3ª DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C (viola) 3 MARZO 2013 o sono colui che sono». Adonaj, Jhavé, è il nome misterioso dell’Eterno che per sempre si lega al suo popolo. Non si tratta di un Dio che sta sopra la storia della sua gente, bensì dell’Onnipotente che si sporca le mani, che entra nel vissuto dei suoi figli. La Liturgia della Parola di questa domenica afferma chiaramente che il Signore parla attraverso la storia del suo popolo e la dirige. Uno dei primi attributi riconosciuti a Jhavé, è quello di “guida”. Si! Dio è colui che ci guida: avere fede significa lasciarsi guidare da lui, camminare per i suoi sentieri. La rivelazione che ebbe Mosè sul monte Oreb lascia intendere che il Signore è garante della vita e del futuro del suo popolo: perché è un Dio che c’è e che sarà sempre presente in mezzo alla sua gente. L’Eucaristia che celebriamo ci aiuta a rispondere con generosità, gratitudine e fedeltà all’amore misericordioso di Dio che ci ha donato suo Figlio. Possiamo pensare e agire come figli di Dio che confidano nella grazia del Signore più che nelle proprie forze o sicurezze.
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ANTIFONA D’INGRESSO in piedi I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché libera dal laccio i miei piedi. Volgiti a me e abbi misericordia, Signore, perché sono povero e solo. Oppure: «Quando manifesterò in voi la mia santità, vi raccoglierò da tutta la terra; vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre sozzure e io vi darò uno spirito nuovo», dice il Signore. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, Cristo è la nostra roccia, l’acqua della vita: confessiamo i nostri peccati. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, che ci chiami ogni giorno alla conversione del cuore, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, morto per i nostri peccati, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà
Cel. Signore, perdono del Padre, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Non si dice il Gloria
COLLETTA Cel. Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure: Cel. Padre santo e misericordioso, che mai abbandoni i tuoi figli e riveli ad essi il tuo nome, infrangi la durezza della mente e del cuore, perché sappiamo accogliere con la semplicità dei fanciulli i tuoi insegnamenti, e portiamo frutti di vera e continua conversione. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen La prima lettura riprende uno dei testi più importanti della storia della salvezza: la rivelazione di Dio sull’Oreb. La libertà che Jhwh opera è un cammino di liberazione: liberi dalla schiavitù per
camminare alla presenza del Signore. È la grande teofania del roveto ardente: le promesse fatte ad Abramo trovano compimento ora. La seconda lettura ci fa comprendere come la Scrittura sia utile a correggere, ad ammaestrare, a convincere, a formare alla giustizia. Vengono ricordati i fatti dell’esodo come esempio d’insegnamento. Dio parla attraverso la storia del suo popolo. Il Vangelo contiene un invito forte alla conversione: senza questo cambiamento siamo destinati a morire spiritualmente. Gesù utilizza due fatti di cronaca per lanciare la sfida della conversione. Tutti siamo peccatori: se Dio non ci ha colpiti è perché aspetta i frutti che sono il risultato di una vera penitenza. PRIMA LETTURA Seduti Dal libro dell’Èsodo (3,1-8a.13-15)
In quei giorni, 1mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 5Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». 6E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. 7 Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele». 13 Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?” E io che cosa risponderò loro?». 14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». 15 Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri,
Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 102)
Rit. Il Signore ha pietà del suo popolo
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Rit. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità; salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. Rit. Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. Rit. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono. Rit.
SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (10,1-6.10-12) 1 Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, 3 tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, 4 tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. 5Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. 6Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. 10 Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. 11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. 12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Lode e onore a te, Signore Gesù! Convertitevi, dice il Signore, il regno dei cieli è vicino. Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Dal Vangelo secondo Luca
(13,1-9)
Ass. Gloria a te, o Signore 1 In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». 6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, il Signore si è rivelato a Mosè e al suo popolo come il Dio dell’alleanza: apriamo i nostri cuori alla supplica fiduciosa. Lettore Diciamo con fede: Ass. PADRE BUONO E MISERICORDIOSO, ASCOLTACI! 1. Perché, attraverso l’annuncio coraggioso del Vangelo, le Chiese siano un segno concreto dell’amore di Dio per le genti e per i peccatori. Preghiamo. 2. Perché in questo tempo di Quaresima ci disponiamo all’ascolto sincero della Parola di Dio e ci rendiamo disponibili alla conversione del cuore. Preghiamo. 3. Perché le nostre famiglie siano luoghi autentici di comunione, di preghiera, di perdono. Preghiamo. 4. Perché gli ammalati e gli anziani abbandonati sperimentino la presenza del Signore attraverso il nostro amore. Preghiamo. 5. Perché in ogni situazione di peccato e di fallimento non disperiamo mai della misericordia di Dio. Preghiamo. Cel. O Dio dei nostri padri, tu ci chiami alla conversione e alla riconciliazione: liberaci da ogni forma di discordia e donaci di riconoscerti nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO La via dell’esodo nel deserto quaresimale È veramente giusto benedire il tuo nome, Padre santo, ricco di misericordia, nel nostro itinerario verso la luce pasquale sulle orme di Cristo, maestro e modello dell’umanità riconciliata nell’amore. Tu riapri alla
Chiesa la strada dell’esodo attraverso il deserto quaresimale, perché ai piedi della santa montagna, con il cuore contrito e umiliato, prenda coscienza della sua vocazione di popolo dell’alleanza, convocato per la tua lode nell’ascolto della tua parola, e nell’esperienza gioiosa dei tuoi prodigi. Per questi segni di salvezza, insieme agli angeli, ministri della tua gloria, proclamiamo nel canto la tua lode.
MISTERO DELLA FEDE Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Confortati dalla misericordia di Gesù, cantiamo con gioia. Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. Il Signore è buono e pietoso verso tutti: scambiatevi un segno di amore fraterno. CANONE CANTATO Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: non vi turbate. Vi lascio la pace, vi dò la mia pace: abbiate fede in me.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Se non vi convertirete, perirete», dice il Signore. Oppure: Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi.
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa’ che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Ass. Amen Figlio ✠ e Spirito Santo. Cel. Il Signore viene in mezzo a noi con la sua potenza: andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio
ANNO DELLA FEDE I due pericoli della fede Io credo, sinceramente, che noi tutti, oggi, mettiamo a repentaglio la nostra fede soprattutto per due motivi o atteggiamenti. Il primo consiste nel fatto che abbiamo trascurato o messo completamente da parte la dimensione escatologica della fede: non attendiamo più nessuno, non ci prepariamo ad alcuna manifestazione del Signore risorto. Celebriamo l’Eucaristia e gli altri sacramenti come se tutto fosse già avvenuto. In verità, la forza del cristianesimo nascente è stata proprio l’attesa della parusìa o manifestazione gloriosa del Signore risorto. Siamo sempre più portati a immaginare Gesù nella sua umiltà e povertà, dimenticando invece che egli si rivelerà al mondo come giudice e signore della storia. La nostra fede ha bisogno di slancio, di speranza, di recuperare quella sana inquietudine o tensione che permetteva ai primi cristiani di portare l’annuncio coraggioso e convincente del Signore che viene: Maranathà! Viviamo in una sorta di Chiesa addormentata, addomesticata, che ha messo le sue radici nella storia, e ha dimenticato il suo carattere provvisorio. Se la tensione escatologica non irrora i canali della fede, allora la nostra esistenza di credenti risulta sempre quieta, smorta, insignificante! Il secondo motivo o atteggiamento riguarda il carattere privato della fede: abbiamo scordato, invece, la rilevanza pubblica, sociale o collettiva – direi ecclesiale – del nostro credere. La fede deve contagiare gli altri, va testimoniata: non si può ridurre a un sentire, a un’emozione del momento. Non c’è niente da sentire: chi crede non sente, bensì si mette in ascolto del Signore e prova a raccontare la sua esperienza di fede agli altri. Se la fede resta segregata nell’intimo dei nostri cuori non cambierà certo la storia, né sarà rilevante per la nostra società (Edoardo Scognamiglio). AIUTIAMO LA BUONA STAMPA CCP n.11298809 E. Scognamiglio Convento S. Lorenzo Maggiore - Napoli
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica e testi musicali di Boutros Naaman.