IVREA CITY NOTIZIE 09 2016

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IVREA

N. 09

settembre 2016

on line su

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MENSILE FREE PRESS

A TTUALITà

Un “Letto Rosa” contro la violenza sulle donne L’editoriale del direttore

Entro la fine dell’anno si tornerà alle urne per il referendum costituzionale, che si propone di rinnovare parte dell’assetto istituzionale della nostra Repubblica. Più che sulla portata del voto e sulle conseguenze che l’esito referendario produrrà sul nostro ordinamento, l’attenzione dei media mi pare particolarmente incentrata sul fatto che questa tornata elettorale sia una vera e propria cartina di tornasole per il Governo Renzi. Che vuole un cambiamento subito e rapido altrimenti - sostiene il Premier - non si va avanti. Che uno “svecchiamento” della nostra carta costituzionale sia necessario è fuori discussione, ma forse lo strumento per farlo dovrebbe essere una nuova Assemblea Costituente, sul modello di quella che elaborò la Costituzione attualmente in vigore dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e che in verità cambiamenti importanti li ha già subìti con varie leggi costituzionali. Le scelte da fare devono essere “prudenti”: c’è in gioco la nostra democrazia. Stiamo attenti: come dice il proverbio la gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

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Quincinetto-Marnaz: gemellaggio all’insegna della fraternità

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La 64a “Festa dell’uva” e del vino di Carema

Il “Gran Piemonte” strizza ancora l’occhio al Canavese

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“L’Elzeviro”

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Elisabetta Navizzardi


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Un “Letto Rosa” contro la violenza sulle donne

A TTUALITà

Nuova iniziativa sociale dell’AslTo4 che ha recentemente approvato una procedura volta a governare il percorso sanitario di una donna che ha subìto violenza di genere

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a Direzione Generale dell’ASL TO4 ha approvato a fine agosto la procedura Letto Rosa, destinata a tutti gli operatori coinvolti nella realizzazione del processo di assistenza delle donne vittime di violenza di genere. «Lo scopo di questa procedura – spiega il Direttore Generale dell’ASL TO4, Lorenzo Ardissone – è quello di governare il percorso sanitario di una donna che ha subito violenza di genere. Il percorso, che inizia con l’accesso al Pronto Soccorso di un nostro presidio ospedaliero, deve vedere la realizzazione di un iter definito e condiviso, dall’accoglienza all’ applicazione di procedure sanitarie e sino alla protezione della vittima». La realizzazione di questo percorso richiede di creare un’alleanza terapeutica con la donna, di offrirle una sistemazione temporanea in anonimato e di attivare, alla dimissione, le risorse territoriali finalizzate a una presa in carico tempestiva e alla pianificazione di un progetto individuale di intervento. «Per realizzare un percorso di cura che permetta di accogliere e proteggere la donna vittima di violenza creando un’alleanza terapeutica – aggiunge Ardissone –, è necessario che tutti gli operatori coinvolti siano sensibilizzati e conoscano le linee guida da seguire. Anche questo è un obiettivo della procedura che abbiamo appena approvato». La procedura Letto Rosa si applica, quindi, quando si rende necessario un ricovero a seguito di un episodio di maltrattamento o di violenza. Si tratta di

Mensile di informazione e attualità Direttore responsabile Calogero Urruso direttore@citynotizie.it Tel. 02 21.11.82.71 Redazione redazione.ivrea@citynotizie.it Tel. 0125 1906650 Fax 02 91390360 Pubblicità Tel. 0125 1906650 pub.ivrea@citynotizie.it Editrice G.E. SEDIT soc coop Via Emile Chanoux 22-24 11026 Pont Saint Martin (AO) Cell. 329 8622268 grupposedit@gmail.com

Il Liceo Botta in crisi di spazi: tagli ai laboratori S cuola

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Autorizzazione del Tribunale di Aosta numero 1/2015 del 19 marzo 2015

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ricoveri temporanei nel caso in cui la vittima non possa usufruire di una situazione protetta nell’immediato; si assicurano così cure, protezione e anonimato anche all’interno della struttura sanitaria. Letto Rosa, infatti, non prevede un letto dedicato e già prestabilito in un reparto specifico per garantire che il luogo del ricovero sia coperto da segretezza e, nel contempo, si possa ricercare la soluzione più appropriata di accoglienza della donna. La procedura “Letto Rosa” non è che un nuovo tassello che si inserisce nel percorso più ampio di attenzione da parte dell’Azienda alle donne vittime di violenza di genere. Ormai da anni, infatti, nell’ASL TO4 operano tre équipe multidisciplinari contro la violenza alle donne, ciascuna delle quali agisce in una delle tre macroaree dell’azienda, coordinate dalla Responsabile della Psicologia Ospedaliera, dottoressa Silvana Faccio. «Le tre équipe – conclude Ardissone - lavorano in stretta sinergia e collaborazione tra Servizi e attraverso un lavoro di rete con i Servizi Sociali, la Sezione Fasce Deboli della Procura e le Associazioni di Volontariato interessate alla tematica. Da alcuni anni, poi, i Pronto Soccorso dell’Azienda utilizzano il “Codice Rosa”, che si affianca al codice di priorità clinica, ma che è visibile soltanto agli operatori, per garantire alla vittime di violenza riservatezza e protezione in un momento che è spesso caratterizzato da fragilità e da debolezza psico-fisica». Federico Bona

I 1290 studenti dello storico istituto eporediese hanno trovato posto nelle 43 aule loro destinate, ma non avranno a loro disposizione il secondo laboratorio multimediale linguistico, sacrificato per lasciare posto alla quarantatreesima classe


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“Senza zaino” e vecchi banchi... per una scuola comunità! PAVONE CANAVESE

Dopo gli incontri tenutisi presso la Cooperativa ZAC sulla “Scuola senza Zaino”, voluti da genitori, insegnanti e dalle associazioni “Gessetti Colorati” e “Sotto il Cielo” con il comune intento di costruire una scuola aperta, comunitaria e partecipata, ecco che la Scuola Primaria di Pavone Canavese ha aderito all’iniziativa, inaugurando il nuovo anno scolastico con un modello educativo a dir poco rivoluzionario

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’anno scolastico appena iniziato ha subito visto il liceo classico Botta di Ivrea misurarsi con un grave problema di spazi: i 1290 studenti dello storico istituto eporediese hanno trovato posto nelle 43 aule loro destinate, ma non avranno a loro disposizione il secondo laboratorio multimediale-linguistico, sacrificato per lasciare posto alla quarantatreesima classe. «Quello degli spazi è da tempo un problema esplosivo per personale e utenza del liceo - lamenta la dirigente del Liceo, Lucia Mongiano - che a fronte di una continua crescita nei numeri e nelle iniziative didattiche non ha ottenuto risposte adeguate dalle Istituzioni». Ancora una volta all’apertura dell’anno scolastico Mongiano, ha dovuto comunicare a un Collegio Docenti (che si aspettava finalmente buone notizie) la mortificante prospettiva di sacrificare uno spazio essenziale per una didattica innovativa. Quasi superfluo elencare i sentimenti con i quali è stata accolta la notizia: delusione, rabbia e sfiducia. Tutto questo accompagnato da una domanda che - a oggi - non ha una risposta: «Perchè non è stato previsto alcun ampliamento degli spazi a disposizione del liceo, né verso i locali attigui dell’ex tribunale, di proprietà dell’amministrazione comunale e già in parte assegnati alla Scuola fino agli anni ’80, né verso quelli dell’Opera Pia Moreno che ospita da anni la succursale del Liceo?». Domanda più che legittima, soprattutto perchè

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a Rete delle Scuole “Senza Zaino” è un progetto che ufficialmente nasce per opera del Dirigente Scolastico Marco Orsi a Lucca nel 2002 e che attualmente coinvolge più di cento Istituti in Italia - hanno spiegato gli organizzatori dell’incontro. «Si tratta di un progetto educativo basato su un modello pedagogico all’avanguardia - ha spiegato la dirigente dell’Istituto Marzia Niccoli - che richiede un grande impegno e preparazione da parte delle maestre con dei corsi mirati. è basato sulla dimensione dell’ospitalità e sulla scuola come comunità di ricerca dove viene favorita la responsabilità degli alunni e l’acquisizione delle competenze, dove il clima dominante è l’interesse, la curiosità e l’operosità con obiettivi comuni. Nel corso dell’anno sono previsti incontri frequenti con i genitori per renderli partecipi. La maggior parte del lavoro verrà svolto in classe, mentre i compiti a casa, portati in una leggera cartellina, saranno solo un completaquello dell’ampliamento degli spazi del Liceo è un discorso in piedi da molto tempo: «Lo scorso anno - spiegano dalla segreteria del Botta -, a seguito di diversi incontri e ispezioni tecniche, una soluzione sembrava possibile, ma tutto si è nuovamente bloccato a giugno, con le elezioni amministrative che hanno visto i noti cambiamenti al vertice della Città Metropolitana, dalla quale fanno sapere che non sussistono le condizioni finanziarie per intervenire: manca un bilancio approvato, mancano risorse, e mancheranno forse anche per il riscaldamento del prossimo inverno». Esasperata ed estenuata da promesse mai mantenute e da un lungo e logorante braccio di ferro, la Dirigente Mongiano mette in evidenza come ancora una volta equilibrismi politici ed esigenze puramente contabili debbano prevalere sull’organizzazione di un servizio essenziale come la Scuola: «è il solito refrain all’italiana, una vergogna che penalizza una scuola, il Liceo Botta, che da sempre alimenta e promuove la crescita di questo territorio». Al fianco della dirigente, si schierano compatti i docenti: «Come è possibile proseguire nella missione di favorire la crescita di coscienza civica e di responsabilità sociale in ragazzi che si vedono dimenticati, o peggio, in balia di forze preposte alla loro tutela e che invece li trascurano?». F. B.

mento, quando necessario». Togliere lo zaino, oltre ad alleggerire la schiena degli studenti dal pesante fardello di libri, quaderni e materiale didattico, ha anche un significato simbolico in quanto vengono realizzate pratiche e metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità. Nelle aule Senza Zaino le bambine e i bambini condividono tutto e costruiscono, insieme ai propri insegnanti, le regole della convivenza, decidendo insieme come utilizzare gli strumenti didattici, come rapportarsi nel lavoro in gruppo, come comportarsi durante le spiegazioni, come svolgere i compiti a casa; e, infine, riflettono sul processo che li coinvolge. «Il punto più controverso che è emerso- hanno evidenziato dalla Rete è la difficoltà ad uscire dalla pedagogia tradizionale per approcciarsi ad una metodica sperimentale per mancanza di soldi nella scuola pubblica e per la necessità della rivisitazione di alcuni spazi. Ciò che invece si è percepita è la forte volontà di rinnovamento, di mettere al centro il bambino e la sua individualità». Presente all’inaugurazione anche il primo cittadino Alessandro Perenchio, che ha parlato di uno stanziamento di oltre 5 mila euro per arredare le nuove aule, con la speranza di estendere il progetto anche alla scuola media. www.senzazaino.it www.gessetticolorati.it www.tuttosottoilcielo.org www.terranuova.it Giulia Maringoni


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Volti nuovi nella “stanza dei bottoni” C ARNEVALE

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a gravidanza è stata lunga, il parto tribolato, ma il neonato Consiglio di amministrazione della Fondazione per lo Storico Carnevale di Ivrea sta bene e ha già iniziato a muovere i suoi primi passi. E’ stata una lunga estate calda, quella del Sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa che ha dovuto fare i conti con la complessa procedura prevista dallo statuto dell’ente Alberto Alma e, in aggiunta, con non pochi paletti messi (a volte anche tra le ruote) dalla componente politica. Nel comunicato di annuncio dell’avvenuta nomina, lo stesso Della Pepa ha ammesso che i tempi di gestazione sono stati più lunghi del previsto: «Sono finalmente giunto a nominare il Consiglio di Amministrazione impegnando più tempo del dovuto a causa delle questioni sollevate relative alla gestione amministrativa di un progetto di valorizzazione di aspetti storici della battaglia delle arance e relative ad alcuni dei nomi suggeritemi che potevano essere non nominabili per questioni statutarie o che avendo gestito in precedenza il Consorzio del Carnevale avrebbero potuto rappresentare, almeno nella percezione collettiva, un ritorno al passato. Oltre ad aver parlato con i diretti interessati, in queste settimane, ho incontrato molti cittadini, molti appassionati del Carnevale, molti consiglieri comunali. Questi confronti, per i quali ringrazio le persone per il tempo dedicatomi e per la pazienza accordata, mi sono serviti per cercare di operare la migliore scelta possibile per l’organizzazione del Carnevale e per l’amministrazione della Città nel suo complesso». Alla fine, il Primo cittadino ha puntato sul rinnovamento dei quadri dirigenziali della manifestazione, confermando il solo Alberto Alma alla presidenza del Cda, che sarà composto da Emilia Sabolo (che è stata nominata vicepresidente), Elisa Gusta, Andrea Barrel e Piero Gillardi. Le prime due sono state scelte nella rosa indicata dalle componenti carnascialesche, mentre i nomi di Barrel e Gillardi sono emersi dal listino proposto dai capigruppo del Consiglio comunale. Sono nomi nuovi per la carica che andranno a ricoprire per il prossimo triennio, ma ben rosati sotto il profilo carnevalesco e organizzativo.

Sei nomi nuovi su otto, tra Consiglio di amministrazione e referenti operativi. Restano in sella solo il Presidente Alberto Alma e Davide Marchegiano, che si occupa della logistica

Alice Boni

Andrea Barrel

Elisa Gusta

Emilia Sabolo è attiva da anni nell’associazione “Ij Croass del Borghet”, mentre Elisa Gusta, Mugnaia nel 2010, ha poi affiancato le Violette salite sul Cocchio negli anni successivi; Andrea Barrel vanta una lunga militanza come Arancere, sia a piedi che sui carri e Piero Gillardi è stato per anni il braccio destro di Elvio Gambone quando quest’ultimo era alla giuda del Carnevale. Nella sua prima riunione, il nuovo Cda ha provveduto alla nomina della “triade organizzativa”, le tre persone che avranno il compito di tradurre in pratica le indicazioni del Cda stesso. Per quanto concerne l’aspetto storico, curato negli ultimi anni da Gabriella Gianotti, il nuovo incaricato è Maurizio Leggero, Generale dell’edizione 2004 e membro uscente del Cda. Avrà il compito di provvedere alla supervisione e al precetto delle Componenti Storiche. Sul fronte della comunicazione, passaggio del testimone tra Mugnaie: il compito ricoperto finora da Barbara Bellardi passa ad Alice Boni, Violetta del Carnevale 2014, che si occuperà dell’ufficio stampa e degli altri aspetti legati all’immagine della festa. Resta alla guida del settore organizzativo Davide Marchegiano, reduce da una buona esperienza lo scorso anno: a lui il compito di gestire le mansioni di tipo logistico e della gestione di parte storica, Battaglia delle Arance e manifestazioni collaterali. Positive le prime impressioni del presidente Alma: «Sono certo che questo team lavorerà in sintonia e coesione e che insieme alle Componenti e al Consiglio di Amministrazione riuscirà a portare a termine gli obbiettivi prefissati». F. B.


QUINCINETTO

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Gemellaggio all’insegna della fraternità

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o spirito europeo rimarcato dal legame simbolico che unisce due paesi, Quincinetto nel Canavese e Marnaz, un Comune francese dell’Alta Savoia (Regione Rodano-Alpi), che festeggiano venti anni di gemellaggio (1996-2016): una ricorrenza che s’impreziosisce grazie al progetto “Lab Fraternitè/Fraternità”, mirato a sensibilizzare i cittadini riguardo alle problematiche di integrazione, inclusione sociale e diritti degli immigrati. Per tre giorni (16-18 settembre) si sono susseguiti a Quincinetto eventi informativi, workshop, tavoli tematici, incontri, iniziative culturali, musicali e sportive che hanno coinvolto attivamente le due comunità. I giovani delle scuole di Quincinetto e di Marnaz sono stati introdotti sui temi della cittadinanza, dell’uguaglianza e dell’identità (in modo da sviluppare l’attitudine all’integrazione e l’interazione tra popoli differenti) grazie alla metodologia del creative thinking e a seguito del seminario informativo che verteva sulla legislazione in materia di immigrazione e sul ruolo politico dell’Europa. A seguire un laboratorio d’idee in cui ogni cittadino ha contribuito all’elaborazione di un “Position Paper” con i principi guida riguardo integrazione e lotta al razzismo. Il “Twinning Festival”, contenitore di eventi ludico-sportivi, stand gastronomici con prodotti tipici del Canavese e della Savoia, e iniziative culturali e musicali, ha messo in campo, tra i molti eventi, il torneo di calcio Quincinetto-Marnaz e l’arrampicata sportiva, la Sagra del Cipollino e il Festival delle Energie Rinnovabili, il concerto dell’Harmonie Municipale de Marnaz e della Filarmonica Aurora di Quincinetto, la celebrazione della Santa Messa con letture in italiano e francese e la Chorale Paroissale assieme al Coro Guida Animazione Liturgica.

Le celebrazioni del ventennale del gemellaggio Quincinetto-Marnaz coincidono con una tre giorni di iniziative per coinvolgere la cittadinanza sui temi dell’integrazione

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La 64 “Festa dell’uva” e del vino di Carema a

Torna la kermesse autunnale caremese di una settimana culminante con l’assegnazione del Grappolo d’Oro alla migliore uva in concorso, un appuntamento enogastronomico e culturale tra i più attesi del Canavese

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nche quest’anno un ricco programma di eventi per la 64esima edizione della Festa dell’Uva e del Vino di Carema, volta principalmente a valorizzare uno dei primi vini rossi della Provincia di Torino ad aver ottenuto la denominazione di origine controllata ma diventata col tempo un importante evento enogastronomico e culturale, in grado di attirare molti visitatori per la rilevanza degli appuntamenti e degli eventi presentati dal 21 al 28 settembre. In apertura di calendario mercoledì 21, nella restaurata chiesetta di San Matteo, la presentazione della ristampa del libro “Mombarone. Un simbolo per tre Comunità: Canavese, Biellese e Valle d’Aosta”, mentre giovedì 22, ore 21, nella medesima sala, protagonista il progetto “Ecomuseo del paesaggio di Carema”, che s’inserisce nel più vasto ambito progettazione del futuro del territorio attraverso la valorizzazione del suo passato. Esposizioni artistiche e mostre, sempre in San Matteo, a partire dalle 17.30 di sabato, con opere di Claudie Vairetto Leclerc, Maurizio Acotto e Luca Olivieri “. Nella stessa giornata, dalle 15.30, è in programma la passeggiata alla scoperta di Carema sul tratto della Via Francigena, lungo il Sentiero dei Vigneti. La serata culminerà con l’evento “Andar per Cantine”, uno degli appuntamenti più attesi e suggestivi della manifestazione caremese, il noto percorso enogastronomico che si snoda tra le cantine del paese dove, oltre a degustare vini locali e dell’Alto Piemonte, sarà possibile conoscere e provare le pietanze e piatti della cucina tipica, il tutto impreziosito www.esedraconvivium.it

dall’intrattenimento musicale offerto dai gruppi locali. Venerdì all’insegna dello sport con la tradizionale Corsa dei Vigneti – 5° memorial Aldo Arvat,. corsa podistica non competitiva su un percorso di sette chilometri (iscrizione alle 17.30, inizio gara 18.30, premiazione alle 19). In serata immancabile appuntamento con lo stand gastronomico per la “Cena del Podista”, con l’orchestra “Enrico Negro”. Domenica 25 settembre si aprirà alle ore 9 con il ricevimento delle autorità presso l’area sportiva per l’apertura ufficiale della giornata conclusiva della manifestazione. In via Torino e in piazza Trattati di Roma si terrà la tradizionale mostra mercato dell’artigianato e di prodotti tipici, alle11 è prevista la celebrazione della Santa Messa nell’antica chiesa di San Matteo, con la benedizione dei prodotti della terra e dei premi che, nel pomeriggio, saranno consegnati a tutti i partecipanti al concorso del Grappolo d’Oro. Dalle 12 aprirà il servizio ristorante allestito nella tensostruttura, con un menù tipico a cura della Pro Loco caramese. Mentre alle 15.30 è in programma il concerto della Minibanda di Carema e del Complesso Bandistico di Carema, diretti dal maestro Renato Yon. Seguirà, alle ore 17, la premiazione delle migliori uve e l’assegnazione del Grappolo d’Oro. M. T.

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da Martedì a Venerdì: 10.00 - 14.00 / 16.00 - 23.00

Strada Baldissero, 7 - Torre Canavese (TO) Tel. 338.19.75.016 Sabato e Domenica: 10.00 - 23.00

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30 settembre: Degustazione di piatti con oli essenziali 9 ottobre: “Le campane di cristallo” 14 ottobre: Serata di presentazione degli oli essenziali per info: 338.1975016



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A mbiente

Il ritorno di SanaTerra: il cibo come inclusione e solidarietà www.citynotizie.it

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La Fiera dell’economia solidale e sostenibile “SanaTerra”, giunta alla sua settima edizione, mette ancora una volta al centro dell’attenzione temi ineludibili per la nostra società: il consumo critico, la riduzione dei rifiuti, la produzione sostenibile di beni e di energia, un lavoro “equo” che rispetti l’uomo e l’ambiente. Su questi temi fondamentali per il nostro futuro è stata organizzata per domenica 16 ottobre in piazza Ottinetti una giornata intera per incontrare la città, stringere più fortemente legami e interconnessioni, provando a costruire una risposta complessiva e condivisa alla crisi del sistema attuale

e aziende che espongono a SanaTerra i propri prodotti (frutta e verdura, marmellate e miele, pane, latte e formaggi, vino, abbigliamento e scarpe e molto altro) non vogliono semplicemente vendere un prodotto di qualità, ma intendono raccontare una storia, una scelta, un progetto di cambiamento. SanaTerra sostiene queste storie e queste persone, con la consapevolezza che ci sia un orizzonte comune da perseguire, insieme a tutti i gruppi e le associazioni che sul nostro territorio si occupano di commercio equo e solidale, legalità, mobilità sostenibile, comunicazione e tecnologie informatiche etiche, risparmio energetico, finanza etica, cooperazione e pace. L’argomento centrale su cui SanaTerra 2016 porrà l’attenzione è la questione dell’accesso al cibo, intendendo con ciò la possibilità per tutti di accedere a un cibo buono, sano e locale. I fattori che sottendono e influenzano le scelte di

in una situazione svantaggiata. Sarà qui necessario scardinare la convinzione che i circuiti alternativi di produzione e consumo siano necessariamente circuiti chiusi, esclusivi, facendo leva su quei fattori positivi da essi sviluppati, quali la costruzione di relazioni e di legami di comunità, la capacità di fare rete e creare sinergie con altri soggetti del territorio, che potrebbero, in maniera quasi rivoluzionaria, renderli protagonisti di percorsi di inclusione. In questa direzione si stanno già attivando collaborazioni con soggetti economici e sociali locali per potenziare i progetti di distribuzione di cibo, di recupero degli sprechi alimentari e di solidarietà già avviati in precedenza e per sperimentarne di nuovi. I visitatori attenti e consapevoli hanno ormai di gran lunga superato, rispetto alle prime edizioni, i semplici curiosi, a conferma del fatto che l’esigenza di costruire un’economia solidale in cui il rapporto tra società, economia ed ambiente venga ripensato in funzione del criterio della sostenibilità sia sempre più avvertita. www.lozac.it www.ecoredia.it www.legambientedorabaltea.it

G. M.

programma

Verso SanaTerra 2016: incontri, idee, musica, teatro sul tema del cibo...

acquisto quotidiano sono molti: fattori sociali (le reti relazionali in cui si è immersi, la famiglia, gli amici, la comunità); fattori culturali (solo per richiamarne uno, l’educazione al consumo critico); fattori di tempo (informarsi, fare la spesa, cucinare richiede tempo e volontà); fattori economici (il prezzo è spesso percepito come la barriera più grande, perché non è sempre facile comprendere che il “giusto” prezzo serve a sostenere i piccoli produttori e a proteggere l’ambiente dal degrado, evitando costi aggiuntivi per la cura della salute e del territorio). Se da un lato questi fattori spesso concorrono all’auto esclusione di alcuni cittadini dalla scelta di un cibo sano e locale, dall’altro è anche vero che i gruppi che promuovono modelli alternativi di produzione e consumo, non molto spesso si interrogano su come rendere accessibile il cibo di qualità ad un bacino più ampio di persone, comprese le più svantaggiate. Il GAS Ecoredia, con questa edizione di SanaTerra, vuole sperimentare percorsi alternativi di inclusione e solidarietà attraverso il cibo. Un primo filone di approfondimento riguarderà le relazioni di solidarietà che intercorrono all’interno di un GAS, tra i produttori e i consum-attori, con l’obiettivo di dare visibilità alle problematiche che le piccole aziende locali incontrano in un sistema che privilegia le produzioni intensive e la grande distribuzione e di promuovere campagne di sostegno all’agricoltura e all’allevamento sostenibili. Una seconda riflessione condurrà il GAS a rivolgere lo sguardo verso l’esterno e a domandarsi come mettersi in gioco per facilitare l’accesso al cibo “giusto” anche alle persone che vivono

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u tutti questi temi, si organizzeranno diversi appuntamenti nel mese precedente alla Fiera, tra cui spettacoli di teatro e di musica, tavole rotonde, laboratori e momenti di convivialità, mentre nella giornata di domenica, durante la Fiera, si privilegerà l’incontro e lo scambio con tutti i protagonisti di questo percorso.

Venerdì 16 settembre

in collaborazione con il festival ISAO alle 17 al Parco della Polveriera “IMPRESA, CIBO E SOLIDARIETà” esperienze di agricoltura nel sociale sul nostro territorio - performance teatrale con Cascina Praie (coop. Alce Blu) per il progetto Borsa Amica, Cascina di Francia, L’orto di Carmen dalle 19:30 aperitivo buono da matti a cura di Poldo alle 21 allo ZAC! MI ABBATTO E SONO FELICE | Mulino ad Arte monologo a impatto ambientale zero liberamente ispirato da “La decrescita felice” di Maurizio Pallante ingresso 7 euro | 11-18 anni 5 euro | bambini gratis prenotazioni info@lozac.it

Giovedì 22 settembre allo ZAC!

alle 18:30 “CAMMINARE LEGGERI SULLA TERRA” incontro con Silvia Faggian sull’impatto sociale della scelta vegetariana e vegana dalle 19:30 aperitivo vegan


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Dieci candeline per “Pietra su Pietra”!

Venerdì 30 settembre allo ZAC!

Venerdì 7 ottobre allo ZAC!

alle 20 “KITCHEN SOCIAL CLUB” cookin’ djset a kmzero con DON PASTA – vinili e pentole che raccontano storie e ricette di cuochi resistenti e contadini militanti. A seguire, presentazione del libro Kitchen Social Club, edizioni Altreconomia

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FRASSINETTO

alle 21 “IL CONCIORTO”, un concerto indie-popveggie-funk dove suonano le zucchine, le melanzane, le carote alle 21 “NON SI BUTTA VIA NIENTE!” un progetto di recupero degli scarti vegetali per un allevamento sostenibile. Intervengono il prof. Battaglini (Università di Torino), Fabio Dovana (Legambiente Piemonte), Davide Lovera (az. agr. Parva Domus), Patrizia Dal Santo (Ecoredia)

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L’associazione Onlus “Pietra su Pietra” ha festeggiato da poco il suo decimo compleanno nella vecchia scuola della frazione Berchiotto di Frassinetto, dove ha ripreso vita la vecchia biblioteca comunale, con un vivace dibattito sulla salvaguardia dell’ambiente montano e delle tradizioni

Sabato 8 ottobre allo ZAC!

alle 13 in occasione dell’Altromercato di ottobre “GRAN PRANZO DEGLI SCARTI” un pranzo sociale di ricette fatte con quello che di solito buttiamo (le bucce, le foglie, il pane secco) 10 euro, prenotazioni: info@lozac.it. Esperienze e mense sociali: si raccontano FaBene di Torino, ReciprocaMensa di Chieri, Mensa di Fraternità di Ivrea. Incursioni di freestyle e hip-hop sul tema del cibo con Splyfter e Sago

Venerdì 14 ottobre allo ZAC!

alle 21 “Verso una politica del cibo tra inclusione e solidarietà” Il ruolo delle istituzioni per facilitare e promuovere nuove pratiche di condivisione e accesso al cibo. intervengono prof. Egidio Dansero, Stefania Giannuzzi (Assessore all’Ambiente città di Torino), Federica Patti (assessore all’Istruzione Città di Torino)

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l nome “Pietra su Pietra”, spiegano i soci, vuole ricordare la costanza e la tenacia della gente di montagna, rispecchiare l’essenzialità ed il pregio delle opere esistenti, indicare un modo di operare per raggiungere alcuni traguardi, tra i quali proprio quello di evitare che molti antichi manufatti ancora presenti sul territorio di Frassinetto vadano dispersi, ripristinandoli, “Pietra su Pietra”. Particolarmente apprezzate le visite guidate che si sono tenute durante l’estate a cura delle Guide locali un gruppo di volontari che hanno seguito uno speciale corso di formazione sull’architettura e cultura frassinettese, organizzato dall’associazione stessa. Il percorso avviato negli ultimi anni dall’amministrazione per promuovere questa piccola realtà di media montagna in chiave sostenibile sembra finalmente aver dato i suoi frutti, trasformando Frassinetto, da molti definito “Il Balcone sul Canavese” per la spettacolare posizione

panoramica su pianura e Alpi attigue, in un sito di interesse turistico di forte richiamo, anche per le regioni vicine. «Il volo dell’Arcansel, insieme alle iniziative di Pietra su Pietra e al progetto di Albergo Diffuso, promosso in collaborazione con il Politecnico di Torino per il recupero, la riqualificazione e la conseguente valorizzazione del ricco patrimonio architettonico di Frassinetto, stanno diventando un prezioso volano per l’economia locale - ha commentato soddisfatto il giovane sindaco Marco Bonatto -; una strada innovativa per movimentare una zona che ha ancora potenzialità da sviluppare, senza stravolgere il paesaggio né essere troppo invasivi».

G. M.

www.arcansel.it www.albergodiffuso.com www.pietrasupietra.eu

BRACERIA

La taverna del fuoco di Passera Anita & C.

produzione propria Via Provinciale, 11 - Villate (TO)

Tel. 339.4691131 www.latavernadelfuoco.it

Orari: Giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 19 alle 24 (si consiglia la prenotazione)


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E VENTI

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Tutto pronto per il gran finale del “Settembre in coro” Per festeggiare nel migliore dei modi l’importante traguardo raggiunto dalla rassegna, ospite d’onore della serata di apertura è stato il prestigioso Coro della SAT di Trento, mentre la seconda e ultima serata prevede l’esibizione di due ensemble canavesani: il Coro Monte Soglio di Forno e il Coro Bajolese

i conclude sabato 24 la trentesima edizione del settembre in coro, la manifestazione musicale, organizzata dal coro alpino La Rotonda di Agliè, che è ormai un classico dell’autunno alladiese. Per festeggiare nel migliore dei modi l’importante traguardo raggiunto dalla rassegna, ospite d’onore della serata di apertura è stato il prestigioso Coro della SAT di Trento, mentre la seconda e ultima serata prevede l’esibizione di due ensemble canavesani: il Coro Monte Soglio di Forno e il Coro Bajolese. Il concerto è in programma alle 21 nel salone comunale Alladium. Significativo il titolo della serata di sabato 24: “Ti ricordi… trent’anni fa”, una sorta di retrospettiva per rievocare i tre decenni di vita della manifestazione, che ha visto avvicendarsi sul palco quasi 200 cori provenienti da ogni parte d’Italia. Il Coro Monte Soglio, che aprirà la serata, è stato fondato nel 1962 da don Benito Luparia, allora viceparroco a Forno. Don Benito mantenne la direzione per parecchi anni, anche dopo che fu trasferito a Torino. Gli subentrò poi Luigi Fassero, fino al 2002, mentre oggi è diretto da Andrea Pilia. Il coro è stato e continua ad essere, attraverso i gradevoli effetti artistici che trasmette, elemento aggregativo di positive qualità umane e culturali. Durante la sua ormai lunga storia ha accompagnato il fiorire economico e sociale di Forno,

dagli anni dell’apice del suo sviluppo industriale e demografico a quelli della stasi e della lenta trasformazione che oggi stiamo vivendo. Quasi superfluo presentare il Coro Bajolese, creatura del vulcanico Amerigo Vigliermo, che lo ha fondato nell’autunno del 1966 e ancor oggi lo guida. è una realtà che va ben oltre il canto: il coro si è sempre dedicato alla ricerca e alla raccolta della tradizione orale della gente tra cui vive. «Tutto ciò che cantiamo - spiega Vigliermo - lo abbiamo imparato dalla nostra gente. Tutto ciò che il coro ha cercato di fare l’ha fatto per far prendere coscienza alla gente stessa della propria identità culturale». Le parole del maestro sono confermate da quelle dei cantori: «Sappiamo che ciò che è stato fatto non è sufficiente per garantire la sopravvivenza di questa cultura, anche se abbiamo recuperato tantissimi canti (più di mille ore di registrazione, n.d.r.), riproposto tante testimonianze e documentato tante attività di lavoro e di vita quotidiana. Ma la nostra caratteristica è la continua sperimentazione per far conoscere sempre più alla radice la cultura orale della Gente che vive in Canavese». Per informazioni e prenotazione è possibile contattare gli organizzatori ai numeri telefonici 335.71 13 483 e 366.9590652

F. B.



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S PORT

Ciclismo: il “Gran Piemonte” strizza ancora l’occhio al Canavese

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Una grande corsa in una grande terra”: è questo il claim utilizzato per il lancio del Gran Piemonte, la corsa ciclistica organizzata da RCS Sport in collaborazione con la Regione Piemonte, che giovedì 29 settembre riporterà i campioni delle due ruote sulle strade canavesane. La corsa partirà da Diano d’Alba, nella sede dello sponsor Giordano Vini e, dopo aver attraversato il Monferrato, entrerà in Canavese da Viverone, per vivere i suoi ultimo 50 km, che prevedono anche l’unica vera asperità di giornata, la salita da Lessolo ad Alice Superiore. L’arrivo sarà di fronte al Castello di Agliè, uno degli scenari più suggestivi che il territorio può offrire. Il traguardo è stato scelto anche perché questa sarà la centesima edizione della gara e proprio quest’anno Agliè celebra il centenario della morte del poeta Guido Gozzano. Nel corso della presentazione, l’Assessore regionale allo sport, Giovanni Maria Ferraris, ha sottolineato come questo evento si inserisca in un più ampio contesto di valorizzazione del territorio attraverso lo sport: «Il nostro ente sta investendo da tempo in questa direzione, anche perchè noi consideriamo che lo sport sia uno degli strumenti che possiamo utilizzare per uscire dalla crisi. E, in quest’ottica, ci fa particolarmente piacere vedere il coinvolgimento attivo e convinto, come in questa occasione, di molti Sindaci e Amministrazioni locali». Già lo scorso anno il Gran Piemonte era arrivato in Canavese: in una giornata tormentata dalla pioggia, sul traguardo di Ciriè si impose il Belga Jan Bakelants (AG2R), davanti agli Italiani Matteo Trentin (Etixx) e Sonny Colbrelli (Bardiani CSF). Inserito tra la Milano-Torino (che si corre il giorno prima) e il Giro di Lombardia (in programma due giorni dopo), il Gran Piemonte non sarà una gara durissima, nono-

“Una grande corsa in una grande terra”: è questo il claim utilizzato per il lancio della corsa ciclistica organizzata da RCS Sport in collaborazione con la Regione Piemonte, che giovedì 29 settembre riporterà i campioni delle due ruote sulle strade canavesane stante i suoi 207 km, è quindi facile ipotizzare un arrivo in volata o l’impresa di un finisseur. In gara ci saranno dieci formazioni World Tour (Ag2r La Mondiale, Astana, Bmc, Cannondale-Drapac, Etixx-Quick Step, Lampre-Merida, Movistar, Katusha, Sky e Tinkoff). Inoltre, gli organizzatori hanno invitato otto formazioni Continental (AndroniSidermec, Bardiani CSF, Caja Rural-Seguros, Ccc Sprandi Polkowice, Cofidis, Gazprom-Rusvelo, Nippo-Vini Fantini e Wilier Triestina-southeast), oltre alla Nazionale italiana, formazione che darà la possibilità di correre il Gran Piemonte anche a quegli atleti le cui formazioni non saranno al via, primi fra tutti i Piemontesi Fabio Felline e Filippo Ganna. Il tracciato canavesano della corsa prevede il passaggio sull’ex SS 226 (Piverone, Palazzo, Bollengo e Burolo), l’attraversamento di Ivrea per raggiungere Lessolo, l’ascesa ad Alice Superiore, poi il transito da Vistrorio, Baldissero, Castellamonte, Ozegna e San Giorgio, prima di raggiungere il traguardo si Agliè. F. B.

Il vittorioso arrivo di Jan Bakelants

il podio con Jan Bakelants, Matteo Trentine e Sonny Colbrelli


Il Giro del Piemonte, corsa maledetta per i fratelli Coppi www.citynotizie.it

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S TORIA

Il Campionissimo non riuscì mai a inserire il suo nome in quell’albo d’oro nel quale compaiono, invece, tutti i grandi campioni dell’epoca: Gino Bartali, Learco Guerra, Fiorenzo Magni e Costante Girardengo

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austo Coppi è sicuramente il più grande corridore piemontese (e non solo…) di tutti i tempi. Anche nella sua regione ha conquistato successi epocali e ha scritto pagine di storia, prima fra tutte la tappa Cuneo-Pinerolo del Giro 1949, resa immortale dalle parole del radiocronista Mario Ferretti: «Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi». Eppure, al Giro del Piemonte (così si chiamava il Gran Piemonte fino a qualche anno fa) sono legati delusioni e drammi. L’unica vera soddisfazione in questa corsa fu all’esordio: Coppi era professionista da un paio di mesi e in quell’edizione del 1939 si piazzò terzo: fu il primo risultato di rilievo di quella che sarebbe diventata una carriera irripetibile. Dopo quel terzo posto arrivò una piazza d’onore nel 1949, ma Fausto non riuscì mai a inserire il suo nome in quell’albo d’oro nel quale compaiono, invece, tutti i grandi campioni dell’epoca: Gino Bartali, Learco Guerra, Fiorenzo Magni e Costante Girardengo. Ma il vero dramma di Coppi risale all’edizione del 1951: sul finire della gara, nel centro di Torino (il traguardo era al Motovelodromo di corso Casale), il fratello di Fausto, Serse, anche lui corridore, cadde a causa di una rotaia del tram, nella quale si era infilata la ruota della bicicletta. Sulle prime sembrò un incidente come tanti, senza gravi conseguenze, tanto che Serse rientrò in albergo con i compagni di quadra. Poco dopo, però, le sue condizioni peggiorarono e, nell’arco di poche ore, morì a causa di un’emorragia cerebrale, a 28 anni di età. F. B.

Corsa, fatica ed esaltazione: Mirco Mion all’Alpine Endurance Trail 4K L’imprenditore canavesano ha partecipato alla prima edizione della corsa lungo un anello di 350 km con un dislivello positivo di 25.000 metri, che, partendo e arrivando a Cogne, tocca le principali località turistiche della Valle

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ssere solo contro se stesso e sfidarsi di continuo, raggiungere un traguardo solo per pensare al successivo. È seguendo questa filosofia di vita (valida per lo sport, ma anche per il lavoro di tutti i giorni) che Mirco Mion, imprenditore canavesano classe 1964, ha partecipato alla prima edizione dell’Alpine Endurance Trail 4K in Valle d’Aosta. Una corsa montana lungo un anello di 350 chilometri con un dislivello positivo di 25.000 metri, che, partendo e arrivando a Cogne, tocca le principali località turistiche della Valle, sotto “l’occhio vigile” dei quattro 4mila: Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. «Non è tanto la posizione in classifica che cercavo - spiega Mion -, anche se il 113esimo posto da me ottenuto su quasi 600 partecipanti e 309 atleti arrivati in fondo alla gara è, di per sé, un buon risultato. Il mio scopo è raggiungere l’obbiettivo che mi sono prefisso. I 350 chilometri percorsi durante il 4K sono, alla fine, solo il traguardo di tutti gli altri

migliaia di chilometri calpestati durante gli allenamenti e le gare di preparazione, avendo in testa sempre un unico obiettivo: mettersi in gioco e arrivare in fondo». Una corsa continua, su sentieri di montagna, in discesa e in salita, con le pietre che ti rotolano sotto i piedi, le buche che ti tagliano le gambe, il sole che ti rallenta e il freddo serale che ti affatica, con la sveglia antelucana per riprendere a correre e il dimenticare la stanchezza di notte pur di non smettere di correre. A Mirco sono state necessarie, in tutto, 132 ore e 24 minuti di fatica e di esaltazione per tornare a Cogne, al traguardo. Meno di cinque giorni durante i quali non si è mai permesso di avere dei dubbi, di perdere la certezza di riuscire a giungere fino al traguardo finale. «Spesso si dice che una esperienza è importante in quanto ti cambia dentro - racconta l’atleta canavesano -. Non ne sono convinto. Una gara come il 4K non può cambiarti, perché devi già essere, prima di partire, “una persona da 4K”. Esalta le tue caratteristiche, la tua determinazione, la tua convinzione che se hai dei limiti non li hai ancora raggiunti. Ti rende consapevole della tua certezza che nessuna difficoltà è importante quando si desidera realmente raggiungere un obbiettivo». Di questo Mirco Mion ne è completamente convinto e mette la medesima passione anche nella sua attività professionale, che sia nelle sue aziende di Gruppo Più a Ivrea (che forniscono servizi di assistenza nel mondo economico finanziario) o nel suo ruolo di presidente di Agefis, l’Associazione dei geometri fiscalisti della quale è anche socio fondatore, o di collaboratore di alcune delle testate finanziarie più importanti in Italia. «Perché corro? Forse perché ogni volta che lo faccio ho l’opportunità di sentirmi straordinario. Similmente amo il mio lavoro perché è sfidante come una corsa. Amo il mio mestiere perché è fonte di nuove relazioni e di nuove sfide da affrontare e mi permette di intraprendere sempre nuovi progetti professionali». F. B.


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P EOPLE

Marco Lingua e la sfortuna a cinque cerchi Il lanciatore di martello chivassese vanta il poco invidiabile record di sei tiri nulli nelle due sessioni di qualificazione alle quali ha partecipato, a distanza di otto anni. In Cina non riuscì a far segnare una misura valida e in Brasile non gli è andata meglio

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ric Moussambani è diventato una stella del web grazie all’etichetta di “peggior nuotatore olimpico di tutti i tempi”; pur senza altrettanta enfasi, anche il Canavese ha un atleta che si è distinto in negativo in ben due edizioni dei giochi olimpici, quella di Pechino 2008 e

quella, recentissima, di Rio de Janeiro. Marco Lingua, lanciatore di martello chivassese, vanta il poco invidiabile record di sei tiri nulli nelle due sessioni di qualificazione alle quali ha partecipato, a distanza di otto anni. In Cina non riuscì a far segnare una misura valida e, dopo aver mancato

la qualificazione a Londra 2008, ci ha riprovato in Brasile ma, anche in questa occasione, nelle tre caselle dei suoi lanci compaiono altrettanti “nullo”. Marco è un atleta di tutto rispetto, che ha sputo farsi valere sia a livello nazionale che internazionale, eppure sembra vittima di una vera e propria sindrome a cinque cerchi che gli impedisce di esprimersi al meglio nelle occasioni più importanti, quelle in cui si trova sotto gli occhi di tutto il mondo. A differenza del nuotatore della Guyana Equatoriale, Marco non è sicuramente il peggior lanciatore di martello di tutti i tempi, anzi: il suo record personale, più che lusinghiero è di 79,98 mt, ma risale al 2008 e nelle ultime stagioni non è più stato avvicinato dal lanciatore canavesano. In questa stagione ha superato più di una volta i 74 metri, misura che sarebbe stata ampiamente sufficiente per entrare in finale. Nel suo palmares compaiono una medaglia d’argento ai Mondiali militari del 2009 e una vittoria nella Coppa Europa invernale di lanci, oltre a tre titoli italiani assoluti. Ma sul palcoscenico olimpico… nisba, non c’è nulla da fare! Alla luce dell’età (Marco è nato a Chivasso nel 1978) difficile poter sperare in una terza opportunità a Tokyo 2020. Forse Lingua potrebbe provare a rilanciarsi come star televisiva: tra il 1997 e il 2000 è stato infatti protagonista della trasmissione 8 MM. F. B.

Ivrea City League si ricomincia! C ALCIO

Le tre formazioni eporediesi protagoniste lo scorso anno del campionato di Terza Categoria hanno conquistato il passaggio nella serie superiore e la sfida si ripropone quest’anno

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anno seguito percorso diversi, ma, alla fine, hanno raggiunto tutte e tre la meta che si erano prefissate: approdare nel campionato di Seconda Categoria. Le tre formazioni eporediesi che lo scorso anno si sono ritrovate avversarie nell’entry level del calcio, la Terza Categoria, hanno superato il primo scalino e sono pronte a sfidarsi nuovamente nel torneo di Seconda Categoria (Girone D). Curioso ripercorrere i tre diversi cammini seguiti per cogliere la promozione: l’Ivrea 1905 ha vinto il girone e conquistato nella regular season il passaggio di categoria; l’Ivrea-Montalto ha dovuto vincere i playoff, mentre il San Grato Ivrea è stato ripescato, grazie ai risultati conseguiti sul campo, ma anche alla storia e alla serietà della società. Così, si ricomincia, in un girone a 13 squadre (ciascuna osserverà quindi un turno di riposo): oltre alle tre eporediesi ci sono le canavesane La Romanese, Bajo Dora, Castellamonte e Junior Salassa e il sestetto valdostano composto da Red Devils Verres, GS Sanson, Montjovet, GrandCombin, Quart e Grand Paradis. Le tre squadre di Ivrea sono annunciate come grandi protagoniste del torneo: anche da matricole, sono squadre allestite per fare bene, anche se non sarà facile dominare come è avvenuto nella scorsa stagione. Cauto, come al solito, Antonio Vecchino, presidente del San Grato Ivrea: «Siamo felicissimi per aver conquistato la promozione, seppur grazie a un ripescaggio. Ci siamo rinforzati, sia nella rosa che nel settore tecnico e il nostro primo obiettivo è quello di mantenere la categoria. Poi, non lo neghiamo, crediamo di essere in grado di giocarcela con buona parte delle squadre che dovremo affrontare, quindi gli obiettivi li fisseremo nel corso della stagione, man mano che saremo in grado di valutare la nostra forza in rapporto agli avversari». Vecchino non ha dubbi su quali siano le favorite del girone: «Sia l’Ivrea 1905 che l’Ivrea Montalto hanno allestito squadre che, come si suol dire, sono di un’altra categoria. Credo che saranno loro il punto di riferimento per tutti». Mirko Maran, direttore sportivo dell’Ivrea Montalto è realista: «Il nostro obiettivo è quello di ripetere quanto fatto lo scorso anno, ossia centrare i playoff. Sicuramente non sarà facile, perché la categoria è più impegnativa, ma ci siamo rinforzati e credo che potremo dire la nostra con le avversarie, anche se Ivrea 1905 e Red Devils sono due corazzate che, sono convinto, si giocheranno la vittoria finale. Non dimentichiamo poi il San Grato: forse nei pronostici è uno scalino al di sotto, ma sicuramente venderà cara la pelle, soprattutto nei derby. Altre squadre che potrebbero fare bene sono il Sanson e il Bajo Dora». Il ruolo di favorita, addirittura di annunciata schiacciasassi, non spaventa i dirigenti dell’Ivrea 1905: «è vero, abbiamo costruito una squadra per provare a vincere il campionato - ammette il presidente Sergio Mana -, inutile nascondersi dietro un dito. Detto questo, è ovvio che una cosa sono le idee e i progetti, un’altra il verdetto del campo, per cui fa piacere partire con i favori del pronostico, ma dovremo poi conquistare ogni punto sul campo, impegnandoci a fondo in tutte le partite». Le avversarie più pericolose? «Sulla carta - analizza il presidente arancione - direi Ivrea Montalto, San Grato e Red Devils, ma poi sarà il campo, con il trascorrere delle giornate, a dire la sua, anche perchè in queste categorie ci si possono sempre attendere sorprese».

F. B.

Ivrea City League: il calendario degli scontri diretti

Il primo derby delle Rosse Torri è in programma alla terza giornata, mentre l’ultima stracittadina è in calendario proprio nel turno conclusivo del campionato. Ecco tutti gli scontri diretti, la cui classifica sarà la base per l’assegnazione della seconda edizione del trofeo Ivrea City League. 2 ottobre 2016 (3a giornata) Ivrea 1905 - Ivrea Montalto

12 febbraio 2017 (16a giornata) Ivrea Montalto - Ivrea 1905

30 ottobre 2016 (7a giornata) Ivrea 1905 - San Grato Ivrea

12 marzo 2016 (20a giornata) San Grato Ivrea - Ivrea 1905

8 dicembre 2015 (13a giornata) Ivrea Montalto - San Grato Ivrea

30 aprile 2016 (26a giornata) San Grato Ivrea - Ivrea Montalto


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Grande successo dell’ultima tappa del Campionato Regionale RPQH Un susseguirsi di gare entusiasmanti in attesa della Finale 2016 della Coppa delle Regioni

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abato 10 e domenica 11 settembre, nella prestigiosa cornice del Centro Ippico La Peschiera di Fraz. Molliette a Caluso, sotto l’egida dell’AIQH (Associazione Italiana Quarte Horse) e con l’impeccabile organizzazione della RPQH (Regional Piemonte Quarter Horse), si è svolta la Sesta ed ultima tappa per il campionato regionale di Reining e Monta Western.In un clima assolutamente sereno, le gare sono state molto avvincenti ed i più di 60 binomi iscritti si sono espressi al meglio ed hanno dato ampia dimostrazione della bellezza dei movimenti di cavalli e cavalieri, della sintonia creata sicuramente in molte ore di addestramento e della sana rivalità tra i vari

caluso

centri ippici della regione che, seppur espressa con molto fair-play, si nota solo sul campo di gara perché, in tutti gli altri ambiti, ciò che prevale è la simpatia ed il rispetto reciproco. Molto apprezzati anche gli eventi speciali in programma: il Maturity, competizione destinata a cavalli di età superiore ai cinque anni che sono già una splendida realtà nel panorama della Monta Western italiana ed il Futurity, per cavalli di 3 e 4 anni, che hanno le migliori prospettive per divenire futuri protagonisti. Domenica mattina, un momento molto tenero è stato l’appuntamento per i ‘cavalieri’ più piccoli, dai 2 ai 7 anni, che, in sella ma accompagnati alla mano da un adulto, hanno effettuato la loro gara arrivando tutti primi a pari merito. Questa tappa era la sesta ed ultima del Campionato Regionale RPQH 2016 ed è stata un successo che fa prevedere una grandissima partecipazione della Regione Piemonte anche alla finale del Campionato Nazionale AIQH, Coppa delle Regioni, in programma dal 21 al 23 ottobre proprio al Centro Ippico La Peschiera QH.

Eccezionale Finale Nazionale AIQH di Monta Western

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N. Viali

Dal 21 al 23 ottobre, presso il Centro Ippico La Peschiera, in Frazione Molliette di Caluso, si svolgerà la Finale 2016 della Coppa delle Regioni

ull’onda dei successi ottenuti, grazie alle vittorie nelle finali 2014 e 2015 dalla Squadra Regionale del Piemonte, L’Associazione Italiana Quarte Horse (AIQH) ha affidato alla Regional Piemonte Quarter Horse , presieduta da Cristina Fiscella coach della rappresentativa squadra regionale, l’organizzazione della Finale 2016 della Coppa delle Regioni, ultimo atto del Campionato Nazionale di Monta Western, nelle discipline del Reining e delle Western Performance. La realizzazione di questa finale in Piemonte prospetta di essere un’ottima vetrina per far apprezzare non solo l’ottimo livello raggiunto dai vari centri ippici piemontesi che offrono i loro migliori binomi al lustro della squadra regionale, ma anche le tante peculiarità ed unicità, sotto l’aspetto naturalistico, storico, culturale ed eno-gastronomico, del bellissimo territorio che ci ospita. Proprio per l’importanza della Finale 2016 e per perseguire la riuscita finale dell’evento, un grande supporto è stato offerto dal Consiglio Regionale del Piemonte che, nella persona del suo vice-presidente, Daniela Ruffino sempre molto attenta alle necessità espresse dal territorio e convinta sostenitrice degli sport cosiddetti ‘minori’, patrocina e supporta la manifestazione; proprio in quest’ottica, si realizzerà una conferenza stampa di presentazione giovedì 29 settembre presso la Sala Viglione del Palazzo del Consiglio Regionale del Piemonte in Via Alfieri, 15 a Torino. Alla conferenza stampa, oltre alle Autorità competenti, sarà presente una folta rappresentativa della Squadra Regionale del Piemonte, in tenuta da gara portando in sala la Coppa delle Regioni che da ben due stagioni agonistiche è in Canavese. Il pubblico che vorrà assistere avrà l’opportunità di godere appieno dello spettacolo del Reining e delle varie discipline delle Western Performance che, a differenza di quanto si possa supporre, pur derivando dai movimenti dei cow-boy nel suo lavoro quotidiano, sono divenute espressione di armonia, di sintonia e di bellezza.

N. Viali

Il Bar giusto per te... ad occhi chiusi! Via Provinciale, 14 - Samone (TO) Apertura Colazioni dalle 5,30


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Le piccole cose Domenica 2 ottobre a Front Canavese

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Una bella storia d’amore per un pomeriggio in un posto da favola

omenica 2 ottobre, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘Alla ricerca della Felicita’ a Front Canavese, luogo di storia antica, di grandi nomi e di grandi uomini e donne che con il loro operare facevano grandi le piccole cose. E’ lunghissima, infatti, la Storia di Front e lo si comprende già dal nome che, molto probabilmente, deriva da “Castrum Frontis” riferito al primo castello costruito dai Longobardi sul finire del V secolo forse sulle rovine di un antico avamposto romano o celto/ligure. Ai piedi del castello eretto sulla collina, si insediarono i primi nuclei famigliari che diedero i natali a Front. Come sempre, la storia si ripete e, dove sorgono castelli di ricche famiglie nobiliari, arriva anche molta gente del popolo che, con il suo lavoro, agevola la grandezza della casata. Piccoli gesti di gente umile senza la quale non potrebbe certo esistere la grandezza; persone umili ma grandissime di cuore, che riescono ancora a godere e bearsi delle piccole soddisfazioni che la vita di tutti i giorni può donare: una torta ben riuscita, un lavoro ben fatto, il sorriso di un bimbo che gioca felice.

Francia e della sua seconda moglie Maria de’ Medici e venne denominata ‘Madama Reale’ per il fatto che tenne la reggenza del dominio Sabaudo in vece dei figli, ancora troppo piccoli per regnare, alla morte di Vittorio Amedeo I di Savoia. Una volta che la Madama Reale prese il suo ‘posto di comando’, alla sua Corte, forse a causa della sua bellezza, della sua intrigante sensualità ed alla sua voglia di divertimento, nacquero subito molte dicerie che le attribuivano svariate ‘avventure’ ma, tra tutte, pare che la più seria fosse quella con il Conte Filippo d’Agliè dato per Favorito. Filippo Giuseppe San Martino d’Aglié, è stato, fine ed abile uomo politico ma doveva anche avere un carattere molto sensibile poiché viene ricordato soprattutto come letterato, musicista e coreografo; il carattere fiero e volitivo della Madama Reale e l’animo sensibile di Filippo d’Agliè si incontrarono a Cherasco dove Maria Cristina e la Corte si rifugiarono per sfuggire alla peste del 1630 ed il loro rapporto d’amore, non può certo essere considerato un flirt passeggero visto che durò fino alla morte della Madama Reale. Molte furono le vicissitudini cui dovettero far fronte compresa una separazione ‘obbligata’ dovuta al famoso Cardinale Richelieu che fece Davide Motto, direttore artistico dell’eimprigionare Filippo e che, nonostante vento, così racconta: un gran lavorio di mediazione di Maria “Sono le piccole cose quelle che ci Cristina, tornò libero solo alla morte del restano nel cuore e facciamo fatica a famigerato Cardinale. dimenticare. Sono le piccole cose che Filippo d’Agliè scrisse molti balletti attraversano quasi inconsapevolmente che poi coreografò dando alla Corte le nostre vite per strapparci un sorriso e, soprattutto alla sua amata, quei fae lasciarci quel vago sentore di malinsti e quell’allegrezza che la Madama conia. Quelle piccole cose, quei piccoli Reale apprezzava e voleva affinché gesti quotidiani, quelle piccole grandi Torino non fosse da meno della Corte imprese che rende eroica la gente codi Francia e delle altre corti europee mune. Sono queste piccole cose che dell’epoca. Hercole e Amore - Filippo d’Agliè - Balletto degli amori - Torino, Biblioteca Reale incroceremo nel nostro cammino a In verità, uno strano fil-rouge li lega Front Canavese... dove l’antico sapore anche in età avanzata se pensiamo che della gente canavesana si incrocia con la grande storia che vide questo luogo dientrambi, in vecchiaia, divennero più seri ed austeri: la Madama Reale volle le mora del decantato amore tra Cristina di Francia, prima Madama Reale e il Conte ‘Carmelitane scalze’ a Torino e si recò spesso al loro convento e, quando morì, fu, Filippo d’Agliè... lasciatevi incantare”. per sua volontà, sepolta vestita proprio da Carmelitana scalza. Il Conte Filippo, invece, si legò fortemente ai Cappuccini e volle essere sepolto in un posto umile Il Castello costruito dai Longobardi fu danneggiato dall’invasione spagnola dei del Convento del Monte dei Cappuccini. Con il passare degli anni si perse memoprimi anni del 1500 prima e, tanto per cambiare, dai Francesi qualche anno dopo ria del punto esatto in cui fu sepolto fino al 1989, quando il suo scheletro fu portato ed i legittimi proprietari decisero di non ricostruirlo in quanto risiedevano da un’alalla luce da lavori di restauro effettuati in quello che al tempo della sua sepoltura tra parte. era l’orto del Convento. La ricostruzione del Castello sul ‘Bricco della Torre’ ha inizio nel 1600 ad opera Beniamino, quindi, nel suo girovagare Alla ricerca della Felicita, domenica 2 ottodei San Martino d’Agliè ed è proprio in questo secondo castello che si svolge bre potrà confrontarsi anche con una bellissima storia d’amore che diverrà, forse grande parte della vicenda amorosa tra la Madama Reale, Cristina di Francia ed il ma non si sa, preludio alla conclusione del suo viaggio. Conte Filippo d’Agliè. N. Viali Cristina di Borbone, Principessa di Francia in quanto figlia del Re Enrico IV di


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La luce dell’alba Domenica 9 ottobre a Caluso

Un vitigno molto antico per dare tre tipi di vini… Erbaluce si, tutti e tre ‘divini’

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omenica 9 ottobre, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘Alla ricerca della Felicita’ a Caluso, un luogo che, dopo la tappa a Front Canavese e la storia d’amore fra la Madama Reale e il Conte Filippo San Martino di Agliè, gli farà scoprire un’altra poetica storia d’amore, anche se è solo leggenda. Grazie a questa leggenda, il nostro girovago che si va sempre più innamorando del Canavese, scoprirà ancora una volta che l’unica via per trovare la propria Felicita è la via dell’amore che dev’essere un amore a 360 gradi, onnicomprensivo e assolutamente totale: amore per la vita, amore per il creato che ci ospita, amore per tutti gli esseri viventi e amore per chi decidiamo debba essere nostra compagna o compagno di viaggio. Questo di Caluso è il terz’ultimo incontro con Beniamino che, sabato 22 ottobre, concluderà la sua ricerca della Felicita proprio ad Agliè nei luoghi di Guido Gozzano e della sua Signorina Felicita. Ecco la presentazione dell’appuntamento a Caluso dalle parole di Davide Motto, direttore artistico dell’evento: “Il paese che dà il nome al vino della zona, il luogo in cui la ninfa Albaluce diede vita al rinomato vino bianco. Lo scopriremo passo a passo tra la storia e il mito; la storica battaglia di Caluso, il chiostro francescano nato dopo il passaggio del santo d’Assisi, le rovine del vecchio “castellazzo”, il Palazzo Valperga con il parco Spurgazzi con la sua rara flora. Il posto ideale per il nostro beniamino dove poter cercare la sua Felicita o felicità”.

L’Erbaluce di Caluso è un vino molto conosciuto ed apprezzato fin dall’antichità: una versione accredita l’apparizione del suo vitigno ad una specie autoctona canavesana mentre, a causa del suo nome antico, Albaluce, altri ipotizzano che a portare in zona le prime piante siano stati i Romani. Comunque sia stato, di questo vino sopraffino, ne parla già Virgilio nelle Georgiche. L’Erbaluce di Caluso, primo tra tutti i vini bianchi della provincia di Torino, ha ottenuto di essere definito D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) con il decreto del 9 luglio 1967. La leggenda che narra della sua comparsa, come per tutte le leggende, si perde nella notte dei tempi e ci ricollega alla leggenda della Regina Ypa che abbiamo conosciuto nella tappa di Mazzè. Questa la vicenda: lontano, lontano nel tempo, quando l’armonia regnava incontrastata e gli uomini ancora veneravano come dèi gli elementi naturali, sulle colline moreniche lasciate dal grande ghiacciaio che si stava ritirando, vivevano le ninfe dei boschi, dei fiori, delle sorgenti e di tutti quegli elementi naturali che permettevano la vita. Tra le ninfe del lago, ve n’era una che si chiamava Alba che, un bel giorno, si innamorò del Sole e fu prontamente da Lui ricambiata. Il loro pareva essere un amore impossibile poiché quando il Sole compariva nella sua pienezza, Alba era già sparita per lasciar posto al Giorno. Ma l’Amore ha sempre molte vie che conducono al coronamento del proprio desiderio: la dolce, Luna, sorella del Sole, si intenerì e decise di aiutarli. Un mattino, in accordo con il fratello, rimase in cielo proprio nel punto in cui doveva comparire il Sole dandogli così l’opportunità di raggiungere, non visto, la sua Alba. I due poterono finalmente coronare il loro sogno d’amore proprio sul Bric di Caluso. Da questa unione nacque una bellissima creatura che aveva la carnagione pallida ed argentea della Luna, gli occhi del color del cielo ed i capelli biondi e luminosi come i

raggi del Sole. Le venne dato il nome di Albaluce e sul luogo dell’incontro sorse un tempio. Questa figlia del Sole e dell’Alba era talmente bella ed amabile che gli abitanti del posto erano usi portare al tempio molti doni frutto della Terra, dell’Acqua e del loro lavoro. Tutto bene, quindi? Non proprio poiché dopo un po’ di anni, la Regina Ypa decise che per nutrire il suo popolo che aumentava, occorreva bonificare la zona ottenendo più terra coltivabile. Al tempio andarono solo più sette devoti rimasti fedeli alle vecchie tradizioni ma, purtroppo, non avevano più la possibilità di portare doni. La dolce Albaluce appreso ciò che stava capitando, si rattristò ed il suo sconforto portò le lacrime ai suoi occhi; una di queste cadde andando a bagnare il suolo arido e, proprio in quel punto, nacque un vigoroso arbusto che portava tralci carichi di grappoli di succosa e dolcissima uva bianca che racchiudeva in sé la dolcezza dell’Alba e la luminosità del Sole e fu così che, dal pianto di una dea, nacque il vitigno dell’Erbaluce. Dall’uva di questo vitigno, in base ai tempi ed ai modi di raccolta ed al metodo di lavorazione, si possono avere tre vini: l’Erbaluce di Caluso, il Caluso Spumante ed il Passito di Caluso, tre vini… ‘divini’. Ma Caluso non è solo Erbaluce, è anche storia, cultura e bellezza naturale che Beniamino, nel suo percorso Alla ricerca della Felicita scoprirà insieme a chi vorrà accompagnarlo in questo viaggio, allo stesso tempo, leggendario e reale.

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Dal Canavese a Roma Domenica 16 ottobre a San Giorgio Canavese

Bene e male si alternano ma vince il bene!

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omenica 16 ottobre, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘Alla ricerca della Felicita’ a San Giorgio Canavese, luogo ricco di storia e di tradizioni. In questo pomeriggio di visita, San Giorgio offrirà ai visitatori che accompagneranno il nostro protagonista, l’opportunità di conoscere molto della sua lunga storia e delle sue grandi tradizioni. Non a caso, proprio qui, c’è il Museo ‘Nòssi Ràis” che, il 2 maggio di quest’anno, ha riaperto dopo un periodo di chiusura per effettuare lavori che l’hanno reso un museo multimediale in cui i giovani possano trovare, con i mezze a loro più affini, le tracce delle ‘loro radici’ ma possano anche, da queste, ripartire per un viaggio unico che li porti a divenire protagonisti del loro tempo esattamente come fece Antonio Michela Zucco quando divenne protagonista dei suoi tempi. Ecco, dalle parole di Davide Motto, direttore artistico dell’evento, il programma: “Qui accaddero i tragici fatti della Iena di San Giorgio, al secolo Giorgio Orsolano; qui un castello meraviglioso ricco d’arte e di storia; da qui partì Antonio Michela Zucco alla conquista di Roma con la sua “Macchina Michela” la tastiera per stenotipia ancora oggi utilizzata per registrare le sedute parlamentari. Un altro angolo di Canavese che il nostro Beniamino potrà portare con sè nella sua personale ricerca della felicità”.

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Quella della Iena di San Giorgio è una storia che pare stridere un po’ con la ricerca della Felicita in quanto è una storia orrenda di malvagità che, solo a raccontarla mette i brividi e, proprio per questo, non la racconterò ma la prenderò a spunto per poter dire che, questa storia, esattamente come quella della Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, sono la chiara rappresentazione del male. Nelle tappe precedenti abbiamo parlato d’amore, quindi di bene, ma come si può distinguere il bene se non conosciamo il male?... Sarebbe come voler parlare del buio senza aver mai visto la luce! Proprio in quest’ottica, il nostro Beniamino conoscerà anche questa vicenda che, nella sua crudezza, gli permetterà di avvicinarsi ancor più alla fine del suo viaggio con la coscienza che la ricerca della Felicita, a volte, passa anche per strade molto impervie e faticose da percorrere su cui è possibile inciampare in ostacoli imprevisti che vanno superati. San Giorgio ha in sé luoghi incantevoli in cui le capacità dell’uomo e la bellezza della natura offrono spazi di crescita e di evoluzione mirabili; uno di questi è l’antico Castello che si erge fiero sulla collina e che, circondato dal suo bellissimo e rigoglioso parco, permetterà a Beniamino ed agli altri visitatori di ritornare con animo sereno alla loro personale ricerca della Felicita. N. Viali

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Parole in Rima Sabato 22 ottobre ad Agliè

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La chiusura della manifestazione itinerante “Alla ricerca della Felicita”

abato 22 ottobre, dopo aver visitato tanti borghi e paesi bellissimi, aver scoperto luoghi incantevoli colmi di arte, storia e bellezza, essersi entusiasmato per panorami mozzafiato, essere cresciuto con l’apprendere usi e costumi della sua terra, aver festeggiato con tanti amici, tappa dopo tappa, Beniamino concluderà il suo viaggio ‘Alla ricerca della Felicita’ ad Agliè. E’ strano come il valore del tempo sia diverso in base al pensiero: a volte, pensandoci, quella fatidica sera dell’11 giugno in cui Beniamino è partito dall’antico borgo di Torre Canavese per il suo viaggio Alla ricerca della Felicita sembra tanto lontano, un attimo dopo, sembra ieri. Quante cose sono successe in questo viaggio! Quanto abbiamo imparato e scoperto del bellissimo canavese in cui abbiamo la fortuna di vivere… e, in questa conclusiva tappa, potremo ascoltare in rima le parole di un grande, grandissimo rappresentante di questa terra che, seppur nato a Torino, qui ha trascorso molto spazio della sua purtroppo breve vita e proprio qui ha colto spunti che l’hanno portato a sentire ed a scrivere emozioni stupende: Guido Gozzano. Nell’anno della ricorrenza del centenario della morte del poeta molti sono stati gli incontri fissati per ricordarne la vita, il pensiero e le rime e tutti gli appuntamenti hanno riscosso molto successo di pubblico e di critica. Molti si sono spesi affinché la memoria tornasse padrona dell’esistenza di un uomo che, grazie ad una garbata ironia che l’ha supportato in tutti i momenti difficili della sua vita, è riuscito ad immortalare nei suoi versi piccoli grandi momenti di un sentire sensibile e profondo. Molti sarebbero da ringraziare per tutto il lavoro svolto ad iniziare dal Sindaco Marco Succio e da

tutta l’amministrazione comunale di Agliè, per proseguire con una attivissima Pro-loco, da tutti i sostenitori che hanno profuso le loro energie, materiali e non, per il buon andamento del centenario e a tutti coloro che sono intervenuti dando il segno chiaro ed inequivocabile di quanto questo appuntamento fosse sentito ma, un ringraziamento speciale, lo si deve alla famiglia Conrieri che, a partire dal Dr. Francesco Conrieri per giungere alla D.sa Lilita Conrieri che ha ereditato la stessa passione del padre, per puro mecenatismo, hanno salvaguardato ‘il Meleto’, casa di famiglia di campagna di Guido Gozzano,

“Nella splendida cornice dell’antico borgo di Agliè risuoneranno, nel centenario della sua morte, le parole del poeta Guido Gozzano. I suoi versi che hanno dato vita all’anima di un luogo, all’anima di questo piccolo grande Canavese che quest’anno abbiamo percorso innamorandocene. La sua casa, i suoi ricordi accoglieranno Beniamino nel concludersi del suo viaggio. Troverà qui alfine la sua Felicita? Siete tutti invitati a scoprirlo in questo grande evento finale in cui saranno presenti tutti i gruppi che fin qui hanno partecipato dando il loro contributo alla ri-scoperta di questa terra meravigliosa ma spesso dimenticata... le amministrazioni comunali, i politici del territorio piemontese, il gruppo storico Nobiltà Sabauda, il regista attore Vincenzo Valenti della compagnia Art-ò di Torino, i gruppi teatrali Alisei e Lo Zodiaco, i ragazzi del Liceo Martinetti di Caluso, gli artisti del Liceo Musicale di Rivarolo, le pro loco, le associazioni locali gli storici, gli abitanti ... oltre che qualche piccola grande sorpresa ... tutti coloro insomma che ogni giorno si prendono cura di questa terra. E a salutarli ci saranno Eleyka con Beniamino che sperano di avervi aiutato a guardare questo incantato angolo di mondo con occhi nuovi”. N. Viali

dandoci l’opportunità di rivivere l’ambiente per com’era. Proprio in quest’aria i pensieri del poeta si sono elevati al di sopra della normalità per descriverci la Signorina Felicita e proprio qui, il nostro Beniamino concluderà il suo lungo percorso Alla ricerca della Felicita. Ecco da Davide Motto, direttore artistico dell’evento e impareggiabile Beniamino, le parole per questo appuntamento di chiusura della manifestazione:

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MusicLife Appuntamenti ed eventi

AGENDA Rubrica a cura di HBmusic

nei locali canavesani

Comunicate i vostri eventi a: eventicanavese@citynotizie.it

S. MAURIZIO

Borgofranco (TO) Sabato 24/09: Vincent ‘n‘ Jules dj set (Piazza del Campanile)

MORENIC TRAIL

(P.zza Sclopis) BROSSO (TO) Sabato 1/10: Concerti live e Vincent ‘n‘ Jules dj set

L’ESAGONO

musica a 360°

SHAKE DISCO

(Via Jervis, 22) IVREA (TO) Venerdì 30: “Italian Style” con Zizzi dj set Tutti i sabati dj set con

IVREA (TO) Venerdì 23/09: Keily’s Folk live Sabato 24/09: Radio Gran Paradiso dj set

ANTICO CASALE

(Via XXV Aprile, 60) Borgofranco (TO) Sabato 8/10: Panigaccio presenta: “La festa di fine stagione” Future Boys e HBmusic crew dj set

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(P.zza Martiri Della libertà, 3) PONT SAINT MARTIN (AO) Sabato 15/10: “Aperitivo W L’Italia” con Zizzi dj set

BAR H

FESTA DELLA BIRRA IVREA RUGBY (P.zza Freguglia)

IVREA

(C.so Vercelli, 334) IVREA (TO) Sabato 8/10: Silvie Loto dj set

(Via Montiglie 1/C) Settimo Vittone (TO) Venerdì 7/10: “Bar H Oktoberfes” Deviazioni Sonore live

SOLATIVO

(C.so Re umberto 1/A Lungo Dora) IVREA (TO) Domenica 9/10: “La Domenica Pop Juke Box” Zizzi, Qom & Zonky dj set

R U O T

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facebook.com/IvreaCityNotizie

Anche quest’anno IVREA CITY in TOUR presente, il giorno di Ferragosto, al Carnevale Estivo di Brosso



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M OSTRE

Flowers

Dal 1 settembre al 15 ottobre in mostra presso lo “Spazio Bianco” di Ivrea Livio Girivetto Mensio

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rte in Fuga presenta diverse collezioni d’opere realizzate dall’artista di ispirazione naturalistica, ed ospitate in una cornice raffinata, stupendo luogo espositivo, le visioni floreali potranno affascinarci e stupirci. “Dalla tradizione di Castellamonte cerco di trarre l’insegnamento di grandi maestri del passato, che nella rappresentazione plastica della natura hanno espresso un linguaggio puro e semplice senza corollari concettuali”. La ricerca tecnica nei materiali, il mantenimento del naturale rosso Castellamonte in alcune opere, i neri opachi rari, ottenuti con le ossidazioni, i bianchi, composizioni di argille candide usate ad ingobbii, esprimono un gusto retrò che richiama l’estetica dei primi del novecento e ne conserva la magia onirica, Livio Girivetto Mensio ci accompagna con questa esposizione nel suo giardino incantato. www.arteinfuga.it

Nasce a Torino nel maggio del 1964. Si forma artisticamente presso il Primo Liceo Artistico di Torino sotto la guida del maestro dell’imformale Piero Ruggeri e in seguito con Gilberto Zorio grande esponente dell’arte povera. Completa i suoi studi nel 1987 in discipline pittoriche, presso l’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Mario Davico, ultimo esponente dell’astrattismo torinese e Sergio Saroni l’allora direttore dell’istituto accademico. Prima di concludere gli studi scritturato a quindici anni come scenografo dalla Compagnia teatrale Assemblea Teatro, poi Teatro Stabile di Torino, le sue sculture ed installazioni divengono supporto dei più importanti nomi del teatro e del balletto italiano, Gabriele Lavia, Carla Fracci, Andrea Bocelli, tra i nomi più illustri. Si trasferisce nel 1999 in Francia al seguito di un contratto con la Giorgio Armani S.P.A. e nello stesso anno a Vallauris ha il primo incontro con il mondo della ceramica artistica. Al suo rientro in Italia nel 2005 fonda la galleria e centro culturale Casa Toesca a Rivarolo Canavese e nello stesso anno l’amministrazione comunale gli propone la direzione artistica di Villa Vallero. Dopo aver lavorato alla curatela di importanti esposizioni d’arte storica e contemporanea, nel 2010 approda alla direzione artistica del Open Air Museum, Italo Bolano dell’isola d’Elba, al suo quarantesimo anno dalla fondazione, per richiesta della regione Toscana. Conclusa la sua esperienza elbana, sulla soglia dei cinquant’anni ritrova nella città di Castellamonte un luogo simbolo di maestria artigiana, e decide di stabilire in questa città il suo laboratorio dedicandosi ad una vita artistica più stanziale. Diventa parte attiva della storica Associazione Artisti della Ceramica in Castellamonte e ne sostiene con soddisfazione e forza le iniziative, ricoprendo ad oggi la carica di vicepresidente. Coltiva con passione molte discipline a lui note, pittura, incisione, fotografia, in continua ricerca di soluzioni tecniche lo entusiasma lo studio e l’inconsueto uso dei materiali.


Un servizio di visibilità per gli artisti www.citynotizie.it

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Il progetto ARTEres si indirizza all’ambito artistico per costruire condizioni di visibilità da proporre ad artisti

el panorama attuale degli appuntamenti dedicati all’arte, si fa luce il grande lavoro effettuato da Arte Res di Ivano Bardini, fautore di collettive e personali assolutamente riuscite in cui il pubblico intervenuto ha potuto apprezzare le opere di artisti contemporanei e, tra questi, molti sono Canavesani. La sequenza delle mostre organizzate sarebbe molto lunga ma vorremmo ricordare le più recenti che, tra l’altro, hanno avuto un grande riscontro di pubblico: molto interessante è stata la personale di Maria Cristina Milazzo all’hotel Sirio di Ivrea, La collettiva ‘La quadratura del Circo’, inaugurata il 9 luglio e visitata fino al 30 luglio, presso l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare con sede in Villa Boriglione - Parco culturale Le Serre di Torino, realizzata in concomitanza con il Festival ‘Sul filo del Circo’ e, ultimo evento in ordine di tempo, la collettiva Nuovi Equi.Libri conclusasi il 17 settembre nella prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale Universitaria in Piazza Carlo Alberto a Torino. Ivano Bardini si è laureato al Politecnico di Torino nel 1980. Ha percorso una trentennale carriera in aziende multinazionali di telecomunicazioni in ambito marketing e vendite. Nel 2014 ha conseguito il Master in Competenze Interculturali e Formazione per l’Integrazione Sociale presso l’Università Cattolica di Milano. Oggi spende la sua esperienza in quel campo umanistico e sociologico che ha da sempre costituito un suo interesse.

le relazioni umane. ARTEres è un progetto a cui ho dato vita qualche anno fa, che consiste nell’organizzare eventi, personali e collettive, che riescano a coinvolgere gli artisti interessati al tema della mostra rivolgendosi, quindi, al mondo dell’arte nella sua attualità e vuole essere un contenitore di eventi d’arte, occasioni per un incontro tra artisti emergenti ed un pubblico vasto non solo quantitativamente ma anche e soprattutto qualitativamente: la scelta di locations in ambiti eterogenei permette di avvicinare visitatori sintonizzati su realtà culturali differenti ma tutte ugualmente significative’.

Sull’onda dei successi ottenuti da ARTEres, lo abbiamo incontrato per conoscere meglio la sua attività e le prospettive future; gli abbiamo chiesto come sia nata l’idea di ARTEres e così ha risposto: ‘Il mio scopo è di occuparmi di cose che mi interessano e, tra queste, ci sono il linguaggio artistico e

Ma, operativamente, come si svolge il suo operato? ‘La proposta che ARTEres fa è semplice: identifica un tema che possa interessare, cerca uno spazio perlopiù istituzionale che abbia una qualche correlazione con il tema e poi invita gli artisti, in genere amatoriali o semi-professionisti, persone, cioè, che

non debbano necessariamente vivere della loro arte, ma se la possono concedere come soddisfazione dell’intelletto e del cuore’. Durante le esposizioni si verificherà sicuramente che qualche visitatore decida di acquistare un’opera esposta e, in questo caso, è ARTEres che media la vendita? ‘No, ARTEres è un progetto culturale e, pur non avendo nulla in contrario alle vendite, non si occupa delle transazioni economiche che vengono gestite in autonomia dagli artisti. Il nostro lavoro consiste nell’offrire alle persone che partecipano ai progetti, una visibilità ed una possibilità di interlocuzione con i visitori. E’ chiaro che siamo molto contenti se, com’è già successo qualche volta, qualche opera esposta viene venduta ma il nostro rimane un ruolo confinato nel mettere in contatto le due parti con l’auspicio che trovino un accordo che possa essere di somma soddisfazione per entrambi’. E per il futuro, c’è già qualcosa in programma? Molti sono gli spunti interessanti su cui sto lavorando ma, come per molte realtà in un periodo di fine anno, sto cercando di programmare i vari eventi per il 2017, in modo da creare un filerouge che dia senso compiuto a tutta la programmazione’. Ringraziamo Ivano Bardini per la disponibilità con cui ha voluto rispondere alle nostre domande riproponendoci di seguire attentamente le sue prossime iniziative per darne tempestiva notizia ai nostri lettori. www.arteres.it pagina Fb: Arteres

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I maestri della fotografia giapponese in mostra al museo Garda

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OMAGGIO AL GIAPPONE

Fino al 5 gennaio un omaggio alla cultura nipponica, attraverso l’obiettivo dei suoi maggiori e più riconosciuti maestri: Noboyushi Araki, Yasumasa Morimura, Daido Moriyama, Naoya Hatakeyama, Toshio Shibata, Hiroto Fujimoto e Kazuko Wakayama

Enzo Pagani Librerie racconta la “sua” Olivetti antiquarie Una volta c’era la “Ditta” è un volume di montagna diverso dai tanti che sono in mostra usciti finora: non un trattato di economia o di C ULTURA

Museo civico P. A. Garda - Ivrea, 3 settembre 2016 - 8 gennaio 2017 Inaugurazione sabato 3 settembre ore 17.00

Piazza Ottinetti

Dal lun al ven 9 - 13

giovedì 9 - 13 e 14.30 - 18.30 sabato 15 - 19 prima domenica del mese 15 - 19 0125 63 41 55

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ingresso: intero €5 ridotto €4

sociologia, ma le memorie di un testimone diretto di quello che è stata l’Olivetti e di cosa ha significato il suo declino

è

sugli scaffali delle librerie da pochi giorni l’ultimo volume (in ordine di tempo) dedicato all’epopea olivettiana. Una volta c’era la “Ditta”, di Enzo Pagani (Hever Edizioni) è un volume diverso dai tanti che sono usciti finora: non un trattato di economia o di sociologia, ma le memorie di un testimone diretto di quello che è stata l’Olivetti e di cosa ha significato il suo declino. «La storia - spiega Pagani - era cominciata agli inizi della seconda guerra mondiale e fino agli anni Sessanta la mia vita mi era sembrata assolutamente normale. Mai mi ero reso conto di vivere in un contesto sociale molto particolare che non aveva paragoni nel mondo occidentale. La colonie estive, la mensa aziendale, le scuole professionali, la biblioteca, i prestiti finanziari, i servizi sanitari: tutti servizi che nel contesto sociale di allora non solo erano inesistenti, ma addirittura inconcepibili». Per capire quanto la situazione eporediese fosse diversa da qualunque altra, Pagani ha dovuto lasciare la Olivetti, a metà degli anni Settanta, andando a la-

Uno sguardo approfondito sulla fotografia nipponica contemporanea attraverso l’obiettivo dei suoi maggiori e più riconosciuti maestri. Mostra fotografica organizzata dal Fondo Malerba per la Fotografia con il patrocinio della Città di Ivrea e il sostegno della Fondazione Guelpa.

21 immagini di Noboyushi Araki, Yasumasa Morimura, Daido Moriyama, Naoya Hatakeyama, Toshio Shibata, Hiroto Fujimoto e Kazuko Wakayama, provenienti dalla Collezione Malerba.

Evento inserito nelle celebrazioni ufficiali del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.

vorare in una grande società finanziaria: «Tutti i nuovi contatti erano immediatamente agevolati appena diventava nota la mia storia di ex dirigente Olivetti. Paradossalmente tutto è cambiato con la scomparsa della Olivetti». Il dopo ha fatto capire, come spesso succede nella vita, quanto fosse importante l’azienda, anche nella vita quotidiana delle persone. E, sulla scia dell’interesse che questo passato ha suscitato negli ultimi anni, Pagani ha deciso di affidare a un volume i suoi ricordi di quella che chiama “la prima metà della mia vita”: «Sono ricordi di fatti, emozioni, sentimenti affievoliti dal lungo tempo oramai trascorso, ma che testimoniano momenti indimenticabili per chi li ha vissuti e che, mi auguro, possano far meglio capire ai giovani l’epoca straordinaria “inventata” dai loro precursori». Un libro nato con qualche difficoltà perché lo stesso autore riconosce di non aver mai avuto la penna facile: «Scrivere mi è sempre costato fatica. Fatica iniziata da giovane quando dovevo preparare delle relazioni tecniche, ma la tecnica ha un linguaggio più semplice e univoco: basta conoscere la terminologia, e ovviamente il problema che si affronta. Ben diverso e ben più difficile è scrivere di emozioni e di sentimenti». Però… quella contenuta nelle pagine di Una volta c’era la “Ditta” è una storia che meritava di essere narrata: «è una storia - commenta l’autore - che termina più di quarant’anni fa. Ma ho scoperto recentemente che il mio passato forse può ancora essere di qualche interesse, sia per chi ha condiviso quei tempi, sia per chi quei tempi li ha solo sentiti raccontare». F. B.

“Una volta c’era la Ditta” di Aldo Pagani Hever edizioni - 2016 Pag. 128 ISBN 88-96308-51-6 Prezzo di copertina: 15 euro

VERRES (AO)

L’evento è da vent’anni tra le più importanti manifestazioni internazionali dedicate esclusivamente a libri, stampe e manifesti di montagna, rari e antichi

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orna, puntuale come ogni anno, nell’ultimo weekend di settembre, l’appuntamento con la mostra-mercato dedicata alle Librerie Antiquarie di Montagna, organizzata da Luisella Di Stazio nei locali della comunità Montana Evançon (salone Le Murasse). L’evento si svolgerà sabato 24 e domenica 25 settembre, con apertura dalle 10 alle 19 nella giornata inaugurale e dalle 10 alle 18 l’indomani. L’evento è da venti anni tra le più importanti manifestazioni internazionali dedicate esclusivamente a libri, stampe e manifesti di montagna, rari e antichi. Nata a Ivrea da un’idea di Raffaele Sitzia e trasferitasi da 14 anni in Valle, la mostra accoglie a ogni edizione librai antiquari italiani ed europei e tutti gli ormai fedelissimi visitatori, il cui numero cresce di anno in anno, di pari passo con la fama conquistata. Come sempre saranno presenti espositori da tutta Italia e anche dall’estero, che proporranno al pubblico libri, stampe antiche e affiches, legati da un denominatore comune: la montagna. L’ingresso alla mostra è libero; sabato 24 alle 11 è in programma il vernissage dell’edizione 2016, accompagnato da un brindisi. F. B.


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ino al 5 gennaio 2017, il Museo civico Pier Alessandro Garda di Ivrea ospita Omaggio al Giappone, mostra che propone uno sguardo approfondito sulla fotografia nipponica contemporanea attraverso l’obiettivo dei suoi maggiori e più riconosciuti maestri. L’esposizione presenta 21 scatti di Noboyushi Araki, Yasumasa Morimura, Daido Moriyama, Naoya Hatakeyama, Toshio Shibata, Hiroto Fujimoto e Kazuko Wakayama, provenienti dalla Collezione Malerba. La rassegna, in occasione del 150° anniversario dei rapporti tra Italia e Giappone, s’inserisce all’interno del percorso del museo eporediese, che conserva un’importante collezione di arte orientale. è inoltre un nuovo importante appuntamento internazionale, dopo il successo riscosso dalla mostra di disegni dell’illustratrice francese Rébecca Dautremer, che ha chiuso di recente i battenti. La fotografia artistica giapponese è sempre stata vissuta fino a metà del secolo scorso come uno strumento di fedele riproduzione dell’ambiente, delle cose e dell’uomo attraverso un realismo quasi dogmatico. Il

IVREACityNOTIZIE

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tratto degli artisti presenti in mostra, da un lato, rievoca gli aspetti della memoria quale racconto di esperienze personali, dall’altro, accompagna il visitatore all’interno di un processo di rigore concettuale. «Proprio tale rigore concettuale - spiegano i responsabili del museo Garda - è la cifra caratteristica che accomuna le opere di questi autori. Il loro sguardo va dalla natura alla città, dall’esperienza personale diretta a quella visionaria e costruita, dalla messa in scena al travestimento». Ad accogliere i visitatori c’è anche l’incanto dell’ikebana, l’arte di rendere visibile la vita dei fiori, con un’opera realizzata dall’insegnante della scuola Wafu, Ingrid Maier Galvagni. Sia per adulti che per i bambini, è possibile partecipare a lezioni gratuite di pilates nel cortile del museo, a cura di Mirtilla sport e pilates SSD A RL. Omaggio al Giappone è aperta al pubblico nei consueti orari di apertura del museo: tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il giovedì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30. Il biglietto di ingresso costa 5 uro (4 i ridotti). F. B.

“Il silenzio delle candele”: un gran bel debutto letterario

Beatrice, Clara, Helena e Patrizia: sono le quattro donne che hanno reso possibile un brillante esordio letterario: le protagoniste della vicenda, l’autrice e l’editrice

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eatrice, Clara, Helena e Patrizia: sono le quattro donne (citate in rigoroso ordine alfabetico) che hanno reso possibile un brillante esordio letterario, protagoniste, in ruoli diversi, del romanzo Il silenzio delle candele. Beatrice e Clara sono le protagoniste della vicenda scritta da Patrizia De Grazia e pubblicato da Helena Verlucca. Una vicenda avvincente e dai toni spesso aspri, che non sembra uscita dalla penna di una studentessa di quarta liceo (frequenta il Botta a Ivrea). «Nessuno pensi al classico romanzo adolescenziale fatto di ovvietà e frasi sdolcinate - ammonisce Helena -: in queste pagine ci sono vita e sofferenza, ci sono storie che colpiscono. Quando mio papà Cesare mi ha passato i primi capitoli, dopo averli letti, mi ha garantito che in quelle pagine c’era sostanza. Letto tutto il manoscritto, ho avuto la certezza di essere di fronte a un ottimo prodotto, sul quale c’è stato davvero poco lavoro di editing da fare, perché Patrizia aveva scritto davvero un bel romanzo». Eppure, nemmeno la giovane scrittrice aveva mai pensato di trovare, prima o poi, una sua opera sugli scaffali delle librerie: «Ho sempre amato leggere e scrivere - racconta Patrizia - ma senza pensare di pubblicare. Ho scritto fiabe e racconti, poi un giorno, in una situazione molto particolare, ha preso forma la storia che è poi diventata il mio romanzo. Ero in treno, mi sono resa conto che era la storia giusta e d’impeto ho buttato giù il primo capitolo. Tornata a casa, quelle pagine sono finite in un cassetto e lì sono rimaste per un po’». Qualche tempo dopo, da quel cassetto è riemerso quell’incipit e Patrizia ci si è messa d’impegno, fino a concludere il romanzo. «Davvero non pensavo di pubblicarlo: lo ha letto mia mamma e il suo giudizio è stato positivo, ma sappiamo bene che il giudizio di una mamma va sempre preso con beneficio d’inventario. Poi… anche la mia insegnante di italiano lo ha apprezzato e, quando Cesare ed Helena hanno espresso il loro giudizio positivo, è stata una sferzata di fiducia. Lì ho capito che il mio lavoro avrebbe potuto diventare qualcosa di più di un esperienza fine a se stessa». E ora sono già in molti ad aver letto le vicende di Clara e Beatrice, due vite

segnate da prove durissime che ne hanno radicalmente indirizzato i destini: «Se le loro vite non fossero precipitate in uno strapiombo senza fondo di silenzio e di dolore, le loro strade non si sarebbero mai incrociate…». Particolarmente toccante è la figura di Beatrice: «Se non avesse avuto una bambina all’età di sedici anni, adesso starebbe inseguendo il sogno di diventare un’insegnante, invece di essere costretta a prostituirsi per mantenere la propria famiglia». C’è un perchè dietro questo personaggio: «Un giorno - racconta Patrizia - mi sono detta che se mai avessi scritto un libro, la protagonista sarebbe stata una prostituta, una giovane prostituta. Perché? Facile spiegarlo: quel giorno diluviava, io dovevo salire sul pullman per tornare a casa e con la cartella, le borse della spesa e l’ombrello ero completamente impacciata. Nessuno si è offerto di darmi una mano, salvo lei: la ragazza giovanissima che si prostituiva nella strada vicino casa nostra. Quella che aveva sempre il sedile libero al suo fianco perché nessuno voleva sedersi lì. Non mi ha detto nulla, mi ha solo sorriso prendendomi qualche borsa e permettendomi di riuscire a salire sul mezzo. Mi sono seduta accanto a lei e abbiamo parlato: ho trovato tanta solarità e tanta tristezza nelle sue parole. Ma soprattutto, tanta umanità, quella che invece non avevano dimostrato, quel giorno, quanti si ritengono più normali di lei, ma non hanno mosso un dito per aiutare una ragazzina carica di bagagli». Il silenzio delle candele, quindi, è un omaggio a quella ragazza. Ma lei lo sa? «Non credo - ammette Patrizia - perché qualche tempo dopo ci siamo trasferiti e non l’ho più vista. Ma ho pensato spesso che mi piacerebbe tornare a vedere se è ancora là in quel trat-

to di strada. Se la trovassi, mi piacerebbe regalarle una copia del mio libro». L’esordio di Patrizia come autrice è stato - niente meno - al Salone del Libro di Torino, nel maggio scorso, dove Helena ha deciso di presentare il libro: «è stata un’emozione incredibile, qualcosa da farti fermare il cuore. Da quattro anni studio teatro, quindi so cosa significa avere un pubblico di fronte, ma questa esperienza è stata completamente diversa e molto più impegnativa. Quando reciti hai un ruolo ben definito e, oltretutto, i riflettori ti impediscono di percepire il pubblico. Dall’altra parte di un tavolo, invece, devi interpretare te stessa e ciascuno di coloro che hai di fronte lo vedi bene negli occhi…». A Torino, Patrizia ha avuto l’opportunità di incontrare di persona Jeffery Deaver, grande romanziere statunitense per il quale nutre una sviscerata passione: «Gli avevo scritto una mail, prima del Salone, e ho saputo che nel corso del suo incontro con il pubblico nellla Sala Gialla, la più prestigiosa, ha parlato della mia presentazione, che sarebbe avvenuta di lì a poco. Poi ci siamo incontrati e di recente abbiamo ancora avuto uno scambio di mail. Una splendida emozione!». Ora, Il silenzio delle candele prosegue il suo viaggio di presentazioni, ma intanto Patrizia sta già lavorando a un nuovo romanzo: «Per ora è un abbozzo. La storia c’è, vediamo cosa ne verrà fuori». Per Helena, sicuramente sarà qualcosa di bello: «Leggendo la bozza dell’opera prima, ma ancor più conoscendo Patrizia, ho capito che c’è un futuro, per questa ragazza». Nel frattempo, proseguono gli appuntamenti per la presentazione del libro: la prossima è in programma lunedì 7 novembre da Livrè, il wine bar-libreria recentemente aperto a Ivrea, in via Circonvallazione 24. F. B. “Il silenzio delle Candele” di Patrizia De Grazia Hever edizioni - 2016 Pag. 256 ISBN 88-96308-46-2 Prezzo di copertina: 15 euro


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OROSCOPO SETTEMBRE 2016

Il Cielo di settembre sarà caratterizzato da un evento molto importante, l’ingresso di Giove nel Segno della Bilancia, dopo dodici anni dalla sua assenza. A beneficiare di questo aspetto planetario sono tutti i Segni d’Aria: Gemelli, Bilancia e Acquario. A risentirne gli effetti negativi, invece, sono: Ariete, Cancro e Capricorno Ariete Amore: l’entrata negativa di Venere nel Segno della Bilancia, creerà tensione nel rapporto affettivo. Dovrai aspettare il 22 Settembre per risolvere le problematiche di coppia. Tieni a bada l’impulsività per non perdere le conquiste fatte. Lavoro: Marte in buon aspetto dal Segno amico del Sagittario, ti caratterizza positivamente nel lavoro, garantendoti novità assolute e riuscita professionale. Salute: ottimo mese per intraprendere un’attività sportiva, Marte tuo pianeta dominante ti dona carica ed energia. TORO Amore: Venere negativa non ti lascia spazio a muoverti serenamente nel rapporto di coppia, non mancano discussioni soprattutto ad inizio mese, dove una buna dose di self-control potrebbe essere la giusta posizione da prendere. Lavoro: il Sole in Vergine resta molto positivo fino al 23 Settembre, in queste settimane organizza novità lavorative, potresti vivere un momento molto costruttivo. La presenza di Mercurio positivo tutto il Mese, ti garantisce ottime contrattazioni ed entrate di denaro. Salute: un calo fisico è dovuto a Venere che può creare qualche problema per i tuoi reni e gola. GEMELLI Amore: la tensione aumenta giorno per giorno, Marte negativo dal Segno del Sagittario non lascia spazio alla serenità. Se sei della prima decade del Segno, anche l’opposizione di Saturno contro può influire negativamente nel rapporto matrimoniale. Lavoro: il rapporto con i colleghi potrebbe subire delle difficoltà nelle relazioni, anche un tuo superiore ti creerà qualche problema. La parola d’ordine in questo mese di Settembre è: calma e self-control. Denaro: Marte negativo non è un pianeta che aiuta l’economia, per questo motivo spese inaspettate possono essere all’ordine del giorno. Per gli investimenti è meglio attendere il prossimo mese, quando Giove ti garantirà novità assolute. CANCRO Amore: Venere positiva dal Segno dello Scorpione dal 23 Settembre, ti garantisce novità in amore. Se sei in coppia da tempo potresti organizzare un week-end d’amore, oppure approfitta della sua benevola presenza per conquistare un nuovo partner. Lavoro: ottimo periodo per mettere sul campo situazioni nuove, soprattutto se sei in procinto di cambiare lavoro oppure crea delle novità all’interno del tuo contesto lavorativo. Salute: è ora di iniziare una sana dieta alimentare, la movida estiva può averti fatto un torto, quello di prendere peso. Venere positiva aiuta tutto il sistema linfatico, approfitta della sua presenza per iniziare una cura disintossicante. LEONE Amore: continua per te un periodo di netta ripresa, a mantenere alto questo podio è la presenza di Marte positivo che, per tutto il mese, dal Segno amico del Sagittario, ti sostiene e ti dà la carica giusta per vivere intensamente il tuo rapporto affettivo. Lavoro: le novità più salienti possono riguardare le entrate economiche, novità assolute per contratti con persone straniere e ottime relazioni con colleghi o dipendenti. Un tuo superiore potrebbe darti un incarico nuovo: non tralasciare l’offerta. Salute: Marte positivo richiede l’inizio di un’attività sportiva, approfitta della sua presenza nei tuoi gradi per rimettere in sesto il tuo fisico. VERGINE Amore: Giove, Sole e Mercurio positivo, ti garantiscono un mese straordinario, fatto di novità e di opportunità importanti sotto tutti i punti di vista. Le problematiche in amore sono ormai passate, finalmente hai trovato l’equilibrio giusto per vivere positivamente il rapporto a due. Lavoro: la presenza del Sole nel tuo Segno, fino al 23 Settembre, promette bene per le contrattazioni d’affari e per il denaro. Le novità più salienti sono nei settori commerciali dove un incremento

lavorativo sarà davvero inaspettato. Salute: Mercurio positivo in Vergine tutto il Mese, può darti lo slancio giusto per rigenerare la tua emotività facendo lunghe passeggiate all’aria aperta, oppure iniziando un sana dieta alimentare per disintossicare il tuo intestino. BILANCIA Amore: mese eccellente grazie a Venere che, fino al 22 Settembre, resta nei tuoi gradi, inoltre ad arricchire le novità in amore è Giove che, dal 10 Settembre, resterà per un anno nei tuoi gradi, aiutando le coppie che vogliono legalizzare l’amore. Lavoro: finalmente la riscossa tanto attesa, Venere e Giove ti garantiscono positività e realizzazione a livello economico e lavorativo. Le novità salienti riguardano l’estero e le contrattazioni d’affari con luoghi lontani. Salute: se stai vivendo un calo fisico non preoccuparti, a risolvere tutte le situazioni pesanti ci pensa Giove che dopo dodici anni è arrivato in tuo aiuto. Se sei amante dello sport, potresti iniziare a praticare un’attività sportiva così potrai scaricare le tensioni accumulate negli ultimi tempi. SCORPIONE Amore: la presenza di Venere positiva in Scorpione dal 23 Settembre, ti permette di vivere il rapporto di coppia fatto di passione e di nuove opportunità. Se sei in cerca di un partner non ti sarà difficile trovare l’anima gemella. Ottimo momento per riconciliarti con un amore perduto. Lavoro: Settembre inizialmente appare un po piatto; è dal 20 in poi che vi sono le novità più salienti nel lavoro e nelle contrattazioni d’affari. Potresti recuperare un vecchio credito. Salute: sei amante della bellezza e l’entrata di Venere nei tuoi gradi ti spinge verso un cambio di look. Se sei amante dello sport non è da escludersi l’inizio di un attività sportiva. SAGITTARIO Amore: anche se l’estate è appena terminata, la situazione affettiva continua ad essere ricca di novità. Non sono da escludersi piccoli spostamenti di piacere con il tuo partner. Inoltre, se sei in procinto di legalizzare il tuo rapporto di coppia, Marte positivo ti dà la carica giusta per realizzare i tuoi sogni. Lavoro: Marte ti ė amico, nonostante Saturno ti mette davanti le responsabilità. Una sorta di cambiamento lavorativo può essere la giusta lettura della congiunzione di questi due pianeti che insieme non lasciano spazio ai ripensamenti. Salute: Settembre ė il mese dove è d’obbligo rimetterti in carreggiata, sia a livello motorio che dal lato alimentare. CAPRICORNO Amore: sei uno dei Segni più fortunati del momento, la presenza positiva del Sole dal segno amico della Vergine, ti garantisce armonia nel rapporto a due. Se sei alla ricerca di un partner, cont tale configurazione astrologica non ti sarà difficile trovarlo. Lavoro: ottimo Mercurio positivo che ti spinge alle contrattazioni d’affari con grande successo e incremento a livello economico. La parola d’ordine in questo mese settembrino è azione. Salute: ottimo periodo questo per rimettere in ordine il tuo metabolismo, il sostegno di Giove può darti una sostanziale mano se devi intraprendere una dieta alimentare. La movida estiva ha lasciato sicuramente il segno! ACQUARIO Amore: grazie al sostegno positivo di Venere in trigono dal Segno della Bilancia, potrai avvantaggiare il tuo rapporto affettivo incrementando la passione e organizzare qualche week end d’amore in un luogo romantico. Lavoro: le novità più salienti arrivano dalle nuove contrattazioni d’affari e per il denaro, Venere positiva ti garantisce un incremento economico e anche un recupero crediti. Se sei in proprio, potresti pensare di investire all’interno della tua azienda. Salute: settembre si presenta di buon umore, a beneficiare di questa positività sarà la tua emotività che di solito è sempre alle stelle. Se devi effettuare un controllo clinico il sostegno positivo del pianeta ti aiuterà trovare una giusta diagnosi.

PESCI Amore: è Venere, dal Segno amico dello Scorpione, a sostenere positivamente il tuo rapporto di coppia, infatti a caratterizzare le prossime settimane sarà proprio l’amore, fatto di passione e sentimenti. Lavoro: una nota negativa nel settore lavorativo è caratterizzata dalla presenza del Sole opposto dal Segno della Vergine che, fino al 23 Settembre, creerà qualche problema nel contesto lavorativo, soprattutto, con un tuo superiore. Non è il momento giusto per effettuare investimenti, rimanda in altra data gli impegni finanziari. Salute: Mercurio negativo dal Segno della Vergine per tutto il mese può caratterizzare negativamente il tuo stato fisico, a risentirne maggiormente sarà la tua emotività alle stelle.

Il segno del mese: VERGINE

Settembre è il tuo mese, se il Segno più emotivo di tutto lo Zodiaco, dominato dal Pianeta Mercurio, che ti contraddistingue per l’intelligenza e i savoir-faire. Non esiste un Segno più fortunato rispetto ad un altro, ma esiste più intraprendenza e voglia di fare rispetto ad altri Segni. Appartieni alla categoria di persone che, prima di agire, si sottopongono mille quesiti e alla ricerca continua di risposte; così facendo l’energia che utilizzi a pensare e a ripensare, ti fa perdere di vista l’obiettivo e il traguardo da raggiungere, perdendo opportunità e occasioni nuove. Queste note non vogliono essere una critica ma servono ad evidenziare un tuo tallone d’Achille, dove il “tritatutto emotivo” depotenzia sia le tue aspettative che la progettualità. Se in questi mesi la difficoltà maggiore è stata quella di prendere decisioni importanti, ciò che conta è averle prese senza essere caduti in uno schema di domande e risposte, creando blocchi inutili. Mi rendo conto che, per alcuni nati, come quelli della Prima Decade del Segno, l’opposizione di Nettuno dai Pesci, ha creato confusione e instabilità. Non da meno è per la Seconda Decade, dove la quadratura di Saturno, dal Segno del Sagittario, continua a mettere in discussione alcuni aspetti della vita. Nonostante queste influenze di rallentamento, è fondamentale continuare il percorso di crescita legato alle opportunità lavorative, in amore e nelle finanze. Se saprai mettere sul campo la tua progettualità allora potrai superare brillantemente i tuoi blocchi emotivi.

GIOVE ENTRA IN BILANCIA DOPO DODCI ANNI DALLA SUA ASSENZA

Giove è il Pianeta più grande di tutto il Sistema Solare, osservandolo al telescopio, scopriamo una rotondità perfetta, un colore tenue ma nello stesso tempo consistente ed imponente. Queste indicazioni vogliono essere una nota introduttiva di quanto il transito del Pianeta Giove può far crescere la voglia di fare, muovendo nuova energia, qualunque essa sia, abbracciando le situazioni più vicine di un individuo. Vivere Giove, nel proprio Segno di appartenenza, significa riuscire ad esteriorizzare la parte più nascosta; come se, ad un certo punto, tutto appare magicamente positivo, per lasciare spazio ad un libero arbitrio che, spesso, si è ritrovato incastrato in situazioni o forze maggiori, legate a schemi del quotidiano. L’espressività ne prende una dominanza assoluta e ne diventa un vero e proprio input al cambiamento. Giove arriva come un premio, dove tutto è concesso purché sia fatto nella legalità e nella possibilità socioeconomiche. La legalità è un altro fattore che si evince, perché differentemente il Segno più legale di tutto lo Zodiaco, toglierebbe una delle caratteristiche più importanti che lo contraddistinguono da sempre; l’equilibrio e la razionalità diventano timone nella famiglia, in amore e nel lavoro ma, soprattutto, nel denaro, dove la stabilità economica ne fa leva per dimostrarne l’equilibrio socioeconomico.


A RTE

Mostra antologica di Elisabetta Navizzardi Sarà inaugurata sabato 8 ottobre e sarà visitabile da tale data fino a giovedì 13 ottobre

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d accogliere questa preziosa personale la Chiesa di Santa Marta grazie alla collaborazione tra Comune di Caluso, Parrocchia di Caluso e Associazione Culturale “Le Purtasse” ONLUS che con questa mostra antologica hanno voluto diffondere e promuovere la conoscenza delle opere di un’artista calusiese veramente particolare e molto apprezzata in Italia ed all’estero. Elisabetta Navizzardi, in questa mostra antologica, con i suoi dipinti, accompagnerà i visitatori in un percorso che, tramite la ricerca stessa dell’artista, permetterà una ricerca interiore anche a chi le sue opere osserva. Oltrepassando la porta della Chiesa di Santa Marta, ci si lascerà alle spalle un mondo convulso ed estremamente puntato sulle questioni materiali dell’esistenza e si entrerà in un mondo di sogno, di rara bellezza, di poesia, di colore e di tenerezza. Come se il dipinto fosse uno stargate, soffermandosi ad ammirare l’opera con lo sguardo proiettato nel mondo intuitivo che inter-penetra la normale vita di tutti i giorni, si riuscirà ad accedere alla visione di piccoli particolari che sfuggono all’osservazione razionale e che daranno sensazioni particolari ed uniche. Nella sua lunga ed apprezzata carriera artistica, Elisabetta Navizzardi ha potuto esporre i suoi lavori in varie mostre. Durante l’intervista rilasciata ci ha accolti nel suo laboratorio artistico dandoci l’opportunità di vederla all’opera. Proprio in questa visita abbiamo potuto leggere il suo ‘libro dei pensieri’, un libro in cui i vari visitatori hanno potuto lasciare un loro pensiero e la loro impressione ed uno di questi pensieri ci ha fortemente colpiti e lo riportiamo perché convinti che abbia centrato appieno il sentire dell’artista:

Biscotti artigianali per tutti… ma proprio tutti! Il Girasole di Lù il, biscottificio artigianale nato dalla tradizione dei Canestrelli di Tonengo, ora diventa profumoso e anche vegan

Il Girasole di Lu è il biscottificio artigianale di Luciana Clerici che è riuscita a far diventare attività produttiva la sua passione per la tradizione dolciaria del luogo in cui vive: Tonengo di Mazzè infatti, proprio in questo angolo di Canavese, si è mantenuta l’usanza di preparare ‘come si faceva una volta’ i canestrelli. Il canestrello di Tonengo è la rappresentazione del giorno di festa in quanto, tradizione vuole, che si preparassero per festeggiare chi sarebbe convolato a nozze ed a questa preparazione contribuivano tutti, parenti ed amici, iniziando così a far festa già dal giorno delle pubblicazioni. Una volta sfornati, i canestrelli venivano confezionati dagli sposi che li donavano insieme all’invito al matrimonio. Ma il girasole, oltre che per la sua bellezza, è un fiore noto per la sua capacità di orientarsi sempre verso il sole e Lu, che lo ha scelto come simbolo, ha la sensibilità e l’accor-

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21/07/95 La Salle (Aosta) “Attraverso la porta di questa stanza è inoltrarsi in un mondo di realtà non conosciuta dimenticata…. Dalle pareti si respirano nuovi profumi attraverso i colori dei tuoi quadri : finestre di quel magico mondo. Attraverso queste finestre ci sono centinaia di piccoli esseri fatati che ci spiano furbescamente e ci invitano ad inoltrarsi in quel loro mondo che una volta forse era anche nostro. Tu hai il grande dono di essere il tramite fra questi due mondi... Ed io ti ringrazio perché grazie a te forse molti riusciranno a vedere di nuovo quel mondo dentro di loro che hanno perso. Elisabeth L. Per cogliere ed apprezzare fino in fondo le opere di quest’artista occorre dimenticare la fretta e concedersi il tempo di rinfrancare il proprio spirito con visioni interiori capaci di donare sensazioni ed emozioni uniche.Le opere esposte rappresentano anche il percorso personale di Elisabetta Navizzardi che in esse esprime tutto il suo sentire nei vari periodi della sua esistenza donandoci molto di se stessa per permetterci di accedere al nostro sentire più sensibile e profondo. La visita a questa mostra antologica imprimerà in voi un ricordo indelebile e la possibilità di conoscere e di parlare con una persona veramente speciale.

Elisabetta Navizzardi - Mostra Antologica delle opere artistiche Chiesa di Santa Marta in Caluso dall’ 8 al 13 ottobre 2016 dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 Visitate il sito dell’Artista: metamorphose.it

N. Viali

tezza di voltare lo sguardo sempre verso punti nuovi verso la piena soddisfazione sua di artigiano e, sicuramente, dei suoi clienti andando a cogliere esigenze di un ‘palato’ sempre più soddisfatto. Nato dalla tradizione dei canestrelli, Il Girasole di Lu, oggi, è in grado di offrire molte tipologie di biscotti, dai più tradizionali come le paste di meliga classiche a quelle più innovative e ricercate come le paste di meliga al cioccolato, al caffè e al mais Pignoletto rosso di Banchette. E non finisce qui: Lu ha inserito una linea di biscotti veramente eccellenti che offrono l’opportunità di gustare il sapore dei fiori come si può fare con i suoi dolcetti alla rosa, alla viola, alla lavanda ed alla menta. Tradizione e innovazione sono alla base delle produzioni di questa sopraffina artigiana del dolce che impiega per le sue linee solo ingredienti sapientemente selezionati e naturali e proprio grazie a questa ricerca di naturalità e di soddisfazione per tutti i gusti e tutte le esigenze sono arrivati i biscotti vegan che ovviano al problema di chi, essendo intollerante, non può deliziarsi con biscotti che contengano ingredienti in grado di scatenare reazioni poco desiderabili ma che vanno anche incontro alle esigenze di tante e sempre più numerose persone che hanno fatto del vegetarianesimo e del veganesimo una scelta di vita. Alla fine, però, per quante parole si possano spendere per enumerare le qualità dei Biscotti artigianali de Il Girasole di Lu, vale sempre il vecchio motto ‘provare per credere’ quindi, se volete veramente deliziare il vostro palato, dovete assolutamente assaggiarli.

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Bottiglieria Succo d’uva di Febbo Susanna -Via Caduti per la Libertà, 15/A - Chivasso (TO) Alimenti Bio da Giusy - Via Bettoia, 54 - Caluso (TO) Da Bei - Via Garibaldi, Tonengo di Mazzè (TO) Panetteria Bergandi Roberto Vicolo Piretto, 2 - Tonengo di Mazzè (TO) Cantina Santa Clelia - Regione Rossana, 7 Mazzè (TO) il 2 ottobre a Tonengo di Mazzè alla sagra del Canestrello. l’8 e il 9 di ottobre a “Flor 2016” nelle vie del centro a Torino in Via Principe Amedeo tra Via Carlo Alberto e via Roma.


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Chiave (9,1,6) - Due città autraliane ................................................................

RIDIAMOCI SU…

Carabinieri: • Due carabinieri parlano delle loro vacanze passate. Uno dice all’altro: “Quest’estate ho fatto delle immersioni e in una di queste mi sono spinto a 900 metri e mi sono imbattuto in un sottomarino. Ho bussato all’oblò e sono riuscito a capire che era americano perché mi hanno risposto con “OK!”.” “Anch’io quest’estate ho fatto delle immersioni e sono sceso fino a 1000 metri e anch’io mi sono imbattuto in un sottomarino dei carabinieri.” “Come hai fatto a capire che era dei carabinieri? Se non mi sbaglio non hanno segni riconoscibili.” “Semplice” risponde l’altro “Ho bussato all’oblò anch’io e mi hanno aperto.” Animali… • Una tartaruga si di-

rige verso il tronco di un albero e comincia a scalare, scalare e scalare, finché, dopo un’ora, raggiunge un ramo abbastanza alto dal quale decide di buttarsi a pancia in giù. La tartaruga atterra su una montagnola soffice di foglie secche e non si fa niente, ma non contenta si dirige nuovamente al tronco dell’albero e ricomincia a salire, salire e salire, finché, raggiunto il ramo di prima si butta e atterra sulla montagnola di foglie secche. Non contenta ripete l’operazione un’altra volta e un’altra volta ancora. Da in cima all’albero, due passeri stanno osservando la scena. Ad un certo punto, impietosito, uno dice all’altro: “Tesoro, non ti sembra arrivato il momento di dirgli che è stato adottato?”

Soluzioni

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