3ª DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A (viola) 15 DICEMBRE 2013
«
S
i rallegrino il deserto e la terra arida». Il profeta Isaia sembra dirci, quest’oggi, che anche la terra gioisce per la venuta del Messia. L’invito alla gioia nasce in un contesto di grande sofferenza e di prova: si può sperare quando si è sopraffatti dal nemico? Si può gioire o avere fiducia nel prossimo e in Dio quando si vive fuori dalla propria terra? La parola di speranza è un invito a non diventare vittime del male. La voce del profeta Isaia è quasi un canto senza fine che raggiunge le profondità della terra e del cielo. Per questo motivo, il deserto e la terra arida devono rallegrarsi: perfino la steppa fiorirà. C’è un sottile gioco di parole tra terra arida-bruciata e il nome stesso di “Israele”, che appunto significa terra arida. Anche il nome di Adamo rinvia a ciò che appartiene alla terra ed è bruciato, arso dal sole, arido, senza vita. D’altronde, Dio soffiò nell’uomo l’alito della vita, ruah, e Adamo divenne un essere vivente. Il Natale, dunque, alla luce della prima lettura di questa domenica, è l’inizio di una nuova creazione: Cristo rinnova tutte le cose. La sfida, da parte del credente, è grande: egli deve gioire e sperare mentre vive in cattività. Cantare con gioia e con giubilo nell’attesa che il deserto fiorisca.
COLLETTA ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Dio della gioia e della pace, che ha manifestato la sua gloria in Cristo Gesù, e ha effuso lo Spirito Santo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, la festa del Natale è vicina: liberiamo i nostri cuori da ogni paura e angoscia. Gesù viene a salvarci! (Breve pausa di silenzio) Cel. Pietà di noi, Signore. Ass. Contro di te abbiamo peccato Cel. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ass. E donaci la tua salvezza Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà Non si dice il Gloria
Cel. Guarda, o Padre, il tuo popolo, che attende con fede il Natale del Signore, e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo.. Ass. Amen Oppure: Cel. Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore il nostro cammino incontro a colui che viene e fa’ che, perseverando nella pazienza, maturiamo in noi il frutto della fede e accogliamo con rendimento di grazie il vangelo della gioia. Per il nostro Signore... Ass. Amen
La prima lettura ci inserisce nella grande profezia per il popolo d’Israele: Dio porterà la salvezza ai suoi eletti. I segni di questa liberazione messianica sono concreti: il ritorno dall’esilio, la guarigione fisica, la risoluzione di conflitti sociali e familiari, la fine degli empi… La seconda lettura ci esorta ad avere grande pazienza e fiducia nel momento della prova e della tribolazione: il Signore è vicino. L’immagine usata dall’apostolo è quella dell’agricoltore: la sua attesa non è passiva, bensì carica di frutti, di certezze. Il Vangelo tende a raffigurare Giovani il Battista e Gesù: il paragone non regge. Il figlio di Elisa-
betta è semplicemente la «via» che prepara la strada al Messia, la «voce» che grida nel deserto. Eppure Gesù rivaluta molto questo profeta: egli si distingue per la sua capacità di ascolto, per il coraggio con cui affronta la sua missione. Certo, il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni. PRIMA LETTURA Seduti
Dal libro del profeta Isaìa (35,1-6a.8a.10)
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. 2Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. 3 Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. 4Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». 5Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. 6aAllora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. 8aCi sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. 10Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio 1
del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. 8Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. 9Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. 10Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluia.
VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo (11,2-11)
Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. Rit. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Rit. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazioRit. ne in generazione.
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: 3 «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo». 7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. 11 In verità io vi dico: tra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
SECONDA LETTURA
PROFESSIONE DI FEDE
Dalla lettera di san Giacomo apostolo (5,7-10) 7 Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili.
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 145)
Rit. Vieni, Signore, a salvarci
in piedi
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, i miracoli operati da Gesù sono segni della potenza divina che ci permette di gioire per l’avvicinarsi del Regno. Lettore Preghiamo con fiducia: Ass. VIENI, SIGNORE, NOSTRA GIOIA! 1. Per la Chiesa. Perché annunci agli uomini e alle donne del Terzo Millennio la speranza di un mondo migliore trasfigurato nella giustizia e nella pace. Preghiamo. 2. Per tutti gli ammalati. Il Signore Gesù doni loro la guarigione del corpo e dello spirito, e li sostenga nel tempo della prova. Preghiamo. 3. Per i giovani. Perché in ogni momento della loro vita sappiano testimoniare la gioia del Vangelo, la bellezza di una vita trasfigurata dalla pasqua di Cristo. Preghiamo. 4. Per gli sposi cristiani. Affinché seguano l’esempio di santità coniugale vissuta da tante coppie che si sono santificate nelle condizioni ordinarie della vita. Preghiamo. 5. Per i non credenti. Perché possano essere visitati dalla grazia del Vangelo e trovino in Cristo la luce della vita. Preghiamo. 6. Per noi che celebriamo l’Eucaristia. Perché la grazia dello Spirito Santo ci aiuti a
perseverare nella fede e ad attendere con gioia la venuta del Signore. Preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, buono e misericordioso, donaci la grazia di ascoltare ancora la voce dei tuoi profeti, di portare pazienza nelle tribolazioni e di vivere in pace tra di noi e con gli altri popoli. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Sempre si rinnovi, Signore, l’offerta di questo sacrificio, che attua il santo mistero da te istituito, e con la sua divina potenza renda efficace in noi l’opera della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO DELL’AVVENTO II L’attesa gioiosa del Cristo È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Egli fu annunziato da tutti i profeti, la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo con ineffabile amore, Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò presente nel mondo. Lo stesso Signore, che ci invita a preparare il suo Natale ci trovi vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime cantiamo l’inno della tua gloria.
MISTERO DELLA FEDE Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Rinfranchiamo i nostri cuori per la venuta del Signore e diciamo insieme con grande speranza. Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. In questa domenica della gioia, testimoniamo il nostro amore per Gesù: scambiatevi un segno di pace.
CANONE CANTATO Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: non vi turbate. Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: abbiate fede in me.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Andate e riferite ciò che avete udito e veduto: ai poveri è annunziata la buona novella».
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. O Dio, nostro Padre, la forza di questo sacramento ci liberi dal peccato e ci prepari alle feste ormai vicine. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Ass. Amen Figlio ✠ e Spirito Santo. Cel. Gesù è il Messia che viene a liberare il suo popolo: andate in pace! Ass. Rendiamo grazie a Dio Attualizzare la Parola Il Vangelo della gioia è Gesù Cristo: sono capace di ricondurre a lui il mistero della mia vita, così come le piccole e grandi attese? Il Natale è anche la festa della gioia perché Dio condivide con noi il suo progetto di salvezza e di pace: so farmi prossimo a chi è nel bisogno e vive grandi disagi? L’invito ad avere pazienza, ad attendere con fiducia la venuta del Signore, ci impone di non scandalizzarci dinanzi al male e alle prove della vita. Corona d’Avvento Dopo aver acceso il terzo cero, recitiamo la seguente preghiera: O Verbo della vita, mistero di pietà, prodigiosamente ti sei manifestato nella fragile carne di un bimbo: fa’ che annunciamo il Vangelo superando le nostre debolezze. Rendici forti nello Spirito, Chiesa del Dio vivente, instancabili apostoli nel mondo, fino all’attesa della tua manifestazione gloriosa. Amen. Alleluia!
Approfondimenti Il Salmo 145 (146) che la liturgia della Parola di questa domenica ci presenta ha per tema il Dio di Giacobbe, onnipotente e creatore e provvido soccorritore dei bisognosi. È lui che viene a salvarci. Con questo salmo inizia l’ultima raccolta con cui si chiude il salterio, quella cioè dei salmi allelujatici (Sal 146-150), chiamati così per la loro finalità celebrativa delle lodi divine, sia per l’appello liturgico “Lodate Jhwh” (hallelû jah) collocato come titolo all’inizio e alla fine di ogni salmo. Nel Sal 145 è esaltata la fiducia che Israele pone nel suo Dio creatore onnipotente e provvido soccorritore degli ultimi, di tutti gli indigenti. Nei LXX, il salmo è attribuito ad Aggeo e a Zaccaria, ma è probabile che la sua composizione sia alquanto posteriore ai due profeti della restaurazione postesilica. È un inno che esprime la lode e la fiducia. Si è certi che Dio viene a salvarci. Avere fiducia e attendere con speranza Non si può vivere senza la speranza: Dio verrà. È l’invito che l’apostolo Giacomo ci rivolge nella seconda lettura di oggi: «Siate costanti. Ma per quanto tempo? «Fino alla venuta del Signore». La risposta è chiara: «sempre!». Non possiamo vivere nel passato, né arrestare il nostro cammino verso il futuro. La gioia alla quale siamo chiamati ci permette di sperare con fiducia. Qui, effettivamente, il rapporto tra fede e speranza è molto forte. Si tratta di avere come punto di riferimento la certa promessa del Signore che viene. Il cristiano, dunque, è un prigioniero di speranza: sa che il Signore compirà quello che ha promesso. La speranza non indica un atteggiamento passivo innanzi ai fatti della vita. Anzi, richiama alla responsabilità, al dover camminare, agire, al prendere decisioni importanti. Il più grande male vissuto dal popolo d’Israele è stato quello dell’abitudine: nel deserto gli ebrei provarono nostalgia e rimpianto per le cipolle consumate in Egitto. Ci si accontentava del poco, pur di salvarsi la pelle. Dio non pensa così. La speranza è la radice del nostro esistere e vivere. La speranza è il nostro respiro. Non possiamo rimpiangere le sicurezze del passato: Dio ci chiama ad uscire da noi stessi.
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica e testi musicali di Boutros Naaman.