformed into one of the most exclusive Style Bed & Breakfasts in Italy.


Style Bed & Breakfast Sulle colline della Versilia questa elegantissima villa con un incantevole torretta è uno tra i più esclusivi e raffinati Style Bed & Breakfast di una zona ricca di storia, cultura e natura incontaminata. Piscina, Jacuzzi e Sauna sono disponibili.

On the hills of Versilia, this fine villa with its charming pinnacle, is one of the most exclusive and refined Style Bed & Breakfasts in a area rich with history, culture and unspoiled natural enviroment. Pool, Jacuzzi and Sauna are available.

Golfo Di Palmas Consulting Srl Ufficio: Viale Stazione, 33 Massa B&B Via dei Colli 71C - Massa Tel. + 39 347 3323593 - ferdinando.bertelli@tin.it - www.villailcastelletto.it


72 GALLERIA ARENA

INCONTRI D’ARTE

Nello spazio espositivo della Galleria Arena a Reggio Calabria

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omenico Arena e Wanda De Leo ti accolgono con affabilità nel loro spazio di Reggio Calabria di Via Osanna 59. La galleria restituisce una senzazione piacevole, ci si sente a proprio agio, come se qui fossimo di casa. Alle pareti dipinti di grande impatto visivo: Antonio Possenti, Doina Botez, Andrea Valere, Domenico Monteforte, Gianni Testa, Silvestro Pistolesi, Claudio Malacarne. I proprietari si raccontano, raccontano della loro vita vissuta in mezzo all’arte, entrambi hanno coltivato la loro passione �n da giovanissimi, fatale Firenze e i Musei Vaticani come primo approccio. Domenico mi racconta che l’arte contemporanea l’ha incontrata dopo, attraverso le letture giovanili e comunque un incontro è stato fondamentale: quello con lo scultore Luciano Minguzzi, conosciu-

to attraverso il giornalista Gianni Brera. Tutta l’Italia nel 1965 era un luogo straordinario, dove potevi imbatterti ogni giorno in personaggi interessanti o ignoti artisti che sarebbero diventati famosi di lì a qualche anno, o forse mai. Insomma, un luogo di ricerca, di continue trasformazioni, un punto di riferimento per la cultura nazionale e al tempo, appena un po’ internazionale. Entrambi provienenti da famiglie di collezionisti, sono esperti nell’individuare artisti promettenti: le tecniche raffinate, lo studio preparatorio attento, la sensibilità, sono alcuni dei requisiti che, quando ci sono, permettono di riconoscere un vero talento; amalgamando gusti diversi e affinità culturali, tradizione e innovazione, sono riusciti a mettere insieme una buona collezione che spazia da Aldo Riso a Salvatore Fiume, passando attraverso Antonio Possenti, Norberto, Mino Maccari, Enrico Baj, Agostino Cancogni e molti altri. Wanda De Leo torna con la memoria ai primi acquisti che portano i nomi di Benaglia, Marino, Riso. Ha un desiderio, le piacerebbe nella sua collezione un Gustav Klimt! Mentre Domenico è affascinato dagli Impressionisti. In effetti la scelta della galleria punta sul �gurativo, con una predilezione per quegli

artisti che hanno saputo trattare il paesaggio, la �gura umana, con quella sensibilità visiva “tattile” e al tempo stesso carica di intensità, qualità proprie della tradizione sia italiana che straniera. Il mercato dell’arte, oggi, è orientato verso orizzonti diversi, interessato soprattutto al fenomeno della

Antonio Possenti “Custode delle Sirene” Olio su cartone telato, cm 50x40


73 GALLERIA ARENA

Pop Art, che tanto nuovo non è, se si considera che le prime esperienze sono precedenti gli anni ’60. Un gallerista attento deve essere �essibile, ma sicuro delle scelte da proporre al collezionista che si dimostra aggiornato sulle ultime tendenze, informato sull’investimento da fare, anche se poi la scelta si orienta su artisti emergenti e dichiaratamente �gurativi. La considerazione più importante è legata all’immagine che si vuole proporre del proprio spazio espositivo che qui si con�gura come area a disposizione di tutte le manifestazioni culturali, un luogo propositivo, d’incontro e confronto. Ci congediamo. È stata una piacevole chiaccherata con gente che ha passione, impegno, professionalità. Insomma, uno spazio bello, luminoso. Se vi capita di venire da queste parti vi consigliamo la visita. Ne vale la pena.

Arena Galleria d’Arte di Arena Arch. Domenico Via Osanna, 59 - 89125 Reggio Calabria Tel. e Fax 0965 893707 website: www.galleriaarena.com info@galleriaarena.com

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STAND 7

1) Domenico Monteforte Dipinto su spartito anni ’20 “Madame Butter�y” 2) Silvestro Pistolesi “L’addio del �gliol prodigo” Tempera grassa cm 50x60 3) Doina Botez “Ebbrezza” Olio su tela cm 40x80

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74 GALLERIE

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75 GALLERIA ARTE NUVÒ

GALLERIA ARTE NUVÒ

Responsabili: Adriana Conti e Giorgia Bartolini Intervista ad Adriana Conti

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ominciamo dagli esordi... Il primo ricordo legato all’arte? Parlare di un primo ricordo è dif�cile... l’arte ha sempre fatto parte della mia vita e del mio immaginario, è stata infatti la passione a spingermi verso studi artistici e a proseguire la carriera dell’insegnamento. Quando è avvenuto l’incontro con l’arte contemporanea? L’occasione si è presentata attraverso lo stretto contatto con gli artisti e con i giovani laureati all’Accademia di Belle Arti, da lì è nata l’idea di creare uno spazio espositivo idoneo ad accoglie-

Mimmo Germanà - “Senza Titolo” olio su tela cm 80x100

re e a promuovere i giovani. Nel 2000 ho realizzato questo sogno con l’apertura della Galleria Arte Nuvò, che è diventata nel tempo luogo di incontro e confronto tra artisti, critici, e quanti sensibili e appassionati d’arte. Come avviene la selezione dei giovani artisti? La selezione avviene secondo un criterio che cerca di cogliere lo stile, una personalità in qualche

modo de�nita. Crede sia conveniente collezionare l’arte giovane? Penso sia consigliabile perché potrebbe rivelarsi un ottimo investimento per il futuro, soprattutto se si riconosce il talento e l’originalità. Come si riconosce un vero talento? Il talento può essere riconosciuto in una spiccata abilità tecnica,


76 GALLERIA ARTE NUVÒ

Olga Minardo “Donna con l’orologio” olio su tavola cm 60x120

Francesco Toraldo “American Cup” olio su tela cm 50x100

una forte personalità, ma ciò che più conta è il valore artistico determinato dall’originalità di uno stile proprio, da un’idea. Come può una galleria sostenere i giovani talenti? Sostenere i giovani signi�ca dare loro �ducia, investire su di loro attraverso mostre che permettono di farli conoscere, magari incoraggiando l’acquirente sulla qualità dell’opera e sottolineando l’originalità dell’artista. Gli artisti che escono dalle Accademie spesso si rivolgono alle gallerie, ma è anche interesse del gallerista cercare i talenti, scoprirli e promuoverli. Come de�nirebbe la sua collezione? La mia collezione è il frutto di un lungo percorso di investimenti fatti nel tempo. Durante le mostre personali la Galleria acquista alcune opere, lo stesso accade alle Fiere d’Arte, così la mia attuale

collezione presenta artisti nazionali noti e meno noti. Chi è il collezionista ideale? Il collezionista ideale è colui che per passione e per sensibilità investe sul talento. Che cosa determina il successo di una mostra? L’ottima organizzazione comunicativa: mi riferisco alla pubblicità, ai comunicati stampa, alla cura editoriale e gra�ca, ad un’attenta cura espositiva, una cordiale accoglienza e un’ottima presentazione dell’artista. Sono ancora importanti le Fiere dell’Arte? Le �ere sono molto importanti per instaurare rapporti di collaborazione e di interscambio con le altre gallerie e per conoscere nuovi artisti. Tra gli artisti presenti in galleria: Calabrese, Cancogni, Falzone, Mambor, Monteforte, Minardo.

Arte Nuvò di Adriana Conti & C. Via Giaconia, 2 - 95129 Catania Tel. e Fax 095 537449 website: www.galleriartenuvo.it info@galleriartenuvo.it

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77 GALLERIE

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Cm o uned i Seravezza

Via Far telli Ross elli

Via F.lli Rosselli, 35 Querceta - Seravezza 0584 743794 339 5795840 lacasaneltempo@email.it

La Casa nel tempo... idee per un regalo

Antiquariato Bigiotteria Mobili e oggetti d’epoca Cornici Sheffield e Argento Borsette Vintage Lampade e Lampadari Tovaglie e cuscini ricamati Porcellane Cristallerie


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ATELIER 34

Direttore responsabile: Barbara Lodi

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arbara Lodi, giovane gallerista parmense, ha una spiccata inclinazione per l’arte emergente, basti ricordare che nel mese di aprile 2008 ha ospitato nella sua galleria in Borgo Felino, un’artista affascinante e decorativo come Mikos Beaumont.

All’interno del suo spazio espositivo si respira un’aria diversa, quella che proviene dalle novità e dalla ricerca che sono il segno che contraddistingue il percorso della gallerista. La nostra conoscenza comincia con la domanda di rito:

Il primo ricordo legato all’arte? Da bambina lessi un racconto intenso e crudo relativo al martirio di Padre Kolbe per mano nazista ad Auschwitz. Notai che l’illustrazione che accompagnava il racconto era “strana”, inquietante. Non si trattava delle tradizionali immagini, ma de “Il grido” di E. Munch. Era troppo impegnativo per una bambina capire, al tempo, il signi�cato del soggetto, ma non lo dimenticai più. Più tardi capii che l’arte esprime la complessità dell’animo umano e contiene le espressioni dell’inconscio.

1) D. Birindelli “Fra terra e cielo n°1 - polim.” cm 80x70 2) D. Birindelli “Bosco di betulle” cm 43x58 3) Massimo Preti “Tracce 04” Tecnica mista su tela, cm 20x30

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4) Andrea Terenziani “Città in barca N° 2” cm 80x80 - Polimaterico su tela

Quali sono le tecniche artistiche che preferisce? Adoro le incisioni e le tecniche miste a patto che ci sia la qualità e una certa raffinatezza compositiva. Quali sono le richieste dei collezionisti? A Parma un certo collezionismo segue più le mode che i consigli dei galleristi. Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento? Per esempio con l’acquisto di un’opera di Luca Caccioni... Qual è il collezionista ideale? Non saprei... probabilmente chi possiede una particolare sensibilità che gli permetta di vedere oltre

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Quando hai incontrato l’arte contemporanea? Al terzo anno di Liceo artistico, l’insegnante iniziò la lezione dicendo: “Da oggi parleremo del movimento Dadaista che ha contribuito a ribaltare l’intero sistema dell’arte”. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? Sono gallerista per caso, quindi non ho avuto esperienze da collezionista, vengo dalla gra�ca pubblicitaria e questo spazio è nato come studio di pubblicità. In seguito lo spazio, pur piccolo, è diventato il punto di riferimento per tanti giovani artisti che hanno espresso la volontà di esporre qui. Come ti orienti nei confronti dei giovani emergenti? Ci credo e tanto, più un artista è giovane meno è “inquinato”. La difficoltà che noto in molti di loro è legata al mantenersi umili e

continuare la ricerca. Da più parti si ritiene che collezionare l’arte giovane sia più vantaggioso economicamente e affascinante perché il piacere del collezionista è anche quello di “scoprire” l’artista... Spesso chiedo agli artisti di mostrarmi il loro lavoro nel modo più completo possibile. Ci sono alcuni che non riescono a tradire la propria cifra stilistica, altri più eclettici passano con disinvoltura da espressioni iper realistiche all’astratto. Pur non avendo grossi pregiudizi, posso affermare di preferire i secondi ai primi, senza escludere che da entrambe le categorie possa uscire un talento vero. Quanto ai collezionisti... bisogna avere molto “�uto”. Come può una galleria sostenere i giovani? Cerco di facilitarli in ogni modo, sia sul piano economico che attraverso i contatti con i collezionisti.

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8) Filippo Stracquadaini “Nel proseguire senza sosta, la Milizia nella sua povertà interiore, pone ostacoli...per divertimento”, 2006 Tecnica mista su cartone riciclato, cm 90 X 45

la tela e la materia... Una specie di aruspice! Se fossi artista chi sceglieresti di essere? Penso a tanti nomi... fra tutti Renoir... per la rara bellezza del cane dipinto ne “il salotto di M.me Charpentier”. Quale artista vorresti acquistare per la tua collezione, senza limiti di budget? Basquiat. Il luogo d’arte per eccellenza? Tutti quelli universalmente riconosciuti come “contenitori” d’arte. Musei, gallerie, chiese antiche. Cosa fa di una mostra un successo? Quando ho inaugurato la galleria

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d’arte nel 2006 ho invitato tantissime persone di diversa estrazione: amici, professori, esperti, giornalisti... e hanno partecipato quasi tutti. Tutti hanno simpaticamente interagito con tutti. A Parma se n’è parlato per mesi, ho saputo in seguito che i galleristi famosi, quelli veri, si erano un po’ preoccupati... senza motivo ovviamente. Ma che soddisfazione! Quanto sono importanti le Fiere dell’Arte? Tanto, purchè mantengano alto il livello qualitativo.

Atelier 34 di Barbara Lodi Borgo Felino, 34 - 43100 Parma Tel. 0521 038282 e-mail: lodibarbara@libero.it

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Daniele Bedulli Tecnica/materiali: Ferro, Ottone, Oro, Lega in Argento 5) “Nave vichinga 2” 6) “Pesce angelo” 7) “La barca di Ulisse”

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83 BOTTEGA DEI VAGERI

FLAVIO DEL PISTOIA

Responsabile di BOTTEGA dei VAGERI

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uando nasce la Bottega dei Vageri? La “Bottega dei Vageri” fu fondata da Krimer nel 1942 e fu inaugurata con una mostra personale dell’allora giovane artista Renato Santini. Da dove proviene il termine “Vageri”? Krimer (Cristoforo Mercati) scrittore, giornalista, poeta, pittore e critico d’arte, grande amico e consigliere di Lorenzo Via-

ni (il Vagero capostipite) pensò a questo grande artista quando aprì “Bottega dei Vageri”. Attualmente la Galleria è diretta dal sottoscritto: Flavio Del Pistoia, allievo prediletto di Krimer, Presidente dell’Associazione Culturale denominata “Bottega dei Vageri”, in Viareggio Via Aurelia Nord 112/b. Quando si è manifestato il primo interesse per l’arte? Il mio interesse per l’arte si è ma-

nifestato �n dall’infanzia quando, sul tavolo della cucina, mentre attendevo che fosse pronta la cena, mi dilettavo con fogli e colori a pastello.

1) Lorenzo Viani “Senza titolo” Olio su carta cm 50x70 2) Mario Marcucci “Motopescherecci” Olio su tela cm 60x80


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Crescendo, l’interesse è diventato passione e l’entusiasmo non mi ha mai abbandonato. Come si orienta nella scelta dgli artisti presenti nella sua galleria? Come tutti i pittori e gli artisti, pur avendo un mio stile ed una mia personalità, provo rispetto anche verso chi si esprime in modo diverso dal mio, purché si percepisca nelle opere sincerità e libertà di pensiero. È interessato alla pittura dei giovani emergenti? È proprio per questo motivo che dirigo con entusiasmo una Galleria d’arte dove trovano accoglienza giovani pittori emergenti, anche se chiaramente non trascuro i pittori storici, vista l’eredità importante che ci hanno lasciato. Com’è oggi la sua collezione? Credo determinata soprattutto

dal buon gusto e da comprovata capacità artistica. Quali tecniche preferisce sia in ambito personale che riguardo gli altri artisti? Personalmente prediligo i quadri ad olio, ma sono aperto anche ad altre tecniche, se il risultato è emozionante e quindi valido all’occhio dello spettatore. 3) Ernesto Altemura “La bicicletta nel cortile” Tecnica mista, cm 100x120 4) Ramacciotti Lisandro “Ritratto di Eva Mogens” Olio su tela, cm 80x100 5) Giuliana Pardini “La Guida” Olio su tela, cm 50x70 6) Marco Dol� “Pianta” Olio su tavola, cm 100x70 a destra: Riccardo Lucchini “Bucraino sul tavolo” Olio su tela, cm 100x140



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Come comincia in buon investimento? Investire nell’arte non è mai improduttivo perché un’opera d’arte non viene mai svalutata dal mercato. Fra i pittori del Novecento credo che Picasso sia stato il più grande, senza togliere nulla ai tanti grandi artisti del passato e del presente che fanno ormai parte della nostra cultura. Pensi ad un luogo ideale per l’arte? Il luogo dell’arte per eccellenza è senz’altro il Museo, in alternativa, la Galleria, perché sono luoghi dove si respira un’atmosfera magica. Che cosa può fare di una mostra un successo? Se il Gallerista è attento e innamorato delle opere che espone, la Mostra ha senz’altro successo per-

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ché il pubblico subisce il fascino che solo le cose belle sanno dare. Sono importanti e quanto, le Fiere dell’Arte? Le Fiere dell’Arte sono manifestazioni importanti perché incuriosiscono gli indecisi e attraggono gli amatori: visitare un luogo dove si espongono molte opere artistiche di varie tendenze, se è un modo per trascorrere il tempo libero, allo stesso tempo è un modo per accostarsi ad una cultura avvincente e desiderare di possedere e quindi acquistare ciò che maggiormente ci colpisce. Bottega dei Vageri Via Aurelia Nord, 112 55049 Viareggio (Lu) Tel. e Fax 0584 963386 Cell. 335 6889546 website: www.bottegadeivageri.it

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8) Eugenio Pardini “Carnevale” Olio su tela cm 90x120 9) Flavio Del Pistoia Olio su tela cm 120x100 10) Renato Santini “Straccali sulla spiaggia” Olio su tela cm 60x80

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87 IDEAL PARTY

IDEAL PARTY RICEVIMENTI

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deal Party ricevimenti Festeggia quest’anno 20 anni di attività. A disposizione della nostra clientela uno staff giovane e dinamico che vi accompagnerà nella costruzione del vostro evento. Esperti di culinaria ed enologia e con grande passione per l’arte del ricevimento offriamo ai nostri clienti una struttura unica nel suo genere capace di unire gli

elementi fondamentali per l’ottima riuscita della festa. Altissima qualità nelle materie prime dove si predilige il gusto della cucina italiana, capacità di presentazioned sempre innovativa, attenzione al servizio e personalizzazione del ricevimento. Una lunga storia di passione che in questi 20 anni di attività ha soddisfatto le richieste di una clientela molto esigente

con un servizio sempre professionale, personalizzato ed esclusivo. Presenti con uffici a Milano, Parma, La Spezia, Viareggio, Pisa, Porto Sant’Elpidio.

Ideal Party Ricevimenti Viale Carducci, 32 - Viareggio (Lu) Tel. 0584 30733 info@idealparty.it - www.idealparty.it



89 GESTALT STUDIO & GALLERY

GESTALT STUDIO & GALLERY

Responsabili: Simone Fantozzi, Claudio Francesconi, Simone Pera

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l nobile e altisonante nome di Gestalt identi�ca appieno il pro�lo di una inconsueta galleria d’arte in Via Stagio Stagi a Pietrasanta. Il termine si riferisce, infatti, ad una scuola di pensiero nata nel XIX secolo nei paesi di lingua

tedesca che signi�ca letteralmente: psicologia della forma. La cosa come si può facilmente intuire è particolarmente complessa ma in qualche modo sembra aderire alla �loso�a a cui si è votato questo gruppo di artisti – galleristi.

La �loso�a della forma sostiene infatti che la percezione degli elementi che costituiscono il mondo sensibile, (a loro modo 1) Simone Fazio Santa Margherita cm 300x200

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unici e inscindibili), si dà solo nell’unità della forma stessa. In altre parole, passando dalla �loso�a ai rappresentanti del gruppo, si può dire che ognuno di loro viva da un lato come soggetto autonomo ma non possa (artisticamente parlando) esistere senza il gruppo. Sul piano dell’arte la forma è qualche cosa di unico, il cui risultato si ottiene solo con la perfetta integrazione di tutti gli elementi che la compongono. Questo determina la con�gurazione di un team di lavoro

che si muove nei diversi campi dell’arte, tra la realizzazione di eventi, esposizioni e installazioni sino, all’organizzazione di mostre di pittura, fotogra�a, performance.

Quasi in contraddizione con le moderne tecnologie che fanno da struttura portante a questo lavoro, si dichiarano, tra il serio e il faceto, nostalgici della tradizione pittorica italiana, quella antica e rinascimentale che dovrebbe comunque costituire il registro formativo di ogni operatore dell’arte che si rispetti. Gestalt Studio & Gallery Via Stagio Stagi, 28 - Pietrasanta (Lu) Tel. 0584 790900

info@gestaltstudio.it 2

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2) Andy “Fashion tool” acrilico�uo su sintetico altezza cm 80 3) Andy “Pop chairs” acrilico�uo su sintetico cm 60 - 50 - 80 4) Andy “Pop guitar” acrilico �uo su legno cm 100 - 40 - 10

3 5) Formisano “Serie diseredati” olio su tela cm 62x62

4 6) Euro Rotelli “L’amour et la Psyche”

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IDENTIKIT DI UN GALLERISTA

Il Melone Arte Contemporanea Curatore artistico Gianni Cagnoni

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pontaneo, ironico, accogliente come lo spazio espositivo nel centro di Rovigo, il proprietario e curatore artistico della galleria Il Melone, Gianni Cagnoni, si propone nella duplice veste di interessante artista e an�trione dello spazio che

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si apre con grandi vetrate sulla strada, valorizzando al massimo le opere esposte. Questo grande open space si caratterizza per le scelte innovative dei giovani artisti che costituiscono il segno distintivo della collezione. Il proprietario, proprio perché

1) Simone Del Pizzol “Come Succede alla terra con il sole 31” Olio e velina su tela, cm. 71x80, 2007 2) Douglas Holtquist “Release”, 2005 Bronzo, cm 93x57x39 3) Stephan Guillais “Ikonen”, 2007 Tecnica mista su tavola, cm 120x100

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94 IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

lui stesso artista, sa riconoscere con sicura sensibilità i giovani e così facendo si caratterizza in senso propositivo e all’avanguardia. È infatti abbastanza inusuale che in una galleria importante si riservi un ampio settore a quell’arte che si fonda sulla ricerca e sulla sperimentazione, segno che il gallerista è in grado di sollecitare il collezionista verso scelte non convenzionali, ma altrettanto appaganti, sul piano della fruizione esteti4

ca. Se è vero, che l’arte è in gran misura un fatto emozionale, è tuttavia innegabile che l’investimento sicuro attrae, oggi più che mai, anche in relazione agli ultimi esiti del mercato �nanziario. Gianni Cagnoni ricorda le prime esperienze artistiche che hanno contrassegnato la sua adolescenza, esperienze che gli hanno permesso di affinare il gusto, tanto da sentire la necessità di guardare fuori dall’Italia

4) Gianni Cagnoni “Mutazioni”, 2006 Acrilico su tela cm. 80x110 5) Elisabetta Zanutto “Donna che si rigenera in bacan” Tecnica mista su tela, cm 64x90 6) Riccardo Zuliani “River”, 2008 Collage e acrilico su tela, cm. 60x120


95 IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

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�no in fondo il suo “segreto”, confermando l’ipotesi che si tratta, molto spesso, di feeling con l’artista. Attento a tutte le nuove tendenze, riconosce l’interesse del collezionista per le diverse qualità tecniche e le forme espressive, interpretate anche in modo più tradizionale. Una dritta interessante per coloro che si de�niscono neo�ti dell’arte: non pensare all’affare ma acquistare solo quello che piace. Certo a volte si può sbagliare, ma il fascino della scoperta vale il rischio. e recarsi in America, per conoscere da vicino le sperimentazioni d’oltreoceano, signi�cative per approfondire la conoscenza dell’arte contemporanea. Afferma di essere stato folgorato, ai tempi dell’università, dal lavoro di Giorgio Morandi, dimostran-

do la capacità di cogliere, già sul �nire degli anni Sessanta, le straordinarie intuizioni rese in modo magistrale dal Maestro di Bologna. Riconoscendo che è soprattutto l’intuizione a ordinare le scelte in campo artistico, il gallerista non svela, tuttavia,

Il Melone - Arte Contemporanea Via Oberdan, 25/31- 45100 Rovigo Tel. Fax 0425 30811 Cell. 329 4463837 website: www.galleriailmelone.com info@galleriailmelone.com

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96 RISTORANTE LA BARCA

LA BARCA: 102 ANNI DI ALTA RISTORAZIONE moda, superando difficoltà di ogni genere, così come nell’attuale patron, il fratello Piero un imprenditore a tutto tondo della ristorazione. La continuità della gestione, la cura dell’ambiente, l’attenzione al cliente ed una cucina curatissima pur nel rispetto della tradizione, appena alleggerita

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a realizzazione di sogni ed aspirazioni fortemente sentiti misurano la capacità di uomini, comunque grandi a prescindere dal settore in cui operino, che fanno la storia di un paese. È il caso di due famiglie versiliesi, i Tacchella di Forte dei Marmi ed i Petrucci di Lido di Camaiore che in più di un secolo hanno contribuito alla crescita di Forte dei Marmi, scrivendo la storia di una ristorazione alla

moda nata nel 1906 all’insegna “Restaurant Elba”, cambiata in “La Barca” ai primi del 1920, che ancora oggi designa un vero e proprio tempio dell’alta gastronomia. La lungimiranza e la tenacia di Leo Tacchella, che arenata la sua tartana ne fece un luogo di ristoro, la ritroviamo in Beppe Petrucci che dal 1969 alla scomparsa nel 1986 ha profuso energie ed idee in un locale alla


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ed ingentilita, proprio come il mirabile cacciucco praticamente in carta tutti i giorni, hanno decretato il successo de “La Barca”, l’ormai storico locale di Forte dei Marmi. Lo guidano le mani sicure di Piero e lo esalta la cucina di Claudio Nicolini, chef di rango che interpreta i piatti della tradizione versiliese con garbo ed equilibrio deliziando i palati più esigenti. Il calore del legno che arreda le ampie sale, il verde rigoglioso di un fresco e luminoso giardino, l’ambiente per fumatori ed un servizio inappuntabile hanno fatto de “La Barca” l’approdo preferito di tanti personaggi famosi che hanno frequentato e frequentano Forte dei Marmi. Entrando si nota sulla destra un pianoforte a mezza coda, testimonianza ed omaggio ad un tempo, per un’idea geniale di “ Beppone” che volle creare “La Cambusa”, un piano bar per una serata diversa in un’atmosfera calda ed accogliente, che oggi ritroviamo in un’ala del ristorante chiamata allo stesso modo.

Un ambiente di classe dunque, piatti curatissimi, un servizio di assoluto livello, espressione dell’alta professionalità di Piero e dei suoi collaboratori tutti, sono il viatico per altri 100 anni di successi. Ristorante La Barca Viale italico, 3 55042 - Forte dei marmi (LU) Tel. 0584.89323 www.labarcadelforte.it


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GALLERIA FANTASIO & JOE – LUCCA

Direttore responsabile: Giovanni Possenti

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iovanni Possenti è un giovane ironico e curioso, che ama immedesimarsi nell’in�nita molteplicità della vita, dando voce a ogni atomo di quell’esistenza anarchica che è congenita ad ogni divenire; la sua pittura, che ci piace veder maturare, non teme quindi di dilatarsi per far parlare l’immenso, sommesso od eccitato che sia, brusio

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della vita, �n quasi a perdersi in esso e nella sua inde�nitezza, in quel groviglio incalzante ed indistinto che talora accavalla, �no a confonderne i contorni, la trama narrativa. Con queste parole il critico Massimo Bertozzi ha descritto il pittore Giovanni Possenti, in occasione di una mostra a Marina di Massa nel 2003, dal titolo “Note

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a margine”. Giovanni Possenti è artista, �glio d’arte, ma al contempo responsabile della storica galleria Fantasio e Joe, nel centro storico di Lucca. Nata più di ventanni fa da un sodalizio di giovani accomunati dall’interesse per l’arte, è diventata nel tempo uno dei più importanti punti di riferimento per artisti e galleri-


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sti; non solo: il “taglio” accurato riservato alle scelte del responsabile, ne fanno uno spazio culturalmente vivace e propositivo con una speci�ca inclinazione nei confronti della pittura �gurativa. Giovanni unisce alla garbata vivacità una decisa sicurezza, evidente soprattutto in occasione delle manifestazioni che periodicamente interessano il suo spazio. Convinto che il gallerista debba occuparsi di ricerca e promozione, riserva all’artista il compito di inseguire la qualità, di conseguenza, nel suo caso, si tratta di rivestire due ruoli paralleli che lo s�dano costantemente, obbligandolo a giochi da

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funambolo in perenne ricerca dell’equilibrio. Come lui stesso afferma, l’interesse degli ultimi anni si è concentrato prevalentemente sugli artisti emergenti, trovando tuttavia un buon compromesso con le proposte d’arte più consolidate, senza venir meno nei confronti della tradizione e della forte motivazione che lo caratterizzano e ne fanno un giovane gallerista – artista di comprovata professionalità.

Fantasio & Joe Via S. Andrea, 11 - 55100 Lucca Tel. e Fax 0583 495679 e-mail: giovannipossenti@virgilio.it

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1) Govanni Possenti “Un gatto nella biblioteca dell’abbazia” Olio su tavola, cm 40x50 2) Marco Saviozzi “Malizia” Acrilico su tavola, cm 50x60 3) Raffaello Di Vecchio “Andiamo al vecchio paretaio” Tecnica mista, cm 28x28 4) Mirta Vignatti “Segni di terra d’ombra” Olio su tela, cm 18x24



101 GALLERIA FB ARTE

FB ARTE ARTE ON-LINE

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a Fb arte è una galleria d’arte che opera nel settore della vendita online di quadri: opere uniche, multipli e gra�che d’autore. Nata nel febbraio

2006 da un idea di Cesare Bagatella, maggiore dei quattro fratelli appassionati d’arte, tratta opere contemporanee del XX secolo; gli artisti trattati sono:

1) Gianni Dova Nunero Archivio 499, 1950 Olio su tela, cm 50x60

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102 GALLERIA FB ARTE

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Emilio Vedova, Remo Brindisi, Carlo Carrà, Daniel Spoerri, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci, Raymond Hains, Bruno Cassinari, Eugenio Carmi e Ugo Nespolo. Dal 2007 è diventata Best Seller Ebay, grazie all’alta professionalità del proprio staff ha raggiunto un ottimo livello di competività in ambito italiano.

2) Raymond Hains “Kirk” Decollage su cartone del 1970, cm 54x81 Pubblicata su Raymond Hains “L’affiche Laceree” del 10 marzo 1973

Galleria F.b. Arte Via Garibaldi, 136/f 44020 Ostellato (Fe) Tel e Fax 0533 680937 website: www.fbarte.com info@fbarte.com

4) Emilio Vedova 1980 - Archivio Emilio Vedova 1048 del 19/03/04 Pittura su carta intelata, cm 28,5x20,5 Opera Pubblicata

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3) Lucia Marcucci Tela emulsionata del 1971, cm 92x65 Opera Pubblicata

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www.tindaci.com

Padova via Dante, 17/19 Tel. + 39 049 8751094, + 39 049 658586, Fax + 39 049 8219205 e-mail: spaziotindaci@tindaci.com


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GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO

Direttrice responsabile: Erminia Colossi

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a storica galleria d’arte L’INCONTRO, nel centro di Chiari, in provincia di Brescia, costituisce �n dal 1974, un luogo di riferimento per chi voglia accostarsi alle più rappresentative espressioni dell’arte contemporanea. La direttrice, Erminia Colossi, ha al suo attivo una lunga frequentazione con l’Arte, essendo �glia di pittore e appassionata collezionista. Lo spazio apre i battenti nel

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1974, quando il collezionismo, non più sola prerogativa della classe agiata, si diffonde anche nell’ambiente borghese che ancora oggi investe risorse economiche e culturali nell’arte. Da qui inizia il lavoro della gallerista che si caratterizza �n dal principio, per l’alta qualità degli artisti proposti. Tra i nomi storici: Annigoni, Cascella, Guttuso, Sassu. Nel 2004 si inaugura una nuova sede prestigiosa, al piano terra di un elegante palazzo dei primi anni del ’900 che consente di affiancare, ai nomi storici della galleria, una collezione magni�ca con artisti di prestigio internazionale: Appel, Baj, Isgrò, Mondino, Rotella, Salvo, Turcato, Vedova. Nello stesso stabile, nel febbraio del 2006, si allestisce la Home Gallery, luogo arredato come uno spazio abitativo, dove le opere d’arte possono essere apprezzate nella collocazione ideale, perché suggeriscono ai collezionisti una suggestiva ipotesi d’ambientazione. Clienti di passaggio ed artisti, in queste stanze, possono ricevere ospitalità e avere a disposizione un ambiente totalmente dedicato all’arte.


105 GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO

In questo modo, la galleria L’INCONTRO promuove non solo l’attività commerciale in senso stretto, ma favorisce un perenne scambio tra artisti e pubblico, in quella logica di circolarità dell’arte, che costituisce una delle tendenze più in voga. La gallerista Erminia Colossi, ha saputo coniugare l’aspetto culturale con proposte commerciali interessanti, indirizzando la clientela verso acquisizioni economicamente vantaggiose e sicure; non a caso la galleria non tratta artisti emergenti perché, sostiene la direttrice: “bisogna essere sicuri che riescano ad imporsi all’attenzione del pubblico, e comunque gli investimenti nel campo dell’arte vanno attentamente vagliati per evitare delusioni”. Cosa sempre possibile comunque, sia che si collezionino maestri già affermati,

sia che si tratti di giovani. Solo i pittori storici mettono dunque al riparo da cattive sorprese, ma si sa che questi investimenti richiedono un capitale iniziale più impegnativo. In ragione di tutto ciò, è chiaro che le forme espressive più tradizionali, quali pittura e scultura, costituiscono le scelte preferenziali della galleria che in questo modo consolida il proprio pro�lo di spazio votato alla tradizione, non solo come scelta convenzionale, ma gestita in termini di maggiore sensibilità verso queste speci�che tecniche. Infatti, la fotogra�a, le installazioni, l’arte virtuale, richiedono un progetto legato a competenze e ad obiettivi che non appartengono a tutti, una qualità dell’arte che si esprime su piani e versanti distanti dalle propo-

ste tradizionalmente vissute, proiettate in un mondo votato alla globalizzazione anche delle immagini. La galleria L’INCONTRO, si colloca tra coloro che preferiscono rafforzare, con le loro acquisizioni, i legami con la più consolidata tradizione del patrimonio storico artistico. Appuntamento irrinunciabile, quindi per tutti quelli che vogliono entrare a pieno titolo in un mondo di grandi e signi�cative proposte.

1) Enrico Baj “Deux personnages aux mirrors” cm 70x60 - Olio, collage, specchi, vetri e stoffa - 1960 2) Arnaldo Pomodoro “Spirale” - cm 52xø33 bronzo, pezzo unico - 1994 3) Salvo “San Nicola arcella” - cm 40x80 Olio su tela - 2007

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107 GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

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Intervista a Erminia Colossi: Qual’è il primo ricordo legato all’arte? (ovvero quando si è manifestato il primo interesse verso l’arte in generale). Non c’è stato un momento ben de�nito. Mio padre era pittore dilettante e piccolo collezionista per cui penso di aver respirato l’atmosfera artistica al primo vagito. Quando ha incontrato l’arte contemporanea? Abbiamo aperto la galleria con mia madre nel 1974, trattando 4) Max Bill “Vier akzente aus dem quadrat” cm 62x62 lato - olio su tela - 1970 5) Michelangelo Pistoletto “Il dentro fuori” - cm 60x50 disegno su tela emulsionata e foto - 1977

i pittori bresciani allora in voga vicini all’arte ottocentesca. L’incontro con l’arte contemporanea, nel signi�cato più comune del termine, avviene qualche anno dopo frequentando l’ambiente delle gallerie milanesi. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? (ovviamente se questo passaggio c’è stato). Nel mio caso il passaggio è stato fatto dai miei genitori quando, sul �nire degli anni ’60, notano il desiderio della classe media, allora emergente, di circondarsi di cose belle e culturalmente appaganti. In tal senso l’opera d’arte risultava pienamente rispondente. Quali sono stati i primi acquisti? Le opere degli artisti bresciani

più noti e prestigiosi. Come si orienta nei confronti dei giovani emergenti? Aspettando prima che emergano e poi che stiano a galla. Da più parte si sente affermare che è conveniente collezionare l’arte giovane. Come si riconosce un talento da un imbrattatele? Conveniente, nel senso che si investe poco, ma non sempre c’è la probalità di avere un ritorno elevato. Il punto è che questa probabilità è normalmente bassa, per cui bisogna stare attenti alle cifre che si spendono. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda dal mio punto di vista è questione di intuito con la pre-

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messa che l’imbrattatele è quello che si rifà al lavoro di altri o che ha un linguaggio artistico non ben motivato. Come può una galleria sostenere i giovani? Non ne ho idea per il semplice motivo che non ho mai proposto e non propongo i giovani. È il gallerista che cerca l’artista o viceversa? Per mia esperienza quasi sempre il gallerista. Come de�nirebbe la sua collezione sul fronte delle recenti acquisizioni? Sempre alla scoperta di… Quali sono le tecniche artistiche che preferisce? Quali le più richieste dai collezionisti? Dico meglio quelle che escludo perché non le sento: fotogra�a, video, installazioni in genere. Dai nostri collezionisti è ben ri-

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chiesto l’olio su tela, e la scultura. Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento? In tal caso è la galleria che deve indirizzare la scelta su un artista in ascesa, per evitare che una delusione lo porti a troncare sul nascere il rapporto con l’arte. Qual è il collezionista ideale? Quello che è amante dell’arte. Se fosse artista chi le piacerebbe essere? Non mi piacerebbe esserlo. Quale artista vorrebbe acquistare per la sua collezione? (senza limite di budget) Tutti quelli che non posso acquistare. L’affare sfumato che ancora rimpiange?

6) Karel Appel “The arcer n°16” - cm 45,5x60,5 Olio su tela - 1989 7) Giuseppe Capogrossi “Paesaggio con case” - cm 45x33 Olio su tela - �ne anni ’30 8) Agostino Bonalumi “Senza titolo” - cm 54x55x35 Scultura estro�essa gialla - 1995 9) Bengt Lindström “Le preoccupé” - cm 73,5x60 Olio su tela - primi anni ’60


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110 GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

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Non ho rimpianti Ci sono artisti italiani che non è riuscita a trattare nel suo spazio? Non vivo di sogni ma di concretezza. Mi muovo secondo tre parametri: prezzo, mercato, i miei collezionisti. Il luogo dell’arte per eccellenza? Le gallerie d’arte. Cosa fa di una mostra un successo?

Le vendite. Quanto sono importanti le �ere dell’arte? Tanto, perché sono luoghi di incontro ma anche di confronto.

Galleria d’Arte L’incontro di Colossi Erminia Via XXVI Aprile, 38 25032 Chiari (Brescia) Tel. 030 712537

STAND 28-29-30-31-34

10) Fernandez Arman cubetti “Senza titolo” - n° 6 cubi, ciascun cubo circa cm 5,5-6 di lato pagine di rivista racchiuse in due semicubi di plexiglas - anni ’60 11) Mimmo Rotella “The senvants” - cm 116x81 tela emulsionata e pittura - 1968-54 12) Emilio Isgrò “Parentesi” - cm 40x61 acrilico, tela, legno - 2006

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Christo - “running fence� - 1976, stoffa, matita, carboncino, pastelli a cera e foto in bianco e nero su cartoncino, cm 56x71

Saremo presenti a ARTEFORTE 24-28 luglio 2008 - PAD 28-31 Via XXVI Aprile, 38 - 25032 CHIARI (Brescia) Tel. 030712537 - 3334755164 - Fax 0307001905 - info@galleria-incontro.it

www.galleria-incontro.it www.galleriaincontro.eu


112 MARCO NEREO ROTELLI

MARCO NEREO ROTELLI

Tra poesia e tècne di Emanuela Mazzotti

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o avuto l’avventura di conoscere Marco Nereo Rotelli un pomeriggio a Forte dei Marmi. Non l’avevo riconosciuto subito, ma ho riconosciuto il suo talento quando mi ha portato un suo catalogo: in copertina una straordinaria installazione di luce, per lo Spazio Krizia a Milano, nel 2005. Rapide presentazioni e subito la consapevolezza, stavolta sì, di essere di fronte ad uno dei più interessanti artisti italiani contemporanei, noto in Italia e all’estero. Ti sei laureato in architettura a Venezia, una facoltà improntata all’eclettismo ma con un pro�lo sostanzialmente tecnico, come hai esordito nella pittura? Per passione, che è una forma di conoscenza. Per me sono stati anni di amicizia con Cacciari, con Rella, con Del Giudice, con Santomaso, con Vedova, una vera formazione… e poi

l’esordio “Opera Bevilaqua La Masa”, il premio per i giovani, un’emozione! Hai nominato Emilio Vedova con il quale hai lavorato, quale ruolo ha avuto questa collaborazione nella tua formazione? La sua energia, la sua fede nell’arte, la sua grande personalità mi hanno affascinato. Di lì mi è sempre piaciuto l’impegno e le sue grandi opere dipinte in difesa della libertà dei popoli: viva Vedova. I tuoi lavori sono poesia per immagini, quale pensi sia il ruolo della poesia, in un tempo, come quello in cui viviamo, dove questa forma d’espressione sembra essere cosa per pochi? Rapisco la poesia e la porto in altri luoghi. Le dono materia e la poesia mi ricambia donandomi istanti di verità. Lo dico veramente, la poesia è per molti perché poesia non è solo quella scritta nei libri: la poesia è dovunque. Basta vederla e capirla. Sostieni che l’arte è identità del gesto poetico, non estetizzazione, come possiamo rinunciare all’equazione arte – estetica nella civiltà alla quale apparteniamo? Guardati attorno, tutto è estetica. Ma dobbiamo interrogarci sul senso e sulla comunicazione di questa estetizzazione ormai globalizzata. A me interessa una dimensione molto estetica molto etica, capace di dare spazio all’identità. Insomma penso che l’identità di uno spazio, di una cosa, di un essere passa anche per zone d’ombra. È in queste zone d’ombra che spesso passano i messaggi più profondi perché anche l’ombra è luce. Questo accade sia per le mie grandi installazioni luminose al Petit Palais, al Seoul, a New York, sia di fronte la super�cie di un quadro. Quindi non si tratta di rinunciare, ma di comporre un teorema. Quale valore si può attribuire all’arte in generale e in particolare alle installazioni e performance? Alla �ne penso che l’arte sia un’isola piccolissima nell’universo del reale.

Abitare quest’isola non è male, ma è così piccola che a volte nessuno la vede. Quello che c’è di profondo nell’arte, e questo è il suo vero valore, è che tutti i valori sono discutibili, che esiste sempre una dimensione ulteriore che permette nuovi punti di vista. Ti sei de�nito un artista “solitario”, credi che il linguaggio sia potenza negativa che distrugge e ricrea la realtà? Intendevo solitario come percorso creativo, lavoro con poeti, musicisti, �loso�, … però il mio lavoro ha di per se una caratteristica: è un’opera collettiva costruita da uno solo. Penso che l’incidenza dell’arte rispetto alla realtà sia molto limitata. Noi giochiamo su questo limite, su una soglia della sensibilità che non è né negativa né distruttiva. Ri�ettendo sulle affermazioni di M. Blanchot che vede nella solitudine un tratto essenziale dell’opera d’arte, in un certo senso si parla di presenza- assenza dell’opera, volontaria esclusione dell’artista, ti riconosci in queste affermazioni? La parola �lo-so�a (amore per il sapere) già ci aiuta a capire che il sapere non è una dimensione già conquistata, ma una continua propensione. Dunque siamo qui. Tra poesia e tecnè, tra luce e buio, tra festa e solitudine, uomini qualunque ma che in qualunque modo non si arrendono alle ricerche del proprio credo che, a volte, è raggiungibile solo in nostra assenza. Quello che la mia opera ti dice, se ti dice qualcosa, è spesso “oltre” la mia intenzione. Quando chiesero a Socrate quale fosse lo scopo del suo insegnamento, ri-spose che non insegnava niente perché era ignorante: aiutava coloro che cercavano qualcosa a fondare le proprie opinioni. Riteneva di non essere in possesso di nessuna verità. Ciononostante lavorava sulle forze che fanno e disfanno la verità.


RISTORANTE - PIZZERIA

FORTE DEI MARMI

6N - Piazza Garibaldi - Versilia - tel. 0584 80375


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NEL CUORE DI TORINO DAL 1972 “Ci accompagna da sempre la grande passione per l’arte e la voglia di proporre validi artisti italiani e stranieri di varie tendenze artistiche” M. Malì (critico d’arte)

L

a Galleria d’Arte La Telaccia si trova in un antico palazzo del 1860 ed è situata nel cuore di Torino nella zona di P.za Statuto. È stata fondata nel 1972 dal direttore artistico Giuliana Papadia che da sempre, spinta dalla grande passione per l’arte conduce la Galleria con tangibile sentimento e

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accurata analisi, un connubio estremamente importante che caratterizza il suo percorso artistico. Accompagna La Telaccia la voglia di proporre validi artisti italiani e stranieri di varie tendenze artistiche: la Galleria è garanzia di serietà, esperienza e professionalità. Da trentacinque anni la stessa equipe scru-

polosamente seleziona e ricerca artisti, collezionisti, giornalisti e quanti sono amatori d’arte. Gli artisti sono non solo recensiti su cataloghi e riviste specializzate nel settore ma, cosa di vitale importanza, assistiti nel prosieguo degli anni. Ciò grazie anche alla costante partecipazione della Telaccia alle manifestazioni ita-


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personale di Ugo Nespolo liane e straniere più prestigiose e a continui contatti con numerosi spazi espositivi. Inoltre la galleria, con la collaborazione di critici, porta avanti da ventotto anni la nota Rassegna d’Arte “La Telaccia d’Oro”, che vede ogni volta aderire numerosi artisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. La Rassegna, manifestazione d’elevato livello conforme alle migliori tradizioni artistiche-culturali, individua e segnala artisti pro2

mettenti, che con le loro opere pittoriche, e scultoree sono in grado di offrire momenti di puro sentimento e forza interpretativa che vanno oltre il solo aspetto estetico. Un appuntamento quindi da non mancare.

Galleria d’Arte La Telaccia di Giuliana Papadia Via P. Santarosa, 1 - Piazza Statuto 10122 Torino Tel. e Fax 011 5628220 cell. 3472500814 www.latelaccia.it - info@latelaccia.it

STAND 38 1)

Ugo Nespolo “Blu Sound” Acrilici su tavola, cm 50x70

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Ugo Nespolo “On the net terrace” acrilici su tavola, cm 70x100


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FORTE MAGAZINE

Un incontro so�sticato con Forte dei Marmi

suoi locali, le sue splendide ville immerse nel verde. Ogni servizio è un invito ad approfondire la conoscenza del territorio, ad entrare in piena sintonia con questa terra da sempre amata da artisti e letterati. Ogni pagina è un consiglio prezioso per gustare i prodotti tipici, scoprire i ristorantini, visitare le botteghe artigiane, sbizzarrirsi nello shopping fra le mille proposte del made in Italy e della moda internazionale. Una rivista che non può mancare nel corredo di letture estive di chi, anche solo per pochi giorni, soggiorna in Versilia.

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orte Magazine è la rivista che introduce il turista ai piaceri della vacanza a Forte dei Marmi ed in Versilia. Un periodico raffinato che comunica in tre lingue – italiano, inglese e russo – la bellezza del territorio e le sue attrattive artistiche, culturali, paesaggistiche e di in-

trattenimento. Ogni estate ForteMagazine accompagna i suoi lettori alla scoperta di Forte dei Marmi e della Versilia, lungo gli originali percorsi del gusto e dell’esclusività. Ogni numero è un incontro so�sticato con i personaggi che scelgono la Versilia, le sue pinete, le sue spiagge, i

ForteMagazine si può acquistare nelle edicole e nelle librerie di Forte dei Marmi. La si trova in versione omaggio, sempre a Forte dei Marmi, negli stabilimenti balneari, negli hotel, nelle ville, nei locali alla moda, nei ristoranti e nelle migliori boutiques. Ai diportisti che fanno scalo al porto turistico di Viareggio durante l’estate ForteMagazine è offerta come prezioso omaggio di benvenuto. www.fortemagazine.it


117 GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

Direttrice responsabile: Paola Raffo

A

due passi dal Duomo, alle spalle la collina, il “luogo dell’Arte” per eccellenza. È Pietrasanta, la città degli artisti, la città del marmo - la pietra santa, per l’appunto. A pochi chilometri da qui, sulle colline bianche di un biancore abbagliante, Michelangelo sceglieva la pietra più preziosa, pulita, per le sue immense opere. Mi sono imbattuta in Paola Raffo si può dire quasi per caso. Schiva, poco propensa alla celebrità che la ribalta impone, questa gallerista è come il suo spazio, si fa conoscere un po’ per volta e in qualche modo si assomigliano, lei e la sua galleria. In una strada vicina alla Piazza - qui tutto è vicino alla piazza, - lo spazio espositivo non si fa subito notare: si è introdotti in un’architettura bianca che si svela un po’ per volta. L’architettura è quella tipica del posto, con i soffitti a voltini di pietra che talvolta si tramutano in un soffitto piano, anche questo bianco, dove la luce si ri�ette esaltando le forme appese alle pareti, o poste sui piedistalli. Tutto è enfatizzato dalla luce, talvolta al contrario, tutto è annullato. Lo spazio in ragione della luce diventa meta�sico,

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rarefatto, super�cie piana per eccellenza. La pittura e la scultura si incontrano in queste stanze e non con�iggono come spesso accade, anzi si completano. Ai colori caldi delle terracotte di Claudia Marchetti fanno da sfondo le opere pittoriche di Lino Mannocci, presenze solide le prime, quasi rilievi evanescenti le

seconde; al nitido marmo delle creazioni di Silvina Spravkin, fa da contraltare la forza espressiva dei lavori di Vladimir Novàk. Autori questi, che Paola propone nel suo spazio senza mai venire meno alla sua coerenza che - come lei stessa sostiene - la spinge a selezionare solo quello che l’appassiona. Molto apprezzata dagli artisti che la conside-


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rano un’attenta e sensibile professionista, Paola Raffo è �glia d’arte, padre marmista e madre pittrice, che certamente hanno contribuito alla sua formazione culminata in un corso sperimentale di design con Bruno Munari e Willy Fleckhaus presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, seguita da una prima mostra in uno spazio pubblico nel 1986, nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta. Poi la scelta di aprire una galleria, la prima in città, nell’agosto del 1993, con l’amica Mariella Poli. All’inizio

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sono mostre collettive, per lo più scultura, così nel ’94 arriva la personale di Bergomi. In seguito gli artisti vanno a trovarla personalmente proponendo un’esposizione. Si stabilisce così, tra artisti e gallerista un rapporto di �ducia e di continuità di lavoro. Anche con i collezionisti non mancano i consensi, che la grati�cano con la loro presenza assidua alle mostre e con vero interesse nei confronti delle scelte artistiche. Il lavoro di Paola è volutamente fuori dalle mode del momento, lon-

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Lino Mannocci “Mare-Fumo” cm 160x160 olio su tela

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Virginia Tentindó “Chat d’octobre” cm h 16x7 bronzo e oro

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Silvina Spravkin Allestimento della Mostra “Un passo nel sogno” estate 2007 Galleria La Subbia

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Claudia Marchetti “Busto di donna” cm 65x40x30 terracotta policroma

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120 GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

tanno dai nomi altisonanti che certo pubblico insegue, senza sensazionalismi ma riconosciuto in solido approccio culturale. Il gallerista, a differenza del mercante, - deve mostrare “quello che succede”, anticipare il corso dell’arte, azzardare ipotesi progettuali per gli artisti – sostiene la responsabile, il suo ruolo è di proporre nuove possibili letture del fenomeno artistico. In questi giorni, mentre scriviamo, la galleria partecipa alla mostra al Forte Belvedere a Firenze: 15x15 - 15 Gallerie 15 Artisti, promosso dalla Delegazione toscana dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. La Subbia è presente con l’opera di Jessica Carroll, importante artista internazionale. Ancora una volta si conferma, nella scelta della gallerista, la sua non convenzionalità e lo spirito che anima la sua professione.

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Galleria La Subbia di Paola Matilde Raffo Via Padre Eugenio Barsanti, 11 55045 Pietrasanta (Lu) Tel. 0584 283338 - Fax 0584 71647 e-mail: gallerialasubbia@gmail.com

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Lorenzo Lazzeri “Già paesaggio” olio su tela, cm 200x150

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Jessica Carroll “Forte di Belvedere” Mostra 15x15 - 15 Gallerie 15 Artisti

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MASSIMO BERTOLINI

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Bertolini nello studio a Pietrasanta, sullo sfondo contrapposizioni 2007 GALLERIA DI RIFERIMENTO:

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Galleria La Subbia di Paola Matilde Raffo Via Padre Eugenio Barsanti, 11 55045 Pietrasanta (Lu) Tel. 0584 283328 - Fax 0584 71647 e-mail:gallerialasubbia@gmail.com

cultore italiano (Pisa 1957), la sua ricerca, pur muovendosi nell’ambito �gurativo, si è arricchita negli anni di contaminazioni che hanno portato ad una sempre maggiore sintesi della �gura. Compie la propria formazione con il Professor Floriano Bodini presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara (1977-1981). Nel 1984 è segnalato Bolaffi per la scultura italiana da Tommaso Paloscia che lo segue nel suo esordio. Partecipa a numerose biennali italiane (1980 IV Biennale di Arese - Villa Reale di Monza, 1986 I Biennale di Asti e III Biennale Nazionale di scultura, Stia -Arezzo-). Tra le personali citiamo: “L’ispirazione e la forma” presentata da Mario De Micheli presso la galleria Blue Chips di Lucca nel 1998, “Disegni Galleria Sztuki Wspòtczesnej” presentata da Raffaele De Grada, Opole -Polonia- nel 2004, “Sculture 2002-2003” presentata da Clizia Orlando e Riccardo Ferrucci nel 2003, Tigliole -Asti-). Nell’ambito del Festival “Sete Sois Sete Luas” realizza il monumento. “La porta del sole e della luna” per la città di Ribei-

ra Grande, isola di S. Antao, Repubblica di Capo Verde (2000). Nel 2002 è invitato, tra gli artisti italiani, nella collettiva internazionale “As personagens de Josè Saramago nas artes” per l’ottantesimo compleanno del Premio Nobel Josè Saramago, Santa Maria Da Feira, Porto – Portogallo(Presentazione Josè Saramago). Nel 2004 realizza 19 disegni e 19 sculture tratte dal romanzo “L’anno della morte di Riccardo Reis” di Josè Saramago che vengono presentate nell’ambito di una mostra itinerante (presso la Fondazione Piaggio (Pisa), Sociedade Nacional de Belas-Artes (Lisbona), Centro culturale Josè Saramago (Castril de la Peña - Granada-). Questo progetto rappresenta un anello di congiunzione tra i lavori precedenti, più legati alla �gura e le esperienze attuali segnate da una deriva minimalista, come intuito da Rossana Bossaglia nel testo che accompagnava la mostra. Le ultime realizzazioni presentano assemblaggi di �gure che richiamano la produzione seriale, l’uomo inteso come prodotto merceologico. Collabora con lo studio Massimo Galleni di Pietrasanta.

Inside Outside, anno 2007, legno, h. 55 cm


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GALLERIA LAZZARO BY CORSI

Sezione Fiere: responsabile Dott. Claudio Biondani

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l primo ricordo legato all’arte? Il primo ricordo legato all’arte risale a quando, bambino andando al mare, ci fermavamo a Ravenna e rimanevo affascinato dai mosaici bizantini. Quando ha incontrato l’arte contemporanea? Anche in questo caso devo ri-

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correre ai ricordi estivi, è stato quando ho riscoperti i luoghi dell’infanzia, il mare dei Lidi Estensi dove ogni sera si batteva l’asta in gallerie famose e �or di nomi dell’arte del calibro di Schifano, Angeli, Possenti erano alla portata di molti. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista?

Questo passaggio, per me è stato naturale, frequentando le aste acquistavo molte opere che i miei amici mi chiedevano sistematicamente di acquistare. È cominciato quello che io chiamo un circolo “virtuoso”. Quali sono stati i primi acquisti? Uno splendido “Vulcano” di Mario Schifano. Come si orienta la vostra galleria nei confronti degli artisti emergenti? La Galleria Lazzaro by Corsi ha due sedi, Milano e Forte dei Marmi che si occupano principalmente di valorizzare la �gura di Walter Lazzaro. La sezione Fiere, che seguo personalmente, è aperta a tutte le espressioni artistiche e promuove speci�camente l’opera di artisti emergenti. Il gruppo più nutrito è costituito

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Cate Maggia “Illuminata” Acrilico collages, cm 70x70

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Gianantonio Cristalli “Nel traffico”, 2006 Bronzo patinato, h. cm 35


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dal cosidetto Gruppo dei Sette che porto nelle Fiere dell’arte da diversi anni. Da più parti si sente affermare che è conveniente collezionare l’arte giovane. Come si riconosce un talento da un imbrattatele? Non è facile in un contesto come quello contemporaneo che ha visto il moltiplicarsi delle forme espressive, il tipo dei materiali usati, le sperimentazioni. Comunque posso dire che dopo un certo numero di anni si diventa

più esperti, si riconoscono le capacità tecniche e l’originalità di un’idea. È il gallerista che cerca l’artista o viceversa? Non c’è una regola, ma sono più gli artisti che ti vengono a cercare. Mi è capitato talvolta di essere particolarmente interessato ad un lavoro e allora mi propongo, chiedo se l’artista vuole esporre con me. Come de�nirebbe la sua collezione sul fronte delle recenti acquisizioni?

Per il tipo di attività che svolgo non è facile de�nire la mia collezione, è come per i cibi: assaggiandone tanti si resta colpiti dalle cose più diverse, per cui la de�nirei “polimorfa” (dal �gurativo, all’astratto). Quali sono le tecniche artistiche che preferisce? Quali le più richieste dai collezionisti? Mi piacciono i quadri astratti molto materici. Anche i collezionisti sono orientati verso l’astratto anche se noto e ne sono 2


124 GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

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contento, un certo ritorno al �gurativo. Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento? Un neo�ta non deve cercare tanto di fare un buon investimento quanto di acquistare opere che gli piacciono, magari facendosi guidare dal gallerista di �ducia. Qual è il collezionista ideale? Come cliente ideale immagino

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la coppia con pochi limiti di budget. Se fosse artista chi gli piacerebbe essere? Un artista che mi ha sempre affascinato è Morlotti. Quale artista vorrebbe acquistare per la sua collezione? (senza limiti di budget) Anche se dovessi acquistare un’opera senza limiti di denaro mi orienterei sullo stesso artista.

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Ezio De Angeli “L’alpeggio”

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Limor “La fonte” Travertino Nocino, cm 350x150x150

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Sandra Giovannini “Senza Titolo” Tecnica Mista, cm 140x100


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L’affare sfumato che ancora rimpiange? A Parma, qualche anno fa avrei potuto acquistare un bellissimo Salvo che ancora rimpiango. Artisti italiani che non è riuscito a trattare nel suo spa-

zio? Come ho già detto “il mio spazio” sono gli stand �eristici e veramente ho trattato una quantità grandissima di artisti. Un artista che mi manca è Lucio Fontana. Il luogo dell’arte per eccel-

lenza? Gli Uffizi! Che immagine volete dare della vostra galleria? Lazzaro by Corsi si propone come una galleria che vuole scoprire nuovi talenti, senza dimen-


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ticare di proporre anche i grandi maestri, magari insistendo di più sugli artisti dimenticati come Brindisi, Guidi, Reggiani, Berti... Cosa fa di una mostra un successo? Il pubblico attento, nient’altro. Quanto son importanti le �ere dell’arte? In questo tempo così frenetico le �ere offrono una panoramica

completa e fungono da “ipermercato” dell’arte, moltiplicando quasi all’in�nito le proposte di acquisto.

Galleria Lazzaro by Corsi Via Broletto, 39 - 20121 Milano Tel. e Fax 02 8052021 website: www.gallerialazzaro.it e-mail: lazzarocorsi@tin.it

STAND 9-10

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Raisa Isabella Rainieri “Pioggia” Tecnica mista su tavola, cm 30x40

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Domenico Monteforte “Giorno d’estate” Olio su tavola, cm 27x104

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Carmelo Consoli “Ruderi”, 1996 Olio su tavola, 60x70 cm


128 ANDREA SALTARELLI

ANDREA SALTARELLI

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ndrea Saltarelli nasce a Milano nel 1964, ma si trasferisce in Versilia, quando ancora non aveva compiuto un anno; Viareggio diventa quindi il luogo che ha contribuito a plasmare il suo carattere e la sua personalità. Il colore del carnevale, l’odore del mare, il suono delle sirene delle navi che avvisano il loro rientro in porto, il profumo del salmastro mattutino e chissà cos’altro lo hanno spinto più volte a salpare verso paesi lontani; l’Oriente in particolare è l’ambiente geogra�co che più lo ha in�uenzato e formato. La sua pittura sembra essere l’ombra dell’anima di un instancabile viaggiatore, di un esploratore dell’animo umano che passa, frugando con avidità e attenzione, la profondità del suo sé. Né le parole, né i colori o le forme riescono a de�nire completamente la sua costante ricerca, ma è

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forse proprio questa difficoltà che diventa il combustibile ideale di un mezzo quale la sua costante produzione creativa. Sempre cosciente dei limiti umani e in particolare di quelli personali, la matita ben appuntita che scava i solchi dei suoi disegni sull’intonaco ancora fresco sembra voler cercare un obiettivo nella selva della sua propria coscienza. Con i colori vorrebbe poter riprodurre quella luce che sente essere presente in un eterno qui ed ora, sebbene resti ben nascosta all’umana percezione. La sua arte vuole quindi essere un recipiente di un “senso” adatto a scuotere l’attenzione del suo fruitore e se anche per solo un attimo questo ultimo lo accompagnasse in quella ricerca in�nita, il suo orgoglio avrebbe già trovato soddisfazione, perché Saltarelli dice di non dipingere per se stesso ma per trovare lo specchio di

sé attraverso l’osservazione degli altri. Saltarelli si può trovare nel suo studio a Pietrasanta in via del Marzocco,120, da metà giugno sino alla �ne d’agosto soprattutto nelle ore serali, quando il fresco rende ancor più piacevole una passeggiata nel centro storico del paese. GALLERIA DI RIFERIMENTO: Galleria Lazzaro by Corsi Via Broletto, 39 - 20121 Milano Tel. e Fax 02 8052021 website: www.gallerialazzaro.it e-mail: lazzarocorsi@tin.it

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1) “Scatola Graffittica con pino” Alchidici su intonaco su juta, 2005 cm 70x70 2) “Scatola Graffittica con albero e luna” Alchidici su intonaco su tela, 2005 cm 70x70


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GALLERIA ESTENSE ARTE

Direttore responsabile: Stefano Butera

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ella splendida cittadina di Cernobbio sul lago di Como, apre i battenti nel 1995 la Galleria Estense Arte, sotto la guida di Stefano Butera, pittore dotato di grande espressività che si manifesta sia nella tecnica del disegno che nell’utilizzo del colore. Gli esordi artistici sono legati ad un viaggio a Parigi in giova-

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nissima età che gli conferma la volontà di percorrere la strada dell’arte, strada che lo conduce alla decisione di aprire uno spazio espositivo nel cuore di Cernobbio. I primi incontri lo portano ad acquistare opere di artisti quali Ajolfi e De Bernardi, senza trascurare una decisa inclinazione per i giovani talenti,

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confermata dalle attuali scelte della Galleria. “Tutti i grandi di oggi sono stati giovani emergenti” afferma il 1)

Kiki Gervasoni “Ponti” Olio su tela, cm 50x50

2)

Stefano Butera “Albero” Olio su tela, cm 90x90


130 L’ESTENSE ARTE

direttore, quindi è chiaro che se la qualità dei lavori rimane un punto di partenza fondamentale, non si può tuttavia, trascurare un buon investimento a costi contenuti. Gli chiedo che cosa intenda con “qualità” del lavoro, la parola è piuttosto generica, difficile riconoscere la qualità senza avere precisi parametri...“È una questione di sensibilità”, risponde, si sente al primo sguardo se un artista lavora con passione o preferisce “accomodarsi” sul lavoro altrui, magari sperando di riuscire ad ingannare il pubbli-

co, ma direi che l’acquirente non si fa ingannare facilmente”. Le scelte della galleria sono di grande qualità, con una predilezione per il paesaggio di cui Stefano Butera si fa sensibile interprete, senza dimenticare il lavoro di selezione nei confronti degli emergenti così come degli autori già affermati che si confrontano su temi diversi ma egualmente intriganti, con tecniche che spaziano dalla pittura ad olio all’acquerello, sino alla scultura. I nomi sono decisamente interessanti, oltre al maestro Butera sono presenti:

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3)

Kiki Gervasoni “Indigo” Olio su tela, cm 80x80

4)

Kenzy “Red Line” Olio su tela, cm 20x40

5)

Kenzy “Fantasy” Olio su tela, cm 60x70


131 L’ESTENSE ARTE

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132 L’ESTENSE ARTE 6

Anselmi, Cancogni, Cristalli, Catemaggia, Lo Presti, Monteforte, solo per citare alcuni. Lo spazio espositivo si caratterizza per essere aperto a tutte le tendenze dell’arte, per la freschezza delle proposte rivolte al suo pubblico, senza “provincialismi o snobismi” - sostiene il proprietario - un luogo dove gli artisti si sentano ben rappresentati e dove tutte le tecniche espressive, tradotte in signi�cative e diversi�cate esperienze, possano convivere. La gioia di fare bene il proprio lavoro accanto alla solida maturità nel campo dell’arte, permettono a questo gallerista – pittore di avere pochi rimpianti nei confronti di ipotetiche occasioni sfumate. “Mi sono lasciato sfug-

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gire un Guttuso, qualche anno fa” commenta, rivelando una chiara passione per i maestri sto- 8 rici del Novecento, ma aggiunge che gli piacerebbe possedere una scultura di Mitoraj, segno che in perfetta coerenza con le proposte della sua galleria, apprezza tutto ciò che riguarda la contemporaneità. Così la stessa vocazione delle grandi sculture di Mitoraj, si declina in alcune opere dello stesso Butera, che subisce il fascino della tradizione del mito risolto in una personale e straordinaria forza di sintesi di segno e colore. L’ultima parola spetta al pubblico che potrà ammirare questa bella collezione in occasione della Fiera dell’arte di Forte dei Marmi nel luglio 2008. 9

6)

Saralu “Silver Butter�y” Olio su tela, cm 30x40

8)

Saralu “Snakes” Olio su tela, cm 50x70

7)

Saralu “My Gold” Olio su tela, cm 70x70

9)

Stefano Butera “Albero nella neve” Olio su tela, cm 55x55


133 L’ESTENSE ARTE

IMPRESSIONI DI ETERNITÀ

di Diletta Biondani

“Tutto ciò che vediamo non è vero, si disperde, se ne va’. La natura è sempre la stessa, ma nulla rimane di lei, di ciò che ci appare. L’arte deve darle il respiro della durata […] deve farcela gustare come eterna” P. Cézanne in J. Gasquet, Cézanne, Parigi 1926 Il punto di partenza della ricerca di Agostino Cancogni è l’osservazione del reale, che in questo contesto si concretizza nella natura e negli oggetti domestici a lui familiari. Per il pittore toscano, l’arte, viene vissuta come medium per giungere, attraverso la ri�essione, ad una serenità oramai difficile da trovare. Cancogni usa la pittura come un �losofo adopera la logica: egli può condurci, se siamo in grado di ascoltarlo, ad affron11

tare e a risolvere tutti quei piccoli grandi con�itti comuni all’umano sentire. I temi più cari al Maestro sono infatti le nature morte e il paesaggio toscano con i suoi affascinanti tramonti e le sue marine. Cancogni, dunque, parla un linguaggio volutamente semplice che sapientemente dialoga con lo spettatore donandogli emozioni familiari, intime. Riesce in questo processo attraverso due elementi che sono al contempo fondamento e origine della sua pittura: la luce e il colore. La luce entra quasi segretamente nei suoi dipinti come una forza che serve a �ssare l’attenzione dello spettatore sui dettagli. I dettagli che Cancogni vuole mostrare al pubblico, rappresentano ciascuno una piccola storia, un piccolo mondo che

10) Agostino Cancogni “Scatola con �ori” cm 30x40 - olio su tavola 11) Agostino Cancogni “Marina” cm 80x40 - olio su tela

10


134 L’ESTENSE ARTE

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racchiude sentimento ed emozione pura. Come afferma egli stesso: «Il frammento non è �ne a se stesso, nel contesto, è fondamentale, vuole dire qualcosa, vuole indicare un mondo». Proprio per questo motivo gli oggetti dipinti sono come “salvati” e recuperati, dopo un attento processo di selezione, dalla memoria. Le immagini di Cancogni rappresentano un modo immediato di ‘dire la realtà’. L’immagine dipinta è il luogo in cui più direttamente precipi-

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ta e si condensa l’impressione, il ricordo degli oggetti e degli eventi. I soggetti, dotati di un particolare potere evocativo in quanto si rifanno ad esperienze e sentimenti assolutamente comuni a tutti noi, in forza della loro vitalità espressiva costituiscono l’innesco che provoca nello spettatore un processo interpretativo assolutamente libero, aperto. Altro elemento chiave della pittura del Maestro è il colore, che con la sua estrema delicatezza,

è ciò che conferisce ad ogni tela quel senso di equilibrio e armonia che permette a chi guarda di compiere lo sforzo interpretativo. Attraverso il colore Cancogni crea lo spazio in un perfetto bilanciamento di pieni e di vuoti, che aggiunge all’opera quel sapore di “ben fatto”, dato dal completo possesso dei mezzi e della tecnica adoperati. L’opera del Maestro ci comunica dunque che l’unica arma che l’uomo possiede per affrontare la realtà nella sua complessità è la memoria. Cancogni in questo modo scon�gge la caducità della vita, opponendo ad essa l’eternità di quel “comune sentire” che è proprio dell’umanità intera.

Galleria L’Estense Arte di Stefano Butera Via Regina, 22/a 22012 Cernobbio (Co) Tel. 031 341233 info@estensearte.com

STAND 14-15-22

14 12) Agostino Cancogni “Fiori” Olio su tela, cm 40x50 13) Agostino Cancogni “Ombrellone” Olio su tela, 30x50 14) Agostino Cancogni “Tramonto” Olio su tela, 40x80


Riccardo Tommasi Ferroni una voce del ‘900 Comune di Forte dei Marmi

Villa Bertelli Arte

12 luglio - 7 settembre 2008

FORTE DEI MARMI Via Mazzini, 200

Per informazioni: Villa Bertelli - via Mazzini 200 - tel. 0584 787251 - www.villabertelli.it UďŹƒcio Relazioni con il Pubblico - viale Achille Franceschi, 8 - Tel. 800280100 | e-mail: urp@comunefdm.it www.comune.fortedeimarmi.lu.it


136 GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

di Giancarlo Bonomo

L

o spazio del Salone d’arte Contemporanea a Trieste si con�gura come una realtà espositiva consolidata nel territorio, ideata e fondata nel 2001 da Elena e G. J. Leka. Situato nel cuore del centro storico, denominato Borgo Teresiano, si pone come intento quello di promuovere la pittura e scul-

tura contemporanee di qualità, con particolare riferimento ai talenti delle ultime generazioni. La struttura, organizzata con un team di appoggio composto da esperti nei diversi settori operativi, ha curato la stesura di cataloghi e schede critiche con l’intento di orientare il pubblico

nelle tendenze emergenti della scultura �gurativa, astratta ed informale. Consulente e curatore degli allestimenti è il critico d’arte Giancarlo Bonomo. Nel corso dell’attività sono stati promossi numerosi eventi di richiamo. Fra i più signi�cativi segnaliamo:

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137 GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

ARTISTI PARTECIPANTI ALLA FIERA

- Al Nitak - Sergio Bastiani - Fabio Colussi - Isabel Cara� giugno 2002: Ilir Shabani e la pittura balcanica informale ottobre 2002: Vincenzo Marega – Apologia della rosa dicembre 2002: Heinz Seeber – La pittura bavarese contemporanea gennaio 2003: Siro- Genesi di un’artista europeo febbraio 2003: Masa Gros – La

- Fulvio Conte - Anna Longo - Pietro Piccoli - Giuseppe Ribechi città delle donne marzo 2003: Elvio Zorzenon – Oltre l’immagine aprile 2003: Angelo Mazzoleni – Origini microinformale, ricerca oculare aprile 2003: Anselmo Bini – La pittura emiliana maggio 2003: Stefan Tomsa – La pittura neoclassica

- Vera Ribechi - Adriana Rigonat - Luisa Rustja - Giorgio Spinelli

1)

Isabel Cara� “Le Persone”, 2007 Tecnica mista su legno cm 100x100

2)

Pietro Piccoli “Il golfo di Taormina”, 2007 Tecnica mista su tela, cm 100x100

3)

Vera Ribechi “Immagine 47”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

3


138 GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

esistenziale giugno 2003: Isabella Cuccato – Apparizioni, la pittura meta�sica, presentazione a cura di Rossana Bossaglia febbraio 2004: Mauro Stipanov – Il pensiero dipinto febbraio 2004: Antonio Baccarin – Microspazialismo maggio 2004: Giuseppe Denti – Il colore dei pensieri giugno 2004: Feliciano Dal Prà – Percorsi luglio 2004: Novella Parigini – Mostra evento di una col-

lezione di dipinti e gra�che della grande artista amica di Fellini marzo 2005: Umberto Esposti – Sculture meta�siche del nipote allievo di Lucio Fontana maggio 2005: Sandra Zeugna – Scansioni informali aprile 2006: Pietro Piccoli – Silenziosa luce maggio 2006: Piero Salustri – Neocaravaggismo gennaio 2007: Ernesto Portas – La donna crepuscolare

settembre 2007: Daria Gori – Out of this world ottobre 2007: Krishan – Gaia Eleison dicembre 2007: Fabio Colussi – La silente poesia del mare aprile 2008: Ezio Farinelli – Intimità L’arte esige rispetto perché

4)

Anna Longo “Fleetingness”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

4


139 GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

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rappresenta il valore più alto della coscienza umana al di là del tempo, ed è il ri�esso della nostra civiltà più evoluta. L’arte contemporanea deve puntare senza timore al recu-

pero della sua funzione più autentica, quella educativa, al �ne di perpetuare un preciso momento della nostra storia. Il compito degli operatori del settore deve essere volto a

promuovere, favorire l’arte di qualità e contenuto a dispetto dei fenomeni legati alle mode effimere ed ai falsi profeti, con lo sguardo attento alle nuove generazioni.

Galleria Salone d’Arte Contemporanea Via della Zonta, 2/c 34132 Trieste Tel. 040 2410829 website: www.artetrieste.com e-mail: artetrieste@libero.it

STAND 8-35

5)

Fabio Colussi “Tramonto sul molo”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

6)

Giuseppe Ribechi “L’arroganza di Icaro”, 2007 Olio su tela, cm 40x60

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Via Carducci, 58 - 55042 Forte dei Marmi (LU) ITALIA - Tel +39 0584 787495 Fax +39 0584 787494 - www.hotelmognon.it - info@hotelmignon.it

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141 GALLERIA TURELLI

GALLERIA TURELLI

Direttore responsabile: Elisabetta Turelli

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a Galleria, luogo storico per eccellenza, è stata fondata nel 1957 da Francesco Turelli con l’apertura di spazi espositivi all’interno dello stabilimento termale “Tettuccio” a Montecatini. Il rapporto di amicizia tra il proprietario e il Maestro Giorgio De Chirico, ha �n dagli esordi,

positivimante condizionato il pro�lo dello spazio espositivo che sì è caratterizzato soprattutto come luogo culturalmente orientato, tanto da ospitare lo stesso De Chirico e altri artisti di eguale fama. In quegli anni, precisamente nel 1960, venne aperta a Firenze in Via Porta Santa Maria,

“La buca del libro” libreria e galleria, �ore all’occhiello dello stesso Turelli. Nei locali venivano presentati testi di autorevoli letterati e poeti, tra gli altri: Pietro Bargellini e Giorgio La Pira, allora Sindaco di Firenze. Allo stesso tempo venivano organizzate personali dei più im-


142 GALLERIA TURELLI

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2

1) Romano Santarini “L’individualità del cammino iniziatico”, 2007 Acrilico su tela, cm 120x60 2) Romano Santarini “Le possibilità della vita”, 2007 Acrilico su tela, cm 80x170 3) Romano Santarini “L’estremo amore della natura”, 2008 Acrilico su tela, cm 60x50 4) Romano Santarini “La gioia dell’anima”, 2006 Acrilico su tela, cm 60x120 5) Rolando Vivarelli “Metropoli”

4

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143 GALLERIA TURELLI

portanti artisti del tempo tra i quali spicca Pietro Annigoni. Purtroppo, proprio in quegli stessi anni, nel novembre del 1966, il �ume Arno sommerse i locali de “La buca del libro”. Fortunatamente l’attività era già ben impostata a Montecatini Terme, all’interno dello stabilimento termale “Tettuccio”, dove ha continuato �no ai giorni nostri. In questo lungo periodo di attività, la Galleria ha esposto opere dei massimi artisti dell’arte contemporanea, of-

frendo la possibilità ai propri clienti collezionisti di acquisire opere di maestri come Giorgio De Chirico, Aligi Sassu, Salvador Dalì, Renato Guttuso, Michele Cascella, Domenico Cantatore, Domenico Puri�cato, Giovanni Barbisan, per arrivare ad artisti, inizialmente speranze per l’arte contemporanea, oggi vere realtà come: Athos Faccincani, Silvano Gilardi, Aldo Parmigiani, Francesco Nesi, Domenico Monteforte, Romano Santarini ed altri ancora. Rolando Vivarelli

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144 GALLERIA TURELLI

Nei locali della Galleria, oltre ai dipinti, acquerelli e gra�che, �n dagli anni Settanta, si è dato spazio alla scultura, quando ancora in Italia questa tecnica riscuoteva pochi successi in ambito mercantile. Proprio nel 1977 furono esposte le opere scultoree di Giorgio De Chirico, allora conosciuto prevalentemente come pittore. Nel 1979

fu la volta di un altro autore sconosciuto al tempo: Jorge Jimenez Deredia. Dagli anni Novanta, con una personale di scultura di Salvador Dalì, �no ad oggi, si sono succeduti artisti quali: La Monaca, Gigi Guadagnucci, Vincenzo Fancelli, Giuseppe Gavazzi, Rolando Vivarelli, Italo Bolano, Franco Pegonzi, Martine Wherel, Consuelo Zatta.

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145 GALLERIA TURELLI 10

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6) Jorge Jimènez Deredia “Flautista” Bronzo cera persa

9) Jorge Jimènez Deredia “Verso il futuro”, 1996 Bronzo cera persa

12) Piero Nardi “Piazza meta�sica” Olio su tela, cm 80x100

7) Aligi Sassu “Andromeda e Teseo”, 1997 Acquarello, cm 25x32

10) Piero Nardi “Egreville” Olio su tela, cm 80x100

13) Piero Nardi “Village en Bourgogne” Olio su tela, cm 60x73

8) Aligi Sassu “Andromeda e Teseo”, 1997 Acquarello, cm 25x32

11) Piero Nardi “Morbio superiore” Olio su tela, cm 80x100

Galleria Turelli Viale Verdi int. Stabilimento Termale Tettuccio 51016 Montecatini Terme (Pt) Tel. 348 7825772

STAND 45-46-47


146 GALLERIA TURELLI

GALLERIA TURELLI

INTERNO TERME TETTUCCIO

Viale Verdi - Montecatini Terme (PT) Orario: dalle 7,30 alle 12,30 tutti i giorni compreso festivi (dal 1 Maggio al 31 Ottobre)



148 INCISIONE ARTE

LA STAMPERIA INCISIONE ARTE

di Giuliano Grittini.


149 INCISIONE ARTE

C

orbetta, chi era costui? Tranquilli, non è il caso di scomodare Manzoni, anche perché Corbetta non è una persona, ma uno dei tantissimi paesini che circondano Milano, sulla provinciale che da Milano punta diritta a Magenta. Immerso nel verde, il paese con�na con il parco del Ticino e ne ricava un senso di tranquilla serenenità. Dovendo chiedere alla stragrande maggioranza degli artisti italiani (ma anche parecchi stranieri) notizie su Corbetta pochi avrebbero esitazione nel rispondere, anzi saprebbero essere assolutamente precisi. La ragione è molto semplice: a Corbetta ha sede una delle più conosciute stamperie d’arte italiane “L’Incisione” di Giuliano Grittini che la gestisce con serietà e competenza da più di trent’anni. Non si può iniziare a parlare della vita di Giuliano senza parlare del suo amore per la fotogra�a. Quasi sicuramente nasce da lì la passione per l’immagine impressa sulla carta. Dopo le prime esperienze è al lavoro nello studio di un noto pittore locale dove si impratichisce nelle tecniche di stampa serigra�ca. Realizza e stampa opere di artisti molto noti come Baj, Fiume, Sassu, Guttuso, Scanavino, Tadini e altri. Nel contempo lavora per Raffaele Bandini, titolare della Galleria dell’Orso di Milano, come stampatore

litogra�co. Nella seconda metà degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 il suo occhio fotogra�co diventa così testimone degli avvenimenti più importanti della Galleria. Il lavoro di Grittini si alterna tra incisione e fotogra�a, immortalando personaggi quali: Renzo Vespignani, Ugo Attardi, Dino Buzzati, Zigaina e altri. Dal 1973 sperimenta l’arte in proprio, alternando il suo lavoro con la frequentazione di studi d’artista e di gallerie d’arte. Per un certo periodo lavora allo sviluppo di alcune pietre litogra�che nello studio di Aligi Sassu a Monticello Brianza. Dal 1976, collabora con i più noti artisti: Morlotti, Cesetti, Guidi, Cascella, Puri�cato, Guttuso, Dova, Radice, Mattioli, Migneco e tanti altri. Il rapporto con Federica Galli, nota artista che opera nel campo dell’incisione, si stabilisce già dal 1973, quando realizza una serie di incisioni che sono ormai un punto �sso nella storia dell’arte italiana. Non non va dimenticato come l’assidua frequentazione di Federica Galli a Corbetta e dintorni abbia ispirato più e più volte l’artista. Non si può non accennare al sodalizio stabilitosi tra Giuliano Grittini e la poetessa Alda Merini di cui è con�dente e persona di �ducia da più di vent’anni. Sicuramente le più suggestive immagini fotogra�che di Alda

Merini sono quelle da lui scattate nelle più svariate circostanze della vita tribolata ed avventurosa della poetessa più amata d’Italia. Giuliano ha anche stampato diversi libri d’arte in cui le poesie di Alda Merini si abbinano alla gra�ca di svariati artisti. In questa ricerca continua dell’abbinamento tra parola scritta e segno gra�co consiste l’evoluzione della stamperia. Incisione Arte Via Monte Bianco, 2 20011 - Corbetta (MI) Tel 02 97 77 370 Fax 02 97 70 634

STAND 4

Pablo Picasso, Incisione 26-27 Marzo 1949, cm 50x65


150 DEA SECURITY

DEA SECURITY: LE RAGIONI DEL SUCCESSO

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a richiesta di sicurezza esiste da sempre, ma mai come in questi ultimi anni è stata tanto pressante da sviluppare, pur in un mercato di nicchia, tante specializzazioni come il video controllo, l’antincendio, gli impianti di allarme, le rilevazioni in genere, il controllo perimetrale. In particolare su quest’ultimo si è specializzata DEA Security, un’azienda massese in crescita esponenziale, con una politica che i titolari Aldo e Giorgio Tonelli de�niscono di controllo globale, dalla fabbricazione del prodotto alla selezione

delle aziende collaboratrici, alla formazione tecnica degli installatori, �no alla supervisione in cantiere da parte di personale DEA. Affidabilità e qualità ai massimi livelli sono le costanti di questa azienda di successo. “Occorre focalizzarsi sul risultato, non sulla vendita!” dice Aldo Tonelli. I sistemi di protezione della DEA Security, curati direttamente dall’ideazione alla realizzazione del prototipo zero �no al prodotto esistente, sono brevettati a livello internazionale e non temono alcuna concorrenza tanto da essere

leader in Italia ed Europa con importantissime forniture in ambiti esclusivi sia istituzionali che vip. In particolare i rilevatori DEA di seconda generazione analizzano l’impronta vibrazionale per la protezione degli accessi di un fabbricato, controllandone altresì le aree perimetrali esterne. Queste tipologie di protezione richiedono un’altissima specializzazione, dovendo garantire la massima capacità di rilevazione con altrettanta immunità ai disturbi ambientali, tanto per le installazioni su ogni tipo di recinzione, che per i rilevatori di onde di pressione interrati in parchi, giardini o piazzali. Lo straordinario è che questa tecnologia si applica anche in ambienti interni affogando i rilevatori nel massetto sottostante qualsiasi tipo di pavimentazione . “Siamo molto avanti, forse tra le prime cinque aziende al mondo”, esclama Giorgio con giusti�cata soddisfazione. Nonostante un mercato di riferimento mondiale ed in un’epoca di delocalizzazione selvaggia, fanno piacere le parole di Aldo: “Massa non è tanto conosciuta e per questo si confà alla nostra politica aziendale che prevede sempre la massima discrezione verso i nostri referenti e poi offre una qualità della vita difficilmente reperibile altrove”.


Via Magenta, 9 - 54100 Massa Tel. 0585 43436 - Fax 0585 43437 www.deasecurity.com


152 GALLERIA D’ARTE J&G ART

GALLERIA D’ARTE J&G ART

Direttore responsabile: Jerome Zodo

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a quanto tempo è aperta la sua galleria? La J&G Art è stata fondata nell’anno 2000 da Alessandro Zodo e dal �glio Jerome. La sua attività è sempre stata

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quella del gallerista oppure la sua professione o gli interessi personali erano diversi da quelli legati al mondo dell’arte? Alessandro Zodo opera nel set-

tore da circa trent’anni e prima di diventare mercante d’arte era gra�co pubblicitario e titolare di una stamperia a Milano. Prima di costituire la J&G Art, Alessandro Zodo era titolare del-


153 GALLERIA D’ARTE J&G ART

2

lo Studio AZ in via Bigli a Milano, che aveva sede nello stesso palazzo in cui si trovava la nota Galleria “Il Milione”. Nell’anno 2000 venne poi costituita la J&G Art, il cui titolare è il �glio Jerome, che svolge l’attività di mercante dall’anno 2005, dopo aver compiuti gli studi universitari in Economia Aziendale.

1)

Pablo Picasso “Trois femmes à la fontaine”, 1921 Olio su tela, cm 19,2x23,8

2)

Pablo Picasso “Paysage à juan-les-Pins”, 1924 Olio su tela, cm 22,2x35,7

L’attività svolta �no ad oggi ha garantito un certo successo, determinato oltre che dalla passione anche dall’impegno Nei prossimi mesi verrà inaugurata la nuova e spaziosa galleria a Milano, in via Melzo ang. via Lambro, con l’intenzione di aprirsi con maggiore attenzione al mercato dell’arte contemporanea ed alle nuove proposte artistiche. La sua attività è prevalentemente orientata nella collezione di grandi Maestri del Novecento, come giudica le recenti espressioni dell’arte contemporanea? Penso che vadano valutate e

prese in considerazione seriamente perché ritengo che sia molto importante per un bravo mercante d’arte, che voglia rimanere tale, proporre anche qualcosa di nuovo. Le generazioni e i gusti col tempo si evolvono ed è opportuno adattarsi ai cambiamenti e quindi anche proporre nuove espressioni artistiche. È impresa più ardua proporre nuovi artisti, sia dal punto di vista economico sia da quello personale ma sicuramente più stimolante e potenzialmente più soddisfacente. Crede che le grandi manifestazioni pubbliche come la Quadriennale di Milano o la


154 GALLERIA D’ARTE J&G ART

3

Biennale di Venezia possano rappresentare una sorta di anteprima dell’arte a livello internazionale oppure siano inin�uenti per il mercato delle grandi gallerie e dei collezionisti importanti? In altre parole, queste manifestazioni hanno ancora il peso di un tempo non solo sul piano culturale ma anche sul versante mercantile? I galleristi sono in�uenzati nelle scelte dalle proposte dei curatori? Sono e restano manifestazioni di assoluta importanza. Credo

però producano maggiori effetti positivi per gli artisti già conosciuti piuttosto che per quelli giovani, seppur di una certa rilevanza. Così, le grandi manifestazioni internazionali dell’arte a vocazione privata come Art Basel o Documenta Kassel, costituiscono un’esperienza fondamentale per il gallerista? In che modo? Esprimo un giudizio per ArtBasel che è l’unica che conosco e frequento. ArtBasel è una �era che permet-

3)

Giorgio De Chirico “Piazza d’Italia (L’Après-Midi d’Automne)”, 1914 Olio su tela cm 48x69,5

a destra: 4) Giorgio De Chirico “Cavalli in riva al mare”, 1927 Olio su tela, cm 92x74



156 GALLERIA D’ARTE J&G ART

5

te di essere aggiornati sulle valutazioni di mercato, permette di creare relazioni e opportunità di vendita e acquisto. Come giudica l’arte italiana contemporanea in rapporto a quella internazionale?

Importante per alcuni artisti ma molto indietro rispetto a quella internazionale. Quali nomi potrebbe suggerire ai suoi collezionisti? Nomi italiani contemporanei: Castellani, Fontana, Manzoni,

5)

Victor Vasarely “Mereng”, 1969-1989 Acrilico su tela, cm 78x70

6)

Victor Vasarely “Fig Gem”, 1986 Acrilico su tela, cm 216x160


157 GALLERIE

J&G

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158 GALLERIA D’ARTE J&G ART

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Rotella, Schifano, Calzolari, Pistoletto, Burri, Zorio, Perilli. È possibile stabilire un rapporto di collaborazione vera tra l’istituzione (Musei, Gallerie d’arte moderna, enti culturali) e una galleria importante? Per il prestito di opere a mostre importanti ci capita spesso ma vendite ai musei, al momento no.

Se cominciasse la sua attività oggi, verso quali artisti ed espressioni formali si orienterebbe? Comincerei con l’Astrattatismo oppure con l’arte americana e cinese. Come giudica l’arte contemporanea dell’Estremo Oriente che sembra essere la nuova “arte di frontiera”?

3)

Umberto Boccioni “Busto di Signora con grande cappello”, 1911 Olio su tela, cm 80x80

4)

Georges Mathieu “Erreur con�dentielle”, 1959 Olio su tela cm 97x162

5)

Hans Hartung “T 1981 – H 25”, 1981 Acrilico su tela cm 65x100


159 GALLERIA D’ARTE J&G ART

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Molto speculativa. Se potesse tornare indietro quali errori non rifarebbe? (a patto che ne abbia fatti!) Nessuna risposta. Evidentemente non ha fatto alcun errore. Complimenti!

J & G. ART uďŹƒci: Via Fatebenefratelli, 15 galleria: Piazza Cavour, 1 20121 Milano Tel. 1: 0039.02.6571981 Tel. 2: 0039.02.6572344 Fax 0039.02.6597511 www.ig-artgallery.com info@ig-artgallery.com

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161 LINEA D’ARTE

LINEA D’ARTE

Responsabile: Loredana Albanese

A

rtista e gallerista insieme, Loredana Albanese si è sempre sentita attratta dall’arte e ne ha subito il fascino �n da giovanissima. La sua galleria a Bari, è accogliente, non convenzionale, culturalmente propositiva. Sono queste, infatti, le parole che de�niscono al meglio que-

1

sto spazio espositivo, aperto solo tre anni fa, dove si dà maggiore visibilità agli artisti emergenti. Alcuni nomi: Andrea Boltro, Salvatore Saccà, Liliana De Tomaso, Antonello Gurrado, Katherine Wreight e la stessa Loredana Albanese. È questo il punto di forza che Loredana sottolinea: “incon-

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Antonello Gurrado “Central Park” Tecnica mista su tela, cm 100x120

2)

Loredana Albanese “Attraverso il vetro” Olio su tela, cm. 70x100


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3)

Salvatore Saccà “Conosco una città che ogni giorno si riempie di sole” Olio su tela, cm 100x100

4)

Andrea Boltro “Se io ti capissi” Olio su tela cm 80x80

trare gli artisti è fondamentale per il collezionista, solo così si apre un rapporto di piena �ducia nei confronti dell’arte e del gallerista, deve esserci scambio di idee, confronto...” Il collezionista, dal canto suo, trasferisce nell’acquisto le sue esperienze, la sua formazione culturale, la sensibilità; per

questo è importante visitare gallerie, musei, pinacoteche, per affinare il gusto, riconoscere un bravo artista. A questo proposito, la galleria ha sempre cercato di selezionare giovani promettenti, nella convinzione che il futuro dell’arte sia nelle loro mani, senza tuttavia dimenticare che sono


164 LINEA D’ARTE

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anche un investimento sicuro per molti collezionisti. Per questo motivo si propongono in occasione delle Fiere dell’Arte una nutrita schiera di emergenti. “Due o tre mostre all’anno nella mia galleria sono personali dedicate ai giovani”, afferma la gallerista, che non ha rimpianti per nomi altisonanti, ma che ha trattato artisti di tutto rispetto come: Gianni Testa, Pietro Piccoli, Ernesto Portas, Valeri Turasov, Vittorio Maria Di Carlo. Loredana confessa una grande passione per l’arte di Jenny Seville, “mi piace la sua pittura

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così poco convenzionale, appassionata. Tuttavia è chiaro che preferisco essere me stessa, la mia vocazione è forte e credo questo sia evidente nei miei dipinti”. Alla domanda su cosa faccia di ogni mostra un successo, risponde candidamente:” il pubblico, certo, ma purtroppo anche la critica, una frase poco lusinghiera può decretare il successo o l’insuccesso”. Vero, una buona critica, un buon catalogo, una recensione, sono fondamentali per lanciare il proprio spazio espositivo, ma è necessario anche un lavoro condotto con professionalità e

competenza da parte del gallerista, doti che Loredana Albanese possiede senza dubbio! Linea d’Arte Via De Rossi, 83 (ang. Via Putignani) 70124 Bari - Italy Tel. 347 7607401 www: lineartebari.com e-mail: ellealba@libero.it

STAND 41-42

5)

Loredana Albanese “Red shoes” Olio su tela, cm 80x80

6)

Katherine L. Wright “Nostro piacere” Acquerello


165 RISTORANTE DA FRANCESCO

RISTORANTE “DA FRANCESCO”

Atmosfere da sogno

“I

l ristorante è una passione che ho sempre avuto inebriandomi di quell’atmosfera e dei suoi effluvi �n dall’adolescenza e la giovinezza”. La ristorazione come pulsione irrefrenabile dunque per Ferdinando Del Carlo, per la verità instillata nel dna da papà Francesco di cui ricorda con nostalgica malinconia i 35 anni di ristorazione in quel locale all’inizio del Viale dei Tigli che sei anni fa ha rilevato, ristrutturato stravolgendone completamente l’indirizzo. “Volevo un ristorante che mantenesse la tradizione versiliese,

ma abbinata ad una certa originalità vuoi nell’arredamento, nei tovagliati, nella mise en place e nei piatti stessi, che restano in carta non più di un mese un mese e mezzo, sull’onda di quanto raccolto nei miei viaggi alla scoperta di nuovi mondi e frequentando i più rinomati ristoranti del mondo”. Altra passione sottesa alla prima dunque è quella dei viaggi, di esperienze innovative e della scoperta in genere, condivisa con la moglie Fiorella, avvocato di professione, ed animata dalla stessa curiosità enorme. Quest’aura avventurosa e romantica ad un tempo pervade Ferdinando e Fiorella a tal punto che si sono giurati eterno amore nell’incanto delle Isole Fiji. In tutto questo ci piace pensare abbia in�uito l’aria particolare che si respira in Versilia ed a Viareggio in particolare, una terra unica affacciata sul Mar Tirreno, fatta di mare e di vento, abitata da persone abituate a mettersi in gioco sempre e comunque, quasi per una s�da ancestrale. “Volevo un ambiente amicale, che tutelasse la riservatezza dei clienti amanti della buona cucina e nel contempo li facesse sentire a casa propria.” Ed in effetti l’ambientazione

calda ed accogliente suggerisce atmosfere soltanto sognate vuoi per il calore dei rivestimenti in legno, la luce soffusa di candelabri e lampadari discreti, la raffinata eleganza dei tovagliati, la ricchezza dei coperti che presagiscono un servizio inappuntabile, garantito anche dalla comodità delle sedute e dalla spaziatura tra i tavoli. Sugli scaffali della parete di fondo fanno bella mostra di sé etichette di prima grandezza del panorama enologico italiano e non, assieme ai crù più blasonati ed agli champagne più nobili. Casse di simili nettari si intravedono anche in una sala contigua, da cui l’occhio spazia in una moderna ed attrezzatissima cucina, il regno degli Chefs Emanuele Borelli, Luca Bini, Marco Maccioni e di papà Francesco che cura la pasticceria del locale con la professionalità e l’amore di sempre. “Da noi si può mangiare dalle 12 �n dopo la mezzanotte – dice il Nostro con orgoglio e soddisfazione giusti�cati – con un menu alla carta variato periodicamente secondo la stagionalità e le nostre esperienze di viaggio, degustando altresì più di 200 etichette di bianchi e rossi italiani e non, oltre ad una sessantina di champagnes”.


Ambiente ideale per colazioni di lavoro, per trascorrere serate con amici, senza trascurare la riservatezza della clientela. La sera, il tutto arricchito da un’accurata selezione musicale.

Viale dei Tigli, 15 - Viareggio - Tel.0584 - 3845330


167 SANDRO SANTIOLI

I NUDI DI SANDRO SANTIOLI

L

’ultimo lavoro del mio amico Sandro Santioli, NUDI, mi dà grande piacere e gioia. Dimostra ancora una volta l’eccezionale abilità dell’artista nel lavorare con una varietà di soggetti. Ciò che ho trovato nei poetici paesaggi e nelle astrazioni naturali di Sandro, il riuscire a trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario, riesco a vederlo di nuovo, con mio sommo piacere, nella sua idea della forma femminile. Ciò che egli esplora e scopre è molto più difficile da raggiungere rispetto a quanto potrebbe sembrare in apparenza. Anch’io ho fotografato nudi e capisco la s�da. Comincia una sessione, alzi gli occhi e vedi il soggetto pronto di fronte a te, qualche volta qualcuno che non conosci neanche. All’inizio senti l’ansia diventare meraviglia ed eccitazione, che devono essere incanalate nel processo creativo. Guardi come si muovono, osservando da vicino per catturare la loro grazia e la loro bellezza. Lavori con la luce e l’ombra, con il colore e la forma ed in�ne sei trasportato dal tuo istinto di fotografo. Allora

comincia il lavoro. Sandro è gentile, premuroso e delicato nel suo approccio. C’è un aura di mistero. La modella rimane anonima e persino quando un viso viene mostrato, è nell’ombra. Le spiegazioni sono lasciate all’immaginazione: il tatuaggio sul braccio, il segno di un amore �nito da tempo oppure semplicemente un disegno interessante, l’audacia di un triangolo pubico dalla forma perfetta, labbra desiderose di essere baciate, i fotogra� sono sensuali senza essere sessuali. Non intendono stuzzicare, titillare o evocare fantasie, ma piuttosto ispirare la contemplazione e portare un piacere estetico. I disegni e le forme sono coerenti con il suo approccio al paesaggio ed egli è un vero maestro in quel genere. Queste immagini sono dei magni�ci paesaggi femminili piuttosto che dei nudi. Ogni cosa, su cui Sandro punta la sua macchina fotogra�ca, acquisisce una speciale luminosità.. Douglas Kirkland


168 SANDRO SANTIOLI

S

andro Santioli è noto al mondo della fotogra�a per i suoi sontuosi ritratti del paesaggio toscano: linee, colori, vedute di ampio respiro, prospettive en plein air.... una celebrazione visiva e goduta della sua Terra, che ne trasmette un pieno innamoramento. Nello stesso modo, con la grande antologia di immagini di Color’s of the Earth, Santioli ha fotografato il Mondo: climi e Paesi diversi; deserti, foreste, laghi, mondi anche molto lontani riuniti in un atlante di immagini che, con una propensione verso un certo astrattismo della composizione, ancora una volta celebra la bellezza e il fascino della natura agli occhi di chi la osserva. Restituendo questo piacere agli spettatori delle proprie immagini. In questa nuova ricerca Santioli si misura con un genere del tutto diverso, il nudo. E se inizialmente può sorprendere il netto

cambio di tema e di campo, si rivela poi uno sguardo immutato che dal paesaggio è traslato al corpo con intatte facoltà visive. Così come nelle sue vedute di natura, il terreno si fa texture geometrica e cromatica di un’immagine che raffigura sì quel luogo ma che sussiste anche come composizione altra e a sè stante, nei nudi il corpo, pur benevolmente celebrato nella sua bellezza e plasticità, sembra prestato alla visione del fotografo nella funzione di “terreno di scrittura”. La modella, ed il corpo femminile in senso più generale - così come accade anche per i luoghi reali nei paesaggi - sono rappresentati nella propria valenza di “spazi di rappresentazione”. Ancora una ricerca di linee e prospettive che avvolgenti si intrecciano ricomponendosi in un nuovo paesaggio di tonalità cromatiche che nella rappresentazione fotogra�ca vanno ad articolare

l’immagine. Non è casuale che il volto delle modelle, emblema della persona e dell’individualità, resti fuori dall’inquadratura, non è privo di signi�cato che molti dei corpi raffigurati portino su di sè proprio il segno di una scrittura: un tatuaggio, il ri�esso di un’ombra, o semplicemente una piega della pelle che diventa linea visiva nell’immagine. Santioli fotografa il corpo con una visione che è insieme partecipata e universalizzante, che esprime un profondo amore per il corpo femminile come ”luogo armonico di natura”. Paola Riccardi

Photo Atelier di Sandro Santioli Via Romita, 14 50025 Montespertoli (Fi) Tel. e Fax 0571 670430 website: www.sandrosantioli.com info@sandrosantioli.com

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169 PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEA

GALLERIA PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEA

Direttore responsabile: Ing. Marco Golzi

L

a Galleria Proposte d’arte Contemporanea si trova a due passi da Piazza Duomo a Pietrasanta, località famosa per essere il centro della più spettacolare produzione scultorea internazionale. Qui infatti lavorano e vivono, per gran parte dell’anno, rinomati artisti che catturano l’interesse del pubblico di mezzo mondo. Il luogo dell’arte per eccellenza si caratterizza per altrettanti prestigiosi spazi, quelli espositivi, sia pubblici che privati, che in questa città hanno contribuito a diffondere l’arte e la cultura. L’ingegnere Marco Golzi ci accoglie nella sua elegante galleria, alle pareti �rme prestigiose della scena internazionale. Qual è il primo ricordo legato all’arte? Ricordo perfettamente che nel lontano 1968 mio padre mi mandò a Milano nello studio del pittore Cassinari ad acquistare un quadro ad olio dal titolo “Ragazza con collana”. In quell’occasione rimasi affascinato dall’artista e dalle opere presenti nello studio. Capii che quel mondo sarebbe diventato il mio, magari con una prospettiva diversa, quella del collezionista e gallerista. Quando ha incontrato l’arte contemporanea?

Ho avuto la fortuna di avere un padre ed una madre appassionati di arte; negli anni ’60 in famiglia si amava discutere di cose d’arte, era una vera passione per tutti noi. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? Nel 2000 ho ceduto la mia precedente attività ed ho aperto una galleria a Pietrasanta: da quel momento mi sono dedicato all’arte a tempo pieno. Ho avuto coraggio! Quali sono stati i primi acquisti? Ho avuto la fortuna di possedere una collezione di famiglia decisamente completa, la presenza di artisti della Pop-Art di Piazza del Popolo a Roma ha avuto un ruolo determinante, le prime collettive nella mia galleria sono state proprio dedicate a questi autori, con dipinti in particolare di Schifano, Angeli e Tano Festa. Da più parti si sente affermare che è conveniente collezionare l’arte giovane. Come si riconosce un talento da un imbrattatele? Bisogna avere molta esperienza che si consegue solo anni di lavoro. Una volta imparate le “strutture” fondamentali dell’arte si può pensare di saper riconoscere

un buon lavoro da uno insigni�cante; in ogni modo è questione di allenamento, di “occhio”, nel senso che si distingue un artista improvvisato da quello veramente capace di esprimere emozioni. Quali sono le tecniche artistiche che preferisce? Quali le


170 PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEA

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più richieste dai collezionisti? Sono ancora legato alle tecniche tradizionali come la pittura ad olio su tela, ma non disconosco l’interesse crescente da parte dei collezionisti alle tecniche miste e collages su carta. Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento? Nel frequentare assiduamente le aste internazionali (Sotheby, Christie, Finarte) e sopratutto le numerose �ere dell’arte presenti in Italia. Qual è il collezionista ideale? Quello che tra tutti gli artisti presenti in galleria, sceglie colui che più lo affascina e che meglio riesce a dialogare con le proprie emozioni. Se fosse artista chi le piacerebbe essere? Renè Magritte, ritengo la sua opera straordinariamente innovativa, non convenzionale. Quale artista vorrebbe acquistare per la sua collezione? (senza limiti di budget) “L’empire de lumiere “ di Magritte, un quadro sconvolgente. L’affare sfumato che ancora

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oggi rimpiange? Mi proposero molti anni fa un Campigli enorme (2m x 1,50) ad un prezzo ridicolo, perché sprovvisto di autentica e da molti giudicato falso. Fu acquistato da un privato e autenticato dal �glio di Campigli. Oggi quel quadro ha un valore enorme. Artisti italiani che non è riuscito a trattare nel suo spazio? Fabrizio Plessi e Francesco Lo Savio. Come fa una galleria a rimanere nel tempo un luogo di riferimento importante? Mantenendo uno “standard” di opere molto elevato e soprattutto riuscendo a tenersi al riparo dai molti falsi che circolano nel nostro mercato. 3 Proposte d’Arte Contemporanea Ing. Marco Golzi Via Barsanti, 18 55045 Pietrasanta (Lu) Tel. 0584 70407 Cell. 329 3032661 website: www.propostedarte.com

STAND 3

1)

Remo Brindisi “Venezia” - 1958 Olio su tela, cm 80x90

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Crippa “Labirinto” - 1950 Olio su tavola, cm 70x100

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Lucio Fontana “Madonna con bambino” Ceramica colorata, bianca-blu cm 40,5x21x11


RENZO MAGGI

Galleria di riferimento: Proposte d’Arte Contemporanea Via Barsanti, 18 55045 Pietrasanta Tel. 0584 70407 STAND 3

Studio: Via S. Bartolomeo, 39 55045 Pietrasanta Tel. 335 8042309 info@renzomaggi.it www.renzomaggi.it


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GALLERIA RESTARTE

Direttore Responsabile: Cosimo Resta

I

l primo ricordo legato all’arte? Risale all’infanzia, alle ore passate a osservare mio nonno che dipingeva nel suo studio… Mi incuriosivano i personaggi e le storie che prendevano vita sulla tela bianca e il suo modo di mischiare i colori. Ancora adesso è uno dei ricordi più belli. Quando ha incontrato l’arte contemporanea? Il lavoro come responsabile della formazione di Art Promoter in ART’È è stato certamente fondamentale per ampliare le mie conoscenze anche se già negli anni precedenti avevo seguito con costanza e passione il mondo dell’arte contempora-

1

nea. Frequentavo spesso gallerie e musei. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? Attraverso un’unica condizione: la passione per l’arte. Arriva un momento infatti, in cui non basta avere una bella collezione, ti rendi conto che non sei tu a condurre il gioco ma è l’arte stessa a farlo e allora decidi di dedicarle tutto e di fare in modo di comunicarlo agli altri. Quali sono stati i primi acquisti? Concetto Pozzati, Alberto Sughi, Salvatore Fiume, Francesco Messina. Come si orienta nei confronti degli artisti emergenti?

2

È importante a mio avviso non escluderli a priori, ma è altrettanto vero che nel mercato di oggi, in cui è fondamentale investire su un artista per avere maggiori garanzie di successo, è necessario essere molto selettivi. Un esempio nella mia Galleria è

1)

Raffaele Minotto “Interno con cane”, 2007 Olio su tela, cm 75x75

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Frisoni “Mareggiata”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 60x80

3)

Frisoni “Controluce”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 60x80


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Davide Frisoni: è un pittore su cui ho puntato molto e che sta avendo enorme successo. Come si riconosce un talento da un imbrattatele? Dalla sua “riconoscibilità” tecnica e artistica. Come può una galleria sostenere i giovani? Dando loro l’opportunità non solo di fare mostre ma di crescere come artisti. È il gallerista che cerca l’artista o viceversa? Nel mio caso è il gallerista che cerca l’artista. Come de�nirebbe la sua collezione sul fronte delle recenti acquisizioni? È una collezione di personalità che hanno reso il secolo scorso artisticamente irripetibile. Se dovessi de�nirla, direi tra il geniale e il provocatorio. Quali sono le tecniche artistiche che preferisce? Quali le più richieste dai collezionisti? Amo la sperimentazione unita al

supporto classico della tela, mi affascina molto l’accostamento tra modernità e tradizione, anche se devo dire che un’opera acquista un signi�cato al di là della tecnica usata. Per quanto riguarda i collezionisti sono orientati verso l’olio su tela e la scultura in bronzo. Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento? Innanzi tutto, mai come oggi investire nell’arte si dimostra essere operazione consigliabile e vantaggiosa: in questo particolarissimo momento storico in cui veri�chiamo giornalmente il progressivo “impoverimento del denaro”, tutto ciò che comperiamo costa troppo e quasi nulla ci rimane a differenza dell’investimento artistico. Personalmente proporrei al futuro collezionista di affidarsi a un buon gallerista che sappia consigliarlo. Qual è il collezionista ideale? Il collezionista ideale non si fer-

ma alle opere che vede in galleria, si informa in merito all’artista, al suo percorso artistico e soprattutto commissiona egli stesso opere al pittore di interesse. In pratica deve essere un “mecenate” che sappia anche essere selettivo. Se fosse artista chi Le piacerebbe essere? Di sicuro Piet Mondrian: è stato un reale punto di svolta nell’ambito dell’arte contemporanea, ha dimostrato che linee e colori, nella loro apparente semplicità sono �nalizzate alla bellezza come entità spirituale e complessa.

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Walter Materassi “Mirror Miracle”, 2006 Olio su tela, Ø 70 cm

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Walter Materassi “Night �ight”, 2007 Olio su tela, Ø50 cm


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Quale artista vorrebbe nella sua collezione? (senza limiti di budget) Monet, mi ha sempre emozionato. L’affare sfumato che ancora rimpiange? Potevo comprare un’opera di Emilio Tadini e non l’ho fatto. Artisti italiani che non è riuscito a trattare nel suo spazio? Nessuno, quelli che mi interessavano li ho esposti. Il luogo dell’arte per eccellenza? Bologna. Che immagine volete dare della vostra galleria? È una galleria fresca e giovane. Cosa fa di una mostra un successo? La professionalità.

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Quanto sono importanti le �ere dell’arte? Importantissime. Ti permettono non solo di avere nuovi contatti e un’ottima pubblicità ma anche di vedere come si evolve il mercato dell’arte confrontandosi con altre gallerie.

Restarte Via G. Grabinski, 2f - 40122 Bologna Tel. 051 265274 - Fax 051 2914477 website: www.restartegalleria.it info@restartegalleria.it

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Davide Frisoni “Luci nel blu”, 2007 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 200x160

7)

Davide Frisoni “Alba dorata”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 40Xx50

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Peter Demetz “Sul Ponte 1”, 2008 Legno di tiglio cm 45,5x37,5x13,5


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SPIRALE 2000

di Massimo e Marina Ferrarotti

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el 1967 per esplicito desiderio di alcuni pittori e facoltosi industriali milanesi, nasce “ La Spirale”. Nella parte più suggestiva del-

la Milano degli artisit, in quello che viene de�nito “Cortile dei Pittori”, inizia la favola di Franco Ferrarotti, sapiente direttore dello spazio e stampatore

1) A. Warhol “Hans Christian Andersen” Opera unica su carta (1987) (screenprint) cm 101,6x101,6

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178 SPIRALE 2000

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179 GALLERIE

di quella che in breve diventerà una delle più importanti stamperie italiane. La collaborazione con i più importanti artisti nazionali negli anni Settanta, da inizio alla realizzazione di opere gra�che destinate, da principio, al mercato milanese, poi estese a livello nazionale. Maestri come: Morlotti, Cascella, Ajmone, Cassinari, Brindisi, crescono con la stamperia e gradualmente conquistano la simpatia di pubblico e collezionisti. Negli anni Ottanta inizia l’organizzazione della rete di vendita su tutto il territorio nazionale con tirature in esclusiva per le più importanti aziende italiane, quali: Olivetti, Mondadori, Walt Disney. Contestualmente cresce la collezione di opere uniche destinate all’organizzazione delle mostre presso le più accreditate gallerie italiane clienti della Spirale.

2)

A. Warnol “Camou�age” Opera unica su carta (1987) (screenprint), cm 96,5x96,5

3)

Giampaolo Talani “Partenza notturna” Olio su tavola, cm 30x60

3


180 GALLERIE

La galleria si è dedicata con grande attenzione ai percorsi delle nuove forme d’espressione e alla �gura del fondatore, Franco Ferrarotti, si sono avvicendati i �gli Massimo e Marina, che costituiscono un punto di riferimento per un mercato dell’arte sempre in espansione. La Spirale, con la nuova denominazione di Spirale Duemila, si propone con collaborazioni attive per sostenere quella distribuzione capillare di gra�ca e pezzi unici che da sempre costituisce il pro�lo qualitativo del lavoro della galleria. Nello speci�co, le proposte riguardano: − vendite dirette a gallerie e distributori,

4) Giampaolo Talani “Cercatori di pesci” cm 80x40

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5) Giampaolo Talani “La partenza” Olio su tela, cm 30x60


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conto deposito per gallerie selezionate e sostenute da rapporto di lavoro continuativo, − organizzazione mostre personali e collettive di artisti contemporanei con supporto pubblicitario e allestimento espositivo, − partecipazione a Expò d’Arte e ad eventi di rilevanza nazionale, − valutazione opere dei maestri contemporanei, − realizzazione di opere di gra�ca per gallerie, gruppi �nanziari, società, − realizzazione di cataloghi per artisti. La galleria è inoltre interessata all’acquisto di opere uniche di grandi maestri del Novecento.

Spirale 2000 Via Marradi, 1 - 20123 Milano 51016 Montecatini Terme (Pt) Tel. 02 878827 - Fax 02 86454241

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Ugo Nespolo “Ex libris” cm 67x49x6


184 SPIRALE 2000

7) Ugo Nespolo - “El museo” - Intarsio su legno, cm 30x40

8) Maurizio Biondi - “Opium 61” - Olio su tela, cm 80x100


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