25ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (verde) 18 SETTEMBRE 2011 miei pensieri non sono i vostri pensieri». Anche oggi celebriamo l’amore misericordioso del Padre che è buono e giusto verso tutti. Egli ha mandato suo Figlio, Gesù Cristo, per la salvezza di tutti. Spesso ci appropriamo indebitamente di questo atto estremo di amore e riconduciamo il modo di agire e di pensare di Dio alle nostre logiche. Gesù, oggi, ci dice che una fede così non può funzionare, non serve a niente. Siamo sempre portati a “pesare” i nostri meriti, a mettere in evidenza quello che abbiamo fatto per Gesù, per la parrocchia, per gli altri, quasi a pretendere in cambio la salvezza, come se fosse un nostro diritto. Occorre porsi in un’altra prospettiva, quella del vero discepolo, di chi cioè sa riconoscere la gratuità del perdono di Dio avvenuto in Cristo e il valore infinito della croce e risurrezione di Gesù, luogo della nostra riconciliazione. L’Eucaristia che celebriamo è un atto di liberazione: dai nostri pregiudizi verso gli altri, da una visione rimpicciolita della fede, degli slanci di carità, di bontà. Dio ha le sue strade, i suoi sentieri, i suoi modi di agire che mettono in crisi quello che noi vorremmo fare, essere e proporre.
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I
ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
«Io sono la salvezza del popolo», dice il Signore, «in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre». Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, «giusto è il Signore in tutte le sue vie». Apriamo i nostri cuori al perdono e alla riconciliazione. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, tu che sei la via al Padre, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, tu che sei la Parola del Padre, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, tu che ci chiedi di essere generosi verso il prossimo, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen
INNO DI LODE Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace
in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Cel. O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure Cel. O Padre, giusto e grande nel dare all’ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all’intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen
SECONDA LETTURA La prima lettura contiene l’invito a cercare il Signore oggi, mentre egli ci dona la sua grazia, nella consapevolezza che il suo modo di agire è completamente diverso dal nostro. C’è una distanza infinita tra le vie di Dio e i nostri percorsi di vita. La seconda lettura contiene un significato mistico: per Paolo, vivere è già fare l’esperienza di Cristo, essere cioè in comunione di fede e di amore con lui. Dunque, il morire gli sembra un grande guadagno perché accorcia la distanza dal Signore della vita. Da qui l’invito rivolto ai cristiani a vivere secondo il Vangelo. Il Vangelo, attraverso la parabola del padrone di casa, offre una stupenda lezione sullo stile di Cristo e sull’amore misericordioso e infinito del Padre. Nessuno può appropriarsi della salvezza che è donata a tutti liberamente da Dio. PRIMA LETTURA Seduti Dal libro del profeta Isaìa (55,6-9)
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 7L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. 8Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. 9Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio 6
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 144)
Rit. Il Signore è vicino a chi lo invoca
Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la Rit. sua grandezza. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit. Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. Rit.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (1,20c-24.27a) Fratelli, 20cCristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. 27a Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo. Alleluia.
VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo
(20,1-16)
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4 e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. 5 Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6 Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7 Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. 8 Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9 Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12 “Questi ultimi hanno lavorato un’ora sol-
tanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13 Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, chiediamo al Signore Gesù la grazia di vivere in modo degno del suo Vangelo. Lettore Diciamo con speranza: Ass. SIGNORE, APRI I NOSTRI CUORI! 1. Perché la Chiesa annunci sempre con libertà e gratitudine la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, nostra speranza e salvezza. Preghiamo. 2. Perché la pace, frutto della giustizia, regni tra tutti i popoli della terra. Preghiamo. 3. Perché, come l’apostolo Paolo, sappiamo
essere discepoli innamorati di Gesù Cristo e dispensatori della sua grazia. Preghiamo. 4. Perché la nostra fede si liberi da ogni chiusura e formalità, e il Signore ci conceda di annunciarlo a tutti. Preghiamo. 5. Perché l’Eucaristia che celebriamo sostenga le nostre famiglie e comunità nella ricerca dell’unità e nella pratica della carità. Preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, buono e misericordioso verso tutti: apri i nostri cuori affinché lo Spirito Santo ci doni una visione più profonda del tuo amore e di noi stessi. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Accogli, o Padre, l’offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO DELLE DOMENICHE II Il mistero della redenzione È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Nella sua misericordia per noi peccatori egli si è degnato di nascere dalla Vergine; morendo sulla croce, ci ha liberati dalla morte eterna e con la sua risurrezione ci ha donato la vita immortale. Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode.
MISTERO DELLA FEDE Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Alla presenza di Gesù, pane della vita, diciamo con gioia: Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. Cristo è la nostra vera vita, nel suo nome, scambiatevi un segno di pace.
CANONE CANTATO Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: non vi turbate. Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: abbiate fede in me.
FRAZIONE DEL PANE Cel. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Gli ultimi saranno primi, e primi gli ultimi», dice il Signore.
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica di Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Gesù è il Signore: nel suo nome, andate in pace! Ass. Rendiamo grazie a Dio
San Gennaro
19 settembre
Gennaro era nato a Napoli, nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. Nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio. Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Gennaro, saputo dell’arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio, informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche e Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi. Tuttavia, durante i preparativi, il proconsole Dragonio si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri. Si racconta che una donna di nome Eusebia riuscì a raccogliere in due ampolle (i cosiddetti lacrimatoi) parte del sangue del vescovo e conservarlo con molta venerazione; era usanza dei cristiani dell’epoca di cercare di raccogliere corpi o parte di corpi, abiti, ecc. per poter poi venerarli come reliquie dei loro martiri. La liquefazione del sangue è innegabile e spiegazioni scientifiche finora non se ne sono trovate, come tutte le ipotesi contrarie formulate nei secoli, non sono mai state provate.
Vivere è Cristo L’apostolo Paolo non solo appartiene a Cristo, come uno schiavo, ma si sente immedesimato con Cristo (cf. Gal 2,20). Egli è un prigioniero di speranza, della Parola. Anche se la morte lo conduce alla vera vita in Cristo pienamente realizzata, per il bene dei suoi figli, egli è disposto ad accettare questa vita con tutte le sue sofferenze. Paolo ha compiuto il suo cammino: non ha più pensieri umani o preoccupazioni. Egli è rivolto completamente al Signore. In Fil 1,21-24 troviamo una pagina del diario dei sentimenti di Paolo. Sono sentimenti che passano nel suo animo di prigioniero. Vita e morte sono messe a confronto e di entrambe sono valutati i vantaggi e gli svantaggi. Paolo parla di sé tenendo lo sguardo rivolto verso Cristo. Il discorso di regge su una serie di parallelismi: morire-andare; vivere nella carne-rimanere nella carne; frutta lavoro-per il vostro bene; essere con Cristo-vivere Cristo. Il “vivere” è soggetto, “Cristo” è il predicato. L’accento è posto sul predicato: Cristo è già la vita, ma in una forma imperfetta; morire è entrare nella pienezza della vita di Cristo. La frase vivere è Cristo prepara all’essere con il Cristo. La prima fase riguarda il presente; la seconda il futuro. La morte è concepita come un aumento, una maggiorazione, un di più in quanto Cristo è causa della vita. Per Paolo, dunque, vita e morte non sono un’alternativa: prevalga l’una o l’altra il risultato non muta. Cristo è la vita di Paolo. La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica e testi musicali di Boutros Naaman.