“il doppio” Trasposizione fotografica dei racconti tratti dall’antologia “il doppio” a cura di Masha Di Marco
Progetto fotografico a cura di Luisa D’Aurizio Autori: Chiara Francesca Cirillo, Luisa D’Aurizio, Lucio Inserra 1
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Il progetto fotografico "Il doppio" nasce dall'omonima raccolta di racconti a cura di Mascia di Marco e vede nascere da ciascun testo, grazie all'interpretazione dei fotografi e alla grafia della luce, delle immagini, vere e proprie trasposizioni e reinterpretazioni delle storie riguardanti il tema del doppio: doppia realtĂ , doppi punti di vista, contrasto tra sogno e reale, ambiguitĂ tra apparenza ed essenza.
Fotografie di: Chiara Francesca Cirillo Luisa D'Aurizio Lucio Inserra Progetto fotografico a cura di Luisa D'Aurizio
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BARRIO LUNA foto di Chiara Francesca Cirillo
“Le penne colorate fanno da coreografia all terra secca e alla povertà di tutto quello che c’è intorno” “Lui la passa a prendere sempre nello stesso luogo, lei sale sulla sua macchina per dirigersi allo stesso ALBERGUE TRANSITORIO, il preferito di Juan” “Lui nasconde molto bene il suo sesso sotto l’abito di scena, tutti lo sanno che è un uomo, ma Hacca è per tutti una ragazza come le altre, e nessuno ne parla”
Tratto da “Barrio Luna” di Gisela Fantacuzzi
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L’ULTIMA SIGARETTA foto di Chiara Francesca Cirillo
“La luce crepita ancora. Crrrr… Crrrr… Rimane ad osservarla. Sembra viva ora. Danzante.” “… ad un tratto come smosso da un fulmine, l’uomo asino spalanca gli occhi e si alza. In quello stesso momento il jukebox parte con Diavolo in me di Zucchero. L’uomo asino si porta le mani sulle orecchie e inizia a colpirle ripetutamente.” “Le assicuro che se lei attraversa quella porta, risolverà ogni cosa. Nulla di tutto quello che possiede, e che ora costituisce un peso per lei, la tormenterà più se accetterà di farlo. Sarà tutto un ricordo, anzi semplicemente, non sarà più”
Tratto da “L’ultima sigaretta” di Giuseppe Marino
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NON E’ CHE UN ATTIMO foto di Chiara Francesca Cirillo
“Inizia sempre così: annegando.”
“Questi sono i miei ricordi, la storia di una persona già morta che nessuno piangerà. Questa è l’impronta distorta che ho lasciato sul mondo, scritta a non penna, ma con l’inchiostro indelebile della mia mente.” “Hai fatto bene ad ammazzarla… Almeno ora… C’è silenzio.”
Tratto da “Non è che un attimo” di Michele Cafaro
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RACCONTO DI NATALE foto di Chiara Francesca Cirillo
“La pioggia cadeva con una forza tale che, per proteggersida quel diluvio, più che l’ombrello sarebbe servito uno scafandro da palombaro” “Dove immagini che vadano così di fretta?” “Da nessuna parte. Fuggono. Come sempre, come tutti. Anche se pochi ne sono consapevoli” “Alla fine era andato tutto bene, una trama originale e un buon finale. Doveva essere lieto, e, effettivamente, lo era. Perché allora quella strana e densa malinconia che lo avvolse rapidamente?”
Tratto da “Racconto di Natale” di Tobia Gatti
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A. NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE foto di Luisa D’Aurizio
“Ma A. veniva sempre allontanata dalla postazione di lavoro di suo padre, perché la mamma non voleva che si sporcasse le mani e i vestiti, e perché non lo riteneva un passatempo adatto ad una bambina, che avrebbe dovuto imparare a cucinare, coltivare le piante, cucire e tutto quello che può essere utile nella vita di una futura donna.”
Tratto da “A. nel paese delle meraviglie” di Francesca Grassi
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“Altre donne, invece, finivano spesso per essere solo formalmente
vincolate dal matrimonio: i componenti della coppia vivevano sÏ sotto lo stesso tetto, forse condividevano i pasti e si occupavano dei figli; nel migliore dei casi, continuavano ad essere una coppia per convenienza reciproca. Ed era in queste circostanze che A. si chiedeva quale fosse il senso di sposarsi: rendersi indipendenti dalla famiglia e finire assoggettati poi a qualcun altro per dovere? In quel paese sposarsi era come avere tra le mani un bollettino a lunga scadenza. Prima di quella, il matrimonio era obbligato: da sempre le cose dovevano essere cosÏ.�
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IL MACELLAIO BULGARO foto di Luisa D’Aurizio
“Nell’attesa, prese il coltello tra le dita e cerco di vedervi la sua immagine riflessa. Si trovò stanco. La maschera deformata del suo volto gli rimandava la sensazione di triste e solitario finale di partita”
Tratto da “Il macellaio bulgaro” di Giovanni Cafaro
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“Tornò a guardare davanti a sé e si trovò faccia a faccia che indossava
una maschera bianca che ad un tratto comincio a ridere. Costantino le tolse la maschera e rimase inorridito. La donna non aveva occhi. […]” “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti…”
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LE BAGNANTI foto di Luisa D’Aurizio
“Anna aveva sempre immaginato di passare la sua vecchiaia in una località di mare e questa era una cittadina di mare, ma per qualche misteriosa ragione, non riusciva a captarne i segni tangibili: non sentiva l’odore di salsedine portato dal vento ( nemmeno quando c’è burrasca!) e neppure il rumore sordo delle onde (almeno di notte!)”
Tratto da “Le bagnanti” di Luciana Schiazza
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“…improvviso il desiderio di cadere in quello spazio e stordirmi
con l’assurdo del mondo visto sottosopra” [… li ci riconosceremo, Lucia, ci prenderemo per mano, ci incoraggeremo a vicenda quando sentiremo di averne bisogno…]
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UN RESPIRO foto di Luisa D’Aurizio
Tratto da “Un respiro” di Roberta di Fabio
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LA CAMERA CHIARA foto di Lucio Inserra
“La mia identità sessuale l’avevo sempre ritenuta una certezza fino al suo arrivo, c’era qualcosa in quella ragazza che mi faceva andare fuori di testa. No, io non ho pulsioni omosessuali, mai avute. E quel sogno allora che significava? Si può sapere chi sei?”
Tratto da “La camera chiara” di Lucio Inserra
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LA CAMERA CHIARA foto di Luisa D’Aurizio
Tratto da “La camera chiara” di Luisa D’Aurizio
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NEVE foto di Lucio Inserra
Tratto da “Neve” di Patrick Ottaviano
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“Il Castello era diventato la mia meta quotidiana; avevo rigettato tutti i miei sogni e con la scusa di consegnare curriculum uscivo di casa per recarmi lì, per sentirmi protetta dall’ombra fredda della facciata cadente, dall’albero rachitico e dal rumore delle pietre e dei mattoni che si frantumavano. Era crollato tutto nella mia vita e il Castello non faceva altro che ricordarmelo.”
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SETTE GIORNI foto di Lucio Inserra
Tratto da “Sette giorni” di Paola Righi
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UNA STORIELLA PRIMAVERILE foto di Lucio Inserra
Tratto da “Una storiella primaverile” di Mascia Di Marco
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Nulla atterrisce più di uno specchio una coscienza non tranquilla. dal libro “Sogno (ma forse no)” di Luigi Pirandello
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