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Il gioco dell’oca rossiniano: non solo un’esperienza ludica _ Beatrice Garone pag

Beatrice Garone

Laureata in Educatore nei servizi per l’infanzia - Università di Bologna

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Il gioco dell’oca rossiniano: non solo un’esperienza ludica

Sono un’educatrice neolaureata e vivo a Pesaro, città del noto compositore Gioacchino Rossini al quale è stato dedicato un manufatto davvero pregiato e unico sia dal punto di vista estetico che funzionale. È, infatti, un elemento che decora e arricchisce il nostro territorio anche dal punto di vista culturale oltre che paesaggistico: racconta la storia di vita di un personaggio di spicco a livello storico, culturale e musicale internazionale, mediante un linguaggio semplice, universale e comprensibile a tutti. Il manufatto è un’installazione molto particolare e polifunzionale utile ai cittadini di ogni età. Dedicato ai bambini che possono osservarlo, toccarlo ed esplorarlo consolidando le proprie capacità motorie multi-percettive, pluri-sensoriali, sociali e relazionali interagendo tra loro; utile agli anziani che lo utilizzano come luogo di sosta, per riposarsi, incontrarsi e conversare; funzionale ai ragazzi che si fermano a leggere, a studiare e, nelle giornate di sole, persino agli insegnanti che decidono di svolgere la lezione all’aperto. La forma semicircolare del manufatto favorisce infatti la vicinanza emotiva, affettiva e relazionale tra i ragazzi e l’insegnante, migliorando così l’apprendimento degli allievi seduti mentre l’insegnante si pone al centro in piedi. La seduta rossiniana diviene così luogo di aggregazione e confronto tra generazioni diverse, elemento di inclusione accessibile davvero a tutti essendo ubicato in una zona che non presenta barriere architettoniche di alcun tipo. Credo sia fondamentale educare i bambini, sin da piccoli, alla bellezza. L’arte è il nutrimento della nostra anima e soprattutto in questo periodo particolare abbiamo ancora più bisogno di viverla attivamente, ma soprattutto liberamente. Quale luogo migliore per educare al senso estetico se non partire dalle nostre città? Valorizzare gli spazi urbani ponendo al centro l’infanzia con le sue peculiarità significa considerare i bambini veri cittadini che partecipano alla vita sociale e culturale dei centri abitati e, poiché il gioco è la principale forma di apprendimento per essi, non si può fare a meno di considerare la dimensione ludica nella progettazione degli spazi del nostro territorio non come fine a se stessa, ma contributo fondamentale alla crescita delle future generazioni.

L’intreccio delle vie e delle piazze partecipa in modo incisivo alla definizione della storia e della scenografia urbana, un ideale percorso di sensazioni che dal passato ci rimandano al presente e ci accompagneranno verso il futuro.

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