28.06 — 01.08 2017
Magazine Tutti i festival Le interviste agli ospiti All the festivals Interviews with guests
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Benvenuti a LongLake! Welcome to LongLake! Attraverso il LongLake Festival, la Città di Lugano svolge pienamente il suo ruolo di luogo d’incontro, accogliendo per oltre un mese un pubblico estremamente variegato. Un caleidoscopio di esperienze ed emozioni che quest’anno si concluderà in maniera ideale con la Festa nazionale del primo d’agosto, alla presenza della Presidente della Confederazione Doris Leuthard. Una manifestazione frutto del grande lavoro della Divisione Eventi e Congressi, fra organizzazione diretta e collaborazione con le realtà presenti sul territorio. Una sinergia che è l’immagine di questo evento, all’insegna della voglia di stare insieme. The City of Lugano fully embraces its role as a meeting point through the presentation of the LongLake Festival, by welcoming an extremely diverse audience for more than one month. This kaleidoscope of experiences and emotions will culminate this year with the celebration of the Swiss National Day on 1 August, which will be attended by the President of the Swiss Confederation, Doris Leuthard. The Festival is the result of dedicated work by the Events and Conventions Division, with their direct organisation and collaboration with local groups and associations. A synergy which also represents the image of the event, characterised by the desire to spend time together. Marco Borradori, Sindaco di Lugano Mayor of Lugano
Lugano assume da anni un ruolo attivo nell’organizzazione di eventi, offrendo a cittadini e visitatori un ampissimo ventaglio di proposte per tutte le età e tutti i gusti. Una missione che la Città persegue durante tutto l’anno e che raggiunge il culmine con il LongLake Festival, fra appuntamenti che registrano grandi numeri ed eventi più intimi, con l’alta qualità e il respiro internazionale quali fil rouge irrinunciabili. Esperienze per definizione uniche e irripetibili che fanno di Lugano the place to be. Lugano has been playing an active role in the organisation of events for years, offering its citizens and visitors a wide variety of events to suit all ages and tastes. The City pursues this mission all year round and reaches its peak with the LongLake Festival, offering large as well as much more intimate events, where high quality and an international dimension are an essential common theme. Experiences that by definition are unique, making Lugano the place to be. Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura, Sport ed Eventi, Città di Lugano Head of the Department for Culture, Sport and Events of the City of Lugano
LongLake Festival è la dimostrazione di come una grande combinazione di eventi, intrecciati in un cartellone aperto a generi e pubblici diversi, a turisti e residenti, possa cambiare durante un mese intero il modo di vivere e gustare la città. LongLake Festival shows how a large combination of events, interwoven on a poster and open to different genres andTaudiences, tourists and residents, can change the way of experiencing and enjoying the city for an entire month. IMPRESSUM Magazine 2017 LONGLAKE FESTIVAL Divisione Eventi e Congressi Città di Lugano Via Trevano 55 6900 Lugano info@longlake.ch +41 (0)58 866 74 40 www.longlake.ch www.luganoeventi.ch PROMOTER
Claudio Chiapparino, Direttore Divisione Eventi e Congressi, Città di Lugano Head of the Events and Conventions Division of the City of Lugano
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25.07 – 31.07 Boschetto Ciani Prevendita / tickets: biglietteria.ch
Fra le frasche del Boschetto Ciani The woods of the Boschetto Ciani risuona il meglio della scena come alive with the best of the musicale alternativa internazionale international alternative music scene Un nome nuovo, un festival nuovo. Roam raccoglie l’eredità di Rock’n’More, facendosi carico di presentare a LongLake un cartellone musicale che scandaglia le realtà più interessanti della scena alternativa internazionale. Evoluzione che parte dall’acronimo di Rock’n’More, per assurgere a realtà nuova. Roam, ovvero “vagabondare”, viaggiare apparentemente senza meta ma per ritrovarsi in una realtà nuova. Un tassello supplementare del percorso iniziato la scorsa edizione, che rappresenta il naturale sviluppo di quanto da tempo viene proposto durante l’anno allo Studio Foce con la rassegna Raclette. Un vero e proprio festival ora, articolato in sette serate consecutive, 12 concerti in tutto, con una selezione dei principali protagonisti dell’ambito electro pop alternativo e world. Un panorama musicale che vede attualmente il suo humus creativo privilegiato nel Nord Europa, regione da cui proviene la maggior parte degli ospiti di questa edizione, ma che si dirama in tutte le sue pieghe a livello internazionale. Ambienti profondi, grandi spazialità musicali e sonore, che trovano la loro collocazione perfetta nell’atmosfera avvolgente del Boschetto Ciani, contesto magico e intimo in cui ritrovarsi anche prima e dopo i concerti. Un “vagabondaggio“ ideale, ma con una meta e un’identità sempre più precise.
A new name, a new festival. Roam carries on the legacy of Rock’n’More by presenting a musical line-up which samples the most compelling stars from the international alternative music scene. This evolution towards a new set-up started from the name itself, using an acronym of Rock’n’More, or rather Roam, the act of wandering aimlessly before finding oneself in a new reality. The festival is another step along the path undertaken during the last edition, and represents the natural progression of the offerings from the Raclette program, which has been a staple for some time at the Studio Foce. Now it has become a true and proper festival, held on seven consecutive evenings, 12 concerts in t otal, and with a selection of the top performers in the field of alternative electro-pop and world music. It is a music scene which at present is a hotbed in Northern Europe, the region where most of this edition’s musical guests come from, but which also branches out in its full range on an international level.An insightful ambiance combined with incredible musical spaciousness in the perfect setting of the Boschetto Ciani, which offers an intimate and magical atmosphere where it is possible to meet both before and after the concerts. The ideal kind of roaming, but with a precise destination and identity.
INFO
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AURORA MAR / TUE 25.07, 22:00
A poco più di vent’anni, la norvegese Aurora Aksnes si sta facendo strada nel mondo della musica a suon di premi internazionali e tour da tutto esaurito. Si ispira alle atmosfere dark e alla malinconia dei cieli grigi del suo paese per creare un sound fresco, a tratti misterioso, guidato dalla sua voce angelica. Qual è stato il tuo approccio alla musica e come sei arrivata a farne la tua professione? Mi sono avvicinata alla musica in maniera lenta ma determinata, come un predatore che osserva una preda maestosa. Ho iniziato a scrivere all’età di 9 anni, poi è stato come se fosse la musica a trovare me e, improvvisamente, è diventata la mia professione. Il mio management MADE mi ha scoperta nel dicembre del 2012 e da lì è partito tutto. Hai avuto una crescita artistica rapida ed esponenziale. Quali sono le tue sensazioni in questa ascesa? Non temi la grande aspettativa che accompagnerà i tuoi prossimi lavori? Le aspettative non mi hanno mai spaventata! Temo piuttosto ciò che il mondo esigerà da me. Sono un essere umano e capiterà che a un certo punto gli obiettivi non verranno raggiunti. La paura è quella di non riuscire a evolvere ulteriormente e dover ultimare il mio viaggio, ma amo raggiungere obiettivi e mi abituo sempre di più all’attenzione del pubblico. Mi sento sempre più a mio agio nel rapporto con chi mi segue e provo per loro una grande riconoscenza. Aurora, a casa da sola, che dischi ascolta? Un sacco di vecchi dischi come quelli dei Fleetwood Mac, Leonard Cohen e Sinéad O’Connor! E Edvard Grieg, naturalmente. Il Nord Europa sembra un luogo privilegiato per la creazione musicale. Ogni anno nascono moltissimi artisti di livello. Come ti spieghi questo fenomeno? Gli artisti qui ricevono un grande sostegno. Inoltre vi è un’ottima rete di persone che si aiutano e si ispirano l’un l’altro, il che aiuta molto! Considerando quanti grandi artisti vi sono nel mondo, siamo molto fortunati ad avere gli occhi puntati sulla Scandinavia in questo momento!
25.07 Aurora
29.07 Wild Beasts
26.07 Tinariwen
30.07 Peter Kernel
27.07 Cigaret tes After Sex TENDER FROM KID
Laura Gibson
LINE
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anD their Wicked Orchestra
31.07 Warhaus The Legendary Lightness
28.07 Vök Rocky Wood 03
Though little more than twenty years old, the Norwegian Aurora Aksnes is making a name for herself in the music world with international awards and sold-out performances. She finds inspiration in her country’s dark atmosphere and in the melancholy of its grey skies to create a fresh new sound. It is mysterious at times, guided by her angelic voice. What was your approach to music and how did you make it your profession? I approached music slowly but very certain, like a predator looking for something beautiful and grand. I began writing when I was 9, and later it almost felt like music found me, and suddenly – it became my profession. My management MADE found me December 2012, it all started there. Your growth has been quick and stunning. What are your feelings in this success? Don’t you fear the expectations that will be carried by your next projects? I don’t fear expectations! I never did. I fear what the world eventually will demand from me, as I am only a human and will at one point meet a stop to what more I can accomplish! I fear that day, when I don’t see how I can evolve anymore, then my journey is over. I love achieving things, and I’m getting more and more used to people watching. I’m getting more and more comfortable with my supporters, growing more thankful as I go. Which records does Aurora listens to, at home? lots of old records like Fleetwood Mac, Leonard Cohen and Sinéad O’Connor! And Edvard Grieg, of course. Northern Europe seems like a privileged place for creating music. Every year many great artists emerge. How do you explain that? We have good support for artists here. And also a very good community of people helping ea wch other, inspiring each other, which helps! There are so many good artists all around the world, we are lucky people having their eyes on Scandinavia at the moment!
TINARIWEN
MeR / wed 26.07, 22:00
Il loro nome significa “deserti” e nelle loro canzoni portano tutta la magia di uno dei luoghi più suggestivi del pianeta: il Sahara. La loro inimitabile musica, il Tishoumaren, è una lenta carovana che attraversa il grande universo musicale tra emozioni e culture diverse, una seducente fusione di blues, rock, musica tradizionale Tuareg e sonorità provenienti dall’Africa e dall’Oriente.
Come si sono formati i Tinariwen? I Tinariwen sono stati formati alla fine degli anni Settanta da Ibrahim Ag Alhabib, Intiyeden Ag Ablil, Mohammed Ag Itlale eKedhou Ag Ossad, nella regione tra Tamanrasset, in Algeria, e il nord del Mali. Poi alcuni di loro si sono trasferiti in Libia, dove hanno incontrato Hassan Ag Touhami e il sottoscritto, Abdallah Ag Alhousseyni. Nei primi anni Novanta siamo ritornati nel Mali, dove abbiamo continuato a suonare insieme e dove abbiamo incontrato Eyadou Ag Leche ed Elaga Ag Hamid, che suonano rispettivamente basso e chitarra ritmica. Con loro, a partire dai primi anni Duemila, abbiamo iniziato a suonare costantemente in giro per il mondo.
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Il Nord Africa riesce sempre a essere artisticamente molto florido nonostante un contesto socio-politico complesso. Come vivete questo contrasto? La nostra musica è molto emozionale, talvolta malinconica, talvolta più gioiosa. Suoniamo uno stile musicale che chiamiamo “Assouf”, che evoca concetti come la nostalgia di casa e la solitudine. Cosa vi sta a cuore veicolare con la vostra musica? Con la nostra poesia trasmettiamo molti messaggi e ognuno può interpretarli come preferisce. La poesia è sempre aperta alle interpretazioni. Naturalmente cantiamo delle condizioni di vita della nostra gente e di ciò in cui crediamo. Mandiamo messaggi ai nostri leader politici, interrogandoli sul processo di pace.
How were Tinariwen formed? Tinariwen were formed in the late 70s by Ibrahim Ag Alhabib, Intiyeden Ag Ablil, Mohammed Ag Itlale and Kedhou Ag Ossad, in the Saharan region between Tamanrasset, in Algeria, and the North of Mali. Then some of them moved to Lybia, where they met Hassan Ag Touhami and I, Abdallah Ag Alhousseyni. In the early 90s we moved back to Mali, where we kept playing music together and ended up meeting current bass and rhythmic guitar players Eyadou Ag Leche and Elaga Ag Hamid, with whom we starting touring extensively all over the world in the early 2000s.
North African music and art always glow despite a complex sociopolitical context. How do you live this contrast? Our music is very emotional, sometimes melancholic, sometimes more joyful. We play a music style we call “Assouf” which evokes homesickness, loneliness and sorrow. What messages would you like to spread through your music? We diffuse many messages in our poetry, everyone can understand it the way they want. Poetry is always open to interpretations. We sing about the living conditions of our people, we sing about our beliefs. We also send messages to our political leaders, asking them about the peacemaking process.
© Marie Planeille
Their name means deserts, and their songs embrace all of the magic of one of the most evocative places on the earth: the Sahara. The unique music of the Tishoumaren is a slow caravan that crosses a vast musical universe through emotions and different cultures. It is a seductive fusion of blues, rock, traditional Tuareg music and sounds from Africa and the East.
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30.06 – 01.07 Mendrisio 06.07 – 08.07 Lugano
La musica del cuore fra i ritmi del mondo Manifestazione storica dell’estate luganese, giunta quest’anno alla 39a edizione, Estival Jazz è stabilmente fra i maggiori appuntamenti musicali svizzeri ed europei, grazie alle sue lineup di assoluto livello e al suo carattere gratuito. Dopo il weekend inaugurale a Mendrisio, il 30 giugno e 1 luglio, l’evento sbarcherà in quella che è da sempre la sua casa: Piazza della Riforma. Gli artisti si esibiranno sul palco che fu, tra gli altri, di Dizzy Gillespie, Ray Charles e Herbie Hancock, assaporando la forza di una tradizione che ha radici lontane e riverberando essi stessi l’energia contagiosa tipica di Estival Jazz. Nel cuore di Lugano, fra l’abbraccio degli storici palazzi cittadini, la musica sprigiona un’ineguagliabile atmosfera di positività che tradizionalmente diventa momento d’incontro per i ticinesi tutti, oltre naturalmente che per i numerosi turisti. Una festa internazionale e intergenerazionale con la grande musica come cuore pulsante. Tradizione e storia ma con lo sguardo costantemente rivolto in avanti, percorrendo strade nuove e anticipando tendenze. Una missione forte di soddisfare tutti gli appassionati del grande Jazz, esplorando al contempo il ricchissimo mondo della musica contemporanea con i suoi ritmi, colori e melodie, e con lo spirito di sempre, orientato alla conoscenza di culture diverse, alla tolleranza e alla convivenza
Music of the heart among the rhythms of the world An historical event of the Lugano summer, reaching its 39th edition this year, Estival Jazz is firmly placed among the major music events in Switzerland and Europe, thanks to its excellent line-up and also because it is free. After its opening weekend in Mendrisio, on 30 June and 1 July, the event will arrive at the place that has always been its home: the Piazza della Riforma. The artists will perform on the stage that has been occupied in the past by Dizzy Gillespie, Ray Charles and Herbie Hancock, among others, and will experience the power of a tradition that has its roots in far-away places, while they themselves rebound the contagious energy that is typical of Estival Jazz. In the heart of Lugano, embraced by the city’s historical buildings, the music creates an unparalleled atmosphere of positivity that traditionally becomes a time for all Ticinese and, of course, the many tourists to meet. An international and intergenerational party with great music as its beating heart. Steeped in tradition and history, but always forward-looking, going down new paths and anticipating trends. Estival Jazz takes on the huge challenge to satisfy all jazz enthusiasts, while exploring the rich world of contemporary music with its beats, colours and tunes at the same time, in the same spirit as always, promoting the understanding of different cultures, tolerance and co-existence.
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EMIR KUSTURICA & THE NO SMOKING ORCHESTRA GIO / THU 06.07 Regista cinematografico fra i più affermati, autore di film di culto come Gatto nero, gatto bianco e Ti ricordi di Dolly Bell?, Emir Kusturica sa anche essere attore, scrittore, musicista, urbanista e promotore d’arte. Nel segno di una rinascita, che riesca finalmente a superare le immagini di guerra legate ai Balcani, Estival Jazz ospita Kusturica e la sua No Smoking Orchestra, gruppo esplosivo con alle spalle centinaia di concerti e ambasciatore di un’inarrestabile energia gipsy-punk balcanica. Il tuo è uno degli esempi più evidenti di interdisciplinarità artistica. Cosa ti ha spinto a metterti in gioco a livello musicale? Ho sempre avuto la passione per la musica e anche per i miei film ha rappresentato un aspetto narrativo importante. Suonavo nella No Smoking Orchestra fin dai tempi di Sarajevo e dopo la nuova collaborazione per Gatto nero, gatto bianco, l’idea di riprendere a suonare è ripartita in Italia, nel 1999, con la Solares Fondazione delle Arti. Suonare dal vivo in quel piccolo tour mi ha fatto capire quanto fosse una forma di espressione che mi appagava emotivamente, nella collaborazione con gli altri musicisti e nella condivisione dei ritmi con il pubblico che balla ai nostri spettacoli. I film e la musica. Due modi diversi per raccontare le stesse storie? In un certo senso sono due aspetti molto simili della creatività che si compenetrano e si completano. Inoltre fare film per un autore come me è sempre più difficile in un mondo che vede il cinema solo come prodotto da commercializzare, quindi continuare a suonare in giro per il mondo, a scrivere testi e musica su come vanno le cose secondo il nostro punto di vista, è una bella opportunità. Siamo appena stati in Cina, in Sud America, in Russia e stiamo attraversando l’Europa con il nostro misto di sonorità balcaniche, punk, folk e jazz. Trasformiamo ogni concerto in un momento di catarsi che viene totalmente ricambiato dall’energia della gente. Nel mondo balcanico sono presenti, come i tuoi film ci hanno abituato, atteggiamenti grotteschi, momenti esilaranti ma struggenti. Caratteristiche ed emozioni che hai ritrovato nei No Smoking Orchestra? Veniamo da una terra tragica che ha attraversato momenti molto duri nella sua storia e questo aspetto di affrontare la vita con ironia credo sia un modo giusto per poter sopravvivere agli eventi e alle avversità che ci si presentano davanti. L’arte che più amo ne ha sempre fatto uso – penso per esempio a Federico Fellini – e attraverso il grottesco e lo scherzo possiamo abbattere anche le cose più brutte e terribili; tutto diventa più accettabile e possiamo continuare a tirare avanti. Con un pizzico di melancolia.
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Emir Kusturica is considered to be one of the most well-known film directors, and is the author of cult films such as Black Cat, White Cat and Do You Remember Dolly Bell?. His numerous talents also include being an actor, writer, musician, town planner and art promoter. In a sign of rebirth, which succeeds in finally moving on from the images of the Balkan wars, Estival Jazz hosts Kusturica and his No Smoking Orchestra, an explosive group that have performed in hundreds of concerts and true ambassadors of an unstoppable Balkan-style gypsy-punk energy.
Film and music. Two different ways to tell the same stories? In a certain sense the two are very similar aspects of creativity that permeate and complete one another. In addition, making films for an artist like myself is becoming increasingly difficult in a world that sees cinema only as a “product to be marketed”, and so by continuing to play while travelling around the world, writing texts and music on how things are going as we see them, is a great opportunity. We have just been in China, South America, Russia and we are crossing Europe with our mix of Balkan, punk, folk and jazz sounds. We turn every concert into a time of catharsis that is totally reciprocated by the energy of the people.
You are one of the clearest examples of artistic versatility. What pushed you to take this musical challenge? I have always been passionate about music and it has also played an important role in the narrative of my films. I had been playing in the No Smoking Orchestra since the Sarajevo days and after the new collaboration for Black Cat, White Cat, the idea of going back to play music took off in Italy in 1999, with the Solares Fondazioni delle Arti. Playing live during that little tour made me understand how important music was for me as a form of expression, and how working together with the other musicians and sharing our beats and rhythms with the audience that dances at our shows made me feel alive emotionally.
The balkan tradition – as your films showed us – is full of grotesque attitudes and both hilarious and moving moments. Some peculiar traits and feelings you found in The No Smoking Orchestra too? We come from a tragic land that has been through very difficult times throughout its history and this way of facing life with an ironic outlook, I think, is the right way for us to be able to survive the events and the adversity that we have come across. The art that I love most has always used irony – I am thinking, for example, of Federico Fellini – and through the grotesque and by joking we can get over even the most terrible and horrible things; everything becomes more acceptable and we can continue to push on. With a touch of melancholy.
Vinicio capossela sab / sat 08.07 Onnivoro della canzone di qualità, Vinicio Capossela è un insaziabile ricercatore di suoni, storie, culture e personaggi di ogni epoca. Pluripremiato (4 Targhe Tenco) e venerato dalla critica, è uno degli autori più interessanti della scena musicale internazionale, nonché quello che ha contribuito maggiormente al rinnovamento della canzone d’autore italiana.
La tua musica è fatta di viaggi, di scoperte. Verrebbe da dire che dopo un lungo peregrinare, con questo nuovo album, Canzoni della Cupa, ha prevalso il desiderio di tornare alle origini. Come mai questa scelta? Le origini, l’archetipo, l’Itaca perduta. C’è una poesia di Kavafis intitolata a Itaca; dice che per quanto la si trovi brulla e vuota, Itaca ti avrà comunque regalato il viaggio. Il mio viaggio è durato a lungo. L’opera precedente era dedicata al viaggio per mare, il mare come luogo del destino. Marinai Profeti e Balene andava da Omero a Melville, come Dylan, ma non prenderò il Nobel per questo. L’Odissea riguarda tutti. Ognuno ha la sua. Ci insegna e ci parla delle separazioni che ci impone il viaggio della vita. Itaca è come una specie di idea, l’idea di una comunità originaria. Io la mia Itaca l’ho portata in me nella zolla del racconto. Ho viaggiato a lungo e l’ho trovata vuota. I paesi vuoti e solo l’eco delle musiche che li avevano animati. Itaca l’ho riconosciuta in frammenti, in ombre, in voci. Non esiste se non nel racconto. Il mio viaggio a Itaca l’ho fatto durare una quindicina di anni e l’ho raccolto nel romanzo Il paese dei coppolini e nelle Canzoni della Cupa. È un viaggio di completamento. La radice è la parte nascosta, che genera un’ombra che ci accompagna interiormente. Per indagare questa radice bisogna mettersi al riparo della storia e ascoltare, come un rabdomante i segnali della terra. Ed è quello che ho fatto. Credo, come diceva Jung, per completarmi con la mia zona d’ombra.
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La figura femminile è molto presente nell’album. È un caso o ha un ruolo ben preciso? Questo è un disco di terra e la terra è per definizione madre. È il femminile. Molte canzoni vengono dall’Humus della cultura popolare di paese. In un paese, a scavare in profondità c’è un po’ la storia del mondo. Nell’ultra-locale c’è l’ultra-universale. La maggior parte delle storie raccolte nelle cosiddette canzoni a sonetto avevano soggetto femminile. Donne molto diverse tra loro: quella arrivista e di facili costumi, quella così fedele da non sopravvivere alla morte dell’amato, la padrona della masseria e dei desideri, la depositaria della magia e della guarigione. E poi questo ininterrotto fiume di desiderio, di carnalità mai volgare, ma vitale, che trasforma l’uomo in lupo, come nella canzone Il pumminale. L’eterno femminino ascendente insomma. L’album è diviso in due parti: Polvere e Ombra. Due situazioni di realtà celata, da scoprire. Verità e bellezza sono inevitabilmente frutto di un lavoro di ricerca? Polvere e ombra sono la sostanza dell’esistenza. Siamo Polvere e Ombra, come diceva Orazio. Nel mio disco la polvere è quella della fatica, del sudore, dello sparo, della frontiera. L’Ombra è quella dell’inconscio collettivo, il peso dell’ombra culturale, l’ombra generata dalla radice. L’ombra delle leggende, della selva, delle metamorfosi. Quella zona in cui non si è accesa bene la luce della scienza e della storia. C’è già una nuova destinazione prevista, nel viaggio artistico di Vinicio Capossela? Il medioevo. Visto che il mondo sta precipitando in un nuovo medioevo, farò un disco ispirato alle ballate e ai bestiari. Che la luce delle feste asinarie, le feste dei folli ci possa far rinsavire e portare a un nuovo rinascimento.
An indiscriminate impresario of quality music, Vinicio Capossela is an insatiable researcher of sounds, stories, culture and personalities from every time period. He is the recipient of multiple awards including four of the prestigious Italian “Targa Tenco�, and held in high regard by critics. Considered one of the most interesting singer/songwriters of the international music scene, he has also contributed in the most notable manner to the renewal of the Italian songwriting tradition.
Your music is made up of travels, of discoveries. One could say that after a long period of wandering, with this album, Canzoni della Cupa, the need to return to your roots has come out on top. What led you to this choice? The origins, the archetype, the lost Ithaca. There is a poem by Kavafis named after Ithaca, which says that however barren and empty you find it, Ithaca will in any case have taken you on a journey. My journey lasted a long time. The previous work was dedicated to a journey by sea, with the sea as a place of destiny. Marinai Profeti e Balene covered Homer to Melville, like Bob Dylan, but despite this it will not earn a Nobel. The Odyssey concerns everyone. Each of us has our own. It teaches us and tells us of the separations which the journey of life imposes on us. Ithaca is like a sort of idea, the idea of an original community. My own Ithaca brought me to the idea of the clump of earth in the story. I travelled a long time, and I found it empty. The villages were deserted and one could hear only the echo of the music that had filled it in the past. I could recognise Ithaca just in fragments, in shadows, in voices. It exists only in the story. I made my journey to Ithaca last about fifteen years and I included it in the novel Il paese dei coppolini and in Canzoni della Cupa. It is a journey of completion. The root is the hidden part, which creates a shadow that we carry inside. To investigate this root we need to take shelter from the story and listen, like a diviner, to the signs of the earth. And that is what I did. I believe, as Jung said, to have done this for self-completion with my shadow self. The female figure is very present in this album. Was this by mere chance or does this presence have a clear role? This is a record about earth and earth by definition is a mother. It is female. Many songs come from the Humus of village popular culture. In a village, if you dig deep you find a little bit of world history. In the ultra-local there is the ultra-universal. The majority of stories collected in the so-called sonnet ballads had a female character. Women that differed greatly from one another: the social climber and the one with loose morals, the one that is so faithful that she does not get over the death of her beloved, the mistress of the manor and of desire, the guardian of magic and healing. And then this uninterrupted flow of desire, of carnality that is never vulgar, but vital, which transforms man into a werewolf, like in the song Il pumminale. In short, the ascending eternal feminine. The album is divided into two parts: Polvere (Dust) and Ombra (Shadow). Two states of a hidden reality which is to be discovered. Are truth and beauty the inevitable results of a study of research? Dust and shadow are the essence of existence. We are but Dust and Shadow, like Horace said. In my record the dust is that of fatigue, sweat, gunshots, the border. The Shadow is that of the collective unconscious, the weight of the cultural shadow, the shadow produced by the root. The shadow of legends, the wild, metamorphosis. The place where the light of science and history has not been switched on properly. Have you already planned a new destination for the artistic travels of Vinicio Capossela? The medieval. Seeing that the world is plummeting towards a new medieval era, I will make a record inspired by ballads and bestiaries. So that the light of asinine parties, the parties of madmen, may bring us to our senses and lead us to a new rebirth.
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28.06 – 23.07 Villa Ciani Boschetto Ciani FOCE
LONGLAKE
FESTIVAL LUGANO
Prevendita / tickets: biglietteria.ch
Capolavori da non dimenticare
Masterpieces never to be forgotten
Un programma ancora una volta vasto e stimolante quello di Classica Festival, che si sviluppa nelle ormai tradizionali location del Teatro Foce e del Boschetto Ciani (per le variegate matinée domenicali), a cui si affianca da quest’anno il fascino unico delle sale di Villa Ciani. In un palinsesto eterogeneo, in cui saranno protagonisti ospiti prestigiosi impegnati in programmi ricercati, verrà dato quest’anno particolare rilievo alla settimana dedicata al grande didatta Giuseppe Gaccetta. Violinista di lungo corso, Gaccetta mostrava, a chi lo sapeva cogliere, il suo straordinario valore già da come imbracciava il violino e da come rivelava poi i segreti dettagli che fanno davvero la differenza in una esecuzione virtuosistica, con inimitabile chiarezza e semplicità: “Si capisce!” diceva...
Once again the Classica Festival is offering an extensive and exciting programme. The performances will take place at the traditional locations of the Teatro Foce and the Boschetto Ciani (for the various Sunday matinées), and this year also in the rooms of the Villa Ciani with their unique charm. In a rich lineup, in which the main stars will be prestigious guests engaged in sought-after programs, this year special attention will be paid to the week dedicated to the great teacher Giuseppe Gaccetta. A veteran violinist, Gaccetta demonstrated his extraordinary worth – to those that could understand it – already in the way he held the violin and by how he then revealed the secret to making a real difference in a virtuoso performance, with inimitable clarity and simplicity: “Naturally!” he used to say…
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LANA TROTOVSEK 10
YULIA GERTSEVA Musica e poesia della Russia romantica Teatro Foce
MER / wed 28.06, 20:30 A Classica Festival sarà accompagnata al pianoforte da Alexandr Romanowsky. Che programma ci presenterete? Sono felice di poter cantare qui, dove mi sento a casa, ed essere accompagnata da un fantastico musicista come lui. Fra l’enorme repertorio di capolavori della musica classica russa, ho scelto Tchaikovsky, Rachmaninov e Mussorgsky. Di quest'ultimo canterò Le canzoni e le danze della morte, un capolavoro assoluto che non ha paragoni a livello di drammaturgia e forza della lingua musicale. Come nasce la sua passione per il canto? Sono nata a San Pietroburgo e provengo da una famiglia musicale. Fin da piccola ho fatto studi musicali che mi hanno portato a diplomarmi al conservatorio di Rimsky-Korsakov. Sul palcoscenico professionale sono salita a 18 anni e da lì non ho più smesso di cantare, interpretando praticamente tutte le parti importanti del repertorio mezzo-sopranile. Nel 2016 ha fondato il progetto culturale-educativo musicale “La Musica di Yulia Gertseva”. Come è nata l’idea del progetto? Quanto è importante per lei trasmettere alle giovani generazioni la bellezza della musica e del canto? Dopo quasi 30 anni di carriera ho sentito la voglia e il bisogno di trasmettere la mia esperienza. Volevo insegnare a mia figlia e ai suoi amici il canto e la bellezza di trasmettere energia attraverso la musica. Gli studi sulla voce e la parola aiutano a sviluppare coordinazione, sicurezza, presenza scenica ed espressività. Tutto questo di sicuro è utile anche nella vita fuori dal palco. Chissà, forse a qualcuno di loro diventerà un musicista… La musica è l'arte che più riesce ad aprire le anime, passando veloce di cuore in cuore. Quali sono i sogni e progetti per il futuro? Proprio questo mese uno dei miei sogni è diventato realtà! Ho presentato un recital grandioso composto da canzoni che tutti conosciamo; brani ormai diventati classici, del repertorio di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Louis Armstrong, ecc. Un concerto con una grande orchestra sinfonica, che spero sarà disponibile su YouTube. A luglio sarò inoltre a San Pietroburgo per cantare la Carmen, uno dei miei “cavalli di battaglia”. Non sarà però la solita rappresentazione in teatro, ma sarà inserita nel programma del festival “L’Opera per tutti”, che si svolge nei principali luoghi storici della città. Sarebbe bello fare un giorno un progetto simile anche a Lugano, dove gli amanti della musica non mancano!
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At the Classica Festival you will be accompanied on the piano by Alexandr Romanowsky. What program will you present to us? I am happy to be able to sing here, where I feel at home, and to be accompanied by a fantastic musician such as Romanowsky. Among the vast repertoire of masterpieces of Russian classical music, I have chosen Tchaikovsky, Rachmaninov and Mussorgsky. Of the latter I will sing Songs and Dances of Death, an absolute masterpiece that is unparalleled from the perspective of drama and strength of musical language. How was your passion for singing born? I was born in St. Petersburg and I come from a musical family. I studied music from an early age and this led me to graduate from the conservatory of Rimsky-Korsakov. I appeared professionally on stage when I was 18 and I haven’t stopped singing since, interpreting practically all the major parts of the mezzo-soprano repertoire.
PAOLO PANDOLFO
In 2016 you founded the cultural and educational project for music, “The Music of Julia Gertseva”. Where did you get the idea for the project? How important is it to you to transmit the beauty of music and singing to the younger generations? After a career spanning almost 30 years I wanted and needed to share my experience. I wanted to teach my daughter and her friends how to sing and the beauty of transmitting energy through music. Voice and speech training help to develop coordination, security, stage presence and expressiveness. All of these skills are also certainly useful for life offstage. Who knows, maybe one of them will become a musician... Music is the art that is best at opening the soul, passing quickly from heart to heart. What are your dreams and plans for the future? In fact one of my dreams came true this month! I presented a magnificent recital made up of songs that everyone knows - tunes that have become classics, from the repertoires of Marlene Dietrich, Edith Piaf, Louis Armstrong, etc. A concert with a great symphony orchestra, which I hope will be available on YouTube. In Yuly I will also be in St. Petersburg to sing Carmen, one of my warhorses. However, it will not be the usual theatre representation, but will be included in the programme of the “Opera for everyone” festival, which is held in the main historical sites of the City. One day it would be nice to have a similar project in Lugano too, which has no shortage of music lovers!
Teatro Foce
GIO / THU 29.06, 20:30
Suonaten pour le viola de basso par Joan Sebastian Bach Come descriverebbe il rapporto con il suo strumento, la viola da gamba? È uno strumento che riunisce in sé molte anime, e per questo riesce a soddisfare pienamente chi, come me, ha vissuto una prima fase da polistrumentista. Rappresenta uno dei tentativi più riusciti di realizzare “lo strumento perfetto” in cui il canto, con tutte le inflessioni proprie alla voce umana (jeu de mélodie), si intreccia senza sosta con l’armonia (jeu d’harmonie), creando uno stile unico e inconfondibile. Avere un simile strumento come compagno di vita è un privilegio raro, insieme a quello di potere condividere il piacere di suonarlo con chi vi presta orecchio. A Classica Festival ci presenterà la sua lettura delle Suites di J.S. Bach per violoncello solo. Come nasce questo progetto? Sei Suites di Bach sono da un lato un vero e proprio “monumento” della storia della musica, e dall’altro, se viste dal punto di vista di un violista da gamba, sono semplicemente... sei suites! Questo perché il violoncello, in tutto il suo repertorio barocco, conta per l’appunto solo queste sei, mentre una parte preponderante del repertorio della viola da gamba è costituito da suites. Ritrovarvi analogie e affinità con le centinaia di suites del repertorio violistico è proprio il punto centrale della mia ricerca. Un punto di vista e una chiave di lettura probabilmente simili a quelli di cui disponevano i musicisti settecenteschi, che avevano ovviamente una grande familiarità col repertorio della viola. Secondo lei, un bravo interprete è colui che… Riesce a “dare voce” senza rinunciare alla propria voce: processo molto complesso, simile a quello che mettono in atto i bravi attori, che nell’uscire da se stessi finiscono per ritrovarsi. Ma è anche un processo che varia molto a seconda dell’epoca a cui ci si dedica.
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Tra il ‘500 e tutto il ‘700 la frontiera tra compositore e interprete era estremamente sottile. Diversamente da oggi, erano spesso la stessa persona. Interpretare musica rinascimentale e barocca implica ottime competenze di composizione: sia per un’adeguata comprensione del testo, sia per operare gli indispensabili interventi “creativo-soggettivi”, quali la realizzazione del basso continuo e l’ornamentazione delle forme che prevedono ripetizioni (Adagi, Rondeaux, ecc.). Se dovesse azzardare una proiezione del futuro della musica classica, come si immagina la sua evoluzione? Non so rispondere a questa domanda, perché è necessariamente legata al futuro stesso della cultura occidentale. Andare avanti implica sempre una delicata e complessa ricetta di conservazione e rinnovamento. La musica in quanto strumento essenziale di comunicazione meta-verbale non scomparirà mai, ma se tra un secolo o due si continuerà a suonare e ascoltare Monteverdi, Bach o Mozart, vista la rapidità con la quale le società stanno cambiando, non credo sia dato sapere. Alcuni elementi che hanno caratterizzato l’ultimo secolo della Musica classica occidentale potrebbero però rivelarsi dei vicoli ciechi. Penso in particolare all’estrema differenziazione tra la figura di compositore e interprete, con la quasi-estinzione dell’arte dell’improvvisazione, una delle fasi essenziali del processo creativo. Un paradosso! Ma mi consolo sapendo che la Musa-Musica non ha bisogno di lasciapassare per entrare nello spirito di chi la ama...
How would you describe the relationship you have with your instrument, the viola da gamba? The viola da gamba is an instrument that in itself unites many souls, and for this reason it fully satisfies those, like me, that started off as multi-instrumentalists. It represents one of the most successful attempts to make the “perfect instrument” in which song, with all the inflections of the human voice (jeu de mélodie), is continuously intertwined with harmony (jeu d’harmonie), creating a unique and unmistakable style. Having such an instrument as a life companion is a rare privilege, as well as being able to share the pleasure of playing it to whoever wishes to listen. At the Classica Festival you will present your interpretation of the Suites of J.S. Bach for unaccompanied cello. How did this project come into being? The Six Suites of Bach, on the one hand, are a true and proper “monument” in the history of music, and on the other hand, from the perspective of a violist da gamba, are simply… six suites! This is because the cello, in its entire baroque repertoire, counts only these six, whereas a predominant part of the repertoire of the viola da gamba is made up of suites. Finding analogies and affinity with the hundreds of suites in the repertoire of the viola is the focus of my research. A point of view and key to interpretation that are probably similar to those possessed by musicians in the eighteenth century, who were obviously very familiar with the repertoire of the viola. In your opinion, a good interpreter is one that… Manages to give a voice without giving up his own voice: a very complex process, similar to the one used by good actors, who by coming out of themselves often end up finding themselves. But it is also a process that varies a lot depending on the era in question. Between the 1500s and all the 1700s the line between composer and interpreter was extremely subtle. In contrast to today, they were often the same person. Interpreting Renaissance and Baroque music requires excellent composition skills: both to be able to understand the text properly, and also to be able to make any indispensable creative and subjective changes, such as the use of the bass continuo and the ornamentation of the forms that envisage repetitions (Adagios, Rondeaux, etc.).
© Evy Ottermans
If you could predict the future of classical music, how do you see it evolving? I don’t know how to answer this question, because it is essentially linked to the future of western culture itself. To continue always requires a delicate and complex mix of preservation and renewal. Music, being an essential tool of meta-verbal communication will never disappear, but if in a century or two people continue to play and listen to Monteverdi, Bach or Mozart, seeing the speed at which societies are changing, I don’t think you can tell. Several elements that have characterised the last century of classical music in the West may however find themselves at the end of the road. I am thinking in particular about the extreme difference between the figure of the composer and the interpreter, with the near extinction of the art of improvisation, one of the essential stages in the creative process. A paradox! But it consoles me to know that those that love the Music Muse do not need a permit to enter into her spirit…
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12.07 – 16.07 Centro Città FESTIVAL LUGANO
Un omaggio poetico-punk all’arte di strada. A Lugano.
A poetic and punk tribute to the art of street performance. In Lugano.
I Buskers festival esistono da tanti anni in tutto il mondo. Grazie al loro tipo di organizzazione, questi festival all’aria aperta rendono omaggio alla prestazione artistica di strada legata all’essenzialità dei mezzi e alla trasversalità dei generi: concerti, rappresentazioni teatrali, spettacoli di marionette, di danza e altre performance artistiche. La forza del busker è che può attrarre direttamente il pubblico cosicché allo spettatore, sedotto dall’energia diretta e senza barriere dell’arte, è concesso di vivere un momento particolare in un luogo che normalmente è vissuto in qualità di cittadino, visitatore o turista. Da nove anni anche Lugano ha il suo festival di artisti in strada, fatto da una programmazione di 200 tra spettacoli e concerti durante 5 giorni nel cuore di LongLake Festival, che avvengono simultaneamente su 19 postazioni. Palchi veri e propri o postazioni create sulla strada solo attraverso una presa elettrica e una piccola luce per quando scende la sera. Chi ci è già stato sa cosa significa. Per chi invece deve ancora scoprire il Buskers Festival, l’invito è quello di venire e farsi sorprendere, lasciarsi ispirare dalle immagini e da tutto questo:
Buskers festivals have existed all over the world for many years. Thanks to the way they are organised, these open-air festivals pay homage to the art of street performance with the simplicity of its means and the breadth of its forms: concerts, theatre performances, puppet shows, dance shows and other artistic performances. The strength of the Buskers Festival lies in its ability to attract the audience directly and so spectators, seduced by the direct energy and the absence of barriers to the art, get to experience a special moment in a place that is normally experienced as a city resident, visitor or tourist. Lugano has been hosting its street artist festival for nine years, with a programme of 200 shows and concerts held simultaneously in 19 venues over 5 days in the heart of the LongLake Festival. True and proper stages or locations created on the street with the use of a simple electric plug and a little light for when the night falls. Whoever has been there knows what it means. For those that are yet to discover the Buskers Festival, you are invited to come and to be surprised, let yourself be inspired by the images and by all of this:
Arte / Musica / Intensità / Festa / Bambini / Strada / Lungolago chiuso al traffico / Artisti da tutto il mondo, Ticino compreso perché Lugano diventa il mondo quando c’è il Buskers / Serenità / Lugano bellissima se è bello il tempo, ma anche se è brutto perché tanto è il Buskers bellezza e a Londra se piove ma c’è un festival si esce lo stesso, con l’ombrello / Meraviglia / Stupore / Naso in su / Passeggiare a Lugano scoprendo scorci che non si erano mai visti / Fermarsi a osservare e a perdersi guardando un albero o un fiore del Parco Ciani seduti sull’erba ascoltando un musicista-poeta che canta “Ti auguro una bella giornata d’inverno, specie di domenica col vetro spaccato” (cit. Alessandro Fiori) / Lugano così non l’avevo mai vista / Nostalgia della domenica sera / Mi sembra diversa, non solo più bella perché bella lo è sempre, mi sembra di una magia strana, far suonare e vedere spettacoli in strada rende la città più tua.
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Art / Music / Intensity / Party / Kids / Street / Lakefront closed to traffic/ Artists from all over the world, including Ticino, because Lugano becomes the centre of the world when the Buskers Festival is on / Calm / Lugano is so beautiful when the weather is nice, but even when it isn’t nice, because the Buskers Festival is brilliant and if it rains in London and there is a festival on people go out anyway with an umbrella / Wonder / Amazement / Look up / Walking in Lugano catching glimpses of things you have never seen / Stopping to observe and losing yourself staring at a tree or a flower in the Parco Ciani, while sitting on the grass listening to a musician and poet singing “I wish you a lovely winter’s day, like on a Sunday with broken glass” (quote Alessandro Fiori ) / I have never seen Lugano like this / Nostalgia for Sunday evening / It seems different, not only more beautiful because it is always beautiful, but a strange kind of magic, playing instruments and watching shows in the street makes the city feel more like it is yours.
pro comgpramma longl leto: ake.c
h obus /buskers kers .ch
lugan
114 90 1 1 1 2 3
set di musica di tutti i generi music acts with all types of music
set di visual comedy, jonglage e clowneria acts with visual comedy, juggling and clowns circo di 5 artisti: 5 storie, 5 corpi, 5 tecniche, su musica live circus with 5 artists: 5 stories, 5 people and 5 techniques with live music Ape Car che trasporterĂ vasche anni '20 in cui farsi il bagno Ape Car, that will transport bathtubs from the 1920s that you can have a bath in macchinina acquario con giochi d'acqua car with a water tank, with water games marionette di 5 metri che balleranno con voi 5m-tall puppets that will dance with you after party allo Studio Foce after parties at the Studio Foce
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buskers life longlake.ch/buskers luganobuskers.ch
28.06 – 31.07 Palazzo dei Congressi Parco Ciani Cinema Iride
LONGLAKE
FESTIVAL LUGANO
Un caleidoscopio di esperienze per tutta la famiglia
A kaleidoscope of experiences for all the family
Dopo il successo della scorsa edizione, la colorata allegria del Family Festival tornerà ad animare gli spazi del Palazzo dei Congressi, che insieme ai suggestivi scorci del Parco Ciani, si trasformeranno nel “Villaggio Family”, un divertente ambiente di gioco per i bambini e le loro famiglie. Vasto e variegato il ventaglio di proposte, che spaziano dalle letture al teatro, dalle mostre tematiche agli spettacoli circensi, passando per il cinema e la danza. Per oltre un mese il villaggio sarà un gioioso centro animato in cui ritrovarsi per godere degli 88 eventi in cartellone, in un’atmosfera giocosa in cui il calore del nucleo familiare viene abbinato al piacere della scoperta e del contatto con l’altro. Un vero e proprio luogo di accoglienza per famiglie dove trascorrere le giornate estive in allegria, con la possibilità di assaporare una serie di delizie gastronomiche proposte dai food truck di Piazza Castello. Fra le novità di quest’anno, l’introduzione di giornate concepite ad hoc per pubblici specifici, come i martedì, con eventi pensati per i più piccoli (fino ai 4 anni), e i giovedì dedicati ai ragazzi delle scuole medie. Un’esperienza ludica ma anche formativa, grazie a una ricca offerta di laboratori in cui imparare divertendosi e ai weekend tematici, che saranno l’occasione per mettere in evidenza differenti temi che ci stanno a cuore, riflettendo insieme su aspetti quali il gioco integrativo, l’empatia, il riciclo, il rispetto per la terra e i diritti dei bambini.
After the success of last year’s edition, the vibrant Family Festival will be returning to liven up the Palazzo dei Congressi Convention Centre, which together with the beautiful Parco Ciani, will be transformed into the “Family Village”, a fun and playful environment for kids and their families. A wide variety of activities will be on offer, ranging from reading to theatre shows, themed exhibitions to circus shows, cinema to dance. For more than one month the village will be a happy and lively place to meet and enjoy the 88 events planned, in a playful atmosphere in which the warmth of the family unit is combined with the pleasure of discovery and spending time with others. A true and proper welcoming location for families and the perfect place to spend the summer days, with the possibility of sampling a series of culinary delights offered by the food trucks in the Piazza Castello. Among the highlights this year is the introduction of special days created for specific audiences, like Tuesdays with events aimed at small children (up to 4 years old), and Thursdays for middle-school kids. A playful but also educational experience, thanks to a wide range of workshops in which kids can learn while having fun, as well as themed weekends, which will be the perfect opportunity to draw attention to the different topics that are close to our hearts, reflecting together on aspects such as integrative play, empathy, respect for the Earth and children’s rights.
pro comgpramma longl leto: ake .ch/f
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VIAGGIO DI UNA NUVOLA 11.07 – 18:00
giorni days eventi events teatri plays laboratori workshops animazioni di danza dance shows aperitivi per ragazzi kids happy hours mostre didattiche educational exhibitions proiezioni al cinema film screenings
LA REGINA DELLA NEVE 07.07 – 20:30 19
Daniel Gol (Teatrodistinto)
Palazzo dei Congressi
SAB / SAT 08.07, 20:30
Kish Kush, tracce di un incontro In questo spettacolo di teatro danza, le due figure di Kish Kush, tracce di un incontro arrivano a confrontarsi, abbattendo il delicato muro di carta che li divide, attraverso suoni e ombre, oggetti simbolici e dialoghi coraggiosi. I due personaggi dello spettacolo hanno provenienze diverse. Il teatro può essere una chiave per avvicinare le persone, in momenti delicati come quello che stiamo vivendo? Il teatro ha sicuramente il potere di mostrare il punto di vista dell’altro, e di avvicinarlo a colui che osserva, permettendogli di trovare parti di sé nel vissuto di ciascun personaggio. Questo consente di allargare i propri orizzonti e le proprie vedute. Al di là del credo politico di ciascuno, si viaggia su un piano emotivo che pone le persone su un terreno comune, capace senz’altro di accorciare le distanze, di guardarsi per ciò che si è. In un momento storico come questo, Kish Kush può parlare di molti luoghi e di molti paesi, e in senso più ampio della difficoltà che ciascuno vive nell’incontrare la diversità e nel conviverci. Non nega la complessità dell’incontro, la paura di perdere il proprio spazio e la propria identità, anzi le drammatizza con ironia, ma ne racconta due punti di vista, diversi e simili al tempo stesso. Il risultato di queste mediazioni è un disordine, inevitabile, ma ricco di opportunità e spunti creativi nuovi. Non a caso questo è un lavoro che avete presentato in tutto il mondo. Avete riscontrato differenze nella ricezione dello spettacolo da parte del pubblico delle varie nazioni? Sicuramente portare questo lavoro in molti paesi d’Europa e del mondo è stata un’esperienza interessante proprio come punto di osservazione del pubblico e delle sue reazioni. Abbiamo riscontrato delle differenze culturali sul modo di partecipare e vivere il teatro. Ci sono state realtà in cui il silenzio era una dimensione imprescindibile e obbligatoria, per cui le reazioni quali le risate e le emozioni venivano mediate e bloccate durante la rappresentazione, per poi essere espresse ed esplicitate al termine. Altre realtà sono state più partecipi e vivaci, con un coinvolgimento immediatamente percepito dagli attori, che peraltro hanno il pubblico molto vicino a sé. Tuttavia la consuetudine di realizzare una breve discussione al termine del lavoro, ci ha permesso di notare come domande e osservazioni del pubblico si avvicinassero e assomigliassero, anche in luoghi del mondo profondamente diversi. La capacità di cogliere l’importanza di alcuni elementi per i due personaggi, e tracce della loro storia, la curiosità sull’aspetto linguistico, la capacità di comprendere il senso profondo di alcuni avvenimenti, sono stati elementi ricorrenti in tutti i contesti. Così come l’interesse per la storia dello spettacolo, l’ambientazione e le motivazioni sulle scelte operate. E in fondo anche la tendenza a cercare elementi della propria esperienza nel vissuto dei due personaggi, e la capacità di individuare le emozioni che nei diversi momenti della storia li hanno mossi.
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Definite il pubblico di riferimento dai 4 ai 99 anni. La forza della danza è l’essere un linguaggio universale? Kish Kush è un lavoro di teatro corporeo e d’oggetto. Utilizza l’immagine e il simbolo, l’azione scenica e gli oggetti con una partitura molto chiara e lineare, che tuttavia si presta a più livelli di lettura. Questo consente a un bambino di decifrare il susseguirsi delle scene con chiarezza, e all’adulto di coglierne il senso più profondo e di rielaborare il messaggio. L’universalità risiede, a mio parere, nel messaggio del lavoro e nella semplicità con cui le immagini lo espongono, passo dopo passo. Inoltre i personaggi non rappresentano dei bambini, né degli adulti, semplicemente due persone, e non sono in nessun luogo preciso, ma in uno spazio simbolico e immaginario per cui lo spettatore può essere molto attivo nel guardare e nell’interpretare, mettendo parte di sé nell’elaborazione dei contenuti. Rivolgersi ai bambini è un privilegio ma anche una responsabilità. Cosa rappresenta per voi questa sfida? Teatrodistinto lavora da moltissimi anni alla realizzazione di laboratori sulla comunicazione creativa con giovani di tutte le età, all’interno delle scuole, di associazioni e realtà culturali. L’aspetto interessante del lavoro con i giovani risiede nella ricerca di un linguaggio comune a loro e nel desiderio di conoscere e parlare a quella loro parte bisognosa di esprimere la propria emozione, così da veder riconosciuta la propria profondità. Nei laboratori, come negli spettacoli, si ha la possibilità di lavorare con i bambini considerandoli spettatori capaci e ricchi di un mondo emotivo che non si contraddistingue per la loro età, ma che si nutre della loro sensibilità. La sfida consiste nel coinvolgerli, rispettando le loro istanze e potenziando la loro empatia in un equilibrio tra il bisogno di divertirsi e la possibilità di cogliere messaggi profondi, utili alla crescita.
In this dance theatre show, the two characters in Kish Kush, Traces of an Encounter, confront one another, by tearing down the delicate paper wall that divides them, through sounds and shadows, symbolic objects and bold discussion. The two characters in the show come from different places. Can theatre be the key to bringing people closer together in delicate times like the ones we are currently experiencing? Theatre certainly has the power to show the points of view of others, and to bring these closer to the person that they are observing, allowing them to identify parts of themselves in what is being experienced by each character. This makes it possible for horizons and views to be broadened. Beyond the political belief of each and every one of us, we all travel on an emotional level that places us on common ground, which is certainly capable of shortening distances, enabling us to look at ourselves for what we are. At this point in history, Kish Kush can speak of many places and of many countries, and in the wider sense of the difficulty that each one of us experiences in encountering diversity and in living together. The play does not deny the complexity of the encounter, the fear of losing our space and our identity, indeed Kish Kush dramatizes these using irony, but tells the story from two points of view, which are different yet similar at the same time. The result of this mediation is an inevitable disorder, but one that is full of opportunities and new creative ideas. It is no accident that you have presented this play all over the world. Did you encounter any differences in the way the show was received by the audiences of various nations? Taking this play to many countries in Europe and worldwide has certainly been an interesting experience from the point of view of observing the audience and its reactions. We noted cultural differences in the way the audience participated in and experienced the play. There were times when silence took on an essential and mandatory dimension, and hence reactions, such as laughter, and emotions were vicarious and blocked during the performance, and then expressed and explained at the end. At other times the audience was more involved and livelier, and its involvement was perceived immediately by the actors, who have the audience sitting very close to them. Nevertheless, the custom of having a brief discussion at the end of the play, enabled us to note how the questions and comments of the audience were similar to one another, even in places throughout the world that are fundamentally different. The ability to grasp the importance placed on several elements by the two characters, and the traces of their story, their curiosity about language and the ability to understand the deep meaning of several occurrences, were recurring themes wherever we went. As well as the interest for the story, its setting and the
reasons for the choices made. And basically also the tendency to search for elements of your own experience in the experience of the two characters and the ability to identify the emotions that have moved us at different points during the story. You say that your audience ranges from the age of 4 to 99. Is the power of dance a universal language? Kish Kush is a play using body and object theatre. It uses imagery and symbolism, stage action and the objects with a score that is very clear and linear, which nevertheless lends itself to several levels of interpretation. This means that children can decipher the succession of scenes clearly, and adults manage to grasp its deeper meaning and can reprocess the message being sent out. Universality, in my opinion, is the message of the play and the simplicity with which the images display this concept, step by step. Furthermore, the characters do not represent children, nor adults, they are simply two people, and they are not in any particular place, but in a symbolic and imaginary space and hence the spectator can play a very active role in watching and interpreting the play, putting part of themselves in the processing of its content.
Addressing children is a privilege but also a responsibility. What does this challenge represent for you? Teatrodistinto has been running workshops on creative communication with young people of all ages, in schools, associations and cultural groups for many, many years. What is interesting about working with young people is the search for a language that is common to them and the desire to get to know and speak to that part of them that needs to express emotion, so that their depth can be recognised. In the workshops, like in the shows, there is the possibility of working with children, considering them to be capable spectators with a wide range of emotions that do not differ due to their age, but that are fuelled by their sensitivity. The challenge lies in involving them, respecting their distances and strengthening their empathy in a balance between the need to have fun and the ability to grasp profound messages that help them to grow and mature.
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PAROLE e MONDI
LONGLAKE
28.06 – 26.07 Parco Ciani FOCE Ex Macello FESTIVAL LUGANO
La forza dell’incontro, fra mondi e parole
The power of the encounter between worlds and words
Worl(d)s Festival è l’espressione massima del concetto di incontro, inteso come esperienza collettiva di arricchimento reciproco, dove al centro vi è la parola in tutte le sue forme. Non solo tramite la modalità dell’incontro-conferenza, quindi, ma anche di espressione teatrale, poetica e musicale. Mai lezione unilaterale ma vero dialogo, in cui i numerosi ospiti di caratura internazionale mettono la loro arte e le loro esperienze al servizio dello scambio e dell’approfondimento. Parole e mondi, in cui la cultura diventa condivisione delle ricerche e dei propri ritrovamenti, in dialogo e confronto continui, al di là di pregiudizi e barriere. C’è voglia e bisogno di autenticità, di apertura fra persone, di fronte alle sfide della vita e della società, dove il senso è sempre più confuso tra i sensi, dove le teorie non bastano più e le esperienze sembrano fotocopie. L’edizione 2017 di Wor(l)ds Festival propone parole capaci di aprire mondi, oltre la ripetizione di formule ed esperienze. Parole che sgorgano da luoghi dove pochi si avventurano o da tempi passati dei quali è scomparsa quasi ogni traccia. Parole la cui autenticità non si misura in una pretesa di totalità, ma nella coerenza di un percorso.
Wor(l)ds Festival is the greatest expression of the concept of a meeting, when it is intended as a collective experience of reciprocal enrichment, and where at its core you will find words in all shapes and forms, expressed not only through the medium of a conference meeting, but also through theatre, poetry and music. Never a one-sided lecture but rather a true dialogue, in which numerous guests of international calibre dedicate their art and their experiences to exchange and analysis. Words and worlds, in which culture becomes shared research and discovery through uninterrupted dialogue and comparison, beyond prejudice and obstacles. There is a desire and need for authenticity and for open attitudes between people, in answer to the challenges presented by life and by society, where sense is often lost among the senses, where theories are no longer enough and experiences seem mere photocopies. The 2017 edition of the Wor(l)ds Festival offers words capable of opening worlds, going beyond the repetition of formulae and experiences. Words that flow from less-travelled places or from the olden days of which almost no trace remains. Words whose authenticity is not gauged in terms of the absolute, but in the coherence of a journey.
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Gli ospiti musicali di Wor(l)ds Festival, in concerto al Boschetto Ciani
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The musical guests performing at the Boschetto Ciani for Wor(l)ds Festival
GIORGIO CONTE 24.07 – 21:00
40 30 3 6 1 MARIANNE MIRAGE 03.07 – 21:00
eventi events incontri meetings concerti concerts spettacoli teatrali plays laboratorio workshop
GINEVRA DI MARCO 05.07 – 21:00 23
Marco MAGGI Docente all’Istituto di studi italiani dell’Università della Svizzera italiana, Marco Maggi sarà fra i protagonisti di Worl(d)s Festival, in due occasioni in qualità di moderatore, nonché in prima persona in un appuntamento dedicato a Walter Benjamin e Dante. L’incontro con Ugo Borga (La luna si nasconde, giovedì 6 luglio) sarà l’occasione di chinarsi su un tema di grande attualità come l’approccio dei media verso i grandi conflitti internazionali... Ugo Borga è un fotogiornalista e scrittore fra i più acuti e interessanti della scena contemporanea. I suoi reportages sui conflitti internazionali sono stati pubblicati dalle più prestigiose testate internazionali. Dovunque ci siano guerre (dalla Siria alla Libia, dalla Somalia all’Ucraina) Borga presta il suo obiettivo e la sua penna, colmi di esattezza e di pietas, per testimoniare ciò che il giornalismo mainstream spesso non vuole, e la storia non è ancora pronta a raccontare. Mattero Meschiari, docente di Antropologia e Geografia all’Università di Palermo, presenterà il suo nuovo libro, Artico nero. Quali sono i tratti distintivi di questo lavoro? Meschiari condivide l’interesse dell’etnologia attuale per ciò che è contemporaneo e vicino, ma ritiene anche che, per comprendere in profondità il mondo in cui viviamo, sia necessario allontanarsene, per percorrere spazi arcaici o senza tempo come il paesaggio neolitico o la plaza de toros. Come avremo modo di approfondire nell’incontro, con Artico nero Meschiari ci conduce tra i popoli dell’Artico, culture venute dal Pleistocene da ormai un secolo vittime di un lento genocidio. Una storia che contiene una lezione per gli umani di tutte le latitudini, ma in modo particolare per noi, neoprimitivi dell’era di internet. Oltre a moderare questi incontri, sabato 8 luglio sarà però lei a essere al centro di uno degli incontri, dedicato su Benjamin e Dante. Con che approccio si è chinato sulla relazione fra questi due mostri sacri? Intorno alla primavera del 1940, Walter Benjamin, a giusto titolo considerato uno tra i più influenti intellettuali del Novecento, inserì nel testo della sua ultima opera, le Tesi di filosofia della storia, un sibillino riferimento alla Divina Commedia. Nella mia ultima pubblicazione, intitolata Walter Benjamin e Dante, ho cercato di seguire questo indizio, in un percorso che si snoda a ritroso come una detective-story, lungo il filo conduttore della presenza di Dante nell’opera di Benjamin.
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LA LUNA SI NASCONDE UGO BORGA 06.07 – 18:30
Lecturer at the Istituto di studi italiani at the Università della Svizzera italiana, Marco Maggi will be one of the key figures in the Wor(l)ds Festival, acting as a moderator twice, and personally presenting an event dedicated to Walter Benjamin and Dante. The event featuring Ugo Borga (The Moon is hiding, Thursday, 6 July) will be an opportunity to confront a highly topical issue, namely the approach of the media towards major international conflicts… Ugo Borga is one of the shrewdest and most interesting contemporary photo-journalists and writers. His reportages on international conflicts have been published in the most prestigious international newspapers. Wherever there is a war (from Syria to Libya, from Somalia to Ukraine), Borga uses his lens and his pen to bear witness to what mainstream journalism often avoids and that history is not yet ready to tell. Mattero Meschiari, an Anthropology and Geography lecturer at the Università di Palermo, will present his new book, Artico Nero. What sets this work apart? Meschiari shares his interest in the current ethnology of what is contemporary and nearby, but believes that in order to have a deep understanding of the world in which we live, it is necessary to distance ourselves from it, to walk on ancient or timeless places, like the Neolithic landscape or the plaza de toros. As we will see in more detail at the event, with Artico Nero Meschiari leads us among the peoples of the Arctic, cultures originating from the Pleistocene era and victims of a slow genocide over the last century. A story with a lesson for humans of all latitudes, but especially for us, the neoprimitives of the internet era. In addition to moderating these events, on Saturday 8 July, you will be at the centre of one of the events, dedicated to Benjamin and Dante. Which approach did you use as a basis for the relationship between these two giants? Around springtime in 1940, Walter Benjamin, rightfully considered one of the most influential intellectuals of the twentieth century, included the Thesis on the Philosophy of History in the text of his last essay, an obscure reference to the Divine Comedy. In my last publication, entitled Walter Benjamin and Dante I attempted to follow this clue, embarking on a path that winds its way backwards like a detective story, along the common thread of the presence of Dante in Benjamin’s work.
ARTICO NERO MATTEO MESCHIARI 13.07 – 18:00
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Back to the future Edizioni passate Past editions
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1 Agosto Festa nazionalE 1st August, National Day Una festa collettiva, per popolazione e turisti
A festival bringing people together, for locals and tourists
La Festa nazionale svizzera del primo agosto è l’occasione per un abbraccio ideale della Città verso i cittadini e gli ospiti della regione. A partire dalle prime ore della giornata, quando tradizionalmente le strade si svegliano al suono dei tamburini, Lugano si veste a festa. È il momento in cui le autorità incontrano la popolazione, la cui attività e varietà è simboleggiata nel consueto corteo dalle Associazioni cittadine. Uno scambio di auguri ed esperienze, contornato da una ricca offerta musicale, gastronomica e di animazione. Una celebrazione in cui Lugano quest’anno diventa idealmente il centro di tutto il Paese, ospitando in Piazza della Riforma l’allocuzione della Presidente della Confederazione, Doris Leuthard. Nella giornata in cui la Svizzera si ferma per celebrare le sue tradizioni e la sua storia, i fuochi d’artificio rappresentano l’apice visivo delle celebrazioni, attirando gli sguardi della folla stipata sulle rive del Ceresio, ma anche di chi si trova nei monti circostanti e che tradizionalmente si ritrova a osservare lo spettacolo pirotecnico offerto dalla Città. E il lago diventa una costellazione di imbarcazioni attente a scrutare la danza di luci con il naso all’insù.
The Swiss National Day on 1 August is the perfect opportunity for the City to embrace its residents, as well as visitors to the region. From the early hours, when the streets traditionally wake up to the sound of drums, Lugano will be getting ready for the party. It is the time when the local authorities meet the people, whose wide variety and activities are symbolised by the city associations participating in the traditional procession. An exchange of greetings and experiences, complimented by a rich programme of music, food and entertainment. A celebration this year in which Lugano ideally becomes the centre of the whole country, as it hosts the speech of the President of the Swiss Confederation, Doris Leuthard, in the Piazza della Riforma. On the day on which Switzerland stands still to celebrate its traditions and its history, the fireworks are the visual highpoint of the celebrations, catching the eye of the crowds assembled on the banks of the Ceresio Lake, and also of those that traditionally gather on the surrounding mountains to watch the firework display put on by the City. The lake also becomes a constellation of boats with people gazing skywards to observe the magnificent light dance.
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28.06 – 01.08 Centro Città
Quando la città diventa opera d’arte When the city becomes a work of art Vero e proprio cantiere di iniziative artistiche, Urban Art Festival mette in relazione i cittadini con il contesto urbano tramite la creazione d’autore. Attraverso il coinvolgimento di scuole, istituti e collettivi attivi sul territorio, la città, con i suoi spazi e le sue strutture, diventa supporto dell’opera degli artisti, soggetto e oggetto della loro creatività. Sculture, dipinti e installazioni con cui interagire, da toccare, in cui camminare. L’esperienza spettatoriale come realtà attiva che trascende la staticità con cui si è soliti vivere il contatto con l’arte. Un aspetto ludico, unito a quello estetico, che non è però mai fine a se stesso, ma è sempre finalizzato a porre l’attenzione su temi attuali quali ambiente, diversità e interculturalità. L’arte come come sismografo universale dei grandi temi della contemporaneità e chiave d’accesso privilegiata per riflettere sul mondo che ci circonda. Obiettivi che la Città persegue durante tutto l’anno, attraverso l’attività del proprio CLAB, il Laboratorio Creativo che ha realizzato in questi anni numerosi progetti e opere che dialogano con il paesaggio, come la coda di balena e il Tamanduá-Bandeira, e la cui cannuccia gigante nel lago promette di diventare uno dei simboli di questa edizione di LongLake Festival.
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A true worksite of artistic initiatives, the Urban Art Festival connects local citizens with the urban context through artists’ works. With the collaboration of local schools, institutes and groups and by incorporating the use of its areas and buildings, the city has become a prop for artists’ creations, as both the subject and object of their creativity. Sculptures, paintings and exhibits with which one can interact, touch, and enter. The onlooker’s experience becomes an active participation which goes beyond the normally static way of experiencing art. A playful aspect combined with the aesthetic, but that is never an end in itself, as it has always strived to bring attention to current themes such as the environment, diversity and intercultural issues. Art as a universal indicator of the important themes of modern times and as a passepartout for reflecting on the world that surrounds us. Objectives that the City has been pursuing throughout the year, through the work of its CLAB, the Creative Laboratory, which in recent years has created numerous projects and works that converse with the landscape, like the whale’s tail and the Tamanduá-Bandeira, and the giant straw in the lake, which promises to become one of the symbols of this edition of the LongLake Festival.
COFFEE TIME 28.06 – 01.08
IL FUTURO CHE VOGLIAMO 28.06 – 01.08
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progetti projects esposizioni exhibitions la cannuccia nel lago di Lugano the straw in the Lake Lugano
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il mural della CSIA the CSIA school mural uno speciale spazio d’incontro per artisti a special meeting point for artists ritratti al sottopassaggio di Besso portraits at the Besso underground passage
la caffettiera in centro città the percolatorin the city centre
27METRICUBI 18.07 – 26.07 31
Welcome
Tunnel pedonale di Besso
Da martedì 1 agosto
Il sottopassaggio di Besso, da anni al centro di diversi progetti di arte urbana, cambia di nuovo volto in occasione di LongLake attraverso un’installazione fotografica contro il razzismo, a cura dell’Associazione REC e in collaborazione con SOSTicino. Una serie di ritratti in grande formato di persone di ogni provenienza, per lanciare un nuovo sguardo su Lugano e dare il benvenuto a chi entra in città attraverso quel luogo di passaggio, come spiega Ricardo Torres, uno dei curatori del progetto.
Come nasce questo progetto? A maggio dello scorso anno mi sono recato nei campi profughi del nord della Grecia. Tra la massa di 12’000 persone bloccate al confine con la Macedonia ho conosciuto Ibrahim, Noar, Alief, Abdulazez, Mariam, Hessen, Zacariia... Scappavano dalla guerra in Siria, in Afghanistan, in Iraq. Ho incontrato anche Barbara, Leonardo, Lisa, Andreas, Stefano, Valentina e tanti altri volontari che operano in quella zona. Lì non eravamo “gli europei” e i “profughi”; eravamo persone, ognuna con un nome e una storia, che condividevano un bicchiere di tè chai e si scambiavano i numeri di telefono. Ho capito che forse per vincere la paura basta semplicemente conoscersi, mettersi uno di fianco all’altro, e ho pensato che si potesse riportare questo concetto ovunque rappresentandolo con un gesto semplice: un abbraccio. Chi sono, e cosa rappresentano, i volti ritratti negli scatti? Sono commercianti, artisti, spazzini, artigiani, docenti, operai, studenti, operatori sociali, nonni, figli, genitori... Sono svizzeri, stranieri, residenti, pendolari, dimoranti, rifugiati. Sono persone normalissime che rappresentano il panorama umano della nostra società e del nostro territorio. Sono persone a cui l’idea di un lungo abbraccio collettivo è piaciuta e hanno deciso di farne parte.
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Il fatto che l’installazione si trovi alle porte della città, acquisisce un significato particolare? Lugano accoglie ogni giorno – oltre ai propri cittadini – una grande quantità di turisti, lavoratori e studenti. Ci rivolgiamo a tutti loro con una parola universale: “welcome”, intesa come un benvenuto, certo, ma anche come un invito a riflettere sul tema dell’accoglienza. Una riflessione spesso distorta dalla disinformazione e dalla paura. La fotografia, uno strumento oggi quasi banalizzato, presente ovunque, ma che può veicolare messaggi importanti. Esatto. Questa è una delle centinaia di azioni collettive dell’Inside Out Project, un’iniziativa di street art creata dall’artista francese JR. Si tratta di una piattaforma che permette a ciascuna installazione realizzata a livello locale di avere un riverbero mondiale. Per me, l’arte deve parlare del mondo attuale. Quella che occupa gli spazi pubblici, ancora di più: deve urlare, se necessario, e approfittare di ogni spazio a disposizione. Quando chiedo alle persone di abbracciarsi per fare i ritratti, scatta qualcosa di molto speciale. Il giorno dell’apertura della mostra le persone che si sono abbracciate virtualmente avranno modo di conoscersi di persona. E questo per me è già un successo.
From Tuesday, August 1st The underground passage of Besso, in the proximity of the train station, has long been a hub for various projects of urban art, and on the occasion of the LongLake Festival it will once again take centre stage with a photographic exhibition against racism. Organised by the REC Association, in collaboration with SOSTicino, it will feature a series of large-scale portraits of people of multiple nationalities. As explained by Ricardo Torres, one of the curators of the project, its aim is to create a new vision of Lugano and to welcome those who enter the city through this passageway. How did this project come to be? In May last year I visited the refugee camps in northern Greece. Among the crowd of 12,000 people stuck at the border with Macedonia I met Ibrahim, Noar, Alief, Abdulazez, Mariam, Hessen and Zacariia…. They were escaping from the wars in Syria, Afghanistan and Iraq. I also met Barbara, Leonardo, Lisa, Andreas, Stefano, Valentina and many other volunteers that work in that area. There we weren’t “Europeans” and “refugees”; we were people, each with a name and a story, who shared a cup of chai and exchanged telephone numbers. I understood that maybe in order to win over fear it was enough to simply get to know each other, place ourselves next to one another, and I thought that I could take this concept anywhere, representing it with a simple gesture: a hug. Who are the faces captured in the portraits and what do they represent? They are traders, artists, garbage collectors, craftsmen, teachers, labourers, students, social workers, grandparents, sons, daughters, parents… They are Swiss, foreign, citizens, commuters, residents, refugees. They are very normal people that represent the human spectrum of our society and our region. They are people who liked the idea of a long group hug and decided to be a part of it.
Does the fact that the installation is found just outside the city acquire a particular meaning? In addition to its citizens, every day Lugano welcomes a large number of tourists, workers and students. We address all of them with a universal word: welcome, understood as a greeting, certainly, but also as an invitation to reflect on the subject of hospitality. A reflection that is often distorted by misinformation and fear. The photograph, a tool that today has become almost trivialised, present everywhere, but that can spread important messages. Exactly. This is one of the hundreds of collective actions of the Inside Out Project, a street art initiative created by the French artist JR. It is a platform that enables each installation created locally to have a global impact. For me, art has to speak to today’s world. And art that occupies public spaces, even more so: it has to yell out, if necessary, and take advantage of all the space that is available. When I ask people to hug each other to take the portraits, something very special happens. On the opening day of the exhibition the people that hugged each other virtually will be able to meet each other personally. And this for me is already a success.
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29.06 – 02.07 Centro Città
Il ritorno a Lugano di una grande passione a due ruote
The return to Lugano of a great passion on two wheels
Le due ruote più famose del mondo tornano a solcare le strade di Lugano con la quinta edizione del più grande raduno motociclistico della Svizzera. Gli Swiss Harley Days® – European H.O.G.® Rally 2017, saranno una grande festa per appassionati e curiosi, grazie a un vero e proprio villaggio dedicato alle bike di Milwaukee e a numerosi eventi. Concerti live, stand con le novità del settore presentate da espositori da tutta Europa, guide di prova, uno spettacolare airshow e la tradizionale parata che riunisce oltre mille centauri sulle sponde del Ceresio. Un simbolo che è molto più di un marchio motociclistico, Harley-Davidson® è ormai divenuto sinonimo di libertà. Per i numerosi harleysti presenti anche alle nostre latitudini, rappresenta infatti un vero e proprio stile di vita. Un modo di percorrere le strade basato non sulla ricerca sfrenata di velocità, ma sul piacere di viaggiare in simbiosi con il proprio mezzo, evocando sensazioni senza tempo. Un mezzo fondato sulla tradizione motoristica più pura che affonda le radici nell’epoca eroica dei motori a stelle strisce di inizio Novecento e che ha saputo conservare i suoi valori inalterati fino a oggi. Una passione che per quattro giorni vedrà in Lugano il suo imperdibile centro nevralgico.
The two most famous wheels in the world are returning to the streets of Lugano with the fifth edition of the biggest motorcycle rally in Switzerland. The Swiss Harley Days® – European H.O.G.® Rally 2017, will be a big party for both enthusiasts and curious visitors, thanks to a true and proper village dedicated to the bikes from Milwaukee and a rich programme of events. Live concerts, stands displaying the latest that the sector has to offer with exhibitors from all over Europe, test rides, a spectacular air show and the traditional parade uniting more than a thousand bikers on the banks of the Ceresio Lake. A symbol that is much more than just a motorcycle brand name, Harley Davidson® has become synonymous with freedom. For the large number of Harley fans that exist also in our part of the world, it is in fact a true and proper lifestyle. A way to travel the roads not based on the desperate need for speed, but also on the pleasure of travelling in harmony with the bike, conjuring up feelings of timelessness. A motorbike based on the purest form of the motoring tradition, rooted in the heroic age of motors bearing the stars and stripes at the beginning of the twentieth century, whose values have remained unchanged to the present date. A passion whose unmissable nerve centre will be Lugano for four days.
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concerti in Piazza della Riforma concerts at the Piazza della Riforma centauri alla parata bikers on parade Harley-Davidson da provare su strada (Demo-Ride) Harley-Davidson available for a Demo-Ride
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espositori exhibitors concessionari ufficiali svizzeri Swiss official dealers Custom Bike show Custom Bike show air show air shows
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MAX PEZZALI Icona senza tempo, Harley-Davidson® significa passione viscerale per milioni di appassionati, fra cui numerosi personaggi del mondo del cinema e della musica. Fra i più accaniti vi è senz’altro Max Pezzali, che alla sua passione per la musica ha sempre affiancato quella per il marchio di Milwaukee, tanto da battezzare la sua storica band, gli 883, come una delle più celebri cilindrate Harley.
A timeless icon, Harley-Davidson® represents a die-hard passion to its millions of fanatics, including many film and music stars. Among the most tenacious of enthusiasts is Max Pezzali, who has always combined his passion for music with his passion for the Milwaukee trademark, so much so that he named his epic band, 883, after one of the most famous Harley bikes.
Per tutti gli harleysti, questa moto è molto più di un mezzo di trasporto. Cosa significa per te la HarleyDavidson? Quando ero piccolo per me le Harley rappresentavano il sogno dell’America, i grandi spazi, il mito dei moderni cowboy sui loro cavalli di ferro. Ovviamente oggi le vedo più realisticamente come delle motociclette in grado di farmi fuggire almeno temporaneamente dai piccoli e grandi problemi della vita di tutti giorni: un momento di libertà personale, senza schemi né convenzioni, il mio piccolo rifugio mentale.
For all Harley enthusiasts, these motorbikes are much more than just a means of transport. What does the Harley-Davidson mean to you? When I was a boy, for me the Harley represented the American dream, wide open spaces, the myth of modern cowboys on their iron horses. Obviously today I look at the Harley more realistically, as a motorcycle that helps me to escape, at least temporarily, from the big and small problems of everyday life: a moment of personal freedom, without forms or conventions, my little mental refuge.
Un rapporto quasi simbiotico che ti ha portato anche ad aprire una concessionaria a Pavia. Cosa ti ha portato questo progetto? Essere contemporaneamente appassionato e dealer mi consente di immedesimarmi nelle necessità dei clienti, mi dà la possibilità di trattare chi acquista una HarleyDavidson come vorrei essere trattato io. La storia di questa moto è stata di recente narrata in una serie TV di DMAX, a cui tu fai da introduzione nella versione italiana. Storia e tradizione: sono questi i segreti del mondo Harley? Il rispetto del passato e della tradizione è effettivamente una componente importante della mistica Harley: ogni pezzo di queste motociclette racconta la storia del marchio, e l’innovazione non è mai fine a se stessa, ma concepita per portare reali benefici ai proprietari. Però Harley-Davidson guarda anche avanti: qualche anno fa la casa madre ha allestito una flotta di motociclette a propulsione elettrica, le LiveWire, per farle testare ai clienti. Essere consapevoli del proprio passato, ma senza precludersi il futuro. Sappiamo che nelle edizioni precedenti sei stato un attento frequentatore degli Swiss Harley Days. Avrai modo di essere presente anche quest’anno? Impegni lavorativi permettendo, vorrei assolutamente esserci anche quest’anno. La manifestazione è sempre meravigliosa e organizzata in modo impeccabile, ma la vera attrazione è l’incantevole bellezza di Lugano e del suo lago.
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An almost symbiotic relationship that also led you to open a dealership in Pavia. What made you decide to do this? To be an enthusiast and a dealer at the same time allows me to identify myself with the needs of my customers, it gives me to chance to treat anyone that buys a HarleyDavidson the way I would want to be treated. The history of the Harley-Davidson was recently told in a TV series on DMAX, which you introduce in the Italian version. History and tradition: are these the secrets of the Harley world? Respect for the past and tradition is indeed an important component of the magic surrounding the Harley: each piece of these motorcycles tells the story of the brand, and innovation is never an end in itself, but conceived with the aim of bringing real benefits to whoever owns one. However, Harley-Davidson is also forward-looking: a few years ago the parent company built a- fleet of electric motorbikes, the LiveWire, for clients to test. To be aware of your past, but without preventing the future. We know that in previous editions you have been a keen and frequent visitor to the Swiss Harley Days. Will you be able to attend this year too? Work commitments permitting, I would absolutely love to be there this year too. The event is always amazing with impeccable organisation, but the true attraction is the enchanting beauty of Lugano and its lake
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eto:
ompl mma c
progrkae.ch/plus longla
LongLake plus raccoglie le altre proposte, organizzate durante il periodo di LongLake Festival, che animano l’estate luganese. LongLake plus completa l’offerta festivaliera coinvolgendo molti altri organizzatori e aumentando la visibilità dei diversi cartelloni estivi.
LongLake plus is a collection of other events, organised during the LongLake Festival, breathing life into the Lugano summer. LongLake plus completes the events offered by the festival, involving many other organisations and increasing the visibility of various summer billboards.
RITMO COSTANTE STREET FOod
Rivetta Tell
Lungolago
07.07 - 30.07
06.07 - 08.07 & 13.07 - 15.07
Nella splendida cornice della Rivetta Tell, le iniziative di Ritmo Costante offrono l’opportunità di avvicinarsi alla danza attraverso esibizioni, animazioni e spettacoli, grazie anche alla collaborazione con e tra le scuole di danza presenti sul territorio. Un’offerta variegata e trascinante, in cui lo spettatore ha la possibilità di farsi coinvolgere direttamente e diventare parte integrante delle serate a ritmo di musica. In the magnificent setting of the Rivetta Tell, Ritmo Costante offers the opportunity to get closer to the world of dance through performances, entertainment and shows, also thanks to the collaboration with and between various dance schools in the region. A varied and captivating programme of events, in which the spectator can get involved directly and become an integral part of the evenings to the rhythm of music.
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Due fine settimana con proposte per tutti i gusti in cui la già allettante offerta gastronomica della passeggiata in riva al Ceresio verrà completata da food trucks e bancarelle all’insegna della gastronomia di strada. Un viaggio tra sapori locali e specialità etniche, dove soddisfare curiosità e palato. Two weekends offering food to suit all tastes in which the already enticing dishes on offer along the banks of the Ceresio will be completed with food trucks and stalls offering tantalising treats. A gastronomic voyage exploring local flavours and ethnic specialities, satisfying both your curiosity and your palate.
OPEN-AIR CERESIO ESTATE CINEMA LUGANO 29.06 - 22.09 Lido Lugano
28.06 - 27.07 Il grande schermo occupa un posto d'onore nell'estate luganese con una rassegna cinematografica che offre al pubblico la possibilità di godersi un film all'aria aperta. Le proiezioni propongo una selezione di successi usciti nelle sale nel corso dell'anno, unitamente ad alcuni grandi classici. The big screen occupies pride of place in the Lugano summer with a series of films that the audience can enjoy in the open air. The screenings offer a selection of the most successful films passing through the cinema in the last year, together with several great classics.
La 42a stagione di Ceresio Estate si compone di 16 concerti gratuiti che si svolgeranno, come di consueto, in alcuni degli angoli più suggestivi del luganese. Un’edizione all’insegna della sfida, amichevole quanto appassionata, tra strumenti a fiato e strumenti a corde, e che annovera ancora una volta collaborazioni prestigiose come quelle con l’Orchestra della Svizzera Italiana, il Conservatorio della Svizzera italiana e con Altolivenza Festival. The 42nd season of Ceresio Estate offers 16 free concerts that will be held, as usual, in some of the most beautiful spots in the Lugano region. An edition dedicated to the friendly but passionate challenge between wind instruments and string instruments, and that will once again renew prestigious collaborations, like those with the Orchestra della Svizzera italiana, the Conservatorio della Svizzera italiana and the Altolivenza Festival.
TICINO MUSICA 16.07 – 29.07
Con oltre 70 appuntamenti in 16 località di tutto il Cantone, Ticino Musica, giunto alla 21a edizione, si conferma elemento imprescindibile per gli amanti della musica classica. Articolato attorno a quattro sezioni interconnesse – le Masterclass, l’Opera studio internazionale Silvio Varviso, il Laboratorio di musica contemporanea, i Concerti – il Festival propone un programma composito, e ricco di sfaccettature.
With more than 70 events in 16 locations throughout the Canton, Ticino Musica, which has reached its 21st edition, is an unmissable appointment on the classical music lovers’ calendar. Revolving around four interconnected sections – the Masterclasses, the Silvio Varviso international opera studio, the Contemporary Music Workshop and the Concerts – the Festival offers a mixed, multi-faceted programme.
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Main venues Boschet to Ciani Un contesto naturale unico, nel cuore del Parco Ciani di Lugano, in cui godersi gli eventi di LongLake completamente immersi nella natura. Il palco del Boschetto ospita i concerti di Roam Festival, gli artisti del Buskers Festival, le matinée di musica Classica e alcuni appuntamenti del Wor(l)ds Festival. A unique natural setting, in the heart of the Parco Ciani in Lugano, in which the events of the LongLake Festival can be enjoyed while completely surrounded by nature. The stage in the Boschetto will be the location for the Roam Festival concerts, the street artists of the Buskers Festival, the classical music matinées and for some events of the Wor(l)ds Festival.
Piazza della Riforma & Piazza Manzoni Centro nevralgico della Città di Lugano, a due passi dal lago e contornate da edifici storici, le due piazze adiacenti sono lo scenario ideale per i grandi eventi. Piazza della Riforma è da sempre la casa di Estival Jazz, mentre Piazza Manzoni accoglie il palco principale del Buskers Festival. At the heart of downtown Lugano, only steps away from the lake and surrounded by historical buildings, the two adjacent squares are the ideal location for important events. Piazza della Riforma has hosted the Estival Jazz from its very beginnings, while the main stage for the Buskers Festival can be found in the Piazza Manzoni.
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El Mojito Tropical Lounge Tappa fissa dell’estate per chi vuole sorseggiare gustosi aperitivi e cocktail, ascoltare musica e ammirare la vista spettacolare del lago di Lugano. È stato inserito da Time Out nella lista delle attività imperdibili per il tempo libero in Svizzera. Buvette ufficiale di LongLake, utilizza tutti gli utili per finanziare la manifestazione e gli altri eventi estivi. It is the required summer stop-off for those who want to enjoy tasty appetizers and cocktails, listen to music and admire the spectacular view of Lake Lugano. It was included by Time Out magazine on its list of must-do free time activities in Switzerland. The official watering-hole of LongLake, all of its proceeds are destined to financing the Festival and other summer events.
Palazzo dei Congressi Durante LongLake, il centro congressuale della città e gli adiacenti giardini del Parco Ciani cambiano volto, ospitando il magico mondo del Family Festival. Un piccolo villaggio interamente dedicato alle famiglie e ai più piccoli, animato per un mese con letture di fiabe, teatri, cinema, spettacoli di clowneria, mostre, e tanti laboratori. During the LongLake Festival, the city’s congress centre and the adjacent gardens of the Parco Ciani will be transformed and become the hub for the magical world of the Family Festival. A little village entirely devoted to families and to smaller children, it will come alive for one month with story-readings, theatre, cinema, clown performances, exhibitions, and numerous workshops.
Lungolago La passeggiata luganese per eccellenza, da assaporare in tutta tranquillità grazie alle chiusure al traffico, previste ogni venerdì e sabato dalle 20:30 alle 01:30, dal 16 giugno al 26 agosto, nonché durante gli Swiss Harley Days, Estival Jazz, Buskers Festival e infine il 1 agosto per la Festa Nazionale Svizzera. The lakeside stroll of Lugano par excellence, which can be enjoyed in perfect tranquility thanks to the closing of the road to traffic. The pedestrian-only times are every Friday and Saturday from 20:30 to 01:30 from 16 June to 26 August, as well as during the Swiss Harley Days, Estival Jazz, the Buskers Festival and additionally on 1 August for the Swiss National Day. 41
Darsena Incastonata sulla sponda del Ceresio, la darsena è l’Info Point ufficiale della manifestazione e sede di Park&Read, il salotto estivo per gli amanti della lettura e della natura. Durante LongLake ospita inoltre diversi eventi di Wor(l)ds e Buskers Festival. Located on the lakeshore, the Darsena is the official Info Point of the festival and the headquarters of Park&Read, the summer spot for nature and reading buffs. During the LongLake Festival it will also be the setting for several events from the Wor(l)ds and Buskers Festivals.
Rivet ta Tell Con l’arrivo dell’estate questa piazzetta si anima di eventi, iniziative e servizi. È possibile affittare pedalò e motoscafi, oppure gustarsi un buon gelato artigianale. Ospita spettacoli del Buskers Festival e diversi appuntamenti dedicati al ballo proposti da Ritmo Costante. This little square comes alive in summer with events, projects and various services. Here you can rent a pedalo or a motorboat, or sample good homemade ice cream. Some of the Buskers Festival artists’ shows will be held here, as well as several dance performances by Ritmo Costante.
Villa Ciani La storica Villa Ciani è sede dal 1933 di importanti esposizioni a carattere artistico e storico, ed è oggi a disposizione anche per eventi esclusivi. A LongLake ospita una serie di concerti della Classica. Since 1933 the historical Villa Ciani building has been the setting for artistic and historical exhibitions, and it is today also available for exclusive events. A series of classical music concerts will take place there during the LongLake Festival.
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Ex Macello L’Ex Macello, struttura storica della Città di Lugano, accoglie esposizioni, show room, incontri, spettacoli e laboratori teatrali. Nell’ambito di LongLake sarà all’insegna all’approfondimento architettonico, con una mostra e delle conferenze. The Ex Macello, a building of historical significance for Lugano, provides space suitable for exhibitions, show rooms, meetings, performances and theatre workshops. At LongLake an exhibition and conferences dedicated to architecture will take place.
FOCE Con un teatro e una sala concerti, il FOCE è un piccolo polo culturale che nel corso dell’anno intrattiene il suo pubblico con più di 200 eventi. Al suo interno ospita anche l’Agorateca, una biblio-mediateca dove sono presenti e disponibili al prestito migliaia film in DVD, CV musicali, libri e giochi. Nel periodo estivo, il FOCE diventa venue ufficiale di LongLake, ospitando alcuni appuntamenti di Classica e Wor(l)ds Festival. With its theatre and a concert hall, the FOCE is a small cultural centre which offers more than 200 events during the year. On its premises there is also the Agorateca, a book and multi-media lending library where thousands of DVD films, music CDs, books and games are available. During the summer, the FOCE becomes an official LongLake Festival venue, hosting several events of both the Classica and the Wor(l)ds Festivals.
Container Lugano Un luogo fuori dal comune, un contenitore di emozioni che apre uno spaccato di atmosfera esotica e vacanziera in cui ricaricare le batterie con i piedi sulla sabbia. Aperto dal 22 giugno al 2 settembre, in Riva Antonio Caccia al giardino Belvedere. An extraordinary place, a container of emotions offering a holiday atmosphere with exotic overtones. A place where you can recharge your batteries with your feet buried in the sand. Open from 22 June to 2 September, in Riva Antonio Caccia at the Belvedere garden.
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PEDONALE DI BESSO
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•QUARTIERE •CINEMA
RTOLLI RIVA G. ALBE
MANZONI
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PARCO CIANI
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PUNTA F •FOCE
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P.ZA MARAINI
USI UNIVERSITÀ DELLA SVIZZERA ITALIANA
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MAGHETTI
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El Mojito Tropical Lounge
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Punto Città
Ex Macello
USI Università della Svizzera italiana
FOCE (Teatro e Studio)
F1
Villa Ciani
D2
LAC Lugano Arte e Cultura
A4
Palazzo Civico Piazza della Riforma
B2
Palazzo dei Congressi
D1
Viale della Stazione
A2
Piazza Castello
D1
Piazza Manzoni
C2
Piazza della Riforma
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Punta Foce
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RIVA ANT ONI O CA CCIA
Boschetto Ciani
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INFO POINT
ENTE TURISTICO
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